Roberto Recchioni Un Asso nella rete
Esposizione personale di tavole originali e materiali di lavoro dell’artista Mostra d’Oltremare, Napoli, aprile 2017 all’interno della 19a edizione del Salone internazionale del Fumetto, Napoli COMICON 28 aprile - 1 maggio 2017
Esposizione a cura di: Napoli COMICON via Chiaia, 41 - 80121 Napoli tel/fax: 0814238127 e-mail: info@comicon.it www.comicon.it Cura dell’esposizione: alino con la collaborazione di Allegra Nelli e Paola Damiano Direzione Generale COMICON: Claudio Curcio Ideazione e Organizzazione Ass. COMICON: Claudio Curcio, alino, Alina Paola Damiano, Noemi Barricelli, Antonella Cavaliere, Carlo Cigliano, Valentina Langella, Alessandro Spinosa, Emanuele Soffitto Responsabili Editoriali: Raffaele De Fazio, Emanuele Soffitto, Glauco Guardigli, Lorenzo Raggioli Segreteria Organizzativa: VisioNa - Gestione & Organizzazione Eventi via Chiaia 41 - Napoli (tel. +39 0814238127) Scenografie e Allestimenti: Marcello Zoleo per ZèDesign Ufficio Stampa: Maria Rosaria Giampaglia e Francesco Tedesco Grafica e Design: Roberto Policastro per Doppiavù Studio Gianluigi Prencipe per Napoli COMICON Si ringraziano i collezionisti e gli autori che hanno prestato le tavole: Francesco Bazzana (Tavoleoriginali.net), Antonio De Blasio (Comic Art Fans) e tutti gli autori in mostra.
ROBERTO RECCHIONI · UN ASSO NELLA RETE
Sommario Introduzione
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Fuori tempo massimo
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di Claudio Curcio di Luca Bertelè
Di Fiction e di Rete: il paradosso della doppia narrazione
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Alla ricerca dei papillon: Roberto Recchioni critico cinematografico
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Tra varietà, sintesi e nerdismo: Roberto Recchioni, sceneggiatore
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L’uomo dei sogni
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L’uomo che controlla il “Grande Fratello”
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Quando Roberto
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Due drogati di Fumetto
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“Non importa il cosa, ma il come”
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di Alessandro Di Nocera
di Giorgio Viaro
di Marco Rizzo
di Michele Foschini
di Mauro Marcheselli di Tito Faraci
di Gigi Cavenago
Intervista a Roberto Recchioni di Gianmaria Tammaro
L’urgenza del tratto: i disegni di RRobe RRobe di carta (e non solo)
Appunti per una bibliografia ragionata a cura di Loris Cantarelli
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Tanino Liberatore disegna la cover dell’episodio di Battaglia intitolato “Dentro Moana”, l’illustrazione è stata usata anche come variant per l’edizione integrale di Battaglia edito dall’Editoriale Cosmo.
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Di Fiction e di Rete: il paradosso della doppia narrazione di Alessandro Di Nocera «L’ho sempre detto e continuerò a farlo: l’unico motivo valido per cui vale la pena iniziare a frequentare qualche accademia del fumetto è quello di schiodare il sedere dal divano da casa e andarti a confrontare con gli altri. Se ti sta bene sentirti il miglior artista nell’ambito del tuo condominio, allora puoi anche restartene al chiuso tra quattro pareti, ma è solo dal confronto che si ha la possibilità di crescere e di evolversi». te contestazioni – sebbene, nella personale logica di Rrobe, già questo comporterebbe una sorta di vittoria dialettica – e che, tuttavia, contiene un’incontestabile verità. Perché, al di là della trasmissione “istituzionale” di saperi e tecniche da un docente a un discente, che cos’è una scuola se non innanzitutto un luogo dove, in maniera più o meno consapevole, proco, alla pari, di competenze, visioni del mondo, sogni e aspirazioni? A testimoniarlo, il fatto che se Rrobe non si fosse preso la briga, sul mia del fumetto capitolina per capire se il suo talento artistico potes-
a sinistra Copertina di Leomacs per il primo dei due numeri di Battaglia editi da Star Shop. sotto Copertina del n.0 di Dark Side. La serie, ambientata nel futuro, tratta di un gruppo di 5 vampiri di varia nazionalità, tra questi Pietro Battaglia, il vampiro italiano
