Il Melo - Mondo e Mercato

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Il melo botanica | storia e arte | alimentazione | paesaggio coltivazione | ricerca | utilizzazione | mondo e mercato


il melo

mondo e mercato Melo nel mondo Alessandro Dalpiaz

www.colturaecultura.it Diritti di sfruttamento economico: Bayer CropScience S.r.l. Realizzazione editoriale: ART Servizi Editoriali S.r.l. I nomi di coloro che hanno realizzato le fotografie sono riportati sopra le stesse; in tutti gli altri casi le immagini sono state fornite dagli Autori di ciascun capitolo o reperite da agenzie fotografiche.


mondo e mercato Melo nel mondo Introduzione L’importanza della mela nel mondo è certamente nota, ma è difficile anche per gli esperti del settore avere una conoscenza immediata del “posizionamento” nel ranking internazionale. La coltivazione del melo e l’importanza del frutto possono essere valutate innanzitutto in rapporto ad altri prodotti di larga coltivazione e diffusione. La posizione della mela nel complesso del settore ortofrutticolo si colloca al 7° posto tra i prodotti di più larga produzione; nel caso della sola frutta invece la troviamo al 4° posto, dietro banane, uva da tavola e arance, quartetto che distacca considerevolmente le banane “da cottura” e, a seguire, gli altri prodotti.

Principali colture ortofrutticole nel mondo (2006) Prodotto

Quantità (t)

Posizione

Pomodori

125.543.475

1

Angurie

100.602.392

2

Banane

70.756.347

3

Cavoli/verze

68.991.380

4

Uva

68.952.793

5

Arance

64.795.383

6

Mele

63.804.534

7

Cipolle

61.636.915

8

Cetrioli

43.887.464

9

Banane da cottura

33.985.718

10

Inquadramento nel mondo: produzione e superficie coltivata Per entrare più in profondità e cercare di percepire ancora meglio il mondo della mela, si riportano i dati riferiti ai paesi maggiormente rappresentativi in termini di produzione. La produzione in Cina è letteralmente decollata a partire dagli anni ’90 ed è aumentata di circa 5 volte, superando nel

Fonte: FAO

Mercato frutticolo in Rajasthan, India

Foto R. Angelini

484


melo nel mondo Foto R. Angelini

Principali colture frutticole al mondo nel 2006

Mercato ortofrutticolo nel souk di Assuan, Egitto

2000 quota 20 milioni di tonnellate. Nel 2006 la produzione ha raggiunto il picco di 26.065.000 di tonnellate, ma nel 2007 le previsioni sono per un assestamento intorno ai livelli del 2000.

Prodotto

Quantità (t)

Posizione

Banane

70.756.347

1

Uva da tavola

68.952.793

2

Arance

64.795.383

3

Mele

63.804.534

4

Banane da cottura

33.985.718

5

Guava/mango

30.541.135

6

Mandarini

25.659.847

7

Pere

19.539.533

8

Ananas

18.260.949

9

Pesche/nettarine

17.188.840

10

Fonte: FAO

Principali Paesi produttori di mele, evoluzione 1990/2006 (tonnellate) Paese

1990

2000

2003

2006

Posiz. 2006

% 2006

Var. 06/00

Cina

4.332.045

20.439.057

21.107.624

26.065.500

1

41%

28%

USA

4.380.000

4.681.980

3.947.616

4.568.630

2

7%

–2%

Iran

1.523.980

2.141.655

2.400.000

2.661.901

3

4%

24%

Polonia

812.340

1.450.376

2.427.753

2.304.892

4

4%

59%

Turchia

1.900.000

2.400.000

2.600.000

2.002.033

5

3%

–17%

Italia

2.050.070

2.131.785

2.152.977

1.991.376

6

3%

–7%

India

1.093.900

1.050.000

1.470.000

1.739.000

7

3%

66%

Russia

-

1.832.000

1.690.000

1.617.000

8

3%

–12%

Francia

2.326.000

1.938.000

1.728.000

1.584.000

9

2%

–18%

Cile

700.000

805.000

1.250.000

1.350.000

10

2%

68%

Altri

21.879.512

19.581.373

17.227.147

17.424.604

27%

–11%

Totale

40.997.847

59.049.786

58.396.188

63.804.534

100%

Fonte: elaborazione Assomela su dati FAO ed Eurofel

485


mondo e mercato Foto R. Angelini

Trend superfici e produzioni

• In senso generale si osserva una

riduzione degli ettari investiti a melo, che presentano un picco nell’anno 2000 per ridursi progressivamente di un 26% nei 6 anni successivi, in controtendenza rispetto alla produzione, che incrementa di un 8% tra il 2000 e il 2006, certamente come frutto di un miglioramento complessivo delle tecniche di produzione

Impianti di melo a Gerona, Spagna

Nella classifica mondiale dei produttori troviamo anche paesi come l’Iran, la Turchia e l’India, dove le vaste estensioni coltivate compensano una produttività a ettaro piuttosto bassa. Sulla base di tali dati l’Italia si colloca al sesto posto tra i paesi maggiori produttori, con una area investita a melo relativamente bassa (17a posizione nel 2006) ma con una produttività per unità di superficie tra le più elevate. Appare significativo un cenno alla possibile evoluzione dell’assetto varietale mondiale che segnala una leggera ma costante erosione del ruolo della Golden Delicious e particolarmente del grup-

Superfici coltivate a melo, evoluzione 2000/2006 (ettari) Paese

1990

1995

2000

2003

2006

Posiz. 2006

% 2006

Var. 06/90

Cina

1.635.520

2.954.123

2.254.759

1.901.129

1.900.630

1

41%

–36%

Russia

-

420.000

425.000

396.000

365.500

2

8%

–13%

India

187.198

210.000

230.000

250.000

230.700

3

5%

10%

Iran

140.579

145.503

147.337

150.000

201.350

4

4%

38%

Polonia

91.500

145.000

165.098

159.278

161.989

5

4%

12%

USA

191.600

187.200

173.900

158.010

153.320

6

3%

–18%

Ucraina

-

358.200

227.600

169.800

128.000

7

3%

–64%

Turchia

105.000

108.433

107.600

116.551

121.667

8

3%

12%

Pakistan

22.800

41.777

58.169

110.784

112.396

9

2%

169%

Corea del Nord

68.000

68.000

70.000

71.000

72.000

10

2%

6%

Italia

78.012

67.115

67.415

61.290

61.655

17

1%

–8%

Altri

2.508.535

1.497.858

1.291.636

1.184.098

1.093.879

24%

–27%

Totale

5.028.744

6.203.209

5.218.514

4.727.940

4.603.086

100%

–26%

Fonte: FAO – Eurostat (Italia)

486


melo nel mondo Previsione e trend dell’evoluzione varietale nel mondo, Paesi più importanti con esclusione della Cina

Foto R. Angelini

Varietà

2000 %

2006 %

2010* %

2015* %

Evoluzione % 2010/2000

Golden Delicious

19,37

18,83

18,83

17,88

–0,54

Red Delicious

22,27

19,29

17,15

15,84

–5,12

Gala

7,45

12,59

13,48

14,53

6,03

Fuji

4,89

6,68

6,89

7,13

2,00

Granny Smith

6,45

5,98

6,16

5,97

–0,29

Idared

3,10

2,97

4,05

3,77

0,95

Jonagold

4,36

3,08

3,78

3,64

–0,58

Braeburn

2,24

2,71

3,03

3,35

0,79

Cripps/P. Lady

0,41

1,48

1,80

2,00

1,39

Elstar

1,72

1,70

1,95

1,98

0,23

Altre varietà

27,74

24,69

22,88

23,91

–4,86

Totale

100,00

100,00

100,00

100,00

* Previsioni Fonte: World Apple Rewiew 2007

po della Red Delicious, a favore di nuove varietà come la Fuji e la Gala, quest’ultima orientata a divenire il secondo gruppo varietale nell’arco di un decennio circa. Scenario della Comunità Europea: superficie coltivata, produzione e varietà La Comunità Europea ha avuto una evoluzione “agricola” condizionata, in tutti i sensi, dall’entrata di 12 nuovi Paesi, che ha

Vendita di mele lungo la strada nello Yunnan, Cina

Principali Paesi produttori di mele nell’UE a 27, evoluzione 1998/2006 (tonnellate) Paese

1998

2000

2003

2006

Posiz. 2006

% 2006

Var. 06/98

Polonia

1.687.000

2.000.000

2.428.000

2.250.000

1

23%

33%

Italia

2.080.872

2.131.785

2.152.977

1.991.376

2

20%

–4%

Francia

1.750.000

2.260.000

1.728.000

1.584.000

3

16%

–9%

Germania

977.000

1.130.000

818.000

948.000

4

10%

–3%

Spagna

697.000

683.000

704.000

547.000

5

6%

–22%

Ungheria

482.000

695.000

550.000

480.000

6

5%

0%

Altri

2.348.128

2.426.215

1.955.023

2.027.624

21%

–14%

Totale

10.022.000

11.326.000

10.336.000

9.828.000

100%

–2%

Fonte: elaborazione Assomela su dati FAO – Eurofel

487


mondo e mercato Superfici coltivate a melo nell’UE a 27, evoluzione 1998/2006 (ettari)

Foto S. Pellegrino

Posiz. 2006

% 2006

Var. 06/98

157.764 165.098 159.278 161.989

1

28%

3%

Italia

69.699

67.415

61.290

61.655

2

11%

–12%

Romania

79.500

71.016

71.589

59.298

3

10%

–25%

Francia

70.813

69.713

59.010

55.021

4

9%

–22%

Ungheria

39.112

37.690

43.486

45.487

5

8%

16%

Spagna

49.305

48.760

46.020

39.000

6

7%

–21% –22%

Paese

1998

Polonia

Fuji clone Early Asvil

2000

2003

2006

Altri

201.092 192.910 155.447 157.430

27%

Totale

667.285 652.602 596.120 579.880

100%

Fonte: elaborazione Assomela su dati Eurostat/Cronos Foto S. Pellegrino

portato ad una riaggregazione di diversi dati per conformarsi alla nuova dimensione comunitaria. La produzione si assesta normalmente intorno a 10 milioni di tonnellate, pur segnando un trend in costante leggero regresso. La riconversione colturale di diverse aree, ha comportato una naturale contrazione del potenziale produttivo tra il 1998 e il 2006

Produzione di mele per varietà nella UE a 27 (tonnellate × 1000)

Gala clone Simmons Buckeye

Dinamica della produzione di mele per varietà

• Le dinamiche appaiono fortemente

accentuate, sia nel senso della riduzione della Golden Delicious e delle Red Delicious, che perdono rispettivamente il 18,1% e il 29,8% tra il 2001 e il 2006, sia nel senso opposto, con il gruppo Gala e Fuji che incrementano rispettivamente del 54% e 90%

Varietà

Anno 2000

Anno 2003

Anno 2006

Trend 06/00

Braeburn

207

238

277

33,8%

Elstar

442

395

430

–2,7%

Fuji

70

78

133

90,0%

Gala

659

763

1015

54,0%

Golden D.

2856

2596

2339

–18,1%

Granny Smith

426

308

308

–27,7%

Idared

640

835

622

–2,8%

Jonagold

1007

742

631

–37,3%

Cripps Pink

26

50

66

153,8%

Red Delicious

899

581

632

–29,8%

Altre

4094

3750

3375

–17,6%

Totale

11.326

10.336

9828

Fonte: elaborazione Assomela su dati Eurofel

488


melo nel mondo

Foto R. Angelini

Il territorio trentino è particolarmente favorevole a Golden Delicious la cui diffusione è in decremento (−1,25%), ma in misura inferiore rispetto al resto d’Europa

(–13%) e ciò rappresenta un fattore “strutturale” indubbiamente favorevole per un adeguamento dell’offerta alla domanda di mele. Dall’analisi dell’assetto varietale emerge una sostanziale conferma dell’orientamento a livello mondiale, con un incremento delle varietà di “nuova generazione” rispetto a quelle più tradizionali.

Melicoltura in Val di Non

Italia: superficie coltivata, produzione e varietà La produzione italiana di mele è abbastanza stabilizzata e oscilla tra 2.000.000 e 2.100.000 tonnellate.

Produzione mele in Italia, evoluzione 1998-2007 (tonnellate) 1998

2000

2002

2004

2006

2007

Var. 07/98

Mele da tavola

1.878.692

1.789.510

1.939.706

1.841.209

1.778.103

1.814.565

–3%

Prodotto per trasformazione

202.180

342.275

193.971

191.075

213.273

327.867

Totale

2.080.872

2.131.785

2.133.677

2.032.284

1.991.376

2.142.432

3%

Fonte: Assomela

Superfici coltivate a melo in Italia, evoluzione 1998-2007 (ettari) Totale

(1)

In produzione

(2)

1998

2000

2002

2004

2006

2007

Var. 07/98

69.699

67.115

64.447

61.739

61.655

61.200

–12,2%

63.624

62.516

60.529

57.554

57.183

56.130

–11,8%

Fonte: Eurostat/Cronos e ISTAT (1)

(2)

489


mondo e mercato Foto R. Angelini

Produzione di mele per varietà in Italia (tonnellate × 1000) 2000 2003 2007 Var. 07/00 Braeburn

31

54

100

222,58%

Cripps Pink

n.d.

n.d.

64

-

Elstar

14

6

2

–85,71%

Fuji

26

45

129

396,15%

Gala

179

124

276

54,19%

Golden D.

1012

997

999

–1,28%

Granny Smith

115

87

94

–18,26%

Idared

14

11

5

–64,29%

Jonagold

64

39

31

–51,56%

Golden Delicious in Emilia-Romagna

Red Delicious

295

206

248

–15,93%

Altre

381

584

194

–48,01%

Significativo è osservare come la superficie investita a melo stia progressivamente decrescendo, sia pur in misura minore rispetto ad altri tradizionali paesi produttori in Europa. Si riportano i dati sia del Gruppo consultivo specializzato della Commissione Europea per le mele, sia i dati ISTAT nazionali, riferiti alla superficie in produzione. In entrambi i casi la diminuzione è del 12% circa nel decennio 1998-2007. Interessante infine una comparazione dell’evoluzione del ventaglio varietale tra il 2000 e il 2007, dal quale si confermano ancora

Totale

2131 2153 2142

0,80%

Fonte: Assomela

Foto R. Angelini

Foto R. Angelini

Golden Delicious in accrescimento Impianto fitto nel Ferrarese

490


melo nel mondo una volta i trend sia mondiale sia europeo, con un decremento della Golden Delicious (−1,28%), anche se meno marcato rispetto al dato comunitario, a conferma della particolare vocazione di alcuni territori nazionali per tale varietà. Importante è la riduzione per la Red Delicious (−15,93%) e per le varietà più storiche, a favore dei gruppi Gala, Braeburn e Fuji.

Export mondiale

• Si conferma una posizione importante per la mela che, sia pur nell’ambito del gruppo con pere e uva da tavola, detiene il primo posto negli scambi internazionali con uno share del 29,20% nel 2003

Export mondiale di differenti gruppi di prodotti freschi 1994

2003

Valore (miliardi di $)

Valore

Share %

Valore

Share %

Var. 03/94

Banane

4,1

22,6

4,9

18,7

19,00%

Frutti tropicali (escluse banane)

1,2

6,3

2,6

9,7

122,70%

Agrumi

4,4

24,2

6,0

22,7

34,90%

Mele, pere e uva da tavola

5,2

28,3

7,7

29,2

48,70%

Altri frutti

3,4

18,6

5,2

19,7

52,60%

Totale

18,3

100

26,4

100

44,00%

Foto R. Piazza

Fonte: SOMO, Centre for Research on Multinational Corporations, Amsterdam, 2006

Esportazione e importazione Le dinamiche di importazione ed esportazione offrono una visione importante del settore. Nella tabella seguente viene riportata l’evoluzione dell’esportazione mondiale dei principali gruppi di prodotti frutticoli freschi. In ambito comunitario i paesi che giocano un ruolo importante per quanto riguarda l’export sono evidenziati nella tabella sottostante.

Paesi esportatori nell’UE a 27, evoluzione 2000-2007 (tonnellate) Paese

2000

2003

2007

Posiz. 2007

% 2007

Var. 07/00

Italia

583.777

714.125

678.373

1

21%

16%

Francia

863.718

812.174

674.541

2

21%

–22%

Olanda

307.696

377.474

367.138

3

11%

19%

Germania

78.543

76.749

139.090

4

4%

77%

Regno Unito

18.289

18.911

42.496

5

1%

132%

Altri

905.175

977.484

1.343.432

41%

48%

Totale

2.757.198

2.976.917

3.245.070

100%

18%

Fonte: Comext

491


mondo e mercato Destinazioni export nell’UE a 27- Evoluzione 2000-2007 (tonnellate) Paese

2000

2003

2007

Posiz 2007

% 2007

Var 07/00

Russia

228.737

247.307

406.417

1

46%

78%

Ucraina

2762

2620

161.788

2

18%

5758%

Algeria

-

54.550

69.982

3

8%

-

Bielorussia

100.404

44.421

47.493

4

5%

–53%

Norvegia

27.349

27.615

35.522

5

4%

30%

Altri

147.011

162.253

158.144

18%

8%

Totale

506.263

538.766

879.346

100%

74%

Fonte: Comext

L’Italia, nell’anno 2007, ha superato sia pur di poco la Francia, diventando per la prima volta il paese leader per l’esportazione complessiva di mele, in ambito sia intra sia extra comunitario. Le principali destinazioni dell’export fuori della Comunità europea evidenziano il ruolo di assoluta importanza della Russia, ma più in generale dell’area dell’ex blocco dell’Unione Sovietica. Nella successiva tabella vengono riportate le statistiche riguardanti i paesi maggiori importatori a livello comunitario e i principali paesi di provenienza delle mele destinate in ambito comunitario. La Germania, pur segnando una considerevole riduzione, resta di gran lunga il paese più importante per l’importazione di mele, seguita dal Regno Unito. Va evidenziato che i dato riferiti a Olanda e Belgio vanno presi con cautela, trattandosi in buona misura di importazione “in transito” verso altre destinazioni, sia intra sia extra comunitarie. L’Italia, in questa particolare classifica si posiziona al 19° posto e conferma di essere un paese praticamente

Foto R. Angelini

Pink Lady in Cile

Paesi importatori nell’UE a 27, evoluzione 2000-2007 (tonnellate) Provenienza

2000

2003

2005

2007

Posiz. 2007

% 2007

Var. 07/00

Germania

734.301

910.961

845.676

611.893

1

19%

–17%

Regno Unito

426.574

476.354

520.246

489.203

2

15%

15%

Olanda

269.132

399.197

410.334

373.798

3

12%

39%

Spagna

262.139

249.900

245.231

220.120

4

7%

–16%

Belgio

236.577

249.524

226.277

216.156

5

7%

–9%

Italia

31.823

56.222

53.449

38.271

19

1%

20%

Altri

815.675

837.640

1.019.525

1.294.330

40%

59%

Totale

2.776.221

3.179.798

3.320.738

3.243.771

100%

Fonte: Comext

492


melo nel mondo autosufficiente, con un consumatore dotato di un buon grado di “fidelizzazione” verso prodotti e marche nazionali. Il Cile è il paese più rappresentativo i termini di importazione in ambito comunitario, ma anche Nuova Zelanda, Argentina, Sudafrica e Brasile detengono una considerevole fetta del mercato delle mele “controstagione”, orientate prevalentemente al mercato del Nord Europa.

Foto R. Angelini

Foto R. Angelini

Pink Lady, impollinatore di Granny Smith a Curicò, Cile

Giovane impianto di melo con irrigazione a goccia a Gerona, Spagna

A livello italiano l’export di mele segna un buon incremento (+40%) tra le stagioni commerciali 2000-2001 e 2006-2007, con la Germania ancora una volta paese leader, dove viene indirizzato il 42%

Evoluzione 2000-2007 delle provenienze import nell’UE a 27 (tonnellate) Provenienza

2000

2003

2005

2007

Posiz. 2007

% 2007

Var. 07/00

Cile

91.683

180.127

225.465

204.113

1

23%

123%

Nuova Zelanda

167.272

198.963

220.032

177.161

2

20%

6%

Sudafrica

122.034

182.854

156.842

158.379

3

18%

30%

Argentina

44.132

102.331

121.536

107.248

4

12%

143%

Brasile

57.513

69.477

88.323

104.403

5

12%

82%

Cina

4016

28.651

50.498

42.063

6

5%

947%

USA

32.432

28.415

39.857

28.610

8

3%

–12%

Altri

27.686

35.865

28.278

74.566

8%

169%

Totale

546.768

826.683

930.831

896.543

100%

Fonte: Comext

493


mondo e mercato Esportazioni dall’Italia, evoluzione dal 2000-2001 al 2006-2007 (tonnellate) 2000/2001 2001/2002 2002/2003 2003/2004 2004/2005 2005/2006 2006/2007

Posiz. 07

Var. 07/01

Germania

249.756

343.795

322.003

302.900

281.887

333.629

297.085

1

19%

Spagna

23.556

26.618

48.300

34.916

50.138

39.994

49.969

2

112%

Regno Unito

29.037

23.834

39.493

27.281

38.662

41.365

43.547

3

50%

Altri EU 25

135.727

159.657

174.571

141.593

142.986

186.232

185.693

Russia

8412

10.086

11.780

11.184

20.255

35.686

39.058

Norvegia

7457

11.010

15.856

10.879

14.141

18.678

19.185

157%

Altri

51.176

52.499

52.566

42.744

39.926

71.988

72.946

43%

Totale

505.121

627.499

664.569

571.497

587.995

727.572

707.483

37%

4

364%

Fonte: elaborazione Assomela su dati Istat

del totale. Altri Paesi hanno visto un aumento progressivo della loro importanza, tra i quali vanno segnalati la Russia, la Spagna e la Norvegia. Nella tabella successiva viene infine riassunta la dinamica dell’import di mele in ambito nazionale, che, dopo un picco nel 2004, si assesta oggi su livelli praticamente identici al 2001. Le mele di provenienza extra comunitaria hanno avuto un incremento del 30% nel periodo considerato, e tra i paesi di provenienza, va segnalato il Cile, seguito a una certa distanza da Argentina e Brasile. Le mele cinesi, tenuto conto anche del livello complessivo

Foto R. Angelini

Acquisti e consumo domestico in Italia, mele da tavola, evoluzione 2000-2007 (tonnellate)

Tonnellate

2001

2003

2004

2006

Var. 06/01

1.005.887

939.384

884.519

865.468

–14,0%

Fonte: CSO-GFK, Assomela

Pink Lady nella GDO francese

Import in Italia, evoluzione 2001-2007 (tonnellate) Provenienza

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

Var. 07/01

UE 27

17.319

25.789

22.054

43.654

18.045

14.960

13.890

–20%

Altri

18.708

28.508

34.168

46.933

35.404

22.654

24.381

30%

Totale

36.027

54.297

56.222

90.587

53.449

37.614

38.271

Fonte: elaborazione Assomela su dati Istat

494


melo nel mondo di frutti di provenienza extracomunitaria, per il mercato italiano restano ancora, nel complesso, marginali. La tabella sottostante evidenzia l’andamento del consumo “domestico”, che segna un costante decremento nell’arco di tempo tra il 2001 e il 2006, solo parzialmente compensato da un certo incremento nel consumo “fuori casa”.

Foto F. Venturi

Principali Paesi europei Francia La Francia ha guidato per molto tempo il gruppo dei paesi produttori di mele comunitari. Dalla fine degli anni ’90 i produttori hanno iniziato a soffrire per un mercato internazionale a competitività crescente ed è iniziato, da un lato, un processo di uscita di diverse aziende dal sistema produttivo, percepibile nelle dinamiche di superficie, dall’altro uno spinto investimento per il rinnovo degli impianti, privilegiando varietà di recente introduzione sul mercato. Il 40% circa delle varietà è ancora oggi rappresentato da Golden Delicious, che ha visto peraltro una erosione della propria rappresentatività del 5% circa rispetto al 2000, seguita dal gruppo Gala con il 18%, dalla Granny Smith con un 11% e dalla Braeburn con il 9%. Le aree di maggiore interesse sono localizzate nelle regioni del Sud, dove viene prodotto circa il 60% del totale, seguite dalla regione della Loira con il 30% circa; la quota restante viene prodotta nel Nord del paese. La Francia resta in ogni caso un sistema paese molto interessante e competitivo, al quale i produttori italiani guardano con alto interesse cooperativo.

Golden Delicious è la varietà più diffusa in Francia (+40% sul totale) Foto R. Angelini

Lavorazione delle mele a Curicò, Cile Impianto di melo a Sandomierz, Polonia

Foto R. Angelini

495


mondo e mercato Germania La Germania va citata tra i Paesi produttori, non solo per il ruolo di mercato target per le esportazioni di mela da parte dei partner comunitari, ma anche per una produzione “industriale” interessante in termini quantitativi. Va menzionata anche la produzione dei cosiddetti “orti”, termine con il quale si definiscono i frutteti famigliari, che non hanno un ruolo diretto con il mercato ma, con un quantitativo oscillante di anno in anno tra 500.000 e 900.000 tonnellate annue, possono incidere sulle dinamiche commerciali in apertura di stagione. Le aree di maggiore interesse sono localizzate intorno al Lago di Costanza, nella regione dell’Elba e in Sassonia, nell’ex Germania dell’Est. La Germania assorbe annualmente un quantitativo di mele di circa 1.500.000 tonnellate, delle quali circa la metà di importazione.

Foto R. Angelini

Polonia La Polonia merita una breve illustrazione, in quanto, sia pur con diverse particolarità, rappresenta, con 2.500.000 tonnellate di mele, il paese di maggiore produzione nella Comunità Europea. La superficie coltivata, stabile intorno a 160.000 ettari, rispetto alla produzione complessiva porta subito a individuare un paese con una grande estensione di frutteti “casalinghi”, a bassa produttività e qualità. Rispetto al totale, solo 100.000 ettari sono effettivamente coltivati e, di questi, solo 15.000 possono definirsi moderni. Le varietà coltivate oggi sono, per un 70% circa del totale, Sampion, Golden, Gala, Jonagold e Idared; un 25% è rappresentato dalle varietà Lobo, Cortland, Ligol e Gloster.

Impianto di melo in inverno a Sandomierz, Polonia

Meli nella Stazione di frutticoltura a Sandomierz, Polonia, oggi Paese con la maggiore produzione europea

Foto R. Angelini

496


melo nel mondo Questa situazione fa sì che il 60% circa dell’intera produzione venga destinato direttamente all’industria di trasformazione, il che pone il paese al secondo posto al mondo in tale settore. Il melo è molto diffuso in tutta la Polonia, ma le regioni più importanti sono quelle intorno a Varsavia e nel sud-est del Paese, nell’area circostante Lublino.

Foto R. Angelini

Asia Cina La Cina ettari avuto uno sviluppo molto spinto nel periodo 1990 – 2000, con un incremento di superficie coltivata e produzione molto marcato. In tale periodo la produzione è passata da 4.332.045 a 20.439.57 tonnellate (+472%), mentre la superficie è aumentata da 1.635.520 a 2.254.759 ettari (+ 40%). Nel periodo successivo il trend è rallentato; in termini produttivi l’incremento 2000-2006 è del 28% e in termini di superficie si segnala addirittura un ridimensionamento, con un −36%. La dinamica a cavallo degli anni ’90 aveva portato a giudicare tale paese come una minaccia incombente per i paesi produttori “storici”; i dati più recenti sono invece più tranquillizzanti. Va infatti anche considerato che la Cina è un paese nella necessità di sostenere una crescita delle aree rurali e nel contempo di alimentare una grande massa di popolazione. L’incidenza della popolazione “rurale” era ancora del 75% nel 2002, con una incidenza del PIL agricolo sul totale pari al 16%. La crescita di produzione va quindi messa in relazione a un altrettanto forte incremento nel consumo pro capite di mele, che passa, nell’arco di un decennio, da 3 kg pro capite nel 1991 a 15,6 kg nel 2005. In sostanza, si

Vendita diretta di mele in Cina, dove il consumo interno è in forte incremento (15,6 kg pro capite nel 2005)

Impianto di melo a Badaling, coperto con reti antigrandine, Cina

Foto R. Angelini

497


mondo e mercato

Foto R. Angelini

Fuji, Delicious rosse e Golden sono tra le varietà più coltivate in Cina

evince che la massa dei frutti è prevalentemente indirizzata al consumo interno. In termini strutturali, il paese ha una sorprendente parcellizzazione, la superficie media aziendale oscilla da 0,1 a 1 ettaro, con una prevalente gestione familiare. Questa impostazione, ancorché debole dal punto di vista organizzativo, consente però un sufficiente livello di vita alla popolazione rurale. Importante sottolineare ancora una carenza di infrastrutture di lavorazione e conservazione, con una dotazione di capacità di frigoconservazione di circa il 15% nel 2002. La principale varietà coltivata è la Fuji, che ancora nel 2000 rappresenta il 58% del totale, seguita a distanza dalle Delicious rosse (10%), Golden (7%) e Gala (3%). Le regioni più importanti sono lo Shaanxi con 462.000 ettari, lo Shandong con 342.000 ettari, e la provincia di Hebei (260.000 ettari).

