Il riso botanica | storia e arte | alimentazione | paesaggio coltivazione | ricerca | utilizzazione | mondo e mercato
il riso
alimentazione Aspetti nutrizionali Carlo Cannella
www.colturaecultura.it Diritti di sfruttamento economico: Bayer CropScience S.r.l. Realizzazione editoriale: ART Servizi Editoriali S.r.l. I nomi di coloro che hanno realizzato le fotografie sono riportati sopra le stesse; in tutti gli altri casi le immagini sono state fornite dagli Autori di ciascun capitolo o reperite da agenzie fotografiche. Crediti: le foto alle pagine 1 (Lorelyn Medina) e 596 (Gennady Kravestky) sono dellâagenzia Dreamstime.com. Le foto alle pagine 104 e 105 sono di Renato Guttuso Š Renato Guttuso by SIAE 2008.
alimentazione Aspetti nutrizionali Il riso è un cereale che insieme al frumento e al mais rappresenta unâimportante fonte di energia per il sostentamento della popolazione mondiale; come alimento è utilizzato da circa il 50% della popolazione e rappresenta un quinto (20%) delle calorie totali consumate dallâuomo per nutrirsi. Il riso è originario della Cina (circa 4000 a.C.). Attraverso lâIndia e la Siria è passato nel continente africano, in Egitto e poi in Marocco, per arrivare in Spagna e infine in Sicilia, nel 1400 circa. Questo cereale, appena liberato dalla spiga, si presenta come seme rivestito dei tegumenti esterni del frutto e, come tale, non è commestibile nĂŠ per lâuomo nĂŠ per gli animali a causa dellâelevato contenuto in silice dello strato piĂš esterno. A questo stadio viene chiamato ârisoneâ e viene reso commestibile mediante unâoperazione detta sbramatura, cioè molitura (apertura e rottura) dei rivestimenti esterni (lolla) che vengono eliminati. Si ottiene cosĂŹ il riso sbramato o integrale. Il chicco è ora alimento, ma per aumentarne la digeribilitĂ e la conservabilitĂ viene raffinato, rimuovendo gradualmente il pericarpo, lo strato aleuronico e parte del germe. Al termine di questa operazione si ottiene il âriso raffinatoâ, che contiene amido, proteine, vitamine e sali minerali, mentre la parte scartata è detta pula. Bisogna ricordare che esistono due varietĂ principali di riso il cui nome latino è Oryza sativa: la subspecie indica, adatta a zone tropicali, con chicco lungo e stretto, di aspetto vitreo, da cui hanno avuto origine le cultivar diffuse nel Sud-Est dellâAsia; la
Riso nellâalimentazione umana
⢠à il cereale di piÚ largo consumo dopo il frumento
⢠à utilizzato come alimento da circa il 50% della popolazione mondiale
⢠Rappresenta, a livello mondiale, il 20% delle calorie consumate dallâuomo per nutrirsi
⢠LâItalia è il primo produttore di riso in
Europa per quantitĂ e alta qualitĂ , ma il consumo interno utilizza solo 1/3 della produzione
⢠Nelle nostre abitudini alimentari il riso
viene consumato per lo piĂš come primo piatto
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aspetti nutrizionali subspecie japonica, resistente al clima freddo, con chicco tondeggiante e aspetto vitreo, con al centro una zona opaca (chiamata perla) coltivata prevalentemente in Occidente e anche in Italia. Oggi, con la globalizzazione del mercato, è facile trovare nei nostri negozi anche il riso prodotto in Asia, che è piĂš indicato per la cottura al vapore e per accompagnare i piatti di carne e di pesce al posto del pane. Il riso è prevalentemente consumato sotto forma di chicco raffinato. Il suo valore alimentare è inferiore a quello del riso sbramato o integrale, in quanto con la pula vengono allontanate aliquote importanti di proteine, grassi, sali minerali e vitamine. Con questa operazione si guadagna però in potere nutritivo, sapore e conservabilitĂ . Sembra un paradosso ma in realtà è vero! Eliminando gli strati esterni del chicco non si perdono solo nutrienti, ma anche antinutrienti quali lâacido fitico e con il germe si elimina il deposito di acidi grassi polinsaturi e quindi il chicco si conserva senza rischio di irrancidire. Il chicco di riso lavorato ha forma allungata con una estremitĂ arrotondata e lâaltra appuntita in corrispondenza della quale si nota una incavatura (dente) lasciata dallâasportazione dellâembrione o germe. Quello che noi mangiamo è quindi il riso raffinato, cioè quel che rimane del chicco, vale a dire lâendosperma che, come è stato prima ricordato, ha un aspetto vitreo ed è costituito prevalentemente da amido e proteine. Mediante un particolare trattamento tecnologico si può incrementare il valore alimentare del riso raffinato e migliorare la resistenza alla cottura: si tratta del riso parboiled. Il risone viene immerso in acqua per uno o due giorni, trattato con vapore caldo per circa 30 minuti, essiccato e successivamente raffinato con la tecnica tradizionale. Durante il trattamento di parboiling si realizza la migrazione verso la parte interna del chicco (endosperma) dei sali minerali, delle proteine e delle vitamine, in particolare quelle del gruppo B e la vitamina E. Si recuperano cosĂŹ i nutrienti presenti negli strati piĂš esterni e nel germe, che altrimenti verrebbero allontanati durante la raffinazione. Il riso parboiled è anche noto come il âriso che non scuoceâ, perchĂŠ con il trattamento al calore si ottiene anche la gelatinizzazione dellâamido che migliora la resistenza alla cottura e, grazie al successivo essiccamento, si produce una fessurazione interna finemente porosa che facilita la penetrazione dellâacqua, diminuendo cosĂŹ il tempo di cottura. Il riso ha un contenuto proteico (6-8%) inferiore agli altri cereali maggiormente utilizzati dallâuomo a fini alimentari (frumento e mais, 9-13%) e, rispetto al frumento, non contiene il glutine. In altre parole, quando la farina di riso viene impastata con acqua non acquista le caratteristiche di elasticitĂ e tenacia che la renderebbero lievitabile. Ai fini commerciali il riso viene classificato in quattro diverse tipologie distinte: riso comune, semifino, fino e superfino. Se impariamo a riconoscere le caratteristiche di questi diversi tipi di riso si
Valori nutrizionali del riso
⢠Fonte di amido (carboidrati complessi, a lento rilascio di glucosio)
⢠Fonte di vitamine idrosolubili: PP, B , B ⢠à ricco di oligo-minerali quali ferro, 1
2
fosforo, calcio, rame e di proteine, quantitativamente inferiori rispetto ad altri cereali, ma qualitativamente superiori come valore biologico (ossia come contenuto di aminoacidi essenziali)
⢠Digeribilità rapida ed elevata
(in confronto con altri cereali)
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alimentazione riesce a utilizzarlo al meglio nelle differenti preparazioni gastronomiche. Il riso comune ha un chicco piccolo e tondeggiante (lungo meno di 5,5 mm), dente poco pronunciato, perla poco estesa e in posizione centrale. Ă questo il riso per le minestre in brodo. Il riso semifino ha un chicco lungo fino a 6,5 mm, dente pronunciato, perla centro-laterale estesa e rende bene per i timballi, gli arancini e i minestoni con ortaggi e/o legumi. Il riso fino è quello ideale per le insalate di riso, ha un chicco che si presenta piĂš lungo di 6,5 mm, perla centro-laterale e dente sfuggente. Il riso superfino ha la cariosside lunga e affusolata, perla centrale estesa, dente sfuggente ed è il migliore per i risotti perchĂŠ tiene bene la cottura. In genere il riso, man mano che il chicco si allunga, tende a essere piĂš resistente alla cottura, a cedere meno amido, a essere meno appiccicoso e quindi ad assorbire non troppo condimento e a mantenere la sua integritĂ . Dal riso si ricavano anche altri prodotti alimentari: gli sfarinati di riso, per macinazione del chicco fino a diversa granulometria (crema, farina e semolino), che sono utilizzati per lâalimentazione dei bambini e degli anziani e per lâindustria dolciaria; il riso soffiato per rapida evaporazione dellâacqua contenuta nel chicco dopo cottura, ideale per il consumo con il latte nella colazione del mattino o per merenda; inglobato in una barretta di cioccolato. Inoltre ci sono anche il sake, bevanda debolmente alcolica, prodotta dal mosto di riso fermentato, e lâolio di riso, caratterizzato dal gusto neutro e dallâelevato contenuto di acidi grassi essenziali. LâItalia è oggi il primo produttore in Europa per quantitĂ e il riso italiano è un riso di alta qualitĂ : un terzo della produzione si consuma in Italia, un terzo si esporta in Europa e un terzo nel resto del mondo. In Italia quindi si produce molto riso, ma se ne consuma poco perchĂŠ, pur facendo parte della nostra tradizione alimentare, è poco mediterraneo e piĂš continentale.
Riso e indice glicemico
⢠Lâindice glicemico è definito come
il rapporto tra lâarea dellâincremento della glicemia dopo lâingestione di 50 g di pane bianco, rispetto a quella ottenuta con una quota isoglucidica dellâalimento in esame, sempre nello stesso soggetto. Ă dimostrato che il riso possiede un ridotto indice glicemico rispetto ad altri cereali
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aspetti nutrizionali Consumi di riso e pasta in Italia Alimento
Consumatori
Media
Mediana
Totale consumo
%
g/gg/persona
Riso
53,5
20,3
15,2
5,5
Pasta di semola
94,1
47,0
41,6
15,2
kg/anno/persona
Il consumo di riso è diversamente distribuito lungo la nostra penisola ed è maggiore al Nord, in quanto legato alla necessitĂ di sfamare popolazioni in rapido incremento demografico, in territori piovosi e dal clima poco adatto per la coltivazione del frumento o di ortaggi. Nella tradizione mediterranea, legata al frumento, alla vite e allâolivo, il riso soffre per una immagine di alimento terapeutico legato allo svezzamento del neonato e allâalimentazione del malato, in altre parole al âbiancomangiareâ e al rispetto del precetto dellâastinenza e del digiuno. Le farine di riso non lievitano per mancanza di glutine e come tali sono utilizzate nelle intolleranze alimentari e nel morbo celiaco. Bisogna invece diffondere la cultura del riso come alimento ricco di nutrienti, specie se si considera il riso parboiled, e come alimento versatile e fantasioso, ingrediente di preparazioni gastronomiche che vanno dallâantipasto al dolce. Basta scegliere il tipo di riso piĂš adatto per avere successo in cucina. Il riso è un alimento per tutti, consente un pieno di energia facilmente utilizzabile dallâorganismo per ogni etĂ e per qualsiasi stile di vita: dal sedentario allo sportivo. Il riso è un alimento che si accosta bene sia con gli ortaggi sia con le carni; è perciò ricco di sapori e ciò che piĂš conta è un alimento naturale.
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il riso
alimentazione Alimentazione umana Mariangela Rondanelli, Annalisa Opizzi
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alimentazione Alimentazione umana Riso nellâalimentazione mediterranea Con lâespressione alimentazione mediterranea si intende il regime alimentare tradizionale delle popolazioni residenti nel bacino del Mediterraneo. Protagonisti del modello alimentare mediterraneo sono alimenti come lâolio dâoliva, i cereali, i legumi, la frutta e gli ortaggi, combinati con giuste quantitĂ di prodotti di origine animale, come il pesce, e associati allâassunzione di dosi moderate di vino. Negli anni â60 è stato dimostrato da ampi e numerosi studi di tipo epidemiologico effettuati, per primo, dal ricercatore americano Ancel Keys (1904-2004), autore del libro Eat well and stay well, the Mediterranean way, come questo modello alimentare presenti unâazione protettiva nei confronti delle cosiddette âpatologie del benessereâ (quali sovrappeso e obesitĂ , diabete, patologie cardiovascolari, particolari tipi di tumore). I benefici sulla salute della dieta mediterranea sono, principalmente, un piĂš basso rischio di contrarre malattie cardiovascolari, una minore possibilitĂ di sviluppare tumori di vario genere, un conseguente miglioramento del tasso di sopravvivenza e, secondo recenti ricerche, un decorso meno grave delle malattie autoimmuni e dellâartrite reumatoide. Quando si parla di alimentazione mediterranea lâassociazione con la pasta come simbolo è ormai divenuto quasi automatico nellâimmaginario comune; è necessario puntualizzare tuttavia che lâelevata quota di carboidrati complessi che caratterizza questo tipo di dieta non deve riferirsi esclusivamente alla pasta, ma anche al riso, il quale trova, da sempre, un suo posto
Alimentazione mediterranea
⢠Il regime alimentare tipico delle
popolazioni del Mediterraneo consiste principalmente di prodotti di origine vegetale, quali cereali, legumi, ortaggi, frutta e olio di oliva. Tale modello alimentare presenta unâazione protettiva nei confronti delle cosiddette âpatologie del benessereâ, quali sovrappeso e obesitĂ , diabete, patologie cardiovascolari, particolari tipi di tumore
Principali caratteristiche nutrizionali del riso
⢠Ottima fonte di carboidrati complessi ⢠Elevata digeribilità ⢠Buon contenuto in proteine di elevato valore biologico
⢠Presenza di acidi grassi essenziali ⢠Ottimo rapporto sodio/potassio Il riso è lâalimento base per la popolazione dellâAsia
Foto R. Angelini
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alimentazione umana onorevole nella tradizione culinaria mediterranea. Il consumo di riso deve essere incoraggiato in quanto esso rientra fra quegli alimenti che, se assunti con regolaritĂ nellâambito di unâalimentazione di tipo mediterraneo, possono essere di grande aiuto nel mantenere, promuovere e/o recuperare un buono stato di benessere psicofisico; al riso infatti spetta, tra gli alimenti, un posto del tutto particolare: grazie alla sua elevata digeribilitĂ , alla sua particolare composizione nutrizionale caratterizzata dalla presenza di proteine a discreto valore biologico e di acidi grassi essenziali, allâottimale rapporto sodio/potassio, esso è non soltanto un ottimo alimento sano e nutriente, ma anche nello stesso tempo un vero e proprio prodotto dietetico che ci viene offerto dalla natura.
Foto E. Marmiroli
Riso come nutrimento nella storia Il riso è oggi, insieme al frumento e al granturco, una delle basi fondamentali per lâalimentazione umana. Da sempre in Oriente, il riso ha rappresentato la base alimentare quasi esclusiva di tutti i popoli che vivevano sulle rive dei grandi fiumi asiatici. In Oriente, inoltre, il riso da sempre è considerato un alimento con notevoli potenzialitĂ terapeutiche. Nello Shi Liao Ben Cao (il libro della dieta dellâepoca Han, dal 142 al 210 d.C.) si legge: âDevi mangiare il riso dopo averlo cotto nellâacqua. Cuocilo e mangialo asciutto per arrestare la diarrea; con il suo liquido, invece, farai allontanare i dolori degli organi interni. Cuocilo e mangialo: eviterai i fastidi della febbre, farai discendere il flusso vitale e regolerai lâintestinoâ. Ricordiamo che la dietetica rappresenta un capitolo fondamentale della medicina tradizionale cinese. Infatti, in questa disciplina, la dietetica assume la dignitĂ di un vero e proprio laboratorio alchemico di salute. La dietetica tradizionale cinese parte dallâosservazione attenta dellâinterazione cibo-organismo, per dedurne le immense possibilitĂ preventive e curative. Un detto molto celebre fra i medici cinesi recita: âCura con le medicine, guarisci con i cibiâ. In merito allâalimento riso, questo cibo viene considerato neutro per quanto riguarda il suo profilo yin/yang, dolce per quanto riguarda il sapore e neutro per quanto riguarda la natura intrinseca dellâalimento. In Occidente invece, fino allâalto Medioevo, il riso viene considerato esclusivamente un medicinale o, al limite, un ingrediente per dolci, e solo intorno al XV secolo assume i connotati di alimento, diventando strategico per il nutrimento anche delle popolazioni occidentali. Per quanto riguarda lâItalia, le prime testimonianze di coltivazioni di riso da utilizzarsi come cibo sono datate 1427 e localizzate nel Vercellese. Nel 1475, Gian Galeazzo Sforza dona un sacco di semi di riso ai duchi dâEste assicurando che, se ben impiegato, si trasformerĂ in 12 sacchi di prodotto. Questo rapporto numerico, che era per quei tempi
Riso bianco
Dietetica e medicina tradizionale cinese
⢠La dietetica rappresenta da sempre un
capitolo fondamentale della medicina tradizionale cinese. Essa assume la dignitĂ di un vero e proprio laboratorio alchemico di salute. Il primo libro della dieta (Shi Liao Ben Cao) risale allâepoca Han (142-210 d.C.)
Riso nella storia italiana
⢠Medioevo: il riso viene considerato esclusivamente medicamento o ingrediente per dolci
⢠1472: nel Vercellese le prime coltivazioni di riso destinato allâalimentazione umana
⢠Inizi 1500: 5000 ettari di risaie ⢠MetĂ XVI secolo: 50.000 ettari di risaie ⢠1853: creazione di uno dei piĂš efficienti e, per lâepoca, grandi sistemi irrigui
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alimentazione miracoloso, favorisce lo sviluppo della coltivazione di questo cereale e giĂ allâinizio del 1500 le risaie in Italia si estendono su circa 5000 ettari. Diventeranno 50.000 ettari a metĂ del XVI secolo e i raccolti saranno tutelati con appositi provvedimenti, in modo che il seme non possa essere esportato diventando quindi unâarma in mano a Stati avversari, mentre nel 1567 il riso al mercato di Anversa sarĂ reputato valida moneta di scambio alla stregua delle stoffe pregiate e delle armi. Per quattrocento anni, dal XV secolo al 1850, in Italia fu disponibile e coltivata lâunica varietĂ del Nostrale. Nel 1839, il gesuita Padre Calleri, nel lasciare le Filippine, prese con sĂŠ i semi di 43 varietĂ di riso asiatico che sarebbero poi serviti, ai pionieri della genetica vegetale, per creare la moderna risicoltura. Ma il periodo di progresso piĂš spettacolare per la risicoltura italiana inizia a metĂ del XIX secolo. Per impulso di Cavour gli agricoltori del Vercellese si organizzano e, nel 1853, istituiscono uno dei piĂš efficienti e, per lâepoca, grandi sistemi irrigui, anche se, ricordiamo, dobbiamo a Leonardo da Vinci, su commissione di Ludovico il Moro, il primo progetto di riordino delle acque della Lomellina.
Principali costituenti del grano di riso
⢠Lolla (costituisce circa il 20% del grano di riso intero)
⢠Pula (costituisce circa il 12% del grano di riso intero)
⢠Germe o gemma o embrione
(costituisce circa il 2% del grano di riso intero)
⢠Cariosside (costituisce circa il 70% del grano di riso intero)
Foto R. Angelini
Composizione nutrizionale del grano di riso Il riso è la cariosside di una pianta erbacea annuale che appartiene alla famiglia delle graminacee, della classe delle monocotiledoni, e la sua denominazione botanica è Oryza sativa. In relazione ai caratteri genetici e alle origini della Oryza sativa sono conosciute e coltivate tre sottospecie: â Oryza sativa ssp. indica â Oryza sativa ssp. japonica â Oryza sativa ssp. javanica In Italia il riso viene seminato durante la primavera e raccolto allâinizio dellâautunno; è infatti una pianta a ciclo annuale, che giunge a maturazione in un periodo compreso fra 140 e 180 giorni, a seconda del tipo di varietĂ seminato. Appena raccolto dalla sua pannocchia prende il nome di risone o riso greggio o riso vestito. Il risone, per poter essere consumato, deve essere âsbramatoâ mediante decorticatori, cioè privato delle glume e delle due glumelle che costituiscono il rivestimento esterno del chicco; le glumelle eliminate costituiscono la lolla che rappresenta circa il 20% del peso del chicco. Il prodotto ottenuto dopo lâeliminazione delle glumelle è detto riso sbramato o integrale o bruno, dal colore che prende grazie al pericarpo che gli è rimasto. Tale pericarpo, a sua volta, viene allontanato nella fase di âsbiancaturaâ e forma la cosiddetta pula; anche la gemma (detta anche germe o embrione) viene eliminata in questa fase. Subito dopo, segue la fase di âlucidaturaâ e poi quella di âbrillaturaâ, da cui deriva il riso definito brillato o pilato.
