DICEMBRE 2017 | GENNAIO 2018 ANNO 58 | N°06
Un’occasione per scrivere insieme il futuro del Trentino Le opportunità offerte dalla legge di stabilità provinciale in discussione sotto le Festività natalizie
Neve
Speciale
Education
Un settore dinamico che offre esperienze di qualità
La Sezione Servizi Innovativi e Tecnologici
Formazione: la sfida della certificazione
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sommario
03 editoriale 7
Strategie per il futuro
48
Gestire i rischi tra modelli 231 e piani 190
50
La competitività diventa green
piccola industria
il punto 9
53
Crescere, insieme
copertina
welfare
10
Le nostre risorse per il benessere dell'Autonomia
13
Premi ai pionieri e agli associati storici
54
speciale neve
rubriche 15
“Un settore vivace e dinamico”
10 copertina
18
Anef protagonista a Skipass
21
Buoni auspici per un'ottima stagione
15 speciale neve
22
Priorità: la qualità del servizio
23
speciale servizi innovativi e tecnologici
31 industria 4.0 39 territori 41 associazione 53 piccola industria
La Sezione delle tecnologie abilitanti
26
Quelli che tutelano la proprietà intellettuale
29
Mobility Management per medie e grandi imprese
33
Quando la tecnologia è al servizio del sociale
37
Un unico partner per le imprese industriali
39
60 innovazione 62 giovani
58
A Manica il premio nazionale “Didattiva”
industria 4.0 Iperammortamenti: primi bilanci
innovazione 60
“Smart Clusters” per una “smart specialisation”
61
Sport, startup e innovazione
giovani 62
Giovani, “Sempre avanti!”
63
L’impresa italiana che va “Oltre”
aziende
“Verso prospettive di sviluppo condivise”
65
Per una “copertura” a 360 gradi
internazionalizzazione
associazione 41
Finanziaria 2018: le nostre osservazioni
43
67 internazionalizzazione
Confindustria Trento sulla riforma dello Statuto
44
Federmeccanica visita le eccellenze trentine
71 economia
46
Le (nuove) frontiere della sicurezza
65 aziende
Formazione: la sfida della certificazione
territori
56 education 59 industria 4.0
56
59
23
Study tour in Lamborghini
education
speciale servizi innovativi e tecnologici
54 welfare
Visita ad una splendente azienda tirolese
67
Missione commerciale in Iran
69
Horizon 2020: come accedere?
economia 71
Sette linee d’azione per le imprese
TRENTINOINDUSTRIALE.COM | DIC 2017-GEN 2018
04 TRENTINO INDUSTRIALE Anno 58 | N. 6 Dicembre 2017 – Gennaio 2018
Direttore Responsabile
DICEMBRE 2017 | GENNAIO 2018 ANNO 58 | N°06
Alessandro Santini Comitato di Redazione
Stefania Segata Roberto Busato Paolo Angheben Pierangelo Baldo Andrea Marsonet Eduard Martinelli Silvia Bruno Direzione, Redazione e Amministrazione
Palazzo Stella, Via Degasperi, 77 38123 Trento T 0461 360000 | F 0461 933551 Internet: www.trentinoindustriale.com e–mail: trentino.industriale@confindustria.tn.it Progetto grafico
GRAFFITI – It’s Communication
Un’occasione per scrivere insieme il futuro del Trentino Le opportunità offerte dalla legge di stabilità provinciale in discussione sotto le Festività natalizie
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illustrazione ed elaborazione: GRAFFITI
Redazione
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Autorizzazione del Tribunale di Trento N. 71 del 10 febbraio 1990
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editoriale
07
Strategie per il futuro Anche il 2017 volge al termine e, grazie al grande lavoro dei nostri associati, possiamo dire che sia stato un anno positivo. I segnali di ripresa si sono confermati, anzi rafforzati, ma guai a credere che la crisi sia alle spalle, che sia finita e che le cause che l'hanno provocata siano sparite. Sarebbe un grave errore. Le nostre imprese hanno saputo non solo difendersi ma anche rilanciarsi diventando ancora più competitive grazie agli investimenti in innovazione e alla capacità di proiettarsi sui mercati internazionali. Ma se si vuole che la crescita continui e aumenti di velocità c'è bisogno che anche le condizioni di contesto diventino tali da permetterci di competere ad armi pari con i nostri concorrenti esteri. A livello nazionale purtroppo il debito pubblico non è ancora sotto controllo e a livello locale lavoro, fisco, burocrazia e infrastrutture sono ambiti prioritari di intervento: lo abbiamo evidenziato presentando le nostre osservazioni alla legge di stabilità provinciale 2018. Oggi in Trentino un occupato su tre lavora nell’industria e fortunatamente la disoccupazione è in calo anche significativo. I nostri associati cercano nuove risorse, ma spesso – ci dicono - faticano a trovarle, anche a causa di politiche del lavoro passive che portano lavoratori disoccupati a rifiutare offerte di lavoro per non perdere i sussidi pubblici. Nel nostro documento, insistiamo sulla necessità di politiche attive che puntino alla riqualificazione dei disoccupati e a un loro rapido reinserimento. Denunciamo gli effetti del carico fiscale, che nel nostro Paese è tanto elevato da rendere faticosa la competizione, anche per le eccellenze. Suggeriamo interventi territoriali sulle procedure amministrative che abbiano l’effetto di snellire la burocrazia. C’è infine il tema delle infrastrutture, che impatta direttamente sulla competitività delle imprese, soprattutto in un territorio dall’orografia complessa. Richiamiamo l’attenzione sulla necessità di potenziare la rete viaria interna, a beneficio di cittadini, imprese e turisti. Finalmente si è riaperto il confronto sul completamento della Valdastico nord, che sembrava precluso per motivazioni prevalentemente ideologiche: dobbiamo tuttavia renderci conto che i flussi non possono essere fermati, ma solo governati. Anche nel caso del Tunnel del Brennero corriamo il rischio di subire decisioni prese altrove: nonostante il progetto sia in fase avanzata di realizzazione, in Trentino non sono state infatti ancora elaborate proposte sulle opere collegate che impatteranno sul territorio provinciale, a cominciare dalle circonvallazioni di Trento e Rovereto. Dal canto nostro l’industria trentina sta investendo fortemente in innovazione – soprattutto nella direzione di Industria 4.0 – e in internazionalizzazione per aumentare la propria competitività. È la via maestra per continuare a garantire al nostro territorio lavoro e benessere, come l’industria trentina ha saputo fare fino ad oggi.
Giulio Bonazzi Presidente di Confindustria Trento
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s c u o l a l a v o r o . r e g i s t r o i m p r e s e . i t
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il punto
09
Crescere, insieme La rubrica di apertura di questo numero di Trentino Industriale è dedicata alla nostra recente Assemblea annuale. A pagina 14 potrete trovare lo scatto di un momento molto sentito: la presentazione delle nuove aziende associate a Confindustria Trento negli ultimi 12 mesi. Sono più di 50 le imprese che nell’ultimo anno hanno deciso di aderire alla nostra Associazione. Un campione rappresentativo di quello che è il panorama industriale trentino. Piccole e grandi realtà, guidate da giovani startupper o più maturi capitani d’impresa, attive nel settore dei servizi innovativi e tecnologici o della metalmeccanica, nell’alimentare o nella chimica. Ciascuna in una fase diversa del proprio percorso ha voluto cogliere l’opportunità di essere parte della nostra Associazione di categoria. Hanno scelto di farlo in una stagione che ancora porta i segni di una crisi generalizzata affermando, al contrario, che della buona rappresentanza – politica, economica, sindacale – c’è ancora e più che mai grande bisogno. C’è bisogno di stare uniti, c’è bisogno di riconoscersi parte di un sistema, c’è bisogno di affidare le proprie istanze a soggetti qualificati ed autorevoli. Credo che abbiano scelto di farlo anche perché siamo stati capaci di trasmettere loro fiducia. È la fiducia che un sistema come il nostro può garantire: perché sa essere insieme solido e flessibile, resistente e resiliente. Diventa sempre più importante, anche in ragione delle speciali competenze del nostro territorio, garantire e tutelare gli interessi di chi fa impresa. Lavoriamo affinché innovare, internazionalizzarsi, essere competitivi siano ambizioni alla portata di tutti i nostri iscritti; mettiamo a disposizione delle aziende associate le competenze dei nostri specialisti, perché la gestione quotidiana sia meno gravosa; stringiamo accordi e convenzioni perché le imprese possano risparmiare. Più di un tempo, favoriamo il networking: per creare occasioni di relazione – e di business – per i nostri imprenditori. Inizia un nuovo anno, ma la sfida è sempre la stessa. Crescere, insieme.
Roberto Busato Direttore Generale di Confindustria Trento
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10 copertina
copertina
Le nostre risorse per il benessere dell'Autonomia Al Mart di Rovereto l’Assemblea Privata di Confindustria Trento, dalla relazione del presidente Bonazzi all'esibizione del manager Orsini, passando per l'elezione dei nuovi vicepresidenti dell'Associazione. Servizio fotografico di Jacopo Salvi
"SE
non investiamo nei settori a più alto potenziale e non tagliamo la spesa improduttiva, rischiamo di perdere terreno”: questo l’allarme lanciato dal presidente degli industriali trentini Giulio Bonazzi nel corso dell’Assemblea di Confindustria Trento, convocata a fine ottobre in forma privata presso l’Auditorium Melotti, al Mart di Rovereto. Nella sua relazione Bonazzi ha raffrontato gli indicatori trentini con quelli di Alto Adige e Tirolo e con la media europea: “Siamo ancora nella parte alta della classifica – ha spiegato - ma c’è chi sta correndo più velocemente di noi”. Il numero uno
Giulio Bonazzi
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di Palazzo Stella ha poi rivendicato la leadership del settore industriale nell’economia della provincia in termini di Prodotto interno lordo creato, di posti di lavoro garantiti e di tasse versate. “L’industria - ha detto - rappresenta un terzo dell’economia provinciale, il che significa che senza di noi questa Autonomia non avrebbe le risorse per mantenere le sue competenze e il livello di benessere attuale”. Rivolgendosi al vicepresidente e assessore allo sviluppo economico e al lavoro della Provincia autonoma di Trento Alessandro Olivi, presente in sala, il presidente degli industriali trentini ha dunque
11 copertina
Giancarlo Orsini
evidenziato alcuni temi prioritari, a partire dal lavoro. In particolare, ha sollevato il problema del matching tra domanda e offerta di lavoro, parlando della necessità di adeguare i percorsi di studio alle competenze realmente richieste nel mondo del lavoro. Ha poi parlato del Progettone, che “necessita oggi di una profonda revisione”, e dei sussidi ai lavoratori inoccupati, che spesso rifiutano di cogliere le offerte di lavoro delle aziende per non perdere il sostegno del pubblico. Sul fronte del credito, ha ricordato il bisogno di un sistema robusto e in grado di sostenere i progetti di crescita delle imprese, auspicando la costituzione di una banca regionale per le imprese e un unico consorzio fidi provinciale. Bonazzi ha però ribadito come la misura più efficace di politica economica continui ad essere la “riduzione del livello di imposizione fiscale per le imprese”. In tema di fiscalità, a proposito del futuro dell’aliquota Irap ha chiesto chiarezza sulle intenzioni – ad oggi poco chiare - della Provincia; ha ricordato la sproporzione tra le aliquote Imis di Trentino e Alto Adige; ha sollecitato una riduzione del cuneo fiscale. Sul fronte delle infrastrutture, ha ricordato i casi di Valdastico e LoppioBusa e ha fatto appello all’adozione di soluzioni improntate all’intermodalità e all’integrazione tra gomma e rotaia.
Intervistato dal direttore dell’Adige Pierangelo Giovanetti, Alessandro Olivi ha spiegato le ragioni del divario con gli altri territori: rispetto al Nordest, il Trentino ha saputo innovare meno l’apparato burocratico; rispetto all’Alto Adige, la nostra provincia sconta una minore competitività nei settori del turismo e dell’agricoltura. Le imprese trentine, inoltre, pur avendo un impatto maggiore dal punto di vista dei volumi, hanno dimensioni inferiori e per questo fanno più fatica ad agganciare i mercati internazionali. In tema di fiscalità, Olivi ha ricordato che la Provincia ha costruito un impianto fiscale che fa del Trentino un luogo attrattivo. “In merito allo scarto dell’Imis tra Trento e Bolzano, stiamo facendo alcune valutazioni. L’aliquota Irap resterà immutata, e anzi arriverà a zero per le imprese che aumentano l’occupazione del 5%. Sul credito d’imposta, si lavora alla possibilità di ricomprendere alcune tipologie di spesa: la formazione dei dipendenti, il welfare aziendale, aree innovative per le quali non è presente la legge 6, per una fiscalità più vicina a chi crea sviluppo e innovazione”. Olivi ha attribuito la scarsa propensione all’internazionalizzazione della maggior parte delle imprese trentine a un problema di cultura e di abitudini. “Su questo fronte - ha ribadito - c’è un sistema che ha fatto fatica fino ad oggi ad allearsi,
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ma deve imparare a farlo”. A proposito della disoccupazione, pur evidenziando che i dati sono in calo, Olivi ha riconosciuto il gap con altri territori: “In Alto Adige - ha detto - pesano gli effetti del sistema duale. Rispetto al Nordest, il Trentino paga l’asimmetria tra il modello delle conoscenze e i fabbisogni delle imprese”. Sugli effetti dei sussidi pubblici agli inoccupati, il vicepresidente della Pat ha spiegato che Agenzia del Lavoro è orientata a ridurre le politiche passive a favore delle politiche attive, e così per il Progettone: “Sempre più formazione per i lavoratori, più incentivi per le imprese che pescano dentro a quel capitale”. Olivi ha lanciato ai sindacati in Trentino la sfida di costituirsi in “una piattaforma sindacale unica che sia di esempio per tutta la Nazione”. Parlando di credito, ha condiviso l’auspicio che Mediocredito possa diventare una corporate regionale per le imprese. Sul versante delle infrastrutture, pur senza dichiararsi “preventivamente contrario alla Valdastico”
ha ricordato le priorità di Loppio-Busa, attraversamento di Rovereto, messa in sicurezza della Valsugana: “Se agiamo su queste strozzature - ha detto - forse quei pochi chilometri di galleria che ci collegano al Veneto non saranno così fondamentali”. Ha condiviso il valore dell’intermodalità, rammaricandosi dell’attuale collocazione dello scalo interzonale. Nella seconda metà dell’appuntamento sono intervenuti la presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Stefania Segata, che ha presentato l’attività dei GI di Confindustria Trento, e Giancarlo Orsini, training & learning manager, che nel suo “Assaggi di futuro: come la tecnologia sta cambiando il mondo” ha spettacolarizzato, davanti alla platea, esempi concreti di innovazione. Nel corso dell’evento, l’Assemblea ha anche approvato all’unanimità il bilancio consuntivo 2016 illustrato dal direttore generale Roberto Busato: l’esercizio si è chiuso con un risultato positivo.