Per dare maggiore valore alle mele, il marchio viene impresso direttamente sulla buccia del frutto, Cina

Mercato ortofrutticolo a Lijiang, Cina

Foto R. Angelini

498


melo nel mondo La tecnica di coltivazione si basa su interventi manuali, consentiti dal basso costo della manodopera, compresa la particolarità dell’insacchettamento delle mele, al fine di prevenire alcune patologie ma anche di favorire una colorazione rossa uniforme sulla superficie del frutto.

Foto S. Pellegrino

India L’India si presenta oggi sullo scenario del commercio internazionale di mele come un paese di particolare interesse per le potenzialità di consumo. La produzione di mele in India è stimata pari a circa 1.270.000 tonnellate con una crescita del 25% rispetto al 1990 (World Apple report 2007), con una superficie produttiva stimata in 217.099 ettari al 2006, contro i 175.808 ettari del 1993 (+24%). La coltivazione del melo in India si è sviluppata all’inizio del 1900, ma un contributo decisivo alla situazione attuale è venuto dagli USA, che hanno introdotto tecniche migliorative e, in particolare, varietà del gruppo delle “Red Delicious”. Il quadro delle varietà è ancora oggi dominato da tale cultivar che, coltivata su portinnesti locali si è ben ambientata nelle regioni di montagna dove si localizza la coltivazione di mele.

Areale di coltivazione delle mele in India Jammu e Kashmir Himachal Pradesh Chandigarh Uttaranchal Punjab Pradesh Haryana Delhi Uttar Pradesh Rajasthan

Sikkim

Red Delicious, varietà più diffusa in India

Arunachal Pradesh

AssamNagaland Maghalaya Manipur Jharkhand Tripura Mizoram West Madhya Pradesh Bengala Chhattisgarh Orissa Maharashtra Bihar

Gujarat Dadra e Nagar Haveli

Melo in India

• Le aree di produzione sono localizzate

nel nord-ovest del paese, negli stati di Himachal Pradesh, Jammu e Kashmir e Uttaranchal Pradesh

Andhra Pradesh Goa

• La varietà più diffusa è Red Delicious • La produzione è pari a 1,2 milioni di

Karnataka

Kerala

Tamil Nadu

tonnellate su una superficie coltivata di 217.000 ettari

Pondicherry Aree di crescita delle mele

499


mondo e mercato Nonostante le notevoli potenzialità di consumo, le tecniche di coltivazione sono ancora arretrate rispetto ai Paesi più evoluti, e l’evoluzione appare rallentata dalla scarsità di capitale per supportare gli investimenti necessari non solo per il rinnovo dei frutteti ma anche per la costruzione di impianti di lavorazione e condizionamento. Le carenze di logistica in senso generale, compresa la viabilità, rendono difficoltoso e costoso il trasporto verso le grandi città e questo giustifica un trend in crescita delle importazioni, ancorché condizionate da una oscillazione dei dazi che tendono a rendere effettivamente favorevoli le condizioni per l’importazione solo a partire da fine inverno, quando la produzione locale si avvia a esaurimento. Giappone Il Giappone è un Paese poco conosciuto sotto il profilo “melicolo”, ma certamente interessante. L’area coltivata a melo è di circa 41.000 ettari, per un produzione complessiva di circa 850.000 tonnellate. La prefettura più importante è quella di Aomori, nel nord del Giappone, dove si produce all’incirca la metà delle mele e, a seguire, le prefetture di Nagano (20%) e Iwate (7%). Frutti protetti con sacchetti per evitare danni da eccessiva insolazione o da attacchi di parassiti. Questa soluzione è diffusa nei Paesi asiatici

Mele in Giappone

• La melicoltura giapponese assume caratteri paesaggistici peculiari e curiosi

• In prossimità della maturazione,

ciascun frutto viene avvolto da un rivestimento che lo protegge sia dai fattori ambientali avversi (eccessiva insolazione) sia da parassiti animali o agenti patogeni fungini

500


melo nel mondo Il Giappone è la patria della varietà Fuji, che rappresenta ancora oggi circa la metà del totale, seguita dalla varietà Tsugaru con circa il 12%, dalla Jonagold con il 10% e dalla Orina che rappresenta circa l’8% del totale della produzione giapponese di mele. America Stati Uniti La frutticoltura statunitense ha una lunga storia alle spalle, basti ricordare che diverse varietà coltivate hanno avuto origine in tale nazione. La superficie coltivata all’anno 2006 era di 153.320 ettari, con una diminuzione dell’11,5% rispetto al 2000. La produzione al medesimo anno è riportata in 4.568.630 tonnellate, anch’essa in leggero decremento sul 2000 (−2%). La produzione di mele si concentra, per un 60% circa, nello stato di Washington e, a seguire, negli stati di New York, Michigan, Pennsylvania e California. Le problematiche economiche hanno portato alcuni piccoli operatori ad abbandonare il settore, mentre altri si sono raggruppati in organizzazioni più grandi in grado di competere meglio sul mercato. Da alcuni anni i frutticoltori americani hanno iniziato a modificare l’assetto varietale, puntando decisamente su varietà del gruppo Gala, Braeburn, Empire, Cripps Pink, a scapito del gruppo delle Red Delicious e anche della Golden (USA Apple Association). Va infine ricordato che gli USA rappresentano il terzo paese trasformatore al mondo e indirizzano a tale settore circa il 35% della produzione complessiva annuale di mele.

Promozione del prodotto rivolta ai bambini in USA

Messico La superficie complessiva coltivata a melo in Messico è di 57.000 ettari circa, per una produzione di 557.958 tonnellate nel 2007, di cui 423.873 (75%) provengono dallo Stato di Chihuahua. Il secondo Stato per importanza è quello di Durango con 47.000 tonnellate circa. Come avviene in molte realtà mondiali, la superficie investita a melo è in leggero ma costante regresso, mentre la produzione nelle aree più vocate incrementa in misura significativa. La produzione messicana era di 338.954 tonnellate nel 2000 e segna quindi un +65% nel periodo 2000-2007 ma, a conferma dell’interesse per tale prodotto, nella regione di Chihuahua e nel medesimo arco di tempo, la produzione è più che raddoppiata. Le varietà principali sono ancora la Golden Delicious e il gruppo delle Red Delicious, con trend in crescita per il gruppo Gala. Il Messico importa circa 200.000 tonnellate di mele all’anno, principalmente da USA e Cile.

Cile: Centro di controllo fitosanitario per l’esportazione in USA

501


mondo e mercato Emisfero sud L’Emisfero Sud rappresenta, nel suo complesso, un’area di produzione importante e impattante sull’economia del mercato internazionale delle mele. Il volume di produzione è abbastanza stabile e si aggira intorno a 4.500.000 tonnellate. Forte è l’indirizzo all’export, che, con 1.565.282 tonnellate nel 2007, rappresenta circa il 35% del totale prodotto. I 5 paesi più rappresentativi sono sicuramente il Cile, il Brasile, l’Argentina, la Nuova Zelanda e il Sudafrica.

Foto R. Angelini

Foto R. Angelini

Controllo delle mele prima della loro commercializzazione

Raccolta delle mele a Curicò, Cile

Produzione dei paesi dell’emisfero Sud (tonnellate) Paese

Anno

media 04-07

% 08/07

% 08/media 04/07

980.286

1.057.098

–6,34

–7,27

312.000

300.000

292.484

–3,85

2,57

755.707

993.227

946.268

905.342

–4,73

4,52

1.566.520

1.675.476

1.784.359

1.865.256

1.675.452

4,53

11,33

547.500

505.577

391.700

426.782

418.338

467.890

–1,98

–10,59

818.987

702.920

636.926

689.054

710.000

711.972

3,04

–0,28

5.105.130

4.786.968

5.252.065

5.220.148

5.110.238

–0,61

2004

2005

2006

2007

2008 (previsione)

Argentina

1.009.961

1.121.057

1.050.732

1.046.643

Australia

254.926

326.584

276.427

Brasile

989.962

882.472

Cile

na

Nuova Zelanda Sudafrica Totale

Fonte: WAPA – World Apple and Pear Association

502


melo nel mondo Cile Il Cile rappresenta un sistema produttivo interessante non solo per le mele, ma per una organizzazione complessiva dell’ortofrutta decisamente orientata all’export. Questo paese, ancorché relativamente piccolo, è al quarto posto per capacità complessiva di esportazione di prodotti agricoli, dopo USA, EU e Messico.

Foto R. Angelini

Foto R. Angelini

Vecchi vasi in Cile Foto R. Angelini

Giovane frutteto su terreno ghiaioso a Curicò, Cile

La superficie coltivata a melo si è estesa dai 35.700 ettari del 2001 a 36.500 ettari nel 2006, con un progressivo incremento della produzione, che è passata da 805.000 a 1.785.000 tonnellate nel 2007, con una incidenza di circa il 50% del volume totale di mele esportate, prevalentemente verso USA, principale mercato target e, a seguire, Messico ed Europa.

Frutteto di Granny Smith intervallato da Pink Lady come impollinatore, Cile Frutteti nella valle del Maipo, Cile

Foto R. Angelini

503


mondo e mercato Brasile Il Brasile è un paese in forte evoluzione, dove anche la mela sta crescendo in importanza e in apprezzamento. L’area coltivata a melo, nel 2006, è di 38.533 ha e le regioni più importanti per la produzione brasiliana sono Santa Catarina, con 19.109 ha e Rio Grande do Sul con 17.314 ha. L’assetto varietale è centrato sostanzialmente su Gala, con 23.088 ha e Fuji con 13.485 ha. Importante osservare la dimensione aziendale, che è di circa 16 ettari in media. Il paese indirizza all’export circa 1.200.000 tonnellate/anno. Argentina La produzione argentina si estende su circa 40.000 ettari, che si concentrano, per circa il 90%, nelle regioni del Neuquén e del Rio Negro, mentre la restante quota viene prodotta nella regione di Mendoza. La melicoltura, ma un po’ tutta la frutticoltura argentina, è stata influenzata da una difficile situazione economica generale che condiziona ancora oggi la necessità di infrastrutture e ricambio degli impianti. L’indirizzo attuale prevede, in ogni caso, la sostituzione della Red Delicious principalmente con la Gala e suoi cloni migliorativi. Poco meno della metà dei frutti va all’industria di trasformazione, mentre un 20% circa viene destinato all’export, che vede anche il vicino Brasile come mercato di interesse.

Impianto di melo in Brasile

Area di produzione melicola nella regione del Santa Catarina, Brasile

504


melo nel mondo Nuova Zelanda Paese che viene spesso preso come esempio, la Nuova Zelanda ha vissuto alcune ultime stagioni difficili, che hanno portato all’abbandono di diversi piccoli operatori, con la perdita di circa un 9% della superficie coltivata a melo e con un reindirizzo degli impianti, dove prevalgono ancora la Braeburn (40%) e la Gala (37%), verso nuove selezioni più adeguate (Pink Lady, Kanzi, Jazz) governate da specifici club, con una impostazione mercantile fortemente indirizzata all’esportazione. Circa il 70% della produzione totale viene infatti esportato. Le due aree di maggiore interesse per la produzione sono la Hawkes Bay e Nelson che ospitano circa 11.000 ha di meleti. Sudafrica La coltivazione del melo in Sudafrica si estende su 20.633 ha al 2006, contro i 22.952 ha del 2001 (–10%) e si concentra prevalentemente nella regione del Western Cape. La Granny Smith è ancora oggi la cultivar più diffusa, con 5259 ha, seguita da Golden Delicious con 4498 ha, dal gruppo delle Red Delicious con 2493 ha e Royal Gala con 2410 ha. Il trend nei rinnovi sembra privilegiare le cosiddette nuove varietà, e in particolare la Fuji. Delle circa 700.000 tonnellate annue prodotte, il 30% va all’industria di trasformazione, un altro 30% al mercato interno e il restante 40% all’esportazione, con il Regno Unito quale mercato privilegiato.

Meleti in Argentina con irrigazione per scorrimento superficiale

Lavorazione delle mele destinate al consumo fresco in Sudafrica

505


mondo e mercato Settore della trasformazione industriale Nella presentazione dei diversi paesi protagonisti del mercato della mela, si è citata diverse volte la trasformazione industriale. Merita quindi la presentazione un dato riassuntivo di questo importante settore, certamente collegato al mercato della mela da consumo fresco. La produzione complessiva di succo è di circa 1.263.000 tonnellate nell’anno 2005-2006, circa il doppio rispetto al 1998-1999. Nel diagramma seguente si riportano i paesi più rappresentativi al mondo, guidati dalla Cina, dalla Polonia e dagli Stati Uniti, che producono circa il 70% del succo concentrato di mela.

Foto R. Angelini

Stati Uniti

Spagna

Sudafrica

Polonia

Nuova Zelanda

Italia

Ungheria

Cina

Germania

Foto R. Angelini

Cile

Meleto a Sandomierz, Polonia. Circa il 70% dell’intera produzione polacca è destinato all’industria di trasformazione per la produzione di succo concentrato

700.000 600.000 500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 0

Argentina

Tonnellate

Importanza della trasformazione industriale nei principali Paesi (2005-2006)

Fonte: USDA-FAS

Conclusioni La mela è un frutto presente sulla tavola dei consumatori in moltissimi paesi. Ciò è dovuto sostanzialmente alla bontà e alle proprietà nutritive, ma anche a un costo sostanzialmente accessibile. La mela è infatti un frutto di facile ambientamento, conservabile per diversi mesi in ambiente condizionato e quindi disponibile praticamente tutto l’anno. L’industria della mela attraversa dei momenti ciclici di relativa difficoltà, l’ultimo a cavallo degli anni 2000. Le condizioni positive o negative investono ormai in maniera trasversale tutti i paesi produttori, per cui, pur con le dovute differenze, il trend positivo o negativo del settore è “internazionale”, riflettendo un quadro ormai globalizzato. L’ultima congiuntura critica ha peraltro marginalizzato le situazioni produttive meno solide e meno competitive, con una tendenziale riduzione della superficie coltivata, diminuita del 12% tra il 2000 e il 2006. La produzione globale è ancora in aumento, in particolare

Lavorazione delle mele in Spagna

506


melo nel mondo per l’introduzione di migliori tecniche colturali nei Paesi a economia crescente. Tale aumento di produzione è maggiore dell’incremento demografico, per cui si sono formate voci allarmistiche su una futura difficoltà a collocare la produzione mondiale di mele. L’effetto Cina è però in questo caso tranquillizzante perché, tenuto conto di un possibile aumento di consumo pro capite, che va incoraggiato e sostenuto a ampio raggio, le condizioni di mercato potrebbero essere sufficientemente stabili. Va anche considerato che il settore è tutto sommato ben organizzato, specialmente in quei Paesi, come l’Italia, dove la cooperazione nelle regioni di produzione, con l’aiuto della regolamentazione comunitaria, ha favorito lo sviluppo di pochi Consorzi ben strutturati, orientati alla qualità intesa come “bontà” e come “sicurezza” del frutto. Una politica forte di organizzazione e qualità sembra oggi determinante per assicurare competitività e futuro ai produttori di mele. In sostanza, diversi indicatori “confortano” nel giudicare il mondo della mela un settore in grado di competere sul mercato globale.

Foto F. Venturi

La produzione globale è in aumento grazie al miglioramento delle tecniche colturali

La mela si colloca al settimo posto nella produzione delle colture ortofrutticole

Foto R. Angelini

507


il melo

mondo e mercato Commercio internazionale Roberto Della Casa

www.colturaecultura.it Diritti di sfruttamento economico: Bayer CropScience S.r.l. Realizzazione editoriale: ART Servizi Editoriali S.r.l. I nomi di coloro che hanno realizzato le fotografie sono riportati sopra le stesse; in tutti gli altri casi le immagini sono state fornite dagli Autori di ciascun capitolo o reperite da agenzie fotografiche.


mondo e mercato Commercio internazionale Dinamico e in continua crescita, il mercato mondiale delle mele fresche ha conosciuto una crescita media annua, tra il 1995 e il 2005, di 3,7 punti percentuali, registrando un incremento degli scambi commerciali a 6.879.000 tonnellate. L’elaborazione di medie triennali, condotta con l’intento di minimizzare l’effetto sui dati di eventuali componenti congiunturali, dimostra il carattere strutturale della fase di sviluppo in cui versa il comparto, segnata da un aumento dei flussi annui di prodotto in entrata e in uscita sui mercati mondiali, tra il triennio 1995-1997 e il triennio 2003-2005, pari al 29,2% – da 5.054.000 a 6.528.000 tonnellate –, a fronte del quale le mele fresche rappresentano, a oggi, una delle categorie frutticole maggiormente esportate in tutto il mondo, seconda solo alle banane. Trend analogo riscontrabile a valore, +20,2%, con il passaggio, nel medesimo arco temporale, da 2.956.942 a 3.555.281 migliaia di dollari. Mediamente concentrato, il mercato delle esportazioni è attualmente dominato da cinque player globali – Cina, Francia, Italia, Cile, Stati Uniti d’America –, che si contendono una quota a volume pari al 51,1% del prodotto complessivamente destinato al di fuori dei confini nazionali, con la Cina, da sola, a cedere sui mercati mondiali oltre 772 migliaia di tonnellate di mele fresche, di cui buona parte preposta a rifornire l’industria di trasformazione asiatica e statunitense. L’evoluzione intervenuta nell’ultimo decennio denota una significativa perdita di competitività da parte degli operatori storici – Francia e Stati Uniti d’America –, la cui insufficiente capacità di far fronte alla crescente globalizzazione dei mercati si è tradotta in un progressivo arretramento di quota a tutto vantaggio dell’ex Celeste Impero, che, tra il triennio ’95-’97 e il triennio ’03-’05, ha sperimentato una crescita della propria quota di mercato, sul fronte dell’export, dal 3,6% all’11,8%, collocando in prevalenza sul mercato mele di varietà Fuji. Nello stesso periodo performance incrementali sono state realizzate anche da Italia e Cile, la cui quota a volume è rispettivamente passata dal 9,6% al 10,1% e dall’8,5% al 9,7%, frutto, in un caso, di un’organizzazione commerciale moderna che ha fatto dell’aggregazione e della qualità le proprie armi vincenti, e, nell’altro, di una strategia di sistema

Commercio internazionale delle mele

• Tra il 1995 e il 2005, il mercato

mondiale delle mele fresche ha conosciuto una crescita media annua di 3,7 punti percentuali

• Attualmente il mercato delle

esportazioni è dominato da cinque Paesi: Cina, Francia, Italia, Cile, Stati Uniti d’America

• Nell’ultimo decennio si nota una

significativa perdita di competitività da parte di mercati storici come Francia e Stati Uniti d’America

Foto I. Ponti

Mele al mercato in India

Coefficiente di concentrazione esportatori Esportatori

Coefficiente di concentrazione a volume 1995-1997

Coefficiente di concentrazione a volume 2003-2005

Top 5

54,0%

51,1%

Fonte: elaborazione su dati FAO

508

Variaz. %

Coefficiente di concentrazione a valore 1995-1997

Coefficiente di concentrazione a valore 2003-2005

Variaz. %

–2,9%

61,6%

56,2%

–5,4%


commercio internazionale export-oriented che riserva ai mercati mondiali quasi il 50% della produzione melicola nazionale. L’analisi a valore vede attualmente ai primi posti, fra i principali esportatori di mele, la Francia e l’Italia che, a fronte del crescente apprezzamento riscontrato sui mercati esteri dal buon livello qualitativo del proprio prodotto, espressione di terroir particolarmente vocati (il Trentino e l’Alto Adige per l’Italia, la Valle della Loira e la regione di Limousin per la Francia), assorbono da sole il 28,9% dei flussi monetari complessivamente generati dalle esportazioni mondiali di mele fresche, a fronte di un 11,7% e di un 8,0% ad appannaggio invece, rispettivamente, di Stati Uniti e Cina. Se, infatti, da un lato, il basso costo del lavoro permette al Gigante Rosso un approccio commerciale particolarmente aggressivo, fondato su prezzi alla produzione altamente competitivi, dall’altro, la scarsa organizzazione della produzione dovuta all’elevato frazionamento della base produttiva e il ridotto impiego di trattamenti antiparassitari, causato dall’indisponibilità di prodotti, rende difficile l’adozione di efficaci strategie di valorizzazione su di un prodotto spesso di discutibile qualità organolettica. Estendendo l’analisi ai dieci principali operatori attivi nel commercio mondiale di mele fresche è facile appurare, nell’ultimo decennio, un livello di concentrazione del settore pressoché costante in termini di quantità movimentate, di poco superiore, tanto nel primo quanto nel secondo triennio di riferimento, ai 78 punti percentuali; mutamenti di posizione hanno, per contro, interessato nel medesimo arco temporale sia la graduatoria a volume sia a valore, confermando un quadro di sostanziale dinamicità. A fronte del già citato boom cinese (+324,6% le quantità di mele annualmente

Foto R. Angelini

L’Alto Adige trova un crescente apprezzamento sui mercati esteri esprimendo nel prodotto il proprio terroir

Esposizione e vendita della frutta in Cina

Foto R. Angelini

509


mondo e mercato cedute sui mercati esteri, da 182 a 772 migliaia di tonnellate) con il contestuale passaggio dell’ex Celeste Impero dalla decima alla prima posizione, Francia e Stati Uniti d’America sono rispettivamente arretrati al secondo e al quinto posto (–14,0% e –10,7% i volumi di prodotto in uscita dai confini nazionali), complice, nel primo caso, la parziale riduzione delle superfici coltivate che ha fatto seguito ai deludenti risultati commerciali conseguiti negli ultimi anni. Paesi Bassi, Belgio-Lussemburgo e Nuova Zelanda, rispettivamente quinto, sesto e settimo esportatore di mele fresche nel triennio ’95-’97, sono retrocessi di due posizioni, cedendo il passo alla Polonia che, grazie a una crescita delle esportazioni pari a 170,8 punti percentuali, nel triennio ’03-’05 ha toccato quota 394.000 tonnellate. A onor del vero va però detto che la Polonia dimostra ancora oggi scarsa capacità organizzativa nella gestione commerciale del prodotto lungo la filiera, riservando al mercato del fresco solo un terzo della produzione interna, di cui non più del 10% pare destinato all’esportazione. Si tratta dunque in buona parte di mele destinate all’industria e per lo più dirette verso Paesi vicini, quali Svezia, Danimarca e Russia, stante la ridotta capacità recettiva e di conservazione palesata dall’operatore. Benché segnate da un incremento, tra il primo e il secondo triennio di riferimento, dei flussi medi annui di prodotto in uscita (+2,9% e +46,7%, a totalizzare, nell’ordine, 227 e 298 migliaia di tonnellate), anche Argentina e Sudafrica non hanno saputo tenere il passo dei best performers, perdendo progressivamente parte della propria capacità di presidio dei traffici commerciali e scivolando così dalla ottava alla undicesima e dalla nona alla decima posizione. Maggiormente concentrato a valore, il mercato dell’export

Foto R. Angelini

Raccolta delle mele in Cile Foto R. Angelini

Primi 10 esportatori a volume Triennio ’95-’97 (.000 ton)

Vendita di mele nello Yunnan, Cina

Francia

808,60

Cina

772,26

Stati Uniti d’America

643,42

Francia

695,29

Italia

486,84

Italia

657,88

Cile

428,70

Cile

634,99

Paesi Bassi

362,05

Stati Uniti d’America

574,46

Belgio - Lussemburgo

322,59

Polonia

394,36

Nuova Zelanda

303,58

Paesi Bassi

393,96

Argentina

220,32

Belgio - Lussemburgo

343,48

Sudafrica

203,05

Nuova Zelanda

333,23

Cina

181,90

Sudafrica

297,92

Fonte: elaborazione su dati FAO

510

Triennio ’03-’05 (.000 ton)


commercio internazionale Primi 10 esportatori a valore Triennio ’95-’97 (.000 dollari)

Triennio ’03-’05 (.000 dollari)

Francia

555.921,25

Francia

564.452,33

Stati Uniti d’America

413.604,00

Italia

461.223,54

Nuova Zelanda

304.921,00

Stati Uniti d’America

415.917,00

Italia

294.700,87

Cina

283.593,87

Paesi Bassi

252.437,25

Nuova Zelanda

274.798,33

Belgio-Lussemburgo

249.171,93

Paesi Bassi

268.145,74

Cile

203.345,00

Belgio-Lussemburgo

242.970,00

Argentina

126.212,00

Cile

201.008,33

Sudafrica

103.384,17

Sudafrica

159.514,53

Cina

90.555,77

Argentina

99.283,67

Italia, Francia e Cina emblemi del mercato

• In un contesto dominato da una

generalizzata perdita di competitività, solamente chi si è distinto per la superiore “qualità organizzata” o chi ha alternativamente saputo imporre la propria leadership di prezzo (spesso avvantaggiato da regole di accesso ai mercati permissive, a oggi ancora, però, non corrisposte) è stato premiato: è il caso, da un lato, della Francia e dell’Italia che, grazie a un’offerta divenuta ormai adulta, sono state in grado di presentarsi sul mercato in maniera strutturata e coesa, confermando o migliorando negli anni il proprio posizionamento (+1,5% e +56,5% le esportazioni a valore nel triennio ’03-’05) e, dall’altro, della Cina che, coltivando 2,4 milioni di ettari di terreno concentrati in prevalenza nella pianura del Nord-Ovest e nel Golfo di Bohai, ha costruito la propria strategia di penetrazione del mercato attraverso l’introduzione di elevati volumi di prodotto a basso costo, con una crescita della remunerazione media annua, per le mele esportate all’estero, fra il triennio ’95-’97 e il triennio ’03-’05, di 213,2 punti percentuali

Fonte: elaborazione su dati FAO

ha però mostrato segni di cedimento in termini monetari durante l’ultimo decennio, con quote ad appannaggio dei principali operatori, nella maggior parte dei casi, via via decrescenti: se dunque i 10 maggiori esportatori di mele fresche nel triennio ’95-’97 erano stati in grado di intercettare l’87,7% del valore generato dalle quantità di prodotto complessivamente movimentate oltre confine, nel triennio ’03-’05 tale incidenza è scesa all’83,6%. L’analisi condotta a livello mondiale sui flussi di prodotto in entrata rivela un maggior livello di parcellizzazione sul fronte delle importazioni, dove, nel triennio ’03-’05, i primi cinque operatori si contendevano il 40,1% delle mele fresche complessivamente Foto R. Angelini

511


mondo e mercato scambiate sui mercati mondiali, a fronte di una quota prossima invece al 43,1% nel triennio ’95-’97. Invariati nel corso del decennio i mercati di destino inclusi nel cluster dei primi cinque importatori a volume, con la sola recente sostituzione del Belgio-Lussemburgo con la Cina, presumibilmente dovuta all’incremento dei consumi di mele nell’ex Celeste Impero (da 11,6 kg/anno pro capite nel biennio 1995-1996 a 15,4 kg/anno pro capite nel biennio 2003-2004) e alla parallela crescita delle richieste di prodotto di qualità da parte della classe abbiente (si parla di oltre cento milioni di persone). Conferma del trend registrato emerge dall’esame dei dati a valore, che mostra una contrazione della capacità di assorbimento del prodotto di provenienza estera, calcolata sui primi cinque operatori – Germania, Regno Unito, Belgio-Lussemburgo, Cina, Paesi Bassi nel primo arco temporale di riferimento; Germania, Regno Unito, Paesi Bassi, Russia, Belgio-Lussemburgo nel secondo –, di 7,9 punti percentuali (da un livello del 54,6% a uno del 46,7%). La Germania ha mantenuto costante la propria egemonia per quantità media annua di prodotto importato, intercettando però una quota dei flussi globalmente diretti sui mercati esteri andata scemando nel tempo, da valori prossimi al 15,9% (777 migliaia di tonnellate) nel triennio ’95-’97 a poco più del 12,1% (774 migliaia di tonnellate) nel triennio ’03-’05. Al contrario, lo sviluppo economico verificatosi nell’ultimo decennio in Russia, grazie all’oculato sfruttamento delle risorse naturali di petrolio e gas disponibili e alla presenza di una forte industria energetica, ha prodotto conseguenze anche nel comparto melicolo, traducendosi in una cospicua crescita dei volumi di prodotto in entrata, +70,8% tra il primo e il secondo triennio di riferimento, a raggiungere 679 migliaia di tonnellate; nel medio periodo sono inoltre ipotizzabili ulteriori aumenti, stante il previsto allargamento della classe di popolazione di reddito medio-alto, che nel 2010 dovrebbe raggiungere i 40 milioni di persone. Movimenti di segno positivo nella parte bassa della classifica hanno interessato Spagna, Messico e Francia, passati rispettivamente dalla decima alla settima, dalla quattordicesima alla ottava e dalla sedicesima alla decima posizione, a fronte di un aumento dei quantitativi di mele fresche di provenienza extranazionale assorbiti, da un minimo di 77,4 a un massimo di 129,5 punti percentuali. Andamenti opposti si sono registrati invece nel medesimo periodo in corrispondenza di Brasile e Austria, esclusi

Foto M. Galli

Meleti a Caldaro, Bolzano Foto FEM-IASMA

Meleti in Trentino-Alto Adige

Coefficiente di concentrazione importatori Importatori

Coefficiente di concentrazione a volume 1995-1997

Coefficiente di concentrazione a volume 2003-2005

Top 5

43,1%

40,1%

Fonte: elaborazione su dati FAO

512

Variaz. %

Coefficiente di concentrazione a valore 1995-1997

Coefficiente di concentrazione a valore 2003-2005

Variaz. %

–3,0%

54,6%

46,7%

–7,9%


commercio internazionale Primi 10 Paesi importatori a volume Triennio ’95-’97 (.000 ton)

Foto R. Angelini

Triennio ’03-’05 (.000 ton)

Germania

777,35

Germania

774,16

Regno Unito

413,57

Russia

679,05

Russia

397,56

Regno Unito

505,00

Paesi Bassi

269,03

Paesi Bassi

343,26

Belgio - Lussemburgo

252,14

Cina

254,63

Cina

226,03

Belgio - Lussemburgo

237,58

Brasile

207,72

Spagna

236,63

Austria

171,94

Messico

176,66

Stati Uniti d’America

165,49

Stati Uniti d’America

172,30

Spagna

133,36

Francia

170,36

Fonte: elaborazione su dati FAO

dal ranking dei primi dieci importatori a volume a seguito di una contrazione dei volumi medi annui di prodotto importato, tra il primo e il secondo arco temporale in esame, dell’ordine del 48,9% e del 75,6%. Entrate, uscite e mutamenti di posizione hanno segnato, nell’ultimo decennio, anche le dinamiche afferenti i flussi a valore, con la sola costante rappresentata da Germania e Regno Unito, saldamente in testa alla classifica dei principali importatori, benché con quote, sul totale, andate progressivamente riducendosi nel tempo (da 19,6% a 14,4% e da 14,2% a 13,3%).

