Poste Italiane s.p.a. / Spedizione in Abb. Postale / D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) Art. 1, comma 1, DCB/CN - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a soddisfare il diritto di restituzione.
N. 03 Marzo 2019 - Anno 73
IN PRIMO PIANO
ATTUALITÀ
SPECIALE
PESCHE, 7 MESI DI RITARDO INGIUSTIFICATO PER I PAGAMENTI
MOSCATO, IL CONSORZIO ASTI DOCG MANTENGA GLI IMPEGNI
DOMANDA UNICA, PARTE LA CORSA ALLA PAC 2019
Filiera in totale squilibrio, stop alle pratiche sleali contro gli agricoltori
Manca un’adeguata promozione e restano da sbloccare le riserve
I requisiti e le regole da osservare per la nuova annata agraria
Mettiamo in campo la squadra migliore
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Editore: Edizioni Il Coltivatore Srl Piazza Foro Boario, 18 - 12100 Cuneo Direttore Amministrativo: Tino Arosio Direttore Responsabile: Tino Arosio Coordinamento di redazione: Francesca Vinai Grafica e impaginazione: Mara Chiardola
OMMARIO 8
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IN PRIMO PIANO
• Frutta, moscato e montagna: giù la maschera!
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FONDO
• Ai Comuni che vanno al voto diciamo che...
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ATTUALITÀ
• UE: via libera in Giappone al falso Made in Italy • Agricoltura di montagna: vanno trovate le risorse!
Hanno collaborato: Marco Benzo, Roberto Bianco, Luca Castellino, Simona Daniele, Damiano Dutto, Sara Ferrero, Roberto Giobergia, Elena Gola, Hada Kamela, Vittorio Marabotto, Lorenzo Martinengo, Laura Occelli, Nadia Olivero, Franco Parola, Elisa Rebuffo, Franco Ramello, Fabrizio Rapallino, Simonetta Re, Davide Roà.
• PSR: evitato il disimpegno dei fondi, ma serve accelerare
Progetto grafico: Edizioni il Coltivatore Srl - TEC arti grafiche
• Export Management: nuovo servizio per i vitivinicoltori
Redazione: Piazza Foro Boario, 18 - 12100 Cuneo Tel. 0171 447211 - Fax: 0171 447300 Email: ilcoltivatore.cn@coldiretti.it Il Coltivatore Cuneese è interamente pubblicato e scaricabile dal sito: www.cuneo.coldiretti.it
• OCM vino promozione: apertura del bando in vista
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• 7 mesi di ritardo per i pagamenti delle pesche • Al ribasso l’export cuneese di frutta • Asti DOCG, il Consorzio mantenga gli impegni!
• Autorizzazioni per nuovi impianti di vigneto • Assegnazione idoneità, in scadenza i bandi 2019 • Malavita nel piatto, la nostra lotta continua • Agromafie, business da 24,5 miliardi di euro • Made in Italy, vince il sovranismo a tavola • Riforma PAC, servono tempo e condivisione • Apicoltura, approvato il Piano regionale 2019-2022 • Carne piemontese, tecnologia al servizio della tradizione • Concimi organici e biogas, sviluppi per la zootecnia • Caldo anomalo, gravi scompensi alle colture • Circolazione di mezzi agricoli eccezionali: le novità 2019
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LAVORO
• Impiegati agricoli, rinnovo del contratto integrativo • Lavoratori clandestini, spese di rimpatrio al datore
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SPECIALE DOMANDA UNICA PAC
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ECONOMICO
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• Aiuti de minimis, aumenta il massimale • Filiera cerealicola, i contratti per il 2019
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FORMAZIONE
• Formazione sul noce, opportunità di crescita
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CAMPAGNA AMICA
... A grandissima richiesta, torna la ...
GIORNATA del PULCINO VI ASPETTA
tutti i venerdì
dal 1° MARZO
• Fattoria Amica, il nuovo Presidente è Paolo Sappa • Cuneo, dolci di Carnevale al Mercato Campagna Amica
Pulcini
76/79 MOVIMENTI
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di
• Donne Impresa: percorso formativo sulla leadership al femminile
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QUALITÀ
• Donne Impresa: informatica e web protagonisti in agricoltura • Giovani: la forza del gruppo e gli scenari economici • Pensionati a confronto nel primo Consiglio • Pensionati, viaggio in Valtellina
81/91 EVENTI
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92/93 CONSULENZA AGRONOMICA
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94/95 NATURA CURIOSA
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96/97 CONSULENZA LEGALE
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98/103 SERVIZI ALLA PERSONA
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104/105 COOPERAZIONE
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IN PRIMO PIANO
FRUTTA, MOSCATO E MONTAGNA, GIÙ LA MASCHERA! Roberto Moncalvo
Delegato Confederale Coldiretti Cuneo Il crollo del prezzo del latte di pecora in Sardegna e la conseguente protesta dei pastori in queste settimane è al centro della cronaca nazionale. Una crisi che affonda le sue radici nel comportamento irresponsabile di un cartello di industriali che governano in modo vergognoso il Consorzio di tutela del Pecorino Romano DOP. Ma quanti sono i prodotti il cui futuro è minacciato da una gestione malsana di organismi come i Consorzi di tutela, guidati quasi sempre da poteri che nulla hanno a che fare con il mondo agricolo? Tanti, troppi! Nel nostro Piemonte e nella nostra provincia possiamo pensare ad esempio al Moscato e alle gravi responsabilità del Consorzio di tutela. Ed il caso della frutta è altrettanto emblematico. A noi il compito di portare all’attenzione della società situazioni che appaiono sempre più come forme di “moderna schiavitù” (consegnami il prodotto a luglio, ti pago a febbraio e ti do quel che mi avanza, dopo aver pagato le spese e aver trattenuto gli utili) e pretendere nuove normative e nuovi progetti che cambino la situazione. Partiamo dalla Direttiva approvata in Europa su nostra pressione che combatte le pratiche sleali - di chi ad esempio paga le pesche dopo sette mesi - consentendo alle organizzazioni di rappresentanza la possibilità di denunciare chi queste pratiche le attua (a partire dalla grande distribuzione). Ora la palla passa al Governo italiano che dovrà recepirla integrandola per perseguire tutte le situazioni in cui lo strapotere di grande soggetti impone prezzi dei nostri prodotti che non coprono nemmeno i costi di produzione!
E poi i Decreti attuativi che obbligheranno industrie e cooperative a scrivere in etichetta da dove arriva la frutta che c’è in succhi e bibite, o la carne nei salumi. Fino alla stipula di contratti di filiera con soggetti che smettono di pensare solo ai loro interessi e vogliono investire sull’Italia e su un’economia positiva per tutti, insieme agli agricoltori. Ci sarà nel mondo della frutta qualcuno disposto a ragionare così? Ci sono e daremo notizia a breve di un bell’esempio che ci auguriamo apra una breccia. Ci avviciniamo alle elezioni e in tanti si riempiranno la bocca sul rilancio della montagna. Intanto però - lo abbiamo denunciato al Presidente Chiamparino - mancano tanti soldi per pagare l’indennità compensativa necessari per ristorare almeno in parte la tenacia di agricoltori e allevatori che stanno in montagna, facendo un prezioso servizio pubblico per tutti. Questi soldi vanno trovati. Manca poi il Piano provinciale che consentirà di intervenire per contenere i cinghiali, ma siamo vicini alla sua approvazione! Abbiamo invece fatto il conto di quanti soldi aspettano i nostri soci per i danni subiti dalla fauna selvatica. Con i nostri rappresentanti dentro ATC/CA abbiamo condiviso una sfida: superare i ritardi e pagare gli agricoltori o sarà mobilitazione! Le zone montane e collinari si difendono anche così, non certo raccontando nei festival cosa è il lupo senza che a parlarne ci siano anche le vittime di questa difficile convivenza. Quello di marzo sarà un mese importante con l’appuntamento della fiera di Savigliano, cui facciamo gli auguri invitando tutti al convegno che faremo il 15 marzo proprio sui contratti di filiera.
Febbraio | 2019
FONDO
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AI COMUNI CHE VANNO AL VOTO DICIAMO CHE… Tino Arosio
Direttore Coldiretti Cuneo Sono numerosi i Comuni della Granda che andranno al voto in questa primavera 2019. Si voterà anche per Regione e Parlamento europeo. Ritorneremo su questi due ultimi appuntamenti, ma ora ci soffermiamo sui Comuni. Alcuni candidati già ci chiedono di poterci incontrare. È un segnale di credibilità e di stima che riconoscono all’agricoltura e alla nostra Organizzazione. Non perderemo l’occasione. Potremo raccontare loro una certezza: che le nostre imprese sono soggetti positivi per i nostri paesi. E che se si consentisse loro di “spiccare ancora di più il volo” cambierebbero tante cose nelle comunità locali. Sappiamo cosa hanno fatto e cosa non hanno fatto Sindaci e amministrazioni nella legislatura che si sta chiudendo. Non è però questo il tema. Ci interessa piuttosto anticipare qualche spunto a chi si appresta a scrivere programmi sulla base dei quali chiedere la fiducia. Primo spunto. Si ritiene che la presenza agricola nei nostri Comuni sia una ricchezza? Allora si potrebbe partire da un’opportunità semplice: promuovere i prodotti delle imprese agricole, consegnando a Campagna Amica spazi per fare la vendita diretta. Basterebbe anche usare la legge di orientamento e assegnare alle imprese agricole locali il compito di curare - ad esempio - il verde pubblico. È possibile. Secondo. Si ritiene che il cibo locale sia più sano, buono e controllato? Se sì, basterebbe che le mense delle strutture che ospitano gli anziani o delle scuole (per rimanere a quelle di competenza locale) usassero pasta, riso, carne, frutta, verdura, latte, pane, ecc. delle no-
stre imprese agricole o delle loro cooperative. Terzo. Se si ritiene che è meglio avere nei nostri paesi il verde produttivo che il cemento armato, basterebbe fare piani regolatori che impediscano il consumo di suolo. E tutti ben sappiano quanto questa sia una emergenza. Quarto. Pensiamo alla montagna. Andando avanti così, da qui a qualche anno le nostre montagne diventeranno una macchia sempre più ampia di boschi incolti e impenetrabili (senza dimenticare lupi e cinghiali). Basterebbe favorire effettivamente la gestione del bosco facendola ridiventare un’attività economica. Ancora sulla montagna. Attenzione alla gestione dei pascoli pubblici: che siano assegnati senza l’obiettivo di massimizzare i ricavi ma con l’attenzione che siano condotti da allevatori veri e locali. Quinto. Anche in campo sociale le idee non mancano. Proviamo ad immaginare se gli anziani autosufficienti, ricoverati nelle case di riposo, piuttosto che fare interminabili gare di scopa o di tombola durante interminabili pomeriggi, potessero passare qualche ora in un’azienda agricola, occupandosi dell’orto o della produzione di confetture! E le grandi industrie locali del food? Perché non convincerle che anche da loro passa la difesa della Granda, se usassero i cereali o il latte delle nostre terre per fare i loro prodotti. Certo non è una competenza comunale, ma qualcosa si potrebbe fare anche lì. Fermiamoci qui, senza dimenticarci di fare gli auguri a tutti i Sindaci e ai candidati, quasi sempre eroi positivi al servizio dei nostri territori.
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ATTUALITÀ
Prandini: occorre un’Agenzia di promozione unica dei prodotti italiani
UE: VIA LIBERA IN GIAPPONE AL FALSO MADE IN ITALY Via libera in Giappone alle imitazioni dei prodotti agroalimentari italiani più tipici, a seguito dell’entrata in vigore del JEFTA, l’accordo di libero scambio tra Unione europea e Giappone che peggiora le condizioni fissate con il Canada nel CETA. L’aggravante nel caso del Giappone è la mancata previsione di una ratifica da parte dei Parlamenti nazionali per un accordo che tutela appena 18 indicazioni geografiche italiane agroalimentari su un totale di 293 (appena il 6%) e 28 vini e alcolici delle 523 denominazioni di origine e indicazioni geografiche riconosciute in Italia (5%). “Dall’intesa con il Canada a quella con il Giappone fino alla trattativa in corso con i Paesi sudamericani, assistiamo al moltiplicarsi di accordi di libero scambio che legittimano
a livello internazionale la pirateria alimentare a danno delle nostre produzioni” dichiara il Presidente nazionale Ettore Prandini. L’agropirateria internazionale
fattura oltre 100 miliardi di euro utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che contengono un richiamo all’Italia sulle etichette di alimenti taroccati, che nulla hanno a che fare con il nostro sistema produttivo. Secondo Prandini, una più efficace tutela nei confronti della pirateria darebbe ulteriore impulso al nostro commercio estero. “Peraltro - aggiunge Prandini - occorre superare l’attuale frammentazione delle risorse per promuovere il vero Made in Italy oltre confine grazie ad un’Agenzia unica che accompagni le nostre imprese in giro per mondo ed investire sulle Ambasciate, introducendo nella valutazione principi legati al numero dei contratti commerciali”.
MANCATA TUTELA PER LE NOSTRE ECCELLENZE Delle 23 DOP e IGP piemontesi, l’accordo UE con il Giappone ne riconosce e tutela appena 4, peraltro le meno rappresentative della nostra Regione: Gorgonzola, Grana Padano, Mortadella Bologna e Taleggio. Restano fuori tutte le eccellenze cuneesi a marchio DOP e IGP, a rischio imitazione in Giappone. Tra i vini piemontesi, i soli a non rischiare la pirateria nel Paese del Sol Levante saranno Asti, Barba-
resco, Barolo, Brachetto d’Acqui e Dolcetto d’Alba. In più, anche se per prodotti quali Grana Padano e Mortadella Bologna è garantita la protezione del nome complessivo, potranno comunque essere utilizzati i singoli termini (come Grana, Mortadella, Bologna, ecc.) e si potrà addirittura produrre e vendere Gorgonzola, Asiago e Fontina non italiani per i prossimi sette anni.
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ATTUALITÀ
I fondi PSR per l’indennità compensativa crollano del 60% nel 2019
AGRICOLTURA DI MONTAGNA: VANNO TROVATE LE RISORSE! È allarmante la mancanza di risorse, nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, destinate agli agricoltori piemontesi che operano nelle aree montane. La Giunta regionale ha approvato l’apertura del bando PSR per la concessione dell’indennità compensativa, ma le risorse sono insufficienti. “La montagna viene tradita ancora una volta proprio dall’Assessore all’ambiente e allo sviluppo della montagna, Alberto Valmaggia dichiara Bruno Rivarossa (in foto), Vice Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo -. Quanto stanziato è
INDENNITÀ COMPENSATIVA, I NUMERI CUNEESI Nel 2018, a livello piemontese sono state presentate 7.662 domande di indennità compensativa, oltre la metà delle quali giunte dall’agricoltura cuneese di montagna, per un importo totale di 17.984.445 euro. Le 4.500 domande che gli imprenditori agricoli hanno presentato in provincia di Cuneo, il 70% delle quali elaborate dagli Uffici Coldiretti, hanno prodotto oltre 9 milioni di euro di contributi. Un sostegno alle imprese agricole “in quota” che si ridurrà di quasi il 60% nel 2019 e che rischia addirittura l’azzeramento nel 2020, se la Regione Piemonte non troverà un’adeguata soluzione.
insufficiente per la campagna 2019 e rimane completamente a secco il 2020”. “Le nostre imprese che, con tanti sacrifici, hanno investito in montagna, rischiano di perdere solo quest’anno 5 milioni di euro. È una situazione inaccettabile” denuncia Rivarossa, considerato che, se finanziata con sufficienti risorse, l’indennità compensativa può contribuire in misura importante alla sopravvivenza dell’agricoltura montana, contrastando l’abbandono delle terre alte. “Serve un intervento urgente del Presidente della Regione, Sergio Chiamparino - chiede Rivarossa -. Non è stato fatto nessuno sforzo per reperire le risorse per la sopravvivenza dell’agricoltura montana e per evitare lo spopolamento di specifiche aree che vivono proprio grazie al lavoro dei nostri imprenditori”. Le montagne cuneesi vivono anche grazie ai produttori agricoli, impegnati a presidiare e salvaguardare territori ostili ai più e a conservarne l’assetto idrogeologico, garantendone il popolamento e la tenuta economica. Ma fino a quando?
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Marzo | 2019
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In Piemonte restano oltre 710 milioni da liquidare sul PSR 2014-2020
PSR: EVITATO IL DISIMPEGNO DEI FONDI, MA SERVE ACCELERARE Volge al termine la programmazione del PSR 2014-2020, che formalmente dovrebbe chiudersi il prossimo anno ma finanziariamente proseguirà finché non sarà approvata la nuova programmazione 2021-2027. A livello nazionale, risultano spesi complessivamente 6.008 milioni di euro, che in termini percentuali equivalgono al 28,73% del totale previsto dalla programmazione 2014-2020, con Regioni che hanno fatto registrare percentuali in certi casi maggiori, in altri minori. Si è evitato il rischio di disimpegno automatico dei fondi europei, ma è necessario accelerare l’attuazione dei programmi. A livello piemontese, la performance di spesa a fine 2018 ha raggiunto il 31,27%, mantenendosi sempre al di sopra della media nazionale. In altri termini, sono stati liquidati circa 324 milioni di euro su 1037
milioni circa di dotazione complessiva del PSR 2014-2020 regionale. Nel 2019 è prevista l’apertura di nuovi bandi su alcune Operazioni del PSR, precisamente su: • ammodernamento delle aziende agricole (Operazione 4.1.1); • premio per l’insediamento di giovani agricoltori (Operazione 6.1.1); • partecipazione a regimi di qualità (Operazione 3.1.1); • informazione e promozione dei prodotti agricoli e alimentari di qualità (Operazione 3.2.1); • prevenzione dei danni da calamità naturali di tipo biotico, causati dalla cimice asiatica (Operazione 5.1.1); • prevenzione dei danni da calamità naturali di tipo abiotico - reti antigrandine (Operazione 5.1.2); • imboschimento dei terreni agricoli e non agricoli (Operazione
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8.1.1); sostegno alla prevenzione dei danni arrecati alle foreste da incendi, calamità naturali ed eventi catastrofici (Operazione 8.3.1); sostegno al ripristino delle foreste danneggiate da incendi, calamità naturali ed eventi catastrofici (Operazione 8.4.1); sostegno agli investimenti destinati ad accrescere la resilienza ed il pregio ambientale degli ecosistemi forestali (Operazione 8.5.1); sistemi colturali eco-compatibili (3 azioni) (Operazione 10.1.4); gestione di elementi naturaliformi dell’agroecosistema (Operazione 10.1.7); servizi di consulenza, di sostituzione e di assistenza alla gestione delle aziende agricole (Misura 2).
RETI ANTIGRANDINE, LE ULTIME NOVITÀ Il 22 febbraio scorso, la Giunta Regionale ha approvato l’utilizzo di 1.820.000 euro, derivanti da risparmi di alcune azioni del PSR, per finanziare il bando sulle reti antigrandine e incrementare il bando per la prevenzione dei danni da calamità naturali. La delibera regionale è in linea
con quanto discusso in occasione dell’ultimo incontro del Tavolo Verde, nell’ambito del quale rispetto all’Operazione 5.1.2 si era ipotizzata l’apertura di un nuovo bando (il n. 3/2019) e l’incremento delle risorse riconducibili al bando n. 2/2017, che consentirebbe uno scorrimento della relativa graduatoria.
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ATTUALITÀ
Filiera in totale squilibrio, stop alle pratiche sleali contro gli agricoltori
7 MESI DI RITARDO PER I PAGAMENTI DELLE PESCHE
lasciato solo a pagare i costi delle pratiche sleali, delle storture del mercato e delle eventuali inefficienze degli altri attori della filiera. Ne consegue che ai produttori agricoli vengono riconosciute quotazioni con cui a malapena riescono a sostenere i costi di produzione. È il caso del prezzo delle pesche pagato agli imprenditori, attestatosi mediamente intorno ai 30-35 centesimi
CONTRATTI DI FILIERA, IL NOSTRO IMPEGNO CONTINUA Oltre alla norma di contrasto alle pratiche sleali e al grande risultato ottenuto sull’etichettatura dei prodotti agricoli, che consentirà di conoscere da dove arriva la frutta presente nei succhi e nelle bevande, siamo fortemente impegnati a realizzare contratti di filiera con alcuni gruppi industriali che desiderano investire sulla frutta Made in Italy, garantendo contratti pluriennali e prezzi giusti.
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per il prodotto di prima qualità. Per giunta soltanto pochi operatori aderiscono alla rilevazione del prezzo di vendita del prodotto agricolo lavorato, dato utile sia a rendere trasparente il margine di guadagno lungo tutta la filiera sia a fornire un valore di riferimento agli attori in caso di contenzioso. Attendiamo con urgenza la definitiva applicazione della Direttiva europea che Coldiretti ha ottenuto per contrastare le speculazioni da parte dei poteri forti dell’industria e della distribuzione a danno degli agricoltori. È un passaggio fondamentale per il futuro del settore agroalimentare europeo, per rendere più equa la catena di distribuzione degli alimenti che vede oggi sottopagati i prodotti agricoli, senza alcun beneficio per i consumatori.
