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Scintille di speranza
premio mascagni Scintille di speranza
CONFINDUSTRIA EMILIA
di Marco Taddei
La sesta edizione del Premio Paolo Mascagni ha celebrato trenta realtà imprenditoriali che innovano e crescono
Duecentotrentaquattro. È questo il numero delle storie di coraggio e successo delle imprese raccontate ogni settimana dalla viva voce dei protagonisti nelle prime sei edizioni del Premio Paolo Mascagni, il riconoscimento con cui Confindustria Emilia Area Centro, in collaborazione con “il Resto del Carlino”, celebra la memoria dell’imprenditore scomparso. Duecentotrentaquattro tappe di un viaggio affascinante che, di pagina in pagina, ha fotografato la potenza del Dna emiliano capace di accelerare il business nei mercati mondiali in filiere diverse. Trenta le virtuose realtà imprenditoriali protagoniste dell’edizione 2017 del Premio, il cui atto finale è stato ospitato lo scorso 12 dicembre all’interno di Fico Eataly World alla presenza del presidente di Confindustria Emilia Area Centro, Alberto Vacchi, del direttore responsabile di QN, Quotidiano Nazionale - il Resto del Carlino, Andrea Cangini, dei vicepresidenti di Confindustria Emilia Area Centro, Valter Caiumi e Riccardo Maiarelli, di tutti i componenti del Consiglio Generale dell’Associazione e delle aziende partecipanti, le cui storie sono
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state raccontate ogni martedì, da marzo a ottobre, dalle brillanti interviste di Simone Arminio. A conquistare la sesta edizione del riconoscimento è stata SIT Società Italiana Tecnospazzole, azienda di Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna, specializzata nella produzione di spazzole industriali e tecniche. Il Premio è stato consegnato dall’architetto Elena Zacchiroli Mascagni, dal presidente Alberto Vacchi e dal direttore Andrea Cangini al presidente Andrea Acquaderni e ai suoi tre figli, Alessandro, Marco e Paolo, che rappresentano la quinta generazione all’interno dell’azienda fondata nel 1908, quando Alessandro Acquaderni acquistò un laboratorio artigianale di fabbricazione di pennelli che esisteva addirittura dal 1662. Da lì nacque il Pennellificio bolognese, che cambiò poi radicalmente produzione nel 1962, con la terza generazione di Pietro Acquaderni, inventore tra le altre cose di ‘Spid’: una spazzola manuale multiuso ancora oggi vendutissima, con 60 milioni di esemplari prodotti. Oggi l’azienda è guidata dalla quarta e quinta generazione, ha uno stabilimento a Casalecchio da 88 dipendenti e uno in Romania da 25 persone e fattura 12 milioni di euro. Circa il 27% la quota di export, che coinvolge in particolare i mercati di Grecia, Australia, Stati Uniti, Spagna, Inghilterra, Francia, Repubblica Ceca e Russia. La ricerca e sviluppo impegna ogni anno il 6% del volume d’affari. “È con grande orgoglio e sempre maggiore convinzione che, ancora una volta, abbiamo scelto di raccogliere e condividere le storie di eccellenza dei nostri capitani d’impresa, realtà economiche diverse, piccole, medie e grandi, leve di innovazione e crescita, scintille di speranza capaci di illuminare anche i sentieri bui della crisi. Vogliamo fare tesoro del cosiddetto ‘modello emiliano’, di quella qualità e di quell’ingegno che da sempre caratterizzano il nostro modo di fare impresa e che quest’anno più che mai rappresentano il patrimonio di tutti, in questa prima edizione che ci vede schierati come Confindustria Emilia Area Centro, cuore manifatturiero d’Europa”, ha spiegato il presidente di Confindustria Emilia Area Centro Alberto Vacchi. “Oggi, le condizioni del successo imprenditoriale risiedono sicuramente nella forza di volontà del singolo imprenditore, nella perfare 81
severanza, nel coraggio, ma anche nell’intuizione: lo spirito d’impresa si muove, spesso, oltre confini segnati dalla ragione. In molte delle storie aziendali che abbiamo raccontato nel corso dell’anno abbiamo trovato non solo esempi di grande coraggio e perseveranza, ma soprattutto di piccole e grandi intuizioni visionarie che hanno fatto e fanno tuttora la differenza”, ha aggiunto il direttore responsabile di QN, Quotidiano Nazionale - il Resto del Carlino, Andrea Cangini. “Questo Premio rappresenta un viaggio che si fa ogni settimana dentro le aziende: parlare direttamente con un imprenditore, toccare con mano le macchine e conoscere le persone che lavorano, capire come si fa e tramite la sua storia infondere coraggio a tutti gli altri. In questi anni abbiamo narrato molte storie di successo, e vi assicuro che ogni martedì è una gioia conoscerle prima di tutto per me, che ho poi l’onore di raccontarle”, ha concluso il giornalista Simone Arminio esprimendo al meglio la passione e lo spirito che stanno alla base del Premio Mascagni.
Il vincitore
SIT: “CONIUGARE PASSATO E FUTURO INNOVANDO NELLA CONTINUITÀ”
“Ringrazio di cuore per questo riconoscimento. Voglio dire solo due cose in questo momento: ricordare l’affetto infinito verso Paolo Mascagni, la grande amicizia che ci univa, e il credo che ho nel fare questo mestiere, nell’essere imprenditore”. Andrea Acquaderni, presidente di SIT Società Italiana Tecnospazzole, è visibilmente commosso mentre sale sul palco per ritirare il Premio Paolo Mascagni 2017. Una storia che si perde nei secoli, visto che l’impresa creata nel 1908 da Alessandro Acquaderni affonda le sue radici in un laboratorio di pennelli esistente dal 1662, ma sempre costantemente proiettata nel futuro. “L’anno prossimo festeggeremo i 110 anni dell’impresa di famiglia, nata con i pennelli, ma pian piano evoluta e passata al settore delle spazzole industriali grazie all’intuizione di nostro nonno Pietro che nel 1962 convertì interamente la produzione”, spiega Alessandro Acquaderni, omonimo del fondatore e rappresentante della quinta generazione in azienda assieme ai fratelli Marco e Paolo. “Coniugare passato e futuro è complicato, noi cerchiamo però di innovare nella continuità. Nascono sempre nuove idee e iniziative: quest’anno abbiamo cominciato a raccogliere spunti e ispirazioni anche tramite una piattaforma ad hoc sul nostro portale, facendo convogliare tutte le idee non solo dei dipendenti, ma anche di partner, clienti e fornitori proprio nell’ottica di proseguire il percorso di evoluzione dell’applicazione industriale dei nostri prodotti”, aggiunge ancora Alessandro Acquaderni. “Mantenerci ben saldi alla nostra storia e ai nostri valori, perché affermano la nostra identità, ma pensando sempre al nuovo, alla sperimentazione, all’innovazione. Questo è ciò che cerchiamo di fare nella quotidianità e che riteniamo sia il modo migliore per onorare il lavoro delle quattro straordinarie generazioni che ci
hanno preceduto”, concludono Alessandro, Marco e Paolo Acquaderni.
Sopra: la famiglia Acquaderni con Alberto Vacchi, Andrea Cangini ed Elena Zacchiroli. Sotto: Andrea Acquaderni ritira il premio insieme ai figli Alessandro, Marco e Paolo.
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