Trentino Industriale aprile-maggio 2018

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APRILE | MAGGIO 2018 ANNO 59 | N°02

Speciale

Focus sulla Sezione Chimica, Vetro, Gomma e Plastica

Territori

Fiemme Fassa e Primiero: così diversi, così uniti

Innovazione

Sistema PAese: Piacentini ospite di Confindustria Trento

Rivoluzione Privacy: al via la normativa europea Leva organizzativa e fattore competitivo, la nuova policy crea valore anche dentro le imprese


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sommario

03

editoriale 7

Tre priorità per il Trentino

il punto 9

Il legame delle imprese con il territorio

innovazione copertina 10

La privacy che crea valore dentro l’impresa

12

Al via il Gdpr: meno forma, più sostanza

14

Un obiettivo strategico primario

43

Ipsp: pubblicato il bando 2018

45

A Trento il roadshow Sistema PAese 4.0

welfare 47

speciale chimica rubriche 10 copertina

education

17

Prima regola: fare squadra

19

Da Ala ai mercati del mondo

21

Raccordi per preservare l’acqua africana

24

Sedute in vetro per ambienti di lusso

49

TU SEI: scuole e imprese alla Printer

51

Confindustria Trento sfida i piccoli inventori

aziende

17 speciale chimica territori

26 territori 34 associazione 43 innovazione

26

Così diversi, così uniti nel pensiero

29

Da settant'anni sul mercato dell'arredo

31

Una stagione invernale coi fiocchi

49 education 52 aziende 60 internazionalizzazione 64 giovani

52

Saidea agli “Huawei Awards”

54

ACS Data Systems nella TOP-500 delle Pmi italiane

57

Il vino trentino a ProWein e Vinitaly

58

Ora a Borgo si fa anche il pane

59

Più solidi, più grandi, più numerosi

associazione

47 welfare 34

Cambio alla guida dell'Associazione

35

Internazionalizzazione delle imprese: nuovo accordo

Una rete per gli hr manager

internazionalizzazione

36

Confindustria per la montagna

38

A Trento il Treno Verde

40

Energia: un fattore strategico

42

Porfido trentino: c’è il nuovo contratto

60

Dal 1975 a servizio dell’export

62

Confindustria e l'internazionalizzazione

giovani 64

Giovani, motore d’Italia

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04 TRENTINO INDUSTRIALE Anno 59 | N. 2 Aprile – Maggio 2018

Direttore Responsabile

APRILE | MAGGIO 2018 ANNO 59 | N°02

Alessandro Santini Comitato di Redazione

Speciale

Focus sulla Sezione Chimica, Vetro, Gomma e Plastica

Territori Fiemme Fassa e Primiero: così diversi, così uniti

Innovazione

Sistema PAese: Piacentini ospite di Confindustria Trento

Rivoluzione Privacy: la nuova normativa europea La protezione dei dati che crea valore per le imprese

Redazione

Silvia Bruno Direzione, Redazione e Amministrazione

Palazzo Stella, Via Degasperi, 77 38123 Trento T 0461 360000 | F 0461 933551 Internet: www.trentinoindustriale.com e–mail: trentino.industriale@confindustria.tn.it Progetto grafico

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Stefania Segata Roberto Busato Nicolò Andreini Paolo Angheben Pierangelo Baldo Agnese Biasiolli Andrea Marsonet Eduard Martinelli Maria Cristina Poletto Luca Ribaga

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Editore

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Autorizzazione del Tribunale di Trento N. 71 del 10 febbraio 1990

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Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, si informano i destinatari del periodico che i dati dei medesimi sono conservati – con la garanzia di massima sicurezza – nell’archivio informatico del Titolare del trattamento: Associazione degli Industriali della Provincia di Trento via Degasperi 77 – 38100 TRENTO. Tali dati saranno utilizzati esclusivamente per l’invio del periodico e di eventuali allegati.Ai sensi dell’art. 7 del citato D.Lgs., i destinatari hanno diritto di conoscere, aggiornare, rettificare, cancellare i dati, nonché di esercitare tutti i restanti diritti ivi previsti mediante comunicazione scritta al Titolare del trattamento.

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Laura Canzian canzian@trentinoindustriale.com T. 338 7789032 | F 0461 933551 I prezzi indicati vanno maggiorati di IVA. L’editore si riserva di valutare di volta in volta la compatibilità con la rivista dei messaggi pubblicati proposti.




editoriale

07

Tre priorità per il Trentino Tra un Governo nazionale che stenta a formarsi e le elezioni provinciali ormai in vista, il 2018 appare caratterizzato da una lunga campagna elettorale, con il rischio di una prolungata impasse decisionale. Basta osservare che negli ultimi sei mesi – come ha scritto Il Sole 24 Ore – il Parlamento ha approvato un solo decreto legge. Altri 339 decreti attuativi sono in attesa, in primis dell’ultima legge di bilancio, con provvedimenti importanti come quelli su privacy, formazione 4.0 e appalti. Ci auguriamo che in autunno in Trentino si riesca a formare, in breve tempo, un Governo provinciale capace di dare risposte concrete a imprese e cittadini. Sono diversi i fronti su cui bisognerà lavorare nei prossimi cinque anni ma, per riportare il nostro territorio su un sentiero di crescita, ne riteniamo prioritari tre: infrastrutture, lavoro e fiscalità. 1. Infrastrutture. Il Trentino ha bisogno di riprendere una programmazione degli investimenti in infrastrutture – materiali ed immateriali – per ammodernare la rete viaria ed effettuarne una costante manutenzione. L’opera più importante che sta interessando il Trentino è senza dubbio la ferrovia del Brennero. Ma, oltre al tunnel, il progetto del Brennero offre l’occasione di una riqualificazione urbanistica delle città di Trento e Rovereto grazie alle opere funzionali, a cominciare dall’interramento del tracciato urbano della ferrovia. Sono prioritarie anche le altre opere viarie che le categorie economiche chiedono da tempo: Valdastico, Loppio-Busa, terza corsia dinamica dell’Autostrada del Brennero, messa in sicurezza della circonvallazione di Trento. C’è poi la fibra ottica. La dorsale è stata completata, ma le aziende lamentano difficoltà di accesso al servizio. 2. Politiche del lavoro. Le aziende ci segnalano una forte difficoltà nel reperimento delle risorse umane, da quelle maggiormente qualificate a quelle con profili di base. Serve maggiore orientamento nelle scuole e verso le famiglie per fare cogliere ai giovani le opportunità che offre il lavoro in azienda. È prima di tutto una questione culturale da affrontare e risolvere, in particolare in Trentino. Inoltre è necessario un potenziamento delle politiche attive del lavoro e dei servizi per l’impiego, per favorire la riqualificazione di chi perde il lavoro e un suo rapido reinserimento. 3. Fiscalità per le imprese. L’economia sta ripartendo, le imprese stanno investendo. Non sarebbe opportuno appesantire il carico fiscale per le imprese. Anzi, ci sarebbe il rischio di un nuovo rallentamento dell’economia. Lo strumento del credito d’imposta risulta particolarmente apprezzato per la sua semplicità ed immediatezza, in particolare per gli investimenti in formazione, welfare aziendale, innovazione e internazionalizzazione. Questi alcuni degli obiettivi. Ma, come sa bene chi opera sul mercato, è anche una questione di tempi. Anche la politica dovrebbe cominciare a tenerne conto.

Enrico Zobele Presidente di Confindustria Trento

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il punto

09

Il legame delle imprese con il territorio Come ogni anno, in questo periodo Confindustria Trento compie il suo ciclico viaggio attraverso le valli del Trentino: l’Associazione riunisce gli imprenditori delle aziende associate presso i centri principali dei territori di riferimento per condividere impressioni e priorità, istanze, esigenze e opinioni. Le trasferte di questa sessione hanno tuttavia un sapore particolare che sta caratterizzando tutti gli incontri. Innanzitutto emerge la conferma di una crescita dell’attività economica trasversale ai settori del manifatturiero. Inoltre le riunioni territoriali sono quest’anno l’occasione per marcare un radicamento delle imprese con i territori in cui operano. Come hanno detto bene i nostri delegati in occasione degli incontri già organizzati, “il territorio non è affatto circostanza accidentale del fare impresa, ma condizione essenziale e primo beneficiario delle energie positive che il fare impresa mette in movimento”. Fra i temi che più scaldano i dibattiti, quale che sia l’area, alcuni motivi ritornano con una certa costanza. Su tutti, senza ombra di dubbio, è il problema della ricerca di risorse umane da inserire in azienda. I nostri imprenditori cercano figure di qualità, laureate o diplomate, con solide conoscenze in campo tecnico e informatico, con una padronanza delle lingue reale e spendibile, e non le trovano: perché proprio non ci sono, oppure perché, se c’erano, sono andate altrove. Eppure ancora oggi anche la nostra provincia fa i conti con la disoccupazione, di giovani e meno giovani. È un paradosso al quale il nostro sistema non è stato capace di ovviare completamente, se pure le ultime statistiche registrino segnali di miglioramento: i dati Istat sulla forza lavoro in Trentino diffusi a marzo dall'Istituto di statistica della Provincia di Trento ci dicono che lo scorso anno il tasso di disoccupazione si è attestato al 5,7%, quando il dato medio del 2016 era stato del 6,8%. Ma la disoccupazione giovanile è ancora al 24%. Dobbiamo fare ancora molto, soprattutto per i giovani, lavorando sull’orientamento. Confindustria Trento è in prima linea per favorire, nelle giovani generazioni, una solida coscienza delle proprie inclinazioni e dei propri talenti, oltre che per garantire occasioni di reciproca conoscenza tra ragazzi e aziende. Per il decimo anno consecutivo, un’iniziativa come il progetto “Tu Sei” ha permesso agli allievi delle scuole medie e delle scuole superiori di capire cosa accade in un’impresa industriale. Con l’adozione, anche in Trentino, del progetto di Federmeccanica “Eureka! Funziona!” facciamo giocare con la tecnologia i bambini delle scuole elementari. Possiamo fare molto anche per chi ha perso il lavoro. Agenzia del Lavoro ha già avviato attività importanti per reinserire nel mondo del lavoro chi un lavoro non lo ha più, attraverso politiche attive. Ma c’è bisogno di risorse e di sforzi aggiuntivi, oltre che di percorsi coerenti ai reali fabbisogni del mercato. Roberto Busato Direttore Generale di Confindustria Trento

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copertina

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La privacy che crea valore dentro l’impresa Importante leva organizzativa verso l’interno, una privacy policy di livello può essere un tratto distintivo verso l'esterno: un fattore competitivo sul mercato per le aziende che puntano a standard di eccellenza. di PAOLO ANGHEBEN, Area Diritto d’Impresa di Confindustria Trento

SE

oggi dovessimo evocare – tra uomini e donne d’impresa - un tema che dà il senso dell’appesantimento burocratico, di una specie di “camicia di forza” calata dall’esterno sulla gestione aziendale, questo sarebbe probabilmente la privacy. Gli impianti forzosi di regole su prassi aziendali e organizzazioni consolidate non riescono mai e la “crisi di rigetto” è stata quasi inevitabile. Per converso, a fronte del diluvio cartaceo degli ultimi due decenni, l’Italia non è certo tra gli ordinamenti che offrono una tutela avanzata in senso sostanziale della sfera di riservatezza delle persone: il cammino da fare – anche in termini culturali – è ancora lungo. Quello dei big data, dei database contenenti informazioni sugli individui è un tema intorno al quale si muovono business milionari, al punto tale che gli analisti hanno osservato come i dati personali siano “il petrolio della nostra epoca”: le tecniche sempre più pervasive di incrocio e interpolazione delle informazioni consentono di ricostruire profili personali di estremo dettaglio a partire da singole circostanze apparentemente banali e innocue. La necessità di una tutela sostan-

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ziale e dinamica si impone dunque non appena si consideri che ormai tutti noi siamo esposti ad aggressioni ed invasioni della sfera individuale e che - in assenza di adeguate contromisure - gli scenari più allarmanti di certa letteratura non sono poi così remoti. In questo senso il caso più recente di Facebook è eclatante nel portare a galla come interi elenchi digitali di abbonati siano inopinatamente finiti tra le mani dei promotori della campagna pro-Brexit e quindi usati per fini del tutto estranei alle ragioni per cui sono stati raccolti. La Data Protection (connessa ai Big Data) viene a trovarsi oggi al punto di incrocio e di snodo di diverse traiettorie strategiche, costituendo ad esempio apposito capitolo dell'agenda che va sotto il nome di "Industria 4.0" e concorrendo a definire altri dossier caldi. In questo contesto in ebollizione si inserisce per la prima volta una regolamentazione uniforme a livello europeo. A partire dal 25 maggio 2018 diventa operativo in tutti gli Stati membri il Regolamento Ue 2016/679, noto come Gdpr (General Data Protection Regulation), che reca un'impronta pragmatica e sostanziale della tutela, ben lontana dai bizantinismi e dagli orpelli barocchi cui ci ha abituato il legislatore nazionale assecondato dal Garante.

La Data Protection viene a trovarsi oggi allo snodo di diverse traiettorie strategiche: costituisce ad esempio un apposito capitolo dell'agenda "Industria 4.0" Non è questa la sede in cui entrare nel merito dei contenuti apportati dalle regole uniformi su scala europea, dovendosi sul punto rinviare ai contributi che seguono. Si tratta piuttosto di interrogarsi se la scadenza normativa del 25 maggio 2018 non possa per caso rappresentare un passaggio utile per le


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Credits: istockphoto.com

copertina

nostre imprese e quindi offra loro una singolare opportunità. Potremmo iniziare col dire che non vi saranno proroghe del termine e che vi saranno controlli, non subito ma certamente nel medio periodo. In definitiva la scadenza potrebbe diventare un’opportunità se assumiamo come regola e parola-chiave per l’implementazione della privacy quella dell’accountability aziendale. Per fare in modo che la privacy lasci valore dentro le imprese dobbiamo riuscire a compiere questo passaggio: mappare i flussi di dati in entrata e in uscita, oltre a quelli che già possediamo. Documentare per potersi tutelare, a questo si deve puntare. Non moltiplichiamo gli adempimenti, non cadiamo negli eccessi di zelo, ma dobbiamo documentare e tracciare quello che facciamo per poterci difendere. Questa a nostro avviso è la chiave di volta che ci consente di implementare una Data Protec-

tion policy non perché le esorbitanti sanzioni previste fanno paura, ma perché creiamo valore su due versanti: la privacy diventa innanzitutto una importante leva organizzativa verso l’interno, perché nel documentare rende trasparenti i flussi; in secondo luogo l’adozione di una Privacy policy di livello - con la crescente attenzione che si registra presso gli interessati - può essere un tratto distintivo verso l'esterno, un fattore competitivo sul mercato, per le nostre imprese che puntano a standard di eccellenza. E questo è l’approccio che la nostra Associazione, con la nostra società di servizi, seguirà nell’assistere le imprese che a noi si rivolgeranno.

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Al via il Gdpr: meno forma, più sostanza Il principio dell'accountability, la figura del responsabile della protezione dei dati personali, il nuovo ruolo assegnato al "vecchio" garante per la protezione dei dati: i dettagli della normativa europea. di LUCA GIACOPUZZI, avvocato e consulente Confindustria Trento e Assoservizi

UN'AZIENDA

opera e agisce per mezzo di persone che “prestano gambe” alle idee; ci sono, quindi, un titolare del trattamento (l’azienda) e un “management” della privacy: i responsabili e gli incaricati (oggi persone autorizzate al trattamento) e, ultimo ma non ultimo, il responsabile della protezione dei dati personali (il cosiddetto Dpo), novità del Gdpr. Il titolare del trattamento è il soggetto che decide modalità e finalità del trattamento e se ne assume le responsabilità, avendo l’obbligo di mettere in atto tutte le misure tecniche e organizzative adeguate per garantire ed essere in grado di dimostrare che un trattamento è conformato al Gdpr: è il principio dell’accountability, che impone di fare e di dimostrare di aver fatto. Il responsabile del trattamento (da non confondersi con il Dpo), come in passato, è colui che tratta dati personali per conto del titolare, in forza di un contratto avente determinati requisiti e contenuti. Ad esempio, è responsabile esterno il consulente del lavoro che si occupa della gestione di buste paga e adempimenti correlati, oppure il fornitore di servizi di hosting. È ancora da chiarire se nel nuovo sistema privacy in forza del regolamento applicabile dal 25 maggio sussisterà ancora, o

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meno, la figura del responsabile interno: in ogni caso, è buona norma che ciascun titolare individui un referente aziendale che si occupi di privacy, a prescindere da una formale designazione a responsabile del trattamento e dal nome che intendiamo assegnare a tale figura. Nel Gdpr viene per la prima volta introdotta e normata anche la figura del sub-responsabile del trattamento, designato dal responsabile previa autorizzazione (generale o speciale) da parte del titolare, a mezzo di un contratto avente le stesse caratteristiche di quello che intercorre tra titolare e responsabile, con la precisazione che, in ogni caso di omissione del sub-responsabile rispetto ai propri obblighi in materia di protezione dei dati personali, il responsabile iniziale conserva nei confronti del titolare del trattamento l’intera responsabilità dell’adempimento degli obblighi dell’altro responsabile. Le persone autorizzate al trattamento altro non sono che i “vecchi” incaricati, ossia le persone fisiche che trattano i dati personali nella quotidiana operatività, e che vanno debitamente designati ed istruiti, perché chiunque agisce sotto l’autorità del titolare (e del responsabile) “non può trattare dati se non è istruito in tal senso” (art. 29 Gdpr). Figura del tutto nuova è, invece, il Dpo: soggetto la cui nomina è obbligatoria solo nel caso di enti pubblici o di soggetti la cui attività principale consiste in trattamenti che comportano il monitoraggio regolare e sistematico degli interessati sul larga scala ovvero nel trattamento su larga scala di categorie particolari di dati (ad esempio, di dati relativi alla salute) o di dati giudiziari. Il Dpo deve avere una conoscenza specialistica della materia (anche legale) ed essere indipendente rispetto al titolare ed al responsabile dai quali è designato; può essere interno o esterno, purchè, nel primo caso, non in conflitto di interessi (il che esclude possano essere designati Dpo soggetti ai vertici del management aziendale). Il Dpo ha il compito di vigilare sul rispetto del Gdpr, informando e consigliando il titolare o il responsabile del trattamento in merito agli obblighi del regolamento, verificandone l’attuazione ed agevolandone l’osservanza (anche partecipando, ad esempio, alla valutazione di impatto). È il punto di contatto tra l’azienda


