Magica Disney
3000 volte Topolino
Mostra collettiva di tavole originali e materiali del settimanale Topolino in occasione dell’uscita del numero 3000 PAN | Palazzo delle Arti di Napoli 21 marzo - 26 maggio 2013 Palazzo Guinigi - Lucca 21 settembre - 31 dicembre 2013
Organizzata da Napoli COMICON e The Walt Disney Company Italia con la collaborazione di WOW Spazio Fumetto/Fondazione Franco Fossati - Milano MUF - Museo Nazionale del Fumetto e dell’Immagine - Lucca Con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Napoli Assessorato alla Cultura Assessore Antonella Di Nocera
Esposizione a cura di Napoli COMICON via Chiaia, 41 - 80121 Napoli tel/fax: 0814238127 e-mail: info@comicon.it www.comicon.it nell’ambito del Salone Internazionale del Fumetto Mostra d’Oltremare 25-28 aprile 2013 - Napoli Associazione COMICON/VisioNa: Claudio Curcio, alino, alina, Alessandro Spinosa, Antonio Iannotta, Antonella Cavaliere, Giuseppe Colella, Noemi Barricelli. Cura dell’esposizione: Luca Boschi, alino Scenografie e Allestimento: Zè Design di Marcello Zoleo Collaborazione all’allestimento: Filli Filosa, Stefano Battaglini, Salvatore Maisto, Gian Andrea Verolino Interventi multimediali: Michele Solinas Le sagome in cartone sono della ditta FormaAperta (a Sabox branch) Logistica: Eurohandling Supervisione Generale: Claudio Curcio La mostra e il catalogo non sarebbero stati possibili senza l’apporto di The Walt Disney Company Italia srl, a cui vanno i più sentiti ringraziamenti, in particolare a: Mauro Lepore e Valentina De Poli Helga Bertini, Jole Da Rin, Monica Gazzoli, Silvia Martinoli, Daniela Moretti, Emanuela Peja, Silvia Rocchi La nostra sincera riconoscenza va a Diane Disney Miller e Ron Miller, e al Disney Family Museum di San Francisco Si ringraziano, inoltre, per la collaborazione: Tutti gli artisti in mostra Accademia Disney, Sergio Asteriti, Giorgio Cavazzano, Giulio Chierchini, Massimo De Vita, Maria Claudia Di Genova, Giorgio Di Vita, Massimo Fecchi, Luciano Gatto, Marco Ghiglione, Alessandro Gottardo, Francesco Guerrini, Corrado Mastantuono, Fabrizio Petrossi, Blasco Pisapia, Donald Soffritti. Angelo Nencetti, Luigi F. Bona, Emanuela Napoli, Sergio Pignatone (LittleNemo.it). Stefano Bartolomei, Luca Bertuzzi, Fabio Castagna, Marco Castelletta, Venerando Cautiero, Massimo Cuomo, Claudio Ferracci, Federico Fiecconi, David Grohmann, Andrea Mazzotta, Giovanni Nahmias, Massimo Tavani, Nunziante Valoroso. Luana Ballerani, Paolo Bertoni, Annabella Bottaro, Carlo Chendi, Massimo Marconi, Claudio Piccinini, Patrizia Zardo. Un sentito ringraziamento a Fabio Pascapè, allo staff del museo PAN, e alle Associazioni del progetto PANKIDS. E inoltre: alina, Vladimir&Lucha, Gisèle de Haan, Viola Bufano, Angelo e Graziano Giuliano, Marco e Giuseppe Damiano, Sole Gatto, l’Istituto Michelangelo ed il plesso Madonna Assunta di Bagnoli, Sabrina Semprini, Sami, Roberto Policastro, Beniamino Priore, Giansandro Morelli, Roberto Vargiu, Francesco Mucci, Michela Maiello, Ilaria Graziano.
