Transizione sostenibile - Position paper

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POSITION PAPER
SOMMARIO pg.7 pg.25 La sostenibilità come leva per il rilancio 1 2 Duemilatrentino Futuro Presente
pg.49 pg.97 pg.117 La performance del Trentino sulla Transizione Sostenibile Il punto di vista degli stakeholder del territorio Le proposte di Confindustria Trento 3 4 5

Se le parole hanno un peso, il significato di “Transizione sostenibile” appare immediatamente chiaro. Se, certamente, la “destinazione” deve essere sostenibile, deve esserlo anche la transizione stessa. Non possiamo, sull’onda di mode, ideologie, frasi fatte, banalizzare il percorso verso una sempre maggior sostenibilità della destinazione. Che deve - non può, ma deve - essere a 360 gradi. Ambientale, Sociale ed Economica.

Più volte ho avuto occasione di ribadire che noi abbiamo due asset: il nostro Ambiente e le nostre Intelligenze. Gli italiani danno il meglio di se stessi durante le emergenze. I Trentini non fanno eccezione. Questa della sostenibilità e della “Transizione Sostenibile” è una vera e propria emergenza. Esemplifico: il problema non è quanto costa l’energia. Il problema è essere certi di avere energia. Nel momento in cui siamo certi di avere energia il prezzo dell’energia tornerà a condizioni di mercato. Il costo dell’energia lo condividiamo con il Paese e con l’Europa. Noi dobbiamo ricercare il nostro specifico, peculiare vantaggio competitivo. Solo in questo modo potremo tornare a crescere e crescere in modo sostenibile.

Abbiamo scelto di attribuire il titolo di “Transizione sostenibile” al secondo intervento del progetto “Duemilatrentino – Futuro Presente”, aperto lo scorso anno dalla nostra Associazione con un lavoro sulla “Centralità dell’individuo e della qualità della vita”, perché sapevamo che ci avrebbe permesso di andare al cuore della nostra identità e delle nostre potenzialità.

Insieme ai nostri imprenditori, ai testimoni delle parti sociali, ai rappresentanti delle istituzioni, dei mondi della ricerca e della formazione, abbiamo messo in luce i nostri punti di forza e i nostri punti di debolezza, per poi tracciare le coordinate possibili della rotta per lo sviluppo del nostro territorio: tra un anno, tra dieci, e ancora più in là. Solo conoscendo bene dove si è si può decidere dove si vuole andare. Siamo consapevoli del ruolo trainante della sostenibilità: quale parte vogliono assumere il Trentino e le sue imprese, in questo scenario così fragile e problematico?

Le premesse rimangono a grandi linee le stesse dalle quali era partito il nostro ragionamento lo scorso anno: il Trentino non può più considerarsi un territorio trainante a livello europeo. Secondo la Fondazione Nord Est, nella classifica europea della ricchezza, Trento perde 24 posizioni tra il 2000 e il 2019.

6 CAPITOLO 1

Bolzano ne perde solo 7. Guardando al dato specifico del Pil pro capite della nostra Provincia, nello stesso arco temporale, la crescita si aggrappa a un timido, molto timido, +2,3%. Un dato insoddisfacente anche in termini relativi: gli altri territori italiani immediatamente comparabili mostrano infatti dati sensibilmente migliori. La Lombardia è al +4.8%, il Veneto a +4,6% l’EmiliaRomagna a +3,7%. Bolzano, con il +18,1%, corre ancora, anche se mai come la regione dell’Oberbayern: territorio tedesco a vocazione manifatturiera simile al nostro Nord Est, che registra un aumento del 27%. La situazione non è diversa da quella che descrivevamo in questi stessi luoghi un anno fa. Ma si è aggravata, e sappiamo bene perché: nuove emergenze hanno preso il posto dell’emergenza pandemica divenuta nuova normalità. La guerra (dovremmo sempre ricordarci di dire: le guerre), e insieme la tempesta perfetta che sta portando gas ed elettricità a valori pari anche a dieci volte quelli del 2019.

Non sapevamo che questo nostro secondo lavoro sarebbe uscito a ridosso di un appuntamento elettorale nazionale: sapevamo però che questo progetto, che si completerà con il terzo atto dedicato alla Società Trentino 5.0 nel primo semestre del 2023, si sarebbe concluso alla vigilia delle elezioni provinciali. Divenendo, crediamo, materiale utile per la pianificazione delle strategie di governo di chi si candida a guidare la provincia di Trento.

Si è trattato di un processo corale, aperto al contributo dei principali fra gli stakeholder del territorio, perché i destinatari di questo impegno saranno in ultimo esattamente le persone che abitano il nostro territorio. Che ha il diritto di coltivare l’ambizione di riacquisire e consolidare un ruolo di leadership: all’interno dell’economia italiana e non solo.

La crescita sostenibile non può essere elemento di compromesso, ma priorità nell’elaborazione di qualsiasi idea di sviluppo territoriale.

Fausto Manzana

Presidente Confindustria Trento

7 CAPITOLO 1

FUTURO PRESENTE

CAPITOLO 1. DUEMILATRENTINO
CAPITOLO 1.

Missione, obiettivi e attività dell’iniziativa “Duemilatrentino”

L’iniziativa “Duemilatrentino - Futuro Presente”, promossa da Confindustria Trento con il supporto di Sparkasse e l’affiancamento professionale di The European House - Ambrosetti, è un grande progetto di visione sulle sfide e le opportunità che si aprono per il sistema trentino nel nuovo scenario di ripartenza dell’economia nazionale ed internazionale, con azioni concrete per la crescita delle imprese e del territorio.

“Duemilatrentino” – il cui nome deriva dalla crasi tra “Trentino” e “2030”, data simbolo di un futuro a medio-lungo termine che il progetto necessariamente traguarda per disegnare traiettorie di più ampia percorrenza – si pone questa Missione:

Essere una piattaforma di analisi e proposizione strategica per fornire elementi di conoscenza e chiavi interpretative sui temi prioritari per il futuro e individuare azioni per il rafforzamento economicoproduttivo del Trentino.

11 CAPITOLO 1

L’iniziativa, avviata nella primavera del 2021, si sviluppa in tre atti, definendo proposte, soluzioni e orientamenti per il rafforzamento economico-produttivo trentino nel contesto della ripresa del sistema-Paese nello scenario postpandemico. Questo percorso permette di sostanziare una visione strategica al cui interno Confindustria Trento si propone quale attore di cambiamento positivo e contributore di sistemi operativi utili, in primis, alle imprese e alla loro crescita, ma avendo un occhio di riguardo allo sviluppo del contesto e della comunità di riferimento.

In uno scenario di riferimento fortemente caratterizzato da dinamiche competitive che vedono aziende e territori contendersi investimenti, talenti, turisti e famiglie, si sono aggiunti ulteriori fattori di complessità. Infatti tutti gli attori economici e sociali si trovano in questo momento a fronteggiare molteplici fattori di incertezza legati all’evoluzione dello scenario geopolitico, economico e sanitario (si pensi alle conseguenze del conflitto russo-ucraino, al trend inflattivo indotto dall’aumento del costo delle materie prime energetiche e al rischio di una nuova sindemia su scala globale).

“Duemilatrentino” intende fornire una risposta concreta alle domande fondamentali dello sviluppo territoriale:

Perché un’impresa dovrebbe insediarsi qui e non altrove?

Perché un’impresa già presente dovrebbe decidere di rimanervi?

Perché un contribuente o una famiglia dovrebbero decidere di risiedere e contribuire qui e non altrove?

Perché un talento dovrebbe decidere di lavorare qui e non altrove?

Perché un turista dovrebbe scegliere di venire qui e non altrove?

Perché uno studente dovrebbe venire qui a studiare?

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1 2 3 4 5 6

A tale scopo, sono stati raccolti indirizzi e contributi diretti ad elaborare messaggi e proposte per la crescita del tessuto produttivo locale che confluiscono in tre documenti di orientamento e posizionamento strategico (Position Paper tematici), da condividere con le Istituzioni, la comunità imprenditoriale e l’opinione pubblica in concomitanza con le Assemblee annuali di Confindustria Trento.

Poiché il fine ultimo di questo nuovo modello di sviluppo al quale il “sistema Trentino” deve tendere è l’individuo, i tre ambiti di approfondimento del percorso pluriennale di “Duemilatrentino” si legano ai cardini di un pensiero industriale ispirato ai valori di un “nuovo Umanesimo”:

il primo ambito di approfondimento verte sulla centralità dell’individuo e della qualità della vita ed è stato approfondito nel primo Position Paper1;

il secondo focus tematico – oggetto del presente Position Paper – si concentra sulla transizione sostenibile, per comprendere il ruolo, attuale e prospettico, che il Trentino e le sue imprese vogliono assumere a riguardo;

il terzo, che comprende e sviluppa i precedenti, tratterà della società “Trentino 5.0”, indicando un modello centrato sul benessere dell’essere umano che implica un approccio di sviluppo integrato tra aziende e territorio, per il quale sarà necessario il contributo di tutti gli stakeholder per agire da volano di trasformazione e ripensamento del Trentino.

Il primo Position Paper di “Duemilatrentino”, presentato in occasione dell’Assemblea Generale di Confindustria Trento, tenutasi a Riva del Garda il 14 ottobre 2021, è disponibile sul sito web dell’iniziativa: https://www.confindustria.tn.it/ duemilatrentino-futuro-presente.

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13 CAPITOLO 1
14 CAPITOLO 1 megatrend SCENARIO DI NUOVA NORMALITÀ caratteristiche 1. 2. 3. next generation eu IMPATTI ED OPPORTUNITÀ PER IL SISTEMA TRENTINO manifattura industria RUOLO DELLA E DELL’ autonomia RUOLO DELL’ quali opportunità per il Trentino e le sue imprese CENTRALITà dell’individuo TRANSIzIONE SOSTENIBILE e della qualità della vita il ruolo del Trentino e delle sue imprese la crescita del sistema produttivo trentino come volano per trasformare e ripensare il territorio società trentino 5.0

del territorio trentino

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proposte d’azione e progetti bandiera imprese territorio Figura 1. I tre ambiti di approfondimento del percorso dell’iniziativa “Duemilatrentino” e i Tavoli di Lavoro attivati da Confindustria Trento. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti, 2022.

Contributi degli stakeholder del territorio

CABINA DI REGIA

Analisi sui temi per il sistema imprenditoriale Trentino

SCENARI STRATEGICI DI SVILUPPO

Casi studio, approfondimenti “verticali” e survey tra le aziende

Indirizzi di sviluppo, azioni di sistema e valorizzazione territoriale

DOCUMENTI DI ORIENTAMENTO E POSIZIONAMENTO STRATEGICO

Figura 2. La struttura e gli output dell’iniziativa “Duemilatrentino”. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti, 2022.

Le attività e riflessioni di “Duemilatrentino” sono indirizzate da una Cabina di regia formata dai Vertici di Confindustria Trento e da The European House –Ambrosetti, e si sostanziano in un ciclo di riunioni plenarie e dei Tavoli di Lavoro tematici interni all’Associazione.

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Tavoli di lavoro tematici interni a Confindustria Trento

I lavori del Tavolo sulla Transizione sostenibile, che si sono sviluppati in un ciclo di riunioni di analisi e confronto tra dicembre 2021 e settembre 2022, hanno visto la partecipazione dei seguenti componenti del gruppo di lavoro costituito da Confindustria Trento:

Fausto Manzana

Presidente; GPI Group

Mirco Cainelli

Vice Presidente con delega a Innovazione, Sviluppo e Impresa 4.0; Capi Group Srl

Lorenzo Delladio

Vice Presidente con delega a

Internazionalizzazione e Sviluppo dei mercati esteri; La Sportiva Spa

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Michele Barozzi

Vice Presidente della Sezione Legno; Barozzi Dimension Srl

Giulio Deflorian

Presidente della Sezione Legno; Mobilificio Deflorian Iginio Srl

Simone Canteri

Presidente della Sezione Energia e Servizi per l’Ambiente; ACSM Primiero

Daniele Dezulian

Delegato di Territorio Valle di Fiemme, Val di Fassa e Primiero; SITC Canazei Spa

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Mario Dorighelli

Membro del Consiglio Direttivo; Presidente del Consorzio Assoenergia; LeMur Srl

Francesco Gasperi Direttore Generale di HabitechDistretto Tecnologico Trentino per l’Energia e l’Ambiente

Marco Giglioli

Presidente della Sezione Meccanica Meccatronica e Impianti; Presidente, HabitechDistretto Tecnologico Trentino per l’Energia e l’Ambiente; Sovecar Srl

Luca Guadagnini

Presidente della Sezione Impianti a Fune; S.I.T. Bellamonte

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Marcello Lunelli

Membro del Consiglio Direttivo; Ferrari F.lli Lunelli Spa

Giulia Manica

Presidente della Sezione Chimica, Vetro, Gomma e Plastica; Manica Spa

Marco Lorenz

Membro del Consiglio Direttivo; Larentis Lorenz Srl

Alessandro Marzadro

Distilleria Marzadro Spa

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Paolo Mazzalai

Membro del Consiglio Direttivo, Past President; Systra SWS

Roberto Busato Direttore Generale di Confindustria Trento

Nicola Calabrò Amministatore Delegato e Direttore Generale di Sparkasse

Alessandro Santini Vice Direttore di Confindustria Trento

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Lorenzo Tavazzi

Partner e Responsabile Area Scenari e Intelligence

Oreste Poli

Associate Partner e Area Leader Triveneto

Pio Parma

Senior Consultant Area Scenari e Intelligence e Project Coordinator Luca Celotto Analyst Area Scenari e Intelligence

Domenico Tripodi Analyst Area Scenari e Intelligence

Simonetta Rotolo Assistant

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Il gruppo di lavoro The European House - Ambrosetti è formato da:

Gli strumenti adottati per lo sviluppo delle analisi e della definizione dello scenario di riferimento sono molteplici e tra loro collegati: incontri di approfondimento sui temi al centro dell’iniziativa (anche in logica di “sistema”) con rappresentanti delle Istituzioni, dell’imprenditoria e del mondo del lavoro, della ricerca e della formazione; indagini tra le imprese associate a Confindustria Trento sui temi di volta in volta affrontati; la creazione di una sezione del sito web di Confindustria Trento per la divulgazione dell’iniziativa presso l’opinione pubblica e campagne di comunicazione dedicate.

Incontri di approfondimento sui temi al centro dell’iniziativa (anche in logica di “sistema”)

Istituzioni

Sistema delle rappresentanze

Sistema della ricerca dell’innovazione e della formazione

Opinion leader

Indagini tra le imprese associate a Confindustria Trento

Sezione del sito web di Confindustria

per divulgazione dell’iniziativa presso l’opinione pubblica

Sentiment

Criticità ed opportunità percepite Principali aree di intervento prioritarie per il futuro

Materiali di approfondimento

Aggiornamenti su eventi d’interesse Comunicati stampa Rassegna Stampa

Figura 3. L’attività di ascolto e confronto con le imprese e gli stakeholder del territorio per ogni tema di approfondimento. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti, 2022.

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Tra le personalità che hanno contribuito ad orientare le riflessioni del Tavolo di Lavoro sulla Transizione sostenibile come espressione di alcuni settori produttivi chiave per l’economia trentina, nonché delle Istituzioni del territorio e del sistema della ricerca e della formazione, si desidera ringraziare in particolare:

Michele Bezzi

Segretario Generale, CISL Trentino

Giulio Bonazzi

Presidente e Amministratore Delegato Aquafil Spa

Ivonne Forno Presidente, Fondazione Hub Innovazione Trentino - HIT

Maurizio Fugatti Presidente, Provincia autonoma di Trento

Giulia Manica Dirigente, Manica Spa; Presidente della Sezione Chimica, Vetro, Gomma e Plastica, Confindustria Trento

Vittorio Marangoni

Presidente, Marangoni Spa; Amministratore Delegato, Marangoni Holding Spa

Alessandro Molinari Amministratore Delegato e Direttore Generale, Itas Mutua

Tiziano Nerobutto Titolare e fondatore, Nerobutto Srl Società Benefit

Barbara Poggio Prorettrice alle politiche di equità e diversità; Professore ordinario presso il Dip. di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Trento

Luigi Sartori Amministratore Unico, Sartorilegno

Achille Spinelli

Assessore allo Sviluppo Economico, Ricerca e Lavoro, Provincia autonoma di Trento

Stefania Terlizzi Direttrice, Agenzia del Lavoro

Lauro Tisi Arcivescovo di Trento

Mario Tonina Assessore all’Urbanistica, Ambiente e Cooperazione, Provincia autonoma di Trento

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l’approfondimento dello scenario di riferimento rispetto al ruolo della sostenibilità per lo sviluppo socio-economico dell’Italia e del Trentino all’interno dello scenario post-pandemico (si veda il Capitolo 2);

l’elaborazione di un indice multifattoriale (Tableau de Bord) sul grado di sostenibilità del Trentino, finalizzato ad analizzare il relativo posizionamento in termini di sostenibilità economica, ambientale e sociale rispetto agli altri territori italiani (si veda il Capitolo 3);

l’approfondimento dei fattori di attrattività e delle opportunità percepite dagli stakeholder del territorio, raccogliendo il punto di vista e le indicazioni del sistema imprenditoriale trentino (con una indagine ad hoc) e dei rappresentanti delle Istituzioni, della formazione e ricerca e delle parti sociali (in colloqui riservati one-to-one), sintetizzati nel Capitolo 4;

l’identificazione di idee progettuali per lo sviluppo del settore manifatturiero e del sistema-Trentino (“progetti bandiera”), con la definizione di un portafoglio di iniziative di sistema da avviare nel medio-lungo termine e in grado di fare leva sulle caratteristiche di eccellenza del territorio (si veda il Capitolo 5).

25 CAPITOLO 1
Per questo specifico ambito tematico, le analisi del Tavolo di Lavoro si sono sviluppate attraverso:

La sostenibilità come leva per il rilancio

CAPITOLO 2.
CAPITOLO 2.

Il ruolo della sostenibilità per lo sviluppo socio-economico nello scenario post-pandemico

La sostenibilità ricopre, e ricoprirà sempre più, un ruolo centrale nel definire le traiettorie di sviluppo della società e dei territori, come emerge tanto dalla crescente sensibilità dimostrata dall’opinione pubblica e dal sistema produttivo, quanto dall’evoluzione normativa e regolamentare in materia.

Un esempio in tale direzione è offerto dal pacchetto di misure di policy adottate dall’Unione Europea che, dal 2015 ad oggi, ha posto la “transizione sostenibile” al centro delle sue strategie. Tra i piani europei che maggiormente stanno influenzando e influenzeranno le politiche economiche, ambientali e sociali, si possono infatti ricordare:

Il Circular Economy Action Plan, che identifica l’Economia Circolare come la strategia prioritaria per rilanciare la competitività europea con 54 azioni (dicembre 2015).

L’Ecodesign Working Plan, che regolamenta i prodotti sostenibili (novembre 2016).

L’EU Strategy for Plastics in Circular Economy che impone limiti all’utilizzo della plastica monouso (luglio 2019).

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NOVEMBRE 2016 Ecodesign Working Plan

DICEMBRE 2019 European Green Deal

MARZO 2020 New Circular Economy Action Plan

European Industrial strategy

European Climate Pact

Circular Economy Action Plan

DICEMBRE 2015

Just Transition Mechanism

GENNAIO 2020

EU strategy for plastic in circular economy

LUGLIO 2019

Figura 4. Viisone di sintesi delle principali iniziative promosse dall’Unione Europea nell’ambito della transizione sostenibile, dal 2015 al 2022. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati di Commissione Europea, 2022

L’European Green Deal, che prevede 4 obiettivi per l’UE, ovvero: a) il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050; b) la riduzione dell’inquinamento (-55% delle emissioni di gas ad effetto serra rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030); c) sostegno alle imprese europee per diventare leader nella produzione e nelle tecnologie sostenibili; d) sostegno ad una transizione equa e inclusiva (dicembre 2019).

Il varo dell’European Green Deal Investment Plan e del Just Transition Mechanism (gennaio 2020).

Il New Circular Economy Action Plan della Commissione Europea (marzo 2020).

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Legge europea sul clima

From Farm to Fork Biodiversity Strategy

APRILE 2020

LUGLIO 2020

MAGGIO 2020 EU Taxonomy for sustainable activities

Next Generation EU

Fit for 55

LUGLIO 2021

MAGGIO 2022 REPowerEU

L’European Industrial Strategy, un piano di politica industriale per sviluppare un’economia in grado di fronteggiare le sfide del futuro (marzo 2020).

La proposta di una legge europea sul clima per assicurare la neutralità climatica nell’UE entro il 2050 e la consultazione pubblica sull’European Climate Pact, che ha coinvolto regioni, comunità locali, società civile, sistema imprenditoriale e scuole (marzo 2020).

La presentazione della Biodiversity Strategy per il 2030, volta a fermare la perdita di biodiversità nell’UE e nel mondo (aprile 2020).

La strategia From Farm to Fork per una filiera agroalimentare più sostenibile (aprile 2020).

Il piano Next Generation EU per sostenere la ripresa UE nella fase post-COVID, con il 30% delle risorse finanziarie dedicate alla transizione sostenibile (maggio 2020).

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L’entrata in vigore della EU Taxonomy for sustainable activities per la definizione delle attività economiche che possono essere considerate e si possono definire “sostenibili” (luglio 2020 e successiva revisione a febbraio 2022).

L’approvazione del pacchetto Fit for 55 della Commissione Europea, contenente proposte su energia e clima (luglio 2021).

La recente approvazione del piano REPowerEU, finalizzato a ridurre rapidamente la dipendenza dai combustibili fossili russi, ad affrontare la crisi climatica e ad accelerare la transizione verde (maggio 2022)

A fianco di questa intensa attività di regolamentazione, l’Unione Europea ha anche messo a disposizione rilevanti risorse finanziarie per dare concreta attuazione alle proprie ambizioni in tema di sviluppo sostenibile. In questo senso, uno degli strumenti principali è rappresentato dal Next Generation EU, un piano di medio periodo (2021-2026) che, tramite l’erogazione di finanziamenti agli Stati Membri - 806,9 miliardi di euro a prezzi correnti - mira a supportare e stimolare la ripresa nello scenario post-pandemico1

Il fulcro del Next Generation EU è il Recovery and Resilience Facility (RRF), il programma di investimenti e riforme per accelerare la transizione ecologica e digitale, che con le nuove allocazioni comprende 723,8 miliardi di euro. Completano il pacchetto del Next Generation EU il programma REACT-EU (Recovery Assistance for Cohesion and the Territories of Europe) da 50,6 miliardi di euro, i fondi per lo Sviluppo Rurale da 8,1 miliardi di euro, il Just Transition Fund da 10,9 miliardi di euro, e le risorse addizionali per programmi già in essere quali InvestEU (6,1 miliardi di euro), RescEU (2 miliardi di euro) e Horizon Europe (5,4 miliardi di euro).

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1 Per maggiori approfondimenti, si veda anche: The European House - Ambrosetti, “Osservatorio Next Generation EU”, 2022.

L’attribuzione delle sovvenzioni e dei prestiti è stata soggetta all’approvazione da parte della Commissione Europea dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza (PNRR), nel rispetto di stringenti condizionalità: una di queste prevede che essi debbano contribuire efficacemente alla transizione verde e a quella digitale, destinando almeno il 37% della dotazione complessiva a interventi legati alla transizione energetica e il 20% a interventi legati alla transizione digitale2 . L’analisi dei Piani presentati dagli Stati Membri mostra come circa 250 miliardi di euro verranno destinati a progetti sulla transizione verde, secondo una distribuzione molto eterogenea dell’incidenza percentuale a livello nazionale: l’Italia, insieme a Croazia e Irlanda, destinano la quota minima delle risorse (37%), posizionandosi sotto la media europea (43,5%), mentre Paesi come Lussemburgo e Danimarca svettano in classifica, riservando alla transizione verde circa il 60% dei fondi disponibili.

2 Relativamente al pilastro della transizione verde gli Stati Membri devono illustrare come i loro Piani contribuiscano al raggiungimento degli obiettivi climatici, ambientali ed energetici adottati dall’Unione Europea: gli obiettivi dello European Green Deal e il doppio obiettivo dell’UE di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 55% rispetto allo scenario del 1990 entro il 2030.

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61,0 59,0 50,6 50,0 50,0 48,3 46,0 42,7 42,0 42,0 42,0 41,5 41,0 41,0 40,9 40,3 40,0 40,0 40,0 38,0 38,0 37,0 37,0 37,0

Lussemburgo

Danimarca Francia Belgio Finlandia Poilonia Austria Slovenia Lituania Germania Estonia Slovacchia Ungheria Cipro Romania Spagna Rep. Ceca Svezia Grecia Portogallo Lettonia ITALIA Croazia Irlanda

Figura 5.

Fondi allocati alla transizione green nel Piano Next Generation EU (% del totale nazionale): confronto tra gli Stati Membri europei, 2021. Nota: i valori dell’Italia sono comprensivi della quota di React-EU e del fondo complementare al PNRR. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su singoli Piani nazionali, 2022.

Focalizzando l’attenzione sull’Italia:

Il nostro Paese è destinatario del 38% delle risorse totali richieste dagli Stati europei al Recovery and Resilience Facility (RRF), per un valore complessivo di 191,5 miliardi di euro (di cui 68,9 miliardi in sovvenzioni e 134 miliardi in prestiti), pari al 12% del PIL del 2020; a queste risorse si aggiungono i 30,6 miliardi di euro dal fondo complementare e i 13 miliardi di euro da React-EU, per un totale di 235 miliardi di euro

Il 40% delle risorse connesse al RRF sono destinate all’inclusione sociale (94 miliardi di euro), il 37% alla transizione verde (87 miliardi di euro) e il 25% alla transizione digitale (59 miliardi di euro)3 .

In prospettiva comparativa, l’Italia destinerà alla transizione digitale e green un ammontare quasi pari alla somma delle risorse di Francia, Germania e Spagna.

La somma fa più di 100 in quanto lo stesso intervento può impattare su uno o più assi strategici.

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3

Inclusione Sociale

Transizione Verde Transizione Digitale

Figura 6. Composizione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per finanziamento (miliardi di euro e %; grafico di sinistra) e allocazione delle risorse del Recovery and Resilience Facility agli assi strategici (% sul totale RRF; grafico di destra). Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, 2022.

Fondi allocati alla transazione Digitale nei piani di Ripresa e Resilienza dei Big-4 Europei MLD di euro, 2021

Fondi allocati alla transazione Green nei piani di Ripresa e Resilienza dei Big-4 Europei MLD di euro, 2021

Figura 7.

Fondi allocati alla transizione digitale (grafico di sinistra) e alla transizione green (grafico di destra) nei Piani di Ripresa e Resilienza dei Big-4 europei (miliardi di euro), 2021. Nota: ai 49,5 miliardi di euro della missione “Digitalizzazione” si sommano anche gli investimenti legati a progettualità trasversali alle Missioni. Fonte: elaborazione The European House –Ambrosetti su dati Commissione Europea, 2022

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€ 235,12 MLD 6 REACT EU 81 PNRR 81% PNNR
Fondo complementare 13 40,0 37,5 25,1 94 MLD di euro 87 MLD di euro 59 MLD di euro ˜ ˜ ˜ ˜ ˜ ˜ Francia FranciaSpagna SpagnaITALIA ITALIAGermania Germania 14,0 11,7 20,3 28,0 50,6 87,0 25,0 63,5

A livello di contenuto, il PNRR italiano si divide in 6 Missioni di indirizzo: più del 50% dei fondi vengono assegnati alle prime due Missioni - transizione verde (31%) e transizione digitale (21%). Seguono poi la Missione 4 su istruzione e ricerca (16%), la Missione 3 sulle infrastrutture per una mobilità sostenibile (13%), mentre la minor quota dei fondi viene ripartita tra le Missioni 5 e 6, relative rispettivamente a inclusione e coesione (10%) e salute (8%). Anche dal punto di vista del numero delle misure, la Missione sulla transizione ecologica risulta essere quella più ricca di investimenti (45 su 134), seguita dalla transizione digitale, su cui si concentra il maggior numero di progetti (22 su 63).

A fronte di questi dati, occorre sottolineare come il Piano italiano intenda sostenere lo sviluppo di settori ad elevato contenuto tecnologico e green, nello specifico: agricoltura smart e green, economia circolare (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, industria della carta, tessile, riciclo meccanico e chimica delle plastiche, ecc.), energie rinnovabili (sistemi fotovoltaici, turbine, idrolizzatori, ecc.), Space Economy, mobilità sostenibile (batterie per il settore dei trasporti, mezzi di trasporto green, ecc.), sanità e telemedicina.

Oltre al Next Generation EU (e conseguentemente al PNRR), una delle altre tappe chiave tra le recenti azioni europee in ambito di transizione sostenibile è rappresentata dal regolamento europeo sulla cosiddetta Tassonomia, entrato in vigore a luglio 2020. Si tratta del primo sistema al mondo di classificazione delle attività economiche sostenibili, che consentirà di valutare, tramite criteri scientifici, la sostenibilità ambientale degli investimenti in progetti e attività economiche, offrendo così criteri e metodologie comuni, almeno nel contesto

36 CAPITOLO 2

europeo, a gestori finanziari, agenzie di rating e fondi di investimento, attori sempre più interessati alle tematiche sostenibili e ai criteri ESG. Non a caso, a fine 2021, circa il 40% degli asset gestiti dai fondi quotati nell’UE, pari a 4,05 trilioni di euro, è commercializzato come “investimento sostenibile” ai sensi del nuovo Regolamento europeo sull’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari (Sustainable Finance Disclosure Regulation – SFDR)4

In particolare, la Tassonomia prevede 6 obiettivi ambientali5: Mitigazione dei cambiamenti climatici.

Adattamento ai cambiamenti climatici.

Uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine.

Transizione verso un’economia circolare (inclusa la prevenzione dei rifiuti e l’aumento dell’utilizzo di materie prime secondarie).

Prevenzione e riduzione dell’inquinamento

Protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi

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1 2 3 4 5 6 4 Fonte: Morningstar, 2022. 5 Un’attività economica può essere classificata come “ambientalmente sostenibile” se questa contribuisce ad almeno uno dei 6 obiettivi stabiliti dalla Tassonomia.

Per essere valutata come “eco-compatibile”, un’attività deve soddisfare i seguenti criteri: Contribuire positivamente in modo sostanziale ad almeno uno dei sei obiettivi ambientali.

Non produrre impatti negativi su nessun altro obiettivo.

Essere svolta nel rispetto di garanzie sociali minime (per esempio, quelle previste dalle linee guida dell’OCSE e dai documenti delle Nazioni Unite).

Tra le implicazioni principali, le aziende soggette alla direttiva sono tenute a fornire informazioni sulle loro attività in riferimento alla Tassonomia, sulla base delle quali gli investitori orienteranno le proprie scelte di investimento. Infatti, da gennaio 2022, le 11.600 grandi imprese europee, già oggi vincolate dalla normativa NFRD a rendicontare le proprie performance di sostenibilità, devono comunicare nuove informazioni sulle proprie attività seguendo le indicazioni della Tassonomia Europea per la Finanza Sostenibile: riclassificando, dunque, i propri asset in termini di fatturato, spese in conto capitale e spese operative. A partire dal 2023, la normativa Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) amplierà in modo graduale questi obblighi informativi, raggiungendo anche le PMI quotate sui mercati regolamentati europee, arrivando a coinvolgere oltre 49.000 aziende in tutta Europa.