Nominati i vicepresidenti per il prossimo biennio L’Assemblea di Confindustria Trento ha confermato alla vicepresidenza dell’Associazione Rocco Cristofolini (Unionporfidi Srl), Alessandro Lunelli (Ferrari F.lli Lunelli Spa), Marco Podini (Dedagroup Spa), Ilaria Vescovi (Tecnoclima Spa) ed Enrico Zobele (Zobele Holding Spa). I cinque vicepresidenti resteranno in carica per il biennio 2017-2018.
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Premi ai pionieri e agli associati storici Nel corso dell'assise l'Assemblea ha acclamato gli imprenditori over 75 ancora in attivitĂ , le aziende associate da oltre 50 anni e le imprese che hanno aderito nell'ultimo anno a Confindustria Trento. Servizio fotografico di Jacopo Salvi
Enrico Giglioli Sovecar Srl
Luigi Lunelli Ferrari F.lli Lunelli Spa
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“Un settore vivace e dinamico” Intervista a FRANCESCO BOSCO, presidente della Sezione Impianti a Fune di Confindustria Trento.
PRESIDENTE
Bosco, è partita una nuova stagione invernale, e finalmente in un contesto innevato. Che previsioni ci può formulare? Le sensazioni sono molto positive. Ovviamente la stagione parte sotto i migliori auspici, in quanto, contrariamente agli ultimi anni, stiamo vivendo un inizio di inverno con temperature basse e con precipitazioni nevose significative in quota. Questo ha reso più semplice la preparazione delle piste e ha generato nella clientela una grande voglia di sci! Quest’anno molte località hanno aperto in anticipo di una decina di giorni, riscontrando subito un’ottima risposta in termini di presenze ed incassi. Come ogni anno tutti gli operatori funiviari hanno lavorato al meglio per preparare le stazioni sciistiche e per garantire ai turisti un’esperienza indimenticabile, confermando il Trentino ai primi posti in Europa per qualità dei servizi e delle strutture. Anche la stagione estiva quest’anno è stata particolarmente fortunata. Direi da record, almeno in molte località. E non dipende solo dalla fortuna di aver potuto godere di un’estate molto calda, che ha indotto i turisti a scegliere le montagne per le loro vacanze, ma è soprattutto merito di una strategia di destagionalizzazione che le aziende funiviarie hanno adottato già da alcuni anni, un po’ in tutta Italia. Stiamo investendo ingenti risorse per introdurre nuove attività dedicate agli appassionati di bike, trekking o climbing. Lo sport all’aria aperta, in un contesto naturale meraviglioso come quello trentino, attira sempre più persone e noi ci impegniamo per valorizzare questo contesto, nel rispetto dell’ambiente e dell’ospite. Abbiamo fatto progressi importanti, l’incidenza del fatturato estivo sul totale annuale
è molto aumentata per tutte le società, ma anche per l’inverno i dati parlano di un generale e costante incremento delle presenze, perché il turista sa scegliere e sa valutare la qualità. In Trentino, solo per questa stagione invernale, abbiamo investito oltre 60 milioni nella realizzazione di nuove strutture (impianti di risalita, piste, bacini di accumulo, impianti di innevamento, ecc.), o nell’ammodernamento dell’esistente, per lo più ricaduti sul territorio attraverso commesse ad aziende locali. Mi sembrano cifre importanti, che testimoniano di un settore vivace e dinamico. Abbiamo parlato di rispetto per l’ambiente, ma venite spesso additati come operatori che sfruttano le risorse naturali arrecando danno al paesaggio. Purtroppo è vero, ma sono attacchi immotivati e smentiti dai fatti. Innanzitutto gli impianti a fune sono un mezzo di trasporto assolutamente ecocompatibile, in quanto funzionano ad energia elettrica, prodotta in Trentino da fonte rinnovabile. Una volta obsoleti vengono interamente smantellati, anche nelle parti in muratura e non lasciano alcun danno al territorio. Inoltre sono uno strumento “democratico”, perché consento a tutti, anche a chi è anziano o ha difficoltà di deambulazione di raggiungere le vette delle nostre montagne per godere degli splendidi paesaggi. Anche l’innevamento programmato è un falso problema. Proprio quest’anno, attraverso la nostra Associazione nazionale di categoria (Anef), di cui io sono Consigliere , abbiamo sviluppato un progetto con il Ministero dell’Ambiente e con Enea (centro di ricerca nazionale per l’energia e l’ambiente) per misurare e valutare il reale impatto dell’innevamento sulle aree montane. Ne è risulta-
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speciale neve
speciale neve
16 speciale neve
to un impatto bassissimo, in quanto l’acqua viene trasformata in neve e trattenuta in quota, dove contribuisce al mantenimento del fondo erboso. Al disgelo viene restituita interamente al ciclo naturale, senza presentare alcun indice di inquinamento dal momento che non vengono utilizzati additivi o altre sostanze chimiche. È risultato che l’impegno da noi profuso nella pulizia dei boschi, nella manutenzione delle strade forestali, nella gestione delle risorse, è determinante per il mantenimento di un patrimonio che altrimenti andrebbe perso. Vorrei fare presente che la filiera del turismo di montagna, oltre a generare una ricchezza diffusa, ha anche un significativo valore sociale, in quanto evita lo spopolamento delle aree decentrate, scongiurando così l’afflusso degli abitanti delle valli nelle aree urbanizzate di pianura. Oltre a questo interessante progetto con il Ministero dell’Ambiente, ci può citare qualche altra iniziativa realizzata dalla Sezione? A livello nazionale abbiamo finalmente ottenuto l’approvazione del “decreto esercizio”, che aggiorna e migliora in alcuni importanti passaggi molti degli adempimenti ai quali il nostro personale è chiamato e che ci consente di adeguarci alle normative dei principali Paesi competitor. Sempre a livello nazionale abbiamo partecipato, con ottimi risultati, ai lavori della commissione per la revisione della normativa di settore (Legge 363/03), costituita a Roma su indicazione del Ministero del Turismo e partecipata anche dai vertici della FISI e delle associazioni rappresentative dei maestri di sci. Proseguendo, a livello locale abbiamo lavorato per modificare la normativa inerente la realizzazione dei bacini di accumulo dell’acqua, che diventano sempre più necessari per gli operatori e per l’equilibrio ambientale, ma che comportano iter autorizzativi estenuanti e costi per le opere di si-
curezza in alcuni casi esagerati. Collegato a questo, grazie alla disponibilità della Giunta e dell’Assessorato al Turismo a recepire le nostre istanze, nonchè all’interessamento di alcuni Consiglieri Provinciali, abbiamo ottenuto il riconoscimento di tali bacini, quali opere idriche multifunzionali di interesse collettivo (agricoltura, antincendio, pescicoltura, ecc.), con conseguente disponibilità della pubblica amministrazione a supportarne in modo consistente la realizzazione. Non meno importanti poi sono gli accordi di collaborazione che abbiamo rinnovato. Penso alla convenzione con la Polizia di Stato del Centro di Addestramento Alpino di Moena, per la formazione dei dipendenti delle società funiviarie incaricati di garantire la sicurezza ed il soccorso degli infortunati sulle piste, o all’accordo con il Soccorso Alpino Trentino per il “soccorso in linea” dei passeggeri in caso di blocco degli impianti. Da ultimo cito la collaborazione con i Maestri di Sci trentini che ha portato all’organizzazione della seconda edizione del progetto “Free Ski Day”. Un’iniziativa alla quale crediamo molto, che offre la possibilità, soprattutto a bambini e ragazzi, di sciare per una mezza giornata sotto la guida di un maestro di sci, senza alcun costo di skipass. Un piccolo passo per diffondere la cultura dello sci ed i valori della montagna. Insomma vi confermate una Sezione molto attiva. Cerchiamo di dare risposte concrete alle numerose esigenze dei nostri Imprenditori, che si confermano sempre molto attivi e convinti del ruolo e del valore dell’Associazione. Sono orgoglioso di dire che la Sezione è animata da uno spirito di grande collaborazione e rispetto, che certamente è risultato determinante per il raggiungimento degli obiettivi condivisi. Non è un compito semplice, ma continuiamo con grande entusiasmo.
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18 speciale neve
Anef protagonista a Skipass In occasione degli Stati generali del Turismo della Montagna Bianca la presentazione della “Carta della Montagna Bianca Italiana” e dei nuovi progetti di collegamento per lo sviluppo del turismo di montagna.
LA
24esima edizione di Skipass, il Salone del Turismo e degli Sport invernali promosso anche quest’anno a fine ottobre da Modena Fiere ha ospitato nella sua giornata di inaugurazione, due grandi eventi che hanno visto il coinvolgimento attivo di Anef, l’Associazione nazionale esercenti funiviari e della presidente Valeria Ghezzi. In un primo tempo si sono riuniti al tavolo di lavoro organizzato dall’Osservatorio Italiano del Turismo Montano illustri nomi individuati secondo criteri di rappresentatività, sia per distribuzione sul territorio nazionale sia per lo specifico ambito settoriale. Insieme a Ghezzi, tra gli altri, Isabella De Monte, eurodeputato, Romano Stanchina, dirigente del Turismo e Sport della Provincia autonoma di Trento, Andrea Corsini, assessore del Turismo della Regione Emilia Romagna, Luciano Magnani, presidente del Collegio nazionale Ma-
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estri di sci e Maurizio Bonelli, presidente Amsi. La finalità degli Stati Generali del Turismo della Montagna Bianca Italiana era quella di produrre e presentare ufficialmente alla stampa e a tutti gli stakheolders della filiera turistica di riferimento una “Carta per lo sviluppo del comparto”, una sorta di road map sviluppata in alcuni punti considerati strategici per il futuro del settore, un documento di “best practices” da seguire e da adottare per lo sviluppo turistico della Montagna Bianca Italiana. A conclusione dei lavori, è stata presentata alla platea presente in sala la “Carta della Montagna Bianca Italiana” articolata in 15 “principi” che puntano ad aumentare la consapevolezza e la conoscenza dei valori del territorio inteso come “patrimonio”, diffondere i concetti che stanno alla base di uno sviluppo turistico sostenibile, valorizzare i benefici riconducibili ad una corretta interrelazione tra comunità residente e ospiti. La partecipazione della presidente Ghezzi è stata fortemente voluta in quanto l’Associazione, costituita da oltre l’80% delle aziende di impianti a fune italiane, è voce autorevole in grado di interpretare e fornire un contributo prezioso sia sulle problematiche da risolvere e sulle criticità dell’ambiente che sui punti di forza da perseguire e valorizzare per il comparto montano. Il secondo appuntamento di cui Anef è stata protagonista è stato l’evento speciale, organizzato da La Stampa, dal titolo “Quota futuro - I nuovi progetti di collegamento per lo sviluppo del turismo di montagna”. L’incontro, moderato da Luca Ubaldeschi, vicedirettore vicario del quotidiano, ha introdotto i progetti più innovativi e significativi legati alla “montagna per tutti”, da raggiugere tramite collegamenti e tecnologie puliti. Ospiti dell’evento, insieme a Ghezzi, il presidente della
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Fisi Flavio Roda, l’assessore al Turismo Emilia Romagna Andrea Corsini, l’assessore al Turismo Valle d’Aosta Aurelio Marguerettaz e l’ Ad di Fondazione Cortina 2021 Paolo Nicoletti. Durante il dibattito si è parlato dei nuovi collegamenti attualmente in fase di progettazione e di realizzazione. La presidente Ghezzi ha parlato dell’importanza della mobilità a fune che agisce come un moltiplicatore di risorse e di opportunità a fronte di un consumo minimo di territorio; gli impianti rappresentano un vettore di crescita esponenziale per tutto l’indotto. “Rendere la montagna accessibile - ha ribadito - significa aprire il mercato a un menu di esperienze, dal trekking allo sci, dalla mountain bike alla gastronomia”. Ed è questa la logica dietro i grandi progetti di collegamento tra comprensori: attraverso un mezzo di trasporto sostenibile realizzano una strategia più ampia, che unisce tutti gli operatori e contrasta lo spopolamento dei territori. Nello specifico si è parlato degli Appennini, al centro del progetto che vede le regioni Toscana ed Emilia Romagna unite per creare un unico comprensorio di oltre 120 km tra Abetone, Corno alle Scale e Cimone,
del progetto davvero ambizioso della Valle d’Aosta, con il comprensorio Alplink, il collegamento funiviario tra la Val d’Ayas e la Valtournenche lungo il vallone di Cime Bianche. In fase di progettazione anche il collegamento tra San Martino di Castrozza e Passo Rolle, per rilanciare un valico alpino storico: ne ha parlato il presidente di ANEF Trentino Francesco Bosco, che ha sottolineato quanto siano fondamentali queste azioni ricordando quanto già avvenuto, ad esempio, con l’impianto tra Ponte di Legno e il Tonale, che ha portato il fatturato da 8 a 15 milioni. In ultimo l’intervento del presidente del Consorzio Fassa e Consigliere Nazionale Anef Daniele Dezulian, che ha riferito dei collegamenti che interessano il comprensorio del Dolomiti Superski, e nello specifico la Val Pusteria. In questo località in particolare il collegamento a fune che unisce il monte Elmo e la Croda Rossa e quello ferroviario, tra 3 Cime Dolomiti e Plan de Corones ha fatto registrare nel comprensorio, dalla sua realizzazione avvenuta lo scorso anno, un aumento del fatturato del 50%, portando a 100 i km di piste sciabili.