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e l’autorità garante, e con gli interessati (ai quali deve esserne fornito il recapito, nell’informativa sul trattamento). Nulla vieta al titolare o al responsabile di affidare al Dpo la tenuta del registro dei trattamenti, altra novità del regolamento. In alcuni casi obbligatorio, in tutti gli altri quantomeno opportuno, il registro dei trattamenti non è un adempimento formale, ma parte integrante di un sistema di corretta gestione dei dati personali, espressione del principio di accountability, perché consente di avere contezza sempre aggiornata dei trattamenti svolti in azienda, delle rispettive caratteristiche (finalità, categorie di dati trattati, durata, ecc.), degli adempimenti implementati per essere conformi al Gdpr, anche sotto il profilo delle misure di sicurezza, tecniche e organizzative. Ad una maggiore responsabilizzazione del titolare del trattamento corrisponde, nel Gdpr, un nuovo ruolo dell’autorità di controllo, il “vecchio” Garante per la protezione dei dati personali: se nel sistema del D. Lgs. 196/03, la funzione di controllo e di “guida” dell’autorità veniva di regola espletata “a monte” di alcune ipotesi di trattamenti, considerati particolarmente delicati, ad esempio, per la natura dei dati trattati (si pensi alle autoriz-

zazioni per i dati sensibili) o per le modalità del trattamento (si pensi alla notificazione dei casi di cui all’art. 37), con il Gdpr si assiste ad un cambio di prospettiva. In forza del principio di responsabilizzazione, l’onere di compiere una valutazione preventiva sul grado di rischiosità di determinati trattamenti, o del grado di pericolo al quale soggiacciono i diritti e le libertà fondamentali degli interessati, e di individuare le misure per neutralizzarlo, compete in prima battuta al titolare del trattamento. È il titolare, ad esempio, a dover valutare se un trattamento comporti un rischio elevato per i diritti e le libertà degli interessati, per condurre una valutazione di impatto, al fine di accertare se le misure adottate siano idonee a contrastarlo, e solo in caso di risposta negativa rivolgersi al Garante; ed ancora, nel caso si verifichi una violazione di dati personali, è il titolare a dover valutare il grado di probabilità del rischio per i diritti e le libertà degli interessati, per decidere se notificare o meno la violazione al Garante, e, comunque, a dover individuare le misure per porvi rimedio. Insomma, ed in conclusione, anche sotto questo profilo, meno forma e più sostanza!

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Un obiettivo strategico primario Il percorso di conoscenza dei processi di trattamento dei dati personali può considerarsi completo solo quando l’organizzazione è in grado di valutare il grado di rischio e il loro impatto. di MATTEO DURIN, senior consultant Confindustria Trento Assoservizi

IL regolamento - General Data Protection Regulation (in sigla Gdpr) - europeo rappresenta per le organizzazioni un punto di svolta rispetto all'intera materia della data protection, in quanto la gestione dei dati personali non sarà limitata al dover seguire i requisiti della norma, ma dovrà diventare un processo aziendale che impatta sull'intera organizzazione, un'opportunità per rivedere le politiche in tema di gestione dei processi aziendali quindi dei flussi informativi, con particolare riferimento a quelli che coinvolgono i dati personali. L’approccio al Gdpr infatti presenta una marcata impostazione organizzativa proprio nei suoi pilastri fondamentali e caratterizzanti. Partendo dal principio cardine di accountability (ritrovabile negli artt. 24, 27, 28, 29 del Gdpr), perno centrale del Gdpr, esso coincide con la presa di responsabilità del titolare di provare (rendere conto nella sua accezione anglosassone) di avere innanzitutto una conoscenza esaustiva del patrimonio informativo dei dati personali trattati dall’organizzazione. Per questo motivo è necessario analizzare in dettaglio i processi aziendali, individuando quelli il cui trattamento ha per oggetto i dati personali, cioè qualsiasi informazione che riguarda una persona fisica identificata o identificabile, sapendo riconoscerli in base ad una precisa natura: particolare, giudiziaria, rischiosa o comune. Sarà in base alla natura del dato personale trattato che l’organizzazione avrà la responsabilità di attuare le idonee azioni per garantire la riservatezza ed il controllo del processo di trattamento. Tale garanzia dovrà essere più elevata per i dati particolari, quindi giudiziari, rischiosi e comuni. Le organizzazioni devono quindi considerare il proprio patrimonio informativo come una risor-

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sa chiave: il controllo, la riservatezza, l’integrità, la disponibilità e la sicurezza dei dati non deve solo costituire un obbligo normativo, ma rappresenta un obiettivo strategico primario. La progettazione di un corretto ed efficace sistema di protezione delle informazioni personali parte dal presupposto che essa deve essere considerata come un sistema in grado di gestire un enorme flusso di dati che coinvolge l’organizzazione aziendale, gli utenti interni ed esterni dell’organizzazione che trattano tali dati, oltre alla tecnologia a supporto dei processi. La mappatura dei processi di trattamento oltre ad essere propedeutica alla formalizzazione del Registro dei trattamenti come passaggio fondamentale alla conformità al Gdpr (art. 30 del Gdpr) e della conseguente analisi di impatto e rischio (art. 35 del Gdpr), rappresenta la base conoscitiva in termini di trattamento dati personali, base concettuale del principio di accountability e degli altri principi fondamentali del Gdpr di privacy by design e privacy by default. Si tratta rispettivamente della presa di responsabilità del titolare di dimostrare che tutti i processi di trattamento dei dati personali sono conosciuti, gestiti e realizzati in conformità al Gdpr, elaborando le attività di sicurezza dei dati personali fin dalla progettazione del processo e pianificando la sicurezza dei dati personali come impostazione predefinita di maggior tutela per l’interessato. Le misure organizzative e tecnologiche da adottare vanno valutate di volta in volta, tenendo in considerazione una serie di elementi tra cui la natura, l’ambito di applicazione, il contesto e le finalità del trattamento, nonché i rischi aventi probabilità e gravità diverse per i diritti e le libertà delle persone fisiche.


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Il percorso di conoscenza dei processi di trattamento dei dati personali può considerarsi completo solo quando l’organizzazione è in grado di valutare il grado di rischio e impatto degli stessi. Tale valutazione riveste un ruolo fondamentale nel modello privacy definito dal Gdpr, in quanto attraverso essa si acquisiscono le necessarie conoscenze sulle misure, sulle garanzie e sui meccanismi previsti per attenuare il rischio e assicurare la conformità al trattamento dei requisiti normativi. In questo senso la gestione del rischio rappresenta un ulteriore tassello del principio di accountability, passaggio obbligato per la definizione di un piano di trattamento del rischio, costituito dalle attività necessarie che l’organizzazione dovrà implementare per essere conformi al Gdpr. Infine, qualora tra i trattamenti dati personali sono individuate una o più categorie di trattamento che possono presentare un rischio elevato per gli interessati (trattamenti individuati dalle Linee-guida dei Garanti Europei WP29) allora dovrà essere avviata l’attività di Data Protection Impact Assessment, come approfondimento di analisi e valutazione del rischio. La conoscenza dei processi aziendali, definita in termini di conoscenza organizzativa delle figure chiave del processo (owner, manager e user di processo) rappresenta il passaggio obbligato per l’identificazione delle responsabilità nella corretta gestione dei dati personali ai sensi del Gdpr: Titolare, responsabile e autorizzati al trattamento. È necessario sottolineare che recentemente il Garante Privacy Italiano ha confermato le indicazione dei Garanti Europei WP24 riguardo il superamento sul piano normativo della figura del responsabile interno del trattamento come definito nell’attuale Codice Privacy (D. Lgs 196/2003). Infatti, il Gdpr delinea il responsabile come una figura este rna all’organizzazione del Titolare, pertanto, nell’ambito della filiera privacy, il responsabile del trattamento è l’outsourcer, cui il Titolare ha affidato (tramite contratto) lo svolgimento di un’attività che comporta trattamento di dati personali per suo conto. In questo senso l’individuazione di un responsabile interno del

trattamento ha una mera funzione organizzativa e non assume quindi specifica rilevanza ai fini della disciplina della protezione dei dati personali definito all’art.28 del Gdpr. Sempre nel solco del principio di Accountability, i titolari avranno la responsabilità di verificare l’obbligo di scelta e nomina del Data Protection Officer (Dpo) come figura di assistenza e controllo continuo dei processi di trattamento dei dati personali. Tale figura dovrà essere scelta in quanto in possesso di un’adeguata conoscenza della normativa, del contesto organizzativo e dei processi aziendali, e dovrà essere in grado di adempiere alle proprie funzioni di controllo in piena indipendenza e in assenza di conflitti di interesse, operando come dipendente, oppure anche sulla base di un contratto di servizi. In sostanza, attraverso l’applicazione del Gdpr si determina per il titolare l’onere di adottare un nuovo approccio nella gestione della protezione dei dati basato sulla conoscenza organizzativa e dei processi aziendali, sulla gestione del rischio e sulla discrezionalità nel decidere attraverso quali modalità tutelare i dati, abbandonando il concetto di “misure minime” di sicurezza. D’altro lato, però, tale maggiore libertà è accompagnata dall’onere di dimostrare le motivazioni che hanno portato all’adozione di una determinata decisione, oltre che di documentare le scelte effettuate. Si tratta di un approccio innovativo e pratico al trattamento dei dati personali, di grande autonomia e responsabilità nel delineare un modello organizzativo e tecnologico ritagliato sulle reali esigenza aziendali di trattamento dati personali.

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Dal 1948 il rame è al centro della nostra scelta responsabile. In questi settant’anni di storia abbiamo rispettato la natura e chi la coltiva. Continueremo a farlo con l’impegno e l’amore di sempre. TRENTINOINDUSTRIALE.COM | APR-MAG 2018

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speciale chimica

Prima regola: fare squadra Intervista a GIULIA MANICA, presidente della Sezione chimica, vetro, gomma e plastica di Confindustria Trento. di SILVIA BRUNO

PRESIDENTE

Manica, un primo sguardo alla Sezione: da chi è composta e quali sono le caratteristiche principali delle imprese dei settori che vi afferiscono? Il panorama è molto ampio. Sotto il solo cappello della “chimica” – che è il settore più rappresentativo per numero di aziende e di dipendenti - sono raggruppate realtà con caratteristiche estremamente diverse: si va dalla farmaceutica cosmetica alla produzione di fibre, dalla lavorazione della cera ai colorifici, fino alla cosiddetta “grande industria chimica”, che è una denominazione ugualmente generica, perché è impiegata, per intenderci, tanto per definire il campo di attività di uno stabilimento che sintetizza fitofarmaci, o che produce sigillanti, schiume e colle, quanto per un’impresa che opera nella fabbricazione di blocchi refrattari elettrofusi. Nella sezione siedono poi le aziende del settore delle materie plastiche, con articoli che spaziano dal packaging alimentare alla componentistica per l’automotive, l’edilizia e le grandi opere. La gomma ricomprende i produttori di penumatici, oggi più che mai orientati anche verso attività sperimentali di ricostruzione, i fabbricatori di articoli in gomma, di materiali espansi e di tessuti gommati.

Nel vetro, che è il settore numericamente più contenuto, figurano attori di grande eccellenza che trasformano la materia prima per farne arredi, bottiglie e contenitori. Come si muove la Sezione? Che tipo di lavoro state portando avanti? I nostri sforzi vanno in primo luogo nella direzione di una più forte e viva partecipazione delle aziende associate. In una sezione che rappresenta produzioni fra loro molto diverse, la condivisione è un momento necessario per definire strategie e programmi che possano risolvere esigenze reali. L’apporto di tutte le aziende è dunque fondamentale per potere individuare interessi comuni e tarare al meglio gli obiettivi. Oltre alle riunioni istituzionali, sollecitiamo gli associati attraverso visite aziendali e incontri diretti sul territorio, che sono anche l’occasione per testare i rapporti con l’associazione, per raccogliere segnalazioni, fabbisogni, spunti di approfondimento. Giulia Manica

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Al nostro interno, ci siamo poi organizzati in tre tavoli di lavoro principali: quello sulle tematiche ambientali fa capo a Gian Nicola Berti, amministratore delegato di Sandoz Industrial ProductsNovartis e quello sul welfare aziendale a Emanuele Marchi, Chief human resources officer di Zobele Holding. Io seguo, tra le altre cose, i rapporti con le autorità e con i media. Fra gli esiti concreti e recenti di questo tipo di percorso c’è ad esempio la convenzione siglata con l’ordine regionale dei chimici… È emersa in effetti l’esigenza comune di arrivare preparati alla scadenza imminente legata al Reach, il regolamento europeo sulla registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche ha lo scopo di assicurare un livello elevato di protezione della salute umana e dell’ambiente. Entro il 31 maggio tutte le imprese che gestiscono sostanze chimiche – dunque non soltanto le aziende che aderiscono a questa sezione – dovranno conformarsi alla normativa. Chi non lo farà rischierà di essere escluso dai mercati europei. Di fronte a questo, abbiamo dunque provveduto non solo alla organizzazione di un percorso formativo di alto livello sui regolamenti Reach e Clp, ma lo abbiamo anche accreditato. Dunque, ai chimici delle aziende del territorio iscritti all’Ordine che frequenteranno il percorso saranno riconosciuti Crediti Formativi Professionali pari al numero di ore di formazione frequentati, oltre a crediti aggiuntivi dovuti a chi sosterrà il test di apprendimento al termine di ciascun modulo. Sicurezza, salute e ambiente sono peraltro temi per i quali l’industria chimica, quella della plastica, della gomma, del vetro, hanno sviluppato grande sensibilità negli anni. Non è un caso se il nostro settore è fra i più virtuosi. L’industria chimica in Italia persegue, per scelta, obiettivi sociali e ambientali più ambiziosi dei provvedimenti vigenti nell’Unione europea. I dati dell’ultimo bilancio di Responsible Care, il programma volontario gestito da Federchimica, parlano di una diminuzione media annua di infortuni

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LA SEZIONE IN SINTESI I NUMERI DELLA SEZIONE CHIMICA, VETRO, GOMMA E PLASTICA LE AZIENDE

42%

10%

16%

32%

Chimica

Gomma

Vetro

Plastica

I DIPENDENTI

54% Chimica

17%

Gomma

12% Vetro

17%

Plastica

e malattie professionali del 5 e 6% negli ultimi sette anni. Dal 1990 ad oggi, le imprese del settore hanno ridotto le emissioni di gas serra del 55% e hanno migliorato l’efficienza energetica del 57%. Esse prevengono inoltre, per quanto possibile, la produzione dei rifiuti, destinando il 23% al riciclo e il 39% al ripristino ambientale, e ricorrendo solo in minima parte allo smaltimento in discarica. Per le nostre aziende, fare impresa significa anche avere a cuore il benessere presente e futuro del territorio e della società.


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Da Ala ai mercati del mondo Commesse e fatturato in aumento per Tumedei, passata in dieci anni da 7 a 15 milioni di fatturato. In Trentino l'avamposto per il presidio del business in Europa. di ALESSANDRO DE BERTOLINI

LA crescita costante è il segnale più forte ed eloquente dell’ultimo triennio: quasi 12 milioni di fatturato nel 2016, 14 milioni nel 2017 e una proiezione di 15 milioni per il 2018. “Siamo molto soddisfatti di questo risultato”, commenta Oliver Marin, amministratore delegato di Tumedei Spa, azienda di Ala leader nella progettazione e produzione di componenti in gom-

ma e plastica di alta precisione. “Il 60% del nostro giro di affari è realizzato all’estero – prosegue Marin – e il restante 40% in Italia. Ma le commesse all’estero sono in costante aumento. Soprattutto per quanto riguarda la Cina. Nel mercato cinese stiamo trovando grandi opportunità”. L’azienda, che mantiene il principale sito produttivo ad Ala, fornisce soluzioni di prodotti in tecnopolimeri ad alto valore aggiunto su scala internazionale. Gli ambiti applicativi industriali dei prodotti Tumedei sono i più vari: industria automobilistica, industria del gas, gestione idrica, elettrodomestici, industria pneumatica e altri settori collegati. Tra le differenti specializzazioni, il comparto auto è tra i principali per Tumedei.

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Non a caso, fra le novità del 2018 l’azienda può contare ora anche sulla certificazione Iaft, certificazione di qualità nell'automotive. Ad Ala lavorano 63 dipendenti. Di questi, 30 sono impegnati nel ciclo produttivo, 14 in attività di ricerca e sviluppo e la parte restante in amministrazione, vendita e altri comparti. I prodotti di Tumedei non vengono venduti in Trentino. Ma in Trentino si trovano tutti i collaboratori e la sede principale. Un’altra parte della produzione, tramite fornitori terzi, viene realizzata nel sudest asiatico. A conferire solidità a Tumedei è il gruppo internazionale neozelandese Skellerup, all’interno del quale la società trentina si colloca come avamposto nel Nord Italia per il presidio del mercato europeo. Presente in tutti i continenti, Skellerup ha tre divisioni industriali: una negli Stati Uniti, una in Australia e una in Europa. Quella europea, appunto, è Tumedei Spa con ad Ala. Fra le divisioni industriali del Gruppo, il sito trentino è l’unico a disporre di un centro di ricerche e sviluppo ed è anche l’unico dove si fa produzione. Proprio sulla produzione, infatti, Tumedei sta concentrando i propri sforzi. Sono in corso nel 2018 alcuni importanti investimenti per ammodernare le linee produttive e aumentare la capacità. Il radicamento sul territorio è dunque strategico. Nelle “geografie” dell’azienda il Trentino è luogo centrale per i mercati d’Europa, ma non solo. Vi sono anche ragioni storiche che fanno di Tumedei Spa una realtà legata fortemente al territorio provinciale e regionale. Proprio ad Ala, l’azienda veniva avviata negli anni 70 dall’imprenditore di origini emiliane Fulvio Tumedei. Il nucleo primigenio della Tumedei era nato diversi decenni prima, in provincia di Bologna, nel 1903. Successivamente parte dell’attività fu trasferita in Trentino nel 1976. In tempi più recenti, la società viene acquista nel 2007 dal gruppo Skellerup. Da allora, in poco più di un decennio l’azienda è cresciuta da 52 a 63 dipendenti ed è passata da 7 milioni di fatturato a oltre 15 milioni.