Un approccio ormai largamente condiviso, la relazione tra transizione sostenibile e sviluppo economico è stata messa in luce negli ultimi anni anche da BlackRock, il maggiore fondo d’investimento al mondo: se nella

38 CAPITOLO 2
1 2 3

lettera annuale del 2020 ai CEO, il Presidente e Amministratore Delegato Larry Fink ricordava come il cambiamento climatico fosse diventato un fattore determinante per le strategie di lungo periodo delle aziende e che il rischio climatico equivalesse sempre più un rischio d’investimento, nella lettera del 2022, Fink ha ribadito che l’attenzione verso la sostenibilità è dettata dal fatto di essere capitalisti e legati da un rapporto fiduciario verso i clienti, secondo un impegno che richiede una piena comprensione di come le aziende stiano adattando le loro attività ai massicci cambiamenti che colpiscono l’economia, primo fra tutti la transizione verso un mondo a zero emissioni6

Due ulteriori tappe nell’evoluzione in chiave green dell’UE sono costituite dal pacchetto “Fit for 55” e dal piano “REPowerEU”, particolarmente focalizzati sulla dimensione della transizione energetica:

Fit for 55 contiene un nuovo pacchetto di misure, più stringenti rispetto agli obiettivi precedentemente fissati: tra i più ambiziosi, rientra quello di ridurre entro il 2030 le emissioni del 55% rispetto alle emissioni registrate nel 1990 e raggiungere la neutralità climatica nel 2050. A ciò si aggiungono, tra gli altri: per il settore automotive, la riduzione del 55% delle emissioni da automobili entro il 2030, la riduzione del 50% delle emissioni da furgoni entro il 2030, e auto a zero emissioni dal 2035; per il settore energetico, la produzione di almeno il 40% di energia da fonti rinnovabili entro il 2030 e l’efficienza energetica pari o superiore al 36% al 2030; per il settore immobiliare, il rinnovo annuale di almeno il 3% della superficie totale di tutti gli edifici pubblici, l’utilizzo di almeno il 49% di energia rinnovabile negli edifici entro il 2030, e l’aumento dell’uso di energia rinnovabile nel riscaldamento e raffreddamento

39 CAPITOLO 2
6 BlackRock, “Lettera di Larry Fink ai CEO 2022: il potere del Capitalismo”, 2022.

di +1,1 punti percentuali ogni anno fino al 2030. Tutti questi obiettivi implicano naturalmente un netto cambio di passo nelle transizioni sostenibili di ciascun Paese, perseguibile solo attraverso importanti investimenti e una radicale trasformazione dei propri modelli operativi, produttivi e di servizio.

proposto dalla Commissione Europea a seguito dello scoppio del conflitto russo-ucraino, intende rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili russi prima del 2030, in quanto il nuovo scenario geopolitico internazionale ha determinato un impatto significativo anche sul fronte delle connessioni energetiche.

40 CAPITOLO 2
REPowerEU,
Gen19 Apr19 Lug19 Ott19 Gen20 Apr20 Lug20 Ott20 Gen21 Apr21 Lug21 Ott21 Gen22 Apr22 Lug22 105,08 120 100 80 60 40 20 0 PREZZO DEL PETROLIO X2,4 volte tra luglio 2020 e luglio 2022

La volontà di diversi Paesi di interrompere l’approvvigionamento di gas russo ha messo al centro delle agende nazionali (in primis, quelle di Italia e Germania) la questione della dipendenza energetica

Nel 2022, infatti, le tendenze rialziste dei beni energetici si sono ulteriormente rafforzate a causa del conflitto in Ucraina (nel periodo tra luglio 2020 e luglio 2022 il prezzo del petrolio è cresciuto di 2,4 volte, quello del gas naturale in Europa di 28,5) con il costo dell’energia per le imprese italiane che potrebbe raggiungere i 37 miliardi di euro nel 2022 (+30 miliardi di euro vs. 2019).

41 CAPITOLO 2
Figura 8. Andamento del prezzo del petrolio (dollari per barile; grafico di sinistra), gennaio 2019 – luglio 2022; andamento del prezzo del gas naturale in Europa (dollari per MMBtu: million of British Termal Unit. 1 MMBtu = 28,26 m3; grafico di destra), gennaio 2019 – luglio 2022. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati World Bank, 2022. Gen19 Apr19 Lug19 Ott19 Gen20 Apr20 Lug20 Ott20 Gen21 Apr21 Lug21 Ott21 Gen22 Apr22 Lug22 51,33 10 25 40 45 50 5 20 35 0 15 30 PREZZO DEL GAS NATURALE IN EUROPA X28,5 volte tra luglio 2020 e luglio 2022

In questo contesto, il piano stabilisce una serie di misure per ridurre rapidamente la dipendenza dai combustibili fossili russi e accelerare la transizione verde (in prima battuta, anticipando gli obiettivi energetici fissati dai precedenti piani e strategie), aumentando allo stesso tempo la resilienza del sistema energetico dell’UE. Una volta inquadrato il contesto europeo di riferimento, che pone la transizione sostenibile al centro del percorso di crescita e ripartenza dell’Europa, è utile esaminare come l’Italia stia affrontando questa importante sfida per l’esito delle scelte socio-economiche del presente e del futuro. Sotto questo punto di vista come dimostrato da alcuni indicatori, il nostro Paese sta recuperando terreno se confrontato con i principali competitor europei:

Tra il 2009 e il 2019, l’Italia ha registrato la maggiore diminuzione di gas a effetto serra (GHG) rispetto ai principali Paesi europei, con una riduzione del 18,2% (rispetto al 17% in Spagna, al 13,2% in Germania, all’11,7% in Francia e all’11,2% nell’UE-27).

Ad oggi, l’Italia ha un’intensità di emissione dell’industria manifatturiera (misurata come kg di emissioni di GHG per euro di Valore Aggiunto) inferiore alla media UE-27 (0,34 in Italia vs. 0,38 in UE-27) e superiore solo alla Germania (0,26).

% vs. livelli del 2009

Kg di emissioni per euro di V.A.

ITALIA

Valore % vs. livelli del 2009

Spagna

-27

Germania

Francia

42 CAPITOLO 2
Valore
0,1 0,0 0,4 0,7 0,3 0,6 0,2 0,5 -18,2 -17,0 Spagna
-13,2 Germania
-11,7 Francia
-11,2 UE -27 UE
ITALIA
-40% -25%-30%-35% -20%

I punti di forza del posizionamento dell’Italia emergono anche con riferimento alle soluzioni tecnologiche per la decarbonizzazione: con 8,8 miliardi di dollari di esportazioni nel 2016, il nostro Paese è infatti 6° a livello mondiale e 2° in Europa per valore delle esportazioni di tecnologie rinnovabili. Tale indicatore risulta particolarmente rilevante poiché una piena indipendenza energetica – resa fondamentale dall’attuale scenario geopolitico – può essere raggiunta se all’autonomia in termini di produzione di energia si affianca anche l’autonomia in termini di produzione di tecnologie energetiche sottostanti, evitando così una dipendenza tecnologica.

68,3 29,1 18,8 13,7 13,5 8,8 8,7 6,9 6,7 6,4

GermaniaCina USA Hong Kong

Corea del Sud Messico MalesiaPaesi BassiGioappone ITALIA

Figura 10.

Principali Paesi esportatori di tecnologie rinnovabili: Top 10 (miliardi di dollari), 2019. Nota: l’aggregato include prodotti prevalentemente legati al mondo delle rinnovabili elettriche (c.d. core renewables, tra cui le tecnologie per la produzione da fotovoltaico, eolico, solare termodinamico, idroelettrico, ecc.) e componenti non legate esclusivamente alla produzione di energia da fonti rinnovabili e destinate quindi anche ad altri settori (come, ad es., gli alternatori di corrente elettrica o le torri e i piloni per le pale eoliche). Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati UNCTAD, Intesa Sanpaolo, Confindustria e ANIE, 2022.

Figura 9.

Emissioni di gas ad effetto serra complessive nell’UE-27 (variazione % rispetto ai livelli del 2009; grafico di sinistra), 2019; intensità di emissione dell’industria manifatturiera in alcuni Stati Membri dell’UE-27 (kg di emissioni di GHG per euro di V.A.; grafico di destra), 2019. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Eurostat, 2022.

43 CAPITOLO 2

Inoltre, l’Italia si colloca nella Top 15 globale per quota di brevetti di tecnologie rinnovabili, con l’1,3% dei brevetti (pari a circa 1.200) e, nello specifico, il 2,5% dei brevetti tecnologici per il solare termico, l’1,4% per l’energia da rifiuti e l’1,3% per l’idroelettrico. Questi numeri confermano una particolare specializzazione tecnologica del nostro Paese negli ambiti dell’energia da fonte solare e idroelettrica.

21,321,6

10,0 11,4

4,0 4,0 2,02,7 1,3 3,1 1,62,4 1,1 1,0

Corea del Sud TaiwanGiappone

Francia Russia PoloniaUSA Cina Spagna Paesi BassiGermania Regno Unito Danimarca

Figura 11.

ITALIA

Brevetti di tecnologie rinnovabili: Top 15 globale (valori % sul totale globale), media 2010-2016. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati OECD, 2022.

In questo scenario, le imprese italiane stanno dimostrando una particolare sensibilità e attenzione verso la transizione sostenibile. Tra il 2014 e il 2020, la quota di imprese italiane che prevedono di effettuare investimenti in prodotti e tecnologie green è infatti cresciuta di 15,7 punti percentuali, passando dal 5,7% al 21,4%7 . Inoltre, le imprese manifatturiere che hanno investito nel green dichiarano aspettative di crescita superiori: se tra le imprese che non hanno investito nel green solo il 9% si aspettava una crescita del fatturato nel 2021 (rispetto al 2020), tra le imprese investitrici nel green questa quota si assesta al 14% (+5 p.p.); simili vantaggi si registrano anche

7 Fonte: elaborazione

The European House - Ambrosetti su dati Excelsior-Unioncamere, 2022.

44 CAPITOLO 2

rispetto alle aspettative di crescita di occupazione (+2 p.p.) ed export (+3 p.p.)8

Inoltre, le imprese italiane stanno adottando misure crescenti per un utilizzo efficiente delle risorse, con particolare attenzione verso la riduzione degli sprechi (85% delle imprese), il risparmio energetico (63%), di materiali (59%) e acqua (45%).

Riduzione al minimo degli sprechi

Risparmio energetico

Risparmio di materiali

Risparmio di acqua

Ricorso a fornitori più rispettosi dell’ambiente

Prodotti di più facile manutenzione, riparazione o riutilizzo

Riciclo con riutilizzo di materiali e scarti Utilizzo di energia da fonti rinnovabili

Vendita di residui e scarti ad altre aziende

Figura 12. Risposte alla domanda: “Quali misure sta adottando la Sua azienda per garantire una maggiore efficienza nella gestione delle risorse?”: focus sull’Italia (valori %; possibilità di risposta multipla), 2021. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Eurobarometer, “PMI, efficienza delle risorse e mercati ecologici”, 2022.

Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, 2022.

45 CAPITOLO 2
85 63
59
45 27
43 25 32 23
8

Quasi 3 imprese italiane su 10 (28% rispetto al 32% nell’UE-27) dichiara di offrire prodotti o servizi “ecologici” - ossia caratterizzati da funzionalità che limitano i rischi ambientali e riducono al minimo l’inquinamento e le risorse impiegate – mentre il 12% (rispetto all’11% nell’UE-27) è intenzionato a farlo nei prossimi 2 anni; il 46% delle imprese italiane ha definito o prevede di definire una strategia di riduzione della propria impronta di carbonio (rispetto al 43% nell’UE-27).

In generale, è possibile affermare che la sostenibilità – qualora sia integrata nelle scelte competitive aziendali – è in grado di produrre benefici su tutti i diversi livelli connessi all’azienda. Come sintetizzato dalla figura sottostante, si tratta non solo di migliori performance, ma anche di relazioni più forti, di innovazione nei processi e ottimizzazione delle politiche aziendali, nonché di un riorientamento delle scelte strategiche.

Miglioramento delle performace aziendali e della produttività

Rafforzamento delle relazioni con gli stakeholder

Innovazione dei processi produttivi e ottimizzazionedelle politiche aziendali

Figura 13.

Schema esemplificativo dei benefici connessi alla sostenibilità integrata nelle scelte competitive aziendali. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti, 2022

Riorientamento delle scelte strategiche

46 CAPITOLO 2
Strategia (e vertici aziendali) Processi produttivi Politiche aziendali Dipendenti Clienti e fornitori Investitori Risultati economici

Da questa prospettiva, la sostenibilità come fattore competitivo può essere un’opportunità per le aziende, con alcuni ambiti d’intervento prioritari da affrontare, così sintetizzabili:

Riorientamento delle scelte strategiche: favorire la diffusione delle best practice di sostenibilità dalle aziende più grandi a quelle medio-piccole.

Relazioni con gli stakeholder: accrescere la consapevolezza del valore di pratiche sostenibili tra investitori e dipendenti; rafforzare il ruolo della Finanza Sostenibile e l’attenzione verso rischi climatici e disclosure non finanziaria nella valutazione delle imprese da parte del sistema bancario.

Innovazione dei processi produttivi: sfruttare efficacemente la leva di sviluppo rappresentata dalla transizione energetica e dall’economia circolare.

Risultati economici: identificare un modello di sviluppo che consenta una “contaminazione” delle pratiche di sostenibilità dalle aziende ai sistemi territoriali.

Queste considerazioni sono valide non solo a livello globale e italiano, ma anche con riferimento allo specifico contesto del Trentino. Infatti, come verrà illustrato nei capitoli successivi, il nostro territorio detiene un posizionamento di primo piano all’interno delle dimensioni della sostenibilità e presenta un ricco portafoglio di asset da poter valorizzare all’interno della transizione sostenibile. Non a caso, già nell’indagine somministrata a metà 2021 alla comunità imprenditoriale trentina, la Sostenibilità – insieme alla Natura – era emersa come una delle caratteristiche maggiormente identificative del territorio

47 CAPITOLO 2

Accoglienza

Bellezza

Serenità

Ricchezza

Indipendenza

Inclusione Resilienza

Dinamismo

Tranquillità

Attrattività

Opportunità

Senso civico

Sostenibilità

Natura

Imprenditorialità

Creatività

Sicurezza

Innovazione

Benessere

Apertura

Autonomia

Laboriosità

Figura 14. Risposte alla domanda: «Con quali aggettivi definirebbe il Trentino?» (le maggiori dimensioni riflettono gli ambiti più ricorrenti), 2021. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su risposte alla survey presso le imprese associate a Confindustria Trento, 2021.

48 CAPITOLO 2
49 CAPITOLO 2

La performance del Trentino sulla Transizione Sostenibile

CAPITOLO 3.
CAPITOLO 3.

Il Tableau de Bord della Sostenibilità e il posizionamento del Trentino

Al fine di individuare i punti di forza e di attenzione per il Trentino rispetto alla capacità di saper rispondere alle sfide legate alla transizione sostenibile, nell’ambito del percorso del progetto “Duemilatrentino” è stato elaborato un Tableau de Bord della Sostenibilità.

Si tratta di un cruscotto di monitoraggio della performance del Trentino in chiave relativa rispetto agli altri territori italiani, che agisce come strumento di indirizzo strategico poiché permette di:

monitorare nel tempo l’evoluzione del territorio sulle macro-aree prioritarie e su specifici indicatori a confronto con le altre Regioni di riferimento;

individuare gli ambiti prioritari su cui intervenire; attivare azioni correttive mirate e sinergiche con una visione di medio-lungo termine.

53 CAPITOLO 3

Dal punto di vista metodologico, all’interno del presente studio, il perimetro del concetto di sostenibilità è stato definito a partire da una delle prime teorizzazioni in materia, ovvero quella sviluppata all’interno del Rapporto della Commissione Brundtland su Ambiente e Sviluppo del 1987. In particolare, il Rapporto Brundtland definiva la sostenibilità come la condizione di uno sviluppo in grado di:

“Assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri.”

A partire da questa teorizzazione, la sostenibilità si è progressivamente affermata come un concetto articolato su tre dimensioni:

la sostenibilità economica, che riguarda la capacità di un sistema territoriale e produttivo di generare reddito nel continuo e di offrire opportunità di lavoro in modo duraturo;

la sostenibilità ambientale, che interessa la tutela dell’ecosistema e il rinnovamento delle risorse naturali;

la sostenibilità sociale, intesa come la capacità di garantire che le condizioni di benessere degli individui siano equamente distribuite all’interno della popolazione.

54 CAPITOLO 3

La SOSTENIBILITÀ ECONOMICA

riguarda la capacità di un sistema territoriale e produttivo di generare reddito nel continuo e di offrire opportunità di lavoro in modo duraturo

La SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE interessa la tutela dell’ecosistema e il rinnovamento delle risorse naturali

La SOSTENIBILITÀ SOCIALE è la capacità di garantire che le condizioni di benessere degli individui siano equamente distribuite nella popolazione

Figura 15. Schematizzazione delle tre dimensioni della sostenibilità. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti, 2022.

55

3.1.

La metodologia di analisi per il monitoraggio della performance del Trentino sulla sostenibilità

Sul fronte metodologico, per la progettazione e costruzione del Tableau de Bord, l’analisi del paradigma della sostenibilità è stata sviluppata su un duplice livello:

la dimensione del territorio, al fine di monitorare le caratteristiche del sistema socioeconomico e le misure di policy adottate;

la dimensione del sistema produttivo, per analizzare la performance delle imprese in tema di sostenibilità declinata sui tre ambiti precedentemente descritti.

Il perimetro di analisi ha interessato le Province autonome di Trento e Bolzano e le altre 19 Regioni italiane. Si è scelto di non includere territori esteri (come, ad esempio, il Tirolo in Austria o la Baviera in Germania) per assicurare la piena uniformità e comparabilità degli indicatori statistici selezionati per il Tableau de Bord.

Il periodo di riferimento per l’analisi della performance del Trentino è l’ultimo anno disponibile, andando a ritroso – quando possibile – fino agli ultimi 6 anni. Dove necessario, The European House – Ambrosetti ha provveduto a ricostruire la performance stimata all’anno 2020 per alcuni indicatori statistici non ancora aggiornati dalle fonti ufficiali.

Nel complesso, il Tableau de Bord comprende 75 Key Performance Indicator (KPI), 25 per ciascuna delle tre dimensioni della sostenibilità, per un totale di circa 9.900 osservazioni di dati puntuali. La raccolta dei dati è stata effettuata tramite la ricognizione delle più autorevoli fonti statistiche a livello internazionale (come Eurostat e Commissione Europea), nazionale (come Istat, Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero della Transizione

56 CAPITOLO 3

Ecologica, Ministero del Lavoro, Ministero dell’Istruzione, Ministero dell’Università e della Ricerca, Banca d’Italia, Ispra, Inps, Inail, Gse, Unioncamere, Sistema Informativo Excelsior, Legambiente, ecc.) e locale (Ispat).

Ai fini del calcolo dei sotto-indicatori e del Tableau de Bord della Sostenibilità, il valore di ciascun KPI è stato normalizzato, affinché la Regione “best performer” ottenga un valore pari a 1 e la Regione “worst performer” abbia un valore uguale a 0; per i “reverse indicator” (intesi come gli indicatori per i quali a un valore più alto corrisponde una performance peggiore), il ragionamento è diametralmente opposto: la Regione con il KPI di valore massimo ha un indice uguale a 0, mentre alla Regione con il KPI con il valore minimo viene assegnato un indice uguale a 1. Il passo successivo alla mappatura e normalizzazione dei KPI del Tableau de Bord è rappresentato dal calcolo di 3 indici sintetici, ottenuti tramite la media aritmetica dei valori normalizzati dei KPI appartenenti a ciascuna dimensione della sostenibilità. Questi indici sono particolarmente utili in quanto consentono di valutare nel tempo i progressi effettuati dal Trentino non solo rispetto a sé stesso, ma anche rispetto alle altre Regioni italiane.

DIMENSIONE

SOSTENIBILITÀ ECONOMICA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

KEY PERFORMANCE INDICATOR (KPI)

Normalizzazione dei KPI

KPI NORMALIZZATI

INDICE SINTETICO PER DIMENSIONE

SOSTENIBILITÀ SOCIALE

Figura 16.

KPI

normalizzato

normalizzato

Media aritmetica dei valori normalizzati dei KPI connessi a ciascuna dimensione

KPI 1

KPI 1 KPI 1

KPI 2 KPI

KPI

KPI

KPI KPI

Il valore di ciascun KPI è normalizzato su una scala crescente da 0 a 1 in modo che la Regione best performer ottenga un valore pari a 1 e la Regione worst performer un valore uguale a 0*

KPI

KPI

KPI...

normalizzato

Media aritmetica dei valori normalizzati dei KPI connessi a ciascuna dimensione

normalizzato

Media aritmetica dei valori normalizzati dei KPI connessi a ciascuna dimensione

Metodologia di calcolo del Tableau de Bord della Sostenibilità. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti, 2022. (*) Nel caso di reverse indicator

la Regione con il KPI massimo

57 CAPITOLO 3
(indicatori per i quali a un valore più elevato corrisponde una performance peggiore),
ottiene un punteggio pari a 0, mentre la Regione con il KPI minimo un indice uguale a 1.
1
KPI 1
1
KPI 2
KPI 2 normalizzato
2 normalizzato KPI... KPI...
2
2

Per comprendere in modo più approfondito le determinanti sottostanti il posizionamento del Trentino rispetto alle tre dimensioni della sostenibilità, è indispensabile analizzare i singoli indicatori sintetici e i relativi indicatori che li compongono. Nei sotto-capitoli che seguono, verranno illustrati tutti i KPI analizzati sia con tabelle di sintesi, sia attraverso focus specifici sui singoli valori che vanno a comporre il cruscotto di monitoraggio nella sua interezza. Nella parte finale del Capitolo verranno quindi proposte alcune considerazioni di sintesi sulla performance del Trentino sulla sostenibilità, a partire dall’analisi degli indici.

I dati qui proposti e commentati sono sintetizzati in uno schema complessivo, allegato a questo Rapporto. È importante sottolineare come le tavole siano presentate non secondo una logica di “pagella”, bensì di fotografia dei trend e dei risultati basati su elementi oggettivi e concreti per valutare il posizionamento strategico complessivo del territorio e ricavare informazioni utili per impostare efficaci politiche e strategie di sistema e sviluppo sulle scelte legate alla sostenibilità del Trentino e delle sue imprese.

58 CAPITOLO 3

La performance del Trentino nella sostenibilità economica

La sostenibilità economica è la dimensione della sostenibilità che si focalizza sulla capacità di generare una crescita duratura degli indicatori economici e di produrre (e mantenere nel tempo) all’interno del territorio il massimo del Valore Aggiunto, combinando efficacemente l’uso e la trasformazione delle risorse disponibili nel rispetto dei vincoli ambientali, valorizzando il contributo delle filiere produttive del territorio. Nello specifico, gli indicatori selezionati come proxy della sostenibilità economica del Trentino intendono misurare la capacità del sistema di produrre ricchezza diffusa nel territorio e di garantire le condizioni abilitanti per una crescita duratura nel tempo grazie all’offerta di servizi di qualità (lavoro, formazione, innovazione e ricerca) in un contesto “sano” dal punto di vista finanziario per il settore privato e pubblico. Per fare ciò, sono state prese in esame 6 macro-aree (attraverso l’identificazione di specifici KPI) che permettono di fare comprendere come il territorio si posizioni in termini di sostenibilità economica: creazione diffusa di ricchezza; tessuto imprenditoriale; mercato del lavoro; sistema della formazione e delle competenze; sistema dell’innovazione e della ricerca; rapporti con la Pubblica Amministrazione.

59 CAPITOLO 3 3.2.

CREAZIONE DIFFUSA DI RICCHEZZA

TESSUTO IMPRENDITORIALE

Valore aggiunto per abitante (euro), 2020 - fonte: Istat

Reddito disponibile lordo per abitante (euro), 2020E - fonte: Istat

Spesa turistica per abitante (euro), 2019 - fonte: Banca d’Italia e Istat

Disuguaglianza economica (deviazione standard del reddito per contribuente tra i Comuni, euro), 2020 - fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze

Export per abitante (euro)*, 2020 - fonte: Istat

Propensione alla imprenditorialità (saldo tra imprese iscritte e cessate in rapporto al totale delle imprese registrate nell’anno precedente, %)*, 2020 - fonte: Istat

Dimensioni medie delle imprese (numero di occupati dipendenti per numero di imprese attive)*, 2020 - fonte: Istat

Impieghi bancari delle imprese non finanziarie (percentuale sul PIL)*, 2020E - fonte: Banca d’Italia

Produttività delle imprese (Valore Aggiunto per occupato, euro)*, 2020 - fonte: Istat

Tasso di occupazione (%), 2020 - fonte: Istat

MERCATO DEL LAVORO

Difficoltà di reperimento dei lavoratori (% delle assunzioni)*, 2020 - fonte: Excelsior-Unioncamere

Incidenza dei giovani sulle assunzioni (% delle assunzioni)*, 2020 - fonte: Excelsior-Unioncamere

Popolazione di 30-34 anni con laurea (%), 2020 - fonte: Istat

SISTEMA DELLA FORMAZIONE E DELLE COMPETENZE

Laureati in discipline STEM (per 1.000 residenti di 20-29 anni), 2020E - fonte: MIUR

Popolazione di 25-64 anni che partecipa alla formazione continua (%), 2020 - fonte: Istat

Imprese che hanno svolto attività di formazione (%)*, 2020fonte: Excelsior-Unioncamere

Spesa delle imprese in R&S (euro per abitante)*, 2020E - fonte: Istat

Occupazione nei settori manifatturieri ad alta tecnologia e nei settori dei servizi ad elevata intensità di conoscenza e ad alta tecnologia (% sul totale degli occupati)*, 2020 - fonte: Eurostat

SISTEMA DELL’INNOVAZIONE E DELLA RICERCA

RAPPORTI CON LA P.A.

Start-up innovative sul totale delle nuove società di capitali (%)*, III trim. 2022 - fonte: Ministero dello Sviluppo Economico

Famiglie coperte dalla connettività Fiber-to-the-Cabinet (%), 2021fonte: Infratel

Imprese che hanno introdotto innovazioni di prodotto/processo (%)*, 2018 - fonte: Istat

Percentuale di imprese che hanno avuto rapporti online con la P.A. (%)*, 2020 - fonte: Istat

Rapporto tra il risultato di amministrazione e le entrate correnti della P.A. (%), 2020E - fonte: Istat

Tasso di occupazione (%), 2020 - fonte: Istat

Imposizione fiscale sui cittadini (aliquota unica IRPEF, %), 2020 - fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze

Figura 17. Tabella riassuntiva dei KPI relativi alla sostenibilità economica. (*) Indicatore riferito al sistema produttivo. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su fonti varie, 2022.

60 CAPITOLO 3

Andando a esaminare nel dettaglio i vari KPI, all’interno della macro-area relativa alla creazione diffusa di ricchezza, il Trentino si posiziona al secondo posto in Italia - dietro a Bolzano - per Valore Aggiunto per abitante, con 31.800 euro pro capite nel 2020 (rispetto ai 23.900 euro medi in Italia).

37,5 31,8 31,5 31,2 28,8 27,9 26,6 26,1 25,7 25,6 25,3 23,9 22,5 21,1 20,8 19,3 17,8 17,1 15,5 15,5 14,6 13,9

Bolzano Trento Lombardia Valle d’Aosta Emilia Romagna Lazio

Veneto Friuli V. G. Liguria Toscana Piemonte ITALIA Marche Umbria Abruzzo Basilicata Molise Sardegna Puglia Campania Sicilia Calabria

Figura 18. Valore Aggiunto per abitante nelle Regioni e Province autonome italiane (migliaia di euro, valori concatenati al 2015), 2020. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Istat, 2022.

Sempre con riferimento alla creazione diffusa di ricchezza, un altro KPI esaminato nel Tableau de Bord è la disuguaglianza economica. Misurata con la deviazione standard del reddito per contribuente tra i Comuni, indica quanto la ricchezza viene equamente distribuita sul territorio. Su tale indicatore la Provincia di Trento si posiziona tra i territori con maggior disparità salariale in Italia, al quintultimo posto in Italia. In Trentino, infatti, si rileva una deviazione standard pari a 2.152 euro, anche se va sottolineato un miglioramento negli ultimi anni pari a -6,0% rispetto al 2019 e a -5,2% rispetto ai livelli del 2015

61 CAPITOLO 3

Puglia Marche Umbia Basilicata Lazio Friuli V. G. Sardegna Calabria Sicilia Veneto Valle d’Aosta Abruzzo Toscana Molise Campania Emilia Romagna Trento Piemonte Lombardia Liguria Bolzano

Figura 19. Disuguaglianza economica, deviazione standard del reddito per contribuente tra i Comuni nelle Regioni e Province autonome italiane (euro), 2020. Nota: reverse indicator; è stata effettuata la media regionale delle deviazioni standard calcolate a livello provinciale. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Ministero dell’Economia e delle Finanze, 2022.

Passando ad esaminare il macro-gruppo che analizza la performance del tessuto imprenditoriale, un KPI centrale è rappresentato dal numero di imprese iscritte meno imprese cessate (in percentuale sul totale delle imprese registrate nell’anno precedente) nelle Regioni e Province autonome italiane. In questo caso, il Trentino si posiziona a metà classifica, con un saldo netto vicino allo zero (-0,24): si tratta di un valore inferiore di 0,45 punti percentuali rispetto al 2019 e di 1,23 p.p. rispetto al 2015.

Con riferimento al mercato del lavoro, un fattore di attenzione per la sostenibilità dello sviluppo futuro del sistema imprenditoriale nei diversi settori economici è dato dal grado di difficoltà nel reperimento di lavoratori (nello specifico, la percentuale di lavoratori sul totale delle assunzioni). In questo caso, la Provincia autonoma di Trento è al quartultimo posto in Italia, con un valore pari al 35%, dietro a Veneto, Friuli Venezia Giulia e Bolzano (43%).

62 CAPITOLO 3
1.456 1.475 1.546 1.641 1.715 1.716 1.771 1.780 1.883 1.897 1.949 1.951 1.974 1.975 2.012 2.092 2.152 2.356 2.521 2.628 2.834

1,14 1,02 0,56 0,56 0,54 0,14 0,120,120,130,190,240,360,400,460,530,550,610,640,790,850,93

Bolzano Campania Sicilia Calabria Basilicata Puglia Molise Sardegna Umbria ITALIA Abruzzo Trento Piemonte Emilia Romagna Friuli V.G. Lombardia Liguria Toscana Lazio Marche Veneto Valle d’Aosta

Figura 20. Imprese iscritte meno imprese cessate sul totale delle imprese registrate nell’anno precedente nelle Regioni e Province autonome italiane (percentuale), 2020. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Istat, 2022.

Calabria Puglia Molise Sicilia Lazio Sardegna Basilicata Campania Valle d’Aosta Liguria Marche Piemonte Abruzzo Toscana Lombardia Emilia Romagna Umbria Trento Veneto Friuli V.G. Bolzano

Figura 21. Difficoltà di reperimento dei lavoratori nelle Regioni e Province autonome italiane (percentuale delle assunzioni), 2020. Nota: reverse indicator. Fonte: elaborazione

European House – Ambrosetti su dati Excelsior-Unioncamere, 2022.

63 CAPITOLO 3
1,16
The
21 22 22 22 22 23 24 24 26 28 29 29 29 30 30 33 35 35 36 39 43

Venendo ora alla macro-area che esamina il sistema della formazione e delle competenze, l’analisi del numero di laureati nelle c.d. discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) ogni 1.000 residenti di 20-29 anni nelle Regioni e Province autonome italiane mostra come il Trentino sia nelle ultime posizioni in classifica, con una incidenza inferiore di 3,4 punti percentuali in meno rispetto alla media nazionale e in peggioramento rispetto sia all’anno pre-pandemico (-1,4% rispetto al 2019) che al 2015 (-7,0%). Un ulteriore punto d’attenzione legato a questa dimensione del sistema formativa riguarda il gap di genere dei laureati in discipline STEM: il territorio di Trento presenta infatti un delta tra laureati maschili e femminili pari a 10,7 punti percentuali, simile a quello del Veneto (scarto di 10,4 p.p.), ma lontano da aree comparabili come Emilia-Romagna (7,6 p.p.) e Lombardia (7,5 p.p.) o dall’Alto Adige (2,3 p.p.)1

20,7 20,1 19,8 17,9 17,8 17,5 17,2 16,9 16,8 16,8 16,7 16,5 15,8 15,0 14,8 14,7 14,0 13,5 13,1 12,3 7,8 2,4

Molise Basilicata Abruzzo Liguria Marche Lazio Umbria Veneto Friuli V.G. Campania

Puglia ITALIA

Emilia Romagna Calabria Piemonte Lombardia Toscana Sardegna Trento Sicilia Valle d’Aosta Bolzano

Figura 22.