I “principi” della “Carta della Montagna Bianca Italiana” 1. Garantire la tutela ed il corretto utilizzo delle risorse naturali. 2. Assicurare landscape e stile alpino. 3. Conservare e valorizzare il patrimonio esistente. 4. Favorire l’accoglienza dei residenti e la formazione per le professioni. 5. Innalzare l’immagine della montagna nazionale. 6. Valorizzare il prodotto “sport invernali”. 7. Sponsorizzare una nuovo concetto di montagna bianca. 8. Supportare il sistema di conoscenza (esterno al territorio). 9. Supportare il sistema di conoscenza (interno al territorio). 10. Favorire la correlazione inverno/estate. 11. Identificare una montagna friendly. 12. Gestire i sistemi di mobilità. 13. Avviare programmazioni di sviluppo territoriale in maniera integrata tra pubblico e privato. 14. Sostenere network e governance sempre più ampi. 15. Sostegno alle politiche di interesse territoriale.
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20 informazione pubblicitaria
Val di Fassa: la rivoluzione d’inverno con l’innovativa “D-Line” al Ciampac e altre sorprese con i fiocchi Nella foto: il rendering della cabinovia del Ciampac
L’inaugurazione ufficiale si terrà il 13 gennaio p.v., ma i primi di dicembre aprirà al pubblico la cabinovia di ultima generazione D-Line al Ciampac di Alba di Canazei. Quest’inverno in Val di Fassa si annuncia tra quelli da incorniciare per novità. Ma vediamo con ordine tutto quello che va ad implementare un’offerta già ricca di piste e impianti: la Val di Fassa conta infatti su 7 skiarea, collegate sci ai piedi o via skibus, dotate di 86 moderni impianti, 4 skitour tra cui il famoso Sellaronda (aperto dal 6 dicembre all’8 aprile!), 6 snowpark, per un totale di 210 km e 152 piste. Cabinovia del Ciampac: fate un viaggio con la tecnologia del futuro! D-Line è sinonimo di comfort per i passeggeri, silenziosità e velocità. Questa tecnologia innovativa di Doppelmayr/Garaventa viene applicata per la prima volta in Italia, da dicembre 2017, nella cabinovia (in funzione al posto della storica funivia) che da Alba di Canazei
(1517 m) conduce nella skiarea Ciampac (2160 m). Le nuove cabine 10 posti offriranno molto più spazio, comfort e livelli di rumorosità e vibrazioni estremamente bassi. Con una portata oraria di 2000 persone (estendibili fino a 2400), l’impianto del Ciampac raggiunge i livelli di efficienza di trasporto della funifor Alba-Col dei Rossi, inaugurata a dicembre 2015: diviene così rapido e divertente spostarsi dalla skiarea del Ciampac Buffaure a quella del Belvedere Col Rodella e sono ancor più godibili gli Skitour Panorama (73 km, praticamente tutti sci ai piedi, dal Ciampedie di Vigo al
Col Rodella di Campitello), nonché il Sellaronda, che dal 2015 in Val di Fassa, grazie alla funivia AlbaCol dei Rossi, vanta un interessante accesso da Pozza di Fassa. Ma il Ciampac oltre alla cabinovia rinnova anche la seggiovia Sella Brunech, nonché la Roseal che da biposto diventa una 4 posti ad agganciamento automatico. Novità impiantistiche pure per la skiarea Catinaccio di Vigo: le due storiche seggiovie che portano a Pian Pecei sono sostituite da un paio a 4 posti ad agganciamento automatico, carenate, abilitate anche al trasporto dei pedoni e, non da ultimo, veloci. Ammodernamenti anche al Passo Pordoi, dove la vecchia seggiovia Vauz-Pordoi (Fodom) lascia il posto a una moderna cabinovia a 10 posti ad opera della azienda Leitner. Quest’anno le società impianti in Val di Fassa affiliate a Dolomiti Superski hanno investito un ammontare totale di c.a. 23 Milioni di Euro nel rinnovamento di impianti di risalita, piste da sci, sistemi di innevamento programmato per garantire una sciabilità perfetta!
www.valdifassalift.it
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21 speciale neve
Buoni auspici per un'ottima stagione Molte le novità che le località del Consorzio Skirama propongono per la stagione appena iniziata: dal rinnovo degli impianti all’ampliamento del demanio sciabile, fino alla creazione di aree dedicate alle famiglie.
È iniziata all’insegna della neve naturale e del bianco candore la stagione sciistica 2017/’18 nei comprensori sciistici del Consorzio Skirama Dolomiti Adamello Brenta, uno dei più importanti dell’arco alpino. Oltre alla tradizionale apertura “anticipata” del ghiacciaio Presena del weekend 11-12 novembre, numerose sono le stazioni del Consorzio che hanno inaugurato la stagione invernale ancora a novembre: Madonna di Campiglio nel weekend del 18-19 seguita, nel weekend successivo, dalla Paganella e dal Monte Bondone. Poi, progressivamente, hanno aperto le piste per il ponte di S. Ambrogio e l’Immacolata anche Pinzolo, Folgarida-Marilleva, Pejo e Folgaria-Lavarone a completare i 380 km di piste che Skirama mette a disposizione dei suoi ospiti. Molte le novità che le località del Consorzio Skirama propongono per la stagione appena iniziata: dal rinnovo degli impianti di risalita all’ampliamento del demanio sciabile, fino ai miglioramenti nell’accesso agli imbarchi e alla creazione di aree dedicate alle famiglie e ai bambini. Da non sottovalutare gli ingenti investimenti nel potenziamento dei sistemi per la produzione di neve programmata! “Questi ultimi – dice Giancarlo Cescatti, presidente del Consorzio – sono imprescindibili per permettere una buona sciabilità in tutto il demanio sciabile ma, soprattutto, per garantire continuità a tutta la filiera turistica delle destinazioni alpine. Nelle ultime stagioni l’innevamento programmata ha sostenuto l’economia turistica delle nostre vallate”. Dunque, neve assicurata, di qualità sempre migliore e garanzia di un’ottima sciabilità. Skirama si presenta al via della nuova stagione invernale con la conferma della collaborazione internazionale con Vail Resorts, una partnership di
reciproca promozione con le località sciistiche più chic degli Stati Uniti d’America. Chi acquisterà il famoso skipass americano “Epic pass” potrà, infatti, sciare tre giorni in Trentino occidentale nelle località del Consorzio Skirama. Stesso vantaggio, ma con destinazione Vail e altre 13 prestigiose località sciistiche nord americane, per chi avrà lo stagionale “Superskirama”. Il progetto appena descritto riflette l’internazionalità di Skirama e degli sciatori ai quali si propone attraverso un’importante attività promo-commerciale indirizzata verso numerosi mercati: dal Nord all’Est Europa fino agli Usa senza dimenticare il mercato nazionale interno. Rinnovata anche per l’inverno 2017-‘18 la tradizionale partnership con il Consorzio Dolomiti Superski che mette a disposizione dei possessori dello skipass stagionale Superskirama 5 giornate sci; analogo benefit è riconosciuto dal Consorzio Skirama ai possessori dello stagionale Superski Dolomiti.
Skirama in cifre
1 Skipass, 8 Località, 150 impianti, 380 km di piste Informazioni, novità e proposte vacanza disponibili all’indirizzo www.skiarama.it.
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22 speciale neve
Priorità: la qualità del servizio L’inverno 2017/18 vedrà attivi sei nuovi impianti di risalita in diverse zone sciistiche di Dolomiti Superski. Investiti in tutte le valli 70 milioni di euro.
QUANDO
la stagione invernale numero 44 è alle porte, Dolomiti Superski, ancora una volta, ha messo lo sviluppo della qualità del proprio servizio al centro dell’attenzione. Gli interventi volti al raggiungimento di questo obiettivo sono stati attuati in campo infrastrutturale, con ammodernamenti, sostituzione o creazione ex novo di impianti di risalita all’interno delle 12 zone sciistiche delle Dolomiti, ma anche in campo virtuale, con la creazione di nuovi servizi online, come la community “Mydolomiti”, che permette di usufruire delle features più note di Dolomiti Superski, come per esempio il Performance Check. Inoltre, è stato riportato in tonalità bianca il sito internet del comprensorio sciistico più vasto al mondo, assieme a tutte le grafiche di riferimento per le numerose campagne di comunicazione a livello internazionale. Rimane invariata la filosofia di base di Dolomiti Superski, che non il fine di realizzare nuove aree sciistiche, ma di ottimizzare le esistenti, di migliorarne i collegamenti e di curarne i particolari, come l’innevamento programmato con 5.800 generatori di neve e la preparazione quotidiana delle piste con 320
gatti delle nevi, finalizzata a garantire condizioni perfette a sciatori e snowboarder. Anche durante l’estate 2017 si è investito nel rinnovamento e nella sostituzione di impianti di risalita obsoleti, nella realizzazione di nuove piste in zone sciistiche già esistenti, nell’ottimizzazione dei collegamenti tra zone sciistiche e nel potenziamento dei sistemi di innevamento programmato, sempre più importanti per poter garantire la sciabilità anche di fronte a condizioni atmosferiche avverse. L’inverno 2017/18 vedrà entrare in servizio sei nuovi impianti di risalita in diverse zone sciistiche di Dolomiti Superski, tra queste la cabinovia a due tronchi “Piz Seteur” in Val Gardena, la cabinovia “Ciampac” ad Alba di Canazei e le due seggiovie “Sella Brunech” e “Roseal” in zona Ciampac, le seggiovie Vajolet 1+2 a Pera di Fassa, la cabinovia “Fodom” tra Arabba e il Passo Pordoi, la seggiovia “Bioch” in Alta Badia, la seggiovia “Sole” a Plan de Corones e le sciovie “Furdenan” a Ortisei e “Trenker” a Dobbiaco. Inoltre, in tutte le valli sono state adattate piste e sistemi di innevamento per un totale di 70 milioni di euro investiti.
I numeri di Dolomiti Superski Con i suoi numeri, Dolomiti Superski continua ad affermarsi ai vertici mondiali dello sci, con 1.200 km di piste, 450 impianti di risalita in 12 zone sciistiche, 5.800 generatori di neve a supporto della garanzia di sciabilità e 3.500 collaboratori al servizio del cliente, dal 25 novembre 2017 a fine stagione.
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23 speciale servizi innovativi e tecnologici
speciale sit
La Sezione delle tecnologie abilitanti Intervista ad ALFREDO MAGLIONE, presidente di Optoi Srl e presidente della Sezione Servizi innovativi e tecnologici di Confindustria Trento.
PRESIDENTE
Alfredo Maglione
Maglione, da quali aziende è composta la Sezione? Per un terzo, la Sezione è costituita da aziende che operano nel settore di Informatica e Telecomunicazioni. Di pari peso, a livello quantitativo, la presenza delle imprese che raggruppiamo sotto il cappello dei servizi amministrativi e finanziari e della consulenza in generale. Vi sono poi le società che si occupano di engineering e ambiente e di servizi vari: spaziano, queste ultime, dal security management al brokeraggio assicurativo. Vi è poi un piccolo gruppo di intermediatori immobiliari e di realtà attive nel settore pubblicitario e del multimediale. Si tratta di una Sezione variegata, caratterizzata da anime diverse ma da un unico filo conduttore. Tutte le aziende che vi aderiscono – oltre cento, grazie a un serie di nuovi ingressi – erogano alle imprese servizi di tipo avanzato: innovativo e tecnologico per l’appunto. Rappresentiamo un settore che lavora a fianco della manifattura ma che produce, esso stesso, ricchezza a tutti gli effetti, all’interno del quale figurano player che operano su scala nazionale e internazionale, esercitando talvolta una vera leadership. L’andamento del mercato digitale italiano lo conferma. Secondo il rapporto presentato l’estate scorsa da Assinform, il mercato di informatica, telecomunicazioni e contenuti è cresciuto nel 2016 dell’1,8%, raggiungendo i 66,1 miliardi di euro. Nel primo trimestre dell’anno in corso la crescita ha accelerato, toccando il 2,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La vitalità del settore va attribuita certamente al ruolo trainante delle componenti più innovative, ma anche e soprattutto al generale salto di consapevolezza sulle potenzialità del
digitale compiuto dal Paese, e in particolare al dibattito su Industria 4.0. Positivo anche il trend del management consulting. I dati dell’Osservatorio di Assoconsult parlano di un fatturato complessivo pari a 3,8 miliardi di euro nel 2016, con un aumento dell’8%: più robusto dunque della crescita registrata nel 2015. Anche in questo caso, fanno da
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24 speciale servizi innovativi e tecnologici
traino per l’intero settore le società più grandi, che crescono ad un tasso superiore all’11%, mentre le medie e le piccole società di consulenza crescono ad un tasso di poco inferiore al 5%. Qual è il ruolo della Sezione nel progetto Industria 4.0? I nostri Servizi innovativi e tecnologici giocano un ruolo peculiare. Molte delle aziende sono fornitrici di tecnologia (che si occupino di informatica, telecomunicazioni, sensoristica, simulazione, realtà aumentata e virtuale, cybersecurity…). Possiamo dire che all’interno della Sezione sono rappresentate tutte le tecnologie abilitanti previste dal piano del Governo Industria 4.0. Questo è il nostro ruolo: stimolare le altre sezioni dell’Associazione, propugnando le opportunità offerte dalle tecnologie digitali. Un tema sul quale sarà importante lavorare è quello delle competenze: secondo una recente indagine dell’Istat, in Italia la percentuale delle forze lavoro con competenze digitali elevate è inferiore alla media europea (nel nostro Paese è del 23%, nella UE è del 32%). Per diffusione delle competenze digitali, tra i cinque Stati Membri più sviluppati, l’Italia ha il livello più basso. Anche per ridurre questo gap stiamo cercando di dare il nostro contributo attraverso i progetti portati avanti dall’Associazione, in particolare con il Digital Innovation Hub.
LA SEZIONE IN SINTESI I NUMERI DELLA SEZIONE SERVIZI INNOVATIVI E TECNOLOGICI DI CONFINDUSTRIA TRENTO LE AZIENDE
32%
Informatica e Telecomunicazioni
18%
Engineering e Ambiente
5%
Pubblicità e Filmati TV
32%
Servizi amministrativi, finanziari e consulenza
10%
Servizi vari
3%
Intermediazione immobiliare
I DIPENDENTI
Su quali altri temi si sta concentrando l’impegno della Sezione? Sui rapporti con la Pubblica Amministrazione, con la quale le società di servizi si interfacciano spesso per via di bandi, appalti e progetti divario tipo. Sul progetto di diffusione della banda larga, che da sempre sosteniamo per garantire la massima disponibilità alle nostre aziende. Siamo fra l’altro direttamente coinvolti – insieme alle principali associazioni di categoria - nel progetto di collaborazione territoriale per il settore Ict coordinato da Informatica Trentina. Lavoriamo con l’Università di Trento soprattutto per favorire una parte attiva delle imprese negli spinoff universitari. E abbiamo promosso, presso la Provincia autonoma di Trento, l’introduzione di uno strumento finanziario aggiuntivo a sostegno dei progetti di innovazione più dirompente, prendendo spunto dai meccanismi che regolano i bandi europei di Horizon 2020.
