Trentino Industriale agosto - settembre 2024

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In quale direzione sta andando la liera del legno?

Le imprese del settore verso la transizione sostenibile del Trentino

SPECIALE ASSOCIAZIONE

Lavoro e mismatch: operazione ascolto Energia: un periodo caldo di incentivi

EDUCATION

Scuola e industria ancora insieme

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Queste sono le quattro parole chiave che muovono l’azione di Accademia d’Impresa, scuola di formazione della Camera di Commercio I.A.A. di Trento. Servizio, Innovazione, Territorio, Imprenditorialità

Ti aspettiamo per percorrere, al tuo fianco, un tratto di strada. Quella del tuo successo.

7 Dialogo, rinnovamento e crescita

Portiamo i giovani nelle nostre imprese

Lavoro e mismatch: operazione ascolto

Nuove dinamiche generazionali

17 Innovazioni tecnologiche: quale impatto sul lavoro? 20 Legno Trentino: innovazione, design e sostenibilità

23 Ciresa Srl fa cantare il legno

25 Eccellenza artigianale: l’essenza di Barozzi

30 Dal legno all’edilizia off-site

33 Vito Vender, il visionario del legno aziende

35 Dream Srl: vent’anni di innovazione

38 Tama Aernova cresce e raddoppia

41 La realtà Fir: 50 anni di traguardi

43 Antonio Basso: 10 anni a Grigno associazione

45 Orefice alla guida del Comitato Regionale

47 Un periodo caldo di incentivi innovazione

49 Il team “Bm Group Polytec” vince Ipsp education

50 Scuola e industria in sinergia per “Tu sei” internazionalizzazione

54 Rischio e protezione nel commercio tedesco

56 Una porta per l’Africa Subsahariana

Direttrice Responsabile

Silvia Bruno

Comitato di Redazione

Francesco Orefice

Roberto Busato

Alessandro Santini

Nicolò Andreini

Paolo Angheben

Andrea Marsonet

Eduard Martinelli

Maria Cristina Poletto

Luca Ribaga

Redazione

Stefania Cipriani

Direzione, Redazione e Amministrazione

Palazzo Stella, Via Degasperi, 77

38123 Trento

T 0461 360000 | F 0461 933551

Internet: www.trentinoindustriale.com e–mail: trentino.industriale@confindustria.tn.it

Progetto grafico GRAFFITI – It’s Communication

Impaginazione e stampa Litografica Editrice Saturnia Via Caneppele, 46 - Trento

Editore

Associazione degli Industriali della Provincia di Trento

Pubblicità

Assoservizi Srl | Via Degasperi, 77 | Trento | T 0461 360000

Autorizzazione del Tribunale di Trento N. 71 del 10 febbraio 1990

Le tesi espresse nelle rubriche e negli articoli firmati impegnano soltanto l’autore e non rispecchiano quindi necessariamente le opinioni della rivista.

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

INFORMATIVA

Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, si informano i destinatari del periodico che i dati dei medesimi sono conservati – con la garanzia di massima sicurezza – nell’archivio informatico del Titolare del trattamento: Associazione degli Industriali della Provincia di Trento via Degasperi 77 – 38100 TRENTO. Tali dati saranno utilizzati esclusivamente per l’invio del periodico e di eventuali allegati.Ai sensi dell’art. 7 del citato D.Lgs., destinatari hanno diritto di conoscere, aggiornare, rettificare, cancellare i dati, nonché di esercitare tutti i restanti diritti ivi previsti mediante comunicazione scritta al Titolare del trattamento.

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il nostro periodico è anche online compresi i numeri arretrati trentino.industriale@confindustria.tn.it

TRENTINO INDUSTRIALE

Anno 65 | N. 4 Agosto - Settembre 2024

PUBBLICITÀ

La pubblicità su Trentino Industriale significa: 6 mila copie ogni numero; invio a tutte le industrie aderenti a Confindustria Trento e ad un selezionato elenco di imprese artigiane, turistiche, commerciali e di servizi; invio ai professionisti trentini: ingegneri ed architetti, commercialisti e consulenti aziendali, notai ed avvocati, giornalisti...; invio a università, istituti di ricerca, scuole e centri di formazione professionale; articoli, servizi, firme autorevoli e interviste a personaggi di spicco; presentazione di aziende, loro attività e prodotti ad una vasta e competente platea di lettori; autorevolezza di una voce “targata” Confindustria.

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I prezzi indicati vanno maggiorati di IVA. L’editore si riserva di valutare di volta in volta la compatibilità con la rivista dei messaggi pubblicati proposti.

EVOLUZIONE Trentino 5.0

Al tuo fianco nella trasformazione.

Portiamo le imprese trentine verso un futuro sostenibile e innovativo.

La nostra visione? Un Trentino 5.0 costruito insieme. Perché la trasformazione è un viaggio e noi siamo al tuo fianco ad ogni passo. Confindustria Trento: il tuo alleato, oggi e domani.

Dialogo, rinnovamento e crescita

Ho trascorso alla guida di questa Associazione oltre cinque anni.

Se dovessi tradurre in poche righe il senso del lavoro che Confindustria Trento ha condotto in questo torno di tempo, direi che abbiamo cercato di concorrere alla crescita del nostro territorio, tracciando la strada per un Trentino più equo, più inclusivo, più sostenibile e più attento ai bisogni delle persone.

Credo che le imprese siano degli ingranaggi della comunità, e che per questo debbano ritenersi responsabili della qualità della vita e del lavoro. L’ho detto fin dal primo momento e in questo senso ho cercato di imprimere un indirizzo per certi versi inedito alle attività della nostra Associazione, spostando il focus del nostro lavoro dall’interesse esclusivo di una parte all’interesse generale.

Aperti al dialogo, propositivi, solidali: eravamo pronti ad esserlo nella buona sorte, lo siamo stati anche nella cattiva. Abbiamo profuso uno sforzo straordinario nelle emergenze, operando a favore di tutta la comunità. Non abbiamo fatto distinzioni di categoria - per fare un esempio tra tanti - quando ci è stato chiesto, ai tempi del Covid, di procurare dispositivi di protezione individuali introvabili e supporto nella logistica delle campagne vaccinali.

L’interesse di tutti abbiamo perseguito dunque in tempo “di pace”, quando la tregua dalle emergenze ci ha consentito di chiederci cosa avremmo potuto fare per aiutare il Trentino ad essere la versione migliore di sé.

Su questa strada abbiamo camminato, tendendo la mano a quanti volessero condividere il più sensato dei percorsi possibili. Non conto gli appelli alla condivisione, alla partecipazione, alla collaborazione, che la nostra Associazione ha lanciato al privato e al pubblico: a imprenditrici e imprenditori, alle cittadine, ai cittadini e alle comunità, alla politica e alle istituzioni, alle altre parti sociali. Tanto più per questo, si comprenderà bene con quanta amarezza abbiamo assistito all’epilogo del processo elettivo che ha portato al rinnovo degli organi della Camera di Commercio di Trento.

Resteremo sempre disponibili al confronto e alla collaborazione, affinché tutte le componenti del sistema economico trentino possano essere rappresentate nella Giunta Camerale. Sbaglia chi immagina dietrologie e chi ha fatto di questo episodio una questione personale: non stiamo parlando di rapporti tra persone, ma dei rapporti tra le Organizzazioni che rappresentiamo.

Continueremo a credere che la Camera debba e possa diventare il "luogo del dialogo" tra le rappresentanze del mondo economico, sindacale e sociale del nostro Trentino.

La nostra Autonomia ci obbliga all'assunzione di scelte che determineranno il futuro nel medio periodo e pertanto affrontiamo con serenità ma anche con consapevolezza e responsabilità le scelte che siamo chiamati a fare. Il futuro dipende da noi!

Fausto Manzana

Presidente di Confindustria Trento

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il punto

Portiamo i giovani nelle nostre imprese

Spesso si dice: “i giovani sono il nostro futuro”. Ma se vogliamo davvero cambiare marcia, innovare e far crescere il nostro territorio, il mantra dovrebbe essere: “i giovani sono il nostro presente”.

Il Trentino è tra i territori che hanno maggiormente bisogno di spostarsi sulla seconda prospettiva, considerando ad esempio che siamo al 18° posto (su 21 regioni) in Italia, nel 2023, per incidenza dei giovani nelle assunzioni.

L’inserimento dei giovani in azienda deve essere una priorità, perché possono portare nuovi approcci e competenze che, unite all’esperienza dei senior, possono fare la differenza e rendere più competitive le imprese. Serve, però, comprendere quali siano le loro esigenze e aspettative, per creare le opportunità che cercano e per diventare attrattivi, sia come imprese che come territorio.

La nostra operazione ascolto, avviata nei mesi scorsi, ha voluto far dialogare il mondo delle imprese e quello dei giovani per capire quanto le posizioni siano davvero distanti e quanto, piuttosto, si tratti di individuare gli strumenti e i linguaggi più adatti.

I risultati della nostra indagine, presentati in questo numero di Trentino Industriale, ci rendono particolarmente fiduciosi, per diversi motivi.

Il primo è senza dubbio l’ampia adesione degli studenti, circa 500, che hanno deciso volontariamente di partecipare alla nostra iniziativa, a dimostrazione del desiderio dei giovani di sentirsi ascoltati ed essere attori del cambiamento. L’ampia adesione delle aziende, 150 (il 25% circa degli associati di Confindustria Trento), testimonia invece la volontà delle imprese di affrontare il tema con forza.

Un altro grande spunto di riflessione da trasformare in azioni positive, tra i tanti che sono emersi dallo studio, è proprio il tema della comunicazione e delle informazioni. Il fatto che 7 studenti su 10 non si ritengano abbastanza informati sulle opportunità lavorative che il Trentino può offrire ci mette di fronte a un obiettivo sfidante e stimolante: comunicare di più e meglio, insieme. Come Associazione, da anni promuoviamo progetti di collaborazione tra scuola/ università e imprese e sapere che questo canale sia di gran lunga il preferito dagli studenti per scoprire nuove opportunità ci dà forza per continuare questo impegno nel fare dialogare le due componenti, che sono due facce della stessa medaglia.

Il tema dei giovani nel mondo del lavoro deve essere un collante che ci unisce, non solo tra categorie economiche, ma anche e soprattutto con le Istituzioni e la Comunità. Se saremo in grado di affrontare questa sfida insieme i risultati sono certo che arriveranno. Per questo motivo la nostra iniziativa nasce per essere principalmente uno stimolo al coinvolgimento di tutti gli attori attivi sul tema “giovani e lavoro” e dare seguito a questo impegno. Come? La volontà è quella di creare un osservatorio permanente sul mismatch tra domanda e offerta di lavoro, in particolare per i giovani, ampliandolo e arricchendolo di contenuti senza mai perder di vista l’obiettivo: ascoltare, agire e comunicare.

Roberto Busato Direttore Generale di Confindustria Trento

Lavoro e mismatch: operazione ascolto

Per affrontare la sfida della difficoltà di reperimento di personale, il primo passo è l’ascolto e la comprensione di fabbisogni e aspettative di entrambe le parti per poi unire i fili tra domanda e offerta.

SECONDO gli ultimi dati di Unioncamere-Excelsior di agosto 2024, in Trentino le entrate di difficile reperimento rappresentano il 51,9% sul totale. Una criticità che accomuna tutti i settori e per cui il detto “mal comune mezzo gaudio” non è in nessun modo applicabile. Il mal comune può e deve essere però il facilitatore di un’azione condivisa tra tutti gli attori, pubblici e privati, che sono in grado di plasmare la qualità della vita di un lavoratore nel suo complesso.

Quali azioni compiere? L’obiettivo comune deve necessariamente riguardare l’attrattività di un territorio, sia per le persone che già lo vivono, in ottica di retention, sia per quelli che dovrebbero scegliere di cambiare per migliorare la propria condizione lavorativa e di vita.

Se entriamo però nello specifico delle cause per cui alcune posizioni lavorative sono così difficili da trovare, la risposta non è così scontata, soprattutto quando si parla delle nuove generazioni che stanno rivoluzionando il modo di concepire il lavoro. Dall’altra parte, conosciamo davvero i fabbisogni delle imprese e, soprattutto, ciò che offrono ai giovani? Spesso le asimmetrie informative non aiutano il matching tra domanda

e offerta mentre altre volte è necessario un maggiore allineamento sistemico all’interno della filiera Scuola-Università-Formazione continua.

Da questi presupposti nasce la survey bidirezionale, sviluppata da Confindustria Trento con il supporto scientifico di The European House - Ambrosetti, come appendice di analisi all’interno del quarto capitolo del progetto di visione Duemilatrentino. Una survey bidirezionale in quanto strutturata in maniera parallela con diversi quesiti speculari e somministrata sia alle imprese, per mappare i fabbisogni e la loro offerta, sia ai giovani studenti (scuole superiori di secondo grado, alta formazione professionale e Università) per comprenderne le aspettative rispetto al mondo del lavoro.

Partendo dal tema centrale dell’attrattività del territorio, la survey per le imprese è andata a comprendere i fabbisogni professionali, i canali e gli strumenti attivati per l’attrazione del personale e le strategie introdotte per il mantenimento e la formazione dei giovani neoassunti. Avere contezza di ciò che le imprese fanno ci permette di comprendere meglio quali siano i driver su cui lavorare per migliorare il matching e rafforzare le collaborazioni con il sistema formativo in maniera strategica.

Dagli studenti abbiamo voluto capire come percepiscono il territorio trentino in termini di opportunità di lavoro e qualità della vita e quali sono le loro prospettive future. L’aspetto importante è capire le motivazioni e le aspettative dei giovani rispetto alla scelta di un posto di lavoro perché è lì che possiamo cercare e trovare dei punti di incontro, trattenendoli o facendoli tornare.

Dal punto di vista metodologico, le due survey parallele hanno permesso di sovrapporre le risposte dei due campioni per individuare, su alcuni aspetti specifici, le distanze che separano la domanda dall’offerta. I risultati della survey sono stati presentati in anteprima durante la conferenza stampa del 26 agosto, tenutasi presso Palazzo Stella per poi essere approfonditi, congiuntamente al lavoro di sintesi finale svolto sul progetto Duemilatrentino, durante l’Assemblea di Confindustria Trento, l’8 ottobre a Riva del Garda.

I risultati ci restituiscono diverse conferme e alcune evidenze

di

inaspettate che, analizzate in maniera correlata, aiutano a individuare alcuni ambiti d’azione su cui lavorare, come sistema, per contrastare questo fenomeno. Di seguito vengono riportati degli highlights interessanti.

Poca consapevolezza: se pure quasi la metà del campione degli studenti ritiene di vivere in un territorio che offre un livello di opportunità alto o molto alto, il 67% degli studenti non si ritiene abbastanza informato sulle opportunità lavorative presenti in Trentino. Questo dato da una parte ci pone davanti a una poca capacità del sistema di comunicare al meglio le opportunità lavorative che il nostro territorio offre ma, guardando in prospettiva, ci stimola a migliorare i nostri metodi per arrivare a questa grande platea ancora poco informata.