Selezione del risone in Cambogia
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alimentazione umana Per quanto riguarda la struttura del chicco, dopo la rimozione delle glumelle, ricordiamo che il piĂš esterno degli strati è chiamato pericarpo ed è ricco di proteine, sali minerali, vitamine e fibra. Ă inoltre suddivisibile a sua volta in tre strati: epicarpo, mesocarpo ed endocarpo. Lo strato successivo è conosciuto come spermoderma ed è ricco soprattutto di sali minerali, vitamine e proteine. Vi è infine un ulteriore strato, chiamato endosperma o albume, ricco di proteine e vitamine. Ă anchâesso suddivisibile in due sottostrati: lâaleurone e il tessuto ricco di amido (che è quanto resta nel chicco brillato). Per quanto riguarda la composizione nutrizionale del chicco di riso brillato crudo, i carboidrati rappresentano circa lâ80%, le proteine circa il 7%, i lipidi circa lo 0,5% e lâacqua il 12%. Per quanto riguarda il contenuto in vitamine quelle maggiormente rappresentate sono le vitamine idrosolubili: tiamina (vitamina B1), riboflavina (vitamina B2), niacina (vitamina PP) e acido folico (vitamina B9); per quanto riguarda i macroelementi, quelli presenti nel chicco sono: fosforo, potassio, magnesio, sodio e calcio e, per quanto riguarda gli oligoelementi, riscontriamo: rame, selenio, zinco e ferro. Studi condotti sulla struttura del chicco hanno dimostrato che la concentrazione in lipidi, tiamina, riboflavina e niacina diminuisce progressivamente dalla parte esterna del chicco verso il centro.
Macronutrienti del riso
⢠Carboidrati (circa lâ80%) ⢠Proteine (circa il 7%) ⢠Lipidi (circa lo 0,5%) ⢠Acqua (circa il 12%) Micronutrienti del riso
⢠Vitamine: tiamina (vitamina B ), 1
riboflavina (vitamina B2), niacina (vitamina PP) e acido folico (vitamina B9)
⢠Minerali: fosforo, potassio, magnesio, sodio, calcio
⢠Oligoelementi: rame, selenio, zinco, ferro
Composizione nutrizionale media in macronutrienti del riso crudo % acqua
% proteine
% lipidi
% glucidi
% amido
% zuccheri solubili
% fibra totale
% fibra solubile
% fibra insolubile
Energia kcal
Riso brillato
12,0
6,7
0,4
80,4
72,9
0,2
1,0
0,08
0,89
332
Riso integrale
12,0
7,5
1,9
77,4
62,9
1,2
1,9
0,12
1,8
337
Riso parboiled
10,3
7,4
0,3
81,3
73,6
0,3
0,5
â
337
â (*)
(*) Nutriente non determinato Fonte: Carnovale M., Marletta M. INRAN, 2000
Composizione nutrizionale media in micronutrienti del riso crudo Na mg
K mg
Fe mg
Ca mg
P mg
Mg mg
Zn mg
Cu mg
Se Îźg
Tiamina Riboflavina Niacina (Vit. B1) (Vit. B2) (Vit. PP) mg mg mg
Riso brillato
5
92
0,8
24
94
20
1,30
0,18
10,0
0,11
0,03
Riso integrale
9
214
1,6
32
221
â
â
â
â
0,48
0,05
Riso parboiled
9
150
2,9
60
200
â
2,00
0,34
14,0
0,34
â (*)
(*) Nutriente non determinato Fonte: Carnovale M., Marletta M. INRAN, 2000
143
Vit. A ret. eq. Îźg
Vit. C mg
Vit. B6 mg
Ac. folico Îźg
Vit. E mg
1,30
0
0
0,30
20
0,06
4,70
0
0
0,51
49
0,80
â
0
0
0,35
11
0,13
alimentazione Nella parte centrale del chicco è presente esclusivamente amido, mentre nella parte piĂš esterna sono presenti sia lâamido sia le proteine e i minerali (fosforo, potassio, magnesio e calcio). Nella parte piĂš esterna si trovano anche aminoacidi liberi, maltoligosaccaridi e zuccheri liberi.
Carboidrati presenti nel grano di riso
⢠Cellulosa ⢠Amido (amilosio e amilopectina)
Carboidrati presenti nel grano di riso Il riso rappresenta una importante fonte di glucidi, i quali sono contenuti nel chicco sotto forma di carboidrati complessi. I glucidi presenti nel riso vanno distinti in cellulosa e amido. Lâamido è un polimero del glucosio che in natura si trova organizzato in piccoli granuli di amilosio e amilopectina, la cui dimensione è variabile a seconda dellâalimento preso in considerazione. I granuli del riso sono molto piccoli (2-10 Îź), caratteristica importante che migliora la digeribilitĂ , poichĂŠ in tal modo il contatto con i succhi gastrici risulta piĂš diffuso e quindi piĂš efficace. La piĂš alta digeribilitĂ del riso nellâambito di diversi alimenti ricchi di carboidrati è quindi da ricercare nel tipo di amido: circa lâ80% del chicco di riso è costituito da granuli piccolissimi, fino a 20 volte piĂš piccoli del frumento, 70 volte piĂš piccoli rispetto a quelli della patata. Ricordiamo che anche il basso contenuto di lipidi presenti nel chicco rappresenta un fattore che favorisce la digeribilitĂ , come anche la minima presenza di scorie, cioè di sostanze indigeribili: il 4% rispetto al 10% della pasta. A tale digeribilitĂ si associa lâelevato assorbimento a livello intestinale dei nutrienti contenuti nel riso; infatti gli enzimi salivari, quelli dellâorletto a spazzola intestinale e quelli pancreatici sono in grado di scomporre lâamido nelle sue componenti amilosio e amilopectina e, rispettivamente maltosio e alfa-destrine, nutrienti totalmente assorbibili a livello dellâintestino tenue. Il riso è quindi assimilato completamente in 60-100 minuti. Chimicamente lâamido è un polimero dellâalfa-glucosio (poliglucoside) nel quale si distinguono due costituenti: lâamilosio e lâamilopectina. Per idrolisi acida entrambi danno esclusivamente alfa-D(+)-glucosio pur differendo tra loro per la dimensione molecolare, per la struttura della medesima e anche per il processo enzimatico che porta alla formazione di alfa-D(+)-glucosio. Lâamilosio, che presenta esclusivamente legami 1,4-glucosidici, è un polimero lineare dellâalfa-glucosio che interessa esclusivamente lâossidrile sul carbonio in posizione 4. Ă abbastanza solubile in acqua. Lâamilopectina differisce dallâamilosio per il peso molecolare che è da 10 a 20 volte maggiore e per il fatto che nella sua molecola, oltre ai legami 1,4 sono presenti anche legami 1,6-glucosidici. Lâamilopectina ha una struttura ramificata e a causa di ciò è praticamente insolubile in acqua. Da un punto di vista tecnologico la proprietĂ piĂš importante dellâamido è la sua capacitĂ di assorbire acqua.
Dimensione dei granuli di amido in vari alimenti Riso
2-10 Îźm
Mais
15-22 Îźm
Grano
20-40 Îźm
Patata
50-170 Îźm
DigeribilitĂ del grano di riso
⢠Il riso è un alimento facilmente
digeribile perchÊ è formato da granuli di amido molto piccoli (20 volte piÚ piccoli del frumento e 70 volte piÚ piccoli di quelli della patata) e questa caratteristica facilita il contatto con gli enzimi intestinali e quindi la digestione e il successivo assorbimento
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alimentazione umana Lâamilosio e lâamilopectina differiscono anche per quanto riguarda gli enzimi coinvolti nel processo di idrolisi. La digestione dellâamilosio inizia nel cavo orale grazie alla presenza nella saliva delle alfa-amilasi salivari per poi proseguire nel duodeno grazie alle amilasi pancreatiche e alla maltasi e isomaltasi dellâorletto a spazzola; si formano quindi maltosio, maltotriosio e polimeri composti da 9 unitĂ di glucosio. Lâamilopectina va incontro a idrolisi solo nella parte finale del duodeno con conseguente formazione di segmenti composti da 5-9 unitĂ di glucosio. Considerando la componente glucidica del chicco, è importante ricordare anche il concetto di indice glicemico (IG) degli alimenti, introdotto allâinizio degli anni â80 dal ricercatore canadese David J.A. Jenkins, che lavora presso il St. Michaelâs Hospital a Toronto, sulla base di studi effettuati a partire dalla metĂ degli anni â70 da Crapo, un ricercatore californiano dellâUniversitĂ di Standford. LâIG permette di predire la risposta glicemica in vivo di un alimento e tiene quindi conto delle differenze esistenti nellâassorbimento degli zuccheri fra alimenti pur contenenti lo stesso tipo e quantitĂ di carboidrati. Lâindice glicemico misura dunque il potere glicemizzante di un glucide, ossia la sua capacitĂ di liberare una certa quantitĂ di glucosio dopo la digestione. Si può dire allora che lâindice glicemico misura effettivamente la biodisponibilitĂ di un glucide, che corrisponde alla sua percentuale di
Componenti dellâamido: amilosio e amilopectina
⢠Amilosio: polimero lineare dellâalfaglucosio con legami 1,4-glucosidici (abbastanza solubile in acqua)
⢠Amilopectina: polimero ramificato
dellâalfa-glucosio con legami 1,4 e 1,6-glucosidici (insolubile in acqua)
Stoppie di riso
Foto R. Angelini
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alimentazione assorbimento intestinale. Per costruire la scala degli indici glicemici Jenkins ha assegnato arbitrariamente al glucosio lâindice 100 (come era stato fatto per esempio arbitrariamente per lo 0 del termometro centigrado). Il valore 100 corrisponde del resto al 100% dellâassorbimento intestinale del glucosio ingerito. LâIG viene calcolato come il rapporto tra lâarea della curva di assorbimento dopo lâingestione di 50 g di glucosio (o di un altro alimento di riferimento, come il pane bianco) in un certo tempo, e quella ottenuta dallâingestione dellâalimento di cui si effettua la misura. Lâarea al di sotto della curva, viene espressa come percentuale del valore medio calcolato per il cibo di riferimento nello stesso soggetto. Infine, si effettua una media delle percentuali ottenute da ogni soggetto per ottenere lâIG per il cibo in questione.
Indice glicemico del riso
⢠Permette di predire la risposta
glicemica in vivo di un alimento
⢠Dipende: â dal contenuto di amilosio del riso, quindi cambia a seconda della varietĂ di riso â dalla temperatura di gelatinizzazione â dal tempo di cottura â dalla presenza o meno del processo di parboilizzazione
Area incrementale alimento IG: _____________________________ x 100 Area incrementale pane bianco
⢠Negli alimenti cucinati, lâindice
glicemico varia anche a seconda degli ingredienti e della preparazione
Per calcolare lâIG rispetto al glucosio è necessario moltiplicarlo per 0,73. Ă chiaro che per alimenti che hanno un basso indice glicemico ci si aspetta una bassa risposta glicemica e quindi questi cibi sono considerati maggiormente appropriati per un soggetto diabetico rispetto a quelli con indice glicemico piĂš elevato. Sono stati intrapresi numerosi lavori di ricerca al fine di valutare gli indici glicemici di differenti alimenti. Per quanto riguarda il riso, i valori di IG riscontrati sono risultati essere estremamente variabili essendo compresi in un range che parte da valori pari a 65 fino a valori pari a 128, se il pane bianco viene preso come cibo di riferimento. Ă stato dimostrato che una delle variabili coinvolte nel determinare questa differen-
146
alimentazione umana Indice glicemico dei principali alimenti Yogurt a basso tenore di grassi dolcificato con aspartame
20
Uva
66
Cocomero
93
Crusca di riso
27
Succo dâananas
66
Patate al vapore
93
Ciliegie
32
Riso parboiled
68
Cordiale allâarancia
94
Fruttosio
32
Riso parboiled (alto contenuti di amidi)
69
Ananas
94
Cioccolato al latte dolcificato con aspartame
34
Succo di pompelmo
69
Semolino
94
Pompelmo
36
Cioccolato
70
Gnocchi
95
Latte intero
39
Crusca con uva sultanina
74
Cornetti (croissant)
96
Albicocca
44
Succo dâarancia
74
Pane di frumento (elevato cont. di fibre)
97
Latte scremato
46
Kiwi
75
Biscotti di frumento
100
Fettuccine
46
Torta comune
77
Purea di patate
100
Yogurt a basso contenuto di grassi, dolcificato con zucchero della frutta
47
Patate dolci
77
Carote
101
Segale
48
Banane
77
Pane bianco di frumento
101
Orzo
49
Grano saraceno
78
Cracker
102
Cioccolato al latte senza zucchero
49
Spaghetti
78
Melone
103
Vermicelli
50
Riso integrale (brown)
79
Miele
104
Yogurt standard
51
Biscotti da tè
79
Patate bollite schiacciate
104
Pere
52
Succo di frutta mista
79
Patate fritte
107
Succo di mela
53
Popcorn
79
Zucca
107
Spaghetti
53
Muesli
80
Wafer alla vaniglia
110
Mele
54
Mango
80
Dolcetti di riso
110
Polpa di pomodoro
54
Patate comuni bianche bollite
80
Patate al microonde
117
Pane dâorzo
55
Riso integrale
81
Cornflakes
119
Ravioli
56
Patate novelle
81
Patate al forno
121
Pesca
60
Riso brillato
83
Patatine fritte croccanti
124
Arance
63
Riso brillato (alto contenuto di amidi)
83
Riso parboiled (a basso cont. di amidi)
124
Cappellini
64
Gelato
87
Riso brillato (a basso cont. di amidi)
126
Maccheroni
64
Barrette di muesli
87
Riso istantaneo bollito per 6 min
128
Linguine
65
Patate confezionate
87
Riso soffiato
128
Riso rapido bollito per 1 min
65
Biscotto di pasta frolla
91
Glucosio
137
Pan di Spagna
66
Saccarosio/zucchero di canna
92
Maltodestrine
137
Fonte: Foster-Powell K. et al., Am J Clin Nutr 2002
147
alimentazione za è rappresentata dal contenuto in amilosio: tanto è maggiore il contenuto di amilosio tanto minore è lâindice glicemico. Quindi varietĂ di riso con un contenuto di amilosio elevato (pari, per esempio, al 22%, come nelle varietĂ Carnaroli o Argo) presentano una percentuale di digestione e assorbimento rallentata e quindi una minor risposta glicemica e insulinemica con, conseguentemente, un IG basso. Ă stato inoltre dimostrato che la relazione fra il contenuto di amilosio e lâindice glicemico è esponenziale piĂš che lineare. I risi che presentano un elevato contenuto in amilosio, come peraltro anche altri cereali ricchi in amilosio (come lâorzo), hanno anche la caratteristica di determinare una maggiore sensazione di sazietĂ ; si suppone che questa caratteristica sia probabilmente legata al fatto che questi risi determinano una diminuzione della velocitĂ di svuotamento gastrico. Ă stato infatti dimostrato che, utilizzando il test della sazietĂ di Haber, gli score maggiori del test, calcolati come lâarea che sottende la curva di sazietĂ (â10 massima sensazione di fame, +10 massima sensazione di sazietĂ ) sullâasse delle x, erano correlati significativamente allâassunzione dei prodotti maggiormente ricchi in amilosio. Ricordiamo comunque che anche altre variabili sono coinvolte nel determinare variazioni dellâIG; una elevata temperatura di gelatinizzazione, un tempo minimo di cottura, un basso volume di espansione dopo la cottura possono influenzare positivamente lâIG abbassandolo. Anche un importante processo di lavorazione, di tipo idrotermico, del riso, definito parboilizzazione, può influenzare il valore di IG. Ă stato rilevato infatti che i valori di IG diminuiscono con lâaumentare della severitĂ del processo di parboilizzazione utilizzato: una pressione elevata diminuisce di circa il 30% lâIG. La parboilizzazione consiste in una bagnatura con acqua del riso ancora rivestito dalle glumelle (risone), seguita poi da riscaldamento e dalla successiva essiccazione del prodotto che viene poi sottoposto alle normali operazioni di sbramatura e sbiancatura. Fino a pochi anni fa il processo di parboilizzazione era applicato quasi esclusivamente a varietĂ di tipo indica, mentre oggi il processo viene applicato anche a varietĂ tipo japonica al fine di migliorare le caratteristiche di collositĂ e di resistenza alla cottura. Lâazione sinergica e combinata dellâacqua e dellâalta temperatura provoca la gelatinizzazione dei granuli di amido rendendo quindi i chicchi maggiormente resistenti alla cottura e, nello stesso tempo, provocando la solubilizzazione delle vitamine e dei sali minerali che migrano verso lâinterno dellâendosperma aumentandone il valore nutrizionale. Sempre da un punto di vista nutrizionale, lâunico effetto negativo è dovuto al fatto che una certa quantitĂ di lisina, un aminoacido essenziale per lâuomo, risulta essere non piĂš disponibile.
Complessi amilosio-lipidi della granella e IG
⢠à stato dimostrato che nel
chicco sono presenti particolari complessi amilosio-lipidi (suddivisi in 2 gruppi: complesso I che presenta la caratteristica di cristallizzare appena sotto i 100 °C con pochi cristalli e complesso II che cristallizza a 100 °C ed è costituito da cristalli ben definiti) che, quando cristallizzano, divengono meno suscettibili alla degradazione enzimatica, rallentando quindi la cinetica di digestione e assorbimento con conseguente diminuzione dellâIG
Parboilizzazione del riso e valori nutrizionali
⢠La parboilizzazione determina
la gelatinizzazione dei granuli di amido rendendo quindi i chicchi maggiormente resistenti alla cottura e, nello stesso tempo, provocando la solubilizzazione delle vitamine e dei sali minerali che migrano verso lâinterno dellâendosperma aumentandone il valore nutrizionale; lâunico effetto negativo è dovuto al fatto che una certa quantitĂ di lisina, un aminoacido essenziale per lâuomo, risulta non essere piĂš disponibile
⢠Inoltre, il riso parboiled presenta
la caratteristica di assorbire meno condimenti durante la cottura, permettendo quindi di assumere una quantitĂ di grassi inferiore e, di conseguenza, anche un numero di calorie piĂš contenuto
148
alimentazione umana Contenuto di amilosio nelle diverse varietĂ di riso (%) VarietĂ
Amilosio
VarietĂ
Amilosio
Smeraldo
18,1
Rosa marchetti
19,9
Roma
18,2
Alfa
20
Strella
18,4
Auro
20
Ribello
18,5
Koral
20,2
Italico roncarolo
18,7
Radon
20,2
Lomellino
18,8
Belgioioso
20,3
Selenio
18,8
Padano
20,3
Ribe
19
Eneria
20,3
Rubino
19
Maratelli
20,4
Piemonte
19,1
Baldo
20,5
Redi
19,1
Balilla
20,7
Pierina marchetti
19,2
Nero
20,7
Ariete
19,3
Balilla a grana rossa
21
Ringo
19,3
Rocca
21
Rodio
19,3
Razza 77
21,07
Romeo
19,3
Castello
21,3
Bonni
19,4
SantâAndrea
21,9
Titanio
19,4
Mistral
22,6
Faro
19,5
Volano
22,6
Giara
19,5
Navile
22,7
Silla
19,5
San Petronio
22,9
Torio
19,5
Sirio
23,3
Arborio
19,6
Cripto
23,6
Gritna
19,6
Bonnet bell
23,9
Onda
19,6
Vialone nano
23,9
Europa
19,7
Carnaroli
24,1
Molo
19,7
Elio
24,1
Monticelli
19,7
Argo
24,2
Lido
19,8
Fonte: Ente Nazionale Risi
149
alimentazione Foto E. Marmiroli
Parboilizzazione del riso
⢠à un processo che riduce la collositĂ
e aumenta la resistenza alla cottura del riso. Questo risultato si ottiene bagnando, riscaldando ed essiccando il risone prima di sottoporlo ai normali processi di raffinazione
Riso parboiled
Inoltre, durante la parboilizzazione lâamido dopo la gelatinizzazione va incontro a retrogradazione a carico dellâamilosio e dellâamilopectina, e, a seguire, a una ricristallizzazione dei componenti che porta alla formazione di amido-resistente. Questo amido-resistente, che non viene quindi digerito nellâintestino umano, ha importanti funzioni fisiologiche a livello intestinale, paragonabili a quelle delle fibre e può quindi essere considerato un prebiotico. Il grado di retrogradazione, e quindi la quantitĂ di amido-resistente che si forma, varia in funzione della varietĂ , del contenuto di amilosio, della temperatura di conservazione e dellâeventuale presenza di altri ingredienti utilizzati nella preparazione del riso. In particolare, dopo la gelatinizzazione, le catene esterne di amilopectina hanno la tendenza a formare una doppia elica che si aggrega ulteriormente cristallizzandosi e queste strutture sono le principali responsabili della formazione di amido-resistente. Infine, il riso parboiled, grazie alle variazioni di composizione legate al tipo di lavorazione cui è sottoposto, presenta la caratteristica di assorbire meno condimenti durante la cottura, permettendo quindi di assumere una quantitĂ di grassi inferiore e quindi anche un numero di calorie piĂš contenuto. Attualmente è allo studio un nuovo indice che dovrebbe essere piĂš accurato dellâindice glicemico nel predire la risposta glicemica e insulinemica in vivo, essendo basato sullâindice glicemico, sulla composizione e sulla quantitĂ del cibo: si tratta dellâequivalente glicemico del glucosio (Glycaemic Glucose Equivalents, GGE). Il contenuto di GGE in una quantitĂ di cibo è il peso teorico di glucosio che dovrebbe indurre una risposta glicemica equivalente a quella indotta dalla quantitĂ data di cibo. GGE = peso del cibo in grammi x (% del contenuto in
Parboilizzazione del riso e formazione di amido-resistente
⢠Durante il processo di parboilizzazione una parte dellâamido si trasforma in amido-resistente che è un amido non digeribile. Esso, da un punto di vista nutrizionale, è molto simile alla cosiddetta fibra alimentare. Non potendo essere digerito, lâamidoresistente non verrĂ assorbito e quindi non potrĂ essere utilizzato dallâorganismo ai fini della produzione di energia; avrĂ invece importanti funzioni a livello dellâintestino. Infatti lâamido-resistente viene fermentato dalla flora microbica intestinale, e ne permette la corretta crescita. CosĂŹ come tutti i carboidrati non digeribili/assorbibili permette inoltre una regolarizzazione della funzione intestinale
150
alimentazione umana carboidrati disponibile/100) x IG del cibo / IG del glucosio. Per concludere i dati riguardanti la componente glucidica del riso, alcuni studi condotti sullâanimale hanno dimostrato che lâamido del riso, se rapportato allâamido presente in altri cereali, sembra favorire lâassorbimento di minerali. Ricordiamo infine che lâamido è il principale responsabile del comportamento del riso nei confronti della cottura.
