Ramarro - Primo Supereroe Masochista Guerre Fredde
Soggetto, Sceneggiatura e Disegni: Giuseppe Palumbo
COMICON Edizioni via Chiaia, 41 - 80121 Napoli tel/fax: 0814238127 e-mail: edizioni@comicon.it www.edizioni.comicon.it
Collana: I Fondamentali
Direzione Editoriale: Claudio Curcio Progetto grafico e impaginazione: Studio TestaTonda e Doppiavù Studio Lettering: Giuseppe Palumbo e Studio TestaTonda Cover design: Roberto Policastro / Doppiavù Studio Cura editoriale: Giuseppe Palumbo, Raffaele De Fazio, Lorenzo Raggioli, alino, Emanuele Soffitto in collaborazione con: Glauco Guardigli Testi di: alino, Raffaele De Fazio, Giuseppe R. Ferri, Paul Gravett, Andrea Mazzotta e Giuseppe Palumbo Per gli omaggi un sentito ringraziamento: Paolo Bacilieri, Michele Benevento, Sudario Brando, Bruno Brindisi, Giuseppe “Cammo” Camuncoli, Alfredo Castelli, Luigi Coppola, Roberto De Angelis, Arianna Farricella, Romeo Gallo, Massimo Giacon, Tanino Liberatore, Maicol&Mirco, Leo Ortolani, Sergio Ponchione, Enea Riboldi, Luigi Siniscalchi, Saverio Tenuta, Pasquale “Squaz” Todisco, Sebastiano Vilella, Stefano Zattera. Supervisione generale: Claudio Curcio Consulenza editoriale: Gisèle de Haan Redazione: Noemi Barricelli, Alessandro Spinosa, Valentina Langella Amministrazione: Antonella Cavaliere © testi 2017: Giuseppe Palumbo © immagini di copertina e di quarta: Giuseppe Palumbo © immagini di copertina ed. limitata: Tanino Liberatore © immagini 2017: Giuseppe Palumbo e gli aventi diritto Questo libro è stato stampato nel mese di ottobre 2017 da Grafica Metelliana - Mercato San Severino (SA) ISBN: 9788898049639 [Ed. Regolare] ISBN: 9788898049646 [Ed. Limitata] Per consultare il catalogo completo di COMICON Edizioni: www.edizioni.comicon.it
GIUSEPPE PALUMBO
GUERRE FREDDE
Superuomini nell’epoca dell’inutilità tecnica Ho come l’impressione che Giuseppe Palumbo, per tutti Peppe, non abbia mai saltato un Salone del Fumetto di Napoli, COMICON, da 20 anni a questo albo. Magari sbaglio. Nel ’98, alla prima edizione, fu uno dei primi autori invitati; da allora abbiamo spesso collaborato con il disegnatore materano, seguendo il suo straordinario percorso fumettistico e artistico, che ha poi incontrato il grande pubblico con le gesta del criminale per eccellenza, Diabolik. Ed era ormai ineluttabile la scelta di (ri)portare all’attenzione delle nuove generazioni il rettiliano Ramarro, summa, ma anche palestra, tecnico-grafico-narrativa della sua carriera. Ramarro è, come da lui stesso sottolineato, il personaggio chiave di Palumbo, creato, come spesso accade, in pochissimo tempo, nell’emergenza di una consegna nel 1986. Palumbo è già in piena collaborazione con Frigidaire, ed è sull’allegato Tempi Supplementari, in una storia di Tosca la Mosca, che fa la sua prima apparizione il nostro Ramarro. Peppe è a Matera, prima di arrivare a Bologna, ha 22 anni, si è nutrito di supereroi americani ma ha metabolizzato anche le nuove icone del fumetto che arrivano dal ‘77: Liberatore, Pazienza e gli altri Cannibali; il Male e lo stesso Frigidaire hanno alimentato una vena iconoclasta, quasi punk, che riversa in Ramarro. Il verdissimo e nerboruto supereroe masochista piace subito, le tavole sono ardite e coloratissime e le storie esilaranti, iperviolente e ipnotiche, dal 1986 al 1990 comparirà su Frigidaire non meno di una trentina di volte. Il nostro volume tratta soprattutto di quel periodo, oltre tanto materiale in più, quasi un director’s cut, per la supervisione