di Claudio Curcio Quello che avete tra le mani è il terzo volume della collana di COMICON Edizioni dedicata alla storia delle grandi case editrici italiane di fumetti. Affrontando questa sfida straordinaria, abbiamo cercato di proporre in maniera completa ma non didascalica, giocoforza sintetica ma non per questo manchevole, la storia dietro i 3000 numeri di Topolino, un settimanale che ha segnato la giovinezza se non la vita intera di generazioni di lettori italiani. Per più di 60 anni, il libretto dalla costoletta gialla – nella sua versione definitiva e più universalmente riconosciuta – ha accompagnato milioni e milioni di neo-lettori, di aspiranti disegnatori e di scrittori in erba, ma anche di valenti esploratori, di futuri scienziati, di tantissimi astronauti, di boy scout e giovani marmotte e soprattutto di sognatori che ogni settimana aspettavano, e aspettano ancora, con trepidazione le nuove avventure di Topolino, Pippo, Paperino e Zio Paperone. Ognuno con i suoi personaggi o con le sue rubriche preferite ma sempre con quella voglia intensa di scoprire la novità del numero in edicola, da sfogliare come si apre un pacco regalo di cui non si conosce il contenuto, la mattina di Natale. Penso di non sbagliare di molto se affermo che nel nostro paese l’immaginario della maggior parte dei suoi abitanti è stato profondamente influenzato dai personaggi creati da Walt Disney e presenti nelle edicole sin dai primi decenni del secolo scorso, né potrò essere smentito facilmente se sottolineo che generazioni di italiani hanno imparato a leggere con Topolino (anzi, credo che ci fosse una collana di libri che si chiamasse proprio così, e sulla quale anche il sottoscritto ha iniziato le sue prime esperienze di lettura...) quando a scuola cominciavano ad avere dimestichezza con le lettere dell’alfabeto per poi ritrovarle sulle pagine del settimanale, nelle storie di Rodolfo Cimino, Romano Scarpa e Giovan Battista Carpi, in quelle di Tito Faraci, Giorgio Cavazzano o Corrado Mastantuono, quando non fossero le storie di Carl Barks, Floyd Gottfredson o Don Rosa. Cito solo alcuni tra gli autori italiani e statunitensi che hanno dato vita alle migliaia e migliaia di storie a fumetti della banda Disney e che hanno riempito, settimana dopo settimana, una delle più longeve riviste al mondo, su carta o nella sua versione digitale, che al passo con i tempi, come sempre è stato, il nuovo Topolino ha lanciato da qualche anno. 3
di Valentina De Poli Di fronte a cifre così tonde, e questa è tondissima… 3000!, istintivamente nasce l’esigenza di fare un bilancio, soprattutto se si ha l’onore di essere il direttore responsabile del settimanale a fumetti più amato di Italia. L’ultima domanda che faccio a me stessa, quasi ogni sera, prima di spegnere la luce ed entrare nel mondo dei sogni è “Ma ti rendi conto? Stiamo parlando del numero tremila di Topolino!”. E per un attimo, per mitigare l’ansia che questo pensiero un po’ mi provoca, penso di essere già entrata con un’accelerazione temporale in territori onirici. E, invece, è tutto vero. Topolino numero 3000. Tremila. 3mila. 3-0-0-0… Eccoci qui, quindi, per celebrare un mito del fumetto e non solo, un giornale che ancora oggi riesce a tenere insieme quattro generazioni di lettori. Già, perché recentemente abbiamo rilevato che tra gli appassionati di oggi ci sono anche bisnonni e bisnonne. Immaginandoci la famiglia-tipo, vuol dire che il giornale viene sfogliato ogni settimana da bisnonni, nonni, genitori e figli, con una passione che si tramanda davvero di generazione in generazione. Abbiamo preso coscienza di questo dato importante quando, pochi mesi fa, con il Topo abbiamo tagliato il traguardo degli 80 anni dalla prima uscita nazionale e già questa ricorrenza ci sembrava una cosa enorme da affrontare. Dubbi di vario genere e colore ti assalgono, paura di dimenticare qualcosa e qualcuno, terrore di essere banali… Ma, lasciatemelo dire, quando una celebrazione è dedicata a qualcosa di vero, profondo, solido e vivo, quando fa riferimento a qualcosa che ha fatto davvero la differenza e ha lasciato il segno e continua a lasciarlo, ecco che, come per incanto, ogni cosa si compone, perché così deve essere. Non ci resta che partecipare e mettere un pezzettino di noi. Il 22 maggio 2013 è la data di uscita nelle edicole reali e digitali del numero 3000 di Topolino e, in questi mesi di grandi preparativi, mi sono resa conto che questa tappa è ancora più sentita degli 80 anni, forse perché più tangibile, quasi materica: è il numero 3000 di un magazine che si può toccare, leggere, sfogliare… perfino sul tablet. Fare i conti con un mito in carta e ossa, piume e talenti, che trasuda storia da tutti i pori di carta e i pixel del video di computer e smartphone vuol dire convocare virtualmente i tanti meravigliosi attori coinvolti e metterli tutti sul gradino più alto di un piedistallo: lettori, artisti, autori, appassionati (qui rientrano
nella pagina a fianco Illustrazione di Giorgio Cavazzano.