Laureati in discipline STEM nelle Regioni e Province autonome italiane (per 1.000 residenti di 20-29 anni), 2020E. Nota: per STEM si intendono i corsi di laurea che rientrano nelle marco-aree di Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Ministero dell’Università e della Ricerca, 2022.

1 Fonte: Istat – BES, 2022. Si veda anche: Provincia autonoma di Trento, “Rapporto finale degli Stati Generali del Lavoro 2022”.

64 CAPITOLO 3

Per quanto riguarda il sistema dell’innovazione e della ricerca, il KPI di riferimento è la spesa per R&S delle imprese nelle Regioni e Province autonome italiane (espressa in euro per abitante a prezzi correnti). In questo caso, la Provincia autonoma di Trento si posiziona 9° in Italia, con un valore di 236 euro, superiore a Bolzano (213) ma inferiore al valore medio italiano (259). Inoltre, si tratta di un valore in peggioramento rispetto sia al 2019 (-19,3%) che al 2015 (-7,2%.).

309 296 263 260 259 245 236 213 172 158

Emilia Romagna Piemonte Lombardia Veneto Toscana Friuli V.G. Liguria ITALIA Lazio Trento Bolzano Marche Molise Abruzzo Campania Umbria Valle d’Aosta Puglia Sicilia Basilicata Calabria Sardegna

Figura 23. Spesa per R&S delle imprese nelle Regioni e Province autonome italiane (euro per abitante a prezzi correnti), 2020E Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Istat, 2022.

ulteriore indicatore legato alla sostenibilità economica è il numero di occupati nei settori manifatturieri ad alta tecnologia e nei settori dei servizi ad elevata intensità di conoscenza e ad alta tecnologia, espresso sotto forma di percentuale sul totale degli occupati. In questo caso il Trentino è 7° in classifica, con un valore pari a 3,56%, inferiore rispetto alla media italiana (3,85%) ma superiore all’Alto Adige (2,14%). Inoltre, la percentuale del Trentino mostra segnali di miglioramento, con +0,84 punti percentuali rispetto ai livelli del 2015.

65 CAPITOLO 3
384
125 119 119 108 67 54 39 28 28 545 529 Un

3,62 3,61

Lazio Lombardia ITALIA Piemonte Liguria Toscana Emilia Romagna Trento Friuli V.G. Abruzzo Campania

Figura 24.

Veneto Marche Umbria Bolzano Sicilia Basilicata Molise Valle d’Aosta Puglia Sardegna Calabria

Occupati nei settori manifatturieri ad alta tecnologia e nei settori dei servizi ad elevata intensità di conoscenza e ad alta tecnologia nelle Regioni e Province autonome italiane (percentuale sul totale degli occupati), 2020. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Eurostat, 2022.

Con riferimento al sistema dell’innovazione e della ricerca, per incidenza di start-up innovative sul totale delle nuove società di capitali, il Trentino eccelle a livello nazionale, risultando al primo posto tra le Regioni e Province autonome italiane, con un valore pari al 7,7% rispetto alla media italiana di 3,8%.

Trento Friuli V.G. Lombardia Basilicata Valle d’Aosta Umbria Marche Molise Piemonte Emilia Romagna Veneto ITALIA Liguria Abruzzo Lazio Bolzano Campania Toscana Calabria Sicilia Puglia Sardegna

Figura 25.

Start-up innovative sul totale delle nuove società di capitali nelle Regioni e Province autonome italiane (percentuale), III trimestre 2022. Nota: sono considerate “nuove società di capitali” quelle costituite da non più di 5 anni, con ultimo fatturato dichiarato inferiore a 5.000.000 euro ed in stato attivo. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Ministero dello Sviluppo Economico, 2022.

66 CAPITOLO 3
7,78 5,52 3,85 3,74 3,74
3,56 3,44 3,10 2,61 2,56 2,53 2,40 2,14 2,13 2,09 2,09 1,86 1,66 1,62 1,31
5,4 5,1 5,1 4,9 4,9 4,4 4,1 4,0 4,0 3,8 3,8 3,5 3,3 3,2 3,2 3,0 3,0 2,9 2,9 2,9 2,8 7,7

In materia di innovazione e ricerca è interessante monitorare anche la quota di Unità Immobiliari dalla connettività Fiber-to-the-Cabinet2, un KPI sul quale la Provincia autonoma di Trento - con un valore pari solo al 42% - è terzultima rispetto alle altre Regioni italiane e all’Alto Adige. Tuttavia, analizzando le proiezioni rilasciate da Open Fiber per il Trentino sulla connettività, si denota una dinamica in forte crescita della copertura dei comuni tramite Fiber-to-the-Home3: a fine 2023 si ipotizza una copertura della quasi totalità dei comuni trentini”.

Puglia Sicilia Calabria Lazio Lombradia Campania Friuli V.G. Sardegna Liguria Toscana Emilia Romagna Basilicata Veneto Bolzano Umbira Abruzzo Piemonte Marche Trento Molise Valle d’Aosta

Figura 26. Unità Immobiliari dalla connettività Fiber-to-the-Cabinet nelle Regioni e Province autonome italiane (percentuale), 2021. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Infratel, 2022.

Infine, per quanto riguarda i rapporti con la P.A., il KPI di riferimento è la percentuale di imprese che hanno avuto rapporti online con la P.A.

In questo caso, Trento si posiziona 4° in Italia e 2° nel Nord Italia per tale indice, con un valore pari all’89%, circa 10 punti percentuali in più dell’Italia e in crescita di 8,5 p.p. rispetto al 2019 e di 7,3 p.p. rispetto al 2020.

2 Per FTTC (Fiber-to-the-Cabinet) si intende il collegamento in fibra ottica arriva fino a una cabina esterna molto vicina alla sede dell’utente o al successivo armadio distributore (velocità minima di connessione 30 Mb/s).

3 Per FTTH (Fiber-to-the-Home) si intende il collegamento in fibra ottica fino a casa (velocità minima di connessione 100 Mb/s)

67 CAPITOLO 3
89 80 77 76 74 71 71 69 68 68 68 66 62 62 61 59 57 52 42 37 24

Sardegna Calabria Bolzano Trento Piemonte Abruzzo Lazio Molise Valle d’Aosta Umbria Veneto Liguria ITALIA Basilicata Lombardia Puglia Emilia Romagna Sicilia Campania

Figura 27. Percentuale di imprese che hanno avuto rapporti online con la P.A. nelle Regioni e Province autonome italiane (percentuale), 2020. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Istat, 2022.

Friuli V.G. Marche Toscana

Nella tabella successiva viene evidenziato il posizionamento del Trentino su tutti i KPI analizzati con riferimento alla sostenibilità economica. Più nel dettaglio, si specifica: la performance della Provincia autonoma di Trento, la variazione congiunturale (2019-2020 o ultimo biennio disponibile) e la variazione strutturale (2015-2020 o ultimo anno disponibile).

68 CAPITOLO 3
93,6 89,3 89,2 89,0 88,0 84,3 84,2 83,9 83,5 82,7 80,6 80,5 79,3 79,1 78,3 77,0 76,7 75,4 74,6 74,0 72,0 71,9

KPI

KPI Posizionamento ultimo anno Variazione congiunturale (2019-2020**)

1. Valore Aggiunto per abitante

Reddito disponibile lordo per abitante

Spesa turistica per abitante

Disuguaglianza economica*

Export per abitante

Propensione alla imprenditorialità

Dimensioni medie delle imprese

Impieghi bancari delle imprese non finanziarie

Produttività delle imprese

Tasso di occupazione

Difficoltà di reperimento dei lavoratori*

Incidenza dei giovani sulle assunzioni

Popolazione di 30-34 anni con laurea

Laureati in discipline STEM

Partecipazione alla formazione continua

Imprese che hanno svolto attività di formazione

Spesa delle imprese in R&S

Occupazione nei settori ad alta tecnologia

Start-up innovative

Unità Immobiliari dalla connettività Fiber-to-the-Cabinet

Imprese che hanno introdotto innovazioni di prodotto/processo

Imprese che hanno rapporti online con la P.A.

Rapporto tra il risultato di amministrazione e le entrate correnti

Durata dei procedimenti civili*

Imposizione fiscale sui cittadini*

2° 4° 5° 17° 9° 11° 3° 2° 3° 3° 18° 12° 2° 18° 1° 1° 9° 7° 1° 19° 7° 4° 12° 2° 1°

-7,3% (19°) -7,3% (6°) n.d. -6,0% (3°) -12,2% (17°)

-0,45 p.p. (17°) -2,0% (14°)

+4,9 p.p. (5°) -4,1% (5°) -1,2 p.p. (15°) +0,6 p.p. (18°) +2,3 p.p. (4°) +1,6 p.p. (5°)

-1,4% (19°) -0,7 p.p. (9°) -6,3 p.p. (11°)

-19,3% (20°) -0,04 p.p. (15°) -0,8 p.p. (22°) n.d. n.d. +8,5 p.p. (10°) = (4°) +32,2% (21°) = (3°)

Variazione strutturale (2015-2020**)

-3,6% (10°)

-0,8% (5°) n.d. -5,2% (2°) +1,0% (16°)

-1,23 p.p. (20°) +5,5% (11°)

+5,7 p.p. (4°) =  (5°) +1,2 p.p. (14°) n.d. n.d. +2,2 p.p. (11°)

-7,0% (19°) +0,8 p.p. (3°) n.d.

-7,2% (20°) +0,84 p.p. (4°) n.d. n.d. n.d. +7,3 p.p. (16°) +0,1 p.p. (4°) +34,9% (21°) = (2°)

Figura 28. Visione d’insieme sulla performance del Trentino nella sostenibilità economica. (*) Reverse indicator. (**) 2020 o ultimo anno disponibile. Nota: il colore della cella indica se l’indicatore è migliorato (verde) oppure peggiorato (rosso); il ranking nelle variazioni si riferisce al posizionamento nella classifica delle variazioni (è 1° la Regione con l’aumento maggiore/peggioramento minore). Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su fonti varie, 2022.

69 CAPITOLO 3
2.
3.
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6.
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17.
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20.
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25.

La performance del Trentino nella sostenibilità ambientale

La sostenibilità ambientale è la dimensione della sostenibilità volta ad assicurare uno sviluppo rispettoso del patrimonio ambientale e in grado di massimizzare l’utilizzo delle risorse naturali senza pregiudicarne la capacità rigenerativa, favorendo il ricorso a risorse rinnovabili e la transizione verso forme di economia circolare. Nello specifico, gli indicatori selezionati nel Tableau de Bord per misurare il posizionamento del Trentino sulla sostenibilità ambientale hanno l’obiettivo di delineare la capacità del sistema di gestire in modo efficace ed efficiente le risorse e i servizi per cittadini e imprese (come rete idrica, qualità dell’aria, ciclo dei rifiuti, servizi dei trasporti pubblici), garantendo la tutela del territorio e promuovendo pratiche responsabili nel settore produttivo.

Per fare ciò, sono state prese in considerazione 7 macro-aree (esaminate, successivamente, grazie a specifici KPI) che mostrano come il territorio affronti le principali questioni legate alla sostenibilità ambientale: ciclo idrico; ciclo dei rifiuti; qualità dell’aria; sistema della mobilità; produzione di energia da fonti rinnovabili; urbanizzazione e tutela del territorio; pratiche responsabili delle imprese.

70 CAPITOLO 3 3.3.

CICLO DEI RIFIUTI

Utilizzo di acqua pro capite (litri erogati per abitante al giorno), 2020E - fonte: Istat

Perdite idriche delle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile (% sull’acqua immessa), 2020E – fonte: Istat

Imprese che attuano il riutilizzo e riciclo delle acque di scarico (% di imprese con >3 addetti)*, 2018 - Fonte: Istat

Raccolta differenziata dei rifiuti urbani (%), 2020 - fonte: ISPRA

Imprese che attuano il risparmio del materiale nei processi produttivi (% di imprese con >3 addetti)*, 2018 - Fonte: Istat

Tasso di conferimento dei rifiuti urbani in discarica (% sulla produzione di rifiuti urbani), 2020 - fonte: ISPRA

QUALITÀ DELL’ARIA

Concentrazione di PM2,5 (valore più elevato della concentrazione media annua di PM2,5 rilevato tra tutte le centraline fisse per il monitoraggio della qualità dell’aria), 2020 - fonte: Istat

Concentrazione di biossido di azoto (valore più elevato della concentrazione media annua di NO2 rilevato tra tutte le centraline fisse per il monitoraggio della qualità dell’aria), 2020 - fonte: Istat

Tasso di motorizzazione (veicoli circolanti per 1.000 abitanti), 2020 - fonte: Istat

Autovetture a basse emissioni (per 1.000 autovetture circolanti), 2020 - fonte: Istat

Densità delle colonnine di ricarica per auto elettriche (numero per 10 km2), 2020 - fonte: Istat

Densità delle piste ciclabili (metri equivalenti di piste ciclabili ogni 100 abitanti), 2020 - fonte: Legambiente

PRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTI URBANIZZAZIONE E TUTELA DEL TERRITORIO

SISTEMA DELLA MOBILITÀ PRATICHE RESPONSABILI DELLE IMPRESE

Quota di energia da fonti rinnovabili sui consumi totali finali di energia (%) 2020 – fonte: Terna Diffusione degli impianti di produzione di energia da fotovoltaico (potenza installata di impianti fotovoltaici per abitante)*, 2020 – fonte: GSE

Potenza efficiente lorda rinnovabile per abitante (kW/abitante), 2020 – fonte: Terna

Consumo del suolo (impermeabilizzazione del suolo da copertura artificiale, %), 2020 - fonte: Ispra Siti di Rete Natura 2000 (% sulla superficie territoriale), 2020 - fonte: MITE

Disponibilità di verde urbano (m2 per abitante), 2020 - fonte: Istat

Siti contaminati (valori per 1.000 ettari)*, 2020 - fonte: Ministero dell’Ambiente Imprese che utilizzano materie prime seconde (% di imprese con >3 addetti)*2018 - fonte: Istat Edifici con certificazione energetica APE (classi A-B, %), 2020 - fonte: ENEA

Numero di organizzazioni/imprese registrate EMAS (per 10.000 imprese attive)*, 2020 - fonte: Ispra

Diffusione della bioedilizia (% del fatturato delle imprese produttrici di edifici in legno sul totale nazionale)*, 2019 – fonte: FederlegnoArredo Diffusione delle aziende agrituristiche (per 100 km2)*, 2020 - fonte: Istat

Figura 29. Tabella riassuntiva dei KPI relativi alla sostenibilità ambientale. (*) Indicatore riferito al sistema produttivo. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su fonti varie, 2022.

71 CAPITOLO 3
CICLO IDRICO

Andando a esaminare nel dettaglio i vari indicatori, il primo che può essere valutato, nella macro-area del ciclo idrico, è quello che riguarda l’utilizzo di acqua pro capite nelle Regioni e Province autonome italiane. Il Trentino si classifica in penultima posizione, alle spalle della Valle d’Aosta. In altre parole, è il 2° territorio con il maggiore consumo d’acqua pro capite (349 litri per abitante al giorno), 137 litri in più rispetto alla media nazionale e in peggioramento dell’1,3% rispetto al 2019 e del 6,7% rispetto al 2015.

Puglia Umbria Toscana Sicilia Marche Lazio Emilia Romagna Veneto Campania ITALIA Abruzzo Sardegna Friuli V. G. Liguria Piemonte Bolzano Calabria Basilicata Lombardia Molise Trento Valle d’Aosta

Figura 30. Utilizzo di acqua pro capite nelle Regioni e Province autonome italiane (litri erogati per abitante al giorno), 2020. Nota: reverse indicator. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Istat, 2022.

Per quanto concerne il ciclo dei rifiuti, qui il KPI di riferimento è la raccolta differenziata dei rifiuti urbani (nello specifico, la percentuale sul totale della raccolta rifiuti). In questo caso, Trento si posiziona 1° tra le Regioni e Province Autonome italiane, con un valore del 76,7%, superiore a Bolzano (69,2%) e all’Italia (63,0%), in crescita di 4,7 p.p. rispetto al 2015.

72 CAPITOLO 3
150 163 171 181 188 200 204 204 212 212 212 215 216 219 232 250 250 254 257 266 349 441

Figura 31. Raccolta differenziata dei rifiuti urbani nelle Regioni e Province autonome italiane (percentuale sul totale della raccolta rifiuti), 2020. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati ISPRA, 2022..

Con riferimento alla qualità dell’aria, l’indicatore valutato è la concentrazione di PM2,53: anche in questo caso, il Trentino registra un posizionamento nella parte alta della classifica italiana, risultando al 4° posto tra Province autonome e Regioni del Nord Italia per minor concentrazione di PM2,53 , con un valore pari a 13, in contrazione del 18,8% rispetto ai livelli del 2015.

media

elaborazione

European House – Ambrosetti su

Istat,

73 CAPITOLO 3
Trento Veneto Sardegna Lombardia Emilia Romagna Marche Bolzano Friuli V. G. Umbria Abruzzo Piemonte Valle d’Aosta ITALIA Toscana Basilicata Molise Puglia Campania Liguria Lazio Calabria Sicilia
76,7 76,1 74,5 73,3 72,2 71,6 69,2 68,0 66,2 65,0 64,5 64,5 63,0 62,1 56,4 55,5 54,5 54,1 53,4 52,5 52,2 42,3 Figura 32. Concentrazione di PM2,5 nelle Regioni e Province autonome italiane (valore più elevato della concentrazione
annua di PM2,5 rilevato tra tutte le centraline fisse per il monitoraggio della qualità dell’aria), 2020. Nota: reverse indicator. Fonte:
The
dati
2022. 3 Si fa riferimento al valore più elevato della concentrazione media annua di PM 2,5 rilevato tra tutte le centraline fisse per il monitoraggio della qualità dell’aria. Molise Basilicata Calabria Sicilia Valle d’Aosta Bolzano Liguria Trento Marche Toscana Abruzzo Sardegna Friuli V. G. Lazio Umbria Piemonte Puglia Campania Emilia Romagna Lombardia Veneto 11 11 12 12 13 13 14 15 16 17 18 18 21 22 22 23 25 26 28 0 0

Relativamente invece alla sostenibilità del sistema della mobilità, per numero di autovetture a basse emissioni ogni 1.000 autovetture circolanti, il Trentino è 14° tra le Province autonome e le Regioni italiane, con uno dei più bassi tassi di autovetture a basse emissioni (69 per 1.000 autovetture circolanti, 26 in meno rispetto alla media nazionale). In termini strutturali, la crescita rispetto al 2015 è stata del 6%, meno marcata rispetto al 28,6% della media nazionale.

Molise Emilia Romagna Umbria Veneto Campania Piemonte Toscana Abruzzo Lazio ITALIA Puglia Molise Lombardia Basilicata Trento Liguria Valle d’Aosta Friuli V.G. Sicilia Calabria Bolzano Sardegna

Figura 33. Autovetture a basse emissioni (ibride, elettriche, gas e bi-fuel) nelle Regioni e Province autonome italiane (per 1.000 autovetture circolanti), 2020. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Istat, 2022.

Sempre con riferimento al sistema della mobilità, un ulteriore KPI è la densità delle colonnine di ricarica per auto elettriche nelle Regioni e Province autonome italiane (numero per 10 km2): la Provincia autonoma di Trento è ancora indietro per densità di colonnine di ricarica per auto elettriche (penultima in tutta Italia), con un valore pari a 0,1 colonnine per 10 km2 (1,6 in meno della media italiana e 1,8 in meno del valore medio della Provincia autonoma di Bolzano).

74 CAPITOLO 3
153 132 124 119 115 114 112 107 94 93 92 72 69 65 59 51 49 42 42 209 200 33

6,4

1,7 1,6 1,6 1,5 1,3 0,9 0,9 0,7 0,7 0,7 0,6 0,4 0,1 0,1

Piemonte Lombardia Valle d’Aosta Liguria Toscana Friuli V.G. Bolzano Abruzzo ITALIA Calabria Veneto Emilia Romagna Marche Molise Sardegna Lazio Sicilia Campania Umbria Puglia Trento Basilicata

Figura 34. Densità delle colonnine di ricarica per auto elettriche nelle Regioni e Province autonome italiane (numero per 10 km2), 2020. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Istat, 2022.

Se si passa ad esaminare il quinto macro-gruppo, riferito alla produzione di energia da fonti rinnovabili (FER), un KPI di particolare rilevanza per la “rivoluzione verde” è la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili sui consumi totali finali di energia. In questo caso, il Trentino risulta tra i territori più virtuosi in Italia, posizionandosi 3° dietro a Valle d’Aosta e Alto Adige, con un valore pari al 137,4%, sostenuto soprattutto dal sistema idroelettrico.

395,8 263,1 128,5137,4 101,1 93,3 63,6 48,4 45,6 45,5 45,2 40,8 40,2 36,0 34,8 30,4 30,1 29,2 28,5 23,2 16,9 9,4

Valle d’Aosta Bolzano Trento Basilicata Calabria Molise Puglia Piemonte Toscana Sardegna Abruzzo ITALIA Umbria Campania Friuli V.G. Veneto Sicilia Marche Lombardia Emilia Romagna Lazio Liguria

Figura 35. Quota di energia da fonti rinnovabili sui consumi totali finali di energia nelle Regioni e Province autonome italiane (percentuale), 2020 Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Terna, 2022.

75 CAPITOLO 3
2,7 2,0 1,9 1,8
6,7
6,1 4,6

8,49

Sempre per quanto concerne la produzione di energia da FER, un altro KPI incluso nel Tableau de Bord è la potenza efficiente lorda rinnovabile per abitante nelle Regioni e Province autonome italiane (espresso in kW per abitante)4 . Come rilevato in precedenza, il Trentino è tra le prime Province autonome e Regioni italiane, risultando 4° in Italia grazie ad un valore di 3,4 kW per abitante.

2,34 1,66 1,62 1,49 1,47 1,25 1,14 1,02 0,96 0,95 0,87 0,75 0,75 0,72 0,64 0,57 0,36 0,20 3,92 3,46 3,40

Valle d’Aosta Bolzano Basilicata Trento Molise Sardegna Abruzzo Puglia Calabria Umbria Piemonte Friuli V.G. ITALIA Marche Lombardia Sicilia Veneto Emilia Romagna Toscana Campania Lazio Liguria

Figura 36.

Potenza efficiente lorda rinnovabile per abitante nelle Regioni e Province autonome italiane (kW/abitante), 2020. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Terna, 2022.

Venendo ora al macro-gruppo che esamina l’urbanizzazione e tutela del territorio, la dotazione di siti di Rete Natura 2000 (espressi in percentuale sulla superficie territoriale) pone il Trentino a metà classifica rispetto alle altre Regioni e Province autonome italiane, con un valore di 28,4%, un valore superiore a quello registrato dall’Alto Adige (20,3%).

4 Tale misura fa riferimento alla massima potenza elettrica erogabile per una durata di funzionamento uguale a 4 ore e per la produzione esclusiva di potenza attiva, supponendo tutte le parti dell’impianto interamente in efficienza e nelle condizioni ottimali (di portata e di salto nel caso degli impianti idroelettrici e di disponibilità di combustibile e di acqua di raffreddamento nel caso degli impianti termoelettrici). La potenza efficiente è lorda se misurata ai morsetti dei generatori elettrici dell’impianto o netta se misurata all’uscita dello stesso, dedotta cioè la potenza assorbita dai servizi ausiliari dell’impianto e dalle perdite nei trasformatori di centrale. Fonte: Terna, 2022.

76 CAPITOLO 3

Puglia Toscana Abruzzo Sardegna Sicilia Campania Valle d’Aosta Veneto Lazio Trento Emilia Romagna Liguria Molise

Figura 37.

Friuli V.G. Basilicata Calabria Bolzano Piemonte Lombardia Marche Umbria

Siti di Rete Natura 2000 sulla superficie territoriale nelle Regioni e Province autonome italiane (percentuale), 2020. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati MITE, 2022.

L’ultima macro-area legata alla sostenibilità ambientale valuta le pratiche responsabili delle imprese: il Tableu de Bord ha esaminato, in primis, il numero di organizzazioni/imprese registrate EMAS ogni 10.000 imprese attive.

3,7 3,7 3,3 3,2 3,2 2,8 2,3 2,1 2,0 1,8 1,7 1,7 1,5 1,3 1,3 1,2 1,2 1,1 1,1

0,3 0,1

Trento Emilia Romagna Valle d’Aosta Molise Toscana Abruzzo Lombardia Friuli V.G. Bolzano ITALIA Lazio Piemonte Marche Umbria Basilicata Liguria Campania Puglia Sardegna Veneto Sicilia Calabria

Figura 38.

Numero di organizzazioni/imprese registrate EMAS nelle Regioni e Province autonome italiane (per 10.000 imprese attive), 2020. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati ISPRA, 2022.

77 CAPITOLO 3
13,0
42,4 41,3 37,2 37,2 35,6 30,5 30,3 30,1 28,4 28,4 27,9 27,5 26,8 25,9 23,4 21,2 20,3 15,9 15,7 15,4 15,4

La registrazione EMAS (Eco-Management and Audit Scheme) è uno strumento volontario di certificazione ambientale rivolto ad aziende ed enti pubblici, per la valutazione, la relazione e il miglioramento delle prestazioni ambientali. In questo caso, la performance del Trentino si distingue in termini relativi su base nazionale, risultando 1° grazie a 13 enti registrati EMAS ogni 10mila imprese attive, mentre l’Emilia-Romagna (in seconda posizione) ne conta appena 3,7. Il valore di Trento è dunque più di 6 volte superiore rispetto sia a Bolzano (2,1) che all’Italia (2,0).

Infine, la leadership trentina sulla diffusione di buone pratiche emerge anche con riferimento all’incidenza di edifici con certificazione energetica APE di classe A-B, un aspetto su cui il Trentino è tra le prime Province Autonome e Regioni in Italia (3°, con un valore pari 15,3%).

17,2 16,0 15,3 15,3 15,0 13,2 12,2 11,9 9,9 9,9 9,7 9,5 9,4 9,0 7,9 7,3 6,6 5,9 5,8 5,3 1,6

Valle d’Aosta Veneto Trento Basilicata Bolzano Lombardia Friuli V.G. Abruzzo Emilia Romagna Umbria Marche Sardegna Piemonte Puglia Toscana Lazio Molise Calabria Liguria Campania Sicilia

Figura 39. Edifici con certificazione energetica APE di classe A-B nelle Regioni e Province autonome italiane (percentuale sul totale), 2020. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati ENEA, 2022.

Nella tabella successiva vengono infine riassunti tutti i KPI inclusi nello studio in riferimento alla sostenibilità ambientale della Provincia autonoma di Trento. Più nel dettaglio, si specifica il posizionamento del Trentino rispetto alle altre Regioni/Province autonome italiane, la variazione congiunturale (20192020 o ultimo biennio disponibile) e la variazione strutturale (2015-2020 o ultimo anno disponibile).

78 CAPITOLO 3

KPI

acqua

idriche

capite

ultimo anno

congiunturale

strutturale

motorizzazione*

a basse

di ricarica per auto elettriche

del trasporto pubblico

delle piste ciclabili

di energia da fonti

degli impianti fotovoltaici

efficiente

del suolo*

consumi totali

rinnovabile per abitante

Natura2000 sulla superficie regionale

Siti contaminati*

di verde urbano

che utilizzano materie

con certificazione energetica

organizzazioni/imprese

della bioedilizia

delle aziende agrituristiche

seconde

+1,3% (18°)

+0,5 p.p. (16°) n.d. -0,8 p.p. (21°) n.d.

+0,9 p.p. (17°) = (12°) -16% (13°) +1,4% (14°) +13% (5°) = (19°) -47% (20°) +34% (3°) n.d. +2,5% (15°) n.d. = (5°) n.d. = +0,4% (18°) n.d. n.d. -7,4% (20°) n.d. +1,5% (13°)

+6,7% (18°)

+2,5 p.p. (16°) n.d. +4,7 p.p. (21°) n.d. -3,9 p.p. (12°) -18,8% (7°) -23% (16°) +8,7% (12°) +6% (21°) +100% (17°) -40% (18°) +56% (7°)

n.d. n.d. n.d.

+0,03 p.p. (4°) n.d. n.d. -1,8% (21°) n.d. n.d. -24,7% (18°) n.d.

+11,8% (8°)

d’insieme sulla performance del Trentino nella sostenibilità ambientale. (*) Reverse indicator. (**) 2020 o ultimo anno disponibile. Nota:

colore della cella

se l’indicatore

peggiorato (rosso); il ranking nelle variazioni si riferisce al posizionamento nella classifica delle variazioni (è 1 la Regione con l’aumento maggiore/ peggioramento minore). Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su fonti varie, 2022.

79 CAPITOLO 3
Posizionamento
Variazione
(2019-2020**) Variazione
(2015-2020**) 1. Utilizzo di
pro
* 2. Perdite
delle reti di distribuzione* 3. Riutilizzo e riciclo delle acque di scarico 4. Raccolta differenziata dei rifiuti urbani 5. Risparmio di materiale nei processi produttivi 6. Conferimento dei rifiuti urbani in discarica* 7. Concentrazione di PM2,5* 8. Concentrazione di NO2* 9. Tasso di
10. Autovetture
emissioni 11. Colonnine
12. Utilizzo
13. Densità
14. Quota
rinnovabili sui
finali 15. Diffusione
16. Potenza
lorda
17. Consumo
18. Rete
19.
20. Disponibilità
21. Imprese
prime
22. Edifici
APE A-B 23. Numero di
EMAS 24. Diffusione
25. Diffusione
Figura 40. Visione
il
indica
è migliorato (verde) oppure
20° 6° 8° 1° 9° 10° 8° 14° 6° 14° 20° 5° 9° 3° 13° 4° 5° 10° 4° 1° 2° 3° 1° 1° 8°

3.4. La performance del Trentino nella sostenibilità sociale

La sostenibilità sociale è la dimensione della sostenibilità che si focalizza sulla capacità di garantire condizioni di benessere e soddisfazione personale (sicurezza, salute, istruzione) equamente distribuite per classi, età e per genere, in grado di promuovere la centralità dell’individuo e della qualità della vita.

Di conseguenza, gli indicatori che misurano il posizionamento del Trentino in termini di sostenibilità sociale sono il livello di inclusione, tutela e partecipazione delle diverse fasce della popolazione all’interno delle principali dimensioni della sfera sociale e lavorativa nel settore pubblico e privato.

A tale scopo, sono state prese in considerazione 8 macro-aree (approssimate da specifici KPI) che esprimono come il territorio si posizioni in termini di sostenibilità sociale: equilibrio demografico; mercato del lavoro e pari opportunità; responsabilità sociale d’impresa; rappresentanza politica; sistema sanitario; accesso al sistema di formazione e istruzione; equilibrio sociale e sicurezza; partecipazione sociale.