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La maggior parte dei produttori cuneesi di pesche ha ricevuto soltanto a febbraio il pagamento della frutta consegnata in estate. La situazione è preoccupante e fa luce sulle pratiche sleali che danneggiano la nostra agricoltura. Se le scorse annate il saldo delle pesche arrivava intorno a Natale, quest’anno il pagamento è slittato addirittura a Carnevale. Si tratta di un ritardo ingiustificato che strozza gli imprenditori agricoli, tenuti a sostenere i costi di produzione per la gestione dei frutteti e i costi per la raccolta e la consegna delle pesche ai magazzini, a tempo debito e senza indugio. Al contrario di chi ha venduto quelle pesche sui banchi della grande distribuzione, che ha incassato a luglio e agosto 2018 il prezzo pagato dai consumatori ma ha aspettato oltre sei mesi per liquidare i nostri agricoltori. Il più delle volte il produttore non partecipa alla formazione del prezzo ed essendo il primo a vendere ma l’ultimo ad essere pagato, viene
Marzo | 2019
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Pesano cali produttivi, embargo russo e ritardi negli accordi commerciali
AL RIBASSO L’EXPORT CUNEESE DI FRUTTA
Le esportazioni di ortofrutta Made in Italy sono crollate del 12% nel 2018, attestandosi su valori minimi dell’ultimo decennio, sotto i 4 miliardi di Kg. Anche la frutticoltura cuneese fa i conti con la contrazione dell’export, legata innanzitutto alla flessione dell’andamento produttivo, come emerge dal riquadro in basso. Ma l’export rallenta anche per cause strutturali, di ordine politico e commerciale. L’Italia sconta gravi ritardi negli accordi commerciali con i Paesi terzi, che frenano la possibilità di penetra- che troppo spesso bloccano le nopermettano di portare rapidamente re nelle nuove economie emergenti, stre esportazioni, ma anche trasporti i prodotti cuneesi da nord a sud del soprattutto in Oriente. efficienti sulla linea ferroviaria e Paese e in ogni angolo d’Europa e In più paghiamo a caro prezzo scelte snodi aeroportuali per le merci che ci del mondo. politiche che utilizzano l’agricoltura come merce di scambio, a cominciare dall’embargo deciso dalla Russia PESCHE E NETTARINE nel 2014 come ritorsione alle sanzioIl susseguirsi di annate caratterizzate da una scarsa remunerazione del ni europee. Le ripercussioni sinora prodotto, quasi sempre inferiore ai costi di produzione, ha determinato la generate sono pesanti, se considedisaffezione delle aziende cuneesi e la costante riduzione della superficie riamo che la Russia rappresentava coltivata, con una produzione che dal 2016 è scesa del 15% ogni anno. un’importante destinazione per la frutta cuneese, pesche in particolare. MELE Infine, incidono negativamente la Il calo produttivo dovuto alle forti gelate della primavera 2017 ha ridotto la frammentazione e la dispersione produzione commercializzabile nel 2018, ma per gli anni a venire, complice delle risorse per la promozione la messa in produzione di nuovi impianti di meli e il conseguente aumento delle nostre produzioni all’estero. della produzione Made in Cuneo, ci sono prospettive di crescita. Per questo, è necessario puntare su KIWI un’Agenzia unica che accompagni La situazione più allarmante riguarda il kiwi, di cui la Granda è ai vertici le nostre aziende nel mondo sul della produzione nazionale, seconda provincia in Italia dopo Latina. Per modello francese della Sopexa e ora. Perché la batteriosi e la “moria” hanno decimato gli impianti delle investire sulle Ambasciate. nostre aziende, determinando nelle ultime due annate una perdita del 30% Serve anche una task-force a livello di superficie coltivata a kiwi e del 40% di produzione potenziale. nazionale per rimuovere con magtmc bozza1:Layout 24-11-2008 16:59 Pagina 1 gior velocità le1 barriere non tariffarie
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ATTUALITÀ
Manca un’adeguata promozione e restano da sbloccare le riserve
ASTI DOCG, IL CONSORZIO MANTENGA GLI IMPEGNI! Nel 2018 le bollicine tricolori di spumante hanno dominato nettamente nei brindisi mondiali davanti al blasonato Champagne francese. Con un’amara eccezione: mentre lo spumante italiano va lontano, l’Asti DOCG - che include le tipologie Moscato d’Asti, Asti dolce e Asti secco - fatica a spiccare il volo. A livello regionale sono 10.000 gli ettari coltivati a moscato, distribuiti fra le province di Cuneo, Asti ed Alessandria, per una produzione che nel 2018 ha raggiunto quota 80 milioni di bottiglie ed un valore complessivo di almeno 400 milioni di euro. Questi numeri fanno luce sull’importanza economica della filiera del moscato, ma impongono anche un deciso cambio di passo nella promozione. Come specificato sul sito Internet istituzionale, il Consorzio dell’Asti
DOCG ha come obiettivo principale “svolgere tutto quanto è ritenuto necessario per la tutela, la valorizzazione e la promozione, in Italia e nel mondo, dell’Asti e del Moscato d’Asti”. Ma è davvero così? “Non ci risulta - dichiara il nostro Delegato Confederale Roberto Moncalvo (in foto) - che il Consorzio si stia impegnando come dovrebbe nella promozione del prodotto nel nostro Paese e oltre confine, lasciando questo compito oneroso ai singoli produttori. Fatichiamo a capire quale sia la strategia di comunicazione intrapresa e sentiamo fortemente l’esigenza di una promozione istituzionale coordinata che, invece, manca del tutto”. L’assenza di un’adeguata strategia promozionale riguarda in particolare la nuova DOCG Asti Secco che avendo debuttato sui mercati solo
recentemente - necessita più delle altre denominazioni di campagne di valorizzazione mirate. Infine, resta aperta la questione del prodotto stoccato da svincolare. Il Consorzio mantenga l’impegno preso sullo sblocco della riserva vendemmiale di moscato. Il ritardo, o peggio ancora il diniego, oltre che tradire quanto già pattuito, danneggerebbe le aziende che hanno investito in promozione e ora si trovano assurdamente a non poter soddisfare le richieste pendenti di fornitura. Costringere a non classificare il mwoscato con la DOCG è deleterio perché scredita il prodotto, deprezzandolo, e alimenta il mercato parallelo dei vini anonimi, con gravi effetti per l’immagine e l’economia del nostro territorio.
MOSCATO, I NUMERI DELLA GRANDA Nella nostra provincia 4.300 ettari di colline sono coltivate a moscato e qui si concentra la metà delle 4.500 aziende viticole piemontesi produttrici di moscato. La nostra provincia contribuisce al 50% dell’intero valore produttivo di Moscato d’Asti e Asti spumante nelle versioni dolce e secco.
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ATTUALITÀ
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Consulenza specializzata e personalizzata per l’internazionalizzazione
EXPORT MANAGEMENT: NUOVO SERVIZIO PER I VITIVINICOLTORI
stinate alla promozione vengano spese in maniera approssimativa,
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GLI ALTRI SERVIZI “BUSINESS GLOBAL SERVICE” L’Export Management completa il quadro “Business Global Service”, la consulenza specializzata di Coldiretti per le aziende orientate all’internazionalizzazione. Al centro, un team di professionisti orientato a migliorare le performance delle nostre imprese all’estero, tutelarne i marchi, assisterle nella “giungla” di norme vitivinicole, fiscali e doganali e per il recupero dei crediti. Nello specifico, oltre allo sportello Export Managament, Business Global Service include i servizi: Brand, Contratti di vendita, Export formalities ed Etichettatura.
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La presentazione del servizio agli imprenditori vitivinicoli ad Alba
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Il 6 febbraio scorso ad Alba è stato presentato ufficialmente “Export Management”, il nuovo servizio che Coldiretti Cuneo dedica alle aziende vitivinicole che guardano lontano. La globalizzazione del mercato impone la ricerca costante di nuovi orizzonti: nuovi Paesi importatori, nuovi interlocutori, nuovi partner commerciali. E, conseguentemente, nuove regole e consuetudini che è indispensabile conoscere per interpretare in modo attivo il cambiamento, anziché subirlo. Per questo offriamo ai vitivinicoltori un nuovo “osservatorio” avanzato, strumento ideale per organizzare le strategie di marketing e conoscere le dinamiche dei singoli Paesi, con l’appoggio attento di esperti consulenti. Lo sportello Export Management fornirà a ciascuna azienda una guida personalizzata per scegliere con cura, dopo un’analisi interna delle capacità e delle debolezze, i mercati in cui inserirsi e le fiere e gli eventi cui partecipare, per impostare efficacemente le azioni di marketing aziendale e utilizzare in modo ragionato i fondi per la promozione anche tramite progetti collettivi. Con Export Management la scelta sul “dove” e sul “come” investire nasce da un attento studio preventivo delle potenzialità individuali, alla luce dei differenti gusti, abitudini e caratteristiche dei mercati e degli eventi più confacenti alla singola impresa. In più, si evita che le risorse de-
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ATTUALITÀ
È fondamentale programmare con anticipo le strategie promozionali
OCM VINO PROMOZIONE: APERTURA DEL BANDO IN VISTA È attesa per aprile/maggio la riapertura del bando per i finanziamenti delle spese di promozione nei Paesi terzi. Stiamo seguendo da vicino le norme presso il Ministero per renderle più vicine alle esigenze delle nostre aziende vitivinicole. Già lo scorso anno Coldiretti Cuneo, insieme alla Confederazione nazionale, organizzò progetti finalizzati ai contributi OCM di promozione vino nei Paesi terzi a livello nazionale con l’associazione “Vigneto Italia”. La graduatoria pubblicata dal Ministero ha visto le nostre proposte - 51
imprese interessate - collocate al primo e al secondo posto. Anche quest’anno contiamo di presentare nostre iniziative a livello nazionale, regionale e, ove attivati, anche in progetti multiregionali, in relazione ai contributi previsti dalla suddetta misura OCM. I Paesi target saranno individuati sulla base delle manifestazioni di interesse che i soci indicheranno ed ogni impresa partecipante potrà proporre le singole attività e gli eventi che desidera realizzare. La fase istruttoria iniziale non prevede costi per le aziende e le attività
saranno finanziate al 50%. È importante che le aziende aderenti non partecipino direttamente o in diversi raggruppamenti per la campagna OCM in corso (a valere sull’annualità 2019/2020) con altri progetti sui medesimi Paesi target. Per la buona riuscita delle operazioni e l’ottenimento dei finanziamenti è opportuno pianificare con anticipo le strategie aziendali di promozione e marketing. Pertanto, in caso di interesse, invitiamo i soci a prendere contatto con gli Uffici Zona, che restano a disposizione per ogni approfondimento.
Il termine di presentazione delle domande è il 31 marzo
AUTORIZZAZIONI PER NUOVI IMPIANTI DI VIGNETO Le autorizzazioni per i nuovi impianti di vigneto, per circa 460 ettari in Piemonte, si potranno ottenere presentando apposita istanza fino al prossimo 31 marzo. L’assegnazione delle autorizzazioni avviene sulla base del criterio pro-rata in proporzione alla superficie richiesta. Per spiegarci meglio: se un produttore chiede 10 ettari e complessivamente le domande non sforano la superficie disponibile, gli verranno assegnati tutti e 10 gli ettari, se si sforasse il tetto regionale del 50%, gli verranno assegnati 5 ettari.
Altro elemento importante del bando è la superficie massima aziendale concedibile quest’anno, vale a dire 20 ettari. Ultimo aspetto di rilievo è la clausola di garanzia minima: le richieste fino a 5.000 mq, salvo evenienze non immaginabili, saranno interamente soddisfatte, anche in caso di sforamento. Di lì in su si applica il suddetto criterio pro-rata, proporzionale alla richiesta iniziale. La concessione delle autorizzazioni avverrà secondo un elenco fornito dal Ministero e la Regione pubbli-
LEGAFILO ECOLOGICO, AL VIA L’ACQUISTO COLLETTIVO Prosegue anche quest’anno, con Amica Società Cooperativa, l’acquisto collettivo di “Ecorella”. Si tratta di un gancio legafilo prodotto in materiale di origine vegetale, quindi biodegradabile, che si utilizza principalmente nel vigneto, ma è adatto a qualsiasi coltura sorretta da spalliera. Il prodotto è venduto a scatole (ordine minino 1 scatola) contenenti 12 sacchetti da 1000 pezzi per la confezione standard e 12 sacchetti da 500 pezzi per la versione grande. In linea di massima, per il vigneto ne occorrono circa 5.000 ad ettaro. Le richieste d’ordine si possono effettuare presso gli Uffici Coldiretti e la consegna è garantita in tempi brevi direttamente presso il domicilio dell’acquirente. Per maggiori info: 0171 447295.
cherà gli aventi diritto sul proprio bollettino ufficiale. La pubblicazione avrà anche l’effetto di comunicazione ai beneficiari. La superficie vitata autorizzata dovrà obbligatoriamente essere realizzata entro 3 anni pena sanzioni, eccetto il caso risulti inferiore al 50% richiesto. In tale caso è possibile rinunciarvi, tramite comunicazione entro 30 giorni. Le disposizioni generali nazionali per evitare lo spostamento speculativo delle autorizzazioni prevedono, inoltre, che: • la superficie venga utilizzata nella stessa Regione in cui si fa domanda, anche se il produttore dispone di superfici agricole libere in più Regioni; • l’impianto sia mantenuto per almeno 5 anni, altrimenti l’estirpo non darà origine ad un’autorizzazione al reimpianto. Il servizio di predisposizione delle domande, disponibile nel SIAN, rimarrà aperto fino al 31 marzo e gli Uffici Coldiretti sono a disposizione per le documentazioni necessarie alle pratiche di estirpazione, reimpianto e impianto vigneti.
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Barolo, Barbaresco, Dogliani, Langhe Arneis, Roero Arneis e Alta Langa
ASSEGNAZIONE IDONEITÀ, IN SCADENZA I BANDI 2019 Scadono tra marzo e aprile i termini per presentare domanda di assegnazione dell’idoneità alle superfici vitate, ai fini della rivendicazione delle denominazioni di origine per il 2019. Per tutti i bandi occorre prestare attenzione alla regola che prevede di non effettuare gli interventi prima dell’approvazione della domanda e alla non possibilità di modificare la tipologia di intervento. Se, per esempio, in domanda si indica quale intervento “reimpianto”, lo stesso non può effettuarsi fino alla pubblicazione delle graduatorie, prevista ad inizio estate, e nel caso lo si effettui prima, si perderà il diritto, stante l’impedimento a mutare la richiesta originaria (nell’esempio “reimpianto”) in altra tipologia, quale “variazione di idoneità”. Per i nuovi impianti occorre avere già l’idoneità in portafoglio (quindi non vale il bando 2019) e la stessa non dev’essere scaduta al momento dell’assegnazione di questo bando e poi dei lavori. Di seguito un’estrema sintesi di alcuni aspetti specifici dei bandi; per avere informazioni di dettaglio ed espletare le domande, gli Uffici Coldiretti sono a disposizione. Per Barolo DOCG, Barbaresco DOCG, Dogliani DOCG e Langhe Arneis DOC, la scadenza è fissata al 20 marzo 2019. Possono beneficiare dei relativi bandi le aziende che conducono superfici vitate e/o detengono autorizzazioni all’impianto e
reimpianto dei vigneti e che, solo nel caso di Barolo e Barbaresco, nei bandi 2017 e 2018 non abbiano ricevuto assegnazioni o non abbiano presentato domanda con tipologia “variazione idoneità” e “sovrainnesto” risultata non ammissibile. Gli interventi ammissibili per queste quattro denominazioni d’origine sono: nuovo impianto, reimpianto, variazione idoneità e sovrainnesto. La superficie massima annua iscrivibile per denominazione è di 41,78 ha per Barolo, 12,18 ha per Barbaresco, 20 ha per Dogliani e Langhe Arneis. La superficie massima annua iscrivibile per azienda è pari a 0,5 ha per Barolo e Barbaresco, 2,0 ha per Dogliani e Langhe Arneis. Possono beneficiare del bando Roero Arneis DOCG, entro il 22 marzo 2019, le aziende che conducono superfici vitate e/o detengono autorizzazioni all’impianto e reimpianto
dei vigneti. Gli interventi ammissibili, in tal caso, sono: nuovo impianto, reimpianto e variazione idoneità, mentre non è previsto il sovrainnesto. La superficie massima annua iscrivibile per il Roero Arneis è di 30 ha per denominazione e di 2 ha per azienda. Infine, gli interessati a realizzare vigneti oppure ad iscrivere quelli esistenti per la produzione dello spumante Alta Langa DOCG possono richiedere l’idoneità per le superfici, presentando apposita istanza entro il 1° aprile 2019. Possono presentare domanda i conduttori di vigneti e coloro che dispongono di autorizzazioni all’impianto, che producono spumanti metodo classico da almeno due anni (anche se non ancora Alta langa DOCG) e si impegnano a destinare ad Alta Langa l’intera produzione ottenibile, che deve essere integralmente trasformata, imbottigliata e spumantizzata. Inoltre, è essenziale che chi produce solo uva e la cede (senza trasformazione) ottenga un contratto datato 2019 con la cantina privata o cooperativa, che costituisca impegno di ritiro di durata almeno decennale. Gli interventi ammissibili per l’Alta Langa sono nuovo impianto, reimpianto e variazione idoneità, purché il vigneto non sia stato precedentemente sovrainnestato. La superficie massima annua iscrivibile è di 40 ha complessivamente per la denominazione Alta Langa e di 6 ha per ciascuna azienda.
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ATTUALITÀ
Per tutelare vino, carne e altri prodotti cuneesi dalle frodi alimentari
MALAVITA NEL PIATTO, LA NOSTRA LOTTA CONTINUA “Pseudo vini” ottenuti da preparati in polvere grazie a miracolosi wine-kit, carne proveniente da macelli clandestini di animali rubati, miele “tagliato” con sciroppo di riso o di mais. Sempre più spesso la criminalità porta in tavola prodotti illegali e pericolosi. Tra i più colpiti da truffe, due prodotti di punta dell’agroalimentare cuneese, eccellenze note in tutto il mondo e frutto del lavoro dei nostri imprenditori: il vino, che nell’ultimo anno ha fatto registrare un picco nei reati (+75%), e la carne, per la quale le frodi sono addirittura raddoppiate (+101%). I dati emergono dagli oltre 54.000 controlli effettuati lo scorso anno dall’Ispettorato Centrale Repressione Frodi e resi noti in occasione della presentazione, lo scorso 14 febbraio a Roma, del 6° Rapporto Agromafie 2018 elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare. La filiera del cibo ha attirato l’interesse delle organizzazioni malavitose, mentre le difficoltà economiche
Presentazione a Roma del 6° Rapporto Agromafie
costringono molti a tagliare la spesa alimentare e a scegliere prodotti più economici, che rischiano di avere un impatto negativo sulla salute. Ben vengano, dunque, i controlli per difendere la salute dei cittadini, la salubrità dell’ambiente e del tessuto economico cuneese. Fondamentali, in particolare, sono i controlli sui cibi “low cost” dietro cui si nascondono spesso ingredienti di bassa qualità e ricette o metodi di
produzione modificati. Tutti i prodotti devono rispettare gli stessi criteri di qualità e legalità, senza eccezioni. Da qui la battaglia Coldiretti per applicare l’indicazione d’origine in etichetta su tutti i cibi. Non solo: va tolto in Italia il segreto sui flussi commerciali, per rendere note le aziende che importano materie prime dall’estero e consentire interventi mirati in situazioni di emergenza anche sanitaria.
AGROMAFIE, BUSINESS DA 24,5 MILIARDI DI EURO L’agricoltura e l’alimentare sono aree prioritarie di investimento della malavita, che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché del cibo, anche in tempi di difficoltà, nessuno potrà fare a meno, ma soprattutto perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la vita quotidiana della persone in termini economici e salutistici. I poteri criminali si “annidano” nel percorso che frutta e verdura, carne e pesce, devono compiere per raggiungere le tavole degli italiani passando per alcuni grandi mercati di scambio fino alla grande distribuzione, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta. Il volume d’affari complessivo annuale delle agromafie è salito a
24,5 miliardi di euro, con un balzo del 12,4% nell’ultimo anno. Occorre un sistema punitivo più adeguato contro le frodi in campo agroalimentare e, allo scopo, urge approvare una nuova normativa sui reati agroalimentari che recepisca
il lavoro - svolto nel 2015 ma sinora mai esaminato in Parlamento dall’apposita Commissione presieduta dal procuratore Giancarlo Caselli, presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie promosso da Coldiretti.
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Qualità e sicurezza premiano il nostro agroalimentare
MADE IN ITALY, VINCE IL SOVRANISMO A TAVOLA Boom del +8,6% in un anno dei prodotti alimentari che espongono la scritta “100% italiano”: uno su quattro (il 25,1%) richiama l’origine nazionale con scritte, certificazioni o bandiere tricolori. L’italianità è oggi il fenomeno di maggior richiamo con le vendite delle nostre produzioni che sono arrivate a superare i 6,4 miliardi di euro durante l’anno. Dunque, addio alle mode esterofile del passato, dai formaggi francesi alla birra tedesca: a tavola vince il sovranismo alimentare, come si evidenzia dal fatto che i due terzi dei consumatori sono disponibili a pagare almeno fino al 20% in più pur di garantirsi l’italianità del prodotto, secondo un’indagine Coldiretti/Ixè. Per tutelare i consumatori contro gli inganni dei prodotti stranieri spacciati per Made in Italy, è diventato
finalmente legge in Italia l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti per valorizzare la produzione nazionale e consentire ai consumatori scelte di acquisto consapevoli. La norma consente di estendere a tutti i prodotti alimentari l’obbligo di indicare in etichetta il luogo di provenienza geografica, ponendo fine ad una situazione contradditoria. L’obbligo vale, infatti, per la carne fresca ma non per quella trasformata in salumi, per l’ortofrutta fresca ma non per succhi, marmellate e legumi in scatola, per il miele ma non per lo zucchero. La preferenza degli italiani per i prodotti nostrani è giustificata dai primati qualitativi e di sicurezza conquistati dall’agroalimentare Made in Italy, illustrati nel riquadro a destra.
Il 2018 ha chiuso con un bilancio di 5056 prodotti tradizionali censiti dalle Regioni, 294 specialità DOP e IGP riconosciute a livello comunitario e 415 vini DOC e DOCG, oltre 60.000 aziende agricole biologiche, 40.000 aziende agricole impegnate nel custodire semi o piante a rischio di estinzione, la più vasta rete mondiale di mercati degli agricoltori sotto l’unica insegna Campagna Amica e il primato della sicurezza alimentare mondiale con il maggior numero di prodotti agroalimentari con residui chimici regolari (99,4%).
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ATTUALITÀ
Un dibattito approfondito è d’obbligo: vietato sbagliare!
RIFORMA PAC, SERVONO TEMPO E CONDIVISIONE Dopo la presentazione lo scorso giugno, da parte della Commissione europea, delle tre proposte di Regolamento per la riforma PAC 2021-2027, i testi sono al vaglio del Parlamento europeo. Sono oltre 7.000 gli emendamenti sul tavolo della Commissione Agricoltura del Parlamento UE (COMAGRI), presentati alle tre proposte di riforma, che riguardano: • Regolamento sui Piani strategici della PAC (contenenti le norme sui Pagamenti diretti, sullo Sviluppo rurale e sui Piani settoriali) e relativi allegati; • Regolamento sull’OCM che modifica il Regolamento 1308/2013; • Regolamento Orizzontale. Nonostante la mole di emendamenti, il Commissario europeo per l’agricoltura Phil Hogan preme per il voto europarlamentare prima delle elezioni di maggio. Ma la nostra Organizzazione esprime preoccupazione sui tempi incerti della procedura e sulle conseguenze che ne possono derivare. In particolare, la proposta di Regolamento sui Piani strategici della PAC, essendo una novità del modello di applicazione, necessita di un tempo adeguato per il dibattito tra le Istituzioni dell’UE e nazionali e le rappresentanze degli agricoltori che dovranno mettere in pratica “sul campo” la nuova normativa che sarà approvata. Purtroppo, l’impressione è che il tentativo di giungere a tutti i costi
ad una conclusione della procedura parlamentare in prima lettura prima della chiusura di questa legislatura stia prendendo il sopravvento sulla volontà di portare avanti una discussione approfondita sui contenuti. Già lo scorso novembre il nostro Presidente Ettore Prandini aveva chiesto che a votare la riforma PAC fosse il nuovo Parlamento UE. L’agroalimentare europeo non si può permettere un esito approssimativo che potrebbe condurre ad una PAC sbagliata, senza gli adeguati strumenti per produrre cibo di qualità in modo sostenibile, da un punto di vista ambientale, economico e sociale. Regole chiare, semplici e a lungo termine sono condizione essenziale per i nostri agricoltori per investire in innovazione, sostenibilità e occupazione.
Serve una discussione attenta e ragionata. Serve tempo, oltre che condivisione.
Se l’accordo dovesse essere raggiunto, sarebbe comunque parziale, perché su alcuni capitoli della proposta di riforma, in particolare sulle risorse da destinare alla PAC 2021-2027, dovranno ancora pronunciarsi i Ministri dell’Economia dei singoli Stati membri. Non è, perciò, da escludere che venga prorogata di uno o due anni l’attuale impostazione della PAC che, ad oggi, dovrebbe terminare nel 2020.
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SICUREZZA IN AGRICOLTURA. AMORE PER LA VITA.
UOMINI E MACCHINE, OBIETTIVO SICUREZZA
Trattrici, macchine e attrezzature agricole sono strumenti che gli agricoltori, i contoterzisti e i manutentori del verde e del territorio utilizzano ogni giorno, per ogni tipo di lavorazione. Debbono quindi essere sicure, e usate con prudenza e competenza.
MACCHINE VECCHIE, IL PERICOLO “IN CASA”
Nelle aziende agricole italiane si utilizzano trattrici e macchinari che spesso hanno 30 o 40 anni d’età e questo comporta minore produttività, consumi elevati, inquinamento ambientale e soprattutto rischi per l’incolumità degli operatori. Secondo i dati ufficiali il comparto agro-forestale registra ogni anno circa 200 incidenti mortali.
MEZZI AGRICOLI FUORI CONTROLLO
Senza una revisione periodica presso officine specializzate, che verifichi anche l’efficienza delle parti meccaniche, il rischio di incidenti aumenta notevolmente. Molti infortuni, peraltro, possono essere causati dall’impiego di macchine prodotte in Paesi esteri, prive dei requisiti di sicurezza previsti dalle leggi europee.