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Sandoz Industrial Products ospite del Cibio Secondo l’autorità europea per la sicurezza alimentare, a causa dei batteri antibiotico resistenti muoiono ogni anno in Europa 25mila persone. Un dato destinato ad aggravarsi, stando alle previsioni per il 2050. Al tema si è dedicata a inizio marzo la tavola rotonda "Antibiotici: perché resistere?" ospitata presso l'aula magna dell'ITT Buonarroti. All’appuntamento hanno portato il proprio contributo Gian Nicola Berti, amministratore delegato di Sandoz Industrial Products-Novartis, Fabrizio Agnoletti, direttore SCT2, Istituto Sperimentale Zooprofilattico delle Venezie), Paolo Lanzafame, direttore UO Microbiologia e Virologia dell’Ospedale Santa Chiara di Trento, Olivier Jousson e Orietta Massidda, entrambi professori del Cibio, Università di Trento. “Lo sviluppo dell’antibioticoresistenza in Italia e in tutti i Paesi europei, indotto dall’incremento e dall’uso inappropriato degli antibiotici, costituisce un problema di particolare rilievo per la tutela della salute dei cittadini – spiega Berti -. In mancanza dello sviluppo di nuovi antibiotici solo un uso consapevole di questi farmaci può contrastare lo sviluppo di batteri resistenti e aiutare a preservare l’efficacia degli antibiotici per le generazioni future. Giornate dedicate come quella del 1 marzo a questa tematica diventano quindi di fondamentale importanza per sensibilizzare le nuove generazioni sui rischi connessi all’uso scorretto di questi farmaci.”


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Raccordi per preservare l’acqua africana A inizio anno Eurostandard ha aperto un magazzino in Sudafrica, per rispondere tempestivamente agli ordini locali, in aumento con l’incremento degli investimenti in infrastrutture.

HA

aperto i battenti con il mese di febbraio in Sudafrica la Eurostandard Africa Ltd. Il capitale è al 100% di Eurostandard, azienda associata a Confindustria Trento che dal 1965 ha sede a Tesero, dove produce raccordi in polietilene, ossia gli elementi di giunzione tra tubi, condotte e altri raccordi destinati al trasporto di gas combustibili, acqua potabile e fluidi in pressione. La società appena costituita ha vocazione prettamente commerciale: "Si tratta in buona sostanza di un magazzino in loco - spiega Marisa Zeni, presidente di Eurostandard - aperto con l'obiettivo di gestire con maggiore prontezza le tempistiche degli ordini per i lavori di costruzione di nuove reti principalmente di distribuzione acqua nel continente subsahariano". Solo alla fine della progettazione di un impianto appare chiaro infatti quanti e quali raccordi saranno necessari. Ma il viaggio, dall'Italia all'estremo meridione del continente africano, di un container di raccordi può durare fino a 45 giorni. Che diventano oggi una manciata di ore con la disponibilità del prodotto nel magazzino di Durban. Il Sudafrica è una testa di ponte verso il continente: "Siamo partiti da lì, perché lì, prima dei mondia-

li di calcio, abbiamo lavorato molto: nel 2009 vennero realizzate tutte le infrastrutture necessarie ad ospitare l'evento. Ma sono molti i paesi che si stanno muovendo bene: Botswana e Mozambico, soprattutto. Ma anche Congo e Zambia". Le opere in via di realizzazione sono, al 90%, impianti di distribuzione di acqua potabile: "Si dice che l'acqua sia l'oro del futuro. Certamente c'è chi più di noi ha inteso, anche al presente, che l'acqua è un bene raro e non va disperso. Dove la disponibilità di acqua potabile è un grosso problema si lavora per costruire nuove reti e per riparare quelle vecchie, utilizzando materiali più idonei di quelli impiegati in passato". Non sarebbe sbagliato farlo anche a casa nostra, perché anche gli impianti del Bel Paese sono obsoleti. In Italia, secondo l'Istat, Marisa Zeni

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nel 2015 è andato disperso oltre il 41% dell’acqua potabile immessa nelle reti di distribuzione: una percentuale che è pari a 3,4 miliardi di metri cubi, in significativo peggioramento rispetto al 2012 quando le perdite idriche totali erano state del 37,4%. Le perdite reali, al netto degli errori di misurazione e

Saint-Gobain sul podio per la sostenibilità in edilizia Presente anche a Lavis con l’importante stabilimento Saint-Gobain Pam, Saint Gobain è al primo posto in Europa per la sostenibilità nel settore dei materiali edili e tra le prime tre migliori aziende a livello mondiale: a dirlo è l’Indice Dow Jones di Sostenibilità 2018 relativo all’anno 2017. Il DJSI esamina le aziende basandosi su tre criteri: dimensione economica, dimensione ambientale e dimensione sociale “Il riconoscimento che ci arriva dal Djsi – ha detto Gianni Scotti, presidente e amministratore delegato di Saint-Gobain in Italia e delegato generale per l’intera area del Mediterraneo – è per noi un vero fiore all’occhiello e ci impegna a proseguire con la massima determinazione su questo percorso”.

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dei consumi non autorizzati, sono pari al 38,3%. Si tratta di un volume enorme, pari a 3,2 miliardi di metri cubi. Stimando un consumo medio di 80 m3 annui per abitante, il volume delle perdite reali soddisferebbe le esigenze idriche per un anno di circa 40 milioni persone. Le maggiori criticità, causate da perdite idriche di rete elevate (e in continuo peggioramento negli ultimi anni) si riscontrano nelle Isole e in alcune regioni del Centro-Sud (Basilicata, Sardegna, Lazio e Sicilia). Ma l'Italia sta investendo molto poco nelle infrastrutture dell'acqua potabile: "E in effetti i lavori sono bloccati. Lo scenario nazionale è sconfortante. Per quanto riguarda il nostro business, quel che abbiamo perso in questi anni in Italia lo abbiamo recuperato all'estero: continuiamo a crescere in Russia, nei paesi baltici, nei paesi scandinavi, in Medio Oriente. In Europa lavoriamo molto bene in Francia e in Spagna". Eurostandard conta anche su un grande magazzino a Riga, in Lettonia, dov'è la Eurostandard Nordic, e sul lavoro della consociata sudamericana, la Eurostandard Cile. Ma la testa, e la maggior parte della produzione, restano in Val di Fiemme: "E' casa nostra - conclude Zeni - e ormai siamo e ci sentiamo nel mondo. Perché dovremmo andar via?". (sb)


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garantiamo lunghi percorsi... per resistere nel tempo (Antofagasta, Cile)

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Sedute in vetro per ambienti di lusso Al confine tra l'arredo e l'opera di design, le panchine della linea Vetrogiardini di Santoni Vetri Group rappresentano la prima linea brevettata al mondo nel suo genere.

PANCHINE

di vetro per esterni destinate a un arredo di lusso nei parchi delle ville, dei castelli, di hotel, di siti museali o di altri luoghi pubblici e privati dove c’è bisogno di qualcosa di speciale, qualcosa di unico: “Siamo gli unici al mondo ad aver puntato su un prodotto di questo tipo”, spiega Sandro Santoni, proprietario e presidente di Santoni Vetri Group. “Le nostre panchine in vetro – prosegue – rappresentano la prima linea brevettata al mondo di sedute per esterni e interni in vetro strutturale. Sono opere emozionali capaci di concentrare in un unico prodotto eleganza, stu-

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pore e resistenza. Realizzate con vetri di sicurezza stratificati e temperati, sottoposti a uno speciale trattamento protettivo che riduce i tempi della periodica pulizia del vetro, sono progettate per resistere a forti sollecitazioni e alle più svariate condizioni climatiche e ambientali”. Non sono solo panchine ma opere di design. Santoni Vetri, azienda trentina cresciuta all’inizio degli anni 70 nella zona dell’Alto Garda, dove ancora oggi conserva la sede principale ad Arco, ha avviato infatti una stretta collaborazione con il designer Luca Degara, assieme al quale è nata l’idea di lavorare il vetro per la realizzazione di panchine da esterno e interno. Il rapporto di partnership ha preso respiro alcuni anni fa e ora si vedono i primi importanti risultati. La linea Vetrogiardini, costituita da Sandro Santoni e Luca Degara, nasce con lo scopo di produrre e commercializzare i nuovi prodotti di design. Con queste finalità, Vetrogiardini si inserisce nella più ampia compagine del Gruppo Santoni, all’interno del quale si trova anche Sametec, consociata, che si occupa della produzione di vetro stratificato.


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Le panchine sono trasparenti. Utilizzando le più recenti tecnologie nella lavorazione del vetro Santoni e Degara hanno dato “luce a nuove soluzioni tecniche per dare forma estetica e resistenza a questi rivoluzionari oggetti d’arredo”. Su una “Vetrogiardini”, spiega il designer, “non si deve stare solo seduti, ma… Librarsi nell’aria, sospesi tra i propri pensieri e le bellezze che ci circondano. Oggetti come questi impreziosiscono qualsiasi scenario senza alterare ambienti di pregio architettonico sia antichi che moderni”. Se il progetto porterà buoni risultati, si avranno nuove assunzioni in casa Santoni. “Abbiamo già creato un nuovo ufficio estero – continua Sandro – e presto avremo bisogno di nuovi collaboratori”. I mercati di riferimento sono soprattutto l’estero. “Ci stiamo muovendo in Medio Oriente, a Dubai, in India ma anche in Sud America. Per ora sono questi i paesi a cui dedichiamo maggiori attenzioni. Secondariamente siamo impegnati sul mercato domestico”. Sul mercato italiano, in particolare quello legato alle zone rivierasche del lago di Garda, Santoni è invece impegnata con il proprio core-business tradizionale: la lavorazione del vetro su un’ampia gamma di prodotti. Si va dai vetri per serramenti e infissi ai vetri blindati, dai gradini e i

parapetti per le scale alle pareti divisorie per gli uffici, dai box doccia agli specchi agli oggetti di design, fino alle lavorazioni artistiche. “Proponiamo una vasta gamma di articoli – sottolinea Sandro Santoni – che possono essere progettati ad hoc secondo le specifiche esigenze”. Punto di riferimento nella zona del Basso Sarca per professionalità, affidabilità e cortesia, Santoni dà lavoro a 14 persone, alle quali se ne aggiungono altre 7 impegnate nelle diverse aziende del Gruppo. Radicata sul territorio, l’attività fu fondata da Mario Santoni, padre di Sandro, quasi 40 anni fa. Al timone dell’azienda da diversi decenni, Sandro ha continuato assieme a suo fratello l’attività di famiglia fino agli anni 2000. Poi ha proseguito da solo. Accanto a Sandro è oggi presente il figlio Daniele, la terza generazione. (adb)

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territori

Così diversi, così uniti nel pensiero Intervista a LORENZO DELLADIO, Delegato di Territorio Valle di Fiemme, Val di Fassa e Primiero e Presidente di La Sportiva Spa.

SI

potrebbe ritenere che il territorio presso il quale rappresenta la nostra Associazione sia caratterizzato da una sorta di monocultura turistica. È così? Fiemme, Fassa e Primiero sono un vero paradiso dell’outdoor: con un patrimonio ambientale come il nostro, la vocazione turistica è un fatto ovvio. Ma lo scenario economico e industriale delle nostre Valli è estremamente più vario: lo spirito imprenditoriale della comunità che abita il territorio ha fatto sì che negli anni vi si sviluppassero attività produttive molto diverse: nel settore del legno, in quello alimentare, nel tessile, nella metalmeccanica e nella mecca-

Lorenzo Delladio

tronica. I miei colleghi producono pasta e pavimenti, saune e raccordi, servizi ed emozioni: una varietà che esclude la concorrenza interna e che è di per sé fattore competitivo. Negli anni della crisi il comparto industriale del territorio ha compensato i cali in altri settori e ha consentito di mantenere i livelli occupazionali. La nostra forza è anche nella rete, nello spirito di squadra che si è naturalmente generato tra imprese così diverse per attività ma così unite nel pensiero: orientate al mondo e però legate indissolubilmente al territorio. La comunità locale lo ha inteso bene: lavoriamo sul territorio, con e per il territorio. E ne portiamo il brand in tutti i continenti. Qui in maniera forse più eclatante che altrove gli attori industriali si sono assunte spesso il ruolo di soggetti promotori dello sviluppo del territorio. La crisi, durissima, che ha scosso i mercati consegna - credo - proprio a noi, imprese più strutturate e organizzate, responsabilità nuove: tocca a noi metterci alla testa dei processi di cambiamento e di innovazione. In questo senso credo occorra mettere in campo idee nuove sullo sviluppo dei nostri territori: non si tratta, sia chiaro, di rinnegare i modelli esistenti, ma di ripensarli e aggiornarli arricchendoli con nuove opportunità. Naturalmente un percorso di crescita collettiva non può che essere frutto di un impegno convergente con gli altri attori locali, nel segno della sostenibilità e quindi compatibile con le istanze economiche dei mercati, con le istanze sociali della collettività e con le istanze ambientali del territorio. Per essere chiari, nella prospettiva di uno sviluppo sostenibile non vi è spazio né per il consumo senza limiti del territorio, né per il suo puro sfruttamento. Sul piano sociale le vostre imprese hanno creato e continuano a creare importanti occasioni di lavoro in loco. Eppure per noi oggi si pone il problema di dover andare ad attingere altrove in particolare i profili più elevati da inserire in azienda e le risorse umane più qualificate, magari facendo spostare giovani da Trento, da Bolzano o da altre località. Questo pendolarismo verso la Val di Fiemme costituisce

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un vero paradosso se appena consideriamo la “fuga” dei giovani qualificati locali dal nostro territorio. Qui ci sono enormi opportunità e i nostri giovani non ne hanno la consapevolezza: si tratta di rafforzare il dialogo con le scuole, e più in generale di parlare ai giovani e alle loro famiglie perché conoscano i profili e le qualifiche che il sistema locale richiede ed è in grado di assorbire, in modo da orientare il proprio percorso formativo se intendono trovare uno sbocco professionale in valle. Abbiamo bisogno di collaboratori che conoscano le lingue, figure esperte in campo informatico, commerciale e del marketing, personale che sappia gestire le tecnologie all’avanguardia che stiamo introducendo a tutti i livelli. Fermo restando il valore di progetti sperimentali di formazione interna delle risorse, che le nostre aziende perseguono con convinzione.

Tra una tornata elettorale e l’altra, cosa chiedere alla politica? Di fattori destabilizzanti ce ne sono già molti nel quadro attuale, di Trump ne abbiamo già uno e non mi pare ragionevole andare ad aggiungere in sede locale ulteriori elementi di incertezza e di precarietà. Come imprenditori abbiamo bisogno di pianificare i nostri investimenti su orizzonti quantomeno di medio periodo e non c’è nulla di peggio che una permanente e inconcludente fibrillazione. Io penso che tra le prime priorità da porre all’attenzione di chi si candida a governare la nostra Provincia Autonoma per i prossimi cinque anni ci debba essere l’esigenza di poter fare affidamento come imprese su scenari stabili e possibilmente duraturi. Anche per interloquire con la politica locale abbiamo bisogno di una rappresentanza industriale autorevole: la nostra Confindustria lavora anche per questo.

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“L’IMMAGINE DELLA TUA AZIENDA RISPECCHIA IL TUO OPERATO E TI PROIETTA NEL FUTURO: LE FONDAMENTA PER IL TUO SUCCESSO”

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Mobilificio Deflorian Iginio s.r.l. - loc. Valli 15 38038 Tesero TN - tel. 0462.813041 - www.deflorian.it - FB @Mobilificio.Deflorian.Iginio.Srl


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Da settant'anni sul mercato dell'arredo Fedele all'antico mestiere del fondatore, il Mobilificio Deflorian impiega oggi le più avanzate tecnologie per la progettazione. La proprietà ha festeggiato l'anniversario con una visita a Papa Francesco.