Meleti a Izmir, Turchia

Foto R. Angelini

Primi 10 Paesi importatori a valore Triennio ’95-’97 (.000 dollari)

Triennio ’03-’05 (.000 dollari)

Germania

532.958,33

Germania

556.495,33

Regno Unito

387.189,56

Regno Unito

514.269,32

Belgio - Lussemburgo

215.132,67

Paesi Bassi

281.654,00

Cina

186.394,41

Russia

243.393,14

Paesi Bassi

166.793,11

Belgio - Lussemburgo

211.470,00

Stati Uniti d’America

118.143,67

Spagna

185.665,00

Spagna

92.652,33

Cina

177.763,46

Brasile

88.019,67

Stati Uniti d’America

161.610,33

Canada

82.499,07

Messico

149.116,33

Thailandia

77.859,33

Francia

132.267,33

Mele al mercato a Valparaiso, Cile

Fonte: elaborazione su dati FAO

513


mondo e mercato Francia e Italia, protagoniste assolute – un tempo insieme agli Stati Uniti d’America, ora a fianco della Cina – negli scambi commerciali di mele fresche, negli ultimi dieci anni hanno sistematicamente collocato sui mercati europei oltre i tre quarti dei quantitativi di prodotto complessivamente veicolati oltre confine, arrivando, nel triennio ’03-’05, a punte del 79,8% e dell’81,3%, a fronte di una quota ad appannaggio del Gigante Rosso non superiore invece al 6,1%. Ciò è in parte dipeso dalle considerevoli difficoltà di accesso ai mercati terzi ancora oggi riscontrabili a causa delle stringenti barriere tariffarie, fitosanitarie e regolamentari praticate dai Paesi extra-comunitari nei confronti del prodotto europeo, a fronte delle quali estremamente problematica risulta per il singolo la negoziazione di protocolli commerciali “one to one”. D’altro canto il perdurante eccesso di offerta rilevabile a livello europeo, unitamente alla globalizzazione dei mercati e ad un generalizzato calo dei consumi, renderà imprescindibile nel prossimo futuro, per questi operatori, una diversificazione dei propri mercati di destino, pena la progressiva perdita di competitività. Sarà pertanto auspicabile, a breve, una sensibilizzazione su questo fronte delle autorità nazionali e comunitarie competenti, attraverso un’azione concertata da parte delle principali associazioni di categoria, perché, alternativamente, il futuro della melicoltura italiana e dei cugini d’Oltralpe rischierebbe di essere unicamente affidato all’attento controllo dei livelli quantitativi di produzione, in rapporto alle reali possibilità di collocamento. La stessa analisi, condotta sul piano delle importazioni, denota come la Germania, principale bacino di ricezione dei flussi di prodotto oggetto di commercio internazionale, abbia quasi esclusivamente assorbito, tanto nel primo quanto nel secondo triennio di riferimento, mele di provenienza europea, mentre la Russia, a oggi secondo importatore in termini di volumi, abbia importato dall’UE-25 una quota progressivamen-

Italia e Cile: Paesi a vocazione esportativa

• L’analisi del saldo normalizzato,

calcolato per i primi cinque Paesi esportatori come rapporto percentuale tra il saldo in valore assoluto (esportazioni meno importazioni) e il valore complessivo degli scambi commerciali (esportazioni più importazioni), identifica nel Cile e nell’Italia, al di là dei volumi di prodotto movimentati oltre confine, i due player a maggiore vocazione esportativa, l’uno, però, caratterizzato da performance mantenutesi costantemente elevate nel periodo di riferimento (99,9 il saldo normalizzato medio riferibile a entrambi i trienni), l’altro interessato invece da una parziale involuzione delle prestazioni sostenute nelle attività di commercio con l’estero (81,2 l’indice per il triennio ’95-’97 e 79,0 per il triennio ’03-’05). Se ne trae conferma dall’analisi combinata dei volumi di mele fresche, importati ed esportati da ciascun operatore, con la dimensione della relativa produzione interna, da cui è facile evincere come durante il decennio 1995-2005 Cile e Italia abbiano collocato sui mercati mondiali solo (il primo) o quanto meno prevalentemente (la seconda) mele di produzione nazionale, con il Belpaese, però, a registrare nell’ultimo triennio valori tendenzialmente decrescenti

Foto R. Angelini

Mele al mercato di Valparaiso, Cile

514


commercio internazionale te andata riducendosi da un livello del 46,1% nel triennio ’95-’97 a uno del 34,7% nel triennio ’03-’05.

Foto R. Angelini

Distribuzione al dettaglio e consumi di mele nei mercati italiano, francese, tedesco, inglese Nel quadriennio 2002-2005 le vendite al dettaglio di mele fresche in Italia hanno conosciuto una flessione a due cifre, -17,4% (da 989.708 a 817.015 tonnellate), in parte recuperata poi nel 2006 grazie a una ripresa degli acquisti domestici per 6,0 punti percentuali (a totalizzare 866.089 tonnellate). Identico, benché segnato da variazioni di minor intensità, il trend registrato a valore: una contrazione del 13,7% nel dato di vendite del 2005 rispetto a quello afferente al 2002, a cui ha fatto seguito un timido +0,4% nel 2006, per un giro d’affari al consumo complessivamente stimato intorno a 1.029.499 migliaia di Euro. Principale canale di vendita al dettaglio per le mele, il complesso Iper+Super+Self Service ha consolidato negli anni la propria posizione sul mercato italiano, incrementando la quota a volume di propria pertinenza, tra il 2002 e il 2006, di 3,9 punti percentuali, fino a raggiungere un livello prossimo al 41,8%; in seconda posi-

Meleti in Val Venosta, Italia

Distribuzione di mele a volume per canale commerciale in Italia Acquisti domestici a volume (t)

Incidenza % sul totale

2002

2003

2004

2005

2006

2002

2003

2004

2005

2006

Iper+Super+Self S.

375.531

363.459

367.711

347.815

361.789

37,9%

38,7%

41,4%

42,6%

41,8%

Trad.+Spec.

213.742

196.846

196.097

142.360

184.708

21,6%

21,0%

22,1%

17,4%

21,3%

Discount

48.596

58.212

45.769

52.507

51.334

4.9%

6,2%

5,2%

6,4%

5,9%

Ambulanti+Altro

351.839

319.760

278.097

274.333

268.258

35.5%

34,1%

31,3%

33,6%

31,0%

Totale

989.708

938.277

887.674

817.015

866.089

100,0%

100,0%

100,0%

100,0%

100,0%

Fonte: elaborazione su dati Gfk-Iha

Distribuzione di mele a valore per canale commerciale in Italia Acquisti domestici a valore (.000 Euro)

Incidenza % sul totale

2002

2003

2004

2005

2006

2002

2003

2004

2005

2006

Iper+Super+Self S.

493.552

489.986

525.466

422.823

442.881

41,6%

42,5%

44,0%

41,3%

43,0%

Trad.+Spec.

264.751

251.364

274.073

220.788

218.921

22,3%

21,8%

23,0%

21,5%

21,3%

Discount

51.990

59.995

54.637

55.311

56.520

4,4%

5,2%

4,6%

5,4%

5,5%

Ambulanti+Altro

377.418

351.167

339.473

326.091

311.177

31,8%

30,5%

28,4%

31,8%

30,2%

Totale

1.187.711

1.152.512

1.029.499

100,0%

100,0%

100,0%

100,0%

100,0%

1.193.649 1.025.013

Fonte: elaborazione su dati Gfk-Iha

515


mondo e mercato Foto FEM-IASMA

Andamento delle vendite a volume in Italia

• Tra il 2002 e il 2005 si è assistito a una diminuzione delle vendite a volume, tanto in relazione al complesso Iper+Super+Self Service (–7,4%), quanto con riferimento ai Dettaglianti Tradizionali/Specializzati (–33,4%) e agli Ambulanti (–22,0%), e una contestuale crescita delle quantità di prodotto veicolate invece al consumo attraverso il canale Discount (+8,0%)

Meleti in Trentino con irrigazione antibrina

• Tra il 2005 e il 2006 si è invece assistito

zione gli Ambulanti, che però nello stesso periodo hanno sofferto una riduzione di share del 4,5%, passando così da un’incidenza del 35,5% a una del 31,0%. Solamente terzi appaiono in Italia, in relazione alle vendite della categoria, i Dettaglianti Tradizionali e Specializzati, con una quota sul totale mantenutasi costantemente, nel corso del quinquennio, su valori compresi tra un minimo del 21,0% e un massimo del 22,1%, eccezion fatta per il 2005, anno in corrispondenza del quale le statistiche ufficiali rilevano un crollo al 17,4%. Di peso marginale, il canale Discount ha mostrato negli ultimi anni un andamento altalenante, registrando crescite e successive diminuzioni di quota, per attestarsi nel 2006 su di un livello del 5,9%. Evoluzione del tutto simile emerge dall’analisi a valore. La dinamica dei prezzi al consumo rilevati nell’ultimo quinquennio sul mercato italiano, in relazione al prodotto mela, rivela un anda-

a un incremento dei volumi di mele distribuiti dalla GDO (+4,0%) e dai punti di vendita tradizionali (+29,7%) e la parallela riduzione di quelli per contro ascrivibili ai Discount (–2,2%) e all’Ambulantato (–2,2%)

Foto R. Angelini

Andamento delle vendite a valore in Italia

• Parzialmente differente rispetto alle

vendite a volume appare l’evoluzione riscontrata in termini valoriali, con i Dettaglianti Tradizionali/Specializzati ad affrontare, nel 2006, un’ulteriore contrazione del proprio turnover (–0,8%) e, specularmente, i Discount a godere per una crescita addizionale del proprio fatturato (+2,2%) Lavorazione delle mele in Cile

516


commercio internazionale Prezzo medio per canale commerciale in Italia Prezzo medio al consumo (euro/kg)

Variazione %

2002

2003

2004

2005

2006

’03 vs. ‘02

’04 vs. ‘03

’05 vs. ‘04

’06 vs. ‘05

Iper+Super+Self S.

1,31

1,35

1,43

1,22

1,22

+2,6%

+6,0%

–14,9%

+0,7%

Trad.+Spec.

1,24

1,28

1,40

1,55

1,19

+3,1%

+9,5%

+11,0%

–23,6%

Discount

1,07

1,03

1,19

1,05

1,10

–3,7%

+15,8%

–11,8%

+4,5%

Ambulanti+Altro

1,07

1,10

1,22

1,19

1,16

+2,4%

+11,2%

–2,6%

–2,4%

Totale

1,20

1,23

1,34

1,25

1,19

+2,4%

+9,5%

–6,7%

–5,3%

Fonte: elaborazione su dati Gfk-Iha

Acquisti medi per canale commerciale in Italia Acquisto familiare medio annuo (kg)

Variazione %

2002

2003

2004

2005

2006

’03 vs ‘02

’04 vs ‘03

’05 vs ‘04

’06 vs ‘05

Iper+Super+Self S.

35,4

33,9

33,6

34,2

26,3

–4,1%

–1,0%

+1,8%

–23,2%

Trad.+Spec.

29,6

27,3

26,5

21,0

22,4

–7,8%

–3,2%

–20,5%

+6,7%

Discount

26,1

30,6

19,7

23,6

14,8

+17,2%

–35,5%

+19,9%

–37,5%

Ambulanti+Altro

36,0

34,7

31,0

34,3

27,2

–3,5%

–10,8%

+10,9%

–20,9%

Totale

52,5

50,1

47,4

47,2

44,2

–4,6%

–5,3%

–0,4%

–6,4%

Fonte: elaborazione su dati Gfk-Iha

mento tendenzialmente crescente nel periodo 2002-2004, con il passaggio da una media di 1,20 Euro/kg a una di 1,34 Euro/kg (+12,1%), seguito poi da un deprezzamento a 1,19 Euro/kg nel 2006 (–11,6%). I dati afferenti alla dimensione dell’acquisto medio annuo sostenuto dalle famiglie italiane consumatrici di mele indicano una progressiva diminuzione, nel periodo in esame, delle quantità consumate a livello domestico, scese a 44,2 kg nel 2006, a fronte dei 52,5 kg rilevati invece nel 2002. Incrociando i dati di fonte GfK-Iha relativi ai consumi domestici con le stime USDA riguardanti l’insieme dei consumi di mele in Italia, è possibile definire in linea di massima anche l’entità e l’evoluzione intervenute nel tempo nei volumi di prodotto consumati dagli italiani fuori casa. Negativo il bilancio al 2006, segnato da una contrazione delle quantità consumate, rispetto al 2002, di 75,5 punti percentuali. Più in dettaglio, il trend emergente dall’analisi evidenzia una caduta dei consumi extradomestici di mele, in Italia, da 224.233 tonnellate nel 2002 a 93.723 tonnellate nel 2003 (–58,2%), a cui pare aver fatto seguito una ripresa a 221.326 tonnellate nel 2004 (+136,1%) e una successiva flessione prima a

Dinamica dei prezzi in Italia

• A livello di canale, è evidente un trend

non sempre perfettamente in linea con l’evoluzione intervenuta sul totale mercato: più sostenuta ed estesa nel tempo, infatti, la crescita imputabile al Dettaglio Tradizionale e Specializzato, segnata da un differenziale positivo di 25,2 punti percentuali tra il 2002 e il 2005 (da 1,24 Euro/kg a 1,55 Euro/ kg), costantemente altalenante l’andamento registrato invece in corrispondenza del format Discount che, raggiunto il picco di 1,19 Euro/kg nel 2004, si è reso protagonista di una flessione a 1,05 Euro/kg nel 2005, per poi risalire a 1,10 Euro/kg nel 2006

517


mondo e mercato 185.422 tonnellate nel 2005 (–16,2%), poi a 55.014 tonnellate nel 2006 (–70,3%). Identico l’andamento rilevato a livello pro capite. Di entità ben più modeste rispetto a quelle registrate sul mercato italiano, le vendite al dettaglio di mele in Francia hanno tuttavia mostrato negli ultimi anni una maggior costanza sia in termini dimensionali sia valoriali, facendo segnare, tra il 2003 e il 2007, un delta negativo di 3,1 punti percentuali in un caso e uno positivo di 4,1 punti percentuali nell’altro (da 440.201 a 426.536 tonnellate e da 646.967 a 673.310 migliaia di Euro). La flessione nei dati di vendita a volume, che a partire dal 2006 è andata a sostituirsi alla crescita intervenuta invece tra il 2003 e il 2005, è stata dunque più che compensata dall’incremento dei prezzi mediamente praticati al consumo (+7,5% nel 2007 rispetto al 2003), traducendosi in un aumento del turnover generato dalla categoria presso il canale retail. L’evoluzione occorsa sul mercato tedesco relativamente ai consumi di mele ha mostrato negli ultimi anni un trend piuttosto

Dinamica dei consumi domestici in Italia

• L’analisi delle dimensioni d’acquisto

medio annuo sostenuto dalle famiglie italiane per singoli format, evidenzia andamenti non del tutto coincidenti con quelle del mercato. In particolare, nel 2003 crescente è apparso il volume dell’acquisto familiare medio annuo realizzato presso i Discount (+17,2%), mentre nel 2005 variazioni di segno positivo hanno interessato il complesso Iper+Super+Self Service (+1,8%), i Discount (+19,9%) e gli Ambulanti (+10,9%) e nel 2006 il cluster dei Dettaglianti Tradizionali e Specializzati (+6,7%)

Incidenza % vendite a volume per canale in Francia 2003

2004

2005

2006

2007

Iper+Super+Superette

80,8%

79,9%

80,3%

80,2%

78,6%

Discount

19,2%

20,2%

19,7%

19,8%

21,4%

Dettaglio Specializzato

8,6%

8,4%

8,5%

9,6%

11,1%

Ambulanti

23,3%

22,0%

22,3%

21,6%

22,2%

Vendita Diretta

4,8%

4,2%

3,9%

4,1%

4,5%

Altro

2,0%

2,0%

2,0%

1,9%

2,4%

Totale

100,0%

100,0%

100,0%

100,0%

100,0%

Fonte: elaborazione su dati TNS World Panel

Consumi di mele in Italia 2002 Consumi (ton)

2003

2004

2005

1.213.941 1.032.000 1.109.000 1.002.437

2006

’03 vs ’02 ’04 vs ’03 ’05 vs ’04 ’06 vs ’05

921.103

–15,0%

+7,5%

–9,6%

–8,1%

Domestici

989.708

938.277

887.674

817.015

866.089

–5,2%

–5,4%

–8,0%

+6,0%

Extradomestici

224.233

93.723

221.326

185.422

55.014

–58,2%

+136,1%

–16,2%

–70,3%

Popolazione (.000.000 abitanti)

57,3

57,9

58,5

58,8

59,1

+1,0%

+1,0%

+0,5%

+0,6%

Consumi pro capite (kg/ab.)

21,2

17,8

19,0

17,1

15,6

–16,0%

+6,7%

–10,0%

–8,8%

Domestici

17,3

16,2

15,2

13,9

14,6

–6,4%

–6,2%

–8,6%

+5,0%

Extradomestici

3,9

1,6

3,8

3,2

0,9

–59,0%

+137,5%

–15,8%

–71,9%

Fonte: elaborazione su dati USDA, Gfk-Iha e Istat

518


commercio internazionale Distribuzione e consumi di mele in Francia 2003

2004

2005

2006

2007

’04 vs ’03 ’05 vs ’04 ’06 vs ’05 ’07 vs ’06

Mercato retail a volume (t)

440.201

446.663

459.658

433.016

426.536

+1,5%

+2,9%

–5,8%

–1,5%

Mercato retail a valore (.000 Euro)

646.967

710.845

664.410

643.981

673.310

+9,9%

–6,5%

–3,1%

+4,6%

Prezzo medio (Euro/kg)

1,47

1,59

1,45

1,49

1,58

+8,2%

–8,8%

+2,8%

+6,0%

Penetrazione (% sul tot. famiglie)

88,5

89,2

88,7

88,2

87,6

+0,7%

–0,5%

–0,5%

–0,6%

N. atti d’acquisto per famiglia acquirente

13,29

13,18

13,19

12,29

12,30

–0,8%

+0,1%

–6,8%

+0,1%

Dimensione media dell’atto d’acquisto (kg)

1,50

1,51

1,55

1,56

1,53

+0,7%

+2,6%

+0,6%

–1,9%

Acquisto medio annuo per famiglia acquirente (kg)

20,0

19,9

20,4

19,2

18,8

–0,5%

+2,5%

–5,9%

–2,1%

Spesa media annua sostenuta dalle famiglie acquirenti (Euro)

29,3

31,7

29,5

28,5

29,7

–0,8%

+0,1%

–6,8%

+0,1%

Fonte: elaborazione su dati TNS World Panel

altalenante, caratterizzato dall’alternanza di variazioni di senso positivo e negativo. Se, dunque, le statistiche ufficiali stimano in 1.580.567 tonnellate le quantità di prodotto complessivamente consumate nel 2002 dalla popolazione teutonica dentro e fuori casa, un anno più tardi le stesse quantità sembravano essere scese a 1.475.000 tonnellate (–6,7%), per poi risalire nel 2004 a 1.620.247 tonnellate; ulteriore decremento si è in seguito registrato nel 2005 – 1.450.269 le tonnellate di mele complessi-

Dinamica degli acquisti di mele in Francia

• Format privilegiato dai cugini d’Oltralpe per l’acquisto di mele è il complesso Iper+Super+Superette, attraverso cui nel quinquennio 2003-2007 è stata veicolata al consumo una quota di prodotto oscillante da un livello dell’80,8% a uno del 78,6%

Foto R. Angelini

• A seguire, nell’ordine, Ambulanti e

Discount con una share che, se nel 2003 si attestava rispettivamente al 23,3% e al 19,2%, nel 2007 era scesa, in un caso, al 22,2% e salita, nell’altro, al 21,4%

• Per contro, inferiore al 10,0% è apparsa durante tutto l’arco temporale indagato la quota di vendite ad appannaggio dei Dettaglianti Specializzati, mentre le attività di Vendita Diretta sembrano aver inciso per non più del 4,8% sul totale a volume

Impianti di melo in Emilia-Romagna

519


mondo e mercato Foto FEM-IASMA

Dinamica dei consumi domestici in Francia

• Similmente a quanto accade sul

mercato italiano, in Francia acquistano mele almeno una volta all’anno 88-89 famiglie su 100; il numero medio di atti d’acquisto rilevati per famiglia acquirente, andato riducendosi nel tempo, è passato dai 13,29 del 2003 ai 12,30 del 2007 (–7,4%), mentre la dimensione media del singolo acquisto, cresciuta di 4,0 punti percentuali nel periodo 2003-2006, ha poi subito una flessione dell’1,9% nel 2007, attestandosi a 1,53 kg. L’effetto venuto a prodursi ha determinato una contrazione a volume dell’acquisto medio annuo per famiglia acquirente, tra il 2003 e il 2007, dell’ordine del 6,0% (da 20,0 a 18,8 kg), a cui però ha fatto da contraltare, complice la crescita dei prezzi, un aumento a valore dell’1,4%, a raggiungere i 29,7 Euro

Meleti in Trentino-Alto Adige

vamente consumate (–10,5%) nel corso dell’anno –, mentre nel 2006 la somma degli acquisti domestici ed extradomestici ha toccato quota 1.619.000 tonnellate (+11,6%). Del tutto analogo, negli anni, è risultato l’andamento dei consumi procapite, a causa della pressoché totale invarianza demografica. In crescita gli acquisti di mele sostenuti annualmente dalle famiglie inglesi nel periodo 2002-2006, con il passaggio da 560.020 a 609.500 tonnellate (+8,8%), intese come somma dei consumi

Meleti in Val Venosta, Italia

Foto R. Angelini

520


commercio internazionale complessivamente realizzati a livello domestico ed extradomestico. In termini di consumo pro capite ciò si è tradotto in un aumento delle quantità pari a 6,3 punti percentuali, da 9,5 a 10,1 kg. Circoscrivendo l’analisi ai soli acquisti domestici, l’istituto statistico del Regno Unito (UK Statistics Authority) stima una spesa settimanale media a livello nazionale, in relazione alle mele, oscillante nel periodo considerato tra le 12.000 e le 13.000 migliaia di Sterline (18.000-19.000 migliaia di Euro circa), per un giro d’affari attestabile in linea di massima, a seconda dell’anno di riferimento, sulle 624.000 migliaia o sulle 676.000 migliaia di Sterline (980.000-990.000 migliaia di Euro). Oltre i tre quarti degli acquisti

Consumi di mele in Germania 2002

2003

2004

2005

2006

’03 vs ‘02

’04 vs ‘03

’05 vs ‘04

’06 vs ‘05

Consumi domestici + extradomestici (t)

1.580.567

1.475.000

1.620.247

1.450.269

1.619.000

–6,7%

+9,8%

–10,5%

+11,6%

Popolazione (.000.000 abitanti)

82,4

82,5

82,5

82,5

82,4

+0,1%

+0,0%

+0,0%

–0,1%

Consumi pro capite (kg/ab.)

19,2

17,9

19,6

17,6

19,6

–6,8%

+9,9%

–10,5%

+11,7%

Fonte: elaborazione su dati USDA ed Eurostat

Consumi di mele nel Regno Unito 2002

2003

2004

2005

2006

’03 vs ’02

’04 vs ’03

’05 vs ’04

’06 vs ’05

Consumi domestici + extradomestici (t)

560.020

560.850

592.600

610.770

609.500

+0,1%

+5,7%

+3,1%

–0,2%

Popolazione (.000.000 abitanti)

59,2

59,6

59,8

60,2

60,6

+0,0%

+0,0%

+0,0%

+0,0%

Consumi pro capite (kg/ab.)