MACCHINE NUOVE, UNA SCELTA POSSIBILE
L’acquisto di mezzi meccanici di nuova generazione costituisce la soluzione migliore per ottenere efficienza e sicurezza nelle operazioni. Per facilitarne l’acquisto, l’Unione Europea, il Governo e le Regioni hanno elaborato forme di incentivazione, dai PSR ai contributi INAIL fino alla Legge Sabatini e alle disposizioni delle singole amministrazioni locali.
FEDERUNACOMA, UNO SPORTELLO DEDICATO
Rivolgendosi alla Federazione italiana dei costruttori di macchine agricole, ogni operatore può avere informazioni e dettagli in merito alla revisione delle macchine vecchie, alle agevolazioni per l’acquisto di macchine nuove, alla sorveglianza sui mezzi meccanici illegali e al conseguimento del patentino obbligatorio che abilita gli operatori agricoli all’uso dei mezzi meccanici.
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A sostegno di un settore in forte crescita sul nostro territorio
APICOLTURA, APPROVATO IL PIANO REGIONALE 2019-2022 La Giunta regionale ha approvato il Piano triennale 2019-2022 a sostegno degli apicoltori del Piemonte, prima Regione italiana per numero di aziende apistiche e apiari. Il Programma, che verrà attuato dal 1° agosto 2019 al 31 luglio 2022, è stato redatto dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte, insieme ai rappresentanti del mondo agricolo e apistico, e prevede le seguenti tipologie di intervento: assistenza tecnica agli apicoltori nella produzione e commercializzazione; lotta contro le malattie dell’alveare; razionalizzazione del nomadismo; misure di sostegno per l’analisi dei prodotti dell’apicoltura al fine di garantire la qualità dei prodotti; misure di sostegno al ripopolamento del patrimonio apistico; collaborazione con gli organismi specializzati nella realizzazione di programmi di
ricerca applicata nei settori dell’apicoltura e dei prodotti dell’apicoltura; miglioramento della qualità dei prodotti per una maggiore valorizzazione sul mercato. L’importo complessivo del Piano apistico, suddiviso in tre annualità, è di 4.108.861,20 euro, per metà finanziato da fondi dell’Unione europea e per l’altra metà a carico di risorse nazionali.
I NUMERI DELLA NOSTRA APICOLTURA Il settore apistico in Piemonte ha conosciuto un grande sviluppo negli ultimi cinque anni sia per alveari allevati che per aziende attive. Dai numeri del 2001, anno in cui si registravano 2.701 aziende con 88.276 alveari allevati, si è passati nel 2017 a 5.612 aziende che conducono 18.982 apiari con 199.315 alveari. Nella sola provincia di Cuneo, nel 2017 sono stati censiti 5.091 alveari in 1.417 aziende.
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ATTUALITÀ
Coalvi: il benessere animale nei nostri allevamenti produce qualità
CARNE PIEMONTESE, TECNOLOGIA AL SERVIZIO DELLA TRADIZIONE Il Coalvi, Consorzio di Tutela della Razza Piemontese, si occupa della valorizzazione del prodotto e dell’assistenza verso chi lo realizza affinché questo possa continuamente migliorare. Al Festival del giornalismo alimentare, che si è svolto a Torino dal 21 al 23 febbraio, Coalvi ha partecipato con il suo responsabile dell’ufficio stampa, Dott. Luca Varetto, all’evento dedicato al benessere animale, inteso non tanto come applicazione di una legge, quanto come pre-requisito per produrre qualità. Dato per scontato questo pre-requisito, si può sostenere come la qualità della carne certificata Coalvi sia legata a un benessere che non si misura in metri quadri ma è insito nel metodo di allevamento del bovino di Razza Piemontese e va ben oltre ciò che prescrive la legge. È di per sé una premessa importante ritrovarsi nella tipica azienda a conduzione familiare che alleva la Razza Piemontese, dove il reddito si crea sfruttando al meglio le risorse foraggere disponibili arrotondandolo con produzioni agricole condotte in parallelo, ben lungi dalla specializzazione intensiva. È altrettanto importante il fatto che gli animali si spostino poco: molte aziende sono a ciclo chiuso, ma anche quelle che acquistano i vitelli svezzati dall’esterno, per poi ingrassarli, attingono in un bacino che non va oltre il confine regionale (se non addirittura provinciale). I Piemontesi
Coldiretti Piemonte e Coalvi al Festival del giornalismo alimentare a Torino
che si spostano di più sono forse quelli che praticano l’alpeggio, ma si può presupporre che il disagio del viaggio sia ampiamente ripagato dai tre mesi di pascolamento in montagna. Si aggiunga ancora che gli allevatori di Piemontese non hanno bisogno di suddividere la loro professionalità su singole fasi della produzione, potendo contare su una competenza a tutto tondo nel coltivare i foraggi e nel seguire gli animali dalla nascita al finissaggio, senza la necessità di farli passare da una stalla all’altra per affidarli a mani più esperte. Particolarmente significativa, come premessa per una produzione di qualità, è anche la distanza percorsa dagli animali per andare al macello. Lo stress accumulato durante il viaggio genera un consumo di zuccheri
a livello muscolare che, a sua volta, ostacola la corretta frollatura della carne. È dunque di aiuto il fatto che il 97% degli animali che escono dalle stalle dei soci Coalvi sia destinato a macelli che si trovano in Piemonte. E il Consorzio come si impegna a valorizzare ulteriormente la qualità della Razza Piemontese? Nell’intento di migliorare le condizioni di lavoro degli allevatori e nel contempo assicurare la massima tempestività nell’assistenza agli animali, già due anni fa Coalvi ha promosso presso i suoi soci il sistema di controllo a distanza delle fattrici, costituito da un sensore, applicato al collo dell’animale, che raccoglie i dati relativi alla respirazione, alla ruminazione e ai movimenti e li trasmette a una centralina in prossimità della stalla che, a sua volta, li
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ribalta su una piattaforma web che provvede alla loro elaborazione. La stessa piattaforma, poi, dialoga con un’applicazione caricata sullo smartphone dell’allevatore e segnala i casi che si discostano dalla media e che si collegano a possibili stati di disagio, che di conseguenza suggeriscano un controllo, o all’inizio di un calore a cui deve seguire l’inseminazione. È dunque un bell’aiuto per l’allevatore, a cui vengono evitati continui e inutili accessi in stalla per controllare le bovine, ed è al tempo stesso una bella tutela per la salute e il benessere degli animali, ai quali viene assicurato un intervento tempestivo e mirato in caso di malessere. Senza contare il miglioramento della fertilità derivata dal rilevamento preciso dei calori. Sull’onda del successo che ha riscosso nell’allevamento delle fattrici, Coalvi, insieme con la società israeliana che ha ideato questo sistema, sta sperimentando una soluzione specifica per i vitelli all’ingrasso. Misura più o meno gli stessi parametri, calibrandone però l’interpretazione in base alla fisiologia del vitellone, che presenta criticità ben specifiche, segnalando l’insorgenza anche dei più deboli segnali di una dismetabolia. All’esito della sperimentazione Coalvi si prefigge di arrivare a definire dei parametri standard e, da qui, ottenere una sorta di “indice benessere” con cui poter esprimere un giudizio
sul modo in cui i vitelli sono stati ingrassati. Non si tratta di una misura diretta della qualità del prodotto ma, piuttosto, di una verifica dell’ottimizzazione del processo da cui esso deriva, discernendo le filiere più virtuose. Lo scopo non è quello di creare una distinzione commerciale sulla carne, la cui qualità sensoriale, di fatto, dipende poco da questo elemento, quanto, piuttosto, una distinzione sugli allevamenti per intervenire ad assistere quelli meno brillanti. È una missione che non risponde soltanto a un dovere morale ma anche ad un’esigenza dell’allevatore, il cui lavoro è tanto più gratificante quanto meglio sono gestiti gli animali. Ma Coalvi ha in serbo un’altra iniziativa, nata in collaborazione con un’azienda leader nel settore dell’automazione. Si tratta di un sistema di distribuzione autonomo dei foraggi
che carica gli alimenti alle dosi programmate e li distribuisce agli animali alle dosi giuste, frazionando la razione in più pasti giornalieri. Ciò garantisce una ruminazione molto regolare, a tutto vantaggio del benessere degli animali, ma è innegabile anche quello dell’allevatore, sollevato da un onere che non ammette vacanza.
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ATTUALITÀ
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La valorizzazione dei reflui nei piccoli impianti di biogas
CONCIMI ORGANICI E BIOGAS, SVILUPPI PER LA ZOOTECNIA Il processo di digestione anaerobica per la produzione di biogas, quando gli impianti vengono dimensionati in funzione della reale produzione di reflui e sottoprodotti delle imprese agro-zootecniche, può rappresentare una grande opportunità di integrazione al reddito, di mitigazione degli impatti ambientali e di ottimizzazione della gestione delle deiezioni animali. Questa tecnica, pur senza produrre una significativa diminuzione del contenuto di azoto dei prodotti utilizzati per l’alimentazione dell’impianto, consente di diminuire le emissioni in atmosfera di ammoniaca e di mitigare sensibilmente l’impatto odorigeno. Ulteriore risvolto positivo è quello della produzione di energia rinnovabile (elettrica e termica) ma anche, qualora si disponga di un “separatore solido-liquido” del prodotto in uscita dall’impianto - il cosiddetto “digestato” - di gestire al meglio il potere fertilizzante ed ammendante di questo prodotto. Attraverso la separazione del materiale in una frazione palabile e una non palabile, si produce una concentrazione dell’ammoniaca e dei prodotti solubili nella frazione chiarificata e dell’azoto organico, in buona parte stabilizzato, in quella palabile. In conseguenza di quanto sopra le caratteristiche dei due prodotti risultano differenti per quanto riguarda l’effetto sulle colture, comportandosi
la frazione liquida come un fertilizzante azotato ad effetto più o meno rapido e quella palabile come un ammendante organico. Se si considera inoltre che in provincia di Cuneo vi sono aree caratterizzate dalla presenza di un carico animale molto elevato e, conseguentemente, da un’eccedenza di “azoto-zootecnico”, a cui se ne contrappongono altre in cui la zootecnia è scomparsa da tempo e i terreni risultano assai poveri di sostanza organica, risulta evidente come disporre di un materiale con le caratteristiche del “separato solido” prodotto dagli impianti di biogas possa rappresentare un’opportunità
per ottimizzare la gestione dei reflui. Ulteriori novità positive per la valorizzazione dei prodotti derivanti dalla digestione anaerobica delle deiezioni zootecniche potranno, inoltre, forse derivare dal processo di revisione normativa in corso a livello europeo in materia di fertilizzanti, rendendo economicamente sostenibile l’estrazione dell’azoto dai reflui per una sua trasformazione in fertilizzanti. Per tutte le ragioni di cui sopra Coldiretti ha fortemente sostenuto la necessità di prorogare gli incentivi per il sostegno di queste iniziative imprenditoriali, quando attuate da imprenditori agricoli nell’ambito della loro attività (anche in forma consorziata), e ciò in attesa di una revisione complessiva di questa materia. Con la Legge di Bilancio 2019, dunque, sono stati prorogati gli incentivi previsti per gli impianti di potenza elettrica non superiore a 300 kW, alimentati per almeno l’80% da reflui zootecnici e per il rimante 20% da colture di secondo raccolto, in cui venga valorizzata anche l’energia termica prodotta. In attesa di un quadro normativo in grado di rendere economicamente conveniente lo sviluppo del “biometano avanzato di origine agricola”, Coldiretti ha siglato un accordo con ENI per lo sviluppo di una filiera tutta agricola di questi carburanti verdi nel settore dei trasposti. Il potenziale nel settore agricolo è grandissimo, potendo giungere a coprire il 12% del consumo nazionale.
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ATTUALITÀ
Piante da frutto e viti sono esposte al rischio di gelate tardive
CALDO ANOMALO, GRAVI SCOMPENSI ALLE COLTURE Il caldo anomalo che sta interessando la Granda da settimane desta grande preoccupazione fra le imprese agricole, sia di pianura che di montagna. Le alte temperature provocano forti scompensi nello sviluppo delle coltivazioni poliennali o arboree, piante da frutto e viti in particolare, con una
CAMBIAMENTI CLIMATICI Le anomalie metereologiche cui assistiamo sono la drammatica conseguenza dei cambiamenti climatici che si manifestano con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e alternanza di siccità record e precipitazioni brevi ma intense che il terreno non riesce ad assorbire, generando allagamenti e frane.
fioritura anticipata di venti giorni, ad esempio, per l’albicocco. Il rischio è che questa “finta primavera”, risvegliando anticipatamente le coltivazioni, le abbia rese particolarmente vulnerabili e sensibili ad eventuali ritorni di freddo o gelate tardive con danni incalcolabili, come accaduto l’ultima volta nel 2017. Nella nostra provincia le ondate di gelo sono possibili almeno fino alla Settimana Santa. A dirlo è la saggezza popolare, come il proverbio che recita Vira, tùira e tarabasca, l’invern a dúra fina a Pasqua, e a confermarlo sono le analisi storiche. Come quella elaborata dai tecnici dell’Agenzia 4A di Coldiretti in collaborazione con i frutticoltori locali, che mostra come dal Dopoguerra ad oggi la maggior parte delle brinate tardive si sia concentrata proprio nei giorni che precedono e seguono la Pasqua, indipendentemente dalla
data in cui cade. A ciò si aggiunge il forte stress che, durante la prima fase dell’inverno, hanno subìto le colture autunno-vernine, manifestatosi con forti arrossamenti fogliari o con germogliamenti non omogenei negli appezzamenti. Provvidenziali, in tal caso, sono state le nevicate di fine gennaio ed inizio febbraio.
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ATTUALITÀ
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I divieti e le autorizzazioni da richiedere ad ANAS e Provincia
CIRCOLAZIONE DI MEZZI AGRICOLI ECCEZIONALI: LE NOVITÀ 2019 Come ogni anno è arrivato il momento di predisporre le domande di richiesta autorizzazioni al transito per i mezzi agricoli eccezionali. Rivediamo in dettaglio tutte le casistiche. Sono eccezionali i mezzi agricoli che superano i 2,55 m di larghezza e i sollevati che, oltre a superare i 2,55 m di larghezza, superano il 90% della lunghezza del trattore se posteriori o il 60% se anteriori. L’autorizzazione è rilasciata dall’ANAS per le strade statali e dall’Amministrazione provinciale di Cuneo per le strade provinciali e comunali che ricadono sotto la Provincia di Cuneo e le altre Province del Piemonte. Le autorizzazioni rilasciate dalla Provincia di Cuneo e dall’ANAS potranno essere rinnovate e/o
rilasciate con scadenza biennale, mentre restano a scadenza annuale le autorizzazioni relative alle trattrici munite di attrezzatura per attività di manutenzione terri-
torio (sgombraneve, ad esempio). Dovranno sempre essere versati gli oneri per “la maggiore usura della strada” (art. 18 Reg. C.d.S. ) per tutte quelle macchine agricole
NON SOTTOVALUTARE QUESTI SINTOMI, POSSONO ESSERE IL SEGNO DI UNA GRAVE MALATTIA Chissà perché ti hanno sempre parlato solo della carie. C’è un altro problema gravissimo che colpisce quasi la metà degli italiani. Vediamo se ne hai sentito parlare: • Alito cattivo • Gengive che sanguinano • Denti che si spostano • Spazi neri tra i denti • Denti che ciondolano Tutto questo è causato da una brutta malattia che si chiama parodontite. Bene, preparati alla notizia incredibile: LA PARODONTITE PUO’ FARTI PERDERE I DENTI! Anche se non sono cariati. BAM, PERSI. Ed ecco che se non vuoi andare in giro senza denti, ti trovi a spendere migliaia di euro dal dentista per poter mangiare e sorridere. Brutta storia vero? Inoltre è stato dimostrato che la parodontite può peggiorare il diabete, aggravare le malattie cardiovascolari e causare parto prematuro. Il motivo per cui questa malattia spesso non viene diagnosticata o viene diagnosticata in ritardo è proprio il fatto che la gente purtroppo non la conosce. Ma c’è una bella notizia: affidandosi ad un parodontologo esperto LA PARODONTITE SI PUO’ CURARE E, IN BUONA PARTE DEI CASI, I DENTI POSSONO ESSERE PRESERVATI mettendo sotto controllo l’infezione che ne causa la perdita. Nei casi più gravi poi, in cui i denti non sono più recuperabili, possono essere sostituiti con nuovi denti fissi supportati da impianti in titanio. STUDIO ODONTOIATRICO SALZANO TIRONE • Via Cascina Colombaro, 37 - CUNEO • Tel. 0171.619210 • www.studiosalzanotirone.it
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ATTUALITÀ
DIVIETI DI CIRCOLAZIONE 2019 In vigore fuori dai centri abitati, per i veicoli di massa superiore a 7,5 tonnellate adibiti al trasporto merci: • Tutte le domeniche di gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio, ottobre novembre e dicembre (ore 9.00-22.00) • Tutte le domeniche di giugno, luglio, agosto e settembre (ore 7.00-22.00) • 1° gennaio (ore 9.00-22.00) • 19 aprile (ore 14.00-22.00) • 20 aprile (ore 9.00-16.00) • 22 aprile (ore 9.00-22.00) • 25 aprile (ore 9.00-22.00) • 1° maggio (ore 9.00-22.00) • 6 luglio (ore 8.00-16.00) • 13 luglio (ore 8.00-16.00) • 20 luglio (ore 8.00-16.00) • 26 luglio (ore 16.00-22.00) • 27 luglio (ore 8.00-22.00) • 2 agosto (ore 16.00-22.00) • 3 agosto (ore 8.00-22.00) • 9 agosto (ore 16.00-22.00) • 10 agosto (ore 8.00-22.00) • 15 agosto (ore 7.00-22.00) • 17 agosto (ore 8.00-16.00) • 24 agosto (ore 8.00-16.00) • 31 agosto (ore 8.00-16.00) • 1° novembre (ore 9.00-22.00) • 24 dicembre (ore 9.00-14.00) • 25 dicembre (ore 9.00-22.00) • 26 dicembre (ore 9.00-22.00)
o complessi agricoli eccezionali che superano le 14 ton. Tale indennizzo è dovuto sia quando si transita su strade statali che su strade di competenza della Provincia di Cuneo. Le autorizzazioni rilasciate sia dalla Provincia sia dall’ANAS con “usura strade” avranno validità pari al periodo versato di usura (ad esempio 4 mesi, 6 mesi, ecc.). La Provincia di Cuneo autorizza il transito solamente nelle ore diurne, ma se eccezionalmente si dovesse transitare nelle ore notturne, è importante ricordare che le macchine agricole dovranno essere precedute da scorta tecnica (indipendentemente dalle misure del veicolo e/o del convoglio) ed essere dotate di cartello luminoso di 90 x 90 cm dotato di quattro luci lampeggianti gialle, applicato alla parte posteriore del convoglio (mietitrebbiatrici). Per i soli complessi agricoli eccezionali (trattrice più attrezzo portato), in alternativa al cartello luminoso, possono essere posti
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alle estremità laterali della parte posteriore del convoglio due luci lampeggianti del tipo omologato. La principale novità 2019 è data dal fatto che le macchine agricole e i complessi agricoli eccezionali possono circolare tutti i giorni festivi dell’anno e su tutte le strade, comprese quelle di interesse nazionale (ANAS), senza autorizzazione in deroga rilasciata dalla Prefettura. Fino al 2018, invece, le macchine agricole eccezionali che transitavano su strade statali nei giorni festivi e di divieto, come da calendario prefettizio, dovevano essere munite di autorizzazione rilasciata dal Prefetto. In questa pagina a sinistra trovate il calendario 2019 delle limitazioni alla circolazione (D.M. 525 del 4ton. dicembre 2018), che si applica
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fuori dai centri abitati ai veicoli e complessi di veicoli per il trasporto di cose di massa complessiva autorizzata superiore a 7,5 ton. Il divieto alla circolazione non trova applicazione per i veicoli che trasportano esclusivamente determinate tipologie di merci, anche se circolano scarichi. Rientrano in tali tipologie di merci i prodotti alimentari deperibili che devono essere trasportati in regime di ATP e i prodotti agricoli che, pur non richiedendo il trasporto in regime ATP, sono soggetti ad un rapido deperimento e pertanto necessitano di un tempestivo trasferimento dai luoghi di produzione a quelli di deposito o vendita. Tra questi, frutta fresca, ortaggi, fiori recisi, semi vitali non ancora germogliati, uova da cova con specifica attestazione all’interno del documento di trasporto, pulcini destinati all’allevamento, animali vivi destinati alla macellazione o provenienti dall’estero, nonché i sottoprodotti derivanti dalla macellazione di animali. Detti veicoli devono essere muniti
di cartelli indicatori di colore verde delle dimensioni di 0,50 m di base e 0,40 m di altezza, con impressa in nero lettera “d” minuscola di altezza pari a 0,20 m fissati in modo ben visibile su ciascuna delle fiancate e sul retro. Inoltre, il divieto alla circolazione non trova applicazione per le autocisterne adibite al trasporto di latte fresco e di alimenti per animali da allevamento. Sono, infine, esclusi dal divieto, purché muniti di autorizzazione
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prefettizia, e solamente per motivi di assoluta e comprovata necessità ed urgenza, i seguenti trasporti (tra gli altri): • trasporto di prodotti agricoli al fine di evitarne il deterioramento, a condizione che tali esigenze siano riferibili a situazioni particolari debitamente documentate, temporalmente e spazialmente limitate e quantitativamente definite; • trasporto di alimenti destinati agli animali da allevamento al fine di consentirne il continuo approvvigionamento a condizione che tali esigenze siano riferibili a situazioni particolari debitamente documentate, temporalmente e spazialmente limitate e quantitativamente definite. Anche questi veicoli devono essere muniti di cartelli indicatori di colore verde delle dimensioni di 0,50 m di base e 0,40 m di altezza, con impressa in nero lettera “d” minuscola di altezza pari a 0,20 m fissati in modo ben visibile su ciascuna delle fiancate e sul retro.
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FISCALE
La Legge di Bilancio conferma definitivamente la parità di trattamento
REGIME FISCALE EQUIPARATO PER TITOLARI E COADIUVANTI La Legge di Bilancio 2019, all’art. 1, comma 705, reca un’importante disposizione di carattere interpretativo che dovrebbe mettere definitivamente fine alle presunte diversità di trattamento tra titolari d’impresa e coadiuvanti, talvolta asserite da alcune Pubbliche Amministrazioni. Già nell’ambito della Legge di Orientamento e modernizzazione in agricoltura (D.Lgs. 228/2001) era stata chiarita l’equiparazione, ma l’evoluzione della normativa ha indotto taluni a ritenere erroneamente in alcuni casi che così non fosse. Come noto, l’equiparazione ha profondi riflessi sulle agevolazioni fiscali in diversi ambiti, dalla non imponibilità dei redditi dei terreni ai fini IRPEF nel triennio 2017-2019 fino agli acquisti di fondi rustici
coinvolti nell’impresa, beneficiano del medesimo regime fiscale del titolare dell’azienda. La natura interpretativa della norma si evince dalla relazione tecnica alla Legge di Bilancio, nella misura in cui afferma che alla presente disposizione non si ascrivono effetti finanziari in quanto non amplia gli ambiti di applicazione dei regimi di vantaggio agricoli. In sostanza, si può dire retroattiva.
con applicazione della piccola proprietà contadina. Il pregio della nuova disposizione è quello di confermare che, in tutti gli ambiti, i familiari coadiuvanti del coltivatore diretto, iscritti nella previdenza agricola e attivamente
Gli associati potranno richiedere agli Uffici Zona di Impresa Verde ogni ulteriore chiarimento, in particolare in pendenza di attività contenziose non divenute definitive.