HANNO

celebrato i settant’anni di attività incontrando personalmente Papa Francesco, a Roma, al quale hanno consegnato tre tavoli di abete lavorati ad arte nello stabilimento di Tesero in Valle di Fiemme. Così Giulio e Walter Deflorian hanno festeggiato il settantesimo anniversario della fondazione del mobilificio di famiglia. “Abbiamo realizzato tre tavoli in abete della Val di Fiemme”, racconta Giulio. “Guidati da nostra madre Augusta Deflorian, capostipite della famiglia, siamo stati ricevuti da Sua Santità e gli abbiamo donato i tavoli, che sono stati posti nella sala Nervi del Vaticano”. Il mobilificio Deflorian nacque nel 1947 in Valle di Fiemme per iniziativa di Iginio Deflorian. Nel dopoguerra si affermò tra i protagonisti principali del territorio nella produzione di mobili in serie. Poi, nel corso degli anni “abbiamo seguito l’evoluzione dei mercati – spiega Giulio Deflorian – abbandonando la produzione in serie e specializzandoci nella realizzazione di arredi su misura altamente personalizzati”. Giulio, titolare assieme al fratello Walter e presidente della Sezione Legno di Confindustria Trento, rappresenta la seconda generazione in azienda. Ma la tradizione di famiglia continua. La terza generazione sta arrivando: “la stiamo facendo crescere con noi”. Nello stabilimento di Tesero lavorano una ventina di persone altamente specializzate. “Disponiamo delle tecnologie produttive e di progettazione più avanzate”, sottolineano i fratelli Deflorian. La realizzazione degli interni in legno può essere personalizzata secondo ogni tipo di esigenza e il cliente viene seguito fin dalle prime fasi del lavoro. “Non produciamo

niente in serie – continuano – perché ogni arredo è strettamente personalizzato”. Tramite percorsi molto spinti di renderizzazione, il risultato finale può essere mostrato in 4D con software di ultima generazione. “Tra i punti di forza più evidenti del nostro lavoro – sottolinea Giulio – c’è la progettazione completa a servizio della committenza: servendoci di tecniche di progettazione in grado di far entrare il cliente nella propria casa, nel proprio ufficio o nel proprio hotel, possiamo mostrare il risultato finale dei lavori fin da subito con grandissimo realismo e precisione”. I mercati di riferimento del mobilificio Deflorian sono ben differenziati. “Operiamo prevalentemente nel nord Italia e in Germania”. Nel comparto dell’arredo “ci rivolgiamo a hotel, ristoranti, rifugi di montagna, uffici, attività

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commerciali e abitazioni private ma lavoriamo anche con l’ente pubblico per l’arredo di teatri, biblioteche o altro. Siamo inoltre specializzati nella progettazione e costruzione di arredi che necessitano particolari attenzioni acustiche, come le sale musicali o le sale per le riunioni”. Personalizzazione, innovazione e creatività sono dunque alla base del lavoro del Mobilificio Deflorian. “Adoperiamo i più avanzati materiali per la realizzazione degli arredi, compresi tutti i legni di tendenza. Progettiamo e forniamo anche in contract. Il nostro ufficio tecnico lavora in sinergia con i progettisti dei clienti per individuare la giusta razionalizzazione degli spazi, gestisce e coordina le commesse ove richiesto, suggerendo, consigliando e fornendo i pavimenti, i tendaggi, l’illuminazione e l’oggettistica. L’insieme di questi servizi ci porta a essere assolutamente all’avanguardia nel settore”. Grande rispetto e considerazione, inoltre, per l’ambiente. Nel 1994 l’azienda fu la prima realtà in Trentino a ottenere la certificazione internazionale Iso9001 per Sistemi di gestione della qualità. “Siamo stati precursori – conclude Giulio Deflorian – nell’implementazione nell’arredo dei crismi della bio eco logicità, applicando uno standard molto elevato di rispetto ambientale, che si è tramutato in una vera e propria linea di arredo ecologico chiamata Kibily. Questa linea utilizza solo legnami certificati Fsc o Pefc provenienti da foreste

certificate, come quelle della nostra Magnifica Comunità di Fiemme. Utilizziamo con orgoglio i legnami di queste foreste e siamo fieri di essere Vicini (il nome con cui vengono definiti i cittadini della Comunità)”. (adb)

Fiemme 3000 apre il primo Fiemme Store Milano Ha inaugurato in occasione del Fuorisalone 2018 all'interno del Brera Design District il primo Fiemme Store Milano: showroom monomarca dell’azienda trentina specializzata in pavimenti rivestimenti e arredamenti in legno biocompatibile. Trecento metri quadrati di puro benessere indoor: come recentemente dimostrato dal progetto Alfa-pinene a cura del Cnr-Ivalsa, il maggiore Istituto di Ricerca Italiano nel settore Foresta-legno, i prodotti a marchio Fiemme 3000 non soltanto sono privi di sostanze nocive, ma emettono addirittura Volatile Organic Compounds dagli effetti benefici. “Si tratta dell’unico Fiemme Store attualmente presente nel nostro circuito distributivo e non poteva che essere nella città del design per eccellenza, dopo le ultime aperture all’estero in Cina e a New York. Ma non sarà solo uno spazio dedicato alla casa – spiega Marco Felicetti, ad Fiemme 3000 –: nostro obiettivo, a maggior ragione in un anno speciale come questo del nostro 25esimo compleanno, è quello di farne un Lab, un punto di riferimento in città per il mondo del benessere a 360 gradi, un contenitore di attività legate allo stare bene come stile di vita e non solo di arredo”. TRENTINOINDUSTRIALE.COM | APR-MAG 2018


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Una stagione invernale coi fiocchi Chiusura in positivo per il carosello Dolomiti Superski, che ha saputo offrire anche quest'anno un servizio di eccellenza: +10% di primi ingressi, +10% di giornate sci vendute e +9% di passaggi agli impianti.

LA 45esima

stagione invernale di Dolomiti Superski sarà probabilmente quella di maggior successo in termini numerici per quanto riguarda i primi ingressi (sciatori unici al giorno), passaggi agli impianti e giornate sci vendute. E questo risultato ha molti padri, come i costanti investimenti in tecnologia dei trasporti e soprattutto di innevamento programmato, che si dimostra sempre più decisivo da oramai diversi anni. Inoltre, la stagione invernale 2017-18 ha avuto un inizio da manuale, con le prime nevicate a partire dal 6 di novembre, temperature basse sfruttabili per l'innevamento fin dal tardo autunno e un inizio puntuale quasi a pieno regime alla data prefissata e comunicata al mercato turistico. Tutto ciò ha risvegliato una gran voglia di sci e vacanza in montagna tra gli appassionati e non solo, cosa che nelle scorse due stagioni povere di precipitazioni forse è un po' mancato. Fin dall'inizio della stagione invernale, che per il Dolomiti Superski è iniziata sabato 25 novembre 2017, sia i primi ingressi, che anche i passaggi agli impianti sono stati caratterizzati dal segno positivo, così come anche le vendite delle tessere stagionali Superski e di valle. E sono proprio questi gli indicatori economici più importanti per monitorare lo stato di salute del

Ph. Federico Modica

turismo invernale e sciistico nelle nostre zone. Negli ultimi decenni, le società di gestione impianti di risalita consorziate nel Dolomiti Superski hanno investito parecchio e con costanza – solo per la stagione invernale che volge al termine sono stati impegnati oltre 90 milioni di Euro per migliorie agli impianti, ai servizi, per nuovi collegamenti e impianti, nonché per l'ammodernamento e il potenziamento dei sistemi di innevamento programmato. In uno scenario propriamente invernale come quello di quest'anno, dove anche i competitors godono di condizioni ottimali, il cliente ha spesso preferito le zone facenti parte del Dolomiti Superski, perché il servizio è di assoluta eccellenza, è garantito dalla lunga esperienza sul mercato e reso speciale dallo scenario dolomitico, Patrimonio Unesco e con ciò unico al mondo. Il bilancio provvisorio stilato subito dopo Pasqua, che quest'anno è caduta a pennello in termini di calendario, è fonte di grande soddisfazione per gli operatori di Dolomiti Superski, con +10% di primi ingressi, +10% di giornate sci vendute e +9% di passaggi agli impianti. E in diverse zone sciistiche delle Dolomiti la stagione continua anche oltre l'8 aprile e si protrae addirittura fino al 1° maggio. Un inverno da incorniciare insomma per le 12 zone sciistiche di Dolomiti Superski, che si dislocano tra l'Alto Adige, il Veneto ed il Trentino. In particolare, le “valli” trentine del comprensorio sciistico più vasto al mondo, Val di Fassa-Carezza, Val

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di Fiemme-Obereggen, San Martino di Castrozza-Passo Rolle e Alpe Lusia - San Pellegrino sono pienamente in linea con il trend generale e si aggiungono al coro dei soddisfatti. Il numero di turisti che hanno soggiornato in Val di Fassa è in crescita rispetto all’inverno precedente e da dicembre fino a fine febbraio segna un incremento positivo del 9,5% sugli arrivi e del 10,34% sulle presenze totali. La domanda interna di turisti italiani è cresciuta rispettivamente del 9,11% sugli arrivi e dell’8,99% sulle presenze, mentre i mercati stranieri registrano un incremento più significativo del 10,69% sugli arrivi e del 13,06% sulle presenze (Fonte Apt Val di Fassa). Complessivamente, le società del Consorzio Val di Fassa e Carezza registrano a fine marzo un aumento del 5% dei passaggi totali e del 9% dei primi ingressi. La domanda estera di Polonia, Germania, Russia, Paesi Scandinavi, Repubblica Ceca, Paesi Bassi e Regno Unito ha trainato la crescita e diffuso la consapevolezza che sia necessario intensificare ulteriormente la diversificazione, in particolare intercettando la domanda di paesi stranieri a più rapida crescita economica. Il comprensorio sciistico Val di Fiemme-Obereggen conferma il trend di crescita delle ultime stagioni invernali. Durante tutto l’inverno sciatori e amanti della montagna hanno avuto l’occasione di divertirsi su piste sempre perfettamente innevate e preparate in un contesto di panorami e situazioni da cartolina, particolarmente graditi dalla clientela italiana che in questa stagione in particolare è tornata in montagna facendo registrare un decisivo aumento di arrivi e presenze. Il positivo risultato è confermato dall’intero comparto turistico con un’ottima percentuale di riempimento delle strutture ricettive, che contano su una clientela sempre più internazionale. Manifestazioni sportive di altissimo livello, meeting aziendali e proposte differenziante rivolte alla famiglia unite ad una

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moderna ed efficiente offerta delle società impiantistiche rappresentano le principali caratteristiche della proposta turistica, che può contare in un’efficiente rete di alleanze e collaborazioni di tutti gli attori presenti sul territorio, come i maestri di sci, ristoratori, commercianti, ecc. Anche nella zona di San Martino di Castrozza si preannuncia una chiusura di stagione positiva, grazie alle condizioni meteo particolarmente favorevoli, ma soprattutto agli investimenti messi in atto di recente per il miglioramento del sistema di innevamento programmato sull’intera Ski Area. Sono infatti oltre 100 i generatori di neve installati negli ultimi due anni sul Carosello delle Malghe, che assieme ai due nuovi bacini d’accumulo con una capienza complessiva di oltre 110mila mc realizzati nelle zone di Tognola e Malga Ces ed alle opere accessorie hanno consentito un’apertura di stagione con i fiocchi già a inizio dicembre, al pari di località forse più blasonate. Un investimento totale di oltre 10 milioni di euro che sta indubbiamente iniziando a dare i suoi frutti, visto l’aumento generale di presenze italiane e soprattutto straniere registrato durante la stagione non solo a San Martino, ma anche a Passo Rolle, dove gli impianti hanno ricominciato a girare per la gioia degli appassionati, regalando splendide giornate di sci già a metà novembre. Sono inoltre iniziati i lavori per la realizzazione della nuova cabinovia a 10 posti Colbricon Express, che andrà a sostituire due seggiovie fisse nella zona di Malga Ces, mentre sull’Alpe Tognola si procederà con la sistemazione della pista e dell’impianto di innevamento del versante di Cima Tognola, in attesa di realizzare poi l’estate successiva il nuovo impianto di collegamento con la zona di Ces.


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associazione

Cambio alla guida dell'Associazione Enrico Zobele ha assunto la presidenza di Confindustria Trento a seguito delle dimissioni annunciate il 14 marzo scorso da Giulio Bonazzi.

IL 14

marzo scorso il presidente di Confindustria Trento, Giulio Bonazzi, ha presentato le proprie dimissioni irrevocabili dalla presidenza dell'Associazione. La decisione è stata presa — come ha spiegato lo stesso Bonazzi in una conferenza stampa — in seguito alle continue strumentalizzazioni a mezzo stampa della sua carica associativa in relazione a vicende che invece riguardano esclusivamente la sua attività imprenditoriale. Si tratta quindi di una scelta - ha precisato Bonazzi - fatta per tutelare l'Associazione.

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A Bonazzi subentra, come prevede lo Statuto di Confindustria Trento, il vicepresidente più anziano di età. Lo stesso 14 marzo Enrico Zobele ha dunque assunto la carica di Presidente reggente fino alla fine del mandato. Il Consiglio di Presidenza rimane, per il resto, invariato. Vi siedono dunque, nel ruolo di vicepresidente, Rocco Cristofolini (Unionporfidi Srl), Alessandro Lunelli (Ferrari F.lli Lunelli Spa), Marco Podini (Dedagroup Spa) e Ilaria Vescovi (Tecnolclima Spa); il presidente della Piccola Industria Marco Giglioli (Sovecar Srl); la presidente del Gruppo Giovani Stefania Segata (Segata Spa); i past president Paolo Mazzalai (Sws Engineering Spa) e lo stesso Bonazzi. In occasione del passaggio di consegne Zobele, a nome del Consiglio di Presidenza, ha ringraziato Bonazzi per il lavoro svolto e gli ha confermato la stima e la fiducia già manifestate in precedenza dagli organi associativi.


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Internazionalizzazione delle imprese: nuovo accordo Garanzie fideiussorie ai finanziamenti Simest al centro della nuova partnership tra Confindustria Trento, Confindustria Verona e Confindustria Vicenza e Unicredit.

RAFFORZARE

la positiva dinamica di crescita Uno strumento chiavi in mano che può essere dell’export dell’economia del Territorio ed au- utilizzato subito dalle aziende per i propri promentare la già rilevante platea di imprese che si getti di internazionalizzazione e di investimento. – commenta Michele Bauli, Presidente di Confinaffacciano sui mercati internazionali. Con questi ambiziosi obiettivi Confindustria dustria Verona - Sono convinto infatti che sia tra Trento, insieme alle associazioni Confindustria i compiti delle nostre associazioni creare relazioVerona, Confindustria Vicenza, ha siglato un ac- ni forti fra il nostro sistema associativo e le istitucordo congiunto con UniCredit. La convenzione, zioni o gli istituti di credito, come in questo caso, immediatamente operativa, permetterà alle oltre che possano dare servizi sempre più efficaci alle 4mila imprese associate alle tre territoriali di ac- nostre imprese creando un contesto favorevole al cedere in maniera più rapida e a condizioni di loro sviluppo e crescita". favore ai finanziamenti agevolati che Simest, so- “Si tratta di un importante accordo che va a pocietà che insieme a Sace costituisce il Polo dell’ex- tenziare l’assistenza che forniamo nel campo dei port e dell’internazionalizzazione del Gruppo supporti finanziari all'internazionalizzazione – Cdp, eroga per sostenere la crescita delle aziende afferma Luciano Vescovi, presidente di Confindustria Vicenza -. La nostra attività istituzionale italiane attraverso l’internazionalizzazione. Più in particolare Confindustria trasmetterà a prevede già una completa assistenza informativa UniCredit le manifestazioni di interesse per il anche per quanto riguarda la presentazione e finanziamento Simest delle aziende associate gestione delle domande. Con questo accordo ofdopo una prima analisi dell’ammissibilità; la friamo, in più, una possibile risposta utile quanBanca, dal canto suo, si impegna a dare riscon- do il finanziamento Simest deve essere assistito tro in tempi stretti alla possibilità di fornire la da una garanzia. Sostanzialmente chiudiamo il fidejussione, se necessaria, per l’ottenimento dei cerchio e arriviamo a coprire l’intero fabbisogno delle imprese”. finanziamenti. “Come più volte ribadito, l'internazionalizzazione è un fattore chiave per la crescita delle imprese e del territorio – spiega Enrico Zobele, presidente di Confindustria Trento -. Lavoriamo da anni per sensibilizzare, in questo senso, le aziende associate, e per supportarle nei loro piani di sviluppo sui mercati esteri. Per realizzare progetti di espansione ambiziosi, la finanza è uno strumento fondamentale, e le banche sono partner necessari e imprescindibili". "Questo accordo rappresenta il completamento degli strumenti messi a disposizione da SIMEST.

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Confindustria per la montagna Presentata a Cortina d’Ampezzo la nuova rete di territoriali e federazioni interna al sistema associativo impegnate a favore delle terre alte.

UNA

rete che ha lo scopo di promuovere lo sviluppo delle terre alte, attraverso progetti, provvedimenti e politiche pubbliche coerenti e finalizzate a sostenere la crescita economica e sociale di aree connotate da una riconosciuta e oggettiva specificità: l’iniziativa “Confindustria per la Montagna” è stata presentata nelle scorse settimane a Cortina d’Ampezzo, alla presenza del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, del suo vice Stafan Pan e dei rappresentanti delle associazioni coinvolte. “Si tratta una rete informale, aperta, inclusiva e a geometria variabile di territoriali e di federazioni – spiega Enrico Zobele, presidente di Confindustria Trento - che, insieme, vogliono attivarsi per la crescita dei territorio montani. Proprio in virtù delle loro specificità, essi possono essere laboratori nei quali sperimentare nuovi modelli di sviluppo, incardinati sulle tipicità delle produzioni locali, sul mantenimento della biodiversità, sull’innovazione tecnologica, sul turismo, sulla manutenzione del territorio e del sistema idrogeologico, insomma sulla valorizzazione di quei fattori che ne determinano la diversità e, potenzialmente, anche il successo”.

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In montagna si produce il 16,3% della ricchezza del Paese: la stessa attitudine imprenditoriale risulta superiore a quella media nazionale (86,7 imprese ogni 1000 abitanti contro 84,7). Il 18,7% dei comuni totalmente montani risulta inserito nel perimetro di un distretto industriale, e il turismo delle destinazioni montane incide fortemente sull’intera bilancia nazionale. Si calcola che solo la “montagna bianca” rappresenti il 10,9% del complessivo sistema del turismo italiano grazie anche allo straordinario valore delle imprese che gestiscono gli impianti a fune, al quale si aggiunge un’ulteriore quota del 6,8% che si riferisce alla montagna estiva. Soddisfazione ha espresso Valeria Ghezzi, presidente dell’associazione italiana degli impianti a fune. “Ci auguriamo – ha detto in occasione dell’evento - che questo possa rappresentare il primo passo di un percorso che nel tempo porti agli imprenditori di montagna la stessa attenzione e la stessa dignità dei loro colleghi che operano nei principali distretti industriali”. Tra gli ospiti coinvolti nel dibattito anche Lorenzo Delladio, presidente La Sportiva, intervenuto alla tavola rotonda per riflettere sul tema del “fare impresa in montagna”.