9,5

9,4

9,9

10,1

10,1

–0,4%

+5,2%

+2,4%

–0,8%

Fonte: elaborazione su dati USDA e UK Statistics Authority

Distribuzione di mele nel Regno Unito acquisti domestici a valore (.000 euro)

incidenza % sul totale regno unito

2002

2003

2004

2005

2006

2002

2003

2004

2005

2006

Distribuzione Moderna

826.931

826.598

689.583

760.461

762.765

83,3%

84,6%

75,0%

76,9%

76,9%

Dettaglio Tradizionale

165.386

150.291

229.861

228.138

228.830

16,7%

15,4%

25,0%

23,1%

23,1%

Totale

992.317

976.888

919.444

988.599

991.595

100,0%

100,0%

100,0%

100,0%

100,0%

Fonte: elaborazione su dati UK Statistics Authority e Banca d’Italia (N.B.: Al fine di favorire il lettore in una lettura comparata dei dati relativi ai differenti mercati, gli acquisti domestici a valore per il Regno Unito sono stati convertiti in Euro, applicando il cambio medio annuo Euro-Sterlina di fonte Banca d’Italia)

521


mondo e mercato vengono abitualmente effettuati presso punti di vendita della distribuzione moderna, anche se negli ultimi anni si è assistito a una flessione di quota a favore delle forme distributive tradizionali.

Foto R. Angelini

Mele italiane tutelate da protezione comunitaria Fiore all’occhiello della frutticoltura nazionale, il comparto melicolo italiano può a oggi pregiarsi della presenza di tre prodotti d’eccellenza, la cui qualità, inscindibilmente legata al territorio di origine e all’expertise della manodopera ivi impegnata, ha conseguito pieno riconoscimento a livello comunitario, venendo insignita di un marchio di tutela: da un lato la Mela Val di Non, a cui nel 2003 è stata attribuita la Denominazione di Origine Protetta (DOP), dall’altro la Mela Alto Adige e la Melannurca Campana, che in tempi più recenti – la prima nel 2005, la seconda un anno più tardi – hanno ottenuto l’Indicazione Geografica Protetta (IGP). A esse vanno ad affiancarsi a livello europeo la francese Pomme du Limousin DOP, la spagnola Manzana o Poma de Girona IGP e la greca Mila Kastorias IGP. Prodotte nelle valli del Noce, in Trentino, già a partire dal 1500, le Mele Val di Non traggono assoluto vantaggio dal clima alpino in cui vengono coltivate, distinguendosi per l’ottimo equilibrio dei propri parametri fisico-chimici. Nel 2006 sono state 4450 le aziende agricole interessate alla produzione di questa DOP e 16 gli impianti di lavorazione, a fronte di una quantità di mele certificate pari a 189.946 tonnellate (+14,4% vs. 2005). Il prodotto è stato destinato per l’81,4% al mercato interno, a fronte

Meleti in Val di Non

Frutticoltura lungo la valle dell’Adige, vicino a Merano (BZ)

Foto R. Angelini

522


commercio internazionale di una quota pari al 18,6% collocata invece all’estero, di cui i due quinti diretti in Germania. Il prezzo prevalente alla produzione registrato nel 2006 in relazione alla principale cultivar, la Golden Delicious, presentata in cartone monostrato 30x50, si è attestato su di 1,10 Euro/kg, facendo segnare una crescita di 22,2 punti percentuali rispetto agli 0,90 Euro/kg del 2005. Analogo l’andamento riscontrato nel prezzo medio praticato al consumo, +25,0%, da 1,40 Euro/kg nel 2005 a 1,75 Euro/kg nel 2006. Il contestuale incremento delle quantità e dei prezzi ha generato nel 2006 un aumento sia del fatturato alla produzione sia di quello al consumo sviluppato dalla DOP, passati, nell’ordine, da 126.000.000 a 157.000.000 di Euro (+24,6%) e da 199.000.000 a 245.000.000 di Euro (+23,1%). Concentrata in 72 comuni della Provincia Autonoma di Bolzano, la produzione della Mela Alto Adige gode dell’effetto generato dall’elevato numero di ore quotidiane di sole, di concerto con le notti fresche e le basse precipitazioni dovute alle catene montuose, che assicura ai frutti colore e sapore particolarmente intensi. 6.986 le aziende agricole in produzione nel 2006, per 31 impianti di condizionamento e 178.099 tonnellate di prodotto certificato (+1.263,1% rispetto al 2005), di cui il 55,0% è risultato essere stato distribuito sul mercato interno, mentre la restante parte è stata piazzata per il 90,0% sui mercati dell’Unione Europea e per il 10,0% fuori dall’UE. Intrisa di storia appare, infine, la Melannurca Campana, le cui origini vengono fatte tradizionalmente risalire all’epoca di Plinio il Vecchio. Elemento caratterizzante il processo produttivo previsto dal disciplinare, una volta completata la raccolta, è rappresentato dal collocamento del prodotto in “melai”, al fine di favorire la completa colorazione dei frutti. Sono 78 le aziende agricole aventi prodotto Melannurca IGP nel 2006, condizionate in 5 differenti strutture di lavorazione. Il volume di prodotto complessivamente certificato è risultato pari a 2266 tonnellate, a fronte delle 3266 tonnellate invece potenzialmente certificabili.

Foto R. Angelini

Meleti in Trentino Foto M. Galli

Golden Delicious Foto P. Rega

Principali mele tutelate da protezione comunitaria Denominazione

Tipologia di protezione

Paese

Mela Val di Non

DOP

Italia

Mela Alto Adige

IGP

Italia

Melannurca Campana

IGP

Italia

Pomme du Limousin

DOP

Francia

Manzana o Poma de Girona

IGP

Spagna

Mila Kastorias

IGP

Grecia

Melaio di Annurca

523


il melo

mondo e mercato Mercato italiano Alessandro Palmieri

www.colturaecultura.it Diritti di sfruttamento economico: Bayer CropScience S.r.l. Realizzazione editoriale: ART Servizi Editoriali S.r.l. I nomi di coloro che hanno realizzato le fotografie sono riportati sopra le stesse; in tutti gli altri casi le immagini sono state fornite dagli Autori di ciascun capitolo o reperite da agenzie fotografiche.


mondo e mercato Mercato italiano Foto M. Galli

Offerta produttiva Il melo è attualmente coltivato su una superficie di poco superiore a 61.000 ettari, di cui 4000 in fase di allevamento. Nel periodo 1998-2003 si è assistito a un progressivo ridimensionamento degli investimenti che ha determinato la perdita di oltre 8000 ettari, mentre nell’ultimo quinquennio la specie ha raggiunto un sostanziale equilibrio, modificato soltanto da variazioni di modesta entità. Nel medesimo arco di tempo la produzione ha evidenziato una marcata contrazione solamente nel 2003, in relazione soprattutto

Meleti a Termeno di Caldaro, Alto Adige

75.000 70.000 65.000 60.000 55.000 50.000 45.000 40.000 35.000 30.000 25.000 20.000 15.000 10.000 5000 0

2600 2400 2200 2000 1800 1600 1400 1200 1000 800 600 400 200 0

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Superficie in produzione Produzione

.000 t

Ettari

Superfici e produzioni del melo in Italia

Superficie in allevamento

Fonte: Istat Impianto di mele in Emilia-Romagna

Foto R. Angelini

524


mercato italiano all’estate eccezionalmente siccitosa, mentre in seguito l’offerta si è mantenuta su livelli compresi fra 2,1 e 2,2 milioni di tonnellate annue, valori di poco inferiori a quelli rilevati nel periodo antecedente la diminuzione degli investimenti. A livello territoriale si registra una forte concentrazione della specie in poche regioni: le prime quattro in ordine di importanza hanno sommato, nel 2007, il 78% delle superfici complessivamente investite nel Paese e oltre l’88% dei volumi prodotti.

Superfici a melo per regione

• 4 regioni (Trentino-Alto Adige,

Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte) rappresentano il 78% della superficie a melo

• Il Trentino-Alto Adige è di gran lunga

Superfici a melo per regione (ettari) 2003

2004

2005

2006

2007

TAV * (%)

(%) 2007

TrentinoAlto Adige

la regione leader per la melicoltura italiana, con oltre 28.000 ettari coltivati, pari al 47% degli investimenti totali

28.895

29.076

29.360

29.371

28.150

–0,42

46,8

• Nonostante una presenza notevolmente

Veneto

7511

7447

7399

7402

7407

–0,34

12,31

EmiliaRomagna

6638

6653

6254

6320

6121

–2,11

10,17

Piemonte

5105

5165

5262

5174

5465

1,39

9,08

Campania

3793

3770

3746

3701

3654

–0,93

6,07

Lombardia

1958

2067

2129

2041

1992

0,22

3,31

1439

1439

1437

1343

1343

–2,05

2,23

5951

6122

6109

6313

6032

0,58

10,03

61.290

61.739

61.696

61.665

60.164

–0,38

100,00

Friuli VeneziaGiulia Altre regioni Totale Italia

inferiore il melo riveste un ruolo di primo piano anche in Veneto (12% delle superfici complessive), in Emilia-Romagna (10%) e in Piemonte (9%). Quest’ultima regione, in particolare, è l’unica tra le principali ad aver registrato un discreto incremento delle superfici investite nel corso degli ultimi 5 anni (+1,4% su base annua)

• Nel centro-sud Italia il melo trova

un’apprezzabile diffusione solamente in Campania, dove si localizzano circa 3.600 ettari, pari al 6% del totale nazionale

* TAV: Tasso annuo di variazione Fonte: Istat

Impianto di Stark Delicious in Trentino

Foto M. Galli

525


mondo e mercato Per quanto concerne l’offerta è rilevabile una concentrazione ancor più evidente, poiché le regioni maggiormente specializzate presentano anche i più elevati livelli di produttività; va segnalato inoltre come i volumi raccolti siano tendenzialmente in crescita in tutte le principali regioni produttrici, a eccezione dell’EmiliaRomagna e della Campania.

Produzione di mele per regione

• Il Trentino-Alto Adige ha realizzato

nel 2007 un volume di poco inferiore a 1,4 milioni di tonnellate di mele, corrispondente al 63% dell’offerta nazionale

Produzione di mele per regione (in .000 di tonnellate) 2003

• Segue il Veneto con 236.000 tonnellate, mentre l’Emilia-Romagna e il Piemonte registrano ormai livelli produttivi equivalenti che, nel 2007, si sono assestati attorno a 160.000 tonnellate

2004

2005

2006

2007

Trentino1229,78 1331,70 1365,32 1313,25 1396,85 Alto Adige

Foto M. Galli

TAV * (%)

(%) 2007

2,44

63,19

Veneto

219,14

234,71

246,21

249,00

236,14

2,11

10,68

EmiliaRomagna

169,40

167,89

168,14

159,61

162,32

–1,35

7,34

Piemonte

136,45

146,27

144,42

142,47

156,82

2,55

7,09

Campania

68,66

73,58

73,84

70,11

66,20

–1,21

2,99

Lombardia

30,28

52,12

52,59

52,35

51,11

11,09

2,31

40,35

48,26

46,78

44,10

46,49

1,95

2,10

76,09

105,83

112,80

115,52

94,50

5,35

4,28

2,26

100,00

Friuli VeneziaGiulia Altre regioni Totale Italia

1970,15 2160,36 2210,11 2146,41 2210,42

* TAV: Tasso annuo di variazione Fonte: Istat

Red Gala

Un aspetto di primaria importanza è rappresentato dalla distribuzione varietale, dal momento che questa specie presenta un discreto numero di cultivar dotate di caratteristiche organolettiche e di utilizzo anche molto diverse fra loro, tanto da offrire al consumatore un ventaglio di referenze piuttosto ampio. L’assetto varietale della melicoltura italiana è tuttora largamente dominato da Golden Delicious di cui, nel 2007, sono state prodotte 877.000 tonnellate, che rappresentano il 43% del totale: tale cultivar presenta, tuttavia, un trend decisamente negativo (–2% annuo), tanto che, fino al 2002, l’offerta si collocava stabilmente al di sopra di 1 milione di tonnellate, con un’incidenza sulla produzione complessiva anche superiore al 50% in talune annate. Tra le varietà in crescita sono da rimarcare soprattutto Gala e Fuji: la prima ha incrementato di oltre 2,5 volte la sua presenza negli ultimi 10 anni e, passando da poco più di 100.000 tonnellate nel 1998 alle attuali 275.000, è divenuta la seconda cultivar in ordine di importanza. Per Fuji si segnala invece un tumultuoso aumento dei volumi offerti: questa cultivar, del tutto marginale un decen-

Foto M. Galli

Fuji

526


mercato italiano nio fa, è oggi la quarta più diffusa in Italia, grazie alle 135.000 tonnellate prodotte nel 2007. Nonostante il progressivo decremento (–2% su base annua) il gruppo Red Delicious conferma un peso di tutto rilievo nel panorama varietale del nostro Paese, con volumi oscillanti tra 250 e 260.000 tonnellate, è infatti il terzo gruppo varietale più rappresentato. Nell’ambito delle cultivar più diffuse va segnalata l’altalenante offerta di Granny Smith, fortemente influenzata dalla domanda proveniente dai Paesi esteri e, in particolare, dell’area centro-orientale europea; per altre varietà storiche, quali Morgenduft, Annurca, Renetta, Jonagold e Stayman appare infine evidente la fase di declino alla luce delle rilevanti contrazioni dei volumi prodotti.

Foto R. Angelini

Economia della produzione agricola Per la determinazione degli aspetti economici della coltivazione del melo si è fatto riferimento ad alcune tra le principali aree produttive di montagna e di pianura, individuabili rispettivamente nell’Alto Adige per la melicoltura di montagna e nelle province di Ferrara e di Verona per quella di pianura. In tutte le zone considerate le imprese frutticole sono in larga maggioranza di tipo familiare con apporto diretto di lavoro e capitali da parte dell’imprenditore; in ragione di ciò si sono considerati distintamente i costi espliciti, corrispondenti a reali esborsi monetari e la cui espressione è il costo pieno all’impresa, e i costi figurativi, imputabili ai fattori apportati dall’impresa, che sommati ai precedenti

Vista aerea sul lago di Caldaro (BZ): in primo piano i frutteti

Distribuzione varietale della produzione italiana di mele (in .000 di tonnellate) Varietà

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

Golden Delicious

1002

1045

1012

1091

1127

997

947

946

879

877

42,9

–2,0

Gala

105

132

179

177

199

124

225

261

263

275

13,5

9,9

Red Delicious

288

302

295

291

255

206

276

250

253

259

12,7

–2,0

Fuji

9

14

26

35

44

45

62

87

91

135

6,6

31,6

Granny Smith

90

86

115

90

105

87

85

92

94

99

4,8

0,0

Morgenduft

187

158

160

137

128

67

126

123

119

92

4,5

–6,2

Braeburn

9

23

31

44

57

54

85

73

78

63

3,1

21,6

Annurca

81

80

87

83

75

57

55

68

56

50

2,4

–5,6

Renetta

42

34

29

35

25

19

20

26

17

25

1,2

–7,0

Jonagold

66

68

64

64

45

39

40

37

30

24

1,2

–10,9

Stayman

37

38

34

34

30

17

21

23

21

17

0,8

–8,8

Altre varietà

249

218

95

99

84

441

90

87

91

127

6,2

–6,6

* Dati non definitivi Fonte: Prognosfruit

527

(%) 2007* TAV (%)


mondo e mercato originano il costo totale di produzione. Va sottolineato che i dati di costo e le rese considerate sono da interpretare come valori medi, in relazione alle tipologie aziendali caratteristiche di ciascun areale indagato, alle peculiarità degli impianti e alle tecniche considerate, nonché all’andamento della campagna 2007. A livello varietale sono esaminati i casi relativi ad alcune tra le più diffuse cultivar di ciascuna zona e, più specificatamente, Golden Delicious per l’Alto Adige, Fuji per il Ferrarese, Golden Delicious e Granny Smith per il Veronese. Con riferimento a Golden Delicious in Alto Adige sono inoltre analizzati gli aspetti economici della produzione biologica, comparandone i risultati con la tecnica di tipo integrato; va osservato che, secondo i dati del Sinab, in Italia sono circa 1700 gli ettari di melo coltivati con tecnica biologica (anno 2005), pari a poco più del 7% delle superfici biologiche complessivamente dedicate a specie frutticole da consumo fresco (escludendo gli agrumi). Considerando i prezzi medi delle ultime campagne, tutte le varietà in esame hanno pienamente remunerato i fattori apportati, mentre Fuji e Granny Smith hanno anche registrato un certo margine di profitto. Per quanto concerne il biologico, questo sembra avviato a vedersi riconoscere un premium price adeguato a fronteggiare i maggiori costi di produzione, come testimoniato dall’allargamento della forbice tra le quotazioni del prodotto bio rispetto all’omologo ottenuto con tecnica integrata, almeno nell’area esaminata. Va tuttavia ricordato come la tecnica biologica offra minori garanzie di risultato rispetto all’integrato o al convenzionale e il raggiungimento di livelli produttivi e qualitativi minimi è indispensabile per la sostenibilità economica dell’attività. A titolo di esempio, nel caso di Golden Delicious una resa di 35

Foto R. Angelini

Impianto fitto di melo (8000 piante/ha) nel Ferrarese

Meleti e vigneti lungo la Valle dell’Adige

Foto R. Angelini

528


mercato italiano tonnellate/ha determina un costo di produzione pari a 57 Eurocent/kg, mentre una resa inferiore di 5 tonnellate/ha comporta un aggravio di quasi 10 Eurocent/kg, con conseguente diminuzione del margine di profitto da 13 a 3 Eurocent/kg, in relazione alle quotazioni del 2007. Aspetti economici della melicoltura di pianura Il costo totale di produzione risulta sostanzialmente simile per le 3 cultivar considerate: nello specifico, per Fuji e Granny Smith l’onere è di poco inferiore a 13.000 Euro/ha, mentre per Golden si rileva un costo lievemente superiore, pari a circa 13.400 Euro/ha. Il reale esborso monetario è in tutti i casi considerevolmente più basso, in ragione del consistente apporto di fattori da parte dell’imprenditore: in particolare, per Fuji scende a meno di 8800 Euro/ha, pari ai 2/3 del totale, mentre nei casi relativi alla provincia di Verona si rileva un costo pieno all’impresa di quasi 9800 Euro/ha per Golden e di 9678 Euro/ha per Granny Smith, in entrambi i casi pari ai ¾ circa dell’onere complessivo di produzione.

Melo di pianura: analisi dei costi in fase di piena produzione (2007) Tipologia di impresa Provincia Varietà Forma di allevamento Densità Anni piena prod. Produzione (t/ha) Resa alla raccolta (kg/ora)

Familiare con salariati Ferrara Fuji Fusetto 2500 13 40 140

Familiare con salariati Verona Golden D. Fusetto 3500 13 45 130

Familiare con salariati Verona Granny Smith Fusetto 3500 13 48 140

Voci di costo

Euro/ha

Euro/kg

%

Euro/ha

Euro/kg

%

Euro/ha

Euro/kg

%

Materie prime

2924,9

0,073

22,6

2832,8

0,063

21,1

3093,2

0,064

23,8

Manodopera esterna Potatura Diradamento Altre operaz. ante raccolta Raccolta

2235,7 510,0 440,0 1285,7

0,056 0,013 0,011 0,032

17,3 3,9 3,4 9,9

1849,6 275,0 190,0 1384,6

0,041 0,006 0,004 0,031

13,8 2,1 1,4 10,3

1646,4 275,0 1.371,4

0,034 0,006 0,029

12,7 2,1 10,6

Quota di ammortamento

1950,7

0,049

15,1

2533,7

0,056

18,9

2.451,2

0,051

18,9

Altri costi diretti

-

0,000

-

-

0,000

-

-

0,000

-

Costi indiretti

1651,5

0,041

12,8

2575,7

0,057

19,2

2487,4

0,052

19,2

Costo pieno all’impresa

8762,8

0,219

67,7

9791,8

0,218

73,1

9678,2

0,202

74,5

Costi figurativi Manodopera familiare Altri costi figurativi

4178,9 3323,1 855,8

0,104 0,083 0,021

32,3 25,7 6,6

3605,6 2463,5 1142,1

0,080 0,055 0,025

26,9 18,4 8,5

3310,6 2180,6 1130,0

0,069 0,045 0,024

25,5 16,8 8,7

Costo totale di produzione

12.941,7

0,323

100,0

13.397,4

0,298

100,0

12.988,8

0,271

100,0

529


mondo e mercato In termini di costo per unità di prodotto sono invece le 2 cultivar del Veronese a presentare i valori più bassi, in virtù di una resa produttiva più elevata, pari a 45 e 48 tonnellate/ha, rispettivamente per Golden e per Granny Smith, contro le 40 tonnellate/ha mediamente ritraibili da un impianto di Fuji. Il costo totale di produzione è così pari a circa 32 Eurocent/kg nel caso di Fuji, 30 Eurocent/kg per Golden e 27 Eurocent/kg per Granny Smith. Per quanto concerne le diverse voci di spesa, la manodopera è, nel complesso, quella preponderante: considerando anche il lavoro familiare, per Fuji l’incidenza di questo fattore rappresenta infatti il 43% dell’onere complessivo, mentre per le due altre varietà scende su valori prossimi al 30%. Di rilievo anche il peso delle materie prime, le quali incidono per circa 3000 Euro/ha, pari al 21-23% circa degli oneri totali e, infine, della quota di ammortamento, variabile da 2000 a 2500 Euro/ha e, percentualmente, dal 15 al 19% del totale.

Prezzi nella melicoltura di pianura

• I prezzi alla produzione percepiti nelle

ultime campagne individuano una media pari a poco più di 40 Eurocent/kg per Fuji e attorno a 30 Eurocent/kg per Golden e Granny Smith, anche se va evidenziata la presenza di quotazioni sensibilmente inferiori nel 2005, a cui sono seguite performance decisamente migliori negli ultimi 2 anni

• In relazione a questi valori la redditività appare buona soprattutto per Fuji che, ai prezzi mediamente rilevati, consente l’ottenimento di un apprezzabile margine di profitto; positivo è anche il risultato per Granny Smith che registra un profitto di circa 3 Eurocent/kg, mentre per Golden i prezzi spuntati consentono solamente la copertura dei costi complessivamente sostenuti

Dinamica dei prezzi medi al produttore per le mele di pianura 0,50

Euro/kg

0,40

Foto R. Angelini

0,30 0,20 0,10 0,00

2003

2004

Fuji (Emilia-Romagna)

2005

2006

2007

Golden Delicious (Veneto)

Granny Smith (Veneto) Fonte: elaborazione su dati Camere di Commercio di Ferrara e di Verona

Aspetti economici della melicoltura di montagna integrata e biologica Il costo complessivo di produzione risulta di poco superiore a 21.000 Euro/ha per l’impianto coltivato con tecnica integrata, mentre per il biologico l’esborso risulta inferiore di circa 1200 Euro/ha: la principale motivazione di tale risparmio è la minor richiesta di manodopera, soprattutto per la fase di raccolta, mentre i costi per le materie prime sono sostanzialmente equivalenti, poiché nel biologico a un risparmio nelle spese per i fertilizzanti corrisponde una maggiore onerosità degli agrofarmaci consentiti dal disciplinare. Il costo per unità di prodotto è più elevato per la tecnica biologica, in considerazione della ridotta resa produttiva: in particolare, consi-

Mele in Valtellina

530


mercato italiano Dinamica dei prezzi medi al produttore in Alto Adige (cultivar Golden Delicious) 0,80

Prezzi nella melicoltura di montagna

0,70

• I prezzi del biologico sono in costante

Euro/kg

0,60

crescita, così come il differenziale con l’integrato, il cui andamento risulta invece altalenante: mentre fino al 2003 il biologico è stato premiato con un surplus di 5-15 Eurocent/kg, a partire dal 2004 tale margine si è ampliato fino a 30-35 Eurocent/kg. Golden con tecnica integrata ha spuntato, nelle ultime 2 campagne, una quotazione di 40-42 Eurocent/kg, valore appena sufficiente a coprire integralmente i costi, mentre il biologico ha ricevuto circa 70 Eurocent/kg, prezzo che consente circa 13 Eurocent/kg di profitto

0,50 0,40 0,30 0,20 0,10 0,00

2000 2001 2002 Tecnica integrata

2003 2004 2005 Tecnica biologica

2006

2007

Fonte: elaborazione su dati Camere di Commercio di Bolzano e Obststatistik Raffeisenverband Südtirol

derando una resa di 50 tonnellate/ha per la tecnica integrata e di 35 tonnellate/ha per quella biologica, il costo totale del bio risulta pari a 57 Eurocent/kg, contro i 42 Eurocent/kg della tecnica integrata.

Melo di montagna: analisi dei costi in fase di piena produzione (Bolzano 2007)

Voci di costo

Familiare con salariati Golden D. (biologico) Spindelbush 3700 20 35 140

Familiare con salariati Golden D. Spindelbush 2500 17 50 150

Tipologia di impresa Varietà Forma di allevamento Densità Anni piena prod. Produzione (t/ha) Resa alla raccolta (kg/ora) Euro/ha

Euro/kg

%

Euro/ha

Euro/kg

%

Materie prime

2195,9

0,044

10,4

2227,8

0,064

11,2

Manodopera esterna Potatura, Diradamento, Raccolta ecc.

1260,6 1260,6

0,025 0,025

6,0 6,0

520,0 520,0

0,015 0,015

2,6 2,6

Quota di ammortamento

1790,3

0,036

8,5

2087,7

0,060

10,5

Altri costi diretti

3352,3

0,067

15,8

2625,0

0,075

13,2

Costi indiretti

5560,0

0,111

26,3

5820,3

0,166

29,2

Costo pieno all’impresa

14.159,2

0,283

66,9

13.280,7

0,379

66,6

Costi figurativi Manodopera familiare Altri costi figurativi

7013,5 4768,7 2244,8

0,140 0,095 0,045

33,1 22,5 10,6

6662,0 4186,3 2475,7

0,190 0,120 0,071

33,4 21,0 12,4

Costo totale di produzione

21.172,7

0,423

100,0

19.942,7

0,569

100,0

531


mondo e mercato Catena del valore lungo la filiera La catena del valore delle mele si presenta piuttosto stabile nel tempo, come peraltro intuibile per le caratteristiche di conservabilità del frutto che può essere stoccato anche per lungo tempo e commercializzato praticamente tutto l’anno, limitando dunque gli effetti di momentanee crisi di mercato.

Catena del valore lungo la filiera

• Negli ultimi 3 anni, secondo i rilievi

Ismea, il ricarico dalla produzione all’ingrosso è oscillato da poco meno dell’80 al 95%, mentre dall’ingrosso al dettaglio il ricarico risulta contenuto in una forbice che va dal 21 al 32% circa. Tali dati trovano giustificazione nel condizionamento e nello stoccaggio che il prodotto deve subire dopo la fase di produzione, mentre al dettaglio i ridotti scarti a cui le mele danno origine giustificano un margine decisamente inferiore. Da sottolineare come, anche per la mela, gli anni caratterizzati da bassi prezzi in campagna, come per esempio il 2005, diano origine a ricarichi più elevati, a testimonianza di un prezzo al consumo finale sostanzialmente allineato su valori che non si modificano sensibilmente da un anno all’altro

Ricarichi medi di filiera (prezzo alla produzione = 100) 300 245

250 195

200 %

236

234 192

179

150 100

100

100

100

50 0

2005 Produzione

2006 Ingrosso

2007 Dettaglio

Fonte: elaborazione su dati Ismea Centro di ricerca per la frutti-viticoltura di Laimburg (BZ)

Foto R. Angelini

532


mercato italiano Un fattore di primaria importanza per quanto concerne la formazione dei prezzi delle mele è rappresentato dalla giacenza di prodotto nei magazzini: come rilevabile, la campagna 2005-06, caratterizzata da basse quotazioni del prodotto, ha difatti scontato una giacenza molto elevata in avvio di stagione (poco meno di 1,3 milioni di tonnellate nel mese di dicembre) e anche nei mesi successivi lo svuotamento dei magazzini è proceduto con maggior lentezza rispetto alle altre annate considerate.

Foto R. Angelini

Giacenze di mele per campagna produttiva 1400 1200

.000 tonnellate

1000 800 600 400 200 0

2002/03 Dicembre

2003/04 Febbraio

2004/05

2005/06

2006/07

Marzo

Fonte: Assomela, Eurofel Meleti in Trentino-Alto Adige

Foto M. Galli

533


mondo e mercato Poiché il mercato delle mele è caratterizzato da un’estrema differenziazione, come conseguenza delle molteplici varietà esistenti, è utile focalizzare l’attenzione su una singola cultivar e su un mercato definito per rilevare con maggior precisione le dinamiche dei prezzi ai diversi livelli della filiera. A titolo di esempio è presentata la catena del valore della cultivar Fuji in Emilia-Romagna: tale scelta è giustificata sia dall’importanza di questa cultivar nella regione in esame (45.000 tonnellate prodotte nel 2007, pari a 1/3 del totale italiano), sia dall’opportunità di reperimento dei dati necessari.