80 CAPITOLO 3

EQUILIBRIO DEMOGRAFICO

Speranza di vita alla nascita (anni), 2020 - fonte: Istat

Indice di dipendenza strutturale (rapporto tra la popolazione over 65 e 15-64 anni), 2020 - fonte: Istat

Indice di vecchiaia (rapporto % tra la popolazione over 65 e under 14), 2020 - fonte: Istat

Tasso di natalità (%), 2021 - fonte: Istat

Saldo migratorio totale (differenza tra il numero degli iscritti ed il numero dei cancellati dai registri anagrafici per trasferimento di residenza interno, con l’estero o per altri motivi, per mille abitanti), 2020 - fonte: Istat

Gender gap nel tasso di occupazione (differenza % fra tasso di occupazione maschile e tasso di attività femminile )*, 2020 - fonte: Istat

MERCATO DEL LAVORO E PARI OPPORTUNITÀ

Part-time involontario femminile (%)*, 2020 - fonte: Istat

Conciliazione dei tempi vita-lavoro (rapporto % tra il tasso di occupazione delle donne con figli e quelle senza figli)*, 2020 - fonte: Istat

Tasso di occupazione femminile (%)*, 2020 - fonte: Istat

Numero di incidenti mortali sul luogo di lavoro denunciati nelle Regioni e Province autonome italiane (per milione di occupati)*, 2020 - Fonte: Inail

RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA

RAPPRESENTANZA POLITICA

SISTEMA SANITARIO

ACCESSO AL SISTEMA DI FORMAZIONE E ISTRUZIONE

Numero di Società Benefit iscritte nel Registro delle Imprese nelle Regioni e nelle Province autonome italiane (ogni 100.000 imprese attive)*, 2020 - Fonte: Registro delle Imprese

Imprese che migliorano il benessere lavorativo (%)*, 2018 - fonte: Istat

Amministratori comunali di sesso femminile (%), 2020 - fonte: Istat

Amministratori comunali con meno di 40 anni (%), 2020 - fonte: Istat

Indice dello stato di salute (numero indice), 2020 - fonte: Meridiano Sanità

Bambini di 0-2 anni iscritti al nido (%), 2020E - fonte: Istat Incidenza dei giovani Neet nella fascia 15-34 anni (%), 2020 - fonte: Istat

Coefficiente di Gini (valore da 0 a 1), 2018 - fonte: Istat

Spesa media mensile per abitazioni (per 100 euro di reddito medio mensile), 2020E - fonte: Istat

EQUILIBRIO SOCIALE E SICUREZZA

Equità del sistema salariale (dipendenti con paga bassa, %)*, 2020 - fonte: Istat

PARTECIPAZIONE SOCIALE

Figura 41.

Contratti di welfare aziendale attivi per occupato (numero ogni 1.000)*, 2020 - fonte: Ministero del Lavoro

Spesa previdenziale per popolazione over 65 (euro), 2020 - fonte: Inps Spesa previdenziale per popolazione over 65 (euro), 2020 - fonte: Inps

Furti in abitazione (per 1.000 famiglie), 2020 - fonte: Istat

Persone che hanno finanziato associazioni (%), 2020 - fonte: Istat

Persone di 14 anni e più che hanno svolto volontariato sul totale della popolazione di 14 anni e più (%), 2020 - fonte: Istat

Tabella riassuntiva dei KPI relativi alla sostenibilità sociale. (*) Indicatore riferito al sistema produttivo. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su fonti varie, 2022.

81 CAPITOLO 3

Nella macro-area dell’equilibrio demografico, l’indice di dipendenza strutturale nelle Regioni e Province autonome italiane equivale al rapporto percentuale tra la popolazione over 65 e quella di 15-64 anni.

In questo caso, Trento è a metà classifica tra tutte le Regioni e Province autonome italiane, con un valore pari al 57,5%, superiore rispetto al dato medio italiano (56,7%), ma in peggioramento in termini sia congiunturali (+0,2 p.p. sul 2019) che strutturali (+1,7 p.p. sul 2015), rimanendo comunque in linea con il resto del Paese.

50,4 54,3 54,4 54,4 54,5 54,8 54,9 55,0 56,7 56,9 57,0 57,3 57,5 57,5 58,9 59,0 60,2 61,1 61,5 61,8 62,2 65,8

Campania Basilicata Calabria Sicilia Lazio puglia Sardegna Bolzano ITALIA Veneto Lombardia Molise Trento Abruzzo Emilia Romagna Valle d’Aosta Marche Toscana Piemonte Umbria Friuli V.G. Liguria

Figura 42. Indice di dipendenza strutturale (rapporto tra la popolazione over 65 e 15-64 anni) nelle Regioni e Province autonome italiane (percentuale), 2020. Nota: reverse indicator. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Istat, 2022.

Un secondo KPI d’interesse per assicurare uno sviluppo demografico sostenibile nel lungo termine riguarda la differenza tra il numero degli iscritti ed il numero dei cancellati dai registri anagrafici per trasferimento di residenza ogni 1.000 abitanti: si tratta di un indicatore che riflette quanto il territorio è in grado di attrarre nuovi residenti, e qual è il grado di propensione dei residenti a trasferirsi in un altro territorio. In questo caso, Trento è 2° tra le Province autonome e Regioni italiane, mostrando un saldo positivo di 3,2 residenti ogni 1.000 abitanti (+1,2 rispetto all’Alto Adige e +3,6 rispetto all’Italia), in aumento di 0,3 punti percentuali dal 2015.

82 CAPITOLO 3

Emilia Romanga Trento Friuli V.G. Bolzano Liguria Piemonte Toscana Umbria Lombardia Veneto ITALIA Valle d’Aosta Marche Abruzzo Sardegna Puglia Lazio Sicilia Campania Basilicata Calabria Molise

Figura 43. Differenza tra il numero degli iscritti ed il numero dei cancellati dai registri anagrafici per trasferimento di residenza nelle Regioni e Province autonome italiane (per 1.000 abitanti), 2020. Nota: reverse indicator. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Istat, 2022.

Il secondo macro-gruppo esamina il mercato del lavoro e le pari opportunità. Un KPI valutato nel Tableau de Bord è la differenza assoluta fra tasso di occupazione maschile e tasso di attività femminile tra i 15 e i 64 anni d’età, che riflette quindi il gap di inclusione femminile all’interno del mondo del lavoro. Il Trentino è tra i territori più virtuosi, attestandosi in 2° posizione per minor differenza assoluta, pari a 11,5 punti percentuali, 2,9 p.p. in meno di Bolzano e 6,7 p.p. in meno dell’Italia, oltre che in miglioramento sia congiunturale (-1,2 p.p.) che strutturale (-1,0 p.p.).

Anche in termini di rapporto tra il tasso di occupazione delle donne con figli e quelle senza figli – indicatore che riflette quanto avere figli può essere penalizzante sul tasso di occupazione femminile - Trento è ai primi posti (4° in tutta Italia e 2° nel Nord-Italia dietro al Piemonte e a pari merito con la Lombardia). Ciò implica che in Trentino il tasso di occupazione delle donne lavoratrici con figli è pari all’80% di quello delle donne senza figli (in miglioramento di 2,2 punti percentuali rispetto al 2019); al contrario, nella Provincia autonoma di Bolzano le donne con figli presentano tassi di occupazione pari solo al 65% di quelle senza figli.

83 CAPITOLO 3
-0,4 -0,4 -0,4 -0,6 -1,4 -1,7 -2,0 -2,8 -3,1 -4,2 -4,5 -6,8 2,02,33,23,3 1,9 1,2 1,0 0,7 0,6 0,2

Valle d’Aosta Trento Liguria Umbria Toscana Emilia Romagna Piemonte Sardegna Bolzano Lombardia Marche

Figura 44.

Friuli V.G. Lazio ITALIA Veneto Molise Abruzzo Sicilia Calabria Campania Basilicata Puglia

Differenza assoluta fra tasso di occupazione maschile e tasso di attività femminile in età 15-64 anni nelle Regioni e Province autonome italiane (percentuale), 2020. Nota: reverse indicator. Fonte: elaborazione The European House –Ambrosetti su dati Istat 2022.

56,7

Marche Abruzzo Piemonte Lombardia Trento Molise Toscana Valle d’Aosta Friuli V.G. Umbria Emilia Romagna Lazio Liguria Sardegna Sicilia Veneto ITALIA BAsilicata Calabria Puglia Bolzano Campania

Figura 45.

Rapporto tra il tasso di occupazione delle donne con figli e quelle senza figli nelle Regioni e Province autonome italiane (percentuale), 2020. Nota: tale indicatore misura la differenza tra il tasso di occupazione delle donne con figli e le donne senza figli. Un valore pari al 100% indica la parità dei tassi di occupazione. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Istat, 2022.

84 CAPITOLO 3
11,5 13,1 13,3 13,4 13,5 13,6 13,9 14,4 15,0 15,5 16,3 16,5 18,2 18,8 20,8 22,3 23,6 24,3 24,6 25,6 26,9 7,6 90,5 85,5 81,5 81,0 81,0 80,5 79,8 79,5 79,2 78,7 78,6 78,5 78,1 78,1 76,1 74,2 73,4 72,0 70,2 69,2 64,9

Guardando al macro-gruppo che valuta la responsabilità sociale d’impresa, è stato esaminato il numero di incidenti mortali sul luogo di lavoro per milione di occupati denunciati nelle Regioni e Province autonome italiane. Su questo KPI, Trento denota una performance tra le migliori in Italia, risultando 4° per il minor numero di incidenti mortali sul lavoro, con un valore di 33,8 per milione di occupati (22,7 incidenti in meno rispetto alla media italiana).

60,5 61,3 68,7 70,4 71,6 74,0 76,7 82,2 95,7

33,3 33,3 33,8 37,0 38,5

Umbria Valle d’Aosta Bolzano Trento Veneto Friuli V.G. Toscana Basilicata Lazio Sardegna Sicilia ITALIA

Emilia Romagna Lombardia Puglia Piemonte Abruzzo Marche Liguria Calabria Campania Molise

Figura 46. Numero di incidenti mortali sul luogo di lavoro denunciati nelle Regioni e Province autonome italiane (per milione di occupati), 2020. Nota: reverse indicator; sono conteggiate le denunce di incidenti sul lavoro nelle diverse attività economiche (Industria e Servizi, Agricoltura, gestione per conto dello Stato), con o senza mezzo di trasporto, al netto di quelli avvenuti in itinere. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati INAIL e Istat, 2022.

La dimensione della rappresentanza politica è approssimata nel Tableau de Bord dalla quota di amministratori comunali con meno di 40 anni, espressione del grado di inclusione giovanile in tutti i livelli della società, e non solo nel mercato del lavoro. In questo caso, Trento è 1° in classifica, con un valore pari al 36,8% del totale degli amministratori comunali (7,9 punti percentuali in più di Bolzano e 8,5 in più della media nazionale).

85 CAPITOLO 3
27,3
41,3 44,6 46,2 49,5 56,1 56,5 56,7

Trento

Calabria Sicilia Valle d’Aosta Basilicata Sardegna Molise Campania Emilia Romagna Abruzzo Bolzano Umbria Toscana Marche Veneto ITALIA Lombardia Lazio Puglia Friuli V.G. Piemonte Liguria

Figura 47. Amministratori comunali con meno di 40 anni nelle Regioni e Province autonome italiane (percentuale), 2020. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Istat, 2022.

Venendo al macro-gruppo che esamina il sistema sanitario, è stato analizzato l’indice dello stato di salute del territorio, espresso con una scala crescente da 1 (minimo) a 10 (massimo). Si tratta di un indice composito che valuta l’impatto reale del sistema sanitario regionale sulla salute degli individui. Oltre a misurare, in modo indiretto, la qualità del sistema, questa macro-area prende in considerazione gran parte dei cosiddetti determinanti comportamentali della salute5. In questo caso, Trento risulta tra i territori italiani più virtuosi, posizionandosi al 2° posto (punteggio di 8,5), dietro a Bolzano (9,4).

5 Il Regional Index di Meridiano Sanità è uno strumento di misurazione delle performance dei sistemi sanitari delle Regioni italiane, sia in valore assoluto che in termini dinamici, comparandole tra loro e individuando punti di forza e di debolezza su cui lavorare. L’Index prende in considerazione 27 Key Performance Indicator (KPI) relative a due macroaree: da una parte lo stato di salute di una popolazione (8 KPI su media 18-20 per sterilizzare l’effetto COVID sulle regioni più colpite) e dall’altra lo stato di mantenimento della salute della stessa. Mentre la macroarea sullo stato di salute della popolazione misura il riscontro diretto della qualità del sistema sanitario, l’indice di mantenimento dello stato di salute prende in considerazione la qualità dei servizi sanitari offerti.

86 CAPITOLO 3
36,9 35,0 33,9 32,9 32,7 31,7 30,5 30,5 30,2 29,8 29,0 28,9 28,7 28,6 28,4 28,4 27,3 26,2 26,1 25,2 23,3 20,1

Bolzano Trento Toscana Veneto Marche Friuli V.G. Lombardia Valle d’Aosta Emilia Romagna ITALIA Umbria Piemonte Lazio Sardegna Liguria Molise Puglia Abruzzo Basilicata Sicila Calabria Campania

Indice dello stato di salute nelle Regioni e Province autonome italiane (scala crescente da 1 = minimo; 10 = massimo), 2020. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Meridiano Sanità, 2022.

Per quanto riguarda l’accesso al sistema di formazione e istruzione, il KPI esaminato è relativo alla quota di iscrizioni al nido di bambini fino a 2 anni di età. Tale indicatore non riguarda chiaramente solo i bambini, ma rappresenta un servizio essenziale anche per le famiglie e il bilanciamento tra lavoro e vita privata. Il Trentino guida la classifica nazionale, con un valore pari al 47,9%, superiore di quasi 18 punti percentuali rispetto al dato medio nazionale, confermando così l’ottimo funzionamento dei servizi per l’infanzia, in grado di soddisfare adeguatamente la domanda.

87 CAPITOLO 3 Figura 48.
9,4 8,5
6,4 6,3 6,3 6,1 6,0 5,8 5,7 5,5 5,2 5,2 5,2 5,1 4,7 4,6 4,4 4,2 3,8 3,5 3,1 3,0

Trento

44,1 4,2

35,5 35,1 34,0 32,4 32,3 31,0 30,2 29,8 29,4 28,9 28,8 27,4 25,2 21,6 19,1 18,8 18,4

Toscana Valle d’Aosta Veneto Emilia Romagna Lazio Umbria Piemonte Molise Marche ITALIA Sardegna Sicilia Puglia

Friuli V.G. Lombardia Campania Liguria Basilicata Abruzzo Calabria Bolzano

Figura 49. Bambini di 0-2 anni iscritti al nido nelle Regioni e Province autonome italiane (percentuale), 2020E. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Istat, 2022.

Il penultimo macro-gruppo che descrive la sostenibilità sociale riguarda l’equilibrio sociale e la sicurezza: su tale fronte un KPI valutato è il coefficiente di Gini a livello territoriale. Questo strumento descrive la distribuzione della ricchezza (intesa come la somma di reddito e patrimonio) tra la popolazione di un territorio, assumendo un valore

0,25 0,25 0,26 0,26 0,26 0,26 0,27 0,28 0,28 0,28 0,28 0,28 0,28 0,29 0,30 0,30 0,30 0,31 0,31 0,32 0,33 0,34

Veneto Trento Valle d’Aosta Friuli V.G. Umbria Marche Basilicata Emilia Romagna Molise Toscana Liguria Abruzzo Lombardia Piemonte Puglia ITALIA Sardegna Bolzano Calabria Lazio Sicilia Campania

Figura 50. Coefficiente di Gini nelle Regioni e Province autonome italiane (minimo = 0, massimo = 1), 2018. Nota: reverse indicator. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Istat, 2022.

88 CAPITOLO 3
37,2
47,9 46,3

22,1

compreso tra 0 e 1, dove un coefficiente più elevato corrisponde ad una maggiore diseguaglianza economica. Il Trentino ottiene un valore medio pari a 0,25 (il più basso tra le altre 19 Regioni italiane e l’Alto Adige, a pari merito con il Veneto), a conferma di una ricchezza distribuita in modo più equo rispetto al resto del Paese.

Infine, con riferimento alla partecipazione sociale, la proxy esaminata è la percentuale di persone di 14 anni e più che hanno svolto volontariato sul totale della popolazione della fascia d’età di riferimento, per indicare il grado di partecipazione della popolazione ad attività di utilità sociale. Anche in questo caso, il Trentino è 1° in classifica, con il 22,1% della popolazione che nel 2020 ha svolto volontariato (+7,5 punti percentuali rispetto alla Provincia autonoma di Bolzano e +12,9 p.p. rispetto al dato medio nazionale).

14,6 13,0 12,1 11,6 11,0 10,9 10,9 10,5 9,9 9,5 9,2 9,1 9,0 7,9 7,7 7,6 6,8 6,0 5,8 5,6 5,3

Trento Bolzano Veneto Emilia Romagna Lombardia Friuli V.G. Piemonte Valle d’Aosta Liguria Umbria Marche ITALIA Basilicata Toscana Molise Abruzzo Sardegna Lazio Puglia Campania Sicilia Calabria

Figura 51. Persone di 14 anni e più che hanno svolto volontariato sul totale della popolazione di 14 anni e più nelle Regioni e Province autonome italiane (percentuale), 2020. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Istat – Indagine sugli aspetti della vita quotidiana, 2022.

Nella tabella successiva vengono infine riassunti i KPI esaminati con riferimento al grado di sostenibilità sociale del Trentino, indicandone il posizionamento in classifica, la variazione congiunturale (2019-2020 o ultimo biennio disponibile) e la variazione strutturale (2015-2020 o ultimo anno disponibile).

89 CAPITOLO 3

KPI Posizionamento ultimo anno

Speranza di vita alla nascita

Indice di dipendenza strutturale*

Indice di vecchiaia*

Tasso di natalità

Saldo migratorio totale

Gender gap nel tasso di occupazione*

Part-time involontario femminile*

Conciliazione dei tempi vita-lavoro*

Tasso di occupazione femminile

Incidenti mortali sul lavoro*

Società Benefit

Imprese che migliorano il benessere lavorativo

Amministratori comunali di sesso femminile

Amministratori comunali con meno di 40 anni

Indice dello stato di salute

Bambini 0-2 anni iscritti al nido

Incidenza dei NEET nella fascia 15-34 anni*

Coefficiente di GINI (distribuzione della ricchezza)*

Spesa media mensile per abitazioni*

Equità del sistema salariale*

Spesa previdenziale

popolazione

di welfare aziendale

Furti in abitazione*

Persone che hanno finanziato associazioni

che hanno fatto volontariato

Figura 52.

Variazione congiunturale (2019-2020**)

-1,8% (19°)

+0,2 p.p. (5°)

+4,9 p.p. (3°) n.d.

-0,8 p.p. (14°) -1,2 p.p. (2°)

+0,1 p.p. (14°)

+0,1 p.p. (2°) -2,5 p.p. (21°)

-52% (2°) n.d. n.d. +2,8 p.p. (1°)

+8,9 p.p. (2°) -0,3 p.p. (14°)

+4,6 p.p. (4°)

+2,0 p.p. (15°) n.d.

+0,8 p.p. (3°) +1,4 p.p. (18°)

+1,7% (17°)

-44% (6°) -58% (1°)

+0,6 p.p. (9°)

-4,3 p.p. (20°)

Variazione strutturale (2015-2020**)

-0,8% (20°)

+1,7 p.p. (15°)

+21,1 p.p. (6°) n.d.

+0,3 p.p. (9°) -1,0 p.p. (4°)

+1,2 p.p. (16°)

+1,2 p.p. (11°) +0,4 p.p. (19°)

+9% (5°) n.d. n.d. +6,1 p.p. (12°)

+8,5 p.p. (1°) +0,2 p.p. (2°)

+19,0 p.p. (1°)

-1,5 p.p. (10°) n.d. -0,7 p.p. (5°) +0,4 p.p. (14°) n.d. n.d. -63% (5°) = (6°) -1,6 p.p. (11°)

Visione d’insieme sulla performance del Trentino nella sostenibilità sociale. (*) Reverse indicator. (**) 2020 o ultimo anno disponibile. Nota: il colore della cella indica se l’indicatore è migliorato (verde) oppure peggiorato (rosso); il ranking nelle variazioni si riferisce al posizionamento nella classifica delle variazioni (è 1 la Regione con l’aumento maggiore/ peggioramento minore). Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su fonti varie, 2022.

90 CAPITOLO 3
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
19.
20.
21.
per
over 65 22. Contratti
attivi per occupato 23.
24.
25. Persone
5° 12° 3° 2° 2° 2° 8° 4° 2° 4° 2° 10° 12° 1° 2° 1° 2° 2° 2° 1° 13° 1° 6° 1° 1°

La performance complessiva del Trentino nel Tableau de Bord della Sostenibilità

Dal calcolo dei tre indicatori sintetici del Tableau de Bord della Sostenibilità, emerge come il Trentino sia in 1° posizione in ciascuna delle tre dimensioni analizzate (dimensione economica, ambientale e sociale). In particolare, la Provincia autonoma di Trento:

nell’ambito della sostenibilità economica, ottiene un punteggio di 64 (su un valore massimo di 100), 2 punti in più della Lombardia (2° in classifica) e 6 in più di Bolzano (5° in classifica);

nell’ambito della sostenibilità ambientale, si conferma prima, con un punteggio di 59, leggermente al di sopra del valore medio dell’Alto Adige (2° in classifica con 57 punti);

nella sostenibilità sociale, registra il più ampio distacco, con 80 punti, 15 in più rispetto alla seconda classificata (anche in questo caso, Bolzano, con 65 punti).

91 CAPITOLO 3 3.5.

53.

Il posizionamento del Trentino nelle tre dimensioni-chiave della sostenibilità rispetto alle altre Regioni italiane e alla Provincia autonoma di Bolzano (scala crescente da 1=min a 100=max), 2022. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti, 2022.

Grazie all’ottimo posizionamento registrato trasversalmente in tutte e tre le dimensioni del Tableau de Bord, il Trentino si colloca al 1° posto in Italia anche nell’indicatore complessivo della sostenibilità, che coniuga al suo interno le tre proxy di sintesi. In questo caso, il punteggio del Trentino ammonta a 68 su un valore massimo di 100, con 8 punti in più dell’Alto Adige, secondo in classifica.

Su 14 indicatori (pari al 19% del totale), il Trentino è in prima posizione assoluta rispetto alle altre 19 Regioni italiane e alla Provincia autonoma di Bolzano

92 CAPITOLO 3 Figura
1° in ITALIA 1° in ITALIA 1° in ITALIASostenibilità economica CAM CAM CAM LAZ CAL CAL PIE SIC SIC SIC LIG CAL PUG MOL BAS LIG ABR SAR LAZ PIE MAR UMB UMB TOS VDA FVG VEN LOM ER BZ TN TN Sostenibilità sociale Sostenibilità ambientale 28 33 35 36 40 42 42 43 49 50 51 56 56 57 61 61 62 62 62 65 80 31 33 35 36 37 37 39 39 40 40 41 42 42 42 44 45 45 47 50 57 59 25 29 29 31 32 38 39 41 42 47 49 50 53 54 54 55 58 60 61 62 64 FVG ABR MOL MOL MAR TOS SAR SAR BAS ABR MAR UMB LIG TOS VDA LAZ PIE VEN BZ FVG ER LOM TN LOM PUG PUG ER VEN VDA BAS BZ

54.

Tableau de Bord della Sostenibilità (scala crescente da 1=min a 100=max), 2022. Fonte: elaborazione

posizionamento del Trentino nell’indice complessivo

European House – Ambrosetti, 2022.

Di questi, 4 rientrano nella sostenibilità economica, 4 nella sostenibilità ambientale e 6 nella sostenibilità sociale. Più nel dettaglio, il Trentino:

all’interno della sostenibilità economica, è leader nazionale in termini di: partecipazione alla formazione continua (10,8%), imprese che hanno svolto attività di formazione (30,0%), start-up innovative (8,4% delle nuove società), imposizione fiscale sui cittadini (aliquota unica Irpef pari allo 0,1%);

rispetto alla sostenibilità ambientale, è primo nei KPI relativi a: raccolta differenziata dei rifiuti urbani (76,7%), disponibilità di verde urbano (396,2 m2 per abitante), numero di organizzazioni/imprese Emas (13 ogni 10mila imprese attive), diffusione della bioedilizia (25% del fatturato totale nazionale);

nella sostenibilità sociale, è primo per: amministratori comunali con meno di 40 anni (36,9%), bambini di 0-1 anni iscritti al nido (47,9%), percentuale di dipendenti con bassa paga (6,1%; reverse indicator), contratti di welfare aziendale attivi (461 ogni 1.000 occupati), persone che hanno finanziato associazioni (28,7%) e persone che hanno svolto volontariato (22,1%).

93 CAPITOLO 3
Sicilia CampaniaCalabriaPugliaMoliseLiguria Marche Valle
d’Aosta
Abruzzo Lazio Veneto
Sardegna
Umbria LombardiaBasilicata Friuli V. G.Piemonte EmiliaRomagnaBolzanoTrento Toscana 1° in ITALIA30 31 34 37 38 41 42 43 43 46 46 47 48 545450 54 56 56 60 68 Figura
Il
del
The

Ampliando l’analisi alle prime 5 posizioni in classifica, la Provincia autonoma di Trento è nella Top 5 in Italia in 44 KPI sui 75 considerati (59% del totale).

Inoltre, l’industria fornisce un contributo chiave al posizionamento del territorio in termini di sostenibilità: gli indicatori in cui è direttamente coinvolta oppure fornisce un supporto rilevante contribuiscono infatti al 39% dei KPI (17 su 44) in cui il Trentino è nella Top 5 delle Regioni e Province autonome italiane. In particolare, si tratta di:

1. Dimensioni medie delle imprese;

2. Impieghi bancari delle imprese non finanziarie;

3. Produttività delle imprese;

4. Imprese che hanno svolto attività di formazione;

5. Start-up innovative;

6. Imprese che hanno rapporti online con la P.A.;

7. Siti contaminati;

8. Imprese che utilizzano materie prime seconde;

9. Numero di organizzazioni/imprese certificate Emas;

10. Diffusione della bioedilizia;

11. Gender gap nel tasso di occupazione;

12. Conciliazione dei tempi vita-lavoro;

13. Tasso di occupazione femminile;

14. Incidenti mortali sul lavoro;

15. Incidenza di Società Benefit sulle imprese attive;

16. Equità del sistema salariale;

17. Contratti di welfare aziendale attivi per occupato.

94 CAPITOLO 3

I punti di attenzione per il posizionamento del Trentino nell’ultimo anno si concentrano soprattutto nella dimensione della sostenibilità economica

La Provincia, infatti, è nelle ultime 5 posizioni in Italia in 6 KPI su 75 (8%), principalmente legati alla dimensione economica (4 KPI): disuguaglianza economica;

difficoltà di reperimento dei lavoratori; quota di laureati in discipline STEM; quota di famiglie coperte dalla connettività Fiber-to-the-Cabinet; utilizzo di acqua pro capite; colonnine di ricarica per auto elettriche.

In nessun KPI viene registrata la peggior prestazione nazionale ma è d’uopo segnalare che in uso di acqua pro capite e colonnine di ricarica per auto elettriche il territorio soffre la seconda peggior performance a livello nazionale (20° posizione). In questo caso l’industria è direttamente coinvolta oppure fornisce un contributo rilevante solo sul KPI relativo alla capacità di reperimento di lavoratori (18°).

Infine, la disponibilità di serie storiche all’interno del database del Tableau de Bord della Sostenibilità permette di effettuare analisi anche sull’andamento del Trentino nel corso degli anni. Nel complesso si restituisce una fotografia recente del Trentino con molte luci e qualche ombra:

95 CAPITOLO 3

da un lato, in 19 KPI il territorio ha registrato una performance positiva nell’ultimo anno (32%, su 60 KPI), mentre in 6 casi è stabile (10%);

dall’altro, in 35 casi ha registrato una performance negativa nell’ultimo anno (58% su 60 KPI). In particolare, le aree in cui riscontra un maggiore peggioramento sono quelle legate alla macro-area economica (15 KPI su 25).

KPI CON PERFORMANCE POSITIVA PIÙ AMPIA

NELL’ULTIMO ANNO: TOP 5

1.Furti in abitazione*

2.Incidenti mortali sul lavoro*

3.Densità di piste ciclabili

4.Concentrazione di NO2*

5.Autovetture a basse emissioni

Figura 55.

VAR.%

-58% -52% +34% -16% +13%

KPI CON PERFORMANCE

NEGATIVA PIÙ AMPIA

NELL’ULTIMO ANNO: TOP 5

Utilizzo del trasporto pubblico

Contratti di welfare aziendale attivi per occupato

Durata dei procedimenti civili*

Spesa delle imprese in R&S

Export per abitante

VAR.%

Primi 5 indicatori del Tableau de Bord della Sostenibilità per migliore e peggiore variazione del Trentino nell’ultimo anno. (*) Reverse indicator. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti, 2022.

Un punto di attenzione particolare è infine legato al fatto che, tra il 2015 e il 2020, il Trentino ha peggiorato la propria performance nella dimensione economica rispetto a Bolzano: fatto 100 il valore degli indicatori economici nel 2015, quelli di Trento sono diminuiti in media di 26 punti percentuali fino a raggiungere 74 nel 2020, mentre quelli di Bolzano sono aumentati in media di 9 p.p. fino a 109. In particolare, in 9 KPI su 186 della dimensione economica, la performance del Trentino è stata peggiore rispetto a quella dell’Alto Adige.

-47% -44% +32% -19% -12%

6 Dato calcolato sulla base degli indicatori per i quali è disponibile la serie storica.

96 CAPITOLO 3
97 CAPITOLO 3 Gli indicatori di performance che hanno registrato un peggioramento più marcato nella dinamica tendenziale sono stati la propensione all’imprenditorialità, la spesa in R&S delle imprese e la durata dei procedimenti civili Figura 56. Performance dei territori delle Province autonome di Trento e Bolzano nella dimensione economica del Tableau de Bord della Sostenibilità (anno indice 2015=base 100, media dei valori dei singoli indicatori): confronto tra 2015, 2019 e 2020. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti, 2022. Trento 100 84 74 Bolzano 100 117 109 2015 2019 2020 Bolzano +9 p.p. Trento -26 p.p.

Il punto di vista degli stakeholder del territorio

CAPITOLO 4.
CAPITOLO 4.

Le indicazioni e le priorità sulla transizione sostenibile emerse dall’indagine presso il sistema imprenditoriale trentino e dall’attività di ascolto degli stakeholder del territorio

A supporto delle attività del percorso “Duemilatrentino” e della identificazione delle priorità d’intervento per rafforzare il posizionamento e il ruolo del Trentino sui principali ambiti legati alla sostenibilità nelle sue tre dimensioni (ambientale, economica e sociale),

è stata effettuata un’attività di ascolto e di confronto con gli stakeholder del territorio, che si è sostanziata in un’indagine empirica tra i rappresentanti della classe dirigente del sistema industriale trentino.

L’indagine si è posta l’obiettivo di approfondire alcuni aspetti legati alla sostenibilità e comprendere la percezione del ruolo che la stessa svolge, nonché come il Trentino stia gestendo questo fattore, enucleandone le caratteristiche attuali e prospettiche.

101 CAPITOLO 4
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

In aggiunta, è stato realizzato un ciclo di colloqui individuali con gli stakeholder, che hanno permesso di raccogliere indicazioni sui punti di forza e di debolezza del territorio e un orientamento sulle possibili aree d’intervento in tema di sostenibilità, integrando quanto emerso dall’indagine e dalle riunioni del Tavolo di Lavoro sulla Transizione Sostenibile di “Duemilatrentino”1

L’indagine empirica, condotta online tra giugno e agosto 2022, ha visto la partecipazione di più di un terzo delle imprese associate a Confindustria Trento. Nel 45,9% dei casi i rispondenti sono stati rappresentanti dell’Alta Direzione aziendale (Amministratore Delegato), e in misura minore componenti della Direzione o del Cda (33,8%) o Presidenti (8,1%). Infine, le ultime due categorie che

hanno partecipato al sondaggio fanno riferimento ai legali rappresentanti (6,1%) e dipendenti (6,1%).