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A Trento il Treno Verde Il vicepresidente della Sezione Carta di Confindustria Trento Leto: "Indispensabile la presenza industriale per una sostenibile creazione di valore aggiunto e per l’innalzamento del benessere della comunità".

SI

è tenuto, a bordo del Treno Verde di Legambiente in occasione della fermata alla stazione di Trento l’evento “Non fermiamo il riciclo della carta” organizzato da Assocarta con il supporto di Confindustria Trento e Comieco. L’incontro è stato aperto dal vicepresidente della Sezione Carta e Grafica di Confindustria Trento Alessandro Leto, che ha introdotto il tema della responsabilità delle industrie del settore verso il contesto sociale e ambientale: "Anche sul fronte dei processi produttivi – ha detto - le nostre imprese hanno fatto molto, sia in termini di riduzione dell’impatto delle lavorazioni sia attraverso la condivisione con le comunità delle tecnologie impiegate per ottenere questo risultato. Ciò dimostra

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che la presenza industriale è indispensabile per garantire una sostenibile creazione di valore aggiunto sul territorio e contribuire all’innalzamento del livello del benessere di una comunità". Moderato da Gabriele Carletti, Tgr Rai, l’appuntamento è stato occasione per raccontare la rinnovabilità del materiale carta e il suo riciclo: dal bio-materiale alla raccolta differenziata, al suo reimpiego per produrre nuova carta. Ogni minuto nel nostro Paese, si riciclano 10 tonnellate di carta, un contributo importante all’economia circolare del Trentino e dell’Italia. La regione rappresenta oltre il 10% della produzione di carta nazionale (specialmente carte grafiche, carta per uso igienicosanitario e per imballaggio).


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“L’industria cartaria italiana ha una forte vocazione al riciclo e la presenza delle cartiere sul territorio permette l’effettivo riciclo della carta evitando un problema di gestione dei rifiuti urbani. Questo ciclo per funzionare in modo virtuoso ha bisogno di adeguate politiche per la gestione degli scarti del processo. Infatti, per quanto minimo” spiega Massimo Medugno, direttore di Assocarta “il riciclo genera una piccola parte di scarto dal forte potenziale energetico, che, se gestito correttamente consentirebbe di chiudere il ciclo del riciclo. Gli scarti derivano dai rifiuti urbani (in rapporto di 1:18) ed è quindi interesse collettivo che siano gestiti al meglio, con il pieno supporto delle amministrazioni locali e regionali”. “Senza certezze sul recupero degli scarti del riciclo anche il riciclo viene messo in discussione e con esso una parte importante di economia circolare, che non deve essere né inventata né incentivata. Non fermiamo il riciclo della carta per l’incapacità di dare risposte al recupero degli scarti del riciclo da parte delle istituzioni e della politica” conclude Medugno. Questo in sintesi l’appello che Assocarta porta alle istituzioni salendo sul Treno Verde 2018 in qualità di sponsor sostenitore e fermandosi in quattro stazioni italiane tra cui Trento (oltre a Napoli, Rovigo e Grossetto) ultima tappa dell’iniziativa”. Ogni anno, a fronte di 4,9 milioni di tonnellate di carte riciclate, l’industria cartaria produce scarti dal processo di riciclo pari a circa 300 mila tonnellate (rapporto 1:18) che derivano principalmente

L’industria cartaria in Italia ∙ 154 stabilimenti ∙ 19.500 addetti diretti ∙ Produzione di 8,9 milioni di tonnellate ∙ Consumo di 4,9 milioni di tonnellate di carta da riciclare ∙ Fatturato di 7 miliardi di euro (il fatturato sfiora i 31 miliardi di euro se consideriamo il cartario nell’ambito della sua filiera più estesa)

dalla componente urbana della raccolta (3 milioni di tonnellate/6,3 milioni di tonnellate di raccolta nel 2016) con più impurità rispetto alla raccolta presso industrie e attività commerciali. Eliana Farotto, responsabile Ricerca e Sviluppo Comieco, ha illustrato le attuali performance della raccolta sul territorio trentino. Fra le cartiere presenti in Trentino Gruppo ProGest con processo industriale virtuoso del riciclo nel sito produttivo trentino dove si producono carta per imballaggio a partire da 100% di carta da riciclare raccolta sul territorio veneto, dando un forte contributo all’economia circolare della regione. Roberto Bortolotti Direttore di Amnu Spa di Pergine Valsugana ha invece presentato una buona pratica nella raccolta della carta sul territorio trentino.

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Energia: un fattore strategico Intervista a MARIO DORIGHELLI, presidente del consorzio Assoenergia e amministratore delegato di Lemur Srl.

PRESIDENTE

Dorighelli, da poche settimane è stato nominato alla guida di Assoenergia, il consorzio di Confindustria Trento che assiste le imprese nella gestione del “fattore energia” nel suo complesso. Perché è un asset strategico? Perché per molte imprese industriali locali l’acquisto dell’energia rappresenta una delle principali voci di costo. Il problema maggiore è che tale costo risulta spesso totalmente, o quasi, incontrollabile. Nell’ultima relazione annuale in Parlamento il presidente dell’Autorità per l’Energia ha evidenziato come il prezzo medio dell’energia per l’industria italiana rimanga del 20% superiore alla media europea. È facile capire quanto questo possa pesare nell’attuale scenario di competizione globale. Ad aggravare la situazione si aggiungono complessità normative e di mercato. Esatto. Dal 2016 al 2017 abbiamo assistito a un aumento del valore dell’energia sul mercato all’ingrosso italiano mediamente superiore al 25%. Siamo passati da una situazione 2016 dove forse l’energia costava troppo poco a una opposta a fine 2017 dove i prezzi sono stati insensatamente troppo alti. Queste enormi e veloci fluttuazioni di

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Il nuovo consiglio direttivo Mario Dorighelli, Lemur Srl, è stato nominato presidente del consorzio nel corso dell’ultima assemblea di Assoenergia. Siedono con lui in consiglio Giordano Farina, Funivie Madonna di Campiglio Spa; Alessandro Rizzi, Sitc Spa; Livio Ducati Carloni, Meccanica di Precisione Rivana Srl; Federico Rodighiero, Gruppo Lunelli; Paolo Orsini, Sandvik Italia Spa; Dario Piccinelli, Capi Group Srl.

mercato (anche dell’ordine del 30-40% su scala mensile) si manifestano direttamente nella bolletta energetica delle nostre imprese, che possono vedersi variare in maniera assolutamente incontrollata i costi fissi. Alla base di queste dinamiche ci sono innumerevoli fattori di scala nazionale europea e globale: fenomeni macro-economici, fenomeni meteo e climatici, questioni infrastrutturali sia nazionali che europee (il forte aumento dei prezzi avvenuto nella seconda metà del 2017 è stato principalmente dovuto a problemi tecnici sulle centrali nucleari francesi), dinamiche speculative (ogni dichiarazione di qualche ministro francese in materia di nucleare fa alzare o abbassare immediatamente la borsa elettrica italiana e basta la notizia di una ondata di freddo per far schizzare i prezzi alle stelle). In uno scenario tanto complesso, appare chiaro che un’impresa, per quanto strutturata, non possa avere le forze, né il “potere contrattuale”, per gestire al meglio il fattore energia. Diciamo che in queste condizioni diventa molto difficile, per una realtà singola, adottare una corretta strategia di approvvigionamento energetico. Ma anche fare scelte imprenditoriali di lungo termine, ad esempio sull’autoproduzione energetica, lo sfruttamento di fonti rinnovabili, l’efficientamento energetico dei pro-


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cessi produttivi. È questo il senso del lavoro del nostro consorzio: occuparsi, a tutto tondo, di assistere l’imprenditore nelle scelte che riguardano questo particolare ambito. Dalle forniture, perché è evidente che per la sua stessa natura il consorzio può procurare alle sue aziende energia elettrica e gas a costi inferiori rispetto a quelli di mercato, agli investimenti, ad esempio sul fronte del risparmio energetico. Passando, naturalmente, per il monitoraggi. E questa è forse la novità principale dell’anno in corso. In che cosa consiste? Prima di operare qualsiasi tipo di intervento, un’impresa deve avere piena consapevolezza di come utilizza l’energia. In vista del 2019, quando l’aggiornamento della diagnosi energetica dovrà essere basato su dati reali e non di stima, tutte le grandi imprese e le imprese “energivore” saranno peraltro obbligate a dotarsi di un sistema di monitoraggio. Il consorzio si è dunque organizzato per fornire un nuovo servizio dedicato all’analisi dei consumi energetici. Nei prossimi mesi forniremo gratuitamente a tutte le aziende consorziate un kit di monitoraggio energetico. I dati raccolti, resi dispo-

nibili attraverso un portale web dedicato, saranno poi esaminati dallo staff tecnico del consorzio, che fornirà a ogni realtà un report mensile. Per aiutarle a capire, in un secondo tempo, quali misure converrà loro adottare per essere più efficienti, e dunque più competitive.

Mario Dorighelli

Il consorzio Assoenergia Il consorzio Assoenergia riunisce oggi oltre 80 imprese industriali trentine caratterizzate da consumi energetici importanti (da solo rappresenta quasi il 10% del consumo di energia elettrica annuo del Trentino) che affrontano in maniera aggregata la complessità del “fattore energia”: dall’approvvigionamento alla corretta gestione dei consumi. Per rispondere alle esigenze delle imprese, negli ultimi anni infatti il consorzio (che non ha scopo di lucro) si è spinto oltre il puro approvvigionamento per supportare le imprese in un processo di ottimizzazione della gestione dell’energia a 360° con particolare attenzione allo sviluppo di pratiche di miglioramento dell’efficienza energetica e della sostenibilità dei processi produttivi. Quest’anno partirà anche con un nuovo servizio di monitoraggio energetico per tutte le imprese che ne fanno parte. L’attenzione a questi temi da parte del tessuto industriale locale sembra essere sempre crescente, tanto che il consorzio ha avuto una forte crescita dimensionale proprio negli ultimi anni. Del consorzio fanno parte realtà industriali dei più svariati settori: dal metalmeccanico, all’alimentare, agli impianti a fune, imprese locali che appartenenti a gruppi multinazionali.

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Porfido trentino: c’è il nuovo contratto L’intesa tra le parti sblocca un contratto fermo ormai da quasi dieci anni, e che introduce elementi di novità pensati per perseguire e premiare logiche di qualità di prodotto e di processo produttivo.

SONO

state presentate in occasione della riunione di insediamento della Commissione Paritetica di Settore presso la Casa del Porfido di Albiano, le principali novità del contratto collettivo provinciale di lavoro per i lavoratori delle imprese del porfido siglato il 22 marzo da Confindustria Trento, Associazione Artigiani e Piccole Imprese della Provincia di Trento e Federazione Trentina della Cooperazione per parte datoriale, e dalle Segreterie provinciali di Filca Cisl, Fillea Cgil e Feneal UIL per parte sindacale. Le Parti avevano già firmato la “partita economica” del rinnovo lo scorso 31 ottobre: allora si erano

Simone Caresia, presidente Sezione porfido Confindustria Trento

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impegnate a concludere la parte “normativa” prima della ripresa definitiva della normale attività lavorativa, dopo la sosta imposta dalle condizioni atmosferiche nella stagione invernale. L’intesa, che sblocca un contratto fermo ormai da quasi dieci anni e che avrà valore fino al 31 dicembre 2020, introduce elementi di novità pensati per perseguire e premiare logiche di qualità di prodotto e di processo produttivo. Le Parti hanno infatti condiviso la necessità ormai indifferibile di riformare la struttura del vecchio contratto 2004-2008, adeguandolo alle attuali condizioni economico–sociali e alla richiesta di qualità che il mercato sempre più impone, anteponendo agli interessi di parte l’obiettivo generale della crescita e della ripresa dell’intero comparto. Con tali premesse le Parti hanno rivisto l’istituto del cottimo, legando le nuove tariffe di cottimo alla qualità del prodotto e all’apporto individuale del lavoratore sia alla resa produttiva che alla organizzazione produttiva. È stato poi introdotto un Premio di risultato territoriale variabile, legato anche all’incremento del numero delle aziende che decidono di aderire al regolamento del marchio di qualità “Porfido Trentino Controllato” con l’obiettivo di perseguire una miglior qualità complessiva del prodotto. Il contratto inoltre ha eliminato alcuni automatismi previsti dalla precedente normativa che portavano all’aumento dei costi fissi. È stato inoltre previsto un nuovo regolamento della Commissione paritetica di settore, che sarà incaricata di seguire soprattutto le tematiche legate alla salute e alla sicurezza sui luoghi di lavoro. In tal senso, in via sperimentale, si è deciso di attivare una convenzione con Centrofor, organismo bilaterale del settore edile, al quale verranno affidati compiti di consulenza, informazione e formazione in materia di salute e sicurezza.


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Ipsp: pubblicato il bando 2018 Entro il 25 maggio le aziende che intendono proporre un problema tecnologico devono presentare la loro candidatura, fornendo un documento tecnico che descriva il caso sottoposto.

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aziende e trenta giovani cervelli, insieme per una settimana con l’obiettivo di risolvere tre problemi industriali: sono gli Industrial Problem Solving with Physics, evento promosso anche per il 2018 in Trentino allo scopo di promuovere la connessione tra Università e il mondo delle imprese. Il progetto, organizzato dall’Università di Trento, Confindustria Trento e Polo della Meccatronica – Trentino Sviluppo, si svolge in estate: per questa quinta edizione, in particolare, i team selezionati saranno al lavoro tra il 16 e il 21 luglio. È stata dunque fissata alle 13.00 del 25 maggio la scadenza per la candidatura delle aziende che intendono presentare un loro problema tecnologico. Come indicato nel bando, pubblicato nei giorni scorsi, le aziende dovranno inoltre fornire un documento tecnico che descriva in modo dettagliato il problema sottoposto, tenendo presente che la difficoltà del problema dovrà essere tale da consentire ai dieci giovani ricercatori assegnati al caso di poterlo affrontare efficacemente nell’arco di sei giorni. I problemi selezionabili devono poter essere risolti utilizzando prevalentemente metodologie proprie della Fisica. A titolo esemplificativo si elencano alcune delle possibili macro-aree di interesse: misurazioni (campi elettromagnetici, spettroscopia, indagine di superfici), sensoristica, materiali innovativi, energetica, criogenia, macchine da vuoto, nanotecnologie, fotonica, simulazioni di sistemi e processi, sistemi di automazione e controllo, elaborazione dati, comunicazioni sicure/crittografia, biofisica, etc. La quota di iscrizione è di 1.000 euro e va versata entro il 29 giugno. Lo scorso anno, i tre problemi selezionati per essere affrontati dai 25 studenti e ricercatori erano stati quelli di Adige Spa - Blm Group (per un’analisi

balistica di spray metallico in flusso fluidodinamico turbolento); AreaDerma Srl (con uno studio del riscaldamento di materie prime per la cosmesi con microonde); Tecnorad Surl (in questo caso il problema studio e realizzazione di un sistema di lettura automatico di pellicole dosimetriche).

Per informazioni Confindustria Trento Area Innovazione innovazione@confindustria.tn.it T 0461 360024

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44 informazione pubblicitaria

Mediocredito, nuovi strumenti finanziari per imprese che investono in innovazione La Commissione Europea ha come priorità la crescita dell’Europa e l’aumento dei posti di lavoro. Lo strumento principale attraverso il quale vengono veicolate le risorse comunitarie è l’Investment Plan for Europe, detto anche Piano Junker. In particolare per finanziare progetti di ricerca, sviluppo ed innovazione, la Commissione sta promuovendo lo strumento di garanzia InnovFin SME Guarantee. Attivato dal Fondo europeo per gli Investimenti (FEI) esso viene applicato tramite intermediari finanziari negli Stati membri dell’UE. Tra questi per l’Italia è stato scelto anche Mediocredito Trentino Alto Adige. Grazie a questo accordo, Mediocredito Trentino Alto Adige mette a disposizione delle imprese innovative, con adeguato merito di credito, un plafond di finanziamenti di 60 milioni di euro garantiti al 50% da FEI. A quali aziende è destinato il finanziamento con garanzia InnovFin? • Piccole e medie imprese: meno di 250 dipendenti con fatturato annuo non superiore a 50 mil di euro oppure attivo totale non superiore 43 mil. • Imprese a bassa/media capitalizzazione fino a 499 dipendenti e non classificate come PMI. Quali sono le principali caratteristiche dei finanziamenti offerti dalla banca? • Deve trattarsi di un nuovo finanziamento (no rifinanziamento e consolidamento), a medio lungo termine (anche Sabatini ter), da 25 mila Euro a 4 mil, con durata da 12 mesi a 10 anni e garanzia InnovFin FEI al 50%. Perché questo prodotto è interessante per l’azienda? • La presenza della garanzia facilita l’accesso ai finanziamenti per le PMI e small Mid Cap. • Le imprese non pagano il costo della garanzia (a carico della Banca). • La garanzia non costituisce aiuto di Stato (non rientra nel de minimis). • Sono applicate migliori condizioni finanziarie a favore dell’azienda. • L’iter amministrativo è veloce ed è effettuato dalla Banca. Non è prevista istruttoria da parte di FEI. Quando un investimento può definirsi innovativo? Quando è rivolto alla produzione, sviluppo o implementazione di prodotti, processi o servizi nuovi o sostanzialmente migliorati o di metodi di produzione o consegna nuovi o sostanzialmente migliorati o di innovazione organizzativa o di processo. Sono inoltre considerate innovative le imprese che rispettato almeno uno dei seguenti requisiti: • hanno effettuato, nell’ultimo esercizio, investimenti in R&S e/o innovazione, pari ad almeno il 20% dell’importo nominale del finanziamento; • hanno ottenuto, negli ultimi 36 mesi, contributi/prestiti/garanzie da Programmi Europei, Nazionali per R&S/innovazione; • hanno registrato brevetti negli ultimi 24 mesi; • hanno ottenuto premi per l’innovazione ricevuti negli ultimi 24 mesi; • sono state riconosciute imprese innovative da un’istituzione o ente europeo, nazionale o regionale.