Canali diversi: i risultati ci mostrano come domanda e offerta passano spesso da canali di co-

termini di conoscenza delle opportunità il primo canale desiderato dagli studenti è quello dei progetti tra Scuola-Università e Impresa (circa il 70%) mentre solo il 28% delle imprese li realizza come modalità di presentarsi agli studenti. Due aspetti ci permettono di ragionare insieme ai diversi stakeholders per creare davvero un canale di comunicazione delle opportunità che sia adatto alle nuove generazioni.

Numero di posizioni aperte nell’industria: abbiamo chiesto alle imprese quali fossero i loro fabbisogni professionali attuali in termini numerici, con una suddivisione per funzioni aziendali. A livello macro le 150 imprese coinvolte sono alla ricerca di circa 1000 nuove persone. Un dato eclatante se relazionato al numero di entrate previsto nell’intera provincia, secondo la stima di Excelsior-Unioncamere, che nel mese di agosto ne prevede 4000. Ciò vuol dire che le nostre 150 imprese rappresentano il 25% delle posizio-

Executive Master of

Business Administration EMBA Trento

L’Executive Master of Business Administration (EMBA) delle Università di Trento e di Udine, progettato in collaborazione con Confindustria Trento e Udine, ha l’obiettivo di accelerare la crescita professionale dei partecipanti attraverso un percorso di alta formazione, capace di prepararli ad essere motori di innovazione e cambiamento. Il percorso è volto anche a favorire la competitività delle organizzazioni alle quali i frequentanti appartengono, stimolando lo scambio fra esperienze culturali e professionali di diversa natura.

Nel corso delle lezioni e durante le testimonianze aziendali, i partecipanti all’Executive MBA acquisiscono una visione integrata e strategica della gestione d’impresa, sviluppando solide competenze manageriali.

L’EMBA proposto è un percorso specialistico universitario di assoluta eccellenza che consente di ottenere 60 CFU. I docenti di chiara fama che vi insegnano sono stati selezionati in Italia e all’estero per il loro alto profilo.

La partnership con alcune associazioni industriali consente ai discenti l’accesso ad un ecosistema di relazioni ad alto potenziale. La tipologia di frequenza prevista (struttura part-time, indicativamente un weekend al mese) consente di conciliare questo impegno con un percorso professionale avviato, tipico dell’utenza executive.

Grazie a contributi pubblici e privati, questo EMBA riesce a coniugare elevata qualità ad un profilo di costo equo.

Tipologia:

Master universitario. Lezioni erogate in presenza: indicativamente un weekend al mese (venerdì h 17-21 e sabato h 08.30-17.30)

Periodo di svolgimento: novembre 2024-novembre 2026

Posti disponibili: 30

emba@uniud.it

Contenuti:

Bilancio, finanza e controllo; Strategia e internazionalizzazione; Produzione, logistica, qualità; Organizzazione e lavoro; Marketing e comunicazione; Soft skills.

www.uniud.it/emba-trento

SCHEDA MASTER

lungo periodo, agendo quotidianamente con azioni che fanno parte di un percorso

che dobbiamo percorrere per diventare davvero il luogo ideale per lavorare e vivere.

Settori più attrattivi: d’altra parte, alla domanda posta agli studenti su quali siano i settori che offrono più opportunità lavorative, la risposta dei giovani delle scuole superiori si è diretta verso il turismo, mentre per Università e AFP i settori dell’Energia e ambiente e dell’ICT vengono percepiti come più attrattivi. Anche questo dato ci permette di fare una riflessione sul lavoro di sistema che ancora è necessario, soprattutto in fase di orientamento dei giovani e delle loro famiglie, per comunicare al meglio le opportunità di settori industriali che, oltre a creare posti di lavoro, offrono delle condizioni di alto livello per i giovani.

lungo periodo, agendo quotidianamente con azioni che fanno parte di un percorso definito, è la strada che dobbiamo percorrere per diventare davvero il luogo ideale per lavorare e vivere.

Risposte alla domanda: «Ti senti adeguatamente informato sulle opportunità di lavoro disponibili presso le aziende in Trentino?»

Salari competitivi: in ottica di qualità del lavoro gli stipendi che le imprese sono disposte a pagare per un giovane sono maggiori rispetto alle aspettative degli studenti stessi. Il 69% degli studenti universitari accetterebbe uno stipendio inferiore ai 24k lordi mentre il 73% delle imprese offrirebbe un salario superiore ai 24k lordi. Un risultato che ci rassicura su una tematica centrale come quella dei salari e che ci permette di lavorare su tutti gli aspetti che parallelamente vengono ritenuti come fondamentali per gli studenti: welfare, flessibilità, formazione.

Restare in Trentino: il 47,1% degli studenti desidera restare a lavorare in Trentino nel prossimo futuro. La stessa percentuale scende al 33% per il cluster degli studenti universitari. I principali motivi per cui uno studente ha intenzione di stare in Trentino a lavorare sono l’alta qualità della vita e la possibilità di conciliare vita e lavoro, due aspetti che diventano strategici anche in ottica di attraction, oltre che di retention. In generale, trattenere 1 studente su 2, se trasposto alla totalità degli studenti, sarebbe senza dubbio positivo per il territorio. In un mondo del lavoro che mai prima d’ora aveva visto convivere 5 generazioni all’interno di un’impresa, con un calo demografico importante e già in corso da anni, il primo passo per unire i pezzi è ascoltare. Ciò che si è ascoltato deve essere funzionale all’ideazione di progetti e strategie e alla messa a terra di azioni pratiche che portino a risultati tangibili e loro monitoraggio. Ampliare gli orizzonti e guardare al lungo periodo, agendo quotidianamente con azioni che fanno parte di un percorso definito, è la strada che dobbiamo percorrere per diventare davvero il luogo ideale per lavorare e vivere.

Risposte alla domanda: «Ti senti adeguatamente informato sulle opportunità di lavoro disponibili presso le aziende in Trentino?»

Confronto tra aspettative sui salari percepibili da diplomati e laureati al primo lavoro e salari offerti

Nuove dinamiche generazionali

Le aziende devono valorizzare la diversità generazionale per rimanere competitive in un contesto di crisi demografica e innovazione tecnologica. Investire nei dipendenti over 50 è fondamentale.

IN un contesto segnato da grande complessità, che vede, da un lato, una sempre più marcata crisi demografica e un conseguente invecchiamento della popolazione, e dall’altro l’avanzata dell’intelligenza artificiale (IA) e un evidente skill mismatch, il mondo del lavoro sta vivendo grandi trasformazioni in Italia. Tra le più significative, si prevede che entro il 2030 il 41,6% della forza lavoro sarà composto da persone over 50. In questo scenario, la diversità generazionale (o age diversity) diventa un aspetto cruciale che le aziende devono saper valorizzare per rimanere competitive e inclusive. La presenza di persone di diverse fasce d'età all'interno di un'organizzazione può portare, infatti, una ricchezza di esperienze, competenze e prospettive differenti, contribuendo alla

HR

Group Confindustria Trento:

creatività e all'innovazione aziendale. Tuttavia, affinché ciò avvenga, è fondamentale portare avanti un'attenta riflessione su quali azioni intraprendere per far fronte al cambiamento in atto e per promuovere un ambiente inclusivo, collaborativo e performante garantendo, così, la competitività sul mercato.

Accrescere la consapevolezza aziendale e valorizzare le differenze generazionali

All’interno delle aziende convivono attualmente almeno quattro generazioni: i Baby Boomers, la Generazione X, i Millennials e la Generazione Z. Ciascuna porta con sé caratteristiche uniche, influenzate dal periodo storico in cui è cresciuta, dalle tecnologie con cui ha avuto a che fare e dai valori che la definiscono. Per garantire una convivenza armoniosa e produttiva tra queste generazioni, guardando al benessere e allo sviluppo delle persone, è fondamentale che le organizzazioni siano consapevoli della necessità di intraprendere una strategia di crescita nel medio-lungo periodo che tenga conto delle differenze esistenti. Ciò significa promuovere una cultura aziendale che valorizzi le diversità e le peculiarità di ciascuno, superando i bias cognitivi e favorendo un mix generazionale in cui ciascuno possa apprendere dall’altro, in un’ottica di continuous learning. In questo contesto, anche a fronte dell’attuale invecchiamento della popolazione, investire sui dipendenti over 50 e valorizzare la loro esperienza diventa essenzia -

Incontro sul Volontariato d’Impresa e Cambiamento Generazionale

Il tema delle nuove dinamiche generazionali nel mondo del lavoro è stato al centro dell’ultimo incontro dell’HR Group, svoltosi nel mese di giugno. All’evento, introdotto da Andrea Marsonet , responsabile Area Lavoro e Welfare, sono intervenute Sara Gherpelli e Marta Sansoni con degli approfondimenti sul tema del volontariato d’impresa e Sara Campedelli , direttore HR di Aquafil Spa, che ha condiviso la sua testimonianza sull'argomento. La discussione si è poi focalizzata sull'evoluzione dell'assetto generazionale nelle aziende, con i contributi di Sara Bragadin e Loris Battan di Adecco Italia, che hanno presentato strumenti e strategie per affrontare al meglio l'aging aziendale.

le, anche per favorire la crescita dei profili più giovani: i lavoratori senior portano con sé una profonda conoscenza del settore, una comprensione delle dinamiche aziendali e un bagaglio di competenze soft, come l’organizzazione del lavoro e la gestione dello stress, che possono essere molto preziose per i più giovani. Al contempo, è centrale che le aziende sappiano creare ambienti di apprendimento bidirezionale, agevolando lo scambio di informazioni e la condivisione di conoscenze tra le diverse generazioni, attraverso programmi strutturati di mentoring e reverse mentoring, grazie ai quali non solo i più giovani acquisiscano competenze tecniche e strategiche dagli over 50, ma anche i profili senior possano aggiornarsi sulle nuove tecnologie, metodologie e approcci, grazie all’apporto dei colleghi junior.

Far fronte alle nuove competenze richieste: l’importanza del continuous learning

Secondo i dati del World Economic Forum, nei prossimi cinque anni il 44% delle competenze maggiormente richieste dalle aziende cambierà. Tra quelle in crescita spiccheranno, in particolare, le competenze cognitive, il pensiero creativo, il pensiero analitico e l’alfabetizzazione tecnologica, sempre più richiesta con l’avvento dell’intelligenza artificiale e dei big data. Per prepararsi a questo cambiamento, è necessario che le aziende investano in programmi di formazione continua, anche attraverso attività di upskilling e reskilling che permettano ai dipendenti di acquisire nuove competenze e aggiornare quelle già in loro possesso.

Talent acquisition e talent attraction: approccio skill-first ed employer branding

Se, dunque, internamente il continuous learning rappresenta un fattore chiave per garantire la competitività dei lavoratori sul mercato, le aziende dovranno tenere in considerazione l’evoluzione delle competenze anche dal punto di vista del reclutamento dei nuovi talenti. Una strategia che può risultare vincente, in tal sen -

so, è l’adozione di un approccio orientato alle competenze, il cosiddetto skill-first approach, secondo il quale la selezione dei candidati si basa principalmente sulle competenze sviluppate dalla persona, rispetto ad altri criteri tradizionalmente presi in considerazione.

Parallelamente, la talent attraction rappresenta una leva essenziale per le aziende. In tal senso ogni realtà è chiamata sempre più a contraddistinguersi anche per l'ambiente di lavoro che offre e per i valori che promuove. Oggi, infatti, i talenti cercano aziende in cui possano riconoscersi a livello valoriale e sviluppare un percorso di crescita professionale a lungo termine. Ecco allora che investire in attività di employer branding capaci di mettere in luce tali aspetti risulta una strategia vincente per creare valore per il brand aziendale, comunicandone la distintività e l’unicità.

Il cambiamento demografico e tecnologico richiede, dunque, una trasformazione profonda delle aziende. Solo le organizzazioni che sapranno adattarsi a questi cambiamenti, investendo nelle persone e promuovendo un ambiente di apprendimento continuo, potranno affrontare con successo le sfide del domani. Il futuro del lavoro è intergenerazionale e tecnologico, e le aziende devono essere pronte a cogliere queste opportunità per prosperare.

Innovazioni tecnologiche: quale impatto sul lavoro?

L'IMPATTO delle tecnologie emergenti sui modelli lavorativi è la tematica scelta da Umana e Confindustria Trento per un momento di approfondimento e confronto organizzato a inizio luglio allo Smact Competence Center di Rovereto. “Verso il lavoro di domani: innovazioni tecnologiche e visioni per il futuro” il titolo dell’evento, promosso in collaborazione con lo stesso Smact e rivolto alle aziende trentine, che hanno potuto ottenere indicazioni utili su come prepararsi al cambiamento e cogliere nuove opportunità dalle trasformazioni tecnologiche in atto. Durante l’incontro, particolare attenzione è stata dedicata all’Intelligenza Artificiale Le riflessioni della presidente di Umana Caprioglio, che ha chiuso i lavori dell’evento organizzato da Umana e Confindustria Trento allo Smact Competence Center di Rovereto

e alle altre tecnologie abilitanti, analizzando le applicazioni pratiche e i risvolti che queste hanno per il mondo delle imprese – grandi realtà o piccole e medie – delle professioni e dell’economia in generale. Abbiamo raccolto la testimonianza di Maria Raffaella Caprioglio , presidente di Umana, il cui contributo ha concluso la giornata di lavori.

Dottoressa Caprioglio, quali spunti utili possono trarre le aziende dall’evento che avete organizzato insieme a Confindustria Trento e Smact?

È emerso chiaramente come per le imprese sia cruciale non solo conoscere le nuove tecnologie ma anche comprenderne le applicazioni, in modo da mantenere elevata la competitività sul mercato e sviluppare processi più sostenibili. L’IA, ad esempio, ha grandissime capacità e un enorme potenziale che le aziende dovrebbero considerare. È altrettanto evidente che se l'IA può fornire risposte rapide ed elaborare enormi quantità di dati, ha anche dei limiti ed è necessario riconoscerli. Infatti, l'IA eccelle in compiti che richiedono velocità e precisione, ma manca della comprensione sfumata, della creatività e del ragionamento etico che definiscono l'intelligenza umana. Gli esseri umani infatti sono gli unici dotati della capacità di prendere decisioni, assumersi responsabilità e sviluppare strategie. Credo che l'introduzione dell'IA nel mondo del lavoro porterà, e ci sta già portando, a una rimodellazione del mercato su più livelli. Mentre alcuni potrebbero temere la perdita di posti di lavoro, immagino sia più probabile che l'IA creerà nuovi ruoli e richiederà nuove competenze. L’evento organizzato da Umana, Confindustria Trento e Smact ha fatto emergere fortemente un aspetto spesso trascurato nel dibattito sull'integrazione dell'intelligenza artificiale nel mondo del lavoro: la responsabilità etica e la governance delle decisioni automatizzate. È cruciale, per le aziende, non solo dotarsi delle tecnologie più avanzate, ma anche implementare un quadro di controllo rigoroso che garantisca che le decisioni prese dall'IA siano allineate ai valori etici e sociali dell'azienda stessa. Questa responsabilità, spesso sottovalutata, può diven -

tare un vero e proprio vantaggio competitivo in un mercato sempre più attento alla sostenibilità e alla responsabilità sociale. In sostanza, l'adozione dell'IA richiede non solo competenze tecniche, ma anche un approccio etico che sappia bilanciare innovazione e responsabilità.