Equivalente glicemico del glucosio (Glycaemic Glucose Equivalents, GGE)
⢠Il contenuto di GGE in una quantitĂ
di cibo è il peso teorico di glucosio che dovrebbe indurre una risposta glicemica equivalente a quella indotta dalla quantità data di cibo
Proteine presenti nel grano di riso Per quanto riguarda il contenuto proteico del chicco di riso, le proteine non sono molto rappresentate da un punto di vista quantitativo, ma quelle presenti sono di discreto valore biologico in relazione sia al rapporto ottimale di aminoacidi (il riso contiene infatti aminoacidi essenziali quali lisina, triptofano e metionina) sia perchĂŠ sono presenti tutti e 18 gli aminoacidi da cui dipende il regolare metabolismo umano. Le proteine del riso sono quindi qualitativamente superiori a quelle di ogni altro cereale. Il riso presenta infatti il valore biologico dei protidi piĂš alto fra i cereali secondo i dati riportati da FAO 1970 â FAO/OMS 1973. Il
Composizione in aminoacidi del riso brillato (6,7% proteine) mg
Valore biologico dei principali alimenti Alimento
Valore Biologico
Lisina
257
Istidina
165
Uovo intero
93-94
Arginina
543
Latte intero
84
Ac. aspartico
657
83
Treonina
246
Albume dâuovo
Serina
348
Crostacei
81
Ac. glutammico
1354
Formaggi
70-78
Prolina
333
Pesce fresco
76-80
Glicina
310
Alanina
401
Cistina
108
Valina
438
Metionina
149
Isoleucina
306
Leucina
590
Tirosina
228
Fenilalanina
360
Triptofano
84
Fonte: Carnovale M., Marletta M. INRAN, 2000
Foto R. Angelini
Carne
74
Soia
72-73
Ceci secchi
68
Piselli
65-70
Riso
64
Mais
60
Fagioli secchi
58
Farina bianca (pasta)
52
Lenticchie secche
44
Pasta di riso, Cina
Contenuto proteico del grano di riso
⢠Le proteine presenti nel grano di riso
sono di discreto valore biologico. Il riso presenta infatti il valore biologico dei protidi piĂš alto fra i cereali, secondo i dati riportati da FAO 1970 â FAO/OMS 1973
Fonte: FAO 1970 â FAO/OMS 1973
151
alimentazione valore biologico di una proteina è la percentuale di azoto assorbito che viene trattenuto dallâorganismo. Valore biologico: (N trattenuto/N assorbito) x 100. Nelle proteine del riso, le frazioni gliadiniche e gluteniniche, tipiche dei frumenti duri e teneri, non consentono la formazione del glutine, il quale è responsabile di gravi intolleranze alimentari (per esempio il morbo celiaco).
Contenuto proteico del grano di riso e celiachia
⢠Le frazioni gliadiniche e gluteniniche
delle proteine del riso non consentono la formazione del glutine, che è causa del morbo celiaco
Lipidi presenti nel grano di riso Anche prendendo in considerazione la componente lipidica presente nel riso si evince quanto questo alimento sia particolare nella sua composizione. Nel riso predominano gli acidi grassi essenziali della serie 18:2, n-6 (acido linoleico) e della serie 18:3, n-3 (acido alfa-linolenico). Lâacido linoleico (C 18:2, omega-6) e lâacido alfa-linolenico (C 18:3, omega-3) sono essenziali per lâuomo in quanto lâorganismo umano non è in grado di introdurre doppi legami in posizione 3 o 6, mentre può desaturare a partire dalla posizione 7 verso il gruppo carbossilico e può inoltre allungare la catena carboniosa. Questi acidi grassi essenziali sono costituenti fondamentali dei fosfolipidi di tutte le membrane cellulari e sono quindi indispensabili allo svolgimento delle normali funzioni di tutti i tessuti e organi. Una dieta a base di riso fornisce quindi quantitĂ sufficienti di acidi grassi essenziali, permettendo il fisiologico svolgimento di tutte le reazioni metaboliche cellulari.
Acidi grassi essenziali
⢠Nel riso sono presenti gli acidi grassi
essenziali linoleico (C 18:2, omega-6) e alfa-linolenico (C 18:3, omega-3)
Composizione in acidi grassi del riso brillato e del riso integrale (g) Riso brillato crudo
Riso integrale crudo
Lipidi totali
0,6
2,8
Acidi grassi saturi totali
0,14
0,56
0,15
1,01
0,15
1,00
0,22
1,00
0,21 0,01 tr.
0,96 0,04 0,00
Acidi grassi monoinsaturi totali di cui: acido oleico Acidi grassi polinsaturi totali di cui: acido linoleico acido linolenico altri polinsaturi
Minerali presenti nel grano di riso Per quanto riguarda il contenuto in minerali del grano di riso, sottolineiamo il positivo rapporto esistente fra sodio e potassio: il basso contenuto in sodio (5 mg in 100 g di alimento) e, viceversa, lâelevato contenuto in potassio (92 mg per 100 g di alimento) rappresentano, infatti, una caratteristica positiva di questo cereale. Grazie a questo suo scarso contenuto in sodio il riso ha costituito il pilastro, in un passato non tanto lontano, di un intervento dietoterapico particolarmente efficace, la dieta di Kempner, a base di riso bollito senza sale, indicata come terapia nellâipertensione arteriosa essenziale, quando non soltanto i prodotti dietetici ma anche molti dei farmaci attuali erano di lĂ da venire. Anche per la terapia dellâaumento della pressione arteriosa intraoculare, negli anni â40, è stato dimostrato il positivo effetto di unâalimentazione basata sullâassunzione di riso ed è stato ipotizzato che il beneficio potesse essere legato al basso contenuto di cloro e sodio della dieta in grado di influenzare la secrezione di liquidi nellâocchio. Nel riso integrale risultano essere ottimali anche il quantitativo e il rapporto fra potassio e magnesio, minerali utili nel mantenere una corretta massa ossea, grazie alla loro capacitĂ di ridurre lâaciditĂ del
Fonte: Salvini S. et al., Istituto Europeo di Oncologia
152
alimentazione umana sangue. Uno studio condotto su 600 uomini nellâarco di quattro anni ha infatti verificato che i soggetti che assumevano basse quantitĂ di potassio e magnesio mediante lâalimentazione perdevano la densitĂ ossea quattro volte di piĂš rispetto ai soggetti che ne assumevano in giuste quantitĂ , grazie a cibi particolarmente ricchi in questi minerali, quali il riso integrale, gli spinaci e lâavena. Ciò perchĂŠ questi due elementi riducono lâaciditĂ del sangue e, quando questâultimo è acido, i minerali nellâosso possono disperdersi, causando lâosteoporosi. Ă stato anche dimostrato che il contenuto di azoto, potassio e calcio correla negativamente con la palatabilitĂ del riso cotto, mentre il contenuto in magnesio correla positivamente con lo score del test sensoriale della palatabilitĂ . Quindi i risi che presentano il maggior rapporto Mg/K sono i risi maggiormente graditi. Sempre per quanto riguarda il contenuto in minerali, esistono particolari cultivar con specifiche composizioni in microelementi. Per esempio le cultivar di riso rosso presentano la caratteristica di essere maggiormente ricche in zinco rispetto al riso bianco.
Dieta di Kempner
⢠Alla metà del 1900, prima della
possibilitĂ di utilizzo dei farmaci antiipertensivi, lâipertensione veniva curata mediante la dieta di Kempner. Tale dieta era costituita da riso bollito senza sale e frutta. Lâeffetto benefico del riso è conseguenza del basso contenuto in sodio e dellâalto contenuto in potassio
Vitamine
⢠Vitamine idrosolubili (B, C, PP):
sono cofattori di enzimi deidrogenanti, deaminanti, transmetilanti
⢠Vitamine liposolubili (A, D, E, K):
sono essenziali per lâintegritĂ delle membrane cellulari e delle particelle subcellulari e condizionano la sintesi di particolari proteine
Vitamine presenti nel grano di riso Per quanto riguarda il contenuto in vitamine del riso brillato quelle maggiormente rappresentate sono le vitamine di tipo idrosolubile: tiamina (vitamina B1 o anti-beriberica), riboflavina (vitamina B2 o antipellagrosa), niacina (o acido nicotinico o vitamina PP), acido folico (vitamina B9). Nel riso integrale è presente anche un buon quantitativo di vitamina E.
⢠Le vitamine sono assorbite
direttamente senza essere trasformate e quindi distribuite ai tessuti che le utilizzano
Foto R. Angelini
153
alimentazione Variazioni della composizione nutrizionale in relazione alla lavorazione del riso integrale Da un punto di vista nutrizionale, esistono delle significative differenze fra il riso brillato e il riso integrale. Dallâesame del chicco risulta infatti che, nel caso del chicco integrale, è riscontrabile una significativa presenza di vitamine, fibra, minerali, acidi grassi essenziali (presenti soprattutto nel germe). Nel caso del riso brillato, invece, questi elementi sono quasi del tutto assenti o poco significativi, dato che sono stati eliminati durante i processi di raffinazione e brillatura. Il riso integrale o sbramato di risone si presenta con una caratteristica colorazione scura che lo differenzia dal candore tipico del riso brillato. Il riso integrale mantiene ancora tutti gli strati di rivestimento del grano, a eccezione delle glumelle, che risultano essere molto importanti sotto lâaspetto nutrizionale. Il pericarpo è molto ricco di proteine, vitamine, fibre e minerali. Ne risulta quindi che, da un punto di vista nutrizionale, il riso integrale è molto piĂš completo del riso sottoposto al processo di raffinazione. In particolare il contenuto in ferro del riso integrale è superiore di circa 2 volte rispetto al riso brillato e il contenuto in calcio e fosforo è doppio nel riso integrale rispetto al brillato. Per quanto riguarda il contenuto vitaminico, tiamina, riboflavina e niacina sono presenti in maggiore quantitĂ nel riso integrale rispetto al brillato, mentre la vitamina E è presente solo nellâintegrale. Anche il contenuto in fibra, prevalentemente di tipo insolubile rispetto alla solubile, nutriente estremamente importante per il benessere dellâorganismo, nel riso integrale risulta essere il doppio rispetto al riso brillato. PoichĂŠ nel riso integrale è presente il germe, anche il contenuto in acidi grassi insaturi è maggiore rispetto al riso che ha subito lâintero processo di raffinazione; questa presenza di grassi insaturi determina problemi per la conservazione del riso integrale e infatti a essi è imputabile il veloce processo di irrancidimento a
Riso integrale e riso brillato: differenze nutrizionali
⢠Da un punto di vista nutrizionale,
esistono delle significative differenze fra il riso brillato e il riso integrale
⢠Nel riso integrale è infatti riscontrabile
una significativa presenza di vitamine, fibra, minerali, acidi grassi essenziali (presenti soprattutto nel germe), enzimi. Nel caso del riso brillato invece, questi elementi sono quasi del tutto assenti o poco significativi, dato che sono stati eliminati durante i processi di raffinazione e brillatura
⢠Le principali differenze sono: â il contenuto in ferro del riso integrale è superiore di circa 2 volte rispetto al riso brillato â il contenuto in calcio e fosforo è il doppio nel riso integrale rispetto al brillato â il contenuto in tiamina, riboflavina e niacina è maggiore nel riso integrale rispetto al brillato â la vitamina E è presente solo nel riso integrale
Foto R. Angelini
â il contenuto in fibre, prevalentemente di tipo insolubile rispetto alla solubile, è doppio nel riso integrale rispetto al riso brillato â il contenuto in acidi grassi essenziali è maggiore nel riso integrale rispetto al brillato â il silicio è presente solo nel riso integrale
154
alimentazione umana cui va incontro il prodotto, per cui è consigliabile consumarlo entro breve tempo se non conservato entro involucri sottovuoto, in assenza dâaria (entro tre mesi). Inoltre, ricordiamo che nel riso integrale è presente un buon contenuto in silicio, un oligoelemento non ancora ritenuto essenziale per gli uomini, ma indispensabile per gli animali. Il silicio è necessario per i tessuti connettivi come i tendini, la cartilagine (i tessuti connettivi formati dal collagene), i vasi sanguigni, le unghie, la pelle e i capelli, e svolge un ruolo essenziale nel conservarne lâintegritĂ . Il silicio in combinazione col calcio rafforza le ossa ed è quindi un elemento importante nel trattamento dellâosteoporosi. Lâassunzione di quantitĂ idonee di silicio nella fase dello sviluppo è essenziale. I livelli di silicio diminuiscono con lâetĂ , gli anziani dovrebbero quindi assumerne quantitĂ superiori. Alcuni studi hanno dimostrato che il silicio è utile per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Lâassorbimento del silicio è maggiore in presenza di calcio, potassio, magnesio, manganese e boro, quindi, lâassorbimento del silicio presente nel riso integrale è ottimale in quanto in questo alimento sono presenti ideali quantitĂ di potassio e magnesio.
Sottoprodotti della lavorazione del riso
⢠Lolla ⢠Pula ⢠Farinaccio ⢠Grana verde ⢠Risina greggia ⢠Gemma
Foto E. Marmiroli
Farinaccio
Pula
Lolla
Gemma
Risina greggia
Grana verde
155
alimentazione Infine, sottolineiamo che il riso integrale presenta una cottura molto piĂš lunga rispetto al brillato; normalmente si usa cuocere il riso integrale con quantitĂ di acqua pari a quattro volte il suo volume in modo che a fine cottura sia assorbito tutto il liquido.
Utilizzi della lolla
⢠Lettiera negli allevamenti ⢠Ammendante del terreno ⢠Sostanza filtrante ⢠Cenere per la termoregolazione
Caratteristiche nutrizionali dei sottoprodotti del riso I sottoprodotti della lavorazione del riso, residuati prima dalla sbramatura del risone e poi dalla sbiancatura del riso brillato, sono numerosi: lolla, pula, farinaccio, grana verde, risina greggia e gemma. Essi hanno la caratteristica di presentare importanti qualitĂ nutrizionali, poichĂŠ nelle fasi del ciclo di lavorazione citato si ha, per le esigenze della presentazione commerciale e della conservabilitĂ dellâalimento, lâasportazione di principi nutritivi altamente qualificati contenuti nellâembrione e negli strati piĂš esterni del chicco di riso, rappresentati da pericarpo, perisperma e dalle cellule aleuroniche.
delle colate nellâindustria siderurgica
⢠Materia prima per la produzione
di furfurolo da cui si estrae il naylon
⢠Combustibile
Lolla La lolla, essendo il derivato delle glumelle e del glume del seme, è costituita â mediamente nella sostanza secca â per oltre il 50% di fibra grezza e per circa il 17% di silice colloidale, mentre altri elementi minerali sono presenti in quantitĂ assolutamente minima. Gli utilizzi della lolla sono svariati: lettiera negli allevamenti, am-
Range delle medie di analisi dei contenuti organici (%) di alcuni sottoprodotti della raffinazione del riso (umiditĂ al 14%) Elementi
Pula
Farinaccio
Gemma
Proteine (NĂ5,95)
11,3-14,9
11,2-12,6
14,1-20,6
Grassi grezzi
15,0-19,7
10,1-12,4
16,6-20,5
Fibra grezza
7,0-11,4
2,3-3,2
2,4-3,5
Ceneri grezze
6,6-9,9
5,2-7,3
4,8-8,7
Carboidrati disponibili
34,1-52,3
51,1-55,0
34,2-41,4
Amido
13,08
41,5-47,6
2,1-2,2
Fibra neutra detergente
23,7-28,6
Pentosani
7,0-8,3
3,6-4,7
4,9-6,4
Emicellulose
9,5-16,9
â (*)
9,7-9,8
Cellulosa
5,9-6,9
â (*)
2,7-2,8
Zuccheri liberi
5,5-6,9
â (*)
8,0-12,0
Lignina
2,8-3,9
2,8-2,9
0,7-4,1
Energia (kJ/g)
16,7-19,9
17,8-17,9
(*) Elemento non determinato Fonte: Maymone B. et al., Alimentazione animale, 1958
156
â (*)
13,0-13,1
â (*)
alimentazione umana mendante del terreno, come filtraggio (per esempio del caglio nella lavorazione del formaggio), materia prima per la produzione di una cenere particolarmente richiesta nellâindustria siderurgica per la termoregolazione delle colate, materia prima per la produzione di furfurolo da cui si estrae il naylon e anche come combustibile a causa del suo potere calorico particolarmente elevato (14 MJ/kg).
QualitĂ nutrizionali della pula di riso
⢠Ottimo contenuto in proteine e acidi grassi
Pula La pula di riso proveniente dallâordinario ciclo di lavorazione della sbiancatura delle cariossidi rappresenta il sottoprodotto piĂš importante della lavorazione del riso sotto lâaspetto quantitativo. Non addizionata â la cosiddetta âpula vergineâ â di sottoprodotti provenienti dalla sbramatura risulta costituita per la massima parte da cellule del pericarpo. Questi componenti le conferiscono una composizione chimica contenente poca fibra grezza e pochissima silice. Per quanto riguarda i macronutrienti, si sottolinea lâottimo contenuto in proteine e acidi grassi; altrettanto ottimale è il contenuto in tiamina, riboflavina, niacina, piridossina, acido pantotenico, inositolo e colina, per quanto attiene le vitamine, e fosforo, ferro e zinco per quanto riguarda i minerali.
⢠Ottimo contenuto in tiamina,
riboflavina, niacina, piridossina, acido pantotenico, inositolo e colina
⢠Ottimo contenuto in fosforo, ferro e zinco
Contenuto medio di lipidi in alcuni sottoprodotti della raffinazione del riso (calcolato sul 6% di pula e germe del riso decorticato)
Farinaccio Il farinaccio di riso è costituito da frammenti minutissimi dei tegumenti della cariosside, da granuli di aleurone e da cellule dellâendoderma ricche di amido.