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Credito d’imposta IRAP al 10% nelle dichiarazioni riferite al 2018
AGEVOLAZIONE FISCALE PER AGRITURISMO SENZA DIPENDENTI Un agricoltore che svolge al contempo attività agricola di coltivazione ed attività agrituristica e che impiega lavoratori stagionali solo nell’esercizio della prima attività potrà usufruire del credito d’imposta IRAP previsto dall’articolo 1, comma 21 della Legge di Stabilità 2015 per un valore pari al 10% dell’imposta lorda determinata, per l’attività di alloggio connessa, secondo le regole generali e con aliquota ordinaria. Questa la risposta dell’Agenzia delle Entrate ad un interpello relativo al credito d’imposta IRAP per i soggetti che non si avvalgono di lavoratori dipendenti e che determinano il valore della produzione netta secondo specifiche modalità, tra cui rientra l’imprenditore agricolo che svolga attività agrituristica anche avvalendosi del regime forfettario di determinazione del reddito. L’Agenzia delle Entrate ricorda che la Legge di Stabilità 2016 di fatto ha cancellato l’imposta per le aziende agricole in regime di tassazione catastale che già beneficiavano di un’aliquota ridotta dell’1,9%. Mentre si continua ad applicare, con l’aliquota ordinaria, per le attività connesse rientranti nell’articolo 56-bis del TUIR, per l’agriturismo e per l’allevamento di animali con terreno insufficiente a produrre almeno un quarto dei
mangimi necessari. L’agricoltore che ha posto il quesito svolge attività di coltivazione e di agriturismo, per la quale si avvale proprio del regime forfettario. L’Agenzia evidenzia che il credito d’imposta per le imprese senza dipendenti è stato introdotto con l’obiettivo di fornire un vantaggio fiscale IRAP anche a quei soggetti passivi che, per il fatto di non avvalersi di lavoratori, non potrebbero accedere alla deduzione del costo del lavoro pure prevista per legge. Il credito d’imposta è, dunque, complementare all’agevolazione della deduzione e in questo caso - attesa l’esclusione dell’attività di coltivazione dall’applicazione
del tributo - spetta per l’attività agrituristica con riferimento alla quale i dipendenti non sono stati impiegati. Per quest’ultima attività, dunque, l’agricoltore potrà fruire del credito d’imposta IRAP pari al 10% dell’imposta lorda ed utilizzabile solo in compensazione.
Questo credito d’imposta troverà applicazione per l’ultima volta nelle prossime dichiarazioni IRAP riferite al periodo d’imposta 2018, essendo stato abrogato dalla Legge di Bilancio 2019.
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Firmato lo scorso 13 febbraio a Torino, riguarda l’agricoltura piemontese
IMPIEGATI AGRICOLI, RINNOVO DEL CONTRATTO INTEGRATIVO Il 13 febbraio scorso, a Torino, le Organizzazioni agricole, tra cui Coldiretti Piemonte, hanno sottoscritto con FLAI CGIL, FAI CISL e UILA UIL il rinnovo del contratto integrativo degli impiegati agricoli per il Piemonte. L’accordo prevede l’aumento del 2,4% a decorrere dal 1° marzo 2019. Per la sesta categoria viene riconosciuto l’aumento pari a 33 euro, ossia viene mantenuto il valore della vacanza contrattuale ricono-
sciuta da agosto 2018. Dalla mensilità di marzo cessa l’efficacia dell’accordo sulla vacanza contrattuale che era stata riconosciuta da agosto 2018.
Viene, inoltre, riconosciuta una giornata di permesso retribuito aggiuntiva ai tre giorni già previsti dall’articolo 23, comma 2 CCNL, quello per motivi familiari.
La firma del contratto rappresenta un importante momento di sintesi e di incontro tra l’esigenza delle aziende agricole di contenere il costo del lavoro e quello della parte sindacale di tutelare il potere di acquisto dei salari. Un incontro che non è stato facile in un contesto storico ed economico caratterizzato da una forte competitività sui mercati internazionali che rendono necessario seguire l’evoluzione anche tecnologica in corso.
Pesanti sanzioni per chi assume extracomunitari irregolari
LAVORATORI CLANDESTINI, SPESE DI RIMPATRIO AL DATORE Il 2 marzo è entrato in vigore il Decreto ministeriale 22 dicembre 2018 n. 151 che, tra le altre norme, prevede che, in caso di sentenza di condanna del datore di lavoro per aver assunto extracomunitari privi del permesso di soggiorno, il giudice applichi la sanzione amministrativa accessoria del pagamento del costo medio di rimpatrio del lavoratore straniero. Tale spesa è stabilita per l’anno 2018 nella misura di 1398 euro. La norma si inserisce in un quadro sanzionatorio particolarmente PASQUA e PASQUETTA CHIUSI
pesante nei confronti del datore di lavoro che utilizza lavoratori clandestini, ossia cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno in Italia è irregolare, che si può così sintetizzare: • sanzione penale, con reclusione da 6 mesi a 3 anni e multa di 5.000 euro per ogni lavoratore clandestino impiegato (art. 22 D.Lgs. 286/98); • sanzione per lavoro nero (art. 3 DL 12/2002 smi - mancata comunicazione preventiva di assunzione) da 1800 a 10.800
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SPECIALE A. Requisito di agricoltore in attività B. Accesso alla riserva nazionale C. Pagamento pac di base D. Attività di pascolamento e/o sfalcio E. Pagamento pac ecologico (greening) F. Giovane agricoltore G. Detenzione dei terreni e pagamento minimo H. Pagamenti accoppiati I.
Trasferimento dei titoli pac
J. La condizionalità K. Regime dei piccoli agricoltori
La Politica Agricola Comune si concretizza per le aziende in una serie di adempimenti legati alla presentazione di una domanda annuale, la cosiddetta “domanda unica”, finalizzata ad ottenere gli aiuti comunitari. Allo scopo, occorre possedere determinati requisiti ed osservare una serie di regole che, per la campagna 2019, indichiamo nelle prossime pagine.
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DOMANDA UNICA PAC
A Requisito di agricoltore in attività L’esistenza di tale requisito, in capo al soggetto richiedente l’aiuto, costituisce condizione necessaria ed imprescindibile per l’ottenimento dei contributi unionali. Ai fini delle domande da presentarsi nel 2019, sono considerati agricoltori in attività le persone fisiche o giuridiche che soddisfano almeno una delle seguenti fattispecie: • hanno percepito nell’anno precedente pagamenti diretti per l’ammontare massimo di 5.000 euro per le aziende le cui superfici agricole sono ubicate, in misura maggiore al 50%, in zone svantaggiate e/o di montagna, e di 1.250 euro negli altri casi. • dimostrano uno di questi due requisiti: l’iscrizione all’INPS come coltivatori diretti, imprenditori agricoli professionali, coloni o mezzadri; il possesso della partita IVA attiva in campo agricolo, con dichiarazione annuale IVA,
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soddisfatto qualora almeno un socio sia in possesso della qualifica di imprenditore agricolo professionale. Per le società in accomandita la qualifica si riferisce ai soci accomandatari. Nel caso di società cooperative, ivi comprese quelle di conduzione di aziende agricole, il requisito è soddisfatto qualora almeno un amministratore, che sia anche socio, è in possesso della qualifica di imprenditore agricolo professionale. Nel caso di società di capitali, quando almeno un amministratore sia in possesso della qualifica di imprenditore agricolo professionale. Per le aziende con superfici agricole ubicate, in misura maggiore al 50%, in zone montane e/o svantaggiate, nonché per gli agricoltori che iniziano l’attività agricola nell’anno di domanda, è sufficiente il possesso della partita IVA attiva in campo agricolo.
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ovvero con comunicazione delle operazioni rilevanti ai fini IVA, relativa all’ultimo anno disponibile e comunque non oltre 2 anni fiscali precedenti la presentazione della domanda unica, dalla quale risulti lo svolgimento dell’attività agricola. Con riferimento alla comunicazione delle operazioni rilevanti ai fini IVA, per tutte le aziende agricole con volume d’affari non superiore a 7.000 euro esentate della presentazione della dichiarazione annuale IVA e della comunicazione delle operazioni rilevanti ai fini IVA (la cosiddetta comunicazione polivalente), sussiste l’obbligo di numerare e conservare le fatture e le bollette doganali. Conseguentemente tali aziende, per soddisfare il requisito di agricoltore in attività, devono disporre di idonea documentazione, come autofatture, ricevute, ecc. Nel caso di società di persone, il requisito di agricoltore attivo è
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B
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Accesso alla Riserva Nazionale
Ai sensi dell’art. 30 del Regolamento CE 1307/2013, il Regolamento base della riforma PAC 2014-2020, ogni Stato membro, utilizzando parte delle risorse finanziarie comunitarie previste per i pagamenti diretti, ha costituito una riserva finanziaria nazionale da utilizzare prioritariamente per assegnare diritti all’aiuto ai giovani agricoltori e agli agricoltori che iniziano l’attività agricola. La riserva può essere utilizzata anche per aumentare il valore dei titoli già detenuti da un agricoltore per adeguarli al valore medio nazionale. La riserva nazionale è molto importante per assegnare i titoli a soggetti che ne sono sprovvisti o per aumentare il valore dei titoli ai soggetti che ne hanno di valore basso. Le normative comunitaria e nazionale hanno stabilito sei fattispecie per l’accesso dei titoli tramite riserva nazionale, con diverse possibilità di accoglimento: A. giovane agricoltore, ossia agricoltore con età inferiore o uguale a 40 anni compiuti nell’anno di presentazione della domanda; B. nuovo agricoltore, ossia agricoltore che inizia ad esercitare l’attività agricola e che presenta domanda di pagamento di base non oltre 2 anni dopo l’anno civile nel quale ha iniziato l’esercizio dell’attività; C. abbandono di terre, per superfici situate in zone classificate montane;
D. compensazione di vantaggi specifici. In tal caso l’accesso alla riserva è finalizzato ad ottenere titoli di valore pari al valore medio nazionale o l’aumento del valore dei titoli già detenuti fino al valore medio nazionale; E. situazioni di difficoltà (valida solo per il 2015); F. provvedimenti amministrativi e decisioni giudiziarie. In tal caso il valore dei titoli è conseguente alla decisione giudiziaria o al provvedimento amministrativo. Le domande presentate con le fattispecie A, B e F dovevano essere accolte integralmente utilizzando il plafond nazionale mentre le domande delle fattispecie C e D, se il plafond della riserva nazionale non era sufficiente, non venivano accolte. Dal 2018, lo Stato membro ha potuto applicare una riduzione lineare dei titoli per coprire i fabbisogni di tutte le fattispecie della riserva nazionale, comprese le C e D. Nel 2019 si prevede che gli agricoltori che operano in superfici in zone montane (fattispecie C) e svantaggiate (fattispecie D) avranno diritto di accedere alla riserva nazionale. A tal fine, AGEA è autorizzata a tagliare i titoli di tutti gli agricoltori, ma si prevede un limite massimo di taglio dell’1,5% per evitare di penalizzare eccessivamente i titoli storici. Per accogliere tutte le potenziali domande che potrebbero provenire, si suppone che sarebbe
necessario un taglio lineare di tutti i titoli di circa il 14-18%, taglio ritenuto eccessivamente penalizzante e quindi bloccato all’1,5%. Gli agricoltori operanti in zone montane e/o svantaggiate che hanno convenienza a presentare domanda alla riserva nazionale sono di due tipi: • agricoltori che non possiedono titoli sufficienti per coprire i terreni ammissibili; • agricoltori che hanno un valore del titolo inferiore al valore medio nazionale dei titoli, che è di circa 220 euro/ettaro. Dato che il blocco al taglio lineare dei titoli è dell’1,5% è possibile che le domande di accesso alla riserva nazionale presentate nel 2019 non potranno essere tutte soddisfatte. Quelle escluse potranno essere ripresentate nel 2020. Per le fattispecie C (zone montane) e D (zone svantaggiate), l’accesso alla riserva nazionale è consentito una sola volta per la medesima superficie. Di conseguenza, una specifica superficie richiesta in aiuto e ritenuta ammissibile, che ha ricevuto l’attribuzione di titoli in una campagna, è tecnicamente “bruciata” per le campagne successive e non vi si può più chiedere l’accesso alla riserva nazionale. In altre parole, la stessa superficie non può più generare nuovi titoli o determinare l’incremento di quelli già detenuti dall’agricoltore, anche nel caso in cui la superficie sia stata trasferita e richiesta in aiuto da un altro soggetto. Presenti in Fiera a Savigliano
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C
DOMANDA UNICA PAC Pagamento PAC di base
Il pagamento dell’aiuto PAC è composto da due pilastri fondamentali: • pagamento di base; • pagamento ecologico. Il pagamento di base è imperniato sui titoli all’aiuto commisurati agli ettari ammissibili della domanda 2015 (anno di assegnazione dei titoli), che devono essere abbinati ogni anno a ettari di terreno utilizzati come seminativi, colture permanenti (frutteti, vigneti, oliveti, agrumeti, frutta a guscio ecc.), prati e pascoli permanenti. Il pagamento di base è il cosiddetto sostegno disaccoppiato in quanto è indipendente dalla coltura che viene svolta sugli ettari ammissibili. Sulle superfici utilizzate per ottenere i pagamenti, occorre svolgere la normale attività agricola. Per i terreni a pascolo caratterizza-
D
ti da una pendenza maggiore del 30% o con vincoli ambientali che ne riducono la produttività e non
ne consentono lo sfalcio, il pascolamento è l’unica attività agricola riconosciuta.
Attività di pascolamento e/o sfalcio
Il pascolamento dev’essere conforme ai seguenti requisiti: • esercitato con uno o più turni annuali di durata complessiva di almeno 60 giorni; • esercitato con una densità di bestiame, riferita all’anno di presentazione della domanda, non
inferiore a 0,2 unità di bovino adulto (UBA) per ettaro all’anno. La Regione Piemonte, con propria DGR, ha definito valori diversi rispetto allo 0,2 UBA/ettaro/anno stabilito a livello nazionale. Per il 2019 i carichi minimi di bestiame sono: 0,15 UBA/ettaro/anno su tutti i pasco-
li posti ad un’altezza superiore a 1.000 metri e 0,1 UBA/ettaro/anno per tutti i pascoli posti ad un’altezza superiore a 2.000 metri. Qualora il pascolo si trovi nell’ambito di un sito Rete Natura 2000 dotato di misure di conservazione o di un piano di gestione che comprenda
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specifici carichi di bestiame, saranno applicati questi ultimi. In aggiunta, il Piemonte riconosce la “guardiania” quale pratica di uso e consuetudine locale, stabilendo che le aziende non stanziali in montagna possano considerare, ai fini del raggiungimento del carico minimo di bestiame, anche capi di proprietà altrui nel limite del 30% dei capi detenuti in alpeggio. La percentuale sale al 50% per le aziende agricole stanziali, intendendo come tali le aziende agricole che posseggono unicamente i codici di stalla in zona montana. A partire dalla campagna 2019, per le superfici sulle quali l’agricoltore dichiara di svolgere attività di sfalcio oppure pascolamento e sfalcio localizzate a quota superiore ai 1.300 metri, è necessario dimostrare di aver mantenuto il prato seguendo un’apposita procedura, pena l’inammissibilità delle particelle interessate. La procedura richiede di indicare se lo sfalcio è effettuato per autoconsumo o vendita, con le successive indicazioni.
Se autoconsumo, in caso di trasporto con automezzo proprio, occorre indicare la targa del mezzo utilizzato, mentre in caso di trasporto con mezzo di terzi o a nolo, occorre allegare fattura del trasporto o dati del noleggio. Nel caso di superficie sfalciata limitrofa alla stalla, occorre indicare il mezzo utilizzato per il trasporto in stalla (senza indicare targhe, può essere non targato); l’attrezzatura utilizzata potrà poi essere desunta da quelle presenti
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all’interno del fascicolo aziendale dell’azienda. Se lo sfalcio è effettuato per vendita, occorre allegare le fatture di vendita del foraggio o il documento di trasporto. Occorre poi indicare la data di fine sfalcio, il numero di sfalci e la quantità di fieno prodotto (quintali); nel caso in cui l’azienda abbia indicato “pascolamento e sfalcio”, indicare i giorni di pascolamento, la specie pascolata e il numero dei capi.
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DOMANDA UNICA PAC
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Pagamento PAC ecologico (greening)
Il pagamento ecologico viene erogato in aggiunta al pagamento di base e rappresenta circa il 50% dell’importo degli aiuti percepiti dalle aziende. Le tre pratiche agricole che compongono il “greening” sono: diversificazione delle colture; mantenimento dei prati e pascoli permanenti; presenza di un’area di interesse ecologico (EFA). Tali pratiche vanno rispettate congiuntamente e sono uguali per tutti gli agricoltori dell’Unione europea, senza possibilità per gli Stati membri di modificare tali
vincoli. Sono esonerate dal rispetto del greening le aziende biologiche, le aziende che aderiscono al regime dei piccoli agricoltori (importo degli aiuti che non supera i 1.250 euro all’anno).
Diversificazione delle colture
La diversificazione delle colture è obbligatoria per le aziende che abbiano più di 10 ettari a seminativo (le colture permanenti e il riso sono esentati). Per le aziende con seminativi com-
Il mancato rispetto del greening comporta la perdita totale del pagamento ecologico e causa l’applicazione di una sanzione pari al 25% degli altri pagamenti spettanti all’azienda (pagamento di base ed eventuali premi accoppiati). Pertanto la riduzione del pagamento complessivo può essere molto pesante arrivando ad una decurtazione del 75% rispetto a quello che si sarebbe ottenuto rispettando le pratiche ecologiche.
presi tra 10 e 30 ettari, l’impegno prevede la presenza in azienda di almeno due colture, nessuna delle quali copra più del 75% dei seminativi. Per le aziende con più di 30 ettari a seminativo, l’impegno implica la presenza di almeno tre colture di cui la principale non occupi più del 75% dei seminativi e le due principali insieme non ne occupino più del 95%. Sono esonerate dall’obbligo della diversificazione le aziende con le seguenti caratteristiche: • superfici a seminativo inferiori a 10 ettari; • seminativi interamente investiti a colture sommerse per una parte significativa dell’anno o del ciclo colturale, ad esempio il riso; • seminativi utilizzati per più del 75% per la produzione di erba o piante erbacee da foraggio o tenuti a riposo, a condizione che la superficie dei seminativi
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DOMANDA UNICA PAC
non sottoposti a tali utilizzi non superi i 30 ettari; più del 75% della superficie agricola ammissibile costituita da prati permanenti o da colture sommerse o da una combinazione dei due utilizzi, a condizione che i seminativi rimanenti non siano superiori a 30 ettari.
Mantenimento di prati e pascoli permanenti Il mantenimento dei prati e pascoli permanenti è un vincolo che ogni Stato membro deve rispettare. La norma prevede che a livello nazionale il rapporto tra prati e pascoli permanenti e superficie agricola totale non diminuisca in misura superiore al 5%; a tale scopo è stato creato un registro nazionale dei prati e pascoli permanenti.
AREE DI INTERESSE ECOLOGICO
Per poter trasformare in seminativi i prati o pascoli permanenti, occorre richiedere l’autorizzazione ad AGEA. Una volta richiesta l’autorizzazione, se entro 30 giorni AGEA non si esprime, la conversione può aver luogo: vale il silenzio assenso. Nelle aree facenti parte della Rete Natura 2000 (SIC e ZPS) i prati e pascoli permanenti non si possono convertire in seminativi.
Aree di interesse ecologico (EFA)
Tutti gli agricoltori con una superficie a seminativo superiore ai 15 ettari devono destinarne una quota del 5% ad aree di interesse ecologico (EFA). Sono considerate aree di interesse ecologico quelle riportate nella tabella sottostante, commentata nelle pagine che seguono.
LIMITI DIMENSIONALI
FATTORE DI PONDERAZIONE
Terreni lasciati a riposo
-
1
Terreni lasciati a riposo con specie mellifere
-
1,5
Altezza minima 0,5 m
1
Larghezza massima 20 m
2
-
1,5
Boschetti nel campo
Superficie massima 0,3 ha
1,5
Stagni
Superficie minima 0,01 ha Superficie massima 0,3 ha
1,5
Fossati, compresi i corsi d’acqua per irrigazione o drenaggio
Larghezza massima 10 m
2
Muretti di pietra tradizionali
Lunghezza minima 25 m Altezza 0,3-5 m Larghezza 0,5-5 m
1
Fasce tampone e bordi dei campi
Larghezza minima 1 m Larghezza massima 20 m
1,5
-
1
Fasce di ettari ammissibili lungo i bordi boschivi senza produzione
Larghezza minima 1 m Larghezza massima 20 m
1,5
Fasce di ettari ammissibili lungo i bordi boschivi con produzione
Larghezza minima 1 m Larghezza massima 10 m
0,3
Boschi cedui a rotazione rapida
-
0,5
Superfici rimboschite
-
1
Colture azotofissatrici
-
1
Terrazze Siepi, fasce alberate e alberi in filari Alberi isolati
Ettari agroforestali
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DOMANDA UNICA PAC Alle aree di interesse ecologico vengono applicati dei fattori di conversione che rapportano la superficie unitaria interessata alla sua funzione ecologica. Così, ad esempio, un ettaro di bosco ceduo a rotazione rapida ai fini EFA conterà per mezzo ettaro (fattore di ponderazione pari a 0,5), viceversa un ettaro di terreno messo a riposo seminato con specie mellifere, ai fini EFA (fattore di ponderazione 1,5), sarà conteggiato per 1,5 ettari. Sulle aree utilizzabili come EFA non possono essere utilizzati pro-
dotti fitosanitari per la difesa delle colture e non è possibile utilizzare sementi conciate, cioè trattate con prodotti per la protezione delle piante. La coltivazione delle colture azotofissatrici può includere miscugli di colture azotofissatrici e altre colture, a condizione che le azotofissatrici siano predominanti. Nelle fasce tampone sui bordi dei campi e lungo i bordi forestali senza produzione è autorizzato lo sfalcio o il pascolo a condizione che tali superfici restino distinguibili dal terreno agricolo adiacente.
SPECIE AZOTOFISSATRICI UTILIZZABILI PER LE EFA • • • • • • • • • • •
Arachide (Arachis hypogaea L.) Cece (Cicer arietinum L.) Cicerchia (Lathyrus sativus L.) Erba medica e Luppolina (Medicago sp.) Fagiolo (Phaseolus vulgaris L.) Fagiolo dall’occhio (Vigna unguicolata L.) Fagiolo d’Egitto (Dolichos lablab L.) Fagiolo di Lima (Phaseolus lunatus L.) Fava, favino e favetta (Vicia faba L.) Fieno greco (Trigonella foenum-graecum L.) Ginestrino (Lotus corniculatus L.)
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• • • • • • • • • • •
Lenticchia (Lens culinaris Medik.) Liquirizia (Glycyrrhiza glabra L.,) Lupinella (Onobrychis viciifolia Scop.) Lupino (Lupinus sp.) Moco (Lathyrus cicera L.) Pisello (Pisum sativum L.) Sulla (Hedysarum coronarium L.) Trifogli (Trifolium sp.) Soia (Glycine max L.) Veccia (Vicia sativa L.) Veccia villosa (Vicia villosa Roth)
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DOMANDA UNICA PAC
Terreni a riposo Per terreno lasciato a riposo si intende un seminativo incluso nel sistema di rotazione aziendale, ritirato dalla produzione agricola per un periodo minimo continuativo di 6 mesi, a partire dal 1° gennaio e fino al 30 giugno dell’anno di domanda. Su tali terreni, è vietato lo sfalcio e ogni altra operazione di gestione del suolo, nel periodo compreso fra il 1° marzo e il 30 giugno di ogni anno. Nei terreni a riposo sui quali viene seminata una specie mellifera, il periodo minimo continuativo di ritiro dalla produzione è di 7 mesi a partire dal 1° gennaio e fino al 31 luglio dell’anno di domanda. Tuttavia, ai fini del conteggio delle aree di interesse ecologico, tali terreni godono di un fattore di ponderazione pari a 1,5.