Con riferimento alle caratteristiche delle imprese rispondenti, la copertura è omogenea in termini di mix di settori economici e di dimensioni aziendali: si osserva la prevalenza di PMI – il 36,5% delle imprese rispondenti ha un fatturato inferiore a 10 milioni di euro e il 40,5% conta meno di 50 dipendenti, il che contribuisce a garantire una buona rappresentatività del campione.

Per quanto concerne i settori di attività, le tre attività economiche maggiormente rappresentate sono Meccanica e Meccatronica (20,4% dei rispondenti), Chimica (13,6%) e Turismo (10,2%).

1 Si rinvia al Capitolo 1 per i nominativi delle personalità delle Istituzioni e del sistema socio-economico intervistate per l’approfondimento sulla transizione sostenibile.

102 CAPITOLO 4
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO
103 CAPITOLO 4 Figura 57. Caratteristiche delle Aziende rispondenti alla survey di “Duemilatrentino” (% delle risposte), 2022. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su risposte alla survey presso le imprese associate a Confindustria Trento, 2022. FATTURATO 12,8PIÙ DI 50 MLN € 18,2FINO A 2 MLN € 32,410-15 MLN € 36,52-10 MLN € N. DI DIPENDENTI 40,510-50 32,451-250 MENO DI 10 16,9 PIÙ DI 250 10,1 SETTORE DI ATTIVITÀ (% DEL CAMPIONE), 2021 7,5 7,5 6,8 6,8 5,4 3,4 1,4 3,4 1,4 8,2 10,2 MECCANICA, MECCATRONICA IT TURISMO SERVIZI PER L'AMBIENTE LEGNO ALIMENTAZIONE IMPIANTI A FUNE SERVIZI ALLE IMPRESE TRASPORTI E LOGISTICA SISTEMA MODA CARTA, GRAFICA, EDITORIA SANITÀ 20,4 13,6CHIMICA 4,1MATERIALI DA COSTRUZIONE INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

L'indagine presso il sistema produttivo Trentino si è focalizzata su quattro macro aree:

Il giudizio sullo scenario economico del territorio;

La percezione sulle opportunità e rischi per l'economia trentina;

Il giudizio sulla sostenibilità come fattore strategico e le relative politiche di sostenibilità (ambientale, economica e sociale) a livello aziendale e territoriale;

L'indicazione di possibili azioni prioritarie per lo sviluppo sostenibile del Trentino.

Figura 58.

Gli ambiti di approfondimento della survey di "Duemilatrentino”, 2022. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti, 2022.

Il sentiment delle imprese sullo scenario economico del territorio

La percezione delle imprese sulle opportunità e rischi per l’economia trentina

Il giudizio sulla sostenibilità come fattore strategico e le relative politiche di sosteniblità

Possibili azioni prioritarie per lo sviluppo economico-industriale del Trentino legato alla sostenibilità

104
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

declino

Come primo ambito di approfondimento, è stato chiesto alle imprese trentine di esprimere un giudizio sulla situazione attuale del territorio: le valutazioni degli imprenditori ritengono stabile l’attuale situazione del Trentino (58% dei rispondenti): è interessante notare come, rispetto all’indagine effettuata nel corso del 2021, si registri un aumento di 3,5 punti percentuali per quanto concerne il giudizio di

stabilità del Trentino. Allo stesso modo, il 14,7% degli imprenditori considera il territorio in crescita e il 21% in declino.

È stato quindi indagato il sentiment delle imprese trentine sullo scenario economico del territorio: le previsioni degli imprenditori circa l’andamento futuro del business peggiorano rispetto al giudizio attuale (positivo).

in declino

2021 2022

stabile

crescita

Figura 59. Risposte

p.p. vs. 2021)

domanda

situazione

del Trentino?» (% delle risposte), 2022. Fonte: elaborazione The European House

survey presso le imprese associate a Confindustria Trento, 2022.

su risposte

105 CAPITOLO 4
alla
della survey di "Duemilatrentino”: «Come giudica la
attuale
– Ambrosetti
alla
6,5 non so 6,3 non so 20,1 in
14,7 in crescita 54,5 stabile 58,0
(+3,5
in
21,0
18,8
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Se infatti a reputare leggermente o molto positiva la situazione attuale del business è l’86,5% dei rispondenti, la percentuale scende di ben 12 punti percentuali quando il giudizio è chiesto rispetto all’andamento futuro del business della propria impresa: solo il 74,6% degli imprenditori partecipanti alla survey dichiara una aspettativa sul futuro nel

complesso positiva. Confrontando i risultati della survey con quelli dell’edizione precedente, emerge un miglioramento di percezione rispetto alla situazione attuale del business (+3,7 p.p.), ma un netto peggioramento relativo alla situazione futura (-16,5 p.p.), certamente influenzata dall’incertezza dello scenario economico e geopolitico di

1,9 molto negativo11,5 leggermente negativo

39,7 molto positivo

5,8 molto negativo

43,0 leggermente positivo

11,3 leggermente negativo

2021 2022

41,5 molto positivo

45,8 leggermente positivo

86,5 (+3,7p.p. vs.2021)

Figura 60. Risposte alla domanda della survey di "Duemilatrentino": «Qual è il Suo giudizio sulla situazione attuale del business della Sua Impresa?» (% delle risposte), 2022. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su risposte alla survey presso le imprese associate a Confindustria Trento, giugno 2022.

106 CAPITOLO 4
82,7
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

riferimento. In tal senso, l’ultimo giudizio sullo scenario economico chiesto agli imprenditori trentini riguarda i principali rischi che il territorio trentino dovrà affrontare nei prossimi 5 anni. Da questo punto di vista, emerge l’influenza dello scenario geopolitico sulle scelte delle imprese trentine: infatti, la maggioranza relativa dei rispondenti (quasi 1 su 4, il 23,9%) giudica

come primo fattore di rischio gli effetti dello scenario geopolitico, scalzando di fatto i fattori che erano stati identificati nella rilevazione condotta nel 2021 (carenza di forza lavoro, qualifica della forza lavoro e peso della burocrazia).

molto negativo

negativo

2021 2022

molto positivo

p.p. vs.2021

Figura 61.

risposte

107 CAPITOLO 4 3,8 leggermente negativo 3,8 non so 3,8 non so 47,8 leggermente positivo 44,1 leggermente positivo 43,3 molto positivo 30,8
Risposte alla domanda della survey di "Duemilatrentino": «Qual è il Suo giudizio sull’andamento futuro del business della Sua Impresa per i prossimi 6 mesi?» (% delle risposte), 2022. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su
alla survey presso le imprese associate a Confindustria Trento, 2022.
74,6 (-16,5
) 91,1 INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO 16,8 leggermente
4,7

Effetti scenario geopolitico*

Qualifica Carenza di forza lavoro

Qualifica di forza lavoro

Eccessivo peso della burocrazia

Decrescita demografica

Limitata connettività infrastrutturale**

Produzione industriale non sostenibile

Ridotta apertura internazionale

Altro

Figura 62.

18,6

23,9

21,5

15,0 4,6

4,8 4,1

4,8 3,1

Risposte alla domanda della survey di "Duemilatrentino": «Quali sono i principali rischi per lo sviluppo del territorio Trentino da qui ai prossimi 5 anni?» (% delle risposte), 2022. (*) Inflazione, costo delle materie prime, ritardi nella catena logistica, ecc.; (**) Con conseguenti costi elevati del trasporto merci. Fonte: elaborazione The European House –Ambrosetti su risposte alla survey presso le imprese associate a Confindustria Trento, 2022.

Il secondo ambito analizzato dall’indagine 2022 di “Duemilatrentino” ha riguardato la percezione delle imprese sulla sostenibilità come fattore strategico per le imprese trentine e per il Trentino

2,0 indifferente 44,8 d'accordo

51,5 assolutamente d'accordo

Figura 63. Risposte alla domanda della survey di "Duemilatrentino": «Dal suo punto di vista, la sostenibilità (declinata nella triplice dimensione economica, sociale ed ambientale) è un fattore strategico di attrattività per il Trentino?» (% delle risposte), 2022. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su risposte alla survey presso le imprese associate a Confindustria Trento, 2022.

108 CAPITOLO 4
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Un dato di partenza molto positivo è costituito dal fatto che secondo il 96,3% delle imprese trentine la sostenibilità (declinata nella triplice dimensione economica, sociale ed ambientale) è un fattore strategico di attrattività per il Trentino

Approfondendo le motivazioni, si osserva che:

Per il 58% degli imprenditori trentini sostenibilità e sviluppo economico possono sostenersi a vicenda, ribandendo ancora di più come uno sviluppo economico non possa esistere e vivere nel lungo periodo senza un approccio sostenibile;

Per il 40% degli intervistati la sostenibilità rappresenta una premessa per lo sviluppo economico (seconda risposta fornita dagli intervistati), ragion per cui la sostenibilità stessa va intesa come una condizione necessaria per la crescita territoriale.

Tuttavia, questi dati molto positivi sul valore della sostenibilità sono accompagnati da un giudizio non ottimale su come in concreto il Trentino stia gestendo questo fattore strategico: secondo quasi 2 rispondenti su 5 (38%), il Trentino sta valorizzando poco o per nulla il fattore della sostenibilità, mentre solo per il 5,8% il Trentino lo sta valorizzando molto.

35,0 poco

1,5 non so 5,8 molto

3 per niente 54,7 abbastanza

Figura 64. Risposte alla domanda della survey di "Duemilatrentino": «Secondo Lei, quanto il Trentino sta effettivamente valorizzando questo fattore?» (% delle risposte), 2022. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su risposte alla survey presso le imprese associate a Confindustria Trento, 2022.

109 CAPITOLO 4
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Dopo aver adottato una prospettiva “macro” a livello territoriale nell’analizzare il ruolo della sostenibilità per il territorio trentino, l’indagine ha voluto intercettare le possibili sfumature sulla sostenibilità che riguardano il singolo imprenditore e la singola impresa, quindi secondo un approccio “micro”. In quest’ottica, è stato chiesto agli imprenditori del territorio quali azioni stiano adottando nelle tre dimensioni secondo cui è stata analizzata la sostenibilità (ambientale, economica e sociale)2 .

Strategie di sostenibilità finanziaria dell'Azienda nel medio lungo termine

Per quanto concerne la sostenibilità economica, la maggioranza relativa degli intervistati (28,1%) afferma di aver implementato strategie di sostenibilità finanziaria per l’azienda nel medio-lungo termine. Allo stesso modo, l’indagine conferma - come seconda e terza azione adottate dagli imprenditori trentini - l’aumento della spesa in Ricerca e Sviluppo e innovazione (22,2%) e, infine, l’impegno per favorire l’integrazione di obiettivi di sostenibilità nella mission aziendale (20,9%).

28,1

22,2Aumento della spesa in R&S e Innovazione

20,9Integrazione di obiettivi di sostenibilità nella mission aziendale

Promozione dello sviluppo delle competenze in ottica di lifelong learning

Promozione di forme di collaborazione con altri stakeholder

Nessuna iniziativa

Altro*

Figura 65.

Risposte alla domanda della survey di "Duemilatrentino": «Quali iniziative sono state avviate dalla sua Azienda negli ultimi 3 anni (2019-2021) per promuovere una maggiore sostenibilità economica? (indicare fino a 3 azioni realizzate in termini di rilevanza per la Sua Azienda)» (% delle risposte), 2022. (*) Piani pluriennali sulla sostenibilità ed etica, certificazioni, diversificazione territoriale, ridisegno delle operations. Fonte: elaborazione The European House –Ambrosetti su risposte alla survey presso le imprese associate a Confindustria Trento, 2022.

2 Si rimanda al Capitolo 3 per le definizioni di sostenibilità economica, ambientale e sociale adottate nel presente studio.

110 CAPITOLO 4
12,6 2,0
11,9 2,3
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Focus: il ruolo delle competenze per la sostenibilità e la crescita del Trentino

Come già rilevato nel Capitolo 3, la situazione del Trentino è particolarmente critica per quanto riguarda il reperimento della forza lavoro, posizionandosi al 4° posto in Italia per difficoltà di reperimento dei lavoratori secondo la rilevazione di Excelsior-Unioncamere, con un tasso pari al 35% sulle assunzioni previste. Poter far affidamento, ora come nei prossimi anni, su una dote di forza lavoro adeguata – in termini quantitativi e qualitativi – risulta fondamentale per poter sostenere la crescita e la competitività delle imprese trentine.

Da questo punto di vista, è prioritario colmare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, in primo luogo progettando la formazione in una logica di filiera per sviluppare il fabbisogno delle imprese, costruendo un legame sempre più stretto tra Istituti Scolastici, Università, Imprese e soggetti pubblici per coltivare le competenze necessarie.

Dal punto di vista pratico, i dottorati industriali e i meccanismi di premialità per riconoscere le imprese più innovative, oltre alle attività di sensibilizzazione sulle nuove competenze (in primis quelle STEM) e a politiche di incentivo a rimanere in Trentino, possono rappresentare delle valide azioni all’interno di questo percorso. Risulterà fondamentale, inoltre, cogliere anche in Trentino l’opportunità offerta dal PNRR (1,5 miliardi di euro fino al 2026) e dalla recente riforma degli ITS (Istituti Tecnici Superiori) per valorizzare l’esperienza avviata nel 2006 con il sistema trentino dell’Alta Formazione Professionale (AFP) e potenziarlo con una nuova offerta formativa che contribuisca a colmare il suddetto mismatch.

Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti da interviste con stakeholder e survey presso le imprese associate a Confindustria Trento, 2022.

111
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

TRENTO

Con riferimento alla sostenibilità sociale, la maggioranza relativa degli intervistati (28,1%) afferma di aver implementato azioni volte al coinvolgimento del personale negli obiettivi aziendali. La seconda azione più praticata dagli imprenditori trentini riguarda l’introduzione di forme di welfare aziendale (27,8%), a cui segue la realizzazione di iniziative per l’attrazione di giovani talenti (20,5% delle risposte).

Coinvolgimento del personale negli obiettivi aziendali

Introduzione di forme di Welfare Aziendale

20,5Iniziative per l'attrazione di giovani talenti

Promozione di iniziative di interesse per la collettività

Nessuna iniziativa

Promozione della Diversity&Inclusion

Altro*

4,2 4,2

2,1

13,2

Figura 66. Risposte alla domanda della survey di "Duemilatrentino": «Quali iniziative sono state avviate dalla sua Azienda negli ultimi 3 anni (2019-2021) per promuovere una maggiore sostenibilità sociale? (indicare fino a 3 azioni realizzate in termini di rilevanza per la Sua Azienda)» (% delle risposte), 2022. (*) Piani pluriennali sulla sostenibilità ed etica, sviluppo di attività a valore aggiunto locale, flessibilità e smartworking, certificazioni. Fonte: elaborazione The European House –Ambrosetti su risposte alla survey presso le imprese associate a Confindustria Trento, 2022.

28,1

27,8

Infine, per quanto concerne la sostenibilità ambientale, la maggioranza relativa degli intervistati (29,6%) dichiara di aver adottato strategie volte a migliorare l’efficienza energetica, con l’obbiettivo di ridurre consumi e inquinamento. La survey rivela anche come gli imprenditori trentini si stiano impegnando sul fronte dell’autoproduzione energetica (18,9%) e anche sulla quantificazione dell’impatto ambientale (17,8%).

112 CAPITOLO 4
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA

Efficienza energetica, riduzione di consumi/inquinamento

Autoproduzione energetica

Adozione di forme di Economia Circolare

Misurazione dell'Impatto Ambientale

Ricorso a una filiera di fornitura certificata

Nessuna iniziativa

Riqualificazione urbana e/o ambientale

Altro*

Figura 67.

Risposte alla domanda della survey di "Duemilatrentino": «Quali iniziative sono state avviate dalla sua Azienda negli ultimi 3 anni (2019-2021) per promuovere una maggiore sostenibilità ambientale? (indicare fino a 3 azioni realizzate in termini di rilevanza per la Sua Azienda)» (% delle risposte), 2022. (*) Acquisto di veicoli elettrici e incremento dei traffici intermodali, investimenti per migliorare i presidi ambientali, sostegno a progetti di ricerca, bilanci di sostenibilità, ecc. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su risposte alla survey presso le imprese associate a Confindustria Trento, 2022.

Dopo il focus sulle azioni che sono state introdotte dalle imprese trentine nell’ultimo triennio, l’indagine ha voluto comprendere quali fossero le motivazioni sottostanti a tali azioni:

Per circa 1 imprenditore trentino su 3 (33,5% dei rispondenti), tali azioni sono state implementate perché la sostenibilità rappresenta un valore portante dell’azienda;

Secondo il 27,2% degli intervistati, la motivazione sottostante le azioni di sostenibilità risiede nella volontà di accrescere l’attrattività della azienda, sia verso il mercato che verso i dipendenti, ma anche per migliorare l’immagine dell’azienda stessa;

Per il 21% dei rispondenti, infine, le azioni derivano dalla convinzione che investire in sostenibilità (economica, sociale ed ambientale) consenta di avere ritorni in termini di produttività sotto diversi punti di vista (per esempio, minori costi e/o aumento dell’efficienza nei processi aziendali).

113 CAPITOLO 4
29,6
18,9 17,8 12,2 6,4 6,3 4,4
4,2
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Focus: il contributo del sistema trentino della ricerca alla sostenibilità del territorio

Il territorio del Trentino vanta numerosi asset ed eccellenze nella dimensione della sostenibilità ambientale. Un esempio è offerto dal sistema trentino della ricerca e dell’innovazione, che ha dato ulteriore impulso alle collaborazioni con le imprese attraverso la Fondazione Hub Innovazione Trentino (HIT).

HIT è un ente strumentale della Provincia autonoma di Trento e un organismo di ricerca e di diffusione della conoscenza, che promuove e valorizza le attività e i risultati scientifico-tecnologici della ricerca dei propri fondatori: Università di Trento, Fondazione Edmund Mach, Fondazione Bruno Kessler e Trentino Sviluppo

La Fondazione HIT cura attività di comunicazione, disseminazione e valorizzazione dei risultati della ricerca trentina e sostiene iniziative di formazione finalizzate alla nascita di una nuova imprenditorialità proveniente dal sistema trentino della ricerca e innovazione nei settori emergenti e negli ambiti strategici individuati dalla Provincia.

La focalizzazione dei soci fondatori sui temi legati alla sostenibilità determina una forte attenzione a questo ambito e alle sue opportunità di innovazione imprenditoriale, dall’idrogeno e le altre fonti energetiche rinnovabili, alle tecnologie applicate all’agricoltura e l’economia circolare.

In uno scenario ricco di start-up emergenti, HIT individua le realtà ad alto potenziale, le indirizza tramite percorsi di proof-of-concept, e le inserisce all’interno del programma “Trentino Startup Valley”, che ha già dato importanti risultati (in termini di bassa mortalità fisiologica della ricerca).

Un aspetto chiave nell’attività di HIT è poi rappresentato dalla forte collaborazione con gli attori del territorio, a cominciare da Confindustria Trento – con cui ha costituito il Digital Innovation Hub del Trentino – e tutte le associazioni e aziende del territorio, ma anche con realtà extraterritoriali in grado di dare supporto al territorio e portare investimenti in Trentino.

Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti da interviste con stakeholder e survey presso le imprese associate a Confindustria Trento, 2022.

114
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Perchè la Sostenibilità è un valore portante dell'azienda

Per accrescere l'attrattività dell'Azienda (verso il mercato e i dipendenti) e/o migliorarne l'immagine

Per i ritorni in termini di produttività (costi ridotti e/o maggiore efficienza)

Per preservare e incrementare la competitività dell'azienda in termini di capacità produttiva

Per rispettare la normativa nazionale ed europea Altro

10,3

27,2

21,0

33,5

5,9 2,0

Figura 68. Risposte alla domanda della survey di "Duemilatrentino": «Qual è il principale motivo per cui sono state portate avanti iniziative di sostenibilità economica, sociale e ambientale da parte della Sua Azienda? (Possibile risposta multipla)» (% delle risposte), 2022. La sostenibilità è un valore per la collettività e driver per la creazione di valore condiviso, l’impresa ha un ruolo sociale e di utilità per il territorio. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su risposte alla survey presso le imprese associate a Confindustria Trento, 2022.

In chiave prospettica, è stato indagato su quali azioni le aziende trentine stanno valutando di investire per raggiungere una maggiore sostenibilità sul fronte economico, ambientale e/o sociale. Da un punto di vista complessivo, 3 imprenditori su 5 (il 60,3% dei rispondenti) stanno valutando di investire in azioni di sostenibilità ambientale, seguite da azioni di sostenibilità sociale (20,5%) ed economica (15,1%). Più nel dettaglio, il 36% dichiara di voler focalizzare l’attenzione sull’efficientamento energetico

e sull’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, a cui seguono azioni di innovazione di processo e/o prodotto (16%) e di economia circolare (15%).

Infine, si è voluto comprendere il ruolo “esogeno” della pandemia da COVID-19 nel modificare le attitudini degli imprenditori trentini rispetto a un approccio maggiormente sostenibile:

115 CAPITOLO 4
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Da un lato, per il 44,5% degli imprenditori la pandemia ha aumentato la sensibilità della propria realtà imprenditoriale verso un approccio più sostenibile;

Dall’altro lato, per il 38% degli intervistati la pandemia non ha incrementato la sensibilità dell'azienda nell’ottica di un approccio più sostenibile. Tale dato, però, può essere spiegato grazie alla successiva risposta data: infatti, per il 60% di coloro che non hanno aumentato la propria sensibilità verso la sostenibilità, la sostenibilità era un valore cruciale per la propria realtà imprenditoriale già prima della pandemia

116 CAPITOLO 4
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

69. Risposte alla domanda della survey di "Duemilatrentino": «L’emergenza pandemica del biennio 2020-2021 ha aumentato la sensibilità della Sua Azienda verso un approccio più sostenibile?» (% delle risposte, a sinistra) e «Per quale motivo non è aumentata la sensibilità della Sua Azienda verso un approccio più sostenibile?» (% delle risposte, a destra), 2022. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su risposte alla survey presso le imprese associate a Confindustria Trento, 2022.

117 60 Sostenibilità presente nei valori dell'azienda44,5 Si Non so Altri motivi 17,5 4038 No Figura
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Le proposte di Confindustria Trento

CAPITOLO 5.
CAPITOLO 5.

Valorizzare la sostenibilità come leva di sviluppo per il Trentino: le proposte di intervento

Le analisi realizzate sulla sostenibilità del sistema Trentino nel suo complesso da un lato, e l’attività di ascolto dei rappresentanti delle Istituzioni, della comunità imprenditoriale e del mondo della formazione e della ricerca dall’altro, hanno contribuito a mettere in luce il ruolo trainante della sostenibilità – oggi e in ottica prospettica – per lo sviluppo dei territori e del Trentino.

In particolare, il percorso di analisi e confronto promosso da “Duemilatrentino” ha portato all’identificazione di tre ambiti d’intervento prioritari per consolidare e rafforzare ulteriormente la performance del territorio in materia di transizione sostenibile, attraverso specifiche proposte d’azione legate a queste macro-dimensioni: Industria sostenibile

Mobilità sostenibile Territorio sostenibile

121 CAPITOLO 5
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Per questi 3 ambiti è stato delineato un portafoglio di 10 aree su cui intervenire per migliorare il posizionamento del Trentino come best practice di riferimento in Italia.

Fonti energetiche rinnovabili e comunità energetiche

Misurazione della sostenibilità energetica delle imprese

Responsabilità sociale d’impresa

Nuovi modelli di business e competenze per gestire la transizione green e digitale

Mobilità sostenibile e integrata nell’area dolomitica

Innovazione nel settore logistico

Pratiche avanzate di gestione della mobilità in grandi imprese e PMI

Efficientamento idrico

Contrasto allo spopolamento nelle valli trentine

Salubrità dell'area indoor delle strutture scolastiche in Trentino

Figura 70.

Le 10 aree d’intervento per lo sviluppo sostenibile del Trentino. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su fonti varie, 2022.

122 CAPITOLO 5
INDUSTRIA SOSTENIBILE TERRITORIO SOSTENIBILE MOBILITÀ SOSTENIBILE
1 2 3 5 6 7 8 9 10 4 INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

A.

Area di intervento n. 1. Potenziare la produzione energetica da fonti rinnovabili nel sistema produttivo trentino

Accelerare la transizione energetica del Trentino attraverso un crescente contributo delle imprese

Il razionale

Ad oggi la produzione energetica del nostro territorio dipende principalmente dalla fonte idroelettrica che garantisce il 94% della generazione elettrica: il Trentino si colloca in 2° posizione in Italia, dietro alla Valle d’Aosta (98,7%) e davanti all’Alto Adige (90,9%), per capacità di produzione idroelettrica. Tuttavia, adottando un approccio di lungo periodo, si rileva che nei prossimi anni lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili

(FER) sarà trainato da fonti alternative all’idroelettrico, tra cui il fotovoltaico, che in Trentino pesa solo per lo 0,8% del totale nazionale. Al netto dell’idroelettrico – la cui capacità produttiva, tra l’altro, rischia di essere sempre più limitata dalle scarse precipitazioni che si stanno registrando, anche in Trentino, negli ultimi anni – le FER rappresentano il 7,8% del totale dei consumi provinciali, posizionandosi in Italia solo davanti a Liguria e Valle d’Aosta.

123 CAPITOLO 5
INDUSTRIA SOSTENIBILE
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

15,8 14,7 13,6 12,8 10,6 7,8 5,6 4,8

Basilicata Molise Calabria Puglia Sardegna Toscana Campania Sicilia Abruzzo ITALIA Marche Emilia Romagna Bolzano Piemonte Umbria Friuli V. G. Veneto Lazio Lombardia Trento Liguria Valle d'Aosta

Figura 71. Produzione da fonti rinnovabili al netto dell’idroelettrico nelle Regioni e Province autonome italiane (% sui consumi), 2020. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Provincia autonoma di Trento - Piano Energetico Ambientale Provinciale 2021-2030, Terna e altre fonti, 2022.

In relazione a questo scenario, si rileva una ridotta diffusione delle fonti energetiche rinnovabili nel settore industriale trentino, in quanto:

Nel solare fotovoltaico, a fronte di 17.946 impianti (67% del totale regionale) e di una potenza installata di quasi 197 MW, la produzione in Trentino è stata di 202,9 GWh nel 2020 (+8,5% rispetto al 2019),

pari allo 0,8% del totale nazionale, anche se negli ultimi anni si è registrata una crescente diffusione della fonte fotovoltaica in quanto il consumo nazionale di energia elettrica è aumentato considerevolmente.

124 CAPITOLO 5
42,4 33,0 32,3 28,6 25,0 23,8 20,7 18,9 17,1
142,4 84,3 82,1 66,2 49,2
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Nel 2020 la potenza degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati a bioenergie (biomasse, biogas e bioliquidi) in Trentino è stata di 14,4 MW, a fronte di 43 impianti, con un peso sul totale nazionale pari allo 0,35% in termini di potenza (rispetto all’1,98% dell’Alto Adige, con 81,5 MW) e all’1,5% in termini di numero di impianti. Gli impianti in Trentino alimentati a bioenergie hanno prodotto

Spostando l’analisi sul piano normativo, risulta fondamentale tenere in considerazione la Strategia provinciale per lo Sviluppo Sostenibile (SproSS), approvata nel 2021, che declina a livello locale gli obiettivi di sostenibilità dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e della Strategia nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, e si prefigura come uno strumento chiave per orientare l'attività programmatoria della Provincia autonoma di Trento e costituisce al tempo stesso un punto di riferimento per gli enti collegati (dai Comuni alle Comunità, da

64,2 GWh di elettricità (0,32% della produzione nazionale nel 2020), un valore tuttavia ridotto rispetto ai 354,3 GWh generati in Alto Adige (1,8%)1 . Nel complesso, l’incidenza della produzione da bioenergie sul totale della produzione da FER (idrica, eolica, solare, geotermica, biomasse, biogas e bioliquidi) è solo dell’1,4% in Trentino, ossia 3,1 punti in meno rispetto alla quota detenuta dall’Alto Adige (4,5%).

Trentino Sviluppo ai centri di ricerca provinciali fino ai parchi e alle aree protette). Inoltre, il recente Piano Energetico Ambientale Provinciale 2021-2030 prevede la riduzione delle emissioni climalteranti del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e il raggiungimento dell’autonomia energetica entro il 2050. Nel 2020 è stato approvato anche il programma Trentino Clima 2021-2023, che porterà all’adozione di una “Strategia Provinciale di Mitigazione e Adattamento ai Cambiamenti Climatici”: il programma, coordinato da APPA Trento, prevede una serie

125 CAPITOLO 5
1 Fonte: GSE - Gestore Servizi Energetici, “Rapporto statistico 2020. Energia da fonti rinnovabili in Italia”, 2022. INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

di attività tecnico-scientifiche da realizzarsi in stretta collaborazione con le strutture provinciali del Tavolo di coordinamento e azione sui cambiamenti climatici e con gli enti scientifici del territorio. Recentemente, la Legge 34/2022 di conversione in legge del D.L. “Energia” ha previsto una serie di interventi a sostegno degli impianti rinnovabili in aree industriali. Non meno importante nel panorama della legislazione energetica

provinciale è la Legge Provinciale n. 4 del 2 maggio 2022, che ha semplificato le procedure di autorizzazione per l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, e l’Avviso FESR n. 2 del 9 giugno 2022, con cui si sono stati cofinanziati gli investimenti delle imprese del territorio per installare dei pannelli fotovoltaici.

Focus: il bando PAT per il sostegno agli investimenti in impianti fotovoltaici – Avviso FESR 2/2022

Con la delibera della Giunta della Provincia autonoma di Trento n. 1034 del 7 giugno 2022, è stato adottato l’Avviso FESR 2/2022 per agevolare l’installazione degli impianti fotovoltaici, combinati a sistemi di accumulo e finalizzato, in via prioritaria, all’autoconsumo delle unità locali delle imprese trentine e, secondariamente, alla condivisione dell’energia elettrica rinnovabile prodotta tramite gruppi di soggetti che agiscono collettivamente (c.d. “Comunità energetiche”).

Le agevolazioni sono state concesse alternativamente, a scelta dell’impresa: a) per domande di qualsiasi importo: ai sensi del Reg. (UE) di esenzione n. 651/2014

126 CAPITOLO 5
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

fornitura e installazione di nuovi impianti fotovoltaici (compresi di inverter) con potenza di picco (P) da 15 kW fino a 1.000 kW;

sistema di accumulo con spesa massima ammissibile pari a 800 €/kWh, con un minimo di spesa totale di 5.000 euro fino ad un massimo di 100.000 euro, comunque nel limite del 30% della spesa ammissibile di cui alla lettera a);

spese tecniche relative all’intervento in oggetto (progettazione, direzione lavori, consulenze, collaudo, ecc.) nel limite del 10% del totale delle spese ammissibili per la realizzazione dell’intervento.

b) per domande di importo di spesa superiore a 200.000 euro: ai sensi del Reg. (UE) n. 1407/2013 “de minimis”

fornitura e installazione di nuovi impianti fotovoltaici (compresi di inverter) con potenza di picco (P) da 15 kW fino a 1.000 kW;

sistema di accumulo con spesa massima ammissibile pari a 800 €/kWh, con un minimo di spesa totale di 5.000 euro fino ad un massimo di 100.000 euro, comunque nel limite del 30% della spesa ammissibile di cui alla lettera a);

in aggiunta all’intervento di cui ad a), rimozione con smaltimento di coperture in cemento amianto nel limite di 20 euro/m2;

spese tecniche relative all’intervento in oggetto (progettazione, direzione lavori, consulenze, collaudo, ecc.) nel limite del 10% del totale delle spese ammissibili per la realizzazione dell’intervento;

installazione di stazioni di ricarica composte da 2 punti di ricarica di almeno 11 kW a corrente alternata.