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Esempi di aziende beneficiarie Azienda 1 Tipologia di beneficiario finale PMI Settore Attività di telecomunicazioni Breve descrizione del tipo di innovazione Sviluppo di reti ad hoc per piccoli distretti industriali e turistici, situati in aree difficilmente coperte da fibra ottica o bande ultrabroad. Importo € 1.000.000 Costo garanzia 0,50% (costo a carico della Banca) Tipo di prodotto finanziamento a medio e lungo termine - durata 5 anni Azienda 2 Tipologia di beneficiario finale Small Mid Cap Settore Fabbricazione di prodotti per toletta: profumi, cosmetici e sapone Breve descrizione del tipo di innovazione Apertura nuovo stabilimento Hong Kong. Significativa innovazione dei prodotti e processi produttivi, con particolare attenzione alla linea biologica/ecologica. Importo € 750.000 Costo garanzia 0,80% (costo a carico della Banca) Tipo di prodotto finanziamento a medio e lungo termine - durata 5 anni

www.mediocredito.it


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A Trento il roadshow Sistema PAese 4.0 Confindustria Trento e Confindustria Digitale hanno organizzato un incontro sulla digitalizzazione della PA con il Commissario straordinario per l'Agenda Digitale Diego Piacentini.

L’INEFFICIENZA

dell’amministrazione pubblica costa oggi al Paese quasi 30 miliardi di euro, circa due punti di Pil. Solo il ridisegno dei processi e la loro digitalizzazione possono dar luogo a una vera spending review e crescita di efficienza. Ma la bassa velocità e la dimensione frammentaria con cui marciano sul territorio i processi di cambiamento disegnano ancora una geografia estremamente discontinua, in cui ad alcune esperienze eccellenti si affianca la maggior parte degli enti che non riescono a fare il salto. È fondamentale, quindi, che l’inno-

vazione delle pubbliche amministrazioni passi dall’essere un fatto episodico a divenire un processo sistemico. È questo lo scenario in cui si inserisce il progetto “Sistema PAese 4.0”, promosso da Confindustria Digitale e il Team per la trasformazione digitale e portato in Trentino da Confindustria Trento, nel contenitore ideale della Trento Smart City Week. L’appuntamento, dal titolo “Sinergie digitali tra Pa e mercato”, è stato aperto dal saluto del sindaco di Trento Alessandro Andreatta: "Guardare al futuro – ha detto - è cambiare per migliorare, con il coraggio di alcuni e il coinvolgimento di molti. Tutti dobbiamo imparare, ma la Pubblica Amministrazione soprattutto deve saperlo fare dagli esperti e dai cittadini". “Il Trentino da decenni è territorio di sperimentazione e di eccellenza in ambito scientifico – ha aggiunto Marco Podini, vicepresidente di Confindustria Trento con delega all’Agenda Digitale -. Le case histories che saranno presentate oggi dimostrano come lo sia anche per la digitalizzazione dei servizi della Pubblica Ammini-

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Enrico Cereda, presidente e Ad di Ibm Italia, in rappresentanza di Confindustria Digitale

strazione e lo possa essere anche in futuro per l’im- anni è stato messo in campo uno sforzo impopiego dell’Intelligenza Artificiale per i servizi online nente nel campo dell’infrastrutturazione digitale per cittadini e imprese. Faremo parlare le ammini- per far arrivare in modo capillare sul territorio strazioni pubbliche, ma dietro ai progetti e ai ser- la banda ultra-larga. Per noi agenda digitale vuol vizi che vengono offerti ci sono le imprese, molte dire anche fare in modo che ogni cittadino e ogni delle quali sono nostre associate, che continuano impresa sia nella condizione di rimanere dov’è ad investire in innovazione, anche collaborando e di essere connessa. Tutto questo consente oggi, con l’università e i centri di ricerca. Da questo pun- al Trentino, di continuare a svolgere il ruolo di to di vista a Trento siamo avvantaggiati dalla pre- apripista, anche per il resto del Paese, non certo senza dell’Università di Trento e della Fondazione nell’ottica di chi arriva prima, quanto in quello di Bruno Kessler che in vari campi, ma in particolare mettere a disposizione le nostre buone pratiche. nell’informatica e nell’intelligenza artificiale, sono Investire oggi in innovazione significa non solo migliorare la qualità della vita dei cittadini, ma riconosciuti come eccellenze internazionali”. “Il tour per le province italiane continua – ha spie- anche creare importanti opportunità di crescita gato Diego Piacentini, commissario straordinario economica per il territorio". all’Agenda digitale -. Dopo Perugia e Taranto, la “In tutte le tappe abbiamo riscontrato grande inSmart City week ci dà l’occasione di essere a Tren- teresse e partecipazione, a conferma del desideto per raccontare il Piano Triennale in un terri- rio di innovazione grazie a nuove sinergie fra torio in cui, ogni giorno, ci si impegna a portare pubblico e privato - ha spiegato Enrico Cereda, avanti la trasformazione digitale della Pubblica presidente dello Steering Committee piattaforme Amministrazione”. Il Piano Triennale è il docu- digitali per la Pa di Confindustria Digitale e remento di indirizzo strategico ed economico de- sponsabile del progetto Sistema PAese 4.0 -. Per stinato a tutta la Pubblica Amministrazione che questo continueremo a richiamare al confronto accompagna la trasformazione digitale del Paese. tutti i diversi attori: dagli enti locali alle azienIl Piano definisce le linee operative di sviluppo de, dagli sviluppatori alle start-up, dagli operatodell’informatica pubblica; il Modello strategico di ri economici ai rappresentanti del mondo della evoluzione del sistema informativo della PA; gli scuola e della ricerca. Vogliamo favorire la nascita investimenti Ict del settore pubblico secondo le di una visione integrata e multidisciplinare delle problematiche presenti sul territorio, capace di linee guida europee e del Governo. "Il Trentino non scopre ora l’importanza delle Ict individuare nelle tecnologie messe a disposizione - ha raccontato il vicepresidente e assessore allo dal Piano Triennale, le opportunità per trovare sviluppo economico e al lavoro della Provincia soluzioni di ecosistem. L'esigenza di modernizzaautonoma di Trento Alessandro Olivi -. In questi zione che ha il Paese può trovare molte risposte in questa rinnovata azione sinergica”. Sono dunque stati presentati alcuni esempi virtuosi di digitalizzazione dei servizi della Pubblica Amministrazione: Cristiana Pretto, Provincia autonoma di Trento, ha presentato il portale territoriale dei servizi online e gli strumenti di autenticazione in rete; Ettore Turra, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, ha illustrato i servizi online dell’Apss; Andrea De Maria e Giada Sciarretta, Istituto Poligrafico Zecca dello Stato e Fondazione Bruno Kessler, hanno parlato di autenticazione mobile con la Carta d’Identità Elettronica 3.0; Nicola Zanella, comune di Trento, ha illustrato lo sportello online dell'amministrazione cittadina; Daniele Monteforte, coordinatore e responsabile InfoCamere per il Triveneto ha parlato di Spid e cassetta digitale.

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Una rete per gli Hr manager L'Hr Group di Confindustria Trento, formato dai responsabili risorse umane delle aziende associate, è un'occasione di confronto, crescita professionale e aggiornamento, sui temi legati al mondo del lavoro. di ANDREA MARSONET, Area Lavoro e Welfare Confindustria Trento

L'HR

Group di Confindustria Trento nasce nel 2014 dall’idea di riunire periodicamente gli Hr Manager delle aziende associate, per creare un’occasione di confronto e approfondimento su tematiche di particolare interesse o rilevanza. Le riunioni, coordinate e organizzate dal team dell’area Lavoro e Welfare, si tengono con cadenza bimestrale e sono sostanzialmente un tavolo tecnico e di confronto dove gli addetti ai lavori possono portare le loro esperienze ed esigenze, confrontarsi con i colleghi e condividere opinioni. Alla maggior parte degli incontri partecipano relatori esperti nelle materie d’interesse individuate, diventando quindi queste anche occasioni di formazione e riflessione. Le tematiche che ciclicamente vengono inserite nell’ordine del giorno sono volte a sviluppare e rafforzare sia le hard skills che le soft skills dei membri, oltre alle competenze trasversali. Ci sono quindi incontri di aggiornamento e approfondimento, come quello con l’avvocato Giacinto Favalli, dello studio Trifirò & Partners, sulla contrattazione aziendale, o quello con l’avvoca-

to Valcanover – dell’omonimo studio- sul Jobs Act. Altri incontri hanno invece un’impronta di stampo più manageriale, come quello con Corrado Caruso sul Family Audit, quello su Industria 4.0 con Leonardo Fabretti, responsabile ufficio legale Umana Spa, o ancora quello sull’Aging per la gestione dei lavoratori over 50. Molto significativi sono stati poi gli incontri volti maggiormente a sviluppare le soft skills con diversi trainers tra cui Jack Sintini, Training Development manager presso Randstad Hr solutions, Gunter Isbrandt e Leonardo Frontani. In alcune occasioni i temi proposti durante gli incontri hanno portato all’organizzazione di Seminari rivolti ad una platea più ampia, come quello che si è tenuto lo scorso Gennaio sul tema degli incentivi alle assunzioni con Eufranio Massi, esper-

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A Palazzo Stella il direttore dell'area Welfare e Capitale Umano di Confindustria Doppio appuntamento, a marzo, a Trento per Pierangelo Albini, direttore dell’area Lavoro Welfare e Capitale Umano di Confindustria. Fra i relatori del convegno organizzato da LaRes su “Welfare aziendale e previdenza complementare: quali regole, quali opportunità”, Albini ha partecipato a un incontro in Confindustria Trento con il direttore generale Roberto Busato e i funzionari dell’Area Lavoro e Welfare di Palazzo Stella. Si è fatto il punto in particolare sul recente accordo sul contratto nazionale e sul progetto “Welfare Trentino”, la rete d’impresa costituita da alcune aziende industriali trentine per il welfare dei propri dipendenti, diventata un caso di studio a livello nazionale. Albini ha elogiato il progetto che consente ai lavoratori di fruire agevolmente dei flexibile benefit riconosciuti dalle aziende.

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to sulle tematiche del mercato del lavoro - e il Prof. Riccardo Salomone – presidente dell’Agenzia del Lavoro di Trento. In altre circostanze il gruppo si è dimostrato la sede più adatta per proporre e sviluppare nuovi ed innovativi progetti, come nel caso di #WelfareTrentino che è partito circa un anno dopo essere stato sottoposto all’Hr Group, tra i cui componenti ha raccolto le prime adesioni. Negli anni il Gruppo è cresciuto e altrettanto è cresciuta la partecipazione agli incontri, con lo sviluppo di nuove dinamiche che hanno portato nel 2017 all’introduzione degli study tour tra le attività del gruppo. Il primo ha avuto come meta l’Headquarter della Puma a Norimberga, dove per due giorni a febbraio 2017 gli Hr manager hanno potuto studiare il modello di welfare e di gestione del personale della multinazionale. Successivamente, a giugno dello stesso anno, ne è stato organizzato uno preso il Campus Cameo di Desenzano del Garda, per vedere da vicino l’innovativo modello di Activity Based Working. L’ultimo Study Tour si è tenuto lo scorso autunno presso la sede di Automobili Lamborghini a Sant’Agata Bolognese dove, dopo una visita guidata sulle linee produttive, i partecipanti hanno avuto un incontro con il management per conoscere l’avanzato modello di welfare e relazioni industriali. In questi primi anni il gruppo e le sue attività si sono evoluti rapidamente, ed è questa la peculiarità che vuole contraddistinguere l’Hr Group: la sua capacità di modellare i contenuti sulle esigenze dei partecipanti con una particolare attenzione alle continue evoluzioni del mercato, calate in ambito Human Resources. Con questo obiettivo la prima riunione del 2018 si è svolta presso la sede delle Distillerie Marzadro, per creare un’occasione proprio per fare il punto su quanto fatto in questi anni, confrontarsi e focalizzare nuovi obiettivi al fine di programmare le attività del prossimo anno.


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TU SEI: scuole e imprese alla Printer Decimo anniversario per il progetto che invita alla collaborazione aziende e istituti del territorio: le iniziative di partnership in gara si presenteranno all'evento finale del 24 maggio.

SONO 28 i progetti in corso di realizzazione nell’anno del decennale del progetto TU SEI: iniziativa nata per favorire la collaborazione tra scuola e impresa, frutto di un protocollo d’intesa sottoscritto dalla Provincia autonoma di Trento e Confindustria Trento. Per fare il punto sullo stato di avanzamento dei lavori e condividere i dettagli legati alla presentazione dei progetti, dirigenti e docenti degli Istituti scolastici trentini hanno incontrato oggi imprenditori e dirigenti delle aziende associate a Confindustria Trento impegnate nelle attività. "Tu Sei è un esempio eccellente e collaudato, basato su modelli innovativi che hanno l’obiettivo di accorciare la distanza di questi mondi e puntano a formare i giovani per un futuro nel quale possano valorizzare il proprio talento – ha detto Stefania Segata, presidente del gruppo Giovani imprenditori di Confindustria Trento e componente del consiglio di presidenza con delega a capitale umano, giovani e formazione -. Il valore delle nostre realizzazioni non è passato inosservato, visto che da tre anni stiamo conquistando anche importanti premi nazionali nell’ambito del premio Didattiva, promosso da Confindustria e dal MIUR”. L’appuntamento si è tenuto presso l’azienda associata Printer Trento Srl, realtà di successo nel mondo delle arti grafiche: l’incontro è stato dunque anche l’occasione per una visita guidata allo stabilimento. Il tradizionale evento finale, con la premiazione delle migliori realizzazioni, è in programma il prossimo 24 maggio. Lo scorso anno, la cerimonia di chiusura si era svolta al Castello del Buonconsiglio. Si erano distinti, in quella occasione, i progetti di partner-

Stefania Segata

ship tra l'Istituto comprensivo di Isera Rovereto – Scuola secondaria di primo grado “Degasperi” e Aquaspace Spa; l'Istituto comprensivo di Rovereto est - Scuola secondaria di primo grado “D. Chiesa” e Manica Spa, l'Itt “G. Marconi” di Rovereto e Cora Elettroautomazioni Srl; l'Itt “Buonarroti - Pozzo” di Trento e Aldebra Spa; l'Istituto Pavoniano Artigianelli per le Arti grafiche e Cartiere del Garda Spa; l'Enaip Cfp Ossana e Ferrari F.lli Lunelli Spa; l'Istituto “M. Martini” Mezzolombardo con Logistica 2 Srl; l'Itt “M. Buonarroti- A. Pozzo” Trento e Delta Informatica Spa.

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“Hey Mercedes!” Nuova Classe A di Mercedes-Benz: la rivoluzione nel mondo dell’auto.

La Classe A di Mercedes-Benz adesso giunge alla quarta generazione, o meglio alla quarta rivoluzione. La nuova Classe A si presenta ancora più tecnologica, con un’interfaccia uomo-vettura all’avanguardia e, soprattutto, con il nuovo sistema multimediale denominato MBUX (MercedesBenz User Experience). Intelligenza artificiale Tra le peculiarità tecnologiche della nuova Classe A rientra soprattutto il sistema MBUX (Mercedes-Benz User Experience). Il sistema di infotainment si accende semplicemente tramite l’espressione “Hey Mercedes” e segue comandi fatti a voce o gestuali. MBUX per esempio può ricordarsi le canzoni preferite e la strada per il lavoro del conducente. Ma non finisce qui, in determinate situazioni, ad esempio, la nuova Classe A può viaggiare in modo parzialmente autonomo.

Una nuova era del design La nuova Classe A è diventata ancora più moderna, giovane, sportiva e spaziosa. Gli interni danno un feeling di spaziosità e migliore visibilità. Il display widescreen si compone di due schermi, uniti sotto un unico vetro. Le bocchette di ventilazione sportive ricordano le turbine degli aerei e vengono illuminate in blu o

in rosso, in base alla temperatura impostata con il climatizzatore. Un testdrive emozionante A bordo della nuova Classe A ci si sente subito a proprio agio. Tutto funziona esattamente come ce lo si aspetta, il sistema MBUX stupisce con la sua efficacia e favorisce una guida sicura, intuitiva e divertente. Per assaporare questa esperienza di guida di ultima generazione basta prenotare un testdrive nelle sedi di Autoindustriale a Trento e Rovereto della Concessionaria Ufficiale Mercedes-Benz. AUTOINDUSTRIALE TRENTO Via Stella, 13 T. 0461.1735300 ROVERETO Via Brennero, 25 T. 0464.024400 www.autoindustriale.com

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Confindustria Trento sfida i piccoli inventori È la Meccanica il tema scelto per questa edizione di Eureka! Funziona!: gara tecnologica targata Federmeccanica, patrocinata dal MIUR e proposta in Trentino dall'Associazione.