Presidente, come Agenzia per il Lavoro, Umana si sta preparando per affrontare questo futuro in cui il peso dell’IA si avvertirà in modo sempre più crescente?

In Umana siamo convinti che per affrontare questo cambiamento sia necessario partire dalla formazione. Puntare sull’up-skilling e il reskilling delle competenze digitali è essenziale per dare alle persone gli strumenti per sfruttare la potenza dell'IA, pur comprendendone i limiti. Umana è in prima linea in questa rivoluzione tecnologica perché nel settore dei servizi HR, nel nostro lavoro, viviamo quotidianamente l’impatto degli strumenti di IA, che possono semplificare il reclutamento, migliorare la retention dei dipendenti e il processo decisionale, facendo risparmiare tempo agli HR manager. Certo che, soprattutto in una materia delicata come la gestione del personale, è importante che l'IA diventi uno strumento che non sostituisca le capacità umane poiché vi è il rischio di incorrere in pregiudizi nascosti nel funzionamento del sistema. Per noi la formazione è solo il primo passo di un percorso più ampio verso l'evoluzione del lavoro. Non si tratta solo di aggiornare le competenze, ma di costruire una cultura aziendale che abbracci l'innovazione e la trasformazione digitale come pilastri del futuro. Crediamo che il vero valore dell'IA emerga quando viene integrata in un ecosistema lavorativo in cui le persone sono ispirate e supportate a crescere insieme alla tecnologia.

Come è auspicabile allora che si coniughi l’IA nel portfolio di competenze del lavoratore del futuro?

Per il futuro, l'obiettivo dovrebbe essere quello di creare sistemi di IA che aumentino le capacità umane, non che le sostituiscano. Concentrandosi sui compiti in cui le macchine eccellono, gli esseri umani possono dedicare più tempo al pensiero strategico, all'innovazione e alla costruzione di relazioni.

Tuttavia, questa integrazione non è priva di sfide. È necessario un approccio olistico che consideri non solo l'efficienza operativa, ma anche le implicazioni etiche, sociali ed economiche dell'adozione di tecnologie avanzate. Dobbiamo assicurarci che l'IA sia sviluppata e utilizzata in modo trasparente e responsabile, con meccanismi di controllo che prevengano bias e discriminazioni.

Insomma, l'integrazione dell'IA nel mondo del lavoro offre un’indiscutibile opportunità, pur comportando dei rischi. Comprendendone i punti di forza e i limiti, possiamo mirare a un futuro in cui le persone lavorino insieme alla tecnologia, governandola. Mentre ci avviamo verso questi scenari in rapido cambiamento, è essenziale continuare a dare priorità ai valori umani, alle considerazioni etiche e allo sviluppo di nuove competenze.

XLAM DOLOMITI

Sapienza ed esperienza per un futuro sostenibile

XLAM DOLOMITI S.P.A., parte del Gruppo Paterno, è specializzata nella progettazione, produzione e costruzione di edifici sostenibili in legno con tecnologia XLAM, attiva dal 2012 quando questa tecnica ha dimostrato notevoli vantaggi rispetto ai metodi tradizionali. Con un fatturato di oltre 30 milioni di Euro, l’azienda impiega circa 90 collaboratori tra le sedi di Castelnuovo e Trento. XLAM DOLOMITI offre prodotti avanzati e un know-how altamente specializzato a imprese, progettisti e architetti orientati verso un’edilizia innovativa e contemporanea. Il punto di forza dell’azienda è la combinazione tra la tradizione trentina nella lavorazione del legno e le più moderne tecniche di ingegneria e bioedilizia, rispondendo alle esigenze attuali di abitazioni a basso impatto ambientale e alta efficienza energetica. La materia prima, proveniente da foreste e filiere certificate PEFC, viene lavorata nello stabilimento di Castelnuovo, un sito di oltre 15.000 mq con una capacità produttiva di 40.000 mc/anno. In linea con i principi del Green

Australia, le prime vere sfide oltreoceano che dal 2018 hanno caratterizzato una serie di successi internazionali; per poi passare ad Antigua, Uruguay, Nuova Zelanda, Canada, Qatar con diversi edifici per il Villagio dei Mondiali di calcio del 2022 e Madrid dove sono state realizzate le opere in legno di un prestigioso progetto di retrofit Ombù dell’Arch. Norman Foster con struttura in lamellare di castagno e pannelli XLAM. L’azienda è inoltre impegnata in un progetto di ricerca sulle nuove specie legnose per uso strutturale, nonché sulla prefabbricazione e modularità, aspetti chiave per lo sviluppo futuro con una visione innovativa e globale.

Deal Europeo utilizzando legno che, grazie alla sua capacità di assorbimento di Anidride Carbonica, genera un bilancio positivo. Risulta quindi maggiore l’Anidride Carbonica assorbita naturalmente rispetto a quella emessa per l’intero ciclo di lavorazione e realizzazione dell’edificio. Questo impegno ambientale, unitamente a quello sociale e di governance, è stato formalizzato nel primo bilancio di sostenibilità presentato nel 2022, una tappa cruciale nella transizione ecologica dell'azienda. Negli ultimi anni di attività XLAM DOLOMITI si è posizionata sul mercato delle grandi strutture in legno come punto di riferimento sul mercato nazionale ed internazionale riuscendo a realizzare anche progetti di prestigio. Oltre ai grandi progetti realizzati in Italia sono un esempio la Monash e La Trobe University di Melbourne, www.xlamdolomiti.it

Legno Trentino: innovazione, design e sostenibilità

PRESIDENTE Angeli, vuole darci una descrizione generale della Sezione che guida dallo scor-so aprile?

La Sezione Legno dell’Associazione è composta da 25 aziende che occupano circa 800 dipendenti ed un fatturato aggregato che si avvicina ai 300 milioni di euro. Una quindicina di queste svolgono principalmente attività inerenti alle prime lavorazioni (come la produzione di pallet, travi in legno e segheria in genere).

A queste, si aggiungono una serie di imprese appartenenti al mondo delle seconde lavorazioni, spaziando dalla progettazione e realizzazione di edifici in legno ai pavimenti biocompatibili, dalle porte blindate per garage al design e all’arredo d’interni, fino alla selezione del miglior legno di risonanza per la produzione di tavole armoniche.

Sembra quindi che nel corso degli anni l’industria delle seconde lavorazioni abbia assunto un’importanza rilevante, è così?

Confermo, prime e seconde lavorazioni co-abitano nella stessa sezione, ma la mia idea è di costituire un gruppo di lavoro interno con queste ultime proprio

per discutere delle tematiche specifiche di questi settori. Vogliamo far comprendere il “valore” dei prodotti in legno, vogliamo parlare di design e creare connessioni con gli ingegneri e gli architetti che operano sul nostro territorio.

La Sezione ha uno strumento ad hoc per confrontarsi con la Provincia e discutere delle problematiche del settore?

Si, ricordo che nel 2009 è stata resa operativa la cosiddetta “Cabina di Regia del Settore Legno”, dopo un lungo e delicato lavoro condotto proprio da Confindustria Trento, che da tempo richiedeva l’istituzione di un organismo centrale, composto dai rappresentanti della Provincia, degli enti interessati e delle Associazioni di categoria, dotato di funzioni politico – tecniche di coordinamento delle iniziative puntuali attivate dai singoli attori ai vari livelli della filiera del settore legno. Al termine dei lavori, nel 2011, è stato redatto un documento dove sono state accolte molte proposte d’intervento formulate dall’Associazione.

Nel 2024 l’Associazione ha chiesto al neo assessore provinciale Roberto Failoni la ricostituzione della Cabina di regia individuando e analizzando le priorità del settore, una tra tutte l’introduzione del “Marchio trentino” per ricondurre la provenienza del legname trentino e della relativa lavorazione e valorizzazione.

Ci può spiegare meglio il progetto del Marchio Trentino?

La categoria è favorevole all’utilizzo di marchi o di altri strumenti idonei a rappresentare la comune provenienza dei prodotti e la condivisione dei valori tipici del territorio.

Siamo tuttavia scettici sull’opportunità di considerare solo i prodotti derivanti da materia prima locale (cosiddetti a kilometro zero), in quanto numerosi beni tipicamente trentini vengono da sempre realizzati con materia prima e soprattutto semilavorati (che qui non vengono prodotti) provenienti da fuori Provincia e nella maggior parte dei casi non sarebbe nemmeno ipotizzabile coprire il fabbisogno produttivo del settore con le risorse disponibili in loco.

Intervista ad ALBINO ANGELI , Presidente della Sezione Legno di Confindustria Trento.
di EDUARD MARTINELLI, Marketing e Relazione con gli Associati e GIANLUCA FEDRIZZI, Economia d’Impresa, Confindustria Trento

Per questo riteniamo più corretto ed equo trovare soluzioni che siano in grado di esprimere la “trentinità” delle nostre aziende, del relativo know-how e dei nostri prodotti, indipendentemente dal legname utilizzato, ma sempre nel rispetto dei valori che ci vengono riconosciuti sui mercati di tutto il mondo.

Quali altre richieste sono state portate all’attenzione dell’Assessorato?

Nell’incontro dello scorso marzo con l’assessore Failoni abbiamo fatto presente che in questa particolare fase storica caratterizzata dall’emergenza Vaia e la conseguente crisi del bostrico, la disponibilità di materia prima da lavorare sta costantemente diminuendo ed in parallelo la capacità di lavorazione delle aziende trentine è sensibilmente aumentata in termini di metri cubi.

L’Associazione intende pertanto sviluppare nuove strategie volte a dare supporto alle imprese nella reperibilità di legname da lavorare sia al di fuori del territorio provinciale che nazionale.

È auspicabile anche l’avvio di un gruppo di lavoro per la definizione di un piano di gestione boschiva a lungo termine, che consenta di mantenere una sempre efficace interazione con l’ambiente, e stimoli al contempo l’utilizzo anche di legname proveniente da aree attualmente poco considerate. Tale iniziativa, simile a quanto già accade ad esempio in Austria, produrrebbe una valorizzazione di terreni boschivi attualmente inutilizzati, una maggiore disponibilità di materia prima, una fonte di reddito per molti proprietari boschivi oggi esclusi dal mercato (Comuni, Provincia o privati) ed un miglioramento delle condizioni del sottobosco e delle strade forestali.

Collegato alla promozione di prodotto, soprattutto quelli delle aziende che operano nelle “seconde lavorazioni” emerge con forza il tema della presenza delle aziende trentine sui mercati internazionali. Il settore legno negli ultimi anni ha notevolmente aumentato la propria quota di

export, soprattutto nei Paesi europei. Tuttavia, i nostri associati chiedono un supporto concreto, per valorizzare il patrimonio di contatti e conoscenze acquisiti, che possono diventare utili anche per gli operatori di altri settori, nonché per incrementare la capacità di penetrazione su nuovi mercati. Tali risultati si possono ottenere solo con azioni coordinate “di sistema.

Ha citato una migliore interazione con l’ambiente, che valore ha il tema della sostenibilità per le imprese del settore legno?

Tutti noi condividiamo il fatto che Vaia sia l’effetto delle modificazioni climatiche e che rappresenti un punto di svolta nella nostra visione del futuro.

Abbiamo la fortuna che il materiale legno è a tutti gli effetti un serbatoio di anidride carbonica che madre natura ci dona e che dobbiamo saper gestire al meglio; gli interventi dei prossimi anni dovranno pertanto tenere conto della necessità del rispetto della sostenibilità della filiera produttiva e della necessità di un piano straordinario rivolto sia alla difesa e protezione del territorio, sia alla sua promozione in termini di attività economiche, turistiche ed ambientali compatibili con principi dell’economia circolare.

Per sostenibilità intendiamo inoltre anche la sostenibilità economica e soprattutto la sua estensione alle tematiche della sicurezza e della prevenzione, formazione ed aggiornamento continuo degli addetti nel pieno rispetto della qualità del lavoro con una ricaduta sociale positiva sull’intero territorio e tessuto sociale che ci circonda.

Per questi motivi il nostro intervento deve essere pensato ed orientato secondo i principi del Green Deal Europeo all’interno del quale sia il materiale legno che le aziende di filiera avranno un ruolo di primo piano.

ADHOC

INTERVENTI MANAGERIALI

DAL 2012 TEMPORARY MANAGERS PER IL TRIVENETO

Adhoc Interventi Manageriali è stata creata dai managers con l’obiettivo di portare nelle aziende e nelle PMI del territorio l’alta professionalità e la concreta esperienza degli oltre 160 professionisti associati.

Con sedi a Trento e Vicenza, Adhoc Interventi Manageriali è la principale realtà del settore nel Triveneto ed offre un patrimonio di professionalità di cui il cliente può disporre per un progetto di sviluppo, per consolidare la crescita, per migliorare l’assetto organizzativo o per affrontare nuove opportunità.

ADHOC INTERVENTI MANAGERIALI SOC. COOP. P Iva 02272570223

Sede Trento

38122 TRENTO - Piazzetta Lainez, 6 - T 0461 239929

Sede operativa Vicenza 36100 VICENZA - via Lussemburgo, 21 - T 0444 320922 informazioni.adhoc@gmail.com - www adhoc-manager.it

Ciresa Srl fa cantare il legno

Dalle tavole armoniche per pianoforte alle “Opere Sonore”: la storia di successo di Ciresa, azienda trentina pioniera nell’innovazione artigianale e tecnologica, tra tradizione e originalità.

UNA storia d’impresa di eccellenza, l’eterno rapporto tra l’uomo e la natura, l’artigianato che sublima nuove forme di arte e l’innovazione tecnologica che mette a terra un progetto visionario e lo traduce in forme inedite di business. C’è tutto questo nelle Opere Sonore di Ciresa Srl, l’azienda trentina della Valle di Fiemme che fa suonare il legno. Non solo e non tanto, quindi, il primato che contraddistingue Ciresa: sono gli unici al mondo a costruire tavole armoniche che suonano come veri strumenti musicali, senza l’ausilio delle corde, tramite un know how sviluppato in house tutt’ora coperto da brevetto. Ma anche e soprattutto il protagonismo imprenditoriale nell’aver creato una storia di successo che non passa inosservata, capace di emozionare, di lasciare un segno.

“Dirigo l’azienda da 34 anni –spiega Fabio Ognibeni , amministratore delegato di Ciresa Srl – e ancora oggi, come ieri, trovo molta più soddisfazione nel lavoro che faccio, nei rapporti personali con i miei collaboratori e nel riconoscimento che i clienti ci attribuiscono piuttosto che nel fatturato. Gli utili sono indispensabili, non lo nego. Servono per mantenere l’azienda

sana e per andare avanti. Ma non è questo che mi motiva. Non lavoriamo per fare volumi e fatturati. La qualità dei pochi pezzi che facciamo è ciò che conta. La passione vera per il nostro lavoro è ciò che ci motiva: il rapporto con i nostri boschi, con il legno e con la materia prima, con l’abete rosso di risonanza. Il rapporto con l’Albero della musica”.