Alla domanda è stata attribuita un punteggio sulla base di ben specifici criteri di valutazione e maggiore il punteggio, maggiore la quota sovvenzionata dal bando.

Di seguito le diverse azioni individuate per generare punteggio aggiuntivo: - installazione di impianto per messa a disposizione per una Comunità Energetica Rinnovabile (CER); - installazione di almeno una stazione di ricarica; - installazione impianto su copertura dell’immobile; - installazione sulle facciate e/o sulle pertinenze in caso di completa fruizione della copertura e/o inidoneità della stessa.

La quota erogata, infine, risultava essere direttamente proporzionale ai kW di potenza installati dell’impianto Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti e Confindustria Trento su dati Legge Provincia autonoma di Trento, 2022.

127
TIPOLOGIA DI SPESA TIPOLOGIA DI SPESA Dimensione impresa Dimensione impresa Intensità del contributo Intensità del contributo a) a) b) b) c) c) e) d) PMI Grandi Imprese PMI e Grandi Imprese 40% 40% 30% INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

La proposta

Si propone di accelerare la transizione sostenibile del Trentino favorendo un crescente contributo delle imprese grazie allo sviluppo di forme sostenibili di produzione energetica mediante:

l’installazione sistematica di pannelli fotovoltaici sui tetti di imprese, capannoni industriali e relative pertinenze;

la realizzazione di impianti di teleriscaldamento e a biomasse

Grazie al coinvolgimento di Confindustria Trento, nel mese di giugno 2022, la Provincia autonoma di Trento ha pubblicato l’Avviso FESR 2/2022, con lo scopo di sostenere investimenti per l’incremento della copertura di “tetti fotovoltaici” sugli edifici industriali e l’acquisto di sistemi di accumulo. La proposta intende rendere strutturale lo strumento agevolativo di cui sopra, anziché a bando. In parallelo, i continui e progressivi interventi diffusi di efficientamento energetico nelle imprese (come caldaie e centrali termiche, cappotti termici, installazione di serramenti e infissi di ultima generazione), potrebbero:

da un lato, incrementare la quota di energia elettrica prodotta in autosufficienza dal Trentino;

dall’altro, ridurre il peso della “bolletta energetica” sulle imprese, in considerazione del trend crescente del costo delle materie prime energetiche anche a seguito dello scoppio del conflitto russo-ucraino.

Si raccomanda pertanto di potenziare le misure a sostegno dell’efficientamento energetico dei processi produttivi: tale aspetto è implementabile in particolar modo nelle imprese manifatturiere, che molto spesso utilizzano energia per riscaldare gli impianti e per lo svolgimento dei processi tecnologici e, allo stesso tempo, ne consumano per raffreddare senza una stretta connessione tra queste due fasi.

128 CAPITOLO 5
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Secondo un’indagine condotta presso le imprese associate a Confindustria Trento (febbraio 2022), per contrastare il caro-energia il 60% ha già investito nell’efficientamento energetico della produzione e dei consumi, un terzo si è associata ad un consorzio di acquisto, mentre il 7% non ha effettuato alcun intervento. Risulta pertanto fondamentale cogliere ed incentivare la crescente sensibilità del mondo imprenditoriale verso questo tipo di soluzioni. L’Avviso FESR 2/2022 e l’idea di rendere questo un intervento strutturale si sposano con il progetto di sfruttare appieno le coperture industriali disponibili per l’installazione di pannelli fotovoltaici.

Ad oggi, in Trentino vi sono 719 ettari di coperture industriali disponibili per coperture fotovoltaiche: il 50% è il potenziale tecnico effettivamente utilizzabile, che potrebbe ospitare fino a 430 MW di impianti (rispetto all’obiettivo della Provincia autonoma di Trento al 2030 pari a 100 MW di nuovi impianti fotovoltaici installati su coperture industriali o in aree dismesse)2 Nell’assunto di ripartire l’installazione di questi nuovi 100MW di impianti fotovoltaici su un periodo di 8 anni (2023-2030)3, la produzione al completamento delle installazioni, quindi nel 2030, sarebbe di circa 122 GWh/anno, con le seguenti previsioni di investimento e risparmio:

ipotizzando un costo medio di installazione di 1.200 euro/kW, l’investimento annuo richiesto sarebbe di 15 milioni di euro, per un totale al 2030 di 120 milioni di euro;

ipotizzando un costo medio del MWh sul lungo periodo di 120 euro, il risparmio negli anni di installazione cresce di 1,8 milioni di euro, mentre a regime (dopo l’ottavo anno) ammonterebbe a 14,4 milioni di euro all’anno;

129 CAPITOLO 5
2 Fonte: elaborazione realizzata in collaborazione con Assoenergia – Confindustria Trento. 3 Nell’ipotesi di installare 12,5 MW/anno in grado di produrre circa 15.300 MWh/anno. INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO
130 CAPITOLO 5 Figura 72. Costi e risparmi potenziali negli investimenti fotovoltaici per gli obiettivi della Provincia autonoma di Trento (milioni di euro), 2023E-2033E. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Assoenergia – Confindustria Trento, 2022. nell’ipotesi di sfruttare l’intero potenziale tecnico del Trentino, il risparmio annuale potrebbe aumentare, a regime, da 14,4 a 62,4 milioni di euro all’anno. 2023 2024 2025 2026 2027 2028 2029 2030 2031 2032 2033 2034 COSTO CUMULATO RISPARMIO CUMULATO 100 400 500 200 0 300 Rientro nell'investimento in 11 anni INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Con riferimento alla fonte di energia da idroelettrico (e specificamente al mini-idro), si presentano significative potenzialità di sviluppo in Trentino. In particolare, si potrebbero superare alcune criticità che negli ultimi anni hanno ostacolato la realizzazione di nuovi progetti nel territorio provinciale. Ad esempio, l’impatto ambientale e visivo degli impianti idroelettrici può essere oggi mitigato in modo molto più significativo rispetto al passato grazie al ricorso a nuovi sistemi che permettono l’interramento di opere in precedenza costruite in superficie (come nel caso delle opere di presa e captazione dell’acqua quasi totalmente interrate).

In aggiunta, nei corsi d’acqua dove vi sono impianti idroelettrici (anche di piccolissima taglia), vengono imposte operazioni di bonifica del corso d’acqua stesso nel medio-lungo termine. Questo tipo di attività di bonifica e controllo dei corsi fluviali oggi è più che mai fondamentale per mitigare i rischi idrogeologici, che in futuro aumenteranno a causa del processo di cambiamento climatico attualmente in corso. Tali azioni permettono così di valorizzare il ruolo che questa fonte energetica può svolgere non solo nella generazione elettrica, ma anche sul fronte ambientale e della sostenibilità per le aziende e il territorio.

131 CAPITOLO 5
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

B.

Diffondere le comunità energetiche rinnovabili in Trentino

Il razionale

Oltre a fornire un contributo chiave alla riduzione delle emissioni, le fonti energetiche rinnovabili aprono opportunità inedite per ripensare i paradigmi sottostanti l’attuale sistema di approvvigionamento e produzione di energia. Uno degli esempi più emblematici è costituito dalle comunità energetiche rinnovabili (CER), intese come “una coalizione di utenti che, tramite la volontaria adesione ad un contratto, collaborano con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno o più impianti energetici locali”4

In questo modo, si assiste all’evoluzione dell’utente da mero consumatore passivo dell’energia,

ad attore attivo nelle diverse fasi del processo produttivo, diventando produttore e consumatore allo stesso tempo (c.d. prosumer).

Si stima che entro il 2050 l’83% delle famiglie europee (pari a circa 187 milioni di famiglie) potrà potenzialmente diventare prosumer e contribuire alla produzione e all’immagazzinamento di energia da fonti rinnovabili5. Secondo le stime della Commissione Europea, entro il 2030 le comunità energetiche gestiranno circa il 17% della potenza eolica installata e il 21% della potenza solare installata, pari nel complesso a più di 100 GW6

132 CAPITOLO 5
4 Fonte: ENEA, “Le comunità energetiche in Italia”, 2020. 5 Fonte: CE Delft, “The potential of energy citizens in the European Union”, 2016. 6 Fonte: Commissione Europea, “Impact assessment accompanying the document: Proposal for a Directive of the European Parliament and of the Council on the promotion of the use of energy from renewable sources (recast)”, 2016. INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Una spinta decisiva alla diffusione delle forme di auto-produzione e auto-consumo energetico è stata fornita tanto dal progresso tecnologico quanto dal riconoscimento giuridico di queste organizzazioni. Nel 2020, infatti, il “Decreto Milleproroghe” ha dato valenza giuridica ai gruppi di autoconsumatori di energia rinnovabile e alle CER, mentre il Decreto Legislativo 199/2021 ha dato concreta attuazione alla Direttiva europea sulle energie rinnovabili (Direttiva UE 2018/2001)7

Secondo il più recente censimento di RSE, in Italia ad oggi si possono individuare già 26 esperienze di comunità energetiche

Dalla diffusione di questo modello di auto-produzione e auto-consumo possono quindi derivare opportunità per il Trentino sia in termini di maggiore sostenibilità energetica che di sviluppo della filiera industriale. Un forte impulso per la costituzione delle CER è stato dato dalla Provincia autonoma di Trento con l’avviso FESR 2/2022, grazie al quale le imprese che hanno costituito una comunità energetica hanno potuto godere di una premialità aggiuntiva rispetto al contributo relativo all’installazione degli impianti fotovoltaici.

7 Si distinguono tre modelli principali: 1) l’autoconsumo, in cui un utente genera energia rinnovabile e la auto-consuma; 2) l’auto-consumo collettivo, in cui una pluralità di consumatori in un edificio consumano l’energia rinnovabile generata dagli impianti dell’edificio; 3) la comunità energetica, ovvero un’associazione di cittadini, imprese ed enti locali che collaborano per produrre, consumare e gestire energia di impianti connessi a una stessa cabina.

133 CAPITOLO 5
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO
134 Figura 73. Le comunità energetiche in Italia, 2022. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati RSE, 2022.. INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

La proposta

Si propone di promuovere la creazione di nuove comunità energetiche per l’autoproduzione di elettricità in Trentino secondo alcune direttrici d’intervento, in primis sfruttando la crescente quota di energia green derivante dal potenziamento di impianti FER anche nel settore industriale nella provincia, di cui al punto precedente. In secondo luogo, è opportuno profilare e mappare le imprese di grandi dimensioni che potrebbero beneficiare maggiormente dalla partecipazione a queste comunità energetiche e che potrebbero agire da capofila, rappresentando così la colonna portante del sistema energetico a livello provinciale. Infine, la proposta ha anche l’obiettivo di sensibilizzare i residenti nelle aree montane, le cui comunità locali potrebbero trarre beneficio da questa forma di generazione di elettricità: a tale scopo, si propone la realizzazione di un programma

mirato di comunicazione, definito con la Provincia autonoma di Trento e le rappresentanze del sistema produttivo trentino.

Un ulteriore punto d’attenzione riguarda l’aspetto normativo delle Comunità Energetiche Rinnovabili. Infatti, ad oggi le CER sono considerate solo da un punto di vista elettrico, motivo per cui l’attuale normativa nazionale considera l’incentivo sull’energia scambiata in maniera generalizzata. Insieme all’emanazione dei decreti attuativi necessari per dare il via alla parte operativa di costituzione di CER su larga scala, si raccomanda anche di differenziare l’incentivo a seconda della modalità con la quale viene generata l’energia scambiata all’interno della CER. Tra le fonti utilizzate rientreranno anche le CER termiche (in cui vi è interscambio di energia termica): in tal senso, le pompe di calore rappresentano un perfetto

135 CAPITOLO 5
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

CONFINDUSTRIA TRENTO

complemento degli impianti fotovoltaici, perché sono in grado di riscaldare senza generare emissioni in loco e, nel periodo estivo, in modalità raffrescamento consentono di migliorare le condizioni di lavoro negli ambienti anche produttivi. Di conseguenza, un possibile modello di business basato sulle CER alimentate da fonti elettricotermiche potrebbe inserirsi a livello aziendale/industriale nelle realtà trentine dove il calore, insieme all’elettricità, è fondamentale per il processo produttivo.

CASE STUDY

Le esperienze di comunità energetiche rinnovabili in Trentino

A giugno 2021, la Provincia autonoma di Trento ha approvato il nuovo Piano Energetico Ambientale Provinciale 2021-2030 in cui le comunità energetiche sono identificate come una delle 12 linee strategiche del territorio per traghettare il Trentino verso una riduzione delle emissioni climalteranti.

136 CAPITOLO 5
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI

A luglio 2021, è stata inaugurata nel borgo montano di Riccomassimo di Storo, su iniziativa del CEDIS, il locale Consorzio Elettrico: si tratta della prima Comunità Energetica Rinnovabile (CER) del Trentino, con la forma giuridica di associazione di promozione sociale (APS La Buona Fonte) e il coinvolgimento di 26 abitanti dei 54 complessivi. L’iniziativa si inserisce nel progetto già avviato dall’Amministrazione comunale di recupero dello stabile dove si è realizzato un impianto fotovoltaico*, con l’obiettivo in futuro di creare spazi di socializzazione. Il sistema, alimentato da pannelli fotovoltaici, accumula l’eccesso di energia verde garantendo alle abitazioni del borgo di sfruttarla anche in assenza di irradiamento solare. Produzione e consumo sono monitorati attraverso una apposita app che permette il controllo in tempo reale e l’ottimizzazione istantanea dei flussi di energia per ridurre al massimo la dipendenza dalla rete elettrica.

Nei prossimi mesi verrà costituita, sotto forma di associazione, una Comunità Energetica nella zona di Trento Nord che avrà come prima dotazione un impianto fotovoltaico di 50 kWp e che collegherà diverse aziende e privati. In tale iniziativa è stato coinvolto l’istituto di ricerca Eurac di Bolzano per la validazione tecnica del progetto, volto a massimizzare l’autoconsumo istantaneo; inoltre, una consistente parte degli incentivi verrà devoluta per welfare territoriale.

(*) CEDIS ha commissionato, in qualità di produttore terzo, un impianto fotovoltaico da 18 kWp.

Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Provincia autonoma di Trento, 2022.

137
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Area di intervento n.2. Progettare e implementare un sistema di assessment della sostenibilità energetica delle imprese trentine

Il razionale

In Trentino il settore secondario8 incide per il 45% sul fabbisogno di energia elettrica a livello provinciale (rispetto al 44% medio nazionale), con particolare peso di alcuni settori, che compongono il 54% del Valore Aggiunto dell’industria manifatturiera trentina (cartario, metalmeccanico, chimico-farmaceutico ed alimentare).

In questo contesto, oltre ad una già presente propensione a ritenere la sostenibilità leva chiave di sviluppo, il crescente interesse di investitori, sistema finanziario e consumatori

verso i criteri ESG (Environment, Social, Governance) incentiva le imprese ad orientarsi in tale direzione e a comunicare il proprio impegno verso queste tematiche, anche attraverso l’adesione a sistemi di certificazione che misurano la performance aziendale e i risultati ottenuti lungo le diverse componenti della sostenibilità. Sono inoltre disponibili sul mercato tecnologie che possono ridurre e/o efficientare i consumi energetici degli edifici e dei cicli produttivi industriali, tra cui:

attività manifatturiere; costruzioni; estrazioni di materiali da cava e miniere; acqua, reti fognarie, rifiuti e risanamento; energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata.

138 CAPITOLO 5
INDUSTRIA
8 Include:
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

soluzioni hardware (impianti che permettono di ridurre il consumo di energia – ad esempio, sistemi di cogenerazione, pompe di calore, ecc.);

soluzioni software che consentono il monitoraggio e la gestione delle prestazioni dei macchinari (come sensori, MES, ERP, ecc.), permettendo di ottimizzare il funzionamento dei sistemi di produzione e di ridurre i consumi energetici.

La proposta

Si propone di progettare e implementare un sistema di assessment dell’efficienza energetica delle imprese, con l’obiettivo di:

elaborare uno strumento utile alle imprese trentine per definire e sostenere le proprie strategie verso una maggiore sostenibilità energetica;

tracciare un punto di riferimento (“baseline”) per il territorio e il sistema delle imprese trentine, in base al quale definire i passi successivi per la definizione di standard comuni in materia di efficienza energetica;

promuovere le realtà più virtuose e attente alla riduzione dell’impatto della propria attività sull’ambiente e sulla salute dei lavoratori.

139 CAPITOLO 5
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Inoltre, il sistema di assessment potrebbe ispirarsi alle best practice nazionali e internazionali9, secondo queste caratteristiche: adesione su base volontaria, a partire dalle aziende associate a Confindustria Trento;

realizzazione di una “fase zero” di misurazione delle caratteristiche prevalenti (“carta d’identità energetica”) e monitoraggio delle prestazioni energetico-ambientali delle imprese aderenti, alla luce di una check-list di parametri quali-quantitativi (KPI) per la valutazione delle imprese; a tendere, evoluzione sotto forma di attestato di riconoscimento dell’eccellenza delle imprese al superamento di un punteggio minimo della performance aziendale (associata ai diversi indicatori) ed ammissione ad un “distretto trentino per la neutralità carbonica”;

mantenimento dello status soggetto ad un controllo di compliance da ripetere periodicamente (ad esempio, ogni 2-3 anni).

La focalizzazione dell’assessment energetico delle imprese trentine potrebbero focalizzarsi su 5 ambiti:

efficienza energetica dell’impresa, con l’obiettivo di misurare il grado di efficienza aziendale nello sfruttamento e consumo delle materie prime necessarie al ciclo produttivo;

decarbonizzazione, con l’obiettivo di misurare la generazione e/o la riduzione di emissioni di gas climalteranti della produzione aziendale;

9 Si possono citare, tra gli altri, CasaClima e ARCA (costruzioni in legno) in Italia, e protocolli internazionali LEED (Leadership in Energy & Environmental Design) e BREEAM (Building Research Establishment Environmental Assessment Method) per la certificazione dell’efficienza energetica degli edifici.

140 CAPITOLO 5
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

durabilità degli immobili, con l’obiettivo di misurare l’impatto energetico-ambientale degli edifici aziendali; sostenibilità del luogo di lavoro, con l’obiettivo di misurare il livello di sostenibilità sul fronte energetico del luogo di lavoro; sostenibilità dei comportamenti in azienda, con l’obiettivo di misurare l’attuazione di misure di policy aziendali a sostegno di comportamenti individuali più attenti all’impatto sull’ambiente.

MACRO-AREA

EFFICIENZA ENERGETICA DELL’IMPRESA

IPOTESI DI POSSIBILI KPI PER L'ASSESSMENT DELLE IMPRESE

% produzione di energia rinnovabile in sito (fotovoltaico, eolico, minieolico, ecc.) su consumi aziendali

% energia acquisita off-site

Consumi energetici nei processi produttivi

Consumi idrici medi annuali

DECARBONIZZAZIONE

DURABILITÀ DEGLI IMMOBILI

SOSTENIBILITÀ DEL LUOGO DI LAVORO

Riduzione dell’impronta di carbonio causata dal prodotto

Predisposizione di piani di manutenzione degli edifici

Rispetto delle azioni previste dai piani di manutenzione degli edifici

Previsione di posti auto per autoveicoli elettrici o ibridi (BEV/PHEV*)

Previsione di rastrelliere per biciclette

Installazione di punti di ricarica elettrica

Dotazione e tasso di rinnovo degli impianti idrico-sanitari in azienda

Disponibilità di spogliatoi/docce per i dipendenti

SOSTENIBILITÀ DEI COMPORTAMENTI IN AZIENDA

Erogazione di corsi di formazione per i dipendenti su temi ambientali e di sicurezza

Adozione di forme di welfare aziendale per i dipendenti

% di vetture (auto/camion) ad alimentazione alternativa sulla flotta mezzi aziendali

Definizione di piani di spostamento casa-lavoro

Previsione del Mobility Manager aziendale

Convenzioni con il sistema del trasporto locale per gli spostamenti dei lavoratori

Figura 74

Possibili macro-ambiti e ipotesi di KPI per la valutazione della performance energetico-ambientale delle imprese trentine.

(*) BEV: Battery Electric Vehicle; PHEV: Plug-in Hybrid Electric Vehicle. Fonte: elaborazione The European House –Ambrosetti su fonti varie, 2022.

141 CAPITOLO 5
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Area di intervento n. 3. Rafforzare la responsabilità sociale d’impresa

Il razionale

La società benefit è un modello di impresa che integra la ricerca del profitto con una strategia attenta agli aspetti sociali. In particolare, le società benefit sono una nuova forma giuridica d’impresa che consente ad una azienda for profit di bilanciare un beneficio pubblico con gli utili degli azionisti. A differenza di una società tradizionale, che ha come finalità esclusiva la distribuzione di dividendi ad azionisti e investitori, gli amministratori di una società benefit hanno l’obbligo di bilanciare tra loro gli interessi degli azionisti, l’interesse del

pubblico e gli interessi delle altre parti interessate (come dipendenti e altri stakeholder)10. Ad oggi, il numero delle società benefit è in continua crescita in Italia: a marzo 2022, se ne contavano più di 1.800 (rispetto a meno di 500 a inizio 2020).

In questo contesto, risulta fondamentale sottolineare come le imprese attente alla dimensione socio-ambientale registrino performance migliori in termini di produttività rispetto alle altre società.

10 Le società benefit devono soddisfare 3 requisiti: l’indicazione dell'oggetto sociale del beneficio comune perseguito; definizione di un responsabile del perseguimento del beneficio comune; redazione e comunicazione di una relazione annuale (o “relazione di impatto”), da allegare al fascicolo di bilancio. Introdotte in Italia con la Legge di Stabilità del 2016, costituiscono una tipologia societaria prevista dall’ordinamento giuridico e complementare rispetto ai tradizionali modelli societari, mentre le BCorp (tipicamente statunitensi) conseguono una certificazione sulla base di uno standard definito da un’organizzazione non profit.

142 CAPITOLO 5
INDUSTRIA SOSTENIBILE
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Già oggi il Trentino è in una posizione di leadership: è il secondo territorio in Italia per densità di società benefit in rapporto alle imprese attive (13 ogni 100.000 imprese attive), alle spalle della Lombardia (20,3).

Imprese lievemente sostenibili

Figura 75.

Imprese mediamente sostenibili

Imprese altamente sostenibili

Premio di produttività per le aziende manifatturiere sostenibili rispetto a quelle non sostenibili in Italia (variazione %), media ultimo triennio. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su fonti varie, 2022.

La proposta

Si ambisce a portare il Trentino al primo posto in Italia per incidenza delle imprese che elaborano, su base volontaria, il bilancio sociale e/o di sostenibilità e rendere

appetibile la trasformazione in società benefit. A supporto di questo ambizioso traguardo sono state individuate 3 azioni chiave:

la realizzazione di campagne di comunicazione e l’organizzazione di eventi annuali che permettano di valorizzare le best practice del territorio e il comportamento “sociale” delle imprese (ad esempio, un riconoscimento alle più importanti società benefit del Trentino11);

Ad oggi si contano 27 società benefit in Trentino. Fonte: Registro delle Imprese, 2022.

143 CAPITOLO 5
4,5 10,2 7,9 INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO
11

la previsione, da parte della Provincia autonoma di Trento, di meccanismi premianti per l’accesso ai fondi pubblici provinciali in funzione della rispondenza allo status di società benefit e a parametri di impegno sociale;

la stipulazione di un protocollo tra il sistema produttivo del Trentino e il sistema bancario-finanziario per riconoscere un miglior rating per il credito alle società benefit.

144 CAPITOLO 5
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Area di intervento n. 4. Favorire l’affermazione di nuovi modelli produttivi e lo sviluppo delle competenze necessarie a gestire la “twin transition” nel sistema industriale

Il razionale

L’attuale evoluzione del sistema produttivo, guidata dalla duplice transizione green e digitale, cambia radicalmente i modelli strategici, organizzativi e produttivi delle imprese, richiedendo competenze nuove e più avanzate.

Da un lato, le imprese devono introdurre e rendere strutturali nuovi approcci in grado di allineare i processi produttivi e la progettazione e offerta di beni e servizi alle mutate esigenze del mercato e al rinnovato quadro regolamentare e normativo (si pensi, ad esempio, alla gestione e al riciclo degli scarti e dei sottoprodotti in ottica di “seconda vita”). Dall’altro, la rivoluzione digitale e sostenibile richiede alle

imprese di dotarsi di nuovi profili capaci di gestire le nuove tecnologie lungo il processo produttivo, da monte a valle. Non stupisce, ad esempio, che tra le competenze tecnologiche ritenute di “elevata” importanza secondo i principali indirizzi di studio nella Provincia autonoma di Trento vi siano l’utilizzo di competenze digitali (80%) per i diplomati degli Istituti Tecnici Superiori e che questa caratteristica sia particolarmente ricercata dalle imprese anche con riferimento ai laureati universitari in ingegneria elettronica e dell’informazione (99%), insieme alla capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici (90%)

145 CAPITOLO 5
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

e di applicare tecnologie 4.0 per innovare i processi (82%)12

Ad oggi, il Trentino deve affrontare problemi di reperimento di profili specializzati, in particolare dirigenti e specialisti con conoscenze approfondite anche di carattere scientifico (secondo i dati ExcelsiorUnioncamere riferiti all’anno 2021, circa il 49% è difficile da reperire). Inoltre, rispetto ad altri territori, la quota di laureati in discipline

STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) risulta insufficiente in relazione al fabbisogno espresso dalle imprese: ad oggi, infatti, la distanza del Trentino dalla media italiana dei laureati STEM è di 3,4 punti percentuali, in valori assoluti si stima che nel nostro territorio vi siano circa 1.110 lavoratori STEM di difficile reperimento

Figura 76.

Laureati in discipline STEM (per 1.000 residenti di 20-29 anni) nelle Regioni e province autonome italiane, 2020e. Nota: i corsi di laurea in discipline STEM rientrano nelle marco-aree di Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti

Excelsior-Unioncamere,

Camere di Commercio. Provincia di Trento

Fonte: Excelsior-Unioncamere,

partecipanti all’indagine

146 CAPITOLO 5
su dati Istat e Indagine
2022. 12
“I programmi occupazionali delle imprese rilevati dal sistema delle
– anno 2021”, 2022. Le competenze di “elevata” importanza sono quelle cui le imprese
di Unioncamere attribuiscono un punteggio pari a 3 o 4 su una scala crescente da 0 a 4. Molise Basilicata Abruzzo Liguria Marche Lazio Umbria Veneto Friuli V.G. Campania Puglia ITALIA Emilia Romagna Calabria Piemonte Lombardia Toscana Sardegna Trento Sicilia Valle d'Aosta Bolzano 7,8 2,4 INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO 20,7 20,1 19,8 17,9 17,8 17,5 17,2 17,2 16,9 16,8 16,7 16,5 15,8 15,0 14,8 14,7 14,0 13,5 13,1 12,3

La proposta

Per quanto riguarda l’accompagnamento delle imprese verso le nuove sfide collegate alla transizione green, si raccomanda di promuovere la progettazione di tecnologie e lo sviluppo di competenze legate all’economia circolare (su ambiti quali il riciclo e riuso di scarti produttivi, ecc.) attraverso l’avvio di un progetto sperimentale di simbiosi industriale13 all’interno di uno o più settori industriali pilota, con il coinvolgimento di imprese associate a Confindustria

Trento attive, ad esempio, nella lavorazione del legno, nella chimica e gomma-plastica, nell’industria tessile e confezionamento, nella trasformazione alimentare, o nell’energia.

Con riferimento al rinnovo delle competenze professionali, si punta a incrementare il tasso di iscrizione dei giovani a corsi formativi in discipline STEM per aumentare la disponibilità di forza lavoro qualificata per le imprese trentine, attraverso:

13 Per “simbiosi industriale” si intende un processo in cui i prodotti di scarto e i sottoprodotti di un’azienda o di un’attività industriale diventano materie prime per un’altra azienda o per un altro processo produttivo, contribuendo a ridurre la dipendenza dalle materie prime, a rilanciare l'economia e ad aumentare la resilienza del sistema attraverso ecosistemi territoriali in grado di assorbire scompensi esterni. Già nel 2017 il documento di inquadramento e di posizionamento strategico “Verso un modello di economia circolare per l’Italia” dei Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico ha ribadito l’importanza della simbiosi industriale come strumento di eco-innovazione di sistema. Nel 2021 l’aggiornamento della “Strategia nazionale per l’economia circolare” (prevista tra le 63 riforme fondamentali per l'attuazione degli interventi del PNRR) ha incluso la simbiosi industriale tra le 9 aree di intervento per realizzare la transizione circolare in Italia, prevedendo la predisposizione di appositi strumenti normativi e finanziari per sostenere lo sviluppo di progetti in materia.

147 CAPITOLO 5
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

14

un aggiornamento del sistema dell’Alta Formazione in Trentino, al fine di rafforzarne la rispondenza rispetto ai bisogni delle imprese;

la definizione di un piano di comunicazione, in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento, presso famiglie, studenti e insegnanti delle scuole di primo e secondo grado, finalizzato a fare conoscere i progetti in corso e l’importanza delle discipline STEM, le ricadute occupazionali e i profili tecnici più richiesti dal mercato; è infatti centrale promuovere azioni continuative e progetti specifici per comunicare in modo più incisivo ed efficiente alla comunità, alle famiglie e nelle scuole quanto sia importante e richiesto, anche dal mondo del lavoro, il formarsi e possedere competenze nelle discipline STEM;

il rafforzamento del dialogo tra imprese e università per la ricerca e selezione di laureati e dottorati nelle discipline STEM, ad esempio con occasioni di confronto e networking a cadenza periodica, che prevedano testimonianze selezionate di imprese dai diversi settori economici14 ; anche per la formazione STEM rivolta alla sostenibilità, si propone inoltre di introdurre più percorsi di formazione duale in sinergia tra scuola secondaria, alta formazione e imprese, così come tra università e imprese;

il lancio di una strategia di attrazione di profili con competenze STEM provenienti da territori oltre a quello trentino (ad esempio, con la previsione di agevolazioni fiscali finanziate dalla Provincia autonoma di Trento e dalle imprese).

In aggiunta ai percorsi di orienteering promossi da Confindustria Trento nel sistema dell’istruzione, come i progetti

e

148 CAPITOLO 5
“Eureka”
“Tu sei” con le scuole.
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Sempre con riferimento alle competenze, si propone che il Trentino aderisca al “Partenariato per le competenze nell’ecosistema digitale”15 promosso dalla Commissione europea e sottoscritto da associazioni, imprese, organizzazioni, sindacati, università, erogatori di formazione e federazioni nazionali dell'UE. Il partenariato aiuterà le persone e le imprese ad acquisire le competenze digitali necessarie allo sviluppo dell’ecosistema digitale europeo e contribuirà a sviluppare le competenze necessarie a raggiungere gli obiettivi

della transizione digitale e verde dell’economia dell’UE. Il Trentino, pertanto, si dovrebbe impegnare a partecipare al partenariato e ad individuare obiettivi come, ad esempio, il numero di persone da riqualificare, monitorando gli sviluppi futuri in materia di upskilling e reskilling.

Per realizzare questi obiettivi in ambito di istruzione e formazione, si propone di costituire un gruppo di lavoro permanente, composto da Provincia autonoma di Trento e Confindustria Trento, per definire le progettualità, monitorare gli stati di avanzamento e misurare i risultati.

15 Il partenariato, costituito il 20 luglio 2022, si inserisce nel contesto dell’“Agenda europea per le competenze”, presentata dalla Commissione europea nel giugno 2020, che a sua volta ha completato la “Strategia digitale dell’Unione europea” e la “Strategia per le PMI per un’Europa sostenibile e digitale”.