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anche le persone che lavorano nel mondo di Topolino, dalla redazione al marketing, dai fotolitisti agli stampatori, perché senza passione Topolino non lo puoi fare), esperti, giornalisti, collezionisti, analisti… Il contributo di alcune di queste straordinarie persone lo ritroviamo proprio tra le sale della mostra Magica Disney - 3000 volte Topolino allestita nell’incantevole Palazzo delle Arti di Napoli e, naturalmente, tra le pagine di questo libro prezioso. Il mio personale ringraziamento va all’Associazione Comicon che ha messo molto più di un pezzettino di se stessa nella celebrazione del 3000. E poi, lasciatemi questa soddisfazione, ci tengo a citare una persona che fa sempre la differenza e che se non ci fosse il mondo del fumetto non sarebbe lo stesso: Luca Boschi (Luca, guai a te se mi tagli questo pezzo, e anche questo commento, perché te lo meriti ed è bello vederlo scritto nero su bianco, forever). In queste pagine, grazie a un meticoloso lavoro di ricerca, si ripercorre la storia del magazine Disney in formato libretto numero dopo numero, attraverso copertine, storie a fumetti, approfondimenti d’autore, contributi redazionali, dove si svelano le peculiarità di un giornale che in tremila numeri è cambiato e cresciuto con i suoi lettori, senza tradire mai i presupposti delle origini che potremmo riassumere in due parole: intrattenimento intelligente. Se potessi dedicare a qualcuno questo libro, e l’intera celebrazione dell’evento, sceglierei i personaggi Disney. Su quel piedistallo, oltre agli attori di cui ho parlato poco fa, metterei loro per ringraziarli di tutto quello che hanno saputo trasmetterci in tremila numeri di storie e avventure. Per meglio valorizzare questo tema vorrei rendervi partecipi di uno dei privilegi del mio lavoro: aprire e leggere in diretta alcune tra le migliaia di lettere dei lettori di Topolino arrivate in redazione proprio a tema “personaggi”. Pronti? Si comincia. Pesco a caso e leggo le frasi più significative. Valentina De Poli, direttore di Topolino, rilascia un’intervista televisiva nel corso di una convention.
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Tommaso, 12 anni, provincia di Trento: “Adoro Paperoga perché a volte sono molto maldestro come lui, be’… sapete cosa intendo!”
Chiara, 12 anni, provincia di Teramo: “Brigitta: vorrei essere come lei perché ha sempre in mente nuove idee che realizza con Filo suo compagno di avventure…” Maria Elisabetta, 11 anni dalla provincia di Napoli: “Mi sento come Cip o Ciop, perché insieme a mio fratello ne combino di tutti i colori…” Francesca 12 anni da Modena: “Io mi sento una Giovane Marmotta perché adoro gli scout e l’avventura!” Silvia, 19 anni, provincia di Bergamo: “Il mio personaggio è Macchia Nera: siamo menti brillanti e incomprese, capaci in teoria di superare qualsiasi ostacolo…” Leonardo, 9 anni dalla provincia di Milano: “Io vorrei essere come Eta Beta perché vorrei portarmi un sacco di cose in giro ma non so dove metterle e vorrei avere delle tasche come le sue...” Rosa, 14 anni da Udine: “Io mi identifico in Atomino Bip Bip perché spesso mi sento diversa dagli altri e un po’ sola…” Gaetano, 17 anni da Messina: “W Sgrizzo Papero! Perché non si sa mai cosa può succedere in sua presenza…” Arianna, 11 anni da Monza: “Io sono come Paperinik perché amo i trabocchetti e i nascondigli segreti. Da grande vorrei costruirne uno!” Mattia, 10 anni di Ravenna: “Mi piace DoubleDuck perché adoro le spie!” Francesco, 13 anni, dalla provincia di Lucca: “Mi piace impersonare Topolino diventando forte e coraggioso come è lui in ogni racconto…” La testimonianza di Elja, 18 anni, dalla provincia di Catanzaro è una di quelle da leggere fino alla fine: “Da infinito tempo leggo questo meraviglioso giornalino e non ho un unico personaggio in cui rispecchiarmi. Forse perché cerco sempre di cogliere la lezione di vita che puntualmente questi magnifici personaggi riescono a dare… Forse mi identificherei con Pico de Paperis con cui condivido l’amore per i libri e la cultura e vengo considerata noiosa (…). Allo stesso tempo, però, l’altra mia metà è Paperino.