Il core di Ciresa Srl è la costruzione e la vendita di tavole armoniche per pianoforte. L’azienda nasceva a Tesero in Valle di Fiemme nel 1952 a opera di Enrico Ciresa , che avviò in una piccola bottega la prima produzione. Nel 1978 l’impresa si trasferì nella zona industriale del paese, dove prese sede in uno stabilimento più ampio e moderno. Dopo la scomparsa del fondatore, nel 1991, entrò in azienda la seconda generazione, con le figlie Piera e Donata Ciresa assieme a Ognibeni. Così il business si allargò a tutta Europa e Ciresa cominciò a usare il marchio della Magnifica Comunità di Fiemme impresso sulle tavole stesse, accompagnato da un Certificato di Origine numerato. La costruzione di tavole armoniche per pianoforte diventò la principale attività di Ciresa. In questo settore, oggi l’azienda è leader in Europa e tra i primissimi protagonisti a livello globale. Oltre 200mila pianoforti nel mondo suonano grazie a delle tavole armoniche realizzate da Ciresa.

Parallelamente, l’azienda ha sviluppato negli ultimi due decenni altri rami di business, come la fornitura di legno per liuteria ai migliori maestri liutai del mondo (per la costruzione di violini, viole, violoncelli, chitarre classiche e acustiche, liuti, mandolini, ukulele e altri strumenti antichi) e, più recentemente, la realizzazione dei “diffusori acustici naturali”, ciò che in Ciresa chiamano Opere Sonore. “Il progetto – racconta Fabio Ognibeni – nacque all’inizio degli anni 2000. Il periodo di ricerca e sviluppo si concentrò nei nostri laboratori tra il 2003 e il 2006 e nel 2007 ottenemmo il brevetto. Tutto cominciò con una domanda. Mi chiesi se fosse possibile offrire un’emozione musicale viva, facendo ascoltare il suono del legno anche a coloro che non sono in grado di usare uno strumento musicale acustico. Se non sai suonare il violino, la chitarra o il pianoforte, puoi disporre di una tecnologia che consenta di far suonare il legno senza l’ausilio delle corde? La tecnologia non esisteva. Prima ce la siamo inventata. Poi l’abbiamo commercializzata”. Alla base delle Opere Sonore di Ciresa, così

come delle tavole sonore per pianoforti e altri strumenti, c’è la materia prima. “Scegliamo con grande accuratezza i nostri abeti di risonanza”, continua Ognibeni. “Solo due o tre abeti su mille hanno le caratteristiche che cerchiamo. Li troviamo a quote abbastanza elevate su versanti poco esposti al sole. Ci differenziamo dai competitors per le nostre competenze nella selezione e prima lavorazione dei tronchi e per la qualità dei nostri alberi. Ma non solo. Nel corso degli anni abbiamo condotto un lungo percorso di studi e ricerche su questi legnami, per comprenderne le caratteristiche e il comportamento fisico-acustico. Abbiamo promosso borse di studio e avviato collaborazioni con istituti universitari. La consapevolezza è di aver raggiunto un know how che non esiste in nessun altro luogo al mondo”.

Grazie alle competenze acquisite, nuovi scenari si aprono all’orizzonte. Se, da un lato, tra le linee di produzione di Ciresa Srl si trovano già dei “Lettini sonori” e pedane vibranti per l’applicazione dei metodi della Musicoterapia, dall’altro, Fabio Ognibeni sta pensando a nuovi sconfinamenti verso il mondo dell’arte. “Il nome di questo progetto non c’è ancora, ma potrebbe essere qualcosa di simile a ‘Quadri sonori’. Ci piacerebbe stampare su nuove tavole di risonanza di forma rettangolare delle grafiche artistiche di fotografie o lavori pittorici, che divengono complementi di arredo, ma anche vera musica dal vivo in casa, e saranno realizzati in esclusive serie limitate e numerate, siglati per anno di produzione”.

Eccellenza artigianale: l’essenza di Barozzi

Barozzi Dimension, azienda familiare di successo, coniuga tradizione artigianale e innovazione tecnologica per realizzare soluzioni di arredo uniche e di pregio.

"ECCELLENZA estetica e costruttiva: sono queste le nostre priorità”. Così Michele Barozzi , ceo dell’omonima azienda di famiglia, racconta la passione che anima ogni giornata di lavoro. Vale per lui come per i suoi soci, seconda generazione al timone di Barozzi Dimension, leader nel settore degli arredi interni di qualità. “Impossibile trovare una cliente che abbia gli stessi gusti, le stesse esigenze, le stesse possibilità”, continua il ceo. “La personalizzazione è totale, ma puntiamo anche alla riconoscibilità del nostro brand. Perciò la nostra sfida è realizzare un progetto diverso e unico per ogni cliente. Ogni lavoro nasce e si chiude attorno ai desideri e alle aspettative della singola persona. Oggi come ieri, portiamo avanti i valori della nostra impresa di famiglia”.

Un racconto, infatti, che parte da lontano. Nel 1959 i fratelli Giancarlo e Mario Barozzi avviarono un laboratorio artigiano a Rovereto con poche risorse, tanta passione e grande ingegnosità. Di lì in avanti la falegnameria è cresciuta maturando competenze e personalità. La governance si è rinnovata con l’ingresso in azienda dei figli dei fondatori. Una storia familiare di successo

che ha fatto della qualità di prodotto e della personalizzazione degli arredi le proprie strategie di impresa.

Oggi il team è composto da una quindicina di persone tra cui designer, tecnici e maestri di falegnameria: “I nostri professionisti lavorano sinergicamente su ogni progetto per offrire soluzioni ottimali e innovative”. Non mancano collaborazioni esterne con professionisti di settore, anche di fuori regione. Ma il cuore pulsante batte dentro le mura.

Per Barozzi Dimension, rispondere a ogni esigenza di realizzazione e di progetto significa dover gestire tutto in casa, strutturando l’intera filiera aziendale a queste finalità. “Dal

progetto alla realizzazione, dal montaggio all’assistenza: cerchiamo di curare tutte le fasi del percorso per garantire il miglior coordinamento. Ogni cosa avviene nel nostro stabilimento di Rovereto, nei nostri uffici, in falegnameria e poi in cantiere”. Il ciclo produttivo, che aveva già visto l’implementazione dei sistemi di gestione qualità e sicurezza oltre al controllo di provenienza del legname nell’ultimo decennio, ha ora anche nuove risorse hardware e software a cui fare riferimento.

“L’anno scorso – racconta Barozzi – abbiamo deciso di sostituire i principali macchinari di lavorazione del legno e l’intera linea produttiva ha subito un importante avanzamento tecnologico. È stato un grande investimento. Abbiamo fermato la produzione per alcuni mesi e installato impianti di ultima generazione, che ci permettono di lavorare uno spettro di materiali più ampio in un ambiente di lavoro in cui la salute e la sicurezza sono un aspetto fondamentale. Per noi, un grande passo avanti. L’investimento supporta la necessaria apertura del mondo dell’arredo alla lavorazione di nuovi materiali, che di fatto migliorano la performance e la funzionalità del mobile. Il legno è come un ipertesto che si arricchisce di finiture che non de -

finirei un aspetto di superficie. I materiali più moderni e diversificati rispondono maggiormente alle esigenze di personalizzazione e alle alte performance richieste”.

L’idea di fornire al cliente il “vestito su misura” è ciò che dà valore alle realizzazioni di Barozzi. “Pensiamo a ciò che entra in azienda – continua l’amministratore – pensiamo, per esempio, a un metro cubo di legname: giunge nei nostri stabilimenti come un semplice pezzo di legno ed esce come oggetto di arredo dal grande contenuto manifatturiero, ingegneristico e tecnologico. È così che diamo valore alla materia prima”. Tra lo staff di Barozzi operano veri maestri d’arte: un team di collaboratori che concepisce l’arredo mettendo a fattor comune innovazione e tradizione. “L’artigianato – conclude il ceo – può avere molteplici significati. Per noi è anche e soprattutto questo: una manifattura di pregio resa sostenibile da impianti tecnologicamente avanzati. Dalla fine degli anni ’50, il nostro percorso è stato caratterizzato da continui e graduali investimenti. Ciò è avvenuto nella convinzione che la piccola industria possa offrire al cliente prodotti di pregio a un prezzo equo. Oggi ci basiamo su questa semplice ma forte idea, combinando le tradizionali tecniche di lavorazione del legno alla più recente tecnologia per produrre arredamenti di valore durevole”. (adb)

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Starpool; una visione imprenditoriale che rivoluziona il futuro del Wellness

Starpool di Ziano di Fiemme è pronta a festeggiare i 50 anni di attività raggiungendo il traguardo dei 25 milioni di bilancio. L’azienda trentina, fondata nel 1975 come “spin-off” dell’impresa idraulica di Ardelio Turri, è in piena crescita, registrando nel 2023 un aumento del 15% rispetto al 2022. Sebbene metà del giro d’affari spetta al mercato italiano, lo sguardo è sempre più rivolto verso il resto del mondo, rispondendo ad un crescente desiderio di benessere. L'azienda si rivolge a due segmenti principali: il Private Wellness, con prodotti progettati per il contesto domestico, mantenendo tutta la qualità del mondo professionale, e il Commercial Wellness, con soluzioni che soddisfano le esigenze non solo di hotel, day spa e strutture ricettive, ma anche a diverse realtà come aziende, palestre, sport professionistico, salute preventiva e bellezza. Attualmente la realtà fiemmese ha raggiunto 32 distributori tra Europa, Medio ed Estremo Oriente, Stati Uniti e America Latina, ed è direttamente presente in 83 Paesi con oltre

4000 realizzazioni. Le quattro filiali estere sono in costante contatto con l’headquarter di Ziano di Fiemme, battezzato Casa Starpool, e lavorano ogni giorno per portare il Wellness Concept e il valore del Made in Italy nel mondo. Il 60 per cento del mercato di Starpool riguarda il mondo dell’ospitalità: spa e centri benessere degli hotel. “Un settore che ci vede sempre più coinvolti, anche come consulenti di grandi catene internazionali che ci chiedono di creare spa a partire da zero” racconta Riccardo Turri, attuale amministratore delegato e socio di maggioranza. In tutti questi contesti Starpool progetta ambienti unici e personalizzati, che rispondono ad ogni esigenza di spazio, design e funzionalità. Con oltre 20.000 configurazioni possibili, l’azienda mette a disposizione il suo know-how, che si estende fino ad abbracciare consulenza progettuale e di ingegnerizzazione, percorsi formativi, assistenza, controllo predittivo e metodi di utilizzo validati dalla scienza. Quest’ultimo aspetto è stato

ulteriormente potenziato: da quasi tre anni vengono analizzati, con gli strumenti della ricerca scientifica, gli effetti concreti dei prodotti sul piano fisiologico e cognitivo.

L’evoluzione dell’azienda degli ultimi anni ha portato allo sviluppo di soluzioni innovative, inedite e, spesso, pionieristiche. Tra queste le cosiddette “recharge room”, ovvero spazi di rigenerazione mentale e fisica per il Corporate Wellness, dove è possibile lavorare sulla gestione dello stress, sulla performance psicofisica, il rafforzamento del sistema immunitario e la stimolazione della capacità cognitiva e creativa in ambiente lavorativo. Un progetto al centro dell’interesse delle aziende, che si affidano a Starpool per incrementare le misure di welfare aziendale. Le diverse configurazioni possibili permettono di combinare con efficacia ed estrema facilità le attrezzature più indicate per il benessere sul luogo di lavoro: galleggiamento asciutto, idrogeno molecolare e programmi di Brain Training che portano tutti i benefici della mindfulness e delle tecniche di respirazione nella quotidianità lavorativa.

Le Recharge Rooms di Starpool sono state integrate nelle aree wellness di Nestlé, multinazionale leader indiscusso del settore Food&Beverage, di Steelcase, azienda di progettazione e realizzazione di spazi lavorativi, e di Theatro, rete d’impresa di Verano Brianza e hub di innovazione, relazione e cultura nel settore dell’architettura e del design. In Veneto la rinomata azienda di marmi Ganmar e la

multinazionale di moda italiana Diesel hanno scelto Starpool per progettare la propria Corporate Spa. Seguono GOOGLE Head Quarters a San Francisco, Enersol Energy Solutions in Belgio, Amorepacific leader nel settore beauty in Corea del Sud e Playtika Holding, società di intrattenimento digitale a Varsavia.

Nel quotidiano impegno per creare prodotti Wellness Starpool dedicati al benessere, alla salute e alla cura di sé, la scienza si rivela un prezioso alleato. La ricerca scientifica Starpool su fonda su quattro pilastri che rappresentano gli ambiti della salute dell'individuo sui quali i prodotti dell'azienda trentina possono avere un maggiore impatto: gestione dello stress, sonno, performance e longevità. Il dipartimento di ricerca scientifica Starpool si interfaccia con autorevoli realtà come il Rockefeller Neuroscience Institute (RNI) della West Virginia University, il Laureate Institute of Brain Research di Tulsa in Oklahoma, l’Università di Brescia, il Mapei Sport di Olgiate Olona (VA), il Physical Therapy Lab Pro Motus di Bolzano e il ProVita Physiotherapie Zentrum in Germania, che conferiscono autorevolezza alla filosofia aziendale. “Abbiamo verificato che Zerobody Dry Float è l’alleato ideale per il recupero fisico dopo intensa attività sportiva. Questa straordinaria intuizione – conferma Turri – ci ha aperto un mondo: ora lo abbiamo modificato trasformandolo anche nella prima tecnologia innovativa per la crioterapia “asciutta”, che non utilizzando acqua è a impatto zero. Sfruttando gli effetti combinati

Starpool - Wellness Concept made in Italy

Starpool da quasi 50 anni realizza prodotti e servizi pensati per il raggiungimento di un benessere fisico e mentale. Mettendo la persona al centro, con l’obiettivo di rendere il wellness una pratica accessibile e quotidiana, creando spazi e percorsi adatti a tutte le destinazioni, a fianco di progettisti, aziende e operatori dei settori hospitality, health, sport ed estetico. Il tutto seguendo la mission di un wellness tailor-made, per un benessere su misura che entra anche nel mondo private della casa, come parte della vita di tutti i giorni. Alla base del DNA di Starpool, calore, acqua e riposo, la cui alternanza genera benefici autentici che impattano positivamente sulla vita delle persone: dalla salute preventiva al recupero muscolare, dal vivere bene come allenamento quotidiano al benessere mentale. Casa Starpool si trova in una vera e propria spa a cielo aperto, la Val di Fiemme, da cui trae continua ispirazione in uno scambio continuo, prendendone in presto i materiali, come il legno, e restituendole un impegno costante e quotidiano per il futuro in termini di sostenibilità, a partire dallo sviluppo di tecnologie innovative di monitoraggio e risparmio energetico.