149 CAPITOLO 5
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Area di intervento n. 5. Sviluppare la mobilità sostenibile e integrata nell’area dolomitica

Il razionale

Il Trentino deve colmare alcuni gap sul fronte della mobilità sostenibile e smart: è in ritardo nella diffusione di autovetture a basse emissioni16 (solo 69 vetture di nuova generazione ogni 1.000 autovetture circolanti, rispetto alla media nazionale di 107) ed è ancora ridotta la densità di colonnine di ricarica elettrica nel territorio (0,1 per 10 km2 rispetto a 1,7 in Italia).

La mobilità smart abilita meccanismi di efficientamento del servizio di trasporto e può agire da leva per una maggiore attrattività dei territori: in tale quadro, l’appuntamento internazionale delle

Olimpiadi Invernali MilanoCortina 2026 nell’area dolomitica può rappresentare un volano di crescita e di ammodernamento del sistema infrastrutturale e della mobilità su scala interregionale. Su questo fronte sono stati stanziati circa 1,5 miliardi di euro per gli investimenti infrastrutturali: di questi circa 170 milioni di euro sono destinati al Trentino, in particolare per rinnovare la tratta Trento-Borgo Valsugana, per l’acquisto di nuovi treni, per interventi sulle infrastrutture ferroviarie e la realizzazione delle opere infrastrutturali connesse ai Giochi Olimpici. È fondamentale, infatti, che le infrastrutture realizzate

150 CAPITOLO 5
16 Ibride, elettriche, gas e bi-fuel.
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

ai fini delle Olimpiadi Invernali, siano concepite anche e soprattutto nell’ottica di un utilizzo successivo ai Giochi, in modo da non restare inutilizzate alla conclusione della manifestazione.

Un altro ambito di forte interesse è costituito dalle policy nazionali ed europee che spingono verso la decarbonizzazione del parco auto e del Trasporto Pubblico Locale (TPL) e sostengono la diffusione di forme innovative e smart per il trasporto di persone e merci

La proposta

Si propone di avviare un grande progetto guidato dal Trentino per mettere a punto una visione per la mobilità avanzata (sostenibile e smart) nell’area dolomitica e

Da questo punto di vista, va menzionata la centralità della mobilità smart e sostenibile all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR): nel caso del Trentino, sono previsti 8,7 milioni di euro per le ciclovie turistiche e urbane, 4,72 milioni di euro per il rinnovo delle flotte di autobus urbani, 5,15 milioni di euro per il rinnovo di treni/TPL, oltre a 7,9 milioni di euro per il rinnovo delle flotte di autobus extra-urbani dal Piano Nazionale Complementare.

dispiegare le risorse necessarie per le tecnologie e i servizi per la mobilità di persone e merci, avendo come traguardo le Olimpiadi invernali del 2026, con l’obiettivo di:

completare il “ring” ferroviario delle Dolomiti per collegare le Province di Trento, Bolzano e Belluno, realizzando i tratti mancanti Strigno-Feltre e Dobbiaco-Cortina d’Ampezzo-Calalzo;

151 CAPITOLO 5
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

identificare le aree omogenee del Trentino che possano agire da “test-bed” e modelli da rendere scalabili e replicabili nella Provincia, a cominciare dall’area dolomitica che ospiterà i Giochi olimpici invernali del 2026;

definire modelli di mobilità avanzata replicabili anche in altre zone del Trentino (ad esempio, nelle valli della parte orientale non interessata dai Giochi Olimpici) e da esportare al di fuori della Provincia;

individuare soluzioni viarie, come ad esempio l’istituzione di ZTL (zone a traffico limitato) in quota, e soluzioni tecnologiche innovative per la mobilità, applicabili nell’area dolomitica, come ad esempio mobilità lenta, flotte di autobus ad impatto zero, integrazione tra gomma e fune, mezzi elettrici e a guida autonoma, ecc.;

mappare le competenze di tecnologia e prodotti/servizi in Trentino da coinvolgere nel progetto, a partire dalle università e centri di ricerca insediati nel territorio (come la Fondazione Bruno Kessler, l’Università di Trento, la sede del Crf a Trento, il Polo Meccatronica a Rovereto, ecc.), e valorizzare le proposte che emergeranno dai progetti attualmente in corso o allo studio17 .

17 Si potranno valutare sinergie con i risultati dello studio commissionato da Confindustria Trento, Assoimprenditori Alto Adige e Confindustria Belluno Dolomiti all’Università degli Studi di Padova (focalizzato sulle infrastrutture e le reti di tracciati nei 3 territori) e con gli sviluppi del “Metaprogetto” proposto dal Comune di Trento, che prevede – tra le diverse opere – la realizzazione della circonvallazione ferroviaria di Trento, l’interramento della linea ferroviaria esistente nel tratto del centro urbano e della stazione di Trento e il raddoppio della linea Trento-Malè fino al nuovo ospedale (progetto “NorduS”).

152 CAPITOLO 5
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

“ring” ferroviario delle Dolomiti. Sono indicati in rosso i tratti ferroviari mancanti e in azzurro tratteggiato le “penetranti” verso i passi dolomitici da raggiungere con un sistema di mobilità integrata sostenibile.

Confindustria Trento, 2022.

153 Figura 77. Il
Fonte:
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO Bolzano Belluno Canazei Merano Vipiteno Cles Rovereto Bassano del Grappa Agordo Cortina d'Ampezzo Feltre Primolano Trento Pordenone Treviso Dobbiaco Bressanone Calalzo Cavalese

Area di intervento n. 6. Creare un incubatore di start-up per la Logistica Smart

Il razionale

Tra il 2014 e il 2019 gli investimenti nelle start-up della logistica sono cresciuti a un tasso di crescita annua del 76%, superando i 6 miliardi di Dollari nel 2019 (circa 28 miliardi di Dollari cumulati dal 2014). Per quanto riguarda l’Italia, l’unico hub attivo sul tema è Supernova Hub, basato a Milano e specializzato nei settori dell’e-commerce e della smart logistics. Ad oggi, Supernova Hub ha investito 10 milioni di euro in 12 start-up incubate.

Nel quinquennio 2015-2019 i ricavi dei servizi di trasporto e magazzinaggio in Trentino sono cresciuti del +4,4% (rispetto al +3,2% di Bolzano e al +2,1% dell’Italia). Inoltre, il nostro territorio – già area di interscambio lungo le direttrici Nord-Sud ed Est-Ovest – può contare su operatori logistici di primo piano e importanti progettualità già realizzate o in corso, tra cui:

imprese di rilievo internazionale che operano nel settore del trasporto merci e della logistica;

la presenza di un importante snodo logistico intermodale, rappresentato dall’Interporto di Trento;

154 CAPITOLO 5 INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

il polo industriale e della R&S a Rovereto, dove si concentrano importanti competenze industriali: solo per citarne alcuni, l’hub Be Factory sulla mobilità sostenibile e il Polo della Meccatronica con centri di ricerca privati, gli istituti “CFP Veronesi” e “ITT Marconi” e il laboratorio Prom Facility per la prototipazione meccatronica;

Stardust: il progetto, inserito in Horizon 2020, intende rendere Trento un modello europeo di città smart, a fronte di un budget di 6,5 milioni di euro per interventi in ambito mobilità, tra cui uno studio di fattibilità e il cofinanziamento di un centro per la logistica dell’ultimo miglio con veicoli elettrici;

la presenza in provincia di alcuni centri logistici di aziende locali, nazionali e multinazionali del settore manifatturiero e dei servizi (come il centro di distribuzione di Poste Italiane e il deposito di smistamento recentemente realizzato da Amazon a Trento Nord).

155 CAPITOLO 5
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

La proposta

Si propone di creare un incubatore di start-up per la Logistica Smart con l’obiettivo di:

valorizzare le imprese del territorio, i filoni di ricerca sviluppati e le iniziative promosse a livello locale; cogliere i benefici associati alla crescita (accelerata dall’e-commerce) del segmento del trasporto merci in ambito urbano ed extra-urbano.

Allo stesso tempo, alla luce delle caratteristiche del territorio trentino, l’incubatore potrebbe specializzarsi su una duplice focalizzazione:

l’integrazione gomma-ferro, al fine di potenziare e ottimizzare i flussi logistici Nord-Sud in transito dal Trentino, anche attraverso una valorizzazione e potenziamento dell’intermodalità presso l’Interporto di Trento; lo sviluppo di soluzioni tecnologiche per le consegne dell’ultimo miglio (nei centri urbani e nelle valli), incluse soluzioni di Intelligenza Artificiale e Machine Learning (ad esempio, la guida autonoma).

156 CAPITOLO 5 INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

MOBILITÀ SOSTENIBILE

Area di intervento n. 7. Promuovere l’adozione di pratiche avanzate di gestione della mobilità in grandi imprese e PMI

Il razionale

Il contesto in cui si inserisce la gestione della mobilità in grandi imprese e PMI non può prescindere da un’analisi sulla normativa attuale. Ad oggi, la figura del Mobility Manager aziendale è stata resa obbligatoria dal Decreto “Rilancio” per le imprese o enti pubblici con più di 100 dipendenti localizzate in un capoluogo di Regione, in una Città Metropolitana, in un capoluogo di Provincia o in un Comune con più di 50.000 abitanti18

> 80 imprese industriali e di servizi

con sede operativa a Trento (Capoluogo di provincia e unico Comune con più di 50mila abitanti) e >100 dipendenti

~ 20 mila dipendenti

nelle aziende trentine soggette alla disposizione sul Mobility Manager aziendale

Figura 78.

Numero di aziende e dipendenti rientranti nel perimetro della normativa sul Mobility Manager a Trento (Industria e Terziario, escluso il settore bancario; imprese con sede operativa nel Comune di Trento). Fonte: rielaborazione The European HouseAmbrosetti e Ufficio Studi Confindustria Trento su dati AIDA e Istat, 2022.

18 D.L. 34/2020. La disposizione è resa operativa attraverso l’emanazione del Decreto Interministeriale n. 179 del 12 maggio 2021 e l’adozione delle “Linee guida per la redazione e l’implementazione dei piani degli spostamenti casa-lavoro (PSCL)”, approvate con il Decreto Interdirettoriale n. 209 del 4 agosto 2021.

157 CAPITOLO 5
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Il Mobility Manager aziendale ha il compito di promuovere e realizzare interventi di organizzazione e gestione della domanda di mobilità delle persone, anche collaborando all’adozione del piano di mobilità sostenibile, nell’ambito degli spostamenti casa-lavoro del personale dipendente.

La proposta

Si suggerisce di prevedere, su base volontaria, la condivisione della figura del Mobility Manager di aziende trentine di grandi dimensioni con le PMI dei distretti/cluster del territorio al fine di consentire una migliore pianificazione della mobilità dei dipendenti (ad esempio, tra ricorso al remote working e lavoro in presenza), una migliore

In questa prospettiva, ripensare la mobilità verso i maggiori poli industriali del Trentino potrebbe consentire di ridurre le emissioni climalteranti e i costi per i lavoratori del trasporto privato su gomma, ma anche ottimizzare e allineare il sistema del trasporto pubblico con i turni aziendali

conciliazione vita-lavoro dei dipendenti e una riduzione dei costi per la mobilità privata. Allo stesso modo, come per la città di Trento, già interessata dagli obblighi normativi, si potrebbe avviare un progetto-pilota nei comuni di Arco e Rovereto, dove si concentrano i maggiori poli produttivi della Provincia, basato su:

la creazione di un sistema di condivisione dei mezzi privati tra lavoratori accomunati dallo stesso percorso casa-lavoro;

il coinvolgimento degli enti locali attraverso la figura del “Mobility Manager d’area” (con la funzione di raccordo tra i Mobility Manager aziendali del territorio e di ottimizzazione del servizio di trasporto pubblico locale in sinergia con le esigenze di mobilità dei lavoratori delle aziende dell’area – ad esempio, turni aziendali) e l’istituzione di tavoli di confronto tra imprese e Pubblica Amministrazione.

158 CAPITOLO 5 INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Area di intervento n. 8. Lanciare una strategia provinciale per la riduzione dei consumi idrici

Il razionale

L’acqua costituisce sempre più una risorsa scarsa e strategica, e i recenti sviluppi climatici globali e nazionali hanno dimostrato che in futuro le criticità legate al suo accumulo e consumo saranno destinate ad intensificarsi. Infatti, la crescita demografica e i cambiamenti climatici eserciteranno una crescente pressione sull’utilizzo della risorsa idrica (già esacerbata dai prelievi in costante aumento). Secondo quanto emerge dalle analisi della Community “Valore Acqua per l’Italia” di The European House - Ambrosetti, l’acqua è l’elemento abilitante per la generazione di 287,2 miliardi di euro di Valore Aggiunto in Italia: in altri termini, circa un quinto del PIL italiano non potrebbe essere generato senza la risorsa acqua. Con queste prospettive, si crea inevitabilmente un potenziale

conflitto tra la tutela dell’ambiente e la garanzia di approvvigionamento idrico Allo stesso tempo, tuttavia, una gestione efficiente e sostenibile della risorsa acqua impatta su 10 dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, rappresentando dunque una risorsa fondamentale all’interno della transizione sostenibile. Un aspetto su cui porre l’attenzione è costituito dal fatto che negli ultimi 5 anni i consumi idrici del Trentino, già tra i più alti in Italia, sono aumentati del 6,7% (rispetto a una diminuzione del 3,8% medio nel Paese). Inoltre, circa i 3/4 dell’acqua19 sono impiegati per utilizzo ittiogenico e agricolo, per effetto della vocazione territoriale in questi settori e delle specifiche produzioni che la caratterizzano.

159 CAPITOLO 5
19 I consorzi irrigui trentini operano su circa un quarto (180.000 ettari) della superficie territoriale provinciale. INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Puglia Umbria Toscana Sicilia Marche Lazio

Emilia Romagna Veneto Campania ITALIA Abruzzo Sardegna Friuli V.G. Liguria Piemonte Bolzano Calabria Basilicata Lombardia Molise Trento Valle d'Aosta

79. Utilizzo di acqua pro capite nelle Regioni e Province autonome italiane (litri erogati per ab. al giorno), 2020E. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Istat e APPA, 2022.

La proposta

Si propone di definire una strategia provinciale per migliorare l’efficientamento idrico e la gestione delle acque reflue, che coesista e dialoghi con il Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche (PGUAP) e permetta all’Industria (a partire dagli impianti a fune e dagli impianti

di innevamento programmato) e alla filiera agroalimentare (valorizzando il ruolo dei Consorzi Irrigui20 e di Miglioramento Fondiario trentini e interventi di manutenzione degli impianti) di svolgere un ruologuida. La strategia si svilupperà su 4 linee d’azione:

160 CAPITOLO 5 INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO
20 Un “tetto verde” è un tetto di un edificio parzialmente o completamente ricoperto di vegetazione. Figura
441 349 150 163 171 181 188 200 204 204 212 212 212 215 216 219 232 250 250 254 257 266

introduzione di nuove tecnologie e tecniche per il risparmio idrico nei settori caratterizzati da impiego intensivo di acqua, che potrebbero beneficiare delle innovazioni disponibili sul mercato (in generale, nel settore primario – ad esempio, agricoltura e itticoltura, dove vi sono margini più ampi di recupero in termini di efficienza idrica rispetto al manifatturiero, dove negli ultimi decenni sono stati realizzati importanti investimenti volti al contenimento dei consumi e al risparmio energetico nel complesso);

efficientamento dei sistemi di monitoraggio dell’utilizzo idrico, attraverso tecnologie quali smart meter o altri software per la raccolta dei dati di consumo idrico in tempo reale;

ottimizzazione dell’utilizzo dell’acqua sanitaria negli edifici, attraverso tecnologie quali tetti verdi21 o impianti di raccolta dell’acqua piovana e dispositivi e strumenti per il risparmio idrico negli edifici;

aumento del riciclo e del riuso dell’acqua, attraverso tecnologie quali reti duali di adduzione22 e soluzioni di recupero dei fanghi di depurazione;

razionalizzazione della produzione di acque di scarico non recuperabili, attraverso tecnologie quali sistemi di separazione tra acque di scarico nere e bianche/grigie.

Tali azioni potrebbero abilitare rilevanti benefici ambientali per il territorio, in primis in termini di risparmi idrici, come sintetizzato nella figura seguente.

21 Sistemi di tubature nelle reti acquedottistiche urbane per distribuire acqua di differente qualità a seconda degli usi, che permettono l’utilizzo di acque meteoriche e recuperate per usi compatibili, al fine di risparmiare nuova risorsa per usi esclusivamente potabili e di igiene personale.

22 Sistemi di tubature nelle reti acquedottistiche urbane per distribuire acqua di differente qualità a seconda degli usi, che permettono l’utilizzo di acque meteoriche e recuperate per usi compatibili, al fine di risparmiare nuova risorsa per usi esclusivamente potabili e di igiene personale.

161 CAPITOLO 5
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

ACQUA

Raccolta dell’acqua piovana per uso domestico

Raccolta dell’acqua piovana per uso industriale

Reti duali di adduzione

Risparmio di 44mila litri pro-capite/anno

Risparmio di 8 milioni di m3 di acqua/anno

Risparmio di 23 milioni di m3 di acqua/anno

DELL’ACQUA

ACQUE DI SCARICO

MONITORAGGIO

CONSUMO

Figura 80.

Recupero dei fanghi di depurazione

Trattamento dei fanghi di depurazione

Software

Smart meter per la raccolta dei dati di consumo idrico in tempo reale

Recupero di 33 tonnellate di fanghi (da usare come compostaggio biometano)

Riduzione del 16% dei fanghi smaltiti in discarica

Monitoraggio dell’acqua persa nella rete (in media pari al 42%)

Risparmio di 11 milioni di m3 di acqua consumata a livello domestico per gli usi sanitari ogni anno

Piano per la riduzione dei consumi idrici: i potenziali benefici della proposta per il Trentino. Nota: simulazioni effettuate su base provinciale a partire dai dati nazionali. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Community “Valore Acqua per l’Italia”, 2022.

Data l’intensità di consumo di acqua nel settore primario trentino, in particolare per determinate colture in cui il territorio è specializzato, si ritiene che non sia ancora ampiamente condiviso, diffuso e adottato con la necessaria convinzione l’utilizzo di tecniche e tecnologie di irrigazione di precisione, cioè a ridotto consumo di acqua, da parte di tutti i consorzi irrigui della provincia.

In generale, serve realizzare un’attività di informazione e formazione in questo senso, da un lato per sensibilizzare sulla necessità – non più procrastinabile – di ridurre il consumo della risorsa acqua, dall’altro lato per definire linee guida vincolanti per l’adozione di sistemi di irrigazione (intesi come impianti e come metodologie di utilizzo) più efficienti di quelli ancora presenti in alcuni contesti del territorio trentino.

162 CAPITOLO 5 INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO
RIDUZIONE DELL’UTILIZZO
DI
AMBITO
DEL
RICICLO
RIDUZIONE
PRINCIPALI TECNOLOGIE BENEFICIO ATTESO

Area di intervento n. 9. Contrasto al fenomeno di progressivo spopolamento nelle valli trentine

Il razionale

Ad oggi l’età media in Trentino ammonta a 45 anni, di cui 43,6 per gli uomini e 46,3 per le donne. Tuttavia, si registra una forte disomogeneità tra i territori della Provincia: se la popolazione più giovane risiede nella Comunità Rotaliana - Königsberg (43,4 anni), in Alta Valsugana e Bersntol (44,1 anni)

e nel Comun General de Fascia (44,3 anni), mentre la Magnifica Comunità degli altipiani cimbri vede l’età media più alta (48,2 anni).

A tendere, le proiezioni dell’Ispat al 2050 indicano che la popolazione provinciale crescerà a oltre 559mila residenti, ma tale tendenza non si ripartirà in modo uniforme:

molte comunità di valle vedranno calare la popolazione, con il Primiero (che passerebbe da 9.425 a 9.054 abitanti tra il 2025 e il 2050) e le Giudicarie (da 36.705 a 36.218) tra i territori più colpiti dal fenomeno di decrescita demografica;

163 CAPITOLO 5
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

se le valli montane assisteranno ad uno spopolamento ed invecchiamento progressivo dei propri abitanti (ad eccezione, secondo le stime, di Alta Valsugana, Valle dei Laghi e Val di Fassa), al contrario, nelle aree della pianura – come la Vallagarina, l’Alto Garda e la Valle dell'Adige – si prevede un incremento di residenti.

Allo stato attuale, la popolazione in età attiva in Trentino è pari al 63,6% (346mila persone nella fascia 15-64 anni), mentre al 2050 la riduzione attesa potrebbe essere di 30mila persone (a 316mila, -8,7%): invecchiamento e riduzione della popolazione in età attiva determineranno quindi ricadute sul mercato del lavoro e sull’attività delle imprese insediate nelle valli

Già oggi il Trentino è ai primi posti in Italia per difficoltà di reperire lavoratori (35% delle assunzioni nel 2020), sia per mancanza di candidati (24% rispetto ad una media nazionale del 16%), che per una preparazione inadeguata (11% rispetto ad una media nazionale del 13%).

Figura 81. Difficoltà di reperimento dei lavoratori nelle Regioni e Province autonome italiane (% delle assunzioni), 2020. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Excelsior-Unioncamere, Ispat e Istat, 2022.

164 CAPITOLO 5 INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO
Calabria Puglia Molise Sicilia Lazio Sardegna Basilicata Campania Valle d'Aosta Liguria Marche Piemonte Abruzzo Toscana Lombardia Emilia Romagna Umbria Trento Veneto Friuli V.G. Bolzano 22 22 22 22 23 24 24 26 28 29 29 29 30 30 33 35 35 36 39 43 21

La proposta

Per rafforzare l’attrattività delle valli trentine come destinazione di lavoratori (assunti dalle imprese locali e, in parte, remote worker) e residenti, si propone una serie di azioni tra loro sinergiche in grado di garantire uno sviluppo sostenibile economico-sociale nel medio-lungo termine:

l’adeguamento delle strutture di collegamento viario e di servizi di trasporto, compatibilmente con la necessità di ridurre gli effetti negativi e i rischi derivanti da un eccesso di traffico nelle zone montane;

la diffusione nelle valli della banda larga a sostegno del potenziamento del sistema delle reti informatiche nei territori a vantaggi degli abitanti e delle imprese, tanto nelle relazioni commerciali che con la Pubblica Amministrazione;

il rafforzamento dei servizi sanitari e di welfare in tutte le valli trentine, anche a favore di quanti vivono in aree periferiche, tenendo conto della morfologia del territorio;

una riorganizzazione degli uffici decentrati della P.A. per favorire l’agevole accesso da parte dei residenti nelle valli, ad esempio attraverso l’istituzione di centri multifunzionali in cui concentrare più servizi (ad esempio, scolastici, turistici, di volontariato, dell'associazionismo culturale, commerciali, ecc.);

165 CAPITOLO 5
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

sul fronte residenziale, l’adeguamento e la riconversione di fabbricati (pubblici e privati) ad uso di foresterie esclusivamente dedicate a lavoratori e professionisti, attraverso il seguente piano d’azione:

la mappatura dei cespiti attualmente inutilizzati e disponibili per essere riconvertiti;

la definizione di un piano di rifunzionalizzazione delle strutture disponibili sul territorio da destinare ad uso residenziale, con alloggi per lavoratori a prezzi calmierati;

la realizzazione di accordi tra il sistema ricettivo e le aziende del territorio che intendono attrarre lavoratori provenienti da fuori del Trentino;

la ristrutturazione e/o rifunzionalizzazione delle strutture identificate, anche sfruttando le competenze possedute dal Trentino nell’edilizia sostenibile, in modo da perseguire al contempo un obiettivo di sostenibilità ambientale.

166 CAPITOLO 5 INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Area di intervento n. 10. Definire un piano di adeguamento delle strutture scolastiche in Trentino per una migliore salubrità e qualità della vita

Il razionale

Gli edifici scolastici sono un luogo fondamentale per la formazione e aggregazione sociale delle nuove generazioni e devono quindi soddisfare una serie di requisiti di sicurezza e salubrità degli spazi Il Trentino conta 437 scuole pubbliche e private (per il 69% primarie o secondarie di primo grado), con più di 85mila studenti nella scuola primaria e nelle scuole superiori (formazione professionale compresa) e quasi 8mila tra docenti e personale scolastico.

Negli ultimi 5 anni, inoltre, tutti gli edifici scolastici del Comune di Trento sono stati interessati da interventi di manutenzione straordinaria e l’8,9% delle scuole è costruito secondo criteri di bioedilizia (Trento è il primo Comune capoluogo di Provincia in Italia, davanti a Bolzano con l’8,2%).

Allo stesso tempo, l’emergenza pandemica rende opportuno, da un lato, ridurre il rischio di contagio da virus e batteri e, dall’altro,

167 CAPITOLO 5
INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

mantenere la concentrazione di CO2 al di sotto di determinati livelli nelle scuole che permettano di prevenire possibili effetti nocivi sulle performance e sulla salute di studenti e personale docente.

Esigenze che emergono primariamente dalla letteratura scientifica, che ha confermato come la trasmissione aerea sia un meccanismo sempre presente per ogni agente patogeno respiratorio. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha sottolineato che la trasmissione aerea – la modalità prevalente di contagio – può essere contrastata con la ventilazione meccanica controllata, ovvero con ricambi d’aria adeguati al rapporto tra numero di persone in classe e le sue dimensioni.

Ad oggi in Italia vi sono circa 200 scuole dotate di sistemi di ventilazione meccanica controllata (VMC), i cui sistemi di filtraggio garantiscono l’abbattimento di batteri e virus di circa il 96% e sono 3 volte più efficaci del ricambio d’aria tramite l’apertura delle finestre (con vantaggi in termini minore umidità e minori consumi di riscaldamento e raffrescamento).

Recentemente, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 26 luglio 2022 con in allegato le “Linee guida sulle specifiche tecniche in merito all’adozione di dispositivi mobili di purificazione e impianti fissi di aerazione e agli standard minimi di qualità dell’aria negli ambienti scolastici e in quelli confinati degli stessi edifici”, mentre il Decreto del 23 giugno 2022 (c.d. Decreto CAM – Criteri Ambientali Minimi, aggiornamento del Decreto CAM del 2017) ha stabilito che è necessario garantire l’adeguata qualità dell’aria interna in tutti i locali abitabili tramite la realizzazione di impianti di ventilazione meccanica: pertanto tutti gli edifici pubblici di nuova costruzione e ristrutturati – inclusi quelli scolastici – dovranno garantire il rispetto di tale disposizione entro 120 giorni dalla pubblicazione del Decreto in Gazzetta Ufficiale (avvenuta il 6 agosto 2022).

In questo contesto, la Provincia autonoma di Trento potrebbe quindi agire da pioniere in Italia per adeguare le strutture scolastiche secondo standard che assicurano la salubrità degli edifici.

168 CAPITOLO 5 INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

La proposta

Si propone di lanciare un piano di adeguamento degli edifici scolastici del Trentino (edifici dell’istruzione prescolastica, primaria e secondaria) che parta da una campagna di misure conoscitiva dello stato dell’arte della Qualità Ambientale Interna (IEQ - Internal Environmental Quality) e includa l’inserimento di previsioni specifiche, all’interno dei piani di intervento di manutenzione delle strutture, relative all’installazione e manutenzione di impianti di ventilazione meccanica controllata (o di altre soluzioni tecnologiche già disponibili sul mercato, tra cui i sensori di CO2 volti a misurare e verificare la concentrazione di questo gas nelle classi) per garantire una maggiore salubrità dell’aria nelle aule e negli spazi comuni.

Da questo processo si possono inoltre elaborare linee guida per la progettazione e gestione dell’IEQ nelle scuole, a supporto di progettisti, aziende realizzatrici, gestori delle opere e utenti, ed eventualmente certificare gli immobili secondo standard internazionali che mettono al centro il benessere degli occupanti (insegnanti, studenti ed operatori). Per inquadrare i potenziali benefici attivabili da questa proposta, occorre considerare come l’inquinamento indoor sia responsabile del 2,7% del carico di malattie globali ogni anno, e che l’inquinamento atmosferico e domestico può ridurre di 2 anni l’aspettativa di vita media di una

169 CAPITOLO 5
persona23 23 Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati OMS e State of Global Air, 2022. INDICAZIONI E PRIORITÀ DI CONFINDUSTRIA TRENTO

L’Harvard T.H.C School of Public Health ha stimato che, attraverso l’introduzione di sistemi di ventilazione meccanica, la migliore qualità dell’aria (compresi i livelli più bassi di CO2) agevola anche una maggiore capacità di apprendimento degli studenti, con punteggi cognitivi in aumento fino al 101%.

In termini di risparmi economici, l’upgrade tecnologico può costare circa 4.000 euro a classe (con il costo unitario che può diminuire all’aumentare del numero di installazioni). Come termine di comparazione, la fornitura di mascherine FFP2 per una classe (ipotizzando un costo di 1euro a mascherina, una classe di 25 studenti e 200 giorni di scuola, cambiando ogni giorno la mascherina) può richiedere una spesa di circa 5.000 euro.

Inoltre, la ventilazione meccanica controllata è in grado di produrre un risparmio energetico di circa 500 euro a classe per il recupero energetico, dal momento che l’aria fredda che entra in questi sistemi durante l’inverno viene riscaldata con l’aria interna che esce, diversamente dagli sprechi energetici associati alla semplice apertura delle finestre24

Un altro beneficio, indiretto ma molto importante, è che la scuola diventa uno strumento di insegnamento (“teaching tool”) per gli studenti, che in questo modo hanno l’opportunità di trarre ispirazione e conoscere le strategie per rispettare l’ambiente rendendo gli edifici più sostenibili ed efficienti.

170 CAPITOLO 5
24 Si veda anche: Corriere della Sera, “COVID, a settembre si tornerà a scuola con le mascherine? Il lavoro (non fatto) sulla ventilazione”, 11 luglio 2022.

CASE STUDY

Case study – Il progetto di ricerca QAES sulla salubrità dell’aria nelle scuole QAES è un progetto di ricerca condotto per 3 anni (gennaio 2019-gennaio 2022), coinvolgendo 16 classi in 12 diversi istituti tra Alto Adige e Canton Ticino (Svizzera), per approfondire il tema della salubrità dell'aria nelle scuole, individuando possibili soluzioni per garantirla. Lo studio ha evidenziato che:

prima della pandemia venivano raggiunti picchi anche di 4-5mila parti per milione di CO2 (la soglia sotto la quale si consiglia di rimanere è di 1.000 ppm di anidride carbonica);

con l'utilizzo della ventilazione meccanica e l'apertura automatica dei serramenti non è mai stato superato il valore di 1.000 ppm di CO2;

ad una migliore qualità dell'aria interna corrisponde anche una maggiore capacità di apprendimento degli studenti, nonché un miglioramento delle soglie di attenzione e del loro benessere psicologico

.

Un’altra ricerca, condotta da Fondazione Hume in collaborazione con l’Università degli Studi di Cassino, ha dimostrato che la ventilazione meccanica controllata nelle aule scolastiche, a seconda della portata di aria di rinnovo del sistema, abbatte il rischio di trasmissione del COVID-19 tra il 40% e l’80% rispetto alla gestione della ventilazione naturale delle aule come indicato dal governo, cioè arieggiando gli ambienti aprendo le finestre. Con la ventilazione meccanica controllata ad alti volumi si è quindi registrato un drastico abbattimento del rischio. Hume, 2022.

Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su studio "L’indoor air quality (IAQ) nelle scuole" di G.L. Guerrini e Fondazione Hume, 2022.

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VOCI DAL TERRITORIO

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Giulio Bonazzi

CASE HISTORYLA VOCE DELLE IMPRESE

La sostenibilità, declinata nella sua triplice dimensione economica, sociale e ambientale, risulta chiaramente un fattore determinante di crescita, sviluppo e competitività. Quali azioni la sua azienda ha intrapreso in questa direzione?