COSTRUIRE

un giocattolo che per muoversi utilizzi motorini, dischetti, leve, pulegge e cavi: questa la sfida che Confindustria Trento lancia quest'anno ai bambini delle scuole primarie coinvolti nel progetto "Eureka! Funziona!". Questa gara tecnologica per piccoli inventori, targata Federmeccanica e patrocinata dal Miur, viene proposta per il secondo anno consecutivo in Trentino dall'Associazione degli industriali, dopo il successo della prima edizione, alla quale avevano aderito sei Istituti Comprensivi, 18 classi, 300 allievi. "Scopo del progetto - ha spiegato Luca Arighi, presidente del- e abilità hanno tutte la medesima importanza e assicurano la gioia nell’imparare". la Sezione Metalmeccanica di Il tema scelto quest’anno è la Meccanica: nel kit consegnaConfindustria Trento ai tutor e dirigenti delle sette scuole inter- to alle scuole è contenuta anche una scheda elettronica che consentirà di azionare un motore in base alla quantità di venuti oggi a Palazzo Stella - è luce presente in un ambiente, sviluppata appositamente per di offrire alle scuole primarie una valida e sperimentata occa- il progetto dall’Istituto Italiano di Tecnologia che è partner sione di orientamento che po- dell'iniziativa. trà contribuire ad appassionare "L’iniziativa offre l’opportunità di utilizzare l’invenzione come uno strumento per imparare - ha detto Sabrina De Santis, digli allievi alla cultura tecnica e rettore Education and Training di Federmeccanica - ponendo a scientifica. Crediamo che questa disposizione degli alunni uno spazio reale in cui mettere alla sia un’esperienza ideale sia per i prova la loro creatività e capacità di innovazione". bambini, sia per le bambine, utiCiascun gruppo di bambini terrà un diario sul lavoro svolto e le a sostenere l’apprendimento e inventerà una pubblicità del giocattolo: questi lavori, insieme l’insegnamento in un contesto in cui esperimento, immaginazione, alla realizzazione meccanica, saranno presentati nel corso di un evento in programma il 4 maggio all'Itt Buonarroti di Trento. emozioni, autostima, conoscenze

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Saidea agli “Huawei Awards” L’impresa trentina è stata insignita del titolo di “Partner of the Year” dal colosso cinese nel corso del “Huawei western Europe partner summit”, a metà marzo ad Amsterdam.

UN'AZIENDA

trentina ai vertici dell’Ict in Europa: così Saidea Srl, la società di Gardolo specializzata nella gestione in outsourcing di sistemi informativi aziendali, ottiene il più alto riconoscimento da Huawei durante l’assegnazione dei “Partners Awards” come “Partner of the Year” nella categoria “Solution”, quella dove il valore aggiunto del partner conta di più. Una soddisfazione enorme, che William Nicolussi e Mara Rinner, rispettivamente presidente

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e direttore di Saidea, attribuiscono al merito di tutto il team. “Il risultato di un lavoro di squadra – sottolineano – raggiunto grazie all’impegno, la dedizione e la costanza del nostro gruppo. Siamo entusiasti”. Lo scorso 16 marzo si teneva ad Amsterdam il “Huawei western Europe partner summit”. Nel corso dell’evento, durante il quale il colosso cinese assegna i premi “a coloro che hanno contribuito in misura eccezionale allo svilup-


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po dell'ecosistema e del canale commerciale di Huawei in Europa Occidentale”, il direttore del “Dipartimento IT Products and Solutions” di Huawei chiama sul palco William Nicolussi e Massimiliano Moser (responsabile commerciale di Saidea) per la consegna del riconoscimento.

"Il perfezionamento degli accordi con Huawei è stato come un meteorite... I primi viaggi in Cina , i corsi di inglese e poi il confronto con un mondo e con una cultura differente. Si è creata una specie di alchimia tra noi e i cinesi" “Lo abbiamo saputo in quel momento, quando ci hanno invitato a ritirare il premio”, racconta William. “Essere Partner Solution di Huawei è per noi un grande orgoglio, un orgoglio di tutti, un risultato di squadra. Significa che tutto il gruppo ha lavorato bene, l’azienda nel suo complesso”. Un orgoglio anche trentino: l’unica azienda italiana premiata assieme a Saidea nel corso dell’evento è stata Telecom Italia (nella categoria Ip). Come hanno festeggiato in casa Saidea? “La notizia è stata accolta da tutti con grande soddisfazione ma non abbiamo avuto il tempo di fare grandi cose… Siamo tornati subito al lavoro”, spiega Mara Rinner. Non è la prima volta che Saidea riceve un riconoscimento da Huawei. Ma stavolta è diverso. “In passato – spiega William – siamo già stati nominati da Huawei tra i loro migliori partner italiani. Ma quegli awards erano legati a selezioni in ambito nazionale. In questo caso, invece, il riconoscimento è avvenuto su scala europea e, soprattutto, riguarda il campo delle applicazioni”. I “Partners Awards” di Huawei sono solo la punta di un iceberg. Alla base c’è un rapporto di

fiducia profonda che Saidea ha costruito con Huawei nel corso degli ultimi 4 anni. È questo il dato più importante e la sostanza della strategia aziendale: un accordo tra Saidea e Huawei grazie al quale la società trentina è partner del colosso cinese e viceversa. “Siamo loro interlocutori”, sottolinea William. “Concretamente, siamo in contatto con il loro centro di ricerche e sviluppo. Se abbiamo un problema con i loro prodotti o riteniamo che in qualche misura si possano migliorare, noi interagiamo con loro entrando direttamente in contatto con chi ha sviluppato quei prodotti”. Saidea gode quindi di un canale diretto con Huawei. Tutto questo si traduce in nuovo knowhow per l’azienda e, soprattutto, in un vantaggio per i clienti, che, tramite Saidea, hanno un filo diretto con la casa cinese. Nelle politiche aziendali, inoltre, l’accordo di partnership con Huawei ha significato per Saidea un salto a piedi pari verso l’internazionalizzazione. “Il perfezionamento degli accordi con Huawei è stato… Insomma, come un meteorite che si abbattuto sull’azienda”, commenta Nicolussi. La portata del cambiamento è stata dirompente: “I primi viaggi in Cina per noi e per i nostri collaboratori, i corsi di inglese all’interno dell’azienda e poi il confronto con un mondo e con una cultura differente. Si è creata una specie di alchimia tra noi e i cinesi, cosa non facile, soprattutto per un’azienda medio-piccola come la nostra. E questo anche grazie a Stefano Andreotti, Head of Sales-Territory North Enterprise Business Group di Huawei. All’inizio, quando entri in contatto con colossi delle dimensioni di Huawei, ai loro occhi sei il signor Nessuno. Col tempo ci siamo guadagnati la loro fiducia.” Forti di questa esperienza, altri mercati attendono ora Saidea Srl, in costante crescita. “Siamo ben piazzati in Trentino – concludono William Nicolussi e Mara Rinner – dove manteniamo un forte radicamento con il nostro territorio. Ma guardiamo all’estero con sempre maggiore determinazione”. (adb)

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ACS Data Systems nella TOP-500 delle Pmi italiane Sedi distribuite sul territorio, Innovation Lab con tecnologie innovative, moderni showroom e numerose implementazioni sui più importanti clienti regionali: è così che Acs Data Systems continua a crescere e innovare.

Mauro Gottardi (Area Manager Trento), Martin Plunger (Founder & CEO), Gabriele Sommavilla (CEO) e Giancarlo Gobbo (Area Manager Venezia)

C'È

anche ACS Data Systems tra le 500 imprese champion italiane che figurano nella graduatoria delle Pmi più competitive elaborata dal portale di informazione economica ItalyPost. Il portale ha analizzato i bilanci delle imprese con fatturato tra 20 e 120 milioni che negli anni più duri della crisi economica, tra il 2010 e il 2016, sono riuscite comunque a crescere in maniera significativa, produrre utili e creare nuovi posti di lavoro. Il riconoscimento conferma la bontà delle decisioni prese negli anni scorsi dall’azienda, attiva da oltre trent’anni in Trentino Alto Adige e dal 2009 anche in provincia di Trento, con altre tre sedi in Italia e una filiale in

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Germania. “Abbiamo saputo comprendere in anticipo che la trasformazione digitale è una questione strategica per i nostri clienti e abbiamo di conseguenza investito in modo deciso su innovazione e know-how, e quindi sui nostri collaboratori” afferma l’amministratore delegato, Gabriele Sommavilla. Per accompagnare i clienti in maniera ottimale, tra il 2010 e il 2017 il numero dei collaboratori è stato triplicato e: il gruppo occupa oltre 230 collaboratori; nel 2017 ha generato un fatturato di quasi 40 milioni di euro. Contemporaneamente si è investito fortemente nella formazione: oggi all’interno dell’azienda sono presenti molteplici competenze di grande valore. “È questa la base su cui poggiare per restare tra i migliori del settore anche in futuro” aggiunge Sommavilla. Servizi innovativi e a misura di clienti e prodotti smart e moderni sono i motori della trasformazione digitale. ”Cloud Computing, Digital Signage e Managed Services sono le tecnologie chiave del presente e del futuro - spiega Sommavilla -: continueranno a incidere sull’economia e in questi campi vogliamo continuare ad essere protagonisti”. Anche in provincia di Trento, così come in tutto il Triveneto, ACS Data Systems ha saputo affermarsi nel tempo come partner di riferimento in ambito tecnologico, grazie alle proprie competenze ed alla propria innovatività. “Siamo riusciti a comprendere le necessità di innovazione e di digital transformation dei nostri clienti, cercando di rispondere sempre al meglio grazie alle nostre competenze e alla puntualità del nostro servizio. Ed è proprio per essere quanto più vicini alle esigenze dei nostri clienti che abbiamo voluto strutturare una squadra di collaboratori altamente preparati e soprattutto propositivi, che sappiano consigliare a qualunque tipo di azienda le giuste soluzioni e le scelte migliori per affrontare l’opportunità rappresentata dalla digital transformation” commenta Mauro Gottardi, direttore della sede di Trento di ACS Data Systems. “Saper affiancare e accompagnare le aziende in questo percorso di trasformazione digitale diventa quindi condizione essenziale per permettere loro di affrontare al meglio le sfide sempre più complesse che un mercato in continua e sempre più rapida


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Sede Principale di Bolzano

evoluzione presenta ogni giorno, al fine di mantenersi competitivi sui mercati di riferimento aggiunge Gottardi -. I numerosi riconoscimenti ottenuti, sia da parte dei clienti stessi che da parte dei brand con cui collaboriamo, tra i più attivi e riconosciuti sul mercato mondiale delle soluzioni tecnologiche, non possono che confortarci: abbiamo imboccato la giusta direzione. Abbiamo raggiunto importanti risultati, ma molto rimane ancora da fare: per questo l’intenzione è quella di continuare in questo percorso di crescita e di perfezionamento, supportando i nostri clienti con tutte le competenze acquisite grazie ad esperienza e formazione”. “Le nostre soluzioni - continua Gottardi - sono innovative e orientate al futuro, senza mai dimenticare la praticità, la qualità e l’affidabilità di cui qualunque azienda necessita. Azienda che, grazie alla preparazione dei nostri collaboratori, sappiamo accompagnare nel percorso di identificazione, progettazione, implementazione e assistenza post-vendita per ciò che può diventare veicolo e facilitatore della trasformazione digitale. Ma soprattutto possiamo assicurare la nostra presenza e vicinanza al territorio, per essere a disposizione in qualunque momento nel minor tempo possibile e con le massime competenze. Un territorio che negli anni ha saputo dimostrarsi estremamente innovativo (come testimoniano i numerosissimi riconoscimenti internazionali, specialmente in ambito tecnologico) e nel quale tecnologia e crescita imprenditoriale hanno trovato il giusto ambiente per la nascita di importantissimi casi di eccellenza. Ed è proprio sfruttando al meglio queste caratteristiche e le persone che sul territorio siamo stati in grado di trovare, che vogliamo continuare in questo percorso di innovazione e crescita che ci permetta di essere il giusto partner tecnologico per le aziende che già ci hanno scelto e per quelle che lo vorranno fare in futuro”.

Sedi distribuite sul territorio, Innovation Lab con le tecnologie più innovative, showroom con gli allestimenti più moderni, numerose implementazioni realizzate sui più importanti clienti regionali: questi sono gli strumenti che permettono ad ACS Data Systems di continuare ad innovare ed a crescere, anno dopo anno. Questi, affiancati alla continua formazione e crescita del proprio know-how, raggiunti attraverso percorsi di preparazione e certificazione su tutte le soluzioni proposte. “Da tempo ormai non è più sufficiente ‘improvvisarsi’ nel proprio lavoro: per questo crediamo che una profonda specializzazione e conoscenza degli strumenti e delle tecnologie sia il modo migliore per supportare i nostri clienti. Competenza, qualità e professionalità sono alla base di ogni nostro progetto. Riteniamo che la crescita raggiunta e confermata anche in questi anni di difficoltà del mercato, testimonia come queste siano le scelte più giuste che potessimo fare” conclude Gottardi.

I cinque associati Champion Centro Studi di ItalyPost ha stilato la classifica delle 500 aziende italiane top performer della fascia 20-120 milioni di fatturato. Si tratta – spiega il portale - delle imprese che hanno battuto la crisi e che stanno facendo ripartire il Paese. Nella graduatoria delle imprese champion figurano cinque aziende associate a Confindustria Trento: ACS Data Systems, Dalmec, Eurocoating, Fivep e La Sportiva. La classifica è stata pubblicata recentemente sull’inserto del Corriere della Sera “L’Economia” ed è stata elaborata da un team di analisti finanziari dell’agenzia di rating ModeFinance e da esperti di corporate finance di Special Affairs.

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NUOVE OPPORTUNITÀ DI BUSINESS? C’È UN MONDO CHE TI ASPETTA Trentino Export da oltre 40 anni è punto di riferimento per l’export trentino: una rete di 30 referenti nel Mondo, 21 lingue parlate e 55 paesi coperti rappresentano un’efficiente opportunità commerciale per aprire nuovi scenari di business per la vostra attività

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57 aziende

Il vino trentino a ProWein e Vinitaly Le eccellenze di casa hanno preso parte con successo alle principali fiere internazionali di primavera, ospitate a Dusseldorf, in Germania, e a Verona.

I

produttori di vino, grappe, liquori e affini associati a Confindustria Trento sono stati protagonisti, in queste settimane, dei tradizionali appuntamenti fieristici internazionali del periodo. A Dusseldorf, in Germania, a metà marzo, le imprese trentine hanno preso parte a ProWein, fiera dedicata ai visitatori specializzati che operano nel settore del commercio, in quello alberghiero e nella gastronomia. A metà aprile le nostre aziende hanno inoltre preso parte a Verona alla 52esima edizione di Vinitaly, International wine & spirits exhibition, il più grande salone al mondo per metri quadrati e presenze estere dedicato al settore del vino e dei distillati. Per le imprese del comparto, Vinitaly si è sempre dichiarato uno strumento business: di qui, anche per questo 2018, la proposta - in collaborazione con Wine Monitor di Nomisma - di un outlook sul futuro dei mercati mondiali target e un focus specifico riservato agli USA, al quale seguiranno approfondimenti su Cina, Russia, Giappone, Regno Unito e Germania. I dati definitivi sull’export di vino nel 2017 restituiscono il quadro di una superpotenza enologica: il nuovo record commerciale, con un incremento del 6,2% per un valore di 5,9 miliardi di euro, non rende tuttavia ancora giustizia alla grande qualità delle nostre produzioni. L’export italiano rimane inoltre pericolosamente ancorato sui primi tre Paesi

Dal Salone del Mobile al Icff Luxury Design Aziende trentine protagoniste anche al Salone Internazionale del Mobile di Milano. Gyform Srl, in particolare, taglia il traguardo dei 50 anni di presenza ininterrotta alla più prestigiosa fiera del settore al mondo. Tra il 20 e il 23 maggio l’impresa di Vigo Rendena sarà inoltre al Icff Luxury Design di New York: esclusivo evento espositivo, si tratta della principale vetrina locale per il design internazionale, una selezione dei migliori prodotti e delle ultime tendenze sia per il segmento home che per il contract. Quanto invece al nostro territorio, dopo essere passata per la fiera Tipworld in Val Pusteria, a fine maggio Gyform sarà presente a Oea di Mezzocorona, presso le Cantine Rotari. di sbocco - Stati Uniti, Germania e Regno Unito -, dove si concentra il 53,4% delle nostre vendite, molto più di Francia e Spagna che si fermano rispettivamente al 38,5% e 35,2%. Nel corso della fiera, Nomisma Wine Monitor ha presentato inoltre un focus sull'export triveneto, che vale quasi la metà di tutto il vino italiano venduto all'estero. Nel 2017 le esportazioni di etichette venete hanno contribuito per il 35,5% all'export vinicolo nazionale, il Trentino Alto Adige per l'8,9% e il Friuli Venezia Giulia per l'1,9%. I vini Dop delle tre regioni rappresentano inoltre il 41% del totale nazionale delle Dop (23,5% il peso del Prosecco Dop). Primo premio al Vinitaly al Vino Santo Trentino Doc del 2003 di F.lli Pisoni di Pergolese. Nella foto Marco e Stefano Pisoni

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Ora a Borgo si fa anche il pane Con l’inaugurazione del nuovo stabilimento, il sito di Gourmet Italia Dr Schär in Valsugana sta diventando un vero e proprio distretto dei prodotti alimentari senza glutine.

DR. SCHÄR,

colosso altoatesino della produzione di prodotti senza glutine, conferma la scelta di Borgo Valsugana, dov’è il sito di Gourmet Italia, come centro strategico per lo sviluppo della sua produzione. Nel complesso in cui ha sede Business Innovation Centre di Trentino Sviluppo è stato infatti inaugurato nei giorni scorsi un nuovo stabilimento produttivo all’avanguardia dedicato alla produzione di pane senza glutine. Il taglio del nastro è stato preceduto dagli interventi di Ulrich Ladurner, fondatore e presidente della Dr Schär; Peter Hinter, executive director Operations Dr Schär; Alberto Contessotto, direttore di stabilimento Gourmet Italia Dr Schär; Alessandro Olivi, vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico e Lavoro della Provincia autonoma di Trento; Fabio Dalledonne, Sindaco di Borgo Valsugana. "A Borgo Valsugana - ha detto Ladurner - abbiamo trovato collaboratori competenti e in grado di apprendere molto velocemente. Vogliamo crescere ancora in questo territorio, questo è il nostro impegno per i prossimi 5 anni e puntiamo a raggiungere la quota dei 250 lavoratori" . La struttura inaugurata va ad integrarsi con gli altri stabilimenti attualmente gestiti da Dr. Schär: la

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Gourmet, impresa un tempo specializzata nella produzione di pasti pronti surgelati, rinata dopo l’acquisizione da parte dell’impresa altoatesina, e il Pizza Center, inaugurato il 25 settembre 2015 e frutto di un investimento di 11 milioni di euro, che ogni giorno produce 4 mila pizze per celiaci esportate in tutto il mondo. In termini occupazionali, l’avvio della nuova linea produttiva porterà all’assunzione di nuovi addetti, che saranno selezionati attingendo preferibilmente a lavoratori iscritti alle liste territoriali di mobilità presso gli uffici per l’impiego della Valsugana, tramite un progetto di collaborazione con l’Agenzia del Lavoro della Provincia di Trento e la rete dei servizi territoriali all’impiego, privilegiando per quanto possibile l’occupazionale femminile. Il gruppo Dr. Schär nasce nel 1981 a Postal, un piccolo paese vicino a Merano, dove ha sede l’Headquarter. Attualmente è leader per quanto riguarda i prodotti senza glutine in Europa. È presente con strutture produttive in 9 Paesi del mondo ed esporta a livello internazionale. Il fatturato nel 2017 è stato di 347 milioni di euro. L’impresa può contare su 1.210 collaboratori a livello mondiale, che ne rafforzano il carattere internazionale.