Range delle medie di analisi dei contenuti vitaminici in alcuni sottoprodotti della raffinazione del riso (Îźg/g al 14% di umiditĂ ) Vitamine
Pula
Farinaccio
Gemma
Retinolo (A)
0,0-3,6
0,0-0,9
0,0-1,0
Tiamina (B1)
12,0-24,0
3,0-19,0
17,0-59,0
Riboflavina (B2)
1,8-4,3
1,7-2,4
1,7-4,3
Niacina (ac. nicotinico)
267-499
224-389
28-83
Piridossina (B6)
9,0-28,0
9,0-267,0
13,0-15,0
Ac. pantotenico
20,0-61,0
26,0-56,0
11,0-28,0
Biotina
0,2-0,5
0,1-0,6
0,3-0,5
Inositolo
4000-8000
3700-3900
3200-5500
Colina totale
920-1,46
860-1250
1700-2600
Ac. p-aminobenzoico
0,64-0,65
0,90-0,91
0,60-0,61
Ac. folico
0,4-1,4
0,9-0,8
0,8-4,1
Cianocobalamina (B12)
0,0-0,004
0,0-0,003
0,0-0,01
Alfa-tocoferolo (E)
26-130
54-86
76-77
Lipidi
Pula
Farinaccio
Gemma
Cont. lipidico (% peso)
18,3
10,8
30,2
Palmitico
23
23
24
Oleico
37
35
36
Linoleico
36
38
37
Altri
4
4
3
Fonte: Maymone B. et al., Alimentazione animale, 1958
QualitĂ nutrizionali del farinaccio di riso
⢠Buon contenuto in proteine e acidi grassi ⢠Buon contenuto in tiamina, riboflavina,
niacina, piridossina, acido pantotenico, inositolo e colina
⢠Discreto contenuto in fosforo, ferro e zinco
Fonte: Maymone B. et al., Alimentazione animale, 1958
157
alimentazione Range delle medie in macro (mg/g al 14,5% di umiditĂ ) e microelementi (Îźg/g al 14% di umiditĂ ) in alcuni sottoprodotti della raffinazione del riso
Composizione aminoacidica della pula e del farinaccio (g/16 g o 16.8 g di N) Aminoacidi
Pula
Farinaccio
Alanina
6,5-7,0
6,5-6,6
Arginina
8,6-9,1
8,9-9,0
Acido aspartico
10,0-11,0
9,7-10,7
Cistina
2,5-2,8
2,7-2,8
Acido glutammico
14,6-15,0
16,1-17,6
Glicina, istidina
5,8-6,2
5,6-5,7
Isoleucina
2,9-3,7
2,9-4,2
Macroelemento
Pula
Farinaccio
Gemma
Calcio
0,3-1,2
0,5-0,7
0,2-1,0
Magnesio
5,0-13,0
6,0-7,0
4,0-13,0
Fosforo
11,0-25,0
10,0-22,0
10,0-21,0
Fosforo fitinico
9,0-22,0
12,0-17,0
7,0-16,0
Potassio
10,0-20,0
7,0-11,0
11,0-15,0
Silicio
3,0-5,0
1,1-1,6
0,4-0,9
Zolfo
1,7-1,6
1,6-1,7
â (*)
Microelemento
Pula
Farinaccio
Alluminio
200
Cloro
66
Cobalto
Leucina
7,6-8,4
7,2-8,4
Lisina
5,3-6,0
4,6-5,1
Metionina
1,9-2,5
2,4-3,0
Fenilalanina
4,9-5,3
4,6-5,0
Prolina
4,6-6,1
4,2-5,7
Serina
5,1-6,0
4,9-5,9
Treonina
4,2-4,6
3,9-4,4
Triptofano
0,6-1,4
1,3-1,4
Tirosina
3,5-2,8
3,8-4,3
Valina
5,4-6,6
4,8-6,2
Ammoniaca
1,9-7,6
2,2-6,5
â (*)
Gemma â (*) 1,2
0,0-0,05
9,0-34,0
9,0-34,0
5,0-26,0
60,0-80,0
Ferro
86,0-430,0
43,0-155,0
91,0-120,0
Manganese
95,0-230,0
Rame
â (*)
â (*)
Sodio
71,0-335,0
Stagno
21,0-21,1
Zinco
43,0-458,0
â (*) Tr - 138,0 â (*) 17,0-60,0
â (*) 139,0-636,0 â (*) 57,0-258,0
(*) Elemento non determinato Fonte: Maymone B. et al., Alimentazione animale, 1958
La sua composizione chimica differisce da quella della pula per il contenuto decisamente basso di fibra grezza e di ceneri e assai piÚ elevato di estratti inazotati, mentre i contenuti in protidi e in lipidi differiscono poco, pur essendo in generale alquanto piÚ bassi. Anche il contenuto in vitamine e minerali è simile, ma anche in questo caso le quantità sono lievemente minori rispetto alla pula. Grana verde La grana verde è un sottoprodotto derivato per selezione dopo la sbramatura, è ottenuto con il passaggio del riso decorticato attraverso il separatore che allontana le cariossidi piÚ minute, immature e verdi. La composizione chimica della grana verde si avvicina quindi a quella del riso sbramato e della risina greggia allorchÊ questa risulta costituita in forte prevalenza dalle rotture provenienti dallo sbramino e dalla ripassatura della pula; questa composizione chimica varia tuttavia entro limiti abbastanza larghi, in particolare a seconda del grado di immaturità e della varietà .
Fonte: Maymone B. et al., Alimentazione animale, 1958
158
alimentazione umana Composizione chimica della grana verde % UmiditĂ
% Protidi grezzi
% Protidi puri
% Lipidi grezzi
% Fibra grezza
Nella sostanza secca
â
12,00
11,53
2,29
2,46
% Ceneri % Estratt. inazot. 2,80
80,45
Nella sostanza umida
13,19
10,42
10,04
1,99
2,14
2,43
69,83
Fonte: Maymone B. et al., Alimentazione animale, 1958
Gemma del grano di riso La gemma (o germe o embrione) del grano di riso rappresenta un vero e proprio concentrato di sostanze nutritive utile al benessere psicofisico del nostro organismo. In particolare, riassumendo le caratteristiche dei macro e micronutrienti presenti nella gemma possiamo affermare che è rilevante: â per quanto riguarda i carboidrati, lâelevato contenuto in fibre; â per quanto riguarda i lipidi, la presenza di acidi grassi essenziali linoleico e alfa-linolenico; â per quanto riguarda le proteine, la presenza di un buon quantitativo degli aminoacidi essenziali triptofano e lisina; â per quanta riguarda i minerali, un ottimo contenuto in potassio, un basso contenuto in sodio e quindi un ottimale rapporto potassio/sodio, un buon contenuto in zinco, in magnesio e in fosforo; â per quanto riguarda le vitamine, un ottimo contenuto in vitamina E, per le vitamine liposolubili e, per le vitamine idrosolubili, in vitamine del gruppo B, in particolare tiamina (vitamina B1), riboflavina (vitamina B2), niacina (vitamina B3 o vitamina PP), acido pantotenico (vitamina B5), oltre che biotina (vitamina B8 o vitamina H).
QualitĂ nutrizionali della gemma di riso
⢠Per quanto riguarda i carboidrati, buon contenuto in fibre
⢠Per quanto riguarda i lipidi, la presenza di acidi grassi essenziali linoleico e alfa-linolenico
⢠Per quanto riguarda le proteine, la
presenza di un buon quantitativo degli aminoacidi essenziali triptofano e lisina
Foto R. Angelini
⢠Per quanta riguarda i minerali,
un ottimo contenuto in potassio, un basso contenuto in sodio e quindi un ottimale rapporto potassio/sodio, un buon contenuto in zinco, magnesio e in fosforo
⢠Per quanto riguarda le vitamine,
un ottimo contenuto sia in vitamina E sia in quelle del gruppo B, in particolare tiamina (vitamina B1), riboflavina (vitamina B2), niacina (vitamina B3 o vitamina PP), acido pantotenico (vitamina B5), oltre che biotina (vitamina B8 o vitamina H)
159
alimentazione Riso come âfunctional foodâ Per cibo funzionale (Functional Food â FF) si intende un alimento capace di indurre vantaggi salutistici, al di lĂ del suo contenuto nutrizionale classicamente inteso. In una societĂ come la nostra che chiede vie alternative alla medicina tradizionale per migliorare la salute e prevenire la comparsa di malattie, lâinserimento di cibi funzionali in programmi educazionali e nelle indicazioni comportamentali nutrizionali diventa sempre piĂš importante. I cibi funzionali contengono una sostanza o un mix di composti che favorisce una o piĂš funzioni dellâorganismo e/o la prevenzione o il trattamento di specifiche patologie: essi rappresentano pertanto unâopportunitĂ di grande rilievo nella medicina del futuro con riferimento particolare alle implicazioni a carattere preventivo. Emerge quindi lâidentificazione di cibi che combinano in modo sinergico aspetti nutrizionali e aspetti medico-farmacologici, rendendo cosĂŹ sempre piĂš labile la frontiera fra alimento puro e semplice e prodotto farmacologico vero e proprio. Molti sono i termini usati nel mondo anglosassone per descrivere i prodotti naturali sviluppati per favorire la salute. Oltre a functional food, vengono utilizzati per esempio nutraceutical, pharmafood, designer food, vitafood, phytochemical e foodaceutical, medical foods ecc. Per definire un functional food le condizioni essenziali che si richiedono sono le seguenti: â deve essere un cibo (quindi non capsule o tavolette o polvere); â deve essere consumato come componente della dieta quotidiana (quindi non deve essere unâintegrazione); â una volta ingerito deve presentare una funzione peculiare, che va a regolare una particolare funzione dellâorganismo, quale per esempio: â migliorare le fisiologiche difese immunitarie dellâorganismo; â prevenire specifiche patologie; â controllare le condizioni psicofisiche; â rallentare il fisiologico processo di invecchiamento. In accordo a un recente parere espresso dalla American Dietetic Association (ADA) i cibi funzionali devono essere considerati utili quando vengono consumati come parte di una dieta variata, in modo regolare e in quantitĂ tale da garantire lâintroduzione di dosi efficaci. Attualmente il Giappone rappresenta il leader mondiale nello sviluppo delle tecnologie di produzione dei cibi funzionali. Ă questa lâunica nazione con una specifica legislazione per regolamentare lo sviluppo, la produzione e la messa in commercio dei functional food, anche se altri Paesi stanno approntando modelli legislativi su questo argomento. Le caratteristiche peculiari che un functional food deve presentare per essere approvato in accordo alla legislazione giapponese e poter essere etichettato con la dicitura âthis is food for specified health useâ (questo è un cibo per specifiche necessitĂ di salute) sono le seguenti:
Cibo funzionale
⢠Un alimento per essere definito
âfunzionaleâ deve contenere una sostanza o un mix di composti che favorisce una o piĂš funzioni dellâorganismo e/o la prevenzione e/o il trattamento di specifiche patologie
Foto R. Angelini
Giappone e cibi funzionali
⢠à lâunica nazione con una specifica
legislazione per i functional food. Quando un cibo è approvato dalla legislazione giapponese come functional food può portare in etichetta la dicitura: âthis is food for specified health useâ (questo è un cibo per specifiche necessitĂ di salute)
160
alimentazione umana â il cibo deve presentare effetti positivi sulla dieta e sulla salute; â i benefici che il cibo, o alcuni suoi specifici composti, esercitano sulla salute devono essere scientificamente dimostrati; â i livelli di assunzione giornaliera raccomandata di questo cibo o dei suoi costituenti devono essere stabiliti da esperti; â il cibo o i suoi costituenti devono poter essere inseriti allâinterno di una dieta bilanciata da un punto di vista nutrizionale; â i costituenti non devono in nessun modo alterare o ridurre le caratteristiche nutrizionali intrinseche del cibo; â il cibo deve essere consumato nel modo tradizionale (quindi per bocca); â il cibo non deve essere in forma di compresse, capsule o polvere; â i costituenti devono essere di derivazione naturale. Nel 1991 il Ministero della Salute giapponese ha introdotto un sistema per patentare i prodotti funzionali detto FOSHU (Food for Specific Health Use). Al momento esistono in Giappone 11 categorie di ingredienti funzionali atti a definire un prodotto FOSHU: â fibra dietetica; â oligosaccaridi; â polialcoli; â acidi grassi poliinsaturi; â peptidi e proteine; â glicosidi, isoprenoidi e vitamine; â alcoli e fenoli; â coline (lecitina); â lattobacilli; â minerali; â altre molecole.
Riso e functional food
⢠Alcuni componenti del grano di riso,
come per esempio la pula e i peptidi bioattivi, presentano provati effetti benefici sullâorganismo umano
⢠Soprattutto nel Sud-Est asiatico,
sono coltivate cultivar di riso che manifestano una particolare colorazione grazie alla quale prendono il nome di riso nero e riso rosso. Queste colorazioni sono dovute alla presenza di pigmenti che caratterizzano il prodotto sia sotto lâaspetto nutrizionale sia sotto lâaspetto funzionale
⢠Allâinterno della categoria dei functional
food il riso fa parte anche del gruppo dei cibi arricchiti; mediante una particolare tecnologia (definita coating method) il riso viene arricchito con nutrienti, estremamente utili per il benessere dellâorganismo, come: L-lisina, calcio, ferro, vitamine A, B1, B2, C, D
Risi rosso e nero
Foto E. Marmiroli
161
alimentazione Pula di riso I prodotti con pula di riso hanno manifestato promettente efficacia nella prevenzione di numerose patologie. Le sostanze candidate alla responsabilitĂ di questi effetti sono: lâinositolo (e i prodotti correlati a questa sostanza), lâacido ferulico, il gamma-orizanolo, i tocotrienoli e gli steroli vegetali contenuti nella pula del riso. Le condizioni patologiche in cui unâazione preventiva e/o gli effetti nutraceutici della pula del riso sono stati dimostrati sono numerose: lâiperlipemia, la steatosi epatica, lâipercalciuria, la calcolosi renale e le patologie cardiovascolari. Inoltre, deve essere ricordato lâeffetto positivo esercitato dal gamma-orizanolo, un composto presente nella pula del riso, che è un fitosterolo non saponificabile. Questa sostanza induce una riduzione dei valori di colesterolo totale, di colesterolo LDL, di Apolipoproteina B e di trigliceridi, migliorando significativamente il rapporto colesterolo LDL/HDL e ApoB/ApoA. Infine, vi sono evidenze iniziali di un potenziale ruolo anche nella prevenzione della cancerogenesi. Un recentissimo studio, condotto sullâanimale da esperimento, ha dimostrato lâeffetto preventivo svolto dalla pula di riso fermentato dallâAspergillus oryzae sullâepatocarcinogenesi indotta dalla dietilnitrosamina e dal fenobarbital.
Molecole bioattive presenti nella pula di riso
⢠Inositolo (e i prodotti correlati a questa sostanza)
⢠Acido ferulico ⢠Gamma-orizanolo ⢠Tocotrienoli ⢠Steroli vegetali
BioattivitĂ della pula di riso
⢠Azione preventiva nei confronti di patologie, quali:
Peptidi bioattivi Vari autori hanno analizzato in dettaglio il problema dei peptidi bioattivi derivati dal cibo. Ă noto che diverse proteine alimentari manifestano unâampia variabilitĂ di proprietĂ nutrizionali, funzionali e biologiche. Molte proteine alimentari possiedono proprietĂ biologiche specifiche che le rendono idonee per la promozione della salute. La maggior parte di queste proprietà è attribuibile a segmenti peptidici attivi. Le fonti piĂš significative di peptidi bioattivi sono il latte e le uova unitamente alla carne e a molti prodotti vegetali, incluso il riso. Infatti, numerosi studi giapponesi hanno dimostrato che una particolare frazione peptidica isolata dalla glutenina e dalla prolamina del riso (definiti peptidi bioattivi) presenta una spiccata attivitĂ antiipertensiva. Lâazione di questi peptidi bioattivi sembra consistere nellâinibizione della conversione dellâangiotensina I in angiotensina II, la quale causa un aumento delle resistenze periferiche determinando una vasocostrizione generalizzata a livello delle arteriole e, conseguentemente, un rialzo pressorio.
â iperlipemia â steatosi epatica â ipercalciuria â calcolosi renale â patologie cardiovascolari Si stanno inoltre conducendo studi sulla prevenzione della cancerogenesi
Composti bioattivi presenti nel riso nero
⢠Il riso nero contiene elevate quantità di
Riso nero Le antocianine, pigmenti presenti in vari frutti e vegetali come coloranti naturali, possiedono proprietĂ bioattive ben definite. Nel riso nero è stata dimostrata la presenza di elevate quantitĂ di antocianine, in particolare cianidina 3-glucoside e peonidina 3-glucoside, riscontrate nellâaleurone per lâ85% del totale delle antocianine contenute nel chicco intero di riso nero. La frazione pigmentata estratta dal riso nero possiede elevate proprietĂ
antocianine: in particolare la cianidina 3-glucoside e la peonidina 3-glucoside. Le antocianine sono coloranti naturali presenti nella frutta e nella verdura e hanno proprietĂ bioattive
162
alimentazione umana antiossidanti e di scavenger di radicali liberi in svariati modelli sperimentali in vitro con prevenzione del danno del DNA e della ossidazione delle LDL. Inoltre, questo estratto è in grado di ridurre la formazione di ossido nitrico, un potente produttore di radicali liberi, mediante soppressione della sintesi di questa sostanza nei macrofagi attivati, senza indurre citotossicitĂ . Gli studi sullâattivitĂ antiossidante delle antocianine contenute nel riso nero sono stati effettuati anche su modelli animali. Nel 2002, un gruppo di ricercatori cinesi, coordinati da WH Ling presso lâUniversitĂ di Guangzhou, ha valutato lâeffetto del riso nero in conigli trattati con una dieta molto ricca in lardo e, di fatto, ipercolesterolemizzante (High Cholesterol â HC). Questi dati sono stati confrontati con quanto osservato in animali trattati con dieta normale e con un ulteriore gruppo trattato con dieta ricca in lardo (HC) e con riso bianco. La dieta arricchita in derivato del riso nero ha indotto una diminuzione significativa dei livelli, nel siero e nel tessuto aortico, di composti espressivi di un effetto antiossidante e antiinfiammatorio come la deossiguanoside (8-OHdG) e la malondialdeide. Mentre il primo composto appare rispettivamente ridotto del 52% e del 44% nel siero e nellâaorta, il secondo si riduce del 37% e del 50% nei conigli trattati con dieta arricchita in riso nero (5 g per 100 g di frazione pigmentata del riso nero, per 2 mesi di trattamento). Presso la Scuola di Salute Pubblica di Guangzhou, nella Repubblica Popolare Cinese, si è dimostrata la capacitĂ della frazione pigmentata del riso nero di ridurre la formazione di placche aterosclerotiche. Questi ricercatori hanno focalizzato lâattenzione su un modello animale spiccatamente aterogenico, caratterizzato da deficienza di Apolipoproteina E. Gli animali sono stati divisi in tre gruppi trattati con una dieta standard o con la medesima dieta arricchita con 5 g ogni 100 g di frazione pigmentata del riso nero o con riso bianco. Il gruppo di animali nutrito con dieta arricchita in frazione pigmentata del riso nero manifestava una componente aterosclerotica ridotta del 48% rispetto al gruppo con dieta standard e del 46% rispetto al gruppo trattato con dieta arricchita in riso bianco. Anche i livelli sierici di colesterolo cosĂŹ come la concentrazione di colesterolo nel tessuto epatico e nellâaorta apparivano inferiori nel gruppo trattato con dieta arricchita in derivato pigmentato del riso nero unitamente a un incremento statisticamente significativo del colesterolo HDL e a una diminuzione della componente LDL. In addizione i topi trattati con derivato del riso nero manifestavano una minor espressione dei linfociti CD4 e una piĂš debole induzione della produzione di ossido nitrico, confermando quindi che lâinibizione del danno aterosclerotico da parte della frazione pigmentata del riso nero è attribuibile a un miglioramento dei sistemi di accumulo del colesterolo e a una riduzione dello stress ossidativo e della flogosi.
Riso nero
⢠à una varietĂ di riso integrale. Il nome deriva dal fatto che il chicco ha il colore dellâebano grazie ai pigmenti naturali contenuti nel pericarpo
Foto E. Marmiroli
Riso nero
AttivitĂ dei composti bioattivi presenti nel riso nero
⢠I pigmenti naturali del riso nero
possiedono proprietĂ antiossidanti e di scavenger di radicali liberi con il risultato di ottenere la prevenzione del danno del DNA e dellâossidazione del colesterolo LDL
⢠Inoltre, la frazione pigmentata è in grado di ridurre la formazione di ossido nitrico, un potente produttore di radicali liberi, mediante soppressione della sintesi di questa sostanza nei macrofagi attivati, senza indurre citotossicitĂ
163
alimentazione Anche altri studi condotti sui ratti resi ipercolesterolemici hanno dimostrato che unâalimentazione a base di riso nero determina un aumento delle lipoproteine ad alta densitĂ in associazione a una riduzione dellâestensione delle lesioni aterosclerotiche. Questi dati suggeriscono che il riso nero, una varietĂ coltivata in Cina da piĂš di mille anni e che fino al XIX secolo era prodotta esclusivamente per lâimperatore e la sua corte mentre i poveri lo utilizzavano per gli ammalati, i bambini e le donne prima e dopo del parto, possa manifestare benefici salutistici associati al controllo dello stress ossidativo. Questa varietĂ fino a qualche anno fa non era coltivabile in Italia, perchĂŠ non adatta al clima a causa della sua fotosensibilitĂ e instabilitĂ . Il riso nero è stato quindi incrociato con varietĂ locali allo scopo di ottenere un riso a pericarpo nero adatto allâambiente climatico italiano. Ă quindi stato prodotto, dopo alcuni anni di lavoro per ottenere una linea stabile dopo gli incroci artificiali, un riso nero, regolarmente iscritto al registro nazionale con il nome Venere e coltivato in alcune zone del nostro Paese.