Ricordo una bellissima canzone del 1956 di Jimmie Dodd, autore della celebre marcia di Topolino (Luca, è vero?) intitolata A Day in the Life of Donald Duck: Here’s what he taught me When someone knocks you down Get right up again, show some pluck Like Donald Duck… Quack quack quack! Che più o meno significa: ecco cosa mi ha insegnato. Quando qualcuno ti mette al tappeto, alzati subito, Fai vedere di cosa sei capace, come Paperino…” O, per dirla più semplicemente come Francesco, 14 anni, di Salerno: “Amo Paperino perché è come me: sfortunato ma felice.” Potrei andare avanti un’intera notte ad aprire e leggere le testimonianze dei lettori e a commuovermi di fronte all’intensità del legame che si è creato con i personaggi dei fumetti di Topolino. È una cosa davvero forte. Unica. Ed è comprensibile come, con il passare del tempo, questo legame si riveli indissolubile. Sono certa che leggendo queste pagine e visitando la mostra ritroverete il vostro personaggio del cuore. E se ancora non lo avete trovato o siete indecisi o non sapete scegliere allora continuate a leggere le storie del Topo, su carta, sul tablet o su quello che sarà. Perché come si fa a immaginare un mondo senza Topolino?
Valentina De Poli ed Emanuela Peja (Senior Marketing Manager di The Walt Disney Company - Italia), durante la presentazione dell’ipad di Topolino.
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Tremila volte Topolino
di Luca Boschi Poche pubblicazioni, a livello internazionale, possono vantare tremila uscite in edicola. Una vera rarità, poi, sono quelle a fumetti, che per superare tale traguardo devono sapersi calibrare sui mutevoli gusti del pubblico in un arco temporale di diversi decenni. È il caso di Topolino, protagonista del massimo evento del dopoguerra nell’ambito delle pubblicazioni per ragazzi: la nascita dell’albo pocket, un format che ancor oggi tiene bene le vendite, riscuotendo il gradimento anche di strati sempre crescenti di lettori adulti. Tutto nasce senza un calcolo preciso dalla necessità dell’editore Arnoldo Mondadori di dar fondo alle scorte di storie disneyane di cui dispone, in un momento complicato per l’editoria a fumetti, poco dopo la fine della Seconda guerra mondiale e la nascita della Repubblica. Per capire al meglio questo fenomeno, che sboccia con il debutto in edicola del primo numero del “Topolino libretto” (come lo chiamano i collezionisti), dobbiamo per forza fare prima una rapida virata all’indietro nel tempo. È a poca distanza dal suo esordio cinematografico, alla fine del lontano 1928, che il più importante personaggio di Walt Disney, Mickey Mouse, scandisce con crescente successo le tappe della sua evoluzione come character. In parallelo a quanto accade in America, il Grande Topo si distingue nell’editoria a fumetti italiana come titolare di una
Fotogramma di Steamboat Willie (1928), primo cortometraggio animato di Mickey Mouse col sonoro sincronizzato. Il suo antagonista è un prototipo di Pietro Gambadilegno, chiamato generalmente “Terribile Tom” presso lo Studio di Walt Disney.
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Magica Disney Tremila volte Topolino
testata ricca di temi e suggestioni: un periodico che solo in minima parte trae la sua grande popolarità dalla fortuna raccolta dal Topolino animato del grande schermo. Uscito in edicola in concomitanza con le festività natalizie del 1932, il foglio settimanale Topolino (dal nome italiano assegnato a Mickey dalla società cinematografica Pittaluga) viene pubblicato con cadenza settimanale dall’editore fiorentino Giuseppe Nerbini, il quale affida di fatto dall’inizio la gestione della testata al figlio Mario. È storia nota che, sin dall’inizio della sua carriera italiana sui “giornalini”, il Topolino conosciuto dai lettori dello Stivale si avvalga di sceneggiatori e disegnatori autoctoni. Sin dall’inizio del 1933, Nerbini affronta qualche incidente di percorso proprio per questa ragione. In estrema sintesi: ignorando che del materiale a fumetti con Mickey viene realizzato da tempo negli Stati Uniti ed è a disposizione di chi all’estero desideri acquistarlo, Giuseppe e Mario Nerbini avevano fatto realizzare tavole e disegni apocrifi ai loro disegnatori, in particolare a Giove Toppi e ad Angelo Burattini (in arte Buriko). L’uscita in edicola del giornalino settimanale con queste modalità provoca le reazioni immediate di chi gestisce i diritti di Walt Disney in Italia: il giornalista romano