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Più solidi, più grandi, più numerosi Elettropiemme ha chiuso l’esercizio 2017 con un aumento del fatturato, e ha inaugurato il 2018 con un ampliamento dello stabilimento di Gardolo e nuove assunzioni.

DA

marzo Elettropiemme potrà fare affidamento su un'area più grande, che consentirà all'azienda di Gardolo di soddisfare al meglio le commesse, in aumento, ma anche di incrementare la produzione con l’acquisizione di nuovi clienti. L’incremento dello stabilimento - che passa dai 2mila mq inaugurati nell’estate del 2015 agli attuali 2800, porrà l’impresa nelle condizioni di sviluppare soluzioni all'avanguardia, che necessitano di una gestione organizzativa e logistica di alto livello, per ottimizzare l'organizzazione dei processi e aumentare la produttività. “L’ampliamento dell’area produttiva – spiega Marilena Degli Agostini, chief sales & marketing officer - si inserisce all’interno del percorso che Elettropiemme sta portando avanti da alcuni anni, in cui la crescita e lo sviluppo del portafoglio clienti sono stati i principali traguardi del 2017 e rappresentano la base di una vision aziendale molto ambiziosa”. Elettropiemme ha chiuso l’esercizio 2017 registrando un aumento del fatturato, rispetto all’anno precedente, pari al 20%, per un valore di 5 milioni di euro. “I piani per il futuro sono chiari – continua Degli Agostini -: continuare con lo sviluppo della business unit dei quadri elettrici e potenziare il settore dell’efficientamento energetico, verso il quale Elettropiemme sta puntando sempre più energie e competenze. La fiducia dei clienti storici e di quelli nuovi ha permesso all’azienda di sviluppare e approfondire nuove professionalità e competenze grazie alla diversificazione delle richieste e dei mercati. “Un esempio fra tutti – spiega la chief sales & marketing officer è il mercato nordamericano, per il quale la società ha ricevuto la certificazione Etl da oltre un anno, permettendo ai clienti interessati a questo mercato di commercializzare i propri prodotti in sicurezza e qualità, senza ulteriori problematici controlli sul

posto da parte degli ispettori preposti. Con particolare riferimento al settore dell’efficientamento, siamo sempre più orientati a fornire soluzioni avanzate, e quando richiesto a realizzare progetti a 360° avvalendosi della collaborazione di partner complementari”.

“I piani per il futuro sono chiari: continuare con lo sviluppo della business unit dei quadri elettrici e potenziare il settore dell’efficientamento energetico." Di pari passo con lo sviluppo del business si è mossa la politica di assunzioni, che ha portato a un sensibile incremento del personale: “Nel 2017le maestranze sono aumentate di quattro unità, e una persona in più è arrivata anche all’ufficio tecnico. Di preferenza, assumiamo ragazzi giovani, per dare loro anche l’opportunità di crescere in un ambiente sano, qualificato e che offra loro l’occasione di imparare bene un lavoro”.

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Dal 1975 a servizio dell’export Nel corso dell’Export Day 2018 di Trentino Export gli interventi di Fedrizzi, Vescovi e Svaizer, ma anche diversi contributi tecnici su tematiche inerenti l’internazionalizzazione delle imprese. di GIORGIO ZAGONEL

SI

è svolto a inizio marzo, nella bella cornice della Distilleria Marzadro di Nogaredo, l’Export Day di Trentino Export, momento di incontro per tutte le aziende associate e non al Consorzio per affrontare le tematiche inerenti l’internazionalizzazione e le migliori soluzioni per affrontare i mercati esteri. Alla presenza della presidente di Trentino Export Barbara Fedrizzi, di Ilaria Vescovi, presidente Gruppo Tecnico Internazionalizzazione dei Territori di Confindustria e del vicepresidente vicario Associazione Artigiani della Provincia di Trento Nicola Svaizer, si sono ritrovate circa 120 aziende esportatrici della provincia autonoma di Trento. Ad aprire la mattinata, dopo il saluto di Ilaria Vescovi, che ha illustrato lo stato attuale dell’economia provinciale e le ultime dinamiche dell’export trentino, è stato Nicola Svaizer che ha sottolineato l’importanza per le imprese artigiane trentine di guardare ai mercati esteri con fiducia e coraggio. A seguito di questo intervento Barbara Fedrizzi, illustrando quanto fatto in questi anni dal Consorzio di Palazzo Stella ha dichiarato: “Un terzo delle aziende associate a Trentino Export è formato da imprese artigiane e quindi credo sia

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fondamentale stringere maggiormente i rapporti. Il mio intento da quando sono Presidente di Trentino Export è stato sempre quello di creare sinergie e fare rete, nella mia personale idea che l’unione faccia la forza. Purtroppo non sempre sono riuscita in questo obiettivo a causa di ostruzionismi e di anacronistiche levate di scudi da parte di soggetti che hanno ed avrebbero avuto tutte le motivazioni per una fattiva collaborazione con Trentino Export ma le mie convinzioni non sono cambiate. Un territorio come il nostro necessita di unione e non di divisione come sfortunatamente è stato in questi anni”. A conclusione del suo intervento infine ha sottolineato come: “Trentino Export, è capacissimo di operare in completa autonomia grazie al contributo delle proprie aziende e questo lo stiamo dimostrando tutti i giorni. La stessa cosa vale ancora di più parlando di noi come singoli imprenditori. Forse a volte ci si dimentica che siamo una Cooperativa di 125 imprese esportatrici, di 125 imprenditori”. Nel proseguo della mattinata sono state trattate invece varie tematiche inerenti l’internazionalizzazione delle imprese trentine.


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Si sono così succeduti gli interventi di Mauro Ferretti e Marco Turrini, rispettivamente direttore Credem Banca per il Nord Est e responsabile commerciale estero Credem banca per il Trentino Alto Adige che hanno illustrato i servizi di Credem Banca per le aziende esportatrici, di Giordano Cappello, responsabile area Triveneto Profima che ha descritto le opportunità della finanza agevolata nei processi aziendali di internazionalizzazione e di Danilo Potenza, head of Credit Insurance and Bond Department Assiconsult che ha spiegato le potenzialità dell’assicurazione del credito per le aziende esportatrici, sottolineando i rischi dell’affrontare i mercati esteri senza area sono notevoli basti pensare che la crescita le dovute precauzioni. del Pil negli Emirati Arabi Uniti per i prossimi A margine di questi interventi vi è stata poi la tre anni è prevista tra il 3,5% ed il 4% ed il Pil testimonianza aziendale portata da Daniele En- pro capite nel 2017 si è attestato a 68.200 dollari drici, brand ambassador Cantina Endrizzi Srl, (fonte World Bank 2018). Essendo i Paesi dell’area che ha spiegato la lunga storia di internazio- degli importatori “netti”, se si escludono le loro nalizzazione della loro azienda, soffermandosi esportazioni di idrocarburi e loro prodotti desul fondamentale sostegno che Trentino Export rivati, le possibilità di business sono molteplici ha avuto nel loro approccio al mercato brasilia- ed i settori maggiormente attrattivi sono il mano. Grazie al desk brasiliano della Cooperativa nifatturiero, la componentistica per l’edilizia, il l’azienda di San Michele all’Adige è riuscita ad settore agroalimentare e quello tessile. aprire un importante canale di vendita in Brasi- Al termine della mattinata, l’Export Day 2018 di le, riuscendo a superare le forti barriere norma- Trentino Export è entrato nel vivo grazie alla tive e doganali presenti nel Paese Sudamericano. presenza di 11 referenti esteri del Consorzio che Anche se al momento il consumo di vino in hanno dato la possibilità a più di 60 aziende di Brasile è di soli 1,8 litri pro capite (fonte Ibravin) avere incontri di consulenza personalizzati ed e quindi residuale se paragonato a quello dei Pa- approfonditi. I mercati di riferimento sono stati: esi Europei, il trend vede una buona crescita di Germania, Austria, Svizzera, Spagna, Regno Uniquesto che in un Paese di 210 milioni di abitanti to, Est Europa, Romania, Brasile, Marocco, Emidiventa una grande opportunità per i produttori rati Arabi Uniti, Turchia, Iran e Cina. Al termine vitivinicoli trentini. del pomeriggio si sono avuti più di 200 incontri Conclusione della mattinata è stato l’intervento di consulenza one to one, nei quali le aziende di Nicoletta Danieli, referente di Trentino Export hanno avuto la possibilità di approfondire le per gli Emirati Arabi Uniti e l’area del Medio opportunità commerciali relative ai Paesi di riOriente, che ha approfondito le opportunità e le ferimento e chiarire dubbi o questione relative problematiche inerenti l’approccio ai mercati del alle esportazioni negli stessi. Golfo Persico. Particolare attenzione è stata rivol- Il bisogno di export delle aziende trentine se ta al mercato degli Emirati Arabi Uniti, alle sue mai fosse stato in dubbio, è risultato tangibipotenzialità ed alle problematiche relative alla le. In questo bisogno, Trentino Export fin dal apertura di società in loco e alla compartecipa- 1975 si pone come punto di riferimento per le zione finanziaria con realtà emiratine già esisten- aziende trentine, con sempre maggiori servizi e ti. Le occasioni per le imprese trentine in questa personalizzazioni.

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Confindustria e l'internazionalizzazione Gli strumenti messi a punto dal sistema, impegnato da anni nell’aiutare le imprese di tutte le dimensioni, anche piccole e medie, ad accedere ed affermarsi sui mercati esteri. di NICOLÒ ANDREINI, responsabile Area Internazionalizzazione

ABBIAMO

appreso con soddisfazione come nel 2017 il valore delle esportazioni di merci trentine si sia attestato su circa 3,7 miliardi di euro, il valore più alto mai raggiunto, con un incremento dell’8,7% rispetto al 2016. Trainano le esportazioni trentine: Macchinari e Apparecchi (19,8%), Prodotti Alimentari, Bevande e Tabacco (16,9%), Mezzi di Trasporto (14.6%), Sostanze e Prodotti Chimici (9,3%) e Legno, Prodotti in Legno, Carta e Stampa (8,4%). L’UE è destinataria del 67% delle esportazioni trentine, con la Germania (630 milioni) come primo mercato, mentre al secondo posto sono gli Usa (390 milioni).

Sono risultati dovuti in primo luogo agli sforzi dell’Industria trentina, che, complice l’esempio delle province limitrofe, hanno compreso quanto l’internazionalizzazione contribuisca allo sviluppo, nel lungo periodo e aldilà delle possibili crisi. Per sostenere la spinta verso l’estero, il contributo delle strutture e delle agevolazioni finanziarie trentine sono stati fondamentali in questi anni: da Trentino Sviluppo, a Confindustria Trento con Trentino Export e Assoservizi, fino all’Apiae con la nota Legge 6, molto è stato fatto.

Molto è ancora da fare se il Trentino vuole raggiungere il livello di esportazioni di aree che storicamente guardano ai mercati esteri, quali i vicini Veneto ed Emilia.

Ilaria Vescovi

E, ad integrazione con le strutture locali, molto supporto all’internazionalizzazione d’impresa può darlo il sistema confindustriale nel suo complesso. Confindustria da anni è impegnata nell’aiutare le imprese di tutte le dimensioni, anche piccole e medie, ad accedere ed affermarsi sui mercati esteri. Il sistema, in una collaborazione sempre più stretta con i Ministeri degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dello Sviluppo Economico, con l’Agenzia per il Commercio Estero Ice e con Sace e Simest, mette a

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disposizione dell’industria numerosi strumenti a sostegno dell’internazionalizzazione, che sono sempre più attentamente centrati sulle specifiche esigenze delle imprese.

Vescovi: "È opportuno che anche l’industria trentina utilizzi i numerosi strumenti messi in campo dal sistema Italia, composto da strutture esperte e sempre più integrate"

Giappone e il negoziato Ue-Mercosur, accanto all’antidumping nei confronti della Cina. "Anche l’industria trentina – ha fortemente auspicato nel corso dell’Export Day del marzo scorso Ilaria Vescovi, in qualità di vicepresidente di Confindustria Trento con delega all’Internazionalizzazione e soprattutto di presidente del Gruppo Tecnico Internazionalizzazione dei territori di Confindustria nazionale – è opportuno che utilizzi a suo vantaggio i numerosi strumenti messi in campo dal sistema Italia, composto da strutture esperte e sempre più integrate che seguono le aziende nei numerosi aspetti dell’internazionalizzazione".

Così, nell’ultimo semestre Confindustria ha organizzato sei missioni all’estero con focus su specifici settori: in Albania per infrastrutture, energie rinnovabili, clean technologies e agroindustria; in Argentina per l’energia; in Georgia (Usa) per energia e infrastrutture; in India per il food-processing; in Kazakhistan per l’agroalimentare; in Vietnam per tutti i settori. Numerose sono state le iniziative incoming, in cui il sistema confindustriale ha favorito l’incontro di imprese italiane con delegazioni estere: nell’ultimo semestre, con Colombia, Etiopia, Kenya, Tunisia, Turchia, Ungheria, Zimbabwe. Confindustria si è focalizzata su progetti speciali, quali: la Nuova via della Seta (Belt & Road Initiative) finalizzata a indagare le opportunità di business per l’industria italiana nel grande progetto cinese di comunicazione e commercio verso l’Ovest; i Roadshow per l’internazionalizzazione nelle diverse città italiane, con la tappa di Trento del 2016; il sostegno alla partecipazione al bando Temporary Export Manager, di accesso a finanziamenti pubblici per le imprese che intendono sviluppare progetti su mercati esteri; last but not least, l’azione di supporto continuo alla conclusione di accordi di libero scambio, fra cui la recente ratifica del Ceta con il Canada, la firma dell’accordo Ue-

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Giovani, motore d’Italia Anche la testimonianza della presidente dei Giovani Imprenditori del Trentino Segata al meeting del Nord Est: "Torniamo a casa - dicono i Giovani - motivati a fare sempre meglio". di SERENA BEBER

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è tenuto lo scorso 23 marzo a Reggio Emilia il 31° meeting dei Giovani Imprenditori del Nord Est, che quest’anno torna itinerante. Il tema del dibattito sono stati proprio i giovani, intesi perlappunto come “motore d’Italia”. E motore d’Italia lo sono sotto vari aspetti. In primis, proprio un forte reshoring dall’estero è un segnale positivo per il nostro sistema: è in corso infatti una tendenza a lasciare i paesi a basso costo del lavoro perché il “premium price” espresso dal nostro Made in Italy viene sollecitato dagli acquirenti. In questo panel di interventi, molti importanti nomi del tessuto industriale del triveneto hanno raccontato infatti la loro esperienza all’estero e il perché di un rientro in casa. A parlare dal palco dell’auditorium Credem i rappresentanti di Pedon Spa, Valni e Alilauro. Il dibattito è poi proseguito con un interessante confronto sulla globalizzazione per i giovani oggi, intesa come estensioni dei confini di casa, della propria azienda e del proprio ufficio, nonché del marketing e del core business. Si sono confrontati e hanno portato la loro esperienza di giovani per cui “tutto il mondo è Paese” i rappresentanti di Ama Spa, Marchesini group, Energica Motor Company e Day Spa. Il denominatore comune è stato per tutti il potersi svincolare da confini geografici e culturali e seguire le esigenze dei clienti e dei mercati ciascuno nel proprio settore ma a largo raggio. Il terzo momento di confronto è stato introdotto dalla presidente dei Giovani Imprenditori del Trentino, Stefania Segata, che ci ha parlato dei “giovani ai posti di comando”. “Comando” inteso come direzione e conduzione di attività

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imprenditoriale ma anche come assunzione di responsabilità nei confronti di collaboratori e stake holders. E “comando” inteso anche come condivisione di obiettivi per il futuro e per la crescita. Sono intervenuti il Ceo di Tesla Consulting, il presidente dell’Associazione Italiana Giovani per l’Unesco e il direttore del Master in Arts Managements and Administration Sda Bocconi. A conclusione dei lavori, moderati da David Parenzo, giornalista di Radio 24, il confronto sul tema “le seconde generazioni innovano”. Anche i settori più tradizionali del food sono stati spettatori e soprattutto fautori di importanti cambiamenti tecnologi e ideologici. Le seconde generazioni hanno saputo carpire e sfruttare l’enorme slancio di Industria 4.0 apportando le necessarie migliorie ai processi di produzione e di controllo, mentre sul fronte del marketing le seconde generazioni hanno lavorato per rafforzare la fiducia del cliente sul prodotto offerto e sulla qualità del Made in Italy. Hanno portato la loro esperienza i rappresentati del Gruppo Amadori, Gruppo Ferrarini e Product & Retail Leader Ey. Torniamo a casa carichi di aspettative, rincuorati del nostro ruolo importante e ambizioso nelle nostre aziende e nel tessuto produttivo del nostro Paese, motivati a fare sempre meglio e consapevoli della responsabilità che una leadership porta con sé.



Palazzo Stella

Via Degasperi, 77 | 38123 Trento T 0461 360000 | F 0461 933551 www.confindustria.tn.it info@confindustria.tn.it


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