attenta dello stesso autore. Le avventure in cui Ramarro si trova coinvolto sono lontane anni luce da quelle di Lee e Kirby: non è spinto dall’eroismo, dal desiderio di salvare vite umane o la Lois Lane di turno. Ramarro si lancia nella mischia per il suo bisogno di dolore, perché deve soffrire, ma più che masochista è, come dice il suo creatore, un maso-ardimentoso, ha bisogno che il suo dolore non sia fine a sé stesso, la sua sofferenza deve essere il contraltare di folli imprese e grandi avventure. Già, il masochismo, la vera chiave di lettura del nostro personaggio: chi fra noi non è un po’ masochista (di stampo ramarriano!) in fondo, nel nostro agire quotidiano, nelle nostre scelte di vita? E chi più di Comicon non è maso-ardimentosa fino in fondo da permettersi un volume imprescindibile (Fondamentale, appunto, come la collana in cui è inserito, albi da studiare per le nuove generazioni) su un’icona del suo (e del nostro?) tempo; Ramarro è il proseguimento socioculturale di un percorso della società (italiana o meno) che transita dal cieco manicheismo del dopoguerra al positivismo progressista degli anni ‘60, al reflusso situazionistico-spettacolare degli anni ‘80, in una linea ideale che lega Capitan America a Watchmen, passando per Ranxerox, e che risente delle paure della Guerra fredda, dell’AIDS, di Chernobyl, del ’77, dell’eroina, etc., di cui il nostro Palumbo si fa interprete, in un tripudio Pop grafico di colori e linee, e, narrativamente, (in) seguendo il solco del calembour linguistico dei fratelloni Pazienza e Scòzzari, con la creazione di un linguaggio colorito e arzigogolato, post-moderno e ammaliante al contempo.
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di alino e Raffaele De Fazio
Capitolo I RAMARRO Tempi Supplementari n.12 (settembre 1986) – Ed. Primo Carnera
IO VOGLIO UN DOLORE CHE DURI INFINITO / CHE BAMBOLA! / LA BALENA VERDE / I PROMESSI FUOCHI Frigidaire n.72 (novembre 1986) – Ed. Primo Carnera
SUPEREROE BIZZARRO Frigidaire n.73 (dicembre 1986) – Ed. Primo Carnera
FITTE 1 Frigidaire n.80 (luglio 1987) – Ed. Primo Carnera
FLIPPER Frigidaire n.74 (gennaio 1987) – Ed. Primo Carnera
UN DIGIUNATORE Frigidaire n.80 (luglio 1987) – Ed. Primo Carnera
LA VERGINE DELLA TEMPESTA (4 capitoli) Frigidaire nn.76, 77, 78, 79 (marzo - giugno 1987) – Ed. Primo Carnera
FITTE 4 Frigidaire n.83 (ottobre 1987) – Ed. Primo Carnera
THE HELL IN MY MIND (3 capitoli) Frigidaire nn.85, 86, 87/88 (dicembre 1987- marzo 1988) – Ed. Primo Carnera
NEL TUO CUOR S’ANNIDA SCARPIA Frigidaire n.98/99 (gennaio 1989) – Ed. Primo Carnera
Note:
Le storie presenti alle pagine 7, 12, 14, 16, 19, 22, 26, 27 e 32 sono state scansionate dalle tavole originali e restaurate digitalmente, il lettering è quello originale fatto a mano da Giuseppe Palumbo. Le tavole a pagina 11 e 17 sono state scansionate dal volume delle Edizioni Primo Carnera essendo andate perse le tavole originali. Per le storia La Vergine della Tempesta (pag.35) e The Hell in my Mind (pag.59) diverse tavole sono andate perdute quindi abbiamo scansionato gli originali ancora disponibili e reintegrato le parti mancanti con scansioni dal volume delle Edizioni Primo Carnera. Lettering digitale a cura di Giuseppe Palumbo e Comicon Edizioni. Per la storia Nel tuo cuor s’annida Scarpia (pag.81) sono state scansionate le tavole originali e restaurate digitalmente. Il lettering di Giuseppe Palumbo è stato estrapolato dall’edizione in albo della Phoenix Enterprise.