Catena del valore per la Fuji

• Nelle tre campagne dal 2005

al 2008, è stato soprattutto il prezzo alla produzione a subire le maggiori variazioni, passando da 0,37 Euro/kg nel 2005/06 a 0,60 Euro/kg nel 2007-08 (+62%); mentre all’ingrosso questo passa da un valore medio di 1,02 Euro/ kg nel 2005-06 a 1,17-1,18 Euro/kg nelle successive campagne (+15%). Al dettaglio, infine, i prezzi aumentano da una media di 1,88 Euro/kg nella prima delle campagne esaminate, fino a circa 2,05 Euro/kg nelle seguenti (+9%).

Catena del valore per la Fuji La catena del valore è stata ricostruita per 3 campagne consecutive, dal 2005-06 al 2007-08: per la fase di produzione i dati si riferiscono al prezzo medio del prodotto di prima categoria in provincia di Ferrara, dove è concentrata la maggioranza degli impianti, per la fase all’ingrosso dalle quotazioni del Mercato ortofrutticolo di Bologna, mentre al dettaglio i prezzi sono quelli rilevati dall’Osservatorio del Comune di Bologna. I risultati tendono sostanzialmente a confermare quanto osservato a livello nazionale dalle rilevazioni Ismea, seppur con valori e ricarichi differenti, come peraltro intuibile per la scelta di una città come Bologna, caratterizzata da un costo della vita medio-alto.

• Sui margini rilevati lungo la

filiera grava la presenza di costi stimabili in circa 0,30 Euro/kg per il condizionamento del prodotto (a eccezione dello stoccaggio) e di circa 0,55-0,65 Euro/kg per la gestione del punto vendita al dettaglio (rivendita specializzata di medie dimensioni nel centro storico, con un volume annuo di ortofrutta commercializzata di 100-110 tonnellate), comprendendo anche l’onere figurativo della manodopera del gestore, ma escludendo i costi dell’invenduto. In definitiva, le oscillazioni di mercato sembrano riguardare la sola fase produttiva, mentre all’ingrosso e al dettaglio i prezzi tendono a non modificarsi, a eccezione di un tendenziale aumento lungo la campagna, principalmente per effetto dei crescenti costi di stoccaggio

Catena del valore per Fuji in Emilia-Romagna (*) 2,4

2005/06

2006/07

2007/08

Nov Gen Mar Mag Dic Feb Apr Giu

Nov Gen Dic Feb

2,2 2,0 1,8 Euro/kg

1,6 1,4 1,2 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0,0

Nov Gen Mar Mag Dic Feb Apr Giu

Prezzo al dettaglio (Bologna) Prezzo alla produzione (Ferrara)

Prezzo all’ingrosso (Bologna)

* Prodotto di I categoria, calibro 80-85

Fonte: CCIAA Ferrara, Cooperative ortofrutticole della Emilia-Romagna, Infomercati, e Osservatorio prezzi del Comune di Bologna

534


mercato italiano Dinamica dei consumi Le mele rappresentano la specie frutticola maggiormente consumata in Italia, con oltre 850.000 tonnellate acquistate nel 2007, pari al 19% della frutta complessivamente acquistata (dati IHA). Il consumo di mele in Italia sta tuttavia attraversando una fase piuttosto difficile, come testimoniato dai dati relativi al periodo 2000-2007 che evidenziano una flessione pressoché costante degli acquisti, tanto che il 2007 ha registrato un consumo di circa 177.000 tonnellate inferiore rispetto al 2000. Tale flessione, complessivamente pari al 17%, è tra le più marcate nell’ambito delle principali specie frutticole da consumo fresco.

Dinamica dei consumi

• Le dinamiche dei consumi delle mele,

similmente a diverse altre specie frutticole, sembrano individuare un limite massimo di spesa oltre il quale i consumatori italiani non salgono, riducendo piuttosto i volumi acquistati nel caso di ulteriori incrementi dei prezzi. In particolare, appare piuttosto marcata la sensibilità dei consumatori al prezzo: al picco rilevato nel 2004 (+32% rispetto al 2000) è corrisposto infatti un brusco calo dei consumi, cui ha fatto seguito un assestamento dei prezzi, nelle annate successive, che ha permesso di mantenere almeno stabili gli acquisti. L’indice di penetrazione, ovvero la percentuale di famiglie che hanno acquistato il prodotto almeno una volta nel corso dell’anno, è invece diminuito con oscillazioni comunque prossime al 90%

1200

1250

1000

1000

800

750

600 500

400

250

200 0

.000 euro

.000 tonnellate

Acquisti di mele al dettaglio in Italia

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Anni Valore Volume

0

Fonte: CSO - IMA

Alla diminuzione degli acquisti in volume non si è contrapposta un’analoga diminuzione in termini di valore, ma al contrario la spesa sostenuta per l’acquisto di mele si è accresciuta considerevolmente nel periodo 2002-2004 (effetto Euro), per poi riportarsi sui valori di inizio millennio (poco più di 1 miliardo di Euro annui). Il prezzo medio di acquisto, pari a poco più di 1 Euro/kg nel 2000 è aumentato fino a un picco di 1,34 Euro/kg nel 2004, per poi ridiscendere a 1,25 Euro/kg nel 2007, segnando comunque una crescita media di periodo del 2,84% annuo. Per quanto concerne la stagionalità degli acquisti, le mele sono consumate praticamente lungo tutto l’anno, sebbene nel periodo da luglio a ottobre gli acquisti segnino una brusca diminuzione. Le dinamiche delle ultime campagne di commercializzazione evidenziano che, dopo una partenza piuttosto lenta, i consumi decollano con evidenza nel mese di dicembre, per raggiungere l’apice nel mese di marzo, dove si concentra il 12% dei volumi acquistati. 535


mondo e mercato Acqusti di mele in Italia per mese (campagne di commercializzazione 2003-05)

Foto M. Galli

120

.000 tonnellate

100 80 60 40 20 0

Ago Set

Ott

Nov Dic Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug

Fonte: elaborazione CSO su dati IMA

Dopo un nuovo picco nel mese di giugno (11% del totale) gli acquisti crollano per la sostituzione con la frutta estiva. In conclusione, un aspetto determinante per gli equilibri di mercato è rappresentato dal commercio estero, dal momento che il nostro Paese è tra i primi esportatori al mondo di mele e la quota annua di prodotto destinato ai mercati esteri oscilla dal 25 al 35% circa dei volumi prodotti. Il trend delle esportazioni italiane appare in progressivo aumento: nonostante la frenata registrata nel 2004, per effetto dello scarso raccolto del 2003, l’export è passato da meno di 600.000 tonnellate dei primi anni del secolo, fino a poco meno di 800.000 nel 2007 (+34%). In parallelo è rilevabile anche un progressivo aumento dell’importazione ma, come evidenziato dai dati Istat, dopo il picco del 2004, l’import è precipitato di nuovo su valori prossimi a quelli di otto anni fa.

Foto R. Angelini

Considerazioni conclusive L’analisi delle performance economiche consente di valutare con discreto ottimismo la realtà che caratterizza l’attuale melicoltura italiana, almeno con riferimento alle zone più vocate e dove più efficiente è l’azione di valorizzazione del prodotto. Nonostante i positivi risultati non va comunque dimenticato che, anche per la melicoltura, sono in agguato rischi e minacce che gli odierni mercati, globalizzati e altamente competitivi, riservano alle imprese, a cui va certamente aggiunta la preoccupante flessione dei consumi evidenziata nel corso degli ultimi anni in Italia. È da sottolineare che finora la globalizzazio-

Melo in piena fioritura

536


mercato italiano Saldo del commercio estero di mele fresche 900

Sfide future

800

• La specializzazione territoriale nelle

varietà più idonee a raggiungere gli standard qualitativi richiesti sarà certamente un obiettivo primario nei prossimi anni, ma di fronte alle sfide che proporrà il mercato è tuttavia indispensabile perseguire un’efficace organizzazione e coordinamento dell’offerta, così come già stanno realizzando i consorzi di valorizzazione attualmente operativi e, con azione ancor più incisiva, i Club di varietà. A titolo di esempio, si può citare la ben nota e diffusa Pink Lady, cui si è recentemente aggiunta Modì. Quest’ultima varietà, in particolare, permette di mettere l’accento sull’importanza della ricerca, dal momento che si tratta di una varietà con caratteristiche e requisiti creati appositamente per un definito areale produttivo, dove potrà esprimere al meglio le sue potenzialità

.000 tonnellate

700 600 500 400 300 200 100 0

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

Anni Import

Export

Saldo

ne ha riservato più opportunità che minacce al settore, grazie soprattutto alla forte crescita della domanda proveniente dai paesi del Centro-Nord Europa o dell’area orientale, fra i quali è certamente da rimarcare la Russia. Di tali fenomeni il nostro export ha saputo beneficiare, come testimoniato dai dati precedentemente riportati; per il futuro desta tuttavia preoccupazione il costante aumento dell’offerta mondiale e, più specificatamente, particolare attenzione andrà attribuita alle strategie di paesi come la Polonia, la Cina o gli Stati del Sud America, dotati di ingenti potenzialità produttive e desiderosi di ritagliarsi crescenti quote sui mercati internazionali. Di primaria importanza è anche l’attenzione alle dinamiche del consumo, sia interno sia internazionale, che sono capaci di marginalizzare in breve tempo una cultivar o un clone a beneficio di altre maggiormente gradite al consumatore o ai distributori: in particolare è da segnalare soprattutto la crisi della nostra varietà più diffusa, Golden Delicious, che sembra avviata ad assicurare validi risultati economici solo nelle zone maggiormente vocate, come peraltro anche altre cultivar tradizionali. Nel futuro appare quindi indispensabile che le aziende posseggano un elevato livello di professionalità, capace di garantire non solo la qualità della produzione, ma anche il mantenimento di una resa produttiva medio-alta per non rendere insostenibili i costi di gestione.

Foto R. Piazza

537


il melo

mondo e mercato Aspetti commerciali Dario Caccamisi, Roberto Piazza

www.colturaecultura.it Diritti di sfruttamento economico: Bayer CropScience S.r.l. Realizzazione editoriale: ART Servizi Editoriali S.r.l. I nomi di coloro che hanno realizzato le fotografie sono riportati sopra le stesse; in tutti gli altri casi le immagini sono state fornite dagli Autori di ciascun capitolo o reperite da agenzie fotografiche.


mondo e mercato Aspetti commerciali Consumi di mele in Italia Secondo i dati di IHA-GFK diffusi dal Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara le mele sono il principale prodotto ortofrutticolo acquistato dalle famiglie italiane, con una penetrazione che oscilla attorno al 90% e un acquisto medio per famiglia acquirente che oggi supera 40 kg annui, in forte calo rispetto ai 50 kg della fine degli anni Novanta. In totale, i consumi domestici nazionali di mele si aggirano, negli ultimi anni, intorno a 850 mila tonnellate, in calo rispetto agli inizi degli anni Duemila. Sempre secondo le informazioni del Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara, gli Italiani consumano mele durante tutto l’anno. Le famiglie acquistano circa metà delle mele da punti di vendita della distribuzione moderna e discount e il restante 50% dal dettaglio tradizionale, comprendendo i negozi specializzati, gli ambulanti, i mercati rionali e i negozi despecializzati.

Evoluzione del mercato italiano

• Il consumo di mele è in calo negli ultimi anni

• Le famiglie italiane acquistano circa

la metà delle mele dai punti di vendita della distribuzione organizzata

• Golden Delicious rimane la principale

varietà di mele, mentre crescono nuove varietà, in genere di colorazione rossa striata, come Gala, Braeburn e soprattutto Fuji

• La produzione di mele sta conoscendo una ripresa nelle aree di pianura

• Le organizzazioni dei produttori

continuano a svilupparsi, arrivando oggi a detenere una quota di circa il 60% delle mele prodotte in Italia

Commercio delle mele Le mele sono un prodotto facilmente gestibile, sia dalla grande distribuzione organizzata sia dal dettaglio tradizionale, grazie alla buona attitudine dei frutti a raccolta medio-tardiva a essere conservati in celle frigo a temperature comprese tra +0 e +4 °C. Le mele, infatti, sono da tempo uno degli ortofrutticoli più comunemente conservati, sebbene con significative differenze tra cultivar e cultivar. La conservazione delle mele, specie per periodi prolungati, richiede un’appropriata organizzazione della filiera, che preveda apparecchiature per la pre-refrigerazione e per la rapida gestione dei frutti subito dopo la raccolta. Oggi la conservazione delle mele nelle principali aree di produzione del Paese è di norma eseguita presso centrali ortofrutticole cooperative che, nel tempo, hanno superato l’importanza tradizionalmente detenuta dai commercianti all’ingrosso, che progressivamente hanno ridotto l’attività di frigo-conservazione per specializzarsi sempre di più nelle attività distributive. Conseguentemente, durante il periodo di frigo-conservazione, che oggi può durare anche dodici mesi, le mele sono stoccate principalmente nelle zone di produzione da dove sono distribuite, verso le aree di consumo, durante la campagna di commercializzazione che, come detto, può durare fino alla raccolta successiva.

• Il commercio internazionale

di mele aumenta, con importazioni ed esportazioni in costante crescita e un saldo della bilancia commerciale nazionale largamente in attivo

• Gli imballaggi impiegati nella

distribuzione di mele sono stati progressivamente standardizzati fino a poche misure dimensionali

Acquisti al dettaglio di mele delle famiglie italiane Acquisti (t)

2000-2001

2001-2002

2002-2003

2003-2004

2004-2005

2005-2006

2006-2007

1.000.000

1.000.000

950.000

900.000

850.000

850.000

850.000

Fonte: elaborazioni CSO su dati IHA/GFK

538


aspetti commerciali

Melinda e Marlene, rispettivamente del Trentino e dell’Alto Adige, hanno fatto scuola relativamente all’alta qualità, in particolare quella percepita, oltre che ai sistemi di presentazione e comunicazione

Anche per queste ragioni, contrariamente a molti altri prodotti ortofrutticoli, la prima messa in mercato delle mele è altamente concentrata. Stimiamo che oltre il 60% delle mele nazionali sia commercializzato da produttori associati in cooperative o organizzazioni di produttori. Ciò grazie soprattutto al contributo di Trentino e SudTirolo, dove gran parte della produzione melicola è controllata da associazioni di produttori (nelle regioni settentrionali i principali otto gruppi cooperativi oggi controllano gran parte della produzione melicola associata). Questa elevata concentrazione commerciale riduce i negativi effetti della polverizzazione produttiva, tuttora basata soprattutto su aziende agricole di piccole o piccolissime dimensioni.

Le mele del Sudafrica, come le altre dell’emisfero australe, si fanno apprezzare nei mesi che vanno da aprile a giugno/luglio grazie alla loro maggiore freschezza poiché al loro arrivo in Europa sono passati solo 30 giorni dal momento della raccolta

Acquisti al dettaglio di mele, distribuzione per canale commerciale (% in quantità) 2000-2001

2001-2002

2002-2003

2003-2004

2004-2005

2005-2006

2006-2007

Ipermercati

7%

7%

8%

9%

9%

11%

12%

Supermercati

26%

25%

27%

29%

29%

28%

30%

Discount

4%

5%

6%

5%

6%

6%

6%

Piccole superfici moderne

4%

3%

4%

3%

2%

2%

3%

Ambulanti e Mercati rionali

36%

35%

33%

31%

31%

30%

27%

Negozi tradizionali despecializzati

2%

2%

2%

2%

1%

2%

2%

Negozi tradizionali specializzati

20%

20%

18%

20%

20%

19%

19%

Altri canali

2%

2%

2%

2%

2%

1%

1%

Fonte: elaborazioni CSO su dati IHA/GFK

539


mondo e mercato

Marchio Südtirol

• Ha grande rilevanza nella tutela di quei

prodotti che sono peculiari dell’Alto Adige. Il marchio è nato nel 1976 su iniziativa della Provincia Autonoma di Bolzano per garantire origine e qualità controllata. Ogni prodotto deve essere rigorosamente originario dell’Alto Adige, essere prodotto o cresciuto nel rispetto di una severa normativa che la Provincia ha fissato, nonché superare tutti i controlli di qualità previsti da ogni specifico regolamento. I prodotti si riconoscono per il marchio di origine e qualità – un cerchio rosso, verde o blu con la scritta “Südtirol” – e sono: latte e latticini, speck Igp (indicazone geografica protetta), pane, strudel di mele e zelten, verdura, fragole, grappa, miele e succo di mela, tutti legati alla cultura contadina, alle favorevoli condizioni climatiche e al rispetto per le tradizioni

Ottima l’idea di mettere l’immagine del Trentino all’interno della mela “Trentina”

Per migliorare la commercializzazione delle mele sono stati inoltre stipulati specifici accordi all’interno della filiera. Il primo è l’Accordo Volontario Quadro per la filiera degli ortofrutticoli freschi da mensa di produzione nazionale, stipulato nel 2001 in ambito CNEL, che definisce i requisiti, le linee guida, i criteri comuni e le regole volontarie per accordi operativi, stipulati contrattualmente tra gli operatori nazionali della filiera delle mele destinate al consumo fresco. Nel 2006 i componenti dell’organismo Interprofessionale Ortofrutta Italia hanno stipulato un’intesa di filiera per il comparto delle mele con lo scopo di definire azioni per migliorare la conoscenza e la trasparenza della produzione e del mercato delle mele nazionali; azioni per un migliore coordinamento dell’immissione delle mele sul mercato; modelli contrattuali compatibili con la normativa comunitaria da utilizzare nella stipula dei contratti di coltivazione e fornitura; modalità di valorizzazione e tutela delle denominazioni di origine, indicazioni geografiche e marchi di qualità delle mele; criteri per la valorizzazione del legame delle produzioni melicole al territorio di provenienza. La Provincia Autonoma di Bolzano da tempo si è dotata di un marchio di tutela per i prodotti di qualità dell’Alto Adige/Südtirol che interessa anche le mele, attraverso uno specifico regolamen-

DOP e IGP

• In Italia esistono tre tipologie di mele

a denominazione d’origine: la Mela Alto Adige / Südtiroler Apfel I.G.P. in Provincia Autonoma di Bolzano, la Mela Annurca Campana I.G.P. in Campania, la Mela Val di Non D.O.P. nella Provincia Autonoma di Trento

Commercio internazionale di mele dell’Italia 1961-1965

1966-1970

1971-1975

1976-1980

1981-1985

1986-1990

1991-1995

1996-2000

2001-2005

Valore Import (1000 US $)

1,72

46,47

161,73

8.707,76

18.759,20

40.603,80

41.086,20

25.239,60

45.464,00

Valore Export (1000 US $)

64.035,00

53.685,60

92.089,20

138.107,20

141.644,00

164.350,40

268.545,36

271.168,60

401.297,52

Fonte: FAOSTAT, FAO Statistics Division

540


aspetti commerciali to che copre i principali aspetti da soddisfare per poter impiegare il marchio, come l’origine e la qualità, oltre alle precise modalità d’impiego del marchio stesso e all’uso della denominazione approvata. Nonostante l’alta concentrazione della produzione e la crescente quota di vendite al dettaglio della grande distribuzione, il commercio all’ingrosso, compresi i mercati, continua a mantenere un importante ruolo nel rifornimento delle città soprattutto attraverso il dettaglio tradizionale, che offre alla produzione melicola nazionale minori volumi di vendita unitari ma maggiore capacità di valorizzazione del prodotto, specie delle mele a denominazione d’origine. Al pari delle esportazioni, anche le importazioni italiane di mele crescono costantemente fin dagli anni ’60, sebbene il saldo della bilancia commerciale di settore sia largamente attivo, considerato che le importazioni rappresentano poco più del 10% delle esportazioni, con valori che nel primo quinquennio degli anni Duemila si aggirano intorno a 400 milioni di USD l’anno per le esportazioni e a circa 45 milioni di USD annui per le importazioni. Le esportazioni nazionali di mele sono molto concentrate verso i Paesi dell’Unione Europea, che assorbono ben oltre l’80% delle esportazioni nazionali, con la sola Germania che copre quasi il 50% del totale. Il commercio e la distribuzione delle mele si sono da tempo indirizzati verso confezioni di dimensioni standard pallettizzabili. Dalla metà degli anni Ottanta si sono così affermati gli imballaggi di misura 60 × 40 cm, idonei per l’Europallet, e gli imballaggi di misura 50 × 30 cm, idonei per il pallet ISO (l’Europallet ha dimensioni esterne 80 × 120 cm, il pallet ISO ha dimensioni esterne 100 × 120 cm). Nelle operazioni di raccolta, prima movimentazione e conservazione si sono aggiunti alle tradizionali casse 50 × 30 cm i cassoni pallettizzati di dimensioni standard.

Esportazioni italiane di mele (2005)

Gli “Orti di Giulietta” rappresentano un gradevole marchio per identificare l’origine del prodotto. Se il panorama montano indica diverse provenienze, il nome ne indica una sola: Verona

541

Paese importatore

t

%

Germania Spagna Regno Unito Austria Francia Russia Svezia Norvegia Grecia Danimarca Belgio Repubblica Ceca Arabia Saudita Portogallo Albania Olanda Libia Svizzera Slovacchia Malta Romania Ungheria Croazia Irlanda Serbia e Montenegro Bosnia-Herzegovina Bulgaria Cipro Finlandia Slovenia Algeria Emirati Arabi Uniti Brasile Turchia Israele Altri Paesi TOTALE

348.550 52.406 43.098 37.186 31.984 21.819 19.362 17.099 16.982 15.851 13.486 11.976 8.929 8.338 7.181 7.152 6.181 5.394 4.899 4.454 4.206 3.918 3.610 3.591 3.448 3.423 3.040 2.814 1.880 1.851 1.695 1.559 993 745 734 2.638 723.949

48,1% 7,2% 6,0% 5,1% 4,4% 3,0% 2,7% 2,4% 2,3% 2,2% 1,9% 1,7% 1,2% 1,2% 1,0% 1,0% 0,9% 0,7% 0,7% 0,6% 0,6% 0,5% 0,5% 0,5% 0,5% 0,5% 0,4% 0,4% 0,3% 0,3% 0,2% 0,2% 0,1% 0,1% 0,1% 0,4% 100,0%


mondo e mercato Norme di commercializzazione delle mele La commercializzazione delle mele in Italia e nell’Unione Europea è regolata dal Regolamento (CE) n. 85/2004 della Commissione del 15 gennaio 2004 che stabilisce la norma di commercializzazione applicabile alle mele, modificato dal Regolamento (CE) n. 907/2004 della Commissione del 29 aprile 2004 e dal Regolamento (CE) n. 1238/2005 della Commissione del 28 luglio 2005. Le mele commercializzate sul mercato comunitario devono rispettare alcuni requisiti minimi, in particolare devono essere: intere, sane (sono esclusi i prodotti affetti da marciume o che presentino alterazioni tali da renderli inadatti al consumo), pulite, praticamente prive di sostanze estranee visibili e di attacchi di parassiti, prive di umidità esterna anormale, prive di odore e/o sapore estranei. Inoltre, le mele devono essere state raccolte con cura. Secondo la norma, lo sviluppo e lo stato delle mele devono essere tali da consentire di proseguire il processo di maturazione

La confezione monostrato garantisce il massimo della qualità e della visibilità

Contenitori ed espositori: gli imballaggi hanno guidato il cambiamento del packaging italiano

Calibro minimo delle mele commercializzate in UE Enfatizzare il nome della varietà è un ottimo sistema per farsi riconoscere facilmente e con immediatezza

542

Extra

Categoria I

Categoria II

Varietà a frutti grossi

65 mm

60 mm

60 mm

Altre varietà

60 mm

55 mm

50 mm


aspetti commerciali Criteri di colorazione delle mele commercializzate in UE Gruppo di colorazione

A (varietà rosse)

B (varietà di colorazione rossa mista)

C (varietà striate, leggermente colorate)

D (altre varietà)

Superficie totale di colorazione rossa tipica della varietà

Superficie totale di colorazione rossa mista tipica della varietà

Superficie totale di colorazione leggermente rossa, rossiccia o striata tipica della varietà

Nessun requisito relativo alla colorazione rossa

Categoria Extra

3/4

1/2

1/3

Categoria I

1/2

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Categoria II

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in modo da raggiungere il grado di maturità appropriato in funzione delle caratteristiche varietali, di sopportare il trasporto e le operazioni connesse, e di giungere al luogo di destinazione in condizioni soddisfacenti. Le mele sono classificate in tre categorie commerciali: Extra, per le mele di qualità superiore, Prima, per le mele di qualità buona, e Seconda, per le mele che non possono essere classificate nelle categorie superiori ma che corrispondono alle caratteristiche minime. La norma prescrive anche le modalità di confezionamento dei frutti per la vendita, precisando le norme tecniche per il confezionamento alla rinfusa o a strati ordinati. Quando il calibro è determinato dal diametro, per tutte le categorie è richiesto un diametro minimo. Esistono anche criteri di colorazione per gruppi di colorazione omogenei e criteri di rugginosità nonché una lista delle varietà a frutto grosso ai fini della esatta calibrazione dei frutti. Ogni imballaggio di mele deve recare, in caratteri raggruppati su uno stesso lato, leggibili, indelebili e visibili all’esterno, delle indicazioni obbligatorie minime.

Infiniti e curiosi possono essere i metodi per attirare l’attenzione dei clienti

Indicazioni obbligatorie sulle etichette delle confezioni di mele commercializzate in UE A

Identificazione, contenente il nome e l’indirizzo dell’imballatore e/o dello speditore

B

Natura del prodotto: «Mele», se il contenuto non è visibile dall’esterno, denominazione della varietà; nel caso di imballaggi di vendita contenenti un miscuglio di mele di diverse varietà, indicazione di ciascuna delle varietà presenti nell’imballaggio

C

Origine del prodotto: Paese d’origine ed eventualmente zona di produzione o denominazione nazionale, regionale o locale

D

Caratteristiche commerciali: categoria, calibro oppure, per i frutti presentati in strati ordinati, numero di unità

È la mela il frutto scelto per migliorare la qualità della vita

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il melo

mondo e mercato Consorzi di tutela e valorizzazione • Mela Val Venosta Joseph Wielander • Consorzio VOG Gerhard Dichgans • Consorzio Melinda Luca Granata • La Trentina Alfeo Toniolli • Melavì Albino Battaglia • OP Nordest Fidenzio Crivellaro • Consorzio MelaPiù Mauro Bruni, Alberico Loi, Michele Mariani • Modì Europa Herbert Knuppen • Consorzio Mela Annurca Vito Amendolara

www.colturaecultura.it Diritti di sfruttamento economico: Bayer CropScience S.r.l. Realizzazione editoriale: ART Servizi Editoriali S.r.l. I nomi di coloro che hanno realizzato le fotografie sono riportati sopra le stesse; in tutti gli altri casi le immagini sono state fornite dagli Autori di ciascun capitolo o reperite da agenzie fotografiche.


mondo e mercato Mela Val Venosta Introduzione La Val Venosta, che si estende dalle cime più alte del Gruppo Ortles per poi degradare dal Passo Resia fino a Merano, è una meravigliosa oasi naturale, dove prospera la frutticoltura più ricca ed evoluta. Natura incontaminata, conformazione geologica, posizione privilegiata e speciale microclima sono fattori che da sempre contribuiscono a una produzione di mele di altissima qualità, dalla polpa soda e particolarmente succosa, che ancora dopo mesi dalla raccolta mantengono il sapore della frutta appena colta. La scarsa piovosità, la presenza costante del sole per oltre 300 giorni all’anno, l’aria frizzante dei ghiacciai che garantisce una crescita lenta e le forti escursioni termiche che eliminano insetti e parassiti, rendono la valle un vero paradiso per la coltivazione di mele.