Torpignattara, probabilmente non avrebbe stretto amicizia con Massimiliano Leonardo, in arte Leomacs. E quindi, in una qualche triste realtà alternativa, niente rivista Dark Side, niente vampiro Battaglia, niente casa editrice indipendente Factory. La storia ci dice, insomma, che anche in epoca pre-digitale – o, per meglio dire, in epoca pre-social network – Rrobe si muoveva alla ricerca di canali di comunicazione che potessero essere contemporaneamente terreno di 15
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maturazione individuale, crescita artistica ed esplorazione di ambiti professionali. Ce lo possiamo immaginare ancora questo ragazzo alto, magrissimo e allampanato, con un look sospeso a metà tra il punk e l’acid house, impegnato in orari canonici a fare il commesso in una fumetteria per poi andarsene a sperimentare coi suoi amici avveniristiche strategie editoriali nello stile della prima Image Comics. Veri e propri hub dove – rievocando suggestioni cinemaClerks o alla Alta fedeltà – passava ogni genere d’informazione: dalla valutazione critica all’analisi commerciale, dalla chiacchierata improntata al sovrano cazzeggio all’ipotesi progettuale seria e articolata, dalla proclamazione di amori Copertina del secondo episodio di Napoli Ground Zero con protagonista Asia, pubblicato sul n.39 de I Giganti dell’Avventura, collana dell’Eura Editoriale.
a catechizzare clienti in cerca di cose buone da leggere o con cui giocare e a studiare i loro gusti, a elaborare storie a fumetti nell’ambito di collettivi artistici, a gareggiare coi compagni in interminabili maratone di videogiochi, a disegnare e a incontrare il pubblico seduto dietro al materiale, che avrebbe poi trovato ulteriore sviluppo in sempre più ampie connessioni virtuali.
O’Malament’, genio del crimine creato da Lorenzo Bartoli per i disegni di Luca Bertelè. Il personaggio appare nel terzo numero di Napoli Ground Zero pubblicato sul n.41 de I Giganti dell’Avventura, collana dell’Eura Editoriale.
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Asso alle prese con i videogames in un’illustrazione pubblicata da Recchioni sul suo blog Dalla Parte di Asso.
Lanciostory e Skorpio, denotando una personalità onnivora che si nutriva di tutto e che tutto rielaborava in chiave personale, plasmando un universo narrativo che attingeva linfa vitale da una libera manipolazione dei media: i romanzi di Stephen Quentin Tarantino e il suo gusto per i dialoghi autoreferenziali, il suSenza dimenticare le sollecitazioni manga, sia quelle dirette (Go Nagai su tutti), sia quelle derivate, come i lavori di Joe Madureira e Humberto Ramos, all’epoca impegnati in creazioni creator-owned per , un sub-imprint della statunitense WildStorm i cui titoli venivano antologizzati in Italia su una rivista, edita dalla Magic Press, che si avvaleva di redazionali polemici e fuori dagli schemi scritti indovinate da chi. Fu in quel periodo, mentre Rrobe, ancora in seno all’Eura Editoriale, era impegnato in Napoli Ground Zero – guarda caso, un altro progetto collettivo – e iniziava a progettare, assieme all’amico e sodale Lorenzo Bartoli, la collana John Doe, che gli italiani incominciarono a scoprire davvero le potenzialità comunicative del web. Prima ancora che i cellunito potere poteva derivare loro dal possesso di un personal computer domestico o aziendale, di un modem analogico dial-up 56K e di un browser Internet Explorer della Microsoft. Attraverso motori di ricerca come Virgilio o SuperEva era possibile accedere a ogni sorta di informazione; attraverso i newsgroup che intasavano i client di posta elettronica con decine di messaggi e poi tramite chat come C6 della Telecom Italia Network, Instant Messenger della AOL e IRCnet nascevano passioni, tensioni, possibilità lavorative, storie di sesso e di amore a distanza del 17
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tutto inedite, che implicavano per ogni utente la costruzione ex-novo di nuove componenti psicologiche, di forme d’approccio emotivo, sentimentale ed intellettivo mai sperimentate prima. Per una personalità come quella di Rrobe – un baby boomer cresciuto con le acdei Micronauti, i videogiochi a 8 bit e i romanzi cyberpunk di William Gibson – si-
Asso alle prese con i social network in un’illustrazione di Recchioni apparsa sul suo blog Dalla Parte di Asso.