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Pubblicato nel settembre del 2012, UH! è l’album della band Comaneci che continuo ad ascoltare senza annoiarmi mai e che ho disegnato già due volte in una dimensione live, dove realizzo dal vivo una immagine per ogni brano dell’album (tenete presente che ci sono almeno due brani che durano poco più di un minuto e fare una immagine di senso compiuto in poco più di un minuto è una bella impresa!). Con Francesca Amati da sola e con Glauco Salvo più volte, abbiamo disegnato e suonato in tante occasioni e su tante storie, ma quando ho sentito Green Lizard ho capito che conteneva una possibile storia di Ramarro e voilà, complice un taccuino giallo e i testi di Francesca, nati chissà da quali sinapsi, ecco qua il MIO Green Lizard! Green Lizard © Comaneci 2012
Giuseppe Palumbo
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Omaggio di Stefano Zattera.
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Ballando sulle macerie Intervista a Giuseppe Palumbo a cura di alino ed Emanuele Soffitto
Cominciamo con una bella sfilza di “perché”? Perché il nome “Ramarro”. Perché un supereroe. Perché... verde. Perché Tempi Supplementari? Perché... Masochista? Un nome semplice per un’idea sfolgorante di idiozia. Era un pomeriggio da studente di lettere, la noia di letture fondamentali. Ma da qualche mese, davvero pochi, era nata la collaborazione con Tempi Supplementari, la rivista per i giovani lupi del fumetto creata apposta per noi giovani lupi dai vecchi lupi (vecchi per modo di dire) di Frigidaire. Squilla il telefono, è Massimo Semerano. “Mandi qualcosa a Frigidaire questo mese?” - “Non credo, sto preparando un esame ” - “Maddai, stai a vedere che
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L’esordio di Ramarro e Tosca del 1986.
4 tavole non riesci a farle ”. Tutto nasce sempre così. Senza una sfida staremmo ancora sugli alberi. E così “che ci vuole a fare quattro paginette?” ed ecco che l’idea è pronta: un mese prima nella storia Tosca la Mosca, un energumeno verde consolava le paturnie di quella sirenetta alata che anni dopo avrebbe fatto esplodere gli ormoni di mille potenziali maiali. Era perfetto, in quella sua posa da rettile umanizzato, verde ramarro. L’immagine generò il concetto. E poi a cascata arrivarono le altre idee, i grani di un rosario demente: se era un ramarro allora gli puoi tagliare la coda che tanto poi gli ricresce. Tante volte le lucertole dei dintorni di casa mia, non ancora ben urbanizzati e quindi ancora selvaggi, avevano sperimentato il morso delle pietre e dei bastoni e dei lacci di noi monelli. E se in virtù di questo potere di ricrescita questo ramarro-uomo si divertisse a fare cose impossibili? Non facciamo questo, di fatto, appena nati, pensando di essere immortali? Noi non lo siamo. Ramarro lo sarebbe stato. E giù botte. Era il 1986. Quali ispirazioni e riferimenti culturali ricordi possano aver influito sulla creazione di Ramarro, anche per le tante citazioni che si ritrovano nelle varie storie iniziali.
sopra Omaggio di Saverio Tenuta. pagina a fianco Omaggio di Massimo Giacon.
