FARE n. 41 - SETTEMBRE 2018

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innovazione L’onda travolgente dell’Emilia 1st Wave Tour di GV

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are incontrare a potenziali investitori che stanno tra le aziende associate di Confindustria Emilia alcune startup di alto livello. È stato questo l’obiettivo di “Emilia 1st Wave Tour”, lo scouting tour dell’associazione degli industriali emiliani realizzato in collaborazione con dpixel che si è concluso con la due giorni di Bologna e Fiorano, in provincia di Modena, l’8 e il 9 marzo scorsi. A quasi sette mesi dalla conclusione dell’iniziativa si possono tirare le prime somme di questa onda di innovazione con cui Confindustria Emilia ha stuzzicato le proprie aziende associate. I numeri del progetto, ad oggi, parlano di 22 incontri di imprese associate con 15 delle 23 startup che fanno parte della prima ‘call’. D’altro canto, è l’idea di fondo che anima l’azione di Confindustria Emilia, non c’è altra via per contaminare l’eccellenza dell’industria manifatturiera emiliana se non quella dell’innovazione tecnologica insita nelle startup.

Andrea Anderlini, amministratore unico di Anderlini Meccanica

Emilia 1st Wave Tour è un’onda che ha iniziato la sua propagazione a Farete 2017. In quell’occasione, infatti, il presidente di Confindustria Emilia Alberto Vacchi ha varato ufficialmente il progetto che si è poi estrinsecato in un percorso di selezione che ha coinvolto circa 75 startup esaminate su tutto il territorio nazionale. Lo scorso marzo, ma questa è storia recente, quelle 75 startup sono diventate 23, selezionate nel campo della nuova manifattura digitale e dell’Industria 4.0 e declinate in particolare su quattro ambiti: Agritech, Automazione e Robotica, Elettromedicale, IoT e Sensoristica. Andrea Anderlini, amministratore unico di Anderlini Meccanica, storica azienda di Zola Predosa alle porte di Bologna, ha sposato con passione il progetto. La formula del 1st Wave Tour lo ha convinto al punto che oggi è investitore di “Prometheus” (una delle 23 ‘fantastiche’ startup) e ha già partecipato all’aumento di capitale sociale della startup costituitasi a novembre 2017. “La contaminazione, per chi come me fa l’imprenditore, è un bisogno primario, essenziale. Emilia 1st Wave Tour è un’idea geniale proprio per questo: fa della contaminazione, che una volta si sarebbe detta con una parola che non amo particolarmente, sinergia, la sua cifra stilistica più evidente. Io mi sono letteralmente innamorato di questa startup. Di Prometheus mi sono piaciuti da subito tre elementi: i contenuti innovativi che propongono al mercato, il percorso di sviluppo che hanno tracciato, e la giovane e motivata squadra: l’età media, infatti, è di 26 anni. Insieme hanno messo a punto EMATIK, una macchina in grado di produrre una biomembrana simile a una se-

conda pelle utilizzando il sangue del soggetto trattato per la cura di ferite cutanee di difficile rimarginazione. Il prodotto è stato già testato su vari animali dopo un anno di ricerca e sarà proposto in una prima fase per il mercato veterinario, per poi passare successivamente all’applicazione sull’uomo, con potenzialità di sviluppo veramente interessanti”. Anche per Plastica Marconi l’Emilia 1st Wave Tour è stato il detonatore di un’esplosione di energia e ottimismo. “Apprendere che molti talenti si mettono in gioco e hanno la volontà di creare nuove realtà imprenditoriali conferma sempre di più che la strada giusta da percorrere è quella dell’innovazione e della sperimentazione continua in tutti i settori”, commenta la presidente Silvia Pavignani. “Grazie a questa iniziativa, infatti, siamo venuti in contatto con un paio di realtà che hanno catalizzato la nostra attenzione. In particolare, siamo rimasti impressionati dall’idea innovativa di Vibre, società costituita da sei ragazzi giovanissimi (hanno tra i 24 e i 28 anni) che utilizzando tecnologie ritenute futuristiche dall’immaginario collettivo, quali l’Interfaccia Cervello-Macchina (BCI), la Realtà Virtuale (VR) e l’Intelligenza Artificiale (AI), hanno sviluppato un sistema di riabilitazione per pazienti con deficit agli arti superiori conseguenti a patologie neurologiche come l’ictus. Il recupero attraverso questo sistema risulta fino al 30% più veloce rispetto alle terapie odierne, con evidenti risparmi dal punto di vista sanitario e, quindi, per la collettività intera. Il nostro entusiasmo si sta concretizzando attraverso una collaborazione a 360 gradi, nella quale è prevista anche una partecipazione all’interno della società”.

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