In oltre 35 anni di storia Erickson, pioniera nell’ambito dell’inclusione scolastica e sociale, è diventata una realtà leader in Italia sui temi dell’educazione, della didattica, della psicologia e del lavoro sociale. Un’azienda della conoscenza che ha avuto e continua ad avere un ruolo centrale nella diffusione di una cultura dell’inclusione grazie al rigore scientifico che la contraddistingue nella realizzazione di libri, formazione, software e giochi educativi. Erickson è una realtà che, negli ultimi 35 anni, ha contribuito in maniera significativa a diffondere in Italia una cultura dell’inclusione, a cercare di innovare il mondo della scuola e di tenere sempre al passo coi tempi l’ambito dei servizi e delle professioni d’aiuto per favorire una società più equa e sostenibile. Questo è stato possibile grazie alle nostre pubblicazioni, alle attività formative, al prezioso contributo scientifico dei nostri editori Dario Ianes e Fabio Folgheraiter e il fondamentale apporto di tutti i nostri autori. Questi valori li viviamo anche al nostro interno. Siamo un’azienda della conoscenza e il nostro valore aggiunto non sono macchinari o tecnologie (per quanto l’innovazione tecnologica sia sempre stata una priorità), ma sono le persone. Siamo convinti che la differenza la facciano le persone e la libertà di esprimere le proprie idee per essere sempre al passo coi tempi, ascoltare le necessità degli ambiti di riferimento, rispondere con prontezza e concretezza, talvolta essere addirittura in grado di anticipare i bisogni e “andare oltre”. Ricalcando lo spirito pionieristico che

Aquafil ha iniziato il suo viaggio verso la sostenibilità in tempi non sospetti, in cui questa parola non era assolutamente di moda. Anzi tutti ci guardavano guardinghi. La cosa che noi abbiamo messo in pratica in questi anni è stato non solo investire in progetti e tecnologia che ci rendesse più sostenibili, ma anche in collaborazioni all’interno della nostra filiera. Non si può essere sostenibili da soli. Con questa consapevolezza abbiamo cominciato a lavorare per implementare, nei nostri processi, impianti in grado di trasformare materiali di scarto per realizzare prodotti riciclati, ma soprattutto riciclabili all’infinito. Non solo. In ottica di filiera sostenibile ci stiamo concentrando nelle collaborazioni con i nostri partner per praticare il concetto di eco design dei prodotti finiti, potendo contribuire solo per una parte dato che produciamo uno degli ingredienti.

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AQUAFIL GROUP

Guardando al sistema industriale e territoriale trentino, qual è secondo lei un elemento strategico su cui investire con convinzione, in modo da sostenere nel concreto la transizione sostenibile?

EDIZIONI CENTRO STUDI ERICKSON

contraddistingue Erickson dalla sua nascita, nei primi anni Ottanta. Non è un caso che una realtà come la nostra, attenta al sociale, alle persone, ai valori della solidarietà, sia nata in un territorio come il Trentino, sensibile a questi aspetti e attento alla qualità della vita. Questo contesto ci permette di essere attrattivi e lo dimostra il fatto che una percentuale significativa dei 112 dipendenti provenga da altre regioni. A renderci attrattivi sono una serie di fattori: siamo una realtà giovane, con un’età media attorno ai 35 anni e con oltre il 60% di occupazione femminile. Poniamo attenzione alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, strutturando anche un sistema di smart working. Abbiamo una sede rinnovata e all’avanguardia, con importanti spazi aperti al territorio, che ci permette di fare rete e avviare sinergie con altre realtà. Negli ultimi anni stiamo vivendo un periodo storico unico. La pandemia ha stravolto il nostro modo di vivere, le relazioni e impegna tutti verso un cambiamento. Sarà sempre più importante fare rete e aprirsi, mettendo al centro parole come sostenibilità e inclusività, come indicato anche all’interno dell’Agenda 2030. Parole care anche a Erickson. Credo che un’azienda come la nostra – e in generale tutto il sistema delle imprese – abbia bisogno che venga sempre stimolata la competitività delle aziende, siano facilitati gli investimenti e si mantenga una buona qualità dei servizi e un ambiente favorevole per un’alta qualità della vita. Questo permetterà al Trentino di continuare sulla strada intrapresa e affrontare prontamente le sfide che si presenteranno da qui al 2030.

Assolutamente l’istruzione, dev’essere necessariamente la base del cambiamento. Proprio per questo ritengo che sia fondamentale investire nella creazione di competenze trasversali che coinvolgano il sistema scolastico nel suo complesso, partendo quindi dalle scuole primarie – per non parlare addirittura dei gradi ancora inferiori – passando per le scuole medie, superiori, fino alle università e ai corsi post-laurea. Tutti insieme hanno il ruolo di generare e sviluppare quelle nuove competenze vitali per il compimento della transizione sostenibile e digitale. Peraltro, due elementi imprescindibili tra di loro. Infine, non dimentichiamoci un altro fattore chiave: il Trentino è inserito un contesto che non può più limitarsi alla provincia autonoma o il nord Italia, ma piuttosto al mondo intero, ovvero la capacità di interagire sistematicamente con culture e lingue differenti.

Dipendenti 112 Sede Trento e Roma Settore Editoria Fatturato € 20 milioni
175
Fatturato
€ 570 milioni Settore Chimico-Tessile Sede Arco Dipendenti 2.803

Giulia Manica

Levico Acque opera nel mercato delle bevande analcoliche in particolar dell’acqua minerale. Abbiamo scelto, da sempre, di imbottigliare solo in vetro dedicando la maggior parte delle nostre energie a promuovere, incentivare e sviluppare questo sistema. L’azienda è Società Benefit da ottobre 2020.

La sostenibilità, declinata nella sua triplice dimensione economica, sociale e ambientale, risulta chiaramente un fattore determinante di crescita, sviluppo e competitività. Quali azioni la sua azienda ha intrapreso in questa direzione?

Siamo diventati Società Benefit in virtù della natura stessa dell’istituto giuridico nato pochi anni fa: rendere il concetto di beneficio comune parte indissolubile del modello di business. Non quindi una scelta estemporanea ma un impegno di lungo, lunghissimo periodo. Assumerci questa responsabilità ha significato fornire all’organizzazione una mappa chiara e non interpretabile del percorso che vogliamo compiere. Siamo decisi a diventare un modello di organizzazione che - anche tramite l’ascolto dei propri portatori d’interesse - innova, ispira e contribuisce allo sviluppo di modelli economici rigenerativi. Ci auspichiamo che la nostra visione ci porti a diventare un punto di riferimento, un modello d’impresa virtuoso riconosciuto in quanto promotore di cambiamento e protagonista di una economia rigenerativa capace di creare oltre al valore economico anche valore sociale e ambientale.

“Essere Società Benefit ci guiderà in un percorso di cambiamento e innovazione nelle competenze non solo dei dipendenti, ma anche di tutti gli appartenenti alle filiere a noi connesse. A supporto di ciò sono stati avviati percorsi pluriennali di formazione e analisi che mirano a potenziare: capacità decisionali, capacità creative nella risoluzione dei problemi,

La nostra azienda già dagli inizi del 2000 ha cominciato a ripensare in maniera strutturale i propri processi produttivi nell’ottica di risultare sostenibili da un punto di vista ambientale. In questo senso abbiamo operato diversi interventi, citando solo il più semplice siamo stati i primi nel nostro settore a lanciare una confezione innovativa che, confrontata con le tradizionali taniche utilizzate in agricoltura, consente di abbattere del 60% l’utilizzo e la produzione di plastica. La nostra azienda infatti considera la sostenibilità ambientale un tema forte e serio - cerchiamo sempre di evitare che esso venga percepito solo come uno slogan da inserire nelle brochure – concepiamo piuttosto questa parola come la determinazione a mettere in campo importanti investimenti economici, sia in termini produttivi che nella ricerca e sviluppo di soluzioni sempre più innovative e a basso impatto.

CASE HISTORYLA VOCE DELLE IMPRESE
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MANICA SPA

Guardando al sistema industriale e territoriale trentino, qual è secondo lei un elemento strategico su cui investire con convinzione, in modo da sostenere nel concreto la transizione sostenibile?

LEVICO ACQUE SB

comunicazione efficace ed engagement, empatia ed intelligenza emotiva. Ad oggi, cioè in poco meno di 12 mesi dalla trasformazione, abbiamo potuto già registrare una maggiore coesione del team di collaboratori grazie alla chiarezza dell’obiettivo comune e una maggior consapevolezza da parte di tutti del valore del proprio agire, delle interconnessioni tra le diverse funzioni e del nesso causale di ogni singolo gesto. In altre parole, potremmo dire che il primo beneficio misurabile è stata una maggior coesione, consapevolezza e condivisione di una identità aziendale, precondizione importante per costruire azioni e progetti ambiziosi e coerenti.

Il supporto che l’Associazione può dare a tutte le aziende che ne fanno parte è mettere in campo quelle risorse di visibilità, relazioni e cultura che sono necessarie per portare maggior consapevolezza e sensibilità sul territorio realizzando innovazione non solo industriale ma anche sociale. Dobbiamo assumerci come imprenditori la responsabilità di diventare interlocutori e facilitatori delle relazioni tra territorio e politica dando maggiore spazio alle realtà più giovani che hanno uno sguardo diverso e più responsabile verso il futuro. Le persone sono i nostri interlocutori e insieme alla politica dobbiamo raggiungerle per costruire qualcosa d’importante. Servono eventi sul territorio, strumenti di ascolto e testimonianze coinvolgenti. Serve il senso d’urgenza perché di tempo ne resta poco, serve l’orgoglio di saperlo e volerlo fare, qui ed ora.

Credo innanzitutto che l’immobilismo non faccia bene, guardando alla politica trentina sono convinta che ci sia bisogno di fare scelte coraggiose per portare a termine obiettivi misurabili. Inoltre, in termini di approccio, bisognerebbe adottare un orizzonte ampio che prescinda dai cicli elettorali: la transizione sostenibile infatti richiede tempo e non può assumere un carattere instabile. Partendo da questa premessa, reputo che la chiave di tutto risieda però nella ricerca. In quest’ottica le imprese hanno bisogno di essere aiutate con strumenti, anche finanziari, che sostengano la volontà di portare soluzioni reali in termini di sostenibilità e che siano in sintonia con le esigenze delle imprese. Risulta dunque inevitabile rafforzare il dialogo tra mondo imprenditoriale ed istituzioni.

Dipendenti 30 Sede Levico Terme Settore Alimentare Fatturato € 5 milioni
177
Fatturato € 53 milioni Settore Chimica Sede Rovereto Dipendenti 70

Gianni Nerobutto

Casearia Monti Trentini nasce a fine degli anni ‘80 come evoluzione del piccolo caseificio artigianale di Gianfranco Finco. Nei primi anni i collaboratori sono pochi e i litri di latte lavorati modesti. Ora i collaboratori sono circa 120 e i litri di latte lavorati all’anno sono più di 40 milioni che si trasformano in più di 4 milioni di chili di formaggi.

La sostenibilità, declinata nella sua triplice dimensione economica, sociale e ambientale, risulta chiaramente un fattore determinante di crescita, sviluppo e competitività. Quali azioni la sua azienda ha intrapreso in questa direzione?

Siamo una realtà imprenditoriale che dalla fine degli anni 90 ad oggi si è trasformata da piccolo caseificio ad industria casearia. Negli anni gli investimenti ci hanno permesso di essere più performanti, ma soprattutto hanno fornito un importante aiuto a tutti i nostri collaboratori che quotidianamente si vedono impegnati in azienda. Infatti, nonostante la nostra attività sia ormai industriale rimane costante l’anima artigianale di Monti Trentini. Sebbene quindi ci avvaliamo di nuove tecnologie e impianti innovativi l’uomo per noi è rimasto sempre al centro. Questa attitudine e il numero elevato di personale rendono indispensabile il promuovere una cultura aziendale ricca di inclusività nella quale i collaboratori possano sentirsi parte di un progetto con un obiettivo comune. Alcuni dei nostri collaboratori sono con noi da quando abbiamo iniziato e conoscono bene i nostri obiettivi nonché la nostra realtà e vita in azienda. Queste persone sono ambasciatori dei nostri valori e del senso di comunità proprio di Monti Trentini e sono di conseguenza un supporto importante per l’inserimento di nuove figure e la coesione in azienda.

Sul tema della sostenibilità la nostra azienda ha intrapreso diversi progetti: dai più classici come la reale differenziazione dei rifiuti produttivi e l’autoproduzione per soddisfare il nostro fabbisogno energetico,

ad investimenti più complessi come la decisione di realizzare i nostri prodotti partendo da materiali di scarto provenienti dalla produzione agroalimentare italiana, come ad esempio il riutilizzo del riso e dei gusci d’uovo. Su questo fronte non siamo soli, infatti dal 2012 insieme al Politecnico di Milano e all’Mit di Boston – in quest’ultimo caso con un focus specifico nell’ambito del restauro - seguiamo ricerche per portare sul mercato un numero sempre maggiore di intonaci che siano eco e bio sostenibili, che tradotto significa 100% riciclati e 100% riciclabili. Questa visione di azienda è stata anche sancita da un punto di vista formale, dal 2021 infatti Nerobutto Srl è riconosciuta anche come Società Benefit, il che significa stabilire anche a livello statutario il nostro reale impegno nei confronti della sostenibilità.

La coesione sociale non si trova però solamente all’interno della nostra

178 CASE HISTORYLA VOCE DELLE IMPRESE

Dipendenti

120

Sede Grigno

NEROBUTTO SRL SOCIETà BENEFIT

Settore Lattiero Caseario

Dipendenti

102

Fatturato

€ 40 milioni

Sede Grigno

Fatturato

€ 14 milioni

Settore

Conservazione patrimonio edile

CASEARIA MONTI

Produzione malte intonaci e finiture naturali

TRENTINI SPA

Guardando al sistema industriale e territoriale trentino, qual è secondo lei un elemento strategico su cui investire con convinzione, in modo da sostenere nel concreto la transizione sostenibile?

realtà imprenditoriale ma anche all’esterno, basti pensare al lavoro quotidiano delle aziende agricole e delle aziende di trasporto che raccolgono il latte giornalmente. Il nostro obiettivo è la sostenibilità, intesa non solo come quella ambientale ma anche sociale, attraverso la salvaguardia delle aziende agricole, il benessere animale e il supporto ad associazioni ed attività sul territorio. Casearia Monti Trentini è anche certificata SMETA, ente che certifica i valori etici dell’azienda nei confronti sia dei dipendenti sia della comunità. Il nostro impegno è costante e in linea con il progetto “Duemilatrentino – Futuro Presente” lanciato proprio da Confindustria Trento.

Quando parliamo di sostenibilità è naturale pensare in primo luogo al rispetto dell’ambiente, ma sono convinto che come imprenditori non possiamo prescindere dalla dimensione del rispetto e la cura nei rapporti interpersonali. In ambito aziendale questo significa valorizzare i propri dipendenti e sostenerli costantemente nell’accrescere la loro professionalità. Ho notato spesso che questo aspetto viene sottovalutato e ritenuto secondario, ma non tutti hanno ancora capito che questa è la vera chiave di volte per rafforzare le nostre aziende e raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi. Solo intendendo la sostenibilità in tutte le sue dimensioni e sfaccettature si può ambire a crescere, su questi principi infatti si dovrebbe basare l’equilibrio di ogni azienda.

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Luigi Sartori

CTE spa è un costruttore di piattaforme aeree autocarrate e cingolate e di trasportatori su scala. Work Becomes Easy è la sua filosofia. Oggi l’azienda si conferma tra i leader mondiali del settore con una produzione di piattaforme aeree autocarrate che si attesta a oltre mille unità all’anno e con una rete di dealer presenti in più di cento paesi diversi.

La sostenibilità, declinata nella sua triplice dimensione economica, sociale e ambientale, risulta chiaramente un fattore determinante di crescita, sviluppo e competitività. Quali azioni la sua azienda ha intrapreso in questa direzione?

Sostenibilità vuol dire innanzitutto valorizzazione delle risorse locali. Considerando il nostro caso – quello della Sartorilegno – essendo una segheria abbiamo individuato nel legno una risorsa strategica quale energia rinnovabile. Già 20 anni fa, utilizzando le biomasse provenienti dagli scarti di lavorazione,

abbiamo messo realizzato una centrale di teleriscaldamento a servizio di Fondo (TN) la quale ad oggi soddisfa circa l’80% del fabbisogno termico del paese andando a sostituire le fonti di energia fossili. La centrale viene alimentata totalmente con le cortecce che ricaviamo nella lavorazione dei tronchi. Sempre nell’ottica di attivare processi di economia circolare, negli ultimi tre anni abbiamo realizzato degli impianti che fanno uso di tronchetti, di solito non utilizzati come legno da opera, di segatura e del cippato di legno, tutti provenienti dalla lavorazione della nostra segheria. Ad oggi siamo in grado di lavorare 5.000 tronchetti al giorno e trasformarli in legno da opera. Inoltre abbiamo avviato da poco un impianto di produzione del pellet partendo appunto dagli gli scarti di lavorazione: con corteccia e segatura l’impianto produce 140 ton al giorno di pellet di ottima qualità.

180 CASE HISTORYLA VOCE DELLE IMPRESE

SRL

Con questi ultimi investimenti abbiamo terminato un importante progetto di valorizzazione del legno: dal suo uso canonico, al rimettere nel ciclo produttivo scarti di lavorazione.

SPA

al sistema industriale e territoriale trentino, qual è secondo lei un elemento strategico su cui investire con convinzione, in modo da sostenere nel concreto la transizione sostenibile?

In questo momento ritengo che la priorità sia cercare ricette efficaci per renderci del tutto o almeno parzialmente autonomi nella produzione

energetica, abbiamo il dovere di elaborare serie riflessioni su questo tema. Guardano al Trentino è evidente che il legno e le sue biomasse non vengono valorizzate abbastanza, ad oggi le istituzioni non sono particolarmente attente all’utilità di questa materia prima dalle potenzialità uniche. Credo però che anche le aziende del settore che lavorano nel nostro territorio debbano essere responsabili nel vedere il legno come risorsa a 360 gradi. Non dobbiamo assolutamente perdere o cedere questo prodotto come oggi purtroppo sta succedendo in Trentino, ma dobbiamo valorizzarlo localmente e nel migliore dei modi. Oggi le moderne tecnologie permettono un utilizzo a basso impatto di questa materia prima, proprio per questo il legno dev’essere una risorsa: energetica e generatrice di sviluppo economico territoriale.

Dipendenti 100 Sede Rovereto Settore Metalmeccanico Fatturato € 40 milioni CTE
181
Guardando
Fatturato € 40 milioni Settore Produzione Imballaggi in Legno Sede Fondo Dipendenti 78 SARTORI LEGNO

Elisabetta Montagni

Presente a Trento, Milano e a Lille in Francia, Lizard srl, in qualità di system integrator si occupa della fornitura, consulenza e alta formazione ict nei settori enterprise e telco. Nello specifico ha sviluppato competenze nei settori audio-video, sicurezza informatica, apparati di rete dati e intelligenza artificiale.

La sostenibilità, declinata nella sua triplice dimensione economica, sociale e ambientale, risulta chiaramente un fattore determinante di crescita, sviluppo e competitività. Quali azioni la sua azienda ha intrapreso in questa direzione?

In tutti i nostri prodotti applichiamo il principio e la condizione che operare in una filiera etica sia possibile. Seguiamo scrupolosamente tutti i passaggi della produzione che è 100% Made in Italy, con un controllo costante della qualità e con l’utilizzo di materie prime certificate. Un ulteriore attenzione e rigore viene applicato anche nella

selezione dei filati, privilegiamo infatti lana certificata mulesing-free, cotone ecosostenibile e filato sintetico riciclato. Per il packaging impieghiamo la minor quantità di carta possibile – certificata FSC® - stampata con inchiostri a base vegetale, per le spedizioni utilizziamo scatole composte di cartone riciclato. Infine, questione non meno rilevante, forti della consapevolezza dell’impatto che abbiamo sul mondo intorno a noi, sosteniamo costantemente numerose associazioni del Terzo Settore.

Guardando al sistema industriale e territoriale trentino, qual è secondo lei un elemento strategico su cui investire con convinzione, in modo da sostenere nel concreto la transizione sostenibile?

Mi preme condividere una riflessione partendo dal titolo dell’Assemblea: Transizione Sostenibile. Credo che per attuare nelle aziende questo difficile e necessario passaggio sia fondamentale

182 CASE HISTORYLA VOCE DELLE IMPRESE

gm sport srl

rendersi conto con consapevolezza che la prima persona che lo deve accogliere dentro di sé e farlo suo è l’imprenditore. Noi donne e uomini già molto fortunati perché europei, italiani e trentini siamo ora chiamati a fare un salto qualitativo di coscienza individuale e collettiva per consegnare alle future generazioni un pianeta ancora vivibile. Invito quindi tutti a considerare la transizione sostenibile in primis come una imprescindibile necessità per il nostro mondo ma anche come una grande opportunità per il singolo, un importante momento di cambiamento e crescita. Mettiamoci in discussione, rivediamo i nostri modelli mentali, apriamoci al nuovo, pensiamo ed implementiamo nuovi modi di fare business per poi dare il meglio di noi stessi con la passione e la qualità

che anima l’imprenditore: non vi sto parlando di una suggestiva ed utopica prospettiva ma di una urgenza imprescindibile per il pianeta che abitiamo.

Infine vorrei chiudere con una considerazione: spesso sento dire che la sostenibilità è più un tema che coinvolge noi donne e che afferisce alla sfera della sensibilità, tuttavia non credo sia una materia di genere né tantomeno di sensibilità. Riguarda invece l’etica, quell’insieme di valori quali ad esempio la libertà, la giustizia, il rispetto, l’onestà, la responsabilità, le basi su cui gli individui determinano il loro comportamento e determinano la possibilità della sopravvivenza dei sistemi democratici e quindi della convivenza civile.. Aiutiamoci tutti, in questo complicato periodo di crisi internazionale, a diventare persone e imprenditori migliori.

183 Fatturato € 1,6 milioni Settore Tessile Sede Trento Dipendenti 6 CALze

HANNO DETTO

“Occorre costruire una cultura della risorsa umana come fattore dello sviluppo economico: spesso la sfida tecnologica tende a fare dimenticare il ruolo e la centralità dell’individuo.”

“Lo sviluppo serve a creare la felicità delle persone. Si deve educare e partecipare al cammino di un “noi” condiviso, per essere più forti ed evitare un percorso autoreferenziale e non sinergico.”

“Un fattore positivo per il territorio trentino è la capacità di resilienza degli imprenditori. Tuttavia, la società non si può affidare alla generosità degli imprenditori per risolvere i problemi, occorre un tavolo per discutere insieme dei costi e delle opportunità legate al mondo dell’impresa.”

“Il Trentino deve porre la sostenibilità al centro delle proprie strategie, secondo un approccio non ideologico, bensì territoriale e declinato sulla specifica realtà trentina. Quanti risiedono fuori dal Trentino ne hanno una percezione positiva grazie ai principi sani e alla vocazione del nostro territorio verso la sostenibilità.”

“Dobbiamo mettere i giovani nelle condizioni di avere garanzie per costruire un proprio progetto di vita e professionale Oggi ci sono tante uscite e poche entrate, che alimentano il deficit demografico. Nonostante l’elevato tasso di natalità del Trentino, tra 10-15 anni il tema demografico diventerà ancora più urgente.”

“Si deve investire di più sulle strutture residenziali per chi decide di venire a lavorare in Trentino. Esistono strutture alberghiere dismesse, ma le associazioni di categoria devono credere in questo percorso sviluppando specifiche iniziative imprenditoriali, all’interno delle quali il settore pubblico può fare da regia.”

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“Implementare il PNRR è centrale per il Trentino e la sostenibilità è la strada principale da seguire. Da questo punto di vista, non va trascurata la sostenibilità economica, perché le risorse a debito dovranno essere restituite. Inoltre, la sostenibilità va promossa anche all’interno dei processi decisionali, garantendo la partecipazione pesata di tutti gli attori.”

“Il territorio ha una forte visibilità nell’ambito della sostenibilità ambientale, del rispetto della natura e delle innovazioni in ambito industriale. I criteri ESG (Environment, Social, Governance) devono guidare non solo le aziende private - che sono tenute a promuoverli per temi di rendicontazione - ma anche le amministrazioni pubbliche, che dalla promozione di questi fattori possono trarre benefici in termini di attrattività.”

“Il Trentino possiede un fattore distintivo: permette un’alta qualità della vita e nel periodo post-pandemico questo fattore sta diventando sempre più importante e cruciale per l’attrattività del nostro territorio.”

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Achille Spinelli (Assessore allo Sviluppo Economico, Ricerca e Lavoro, Provincia autonoma di Trento) VOCI DAL TERRITORIO

(Vice Presidente e Assessore all’Urbanistica, Ambiente e Cooperazione, Provincia autonoma di Trento)

“La sostenibilità coinvolge in modo trasversale diverse dimensioni e il Trentino vanta una forte tradizione di cooperazione, condivisione e partecipazione, come testimoniato dalla Strategia provinciale per lo Sviluppo Sostenibile (SproSS) che declina a livello locale gli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030 dell’ONU e della Strategia nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, il Piano energetico e ambientale 2021-2030, con 12 strategie per ridurre del 55% le emissioni climalteranti entro il 2030, e il programma Trentino Clima 2021-2023, con le relative azioni di adattamento e mitigazione.”

“La promozione delle fonti energetiche rinnovabili – anche tramite le comunità energetiche – è in grado di generare molteplici vantaggi per il territorio e le sue comunità: economici, grazie ai minori costi dell’energia e all’autonomia energetica, sociali, in quanto aprono a nuovi paradigmi di condivisione e cultura delle sostenibilità, e ambientali, grazie all’azzeramento delle emissioni climalteranti e alla migliore qualità dell’aria.”

Stefania Terlizzi

(Direttrice, Agenzia del Lavoro)

“La formazione deve essere progettata in una logica di filiera per soddisfare il fabbisogno delle imprese: occorre costruire un legame sempre più stretto tra Università, Imprese e Agenzia del Lavoro per fare crescere le competenze che servono al sistema produttivo del Trentino.”

“Oggi vi sono strumenti, come i dottorati industriali, che possono aiutare a creare le competenze che mancano in Trentino; occorre anche riconoscere premialità per le imprese più innovative e attrarre grandi gruppi industriali per far crescere la vocazione del territorio in ambito scientifico e green e risultare più attrattivi verso le nuove generazioni.”

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“Quale ente strumentale della Provincia che si occupa di promuovere e valorizzare le attività e i risultati scientifico-tecnologici dei propri fondatori – Università di Trento, Fondazione Edmund Mach, Fondazione Bruno Kessler e Trentino Sviluppo – Fondazione HIT mette in contatto il mondo della ricerca con quello delle imprese e della pubblica amministrazione per favorire l’introduzione di nuove tecnologie e conoscenze sul mercato”.

“Fondazione HIT – attraverso il Digital Innovation Hub con Confindustria Trento – analizza il fabbisogno tecnologico delle imprese e favorisce la loro innovazione e lo sviluppo di soluzioni di open innovation attraverso i risultati della ricerca trentina Si occuperà presto anche di foresight per immaginare correttamente l’evoluzione futura dei trend tecnologici di ricerca per orientare l’innovazione presente e futura sulla base di questa conoscenza”.

“Una sfida per il Trentino è rafforzare la qualità della vita e del contesto economico-sociale a 360 gradi: il sistema imprenditoriale, della ricerca e la politica devono creare le condizioni (un lavoro di qualità, una corresponsione economica adeguata, sistemi di welfare aziendale) per trattenere i residenti e attrarre in Trentino chi proviene da altri territori”.

Barbara Poggio (Prorettrice alle politiche di equità e diversità; Professore ordinario presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Trento)

“In ottica prospettica, occorre lavorare di più sulla contaminazione tra discipline nella proposta formativa: dobbiamo pensare a un modello che non porti solo le lauree umanistiche più vicino alle STEM, ma che integri le stesse STEM nei percorsi umanistici. Questa contaminazione può produrre figure professionali più ricche e, soprattutto, permettere di affrontare le sfide future sul mercato del lavoro.”

“Il Trentino è un territorio a forte vocazione turistica e deve valorizzare e salvaguardare le proprie specificità, senza pregiudicare il sistema sociale e ambiente. Serve un modello di governance allargata e condivisa: si può collegare sostenibilità e attrattività solo coinvolgendo tutti gli attori del territorio.”

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VOCI DAL TERRITORIO

“La transizione sostenibile è una opportunità per le imprese, perché significa miglioramento dell’ambiente di lavoro e, di conseguenza, un miglior rapporto vita-lavoro.”

“Va incentivato il lavoro femminile, soprattutto in un momento in cui le aziende non riescono a trovare lavoratori. Un discorso simile vale per i giovani, per i quali vi è un problema retributivo: in assenza di livelli adeguati di retribuzione, non si creano prospettive di crescita lavorativa.”

“Auspico che si aiuti il giovane nella scelta del proprio percorso scolastico, comprendendo quali saranno le tendenze del mercato del lavoro. Come CISL sosteniamo la definizione di una certificazione delle competenze dei lavoratori. Per fare ciò serve maggiore coinvolgimento del mondo accademico, coniugando le competenze imparate sui banchi di scuola e quelle apprese sul luogo di lavoro.”

Vittorio Marangoni (Presidente, Marangoni Spa; Amministratore Delegato, Marangoni Holding Spa)

“La Marangoni ha optato per un cambio strategico radicale e ha deciso di concentrarsi sulla filiera della ricostruzione degli pneumatici in chiave circolare, nella logica di salvaguardia e risparmio della materia prima. Si è voluto guardare ad una prospettiva futura di lungo termine, determinando una riorganizzazione totale del gruppo e del suo modello di business.”

“Riciclare i pneumatici comporta tre benefici: sul fronte sociale, si ottiene un prodotto di alta qualità, ad elevato valore aggiunto e realizzato in Europa, in una filiera che genera posti di lavoro locali, anche nella fase dei servizi; sul fronte economico, la rigenerazione dello pneumatico triplica il numero di km percorribili e riduce il costo unitario per km; in termini ambientali, ridefinisce la “gerarchia del rifiuto” perché il prodotto dura il più possibile e può essere utilizzato per la stessa funzione che aveva in origine.”

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“La Provincia Autonoma di Trento, così come quella di Bolzano, ha importanti competenze in materia di autonomia. Un ambito di crescente importanza è quello del welfare: una sinergia tra sistema assicurativo ed ente pubblico sulla previdenza complementare oggi è fondamentale per dare un futuro previdenziale non solo ai dipendenti della P.A., ma anche agli imprenditori e agli agricoltori e nel campo della non autosufficienza.”

“Il settore assicurativo ha bisogno di indicatori comparabili in termini di sostenibilità delle imprese, attraverso la definizione di uno standard e la previsione di un ente che lo certifichi. Pervenire a parametri qualitativi, anche ‘esterni’ allo specifico rischio da coprire, consente di comprendere e misurare la serietà dell’impresa rispetto alle policy ambientali e sociali adottate, ad esempio in tema di prevenzione di incendi e di corretta fabbricazione dei prodotti immessi sul mercato.”

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VOCI
DAL
TERRITORIO

IN COLLABORAZIONE CON

Un ringraziamento speciale a tutti i collaboratori di Confindustria Trento che hanno contribuito alla stesura del Position Paper.

MAIN PARTNER

Stampa su car ta riciclata Fedrigoni Freelife Vellum proveniente da una foresta e da una filiera di approvvigionamento gestite in modo responsabile, con cer tificazione FSC.

Concept e grafica: KILLERIDEA

Stampa: tipografia Esperia

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