Marchio di valorizzazione

Produttori associati VI.P La storia di VI.P inizia nel 1987, quando le cooperative di frutticoltori della Val Venosta, un tempo soci dell’associazione VOG aprono la prima filiale della VOG per la VI.P a Naturno. É il primo passo verso la tutela della qualità dei prodotti della valle: pur essendo inseriti a pieno titolo nella frutticoltura altoatesina e contrassegnati dal marchio di qualità, emerge sempre più marcata la necessità di creare una propria associazione rappresentativa del prodotto simbolo della valle. Tre anni dopo, nel 1990, nasce ufficialmente l’Associazione Produttori Ortofrutticoli Val VenoMarchio Bio Val Venosta

Marchio di valorizzazione

• Con la caratteristica coccinella che si staglia sulla sagoma verde del gruppo Ortles

• Ha un fortissimo richiamo alla

provenienza ripresa nel payoff “Mela Val Venosta: sai da dove viene”

• Garantisce qualità eccezionale dovuta

allo speciale microclima della valle e ai metodi di coltivazione che associano l’uso della tecnologia più evoluta alla sapiente manodopera dei contadini

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Mela Val Venosta sta, VI.P, totalmente indipendente dall’associazione VOG, nella forma sociale di Cooperativa Sociale Agricola. Oggi VI.P è una realtà di circa 200 milioni d’euro di fatturato (2007-2008) ed è presente in ben 30 mercati diversi. In qualità di cooperativa di secondo grado, è composta da 7 cooperative primarie. A queste strutture cooperative aderiscono circa 2000 produttori ortofrutticoli, che coltivano oltre 4900 ettari di terreno a un’altitudine compresa tra i 500 e i 1100 m s.l.m.

Associazione Produttori Ortofrutticoli Val Venosta-VI.P

• Produzione 269.241 tonnellate nel 2007 • Fatturato 200 milioni di euro (2007) • 30 mercati di esportazione • Cooperativa di secondo grado

Marchi VI.P Marchio Val Venosta Il marchio “Val Venosta”, con la caratteristica coccinella che si staglia sulla sagoma verde del gruppo Ortles, è il marchio “storico” e tuttora rappresentativo del consorzio, un marchio caratterizzato da un fortissimo richiamo alla provenienza. Il marchio “Val Venosta”, utilizzato esclusivamente per le mele di prima categoria, è un brand che mette in risalto la terra d’origine delle mele e garantisce una qualità eccezionale, dovuta allo speciale microclima della valle e ai metodi di coltivazione che da sempre associano l’uso della tecnologia più evoluta alla sapiente manodopera dei contadini. Una politica di brandizzazione coerentemente ripresa nel payoff “Mela Val Venosta: sai da dove viene”.

composta da 7 cooperative: –  TEXEL di Saturno

–  JUVAL di Castelbello-Ciardes –  MIVOR di Laces –  GEOS di Silandro –  ALPE di Lasa –  OVEG di Oris –  MEG di Martello

• 2000 produttori ortofrutticoli • 4900 ettari di meleti tra i 500 e i 1100 m s.l.m.

Marchio Bio Val Venosta Il marchio Bio Val Venosta contraddistingue la produzione biologica realizzata dai soci VI.P che utilizzano nei propri meleti solo tecniche di coltivazione naturali, come la concimazione organica e le rotazioni colturali, evitando tassativamente l’uso di sostanze chimiche di sintesi. Anche in questo caso il marchio ha una forte connotazione di provenienza e riprende il marchio Val Venosta con un’unica modifica: manca la coccinella, sostituita dalla scritta Bio.

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mondo e mercato Marchio amélie Il marchio amélie è stato introdotto da VI.P nel febbraio 2008 per distinguere le mele che incarnano alla perfezione tutte le qualità, da sempre simbolo della Val Venosta, rispetto a tutte quelle meno perfette. Si tratta di un marchio di fantasia che, per valorizzare ancora di più il legame con la terra d’origine nei prodotti di alta gamma, non utilizza richiami alla provenienza. Amélie è un marchio attraente e invitante, caratterizzato da una nota intrigante resa ancora più incisiva dai colori scelti: il fucsia, femminile e appariscente, che contrasta allegramente con il verde erba, creando un accostamento vivo e originale.

Marchio amélie

Sistemi di produzione Lotta integrata: la natura innanzi tutto Belle, saporite, ma anche naturali: le mele della Val Venosta sono coltivate secondo il metodo della produzione integrata, per mezzo della quale i parassiti vengono combattuti in maniera mirata mediante l’insediamento e la permanenza nei frutteti dei loro nemici naturali, “insetti buoni” come la coccinella impressa sul marchio Val Venosta. Inoltre le forti escursioni termiche, che caratterizzano il clima della valle, escludono a priori la presenza nei frutteti di quei parassiti che prosperano invece nei climi più caldi. Tradizione e innovazione Anche il modello di frutticoltura adottato dalle cooperative VI.P, efficiente e d’avanguardia, rappresenta un perfetto punto d’incontro tra innovazione e tradizione, sinonimo di altissima qualità: grazie agli impianti di irrigazione e al sofisticato sistema antigelo le mele crescono in modo sano ed equilibrato, raggiungendo una maturazione ottimale che garantisce un sapore e una fragranza senza eguali. L’uso della tecnologia è sempre associato alla sapiente manodopera dei contadini, che intervengono manualmente in ogni fase della produzione. A ulteriore garanzia, il percorso qualità fir546


Mela Val Venosta mato VI.P si svolge, dalla coltivazione fino al consumatore, in 10 fasi, ciascuna caratterizzata da norme precise e controlli sistematici che consentono la rintracciabilità delle mele fino al produttore. Politica di qualità Nel corso del 2008 il reparto Bio di VI.P ha ottenuto la certificazione ISO 14.001:2004, che ha l’obiettivo di attestare l’impegno concreto della cooperativa nel minimizzare l’impatto ambientale dei propri processi: una certificazione perfettamente coerente con la filosofia e la storia di VI.P, che già nel 1998 è stata una delle prime aziende in Europa ad adottare la certificazione ISO 9001, ovvero il sistema di gestione qualità. Il reparto Bio, come l’intera VI.P, gode anche della certificazione IFS dal 2004 e ormai tutti i produttori della valle sono certificati GLOBALGAP. Organizzazione VI.P Sistema di Vendita VI.P Dal 2007 VI.P ha avviato un sistema di centralizzazione delle vendite per garantire alle cooperative associate maggior competitività e reattività nelle risposte al mercato. Tutti mercati in cui VI.P opera sono suddivisi per aree, e i Direttori di Cooperativa, oltre al ruolo di amministratori della propria Cooperativa, hanno la funzione di Responsabile Area per un determinato canale o Paese. La funzione di supervisione di tutte le aree è affidata a un Responsabile Commerciale, che si occupa di bilanciare la maggiore specializzazione acquisita dal sistema VI.P con una visione generale dell’andamento delle varie aree e canali di commercializzazione.

Foto R. Angelini

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mondo e mercato Mercati VI.P opera in 30 mercati, in gran parte appartenenti al panorama europeo. Il mercato più importante è quello italiano mentre quello tedesco è il principale riferimento per quanto riguarda l’export. Importanti interlocutori per le esportazioni sono anche la Spagna, i paesi scandinavi e la Grecia e anche Paesi come la Russia, l’Algeria e la Libia stanno recentemente registrando ottime performance. Comunicazione e valorizzazione del marchio VI.P considera il marketing un’attività fondamentale per assicurarsi un posto nella mente del cliente e del consumatore, per creare un’immagine solida e mantenere un brand forte. Tutta la strategia di comunicazione di “Mela Val Venosta” si basa sui valori legati alla provenienza: perfetto equilibrio tra rispetto della tradizione e innovazione tecnologica, dedizione dei melicoltori e profondo amore per la natura.

Cassetta di amélie

Campagna pubblicitaria Purezza e natura incontaminata della Val Venosta, con il sole, il ghiacciaio Ortles e la coccinella, nemica dei parassiti e guardiana delle mele, sono gli elementi dominanti della articolata campagna pubblicitaria che è stata diffusa su televisione, radio e stampa. Altre attività promozionali Parallelamente all’attività pubblicitaria l’associazione porta avanti da anni un’intensa attività di ufficio stampa e svariate attività promozionali: degustazioni di mele nei punti vendita, distribuzione di mele nelle palestre, invio di materiale pubblicitario e distribuzione di banner Val Venosta per allestire i negozi dei grossisti. Varietà principali Mediamente il raccolto in Val Venosta ammonta a circa i 250.000 tonnellate. Nel 2007 il raccolto è stato particolarmente abbon-

Cassetta di Golden Delicious

Cassetta di Gala Cassetta di Pinova (a sinistra) e di Stark Delicious (a destra)

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Mela Val Venosta dante, superando quota 269.241 tonnellate, con un +8% rispetto al 2006. In crescita anche la produzione di mele Bio Val Venosta, che ha registrato un +40%, passando dalle quasi 10.000 tonnellate del 2006 alle 14.231 tonnellate del 2007. Grazie a questi volumi, la Val Venosta incide per un terzo sulla produzione complessiva di mele dell’intero Alto Adige. Golden Delicious La Golden Delicious, che esiste dal 1890, è la varietà più dif­ fusa e rappresenta più dei 2/3 della produzione. Di colore giallo, è ravvivata dalla caratteristica faccetta rossa, tipica delle mele di montagna, e dal sapore dolce e aromatico. Croccante e succosa, la Golden Delicious è disponibile da ottobre a luglio. Stark Delicious

Golden Delicious bio

Golden Delicious

Stark Delicious Di dimensioni medio-grandi e forma allungata, Stark Delicious è la seconda varietà in ordine di produzione con 28.380 tonnellate raccolte nel 2007. Una mela croccante, dolce e succosa, disponibile da ottobre a marzo.

Royal Gala

Royal Gala Nata nel 1960, la Royal Gala è caratterizzata da una buccia liscia e dalla forma rotonda. Il colore di fondo è giallo, con striature rosse mentre l’aroma è leggermente aspro. Gala è disponibile da settembre a marzo. Pinova Nata in Germania, la Pinova è coltivata in Val Venosta dal 1986. Ha una polpa compatta, succosa e croccante; una tipica colorazione rosso cinabro e giallo e un sapore dolciastro-asprigno. È disponibile da novembre a maggio.

Pinova

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mondo e mercato Consorzio VOG Oltre mezzo milione di tonnellate di mele raccolte nel 2007: 531.000, un quarto dell’intero raccolto italiano e circa l’8% del raccolto di mele europeo. Più di 10.000 ettari coltivati in Alto Adige (il 21% della superficie coltivata in Italia), fra Merano, Bolzano, Bressanone e le zone della Bassa Atesina. 20 cooperative socie, 5600 aziende famigliari, 1558 dipendenti, un fatturato che, nel 2007, ha toccato i 340 milioni di euro. Sono questi i numeri del VOG, il Consorzio delle Cooperative Ortofrutticole dell’Alto Adige, il più grande in Europa per numero di aziende socie. Fondato nel 1945, il Consorzio ha introdotto, nel 1995, il marchio Marlene®, uno dei più famosi in Italia nel settore dell’ortofrutta che 9 italiani su 10 conoscono. Fra i suoi punti di forza la grande ricchezza varietale, unica in Italia: ben 7 tipologie commercializzate nel nostro Paese con il marchio Marlene®, tutte certificate “Mela Alto Adige IGP”.

Marchio di valorizzazione

Marchio Marlene® Marlene®, il marchio nato nel 1995 su iniziativa del Consorzio VOG per comunicare in modo unitario la ricchezza varietale e Foto eos/frieder blickle

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Consorzio VOG la qualità delle mele coltivate da 20 cooperative altoatesine, è oggi uno dei simboli della frutta di eccellenza dell’Alto Adige. Merito non solo della passione che giornalmente i coltivatori mettono in campo ma anche dell’intensa attività di comunicazione che in 12 anni è riuscita a riassumere in un unico concetto i valori del forte legame con il territorio, dell’ampiezza varietale e della grande cura dei prodotti. Sono questi i tratti distintivi che hanno caratterizzato da sempre l’identità del brand, decretandone il grande successo. Dal 2006, inoltre, il legame fra le promesse del marchio e l’origine dei frutti si è ulteriormente rafforzato grazie alla indicazione “Mela Alto Adige IGP”, che accompagna ben 11 varietà di mela coltivate dal VOG, il principale produttore di mele certificate IGP dell’Alto Adige. E, da gennaio 2008, il marchio Marlene® è sbarcato in Spagna portando oltre i Pirenei tutto il gusto e il sapore delle mele raccolte in Alto Adige dal Consorzio VOG.

Marchio di valorizzazione

• Nato nel 1995 per comunicare in modo unitario la ricchezza varietale delle mele coltivate dalle 20 cooperative

• Forte legame con il territorio • Ampiezza varietale: 11 varietà con indicazione “Mela Alto Adige IGP”

• Mele coltivate e raccolte secondo

metodi tradizionali applicando tecniche di produzione integrata o biologica

Mele da tavola, raccolto 2007 Elstar 0,16% Idared 0,20% Golden 30,49% Delicious

Rubens® 0,21% Altro 0,48% Winesap 0,89% Jonagold 1,06%

Gala 19,19%

Morgenduft 2,73% Cripps Pink® 4,45% Fuji 7,49% Granny Smith 8,75%

Braeburn 12,46%

Red Del. 11,44%

Granny Smith

Mele da tavola da agricoltura a metodo biologico, raccolto 2007 Rubens® 0,04% Elstar 0,20% Gala 27,96%

Winesap 0,73% Idared 2,05% Jonagold 2,28% Granny Smith 2,93%

Golden 17,79% Delicious

Red Del. 3,60% Fuji 4,38% Morgenduft 5,06% Cripps Pink® 6,17%

Braeburn 17,79%

Golden Delicious

Altro 9,02%

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mondo e mercato Territorio I frutteti VOG si estendono a sud della cresta montuosa delle Alpi, nel cuore dell’Alto Adige. In una valle larga tra i 2 e i 3 km e lunga oltre 70, 5600 famiglie di contadini, organizzate in aziende di piccole dimensioni (la media è di 2 ettari), producono, con metodi efficienti e rigorosi, 14 varietà di mele. Una offerta unica nel suo genere che nasce dalla grande ricchezza orografica e climatica del territorio, che i coltivatori VOG hanno saputo sfruttare al meglio attraverso un attento e rigoroso posizionamento dei frutteti. L’altitudine delle colture oscilla tra i 220 m s.l.m. nel fondovalle, come a Salorno nella Bassa Atesina, e i 1000 metri delle zone collinari e montane del Burgraviato. Per raggiungere la qualità ottimale le varietà da produrre vengono scelte compatibilmente con i differenti microclimi delle diverse zone di coltivazione.

VOG Consorzio delle cooperative ortofrutticole dell’Alto Adige

• Anno di fondazione: 1945 • Raccolto 2007: 531.000 tonnellate • Fatturato 2007: 340 milioni di euro • Dipendenti: 1558 • Cooperative associate: 20 • Aziende famigliari: 5600 a una

altitudine tra i 290 e i 1000 m s.l.m.

• Mele raccolte nel 2007: 2 miliardi e 600 milioni

Percorso della mela La coltivazione delle mele Marlene segue le direttive per la produzione integrata AGRIOS che tutela la salubrità dei prodotti e nello stesso tempo assicura il rispetto dell’ambiente. Dopo la raccolta, disciplinata da precise direttive ed eseguita rigorosamente a mano (un gesto che ogni anno i coltivatori VOG ripetono quasi 3 miliardi di volte), le mele vengono conferite ai magazzini delle cooperative associate che si sviluppano su una superficie totale di 530.000 metri quadrati con una capienza di 500.000 tonnellate. Prima di essere stoccate in celle ULO (Ultra Low Oxygen) che ne assicurano la perfetta conservazione sino all’estate, i frutti vengo-

• Marchi: Marlene

, Marlene Bio®, CIVNI(cov)Rubens®, NICOTER(cov) Kanzi®, CRIPPS PINK(cov)Pink Lady®, Bio Südtirol®, Südtiroler Apfel, g.gA® ®

• Export in 30 Paesi • 148 con certificazione “Mele Alto Adige IGP”

Ambiente montano ottimale per la coltivazione delle mele, Castelbello (BZ)

Foto R. Angelini

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Consorzio VOG no controllati e codificati per garantirne la completa tracciabilità di filiera. Le successive operazioni di cernita e confezionamento sono affidate a impianti avanzatissimi dislocati sul territorio con una capacità giornaliera di lavorazione di 3300 tonnellate. L’etichettatura per l’identificazione del prodotto e la successiva spedizione ai clienti completano il percorso delle mele, pronte ad arrivare sulle tavole dei consumatori. Commercializzazione e vendita Le mele VOG si possono trovare oggi in 30 Paesi del mondo. Questo grazie alla costante attività del Consorzio che commercializza il 20% della produzione delle cooperative socie attraverso una efficiente rete di contatti. Il Consorzio coordina anche in modo centralizzato l’organizzazione della coltivazione, i controlli di qualità, la logistica, oltre alle attività di marketing, con attività di comunicazione e promozione al consumatore dei propri prodotti.

Royal Gala

Certificazione della Mela Alto Adige IGP Presente da oltre 1200 anni in questa regione, la mela dell’Alto Adige è oggi riconosciuta a livello europeo dal marchio IGP – Indicazione Geografica Protetta – che ne tutela la qualità e il sapore, oltre che la denominazione e la provenienza. Da giugno 2006 11 delle 15 varietà di mele altoatesine portano la denominazione “Mela Alto Adige IGP”: Golden Delicious, Red Delicious, Granny Smith, Gala, Braeburn, Elstar, Fuji, Jonagold, Idared, Morgenduft, Winesap sottostanno al sistema di tutela UE per l’Indicazione Geografica Protetta. Al momento dell’acquisto la scelta è più che sicura: le mele con l’etichetta Mela Alto Adige IGP provengono certamente dall’Alto Adige, dove sono coltivate e raccolte secondo metodi tradizionali. Stark Delicious

Winesap Stayman Braeburn

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mondo e mercato VOG, rispetto e tutela ambientale con il marchio Marlene® L’amore per la propria terra e l’attenzione all’ambiente sono una parte fondamentale del DNA delle 21 cooperative frutticole altoatesine associate al VOG, il Consorzio della mela Marlene®. Coltivazione, lavorazione e conservazione dei frutti sono da tempo al centro di un intenso programma di razionalizzazione, pensato per ridurre gli sprechi e assicurare la salvaguardia degli ecosistemi che ospitano la filiera produttiva del Consorzio. A partire dai frutteti dove i coltivatori di mele applicano tecniche di produzione integrata e biologica, con soluzioni in grado di ridurre in modo consistente l’utilizzo degli agrofarmaci. Alcune innovazioni, come la confusione sessuale dei parassiti delle piante, fra cui i ricamatori e la carpocapsa e l’introduzione dell’obbligo di verifica dell’efficacia dell’attrezzatura per l’irrorazione dei prodotti, hanno permesso di diminuire il numero dei trattamenti sulle piante e abbassare notevolmente il quantitativo di agrofarmaci per ettaro. Per proseguire dentro le Cooperative, dove, lungo le linee di lavorazione delle mele, per ridurre gli sprechi di acqua sono state introdotte tecniche di filtrazione di recupero, con un risparmio idrico che in alcuni casi ha raggiunto l’85%. Nelle celle di conservazione dei frutti la parcellizzazione computerizzata dei compressori – una tecnologia adottata dalle Coo-

Marlene alla conquista della Spagna

• Da gennaio 2008 le mele con il marchio azzurro di proprietà del Consorzio delle Cooperative Ortofrutticole dell’Alto Adige VOG hanno valicato i confini nazionali alla volta della Spagna

• Con 700-750.000 tonnellate di mele

consumate ogni anno la Spagna rappresenta una piazza molto interessante per il marchio Marlene®, che fino a oggi era presente solo in Italia

• Sono 5 le varietà di mele che verranno commercializzate nella Penisola Iberica, tutte rigorosamente marcate Marlene®: Golden Delicious, Red Delicious, Granny Smith, Fuji e Royal Gala

Foto eos/frieder blickle

Fuji

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Consorzio VOG perative VOG a partire dal 1994 – e la riduzione della quantità di frutta immagazzinata in ogni camera, da 400-500 tonnellate a 200-300, ha permesso invece di ottimizzare l’apporto di energia elettrica necessaria per il condizionamento termico. L’adozione dei metodi LO (Low Oxigen) e ULO (Ultra Low Oxigen) ha contribuito inoltre ad abbassare di quasi il 20% l’ossigeno presente nelle celle di conservazione dei frutti. Tutto ciò, unito al costante ammodernamento degli impianti di condizionamento realizzato dalle cooperative associate al Consorzio e al lavoro di isolamento degli ambienti di stoccaggio, si è tradotto in un forte risparmio di gas combustibile e in una drastica riduzione delle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. Sul fronte delle energie alternative, sfruttando a proprio favore le quasi 300 giornate di sole che ogni anno illuminano l’Alto Adige, sono stati attivati progetti per lo sviluppo di impianti solari fotovoltaici per la produzione di energia pulita. Sono già 3 le cooperative che hanno installato i pannelli necessari alla trasformazione dei raggi solari in elettricità, mentre altre 6 lo faranno entro il 2009. Il percorso di tutela ambientale del Consorzio VOG intrapreso in questi ultimi anni è destinato a proseguire con successo anche in futuro, con numerosi investimenti sul fronte della salvaguardia e difesa delle risorse naturali. Un impegno vitale per gli agricoltori e le associazioni di cui fanno parte, che proprio dall’ecosistema unico e irripetibile dell’Alto Adige traggono uno dei loro più importanti punti di forza. Snack Marlene

• Marlene

Break è uno snack fresco e leggero, ideale per chi è attento al benessere e alla qualità di quello che consuma ®

• Una deliziosa mela intera, confezionata

in sacchetto monodose che, a seconda della stagione, assicura tutta la bontà dei frutti con il marchio Marlene® in 2 varianti di gusto, dalla soda e croccante Royal Gala, alla dolcissima Fuji

• Con solo 50 kcal per 100 grammi

Marlene® Break è uno “spezzafame” goloso e naturale. Per chi preferisce invece la frutta già affettata nei distributori potrà trovare anche Marlene® Fresh Cut, deliziose fettine di mela rossa tagliate e lavate

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mondo e mercato Consorzio Melinda Profilo e plus aziendali Melinda è un consorzio cui aderiscono 16 cooperative le quali, a loro volta, riuniscono oltre 5000 piccoli produttori che coltivano circa 6500 ettari di meleti nelle Valli del Noce (Val di Non e Val di Sole) in Trentino. Le Valli del Noce – grazie all’altitudine (compresa tra 300 e 900 m s.l.m.), alla particolare esposizione al sole (oltre 2000 ore/ anno di luce contro le 1500 medie di una comune vallata alpina), alle caratteristiche del suolo (derivante da rocce dolomia e tonalite), all’abbondante disponibilità di acqua estiva derivante dai ghiacciai e all’ampia escursione termica giornaliera (>16 °C in settembre) – rappresentano un ambiente straordinariamente adatto per il melo, che infatti è coltivato da secoli in questa zona. La produzione media annua di mele Melinda è di circa 300.000 t (270.000 circa per consumo fresco e 30.000 circa per uso industriale), pari a circa il 15% della produzione italiana. Le principali varietà prodotte sono: Golden Delicious (70%), Red Delicious (10%), Renetta Canada (8%), Gala (5%), Fuji (6%) e Morgenduft (1%).

Marchio di valorizzazione

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Consorzio Melinda È presente anche una certa produzione (1500 t/ anno circa) di mele ottenute dall’applicazione del disciplinare di produzione biologica. Nel 2003 le mele Melinda delle varietà Golden Delicious, Red Delicious e Renetta Canada hanno ottenuto – uniche mele in Italia – il riconoscimento comunitario di Denominazione di Origine Protetta. Il 100% delle aziende agricole è certificato GLOBALGAP e rispetta i Disciplinari certificati di Produzione Integrata, della DOP e del Consorzio Melinda. Melinda dispone di bins per la raccolta per oltre 310.000 t; di celle per la frigo-conservazione in atmosfera controllata per una capacità complessiva di 280.000 t (pari al 100% della propria produzione di mele per consumo fresco); di impianti specifici e di sistemi informatici per la selezione e il confezionamento delle mele che rappresentano lo stato dell’arte nel settore. Tutto ciò consente a Melinda di garantire la totale tracciabilità del prodotto e di essere in grado di confezionare nei suoi 5 centri fino a 1500 t/giorno di mele – per 6 giorni alla settimana e in tutte le possibili confezioni – garantendo così ai clienti che la scelgono (attualmente oltre 1000 in 26 Nazioni) tempestività nell’evasione degli ordini, rapidità nel carico e nella consegna e continuità di fornitura e di servizio. Tutti i centri di selezione e confezionamento di Melinda rispettano i più severi standard internazionali di certificazione (HACCP. ISO 9001, BRC, IFS). Un altro elemento distintivo di Melinda, rispetto a molte altre realtà operanti nel settore della mela in Europa, è la totale centralizzazione di tutte le attività (Gestione dei centri di conservazione, selezione e confezionamento; Commercializzazione; Marketing; Controllo Qualità; Amministrazione e Personale).

Prodotti melinda

• Settori merceologici di pertinenza e segmenti di specializzazione: - mele per consumo fresco; - mele a uso industriale; - trasformati a base di mela

• Brands offerti : Melinda, MelaSì, Melinda Jiuce, Melinda Mousse, Melinda Snack

• Copacking private label: su richiesta

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mondo e mercato Consorzio Melinda in cifre

Cassetta di Golden Delicious

Fatturato 2007/2008

255 milioni di euro

Mercati di collocazione per le mele

50% mercato tradizionale 25% GDO Italia 25% Export

Quantità mele prodotte

326.000 tonnellate nel 2007

Rappresentatività della produzione Melinda

60% della produzione del Trentino 15% della produzione italiana 3% della produzione EU 25

Principali varietà di mele Melinda prodotte e loro ripartizione %

70% Golden Delicious 10% Red Delicious 8% Renetta 5% Gala 6% Fuji 1% altre

Mercati di collocazione per i nuovi prodotti a marchio Melinda (Juice, Snack, Mousse)

70% GDO 15% canali tradizionali 15% Horeca

Soci produttori

> 5000

Altitudine dei terreni coltivati

Da 350 a 900 m s.l.m.

Superficie coltivata

6500 ettari

Piante di melo coltivate

> 25.000.000

Cooperative consorziate

16

Dipendenti

> 1000, organizzati in 5 reparti con gestione fortemente centralizzata

Certificazioni di processo possedute

ISO 9001, BRC, IFS

Certificazioni di prodotto ottenute

Produzione integrata sul 100% della superficie, GLOBALGAP sul 100% della superficie, DOP per Golden, Renetta, Red Delicious – oltre il 90% della produzione.

Tale tipo di organizzazione rappresenta un notevole vantaggio per i clienti di Melinda in quanto: – consente un efficiente contenimento dei costi; – garantisce un posizionamento univoco in termini di strategie e tattiche, listini, standard di confezionamento e di servizio, immagine ecc. Dal 1989, anno della sua costituzione, Melinda è progressivamente cresciuta fino a diventare oggi una delle principali realtà italiane ed europee del settore della mela.

Locandina promozionale per Fuji e Gala con marchio Melinda

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Consorzio Melinda Strategia export Nel corso degli ultimi anni il mercato estero è stato oggetto di particolare attenzione e investimenti da parte di Melinda. Il risultato è stata la crescita della percentuale di produzione destinata al mercato estero (12% del totale nel 2001 rispetto al 25% del 2007). Oggi sono già 26 i Paesi in cui Melinda esporta le sue mele, ma la strategia del Consorzio prevede un’ulteriore crescita delle esportazioni, sia in termini di numero di destinazioni sia in termini di quantità e di marginalità complessive. È per questo che Melinda ha investito negli ultimi 4 anni oltre 60 milioni di euro per dotarsi di strutture che le consentano di servire tutti i Clienti esteri – attuali e potenziali – con i più alti standard di qualità di prodotto e di servizio e sta ora valutando prudentemente lo sviluppo di nuove partnership commerciali.