Sul terreno lasciato a riposo si può prevedere comunque un’attività agricola che può essere: terreno nudo totalmente privo di vegetazione; terreno coperto da vegetazione spontanea; terreno seminato esclusivamente per la produzione di piante da sovescio o per la produzione di compost, ammendanti o fertilizzanti naturali; terreno seminato con specie mellifere in purezza o in miscugli, purché tali
specie rimangano predominanti. Fermo restando il divieto di eseguire lavorazioni nel periodo dal 1° marzo al 30 giugno, sul terreno a riposo sono ammesse lavorazioni meccaniche nei seguenti casi: semina di specie mellifere e colture a perdere per la fauna; pratica del sovescio, in presenza di specie da sovescio o piante biocide; terreni interessati da interventi di ripristino di habitat e biotopi.
SPECIE MELLIFERE SEMINABILI SU TERRENI A RIPOSO UTILIZZATI COME EFA • • • • • • • • • •
Fiordaliso (Centaurea) Dondolino (Coronilla) Radichiella (Crepis) Rughetta selvatica (Diplotaxis) Trifoglino (Dorycnium) Calcatreppolo (Eryngium) Viperina azzurra (Echium) Sparviere (Hieracium) Sferracavallo (Hippocrepis) Ambretta (Knautia)
• • • • • • • • •
Falsa ortica (Lamium) Liniola, Erba strega (Linaria) Facelia (Phacelia) Asfodelo (Asphodelus) Ferula (Ferula) Siderite, Mascarenna (Sideritis) Scarlina, Spina janca (Galactites) Busnaga (Daucus visnaga) Mentuccia, Nepetella (Calamintha)
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Giovane agricoltore
Per giovane agricoltore si intende una persona fisica che si insedia per la prima volta in un’azienda agricola in qualità di capo dell’azienda o che sia già insediata in un’azienda agricola nei cinque anni che precedono la prima presentazione di una domanda nell’ambito del regime di pagamento di base e che non ha più di 40 anni nell’anno della presentazione della domanda. Il pagamento di base per il giovane agricoltore è incrementato del 50% del valore medio dei diritti all’aiuto, di proprietà o in affitto, per un numero massimo di 90 ettari. L’aiuto supplementare è concesso per un periodo di 5 anni a decorrere dalla prima presentazione della do-
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manda di pagamento per il premio giovane agricoltore, purché tale
presentazione avvenga nell’arco dei 5 anni successivi all’insediamento.
Detenzione dei terreni e pagamento minimo Per poter essere dichiarati in domanda, gli ettari ammissibili devono essere a disposizione del richiedente alla data del 15 maggio dell’anno di domanda. La superficie richiesta in domanda deve comunque mantenere i requisiti di ammissibilità nel corso dell’intero anno civile, salvo i casi di forza maggiore o di circostanze eccezionali. Il premio PAC viene erogato se l’importo da corrispondere è uguale o superiore a 300 euro.
CANAPA Per la coltivazione della canapa vale la prescrizione di utilizzare solo varietà iscritte nel catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole. Tali varietà sono selezionate per avere un tenore in THC (cannabinoide con effetti stupefacenti) inferiore allo 0,2%. Le etichette ufficiali poste sugli imballaggi delle sementi devono essere allegate alla domanda unica e devono essere conservati i documenti fiscali di acquisto della semente.
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DOMANDA UNICA PAC
H Pagamenti accoppiati Accanto al premio base e al pagamento ecologico, sono previsti una serie di pagamenti accoppiati, cioè legati a particolari tipi di produzione. Tali pagamenti sono previsti da ciascun Stato membro al fine di concedere un sostegno a quelle Regioni e a quei settori che si trovano in difficoltà oppure rivestono una particolare importanza per ragioni economiche, sociali o ambientali. Il sostegno accoppiato viene previsto al fine di soddisfare le seguenti esigenze: • mantenere i livelli di produzione e ridurre il rischio di abbandono della produzione e dei conseguenti problemi sociali ed ambientali; • assicurare un approvvigionamento stabile all’industria di trasformazione locale evitando problemi legati alla perdita di attività produttive; • compensare gli agricoltori di determinati settori per gli svan-
taggi determinati dalle perturbazioni del mercato. Ogni Stato membro ha individuato i propri settori di intervento con il sostegno accoppiato. In Italia i settori di produzione sono: latte; carne bovina; ovicaprino; frumento duro; colture proteiche e proteoleagino-
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Per beneficiare degli aiuti accoppiati è necessario presentare domanda, che dev’essere riferita ad almeno 3 UBA per l’aiuto erogato a capo di bestiame e ad almeno 5.000 metri quadrati per gli aiuti erogati a superficie. I premi accoppiati sono erogati secondo le procedure che seguono, settore per settore.
Settore latte
Il premio è assegnato alle vacche da latte che partoriscono nell’anno e i cui vitelli sono identificati e registrati che appartengano ad allevamenti che, nell’anno di presentazione della domanda, rispettino almeno due dei seguenti requisiti qualitativi ed igienico sanitari: tenore di cellule somatiche (per ml) inferiore a 300.000; tenore di carica batterica a 30° (per ml) inferiore a 40.000; contenuto di proteina superiore a 3,35 g per 100 ml. Nel caso in cui due parametri siano in regola, il terzo deve comunque rispettare i seguenti limiti: tenore di cellule somatiche (per ml) inferiore a 400.000; tenore di carica batterica a 30° (per ml) inferiore a 100.000; contenuto di proteina superiore a 3,20 g per 100 ml. I capi appartenenti ad allevamenti ubicati in aree montane ovvero ad allevamenti inseriti in circuiti produttivi di formaggi a denominazione di origine protetta o indicazione geografica protetta devono rispettare, fatti salvi i parametri di legge, solo uno dei parametri di cui sopra.
Il premio latte è assegnato anche alle bufale di età superiore ai 30 mesi che partoriscono nell’anno.
Settore carne bovina
Il premio è concesso alle vacche nutrici iscritte nei libri genealogici o nel registro anagrafico delle razze individuate da carne o a duplice attitudine che partoriscono nell’anno e i cui vitelli sono identificati e registrati. L’aiuto spetta al richiedente detentore della vacca al momento del parto. Sono assegnati premi aggiuntivi alle vacche iscritte ai libri genealogici delle razze Chianina, Marchigiana, Maremmana, Piemontese, Podolica e Romagnola, facenti parte di allevamenti che aderiscono a piani di gestione della razza finalizzati al risanamento dal virus responsabile della rinotracheite infettiva del bovino.
Viene previsto, inoltre, un premio per le vacche nutrici non iscritte nei libri genealogici o nel registro anagrafico e appartenenti ad allevamenti non iscritti nella BDN come allevamenti da latte, che partoriscono nell’anno e i cui vitelli sono identificati e registrati. Permane il premio per i bovini macellati in età compresa tra 12 e 24 mesi e allevati dal richiedente per un periodo non inferiore a 6 mesi prima della macellazione. Il premio viene maggiorato per i bovini macellati in età compresa tra 12 e 24 mesi e allevati dal richiedente per un periodo non inferiore a 6 mesi prima della macellazione, certificati a denominazione di origine protetta o indicazione geografica protetta di cui al Regolamento (UE) 1151/2012 ovvero appartenenti ad allevamenti aderenti a sistemi di qualità nazionale o regionale o a sistemi di etichettatura facoltativa riconosciuti ovvero allevati dal richiedente per un periodo non inferiore ai 12 mesi prima della macellazione.
Settore ovicaprino
Il premio è assegnato alle agnelle da rimonta, identificate e registrate, che fanno parte di greggi che aderiscono ai piani regionali di selezione per la resistenza alla scrapie e nei quali sono esclusi dalla riproduzione gli arieti omozigoti sensibili alla malattia. Permane il premio per i capi ovicaprini macellati, che viene erogato ai capi certificati a denominazione di origine protetta o indicazione geografica protetta.
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Settori frumento duro, colture proteiche e proteaginose Il premio è assegnato alla coltivazione di soia nelle Regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed EmiliaRomagna. Viene concesso per ettaro di superficie a soia, seminata e coltivata secondo le normali pratiche colturali e mantenuta in normali condizioni almeno fino alla maturazione piena dei frutti e dei semi, applicando la seguente modulazione degli importi unitari: • intero importo unitario per i primi 5 ettari aziendali; • importo pari al 10% dell’importo unitario per la superficie eccedente i primi 5 ettari aziendali. Il premio per la coltivazione del frumento duro è assegnato alle superfici coltivate con tale coltura nelle Regioni Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.
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DOMANDA UNICA PAC
na della radice ed impegnata nei contratti di fornitura stipulati con un’industria saccarifera.
Settore pomodoro da trasformare
Settore riso
Il premio è concesso per ettaro di superficie a riso, seminata e coltivata secondo le normali pratiche colturali e mantenuta in normali condizioni almeno fino alla maturazione piena delle cariossidi.
Settore barbabietola da zucchero
Il premio è concesso per ettaro di superficie a barbabietola da zucchero, seminata e coltivata secondo le normali pratiche colturali, mantenuta in normali condizioni almeno fino alla maturazione pie-
:
.
Il premio è concesso per ettaro di superficie a pomodoro, seminata e coltivata secondo le normali pratiche colturali, mantenuta in normali condizioni almeno fino alla maturazione piena dei pomodori ed impegnata in contratti di fornitura stipulati con un’industria di trasformazione del pomodoro anche per il tramite di un’organizzazione dei produttori riconosciuta.
Settore olio di oliva
Il premio è assegnato alle superfici olivicole in Liguria, Puglia e Calabria, coltivate secondo le normali pratiche colturali. L’importo unitario del premio è determinato annualmente dal rapporto tra l’importo destinato al finanziamento della misura e il numero degli ettari coltivati a oliveto ammissibili.
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I
DOMANDA UNICA PAC Trasferimento dei titoli PAC
Uno degli impegni di maggiore rilevanza della riforma PAC è la gestione dei trasferimenti dei titoli. Le modalità applicative e le procedure per il trasferimento dei titoli sono state recentemente ridefinite con la Circolare AGEA n. 89117 del 21 novembre 2017, successivamente modificata dalle Circolari AGEA n. 98115 del 27 dicembre 2017 e n. 77912 del 5 ottobre 2018. Rispetto agli anni scorsi, la normativa sul trasferimento dei titoli è stata modificata solo in alcuni dettagli applicativi. Di seguito gli aspetti più salienti. Ferma restando la necessità della detenzione delle superfici da parte dell’agricoltore al 15 maggio 2019, i trasferimenti dei titoli possono essere eseguiti fino alla data ultima (anche tardiva) di presentazione della domanda unica 2019, quindi fino al 10 giugno 2019 ed, entro tale data, devono anche essere comunicati agli Organismi pagatori competenti per territorio. L’Organismo pagatore comunica il trasferimento ad AGEA, entro 5 giorni lavorativi. AGEA, competente alla tenuta del Registro nazionale titoli, convalida il trasferimento dei titoli entro i successivi 5 giorni lavorativi. Ai fini della decorrenza dell’efficacia del trasferimento titoli in una campagna piuttosto che nell’altra, occorre far riferimento alla data di rilascio/protocollazione della domanda di trasferimento titoli nel si-
stema informatico dell’Organismo pagatore rispetto alla data ultima di scadenza della domanda unica. Così, ad esempio, la domanda di trasferimento titoli protocollata in data 10 giugno 2019 produce effetti a partire dalla campagna 2019. Al contrario, la domanda di trasferimento titoli protocollata in data 20 giugno 2019 produce effetti a partire dalla campagna 2020.
Il requisito di agricoltore attivo
Una questione molto importante riguarda il possesso del requisito di “agricoltore attivo” ai fini del trasferimento dei titoli. Il cedente può anche non essere agricoltore attivo, ma il cessionario dev’essere in possesso del requisito di agricoltore attivo. Tale requisito dev’essere posseduto alla data di presentazione della domanda di trasferimento nel sistema informatico dell’Organismo pagatore competente. Questo vincolo non esiste nel caso di successione effettiva o anticipata: un erede può ricevere i titoli per successione, anche se non è agricoltore attivo.
Atto scritto e registrato
Il trasferimento dei titoli deve avvenire mediante atto scritto e registrato (risoluzione dell’Agenzia
delle Entrate n. 114 del 17 ottobre 2006), firmato dalle parti. La domanda di trasferimento dei titoli è presentata dall’agricoltore cessionario (ricevente) all’Organismo pagatore competente tramite il CAA o direttamente all’Organismo pagatore competente se l’agricoltore non è associato ad alcun CAA. La domanda di trasferimento deve contenere le informazioni riportate in un fac-simile di modello, predisposto appositamente da AGEA.
Debiti e trasferimento titoli
Ai fini del perfezionamento del trasferimento dei titoli, non devono sussistere debiti in capo al cedente. In presenza di un debito, la domanda di trasferimento non viene validata, quindi è annullata. Tuttavia, in presenza di un debito, il trasferimento può essere rilasciato limitatamente ai titoli il cui valore eccede l’importo del debito.
Le fattispecie di trasferimento
La Circolare AGEA n. 89117 del 21 novembre 2017 stabilisce con precisione le possibili fattispecie di trasferimento (tab. 2), con alcune novità rispetto alle precedenti disposizioni. La Circolare AGEA, per ciascuna fattispecie, indica i documenti che devono essere prodotti e allegati al fascicolo aziendale, ai fini del trasferimento. Ad esempio, la vendita dei titoli richiede due documenti: il contratto di trasferimento registrato con indicazione del numero identificativo dei titoli trasferiti e il modulo di comunicazione del trasferimento. La fusione di società richiede due documenti: la copia registrata dell’atto di fusione con indicazione del numero identificativo dei titoli e il modulo di comunicazione del trasferimento. Nella tabella della pagina accanto si riporta l’elenco delle fattispecie previste per il trasferimento dei titoli.
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CODICE FATTISPECIE MOVIMENTAZIONE TITOLI 1.0
Vendita di titoli
2.0
Affitto/comodato di titoli con terra e contratto di compartecipazione stagionale
2.1
Affitto/comodato di titoli senza terra - decurtazione valore titoli del 30% - art. 16 del DM n. 1420 del 26 febbraio 2015
2.2
Affitto con movimentazione a tre soggetti: proprietario dei titoli, proprietario della terra, affittuario di titoli e terra nei soli casi previsti
2.5
Risoluzione/recesso del contratto e rientro dei titoli
3.0
Successione anticipata
3.1
Successione anticipata - regime piccoli agricoltori
3.2
Successione effettiva
3.3
Successione effettiva - regime piccoli agricoltori
3.6
Scioglimento della comunione ereditaria
3.7
Scioglimento della comunione ereditaria - regime piccoli agricoltori
4.2
Trasformazione di forma societaria
4.3
Conferimento dei titoli in una società
4.4
Restituzione dei titoli dalla società al soggetto conferente
4.5
Conferimento di titoli ad una società dal soggetto affittuario di titoli
5.0
Scissione della società
6.0
Fusione della società
7.0
Restituzione volontaria dei titoli alla riserva nazionale
8.0
Annullamento della domanda di trasferimento titoli
9.0
Subentro in un contratto di affitto di titoli nella posizione del proprietario per vendita dell’azienda
9.1
Subentro in un contratto di affitto di titoli nella posizione del proprietario per successione effettiva
9.2
Subentro in un contratto di affitto di titoli nella posizione del proprietario per successione anticipata
9.3
Subentro in un contratto di affitto di titoli nella posizione del proprietario per trasformazione di forma societaria
9.4
Subentro in un contratto di affitto di titoli nella posizione del proprietario per scissione della società
9.5
Subentro in un contratto di affitto di titoli nella posizione del proprietario per fusione della società
10.0
Subentro in un contratto di affitto di titoli nella posizione dell’affittuario per vendita dell'azienda
10.1
Subentro in un contratto di affitto di titoli nella posizione dell’affittuario per successione effettiva
10.2
Subentro in un contratto di affitto di titoli nella posizione dell’affittuario per successione effettiva - regime dei piccoli agricoltori
10.3
Subentro in un contratto di affitto di titoli nella posizione dell'affittuario per successione anticipata
10.4
Subentro in un contratto di affitto di titoli nella posizione dell’affittuario per successione anticipata - regime dei piccoli agricoltori
10.5
Subentro in un contratto di affitto di titoli nella posizione dell’affittuario per trasformazione di forma societaria
10.6
Subentro in un contratto di affitto di titoli nella posizione dell’affittuario per scissione della società
10.7
Subentro in un contratto di affitto di titoli nella posizione dell’affittuario per fusione della società
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DOMANDA UNICA PAC
Assenso del cedente
Elemento indispensabile per la presentazione della domanda di trasferimento titoli è l’assenso del cedente al trasferimento. Si tratta di uno strumento indispensabile per la legittimità del trasferimento dei titoli a tutela degli agricoltori, poiché consente di non eseguire trasferimenti frutto di illeciti, che possono essere effettuati anche a totale insaputa degli imprenditori agricoli. L’assenso del cedente con indicazione obbligatoria della data di
J
acquisizione deve essere acquisito dal CAA. Non è richiesto l’assenso del cedente nei casi di successione mortis causa, subentro in un contratto di affitto, recesso di un contratto di affitto o rientro anticipato dei titoli. I titoli posso cambiare di valore, ma nulla può essere opposto ad AGEA. La Circolare AGEA n. 89117 del 21 novembre 2017 ricorda che, anche successivamente all’assegnazione dei titoli definitivi, è possibile eseguire ricalcoli del portafoglio titoli di singoli agricoltori a seguito di aggiornamenti puntuali dei dati di
riferimento, come previsto dall’art. 23 del Reg. 809/2014. I titoli, pertanto, possono subire delle rettifiche del loro numero e/o del valore. Inoltre, il Reg. 1307/2013 stabilisce che in alcuni casi tassativamente previsti è possibile eseguire una riduzione lineare del valore dei titoli. Alla luce di quanto sopra, la Circolare AGEA precisa che qualora i titoli oggetto di atti di trasferimento subiscano una variazione del numero e/o del valore in applicazione della normativa UE, nulla può essere opposto ad AGEA in tal senso.
ter beneficiare di pagamenti diretti. I CGO sono disposizioni riguardanti: l’ambiente; la sanità pubblica, la
salute delle piante e degli animali; l’igiene e il benessere degli animali. Le BCAA sono impegni minimi di carattere agronomico che hanno la finalità di: prevenire l’erosione del suolo; mantenere i livelli di sostanza organica nel suolo mediante opportune pratiche; mantenere la struttura del suolo; assicurare il livello minimo di mantenimento dell’habitat evitandone il deterioramento. Schematicamente gli obblighi di condizionalità sono riassunti nelle tabelle qui a destra. Ogni azienda, a seconda delle proprie caratteristiche, dovrà rispettare i criteri o le buone pratiche ad essa applicabili; ad esempio, un’azienda senza zootecnia non dovrà rispettare una serie di criteri di gestione che sono invece obbligatori per quella zootecnica.
La condizionalità
Tutti gli agricoltori che presentano la domanda di aiuto annuale, sia sul regime di pagamento unico sia per gli aiuti previsti dal PSR 20142020, devono rispettare la condizionalità. La condizionalità rappresenta, all’interno dell’Unione europea, l’insieme degli impegni obbligatori che gli agricoltori devono rispettare per l’accesso agli aiuti comunitari diretti. Sono gli impegni relativi alla sicurezza alimentare, all’ambiente, all’igiene e benessere degli animali e al corretto mantenimento dei terreni e degli elementi caratteristici del paesaggio. La condizionalità si applica attraverso un insieme di atti, chiamati Criteri di Gestione Obbligatori (CGO), e di norme, definite Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali (BCAA), che le aziende agricole devono rispettare per po-
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CRITERI DI GESTIONE OBBLIGATORI (CGO) CGO 1
Protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole
CGO 2
Conservazione degli uccelli selvatici
CGO 3
Conservazione degli habitat naturali, della flora e della fauna selvatiche
CGO 4
Procedure nel campo della sicurezza alimentare
CGO 5
Divieto di utilizzazione di talune sostanze ad azione ormonica, tireostatica e delle sostanze beta-agoniste nelle produzioni animali
CGO 6
Identificazione e registrazione dei suini
CGO 7
Identificazione e registrazione dei bovini ed etichettatura delle carni bovine e dei prodotti a base di carni bovine
CGO 8
Identificazione e registrazione degli ovini e dei caprini
CGO 9
Prevenzione, controllo ed eradicazione di alcune encefalopatie spongiformi trasmissibili
CGO 10
Immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari
CGO 11
Norme minime per la protezione dei vitelli
CGO 12
Norme minime per la protezione dei suini
CGO 13
Protezione degli animali negli allevamenti
BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE ED AMBIENTALI (BCAA) BCAA 1
Introduzione di fasce tampone lungo i corsi d’acqua
BCAA 2
Rispetto delle procedure di autorizzazione per l’utilizzo delle acque a fini di irrigazione
BCAA 3
Protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento
BCAA 4
Copertura minima del suolo per evitare la percolazione dei nutrienti
BCAA 5
Gestione minima delle terre per limitare l’erosione
BCAA 6
Mantenimento dei livelli di sostanza organica del suolo con pratiche adeguate e divieto di bruciare le stoppie
BCAA 7
Mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio, come siepi, filari, stagni, laghetti, boschetti, terrazze
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K
DOMANDA UNICA PAC Regime dei piccoli agricoltori
Il Regolamento UE 1307/2013 (artt. 60-65) ha previsto la possibilità di attivare un regime per i piccoli agricoltori, con un pagamento annuale forfettario che sostituisce tutti i pagamenti diretti (pagamento di base, pagamento per l’inverdimento, pagamento per i giovani agricoltori, sostegno accoppiato) Tale pagamento forfettario si applica soltanto agli agricoltori il cui pagamento arrivi all’importo massimo di 1.250 euro. L’adesione al regime dei piccoli agricoltori è stata possibile solo nel 2015, anno della riforma PAC. Da allora gli aderenti al regime dei piccoli agricoltori devono annualmente presentare domande di conferma annuale. Per tutta la durata della partecipazione al regime per i piccoli agricoltori, i beneficiari devono mantenere almeno un numero di ettari ammissibili corrispondente al numero di titoli, in proprietà o in affitto, detenuti nel 2015. Qualora non venga
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rispettato l’obbligo di mantenere lo stesso numero di ettari, l’agricoltore perde tutto il pagamento per la campagna per la quale è rimasto inadempiente. Il regime per i piccoli agricoltori è vantaggioso per un agricoltore che mantiene stabile la superficie aziendale. I titoli detenuti dagli agricoltori che partecipano al regime per i piccoli agricoltori non sono trasferibili, tranne che in caso di successione effettiva o anticipata. Gli eredi possono subentrare nel regime per i piccoli agricoltori per successione effettiva o anticipata, se ereditano tutti i titoli detenuti dall’agricoltore dal quale ricevono i titoli. Conseguentemente, nell’ambito del regime per i piccoli agricoltori, non è possibile dividere i titoli tra coeredi. Gli agricoltori che partecipano al regime hanno una serie di vantaggi: • sono esonerati dalle pratiche agricole del greening;
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la domanda di accesso al sostegno è più semplice; • la condizionalità e i controlli sono semplificati e non sono previste sanzioni; • possono detenere un fascicolo aziendale aggiornato in forma semplificata. Il termine per la presentazione della domanda unica 2019 è fissato al 15 maggio 2019. Gli importi spettanti al beneficiario per le domande presentate oltre tale data subiranno la penalità dell’1% per ogni giorno lavorativo di ritardo per un massimo di 25 giorni di calendario passati i quali le domande diventano irricevibili. •
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ECONOMICO
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Modificate le norme sugli aiuti di stato nel settore agricolo
AIUTI DE MINIMIS, AUMENTA IL MASSIMALE La Commissione europea, con Regolamento 2019/316, ha introdotto modifiche alle norme sui cosiddetti aiuti di Stato in “de minimis” nel settore agricolo, aumentando il massimale che le autorità nazionali possono utilizzare per il sostegno agli agricoltori senza l’approvazione preventiva della Commissione. Il tetto massimo dell’aiuto che può essere erogato ad un’azienda aumenta da 15.000 a 20.000 euro nell’arco di un triennio. L’importo complessivo degli aiuti “de minimis” concessi dallo Stato membro dell’Unione europea alle imprese agricole nell’arco di tre esercizi finanziari non può superare il limite nazionale, che per l’Italia è pari a 700.419.125 euro. Tale massimale è stato incrementato del 25%, passando dall’1 all’1,25% della produzione agricola annua di ogni
Paese nell’arco di un triennio. In deroga, uno Stato membro può decidere che l’importo degli aiuti “de minimis” aumenti fino a 25.000 euro per azienda agricola nell’arco di tre esercizi finanziari e il massimale nazionale fino all’1,50% della produzione agricola annua nazionale - ossia, per il nostro Paese, fino a 840.502.950 euro - purché la spesa dello Stato non superi il 50% del totale della dotazione nazionale destinata agli aiuti in un particolare settore. Per gli Stati membri che optano per il massimale più elevato, le nuove norme prevedono l’obbligo di dotarsi di un registro centrale nazionale per tenere traccia degli aiuti “de minimis” concessi. Il Regolamento, direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri, entra in vigore il 14 marzo 2019.