Coltivazione del riso nero in Italia
⢠La varietà di riso nero coltivata in Italia
si chiama Venere ed è stata ottenuta incrociando il riso nero coltivato in Cina da millenni con varietà italiane con lo scopo di ottenere un prodotto in grado di resistere al clima del nostro Paese
Riso rosso
⢠Il riso rosso si ottiene della
Riso rosso Il riso rosso contiene procianidina acetilata, unâantocianina con dimostrate attivitĂ antiradicali liberi. Il riso rosso, fermentato mediante lâazione del lievito Monascus purpureus, è utilizzato in Cina sia come cibo sia come rimedio medicinale da alcune centinaia di anni, oltre che, sotto forma di polvere, come colorante per cibi quali formaggi, pesce e bevande alcoliche. Attualmente numerosi studi condotti in vitro hanno dimostrato che questo lievito presenta la caratteristica di inibire lâattivitĂ dellâenzima HMG-CoA reduttasi, enzima coinvolto nei meccanismi che determinano lâaumento del colesterolo. Agli studi in vitro sono seguite esperienze cliniche nellâuomo, che hanno dimostrato come lâassunzione di riso rosso fermentato per 12 settimane determini una significativa diminuzione dei livelli di colesterolo totale, colesterolo LDL e trigliceridi e un aumento dei valori di HDL. Il pigmento del riso rosso fornisce monacoline capaci di inibire la produzione di colesterolo. Tuttavia, la preparazione e produzione di monacoline rappresenta un processo biologico che deve essere controllato e standardizzato in termini di qualitĂ . Heber e collaboratori hanno recentemente analizzato, presso il Center for Human Nutrition della UCLA di Los Angeles, piĂš campioni di riso rosso dimostrando una marcata diversitĂ nella quantitĂ di monacolina presente, con evidenza della completa varietĂ di 10 monacoline in una sola delle 9 preparazioni testate. Occorre avere, quindi, cautela e attenzione nellâaffrontare il problema e occorre standardizzare la tecnologia di preparazione del riso rosso per garantire la disponibilitĂ di supplementi dietetici attivi ed efficaci e, nel contempo, limitare la produzione di sottoprodotti negativi della fermentazione, quali la citrinina.
fermentazione del lievito Monascus purpureus
⢠Grazie allâazione delle monacoline
prodotte dalla fermentazione, il riso rosso è in grado di inibire la produzione del colesterolo
Foto E. Marmiroli
Riso rosso
164
alimentazione umana Composti fenolici Di particolare interesse, dato il significato epidemiologico e clinico del problema, è il potenziale ruolo dei componenti del riso nella prevenzione della malattia oncologica. Adom e Liu alla Cornell University di New York hanno focalizzato lâattenzione sul ruolo dei fitofarmaci presenti nei cereali integrali. Molte osservazioni epidemiologiche hanno sottolineato che il consumo di cereali integrali si associa a una riduzione del rischio per malattie croniche, inclusi vari tipi di tumore. Tuttavia, gli studi di settore sono complessi in questo campo anche perchĂŠ la letteratura epidemiologica ha costantemente sottostimato questo aspetto, in virtĂš dellâassenza di dati sul contenuto in fitofarmaci dei singoli prodotti alimentari. La maggior parte dei composti fenolici osservati nei cereali integrali è presente in forma legata (85% nel mais, 75% nel grano, 62% nel riso). Lâacido ferulico appare il composto piĂš frequente nelle granaglie integre testate con componente libera, solubile e legata, presente in rapporto di 0,1:1:1. Il mais manifesta lâattivitĂ piĂš marcata, mentre il riso manifesta unâattivitĂ espressa in equivalenti di vitamina C per grammo di cereale pari a 55,7 (il valore espresso per il mais è di 18,4). La quota in fitofarmaci legati rappresenta il maggior contributo allâattivitĂ antiossidante totale e può in parte spiegare il ruolo protettivo dei cereali integrali, incluso il riso, nella prevenzione del cancro del colon, di altri tumori digestivi, del cancro della mammella e della prostata. Anche gli inibitori delle proteasi, che sono costituenti comuni di molti cereali e in particolare del riso e del mais, hanno dimostrato
Composti fenolici dei cereali integrali e prevenzione del cancro
⢠Il composto fenolico che si trova
con maggiore frequenza nei grani dei cereali integri è lâacido ferulico
⢠Numerosi studi epidemiologici hanno
dimostrato che unâalimentazione ricca di cereali integrali, in particolare riso e mais, è in grado di ridurre la frequenza di tumori non solo del colon ma anche della prostata e della mammella
Riso e mais in Cina
Foto R. Angelini
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alimentazione proprietĂ inibenti sulla cancerogenesi sperimentale mammaria, colica e cutanea. Molte osservazioni epidemiologiche hanno posto in evidenza che diete ricche in questi alimenti diminuiscono la frequenza di tumori della prostata, della mammella e del colon nellâuomo. Pertanto lâintegrazione alimentare con alimenti ricchi di inibitori della proteasi, come il riso, può favorire la prevenzione oncologica. Gli inibitori di proteasi agiscono anche come antiossidanti in presenza di promotori dellâoncogenesi e di effetti critici dovuti a radiazioni ionizzanti. Deve essere tuttavia ancora definito in modo conclusivo il reale ruolo protettivo nellâuomo di diete ricche in questi alimenti. Studi di particolare interesse sono quelli indirizzati alla valutazione dellâeffetto di una dieta ricca in riso sulla incidenza del cancro della prostata. Una ricerca condotta su 7999 maschi giapponesi inclusi nel progetto fra il 1965 e il 1968 e poi monitorati sino al 1976 ha portato alla osservazione di 174 casi incidenti di cancro alla prostata. Il tumore prostatico non appariva associato allo stato socio-economico, alla scolaritĂ , al tipo di occupazione e alla residenza nĂŠ era associato al numero di figli, quale misura âsurrogataâ dellâattivitĂ sessuale. Consumi elevati di riso e di tofu erano associati a un minor rischio di cancro della prostata. Non vi era correlazione fra cancro prostatico e assunzione di vari nutrienti, inclusa la quota totale di grassi e proteine. Questi dati nel loro insieme, benchĂŠ non conclusivi, supportano in modo considerevole il potenziale ruolo protettivo di unâalimentazione ricca in riso, e in particolare di riso integrale, nella prevenzione delle patologie neoplastiche.
Caratteristiche del riso ipoallergenizzante
⢠Il riso ipoallergenizzante è, dal punto
di vista delle qualitĂ organolettiche, perfettamente sovrapponibile al riso di comune utilizzo ma presenta il vantaggio di non contenere la globina, quella frazione proteica responsabile delle allergie al riso
Foto R. Angelini
Riso ipoallergenizzante Una delle aree di maggior interesse in campo scientifico è oggi definita dalla possibilitĂ di sviluppare prodotti vegetali con caratteristiche funzionali molto particolari con interventi di ingegneria genetica. Questa complessa materia è oggetto di dibattito scientifico, sociale e politico per le implicazioni contrastanti in termini di beneficio e di rischio per il consumatore e per le piĂš ampie problematiche ambientali che ne possono derivare. Va da sĂŠ che il capitolo della sicurezza costituisce lâelemento piĂš delicato e rappresenta oggi il fattore limitante per la potenzialitĂ applicativa in accordo a precise norme legislative che operano in Italia e nella ComunitĂ Europea. Va detto però che questa tecnologia permette lo sviluppo potenziale di nuovi prodotti di spiccato interesse funzionale e con possibilitĂ di intervento anche terapeutico. A questo riguardo vari tipi di riso funzionale sono stati realizzati per far fronte a problemi clinici di rilievo, fra cui primo fra tutti ricordiamo il riso ipoallergenizzante. Questo riso infatti è il primo functional food legalmente approvato dalla legislazione giapponese il 1o giugno 1993; esso è destinato ai soggetti affetti da reazio-
Riso mutico Foto R. Angelini
Riso aristato
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alimentazione umana ne allergica alla globina, una frazione proteica contenuta nel riso. Lâallergia alle frazioni proteiche del riso è una realtĂ frequente nei Paesi orientali. Il fattore allergenizzante contenuto nel riso è stato individuato in una frazione proteica dal peso molecolare di 14-16 kDalton; le sequenze di DNA che codificano per queste proteine allergizzanti sono state isolate dai semi di riso. Mediante una particolare tecnica genetica è stata repressa lâespressione del gene allergizzante nei semi di riso in fase di maturazione; unâanalisi dei semi mediante test ELISA, usando anticorpi monoclonali che individuano specificamente lâallergene di 16 kDalton, ha mostrato che il contenuto della molecola allergizzante presente nei semi delle piante di riso biotecnologico è significativamente inferiore rispetto a quanto presente nel seme delle piante di riso tradizionali. Lâutilizzo di questo particolare tipo di riso ipoallergenizzante è quindi essenziale per quei soggetti che hanno mostrato una reazione allergica nei confronti del riso (risposta positiva al RAST [immunoglobulin E-radioallergo sorbent-test] per il riso). Numerosi studi hanno infatti dimostrato che lâassunzione per un periodo di 4 settimane del riso ipoallergenizzante (escludendo completamente dalla dieta il riso tradizionale), da parte di soggetti affetti da dermatite atopica su base allergica, ha determinato un significativo miglioramento dellâestensione e dellâindice di severitĂ delle lesioni della cute. Quindi la possibilitĂ di avere a disposizione un cibo funzionale, quale il riso
Primo functional food legalmente approvato in Giappone
⢠Il 1° giugno 1993 in Giappone è
stato legalmente approvato il primo functional food. Si tratta del riso ipoallergenizzante, alimento destinato ai soggetti allergici al riso
Risaie sotto la neve in Giappone
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alimentazione ipoallergenizzante, perfettamente sovrapponibile per quanto riguarda le caratteristiche organolettiche al riso di comune utilizzo, rappresenta un notevole vantaggio sia dal punto di vista della prevenzione (da consigliare a soggetti in cui si suppone una predisposizione) sia dal punto di vista terapeutico (obbligo di assunzione per i soggetti allergici). A oggi in Giappone circa 80 alimenti sono stati approvati legalmente come functional food, ma molti altri alimenti sono in fase di studio e ricerca in numerosi laboratori internazionali.
Golden rice
⢠Il riso tradizionale non contiene
betacarotene (il precursore della vitamina A), il Golden rice, invece, grazie alla tecnologia del DNA ricombinante contiene 2 microgrammi di betacarotene ogni grammo
Risi transgenici Sempre nel campo dei cibi funzionali ottenuti mediante le biotecnologie, è importante accennare ai numerosi e rilevanti studi scientifici che vengono effettuati per migliorare le qualitĂ nutrizionali del riso. Frutto di questi studi è il Golden rice. Il Golden rice è un tipo di riso transgenico in grado di fornire allâorganismo umano la vitamina A. Il riso tradizionale non contiene vitamina A in quanto nel granello non è presente il precursore di questa vitamina, che è il betacarotene, il quale viene poi convertito nella forma attiva, la vitamina A. Usando la tecnologia del DNA ricombinante è stata introdotta nella varietĂ di riso asiatica Taipei 309 una combinazione di 3 diversi geni che codificano nel riso trasformato la biosintesi del betacarotene; la concentrazione di betacarotene è di 2 microgrammi per grammo di Golden rice. Infine, un altro importante aspetto, che coinvolge sempre le biotecnologie, è rappresentato dalle ricerche che utilizzano le colture di cellule di riso come sistema alternativo per la produzione di anticorpi ricombinanti a scopo diagnostico e terapeutico. Queste ricerche indicano che questo sistema per la produzione di anticorpi potrebbe sicuramente essere disponibile a breve. Si è dimostrato inoltre, che le colture di cellule transgeniche di riso possono essere utili per la produzione di lisozima e alfa-1 antitripsina. Il lisozima prodotto da colture cellulari di riso modificate geneticamente in seguito allâintroduzione di un gene sintetico presenta le medesime caratteristiche battericide del lisozima umano, oltre che la medesima termostabilitĂ e resistenza alla degradazione a bassi livelli di pH; il potenziale utilizzo di questo lisozima è quindi quello di supplemento antimicrobico nei cibi funzionali. Ă stata anche dimostrata la possibilitĂ di produrre lattoferrina ricombinante umana da colture cellulari di riso; la lattoferrina ricombinante ha dimostrato in vitro di possedere le medesime qualitĂ antimicrobiche e antiinfiammatorie proprie della lattoferrina umana. Gli studi che vengono oggi compiuti sono quindi finalizzati allâintroduzione di lattoferrina ricombinante negli alimenti destinati allâinfanzia. Globalmente quindi i risultati di questi ultimi studi citati sottolineano come lâuso di colture cellulari di riso
Lisozima
⢠Le colture di cellule transgeniche di riso possono essere utili per la produzione di lisozima e alfa-1 antitripsina. Il lisozima è un enzima prodotto dagli organismi animali (compreso lâuomo) con attivitĂ battericida
Risone
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alimentazione umana rappresenti una nuova e promettente espressione di un sistema per la produzione di molecole ricombinanti biologicamente attive. Concludendo, ricordiamo che nel 2007 ricercatori giapponesi dellâUniversitĂ di Tokyo e Kyoto hanno sviluppato una varietĂ di riso transgenico che, contenendo una frazione della tossina colerica, la subunitĂ B (CTB), è in grado di stimolare il sistema immunitario e di indurre quindi una risposta immunitaria contro il colera, non solo a livello della mucosa intestinale ma anche a livello sistemico. Ogni grano di riso durante la maturazione concentra al suo interno negli organuli di deposito proteico circa 30 microgrammi di CTB. Il riso cosĂŹ modificato resta stabile a temperatura ambiente per piĂš di un anno e mezzo, conservando le sue proprietĂ immunogene. Il topo nutrito con tale riso transgenico risulta protetto contro la somministrazione di tossina colerica. Il prof. Hiroshi Kimono dellâUniversitĂ di Tokyo appare fiducioso in una prossima applicazione della scoperta nellâuomo. Il risparmio con tali vaccini sarebbe enorme, non solo perchĂŠ non necessitano nĂŠ di aghi nĂŠ di siringhe ma anche perchĂŠ non servirebbe piĂš la catena del freddo per la conservazione e neppure personale specializzato per la somministrazione.
Riso nella produzione di anticorpi monoclonali
⢠Sono in corso delle ricerche che mirano a utilizzare colture di cellule di riso per la produzione di anticorpi ricombinanti a scopo diagnostico e terapeutico
Riso transgenico e vaccini
⢠Nel 2007 un gruppo di ricercatori
giapponesi dellâUniversitĂ di Tokyo e Kyoto ha sviluppato una varietĂ di riso transgenico che induce una risposta immunitaria contro il colera, non solo a livello della mucosa intestinale, ma anche a livello sistemico
Foto R. Angelini
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il riso
alimentazione Riso e celiachia Attilio Giacosa, Mariangela Rondanelli, Annalisa Opizzi
www.colturaecultura.it Diritti di sfruttamento economico: Bayer CropScience S.r.l. Realizzazione editoriale: ART Servizi Editoriali S.r.l. I nomi di coloro che hanno realizzato le fotografie sono riportati sopra le stesse; in tutti gli altri casi le immagini sono state fornite dagli Autori di ciascun capitolo o reperite da agenzie fotografiche. Crediti: le foto alle pagine 1 (Lorelyn Medina) e 596 (Gennady Kravestky) sono dellâagenzia Dreamstime.com. Le foto alle pagine 104 e 105 sono di Renato Guttuso Š Renato Guttuso by SIAE 2008.
alimentazione Riso e celiachia Storia ed epidemiologia della celiachia La celiachia fu descritta per la prima volta da Areto di Cappadocia, il quale, nel 250 d.C., scrisse dei koiliakos, âcoloro che soffrono negli intestiniâ. Nel 1856, Francis Adams tradusse questo termine dal greco allâinglese, coniando lâespressione âceliaciâ. Pochi anni dopo, nel 1888, Samuel Gee descrisse i sintomi dettagliati di questa condizione sia negli adulti sia nei bambini, predicendo che lâunico trattamento consisteva nella dieta adeguata, con pochi alimenti derivati dalla farina. Solo a metĂ del XX secolo, però, fu chiarito che la celiachia si manifesta in alcune persone in seguito allâingestione di proteine del grano, che danneggiano la mucosa intestinale. Nel 1946 W. K. Dicke sospettò che lâagente causale della malattia fosse il grano e cominciò a trattare i bambini celiaci con diete prive di cereali. A dispetto della tremenda carestia avvenuta durante la Seconda guerra mondiale, Dicke osservò un chiaro miglioramento clinico nei bambini celiaci nutriti a base di bulbi di tulipano e un paradossale aggravamento quando a essi venivano dati alimenti a base di grano (per esempio il pane paracadutato dagli Alleati). Nel 1950 Dicke, in collaborazione con il biochimico Van de Kamer e la pediatra Weyers, dimostrò lâesistenza di una correlazione oggettiva tra la steatorrea nei bambini celiaci e unâalimentazione contenente la farina, ma non lâamido, di grano. Gli stessi autori dimostrarono che era la frazione alcol-solubile delle proteine del grano (la gliadina) la diretta responsabile del malassorbimento dei grassi.
Malattie correlate alla celiachia Se non trattata adeguatamente la celiachia può portare allo sviluppo di altre malattie, in particolare di:
⢠linfoma e adenocarcinoma ⢠osteoporosi, derivante da uno scarso assorbimento del calcio
⢠aborto e malformazioni congenite,
dato che, nel corso di una gravidanza, lâapporto di sostanze nutritive è cruciale per il corretto sviluppo fetale
⢠bassa statura, soprattutto quando la
celiachia si sviluppa nellâetĂ infantile e quindi non permette un adeguato assorbimento dei nutrienti necessari alla crescita
⢠convulsioni epilettiche derivate
da calcificazioni che si formano nellâambito cerebrale per carenza di acido folico dovuta a deficit di assorbimento di questa vitamina
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riso e celiachia La celiachia, o malattia celiaca o morbo celiaco o sprue celiaca o enteropatia da glutine, è la piĂš comune intolleranza permanente conosciuta e, per lo meno nelle prime due decadi di vita, una delle malattie croniche piĂš frequenti in assoluto. Oggi sappiamo che la celiachia è una malattia digestiva di origine genetica. I celiaci reagiscono allâintroduzione di alimenti ricchi di glutine, un termine utilizzato genericamente per indicare alcune proteine specifiche del grano, dellâorzo e di altri cereali. Queste proteine sono presenti nella pasta, nel pane, nei biscotti e in ogni altro alimento contenente farina di questi cereali e causano una risposta immunitaria abnorme a livello intestinale. Questa risposta immunitaria genera unâinfiammazione cronica, danneggia i tessuti dellâintestino tenue e porta alla scomparsa dei villi intestinali, importanti per la digestione e lâassorbimento dei nutrienti. Un celiaco quindi, oltre al danno diretto sulle mucose dellâintestino tenue, subisce un consistente danno indiretto perchĂŠ non è in grado di assorbire sostanze nutritive ed è pertanto a rischio di grave malnutrizione. Dato il meccanismo con cui si sviluppa, la celiachia è da ricondurre nellâambito delle malattie autoimmuni. Se non è diagnosticata tempestivamente e trattata in modo adeguato, la celiachia può avere conseguenze gravi, anche irreversibili.
Epidemiologia della celiachia
⢠La celiachia è presente dallo 0,5
allâ1% della popolazione che consuma alimenti contenenti glutine: una recente indagine effettuata su un campione di studenti del Nord, Centro e Sud Italia ha riportato una frequenza molto superiore a quanto si riteneva in passato, pari a circa 1 caso ogni 100-150 persone. Questo significa che in Italia esistono almeno 500.000 individui affetti da malattia celiaca, con un incremento annuo stimato del 9% circa. Ă importante ricordare che questa patologia negli ultimi decenni ha cambiato il suo modo di manifestarsi: non piĂš solo bambini, ma frequentemente sono gli adulti a esserne colpiti e non piĂš solo nei Paesi occidentali. Attualmente si riscontra infatti una frequenza elevata in aree in via di sviluppo, quali lâAfrica del Nord, il Medio Oriente e lâIndia
Patogenesi La conoscenza della genesi del morbo celiaco è andata incontro a una rapida evoluzione nel corso degli ultimi anni. Lâinstillazione di farina di frumento e di orzo in un segmento di piccolo intestino è sufficiente per scatenare la crisi di colica addominale con dolori e diarrea. In particolare è la gliadina, una complessa miscela di aminoacidi ottenuti con estrazione alcolica del glutine di frumento, la principale responsabile dei sintomi e delle lesioni intestinali. Sembra dunque verosimile che alla base della celiachia vi sia la reazione immunologica al glutine della dieta o, secondo altri autori, a componenti derivate dalla digestione del glutine. Ferguson nel 1995 ha suggerito che unâalterata risposta immunitaria cellulomediata potrebbe giocare un ruolo importante nella patogenesi della celiachia. Questo ricercatore ipotizza che linfociti T sensibilizzati possano essere presenti nellâintestino colpito e produrre linfochine che inibiscono la migrazione dei leucociti umani normali dal sangue periferico e giocano un ruolo importante nello sviluppo delle lesioni istologiche. Un cruciale momento patogenetico è rappresentato da peptidi ricchi in glutamina e prolina presenti in proteine glutiniche del grano, che possono esprimere effetti critici sulla mucosa intestinale umana. Recenti studi hanno identificato nella regione 57-75 dellâalfa-gliadina un possibile epitopo implicato nella patogenesi del morbo celiaco. In ogni caso lâampia eterogeneitĂ delle molecole gliadiniche e gluteniniche complica ogni tentativo di identificare epitopi tossici e lâidea di produrre cereali detossificati rappresenta una grande sfida per il prossimo futuro.