Con oltre 4.000 spa Starpool raggiunge 83 Paesi nel mondo, in cui è presente con 4 filiali estere e 32 distributori.

di sauna finlandese, terapia a infrarossi, galleggiamento asciutto e terapia del freddo abbiamo studiato modelli di recupero funzionale che si adattano alle diverse necessità degli sportivi”. Tra le squadre che hanno scelto Starpool come Wellness Partner si contano partner autorevoli dello sport professionistico americano, come i Cleveland Cavaliers del basket NBA, i Carolina Hurricanes della NHL (hockey), i Los Angeles Rams, i San Francisco 49ers, i Minnesota Vikings e i San Francisco Giants della NFL (football), i New York Mets e gli Atlanta Braves della MLB (baseball), nonché squadre dei college universitari e la nazionale di calcio a stelle e strisce. In Italia l’azienda è stata fornitrice ufficiale del Napoli Calcio e di sportivi professionisti della regione come Gianni Moscon, Aquila Basket, Trentino Volley, FC Südtirol e Hockey Club Bolzano. Anche Real madrid Next e Manchester City

hanno dotato i loro spogliatoi di Zerobody Dry Float a disposizione dei giocatori.

Il futuro si annuncia denso di obiettivi. “Il nostro scopo è la crescita a doppia cifra per i prossimi 4 o 5 anni, e il consolidamento come punto di riferimento del settore. Attualmente contiamo su 120 dipendenti a Casa Starpool, oltre ai collaboratori delle filiali” spiega ancora Turri. Che poi svela quello che è un suo sogno da imprenditore: “Mi piacerebbe che oltre ai numeri ci fosse uno sviluppo armonico dell’azienda, e che Starpool diventasse una piattaforma di crescita per i nostri collaboratori”. Un’idea lungimirante, che fa eco a quella del fondatore Ardelio Turri. Oggi, a distanza di quasi 50 anni, la sua famiglia e i suoi collaboratori hanno ereditato l’ambizione originaria di prendersi cura del benessere psico-fisico delle persone.

Via Stazione, 25 38030

Ziano di Fiemme (Trento) - Italy

T: +39 0462 571881 info@starpool.com www.starpool.com

Dal legno all’edilizia off-site

Dalla produzione di finestre tradizionali all’innovativa realizzazione di pannelli XLAM/CLT e soluzioni prefabbricate, la rinascita di Essepi mira all’eccellenza edilizia, sostenibile e moderna.

DALLA produzione di finestre in legno e legno/alluminio alla produzione XLAM/CLT e all’edilizia off-site. Essepi cambia volto e i risultati si vedono: negli ultimi 4 anni, fatturato e collaboratori sono raddoppiati superando i 60 dipendenti e i 16 milioni di euro. Marco Pompili , direttore generale della storica azienda trentina di Cavedine, esprime così tutta la sua soddisfazione: “Abbiamo intrapreso un percorso di profonda ristrutturazione che ci ha permesso di passare da una conduzione famigliare e artigianale a una dimensione manageriale e industriale. Mantenendo invariato il core tradizionale dell’azienda, che si occupa della produzione di finestre in legno e legno/alluminio di design di fascia medio alta, abbiamo voluto implementare il nostro business rivolgendoci alla prefabbricazione e all’edilizia off-site: con la produzione di pannelli XLAM/ CLT stiamo infatti per inaugurare una nuova linea per pareti prefabbricate ad altissime prestazioni”.

In questo modo anche la mission è cambiata. “La nostra nuova missione – continua Pompili – è industrializzare il processo costruttivo attraverso la creazione di prodotti all’avanguardia, che

consentano ai costruttori di realizzare edifici ad alta efficienza energetica, salubri, sostenibili e duraturi. Attraverso l’edilizia off-site, offriamo soluzioni che integrano tecnologia avanzata, bellezza e naturalezza dei materiali, per un futuro costruito con qualità e rispetto per l’ambiente”.

Il nuovo corso di Essepi guarda lontano e proietta l’azienda tra i grandi player italiani. “Vogliamo diventare un protagonista di riferimento nel settore dell’edilizia off-site e dei serramenti in legno di design”, precisa il direttore generale. “Non ci aspettiamo che questo accada immediatamente. Ma crediamo di poterci conquistare una posizione di primo piano già entro i

prossimi 4 o 5 anni, muovendoci con determinazione anche in termini di riposizionamento”. Per perseguire questi obbiettivi, anche il ciclo produttivo è stato rinnovato. “Lo scorso autunno abbiamo inaugurato il nuovo sito di produzione, raddoppiando la capacità produttiva sia del XLAM/CLT sia delle finestre”. Allo stesso modo, continuano gli investimenti in ricerca e sviluppo. “Investiamo costantemente in questo settore, adottando le tecnologie più avanzate e promuovendo una cultura aziendale orientata al miglioramento continuo. La combinazione di competenze tecniche, un’esperienza consolidata e un forte impegno verso l’innovazione ci permettono di mantenere elevati standard di eccellenza, facendo di Essepi un esempio nel nostro ambito”.

Perno centrale del rinnovamento resta comunque lo stabilimento di Cavedine, head quarter di Essepi. “Non ci nascondiamo che è difficile lavorare in Italia e tanto più nelle vallate periferiche”, dice Pompili. “Ma il nostro attaccamento al territorio rimane un valore imprescindibile, anche come scelta di filosofia aziendale”. Quasi tutti i dipendenti di Essepi sono della zona.

Le radici della società e la sua storia si trovano qui. Nata a Cavedine nel 1978, Essepi venne fondata da Silvio Pedrotti come laboratorio di idee innovative, sviluppo di tecnologie e soluzioni produttive per il legno nel settore dell’arredamento. Il primo stabilimento per la produzione di finestre a struttura lignea fu costruito

nel 1985, mentre nel 2012 apriva lo stabilimento di produzione di pannelli XLAM/CLT. Seguirono lo sviluppo di brevetti e soluzioni per la prefabbricazione (sistemi di ancoraggio a terra, monoblocchi e molto altro). Così, nel segno dell’innovazione, si arriva al 2020, con l’inizio del percorso di ristrutturazione e la scelta di virare verso l’edilizia off-site, mettendo a fattore comune le differenti produzioni presenti in azienda.

“Il nostro scopo – conclude Marco Pompili – è quello di creare continuamente nuove soluzioni ad alto contenuto tecnologico. Vogliamo farlo garantendo massima qualità ed eccellenza focalizzandoci sulla soddisfazione del cliente. Con un’attenzione particolare alla precisione e alla cura dei dettagli, sappiamo distinguerci per la nostra capacità di fornire soluzioni personalizzate, rispondendo in modo efficace alle esigenze specifiche di ogni committente”. (adb)

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Vito Vender, il visionario del legno

Un leader coraggioso e resiliente. La sua passione per il legno e la sua visione strategica hanno creato un’impresa solida e innovativa, ora nelle mani del figlio Moreno.

"AMAVA la vita, ma soprattutto le cose che si possono fare in una vita”.

Vito Vender era fatto così. “Appassionato, determinato, coraggioso, fidato. Se aveva in mente una cosa la realizzava e basta. Andando contro tutto e tutti, se necessario, ma basandosi sempre su solidi e inamovibili principi. ‘Wort ist wort’ ripeteva sempre. Tenere fede alla parola data era per lui una questione imprescindibile.”

Moreno Vender , figlio di Vito, oggi a capo dell’attività, ricorda così il padre scomparso da pochi mesi all’età di 96 anni. Con lui si chiude un’epoca, un capitolo di storia familiare e professionale, come accade sempre quando ad andarsene è un imprenditore la

cui vita è un tutt’uno con quella della sua impresa. A rimanere sono la sua essenza, i valori che ha trasmesso, l’esempio che ha dato e naturalmente l’azienda che ha creato. Nel piazzale dello stabilimento di Mezzocorona, dove Vito, nel 1961, con una scelta lungimirante e strategica, ha trasferito l’attività di lavorazione di legname, metri cubi di abeti rossi, larici e pini, ricoprono buona parte dei 6 ettari di superficie. Pesanti e solenni, statici e vibranti allo stesso tempo, quei tronchi parlano di lui, del suo amore profondo per il legno. Guardandoli è come se fosse ancora lì. È lì l’uomo adulto e responsabile, carismatico, amante del lavoro ed estimatore dei suoi collaboratori. È lì il ragazzo che, neanche ventenne, con l’aiuto dei fratelli alla fine degli Anni Quaranta, a Rumo in Val di Non, inizia a produrre, in cantina, cassette di legno per la frutta e poi con un carro le trasporta ai magazzini delle mele. È lì il giovane che nel 1953 sposa Paolina , l’amore della sua vita (con la quale avrà quattro figli – Luciana , Wilma , Oliviero , Moreno ), sempre al suo fianco nel lavoro che “saprà donargli la giusta dose di prudenza e coraggio” per realizzare i propri sogni. È lì l’uomo che negli Anni Cinquanta acquista lotti di legname per la produzione e commercializzazione di travature destinate al settore delle costruzioni e che poco dopo avvia in parallelo un’attività edilizia facendo sempre prevalere la bellezza sulla speculazione. Ed è lì l’uomo a capo di un’impresa che conta diversi collaboratori diretti, ed una schiera di collaboratori indiretti, che lavora migliaia di metri cubi di legname all’anno.

“A rendere grande mio padre – racconta Moreno – sono stati sicuramente il suo coraggio e la sua resilienza, ma anche la sua capacità di guidare il cambiamento. Ha sempre amato il legno. La materia pura e viva che sa parlare al cuore. Il legno massiccio, nel quale ha continuato a credere anche quando i più sono stati costretti a chiudere o a convertire la produzione in altri articoli del settore legno (imballaggi, giuntati, legni incollati in genere), svincolandosi così dalla concorrenza di Austria, Germania e del Nord Europa e ricavandosi una nicchia di mercato”.

Vito Vender
di GENNY TARTAROTTI

Un “imprenditore visionario”. Entusiasta della caccia, non necessariamente dei risultati. E se Vito Vender è stato fortissimo nei risultati, nella caccia è stato imbattibile. Un imprenditore resiliente, capace di far fronte in maniera positiva agli eventi, di riorganizzare positivamente la propria vita davanti alle difficoltà, senza perdere di vista un’intensa sensibilità umana. "Vito Vender - aggiunge Moreno - è stato la resilienza in persona, ha obbedito al proprio tempo senza subirlo ma anzi facendosene interprete e guida (imprenditoriale e familiare) in ogni situazione. Ma ciò che crediamo, più di ogni parola, ce lo farà trattenere a lungo, è una testimonianza impressa in una frase che ricordiamo: se il toro sta per incornarti devi essere perfetto in ogni movimento. Ho vissuto avvicinandomi al toro, senza mai sfidarlo e senza mai farmi incornare appellandomi talvolta alla divina provvidenza" . È grazie a questa sua capacita di guardare lontano se Vender Legnami è diventata ciò che è oggi.

Un’eccellenza nella lavorazione del legname, specializzata nella produzione di travi “uso fiume”

e “uso trieste”, realizzate unicamente con legno massiccio (naturalmente ecologico) proveniente da foreste locali certificate PEFC, secondo le specifiche esigenze dei clienti distribuiti in tutta Italia e sud Europa. Ora tocca a Moreno portare avanti l’attività. Cosa che fa con amore e dedizione, guardando sempre oltre, verso il futuro e l’innovazione, seguendo l’esempio del padre. “Sono molti gli insegnamenti che mi ha lasciato. A prevalere su tutti l’importanza di essere costantemente presenti, responsabili, affidabili. Insomma, di esserci”.

Dream Srl: vent’anni di innovazione

Dream Srl celebra due decenni di crescita e riflette sulle chiavi del successo aziendale. Il seminario “Le dimensioni del successo nel fare impresa oggi” ha messo in luce l’importanza del legame con il territorio.

DREAM SRL – società di formazione e consulenza per lo sviluppo integrato delle organizzazioni e dei territori – compie vent’anni e coglie l’occasione per riflettere sulle ragioni del proprio successo e sulle condizioni che consentono all’imprenditoria di crescere sul territorio. Su questi presupposti si è svolto lo scorso 7 giugno a Tione il seminario “Le dimensioni del successo nel fare impresa oggi”, promosso dall’azienda trentina in occasione dell’anniversario tondo. Quanto incidono la dimensione e il posizionamento geografico

“Ciò che è emerso dal convegno come la più importante leva di successo per imprese che operano in contesti periferici e di montagna è la capacità di costruire un legame positivo e generativo con il territorio di riferimento”

sulla competitività di un’azienda? Questa la domanda che ci si è posti durante la giornata di studi, alla quale hanno cercato di rispondere diversi relatori. Oltre ai vertici di Dream Srl – in particolare Luca Salvaterra , socio fondatore e amministratore della società – partecipavano l’ex ministro dell’Istruzione ed economista Patrizio Bianchi e il vicepresidente di Confindustria Trento e amministratore di Innova Srl Oreste Bottaro . Tra gli altri relatori erano presenti anche la professoressa Valentina Mini dell’Università di Ferrara, l’amministratore del Prosciuttificio Wolf di Sauris Stefano Petris, il consigliere delegato dell’Azienda Consorziale Terme di Comano Elena Andreolli e il direttore di Euricse Riccardo Bodini . “Dal dibattito che abbiamo generato – spiega Luca Salvaterra – voglio riprendere un elemento in particolare. Mi riferisco a ciò che è emerso dal convegno come la più importante leva di successo per imprese che operano in contesti periferici e di montagna: non tanto le dimensioni aziendali (ovvero i volumi dell’attività svolta), e nemmeno il posizionamento geografico (cioè la localizzazione di un’impresa), quanto piuttosto la capacità di un’azienda di trovare un proprio equilibrio dimensionale

all’interno di un ‘sistema comunità’. In altre parole, la capacità di costruire un legame positivo e generativo con il territorio di riferimento. Un territorio fatto di istituzioni, di imprese sociali, di enti del terzo settore e di tanti soggetti che lo caratterizzano come un sistema culturale in senso ampio, che lo rendono vivo, vivace e intraprendente”.

In tema di anniversario – Dream Srl nasceva a Tione nel 2004 – il meeting ha permesso anche di riflettere sul passato per analizzare gli elementi di forza della società di Salvaterra. “Nel nostro payoff – continua l’amministratore – è scritto il segreto del nostro successo: ‘disegniamo il cambiamento’. Ciò che offriamo ai nostri clienti (le molte imprese che si rivolgono a noi per avere consulenza), è esattamente questo: il cambiamento finalizzato alla crescita, al miglioramento e all’efficientamento di tutti gli aspetti aziendali. Del resto, il cambiamento è ciò che ci orienta anche nel perseguimento della nostra mission e nella gestione delle politiche di governance. Ciascuna impresa è chiamata alla necessità di evolvere continuamente per sopravvivere nel nuovo che avanza. Il cambiamento è una condizione strutturale del fare impresa, non un momento transitorio o occasionale. E il tema del life long learning, oggi più che mai attuale, ci obbliga a focalizzarci non

solo su competenze tecniche e specialistiche ma piuttosto su quelle trasversali, le cosiddette soft skills, sempre più importanti nei contesti produttivi odierni”.