Guglielmo Emanuel, futuro direttore del Corriere della Sera e rappresentante dell’agenzia americana King Features Syndicate, che distribuisce le strisce di Mickey Mouse. Contattati tempestivamente i Nerbini, Emanuel ingiunge loro di sospendere l’uso non autorizzato di Topolino sul settimanale e li informa dell’esistenza di strisce originali; fumetti rimasti inediti dal 1930, a parte qualche fugace e sporadica apparizione su alcuni quotidiani. Come primo provvedimento, i Nerbini modificano la testata, che con il suo terzo numero si chiama Topo Lino, suggerendo che “Lino” sia il nome proprio del topo in questione, somaticamente assai diverso dal modello disneyano. Chiarito il malinteso, anche i lettori italiani possono finalmente leggere con continuità le strisce originali di Mickey Mouse disegnate in massima parte dal valente Floyd Gottfredson. Ciò avviene a partire dal numero 7 del giornalino, datato 11 febbraio 1933. Con quelle americane, esce comunque anche qualche occasionale tavola confezionata in Italia, rimasta nel cassetto durante la vertenza Nerbini-Emanuel. Un’apposita didascalia posta in margine alla pagina ne giustifica la presenza: “La pubblicazione della presente storiella di Topolino, non disegnata da Walt Disney, è stata autorizzata dal King Features Syndicate, rappresentanza di Roma”. Sembra una circostanza del tutto incidentale e dagli esiti transitori, ma è di fatto l’inizio dell’ufficializzazione del lavoro svolto dai fumettisti nostrani che condurrà alla creazione di una vera e propria scuola di “Disney Italiani”, ottimi professionisti che applicano le loro conoscenze narrative e gra18
Tremila volte Topolino
fiche al mondo di Topolino, di Paperino, dei Sette Nani e dell’intero cast di personaggi creati oltreoceano. Inoltre, lo infoltiscono da subito con characters nuovi e completamente concepiti in Italia, figure che si potrebbero considerare “approvate sulla fiducia” da Walt Disney e dal suo staff, senza richiedere una preventiva autorizzazione. Il settimanale di Nerbini, composto di otto grandi pagine stampate in tricromia, passa all’editore Arnoldo Mondadori col numero 137, datato 11 agosto 1935. Grandi autori italiani si preparano a sfilare su quelle pagine, che costituiscono un’antologia di storie realizzate con tratto comicoumoristico in alternanza ad altre di avventura allo stato puro, destinate a lettori più grandicelli. Il leggendario Antonio Rubino, illustratore visionario e attivissimo come autore di sequential art sul Corriere dei Piccoli, del quale ha anche disegnato il logo della testata, assume la direzione del Topolino mondadoriano e delle pubblicazioni a questo collegate. Durante la sua permanenza presso Mondadori, il talentuoso e fantasiosissimo Rubino disegna testatine e immagini un po’ dappertutto nei giornali e negli albi, si cala nei panni di un artista Disney raffigurando in modo assai personale Topolino, Minni, Paperino, il cavallo Orazio o la mucca Clarabella. Risponde alle lettere dei lettori e inventa racconti e giochi, firmando anche, contro ogni sciocco conformismo intellettuale e in due riprese, una sorprendente quanto solitaria difesa del Fumetto come mezzo di comunicazione innovativo e dai grandi pregi. Su questo Topolino formato giornale, come approfondisce Pier Luigi Gaspa nell’articolo seguente, rivela le sue incredibili capacità organizzative e creative lo sceneggiatore e factotum Federico Pedrocchi, che scrive e disegna da solo anche le due prime avventure di respiro made in Italy con Paperino, servendosi per i romanzi a fumetti dal taglio realistico di giganti come Pier Lorenzo De Vita, Walter Molino, Giovanni Scolari. Quest’ultimo, sempre sui giornali disneyani, su soggetto di Cesare Zavattini disegna Rebo, il primo personaggio importante della nascente fantascienza a fumetti italiana, insuperabile villain di Saturno contro la Terra. Nel novembre 1936, nei seminterrati di piazza Duse a Milano, dove ha sede la redazione di Topolino, avviene il primo incontro fra Mondadori e il pittore Mario Gentilini, un ventisettenne emiliano di Luzzara, scapolo, dalle sopracciglia boscose come quelle del Mangiafuoco di Pinocchio. A Gentilini spet-
Topolino e lo Struzzo Oscar, disegnati da Antonio Rubino ispirandosi alla storia a strisce del 1936 Oscar the Ostrich, scritta e disegnata a matita da Floyd Gottfredson, con la sceneggiatura di Ted Osborne e il ripasso a china di Ted Thwaites.
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