Patogenesi della celiachia
⢠La malattia viene oggi considerata
come la risultante di una complessa interazione fra fattori intrinseci (genetici) e fattori estrinseci (ambientali) che spiegano lâampio spettro delle manifestazioni cliniche fluttuanti dallâassenza di sintomi alla presenza di una severa malnutrizione. Nellâeziopatogenesi della malattia è essenziale lâinterazione delle proteine (glutine) di alcuni tipi di cereali con la mucosa del piccolo intestino
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alimentazione Cause e complicanze La celiachia è una malattia genetica. Esistono però eventi precisi, nel corso della vita, che possono favorirne lo sviluppo, come per esempio una gravidanza, un intervento chirurgico, un parto, unâinfezione virale o altre occasioni di stress acuto. Uno dei fattori che, secondo il National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases americano, potrebbe giocare un ruolo protettivo nello sviluppo della malattia o perlomeno ritardarne la comparsa, è lâallattamento al seno. Altri fattori sono relativi al tipo di alimentazione e alla quantitĂ di glutine introdotto nella dieta.
Fattori favorenti il manifestarsi della celiachia
⢠Esistono dei fattori che possono
favorire il manifestarsi della celiachia. Essi sono: una gravidanza, un intervento chirurgico, un parto, unâinfezione virale o altre occasioni di stress acuto
Sintomi I sintomi della celiachia possono essere molto diversificati, e possono svilupparsi in fasi diverse della vita. In qualche caso i sintomi non si manifestano a livello del sistema digerente, ma sotto altre forme. Per esempio, nei bambini lâirritabilità è un sintomo molto comune. Tra i sintomi della malattia si possono elencare dolori addominali ricorrenti, diarrea cronica, perdita di peso, feci chiare, anemia, meteorismo, dolori alle ossa, cambiamenti comportamentali, crampi muscolari, stanchezza, crescita ritardata, dolori articolari, insensibilitĂ agli arti, afte del cavo orale, dermatite erpetiforme, danneggiamento dello smalto e del colore dei denti, irregolaritĂ del ciclo mestruale. Tra questi, lâanemia, la perdita di peso e il ritardo nella crescita sono il risultato di un insufficiente assorbimento di nutrienti, e quindi di una forma di malnutrizione, che consegue allâappiattimento della mucosa dei villi intestinali. Nei casi in cui la malattia si esprima in modo clinicamente conclamato (celiachia tipica), i sintomi piĂš comuni consistono in calo di peso e debolezza, con numerose scariche alvine (anche 10 al dĂŹ). Le feci sono acquose, semiformate, di colore marrone, schiumose, di odore nauseante, rancido. Il volume fecale è elevato per malassorbimento dei grassi (eliminazione di 2-7 grammi di grasso/die su 100 grammi assunti con lâalimentazione), dei carboidrati e delle proteine, e contiene anche idrossiacidi a effetto catartico presenti nel lume e dovuti allâazione batterica sui grassi delle feci. Inoltre compare malassorbimento di vitamina D per legame con gli acidi grassi, malassorbimento di vitamina K, che comporta calo dellâalbuminemia e allungamento del tempo di protrombina, malassorbimento del ferro che determina anemia, deplezione di calcio e magnesio. La cute appare sollevata in pliche anelastiche, flaccide. Vi è deplezione idro-elettrolitica. La bocca presenta cheilosi e glossite con papille linguali diminuite. Lâaddome è globoso. Sono presenti una neuropatia periferica con perdita di sensibilitĂ tattile e vibratoria e riduzione dei riflessi tendinei.
Altre patologie frequentemente associate alla celiachia
⢠Vi sono alcune patologie che
frequentemente sono associate alla celiachia. Esse sono: dermatite erpetiforme, tiroidite autoimmune, lupus eritematoso sistemico, diabete di tipo 1, malattie del fegato, malattie vascolari, artrite reumatoide, sindrome di SjĂśgren
Foto R. Angelini
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riso e celiachia Trattamento: la dieta âgluten freeâ Lâunico trattamento possibile per la celiachia è una dieta appropriata, priva di glutine (gluten free). Questa dieta permette di ridurre ed eventualmente eliminare i sintomi e di ricostituire i tessuti intestinali danneggiati dalla malattia. La capacitĂ di ripresa e di recupero dei tessuti danneggiati, però, dipende anche da molti altri fattori, come per esempio lâetĂ in cui la malattia viene diagnosticata, lâentitĂ del danno o lâassunzione da parte dellâindividuo di farmaci che possano interferire. In generale, secondo il National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases, se la dieta viene rispettata, e la malattia è solo allâinizio, è possibile restituire un funzionamento normale allâintestino, con ricostituzione dei villi, in un periodo pari a 3-6 mesi. In adulti malati da tempo, la dieta riesce a eliminare i sintomi in periodi piĂš lunghi, fino a 2 anni. Seguire una dieta priva di glutine significa cambiare stile di vita ed eliminare tutti gli alimenti derivati da grano, orzo e potenzialmente altri cereali, quindi quasi tutti gli alimenti confezionati, dalle merendine alle torte, la pasta, il pane e la pizza. La carne, le verdure, la frutta, il latte, lâolio, il riso e il mais invece non contengono glutine e quindi possono entrare tranquillamente nella dieta del celiaco. Esistono ormai sul mercato diversi prodotti sostitutivi, che portano disegnato il logo con la spiga sbarrata e la specifica dicitura gluten free, e permettono al celiaco di seguire
Diagnosi di celiachia
⢠Una diagnosi sintomatologica di
celiachia è difficile, perchÊ i sintomi sono troppo simili a quelli di altre malattie, tra cui molte patologie infiammatorie, infettivologiche e funzionali del tenue e/o del colon, inclusa la sindrome da colon irritabile. Inoltre, in una percentuale non piccola dei casi, la celiachia non sviluppa alcun sintomo evidente pur comportando un danno della mucosa del tenue
⢠La diagnosi di certezza è legata a due analisi mirate, di cui una sierologia e lâaltra bioptico-istologica
⢠Lâanalisi sierologica valuta il livello
di anticorpi (IgA) specifici antitransglutaminasi e anti-endomisio. Nel caso in cui il soggetto presenti un deficit di IgA allora si andranno a valutare le IgE anti-transglutaminasi
⢠Il test istologico invece consiste nella valutazione al microscopio di biopsie intestinali con valutazione diretta del danno della mucosa enterica e dellâatrofia dei villi intestinali
⢠Se lâesame sierologico risulta positivo la diagnosi di celiachia deve essere confermata con la biopsia duodenale
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alimentazione comunque una dieta bilanciata. In alternativa o in combinazione, è possibile utilizzare farine e altri derivati delle patate, del riso, della soia o di altri legumi. Il problema maggiore per chi è affetto da celiachia risiede nella difficoltĂ di acquisire costantemente informazioni dettagliate sulla presenza o meno di glutine (anche se in tracce) in ogni piatto proposto al ristorante o in una mensa o in ogni prodotto in vendita al supermercato. La verità è che il glutine può essere ânascostoâ nei cibi, e perfino in alcuni farmaci, come additivo, conservante o aroma. Ă quindi necessario richiedere informazioni dettagliate su ogni singolo prodotto che si desidera acquistare e utilizzare. La situazione è notevolmente migliorata negli ultimi anni: molti ristoranti specificano nei menu le portate gluten free e sugli scaffali dei supermercati compare sempre piĂš spesso la spiga sbarrata e la dicitura sui prodotti sicuri per le persone celiache. Le associazioni dei malati affetti da celiachia e alcuni siti di istituzioni sanitarie forniscono informazioni dettagliate su quali siano i prodotti ammessi e quelli vietati nella dieta dei celiaci. Purtroppo anche piccole quantitĂ di glutine nella dieta sono responsabili di un mantenimento del danno istologico o di una ripresa del danno dopo normalizzazione della mucosa intestinale. Ă stata infatti dimostrata la mancata normalizzazione della morfologia della mucosa in un paziente che ha assunto un milligrammo di glutine al giorno per due anni. Questo paziente era diventato completamente asintomatico e presentava normalizzazione dei test sierologici, però manteneva la presenza di lesioni istologiche a carico della mucosa intestinale. Il messaggio che deriva da queste osservazioni è che il paziente affetto da celiachia deve seguire una dieta rigorosamente priva di glutine nellâarco di tutta la vita per scongiurare non solo sintomi clinici ma anche i danni istologici e le conseguenze biologiche ed epidemiologiche a questi correlate.
Classificazione della celiachia LâAssociazione Italiana Celiachia (AIC), www.celiachia.it, classifica la malattia in forme diverse:
⢠tipica, che ha come sintomatologia la diarrea e lâarresto della crescita
⢠atipica, che si presenta tardivamente
con sintomi soprattutto extraintestinali (come lâanemia)
⢠silente, nella quale mancano sintomi evidenti
⢠potenziale, evidenziata da esami
sierologici positivi ma con biopsia intestinale normale
Alimenti vietati Frumento, segale, orzo, farro, avena, trĂŹtico (in farina, in granella o in fiocchi), pane, pan carrĂŠ, pane integrale, toast, focaccia, pizza, piadina, pangrattato, grissini, cracker, fette biscottate, brioche, biscotti, pasticcini, torte, merendine, pasta di qualunque tipo e formato, tortellini, ravioli, gnocchi (di patate giĂ pronti, di semolino o alla romana), malto, yogurt al malto o ai cereali, corn flakes al malto, muesli, misti di verdure con farro o orzo, cibi infarinati e impanati, frutta secca infarinata (fichi secchi), caffĂŠ dâorzo, birra, gin, whisky, vodka, alcolici come amari e infusi con alcol di origine sconosciuta.
Celiachia e familiaritĂ
⢠Data la natura genetica della celiachia,
è opportuno effettuare uno screening sierologico con determinazione del tasso di anticorpi specifici in tutti i parenti di primo grado del paziente (genitori, fratelli e figli) e far seguire il test bioptico-istologico in chi è positivo alla sierologia
Alimenti a rischio Salse, ragĂš e altri sughi pronti, castagne, insaccati cotti, dadi per il brodo, brodo granulare, estratti di carne e insaporitivi, patatine e verdure surgelate, zuppe e minestre liofilizzate o precotte, purè istantaneo, margarina, oli (di semi vari e altri prodotti âmistiâ per 174
riso e celiachia friggere), formaggi filanti e formaggini spalmabili, panna a lunga conservazione, maionese, senape, yogurt alla frutta, aceto, merendine, creme, budini e dessert preconfezionati, gelati, zucchero a velo, lievito per dolci e per panificazione, surrogati del caffÊ, caffè solubile, dolcificanti (se non consigliati dal medico).
La dieta gluten free e lâeducazione nutrizionale del paziente celiaco
Alimenti permessi Riso, mais, patate, castagne, brodo vegetale e di carne, tutte le carni (suine, bovine, ovine, caprine, avicole, selvaggina), tutti i pesci e i molluschi, prosciutto crudo, formaggi stagionati, verdura, legumi, frutta, latte, uova, burro, strutto, lardo, panna fresca, yogurt, olio extravergine dâoliva, olio dâoliva, olio di arachidi, olio di soia, olio e amido di mais, olio di girasole, di noci, di vinaccioli, erbe aromatiche, sale, alimenti sottolio, funghi secchi e freschi, frutta secca col guscio, olive, camomilla, tisane, caffè, tè, bibite gassate e non, acqua, spumante, champagne, vino, zucchero e miele. Nel gruppo dei cereali sono permessi al paziente celiaco soltanto il riso e il mais. Per questo sono stati sviluppati numerosi cibi derivati dal riso; oggi questi prodotti alimentari sono numerosissimi e presentano molte caratteristiche nutrizionali peculiari. La maggior parte di questi cibi, giĂ da secoli prodotti e consumati nei Paesi orientali, sono stati da poco tempo introdotti con successo anche nellâalimentazione occidentale. Inizialmente indirizzati ai soggetti celiaci, oggi questi prodotti ricoprono una buona quota di mercato in quanto sono stati ben accolti da tutti i consumatori grazie alle loro pregevoli caratteristiche organolettiche, oltre che nutrizionali. Questi prodotti sono: bevanda o latte di riso, semolino di riso, pasta di riso, prodotti da forno a base di riso (gallette, grissini, biscotti, pane ecc.), olio di riso, dessert a base di riso, bevande alcoliche e aceto.
⢠à estremamente importante che il
paziente celiaco venga adeguatamente educato per quanto riguarda le sue scelte alimentari da personale esperto e preparato (medico dietologo oppure dietista). Infatti sono numerosissimi gli alimenti che devono essere evitati ed è quindi necessario che il paziente celiaco impari a leggere attentamente le etichette dei cibi
Foto R. Angelini
La dieta gluten free e il riso
⢠Nel gruppo dei cereali sono permessi
soltanto il riso e il mais. Per questo sono stati sviluppati numerosi prodotti derivati dal riso che possono essere assunti dai soggetti celiaci: pasta di riso, biscotti di riso...
Pasta di riso venduta in un mercato dello Yunnan, Cina
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il riso
alimentazione Riso in cucina Lucia Raina, Mariangela Rondanelli, Annalisa Opizzi
www.colturaecultura.it Diritti di sfruttamento economico: Bayer CropScience S.r.l. Realizzazione editoriale: ART Servizi Editoriali S.r.l. I nomi di coloro che hanno realizzato le fotografie sono riportati sopra le stesse; in tutti gli altri casi le immagini sono state fornite dagli Autori di ciascun capitolo o reperite da agenzie fotografiche. Crediti: le foto alle pagine 1 (Lorelyn Medina) e 596 (Gennady Kravestky) sono dellâagenzia Dreamstime.com. Le foto alle pagine 104 e 105 sono di Renato Guttuso Š Renato Guttuso by SIAE 2008.
alimentazione Riso in cucina Introduzione Solo da pochi secoli il riso è un alimento per tutti. Addirittura in Giappone per molto tempo fu un nutrimento dâĂŠlite, riservato solo alle classi feudali come i guerrieri samurai e i mercanti; il contadino che lo produceva non aveva diritto a consumarlo e solo dopo la metĂ del 1800 fu concesso a tutta la popolazione di utilizzarlo. Nellâepoca greco-romana, e poi fino al Medioevo, il riso era considerato una spezia molto costosa e, di conseguenza, era usata solo nelle occasioni piĂš importanti o come medicamento capace di risolvere le affezioni intestinali e gastriche, ingrediente per dolci da acquistare comunque dallo speziale a prezzi non certamente accessibili al popolo. Nel libro di spese dei Conti di Savoia (anno 1250 circa) si trovano annotazioni sullâacquisto di alcuni etti. Il riso da spezia medicamentosa diventa, nel tempo, ingrediente in cucina e vanta una lunga tradizione soprattutto nei popoli orientali per i quali è stato, per numerosi secoli, lâunico alimento a conferma di come questo chicco racchiuda importanti principi salutistici, benefici e funzionali. Nellâottica di una dieta, il cui significato sia principalmente âregime alimentareâ e non âregime restrittivoâ , il riso può essere considerato âcereale della saluteâ per una nuova alimentazione che nasce dal riso e risponde alle esigenze di chi vuole mangiare per piacere, ma soprattutto per star bene.
Cupola di riso alla barbabietola rossa e gorgonzola: lâidea della ricetta
⢠Siamo partiti dal colore rosso,
desideravamo un impatto cromatico molto forte che non fosse derivato dal pomodoro. La barbabietola rossa raggiunge tale scopo creando un risotto dal sapore delicato che viene ravvivato da una salsa fondente al gorgonzola. Un piatto semplice da preparare, a patto che dedichiate qualche minuto in piÚ per la cottura in forno... ma il risultato è bello da vedere e gradevole da assaporare
Ingredienti per 4 persone
⢠220 g di riso Carnaroli ⢠120 g di barbabietola rossa ⢠20 g di olio ⢠1 dado vegetale
Cupola di riso alla barbabietola rossa e gorgonzola Mettere a bollire circa 70 cl di acqua con un dado vegetale. Nel frattempo tagliare a julienne (in piccoli filamenti) la barbabietola
Per la salsa al gorgonzola: ⢠200 g di gorgonzola dolce ⢠2 cucchiai abbondanti di panna ⢠sale, pepe
Foto Calcagni/Arachno
Abbinamenti
⢠Si consiglia di far seguire a questo
piatto un secondo leggero (per es. orata al cartoccio con limone) con una bella porzione di insalata mista preparata con lattuga, sedano e carote. Per concludere andrebbe benissimo una macedonia di arance, mele e pere, quindi frutta di stagione
176
riso in cucina rossa. Quando lâacqua con il brodo vegetale è in ebollizione versare i 20 g di olio nella pentola a pressione, fare scaldare leggermente e versare la barbabietola in modo da farla soffriggere per circa 1 minuto. A questo punto versare il riso Carnaroli, farlo amalgamare velocemente con la barbabietola e immediatamente versare tutto il brodo, mescolando in modo da non far attaccare il riso al fondo. Chiudere la pentola a pressione e, dal momento in cui inizia a fischiare, calcolare 7 minuti. DopodichĂŠ aprire la pentola, dare una mescolata e controllare che lâacqua sia assorbita (se non lo è terminare la cottura a pentola aperta). Mentre il risotto cuoce, tagliare in piccoli pezzi il gorgonzola e mescolarlo insieme alla panna che si verserĂ piano piano fino a ottenere una crema, nel caso farsi aiutare da un frullatore. Quando la salsa è pronta unire sale e pepe e mescolare. A questo punto imburrare un tazzone e riempirlo con il riso, infornare in forno preriscaldato e cuocere a 180° per 4/5 minuti. Togliere dal forno e rovesciare la cupola di riso nel piatto. Ă il momento di versare la salsa, facendo attenzione che il piatto vada servito subito per evitare che la salsa si sciolga troppo al contatto con il calore del risotto. Buon appetito!
Valori nutrizionali di una porzione
ProprietĂ degli ingredienti Il riso possiede alcune caratteristiche nutrizionali peculiari tali da renderlo un ingrediente principe dellâalimentazione mediterranea: è ricco di carboidrati facilmente digeribili e contiene una serie di molecole che si sono dimostrate positive per il benessere dellâorganismo: fattore antidiarroico, peptidi bioattivi antiipertensivi. Inoltre, nel riso, il rapporto sodio/potassio è a favore del potassio e questa positiva caratteristica rende il riso un alimento adatto a tutti, in particolare ai soggetti ipertesi che possono trarre beneficio dallâassunzione di questo alimento. La barbabietola rossa contiene preziose sostanze bioattive che facilitano la digestione e il funzionamento del fegato e controllano i livelli di colesterolo. Come tutte le radici, è ricca di minerali, in particolare: magnesio, fosforo, calcio, ferro e potassio. Bisogna comunque tenere conto che il contenuto di acido ossalico di questo vegetale non è trascurabile. Chi soffre di calcolosi renale deve quindi consumarne quantitĂ modeste. Ă leggermente diuretica e ricca di fibre che la rendono adatta a ridurre i processi infiammatori che interessano lâapparato digerente. La barbabietola rossa è, inoltre, ricca di antociani (molecole responsabili del colore rosso), sostanze importanti per la loro attivitĂ antiossidante e quindi di opposizione allâinvecchiamento cellulare. Il gorgonzola è un formaggio erborinato molle. Ă ricco in minerali (calcio e fosforo) e vitamine (in particolare quelle del gruppo B), contiene una notevole quantitĂ di proteine nobili e una percentuale di grassi non particolarmente elevata se paragonata ad altri formaggi. 177
Energia
440 kcal
Proteine totali Animali Vegetali
14,02 g 9,84 g 4,18 g
Lipidi totali Animali Vegetali
21,93 g 16,6 g 5,33 g
Colesterolo
46,80 mg
Glucidi disponibili Amido Solubili
49,63 g 48,07 g 1,56 g
Fibra totale
1,55 g
Calcio
319,65 mg
Fosforo
253,25 mg
Potassio
>224,05 mg
Sodio
>755,20 mg
Ferro
0,61 mg
Zinco
2,11 mg
Tiamina
0,05 mg
Riboflavina
0,12 mg
Niacina
1,23 mg
Vitamina A
192,90 Îźg
Vitamina C
2,15 mg
Vitamina B6
>0,21 mg
Vitamina E
>0,58 mg
Acido folico
>67,65 Îźg
alimentazione Risotto al curry e acciughe su anello di melone bianco Mettere a bollire circa 70 cl di acqua con un dado vegetale. Nel frattempo tagliare in pezzetti le tre piccole acciughe. Attenzione a non esagerare con esse in quanto il loro sapore deve risultare appena percettibile. Quando lâacqua con il brodo vegetale è in ebollizione versare i 20 g di olio nella pentola a pressione e fare scaldare leggermente. A questo punto versare il riso Carnaroli, farlo soffriggere leggermente nellâolio e immediatamente versare tutto il brodo, mescolando in modo da non far attaccare il riso al fondo. Versare i tre cucchiaini di curry in polvere e le acciughe. Chiudere la pentola a pressione e al momento in cui inizia a fischiare calcolare 7 minuti. DopodichĂŠ aprire la pentola, dare una mescolata e controllare che lâacqua sia assorbita (se non lo è terminate la cottura a pentola aperta). Nel frattempo che il risotto cuoce, tagliare in anelli il melone bianco e togliete i semi, utilizzare un anello per ogni porzione. Una volta che il risotto è pronto, versarlo al centro dellâanello di melone. Si può anche realizzare una variante suddividendo in spicchi lâanello di melone e distanziandoli leggermente tra loro. Buon appetito!