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32%
Informatica e Telecomunicazioni
18%
Engineering e Ambiente
5%
Pubblicità e Filmati TV
32%
Servizi amministrativi, finanziari e consulenza
10%
Servizi vari
3%
Intermediazione immobiliare
26 speciale servizi innovativi e tecnologici
Quelli che tutelano la proprietà intellettuale Avviata per presidiare il mercato del nord Italia, la sede trentina è l’ultima nata in casa Praxi, società che opera in Italia tramite le sedi di Genova, Milano, Padova, Roma, Savona, Torino e Verona. di ALESSANDRO DE BERTOLINI
LA
tutela della proprietà intellettuale: è questa la mission di Praxi Intellectual Property Spa. La società, parte del Gruppo Praxi, è specializzata nell’offerta di servizi sulla tutela di marchi, brevetti, modelli di utilità, design e diritti d’autore. “Garantiamo al nostro cliente un supporto a 360 gradi: dal deposito, allo sfruttamento, alla difesa del titolo”, spiega Gabriella Reniero, partner e referente per gli uffici di Verona e Trento. “Le nostre competenze, maturate nel corso di decenni di esperienza, coprono tutte le specializzazioni presenti in questo campo, sia in ambito nazionale, sia internazionale. La professionalità che ci contraddistingue ci consente di essere sempre presenti anche nei settori più delicati, là dove gli scenari cambiano velocemente, come nel caso delle nuove forme di contraffazione e nel mondo del web, un ambito in continua evoluzione. Dai mercati della
Gabriella Reniero
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Cina, dove tradizionalmente erano più diffuse, le pratiche della contraffazione si stanno spostando altrove. I mercati più pericolosi stanno diventando quelli di Iran, India, Vietnam e in genere il Medio Oriente. Per quanto riguarda i servizi di sorveglianza sul web, siamo sempre più attenti ai social, Instagram e Facebook, ma anche altri. Quando notiamo che i brand dei nostri clienti vengono usati in modo fraudolento, lo segnaliamo, ne blocchiamo l’utilizzo e cerchiamo di comporre la lite prima in via stragiudiziale e poi, se necessario, agiamo per vie legali”. La sede trentina di Praxi Intellectual Property si trova in via Maccani, a Trento. In Praxi Ip lavorano circa quaranta persone, in prevalenza ingegneri e dottori in giurisprudenza di comprovata esperienza, con eccellente padronanza delle lingue, in special modo l’inglese, e l’iscrizione all’albo Consulenti in proprietà industriale. L’albo raggruppa i consulenti in brevetti e i consulenti in marchi. Vi si accede superando un esame, che presuppone il diploma di laurea e la certificazione di due anni di pratica. In tutta Italia, l’albo conta meno di 2000 iscritti tra le due sezioni di marchi e brevetti. Avviata da poco per presidiare il mercato del nord Italia, la sede trentina è l’ultima nata in casa Praxi. “Consideriamo quella di via Maccani – sottolinea Gabriella Reniero – una realtà strategica all’interno del nostro gruppo. In Trentino coltiviamo rapporti importanti con interlocutori del Polo della meccatronica, della Fondazione Bruno Kessler e dell’ambiente universitario. Fondamentale anche il legame con Confindustria Trento: appena aperta la sede, abbiamo subito aderito alla locale Associazione degli industriali”. Oltre agli uffici di via Maccani, Praxi Intellectual Property opera in Italia tramite le sedi di Genova,
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Milano, Padova, Roma, Savona, Torino e Verona. Complessivamente Praxi Spa impegna 250 dipendenti. “Con la realtà trentina – continua Reniero – abbiamo voluto essere più vicini ai nostri clienti e rispondere alla crescente richiesta di servizi di tutela della proprietà industriale e intellettuale da parte delle aziende del territorio: un tessuto economico formato da imprese sane, che hanno saputo fronteggiare la crisi riorganizzandosi. La collaborazione tra startup, imprese, organismi universitari e di ricerca, molto vivace in questa zona, favorisce innovazione, progettualità e apertura a nuovi mercati italiani ed esteri. Vogliamo proporci sul territorio come interlocutore strategico per sostenere i processi di innovazione in atto in Trentino a supporto, protezione e valorizzazione di asset di brevetti, marchi, design e know-how, con la competenza dei nostri consulenti e con il supporto della nostra rete internazionale, un team di partner presenti in tutto il mondo. Con molti di loro, che conosciamo personalmente, abbiamo rapporti lavorativi che durano da anni”. Nel contesto trentino Praxi Intellectual Property è leader del settore. Non vi sono altri competitor in grado di fornire servizi simili per completezza di competenze. Diversa, invece, la situazione nelle aree più industrializzate del centro-nord, Veneto e Lombardia ma anche Piemonte, dove è più diffusa la presenza di società specializzate nel settore della tutela della proprietà intellettuale. “Realizziamo circa l’80% del nostro fatturato per società Italiane in Italia – spiega sul punto Reniero – e la restante parte per società estere, che si avvalgono della nostra struttura per depositi e tutela in Italia ed Europa. La nostra clientela è rappresentata da aziende grandi, medie e piccole, ma accade anche che si rivolgano a noi singoli privati”. La mission di Praxi Intellectual Property si colloca in uno scenario di servizi alle imprese più ampio. Infatti, Praxi Ip fa parte del Gruppo Praxi, al quale appartengono tre società con base a Londra: Praxi Alliance - Worldwide Executive Search, Praxi Valuations - Global Independent Advisers, e Consalia - Global Sales Performance Improvement. Praxi Spa, primaria realtà italiana di consulenza
organizzativa, è presente in questo settore dal 1966. Sviluppa la propria attività su quattro divisioni: Organizzazione, Informatica, Valutazione e Perizie, Risorse Umane. All’interno del gruppo, Praxi Intellectual Property è l’unica specializzata segnatamente nella tutela della proprietà intellettuale, con la sede di Trento destinata a diventare un presidio sempre più importante nel nord Italia.
Save the Brand: tre eccellenze del Made in Italy in Trentino Ci sono anche tre aziende associate a Confindustria Trento tra le eccellenze del Made in Italy premiate nel corso della quarta edizione di “Save the Brand 2017”, evento organizzato da legalcommunity.it. Si tratta di Cantine Ferrari, “azienda eccellente per performance, qualità delle lavorazioni, storicità e brand”, Cariboni Group/Fivep, acclamata per aver innovato significativamente prodotti e servizi, e La Sportiva Spa, per le iniziative di customer experience digitale che immergono il cliente nel mondo della montagna, creando coinvolgimento e rafforzando il brand. Matteo Lunelli, presidente e amministratore delegato di Cantine Ferrari, ha inoltre ricevuto il riconoscimento “Brand Hero”.
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28 informazione pubblicitaria
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Mobility Management per medie e grandi imprese Nella più ampia cornice di Cinetix, Innovie si occupa di mobilità e sviluppo tecnologico legato al trasporto di persone, con attenzione particolare al carpooling.
UNA
piattaforma di carpooling su misura totalmente personalizzata a uso esclusivo dei dipendenti dell’azienda. Questo il modello di business di Innovie Srl, azienda trentina con sede a Borgo Valsugana. Fondata nel 2009, la società nasce con lo scopo di creare valore nella mobilità attraverso un’offerta di servizi e di soluzioni innovative nei metodi e nei contenuti. “Chiediamo ai nostri clienti una spesa iniziale per la realizzazione dell’App e poi domandiamo loro un canone di utilizzo”, spiega Nicola Brunelli, responsabile tecnico di Innovie. “Nel 2014 – continua – abbiamo lanciato la prima piattaforma di carpooling in Italia, certificata Leed, per una soluzione di mobilità condivisa adatta alle esigenze di spostamento di diversi soggetti: pendolari per studio e lavoro, genitori che accompagnano i figli a scuola, visitatori di eventi e fiere, grandi aziende e poli industriali. La sui-
te di prodotti carpooling che offriamo si chiama Flotta.com. Dalle fasi dell’ideazione fino alla commercializzazione, progettiamo e realizziamo tutto internamente. I nostri clienti sono prevalentemente aziende private di grandi dimensioni, con oltre 200 dipendenti, ma anche enti pubblici come la Provincia autonoma di Trento e molti Comuni d’Italia”. Nata come startup, Innovie è stata successivamente acquisita da Cinetix Srl, un’azienda trentina con sede a Borgo Valsugana, che fornisce soluzioni e servizi agli operatori di telecomunicazione nazionali e europei. Nel corso del 2015 il gruppo Cinetix ha avviato un Centro di ricerca presso il Bic di Borgo Valsugana, che conta già più di venti ricercatori. Per questo Innovie si è trasferita a Borgo Valsugana, tra i protagonisti del centro ricerche. Nella più ampia cornice di Cinetix, Innovie si occupa esclusivamente di mobilità e sviluppo tecno-
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logico legato al trasporto di persone, con attenzione particolare al carpooling. Modello di mobilità sostenibile, il car pooling consiste in una forma di condivisione dell’automobile da parte di persone che si muovono sullo stesso itinerario. La piattaforma web, mettendo in comunicazione tramite un’App tali persone, favorisce l’aggregamento di coloro che utilizzano l’auto per spostarsi riduce i costi della mobilità e contribuisce a diminuire la presenza di veicoli sulle strade. In ambito internazionale, il fenomeno è noto per il caso BlaBlaCar, la piattaforma web di carpooling più utilizzata al mondo, che opera in 22 Paesi con oltre 25 mi- sta lavorando inoltre con l’Università di Trento lioni di membri. Fondata nel 2006, BlaBlaCar è – 22mila utenti tra corpo docente, studenti e diuna piattaforma generalista che non si rivolge a pendenti – alla quale ha fornito una piattaforma un tipo di utente in particolare, ma a tutti co- personalizzata di carpooling. loro che, registrandosi tramite l’App, desiderano Grazie al contenuto tecnologico dei propri servientrare in contatto fra per condividere un viaggio zi, la società è in crescita costante e si attendono in automobile dividendo le spese del viaggio. Lo in futuro importanti commesse. “Stiamo intensistesso servizio è proposto da Innovie Srl, con la ficando i rapporti con alcune importanti amminidifferenza che viene pensato e realizzato ad hoc strazioni comunali, tra questi il Comune di Bari per dipendenti di singole aziende. “Operiamo nel e la Città Metropolitana di Torino, e con alcuni settore dei trasporti di persone e della mobilità so- protagonisti internazionali del mercato privato. È stenibile – precisa Brunelli – creando innovazione questo il caso di Ikea, con cui siamo in contatto”. nei sistemi di mobilità. Il nostro core business si Nicchia di mercato ancora poco presidiata, Innobasa sulla fornitura di soluzioni di Mobility Ma- vie è leader del settore in Italia. “Non vi sono altre nagement per medie e grandi imprese e sull’imple- realtà paragonabili alla nostra. In questo momento, il mercato lo stiamo costruendo noi. Così come mentazione di progetti di mobilità intelligente”. Molti clienti si sono già rivolti alla società di Bor- il prodotto e le sue forme di utilizzo”. go Valsugana. Aziende del calibro di Decathlon Particolarmente incoraggianti, infine, sono le proItalia con oltre 4.000 dipendenti (il colosso fran- spettive di sviluppo urbano sostenibile per il micese che riunisce sotto il suo marchio una delle glioramento della qualità della vita dei cittadini maggiori catene di articoli sportivi a livello mon- nei contesti delle cosiddette smart city, le città diale), ma anche le principali pubbliche ammini- intelligenti. “Nelle smart city – conclude Nicola strazioni, come la Provincia autonoma di Trento Brunelli – il know-how che abbiamo maturato e ed enti controllati, con oltre 10.000 dipendenti. la suite di prodotti che offriamo ci premettono Con la Provincia, la società collabora fornendo di lavorare sulle modalità di trasporto sostenibili non soltanto soluzioni informatiche per la gestio- intermodali. È qui che si aprono importanti prone del carpooling ma anche prestazioni aggiunti- spettive, sulle quali stiamo già lavorando. Creare ve e differenti. È il caso dell’erogazione dei servizi una piattaforma, cioè, che integri differenti modadel portale “Viaggiare in Trentino”, il complesso lità di trasporto: car-sharing, bike-sharing e altro. sistema di info-mobilità che monitora il sistema Con i prodotti che proponiamo, la nostra società stradale in Trentino, informando in tempo reale sta diventando un tassello fondamentale nella cosulle condizioni della rete provinciale tramite se- struzione di modelli di mobilità sostenibile nelle gnali di report e di allarme. In Trentino, Innovie smart city grandi e piccole”. (adb)
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Quando la tecnologia è al servizio del sociale Cba Group offre soluzioni software innovative, personalizzate e su misura per strutture residenziali sanitarie assistenziali. Allo studio il nuovo progetto CollegaMENTI.
