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ECONOMIA-DIRITTO

ECONOMIA-DIRITTO

Segni particolari: studente in carriera

L’alternanza scuola-lavoro, obbligatoria per tutti gli studenti dell’ultimo triennio delle scuole superiori, anche nei licei, è una delle innovazioni più significative della legge 107 del 2015 (La Buona Scuola) in linea con il principio della scuola aperta. La scuola deve diventare la più efficace politica strutturale a favore della crescita e della formazione di nuove competenze, contro la disoccupazione e il disallineamento tra domanda e offerta nel mercato del lavoro. Per questo, deve aprirsi al territorio, chiedendo alla società di rendere tutti gli studenti protagonisti consapevoli delle scelte per il proprio futuro. Con l’alternanza scuola-lavoro, viene introdotto in maniera universale un metodo didattico e di apprendimento sintonizzato con le esigenze del mondo esterno che chiama in causa anche gli adulti, nel loro ruolo di tutor interni (docenti) e tutor esterni (referenti della realtà ospitante). L’alternanza favorisce la comunicazione intergenerazionale, pone le basi per uno scambio di esperienze e crescita reciproca. In questa chiave si spiega il monte ore obbligatorio: 400 ore negli istituti tecnici e professionali e 200 ore nei licei che rappresentano un innovativo format didattico rispetto alle tradizionali attività scolastiche e possono essere svolte anche durante la sospensione delle attività didattiche e/o all’estero. Un cambiamento culturale per la costruzione di una via italiana al sistema duale, che riprende buone prassi europee, coniugandole con le specificità del tessuto produttivo ed il contesto socio-culturale italiano.

Ho avuto la possibilità e il piacere di intervistare due ragazzi dell’Istituto Aldini Valeriani e condivido con voi le loro risposte schiette, che danno alle aziende spunti interessanti.

Qual è il vostro percorso di studi e perché lo avete scelto?

Laura

Ho scelto la strada dell’informatica per vari motivi, uno dei tanti è stato avere amici che hanno fatto informatica all’Istituto Aldini Valeriani - Sirani e appena usciti hanno trovato lavoro e con un buono stipendio. Altri motivi erano legati all’interesse per la sistemistica e al desiderio di provare a staccarmi dalle varie carrozzerie in cui sono nata.

Marcelin

Il mio percorso di studi è informatica e l’ho scelto sia per motivi legati al mondo del lavoro, che oggi si basa soprattutto sulla tecnologia (infatti pensavo fosse quasi garantito trovare un posto di lavoro ‘sicuro’), e anche per motivi riguardanti i compagni di classe che, possiamo dire, mi hanno influenzato verso questa scelta.

Com’è stata secondo voi l’organizzazione da parte della scuola e da parte delle aziende aderenti al progetto, e che cosa si può migliorare?

A parere mio l’unica cosa da migliorare da parte della scuola è la cura riposta nell’insegnamento degli strumenti necessari per entrare nel mondo del lavoro, consentendo ai ragazzi di mettere maggiormente in pratica i vari studi.

Nel mio caso come azienda l’organizzazione era ottima e non ho riscontrato alcun problema.

L’organizzazione per quanto riguarda la mia esperienza è stata eccellente da entrambi le parti e non penso si possa migliorare perché sia il tutor aziendale che il tutor scolastico erano disponibili di fronte a problemi o dubbi.

Dove avete fatto lo stage di alternanza scuolalavoro e per quante settimane?

Lo stage l’ho svolto presso un’azienda che si occupa di lavorazioni meccaniche, per una durata di quattro settimane. Come strumenti informatici ho usato soprattutto Excel, passando da database, calendari, sito web ad una piccola formazione riguardante l’azienda.

Ho svolto lo stage di alternanza scuola-lavoro in un’azienda di prodotti di fissaggio, per quattro settimane. Le attività svolte sono state di tutti i tipi inerenti al lavoro nell’azienda: dal controllo qualità al lavoro in magazzino (ovviamente il meno possibile e con tutte le precauzioni del caso perché erano molto premurosi affinché non mi accadesse nulla), passando anche per lavori in amministrazione.

Quali erano le vostre aspettative sull’esperienza e che cosa invece siete riusciti a fare?

Pensavo di non riuscire a fare nulla e che mi chiedessero di programmare, cosa che dopo quattro anni non amo. All’inizio non avrei mai creduto di trovarmi bene e riuscire a fare qualcosa, non credevo così tanto nello stage, ma alla fine sarei rimasta nell’azienda per sempre.

Non avevo grandissime aspettative perché non sapevo a cosa andavo incontro ma sono stato contentissimo di dove sono andato, di come ho lavorato e di tutte le cose che mi hanno insegnato. Dando il meglio di me, a mio parere, sono riuscito a fare il più possibile di quello che mi hanno chiesto.

Cosa vorreste fare l’anno prossimo come continuazione del progetto (quinto anno) e che cosa vi aspettate dopo la fine del percorso di studi (lavoro, università, tutt’altro…)

In azienda vorrei riuscire a lavorare con gli addetti alle macchine con cui non sono riuscita a lavorare, dal momento che ho passato più tempo in ufficio. Dopo la scuola il mio sogno sarebbe di entrare tra i periti di infortunistica stradale, tutto un altro mondo, ma se trovassi qualcosa in ambiente di sistemi e reti sarei contenta.

L’anno prossimo sicuramente vorrei tornare nella stessa azienda e sono quasi deciso ad andare all’università, però devo ancora capire bene cosa voglio fare.

Quali consigli dareste ad uno studente di quarta per l’anno prossimo?

Di non farsi prendere dall’ansia perché comunque sono passi in più per maturare che prima o poi bisognerebbe fare. Forse con questa nuova riforma noi partiamo avvantaggiati. Comunque consiglierei di non prendere le cose alla leggera, durante lo stage bisogna essere rispettosi, gentili, assumersi le proprie responsabilità. Bisognerebbe pensare di essere in un vero e proprio lavoro, io l’ho sempre pensata così durante le quattro settimane, ma avevo già alle spalle altre esperienze lavorative. Essere onesti, rispettosi, e anche disponibili dato che comunque anche per alcune aziende sono esperienze nuove e non sanno esattamente come gestire il tutto, però se c’è la buona volontà da entrambe le parti niente è impossibile.

Quali sono le cose che avete imparato anche non necessariamente legate all’attività lavorativa e com’è andata al rientro in classe quando i vari compagni hanno raccontato le proprie diverse esperienze?

Il rientro in classe è stato abbastanza traumatico, ho notato che poche aziende erano organizzate bene, e non tutti hanno programmato. Ho notato ragazzi che non sono riusciti a fare tanti progetti.

Se l’attività lavorativa scelta è una cosa che ci piace fare allora, oltre a lavorare meglio, quando si hanno dei risultati si è anche gratificati dal punto di vista umano. Al rientro in classe quando i compagni hanno raccontato le proprie esperienze ho capito che sono stato veramente fortunato per avere avuto la possibilità di fare

l’alternanza nella mia azienda ospitante.

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