Come dicevo, Ramarro è il parto di un ventenne, studente di lettere antiche, appassionato di supereroi Marvel, quindi con super problemi. Leggevo tragici greci e presocratici, Omero e Shakespeare. Ed erano gli anni Ottanta e tutto stava ribollendo nella musica, nel fumetto, nel cinema, nella moda e nel design. E c’erano i dannati: Bataille, Cioran e Celine, Tondelli. I miei amori Borges e la sua biblioteca fantastica e Welles e i suoi film fatti e interpretati. Ma anche Stan Lee e Jack Kirby e i vecchi lupi di cui sopra a rendere tutto più ironico e pop. L’uso della citazione assai diffuso
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nella pratica creativa anni Ottanta, è divenuta nel tempo un tappeto di piaceri che ha ispirato le storie senza emergere dal mix, restando sullo sfondo. Un brodo primordiale per condire le mie pastine. In Ramarro deflagrava tutto quello che passava il piano di studi, collidendo con i vagoni di cultura pop che invadeva sempre più la mia, le nostre vite. Difficile da spiegare l’emozione punk di questo mettere insieme tutto a un lettore contemporaneo che nella Rete trova già un mix di ingredienti diversi, di mélange improbabili ma comodi come un vestito da casa. Ma all’epoca, una pratica così, era un gran viaggione1 (giusto per citare uno dei vecchi lupi di cui sopra). Quanto conta(va), per te, per la tua poetica narrativa, per la centralità dell’aspetto masochista, il tuo essere a metà anni ‘80, sia in senso “storico-sociale”, dopo il ‘77, per dire, sia da un punto di vista fumettistico, ad esempio durante la revisione supereroistica realizzata dalla British Invasion? sotto Omaggio di Luigi Coppola. Omaggio di Enea Riboldi.
Tieni presente che nel ‘77 io ero praticamente a Casalecchio di Reno2 (giusto per citare uno dei vecchi lupi di cui sopra). Avevo 13 anni e vi-
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vevo a Matera. Non ho vissuto quei momenti che invece i vecchi lupi avevano interpretato oltre che vissuto. La mia generazione era quella che cercava una nuova dimensione individuale pur restando nella logica di un movimento. Una generazione contraddittoria, fatta di gente un po’ schierata e un po’ sola. Forse ridotta a chiudersi in sé per fuggire alla repressione e alle pratiche violente in cui per buona parte non si riconosceva più, non si era mai riconosciuta veramente impaurita senz’altro, di sicuro disillusa. Avevamo ben chiaro lo scoglio contro cui si era schiantato un decennio di assemblee, cortei, situazioni e dibattiti e la Guerra Fredda, la minaccia nucleare, ancora andava a braccetto con il disastro ecologico prossimo venturo. Questo scenario è per molti versi simile a quello che ha generato il revisionismo della scuola britannica e americana anni Ottanta. Con esiti ben diversi, in termini di qualità del prodotto e di impatto sull’immaginario collettivo, Moore e Miller (per citarne due grossi) coccolavano le mie stesse ansie. E tutti e tre appassionatamente ci siamo trovati a parlare di superuomini nell’epoca della loro inutilità tecnica. L’uomo al massimo delle sue potenzialità che non riesce a generare altro che disastri. In un mondo così cos’altro si poteva fare? Ballare sulle macerie. Arruolarsi nella Joy Division e farla finita. L’aspetto tecnico-grafico: disegnare Ramarro, con le differenze legate agli anni che passavano. Tecniche, stili, colore, materiali. È stata la mia scatola dei giochi, Ramarro. Ho sperimentato segni, colori, collaborazioni, sia grafiche che narrative (perché era la scatola con cui poteva giocare chi voleva e tutt’ora lo è). Ogni problema tecnico che incontravo arricchiva il modus operandi. Quando Mario Cresci, grande fotografo e grafico, che all’epoca viveva ancora a Matera, ma già era con piede altrove, mi offrì di andare a lavorare nel suo studio di fatto vuoto, mettendomi così a disposizione non solo un luogo tutto mio per creare, ma anche una fotocopiatrice (allora era come avere un computer!), le sto-
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Omaggio di Luigi Siniscalchi.
rie di Ramarro prendono una piega grafica diversa. L’arrivo in città di fotocopiatrici a colori trasformò la concessionaria Canon in un centro pulsante di folli collage. Sienkiewicz poi con la sua Elettra e i suoi Stray Toasters, ci dava la paga a tutti, ma io non demordevo. Prima di lui ce l’aveva data Tamburini, ma io non demordevo. Anche ora quando disegno Ramarro lo faccio con gli strumenti e la carta che mi capitano a tiro, con uno spirito matto e bimbo3 (per citarne uno buono di quei vecchi lupi). É noto che considerasti chiusa l’esperienza di Ramarro dopo i primi due albi di Frigidaire, salvo riprenderlo, ma con altre impostazioni, Daniele Brolli ai testi, ad esempio, nel periodo prima di Cyborg e poi della Phoenix. Come vedi Ramarro oggi? C’è ancora spazio nel 2017 per il Maso Ardimento?
