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CULTURA

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Alla scoperta dei nostri tesori nascosti Giornate FAI di Primavera

Sabato 24 e domenica 25 marzo si sono svolte le tradizionali Giornate FAI di Primavera, la grande festa di piazza giunta quest’anno alla 25^ edizione. Il FAI, Fondo Ambientale Italiano, si prende cura di 56 luoghi meravigliosi d’Italia, che ha restaurato e valorizzato ricostruendo il legame con il territorio che li circonda. Sono 34 i beni che regolarmente aprono al pubblico perché le persone possano tornare a viverli e a godere della loro bellezza nelle oltre 200 manifestazioni che organizzano ogni anno. Il FAI si rivolge ai cittadini di tutte le età con attività di educazione e sensibilizzazione al valore dei nostri beni culturali e paesaggistici, nella convinzione che conoscere sia il primo passo per amare e dunque difendere qualcosa che ci appartiene.

Si occupa, inoltre, di luoghi a rischio degrado

e abbandono, raccogliendo gli appelli delle comunità locali ed intervenendo direttamente laddove possibile. Tutto questo grazie all’aiuto e al sostegno dei volontari e delle istituzioni, oltre che delle aziende che supportano il Fondo.

Nelle 24 passate edizioni questo evento unico in Italia ha contribuito a rendere fruibili luoghi non sempre visitabili e i partecipanti sono stati 9 milioni in tutta Italia. In questa edizione, alcuni membri di Confindustria Emilia hanno partecipato alle giornate nel modenese visitando la cosiddetta “Riviera del Panaro”, ovvero l’insieme delle numerose “ville di delizie” sorte a partire dal XVI secolo lungo le sponde dell’idrovia formata dal fiume stesso e dal Naviglio, idrovia che per quasi un millennio ha collegato il

capoluogo modenese al Po, all’Adriatico e a Venezia, uno dei principali porti commerciali del Mediterraneo. In particolare la Delegazione FAI di Modena ha allestito un percorso di visita compreso tra il mirabile Sostegno di Bomporto, uno degli ultimi esempi di porto fluviale risalente alla seconda metà del Settecento, e Solara, un caratteristico borgo che si è sviluppato nei secoli in funzione dell’importante via d’acqua, con una rilevante concentrazione di residenze di pregio un tempo utilizzate dall’aristocrazia fondiaria per la villeggiatura estiva. Ma il vero punto di forza di questa giornata è stata la possibilità di rivivere l’esperienza di navigare lungo il fiume Panaro dopo quasi cento anni. Secondo le cronache risale infatti al 1923 il definitivo abbandono della via d’acqua, in coincidenza con l’affermarsi della ferrovia e del trasporto su gomma. Tutto ciò è stato possibile grazie al supporto di AIPO, del Comune di Bomporto e dell’Associazione Remiera Euganea di Monselice, che ha fornito le due imbarcazioni ed esperti operatori. “Oltre 3.000 visitatori hanno premiato lo sforzo profuso dai nostri volontari e dagli apprendisti Ciceroni, gli studenti delle scuole superiori di secondo grado che si sono occupati delle visite guidate”, afferma Vittorio Cavani, capo delegazione FAI Modena. “Il ripristino a livello dimostrativo della navigazione fluviale a Bomporto ed il successo di pubblico non solo rappresentano una piccola pagina di storia locale ma sono anche una dimostrazione tangibile dell’appeal di nuove forme di fruizione slow del territorio da non sottovalutare”.

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