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ASSOCIAZIONE
Capire l’America di Trump
Gli USA sono da sempre la terra delle scoperte, dei nuovi occasione del recente seminario di Confindustria Giovani orizzonti, delle opportunità e delle grandi e piccole fortune. tenutosi il 10 aprile 2017 a Modena, il cui titolo era appunto Nuova frontiera di chi, come da sempre si dice qui da noi, vuole “Capire l’America di Trump”. “trovare l’America” appunto, da secoli esercitano un’inevitabile influenza sul resto del globo. Nonostante siano passati oltre due secoli dall’indipendenza di questo meraviglioso Paese che tanto ha rappresentato nella storia del ‘900 in Europa, le influenze dell’andamento politico e sociale di due popolazioni geograficamente così lontane ma culturalmente tanto vicine sono moltissime. La conseguenza è un’inevitabile apprensione dei cittadini europei, in concomitanza con le sempre più globali campagne elettorali che, pur interessando appunto l’America, ci riguardano così da vicino per le ineluttabili implicazioni sull’andamento Per comprendere le ragioni della vittoria di un candidato è necessario comprendere innanzitutto le dinamiche secondo le quali il voto popolare e l’influenza dei “grandi elettori” gravino sul bilancio decisivo per la nomina di un nuovo presidente. Questo è il filo conduttore che il relatore Francesco Costa, vice direttore de “Il Post” ed esperto di politica americana, ha utilizzato per esaminare in alcuni determinanti passaggi quale fosse lo scenario che ha portato alla vittoria di Donald Trump e quali siano le possibili aspettative future anche per l’Europa.Trump ha abilmente fatto leva sul economico dei nostri Paesi. È questo l’argomento risentimento dei Innanzitutto bisogna tenere conto del fatto che, che con apparente semplicità, vista la capacità “democratici delusi” sebbene il voto popolare avesse dato ragione espositiva del relatore, è stato trattato in a Hillary Clinton con un rilevante scarto,
approssimativamente quantificabile in 2.870.000 voti, il protezionista che prometteva di riportare gli americani al sistema elettorale che vede una distribuzione delle vittorie la centro dell’interesse nazionale. “America first” è stato lo slogan cui importanza varia in modo rilevante da Stato a Stato, con che ha caratterizzato un percorso di convincimento forte, che il ruolo determinante dei cosiddetti “grandi elettori”, ha visto sebbene tenesse conto del fatto che l’economia di un Paese prevalere il candidato Donald Trump. come gli Stati Uniti d’America non potesse essere avulsa dal Texas, Alabama, Arkansas e le roccaforti repubblicane non sono pressoché mai state messe in discussione in secoli di storia americana. Ciò che veramente fa resto del mondo ai cui affari è inevitabilmente intrecciata, ha voluto restituire a questo elettorato la speranza di un ritorno a quella dignità che si pensava perduta. la differenza sono quelli che in Italia potremmo I primi segnali di questa politica di accentramento definire “elettorato flessibile” e che in due parole con la quale si predilige il lavoratore americano nella realtà d’oltreoceano si chiamano “Swing prima di quello straniero e con la quale si States”. incentivano gli investimenti all’interno del Paese, Gli Swing States, ossia gli Stati che oscillano tra una e l’altra parte per una preponderanza non così netta come in altri Stati per così dire più “affezionati” al voto repubblicano o democratico, hanno fatto la differenza che ha Il voto popolare ha dato ragione a Hillary Clinton con un rilevante scarto: 2.870.000 voti sono arrivati attraverso le scelte manifestate da alcuni grandi gruppi industriali. I progetti di realizzazione di impianti industriali in Messico da parte di questi investitori sono stati riportati, infatti, sul territorio nazionale. permesso a Trump di giungere ad una vittoria Costa ha poi rilevato quanto l’esuberanza finale. politica di Trump debba passare al vaglio dei Michigan, Pennsylvania e Wisconsin, che nell’era Obama di abolizione dell’Obama Care, bocciata per due volte dai e già nel mezzo secolo precedente avevano dimostrato deputati e senatori dello stesso partito di Donald Trump. una tradizione maggiormente democratica, hanno deciso questa volta di cambiare le proprie scelte. In realtà questo Allo stesso modo, potranno essere altre le iniziative “fuori cambiamento non va visto come una semplice oscillazione misura” che Donald Trump potrebbe vedere ridimensionate dovuta ad un atteggiamento politicamente volubile. Le ragioni sia dai propri oppositori sia dai repubblicani, questo di di una simile scelta vanno invece ricercate nel tessuto sociale conseguenza consente a noi cittadini europei di poter sperare che caratterizza ed accomuna questi Stati. Il settore auto in una maggiore stabilità e di non dover temere eccessivi motive in particolare e quella che potremmo definire la grande sconvolgimenti. industria da catena di montaggio trovano in queste aree il loro habitat ormai da anni. La working class, che in questi settori è coinvolta e che su queste certezze impronta tutte le scelte sul futuro delle proprie famiglie e prospettive di continuità di un tenore di vita che è sinonimo di benessere, negli ultimi 20 anni ha visto i propri valori e le speranze riposte nelle future generazioni messe in discussione. Dal 1993 al 2007 l’industria di questi Stati ha realizzato imponenti investimenti nell’ottimizzazione della propria produttività. La conseguenza è stata la massiccia sostituzione dei lavoratori addetti alle catene di montaggio con impianti robotizzati. La previsione poi di poter riassorbire questa forza lavoro in altri settori è stata disattesa. Il sogno americano di queste famiglie ha quindi vacillato, per non dire che sia crollato nei casi peggiori. Le speranze riposte nel futuro dei propri figli di questa fascia di elettori a prevalenza bianca e con un livello di istruzione medio, che in molti casi hanno dato segnali evidenti di pregiudizi razziali, sembravano essere state illuse da quella parte politica che aveva permesso il declino della loro classe.
Colta l’importanza di questi umori, Trump ha abilmente fatto leva sul risentimento dei “democratici delusi”. La sua campagna elettorale è stata quindi improntata su una politica suoi stessi alleati. Un caso su tutti è stato quello della proposta