Puntando su questi elementi Dream Srl è cresciuta fino a offrire una gamma di servizi a 360 gradi: consulenza manageriale, consulenza gestionale e organizzativa, attività di progettazione e raccolta fondi, selezione, formazione e servizi al lavoro. Grazie al crescente giro d’affari, la società opera oggi su tre sedi: Tione, Trento e San Bonifacio in provincia di Verona.

Con lo sguardo verso il futuro, i festeggiamenti per i vent’anni e il convegno di Tione sono stati anche l’occasione per mettere a fuoco le priorità. “Da amministratore di Dream – conclude Luca Salvaterra – sono consapevole che dovremmo confrontarci con sempre maggiori capacità e consapevolezze su una serie di ambiti strategici e in continuo cambiamento: tra questi sicuramente il tema della sostenibilità , l a relazione tra tecnologie e risorse umane, la gestione e valorizzazione delle persone all’interno dell’organizzazione. Lavorando sui processi di cambiamento, siamo certi che le opportunità non mancheranno”. (adb)

"Il cambiamento è ciò che ci orienta anche nel perseguimento della nostra mission e nella gestione delle politiche di governance. Ciascuna impresa è chiamata alla necessità di evolvere continuamente per sopravvivere nel nuovo che avanza.

Il cambiamento è una condizione strutturale del fare impresa"

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Tama Aernova cresce e raddoppia

Galoppa anche all’estero il business del Gruppo guidato da Giovanni Coletti, che ha deciso di ampliare lo stabilimento di Mollaro, di aumentare l’occupazione e affrontare nuove sfide.

È a pieno regime da inizio settembre il nuovo stabilimento produttivo di Tama Aernova, il più grande player europeo nel campo della depurazione e filtrazione industriale dell’aria.

L’impresa trentina, fondata da Giovanni Coletti nel 1985, che oggi è ancora presidente del Gruppo, ha così compiuto un ulteriore passo avanti. Con l’acquisizione di nuovi spazi, i capannoni sono raddoppiati: “Siamo passati da una superficie coperta di 9mila metri quadrati agli attuali 18mila – precisa Coletti –. Il terreno acquistato è adiacente alla nostra sede. Lo abbiamo unito con le superfici che possedevano e abbiamo creato un grande sito industriale dotato dei migliori impianti e delle più avanzate tecnologie”. L’area, un vero e proprio polo produttivo targato Tama Aernova, caratterizza così la zona industriale di Mollaro, in Val di Non, dove l’azienda era nata quarant’anni fa. L’assetto societario attuale è il risultato di una storia di successo che, cresciuta tutta attorno alla figura di Giovanni Coletti, ha visto nel 2016 il conferimento in un’unica realtà dei rami d’azienda di Tama Spa (fondata nel 1985) e di Aernova Engineering Srl (fondata nel 1983).

L’unione delle due divisioni ha portato alla nascita di Tama Aernova, la cui mission ha puntato fin da subito sul raggiungimento di una leadership internazionale nel settore della filtrazione industriale dell’aria.

L’esigenza di ampliarsi è la risposta a un posizionamento crescente di Tama Aeronova sui mercati esteri e all’aumento costante nel giro di affari. “Negli ultimi anni – racconta Coletti – siamo cresciti molto all’estero, in modo particolare in Cina e in America. Dall’Europa, il nostro mercato tradizionale, ci siamo allargati a livello internazionale conquistando importanti quote e commesse in tutto il mondo. Per questi motivi, per tenere il passo, abbiamo sostenuto un investimento importante con l’acquisto del nuovo terreno e la costruzione della nuova area. L’adeguamento era necessario”.

La crescita ha portato anche nuove assunzioni in Tama Aernova, dove il personale è in aumento non solo nel comparto produttivo. Nuove assunzioni sono attese anche nei settori di ricerca e sviluppo e nella cura dei rapporti con i clienti. Nel nuovo stabilimento di Tama, infatti, troveranno spazio nuovi uffici per potenziare la ricerca di nuove soluzioni tecnologiche nella gamma prodotti e locali show-room destinati ad accogliere la committenza. “Stiamo lavorando intensamente in

questa direzione” continua il presidente. “Concluderemo i lavori entro la fine dell’anno”.

Il cambiamento in Tama risponde così a esigenze complessive: un rinnovamento del sito industriale per ottenere maggiori volumi e maggiore flessibilità nel ciclo produttivo, per rispondere al trend di crescita sui nuovi mercati cinese e americano, per garantire nuovi spazi di incontro con i clienti e per puntare risorse sempre crescenti su ricerca e sviluppo.

L’aumento del personale è lo specchio di questa crescita. “Ho intrapreso questo investimento –precisa Giovanni Coletti – perché posso contare su uno staff di persone altamente qualificate, estremamente competenti e motivate. Il team è la nostra forza. Le persone che mi circondano, uomini e donne, coloro che lavorano in azienda sono il valore aggiunto di Tama Aernova. Perciò continuiamo a progredire e così troviamo la determinazione per affrontare nuove sfide e grandi investimenti”.

La specializzazione dei collaboratori di Coletti è anche alla base della continua implemen -

tazione nella gamma prodotti di Tama Aernova, che fornisce soluzioni per i più svariati settori d’applicazione: verniciatura a polvere, taglio termico, finitura superficiale, saldatura, combustione, macchine utensili, processi generanti odori, comento e inerti, riciclaggio e smaltimento rifiuti, agro-alimentare, chimico e farmaceutico, fonderia, lavorazione del legno, produzione di vetro e ceramica. Per tutti questi settori industriali – ovunque ci sia bisogno di depurare o filtrare l’aria – ci sono gli impianti di Tama Aernova: “La grande competenza che abbiamo acquisto conferisce elasticità ai vari reparti operativi, dando la possibilità al cliente di personalizzare il prodotto secondo le specifiche esigenze del caso con l’obiettivo di soddisfare e servire in modo preciso e professionale le richieste provenienti da tutto il mondo”.

In questo senso, nuovi business si profilano per Tama Aernova all’orizzonte. È il caso dell’industria legata al nucleare e al comparto della produzione e smaltimento di batterie elettriche. (adb)

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La realtà Fir: 50 anni di traguardi

Dai rottami raccolti sul Lago di Garda negli anni Trenta alla moderna economia circolare: la storia di un’impresa familiare che guarda al futuro.

VALORIZZARE gli scarti cogliendo in ciò che altri considerano un rifiuto possibilità inedite. Una visione che Fir, impresa che si occupa del recupero e dello smaltimento di rifiuti speciali, pericolosi e non, custodisce nel proprio Dna. Leitmotiv di una storia iniziata molto tempo prima della fondazione dell’azienda. Il tutto ha avuto inizio lungo le sponde del Lago di Garda, negli anni Trenta, quando Guido Ider attraversava con il suo carretto i paesini e le viuzze del Benaco per raccogliere rottami da rivendere a Brescia. Non un semplice lavoro, ma un modo diverso di guardare che verrà raccolto dai figli Giovanni e Ulisse, che nel 1974 a Rovereto fonderanno Fir dedicandosi al recupero e al riciclo del ferro. Da allora sono passati 50 anni e quella visione ante litteram di nonno Giovanni è diventata globale, dando origine a ciò che oggi definiamo economia circolare.

In seguito, a Giovanni e Ulisse sono subentrati i figli Marco e Thomas e a loro, in tempi più recenti, la quarta generazione. Quest’anno Fir festeggia il cinquantesimo anniversario. “Un traguardo che – spiega Chiara Malagnini , moglie di Thomas e responsabile amministrativa

– “non è solo un numero, ma rappresenta una storia ricca di sfide, successi e una crescita costante. Mi trovo qui per amore: amore per Thomas e per Fir. Dopo la scomparsa di mio marito, mi sono ritrovata a portare avanti la sua volont à . Fir per me rappresenta il passato, il presente e il futuro. Vedere i nostri figli entrare in azienda spontaneamente è una grande soddisfazione. Significa che siamo riusciti a trasmettere loro l’amore per questa attività. Il futuro di Fir è in buone mani”. “Oggi – aggiunge Marco Ider – , mentre lasciamo spazio alla nuova generazione, guardo con fiducia alla capacit à di innovare e di portare avanti questi valori con nuova energia. Fir si è sempre distinta per la capacit à di anticipare i cambiamenti, adattandosi ed evolvendosi, e sono certo che continueremo su questa strada. Ringrazio tutti i collaboratori per aver contribuito a questa crescita. Senza il loro impegno, la loro dedizione e la loro passione, Fir non sarebbe quello che è oggi. Questo anniversario è mio quanto loro”.

Se Fir è riuscita a diventare ciò che è oggi, un Gruppo di cui fanno parte, oltre a Fir, anche Fir Autotrasporti e le consociate Biochem Italia e Faber Chemicals, è proprio grazie alla sua capacità di guardare avanti, di guardare oltre, percorrendo stra -

de nuove e diverse, adottando tecnologie avanzate e metodologie di lavoro sostenibili. “Ciò che ha decretato il successo di Fir – spiega Milena Tait , moglie di Marco e responsabile comunicazione e marketing – è stata la capacità di cogliere nelle nuove regolamentazioni opportunità di crescita e miglioramento e di rispondere proattivamente alle esigenze di un mercato che richiede una gestione dei rifiuti etica e trasparente, orientata verso un futuro circolare”. La fase di espansione è iniziata nel 1996 con l’inaugurazione di un nuovo capannone a Marco di Rovereto. Un altro importante passo avanti risale al 2008 con l’ingresso dell’azienda nel settore dei rifiuti pericolosi e con la conseguente apertura di un impianto di stoccaggio dedicato. Nel 2017, in risposta alla crescente richiesta di servizi specializzati, Fir ha inaugurato il centro Fir Autodemolizione e Ricambi, che serve sia privati che professionisti. Si tratta dell’ultimo tassello di un’espansione fisica oltre che di processo. Lo stabilimento di Rovereto, centro all’avanguardia per la gestione completa dei rifiuti, attraverso processi sicuri e conformi alle rigorose normative ambientali, conta infatti attualmente una superficie di 20mila mq, 45

collaboratori e più di 70mila tonnellate di rifiuti e rottami smaltiti ogni anno. Efficienza e responsabilità ambientale sono al centro della strategia di Fir sia per quanto riguarda le politiche ambientali interne all’azienda, orientate al riutilizzo e al riciclo dei materiali, sia nella promozione di una cultura di responsabilità ambientale verso tutti gli stakeholder e in particolare verso le scuole. “Siamo impegnati da anni – racconta Milena – in attività con le scuole per sensibilizzare i giovani sull’argomento, permettendo loro di scoprire il processo di gestione dei rifiuti da quando nascono a quando vengono riciclati”. Un impegno verso la sostenibilità ambientale e sociale che Fir ha voluto formalizzare diventando nel 2022 Società Benefit e che oggi prosegue con la pubblicazione, che avverrà a breve, del primo bilancio di sostenibilità. “Ci stiamo lavorando da più di un anno – spiega Chiara – . Non è stato facile raccogliere tutti i dati necessari, ma ora leggere questo documento ci permette di gettare uno sguardo d’insieme sulla nostra realtà e di acquisire maggiore consapevolezza. È davvero bello, emozionante”. Un impegno costante nel valutare il proprio impatto sull’ambiente e sulla comunità che si declina anche nel legame con il territorio in cui Fir è nata e cresciuta. “Il territorio ci ha accolto offrendoci opportunità di crescita – prosegue Chiara – . Noi desideriamo contraccambiare, condividendo con la comunità e con le realtà in essa operanti il valore aggiunto che riusciamo a produrre. È un altro modo per dare vita a nuove possibilità”. (gt)

Antonio Basso: 10 anni a Grigno

Ostacoli superati, legami con il territorio e una forte crescita. Dal 2014 ad oggi, la storica azienda trevigiana ha saputo affrontare numerose sfide forte della fiducia su cui basa ogni relazione.

LA fiducia. Elemento fondamentale nelle relazioni umane e professionali che si costruisce nel tempo attraverso azioni concrete, dialogo aperto e reciproco rispetto. Un concetto particolarmente caro alla Antonio Basso, azienda di Treviso operante nel settore delle costruzioni che, su questo elemento e nel suo essere parte integrante della relazione con il territorio, ha incentrato tutto il suo percorso. Un cammino fatto di sfide e sacrifici, traguardi e soddisfazioni. Come l’avvio nel 2014 di un centro produttivo in Valsugana, a Grigno. Da allora sono passati 10 anni e oggi, in occasione di questo anniversario, che l’azienda ha voluto celebrare insieme a istituzioni, clienti, professionisti e collaboratori, riemerge con forza il significato di questo termine e quanto sia vero che tutto sia collegato attraverso connessioni invisibili e spesso inaspettate. “Ogni anno – ricorda Carmela Rossi Basso , moglie di Antonio Basso , oggi alla guida dell’azienda assieme ai figli Alessandro , Angelo e Giovanni – andavo a Bolzano con mio marito e quando transitavamo a Grigno, lui rallentava sempre ed osservava

con ammirazione quella che ha sempre ritenuto un’azienda importante”.

Nel 2012 il settore dell’edilizia è colpito da una profonda crisi; i Basso, pur a fronte di un diffuso scetticismo, ritengono che per superarla sia necessario acquisire ulteriori aree di mercato anche attraverso nuove acquisizioni e, tra le varie opzioni, la scelta ricade proprio su quell’azienda tanto ammirata negli anni da Antonio Basso: la Precompressi Valsugana di Grigno. Il 13 giugno 2013, giorno di Sant’Antonio, nasce la Antonio Basso Trentino, che nel nome coniuga il rispetto per la memoria del fondatore con quello, doveroso, alla nuova territorialità.

Un nuovo capitolo di una storia iniziata nel 1972, quando Antonio Basso avvia la propria impresa ed a distanza di qualche anno costruisce lo stabilimento di Treviso. Il primo edificio prodotto, altra allora impensabile connessione, è destinato proprio al Trentino, in Val di Non. L’avvio dell’iniziativa in Trentino sarà però tutt’altro che facile. Le trattative per l’acquisizione del sito produttivo di Grigno si rivelano difficili e grazie soprattutto alla ferma volontà dei collaboratori, contrari alla chiusura dell’a -

zienda e fortemente convinti dell’iniziativa della famiglia trevigiana, è possibile assicurare il subentro. Così, finalmente nei primi mesi del 2014, viene sottoscritto il contratto di affitto

d’azienda, il primo passo per garantire ai Basso di raggiungere uno dei principali obiettivi che, oggi, rivendicano con orgoglio e soddisfazione: quello di garantire un futuro a tante famiglie della valle.

Non a caso è proprio il 1º maggio 2014, Festa dei Lavoratori, che viene scelto per dare idealmente inizio alla nuova avventura. Sono però ancora tempi difficili per l’edilizia, mancano le commesse e così per avviare lo stabilimento di Grigno, gli vengono assegnate alcune produzioni, inizialmente destinate alla sede di Treviso. I riscontri non tardano ad arrivare e grazie alle importanti relazioni intessute dalle Associazioni di Categoria, si iniziano ad acquisire le prime commesse locali, alcune delle quali da aziende di rilievo della Valsugana.