NEL
2011 l’azienda contava 55 dipendenti. Oggi ne ha 128. “Abbiamo investito moltissimo nella qualità dei nostri servizi, in ricerca e sviluppo e nel nostro capitale umano”, spiega Valentina Andreatta, presidente di Cba Group. L’azienda, con sede a Rovereto in viale Trento, ha fatturato 7 milioni di euro nel 2016 e sta per concludere i lavori di costruzione dei nuovi uffici, che avranno una superficie di 2.200 metri quadrati. Nata nel 1974 da un’intuizione di Corrado Andreatta, fondatore dell’azienda e pioniere dell’informatica, Cba è leader in Italia nel mercato informatico per i servizi socio-assistenziali. Valentina Andreatta, figlia di Corrado, è oggi al timone della società. Tecnologicamente all’avanguardia, da anni Cba guida ogni innovazione in questo ambito fondando la sua mission sull’attenzione alla persona e sulla fornitura di software alle strutture sociosanitarie. I clienti principali di Cba Group sono le Rsa, le strutture residenziali sanitarie assistenziali. “Le molteplici soluzioni che offriamo – continua Valentina – mirano ad agevolare gli ospiti delle strutture, il management e gli operatori sociosanitari migliorando le condizioni dell’ambiente lavorativo attraverso l’utilizzo di strumenti informatici con soluzioni software innovative, personalizzate e su misura. Ai nostri committenti garantiamo un servizio a 360 gradi. Non forniamo soltanto software personalizzati ma anche servizi in outsourcing, consulenza, formazione e assistenza su tutti i nostri prodotti. I software che proponiamo gestiscono la parte amministrativa delle strutture sanitarie, la contabilità, il magazzino, la somministrazione dei farmaci, la distribuzione degli stipendi e ogni altro aspetto legato al funzionamento di queste realtà complesse”. Alcuni numeri aiutano a comprendere il radica-
mento dell’azienda sul territorio e il suo ruolo da protagonista in ambito locale e nazionale: il 98% delle Rsa in Trentino e il 50% di quelle italiane sono clienti di Cba. Ma non si tratta solo delle strutture residenziali per anziani. “Nel corso degli anni – sottolinea Andreatta – le competenze che abbiamo maturato ci hanno permesso di estendere i nostri prodotti e i nostri servizi ad altre aree. Siamo così entrati nel mondo delle strutture per disabili e delle strutture riabilitative. Ciò è stato possibile, da un lato, grazie all’implementazione del nostro know-how, dall’altro, in ragione dell’andamento del mercato. Le strutture sanitarie, a differenza del passato, tendono oggi ad accogliere diverse tipologie di utenti. Non solo anziani. Non dimentichiamo, inoltre, che la tendenza del settore, in adeguamento alle normative nazionali Valentina Andreatta
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e sovranazionali, va verso la digitalizzazione dei servizi. La cartella clinica sarà sempre più digitale e sempre meno cartacea”. Tra i punti di forza di Cba, la volontà di risolvere internamente ogni competenza. Questo, negli anni, ha portato allo sviluppo di un solido knowhow, il vero patrimonio di Cba e il più autentico valore aggiunto. “Non abbiamo mai esternalizzato nessun servizio” precisa la presidente. “Questo ci contraddistingue dai nostri competitors. Risolviamo tutto internamente: dal reparto ricerca e innovazione allo sviluppo dei prodotti, dall’area comunicazione a quella della commercializzazione fino all’assistenza post vendita. Da poco abbiamo istituito anche un’area consulenza e informazione, per essere più vicini ai nostri clienti. Qui, non ci occupiamo tanto di addestramento e utilizzo dei software che proponiamo, quanto di promuovere uno sviluppo a livello culturale sull’uso delle tecnologie informatiche nel settore socio-sanitario”. L’era dell’informatica, infatti, richiede punti di vista differenti e capacità di affrontare il futuro interpretando nuovi scenari. In questa direzione si muove CollegaMENTI, tra i principali progetti in corso in casa Cba. “CollegaMENTI – spiega Valentina Andreatta – sarà una serie di soluzioni tecnologiche pensata per dare un maggior benessere agli ospiti delle strutture, ai loro familiari e agli operatori delle Rsa. Lo scopo è di creare una migliore interazione tra questi soggetti tramite soluzioni di estrema semplicità, garantendo maggio-
re qualità dei servizi erogati. Ospite, operatore socio-sanitario e familiare: è questa una triade i cui rapporti devono essere interconnessi. Con CollegaMENTI, sopperiamo alla mancanza sul mercato di soluzioni analoghe. Stiamo lavorando sull’infografica, sulla traduzione di linguaggi It complessi, interaction design, tecnologia per la felicità, aspetti di neuroscienze e invecchiamento, rilevazioni dello stato psicofisiologico di anziani, familiari e operatori. Abbiamo avviato importanti collaborazioni in questo senso. Tra le principali, mi riferisco ai rapporti di partnership con il Dipartimento di ingegneria e scienze dell’informazione e con il Dipartimento di scienze cognitive dell’Università di Trento”. L’invecchiamento della popolazione è un fenomeno universale emergente. Nel 2050, in molti stati europei la popolazione “over 65” sarà attorno al 50%. “Una nuova generazione di anziani digitali – conclude Andreatta – ci costringe a ripensare i nostri modelli e le nostre soluzioni. Il progetto CollegaMENTI sarà pronto entro il 2019”. Nell’agenda di Cba, altri impegni futuri riguardano la costruzione di una nuova piattaforma gestionale (“stiamo riscrivendo completamente la nostra piattaforma per rispondere appieno alle nuove esigenze del mercato socio sanitario, saremo pronti alla fine del 2018”) e il progetto Minerva (“per ora solo in fase di ideazione: una nuova piattaforma che permetterà di misurare le performance delle strutture socio-sanitarie secondo un sistema di parametrazione dei sistemi di qualità”). (adb)
Visita dell’ambasciatore Argentino in Italia Rocco Cristofolini e il Direttore Busato hanno incontrato l’ambasciatore d’Argentina in Italia Tomás Ferrari e il Console Generale Cristián Dellepiane Rawson. Nel corso degli appuntamenti previsti da un fitto programma di incontri, è stata ribadita la comune volontà di approfondire i rapporti fra il Trentino e l’Argentina, sulla base dei solidi legami già esistenti, dati da un lato dalla presenza nel paese del cono Sud dell’America latina delle comunità create in passato dalla nostra emigrazione, dall’altro dai progetti di cooperazione allo sviluppo e di interscambio economico e universitario creatisi nel tempo. Le prospettive per un ulteriore approfondimento delle collaborazioni sono molto buone. TRENTINOINDUSTRIALE.COM | DIC 2017-GEN 2018
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Un unico partner per le imprese industriali La crescita costante di Bonamico&Farina, che con due sedi (e presto una terza), assiste le aziende sul fronte ambientale, della sicurezza, delle certificazioni e della privacy.
L'
iper-specializzazione delle discipline e delle normative costringe le aziende a rivolgersi a un numero sempre maggiore di consulenti in tema di sicurezza ambientale, sicurezza sul lavoro, igiene ambientale e alimentare, certificazioni e privacy. Tanti consulenti e consulenze quanti sono questi ambiti. A semplificare le cose interviene Bonamico&Farina, azienda di Arco specializzata nel fornire alle imprese consulenze di ogni tipo in tutti gli ambiti disciplinari. “La nostra società nasce nel 2009 per fornire consulenze nell’ambito della sicurezza sul lavoro – spiegano Stefano Bonamico e Martina Farina, soci fondatori – ma da subito ci siamo specializzati anche nel campo dell’igiene e delle certificazioni ambientali per essere presenti in modo trasversale in tutti i principali settori. La nostra mission è proprio questa: garantire al cliente una copertura il più possibile completa nell’ambito dei servizi all’industria. Non più tanti interlocutori diversi per ciascuna delle consulenze necessarie, ma un unico partner a cui potersi affidare. Ci presentiamo così a coloro che si rivolgono a noi”. Dal 2009 Bonamico&Farina è cresciuta costantemente. Oggi la società conta dieci dipendenti, compresi i soci fondatori Stefano e Martina, marito e moglie. “Siamo in crescita costante – spiegano i titolari – sia sotto il profilo del fatturato sia per quanto riguarda la dotazione del personale”. A fondamento delle strategie aziendali, prima di tutto, c’è la qualità del servizio offerto. “Il nostro obbiettivo principale è garantire al cliente servizi e prestazioni di consulenza altamente qualificate”. Tra i principali servizi di Bonamico&Farina: consulenza tecnica (valutazione dei rischi, perizie, analisi strumentali); consulenza e assistenza all’implementazione di sistemi di gestione (18001,
14001, 231) e in materia di sicurezza comportamentale (Bbs); assistenza continuativa anche attraverso l’assunzione diretta di incarichi; assistenza e coordinamento di attività lavorative svolte in ambienti a maggior rischio; coordinamento di cantieri edili in ambienti industriali; consulenza per l’elaborazione di procedure o istruzioni operative per attività lavorative complesse o pericolose; consulenza per l’elaborazione della valutazione del rischio specifico per attività condotte in ambienti sospetti di inquinamento, consulenza per la predisposizione della documentazione obbligatoria per condurre attività in ambienti Asic; consulenza per la predisposizione del programma di lavoro previsto dall’art. 116 D.lgs 81/08; assistenza per la verifica delle idoneità tecnico-professionali; esecuzione di corsi di addestramento e formazione
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e grandi dimensioni prevalentemente italiane ma specialistica e di base degli addetti ai lavori. Gli specialisti impegnati in Bonamico&Farina anche straniere. È il caso di alcune multinazionali sono ingegneri, dottori in giurisprudenza e lau- che operano anche in Italia, ma con sede princireati in discipline scientifiche e sanitarie. “Stiamo pale all’estero. “Seguiamo alcuni clienti in modo cercando un chimico”, aggiunge Stefano. “Siamo continuativo, con altri interveniamo a spot nel decisi a esaudire all’interno della società tutte le momento di necessità. Le grandi aziende, normalcompetenze che ci vengono richieste”. Fa eccezio- mente, ci contattano per tipi di consulenze molto ne soltanto l’ambito delle consulenze in tema di specifiche e settoriali. Le medie e le piccole azienprivacy. “Oltre ai settori della sicurezza sul lavoro, de, invece, si rivolgono a noi per consulenze a delle certificazioni ambientali e dell’igiene, siamo tutto tondo”. infatti determinati a specializzarci anche nel cam- Tra i settori di intervento più delicati, inoltre, po della privacy. Solo in questo caso ci appoggia- ci sono le attività legate ai cosiddetti “ambienti confinati”. È questo un settore con ampi margimo a consulenti esterni”. In Trentino, pochissimi altri attori offrono il ser- ni di crescita per Bonamico&Farina. Per “spazio vizio di Bonamico&Farina. L’azienda mantiene la confinato” si intendono quegli ambienti limitati sede principale ad Arco, in via Fornaci 54, ma a causa della presenza di sostanze o condizioni di opera anche tramite un ufficio secondario a Vil- pericolo, dove il rischio di morte o di infortunio lafranca, in provincia di Verona. Il giro di affari è molto elevato: serbatoi, silos, sistemi di drenagè in espansione. “Entro un paio di anni – confer- gio chiusi, reti fognarie, cisterne, vasche, camere di ma Bonamico – vorremmo aprire un terzo punto combustione e altri. “Oltre alla consulenza – spieoperativo nel bresciano per presidiare meglio il ga Stefano Bonamico – molte aziende ci chiedono mercato della Lombardia, dove stiamo crescendo in questi casi di essere presenti anche nel momento in cui si lavora fisicamente in tali ambienti. molto”. In Trentino, in Veneto e in Lombardia i clienti di Alle aziende, se necessario, possiamo fornire anBonamico&Farina sono aziende di piccole, medie che il personale”.
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territori
“Verso prospettive di sviluppo condivise” Intervista a MIRCO PELLEGRINI, presidente di Novurania Spa e delegato del Territorio Valli Giudicarie e Val Rendena.
SULLE
pagine del numero precedente di questo giornale, l’intervento di Dario Piccinelli, rappresentante di Confindustria Trento in Vallagarina e negli Altipiani Cimbri, ha aperto la strada a una serie di interviste ai delegati di territorio dell’Associazione. Con Piccinelli si è parlato ampiamente di infrastrutture e viabilità, tra i temi oggi in discussione a livello centrale. Pellegrini, si può dire lo stesso per il territorio del quale è portavoce? Sul piano della viabilità di accesso, questo territorio presenta criticità più che note che richiedono soluzioni sollecite. È una priorità per la comunità ed è una priorità per le categorie che rappresento, le quali possono vantare nelle nostre Giudicarie realtà di primo piano, abbracciando anche termalismo e settore funiviario. Mi riferisco alla direttrice verso la Lombardia e alla variante di Pieve di Bono in fase di esecuzione, alle questioni relative alla viabilità lungo il lago di Idro e ad altre “strettoie” infrastrutturali quali i nodi di Breguzzo, di Iavrè e la circonvallazione di Pinzolo. Ma penso anche alla direttrice verso Trento e alla problematica relativa allo snodo viabilistico di Ponte Arche, che merita certamente una soluzione meno precaria di quella adottata nel periodo estivo. Quest’ultima ha mostrato limiti evidenti per quanto riguarda il flusso di circolazione dei turisti ed è comunque del tutto inadeguata per i trasporti che sono diretti ai nostri impianti e stabilimenti produttivi. Qui come altrove, sarà dunque l’adozione di strategie di più ampio respiro a consentire di risolvere i nodi critici locali? Abbiamo detto esattamente questo in occasione
Mirco Pellegrini
di un incontro ospitato a inizio novembre a Tione dedicato a “Pianificazione, urbanistica, edilizia. Quali opportunità per le Giudicarie e per il Trentino?”. Oggi c’è bisogno di mettere ordine tra profili strategici, quindi di rimettere in fila le priorità. Riprendendo il titolo di quell’incontro, dunque la pianificazione viene prima di tutto, poiché dovrebbe avere in sè un’idea di sviluppo del territorio e tradurre l’identità di una comunità di persone. Non si tratta più soltanto di un esercizio di competenze tecniche, quanto piuttosto di fare sintesi tra i diversi attori di un territorio chiamati a confrontarsi su prospettive di svilup-
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po realmente condivise. L’urbanistica è il secondo pilastro come disciplina che traduce in scelte concrete di destinazione delle aree la visione sottesa alla pianificazione e questo è compito in primo luogo della politica locale intesa in senso alto. Segue infine, come terzo profilo strategico, l’edilizia e quindi l’attività di costruire o di rimodellare quanto già c’è. Come rendere più attrattivo un territorio come quello di Giudicarie e Val Rendena? Un territorio è attrattivo quando garantisce benessere, soddisfazione e una qualità della vita elevata. E quando un territorio è attrattivo, diventa anche competitivo. Non sono opzioni alternative, anche per le nostre imprese, che operano sempre guardando al futuro proprio e del territorio in cui sono insediate. La nostra categoria crede sia necessario trovare una sintesi efficace tra sviluppo economico e tutela/valorizzazione dell’ambiente. Siamo per lo sviluppo sostenibile, sotto il profilo economico, ambientale e sociale. Sul versante ambientale, in particolare, penso che da parte di tutti quanti occorra assumere una nuova, speciale consapevolezza, su alcuni grandi cambiamenti in atto negli ultimi decenni. Vuole tracciarli qui brevemente? Viviamo in uno stato di insostenibilità e questo stato si va aggravando. Le risorse ambientali ven-
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gono erose progressivamente per gli effetti inquinanti dei nostri comportamenti, a tutti i livelli. Nel quotidiano, preferiamo l’auto privata ai mezzi pubblici. Le condizioni di gran parte del nostro patrimonio immobiliare generano sprechi energetici enormi. In generale pratichiamo un uso del suolo indifferente a queste problematiche. Lo stesso patrimonio immobiliare esistente rappresenta un capitale tanto significativo quanto incapace di soddisfare una forte domanda abitativa ancora presente. Sono gli effetti della caduta verticale del settore immobiliare collegata alla pesante crisi degli ultimi anni, all’impoverimento della popolazione e alla crisi occupazionale, al restringimento del credito, ma anche in taluni casi alla sovra produzione degli ultimi decenni. Qual è dunque l’appello degli industriali trentini? Oggi, mentre facciamo qualsiasi tipo di riflessione sullo sviluppo dei nostri territori, dobbiamo tenere presente che abbiamo anche a che fare con i destini di una Provincia che non si può più permettere di dare per scontata la sua speciale Autonomia. Occorre che recuperiamo insieme il senso di una visione comune di sviluppo del nostro territorio: quello trentino su scala più ampia e quello locale delle nostre Giudicarie. È una partita che riguarda tutti e gli operatori economici giocano certamente un ruolo di primo piano.