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ECONOMICO
Per valorizzare i cereali locali e garantire un prezzo equo ai produttori
FILIERA CEREALICOLA, I CONTRATTI PER IL 2019 Andamenti di mercato incerti e condizioni climatiche sempre più imprevedibili ed estreme inducono tutti gli attori delle filiere cerealicole a collaborare e a lavorare in sinergia per ottenere produzioni di qualità, rispettose del consumatore e dell’ambiente e che siano nel contempo remunerative per le imprese agricole. Anche per la campagna agraria 2019 l’Agenzia 4A di Coldiretti Cuneo e il Consorzio Agrario delle province del Nord-Ovest hanno stipulato interessanti opportunità contrattuali e commerciali per la cerealicoltura locale. Le filiere, che vedono la collaborazione attiva tra gli attori del territorio, sono un percorso imprescindibile e vincente, su cui Coldiretti punta per valorizzare le produzioni locali di qualità e garantire ai produttori prezzi più vantaggiosi rispetto al mercato.
I contratti di filiera per la nuova campagna cerealicola sono stati presentati a Fossano
Fare gruppo è importantissimo ed è altrettanto importante produrre materie prime sane, di qualità come richiede il mercato e il consumatore ed è qui che l’assistenza tecnica
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dell’Agenzia 4A di Coldiretti Cuneo riveste un ruolo prezioso e determinante. I nostri tecnici, capillarmente presenti sull’intero territorio provinciale,
Marzo | 2019
forniscono assistenza specialistica, “libera” da interessi economici, durante tutto il ciclo produttivo e collaborano direttamente con le imprese agricole associate svolgendo monitoraggi in campo, giornate formative e divulgative, campi sperimentali e prove con le tecnologie più moderne. Finito il ciclo produttivo è necessaria la corretta gestione e l’appropriata collocazione delle partite prodotte e qui entra in azione il Consorzio Agrario delle province del Nord-Ovest che, con le proprie agenzie capillarmente presenti sul territorio provinciale e regionale e le interessanti proposte commerciali, assume un fondamentale ruolo strategico. Il Consorzio Agrario, oltre a fornire mezzi tecnici di qualità, propone ai clienti dell’Agenzia 4A l’acquisto collettivo, interessante formula volta al risparmio nell’acquisizione dei mezzi tecnici, e contribuisce alla copertura della spesa assicurativa delle colture relativa a grandine e vento forte. Per la campagna cerealicola 2019, Coldiretti Cuneo e Consorzio Agrario hanno presentato le opportunità
DAVICCO SEBASTIANO
tecniche, contrattuali e commerciali al “Giardino dei Tigli” di Cussanio, a Fossano, il 28 febbraio. Nella fattispecie sono stati presentati i contratti: mais qualità per il mangimificio; mais convenzionale; soia qualità; girasole alto oleico. Restano validi per il 2019 i contratti
di filiera cerealicoli riguardanti il frumento tenero - che interessa una superficie complessiva di quasi 1.800 ettari coltivati a grano di forza, Ovalo e Graindor - l’orzo, per un totale di oltre 125 ettari, e le coltivazioni in rilancio di favino e pisello proteico.
IL RILANCIO DEL MAIS Attraverso l’Agenzia 4A, Coldiretti collabora con il Consorzio Agrario per la stipula di un contratto specifico per il mais con l’obiettivo di dare valore ad una produzione storicamente rilevante per le nostre aziende agricole, ma sempre meno tutelata dai mercati. Alla luce delle grandi difficoltà riscontrate alla semina delle colture autunno-vernine, con frumento e orzo che hanno fatto registrare una caduta del 20% rispetto alla scorsa annata, il mais potrebbe tornare coltura centrale per molte delle nostre aziende.
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FORMAZIONE
Lezioni con docenti d’eccezione e visite aziendali in Emilia-Romagna
FORMAZIONE SUL NOCE, OPPORTUNITÀ DI CRESCITA Grande interesse e partecipazione per il corso sul noce organizzato da INIPA Nord-Ovest nell’ambito di “Fruttijob”, con il finanziamento della Fondazione CRC. Il corso formativo, gratuito per i partecipanti, ha fornito nozioni tecniche sulla coltivazione e sulla gestione dei moderni impianti di noce, che può rappresentare una nuova opportunità per le aziende agricole della Granda, soprattutto se situate in aree poco soggette alle gelate primaverili. Molti gli agricoltori hanno partecipato, alcuni dei quali interessati a valutare l’introduzione di questa coltivazione, altri che hanno già effettuato impianti a fine annata 2018. Le due giornate di lezioni, intense ma ben strutturate, sono state ripartite tra aula e campo, presso la sede
Coldiretti di Fossano e l’azienda agricola Casale, che conta circa 30 ettari di noceto. Di grande caratura i docenti. Il dott. agr. Eugenio Cozzolino ha formato gli agricoltori sulla moderna nocicoltura, che viene effettuata con
prima
cultivar frutto della ricerca californiana, caratterizzate dalla fruttificazione laterale, fattore che rende queste piante ben più produttive delle varietà europee diffuse sul nostro territorio. In campo, gli agricoltori hanno confrontato le diverse tipologie di materiale vivaistico e hanno imparato le tecniche di potatura nei primi anni di età per rendere più produttive le piante. Il dott. Giovanbattista Sorrenti dell’Università di Bologna e il dott. Luca Fagioli del Consorzio agrario di Ravenna hanno illustrato le esperienze di coltivazione romagnole, concentrandosi sulla delicatissima fase di raccolta, realizzata meccanicamente. Si è discusso di difesa fitosanitaria del noce - molto simile, per impegno e impostazione, a quella del meleto - e del bilancio economico di un moderno noceto,
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con considerazioni circa le rese e gli altissimi costi di meccanizzazione, difficilmente ammortizzabili in impianti di piccole dimensioni. Dopo le lezioni, le visite aziendali in Emilia-Romagna: i partecipanti al corso hanno conosciuto l’azienda New Factor, una delle più grandi realtà italiane nella lavorazione di frutta secca, che conta anche 120 ettari a noceto, e il gruppo Agrintesa, cooperativa frutticola con 4000 soci, una decina dei quali ha deciso di investire sul noce come alternativa alle colture in crisi come il pesco. La filiera ad oggi conta circa 300 ettari di noce, con concrete opportunità di crescita, considerando che in Italia il consumo di noci è nettamente superiore alla produzione nazionale. La filiera visitata è stata finanziata dal PSR regionale per la realizzazione di un centro di raccolta e prima lavorazione (smallatura ed essiccazione), l’acquisto di macchine e la realizzazione di una rete tecnica per la consulenza ai soci. Tutto ciò ha consentito di difendere i prezzi nell’ultima, difficile annata: mentre il prodotto di origine californiana veniva remunerato 2,5-3 €/
kg, il prodotto di filiera ha realizzato circa 4 €/kg per i produttori emiliano-romagnoli. I nostri imprenditori agricoli si sono avvicinati ad una realtà di grande interesse che ha investito sulla collaborazione tra aziende agricole per gestire le macchine, la prima lavorazione del prodotto e la vendita: l’individualità, già sperimentata in zona, si è rivelata fallimentare sia per i costi eccessivi sia per l’impossibilità di vendere il prodotto a prezzi remunerativi. Infine i corsisti, ospiti dell’azienda
Vasche prefabbricate in cemento armato Vasche prefabbricate in cemento armato Cabine elettriche prefabbricate in cemento Cabine elettriche prefabbricate in cemento Pannelli per recinzione e di contenimento Pannelli per recinzione e di contenimento
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cooperativa Caci di Imola, hanno visitato noceti di 9-12 anni di età e si sono confrontati con i colleghi romagnoli circa la gestione di potatura meccanica, irrigazioni, trattamenti fitosanitari e raccolta.
I corsi Fruttijob proseguono a marzo con la potatura del nocciolo e la conservazione e valorizzazione della frutta. Per maggiori informazioni contattate i nostri Uffici Zona.
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CAMPAGNA AMICA
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Il Consorzio rappresenta 190 aziende cuneesi dedite alla vendita diretta
FATTORIA AMICA, IL NUOVO PRESIDENTE È PAOLO SAPPA Il 21 gennaio l’Assemblea del Consorzio Fattoria Amica si è riunita per eleggere i propri consiglieri. Il neo Consiglio, il 4 febbraio, ha provveduto all’elezione del Presidente e dei Vice Presidenti che guideranno l’Associazione per i prossimi quattro anni. A ricoprire l’incarico di Presidente è Paolo Sappa, imprenditore agricolo di Garessio, titolare di una realtà agricola multifunzionale ad indirizzo zootecnico e orticolo. Sappa sarà coadiuvato da due Vice Presidenti: Antonella Franchini, cotitolare dell’azienda florovivaistica Ferrero di Racconigi, e Giulio Mellano, titolare dell’azienda frutticola MGGranda di Lagnasco. Il consorzio Fattoria Amica rappresenta 190 aziende cuneesi che si dedicano alla vendita diretta ma, soprattutto, imprese che hanno formalizzato il loro impegno quotidiano nella promozione e nella valorizzazione del territorio e dell’agricoltura cuneese. “Accolgo con passione la nomina - commenta il neo Presidente - perché credo fermamente nel progetto portato avanti da Coldiretti e nella forza che, come aziende agricole, possiamo avere nel presentarci direttamente ai cittadini consumatori,
Oltre al Presidente e ai Vice Presidenti, fanno parte del Consiglio Fattoria Amica: • Flavio Molino e Monia Rullo per la zona di Alba • Giuseppe Buttieri per la zona di Bra • Patrizia Bellini per la zona di Ceva • Giuliana Ceaglio, Elvis Dalmasso, Edoardo Donadio e Milena Dutto per la zona di Cuneo • Raffaele Tortalla per la zona di Fossano • Mauro Musso per la zona di Mondovì • Giacomo Ballari e Giovanni Mellano per la zona di Saluzzo
Paolo Sappa, al centro, con Antonella Franchini e Giulio Mellano
mettendo in luce le nostre tante peculiarità e ricevendo la giusta gratificazione per il nostro lavoro”. “Sento, però, anche forte la responsabilità - continua Sappa - di rappresentare un gruppo di aziende che negli anni ha saputo crescere ed innovarsi. Se questo è stato possibile, un ringraziamento sentito va rivolto al Presidente uscente Giacomo Ballari e a tutti i Consiglieri che hanno avuto un ruolo attivo nell’Associazione in questi anni. Con capacità e lungimiranza, hanno fatto sì che la vendita diretta diventasse una possibilità concreta per tante aziende e un punto di riferimento
IL NUOVO CONSIGLIO
ELLA NOSTRA RETE, CAMPAGNA AMICA
per tanti consumatori. Spero che, lavorando tutti insieme, si possano creare e concretizzare ancora molte opportunità in futuro”.
Il percorso di Fattoria Amica, oggi confluito nella più ampia progettualità di Campagna Amica, rappresenta un esempio virtuoso a cui dobbiamo guardare per rispondere in modo puntuale e concreto alla crescente domanda dei consumatori in termini di qualità, salubrità e sicurezza.
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CAMPAGNA AMICA
Bimbi all’opera con gli Agrichef per preparare le risole
CUNEO, DOLCI DI CARNEVALE AL MERCATO CAMPAGNA AMICA In occasione del Carnevale, sabato 2 marzo il mercato di Campagna Amica Coldiretti a Cuneo è stato animato dagli Agrichef Terranostra. In piazza della Costituzione, con la collaborazione dell’agriturismo ‘l Perol di Moiola, i bambini hanno avuto modo di cimentarsi in un laboratorio del gusto, con protagonisti i colori e i profumi del Carnevale e il dolce prinicipe della nostra tradizione, le risole. Inoltre, è proseguita sul mercato la raccolta firme “Eat Original - Scegli l’origine!” per chiedere alla Commissione europea di agire sul fronte della trasparenza e dell’informazione al consumatore. In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo dell’etichettatura d’origine esteso a tutti i prodotti agroalimentari. È una battaglia che portiamo avanti a tutela di produttori agricoli e
consumatori, nell’interesse comune di poter scegliere in trasparenza il vero Made in Italy. Le attività proposte a Cuneo al mercato di Campagna Amica, oltre che un invito alla conoscenza e al consumo delle eccellenze 100% italiane, per
i visitatori è stata un’ottima occasione per scoprire i progetti e le iniziative messi in campo da Coldiretti e Campagna Amica, come la vendita diretta delle produzioni locali e l’educazione dei cittadini ad un consumo sano, attento e consapevole.
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MOVIMENTI
Attività, riflessioni e nuovi stimoli promossi da Donne Impresa Piemonte
PERCORSO FORMATIVO SULLA LEADERSHIP AL FEMMINILE Si è svolto a febbraio un percorso di formazione per Donne Impresa Piemonte che ha visto impegnate numerose imprenditrici, alcune provenienti dalla nostra provincia, nel percorso “Leadership al femminile e scenari economici”. Lavorare in team, saper gestire il tempo, organizzare un discorso ed affrontare una platea, utilizzare il digital marketing come strumento di promozione: tante le tematiche che sono state affrontate, oltre ai progetti di filiera messi in campo da Coldiretti Piemonte. “Sulla scia della progettualità che già molte di noi hanno portato avanti in sede nazionale l’anno scorso, abbiamo voluto dare continuità ed organizzare un percorso formativo territoriale - spiega Silvia Beccaria Responsabile regionale Donne Impresa - al fine di avviare
e consolidare il nuovo Coordinamento regionale, aumentare la consapevolezza e la leadership per
diventare un gruppo coeso capace di affrontare le sfide dell’attuale panorama socio-economico”.
DONNE IMPRESA CUNEO RINNOVA LE CARICHE Da inizio marzo si stanno svolgendo gli incontri nelle diverse Zone, con il coinvolgimento delle oltre 5.000 imprenditrici agricole della provincia di Cuneo e la designazione delle componenti del Forum provinciale Donne Impresa. Gli incontri sono stati occasione per
fare il punto sulle novità apportate dalla Legge finanziaria 2019 e sugli scenari socio-economici messi in atto da Coldiretti sui progetti di filiera. Inoltre, sono state raccolte le firme per la campagna “Stop cibo anonimo” a sostegno di una normativa
comunitaria che imponga l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli ingredienti di tutti gli alimenti. A conclusione degli incontri, il Forum provinciale si riunirà per eleggere il nuovo Coordinamento che, al suo interno, nominerà la Responsabile provinciale e le due Vice.
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Due corsi organizzati da INIPA Nord-Ovest e Donne Impresa Cuneo
INFORMATICA E WEB PROTAGONISTI IN AGRICOLTURA Con Donne Impresa si torna a scuola: a chiederlo un gruppo di imprenditrici agricole di Revello che, a Saluzzo presso lo CNOSFAP, stanno frequentando un corso di informatica applicata alla gestione dell’azienda agricola. La progressiva digitalizzazione degli adempimenti amministrativi e fiscali e la globalizzazione dei mercati hanno reso necessario intraprendere percorsi di informatizzazione per ottimizzare la gestione economico-amministrativa dell’azienda agricola, sia per rispetto della normativa che per economicità ed efficienza del lavoro. Diventa, quindi, prioritario per gli imprenditori agricoli saper utilizzare gli strumenti informatici a disposizione e possedere le competenze per gestire correttamente il passaggio alla fatturazione
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elettronica, la gestione della posta elettronica certificata, il rapporto con la Pubblica Amministrazione, le istituzioni e in generale il mercato globale. In contemporanea a Fossano,
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presso il Dama Hotel, un altro gruppo di imprenditrici della provincia di Cuneo sta frequentando un corso di e-commerce. Il percorso formativo in questo caso è finalizzato a far acquisire agli allievi le conoscenze base di una comunicazione efficace sui canali che il web mette a disposizione. In particolare, sono fornite le competenze per utilizzare in modo corretto e strategico i social media, le relative campagne pubblicitarie e un sito web e-commerce. “Si tratta di interessanti opportunità per le nostre imprese - afferma Silvia Viazzi, Responsabile provinciale Donne Impresa -, l’informatica e la promozione online sono aspetti importanti che accompagnano sempre più la vita delle nostre aziende agricole”.
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MOVIMENTI
La formazione nutre la crescita imprenditoriale giovanile del territorio
GIOVANI: LA FORZA DEL GRUPPO E GLI SCENARI ECONOMICI A febbraio una nuova opportunità formativa targata Giovani Impresa di Coldiretti Piemonte ha visto impegnati a Torino in due appuntamenti i delegati, le segreterie e numerosi imprenditori nel percorso “La forza del gruppo e gli scenari economici”. Tante le tematiche affrontate, dalla rappresentanza alla forza di lavorare in squadra, dall’organizzazione di un incontro alla gestione della platea fino allo sviluppo della creatività, oltre agli scenari socio-economici in cui Coldiretti Piemonte mette in atto i suoi progetti di filiera. “Essere imprenditori significa avere una serie di competenze a 360 gradi - ha spiegato Danilo Merlo, Delegato regionale Giovani Impresa -. Per questo vogliamo fornire gli strumenti corretti al fine di saper
affrontare le sfide sempre crescenti del settore. Avviare e consolidare il nuovo Comitato, accompagnare nella crescita i suoi componenti e
sostenere le idee imprenditoriali sono gli obiettivi alla base di questo percorso, unitamente a creare un gruppo coeso”.
OSCAR GREEN, ISCRIZIONI ENTRO IL 18 MARZO C’è tempo fino al 18 marzo per iscriversi a Oscar Green 2019, il concorso di Coldiretti Giovani Impresa che ogni anno premia i progetti più innovativi dei giovani in agricoltura. Sei le categorie di concorso: Impresa 4.Terra, Campagna Amica, Sostenibilità, Fare Rete, Noi per il sociale, Creatività. Per maggiori informazioni e iscrizioni, contattare i referenti Giovani Impresa di Zona o la Segreteria provinciale (0171 447245).
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Tante le attività dell’Associazione Pensionati in programma
PENSIONATI A CONFRONTO NEL PRIMO CONSIGLIO Il 20 febbraio si è riunito il nuovo Consiglio Pensionati per programmare le attività del 2019 e fare il punto sulle problematiche che il mondo agricolo sta affrontando. All’incontro è intervenuto il nostro Direttore Tino Arosio, che ha puntato sulla necessità di lavorare per costruire nuovi contratti di filiera capaci di garantire alle imprese prezzi equi. Il Vice Direttore Lauro Pelazza e il Direttore del Patronato Epaca Roberto Bianco hanno presentato le principali novità per il comparto agricolo introdotte dalla Legge di Bilancio 2019 in ambito fiscale, economico, giuslavoristico e previdenziale. A seguire è intervenuta la Segretaria Laura Occelli con un breve report sulle attività proposte a livello regionale, tra cui la Giornata regionale del Pensionato che quest’anno vedrà protagonista
la Liguria tra fine maggio e inizio giugno e le proposte di viaggio in Valtellina e nel Cilento. È stata anche valutata la possibilità di ripetere la Festa provinciale ad Entracque presso Real Park, indicativamente la terza settimana di giugno.
In chiusura, il Presidente Dino Ambrogio ha ringraziato per la numerosa e attiva partecipazione, rimandando ad un prossimo incontro ad aprile la definizione di altre attività, come un ciclo di incontri dedicati ai pensionati per il prossimo autunno/inverno.
Nuova proposta per la primavera
PENSIONATI, VIAGGIO IN VALTELLINA Un viaggio dal 5 al 7 aprile alla scoperta di Chiavenna, con i “crotti” tipici della zona, Teglio, patria dei famosi pizzoccheri, e Livigno, il “piccolo Tibet” della Valtellina, oggi una delle località più glamour delle Alpi. La quota di partecipazione, di 399 euro (minimo 25 persone) o 370 euro (minimo 35 persone), prevede il trasferimento in pullman Gran Turismo, trattamento di mezza
pensione in hotel 3 stelle, pranzo in ristorante tipico a Chiavenna e Teglio e relative visite guidate, visita e degustazione in una cantina vitivinicola locale, assicurazione e accompagnatore dell’agenzia. Per richiedere il programma dettagliato, contattare gli Uffici Zona Coldiretti o la Segreteria provinciale Pensionati (0171 447280). C’è tempo fino al 15 marzo.
BALLANDO LE CUPOLE L’Associazione regionale Pensionati propone una serata all’insegna della convivialità con “Ballando le Cupole” in diretta dal salone delle feste “Le Cupole” di Cavallermaggiore. Presenta Sonia De Castelli con la grande orchestra dei Roeri. L’appuntamento è per martedì 30 aprile alle ore 20,30 e la quota di partecipazione comprensiva di cena e musica è di 28 euro a persona (con almeno 25 partecipanti). Su richiesta verrà valutato il trasferimento in pullman. Le adesioni dovranno pervenire entro il 29 marzo alla Segreteria Pensionati (0171 447280), fino ad esaurimento posti.