Manca però ancora un passo fondamentale, decisivo per il futuro dell’azienda: quello dell’acquisizione definitiva. A metà del 2015, alla

pubblicazione da parte del Giudice Delegato dell’avviso d’asta della vendita del compendio immobiliare, alcuni potenziali concorrenti sono interessati. È il più difficile ostacolo da superare. Il giorno dell’asta, il 4 dicembre 2015, viene presentata una sola offerta: quella dei Basso. “A Grigno – ricordano con emozione i collaboratori – abbiamo tirato un gran sospiro di sollievo”. Si riprendono allora i contatti con l’Alto Adige e vengono acquisite prestigiose commesse in tutto il territorio trentino. Si anticipano gli investimenti programmati, come l’ampliamento dello stabilimento, la riorganizzazione delle aree di stoccaggio e di quelle dedicate alla produzione di calcestruzzo e l’avvio di una nuova linea produttiva: quella per gli implacati da ponte.

Negli anni successivi, fatta eccezione per il periodo della pandemia con le conseguenti e successive difficoltà derivanti dagli improvvisi e pesanti aumenti dei costi delle materie prime, l’azienda che, oltre alla casa madre a Treviso ed allo stabilimento di Grigno, ha avviato nel 2019 un altro impianto a Manfredonia, arrivando a contare un totale di 140 collaboratori diretti, vede finalmente un po’ di stabilità.

La fiducia ed il sostegno ricevuti dai tanti interlocutori presenti nel territorio trentino, sono stati i fattori decisivi per dare l’avvio a Grigno a due ulteriori importanti investimenti; lo scorso anno, dopo la positiva esperienza nella sede di Treviso, è stata installata una moderna ed efficiente grù a torre Liebherr, ottimizzando gli spazi di stoccaggio e soprattutto garantendo sempre maggiori condizioni di sicurezza. Tra qualche mese verrà infine avviata la linea produttiva dei solai e dei muri a doppia lastra che un’altra storica ed apprezzata azienda trentina, la Ceis Trading di Pergine Valsugana, ha voluto affidare ai Basso. Questa è una nuova sfida che l’azienda di Grigno intende affrontare con la responsabilità di continuare ad onorare la fiducia di un territorio, costruita su relazioni solide e durature e che, con ambizione e gratitudine, ha ricevuto fino ad oggi. (gt)

Orefice alla guida del Comitato Regionale

Il Gruppo Giovani Imprenditori del Trentino-Alto Adige ha eletto all’unanimità il suo nuovo presidente: “Contribuiremo – ha detto - alla crescita economica e sociale del nostro territorio”.

CAMBIO al vertice per il Comitato Regionale del Gruppo Giovani Imprenditori del TrentinoAlto Adige.

L’avvicendamento è avvenuto a Palazzo Stella nel corso della riunione del Comitato, costituito dai componenti dei Consigli Direttivi Giovani Imprenditori di Confindustria Trento e di Confindustria Alto Adige. Nel corso dell’incontro, coordinato dal presidente regionale uscente Gianluca Melani, Wide Group Spa, e presieduto dai presidenti dei due Gruppi – Melanie Pernthaler e Francesco Orefice –, si è proceduto al rinnovo della presidenza regionale. Il presidente uscente Melani ha

aperto la riunione ripercorrendo il suo mandato triennale, l’impegno a livello locale e nazionale, anche in collaborazione con i Gruppi Giovani delle altre Regioni.

Il Comitato ha quindi proceduto con il rinnovo del proprio vertice. Il nuovo presidente, eletto all’unanimità, è Francesco Orefice , già presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Trento, nonché Coamministratore dell’azienda

Dial Funghi Srl.

"Sono onorato della fiducia che mi è stata data nell’assumere questo ruolo – ha dichiarato lui –. L’obiettivo principale sarà quello di potenziare la collaborazione tra i giovani imprenditori delle due Province e creare un network sempre più forte e coeso con i Gruppi Giovani delle altre Regioni. Credo fermamente che attraverso la condivisione di idee e progetti innovativi possiamo contribuire significativamente alla crescita economica e sociale del nostro territorio”.

Orefice si è inoltre impegnato a farsi portavoce, nel Consiglio Nazionale del Movimento, delle opportunità e necessità che emergeranno.

A Riva del Garda la prima Trentino Business Run

Per coniugare il dinamismo dell’attività fisica con lo spirito imprenditoriale delle aziende della Provincia, l’Apt Garda Dolomiti Azienda e l’agenzia di eventi Communico Italia hanno ideato Trentino Business Run, il primo evento sportivo in Trentino dedicato al mondo aziendale che si svolgerà a Riva del Garda giovedì 10 ottobre 2024 alle 18.

Si tratta di un’iniziativa aperta a tutte le aziende pubbliche e private trentine e ai loro dipendenti che si sfideranno oltre i confini dell’ufficio: una corsa non competitiva, ad andatura libera e inclusiva nella quale i partecipanti si metteranno alla prova su un percorso vista lago di 6,5 chilometri.

Ispirata ai concetti di business, sport, team e benessere, la corsa aziendale si configura come un’opportunità ideale per il team lavorativo al fine di stimolare il corporate wellbeing e l’attenzione a uno stile di vita attivo, creando un forte spirito di squadra, rafforzando i legami tra colleghi e incentivando la leadership.

Nuova Audi A5

La nuova era di Eleganza e Sportività.

L’evoluzione della linea Audi A4, nel segno della sportività, della tecnologia e dell’efficienza. La gamma della casa dei quattro anelli più venduta al mondo si rinnova nel nome e nel concept: finalmente l'attesissima nuova Audi A5 è ordinabile presso le Concessionarie Dorigoni

Non si tratta solo di un cambio di nome; la nuova Audi A5 vanta un design sportivo ed elegante, interni digitalizzati e un'interfaccia futuristica. Inoltre, offre motorizzazioni potenti e altamente efficienti, segnando un significativo passo avanti per la gamma di auto di fascia media della casa tedesca.

Design e stile rinnovati

La nuova Audi A5 sfoggia un design rinnovato e dinamico, con linee fluide e un profilo sportivo che cattura l'attenzione. Il frontale

è caratterizzato da una griglia più ampia e fari a LED che conferiscono un aspetto audace e moderno. Le versioni Sportback e Coupé offrono un'eleganza senza tempo, mentre la variante Cabriolet aggiunge un tocco di libertà e stile.

Interni pregiati e avanguardistici

All'interno, Audi A5 è sinonimo di lusso e comfort. I materiali di alta qualità e la cura nei dettagli creano un ambiente raffinato. Il sistema di infotainment MMI touch, con un display centrale da 10,1 pollici, offre un'interfaccia intuitiva e connettività avanzata, inclusa la compatibilità con Apple CarPlay e Android Auto. Inoltre, l'abitacolo è spazioso e ben progettato, garantendo un comfort ottimale per tutti i passeggeri.

Nuova gamma motorizzazioni potente e efficiente

La nuova Audi A5 offre una gamma di motorizzazioni che include il 2.0 TFSI da 150 CV e il 2.0 TDI da 204 CV, oltre a una variante dotata di impianto MHEV plus, tecnologia tecnologia mild hybrid a 48V, per performance di livello superiore. Al top della gamma si trova la versione S5, equipaggiata con un motore V6 TFSI da 3.0 litri e 367 CV Tutti i modelli sono caratterizzati da un'architettura elettronica avanzata e sospensioni

adattive, che assicurano una guida dinamica e precisa, anche grazie al sistema di trazione Quattro

Tecnologia e digitalizzazione

La nuova Audi A5 è la prima vettura a essere costruita sulla piattaforma PPC (Premium Platform Combustion) e introduce un'innovativa architettura elettronica denominata E3 1.2 Questo sistema, ispirato a quello della Audi Q6 e-tron, offre una potenza di calcolo eccezionale grazie all'integrazione di cinque unità di elaborazione ad alte prestazioni che gestiscono tutte le funzionalità dell'auto.

L'abitacolo è dominato da un'avanzata interfaccia digitale Audi, con un quadro strumenti virtuale da 11,9 pollici, un display MMI touch da 14,5 pollici e uno schermo dedicato al passeggero. Il rinnovato head-up display (HUD) fornisce informazioni dettagliate sulla dinamica del veicolo, indicazioni di navigazione e dati multimediali.

Un periodo caldo di incentivi

Energia fotovoltaica come risorsa per la transizione energetica delle imprese trentine. Numerose le opportunità offerte per investire nel fotovoltaico e nelle comunità energetiche.

MAI come d’estate l’energia del sole ci scalda e ci rigenera. È quindi il momento ideale per le imprese trentine di sfruttare questa risorsa per coprire i fabbisogni energetici. L'energia solare, infatti, non solo garantisce un risparmio in bolletta evitando le fluttuazioni dei prezzi, ma è anche fondamentale per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Il territorio nazionale e provinciale offre numerose opportunità per valorizzare questa risorsa.

Il Piano Transizione 5.0, parte del Pnrr ed evoluzione del Piano 4.0, vede ora inclusi i beni per l’autoproduzione di energia, compresi il fotovoltaico e i sistemi di accumulo. Con una dotazione di 6,3 miliardi di euro di cui 1,89 destinati all'autoconsumo e autoproduzione, il credito d'imposta si

estende agli impianti fotovoltaici quando questa spesa è trainata da investimenti in beni strumentali. L’incentivo è riservato ai soli impianti con pannelli prodotti nell’Unione europea e con un’efficienza minima del 21,5%.

Un ulteriore incentivo arriva dalla Legge provinciale n. 6/2023 nella quale sono state introdotte nuove misure di aiuto dedicate all’efficienza energetica e sostenibilità, tra cui anche il fotovoltaico. Quest’ultimo gioca inoltre un ruolo centrale nelle comunità energetiche (Cer). Una Cer è un insieme di cittadini, di piccole e medie imprese ed enti territoriali che condividono l’energia elettrica rinnovabile prodotta dai propri impianti. L’obiettivo è di fornire benefici ambientali, economici e sociali ai propri membri attraverso l’autoconsumo di energia rinnovabile. Infine, le imprese possono utilizzare l'energia del sole tramite accordi specifici, tra cui il leasing fotovoltaico, ovvero un accordo di noleggio dell’impianto, e il power purchase agreement (Ppa). Quest’ultimo consiste in un contratto di acquisto di energia che regola la somministrazione tra un produttore, che possiede l’impianto, e un acquirente. Queste e molte altre opportunità attendono quindi gli imprenditori trentini per sfruttare l’energia del sole, una fonte sempre più richiesta per avvicinarsi agli obiettivi del Green Deal europeo.

Andamento generale commodities 2024

La produzione elettrica da fonti rinnovabili in Italia ha superato per la prima volta quella da fonti fossili nel primo semestre 2024. Grande protagonista l’idroelettrico per quasi metà della produzione. Dei 151,6 TWh consumati, ben 79,6 provengono da fonte rinnovabile: di questi il 46,8% da fonte idro e il 30% da solare fotovoltaico. Questi elementi contribuiscono a mantenere calmierato il prezzo della commodity power a fronte di un costante aumento del prezzo del gas. Nel primo semestre il gas ha avuto un prezzo medio di 33,04 €cent/Smc con minimo a febbraio di 29,42 e massimo a giugno 38,2. Si prevede una diminuzione nel terzo trimestre con luglio in chiusura a 37,32. Il power, media primi 6 mesi 94,42 €/MWh, minimo ad aprile 86,8, massimo giugno 103,17. Luglio e agosto rispettivamente a 112,32 e 129 €/MWh. Cala il consumo di gasolio da riscaldamento a livello nazionale ma aumenta l’autotrazione.

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Il team “Bm Group Polytec” vince Ipsp

A Palazzo Stella l’evento conclusivo della nona edizione di Ipsp: progetto promosso da Università di Trento in collaborazione con Confindustria Trento, Trentino Sviluppo e Fondazione Hub Innovazione Trentino.

SI è conclusa con successo la nona edizione di Ipsp, Industrial Problem Solving with Physics, l’iniziativa promossa dall’Università di Trento in collaborazione con Confindustria Trento, Trentino Sviluppo e Fondazione Hub Innovazione Trentino. Per una settimana, 24 studenti e studentesse di laurea magistrale e di dottorato, laureate e laureati, ricercatori e ricercatrici nel campo della fisica provenienti da diversi atenei italiani e dalla Bahauddin Zakariya University di Multan (Pakistan) hanno lavorato a stretto contatto con le aziende aderenti al progetto, trovando soluzioni innovative ai loro problemi di sviluppo tecnologico.

I team hanno affrontato le sfide poste da Bm Group Polytec Spa, De’ Longhi Appliances Srl e Sarp Srl. Dopo un’attenta valutazione da parte del comitato scientifico, oggi a Palazzo Stella è stato decretato il team vincitore. Si tratta del gruppo di talenti che ha operato per BM Group Polytec Spa, un gruppo industriale italiano che unisce società con specializzazioni diverse per fornire soluzioni innovative nel campo dell’automazione industriale, robotica, engineering & procurement contractor e green

investments. Il problema proposto dall’azienda riguardava la misurazione della temperatura dell’acciaio liquido nel processo di fusione dei forni elettrici. Una procedura automatizzata che avviene tramite un robot industriale che immerge, attraverso una lancia in acciaio, un dispositivo di misura all’interno del liquido fuso. Così facendo, la lancia viene sottoposta a stress termici significativi. L’obiettivo della sfida è stato quello di studiare questi stress termici, individuando il miglior materiale per ridurre eventuali deformazioni della lancia utilizzata. Le altre aziende partecipanti, De’ Longhi Appliances Srl e Sarp Srl, specializzate rispettivamente nel settore dei piccoli elettrodomestici e nella produzione di macchinari per pastifici, hanno espresso soddisfazione per le soluzioni proposte dai loro team di lavoro e si appresteranno ad adottarle.

L’iniziativa IPSP si conferma un importante strumento di collaborazione tra il mondo imprenditoriale e quello della ricerca nel campo della fisica, permettendo agli studenti di mettere in pratica le loro conoscenze teoriche e alle aziende di innovare i propri processi produttivi.

La cerimonia di chiusura si è svolta presso la sede di Confindustria Trento. Ad aprire i lavori i saluti istituzionali di Alfredo Maglione , componente del Consiglio Direttivo di Confindustria Trento con delega a Transizione digitale e Innovazione tecnologica, Flavio Deflorian , rettore dell’Università di Trento, Gianluca Lattanzi , direttore del Dipartimento di Fisica, Mauro Casotto , direttore dell’Ambito Infrastrutture

Abilitanti di Trentino Sviluppo e Ivonne Forno , presidente della Fondazione Hub Innovazione Trentino.

Scuola e industria in sinergia per “Tu sei”

Il progetto “Tu sei” promuove la collaborazione tra scuola e impresa per formare una forza lavoro innovativa, valorizzando lo scambio di conoscenze e competenze tra diversi contesti di apprendimento.