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Finanziaria 2018: le nostre osservazioni Il parere degli industriali è complessivamente positivo. Ma chiediamo una più chiara strategia di politica economica per la crescita del territorio.
CONFINDUSTRIA
Trento ha presentato alla Prima Commissione permanente della Provincia autonoma di Trento le osservazioni degli industriali trentini alla legge di stabilità provinciale 2018. L’Associazione ha espresso un parere complessivamente positivo, ma anche una certa preoccupazione: “I segnali della ripresa in atto – spiegano gli industriali trentini – devono essere accompagnati da politiche pubbliche capaci di favorire la crescita delle imprese”. Semplificazione amministrativa. Resta prioritario che le procedure siano semplificate e chiare, e che siano previsti tempi certi. Gli industriali suggeriscono di correlare procedure vincolanti e sistemi incentivanti per i dirigenti provinciali, e di istituire una commissione che individui poche e chiare regole finalizzate alla semplificazione dei procedimenti amministrativi. Spesa corrente. Preoccupano l’incremento previsto della spesa corrente di circa 66 milioni di euro e l’allentamento delle misure di contenimento delle spese di funzionamento dell’ente. Tanto più in relazione alla diminuzione della spesa per investimenti, nonostante le previsioni positive sulla crescita del Pil provinciale che consentirebbero una manovra espansiva. Fiscalità. Positivo il parere sul mantenimento delle agevolazioni sulle aliquote Irap, anche se per alcuni settori, particolarmente esposti alla crisi, sarebbe stato auspicabile agevolare anche l’impegno al mantenimento dei livelli occupazionali. Preso atto dell’estensione dell’aliquota Imis ridotta allo 0,55% per il periodo d’imposta 2018/2019 per i fabbricati appartenenti alla categoria cata-
stale D1, gli industriali hanno auspicato che essa ricomprenda anche i fabbricati appartenenti alla categoria catastale D7. Si chiede che sia tolta la soglia di 75mila euro di rendita catastale per l’accesso all’aliquota ridotta, e un’esenzione dall’Imis per gli immobili produttivi che risultano inutilizzati da almeno 5 anni. Apprezzato lo strumento del credito d’imposta. Lavoro e formazione. La forte accelerazione nel processo di digitalizzazione delle imprese sta accentuando il gap tra le competenze ricercate e quelle in possesso dei lavoratori e dei neo diplomati. Gli industriali sollecitano dunque un raccordo più stretto tra politiche del lavoro e politiche per la formazione. È inoltre necessario – dicono - investire su un sistema di certificazione delle competenze che consenta una riconoscibilità e spendibilità sul mercato di skills acquisite attraverso la formazione permanente e iniziative ad hoc. Appaiono ancora insufficienti gli investimenti provinciali nelle politiche attive del lavoro e nei servizi per l’impiego. Secondo gli ultimi dati Excelsior (Unioncamere), nel trimestre in corso l’industria trentina sta cercando più di 2mila lavoratori, ma in molti casi non trova persone disponibili, nonostante il tasso di disoccupazione sia al 5,6% e quella giovanile al 24%. Serve una regia forte di Agenzia del Lavoro nell’analisi dei fabbisogni occupazionali e nell’incrocio di domanda e offerta, oltre che per le politiche a supporto di occupazione giovanile, donne e over 50 e per il coordinamento delle misure per i lavori socialmente utili. Maggiore coordinamento è necessario anche a livello di strutture provinciali, per quanto riguarda
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Ricordando… Marcello Zorzi Avevo salutato Marcello in ospedale a Trento due settimane prima della sua scomparsa: un incontro breve ma intenso nei reciproci messaggi, calati nella piena consapevolezza della gravità della malattia e tuttavia nell’antica abitudine a guardare avanti, con una grinta forgiata dalle vicissitudini di una vita non facile, spesa all’insegna del costruire e del fare. Anche in ospedale, lo ricordo bene, Marcello ha continuato a ragionare di progetti e di futuro; quel futuro con il quale era abituato a confrontarsi per immaginare sempre nuovi percorsi ed affrontare nuove sfide. Alla guida, fin da giovanissimo, di un’azienda di famiglia che è stata protagonista della storia edile e industriale del Trentino, Marcello Zorzi si è subito impegnato nell’associazionismo imprenditoriale. Lo ha fatto con grande generosità, visione strategica e forte determinazione, giungendo a guidare tutto il comparto edile, ideando e fondando il Consorzio Trentino Costruttori, assumendo importanti incarichi in Ance, l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili, e operando a lungo e con incisività anche come Vice Presidente di Confindustria Trento. Fu lui, ad esempio, assieme all’allora Presidente Mario Marangoni, a progettare e negoziare l’acquisizione della sede dell’Associazione che denominammo Palazzo Stella. Fu lui, in anni non facili, a sostenere e interpretare, con tutta la squadra associativa di allora, l’esigenza di un’unitarietà della classe imprenditoriale come elemento di forza e credibilità progettuale da utilizzare al servizio di un ambizioso programma di sviluppo per l’intero Trentino; un programma teso a coniugare settori e soggetti per valorizzarne tutte le capacità e la forza innovativa. E fu lui, ancora, a dover affrontare, in prima persona, il periodo tempestoso di “Tangentopoli”. Con tutte le sue conseguenze, ma con un’incredibile capacità personale di reazione. “Corvo rosso, non avrai il mio scalpo” ebbe a dire in quel difficile periodo, mutuando la frase da un famoso film western. E infatti Marcello ebbe la forza di superare quella fase e ripartire. Continuò a lavorare, riproponendo, anche fuori Trentino, una capacità imprenditoriale e una visione positiva del futuro che restano la cifra della sua esistenza e dunque il suo lascito alla famiglia, ma anche alla comunità ove ha vissuto ed operato su moltissimi fronti con riconosciuto impegno professionale ed assoluta autenticità nei rapporti umani. Marcello Zorzi è stato un personaggio di grande spessore; un leader che ha lasciato un segno profondo e importante nel suo percorso di uomo e di imprenditore, dentro e fuori l’Associazione. Vicini ai suoi familiari e assieme ai moltissimi suoi amici non lo dimenticheremo. Fabio Ramus
Da sinistra Ramus eTRENTINOINDUSTRIALE.COM Zorzi | DIC 2017-GEN 2018
le politiche che impattano sul lavoro e sulla formazione. Credito. La domanda di finanziamento del settore produttivo a livello locale continua a crescere, ma non è adeguatamente supportata dal sistema del credito. È pertanto necessario promuovere nuovi strumenti di supporto alla patrimonializzazione delle imprese e alla finanza aziendale, aggiuntivi a quelli del canale bancario. I Confidi possono giocare un ruolo importante. A livello locale riteniamo sia il momento di ragionare in un’ottica di sistema, arrivando alla costituzione di un unico consorzio fidi per le imprese trentine. Infrastrutture. Il Trentino ha bisogno che siano realizzate rapidamente le opere viarie interne già decise dalla Provincia, a cominciare dalla LoppioBusa. Confindustria Trento chiede che sia attivato rapidamente un tavolo di confronto permanente, aperto alle categorie economiche, sulle opere collegate al tunnel del Brennero che impattano sul territorio e in particolare sulle città di Trento e Rovereto. Apprezzata la riapertura del dibattito sulla Valdastico nell’ottica del suo completamento. La realizzazione del tratto trentino non potrà che portare benefici per i cittadini e le imprese. Auspicata infine la messa in sicurezza della circonvallazione di Trento, ormai congestionata dal traffico e sempre più pericolosa per chi vi transita. Servizi alle imprese. Si raccomanda che le società di sistema della Provincia abbiano per interlocutori le Associazioni di categoria e non le singole imprese, alle quali erogano invece servizi tradizionalmente offerti dal settore privato, anche a tariffe non di mercato, spiazzando gli altri fornitori. Le società a capitale pubblico dovrebbero orientarsi verso iniziative di sistema, introducendo servizi innovativi non ancora offerti dal mercato. Tali società potrebbero lavorare su temi come la banda ultralarga, per la quale sono stati realizzati importanti investimenti di cablaggio, ma che resta alla portata di un numero limitato di aziende a causa dei costi elevati di allacciamento e di utilizzo, oltre che per un gap culturale che potrebbe essere colmato con opportuni interventi di informazione e formazione.
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Confindustria Trento sulla riforma dello Statuto L’Associazione ha presentato, nel corso dell’autunno, le osservazioni degli industriali trentini per un Terzo Statuto di Autonomia che guardi al futuro.
LA
scommessa che si gioca sul tavolo della riforma dello Statuto di Autonomia è quella di pensare e progettare un Trentino-Alto Adige che mira a un ruolo di “cerniera” e nodo strategico su un orizzonte di respiro europeo. Tale percorso potrà essere portato a termine con successo se le istituzioni dell’Autonomia saranno in grado di promuovere un’autentica partecipazione di base. Di seguito i nodi centrali della riflessione proposta dall’Associazione di Palazzo Stella. Ruolo della Regione Un primo elemento da tenere in considerazione nella stesura del nuovo Statuto riguarda la battaglia per difendere il ruolo della Regione, che va arricchita di contenuti: a livello formale e sostanziale. Sarebbe opportuno inserire elementi di novità nella formazione degli organi, a partire da uno snellimento delle composizioni. Ma la Regione va anche riempita di compiti propri: funzioni di coordinamento delle politiche provinciali, funzioni di progettazione ad alto livello per la promozione dello sviluppo dei territori. Governance multilivello Un altro profilo di assoluta importanza per Confindustria Trento attiene alla cosiddetta “governance multilivello” e si traduce nella necessità di un governo adeguato dei processi e di una capacità di sintesi istituzionale. Infatti, declinazioni fondamentali della “governance multilivello” sono l’esigenza che il governo dei processi si realizzi al livello appropriato. La necessità di sintesi istituzionale sta a significare che, una volta che tutti gli attori del Sistema trentino dell’Autonomia abbiano espresso le loro posizioni, vi deve essere un soggetto che spenda una parola ultima e definitiva.
Certezza del quadro istituzionale e finanziario Il sistema economico avverte l’esigenza di un punto di equilibrio che dia certezza e stabilità al quadro istituzionale dell’Autonomia. Si è posta la questione delle “risorse finanziarie”: nessuna Autonomia può funzionare bene se non raggiunge un livello ragionevole di certezza sulle risorse disponibili. L’Autonomia del Trentino-Alto Adige non potrà che contare sui soggetti economici che producono le risorse necessarie ad alimentare e sorreggere l’impianto e il circuito istituzionale, in forma di gettito fiscale. Due gli effetti di questa fondamentale assunzione di consapevolezza: il riconoscimento dei soggetti produttori della ricchezza locale e del gettito; la nuova responsabilità che deriva a carico delle categorie produttive da questo ruolo propulsivo, da protagoniste di una nuova stagione dell’Autonomia. Partecipazione democratica È stato condiviso l’auspicio di una più ampia partecipazione dei cittadini e delle categorie economiche, in rappresentanza di imprese e lavoratori. In generale, è fondamentale che gli enti e le associazioni rappresentative della società civile e delle categorie economiche siano coinvolte per tempo nei processi decisionali, al fine di recepire osservazioni e proposte da tenere in considerazione in fase di formulazione di politiche in ambito economico e sociale. Il contributo dei rappresentanti delle componenti socio-economiche, infatti, assume il senso dell’apporto di una conoscenza qualificata delle materie trattate e di una potenziale maggiore efficacia che le singole policies possono produrre sui destinatari.
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Federmeccanica visita le eccellenze trentine Luca Arighi e Roberto Busato hanno accompagnato il direttore generale della Federazione Stefano Franchi presso gli stabilimenti di Dalmec, Coster Tecnologie Speciali e Adige.
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fatto tappa anche in trentino il tour di Stefano Franchi, direttore generale di Federmeccanica. Accompagnato da Luca Arighi, presidente della sezione metalmeccanica di Confindustria Trento, e da Roberto Busato, direttore generale dell’Associazione, Franchi ha visitato gli stabilimenti produttivi di tre imprese associate fra le eccellenze industriali locali: Dalmec Spa, Coster Tecnologie Speciali Spa, Adige Spa. Gli incontri sono stati l’occasione per una riflessione sul grande cambiamento in atto, sull’evoluzione tecnologica dei pro-
Dalmec
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cessi, sulla crescita delle risorse, sui bisogni delle imprese. “Da tempo – ha detto Franchi - Federmeccanica è impegnata, insieme alle Associazioni territoriali, ad essere tra le aziende, per far conoscere e valorizzare le eccellenze della metalmeccanica, che non solo hanno un grande valore per la nostra economia (8% del Pil, 50% dell’export nazionale e non solo) ma sono luoghi in cui si trasmettono importanti valori come l’attenzione verso la persona, la sostenibilità e la responsabilità sociale.