Passo Palade Passo Mendola Revò

Brennero Bolzano sud

Tonale Sanzeno Cles

Ci sono mele e mele. Anzi, Melinda e Melinda. Quelle ottime. Quelle che le vedi e ti vien subito voglia di morderle. Quelle dolcissime. Quelle D.O.P., che sono solo Melinda. E le Fuji e le Gala, che coltivate fra le montagne della Val di Non sono ancora più buone. Dove? Ma a mondoMelinda! E poi a mondoMelinda non ci sono mica solo le mele: ci sono anche i succhi, gli snack e le mousse. Tutti fatti con le mele Melinda, ovviamente. E soprattutto Melinda premia la tua fedeltà con tantissimi premi. Allora, viene a trovarci. Così ci sei anche tu. ORARIO: dalle ore 8:30 alle ore 12:30, dalle ore 15:00 alle ore 19:00.

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mondo e mercato La Trentina La mela che ha scelto di chiamarsi come la terra genuina di cui è figlia Il Consorzio la Trentina nasce nel 1989 con lo scopo di coordinare il lavoro delle diverse cooperative distribuite sul territorio provinciale. Nel 1997, al fine di tutelare e contraddistinguere la qualità della frutta prodotta in Trentino dalle oltre 2500 aziende familiari socie, diventa Organizzazione di Produttori Consorzio la Trentina. È doveroso sottolineare come, nel suo percorso, la Trentina abbia rappresentato un importante momento di unione di diverse aree frutticole della nostra Provincia, portando nel contempo a termine un processo di aggregazione delle cooperative socie. Le cooperative che formano questa importante realtà produttiva e commerciale sono sei e coprono i territori compresi fra la Valle dell’Adige, la Valle di Cembra, la Valsugana, la Vallagarina, la Valle del Sarca e il Lomaso. Il Trentino è un territorio di monti, boschi, valli, laghi e torrenti, dove natura e uomo convivono in armonia dando vita a un’agricoltura rispettosa della terra, dei suoi ritmi e delle sue regole. Anche grazie ai microclimi particolari – che permettono a ogni varietà di mela e ogni tipo di frutto di sviluppare al meglio le proprie caratteristiche specifiche – la rete di aziende familiari che costituisce il Consorzio la Trentina produce frutti esaltanti per

Marchi di valorizzazione

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La Trentina bellezza, profumi, qualità organolettiche e ricchezza in contenuti nutrizionali. La serietà e l’impegno che ognuno dei nostri agricoltori pone nel suo lavoro ci hanno portati a raggiungere una produzione di 100.000 tonnellate di mele e 5.000 tonnellate di altri frutti, tra fragole, ciliegie, more, lamponi, fragoline di bosco, ribes rosso e uva spina, susine e kiwi su circa 2.500 ettari di terreno. Grazie al lavoro dei soci delle cooperative – fondamento del nostro Consorzio – e agli accurati controlli effettuati dalla coltivazione alla raccolta nel campo, fino alla fase di consegna al distributore, garantiamo un serio impegno nella tutela dell’ambiente e del consumatore. Le cooperative socie sono dislocate nelle principali aree del Trentino, e ognuna di esse garantisce ai soci produttori la presenza di magazzini attrezzati alla conservazione, allo smistamento e al confezionamento dei prodotti, oltre che la gestione delle pratiche e dei controlli, in una logica di stretta collaborazione. La strategia organizzativa perseguita negli anni ci ha portati oggi a essere il quarto polo a livello nazionale nella produzione di mele, e importante soggetto nel mercato frutticolo in generale grazie alle nostre coltivazioni di ciliegio, kiwi, susino, fragola e piccoli frutti. Un organo commerciale unico si occupa di definire le modalità di distribuzione della frutta, permettendo di sostenere equamente le potenzialità di tutti i soci e di rifornire in maniera costante i nostri clienti. Packaging

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mondo e mercato A questo affianchiamo una forte politica di marca, in modo tale da dialogare con i diversi target a cui ci rivolgiamo, diffondendo e rafforzando il marchio a livello sia nazionale sia estero. La frutta a marchio la Trentina viene distribuita principalmente sul territorio nazionale, ma siamo presenti anche all’estero in oltre 30 Paesi distribuiti tra Europa, Nord Africa e Medio Oriente. Ogni frutto ha le proprie caratteristiche distintive date dalla terra in cui cresce, accarezzato dal sole e dal vento, solleticato dall’acqua, curato e seguito in ogni momento critico della sua crescita dalle nostre mani esperte. Raccolto, selezionato e confezionato in modo da arrivare nelle vostre mani intatto: sano e gustoso, ricco di vitamine, sali minerali e principi nutritivi così importanti per la nostra alimentazione. La produzione di mele rappresenta il nostro prodotto di punta, con quasi il 90% dei terreni a esse dedicati. L’ampia offerta varietale del Consorzio la Trentina, data proprio dalla varietà dei terreni e dei climi delle diverse aree di coltivazione, permette di avere a disposizione il meglio del Trentino a ogni morso! Le principali varietà di mele che commercializziamo sono: Golden Delicious, Red Delicious, Granny Smith, Gala e Fuji. È importante sottolineare che le mele non sono tutte uguali: ognuna ha una forma, un colore, un profumo, una consistenza e un sapore unico. Hanno caratteristiche di coltivazione, periodi di rac-

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Periodo di raccolta

Periodo di disponibilità

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Winesap

Fuji

Braeburn

Morgenduft

Gala

Granny Smith

Red Delicious

Golden Delicious

Periodi di raccolta e disponibilità delle mele la Trentina


La Trentina colta e di commercializzazione diversi: si parte con la Gala, rossa, aromatica e succosa, per poi proseguire con la Red Delicious, dalla forma allungata e dal profumo zuccherino, la Fuji, ricca di sfumature, dolce e croccante, la Golden, la varietà più nota, da gustare in ogni momento, e infine la Granny Smith, verde e fresca, dal sapore acidulo. Deriva da una lunga tradizione la nostra voglia di trasmettere ai frutti che coltiviamo l’amore che proviamo per la terra. I colori, i profumi e i sapori che ci circondano ci ripagano del duro lavoro dei campi. E vogliamo che la nostra frutta arrivi al consumatore carica di queste emozioni positive. Accorciamo il più possibile i tempi della filiera, dal momento della raccolta a quello in cui i nostri prodotti arrivano a voi, per permettervi di godere appieno della loro freschezza, fragranza e piacevolezza. Ma soprattutto le nostre cooperative seguono scrupolosamente le indicazioni del Protocollo di Disciplina della Produzione Integrata che regolamenta le buone pratiche di coltivazione per garantire la salvaguardia dell’ambiente, le esigenze di produzione agricola e la tutela della salute dei consumatori. La produzione integrata è un sistema di coltivazione che assicura al contempo la salubrità dei raccolti e la protezione dell’ambiente nel pieno rispetto dei cicli biologici spontanei affiancando all’esperienza del contadino norme di coltivazione a basso impatto ambientale.

Organizzazione di produttori consorzio la Trentina

• Oltre 2500 aziende famigliari socie • 6 cooperative associate che coprono i territori Valle dell’Adige, Valle di Cembra, Valsugana, Vallagarina, Valle del Sarca e Lomaso

• Produzione di 100 mila tonnellate • Presenti in oltre 30 Paesi esteri

Foto R. Angelini

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mondo e mercato Nei nostri campi le mele si raccolgono a mano, solo quando hanno raggiunto il giusto grado di maturazione – definito con l’aiuto dell’assistenza tecnica – vengono quindi conferite alla cooperativa di competenza, dove vengono registrate per il riconoscimento e poste in celle ad atmosfera controllata. La fase di lavorazione è costituita di tre fasi: precalibro e selezione, controllo e separazione, confezionamento. Ognuna è supervisionata dal nostro personale addetto: la sinergia fra la precisione della tecnologia e la sensibilità dell’uomo ci permette di raggiungere elevati livelli di qualità dei prodotti confezionati, andando incontro anche alle richieste più specifiche e particolari del mercato. Le mele sono ora pronte per essere messe sul mercato attraverso la rete di vendita la Trentina. Molte persone si impegnano quotidianamente per rendere presenti sul mercato nazionale ed estero le mele e la frutta la Trentina. A partire dalla campagna commerciale 2007-2008 il Consorzio la Trentina si presenta con un nuovo assetto di vendita: una commercializzazione centralizzata e una forte politica di marca. Questo tipo di struttura è importante per rispondere alle richieste di servizio, qualità e riconoscibilità che arrivano sia da canali di vendita esigenti sia da consumatori consapevoli. Si tratta di gestire il prodotto – e quindi prezzi, mercati, clienti – in maniera coordinata attraverso la ripartizione delle responsabilità di vendita per aree e settori strategici. Vogliamo trasmettere la passione che sta dietro ogni frutto, l’amore profondo per il nostro territorio, le esperienze che quotidianamente condividiamo per riuscire a ottenere sempre il meglio dalla nostra frutta, accorciando le distanze fra il contadino che lavora la terra e chi acquista i nostri prodotti. Quando ne abbiamo la possibilità, ci piace potervi offrire il frutto del nostro lavoro accompagnato da un sorriso. Non è facile trasmettere per immagini i profumi, i sapori e le impressioni che può dare mordere un nostro frutto. Ogni modo di essere presenti e coinvolgere la nostra clientela ha motivazioni distinte di essere. Noi abbiamo sempre continuato a sperimentare nuove modalità per far trasparire sensazioni e valori legati al nostro mondo. Un ufficio preposto segue la presenza del marchio e del consorzio nei mercati e nei punti vendita, la partecipazione alle principali fiere di settore, la programmazione delle uscite sulle riviste specializzate e seleziona gli eventi da sponsorizzare o a cui partecipare. Crediamo nelle iniziative che ci permettono di porci come ambasciatori del nostro territorio, e per questo siamo vicini a eventi legati all’arte, alla cultura e allo sport – spesso di respiro internazionale – che creano aggregazione e occasioni di incontro e crescita come il Trento Filmfestival – definito “il più antico e acclamato festival internazionale di film dedicati alla montagna,

Le mele vengono selezionate e separate in base a qualità e calibro e condotte alla sala di lavorazione, tutto utilizzando canali d’acqua

Nuovo assetto di vendita

• Centro decisionale della politica

commerciale del consorzio è costituito dal responsabile centrale, dai direttori delle cooperative socie e dal direttore generale. A esso spetta il compito di decidere la strategia commerciale del consorzio: la gestione dei prodotti nei magazzini, il mercato da seguire e i prezzi di riferimento per la vendita del prodotto. La ripartizione delle responsabilità viene effettuata sia in base alle aree geografiche sia al settore di competenza. In questa maniera è possibile garantire una maggiore rapidità e precisione nei contatti e nelle transazioni sia per quanto riguarda il territorio nazionale sia estero

• Organo commerciale si impegna

quotidianamente anche nella promozione del marchio, a rappresentanza dell’unitarietà e della presenza sul territorio, per permettervi di gustare i nostri prodotti

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La Trentina all’esplorazione e all’avventura” – e Oriente Occidente – festival internazionale di danza contemporanea. Nasce dall’attenta osservazione del mercato e del mondo della frutta la spinta che ha portato al rinnovamento del materiale pubblicitario e promozionale: lo spot, il layout della campagna stampa e delle brochure. Così anche le confezioni, nei diversi formati, hanno subito un importante restyling: le nostre mele si trovano imballate in contenitori di cartone, di legno, in sacchetti o vassoi. Il Consorzio la Trentina, in quanto socio di APOT e Assomela, partecipa anche a diverse iniziative a sostegno del consumo delle mele, in quanto alimento ricco di proprietà nutritive e salutiste. Il progetto “La mela, il frutto dai molti piaceri” è promosso dalla Comunità Europea e condiviso da Francia e Olanda per portare informazioni e prodotto nelle mense aziendali, nelle palestre e nelle strade. Il confrontarci è uno stimolo continuo a migliorare il nostro lavoro, per crescere e poter essere sempre più fieri del nostro operato. Foto FEM-IASMA

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mondo e mercato Melavì La Società Agricola Melavì, Società Consortile per azioni, rappresenta le tre cooperative valtellinesi socie – Cooperativa Ortofrutticola Alta Valtellina, Frutticoltori Villa di Tirano, Cooperativa Ortofrutticola di Ponte in Valtellina – e ha per oggetto la valorizzazione delle produzioni agricole, nonché dei derivati della loro lavorazione e trasformazione. La Società ha inoltre lo scopo di promuovere le procedure, anche tecniche, di tracciabilità del prodotto, di promuovere pratiche colturali e tecniche di produzione che rispettino l’ambiente, in particolare per tutelare la qualità delle acque, dei suoli e per preservare e favorire la biodiversità. Il principale prodotto commercializzato dal marchio collettivo Melavì è la mela tipica e di qualità coltivata nelle terre valtellinesi, conferita esclusivamente dai circa 900 soci per un totale di oltre 30.000 tonnellate gestite annualmente dai 3 stabilimenti di produzione. Durante il periodo di raccolta che va da agosto a metà ottobre le mele vengono conferite dai soci alle 3 cooperative dislocate lungo il territorio valtellinese, dove vengono lavorate, conservate e commercializzate. La conservazione del prodotto in via di distribuzione viene mantenuta in celle frigorifere ad atmosfera controllata dove moderni impianti ad alta tecnologia consentono di mantenere inalterate le qualità della mela che conserverà il gusto di un frutto

Marchio di valorizzazione

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Melavì

Società agricola Melavì

• Società consortile per azioni • Rappresenta tre cooperative: –  Cooperativa ortofrutticola Alta Valtellina –  Frutticoltori Villa di Tirano –  Cooperativa ortofrutticola di Ponte in Valtellina

• 900 soci • 30.000 tonnellate prodotte in Valtellina

appena colto dall’albero per tutto l’anno. Per la commercializzazione, le mele vengono imballate utilizzando tutte le più moderne tipologie di confezionamento che ne garantiscono la massima protezione. Il prodotto è facilmente riconoscibile grazie al bollino a marchio Melavì applicato su ogni frutto, che garantisce la qualità, la provenienza e la salubrità del prodotto. La coltura odierna del melo in Valtellina affonda le sue radici nel Medioevo, quando gli alberi da frutto erano coltivati nei giardini e tra i filari della vite, principalmente per l’autoconsumo e in minima parte per la vendita sui mercati cittadini. La produzione organizzata prese avvio negli anni ’20 del Novecento, a partire dalla zona di Ponte, dove i vigneti vennero convertiti a meleto per contrastare la crisi della viticoltura. Dagli anni ’70, con la creazione delle prime organizzazioni produttive, la crescita non si è più fermata, anche grazie alla collaborazione scientifica con istituti universitari specializzati che hanno gettato le basi della moderna lavorazione. Gli agricoltori della provincia di Sondrio, nei secoli, hanno saputo volgere a loro favore le condizioni disagiate del territorio e capirne la vocazionalità, fino a ottenere prodotti eccellenti che devono la loro bontà proprio alle condizioni pedoclimatiche locali. La Valtellina è una vallata orientata Est-Ovest, a Nord è protetta dalle Alpi Retiche e a sud dalle Prealpi Orobie. La ventilazione è particolare, infatti risente del fenomeno del Föhen, un vento caldo e secco che causa impennate della temperatura e cali dell’umidità dell’aria. A livello climatico sono infine importanti le brezze di monte e di valle, fenomeni legati al diverso riscaldamento dei versanti e la caratteristica escursione termica diurna. I meleti disposti prevalentemente su conoidi alluvionali permeabili e praticamente esenti da ristagno idrico, si allungano sui versanti montani fino ai 900 m s.l.m. Il lavo567


mondo e mercato ro instancabile dell’uomo, che ha saputo inserire la coltura del melo nell’ambiente senza prevaricarlo, trasforma i doni della natura in mele di alta qualità, particolarmente profumate, di sapore intenso, con polpa compatta e che ben si prestano alla conservazione. Ed è proprio grazie al clima favorevole, al terreno coltivato in pendenza e ben esposto al sole, al metodo di coltura mediante Produzione Integrata (secondo il Reg. Ce 2200/96) a basso impatto ambientale, che la mela di Valtellina è così buona, nutriente e sana. Le varietà principalmente coltivate sono: – Stark Delicious. Colorazione brillante e intensa, forma allungata a cinque punte nella parte inferiore, polpa finissima, croccante e dal sapore aromatico e dolce. È considerata la mela per eccellenza. – Golden Delicious. Colorazione giallo-verde con striature rosse, buccia liscia, polpa biancastra, profumata e dolce per l’alto contenuto zuccherino. È una delle mele più diffuse e apprezzate dal consumatore ed è disponibile sul mercato tutti i mesi dell’anno. – Gala. Colorazione con caratteristiche striature di colore rosso brillante, forma allungata, dimensioni medio-piccole, polpa succosa e dolce. Proveniente dall’emisfero australe, sta conquistando un sempre maggior numero di estimatori. – Fuji. Colorazione rosso-violetto, forma tondeggiante, polpa bianca, croccante, succosa e particolarmente appetitosa. È un frutto ad alta conservabilità e resistenza alle manipolazioni, è considerata “la nuova mela” per la sua recente diffusione. È di origine giapponese. – Morgenduft. Colorazione di fondo verde striato di rosso fiammante, dimensioni medio-grandi, forma tondeggiante e regolare, polpa bianco-crema dal sapore acidulo, non particolarmente aromatica. Per queste caratteristiche è particolarmente apprezzata in cucina per la realizzazione di dolci. Foto R. Angelini

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Melavì

A testimonianza delle peculiarità del territorio e della dedizione dei frutticoltori valtellinesi che con sapienza hanno raggiunto standard produttivi qualitativamente elevati, a dicembre 2006 è stata riconosciuta, in modalità transitoria, l’indicazione geografica protetta “Mela di Valtellina IGP”. La promozione, pubblicizzazione e valorizzazione della mela di Valtellina a marchio Melavì sono state affidate al Consorzio Tutela Mele Di Valtellina che vigila affinché vengano rispettati, sia in fase di produzione sia di commercializzazione, i requisiti previsti dal disciplinare di produzione “Regolamento Provinciale di Autodisciplina” per una melicoltura integrata e rispettosa dell’ambiente annualmente approvato dall’Amministrazione Provinciale di Sondrio. Il Consorzio collabora con organi nazionali e locali preposti all’applicazione delle disposizioni legislative e regolamentari, e promuove studi e ricerche nel campo frutticolo finalizzati al miglioramento della produzione e del lavoro del frutticoltore. La grande esperienza dei produttori valtellinesi, l’amore e la dedizione con cui viene coltivata, il territorio favorevole sia dal punto di vista climatico sia ambientale garantiscono alla mela di Valtellina Melavì una bontà unica apprezzabile tutto l’anno. 569


mondo e mercato OP Nordest Gli Orti di Giulietta: il marchio che caratterizza la produzione ortofrutticola veronese Il territorio della provincia di Verona è la viva testimonianza di una cultura agricola che ha saputo raggiungere un sapiente equilibrio tra tecnologia e tradizione, tra amore per la propria terra e apertura verso nuovi confini. Questo equilibrio ha sviluppato un vero tesoro di tipicità agricole, un patrimonio che va tutelato, diffuso e migliorato. Con tali obiettivi, nel 1992, promosso dal Comitato Ortofrutticolo della Camera di Commercio di Verona, è nato il Consorzio di Tutela Ortofrutta di Verona, che ha adottato il marchio commerciale a carattere collettivo “Gli Orti di Giulietta”. Questo è il marchio che tutela il patrimonio ortofrutticolo veronese ed è associato all’immagine di un personaggio poetico, amato e conosciuto in tutto il mondo, che richiama il territorio con il suo paesaggio, la storia, la cultura e le tradizioni. La qualificazione della produzione ortofrutticola veronese viene quindi caratterizzata dall’adozione del marchio specifico denominato “Gli Orti di Giulietta”, recentemente acquisito dall’OP Nordest. Il marchio di origine intende coniugare qualità estetica e organolettica del prodotto alle sue caratteristiche di salubrità. A tal fine gli associati all’OP Nordest hanno aderito al progetto di certificazione della filiera ortofrutticola veronese che è in fase di attuazione. L’obiettivo specifico del progetto è quello di migliorare e garantire la qualità attraverso la certificazione dell’intero processo di filiera: dall’azienda agricola alle imprese di trasformazione e commercializzazione. Tutti i segmenti della filiera vengono certificati con gli standard GLOBALGAP (produzione), BRC/IFS (imprese di commercializzazione) ed equivalenti per la G.D.O.

Marchio di valorizzazione

Marchio di valorizzazione

• Associa all’immagine di un

personaggio poetico, amato e conosciuto nel mondo, che richiama il territorio con il suo paesaggio, la storia, la cultura e le tradizioni

• Processo di filiera certificato • Produzione esclusivamente veronese

Foto V. Bellettato

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OP Nordest Il marchio “Gli Orti di Giulietta“ persegue le seguenti finalità: – la garanzia di un elevato livello qualitativo della produzione ortofrutticola esclusivamente di origine veronese (alta gamma); – l’utilizzo di metodi di produzione ecocompatibili nel rispetto dell’ambiente; – l’effettuazione di severi controlli sulla qualità delle produzioni mediante appropriate analisi; – la presenza costante sul mercato della frutta e degli ortaggi migliori e tipici in ogni stagione. Specificatamente il progetto che sta realizzando l’OP Nordest si propone la creazione di un “modello comportamentale“ condiviso con tutti gli attori della filiera ortofrutticola, certificabile secondo gli standard riconosciuti dal mercato e capace di garantire il presidio dei parametri igienico-sanitari della qualità, della salvaguardia dell’ambiente e della tipicità territoriale. La produzione ottenuta realizzando il sistema di “certificazione della filiera ortofrutticola veronese”, verrà utilmente veicolata e promossa sui mercati di sbocco attraverso il marchio “Gli Orti di Giulietta”, utilizzando fattori di qualità, provenienza e tipicità. Per l’adozione del marchio sono stati elaborati: – dei disciplinari di produzione conformi alle buone pratiche agricole realizzati da sistemi di rintracciabilità e di controllo anche per la determinazione dei parametri di sicurezza alimentare (protocollo GLOBALGAP); – dei disciplinari di confezionamento e di commercializzazione per la presentazione omogenea del prodotto. L’adozione del marchio specifico avviene sul prodotto finito, ovvero al superamento del percorso di filiera previsto. Le imprese associate dispongono di adeguati magazzini ed efficienti attrezzature di lavorazione. Controlli manuali vengono effettuati per i difetti fisici dei prodotti, mentre sistemi computerizzati valutano colore e pezzatura. Per quanto riguarda la sicurezza alimentare, a preFoto V. Bellettato

Packaging

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mondo e mercato scindere dagli obblighi imposti dalla normativa comunitaria (Reg. CE n.172/02 ) e nazionale, tracciabilità e rintracciabilità sono strumenti gestionali preziosi nei processi produttivi e sono alla base di qualsiasi certificazione del prodotto, anche su base volontaria, per dare garanzie e riconoscibilità al prodotto stesso, in base alle caratteristiche qualitative che vanno oltre a quanto stabilito dalla normativa in vigore. Negli ultimi anni la distribuzione moderna ha richiesto ai propri fornitori di osservare alcuni standard comprensivi dei requisiti igienico-sanitari, di assicurazione della qualità, di rispetto dell’ambiente e sicurezza degli operatori sul luogo di lavoro. Uno standard sempre più richiesto a livello internazionale è rappresentato dal protocollo GLOBALGAP - frutta e verdura. L’ OP Nordest ha adottato questo disciplinare per la realizzazione del progetto di certificazione della filiera ortofrutticola veronese. Oggi, l’osservanza di questo standard rappresenta la condizione necessaria per l’accesso alle moderne catene della GDO. In sintesi, il protocollo prevede la gestione dei requisiti relativi alla rintracciabilità, agli aspetti ambientali (storia e gestione dei siti, gestione del terreno e dei rifiuti), al prodotto (agrofarmaci impiegati, trattamenti post-raccolta), ma anche aspetti riguardanti la salute e la sicurezza dei lavoratori, nonché elementi relativi alla gestione aziendale. La difesa integrata e la corretta gestione degli agrofarmaci costituiscono i capitoli più importanti del documento. Prevede, inoltre, puntuali verifiche di laboratorio per la determinazione dei L.R.M. delle molecole impiegate, ammesse per la coltura e il Paese di destinazione. Per i prossimi anni la collocazione dei prodotti ortofrutticoli freschi non corredati di certificazione (GLOBALGAP) risulterà difficile; la volontarietà di adesione al progetto certificativo è testimonianza di un’esigenza dalla quale non si può prescindere. La

OP Nordest

• L’organizzazione di produttori

ortofrutticoli “OP Nordest Cooperativa Agricola” è stata costituita in data 17 giugno 1997 su iniziativa di un gruppo di produttori della provincia di Verona, specializzati prevalentemente nella produzione di pomacee e in particolare mele, per le quali il volume commercializzato si attesta attorno alle 30.000 tonnellate. È stata poi riconosciuta, in data 18 novembre 1997, dalla Regione Veneto, come Organizzazione di Produttori Ortofrutticoli ai sensi del Reg. 2200/96. Nel corso degli anni, si sono aggiunti alla compagine sociale iniziale altri soci, permettendo all’OP Nordest una notevole diversificazione in termini di prodotti (orticole, drupacee e altri prodotti frutticoli), nonché di copertura territoriale

Foto V. Bellettato

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OP Nordest certificazione GLOBALGAP costituisce quindi un vantaggio competitivo, soprattutto nelle relazioni commerciali (business to business) con i clienti europei. Affinché il prodotto ortofrutticolo certificato possa diventare un’opportunità per incrementare la redditività delle imprese associate all’OP Nordest, è indispensabile coniugare qualità nel prodotto, sia nella gamma, sia nella logistica. Il prodotto così ottenuto viene identificato col marchio “Gli Orti di Giulietta”, che intende garantire tutti quei requisiti di tipicità, sicurezza, genuinità, esclusività, credibilità e servizi incorporati. Così operando, l’impresa ortofrutticola aderente all’OP Nordest e che apporterà al prodotto questi requisiti – ai quali i consumatori riconoscono l’indiscutibile valore – potrà conquistare maggiore quota di mercato. L’offerta ortofrutticola dell’OP Nordest ha una massa critica e una gamma (mele, pere, pesche, ciliegie, kiwi, fragole, meloni, radicchi) tale da consentire una sua caratterizzazione. Con il marchio “Gli Orti di Giulietta” si è creato un momento di sintesi che identifica la produzione dell’ OP Nordest e il relativo sistema d’uso e di contribuzione. La struttura organizzativa dell’OP Nordest garantisce il rispetto delle regole dettate dal protocollo GLOBALGAP atte a certificare la rintracciabilità, la qualità e la sicurezza delle produzioni, diversificandole con il marchio “Gli Orti di Giulietta” da quelle convenzionali indifferenziate. Le imprese agroindustriali che hanno aderito al progetto di certificazione intendono collegialmente coordinare una parte di filiera che è quella della commercializzazione; esse intendono sviluppare rapporti di partenariato e di fornitura stabili e duraturi nel tempo con l’OP Nordest.