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EVENTI
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La 38esima edizione va in scena da giovedì 14 a domenica 17 marzo
MECCANIZZAZIONE AGRICOLA, FIERA NAZIONALE AL VIA Si inaugurerà giovedì 14 marzo alle ore 11 la Fiera nazionale della Meccanizzazione agricola. Fino a domenica 17 marzo Savigliano sarà la capitale dell’innovazione, dell’internazionalizzazione e della digitalizzazione nel comparto dei macchinari agricoli. Giunta alla 38esima edizione, la Fiera, che lo scorso anno ha fatto registrare 50.000 presenze, si conferma come il più importante appuntamento con l’innovazione applicata all’agricoltura del Nord-Ovest. Al centro della quattro giorni saviglianese, le applicazioni e i benefici delle nuove tecnologie come strumento per tutelare i terreni e la qualità dei raccolti. Ricco e variegato il panorama di prodotti e servizi proposti dai costruttori, dai concessionari e dalle molte aziende che hanno confermato la loro presenza. In totale 850 stand distribuiti su 49.000 metri quadri di area espositiva a Borgo Marene. Confermata anche quest’anno l’area coperta EcoTech, il padiglione dedicato alle soluzioni ecologiche, che racchiude le opportunità offerte dalle energie rinnovabili e dall’efficienza energetica. Per il nono anno consecutivo verranno riproposti gli incontri business to business, che da sempre riscuotono grande interesse e partecipazione. Infine, la Fiera offrirà occasioni di approfondimento sulle più recenti novità del settore. Anche quest’anno, infatti, torna il padiglione Agrime-
dia, dedicato a incontri multimediali dove innovazione e agricoltura sono protagoniste di meeting specializzati incentrati su tematiche di attualità e di interesse per il pubblico, come quello di Coldiretti Cuneo di cui
CONTRATTI DI FILIERA, IL CONVEGNO COLDIRETTI IN FIERA In occasione della Fiera, Coldiretti Cuneo organizza un convegno dedicato ai contratti di filiera, in quanto concreta opportunità di giusta remunerazione del prodotto agricolo, necessaria agli imprenditori per investire nello sviluppo aziendale. L’appuntamento in Fiera a Savigliano è per venerdì 15 marzo, dalle ore 10 alle 11.30, presso il padiglione Agrimedia. Al convegno, dal titolo “I contratti di filiera, strumento per le imprese e per il vero Made in Italy”, intervengono: • Roberto Moncalvo, Presidente Coldiretti Piemonte • Franco Ramello, Responsabile Area economica Coldiretti Cuneo • Antonio Gai, Presidente Consorzio Agrario Nord-Ovest • Raffaele Tortalla, Presidente Coop. Compral Latte Modererà l’incontro Tino Arosio, Direttore di Coldiretti Cuneo.
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trovate maggiori informazioni nel riquadro a lato. L’ingresso alla Fiera, che quest’anno avverrà attraverso una struttura coperta in via Alba, è libero e gratuito dalle 9 alle 19.
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EVENTI
Dove trovarli alla Fiera della Meccanizzazione agricola
I NOSTRI INSERZIONISTI PRESENTI IN FIERA Ringraziamo tutti gli inserzionisti che trovate su questo numero de Il Coltivatore Cuneese perché, con la loro presenza alla Fiera di Savigliano, alimentano la filiera della meccanizzazione agricola in Italia e nel mondo. Di seguito, l’elenco delle aziende in ordine alfabetico con indicazione dell’area e degli stand in cui trovarle in Fiera.
AREA SCOPERTA A-Z TRADE Import-Export S.r.l. Siloforce: sistemi e plastiche agricole per l’insilamento e la fienagione STAND n. G 43-45
ABBÀ S.n.c. Gruppi irroranti e diserbanti, barre meccaniche e idrauliche, barra manica aria, pompe per sollevamento acqua, carriole per giardinaggio e hobbistica ugelli, filtri e accessori STAND n. N 22-24 / P 21-23
AGRICINQUE GRUPPO RACCA Trattori e mietitrebbie Caseih, Harcob, macchine agricole, Poettinger, Vaderstad, Kougskilde STAND n. B 10-12-14-16-18-20-22-2426-28-30-32-34-36-38-40-42-44-4648-50-52-54-56-58
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morchi tipo Dumper, rimorchi spandiletame, carri botte, tutte le macchine con nuove omologazioni europee a 1, 2, 3 e 4 assi fino a 400 q.li, carri miscelatori tipo Unifeed trainati e semoventi, moto spazzole, macchine multifunzionali per stalle, trinciatrici posteriori, frontali, laterali e bracci decespugliatori STAND n. H 1-3-5-7-9-11-13-15-17-19 / G 2-4-6-8-10-12-14-16-18-20
AMBROGIO S.a.s di Ambrogio Giuseppe & C. Carri miscelatori semoventi e trainati, impianti zootecnici, nastri trasportatori STAND n. A 14-16 / B 13-15-17-19
AMPARORE F.lli S.n.c. Portoni zincati per stalle e capannoni, gabbiette, ministalle per vitelli, finestre zincate, cancelli scorrevoli e recinzioni zincate STAND n. F 22-24
ARIAUDO MARIO & C. S.n.c. Realizzazione strutture agricole e industriali, porcilaie, grigliati, interni stalla, fosse stoccaggio liquami, consegna calcestruzzo preconfezionato da impianto certificato STAND n. M 16
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BALFOR S.r.l. di Ballario e Forestello Spaccalegna, spacca tronchi, seghe a nastro e circolari combinate, impianti automatici per legna da ardere STAND n. E 35-37-39
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Dal 12 al 14 aprile un weekend all’insegna di fiori e frutti
APRILE, TEMPO DI FRUTTINFIORE A LAGNASCO Dal 12 al 14 aprile torna a Lagnasco Fruttinfiore, la manifestazione dedicata alla migliore produzione frutticola locale, che ogni anno attira oltre 40.000 visitatori da tutto il Piemonte. Giunta alla 17esima edizione, la fiera nazionale si conferma un appuntamento irrinunciabile per chi vuole vivere una “full immersion” nel mondo della frutta e scoprire le ricchezze alimentari e culturali del nostro territorio.
Fruttinfiore è un mix di tradizione e innovazione, la dimostrazione di come le realtà locali siano state capaci di evolversi, trasformando le antiche tradizioni nella moderna frutticoltura, senza abbandonare i valori legati indissolubilmente al territorio.
STAO e mercatino
È confermato il format sperimentato con successo nelle scorse edizio-
Lagnasco, capitale della frutticoltura piemontese, accoglie un connubio perfetto per valorizzare i propri prodotti sotto l’aspetto economico, culturale e territoriale. Si annunciano tre giorni di intensi appuntamenti tra operatori agricoli e industriali, un’occasione di aggiornamento e confronto per garantire lo sviluppo dell’economia agroalimentare.
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ni: immancabile, come sempre, il Salone delle Tecnologie Applicate all’Ortofrutticoltura (STAO), dove aziende nazionali e internazionali proporranno il meglio della strumentazione tecnologica in ambito frutticolo con prodotti competitivi e all’avanguardia. Venerdì 12 aprile, alle 17, lo STAO ospiterà l’inaugurazione ufficiale di Fruttinfiore con il tradizionale taglio del nastro sul piazzale Asprofrut, cui seguirà la consegna del Premio Fruttinfiore, assegnato ad un personaggio pubblico che abbia dedicato il proprio lavoro e le proprie energie alla promozione e divulgazione della frutticoltura e del territorio. Come da tradizione, verrà anche consegnato un riconoscimento particolare a tutti gli ottantenni lagnaschesi impegnati in agricoltura. Il mercatino, che ospiterà nume-
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rose aziende locali, si riconferma la vetrina dedicata alle eccellenze ortofrutticole ed enogastronomiche del territorio.
Fruttinpiazza
In Piazza Umberto I verrà riproposto “Fruttinpiazza”, spazio dedicato agli appuntamenti per il grande pubblico con spettacoli musicali, laboratori, workshop, showcooking e l’area “Melagorà” dedicata alla celebrazione della mela. Qui il pubblico avrà la possibilità di conoscere da vicino, attraverso immagini, fotografie e video, l’intero percorso della mela dalla raccolta alla commercializzazione, passando attraverso la lavorazione, la conservazione, il confezionamento e la trasformazione. Al termine del percorso espositivo sarà possibile acquistare e degustare mele, polpe, succhi, nonché le frittelle preparate dai volontari della Pro Loco, rigorosamente a base di mele di Lagnasco.
Percorso Fruttintavola
Visto il grande successo delle passate edizioni torna, con ingresso da Piazza Umberto I, “Fruttintavola”, il percorso gastronomico di degustazione che celebra la frutta a tavola, tra piatti tradizionali e gustose ricette innovative. Questo percorso, aperto sabato 13 e domenica 14 dalle 10 alle 23, lo scorso anno ha visto più di 13.000 piatti venduti in due giorni. Insieme alla frutta saranno proposti piatti a base di prosciutto Crudo Cuneo DOP, formaggi piemontesi DOP, tagliatelle e agnolotti, grigliate di carne ed hamburger con carne rigorosamente piemontese, lumache, fritto di pesce, dolci, gelati e altre specialità del territorio.
Fruttinfiore Aromatica
Fruttinfiore si conferma un’ottima occasione per visitare il Castello di Lagnasco, splendido esempio di architettura tardo-medioevale e rinascimentale, grazie alle visite guidate (a pagamento), oltre che per
ammirare i suoi bellissimi giardini. Sabato 13 aprile è in programma uno spettacolo serale nelle sale del Castello. La novità del 2019 è “Fruttinfiore Aromatica”, un’area dedicata alle piante aromatiche, alle spezie e ai prodotti da esse derivati. Una cornice prestigiosa e suggestiva nei cortili esterni che già ospitano il Giardino delle Essenze. In collaborazione con la Facoltà di Tecniche erboristiche dell’Università degli Studi di Torino, sarà allestita una tisaneria all’interno della quale i visitatori potranno degustare le tisane preparate con le erbe del Giardino delle Essenze.
Attività collaterali
Confermate, le attività collaterali: convegni, bancarelle ricche di curiosità, fuochi d’artificio e, per tutti gli appassionati di passeggiate, la “Camminata tra i frutteti in fiore”, camminata non competitiva tra le campagne lagnaschesi che si svolgerà domenica 14 aprile con partenza dal piazzale Asprofrut e arrivo in piazza Umberto I.
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CONSULENZA AGRONOMICA
A cura dei tecnici dell’Agenzia 4A di Coldiretti Cuneo
MARZO: CURIOSITÀ, METEO E OPERAZIONI COLTURALI Il mese di marzo racchiude al proprio interno molte tradizioni ed eventi unici.Per gli antichi romani era il primo mese dell’anno. Marzo deve il suo nome alla cultura latina e al culto del dio pagano Marte (Martius), divinità del raccolto primaverile e della guerra. Proprio per questo motivo la maggior parte delle guerre nell’antichità iniziavano in marzo e così pure le attività. Sul calendario moderno, marzo sancisce l’inizio della primavera e l’inizio delle attività della campagna agraria. Tra le ricorrenze del mese di marzo, la Giornata internazionale della Donna, che si celebra l’8 marzo, e la Festa del Papà, che si celebra il 19 marzo. Essendo l’inizio di primavera molto spesso altalenante dal punto di
In ottemperanza a quanto disposto dal Decreto 22 gennaio 2014 (PAN), punto A.7.2 “Difesa integrata obbligatoria”
vista climatico, la cultura popolare ha reso proverbiale l’instabilità di questo mese: marzo pazzerello, vedi il sole e prendi l’ombrello. Il meteo si presenterà con temperature in media con il periodo e precipitazioni sparse. Di seguito uno sguardo alle operazioni colturali del mese.
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CEREALI
Inizia la fase dell’accestimento delle colture autunno-vernine. In questa fase valutare con attenzione le concimazioni azotate di copertura. Verso fine mese, solo con condizioni pedo-climatiche favorevoli, valutare interventi di diserbo di post emergenza, eventuali fungicidi e, dove necessario, nanizzanti.
FRUTTA
Terminate le operazioni di potatura, cauterizzare le ferite mediante l’utilizzo di rame o pasta cicatrizzante. Sulle drupacee si consiglia di intervenire alla rottura delle gemme con un fungicida utile a contenere la bolla e/o il corineo. Su tutte le specie frutticole verificare la presenza di cocciniglie. Sia sulle drupacee che sulle pomacee
è utile, durante la fioritura, introdurre api nel frutteto per migliorare la fecondazione dei frutti. Nei frutteti colpiti da scolitidi, posizionare e controllare per tutto il mese le trappole per la cattura massiva.
NOCCIOLO E CASTAGNO In questa fase fenologica non sono necessari interventi fitosanitari. Su castagno monitorare con le trappole la presenza degli scolitidi e, se necessario, intervenire nel periodo delle maggiori catture con olio bianco minerale.
ORTICOLE Porre attenzione alle strutture chiuse: mantenere un corretto arieggiamento nei tunnel, in particolare sugli ortaggi a foglia,
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evita problemi di peronospora e marciumi in genere. Con condizioni favorevoli del terreno procedere alla semina delle cipolle ed eventualmente effettuare le prime lavorazioni del terreno sulle colture seminate in autunno (ad esempio, piselli e aglio).
PICCOLI FRUTTI
Su mirtillo proseguire con la potatura e controllare la presenza di cocciniglia. Su fragola unifera procedere con la pulizia delle piante. Su fragola rifiorente è già possibile iniziare con il trapianto delle nuove piante.
VITE
Ultimare la potatura e sistemare pali e fili dei filari per iniziare la legatura dei tralci. Attendere condizioni migliori per iniziare la trinciatura del legno di potatura.
LA COLTURA DEL MESE: GELSO Il gelso è una pianta della famiglia delle Moraceae, da cui prende il nome per il suo frutto, le more del gelso per l’appunto. Il rimando al colore “nero” del nome è legato al fatto che alcune varietà presentano frutti di colore scuro. Il frutto del gelso è in realtà un’infruttescenza, chiamata “sorosio”, costituita da tanti piccoli frutti accostati su uno stelo centrale. Le piante del gelso vengono e venivano coltivate per diversi scopi. Innanzitutto per i frutti, che possono presentarsi di colore nero,
bianco o rosso e sono commestibili freschi ed essiccati. Oltre al consumo vengono utilizzati in erboristeria e per la produzione di cosmetici naturali. Il gelso è anche coltivato per le
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foglie. Si tratta dell’uso più comune in passato per l’allevamento dei bachi da seta per la produzione del pregiato tessuto. Questa pianta per molte aziende ha rappresentato parte integrante del reddito aziendale; per questo motivo è ancora comune trovarla nelle campagne. Il gelso è anche coltivato nei giardini come pianta ornamentale. Infine è coltivato per il legno: dal gelso si ricava un legno facilmente lavorabile e malleabile, soprattutto per la fabbricazione di cesti e simili.
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NATURA CURIOSA
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MANDRAGORA, LA LEGGENDA DELLA “PIANTA-UOMO” La tassonomia è la disciplina che classifica gli esseri viventi. Il padre della moderna scienza tassonomica è lo svedese Carlo Linneo (nella foto accanto), vissuto dal 1707 al 1778, che nel 1753 pubblicò Species Plantarum in cui nominava in modo inequivocabile ogni minerale, vegetale e animale conosciuto all’epoca. Da allora la classificazione degli esseri viventi si è evoluta, ma il concetto di Regno, ovvero del gruppo tassonomico più elevato, introdotto dallo stesso Linneo, è stato condiviso da tutte le successive classificazioni, fino a quando nel 1977 Carl Woese (1928-2012) ha introdotto il concetto di Dominio. Già nel 1735 nel trattato Systema Naturae il botanico svedese proponeva l’esistenza, oltre che del Regno minerale, di altri due
Regni, quelli vegetale e animale, che ancora oggi raggruppano organismi con caratteristiche ben definite dal punto di vista morfologico (proprietà delle cellule che costituiscono i loro tessuti) e del loro metabolismo. Curioso è il caso della Mandragora, poiché fin dal Medioevo veniva
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ritenuta un organismo ibrido fra pianta e uomo. Il vegetale appartiene alla famiglia delle Solanacee, nome derivante dal composto alcaloide Solanina, contenuto nei tessuti e nei frutti acerbi di molte sue specie, tra cui la patata e la melanzana. Del genere Mandragora (dal persiano mardum-gia ovvero “erba dell’uomo”) si annoverano due specie, la M. officinalis e la M. autumnalis. La Mandragora fiorisce in autunno e presenta fiori di colore blu tenue. Le foglie sono di medie dimensioni, allungate e tendenti all’ovale, mentre i suoi frutti - bacche carnose - sono giallastri. La caratteristica peculiare della pianta, che in passato è stata fonte di leggende e miti, è la forma della sua radice tipicamente
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legarla al guinzaglio di un cane. L’animale, correndo, avrebbe sradicato la Mandragora: udendo il
pianto della radice sarebbe morto, permettendo però al padrone di raccoglierla. Una volta raccolta, la Mandragora veniva custodita con cura, vestita con stoffe preziose, immersa in un bagno di latte o vino e nutrita due volte al giorno con carne e pane, al fine di propiziare grandi ricchezze e grandi onori a chi la possedeva. Non era solo il popolo meno istruito e più ingenuo a credere nelle virtù di questa pianta, ma anche la nobiltà, tant’è vero che fra i beni dell’Imperatore Carlo V d’Asburgo (1500-1558) furono ritrovate due Mandragore conservate in un astuccio di cuoio.
Altro caso di radice antropomorfa: il Ginseng
Pianta di Mandragora dal “Dioscurides Napolitanus” (VI secolo d.C.)
Pianta di Mandragora
biforcuta che in alcuni esemplari ricorda in primavera le fattezze del corpo umano. Secondo alcuni occultisti, su tutti il francese Eliphas Lévi (1810-1875), l’uomo discenderebbe dalla Mandragora: i primi esseri umani sarebbero, infatti, stati delle gigantesche Mandragore che il sole avrebbe animato e che nel processo evolutivo si sarebbero distaccate dal terreno. Nei secoli, alla sua radice si sarebbero attribuiti poteri soprannaturali, tant’è vero che veniva utilizzata nella formulazione di diversi elisir e pozioni magiche. Secondo la leggenda, nel cogliere una pianta di Mandragora, a causa delle fattezze umane della radice, il vegetale emetterebbe un pianto di dolore in grado di uccidere un uomo, pertanto la procedura per estrarla dal suolo prevedeva di OFFICINE
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CONSULENZA LEGALE
Anche se derivano da un’attività di coltivazione consentita dalla legge
CANAPA, VENDERE LE INFIORESCENZE È REATO Dopo l’entrata in vigore della legge che ha reso possibile, senza autorizzazione, la coltivazione della Cannabis sativa L (canapa), la Corte di Cassazione con sentenza del 17 dicembre 2018 si è soffermata sulla liceità delle condotte di detenzione e cessione di questa tipologia di cannabis. Nello specifico, il settore della coltivazione della canapa è stato disciplinato dalla Legge 242/2016, recante disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa, entrata in vigore il 14 gennaio 2017. Le varietà di canapa che la legge del 2016 consente di coltivare sono quelle iscritte nel Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole, ai sensi dell’articolo 17 della Direttiva 2002/53/CE del Consiglio, del 13 giugno 2002, che non rientrano nell’ambito di applicazione del Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope. Secondo la nuova normativa, la coltivazione di tali varietà è consentita senza necessità di autorizzazione, richiesta, invece, per la coltivazione di canapa ad alto contenuto di THC, per gli usi consentiti dalla legge. Quanto ai possibili usi del prodotto derivante dalla coltivazione, la disciplina specifica che dalla canapa si possono ottenere:
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esclusivamente nel rispetto delle discipline dei rispettivi settori; semilavorati, quali fibra, canapulo, polveri, cippato, oli o carburanti, per forniture alle industrie e alle attività artigianali di diversi settori, compreso quello energetico; materiale destinato alla pratica del sovescio; materiale organico destinato ai lavori di bioingegneria o prodotti utili per la bioedilizia; materiale finalizzato alla fitodepurazione per la bonifica di siti inquinati; coltivazioni dedicate alle attività didattiche e dimostrative nonché di ricerca da parte di
istituti pubblici o privati;
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vivaismo. Il coltivatore ha l’obbligo di conservare i cartellini della semente acquistata per un periodo non inferiore a dodici mesi, nonché le fatture di acquisto della semente per il periodo previsto dalla normativa vigente. Inoltre, il tenore di THC delle varietà coltivate non deve superare il limite totale dello 0,2%. Il Corpo forestale dello Stato è autorizzato ad effettuare i necessari controlli, compresi i prelevamenti e le analisi di laboratorio, sulle coltivazioni di canapa, fatto salvo ogni altro tipo di controllo da parte degli organi di polizia giudiziaria eseguito su segnalazione e nel
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corso dello svolgimento di attività giudiziarie. Qualora, all’esito del controllo, il contenuto complessivo di THC della coltivazione risulti superiore allo 0,2% ed entro il limite dello 0,6%, nessuna responsabilità è posta a carico dell’agricoltore che ha rispettato le prescrizioni di cui sopra. Tuttavia, nel caso in cui venga accertato che il contenuto di THC sia superiore al limite dello 0,6%, l’autorità giudiziaria può disporre il sequestro o la distruzione delle coltivazioni di canapa. Alla luce della nuova normativa sopra descritta, si è posta la questione se la condotta di chi commercializzi o comunque ceda le infiorescenze della Cannabis sativa L o la resina che dalle stesse si ottiene, nonché la condotta di chi le acquisti o comunque le detenga per finalità di cessione, possa dirsi lecita, o al contrario integri reato in conformità al Testo unico in tema di sostanze stupefacenti. Come è noto, la marijuana è una sostanza psicoattiva contenente il principio attivo THC. Secondo l’uso
comune, per marijuana si intendono le infiorescenze delle piante femminili essiccate e conciate per essere fumate; dalle infiorescenze si ricava anche una particolare resina, solida o collosa, comunemente denominata hashish. La Corte di Cassazione è recentemente intervenuta sulla questione chiarendo che la Cannabis sativa L, in quanto contenente il principio attivo Delta-9-THC, presenta natura di sostanza stupefacente sia per la previgente normativa che per l’attuale disciplina, costituita dal Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope (D.P.R. 309/1990). Difatti, la Legge 242/2016 ha stabilito la liceità della coltivazione della Cannabis sativa L esclusivamente per finalità espresse e tassative, non contemplando nel proprio ambito di applicazione quello della commercializzazione dei prodotti di tale coltivazione costituiti dalle infiorescenze (marijuana) e dalla resina (hashish). Pertanto, le condotte di detenzione e cessione di tali derivati continuano
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a configurare il reato di cui all’art. 73 del D.P.R. 309/1990, sempre che dette sostanze presentino un effetto drogante rilevabile. Viene inoltre precisato che gli appositi controlli previsti dalla legge del 2016 proprio con riguardo al tasso di THC sono relativi a quello presente nelle piante in coltivazione e non nei prodotti finiti ed incidono esclusivamente sulla posizione dell’agricoltore, non potendosi - pertanto - estendere l’esenzione di responsabilità ivi prevista anche alle citate condotte di detenzione e cessione. In conclusione, secondo i giudici di legittimità, la vendita delle infiorescenze di Cannabis sativa L e della resina che dalle stesse viene ottenuta e la loro detenzione al fine di cessione continuano a configurare il reato di cui all’art. 73 del D.P.R. 309/1990, sempre che nelle stesse sia rinvenibile un principio attivo in grado di indurre un effetto drogante rilevabile, non ostando alla punibilità il fatto che esse costituiscano derivati di un’attività di coltivazione astrattamente lecita in base alla novella del 2016.
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SERVIZI ALLA PERSONA
Come orientarsi tra le ultime novità sull’uscita dal mondo del lavoro
PENSIONI ANTICIPATE, LE NUOVE REGOLE Pensione Quota 100 La pensione anticipata “Quota 100” è introdotta in via sperimentale per il periodo compreso tra il 2019 e il 2021. Possono conseguire il diritto alla pensione Quota 100 gli iscritti: • all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), ossia Fondo pensioni lavoratori dipendenti (FLD) e gestioni speciali dei lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti); • alle forme esclusive dell’AGO gestite dall’INPS (CTPS, CPDEL, ecc.); • alle forme sostitutive dell’AGO gestite dall’INPS (Fondo volo, ex Fondo autoferrotranvieri, ecc.);
alla gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della Legge 335/1995. Alla pensione Quota 100 non possono, invece, accedere gli iscritti a forme previdenziali diverse da quelle sopra indicate (Casse professionali, Fondo clero, Fondo esattoriali, INPGI, ecc.), il personale appartenente alle Forze armate, il personale delle Forze di Polizia e di Polizia penitenziaria, il personale operativo del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e il personale della Guardia di Finanza. I soggetti che possono accedere alla prestazione Quota 100 devono essere in possesso dei seguenti requisiti: • età anagrafica non inferiore a 62 anni; • anzianità contributiva non •
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inferiore a 38 anni. Si precisa che al requisito anagrafico non si applicano gli incrementi alla speranza di vita e che, ai fini del perfezionamento del requisito contributivo, è valutabile la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata in favore dell’assicurato. Il Decreto-Legge 4/2019 introduce una disciplina diversificata in materia di conseguimento del diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico a seconda del datore di lavoro, pubblico o privato, ovvero della gestione previdenziale a carico della quale è liquidato il trattamento pensionistico. Il criterio della natura giuridica del datore di lavoro è prevalente - ai fini dell’applicazione della finestra pensionistica di 3 oppure di 6 mesi dalla maturazione dei requi-
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siti pensionistici - rispetto ad ogni altro criterio. L’accesso alla pensione anticipata con Quota 100 si può ottenere anche cumulando i periodi assicurativi non coincidenti presenti in due o più gestioni tra quelle indicate dalla norma e amministrate dall’INPS. La pensione Quota 100 non è cumulabile con i redditi derivanti da qualsiasi attività lavorativa, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale nel limite di 5.000 euro lordi annui.