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Adige BLM
Oggi, anche qui in Trentino, abbiamo avuto modo di toccare con mano l’eccellenza: tecnologia, innovazione ma anche cura dell’estetica. Insomma un’Industria ‘bella e buona’. Il nostro obiettivo è quello di diffondere una nuova cultura aprendo le porte delle nostre fabbriche per fare uscire un messaggio rivolto a tutti, inclusivo: l’Impresa come bene di interesse comune”. La giornata si è aperta in Val di Non con la visita a Dalmec Spa: un tempo piccola officina meccanica, oggi presente in cinque continenti e punto di riferimento per la progettazione e la produzione di manipolatori industriali pneumatici. A ricevere la delegazione, Luciano e Giorgio Dallago, rispettivamente amministratore delegato e presidente della società, insieme a Christian Dallago, seconda generazione dell’azienda. “Un’impresa di qualità è fatta di persone di qualità - ha detto Luciano Dallago -. Dalmec è una grande famiglia che investe nel valore delle persone e nelle loro skills, e che coltiva il senso di appartenenza. Crediamo che il capitale umano sia la vera materia prima di un successo”. Franchi si è poi spostato alla Coster Tecnologie Speciali Spa, gruppo multinazionale leader nella produzione di componenti per il packaging di prodotti aerosol, spray e dispenser. Qui è stata accolta dal ceo dell’azienda Bernard Msellati e da Franco Naidon, Group Supply Chain director. “Al centro della nostra strategia industriale – ha
spiegato Msellati – ci sono ricerca e sviluppo: esperienza, tecnologia e innovazione sono le parole d’ordine di una crescita continua che si ispira ai paradigmi di Industria 4.0”. La visita di Franchi si è conclusa in Adige Spa, sede trentina del Gruppo BLM, che progetta, produce, vende e assiste in tutto il mondo macchine utensili per la lavorazione dei tubi metallici, dove la delegazione è stata guidata da Luca Arighi, direttore generale dello stabilimento, che ha precisato il valore della formazione nella strategia del Gruppo: “Training on the job – ha precisato - vuol dire investire per il futuro della nostra impresa. Per questo dedichiamo al capitale umano, di oggi e di domani, grandi investimenti”.
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Coster
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Le (nuove) frontiere della sicurezza Intervista a DAVIDE SCOTTI, segretario generale della Fondazione Leadership in health and safety. Il 31 gennaio Scotti terrà un seminario sul tema a Palazzo Stella.
FUNZIONA
così un po’ in tutte le cose: dove manca la consapevolezza, dove non c’è piena adesione a una certa prospettiva, dove la virtù è affidata a obblighi e divieti, i risultati non sono mai completamente soddisfacenti. Quando invece c’è reale comprensione, allora i comportamenti virano naturalmente. In ogni
Il seminario di Confindustria Trento Si intitola “Leadership in safety: nuove frontiere per la sicurezza in azienda” il seminario organizzato da Confindustria Trento il prossimo 31 gennaio: un evento innovativo dedicato alla Sicurezza sul lavoro come elemento della cultura di impresa. Il seminario nasce dall’iniziativa della Sezione Carta e Grafica di Confindustria Trento guidata da Giovanni Lo Presti e dal coinvolgimento di Fondazione LHS ed è rivolto a tutte le imprese associate: ai titolari, agli esperti e addetti alla sicurezza sul lavoro e alle risorse umane. Fondazione LHS è una organizzazione specializzata, no profit, che si rivolge al mondo dell’industria proponendo un metodo innovativo nella comunicazione della salute e della sicurezza, capace di incidere stabilmente sulla cultura delle persone in azienda.
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momento, in ogni luogo, diventa abituale fare le cose in un modo nuovo: quello giusto. Con la stessa naturalezza accade di voler condividere: di voler raccomandare ad altri il metodo, il percorso, che ha avuto il merito di sensibilizzare, prima ancora che di educare, al cambiamento; portando, finalmente, al successo. È andata così: Giovanni Lo Presti, direttore industriale generale di Cartiere del Garda Spa, era alla ricerca di una risposta efficace che risolvesse, nelle pratiche quotidiane come pure nelle coscienze, l’approccio a salute e sicurezza. Si imbatte in “Leadership in Health and Safety”, un innovativo programma di cambiamento culturale, lanciato in Saipem e sviluppato con successo a partire dal 2007 dalla Fondazione Lhs. Il cambiamento - in azienda, ma non solo - è così radicale e repentino che Lo Presti, che è anche presidente della Sezione Carta e Grafica di Confindustria Trento, si chiede se non sia il caso di esportarlo. Di qui il primo passo: l’organizzazione di un evento dedicato alla sicurezza sul lavoro come elemento della cultura di impresa. Si intitola “Le (nuove) frontiere della sicurezza” ed è in programma a Palazzo Stella il prossimo 31 gennaio. A condurlo sarà Davide Scotti, segretario generale della Fondazione Leadership in health and safety. 41 anni, in Saipem dal 2005, ha contribuito allo sviluppo del programma Leadership in Health and Safety e ne ha gestito il roll out a livello globale. Scotti, qual è la mission della Fondazione Lhs? La Fondazione è un’organizzazione no profit costituita allo scopo di promuovere attività di ricerca, programmi di formazione e campagne di informazione su salute e sicurezza. È stata costituita nel 2010 da Saipem esattamente con
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Finanziamenti agevolati per l’internazionalizzazione Confindustria Trento ha presentato a Palazzo Stella i nuovi finanziamenti erogati da Simest alle imprese che esportano o che intendono sviluppare programmi di crescita verso l’estero. I finanziamenti agevolati, recentemente rifinanziati e rimodulati, possono coprire il 100% dei costi di internazionalizzazione, a un tasso fisso fortemente agevolato (0,085%). Le spese ammissibili riguardano in primo luogo gli studi di fattibilità che le imprese, in forma singola e aggregata, dovranno condurre per valutare l’opportunità di investire all’estero. Ma i finanziamenti sono destinati anche al sostegno alla realizzazione di strutture commerciali, alla partecipazione a fiere e mostre per promuovere l’attività sui mercati internazionali, alla patrimonializzazione delle Pmi esportatrici. Ammessi inoltre i programmi di assistenza tecnica per la formazione del personale operativo all’estero, oltre che i programmi di inserimento nei mercati extra Ue. Nel corso dell’appuntamento sono state illustrate dunque le modalità per accedere ai finanziamenti agevolati e le forme di affiancamento garantite alle aziende da parte dell’Associazione: Confindustria Trento è infatti in grado di supportare le aziende in tutto l’iter di richiesta fino alla definitiva erogazione.
l’obiettivo di condividere in ambito industriale il programma di Leadership in health and safety: una metodologia messa a punto dopo più di un anno di studi volti a identificare gli strumenti più appropriati per comprendere e incidere sui comportamenti, incoraggiando quelli virtuosi e isolando quelli ritenuti dannosi in termini di sicurezza. Qual è esattamente il significato di leadership in health and safety? È un’espressione che racchiude una grande innovazione nel campo della salute e sicurezza sul lavoro, poiché ciò che si persegue è un cambiamento culturale: nelle aziende ma soprattutto nelle persone. Cambiare la cultura significa cambiare la prospettiva e l’atteggiamento con cui ciascuno affronta i compiti di ogni giorno, e questo interessa tutti, manager, operativi e operai. Che sono, prima ancora che lavoratori, uomini e donne con una vita privata, del tempo libero, una famiglia, una casa… Insomma, il nostro obiettivo è di contribuire anche alla crescita di una nuova cultura della salute e della sicurezza in ambito sociale. Il programma di Leadership in health and safety diventa dunque un’occasione in cui si esprime la responsabilità sociale d’impresa?
L’industria è un luogo all’interno del quale si crea valore, ricchezza, occupazione. Ma è anche il luogo in cui matura, prima che altrove, una cultura della salute e della sicurezza all’avanguardia: per la loro stessa natura, stabilimenti e spazi produttivi sono il contesto ideale per lo sviluppo di metodi e soluzioni realmente e completamente efficaci. Ecco allora che l’industria gioca un proprio ruolo sociale anche in questi aspetti, contribuendo alla crescita di una coscienza individuale e collettiva della sicurezza. Ed è giusto che la società percepisca e riconosca questo ruolo. Nel presente, non è scontato che questo accada. L’industria approccia la sicurezza a 360 gradi: sul piano degli adempimenti normativi, certificativi e formativi ma anche sul piano culturale, come detto più impattante sul breve e sul lungo periodo. Occasioni come il convegno di fine gennaio dicono molto del senso di responsabilità dell’impresa, che non si accontenta di adottare un modello virtuoso ma si impegna anche ad esportarlo, perché sia patrimonio della comunità. Lavoriamo dunque anche perché l’opinione pubblica, la popolazione, gli amministratori e i soggetti controllori approccino l’industria con la consapevolezza che essa è impegnata, oltre che nel rispetto delle norme e delle procedure, anche nella promozione culturale della sicurezza.
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Gestire i rischi tra modelli 231 e piani 190 Alla ricerca del filo di Arianna nel labirinto delle società controllate dalla pubblica amministrazione, ovvero: come coordinare due sistemi che convergono solo parzialmente. di FLAVIA BETTI TONINI, avvocato e consulente Assoservizi
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società controllata dalla pubblica amministrazione – tralasciando in questa sede le società in cui vi sia partecipazione pubblica senza controllo, anch’esse destinatarie di una specifica disciplina, e quindi assumendo come riferimento il cosiddetto Decreto Madìa (Dlgs 19 agosto 2016, n. 175) recentemente modificato ancora nel giugno di quest’anno – è un soggetto ibrido: la sua forma è di diritto privato, la sua attività segue la normativa pubblica. Questo può creare cortocircuiti di sistema. Come soggetto di diritto privato, è disciplinato dal Dlgs 231/2001 sulla responsabilità da reato degli enti. È punito (con sanzioni amministrative particolarmente afflittive) se un proprio apicale/sottoposto commette, nell’interesse o a vantaggio della società, uno dei reati-presupposto, in presenza di una cosiddetta colpa di organizzazione. Come soggetto controllato dalla pubblica amministrazione è destinatario, con i dovuti adattamenti, delle disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione (L. 190/2012 e decreti legislativi attuativi). I due sistemi (Dlgs 231/2001 e L. 190/2012) divergono sotto molteplici aspetti, anche perché origina-
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riamente non erano stati pensati né costruiti per tali soggetti dalla natura ibrida. Alcuni esempi. Il Dlgs 231/2001 è volto a prevenire la commissione di determinati reati-presupposto (tra i quali corruzione, concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità, truffa ai danni dello Stato, indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato, malversazione); diversamente, obiettivo della L. 190/2012 è prevenire la comissione di patologie più generali, che - al di là di reati specifici - possono essere ricondotte ad un generico concetto di cattiva amministrazione, secondo una nozione molto ampia fornita dall’Anac, a partire dal primo Piano Nazionale Anticorruzione del 2013. Dalla commissione dei reati-presupposto potrà discendere la responsabilità dell’ente ex Dlgs 231/2001: esso potrà essere destinatario di sanzioni pecuniarie, di sanzioni interdittive, di confisca e della pubblicazione della sentenza. Lo stesso non potrà conseguire a fenomeni di cattiva amministrazione, privi di rilevanza penale. Affinché la società sia ritenuta responsabile ex Dlgs 231/2001 è necessario che il reato-presupposto sia commesso nel suo interesse o vantaggio; elemento, questo, che non interessa ai fini della L. 190/2012. Per quest’ultima rilevano, infatti, anche tutti quei comportamenti di cattiva amministrazione che comportano un danno per l’ente. Nonostante queste differenze, le due normative condividono la stessa finalità preventiva. Il Legislatore chiede agli enti di prevenire e, quindi, di organizzarsi per “gestire” quei rischi che potrebbero portare alla commissione di reati-presupposto (Dlgs 231/2001) o di fenomeni di cattiva amministrazione (L. 190/2012). A tale scopo il Dlgs 231/2001 invita la società ad
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adottare ed attuare efficacemente un Modello di Organizzazione e Gestione idoneo a gestire il rischio di commissione dei reati-presupposto e ad affidarne il controllo ad un Organismo di Vigilanza (Odv), dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo. La L. 190/2012 invita l’ente a nominare al proprio interno un Responsabile della Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza (Rpct): gravato da importanti responsabilità, egli ha il compito di curare uno specifico Piano (triennale negli enti pubblici) di Prevenzione della Corruzione e vigilare sulla sua idoneità e rispetto. Punti di contatto dunque, ma anche differenze. Come specificato dall’Anac, la società controllata dalla pubblica amministrazione che si sia già dotata del Modello di Organizzazione e Gestione, deve poi integrarlo con lo specifico Piano di Prevenzione della Corruzione (da allegare separatamente al primo): di recente poi l’Autorità ha compiutamente espresso il proprio orientamento dettando – con propria determinazione (la n.1134 del 8/11/2017 pubblicata in Gazzetta Ufficiale n.284 del 5 dicembre scorso) – “nuove linee guida per l’attuazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza da parte delle società e degli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e...". Come coordinare due sistemi che convergono solo parzialmente? Come far interagire due funzioni (Odv e Rpct) che hanno compiti e responsabilità in parte diverse? La partita della prevenzione, nelle società controllate dalla pubblica amministrazione, si giocherà nel far parlare i due sistemi ed integrarli per evitare inutili duplicazioni e dispendio di risorse, pur nella consapevolezza delle rispettive differenze e finalità. Le strategie preventive poste in essere dal Modello di Organizzazione e Gestione per prevenire la commissione di reati potranno comprendere anche le ipotesi di cattiva amministrazione. Odv e Rpct, pur avendo ruoli e responsabilità differenti, dovranno instaurare un rapporto costruttivo, quanto più possibile integrato.