CON l’evento finale di premiazione dei migliori progetti in concorso nell’anno scolastico 2023/2024, si conclude l’attività realizzata dalle scuole (Istituzioni formative e Istituti di istruzione secondaria di secondo grado) e dalle imprese industriali associate a Confindustria Trento per il progetto “Tu sei”. Il progetto, giunto alla sedicesima edizione, è finalizzato ad avvicinare i mondi della scuola e dell’industria per favorire forti relazioni, partendo dalla conoscenza reciproca, ovvero facendo comprendere alla scuola l’industria, non solo nei numeri e nell’impatto che ha nello sviluppo economico territoriale, ma anche nei valori che esprime e viceversa facendo

conoscere alle imprese industriali la scuola rispetto ai diversi indirizzi, alle attività e alle specificità presenti nel sistema educativo provinciale.

La vicepresidente della Provincia, Francesca Gerosa, intervenuta alla cerimonia di premiazione, si è complimentata con le aziende che hanno creduto sin dall’inizio in questo progetto e ha ringraziato le scuole, i dirigenti scolastici e gli insegnanti che hanno dato vita alle realizzazioni. Un progetto, ha sottolineato, che mette al centro i ragazzi e mette in relazione la scuola, che fornisce agli studenti le competenze necessarie, con il mondo delle imprese, che diventano così anch’esse formatrici, permettendo soprattutto ai ragazzi di mettersi in relazione con il territorio. Non bisogna infatti dimenticare che il “sistema Trentino” vive proprio grazie alla fitta rete di aziende che lo contraddistinguono. “Credo fortemente nell’importanza del progetto “Tu sei” – ha affermato Stefania Segata, vicepresidente di Confindustria Trento con delega a Capitale Umano e Giovani – riconosciuto nel nostro territorio e a livello nazionale. Il valore del progetto emerge dai numeri dei partecipanti e dalle evoluzioni avvenute nel corso degli anni. In sedici edizioni si è sempre mantenuto at-

tuale e di qualità, e sicuramente i progetti presentati oggi ne sono una testimonianza. L’obiettivo di “Tu sei” è quello di avvicinare aziende e scuole per permettere ai ragazzi di crescere, avvicinarsi al mondo del lavoro e contribuire così alla ricchezza del nostro territorio, attraverso una formazione trasversale”.

La mattinata ha avuto come ospite d’onore il Training & Learning Manager Giancarlo Orsini, che ha incantato la platea parlando di megatrend.

Orsini, con un’interessante carrellata di dati e di esempi pratici, ha dimostrato l’importanza della tecnologia correlata però all’uso che se ne fa. “L’intelligenza artificiale non sostituirà mai l’essere umano, ma sostituirà chi non la saprà usare. È fondamentale dunque capire oggi quali saranno le competenze necessarie per il futuro, poiché l’intelligenza artificiale è un mezzo e non un fine”. “Quest’esperienza ci ha “catturato” e siamo felici di essere qui anche quest’anno con tutti voi, - ha

ITT Buonarroti
Ph Matteo De Stefano
Liceo Artistico
Depero Rovereto
Ph Matteo De Stefano

concluso Ermanno Villotti , vicepresidente di Banca per il Trentino-Alto Adige, sponsor del progetto - non come sponsor che termina il suo compito con l’elargizione di un contributo economico, ma come Banca di Credito Cooperativo direttamente coinvolta sul territorio in un ricco sistema di relazioni, del quale oggi abbiamo un virtuoso esempio. “Tu sei” mette in contatto i ragazzi con le imprese della società trentina e ci ri-

corda ancora una volta che, sebbene possa essere complicato, i risultati migliori si ottengono quando si lavora in squadra, cooperando. Appunto!” L’edizione 2024 di “Tu sei” è stata caratterizzata da 11 progetti a concorso con 16 partecipazioni aziendali e ben 246 studenti coinvolti, che si sono contraddistinti ancora una volta per creatività, qualità, innovazione e sviluppo di tecnologie applicate.

I progetti vincitori di quest’anno sono:

Per la categoria ISTITUZIONI FORMATIVE:

CFP ENAIP TRENTINO Sede di CLES con Gruppo Adige Bitumi Spa

La commissione ha ritenuto di dare una Menzione speciale a:

CFP ENAIP di Ossana con Gruppo Adige Bitumi Spa

Per la categoria progetti annuali ISTRUZIONE SECONDARIA DI SECONDO GRADO:

ITT “M. Buonarroti” di Trento con Quad Automazioni Srl

La commissione ha ritenuto di dare una Menzione speciale a:

ITE “A. Tambosi” di Trento con Saidea Srl

Per la categoria progetti biennali ISTRUZIONE SECONDARIA DI SECONDO GRADO:

PARIMERITO

ITT “G. Marconi” di Rovereto con Dana Italia Srl

Liceo delle Arti di Trento e Rovereto – Liceo artistico “Depero” con Roverplastik Spa

CFP ENAIP CLES
Ph Matteo De Stefano

Rischio e protezione nel commercio tedesco

La revocatoria fallimentare può colpire i fornitori. Il Bargeschäft offre tutela per i pagamenti entro 30 giorni dalla consegna. Attenzione anche alla legge sulla supply chain.

di NINA HOSEMANN, LL.M., Avvocato iscritto all’Ordine di Monaco di Baviera e membro del consiglio direttivo dell´Associazione dei giuristi italo- tedeschi

PER le imprese che operano con il mercato tedesco spesso emergono interrogativi riguardo a profili legali del rapporto commerciale. Su due questioni che vengono proposte in modo ricorrente abbiamo richiesto – in maniera puntuale anche se evidentemente non esaustiva - il parere di una specialista, l’avv. Hosemann che ci ha fornito utili chiarimenti per affrontare in primo luogo il caso di chi si trovi esposto al rischio relativo ai pagamenti effettuati da impresa fornitrice tedesca poi dichiarata fallita. L’altra questione su cui ci soffermiamo riguarda il nodo essenziale della tutela dei segreti commerciali nell’ambito della disciplina tedesca sulla supply chain. Il taglio delle risposte non può che essere quello di indicazioni operative specifiche, con riflessi immediatamente operativi sulla condotta da assumere suggerita all’impresa italiana coinvolta.

Fallimento imminente del cliente tedesco: tutela mediante il c.d. Bargeschäft

Nel caso in cui un cliente tedesco fallisca, può emergere il rischio che i più recenti pagamenti effettuati a vantaggio dei fornitori venga impugnato dal curatore fallimentare mediante una revocatoria, che sosterrà l’esistenza di un

pregiudizio per tutti i creditori. La revocatoria fallimentare è uno strumento molto utilizzato in Germania, con cui vengono impugnati pagamenti eseguiti immediatamente prima del fallimento di imprese tedesche, al fine di aumentare la massa fallimentare, con la conseguenza che i pagamenti ricevuti dai fornitori nel periodo pre-fallimentare debbano essere almeno in parte restituiti. Un modo per proteggersi da questo rischio è il c.d. Bargeschäft, ai sensi del § 142 del Codice fallimentare tedesco (Insolvenzordnung - InsO).

Il Bargeschäft statuisce che non vi è pregiudizio per i creditori, e quindi il curatore fallimentare non può procedere con la revocatoria, per i soli pagamenti che sono stati eseguiti dall’impresa in pre-fallimento entro i 30 giorni precedenti o successivi alla data di consegna della merce da parte dei fornitori. Quindi, se tra la consegna di merce e il pagamento della merce stessa non intercorrono più di 30 giorni, il Bargeschäft prevede che non esiste danneggiamento dei creditori e i fornitori sono tutelati per i pagamenti ricevuti.

Prudentemente, è opportuno, dunque, che le imprese fornitrici non effettuino prestazioni anticipate se vi sono segnali di crisi aziendale del cliente tedesco, e, in ogni caso, definiscano il termine dei 30 giorni per la ricezione del pagamento a seguito della consegna della merce.

La legge tedesca sulla supply chain (LksG): tutela dei segreti commerciali

La legge tedesca sulla supply chain, la c.d. Lieferkettensorgfaltsverpflichtungsgesetz – LksG, entrata in vigore il 1° gennaio 2023, obbliga le aziende tedesche con almeno 1.000 dipendenti in Germania (c.d. aziende obbligate) a rispettare determinati obblighi di due diligence in materia di diritti umani e ambiente nell’ambito delle catene di fornitura. Questa legge ha impatto anche sulle aziende italiane fornitrici di tali aziende obbligate.

Accade che le aziende obbligate, per risultare compliant con gli obblighi previsti dalla LksG, chiedano informazioni ingiustificate e inappropriate, sottoponendo ai fornitori questionari che non

si riferiscono alla situazione concreta o al rischio specifico di un fornitore.

Per tale motivo, il Ministero Federale tedesco dell'Economia e del Controllo delle Esportazioni (BAFA), responsabile del monitoraggio della LkSG, ha pubblicato una scheda informativa sulla cooperazione nella catena di fornitura tra le aziende obbligate e i loro fornitori, che indica la portata delle informazioni che l’azienda obbligata può effettivamente chiedere o meno per effettuare un'adeguata analisi del rischio: ad esempio, la richiesta di dati ai fornitori deve essere giustificata e accompagnata dai motivi per cui i dati siano necessari; l'azienda obbligata deve garantire la protezione dei dati richiesti, attraverso accordi di riservatezza; l'azienda obbligata deve mettere a disposizione dei fornitori non obbligati le proprie risorse, informazioni e strumenti per l'identificazione dei rischi.

I fornitori, dal canto loro, possono, in particolare: condividere i dati solo dopo che è stata loro fornita una giustificazione adeguata e solo se il trasferimento dei dati è compatibile con il proprio diritto circa la protezione dei dati stessi; assicurarsi che vengano prese precauzioni per proteggere i dati trasmessi all'azienda obbligata. Inoltre, è inappropriato prevedere, nelle Condizioni generali, una sorta di trasferimento degli obblighi dell’azienda obbligata al fornitore, potendo ciò comportare l'adozione di misure sanzionatorie da parte del BAFA nei confronti delle aziende obbligate.

Nuove sanzioni europee verso Russia e Bielorussia

L’Unione Europea ha emesso tre nuovi regolamenti sanzionatori che introducono ulteriori misure restrittive nei confronti di Russia e Bielorussia e apportano modifiche alle restrizioni già vigenti. Per quanto riguarda la Russia, aumentano le restrizioni merceologiche e vengono inserite ulteriori importanti restrizioni per il settore finanziario. Sono introdotte novità relative ai servizi e ampliamenti significativi in relazione alle misure restrittive riguardanti il settore dei trasporti. Sono state introdotte alcune deroghe specifiche alla clausola “No Russia” per alcuni beni, e significativi obblighi di dovuta diligenza in capo agli esportatori di beni comuni ad alta priorità. Viene ampliato il concetto di elusione, e sono previste alcune misure in risposta all’amministrazione temporanea russa di aziende europee e ulteriori misure di tutela. Per quanto riguarda i divieti di esportazione, si segnala che sono state ulteriormente ampliate le liste dei beni vietati e limitati. I divieti sopra elencati prevedono alcune deroghe, le cui modalità di applicazione vanno verificate caso per caso. Per quanto riguarda la Bielorussia, finora toccata solo parzialmente dalle sanzioni, l’Ue ha introdotto ulteriori misure restrittive ed ha apportato alcune modifiche alle restrizioni già vigenti, per effetto del ruolo che il Paese sta giocando nel conflitto e soprattutto negli scambi illeciti. Si ampliano in modo significativo le restrizioni merceologiche e sono introdotte novità relative ai servizi. Sono estese le misure restrittive riguardanti il settore dei trasporti. Per gli esportatori, è stato introdotto l’obbligo di vietare contrattualmente la riesportazione in Bielorussia o per un uso in Bielorussia dei beni o tecnologie definite o armi da fuoco e munizioni elencate. Sono stati introdotti significativi obblighi di dovuta diligenza in capo a coloro che vendono, forniscono o trasferiscono, beni comuni ad alta priorità definite. Si inseriscono inoltre alcuni divieti specifici nel settore energetico. Per i dettagli sui prodotti e i servizi interessati dai divieti, si rimanda ai testi del notiziario tecnico: https://www.confindustria.tn.it/it/servizi/consulenza/mercati-esteri-e-dogane/

Una porta per l’Africa Subsahariana

Trentino Export potenzia la sua presenza in Africa con un nuovo referente in Sud Africa. Un Hub a Città del Capo per supportare le imprese trentine in un mercato dalle grandi potenzialità.

TRENTINO Export, nel suo piano di ampliamento dei suoi referenti esteri e vista la crescente importanza del mercato subsahariano, si è dotato di un nuovo referente in Sud Africa per sostenere l’export delle aziende trentine in questa area geografica. Il Desk di Città del Capo opererà come Hub per tutti i mercati dell’Africa Subsahariana aiutando le imprese trentine nel loro processo di internazionalizzazione. Il continente africano grazie ad una popolazione giovane ed in espansione e ad una crescita economica diversificata, diventerà nel prossimo futuro un’area sempre più importante dell’economia e della politica mondiale. In questo contesto, il Sud Africa rappresenta un attore fondamentale essendo l’economia più avanzata del Continente grazie alla buona rete infrastrutturale, alle forti istituzioni finanziarie, alla solidità delle istituzioni democratiche e all’in -

dipendenza del potere giudiziario. A seguito della pandemia di Coronavirus, del conflitto russo-ucraino e delle molteplici incertezze dei classici mercati di sbocco dell’export italiano ed europeo, l’economia occidentale sta vivendo un momento di notevoli incertezze. Dopo aver puntato su Middle e Far East, molte imprese italiane stanno iniziando a guardare con interesse all’Africa del Nord e a quella Subsahariana. D’altra parte, l’Africa è un continente in continuo mutamento sia da un punto di vista economico che sociale: 54 stati con una popolazione di circa 1,3 miliardi di persone, per più della metà con una età inferiore ai 20 anni ed un Pil che negli ultimi anni è più che raddoppiato.

L’importanza di questa area geografica è palese anche alla luce del Piano Mattei per l’Africa. Questo piano del Governo italiano è un progetto strategico di diplomazia, cooperazione allo sviluppo e investimento dell'Italia per rafforzare e rinnovare i legami con il continente. Il Piano prevede sia lo sviluppo di nuovi progetti che il sostegno attivo ad iniziative già in corso, condividendo con gli Stati africani le fasi di elaborazione, definizione e attuazione, con l’obiettivo di portare un effettivo valore aggiunto alla popolazione locale e chiaramente incentivare il business economico italiano nell’area.

Con il collaudato metodo che ad una prima fase di sondaggi di mercato ed organizzazione di incontri Business to Business, affianca il sostegno alle aziende nella fase post B2B e l’assistenza nello start-up, Trentino Export si propone, quindi, di sostenere, aumentare e consolidare l’export trentino anche in questi nuovi mercati emergenti.

Nuovo referente Trentino Export per i mercati del Centro Asia

Trentino Export, nel sua costante ricerca di nuovi mercati, si è dotato di un nuovo referente per i mercati del Centro Asia per sostenere l’export delle aziende trentine in questa area geografica. Il Desk di Astana in Kazakistan opererà come Hub anche per i mercati di Uzbekistan, Azerbaigian e Georgia aiutando le imprese trentine nel loro processo di internazionalizzazione.

Trentino Export Soc. Coop. zagonel@trentinoexport.it Tel. 0461-931011 Fax. 0461-933551 www.trentinoexport.it

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