Risotto al curry e acciughe su anello di melone bianco: lâidea della ricetta
⢠Tutto è nato dallâidea di tagliare
il melone bianco in anelli anzichĂŠ longitudinalmente. Il gusto morbido del frutto invernale viene ravvivato dallâaroma speziato del curry, con un retrogusto piccante di acciughe. Anche questa volta un piatto che desidera proporre accostamenti allâapparenza inconsueti, ma davvero interessanti da sperimentare
Proprietà degli ingredienti Questa è una ricetta ricca di sapore ma allo stesso tempo stesso povera di calorie (276 kcal a porzione). Questo vantaggio è Ingredienti per 2 persone
⢠220 g di riso Carnaroli ⢠1 melone invernale (quelli gialli con lâinterno di colore bianco) ⢠3 cucchiaini di curry in polvere ⢠3 acciughine sottâolio ⢠20 g di olio ⢠1 dado vegetale
Abbinamenti
⢠Questo piatto potrebbe essere seguito da petto di pollo alle erbe con un contorno di broccoli al vapore e un frutto (per esempio mela)
178
riso in cucina dato principalmente dal curry, il quale è una miscela di spezie (zenzero, curcuma, cardamomo, coriandolo, pepe nero, cumino e noce moscata, ma anche fieno greco, chiodi di garofano, cannella e peperoncino in proporzioni variabili) e pertanto dĂ gusto e aroma agli alimenti senza apportare energia. Dal punto di vista nutrizionale questo piatto risulta particolarmente ricco di potassio, vitamina A e C grazie alla presenza del melone tra gli ingredienti. Il potassio è un macroelemento la cui assunzione è indispensabile per il corretto funzionamento delle cellule nervose (il potassio è, infatti, indispensabile per la trasmissione degli impulsi nervosi) e il controllo della contrazione dei muscoli (compreso il muscolo cardiaco). Il contenuto corporeo di potassio è un buon indice del contenuto di massa magra di un individuo, in quanto il potassio è proporzionale alla massa corporea cellulare. Inoltre questo minerale contrasta gli effetti negativi del sodio: unâalimentazione ricca di potassio riduce la pressione arteriosa e la ritenzione di liquidi. Questo minerale, quindi, ha numerosi effetti benefici su tutto il corpo, in particolare sullâapparato cardiovascolare. Il potassio, sebbene sia contenuto in buona quantitĂ in molti alimenti, è, però, un minerale che viene perso a causa dei trattamenti di conservazione industriali e durante la cottura in acqua, per cui quello realmente assimilato è, molte volte, insufficiente.
Valori nutrizionali di una porzione
Foto Calcagni/Arachno
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Energia
276 kcal
Proteine totali Animali Vegetali
6,03 g 1,68 g 4,35 g
Lipidi totali Animali Vegetali
5,79 g 0,26 g 5,53 g
Colesterolo
7 mg
Glucidi disponibili Amido Solubili
53,23 g 48,07 g 5,16 g
Fibra totale
1,47 g
Calcio
39,10 mg
Fosforo
101,60 mg
Potassio
>247,30 mg
Sodio
>37,70 mg
Ferro
0,91 mg
Zinco
>0,87 mg
Tiamina
0,05 mg
Riboflavina
0,06 mg
Niacina
2,62 mg
Vitamina A
8,20 Îźg
Vitamina C
12 mg
Vitamina B6
>0,23 mg
Vitamina E
>0,40 mg
Acido folico
>13,90 Îźg
alimentazione Risotto alla bottarga con purea di fave verdi Mettere a bollire 50 cl di acqua con un dado vegetale, nel frattempo sgocciolare le fave verdi e frullarle nel mixer insieme a 20 g di olio dâoliva. Una volta che il brodo vegetale è in ebollizione, in una padella soffriggere, nei 20 g di olio restanti, le carote e le cipolle sminuzzate (oppure il soffritto surgelato) e aggiungere, dopo un paio di minuti, il riso Carnaroli e un mestolo di brodo alla volta, avendo cura che il riso sia spesso mescolato e bagnato nel brodo. Cuocere per circa 20 minuti o sino a quando il brodo è terminato. Aggiungere alla fine i due cucchiaini colmi di bottarga in polvere. Mantecare quindi il risotto con il burro e, una volta nel piatto, ricoprirlo con la purea di fave che si è realizzata. Buon appetito!
Risotto alla bottarga con purea di fave verdi: lâidea della ricetta
⢠Un accostamento di sapori molto
speciale: il gusto particolare della bottarga che si fonde nella cremositĂ della purea di fave verdi
Ingredienti per 2 persone
⢠140 g di riso Carnaroli ⢠100 g di fave verdi sgocciolate (si trovano in scatola)
⢠2 cucchiaini colmi di bottarga in polvere
⢠Carote e cipolle per soffritto (si può utilizzare anche il comodo soffritto a cubetti surgelato) ⢠40 g di olio ⢠50 g di burro ⢠1 dado vegetale
Abbinamenti
⢠Questa ricetta è particolarmente
ricca di lipidi e pertanto si consiglia di considerarla un âpiatto unicoâ. Come tale potrebbe essere seguito da un contorno di zucchine al vapore e da una macedonia mista di frutti di bosco. Per lâaltro pasto della giornata si suggerisce un piatto di passato di verdura con crostini, una porzione di pesce magro (ad esempio trota al cartoccio), unâinsalata mista e, per chiudere, una pera
180
riso in cucina ProprietĂ degli ingredienti Dal punto di vista nutrizionale le fave rappresentano un ingrediente particolare di questa preparazione perchĂŠ apportano numerosi e importanti principi nutritivi. Le fave appartengono alla famiglia delle leguminose e sono ricche di vitamine del gruppo B, ferro e fosforo. Come per tutti gli altri legumi, anche le proteine delle fave sono carenti di aminoacidi solforati (in particolare di metionina) e ricche di lisina. I legumi vanno quindi abbinati ai cereali (in questo caso il riso), le cui proteine sono carenti di lisina, mentre sono ricche di aminoacidi solforati: insieme, quindi, ci forniscono un apporto proteico adeguato. Le fave sono pertanto particolarmente indicate per chi consuma poca carne e latte oppure per chi è vegetariano. Visto lâelevato apporto energetico derivante dai lipidi, nellâarco della giornata utilizzare per tutte le altre preparazioni esclusivamente 1 cucchiaio da cucina (10 ml) di olio extravergine dâoliva.
Valori nutrizionali di una porzione
Foto Calcagni/Arachno
181
Energia
703,25 kcal
Proteine totali Animali Vegetali
13,34 g 5,53 g 7,81 g
Lipidi totali Animali Vegetali
45,24 g 24,71 g 20,53 g
Colesterolo
128,50 mg
Glucidi disponibili Amido Solubili
65,03 g 63,08 g 1,95 g
Fibra totale
3,95 g
Calcio
26,35 mg
Fosforo
114,20 mg
Potassio
221,75 mg
Sodio
25,45 mg
Ferro
1,43 mg
Zinco
1,58 mg
Tiamina
>0,15 mg
Riboflavina
>0,08 mg
Niacina
>1,63 mg
Vitamina A
321,80 Îźg
Vitamina C
12,90 mg
Vitamina B6
>0,27 mg
Vitamina E
>0,40 mg
Acido folico
>13,90 Îźg
alimentazione Muesli di riso, arancia e cioccolato con crema al mascarpone e zenzero Muesli di riso, arancia e cioccolato con crema al mascarpone e zenzero: lâidea della ricetta
Riempire una scodella da colazione di muesli arancia e cioccolato e ricoprirlo completamente con il latte di riso per farlo ammorbidire. Separare le uova dal tuorlo e dallâalbume. Frullare i due tuorli insieme allo zucchero fino a ottenere una crema chiara. Successivamente montare a neve separatamente gli albumi e incorporarli con un mestolo in legno unendoli delicatamente al mascarpone e alla crema di tuorli e zucchero. Frullare il tutto fino a realizzare una crema chiara e senza grumi. Aggiungere quindi lo zenzero in polvere. Se si ama il gusto speziato aggiungere ancora un poâ di zenzero oltre alla dose consigliata accertandosi di mescolarlo bene e amalgamarlo alla crema. Prendere a questo punto la scodella con il muesli, che nel frattempo si sarĂ ammorbidito e gonfiato con il latte di riso, e scolarlo in un colapasta per far uscire tutto il liquido. Compattare quindi il muesli con un cucchiaio strizzandolo verso il fondo del colapasta e poi ricoprire il fondo delle tre coppette con il muesli avendo cura di premerlo bene sul fondo di ognuna. Versare ora la crema allo zenzero sulla base di muesli e mettere in frigorifero per 3-4 ore.
⢠Sperimentiamo una fresca crema
al mascarpone speziata con lo zenzero su una base di muesli allâarancia e cioccolato utilizzato anche come croccante decorazione. Usciamo quindi dagli schemi di utilizzare il muesli solo a colazione: reinventiamo un gustoso dessert per le serate estive in terrazza
Ingredienti per 3 coppette da dessert
⢠Una scodella quasi colma di muesli arancia e cioccolato
⢠Latte di riso fino a riempire una scodella da colazione
⢠100 g di mascarpone ⢠2 uova ⢠1 cucchiaio e mezzo di zucchero ⢠1 cucchiaino di zenzero in polvere Abbinamenti
⢠Piatto ricco di lipidi e di zuccheri
semplici. Gli zuccheri non richiedono una lunga digestione e quindi sono immediatamente assimilati dal nostro organismo e la loro energia è pronta e disponibile nel nostro corpo in pochi minuti (energia di pronto utilizzo). Si consiglia pertanto di farlo precedere da un pasto piuttosto leggero, per es.: branzino al sale accompagnato da unâabbondante insalatona preparata con insalata mista a carote, sedano e pomodori. E per concludere una bella passeggiataâŚ
182
riso in cucina Quando si estrarranno le coppette dal frigo decorarle con una granella di muesli, questa volta preso direttamente dalla confezione, per dare un tocco di croccante piacere alla ricetta. Buona degustazione!
Valori nutrizionali di una porzione
ProprietĂ degli ingredienti La caratteristica principale di questo dolce è la presenza dello zenzero tra gli ingredienti. Lo zenzero è una pianta erbacea originaria dellâAsia orientale, ricca di principi attivi responsabili delle sue numerose azione positive per lâorganismo: per esempio ha un effetto antiulceroso, inibisce lâaggregazione piastrinica, aumenta la secrezione di bile, protegge il fegato e ha unâazione antiipertensiva. Inoltre risulta possedere proprietĂ anti-aging perchĂŠ stimola lâorganismo nella produzione di enzimi e antiossidanti che combattono lâinvecchiamento cellulare. Inoltre questa spezia è tenuta in gran considerazione dalla farmacopea cinese come stimolante generale ed efficace ricostituente contro lâaffaticamento e lâastenia. Nella medicina araba lo zenzero è molto apprezzato come afrodisiaco e diversi popoli dellâAfrica affermano che mangiare regolarmente zenzero protegge dalle punture delle zanzare. Foto Calcagni/Arachno
183
Energia
486,49 kcal
Proteine totali Animali Vegetali
11,26 g 7,71 g 3,55 g
Lipidi totali Animali Vegetali
28,99 g 19,95 g 9,4 g
Colesterolo
232,95 mg
Glucidi disponibili Amido Solubili
>45,46 g >18,00 g >21,13 g
Fibra totale
1,75 g
Calcio
42,49 mg
Fosforo
>221,01 mg
Potassio
73,59 mg
Sodio
204,43 mg
Ferro
1,08 mg
Zinco
0,70 mg
Tiamina
0,65 mg
Riboflavina
0,85 mg
Niacina
7,57 mg
Retinolo equivalenti
206,49 Îźg
Vitamina C
â
Vitamina B6
0,91 mg
Vitamina E
0,77 mg
Acido folico
108,63 Îźg
alimentazione Coppe di indivia al forno con riso al nero di seppia e mandorle Coppe di indivia al forno con riso al nero di seppia e mandorle: lâidea della ricetta
Mettere a bollire circa 70 cl di acqua con un dado vegetale, nel frattempo lavare e strizzare con un foglio di carta da cucina i cespi di indivia fino a che non sono asciutti. Quando lâacqua con il brodo vegetale è in ebollizione versare i 20 g di olio nella pentola a pressione e fare scaldare leggermente. A questo punto versare il riso Carnaroli e il contenuto della bustina di nero di seppia, mescolando in modo da non far attaccare il riso al fondo e farlo amalgamare al condimento. Chiudere la pentola a pressione e dal momento in cui inizia a fischiare calcolare 7 minuti. DopodichĂŠ aprire la pentola, dare una mescolata e controllare che lâacqua sia assorbita (se non lo è terminare la cottura a pentola aperta). Aggiungere il burro per mantecare il riso. Tagliate a metĂ in senso longitudinale i cespi di indivia e svuotarli della parte centrale per far spazio al riso. Riempirli quindi con il riso aiutandosi con un cucchiaio. Guarnire con le mandorle a fette la parte superiore di ogni porzione, inserire le porzioni in una teglia antiaderente con alla base un foglio di carta forno e inserire nel forno preriscaldato a 180 °C per circa 7/8 minuti fino a che non si vedranno le mandorle assumere il colore tostato. Al termine della cottura si può servire questo piatto caldo oppure far raffreddare la composizione e gustarlo anche a temperatura ambiente. Buon appetito!
⢠Una verdura tipicamente nordica,
croccante e saporita, accompagnata alle mediterraneità del riso al nero di seppia e mandorle. Un vero e proprio mix di culture gastronomiche che può dare un tocco di innovazione a una cena o un pranzo informali
Ingredienti per 2 persone
⢠100 g di riso Carnaroli ⢠4 cespi di indivia detta anche insalata
belga (ognuno verrĂ tagliato a metĂ cosĂŹ da formare due porzioni per ogni commensale) ⢠1 bustina di nero di seppia (la dose per una o due persone) ⢠Carote e cipolle per soffritto (si puoâ utilizzare anche il comodo soffritto a cubetti surgelato) ⢠20 g di olio ⢠50 g di burro ⢠1 dado vegetale ⢠20 g di mandorle a fette
Abbinamenti
⢠Essendo questa ricetta ricca di lipidi e povera di carboidrati, si suggerisce di abbinarla al piatto di polpo con patate e, per concludere il pasto, andrebbe benissimo una macedonia estiva di pesche e melone
184
riso in cucina ProprietĂ degli ingredienti Lâingrediente piĂš interessante dal punto di vista nutrizionale di questa ricetta è lâindivia. Questo vegetale è una buona fonte di vitamina B9 (acido folico). Come la maggior parte delle vitamine lâacido folico non può essere sintetizzato dal nostro organismo, ma deve essere assunta con il cibo. Questa vitamina è particolarmente utile in gravidanza: infatti dagli studi condotti negli ultimi decenni è stato dimostrato che lâacido folico è indispensabile nella riduzione del rischio di malformazioni neonatali, particolarmente di quelle a carico del tubo neurale (come la spina bifida). Questo piatto, inoltre, apporta circa il 30% della vitamina C che è necessaria al nostro organismo ogni giorno. La vitamina C (conosciuta anche con il nome di acido ascorbico) svolge nel nostro corpo molteplici funzioni indispensabili per la nostra salute. Tra le tante, interviene nei processi di difesa delle cellule contrastando lâeffetto negativo dei radicali liberi dellâossigeno. I radicali liberi sono dei prodotti di âscartoâ che si formano naturalmente in tutte le cellule del nostro corpo quando lâossigeno viene utilizzato nei processi metabolici per produrre energia (ossidazione). Se sono in quantitĂ minima queste sostanze aiutano il sistema immunitario nellâeliminazione dei germi, ma in quantitĂ eccessiva provocano lâinvecchiamento precoce delle cellule. Lâinquinamento e le sostanze tossiche come la nicotina presente nelle sigarette causano un aumento dei radicali liberi nel nostro corpo. La vitamina C in collaborazione con la vitamina E combatte i radicali liberi (azione antiossidante) e quindi lâinvecchiamento cellulare.
Valori nutrizionali di una porzione
Foto Calcagni/Arachno
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Energia
283,89 kcal
Proteine totali Animali Vegetali
3,63 g 0,10 g 3,53 g
Lipidi totali Animali Vegetali
18,74 g 10,84 g 7,90 g
Colesterolo
32,50 mg
Glucidi disponibili Amido Solubili
26,92 g 21,85 g 5,07 g
Fibra totale
2,92 g
Calcio
79,00 mg
Fosforo
90,98 mg
Potassio
352,45 mg
Sodio
33,96 mg
Ferro
1,51 mg
Zinco
0,93 mg
Tiamina
>0,07 mg
Riboflavina
>0,20 mg
Niacina
>0,98 mg
Retinolo equivalenti
498,28 Îźg
Vitamina C
>19,75 mg
Vitamina B6
>0,16 mg
Vitamina E
3,93 mg
Acido folico
>90,90 Îźg
alimentazione Riso al melograno e zucca Mettere a bollire circa 70 cl di acqua con un dado vegetale, nel frattempo lavare e asciugare con carta da cucina i melograni, tagliarne la parte superiore creando un piccolo coperchio e svuotare la parte interna. A questo punto sgranare i semi e frullarli in modo da ottenere una salsa. Avvolgete i melograni con della pellicola o dellâalluminio in modo da non farli rovinare allâaria. Tagliare a dadi grossi la zucca. Quando lâacqua con il brodo vegetale è in ebollizione versare i 20 g di olio nella pentola a pressione e fare scaldare leggermente. Versare il soffritto e la zucca facendola rosolare un minuto. A questo punto versare il riso Carnaroli e il brodo mescolando velocemente. Aggiungere quindi il frullato di semi di melograno. Chiudere la pentola a pressione e dal momento in cui inizia a fischiare calcolare 7 minuti. DopodichĂŠ aprire la pentola, dare una mescolata e controllare che lâacqua sia assorbita (se non lo è terminare la cottura a pentola aperta). Unire il pizzico di origano. Lasciare raffreddare per qualche minuto il riso mescolandolo per far sciogliere la zucca in piccoli pezzi e
Riso al melograno e zucca: lâidea della ricetta
⢠Ho sempre amato il melograno per il
suo colore rosso intenso e per i grani succosi e profumati. Ho quindi pensato di unire il sapore pungente di questo frutto con la morbida dolcezza della zucca, senza dimenticare lâorigano che aggiunge un tocco aromatico senza essere troppo invadente. Un gusto veramente da sperimentare per i palati piĂš desiderosi di nuovi accostamenti
Ingredienti per 4 persone
⢠100 g di riso Carnaroli ⢠4 melograni maturi ⢠200 g di zucca ⢠Carote e cipolle per soffritto (si può utilizzare anche il comodo soffritto a cubetti surgelato) ⢠20 g di olio ⢠1 dado vegetale ⢠1 pizzico di origano
Abbinamenti
⢠Questo piatto potrebbe essere seguito
da un arrosto di vitello con patate al rosmarino e per terminare il pasto una macedonia di kiwi, mele e arance con succo di limone
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riso in cucina successivamente riempire i melograni che si sono svuotati. Al termine della cottura si può servire questo piatto caldo oppure far raffreddare la composizione e gustarlo anche a temperatura ambiente. Buon appetito!