Omaggio di Bruno Brindisi.
Come dicevo, Ramarro è stato ed è la mia scatola dei giochi. Ma a giocare da soli ci si annoia. Si rischia di diventare ripetitivi. E con Daniele capii che si poteva aprire una nuova dimensione di gioco, una sorta di upgrade. Considero Seconda Pelle uno dei miei libri più riusciti. Daniele scrisse una gran storia, una revisione del personaggio per me riuscita sotto ogni punto di vista. Oggi? Scherziamo? Ramarro è sempre all’ordine del giorno in un mondo che sempre di più si sta costruendo sulla paura e la disillusione. E il Maso Ardimento è una filosofia che ormai è parte del nostro vivere quotidiano. Pensa solo a quanta gente muore sparandosi un selfie estremo, magari travolta da una mareggiata! Senza contare i rumori da Guerra Fredda che hanno ripreso a martellare le nostre cronache proprio mentre stavamo lavorando a questo libro…
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Potremmo definire questo libro come un Ramarro Director’s Cut? Sì. Di Ramarro, primo supereroe masochista, in questo albo qualcosa mancherà di sicuro, alcune pagine (fatte da occasionali/fondamentali compagni di gioco) sono rimaste escluse da questa raccolta, ma qui non trovate la logica dell’omnibus: qui trovate quanto di più originariamente mio c’è di Ramarro e quanto di Ramarro, nelle sue vesti da super masochista, è stato prodotto in questi ultimi anni, mesi addirittura a testimoniare quanto il verde pazzo continui a essere vivo e scalciante. Chissà che questo libro non ne generi altri... Note: 1 - Citazione da Joe Galaxy di Massimo Mattioli. 2 - Citazione da una vignetta de Il libro rosso del Male di Andrea Pazienza. 3 - Citazione di ispirazione Scozzariana.
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Omaggio di Roberto De Angelis.
Copertina di Ramarro, Grandi Albi Frigidaire, ed. Primo Carnera (1989).
Sommario 5 Superuomini nell’epoca dell’inutilità tecnica di alino e Raffaele De Fazio 6 7 12 14 16 19 22 26 27 32 35 58 59 81
Capitolo I RAMARRO Io voglio un dolore che duri infinito Che bambola! La balena verde I promessi fuochi Supereroe Bizzarro Fitte 1 Flipper Un Digiunatore La Vergine della Tempesta Fitte 4 The Hell in My Mind Nel tuo cuor s’annida Scarpia
98 99 104 110 111 115 119 123 127 133 137 143
Capitolo II Pro Memoria New Plan of Attack: Gulliver Effect Fitte 2 Nembo Pull The Postman Hurricane Chilly 1 Chilly 2 Angina Intro Angina Dies Irae
154 Capitolo III 155 Ramarro nell’Inframondo (One Shot) 170 171 172 173 176 177 178 180 181 182 183 184 187
Capitolo IV Nevica sulla giungla Masohero Ramarro Last Drink Una storia dell’Inframondo Ramarro il ladro di acqua Delikatessen per un nuovo giorno Ramarro etilico Cin Cin Omaggio ai Beatles Fammi il pieno Cruciridere Come ti devasto il pianeta in 4 mosse caotiche 190 Moscow Nights 195 Green Lizard 204 Capitolo V: Cartaresistente 217 Appendici 219 Biografia Giuseppe Palumbo 221 Ramarro e il Masoardimento di Giuseppe R. Ferri 223 Ramarro e Ranx secondo Paul Gravett 225 Ballando sulle macerie Intervista a Giuseppe Palumbo 233 La cattiveria di Giuseppe Palumbo, la consapevolezza di Ramarro e la catarsi del dolore di Andrea Mazzotta
Questo libro è dedicato a Dino De Matteo