Sebbene venga usato il termine “Quota”, il totale di 100 non è componibile liberamente, ma si deve raggiungere rispettando due condizioni fisse, vale a dire un’età anagrafica minima (62 anni) e un’anzianità contributiva minima (38 anni di contributi).
Finestra trimestrale La norma prevede che nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 31 dicembre 2026, il requisito contributivo per conseguire il diritto alla pensione anticipata è fissato a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, per effetto della disapplicazione, nel predetto periodo, degli adeguamenti alla speranza di vita.
Contestualmente, a decorrere dal 1° gennaio 2019, viene anche introdotta una decorrenza pensionistica spostata in avanti di 3 mesi, la cosiddetta “finestra”. A differenza dell’aspettativa di vita che incrementa il requisito contributivo richiesto e quindi dev’essere necessariamente “lavorata” con relativo versamento dei contributi, la finestra comporta soltanto uno spostamento in avanti della decorrenza, con
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SERVIZI ALLA PERSONA
erogazione della pensione anche se nel periodo indicato non si è lavorato.
Opzione donna Il Decreto-Legge 4/2019 prevede che le lavoratrici che hanno maturato, entro il 31 dicembre 2018, un’anzianità contributiva minima di 35 anni e un’età anagrafica minima di 58 anni se lavoratrici dipendenti o di 59 anni se lavoratrici autonome, possono accedere alla pensione anticipata secondo le regole di calcolo del sistema contributivo. L’accesso alla pensione anticipata con l’Opzione donna non viene, dunque, più denominato “regime sperimentale” ma acquista un valore strutturale, sebbene tale forma di pensionamento sia limitata a coloro che abbiano maturato entrambi i requisiti entro e non oltre il 31 dicembre 2018. Al requisito anagrafico indicato (58 o 59 anni) non si applicano gli
adeguamenti alla speranza di vita. Le lavoratrici che accedono al pensionamento secondo le regole dell’Opzione donna, conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico, trascorsi: • 12 mesi dalla data di maturazione dei previsti requisiti, nel caso in cui il trattamento pensionistico sia liquidato a carico delle forme di previdenza dei lavoratori dipendenti; • 18 mesi dalla data di maturazione dei previsti requisiti, nel caso in cui il trattamento sia liquidato a carico delle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi.
vo è adeguato agli incrementi della speranza di vita. I lavoratori che perfezionano il prescritto requisito dal 1° gennaio 2019, conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico decorsi 3 mesi dalla maturazione del predetto requisito, secondo le disposizioni previste nei rispettivi ordinamenti. Pertanto, per i lavoratori precoci che perfezionano il prescritto requisito dal 1° gennaio 2019 fino a tutto il 2026, è stato sospeso l’adeguamento agli incrementi della speranza di vita, ma è stata introdotta la finestra pensionistica di 3 mesi.
Lavoratori precoci I lavoratori cosiddetti precoci, ai sensi della Legge 232/2016, possono conseguire la pensione anticipata se in possesso del requisito contributivo di 41 anni entro il 31 dicembre 2026. A decorrere dal 1° gennaio 2027 il requisito contributi-
Gli Uffici EPACA di Coldiretti Cuneo sono a disposizione per i chiarimenti in merito e per l’inoltro delle domande di pensione previste dalla nuova normativa.
APE SOCIALE, RIAPERTURA DELLE DOMANDE
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Secondo quanto disposto dal Decreto-Legge 4/2019, il termine di scadenza del periodo di sperimentazione dell’APE sociale è posticipato fino al 31 dicembre 2019. Pertanto, pur in attesa della pubblicazione della circolare illustrativa delle nuove disposizioni, sono riaperte le domande di riconoscimento delle condizioni per l’accesso all’APE sociale. Più in dettaglio, a partire dal 29 gennaio 2019, data di entrata in vigore del suddetto Decreto-Legge, possono presentare domanda i soggetti che nel corso dell’anno 2019 maturano tutti i requisiti e le condizioni previste dalla legge. Possono, altresì, presentare domanda di riconoscimento delle condizioni per accedere al beneficio tutti coloro che hanno perfezionato i requisiti negli anni precedenti, stante il permanere degli stessi, e che non hanno provveduto ad avanzare la relativa domanda. Nel ricordare che i ritardi nella presentazione della domanda comportano la perdita dei ratei di prestazione, gli Uffici EPACA di Coldiretti restano a disposizione per ogni chiarimento.
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SERVIZI ALLA PERSONA
In lieve aumento rispetto al 2018 gli importi e i limiti di reddito
INVALIDI CIVILI, LE PENSIONI 2019 Proponiamo una guida pratica alle prestazioni assistenziali riconosciute agli invalidi civili, che quest’anno crescono leggermente, al pari dei limiti di reddito, per via dell’aumento dell’inflazione.
necessitino di assistenza continua per incapacità a compiere gli atti della vita quotidiana e/o per impossibilità a deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore.
Soggetti interessati
Limiti e importi
Possono avere diritto alla pensione per invalidi civili tutti i soggetti in età lavorativa tra i 18 e 65 anni affetti da malattie e menomazioni permanenti e croniche di natura fisica e/o psichica ed intellettiva che abbiano una riduzione della capacità lavorativa non inferiore ad un terzo. Anche i minori di 18 anni affetti da malattie e menomazioni permanenti, che abbiano difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro età, rientrano nella categoria degli assistibili. Infine, i cittadini ultra sessantacinquenni affetti da malattie e menomazioni permanenti e croniche possono ottenere l’indennità di accompagnamento qualora
Per l’attribuzione della pensione agli invalidi civili sono presi in considerazione soltanto i redditi personali del richiedente che, per l’anno 2019, non devono superare 4.906,72 euro se riferiti all’invalidità parziale e 16.814,34 euro se attinenti all’invalidità totale.
L’indennità di accompagnamento è erogata indipendentemente dalle condizioni economiche dell’interessato. Nella tabella in basso sono indicati gli importi previsti per ciascuna prestazione. Si ricorda che i minori, già titolari di indennità di frequenza, devono presentare domanda di invalidità civile entro i sei mesi precedenti il compimento della maggiore età. Ciò consente, nell’eventualità in cui sia riconosciuto il diritto all’invalidità civile, la continuità di pagamento della prestazione.
PRESTAZIONE
LIMITE DI REDDITO
IMPORTO MENSILE
Invalidità civile parziale (dal 74% al 99%)
4.906,72 € annui
285,66 €
Invalidità civile totale (100%)
16.814,34 € annui
285,66 €
Indennità di accompagnamento
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517,84 €
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Documenti necessari La documentazione da presentare a corredo della relativa domanda è costituita da certificato medico su modulo INPS (telematico), codice fiscale e carta d’identità del richiedente. Si ricorda che la presentazione delle domande d’invalidità civile avviene esclusivamente tramite programma telematico INPS. Tale procedura, disponibile presso il Patronato EPACA, consente di dialogare con l’INPS e ridurre i tempi di attesa per ottenere le pensioni agli invalidi civili.
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Al fine di velocizzare la trattazione di queste istanze, invitiamo tutti gli interessati ad avvalersi della professionalità del Patronato EPACA Coldiretti che, coadiuvata dai consulenti medico-legali e legali convenzionati, garantiranno l’assistenza in merito.
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DISOCCUPAZIONE AGRICOLA, DOMANDE IN SCADENZA IL 29 MARZO Le istanze di disoccupazione agricola 2018 devono essere presentate, a pena di decadenza, entro e non oltre il 29 marzo 2019. Al fine di poter usufruire della prestazione, il lavoratore deve avere contribuzione versata (di qualsiasi genere) da almeno 2 anni e deve aver lavorato per almeno 102 giornate agricole nei due anni precedenti la domanda. È possibile richiedere, unitamente alla disoccupazione agricola, anche gli assegni familiari, se dovuti. I lavoratori dipendenti interessati sono invitati a prendere al più presto un appuntamento con gli Uffici coldiretti che provvederanno all’invio della domanda telematica. In tale occasione sarà neces-
sario che il lavoratore porti con sé già compilato dalla banca il modello SR163 necessario ai fini della certificazione del codice IBAN riferito al conto dove dev’essere erogata la prestazione. I nostri Uffici sono a disposizione per qualsiasi chiarimento in merito.
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COOPERAZIONE
A Torino si è discusso di formazione, welfare, accesso al credito e appalti
IN PIEMONTE IL PRESIDENTE NAZIONALE DI UECOOP
sultato di questa attività serve a tutti, dev’essere di stimolo per proseguire nel percorso intrapreso, volto alla creazione di un nuovo modello di rappresentanza, utile alla crescita di ciascuna aderente. Garantire serietà, correttezza ed affidabilità è il nostro obiettivo primario”. “UECoop Piemonte è in crescita, una realtà dinamica con associati che svolgono attività innovative in diversi settori - ha spiegato il Presidente regionale Castella -. Quest’anno, tra le varie attività dell’Associazione regionale, punteremo molto
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sulla formazione dei cooperatori, per favorire una crescita interna della nostra base sociale in risposta alle esigenze del mondo economico attuale e per far sì che tra gli associati possa esserci un proficuo scambio di idee e competenze”. In rappresentanza della provincia di Cuneo e dei settori cooperativi associati, erano presenti i Presidenti del Consorzio Agrario del Nord-Ovest, della Cooperativa COES (produzione e lavoro-sociale), Il Casolare (agricolo-sociale) ed ITUR (gestione di servizi turistici e culturali). www.tec-artigrafiche.it
Ha fatto tappa in Piemonte il tour che il Presidente nazionale dell’Unione europea delle cooperative (UECoop), Gherardo Colombo, sta compiendo per incontrare i Consigli direttivi dell’Associazione sul territorio nazionale. A Chieri, in provincia di Torino, ha dialogato sui temi della formazione, del welfare, dell’accesso al credito e del mercato degli appalti con il Presidente regionale di UECoop Matteo Castella, il Coordinatore nazionale Vincenzo Sette, quello regionale Vittorio Marabotto e i componenti del Consiglio direttivo regionale allargato in rappresentanza di tutti i settori, con l’obiettivo di sviluppare progettualità utili alle cooperative associate. “C’è una stretta sintonia tra il territorio piemontese e il livello nazionale ha sottolineato il Presidente nazionale Colombo - per cui è opportuno continuare a lavorare in questa direzione, per creare una vera rete e nuove strade per ampliare la sfera della cooperazione rappresentata da UECoop”. “Testimoniare che si può cooperare - ha proseguito Colombo - e che il ri-
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Urge potenziare il sistema di welfare per l’assistenza socio-sanitaria
13,8 MILIONI DI ANZIANI IN ITALIA: ALLARME WELFARE È positivo che la Corte dei Conti abbia richiamato ad una migliore gestione delle spesa pubblica per liberare risorse a fronte delle esigenze crescenti legate all’invecchiamento della popolazione italiana, arrivata al record storico di 13,8 milioni di anziani. Secondo il Presidente della Corte dei Conti, Angelo Buscema, “un attento bilanciamento delle misure di razionalizzazione della spesa è necessario, anche allo scopo di evitare i rischi di un graduale spostamento sui cittadini degli oneri per i servizi essenziali”. Negli ultimi cinque anni il numero degli anziani è salito di oltre mezzo milione, un dato che mette sotto pressione il sistema del welfare italiano, sia all’interno che all’esterno della rete di assistenza familiare. Si consideri che in Italia si contano
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circa 2,2 milioni di persone sopra gli 85 anni e che il nostro Paese, insieme alla Francia, detiene il record europeo del maggior numero di ultracentenari in vita: oltre 14.000. Potenziare il welfare con una più attenta gestione della spesa è una strada da percorrere anche attraverso un maggior coinvolgimento del mondo cooperativo socio-assistenziale, che si sta già occupando di 7 milioni di famiglie grazie ad
oltre 355.000 addetti sul territorio nazionale. Nei prossimi anni diventa strategico formare nuove schiere di professionisti dell’assistenza, in grado di seguire al meglio gli anziani dentro e fuori le residenze, considerando che i non autosufficienti sono già 2,5 milioni e raddoppieranno entro il 2030. Secondo i dati contenuti nell’ultimo rapporto regionale dell’IRES (Istituto di Ricerche Economiche e Sociali della Regione Piemonte) la nostra Regione, nei servizi del settore sanità e assistenza sociale, si connota per un consolidamento delle attività di assistenza sanitaria residenziale, con una moderata crescita dell’occupazione nell’assistenza sanitaria, di cui sono protagoniste diverse cooperative associate a UECoop in provincia di Cuneo.
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È utile per superare un esame invasivo, in sostituzione dei sedativi
L’IPNOSI MEDICA È REALTÀ ALL’OSPEDALE DI MONDOVÌ L’ipnosi è uno stato modificato di coscienza nel quale si riesce a focalizzare la propria mente nella risoluzione di problematiche come l’ansia, il disturbo del sonno e il controllo del dolore. Lo spiega il chirurgo Corrado Genovesi, responsabile dell’Endoscopia digestiva all’Ospedale “Regina Montis Regalis” di Mondovì, che aggiunge: “Mi sono avvicinato all’ipnosi medica perché i pazienti che si sottopongono ad endoscopie, per la tipologia d’esame, hanno spesso ansia e stress. In particolare per le gastroscopie, che durano pochi minuti, utilizzo una comunicazione ipnotica, cioè mi rivolgo al paziente con particolari attenzioni per far sì che si rilassi e che sopporti meglio l’esame. È utile anche associata alle terapie
standard nel trattamento di patologie dell’apparato digerente in cui c’è una forte componente dovuta allo stress o all’ansia, perché permette di ottenere risultati migliori e più rapidi”. Ma è per tutti? “Solo per i pazienti - risponde il medico - che siano accondiscendenti: chi fa ipnosi aiuta
l’utente a trovare la strada, ma chi sceglie questa pratica deve essere consapevole e convinto, perché, se ha delle remore, non entrerà in ipnosi. Ci sono pazienti che hanno ipnosi più efficaci e altri meno. In medicina, anche uno stato leggero dà dei buoni risultati. Chiaramente, quando l’ipnosi viene utilizzata a scopo chirurgico, dev’essere molto intensa per sostituire l’anestesia”. Nessun effetto collaterale per l’ipnosi medica, perché permette semplicemente al paziente di rilassarsi, abbassando leggermente la pressione sanguigna. “Diversa - conclude Genovesi - è l’ipnosi da spettacolo, perché, essendo molto rapida, dà un veloce aumento di pressione arteriosa e, in caso di problemi di cuore, potrebbe dare dei disturbi”.
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È importante quando si avverte un cambiamento di umore o carattere
LA CONSULENZA PSICOLOGICA NELLA TERZA E QUARTA ETÀ Invecchiare è un percorso soggettivo che ha inizio e si costruisce in età adulta. Ogni esperienza che viviamo, fisicamente e mentalmente, incide in modo positivo o negativo sui processi di invecchiamento sia a livello fisico che psicologico. Le nostre relazioni, lo stile di vita, le capacità motorie e cognitive si modificano con l’invecchiare e possono portare ad un maggiore livello di autoconsapevolezza e saggezza, ma possono anche generare sofferenza e frustrazione. Per tutte queste ragioni è fondamentale affrontare per tempo le difficoltà legate ai cambiamenti della terza età, al fine di consentire di mantenere alte le capacità psichiche, fisiche e strettamente cognitive, l’autostima e la progettualità personale. La consulenza psicologica nella terza e quarta età si deve richiedere nel caso in cui la persona che invecchia, o un suo familiare, si accorga di un cambiamento dell’umore, del carattere e/o delle abilità quotidiane. Questo tipo di consulenza è finalizzata a: • comprendere la natura delle difficoltà lamentate dal soggetto, valutandole all’interno del suo contesto di personalità e di vita; • valutare l’assetto cognitivo
Il riquadro sottostante illustra come si svolge la consulenza psicologica nella terza e quarta età.
COME SI SVOLGE IL PERCORSO DIAGNOSTICOTERAPEUTICO
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attuale attraverso opportuni strumenti valutativi (test); individuare i punti di forza e di debolezza del soggetto, sia dal punto di vista cognitivo che emotivo e relazionale; individuare e condividere con l’utente e i suoi familiari possibili interventi di sostegno e potenziamento delle capacità attuali, come la programmazione di percorsi di riabilitazione per le aree di fragilità e la riflessione sull’eventuale necessità di un invio ai servizi pubblici per la terza età.
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1. Colloquio con il soggetto 2. Colloquio con l’eventuale familiare 3. Valutazione (test) 4. Colloquio di restituzione in cui si propone un percorso di potenziamento cognitivo o psicoterapia 5. Percorsi riabilitativi multidisciplinari progettati con l’équipe (psicologo, logopedista, fisioterapista, fisiatra) 6. Percorso di potenziamento o sostegno delle abilità residue in cui si suggeriscono degli esercizi per le funzioni cognitive 7. Psicoterapia, ovvero un percorso di cura fondato sul colloquio
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18 MARZO (essendo il 16 sabato) VERSAMENTO IVA DICHIARAZIONE ANNUALE Scade il termine per effettuare il versamento relativo alle dichiarazioni annuali IVA 2018 senza maggiorazione. Il versamento può essere differito, alla scadenza prevista per il versamento delle somme dovute in base alla dichiarazione dei redditi, con la maggiorazione dello 0,40% a titolo d’interesse per ogni mese o frazione di mese successivo al 16 marzo. VERSAMENTO RITENUTE FISCALI IRPEF Scade il termine per i versamenti delle ritenute effettuate nei mesi di febbraio sui redditi di lavoro autonomo e di lavoro dipendente. VERSAMENTO CONTRIBUTI INPS I datori di lavoro che hanno assunto alle proprie dipendenze operai agricoli a tempo determinato e/o indeterminato nel 3° trimestre 2018 devono effettuare entro tale data il versamento della rela-
SCADENZE
tiva rata dei contributi. IVA MESE DI FEBBRAIO Annotazione di liquidazione per il mese di febbraio e versamento dell’eventuale imposta da parte dei contribuenti che esercitano l’attività agricola d’impresa o di lavoro autonomo che nell’anno 2018 hanno realizzato un volume d’affari superiore a 400.000 euro, se prestazione di servizio, o di 700.000 euro per le altre attività. Devono inoltre effettuare la liquidazione tutti i soggetti con volume d’affari inferiore al limite suddetto che non hanno effettuato l’opzione ai sensi dell’art. 66 della Legge 427/93.
25 MARZO ACQUISTI, CESSIONI INTRACOMUNITARI E PRESTAZIONI DI SERVIZI INTRACOMUNITARI Entro tale data scade il termine per i contribuenti mensili per la trasmissione in via telematica all’Agenzia delle Dogane dell’elenco riepilogativo degli
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acquisti e delle cessioni intracomunitarie di beni e servizi resi e ricevuti nel mese di febbraio 2019.
31 MARZO IVA REGISTRAZIONE FATTURE Per le fatture di vendita il termine per effettuare la registrazione è stabilito in 15 giorni dal momento in cui sono state emesse. Le fatture d’acquisto devono essere annotate in apposito registro entro l’anno nella cui dichiarazione viene esercitato il diritto alla detrazione della relativa imposta o al più tardi entro il termine della dichiarazione periodica in cui il diritto alla detrazione viene esercitato. IVA ESPORTATORI I contribuenti che si avvalgono della facoltà di acquistare o importare beni e servizi senza pagamento dell’imposta devono annotare nei registri di cui agli articoli 23 o 25 ovvero 39, secondo comma D.P.R. 633/72, entro ciascun mese, l’ammontare di riferimento all’esportazione e quello degli acquisti effettuati senza pagamento dell’imposta. Il tutto risulta dalle fatture e bollette doganali registrate entro il mese precedente. CONSEGNA CERTIFICAZIONE UNICA PER LAVORO DIPENDENTE E LAVORO AUTONOMO I datori di lavoro che hanno assunto manodopera nel corso dell’anno 2018 devono consegnare entro
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tale data, ai lavoratori, la certificazione attestante i compensi corrisposti e le ritenute operate. Entro lo stesso termine, i sostituti d’imposta devono consegnare le certificazioni relative alle somme erogate nel 2018 riferite a redditi di lavoro autonomo e alle ritenute operate se dovute. PROSECUZIONE VOLONTARIA CONTRIBUTI I soggetti autorizzati dall’INPS a proseguire volontariamente nel pagamento dei contributi devono versare entro questa data i contributi relativi al 4° trimestre 2018. Il versamento dev’essere effettuato con gli appositi bollettini di conto corrente postale rilasciati dall’INPS.
15 APRILE IVA FATTURAZIONE DIFFERITA A norma dell’art. 21 del D.P.R. 633/72 dev’essere emessa, entro tale data, la fattura per le cessioni di beni effettuate nel mese di marzo, la cui consegna o spedizione risulta da idoneo documento. La fattura differita dev’essere registrata entro la stessa data e con riferimento al mese di consegna, cioè marzo.
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Sono occupata nel negozio dei miei e mi trovo abbastanza bene, vorrei però trovare un bravo ragazzo, magari nel settore agricolo, per lavorare e vivere con lui ed essere indipendente. Per far questo sono disponibile a trasferirmi. Valuto anche possibilità di matrimonio, ma non tanto presto. Solo se residente in provincia di Cuneo.
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Classe 1968, seria. Faccio lavoro di pulizia scale, baby sitter e qualche ora di stiro. Ho la patente ma non la macchina e dico subito che non mi vesto alla moda e non accendo i computer e telefonini moderni. Vorrei parlare con un ragazzo che anche lui sia un po’ di una volta per provare a metterci insieme. Vicinanze Fossano.
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Chiara, residente provincia di Cuneo, di sani principi e seria lavoratrice. Cerco le stesse cose in un ragazzo sincero, non importa se molto semplice e timido, perchè lo sono anch’io. Purché sia onesto nei fatti e non solo a parole. Quando arriverà la Primavera vorrò passare il mio tempo libero in bicicletta, a contatto con la natura. Ho 46 anni.
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A fine 2018 ho perso mio marito e sono rimasta con un figlio da crescere e tanta tristezza. Sono una donna straniera di 46 anni, economicamente indipendente avendo un lavoro importante. Ho un titolo di studio, cerco uomo anche molto semplice purchè veramente serio e disposto ad offrire sinceramente tanto affetto anche a mio figlio.
Mi chiamo Noemi, figlia unica, piemontese, e sono una ragazza madre di oltre 30 anni, molto alla buona, grande lavoratrice e non portata a tanti divertimenti e perdite di tempo. Cerco un lui bravo e semplice come me, automunito, possibilmente piemontese, per metterci insieme e volerci bene sul serio. Provincia di Cuneo. No sms.
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A Pasqua festeggerò il mio compleanno e quest’anno vorrei potermi anche fidanzare, visto che sono sola da quando avevo 25 anni. Ora ne ho 37 belli giusti e mi piacerebbe avere al mio fianco un amore sincero. Purché del cuneese e possibilmente un po’ più grande di me. No tassativo ad avventure e storie superficiali.
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