Valori nutrizionali di una porzione
ProprietĂ degli ingredienti Ă un piatto povero di grassi e di calorie, ma ricco di gusto e valore nutrizionale grazie alla presenza del melograno e della zucca. Il melograno possiede significative proprietĂ terapeutiche: è, infatti, ricco di flavonoidi, sostanze che proteggono il cuore e le arterie, perchĂŠ rallentano i processi ossidativi alla base dellâaterosclerosi e delle altre malattie cardiovascolari. Questa ricetta è, inoltre, ricca di vitamina A. Questa vitamina svolge numerose azioni importanti nel nostro corpo. Ă indispensabile per un buon funzionamento dellâocchio. La carenza di vitamina A può causare problemi della vista: i primi sintomi sono rappresentati da un peggioramento della visione notturna. La vitamina A è, inoltre, utile per combattere le infezioni, perchĂŠ collabora al buon funzionamento del sistema immunitario ed è essenziale per mantenere la pelle sana ed elastica in quanto riduce gli effetti negativi del tempo e dellâinquinamento. Foto Calcagni/Arachno
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Energia
218 kcal
Proteine totali Animali Vegetali
3,05 g â 3,05 g
Lipidi totali Animali Vegetali
5,40 g â 5,40 g
Colesterolo
â
Glucidi disponibili Amido Solubili
42,00 g 22,10 g 19,90 g
Fibra totale
3,73 g
Calcio
>23,75 mg
Fosforo
68,00 mg
Potassio
458,00 mg
Sodio
35,00 mg
Ferro
0,95 mg
Zinco
0,95 mg
Tiamina
0,13 mg
Riboflavina
0,12 mg
Niacina
0,95 mg
Retinolo equivalenti
>436,75 Îźg
Vitamina C
12,50 mg
Vitamina B6
0,46 mg
Vitamina E
3,00 mg
Acido folico
19,00 Îźg
alimentazione Involtini di prosciutto S. Daniele con ripieno di riso ai broccoli e pomodorini Involtini di prosciutto S. Daniele con ripieno di riso ai broccoli e pomodorini: lâidea della ricetta
Mettere a bollire circa 70 cl di acqua con un dado vegetale, nel frattempo lavare il broccolo e spezzarlo in piccoli ciuffi. Tagliare in piccoli pezzi anche i pomodorini. Quando lâacqua con il brodo vegetale è in ebollizione versare i 20 g di olio nella pentola a pressione e fare scaldare leggermente. Versare il soffritto, i pomodorini e i broccoli rosolando il tutto per un minuto. A questo punto versare il riso Carnaroli e il brodo mescolando velocemente. Chiudere la pentola a pressione e, dal momento in cui inizia a fischiare, calcolare 7 minuti. DopodichĂŠ aprire la pentola, dare una mescolata e controllare che lâacqua sia assorbita (se non lo è terminare la cottura a pentola aperta). Unire un pizzico di paprika. Lasciare raffreddare per qualche minuto il riso mescolandolo per far sciogliere il condimento e amalgamare la paprika, lasciandolo riposare poi per qualche minuto in modo che acquisti consistenza. Stendere su un ripiano le fette di prosciutto S. Daniele (visto che il taglio è sottile si possono unire due fette per fare un involtino). A questo punto posizionare un cucchiaio colmo di risotto su ogni involtino e len-
⢠La combinazione di sapori tradizionali
è il fulcro della ricetta. Mi è piaciuto riscoprire la caratteristica dolcezza del prosciutto S. Daniele accostandolo a un risotto ai broccoli e pomodorini. Un viaggio di gusto tra il Friuli e la Sicilia
Ingredienti per 4 persone
⢠70 g di riso Carnaroli ⢠200 g di prosciutto S. Daniele tagliato
sottile ⢠1 broccolo verde di medie dimensioni ⢠Una decina di pomodorini Pachino ⢠20 g di olio ⢠1 dado vegetale ⢠1 pizzico di paprika
Abbinamenti
⢠Si consiglia di abbinare questo piatto
a una porzione di funghi trifolati con un panino al sesamo e per concludere spiedini di uva nera, ananas e banane
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riso in cucina tamente arrotolare il prosciutto (non dovrebbero essere necessari stuzzicadenti in quanto il prosciutto dovrebbe aderire bene a se stesso). Buon appetito!
Valori nutrizionali di una porzione
ProprietĂ degli ingredienti Ă una preparazione con un contenuto moderato di energia: solo 255 kcal a porzione. La presenza, però, di diversi ingredienti la rende nel contempo ricca di nutrienti. Troviamo i carboidrati complessi del riso uniti alle proteine nobili del prosciutto, quindi energia per il corpo e forza per il muscolo. Un ingrediente particolarmente positivo della ricetta è rappresentato dai broccoli. Questi vegetali fanno parte della famiglia delle crucifere e numerosi studi scientifici hanno dimostrato che sono essenziali nellâaiutare ad eliminare le sostanze nocive dal nostro corpo. In particolare, hanno effetti positivi sulla capacitĂ dellâorganismo di eliminare le sostanze cancerogene, cioè quelle molecole che sono responsabili dello sviluppo di tumori. Anche i pomodori contengono una sostanza, il licopene, che presenta unâimportante attivitĂ antitumorale. Lâassunzione, in associazione, di questi due vegetali è quindi estremamente positiva per lâorganismo. Foto Calcagni/Arachno
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Energia
254,66 kcal
Proteine totali Animali Vegetali
19,16 g 14,30 g 4,86 g
Lipidi totali Animali Vegetali
11,36 g 5,75 g 5,61 g
Colesterolo
33,00 mg
Glucidi disponibili Amido Solubili
20,27 g 15,73 g 4,54 g
Fibra totale
3,90 g
Calcio
46,08 mg
Fosforo
195,60 mg
Potassio
691,30 mg
Sodio
1381,08 mg
Ferro
2,21 mg
Zinco
3,53 mg
Tiamina
0,36 mg
Riboflavina
0,27 mg
Niacina
5,63 mg
Vitamina A
23,00 mg
Vitamina C
64,50 mg
Vitamina B6
0,59 mg
Vitamina E
3,46 mg
Acido folico
143,13 Îźg
alimentazione Risotto alle melanzane e uvetta aromatizzato allo zafferano Mettere a bollire circa 70 cl di acqua con un dado vegetale, nel frattempo lavare la melanzana e tagliarla a cubetti. Aprire la bustina di uva sultanina e farla rinvenire in un bicchiere dâacqua fredda. Quando lâacqua con il brodo vegetale è in ebollizione versare i 20 g di olio nella pentola a pressione e fare scaldare leggermente. Versare il soffritto, fare rosolare per un minuto e versare i cubetti di melanzana. A questo punto versare il riso Carnaroli e il brodo mescolando velocemente. Aggiungere lo zafferano facendolo sciogliere nel liquido di cottura. Scolare rapidamente lâuvetta e aggiungerla agli altri ingredienti, tenerne qualche chicco per la decorazione a fine cottura. Chiudere la pentola a pressione e dal momento in cui inizia a fischiare calcolare 6 minuti. DopodichĂŠ aprire la pentola, dare una mescolata e controllare che lâacqua sia assorbita (se non lo è terminare la cottura a pentola aperta). Lasciare raffreddare per qualche minuto il riso mescolandolo per far sciogliere il condimento. Prima di servire decorare ogni porzione con qualche acino di uvetta. Buon appetito!
Risotto alle melanzane e uvetta aromatizzato allo zafferano: lâidea della ricetta
⢠Un accostamento particolare che
unisce ingredienti della tradizione mediterranea (lo zafferano e la melanzana) al tocco esotico dellâuvetta. Un risotto colorato e dal sapore morbido ma dolcemente stuzzicante. Un vero toccasana cromatico e gustoso per ravvivare le grigie giornate invernali
Proprietà degli ingredienti Questa ricetta possiede un bassissimo potere calorico (177 kcal a porzione) come caratteristica principale: essa è la dimostrazione che è possibile mangiare piatti poveri di calorie, grassi e sale senza Ingredienti per 4 persone
⢠70 g di riso Carnaroli ⢠20 g di olio ⢠1 grossa melanzana ⢠1 bustina di uva sultanina ⢠1 bustina di zafferano ⢠1 dado vegetale
Abbinamenti
⢠Questo primo potrebbe essere seguito da un piatto di scaloppine di pollo ai funghi con lattuga e finocchi e 2 mandarini
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riso in cucina rinunciare al piacere della tavola: infatti la presenza della melanzana e dellâuvetta rende la pietanza gustosa e saporita senza apportare energia e grassi; inoltre, lo zafferano dona anche un colore tipico senza appesantire il piatto nĂŠ dal punto di vista calorico, nĂŠ dal punto di vista dellâimpegno digestivo. La pianta di zafferano (nome scientifico Crocus sativus) appartiene alla famiglia delle Iridaceae ed è una pianta originaria dei Paesi del Mediterraneo orientale. Per ottenere un chilo di zafferano occorrono 120.000-150.000 fiori dai quali si prelevano gli stimmi, rigorosamente a mano. Allo zafferano sono attribuite numerose proprietĂ , tra cui la capacitĂ di contrastare lâinvecchiamento, di stimolare il metabolismo e di facilitare la digestione, ma anche di abbassare la pressione sanguigna e di ridurre la quantitĂ di colesterolo e di trigliceridi assimilati nellâintestino con lâalimentazione. In particolare, lâelevato contenuto in carotenoidi (crocetina, crocina e picrocrocina) conferisce a questa spezia la virtĂš di antiossidante per eccellenza; i carotenoidi contrastano i radicali liberi, i maggiori responsabili dellâinvecchiamento cellulare. La melanzana ben si abbina in questo piatto. Essa è ricchissima di minerali, in particolare di fosforo, mentre tra le vitamine rilevante è la vitamina C. Molto abbondante è il contenuto in fibra, soprattutto insolubile. Inoltre, presenta un basso apporto calorico e ha attivitĂ coleretica, stimolante. Si ritiene che il suo consumo abbia effetti positivi sul fegato, stimoli la digestione, contribuisca a mantenere il bilancio idrosalino.
Valori nutrizionali di una porzione
Foto Calcagni/Arachno
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Energia
176,86 kcal
Proteine totali Animali Vegetali
2,29 g 0g 2,29 g
Lipidi totali Animali Vegetali
5,29 g 0g 5,29 g
Colesterolo
0 mg
Glucidi disponibili Amido Solubili
32,04 g 15,73 g 16,31 g
Fibra totale
3,02 g
Calcio
26,18 mg
Fosforo
47,40 mg
Potassio
298,60 mg
Sodio
25,48 mg
Ferro
0,96 mg
Zinco
0,38 mg
Tiamina
0,06 mg
Riboflavina
0,05 mg
Niacina
0,64 mg
Retinolo equivalenti
>0,60 Îźg
Vitamina C
6,00 mg
Vitamina B6
0,16 mg
Vitamina E
2,26 mg
Acido folico
19,20 Îźg
il riso
alimentazione Ricette Gianfranco Bolognesi
www.colturaecultura.it Diritti di sfruttamento economico: Bayer CropScience S.r.l. Realizzazione editoriale: ART Servizi Editoriali S.r.l. I nomi di coloro che hanno realizzato le fotografie sono riportati sopra le stesse; in tutti gli altri casi le immagini sono state fornite dagli Autori di ciascun capitolo o reperite da agenzie fotografiche. Crediti: le foto alle pagine 1 (Lorelyn Medina) e 596 (Gennady Kravestky) sono dellâagenzia Dreamstime.com. Le foto alle pagine 104 e 105 sono di Renato Guttuso Š Renato Guttuso by SIAE 2008.
alimentazione Ricette Introduzione Le ricette a base di riso che si possono preparare sono tantissime, in quanto questo cereale può essere utilizzato in cucina sia da solo sia con carne, pesce e verdure. Il riso è un ingrediente che permette inoltre di dare vita a preparazioni che possono essere servite come piatti unici, antipasti, minestre, secondi o addirittura dessert. Come primo piatto può essere asciutto o in brodo, dando vita a vere proprie minestre molto nutrienti e stuzzicanti. Questi primi sono in genere richiesti e apprezzati soprattutto da chi preferisce i cereali a grani interi rispetto agli sfarinati. Servito come secondo piatto, il riso orienta il menu in quanto dopo un risotto a base di pesce o crostacei è buona norma far seguire piatti marinari mentre, a un risotto cucinato con un brodo di carne, è opportuno procedere con piatti preferibilmente a base di carne. Per quanto riguarda la scelta dei risi, sono sicuramente da privilegiare le varietà italiane, come Baldo, Arborio, Carnaroli, Vialone Nano ecc., particolarmente adatti per la preparazione dei piatti tradizionali della nostra tavola, dagli squisiti risotti mantecati alle saporite minestre, mentre sono piÚ indicati per contorni o ingredienti di piatti esotici risi delle varietà ottenute dalla sottospecie indica, come il Basmati, dai chicchi sottili e profumati che meglio si prestano alla bollitura in acqua. Nelle diverse preparazioni a base di riso primeggiano nel nostro Paese, senza dubbio, i risotti, apprezzati e conosciuti in tutto il mondo. I risotti, in genere, sono caratterizzati da sapori piuttosto marcati in quanto presuppongono una tostatura iniziale del riso e una successiva cottura nel brodo, che viene fatto restringere costantemente in modo da conferire alla preparazione maggiore sapidità ; esempio classico è il tradizionale risotto alla milanese, che ha, inoltre, come elemento essenziale, lo zafferano, il quale conferisce a questo piatto un particolare aroma e colore.
Riso nella cucina italiana
⢠Ricette a base di riso sono presenti
in tutte le regioni del nostro Paese, ma è indubbio che, nelle aree risicole tradizionali, quali Piemonte, Lombardia e Veneto, vi sia una scelta di risotti molto piÚ ampia, alcuni dei quali strettamente legati a varietà coltivate localmente
Riso e vino
⢠Data la grande versatilità del riso
in cucina, presentandosi con sapori molto diversi, da quelli piĂš delicati a quelli piĂš intensi, lâabbinamento con i vini è strettamente correlato alle caratteristiche del piatto e alle differenti modalitĂ di preparazione
⢠Nel caso di un elegante antipasto si
può stappare un giovane spumante dal profumo delicato con un perlage fine e persistente come il Franciacorta Saten oppure il Trentino Classico. Con le preparazioni in brodo con funghi e verdure si possono scegliere bianchi leggermente profumati come lâAltoAdige GewĂźrztraminer, il Vermentino di Gallura o il Lugana. Con i risotti a base di pesce è opportuno scegliere vini bianchi ben strutturati e gradevolmente profumati, quali il Collio Sauvignon o lâAlbana di romagna secca o il Verdicchio Castelli di Jesi. Infine, per piatti di riso piĂš corposi, conditi con carni molto saporite, è bene orientarsi su vini rossi ben equilibrati, come ad esempio il Pinot nero dellâOltrepò Pavese, il Dolcetto dâAlba o il Merlot delle Grave del Friuli
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ricette Risotto e quaglie al Brunello di Montalcino
Ingredienti
Pulire e aromatizzare le quaglie con sale, pepe e rosmarino, imbrigliarle con le fettine di pancetta e cuocerle in forno bagnandole con un calice di vino. Disossare i petti e tagliare a pezzettini la carne delle cosce. Fare un soffritto con lo scalogno tritato e 30 g di burro, aggiungere il riso, la carne delle cosce, tostare leggermente e aggiungere il vino lasciando evaporare. Aggiungere un rametto di rosmarino e completare la cottura aggiungendo, di tanto in tanto, il brodo di carne. Portare fuori dal fuoco e mantecare con il burro e il parmigiano. Versarlo in stampini individuali dal bordo basso e passarli qualche minuto nel forno ben caldo. Rovesciare il savarin di riso nei piatti, adagiarvi sopra i petti di quaglia conservati al caldo, decorare con un ciuffo di rosmarino.
⢠300 g di riso Arborio ⢠4 quaglie ⢠3 calici di Brunello di Montalcino ⢠1 rametto di rosmarino ⢠1 scalogno ⢠4 fettine di pancetta ⢠80 g di burro ⢠100 g di parmigiano grattugiato ⢠brodo di carne ⢠sale e pepe 193
alimentazione Savarin di riso al salame dâoca e funghi porcini
Ingredienti
Imbiondire in un poco di burro la cipolla tritata, unire il riso e un etto di funghi porcini nettati e tagliati a fettine, fare rosolare, quindi bagnare col vino bianco. Terminare la cottura aggiungendo, un poco per volta, il brodo di carne. Togliere dal fuoco e mantecare con burro, parmigiano e prezzemolo. Foderare quattro stampini con il salame dâoca affettato, riempire col risotto e passare alcuni minuti nel forno. Disporre al centro di ogni piatto il savarin di riso, privo dello stampino, e contornare con funghi porcini trifolati ottenuti saltando in casseruola i funghi con una noce di burro, scalogno tritato, un poco di vino bianco e prezzemolo tritato.
⢠200 g di riso Arborio ⢠1 l di brodo di carne ⢠60 g di parmigiano grattugiato ⢠1/2 cipolla ⢠70 g di burro ⢠1 calice di vino bianco secco ⢠300 g di funghi porcini ⢠100 g di salame dâoca ⢠1 scalogno ⢠prezzemolo tritato 194
ricette Risotto di pollo e finferli
Ingredienti
⢠280 g di riso Carnaroli ⢠150 g di petto e coscia di pollo tagliati a pezzetti
Saltare in una casseruola i pezzetti di pollo in 50 g di burro. Cuocere il riso con la cipolla stufata e tagliata a pezzetti, bagnare col vino bianco, unire il pollo e metà dei finferli trifolati, bagnando continuamente il riso con il brodo di pollo. Quando il riso è pronto, togliere la casseruola dal fuoco, aggiungere il burro rimasto, il prezzemolo, la panna, il parmigiano e mantecare bene. Servire decorando il piatto con il resto dei finferli.
⢠100 g di fegatini di pollo ⢠150 g di finferli già trifolati ⢠150 g di burro ⢠2 cucchiai di panna ⢠1 l di buon brodo di pollo ⢠1/2 bicchiere di vino bianco secco ⢠1 cipolla ⢠alcune foglioline di prezzemolo ⢠formaggio parmigiano ⢠sale 195
alimentazione Risotto con fiori di zucca e pesce
Ingredienti
⢠200 g di riso ⢠8 piccole zucchine col fiore ⢠8 scampi ⢠4 triglie piccole ⢠1/2 rombetto ⢠1 sogliola ⢠1 calice di vino bianco secco ⢠erba cipollina, aneto e basilico ⢠1 scalogno ⢠brodo di pesce ⢠20 g di burro ⢠sale e pepe
Tritare lo scalogno e soffriggerne la metĂ in una casseruola con 4 zucchine tagliuzzate, aggiungere la sogliola, il rombo, 4 scampi e le triglie diliscati e tagliati a cubetti, fare soffriggere, aggiungere il pomodoro tagliato a cubetti e le erbe aromatiche, aggiustare di sale e di pepe. In unâaltra casseruola soffriggere nel burro lo scalogno rimasto, aggiungere il riso e sfumare col vino bianco; continuare la cottura bagnando col brodo di pesce quindi aggiungere il ragĂš di fiori di zucca e pesce. Nel frattempo cuocere a vapore le zucchine tagliate a ventaglio, le 4 triglie e i 4 scampi. A cottura ultimata mantecare il risotto con il burro, sistemarlo nei piatti e guarnire con le zucchine in fiore, il pesce e le erbe aromatiche. 196
ricette Risotto allo zafferano e filetti di sogliola
Ingredienti
⢠4 sogliole ⢠2 pomodori maturi ⢠1 pizzico di zafferano in fili ⢠30 g di cipolla ⢠2 cl di olio extra vergine di oliva ⢠300 g di riso Arborio ⢠1,5 l di fumetto di pesce (nella cui
Pulire le sogliole e ricavare 8 filetti, disporli in una casseruola con lo spicchio dâaglio e un poco dâolio, soffriggere dolcemente, togliere lâaglio, aggiungere metĂ del vino e, dopo averlo fatto evaporare, i pomodori tagliati a pezzetti, aggiustare di sale e di pepe e cuocere per cinque minuti. Imbiondire la cipolla tagliata a pezzetti in un poco dâolio, aggiungere il riso, bagnare col vino bianco rimasto, aggiungere poco per volta il fumetto di pesce e amalgamare. A metĂ cottura unire lo zafferano e un poco di prezzemolo tritato. Appena pronto servire il riso nei piatti ben caldi con sopra la salsa di filetti di sogliola e un poco di prezzemolo tritato.
preparazione entrano anche le teste e le lische delle sogliole) ⢠1 spicchio dâaglio ⢠1 mazzetto di prezzemolo ⢠2 cl di vino bianco secco ⢠sale e pepe
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