Nei primi anni Duemila, la perfetta sintesi tra testi complessi e articolati, condivisioni pubbliche di contenuti e dibattiti in tempo reale era assicurata dalle community web che andavano aggregandosi attorno ai forum di discussione. Autori emergenti; aspiranti editori; sceneggiatori e disegnatori già noti, ma alla ricerca di nuovi stimoli lavorativi compresero subito che in quei luoghi virtuali – a stretto contatto con lettori, spettatori, gamer di ogni tipologia e provenienza sociale – stava saltando ogni tipo di barriera gerarchica pregressa, che lì c’era la possibilità di dar vita e forma a esperienze creative e formative mai viste prima di quel preciso momento storico. Rrobe si catapultò su quel palcoscenico tanto magmatico quanto sorprendente per porsi subito al di fuori della linea del coro e diventarne uno dei mattatori. All’epoca il forum di Comicus.it, sito d’informazione e critica fumettistica nato grazie alla passione e alla dedizione del giornalista, sceneggiatore ed editor siciliano Marco Rizzo, rappresentava una meta irrinunciaitaliano contemporaneo. Rrobe ne frequentava ogni stanza, da quelle ternazionali, a quelle “parallele”, dove gli utenti potevano discutere di te, spettegolare su tutto e su tutti rimanendo connessi al web dall’alba Anche su Comicus Forum, così come accadeva in ogni altro meandro della Rete più o meno visibile, più o meno visitato, gli utenti – in assenza di volti concreti con cui e ai quali presentarsi e quindi coi neuroni-specchio potevano talvolta durare anche per giorni se non addirittura settimane. Ma era all’interno di questo “fuoco primordiale” che pareri critici
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illuminanti, approcci di lettura trasversali, condivisioni di news dell’ulvano per forgiare un nuovo immaginario collettivo. Un fermento che abbandonava le pagine cartacee di riviste antologiche e collane seriali per trasmigrare da ambienti “verticali” – rubriche della posta, angoli visori – a piattaforme orizzontali. Una metamorfosi che poteva cogliere impreparati coloro che – ed erano la maggioranza – percepivano gli ambiti creativi come dei mondi distanti, ai quali risultava pressoché impossibile accedere e dall’alto dei quali, di tanto in tanto, qualche mostro sacro scendeva per far sentire la propria voce. Ed è per questo che la
David Murphy in un disegno di Matteo Cremona. La serie David Murphy - 911 è uscita in 4 episodi per i tipi della Panini Comics tra il 2008 e il 2009.
detonare tutte le convenzioni precostituite. Perché, per la prima volta in assoluto, un cartoonist italiano che acquistava sempre maggiore rilevanza nelle dinamiche produttive di una casa editrice, la capitolina Eura (oggi Aurea), di vasta notorietà nazionale, non solo anelava al confronto in tempo reale col pubblico, ma ribatteva a tono, in maniera anche brutale, beccandosi insulti e restituendoli, a sua volta, con gli interessi. Quale altro autore l’aveva mai fatto prima? Quale fumettista nostrano si era mai potuto permettere di alzare la voce contro i potenziali acquirenti di una sua opera? Roba da rockstar, atteggiamenti assimilabili a quelli di un Brian Molko al Festival di Sanremo: il ribelle scazzato, che non ne vuole proprio sapere di essere parte passiva e adattabile dello showbiz, ma sceglie di rompere la chiinsulti pur di ribadire la propria diversità. Da qui, l’ironica autoproclamazione di Rrobe in “Rockstar del fumetto italiano”, attirando le immediate critiche al vetriolo da parte di quei detrattori che già incominciavano a considerare i suoi post come fumo negli occhi. Senza capire che, con la sua apparente supponenza egotica, l’oggetto del loro odio intendeva in di fare narrativa disegnata del tutto nuovo, ancora più denso di contaminazioni multimediali, senza rinnegare il passato, quanto piuttosto studiandone le regole e provando a capire come riplasmarle per un futuro extra19