Foto V. Bellettato

Foto F. Venturi

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mondo e mercato Consorzio MelaPiù Il Consorzio MelaPiù, con sede in Chiesuol del Fosso (FE), ha come obiettivo-guida la valorizzazione delle mele Fuji a beneficio delle imprese socie, garantendo un reddito adeguato ai produttori. Per perseguire tale obiettivo, il Consorzio svolge le seguenti attività istituzionali: – stabilisce il regolamento di produzione e commercializzazione; – realizza il programma di controllo nei centri di lavorazione e sui punti vendita; – progetta e realizza le campagne promo-pubblicitarie; – definisce la politica commerciale del prodotto a marchio MelaPiù; – fornisce assistenza tecnica ai produttori, promuovendo la diffusione delle più avanzate tecniche di coltivazione; – individua e sperimenta innovazioni di prodotto e organizzative. Breve storia del Consorzio MelaPiù Il Consorzio MelaPiù viene costituito il 23/11/1994 come “consorzio-impresa con attività esterna” da alcune importanti realtà operanti nella produzione e commercializzazione di ortofrutta nell’area orientale della Pianura Padana. Fin dall’inizio esso si pone come mission la valorizzazione delle mele Fuji, a vantaggio delle imprese socie. Il marchio MelaPiù viene registrato il 09/03/1995. I soci fondatori sono l’A.F.E. di Ferrara (Gruppo Salvi), l’Az. Agricola Tagliani di Campotto d’Argenta (FE), il COFT di Tresigallo (Gruppo Mazzoni), la COOP ESTESA di Ferrara e il CPOC di Consandolo (FE). Nel 1995 il Consorzio commercializza 5000 quintali di mele Fuji, di cui circa 2000 a marchio MelaPiù. Nel ’96 viene creato l’ufficio tecnico. Nel ’99, anno in cui si realizza la trasformazione in “Consorzio di valorizzazione”, vengono commercializzati 30.000 quintali di mele Fuji, di cui circa 14.000 a marchio MelaPiù. Il primo regolamento interno viene approvato nel 2000, anno in cui la base sociale si amplia con l’ingresso di Apoconerpo, Aposcaligera, C.i.c.o., Corer, Europ, Solemilia. Nel 2001 si ha l’ingresso di Soc. Minguzzi Soc. Coop. a r.l., seguito nel 2003 da quelli di APOFRUIT e Ferrara Frutta. Nel 2004 viene istituito il premio “Miglior Produttore di Fuji MelaPiù”, destinato al frutticoltore che ha ottenuto il miglior risultato quanti-qualitativo. Sempre nel 2004 il Consorzio commercializza 53.000 quintali di mele Fuji, di cui circa 28.000 a marchio MelaPiù. Nel 2006 viene costituita, in partnership con Aretè s.r.l., la società di consulenza tecnica MelaPiù Consultum s.r.l.

Marchio di valorizzazione

Marchio di valorizzazione

• Vuole trasmettere un messaggio

preciso e di immediata comprensione: una mela Fuji MelaPiù è una mela che ha appunto qualcosa in rispetto a tutte le altre mele. Questo carattere di “qualità superiore” è sottolineato, nel logo, dalla centralità e dall’enfasi posta proprio sulla parola “Più”

Mela Fuji

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Consorzio MelaPiù Nel 2007 il Consorzio commercializza circa 130.000 quintali di mele Fuji di cui oltre 70.000 a marchio MelaPiù. Modello organizzativo e strategie Il modello organizzativo adottato dal Consorzio è basato su una precisa ripartizione di competenze tra il Consorzio e le imprese socie. Le imprese socie si occupano infatti di produzione, di cernita, di stoccaggio, di condizionamento e di commercializzazione delle mele, demandando interamente al Consorzio le competenze in materia di: – definizione del disciplinare di produzione e del regolamento di commercializzazione; – realizzazione del programma di controlli nei centri di lavorazione delle mele e sui punti di vendita delle stesse; – progettazione e realizzazione di campagne promo-pubblicitarie; – definizione della politica commerciale e della strategia di vendita del prodotto; – gestione dei rapporti con i produttori associati; – assistenza tecnica e introduzione di tecniche innovative; – individuazione e sperimentazione di canali di vendita innovativi. Si tratta di un insieme di funzioni di valorizzazione del prodotto di natura prevalentemente immateriale, per le quali è necessario dotarsi di un know-how e di risorse specifiche. L’accentramento di tali competenze nel Consorzio ha permesso di conferire a una parte essenziale del processo di valorizzazione della produzione – quella basata sulle funzioni immateriali, appunto – un’economicità che ben difficilmente si sarebbe potuta raggiungere nelle singole imprese socie, le quali hanno invece come punto di forza la capacità di svolgere con efficienza le funzioni materiali del processo di valorizzazione, grazie all’importante esperienza acquisita nel corso della loro vita operativa. Sin dalla sua costituzione, la strategia del Consorzio ha ruotato intorno alla qualità delle mele Fuji commercializzate con il marchio MelaPiù e si è articolata nei seguenti capisaldi: – qualità del prodotto e “pacchetto tecnico”: il Consorzio, attraverso il proprio ufficio tecnico (sino al 2005) e attraverso la controllata MelaPiù Consultum (successivamente al 2005), presta da sempre molta attenzione alla tecnica produttiva, e in particolare agli aspetti correlati alla qualità del prodotto, al legame qualità-territorio e all’efficienza della produzione; – “identificazione” del prodotto e organizzazione commerciale: l’identificazione del prodotto (attraverso la definizione delle caratteristiche cui devono uniformarsi tutte le mele marchiate MelaPiù, l’utilizzo del marchio, gli imballaggi MelaPiù ecc.) e la progressiva organizzazione della rete di distribuzione –

Packaging

Composizione del Consorzio

• A.F.E. Associazione Frutticoltori Estense SCARL – Ferrara

• APO-CONERPO Soc. Coop. Agricola – Castenaso (BO)

• APOFRUIT ITALIA Soc. Coop. Agricola – Cesena (FC)

• C.I.C.O. Consorzio Italiano Cooperative Ortofrutta - Soc. Coop. Agricola – Tresigallo (FE)

• Consorzio Frutticoltori del Tartaro

SCARL – Giacciano con Baruchella (RO)

• Ferrara Frutta SCARL – Monestirolo (FE) • PEMPACORER Soc. Cons. Agricola ARL – Imola (BO)

• Soc. Minguzzi Soc. Coop. a R.L – Alfonsine (RA)

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mondo e mercato fondata su un solido coordinamento delle attività svolte dai diversi soci – sono tuttora fondamentali; – promo-comunicazione: accompagna la distribuzione del prodotto ed è basata sul rapporto diretto fra il Consorzio, i clienti e i consumatori “intenditori” di mele. Prodotto e legame con il territorio Le mele della varietà Fuji si caratterizzano per un ottima qualità organolettica: sono dolci, croccanti e succose. Per contro, la varietà presenta forte vigoria e spiccata attitudine all’alternanza produttiva. Negli ambienti di pianura, e in particolare nelle province di Ferrara, Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e Rovigo, accanto alle eccellenti e distintive caratteristiche organolettiche, le mele Fuji manifestano anche qualche difficoltà di colorazione dei frutti. Il Comitato Tecnico del Consorzio MelaPiù ha posto rimedio al problema della vigoria e delle difficoltà di colorazione dei frutti modificando radicalmente la forma di allevamento; si è infatti passati dallo spindel o fusetto della fine degli anni ’90 alla “Conduzione Centrifuga” (di origine francese). Grazie a essa, molto adatta ad assecondare le naturali tendenze delle piante di mela Fuji, si espone la quasi totalità dei frutti all’esterno, mentre i tagli sono ridotti al minimo e limitati alla pulizia dell’interno pianta: ne consegue che la naturale vigoria della varietà viene ridotta al minimo. Per poter gestire queste piante sono necessarie di-

Mele Fuji prossime allo stacco Moderno frutteto a impianto fitto con rete antigrandine nel Ferrarese

Foto R. Angelini

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Consorzio MelaPiù stanze che vanno dai 3,5 m ai 4-4,5 m tra le file e distanze di 0,9-1,5 m lungo la fila. Per ovviare al problema dell’alternanza di produzione è stata messa a punto una tecnica diradante che richiede molta attenzione in fase di posizionamento (è necessaria un’attenta verifica delle condizioni ambientali, del diametro dei frutticini e della vigoria degli impianti) ma che permette di ottenere un’efficacia diradante tale da consentire produzioni di elevata qualità nell’anno in cui viene eseguito il trattamento e soprattutto il ritorno a fiore nell’anno successivo. La strategia di valorizzazione del prodotto Fuji MelaPiù si è basata su 2 ulteriori elementi cardine a carattere tecnico: – adozione di metodi di lotta integrata, secondo il disciplinare di produzione integrata della Regione Emilia-Romagna, con effettuazione di controlli esterni periodici, in modo da poter contraddistinguere la produzione di Fuji MelaPiù con il marchio regionale di garanzia igienico-sanitaria “Qualità Controllata”; – selezione qualitativa della produzione in base a parametri d’eccellenza: per fregiarsi del marchio MelaPiù, il calibro dei frutti deve essere superiore a 70 mm; la superficie pigmentata non deve essere inferiore al 30% del totale; il colore di fondo deve essere verde chiaro-giallo; la buccia non deve presentare soluzioni di continuità; il contenuto in zuccheri deve essere almeno pari a 13 °Brix; l’acidità (espressa in acido malico) deve essere almeno pari a 2,3 g/l; per finire, la resistenza alla penetrazione dei frutti con buccia deve essere almeno pari a 6 kg.

Fuji

Valori del marchio MelaPiù

• Caratteristiche organolettiche molto

Strategie di promo-comunicazione La politica di marketing del Consorzio MelaPiù è da sempre improntata a criteri d’eccellenza: solo la produzione che soddisfa gli elevati standard qualitativi precedentemente illustrati può infatti fregiarsi del marchio MelaPiù, così da indurre il consumatore a identificare quest’ultimo con l’eccellenza qualitativa del prodotto. Per far conoscere il proprio prodotto e i valori a esso associati il Consorzio MelaPiù si è sempre mosso in modo piuttosto originale: non pubblicità, ma iniziative di promozione e di comunicazione volte a “spiegare” i valori del prodotto e gli elementi di “distintività” dello stesso attraverso contatti diretti con gli operatori della distribuzione tradizionale e moderna. I “pretesti” per incontrarsi e dialogare con gli operatori commerciali sono stati i più vari, dai concorsi a premi ai pranzi, dall’organizzazione di eventi sportivi alla creazione di iniziative di street marketing, dalla consegna di materiali “simpatia” a vere e proprie piccole lezioni incentrate sulla qualità delle Fuji MelaPiù, sulle loro specificità e sugli elementi che le rendono diverse e uniche.

elevate, specialmente per quanto riguarda consistenza (croccantezza), succosità, contenuto in zuccheri, acidità e capacità di mantenimento nel tempo dei propri caratteri organolettici

• Specializzazione, in quanto il Consorzio lavora solo su mele Fuji (100% Fuji)

• Serietà e qualità garantita da un

Consorzio, il quale provvede a definire gli “standard” e anche a verificarne il rispetto attraverso controlli eseguiti sia alla produzione sia lungo la filiera sino al punto vendita

• Cura “artigianale” nella produzione e legame con il territorio di produzione

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mondo e mercato Modì Europa Modì Europa S.p.A , società consortile costituita nel 2007, è un Consorzio che coordina le strategie commerciali e di marketing a livello europeo per la nuova cultivar Modì® CIVG198, frutto della ricerca varietale condotta dal C.I.V. (Consorzio Italiano Vivaisti). Questa mela ha un colore rosso ciliegia (uno dei cromatismi amati dal pittore italiano Amedeo Modigliani, dal cui diminutivo prende, infatti, il nome), elevate caratteristiche di croccantezza e succosità e un ottimale equilibro fra brix zuccherino e grado di acidità. Modì® CIVG198, oltre a presentare caratteristiche estetiche e organolettiche che ben si prestano a guadagnarsi il consenso dei consumatori, e i primi test realizzati in Germania lo dimostrano, è un frutto di notevole interesse per un elemento distintivo, il basso impatto ambientale, dovuto all’elevata resistenza agli attacchi parassitari. Rispetto alle varietà convenzionali, che necessitano di numerosi trattamenti contro la ticchiolatura, la sua naturale resistenza a questa malattia non richiede alcun intervento con fungicidi specifici. Per l’oidio, altra patologia diffusa nei meli, sono invece necessari solo due interventi, rispetto a quelli normalmente previsti per le altre varietà di mele. Complessivamente, i trattamenti per Modì® CIVG198 si riducono significativamente rispetto alle cultivar tradizionali. Inoltre, l’elevata produttività (circa 500 q/ha), la lunga possibilità di shelf life e l’alto grado di conservabilità in ambiente refrigerato, segnano altri punti a favore di questo nuovo prodotto.

Modì® CIVG198 è un incrocio di Liberty × Gala. L’incrocio fu effettuato nel 1992 presso il C.I.V. (Consorzio Italiano Vivaisti). Modi® CIVG198 matura circa 7 giorni prima di Golden Delicious; si contraddistingue per la colorazione rossa, per la croccantezza e il sapore dolce. Ha dimostrato un’elevata resistenza alla ticchiolatura e all’oidio e anche una buona tolleranza agli afidi

Modì® CIVG198 si contraddistingue per la produttività elevata e costante, con l’80% di pack out e una lunga finestra di raccolta. I frutti si possono mangiare appena raccolti. La semplice conservazione dei frutti ne riduce i costi di produzione.

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Modì Europa Si tratta di un Consorzio-Impresa, caratterizzato da una struttura italiana snella che permette una maggiore efficienza in termini di rapporto costi/livello di servizio. È la prima volta che una mela italiana viene gestita con un sistema di club di prodotto lungo tutta la supply chain. Questo è sicuramente un fattore di primaria importanza per l’ortofrutta nazionale, dal momento che la maggior parte dei diritti di sfruttamento delle varietà frutticole sono di proprietà di club stranieri. Tuttavia, la paternità italiana del progetto Modì® si coniuga con un raggio d’azione internazionale, che ha già visto nuovi partner in Spagna e nel Regno Unito. Fanno parte del Consorzio un gruppo di vivaisti esclusivisti della varietà (Salvi Vivai, Vivai Mazzoni, Tagliani Vivai) ed un gruppo di aziende che gestiscono la produzione (AFE-Salvi, Cico Mazzoni, Tagliani-Clementi Frutta, Apofruit Italia, Agrintesa, Ferrara Frutta e VOG). Per la commercializzazione, il Consorzio si avvale di alcune delle principali aziende ortofrutticole italiane: Salvi, Mazzoni, VOG, Apofruit, Agrintesa, Ferrara Frutta. Queste ultime distribuiranno in esclusiva Modì® CIVG198 per conto del Consorzio. Conformemente ai dati di raccolto dell’attuale stagione 2008-2009, verranno commercializzate sul mercato europeo circa 500 tonnellate di prodotto. Il piano di sviluppo prevede di raggiungere 50.000 tonnellate nel 2013, in linea con l’obiettivo di produzione, a regime, di circa 100.000 tonnellate da raggiungere in dieci anni.

Composizione del Consorzio

• C.I.V. Consorzio Italiano Vivaisti

(costitutore e titolare del marchio Modì® che identifica le piante e i frutti della varietà CIVG198)

• Modì

: marchio di titolarità del C.I.V. con cui sono commercializzati piante e frutti della varietà CIVG198 ®

• Società Consortile Modì Europa S.p.A.

costituita il 13/06/2007. Soci fondatori: - C.I.V. Consorzio Italiano Vivaisti - AFE Salvi Soc. Coop Agricola - AGRINTESA - APOFRUIT - CICO Mazzoni Soc. Coop Agricola - FERRARA FRUTTA - Società Agricola Vivai Mazzoni s.s. - Salvi Vivai s.s. - Tagliani Vivai Soc. Agr. s.s. - TC Frutta srl - VOG

Modì® CIVG198 con sistema di allevamento Bi-Baum®

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mondo e mercato Consorzio Mela Annurca

A prima vista, chi non l’ha mai gustata, non la sceglierebbe in mezzo ad altre varietà di mela più appariscenti e lucide, ma in realtà la Mela Annurca Campana è definita la “regina delle mele” in virtù delle sue spiccate qualità organolettiche: sapore, aroma ecc. È ricca di fruttosio, con un tasso di cellulosa dello 0,9%, concentrato per lo più nella buccia, esalta le qualità digestive graduando l’assorbimento del glucosio ed è di grande beneficio per i diabetici. Abbassa il colesterolo nel sangue perchè ostacola il suo assorbimento mediante il fitosterolo e la pectina che rendono il colesterolo alimentare inassimilabile. La Mela Annurca è una vera miniera di vitamine (B1, B2, PP e C) e contiene anche potassio, fosforo, ferro, manganese, zolfo, cobalto. Oltre che far bene, soprattutto ai bambini, per la ricchezza di minerali, l’Annurca ha effetti antireumatici. Una ricerca dell’Università Federico II di Napoli ha messo in luce le sue proprietà antiossidanti, riconoscendole un certo potere legato alla prevenzione del cancro. Queste sue grandi qualità di tipicità e di genuinità hanno permesso il raggiungimento di un grande risultato, non solo per le aziende impegnate nella coltivazione della Mela Annurca della Campania, ma per l’intera economia regionale; il 7 giugno 2005 è stata pubblicata la domanda di riconoscimento della Mela Annurca Campana IGP sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea; dopo 6 mesi da quella data la Mela Annurca Campana IGP è stata iscritta nell’Albo delle Denominazioni di Origine dell’Unione Europea con Regolamento (CE) n. 417/2006 del 10/03/2006 della Commissione con pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Unione Europea L72/8 del 11/03/2006; con

Marchio di valorizzazione

Diffusione del marchio

• Mela Annurca, fino a qualche tempo

fa, era un prodotto conosciuto nella sola Campania, oggi invece è un alimento prelibato venduto in tutte le regioni italiane. La tutela comunitaria della Mela Annurca Campana IGP si aggiunge a quelle già accordate alle mele Val di Non e Alto Adige DOP. Ora, dunque, quasi metà del raccolto nazionale di mele è protetto dalle imitazioni

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Consorzio Mela Annurca questo riconoscimento si traccia quindi un percorso che può contribuire a una crescita sana del nostro Mezzogiorno e si rilancia la frutticoltura, un settore finora emarginato. Diffusione dell’Annurca

Cenni storici È millenaria la storia della Mela Annurca, già raffigurata nei dipinti della Casa dei Cervi negli scavi di Ercolano, domus sopravvissuta all’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. E il legame antico di questo frutto con la terra campana è anche testimoniato da Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia, che ne attribuisce la nascita all’agro puteolano. Poiché proprio nel lago Averno, vicino a Pozzuoli, veniva collocata dai latini la sede degli inferi (orco), il frutto risentì del condizionamento letterario e venne chiamato, in modo assai evocativo, Mala Orcula, ripreso nel 1500 da Giovan Battista della Porta, studioso di filosofia e magia naturale e successivamente trasformato dalle inflessioni dialettali in anorcola e annorcola, fino al definitivo Mela Annurca (o Melannurca) come attestato a fine Ottocento dal manuale di arboricoltura di G.A. Pasquale.

• L’Annurca, leader della produzione

regionale fino alla Seconda guerra mondiale, è passata negli anni ’50 a un ruolo del tutto marginale, fino a essere quasi dimenticata negli anni ’60-’70, quando presero il sopravvento le cultivar americane

• Da qualche anno, tuttavia, grazie alla

capacità di alcuni produttori che hanno saputo anticipare le nuove tendenze in campo alimentare, rivolte alle cose genuine e tradizionali, e conciliare tradizione e innovazione tecnologica, l’Annurca sta tornando agli antichi splendori

Area di produzione L’Annurca è coltivata in tutte le province campane anche se le aree tradizionalmente vocate, ove si concentra la maggior parte della produzione sono: nel napoletano la GiuglianeseFlegrea, nel casertano la Maddalonese, l’Aversana e la Teanese e nel beneventano le Valli Caudina-Telesina e il Taburno. Con 60.000 tonnellate medie annue, la mela Annurca rappresenta il 60% circa della produzione regionale di mele e il 5% circa di quella nazionale. Melaio di Annurca

Foto G. Bonous

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mondo e mercato Gli aspetti che connotano fortemente la tipicità della mela Annurca sono il tradizionale metodo di coltivazione e produzione e le sue caratteristiche morfologiche. La Mela Annurca è caratterizzata dalla presenza di un peduncolo corto e piuttosto debole. Quando i frutti si accrescono cominciano a esercitare una pressione crescente sul rametto, sino a quando il peduncolo cede provocandone la caduta. Nella fase prossima alla maturazione questo processo di cascola diventa molto accentuato, e diviene così necessaria la raccolta anticipata delle mele per evitare che i frutti cadendo possano subire lesioni o ammaccature. In questo modo, però, i pomi sono ancora in gran parte verdi e non troverebbero una collocazione remunerativa sui mercati. Al fine di fare acquisire ai frutti la tipica colorazione rossa, la Mela Annurca viene tradizionalmente stesa in melaio. Durante la permanenza nei melai le Annurca vengono periodicamente rigirate e accuratamente scelte, scartando i frutti ammaccati o marciti. Verso la metà di dicembre la permanenza in melaio può considerarsi conclusa e i frutti, pronti per la commercializzazione o la conservazione, vengono disposti nelle cassette e avviati alle celle frigorifere.

Valorizzazione commerciale

• L’avere ottenuto il riconoscimento

della IGP ha rappresentato per la Mela Annurca Campana una opportunità di valorizzazione. Una corretta politica di qualificazione, organizzazione, concentrazione delle fasi di produzione, condizionamento e commercializzazione ha consentito il superamento di alcune criticità che ne hanno sempre condizionato le potenzialità sul mercato: – la selezione del prodotto; – la quota di mercato occupata da prodotto succedaneo (varietà similari); – l’opportunità di confezionamento e corretta presentazione sul mercato

Descrizione del prodotto Definita la “regina delle mele” soprattutto per le spiccate qualità, l’Annurca è famosa per la polpa croccante e compatta, gradevolmente acidula e profumata. Rivendica da sempre virtù salutari: altamente nutritiva, ricca di fibre, frena la diarrea, diuretica, particolarmente adatta ai bambini. Le indubbie caratteristiche organolettiche di questa mela, apprezzate particolarmente dai consumatori campani e laziali, stanno progressivamente conquistando anche altri mercati, grazie anche all’ingresso nei canali della grande distribuzione organizzata. I 2 ecotipi, la classica Annurca e la diretta discendente Annurca Rossa del Sud, suo mutante naturale date le comuni caratteristiche pomologiche, sono stati unificati sotto il titolo di Melannurca Campana IGP, sia pure con 2 distinte indicazioni varietali. Mercato I principali mercati sbocco della Mela Annurca sono prevalentemente mercati locali campani, Napoli e Caserta su tutti. La parte restante raggiunge mercati extraregionali, Fondi e Latina principalmente, e quindi i mercati delle grandi città del centronord. Il canale preferenziale di commercializzazione è rappresentato dalla vendita a intermediari locali, per i quali passano percentuali di prodotto superiori al 50%, seguono la vendita al mercato all’ingrosso con una copertura vicina al 20-25%, la vendita su pianta con circa il 10-15%. La restante parte viene venduta direttamente al dettaglio. 582


Consorzio Mela Annurca Consorzio di tutela della Melannurca Campana IGP: finalità e prospettive Il 28 ottobre 2005 è nato il Consorzio di Tutela della Melannurca Campana IGP (Indicazione Geografica Protetta) composto da 25 membri tra produttori e confezionatori di mela Annurca. Gli obiettivi principali del Consorzio sono la promozione e la valorizzazione della Melannurca Campana IGP e il miglioramento delle tecniche di coltivazione del prodotto. La costituzione del Consorzio di Tutela della Melannurca Campana IGP è senz’altro da considerare un grande risultato per il comparto ortofrutticolo e per gli stessi produttori. Le aziende della Regione Campania infatti producono circa 589 mila quintali di Mele Annurche (la produzione totale di mele è di 735.830 quintali) per un valore complessivo stimato di 38.263.160 euro. Altro obiettivo fondamentale del Consorzio è cercare di porre un argine all’invasione di mele cinesi, molte delle quali sono vendute nei mercati come Annurche. Basti pensare che nei soli mesi di gennaio e febbraio è arrivato in Italia quasi un milione di mele, dopo che già nel 2004 è stato registrato un aumento del 440% di esportazioni dalla Cina. Il Consorzio infatti in collaborazione con gli organi istituzionali intende esercitare anche una attività di vigilanza per reprimere gli abusi e le irregolarità anche a riguardo del solo utilizzo della Melannurca Campana IGP.

Foto G. Bounous

La coltivazione della Melannurca comprende i territori, interi o parziali dei Comuni ricadenti nelle provincie di Avellino, Benevento, Caserta, Napoli e Salerno

CONSORZIO TUTELA MELANNURCA CAMPANA IGP Via G. Verdi, 29 - 81100 Caserta - Tel. 0823 325144 - Fax 0823 351909 - www.melannurcaigp.it

Elenco Soci del Consorzio

Definita la “Regina delle Mele” la Melannurca nasce in Campania terra ricca di sole, di storia e di nobili tradizioni. La sua raffigurazione in un affresco di duemila anni fa rinvenuto in una domus di Ercolano, la Casa dei Cervi, testimonia l’antichissimo legame di questo nobile frutto con la Campania Felix. Luogo di orine sarebbe l’area Puteolana: era dunque, la mela che cresceva intorno all’Orco, gli Inferi. Col tempo il nome Orcola diventerà Anorcola e Annorcola

• APPIA FRUTTA SOCIETÀ COOP. • AZIENDA AGRICOLA LUIGI E CRISTOFARO • CAMPONUOVO PICCOLA SOC. COOP. ARL • CHIANESE LUIGI • CIPOLLETTA ANTONIO • CUOZZO SALVATORE • DE BIASE ANIELLO • DE ROSA RAFFAELE • DI ROSA NICOLA • GALDIERO ANGELO • GALDIERO ANTONIO • GALDIERO GAETANO • GIACCIO FRUTTA SOCIETÀ COOP. AGRICOLA ARL • GIACCIO GENNARO • GIOTTO SOC. COOP. PER AZIONI • GRANATA ALESSIO • JOLLY FRUTTA SAS DI D’AVINO V. • MARFELLA NICOLA • NAPOLANO VINCENZO • PICASCIA TOMMASO • RACCA GIUSEPPINA • SAVANELLI ANTONIO • SAVANELLI PASQUALE • TAMBARO NICOLA • TAMBARO PASQUALE

V. Appia Km181 - 81031 Carinola (CE) - 0823/709178 V. Casilina - 81052 Pignataro Maggiore (CE) - 0823/654712 Loc. Camponuovo Fraz. Fasani - 81038 Sessa A. (CE) - 0823/706471 V. Casa la Selva - 81050 Mignano Monte Lungo (CE) - 0823/904984 V. Francesco Patria - 80014 Loc. Salice G. in C. (NA) - 081/8189909 V. S. Caterina e Calmieri - 81057 Teano (CE) - 338/3529641 V. Corree di sotto, 53 - 80016 Marano di Napoli (NA) - 081/5763463 V. Pescara, 2 - 81060 Caianello (CE) - 0823/922005 V. E. Fermi, 46 - 80010 Villaricca (NA) - 081/5061590 Con. Masseria Linate sn - 81059 Vairano Patenora (CE) - 081/5063405 V. Napoli, 2 - 80011 Villaricca (NA) - 081/5066965 Con. Pioppitelli - 81059 Vairano Patenora (CE) - 081/5063405 Loc. Fontana, 9 - 81042 Vitulazio (CE) - 0823/990686 V. Margherita Masseria Gesinella,1 - Napoli - 0823/990686 Loc. Camponuovo sn Fraz. Fasani - 81037 Sessa A. (CE) - 0823/706440 - www.giottocoop.it V. Napoli sn. - 81059 Vairano Patenora (CE) - 0823/988558 V. S.Maria del Pozzo, 45 - 80050 Somma Vesuviana (NA) - 081/5317059 V. Alfieri, 29 - 80011 Villaricca (NA) - 081/8942315 V. Napoli Km 173 - 81058 Vairano Patenora (CE) - 0823/888323 V. S. Rosa, 36 - 80019 Qualiano (NA) - 081/8183216 Loc. Fontana, 9 - 81042 Vitulazio (CE) - 0823/990686 V. Leonardo da Vinci, 29 - 80011 Villaricca (NA) - 081/5069314 V. E. Fermi, 47 - 80011 Villaricca (CE) - 0823/989243 V. della Repubblica, 79 - 80010 Villaricca (NA) - 333/6137705 C.so Italia, 4 - 80011 Villaricca (NA) - 339/4780269

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