La dimensione strategica dell’organizzazione Ormai da qualche anno lo schema della responsabilità 231 ha fatto il suo ingresso nel mondo privato, quello delle società commerciali: vale a dire, è lentamente entrata in circolo l’idea – all’inizio dirompente – di un legame tra società e dirigenti o responsabili della stessa talmente stretto da giustificare che quest’ultima sia chiamata direttamente a rispondere – con riflessi pesanti sulla cassa e sull’attività dell’impresa – delle negligenze o violazioni penali contestate agli esponenti aziendali di vertice, quando tali negligenze siano il sintomo di una “colpa in organizzazione”. Ecco, proprio quest’ultima “organizzazione” appare la parolachiave in prospettiva. In parallelo rispetto alle evoluzioni relative alla progressiva assimilazione della “novità 231” sul fronte privato, sul versante pubblico si sono registrate, a partire dal 2012, disposizioni innovative in materia di anticorruzione e di trasparenza amministrativa. I due versanti, quello privatistico 231 e quello pubblico, definito per comodità “blocco anti-corruzione”, presentano sorprendentemente diversi tratti che si richiamano da vicino; al punto di intersezione tra i due profili si vengono a collocare le società a partecipazione pubblica, rispetto alle quali urge produrre uno sforzo di armonizzazione tra i due blocchi normativi, per evitare che sovrapponendosi creino una duplicazione di adempimenti con grave sovraccarico “amministrativo”. Nell’uno e nell’altro dei versanti cui si è fatto cenno vorremmo che l’accento cadesse sull’organizzazione, dimensione sempre più strategica per le imprese locali, private o a partecipazione pubblica che siano. Organizzazione nella quale devono in prospettiva trovare posto anche misure di prevenzione rispetto alla possibile commissione di violazioni penali da parte di singoli collaboratori. Questo è il quadro e il senso del contributo che abbiamo chiesto all'avvocato Flavia Betti Tonini e che vi proponiamo qui. (pa)
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La competitività diventa green Come far fronte alle sfide ambientali? Assoservizi Confindustria Trento lancia un progetto annuale per scommettere sulla formazione nella sostenibilità ambientale ed energetica.
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sostenibilità ambientale ed energetica è diventata una necessità per il pianeta, ma spesso viene percepita come una sfida dalle imprese alle quali viene richiesto di adeguarsi alle normative e di riqualificare la propria produzione. In realtà, proprio questa sfida racchiude delle opportunità per le aziende che decidono di migliorarsi per diventare più competitive. Per questo il progetto “Environmental and Energy sustainability” promosso da Assoservizi Confindustria Trento è stato approvato da Fondimpresa, che per la prima volta in Trentino ha deciso di sostenere la nostra scommessa sulla formazione in ambito ambientale.
Be careful be safe: comportamenti che fanno la sicurezza Come beneficiare di tutti i vantaggi che la digital transformation offre senza mettere a rischio i sistemi e le informazioni? Come alzare il livello della sicurezza on line? Le minacce provenienti dal cyberspazio si moltiplicano e si evolvono: cosa possiamo fare per difenderci? Sono questi i temi trattati dal seminario organizzato dal Gruppo GPI, società quotata su Aim Italia e partner tecnologico di riferimento nel mercato della Sanità e del Sociale e Confindustria Trento ospitato a Palazzo Stella a fine novembre. Ne hanno parlato Massimiliano Sala, direttore del CryptoLab dell’Università di Trento, Lorenzo Bellesso e Paolo Casagranda, direttore tecnico principale e sostituto commissario della Polizia Postale. L’evento è stato un’occasione per conoscere meglio il contesto tecnologico-normativo e trovare accorgimenti e procedure che sostengano l’assunzione di responsabilità e riducano il rischio. Tra gli argomenti trattati, il General Data Protection Regulation, ovvero la direttiva europea che entrerà in vigore nel maggio prossimo e che comporterà nuovi e rigorosi adempimenti in materia di Sicurezza IT/ Privacy. TRENTINOINDUSTRIALE.COM | DIC 2017-GEN 2018
Si tratta infatti di un progetto formativo incentrato su percorsi di innovazione ambientale, utilizzo di fonti integrative rinnovabili, certificazione energetica e miglioramento continuo delle prestazioni ambientali. L’obiettivo è quello di creare e rafforzare gli strumenti necessari alle imprese aderenti per migliorare la sostenibilità ambientale e, di conseguenza, la loro competitività in un contesto economico sempre più esigente. L’Area Ambiente ed Energia di Assoservizi, da sempre al fianco delle aziende in materia di sostenibilità ambientale e risparmio energetico, propone ora un percorso di 614 ore di formazione che spazia dall’efficienza energetica alle energie rinnovabili, dalla responsabilità sociale d’impresa (CRS) alla gestione delle emissioni in azienda, passando attraverso l’approvvigionamento idrico e le certificazioni ambientali di prodotto. La qualità del piano “Environmental and Energy sustainability” sarà garantita dalla collaborazione con la Fondazione Mach di San Michele all’Adige, impegnata nella formazione, nella ricerca e nel trasferimento tecnologico alle imprese in ambito agricolo, ambientale e forestale. Un Comitato Scientifico Didattico sarà coinvolto nella preparazione e nell’accompagnamento del progetto. In particolare, i referenti scientifici della Fondazione Mach si occuperanno della validazione scientifica delle attività formative e definiranno le modalità operative e le metodologie del progetto. La collaborazione si prefigge infatti l’obiettivo di individuare le attività più efficaci per garantire il raggiungimento degli obiettivi qualitativi posti dal piano. Il progetto partirà a fine gennaio 2018 con nove aziende aderenti e 40 dipendenti coinvolti, ma rimane aperta la possibilità di partecipare anche per altre imprese del territorio durante tutto l’anno.
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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
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Il Piano per la MOBILITÀ ELETTRICA
i Agevolazion i in per cittad
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Incentivi per autoveicoli
Incentivi per colonnine di ricarica
€ 6.000
contributo del 60% della spesa ammissibile fino a un massimo di:
per autoveicoli elettrici
€ 4.000
€ 1.500
per autoveicoli ibridi plug-in (autoveicolo elettrico/benzina dotato di presa per ricarica elettrica con batteria di almeno 5 kWh)
per stazioni di ricarica di autoveicoli elettrici o ibridi
€ 500
per stazioni di ricarica di e-bike
i Agevolazion e per aziend
Incentivi per e-bike
per percorsi casa-lavoro contributo del 50% della spesa fino a un massimo di:
€ 1.000
per ogni e-bike
€ 50.000
per ogni impresa
www.provincia.tn.it/mobilitasostenibile TRENTINOINDUSTRIALE.COM | DIC 2017-GEN 2018
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Classe X, il pick-up Mercedes-Benz, dove mondi diversi si uniscono. Da un lato il robusto veicolo off-road e dall’altro un design all’avanguardia, che fa di Classe X emblema di raffinata modernità metropolitana
La Classe X porta Mercedes-Benz al debutto nel settore dei pick-up. Il modello offre design, finiture e accessori in linea con gli standard del marchio tedesco, distinguendosi così dalla maggior parte della concorrenza. Tre versioni: Pure, Progressive e Power. Si puó scegliere la nuova Classe X fra tre diverse varianti: la robusta Pure, l'elegante Progressive e la sportiva urbana Power. Il design dell’abitacolo con la strumentazione analogica e il tablet centrale (fino a 8,4 pollici per il Comand Online con navigazione 3D e Live Traffic Information) riprende lo stile delle vetture MercedesBenz, mentre la console centrale ospita le inedite doppie bocchette di aerazione e i comandi secondari, inclusa la leva tradizionale del cambio automatico e il comando rotante con touchpad dell'infotainment. Sono previsti diversi livelli di finitura e varie combinazioni cromatiche in base all'allestimento,
inclusi i rivestimenti in pelle, con una gamma di opzioni molto superiore alla media del segmento. Completa pure la dotazione di dispositivi di assistenza alla guida come l'Active brake assist, il Lane keeping assist, il Trailer stability assist e il Traffic sign assist. Diesel 4 e 6 cilindri. La Classe X è disponibile fin da subito nelle versioni 2.3 diesel X 220d da 163 CV e X 250d da 190 CV, mentre il V6 diesel sarà introdotto nel corso
del 2018. La trazione integrale è la ormai collaudata 4Matic con ridotte. È prevista la scelta tra cambio manuale a sei marce e automatico a sette rapporti. Un Euro-Pallet nel cassone e 3,5 tonnellate di traino. La portata della Classe X è pari a 1,1 tonnellate, mentre la capacità di traino raggiunge le 3,5 tonnellate. Il vano posteriore può ospitare un EuroPallet ed è dotato di illuminazione e di una presa standard da 12 Volt. Un Testdrive emozionante. Presso le sedi di Trento e Rovereto della Concessionaria Ufficiale Mercedes-Benz Autoindustriale è possibile prenotarsi per una prova su strada della nuova Classe X. Info: Autoindustriale TRENTO Via Stella, 13 Tel. 0461.1735300 ROVERETO Via Brennero, 25 Tel. 0464.024400 www.autoindustriale.com
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Visita ad una splendente azienda tirolese Nell’ambito del gruppo di lavoro Euregio, i Comitati Piccola Industria di Trentino, Tirolo, Alto Adige e Belluno hanno visitato due società del gruppo Swarovski.
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tratta di una delle più importanti realtà industriali austriache: una multinazionale presente in tutto il mondo ma gestita ancora con lo stile e l’approccio tipici di un‘impresa familiare. Il gruppo Swarovski ha ricevuto nei giorni scorsi – presso le sedi della Tyrolit Schleifmittelwerke a Schwaz e dei Mondi di Cristallo di Wattens – la visita dei Comitati Piccola Industria di Trentino, Tirolo, Alto Adige e Belluno. L’iniziativa si inserisce nel contesto di una ormai consolidata collaborazione sovraregionale, volta ad approfondire le caratteristiche economiche e sociali delle realtà produttive dei rispettivi territori, per identificare best practices e per sviluppare nuove reti di rapporti in un’ottica di business La storia della società di Schwaz ha impressionato i partecipanti: con 100 anni alle spalle, la Tyrolit Schleifmittelwerke si è trasformata è uno dei principali produttori mondiali di utensili per la rettifica, il taglio, la perforazione e la levigatura. Con 27 siti di produzione nei cinque continenti, l’azienda impiega circa 4.300 persone in tutto il mondo. Estremamente emozionante anche la visita ai
Mondi di Cristallo, realizzati nel 1995, in occasione del centenario Swarovski. Nelle Camere delle Meraviglie di Swarovski, rinomati artisti, designer e architetti austriaci e internazionali interpretano il cristallo, ognuno secondo la propria inclinazione artistica, trasformando la materia in concetti spaziali ed esperienziali. I Mondi di Cristallo hanno attirato finora più di 13 milioni di visitatori, e rappresentano il primo caso di esposizione permanente in continua crescita ed evoluzione.
Per la prima volta in Trentino il Pmi Day di Confindustria La Piccola Industria di Confindustria Trento ha aperto le porte agli studenti universitari nel corso della prima edizione trentina del Pmi Day di Confindustria. Quattro le aziende impegnate: Gruppo Sovecar, Decos Srl, Bertolin Imballaggi Srl e Laboratorio Trentino Srl, che hanno accolto studenti universitari di tutte le facoltà per veri e propri confronti con gli imprenditori su temi inerenti le filosofie gestionali, i modelli organizzativi, le innovazioni nei processi produttivi, le problematiche giuridico-burocratiche e la pianificazione marketing. “Questi giovani mostrano una grande fame di esperienza pratica - spiega Marco Giglioli, presidente della Piccola Industria di Confindustria Trento -. Molti di loro hanno grande entusiasmo e anche la voglia di mettersi in gioco in prima persona realizzando dei progetti d’impresa. Per questo ho fortemente voluto portare anche in Trentino il Pmi Day. Siamo convinti che sia nostro dovere, come imprenditori, andare oltre allo specifico interesse aziendale e contribuire alla crescita dei ragazzi, fornendo loro nuove opportunità per esprimere il loro potenziale e per realizzare i loro progetti”. TRENTINOINDUSTRIALE.COM | DIC 2017-GEN 2018
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Study tour in Lamborghini Proseguono le iniziative di Confindustria Trento nell’ambito del welfare e della gestione risorse umane, questa volta con un viaggio studio per conoscere da vicino il “modello Lamborghini”. di MONICA VIDI
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Trento ha accompagnato a inizio novembre una delegazione di responsabili risorse umane e manager presso la sede di Automobili Lamborghini, a Sant’Agata Bolognese, per uno study tour sul modello di welfare e di relazioni industriali di questa eccellenza del made in Italy. La visita è cominciata con un tour guidato dello stabilimento produttivo dove i partecipanti hanno potuto ammirare l’elevata qualità non solo del prodotto – assolutamente esclusivo e con svariate possibilità di personalizzazione - ma anche del processo produttivo. Ciò che risalta all’interno dello stabilimento è infatti l’ordine, l’organizzazione e l’efficienza; oltre al grande impiego di manuali-
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tà ed artigianalità che conferiscono al prodotto il fascino che lo contraddistingue. Questa prima parte della visita si è conclusa con un tour del museo, dove sono esposti i modelli che hanno fatto la storia di automobili Lamborghini e quelli che sono deputati a farla: in particolare il Suv Urus. Questo nuovo modello entrerà in produzione nel 2018 portando così a 3 il numero delle linee e raddoppiando la produzione che arriverà a 7.000 vetture all’anno entro la fine del 2019. Lamborghini dall’inizio del progetto Urus ha assunto 320 lavoratori con contratto a tempo indeterminato, portando il numero totale dei dipendenti a oltre 1.500.
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La costante attenzione al benessere dei propri dipendenti ha fatto conseguire all’azienda la prestigiosa certificazione “Top Employers Italia 2017” per le eccellenti politiche di gestione delle Risorse Umane. Questa attenzione si sostanzia in diversi programmi rivolti ai dipendenti e ai loro familiari e che coinvolgono diverse aree. Le iniziative nell’ambito della formazione spaziano da programmi di orientamento per i figli dei dipendenti prossimi alla conclusione di un percorso di studi, ad un aumento salariale che premia il plusvalore cognitivo individuale che acquisiscono i lavoratori che conseguono autonomamente titoli di studio, all’ampliamento dei permessi per studenti lavoratori (fino a 100 ore per la stesura della tesi). Un’altra centrale area di intervento è quella della conciliazione lavoro - famiglia che vede anzitutto attiva l’azienda in un programma di mum coaching rivolto alle lavoratrici che rientrano dalla maternità, le quali ricevono un maternity kit e la possibilità di godere del periodo di astensione facoltativa con un’integrazione dell’indennità pari al 30% a carico dell’azienda. Allo stesso modo i neo papà sono omaggiati di un paternity kit e possono fruire di un prolungamento del permesso previsto per legge in occasione della nascita dei figli.
Anche la salute dei dipendenti, in un’ottica soprattutto di prevenzione, riveste un’importanza fondamentale: è prevista infatti la possibilità di effettuare screening senologico e vaccini antiinfluenzali in azienda durante l’orario di lavoro, è attiva una campagna di educazione alimentare e una polizza sanitaria integrativa gratuita - che comprende un ampio pacchetto di prestazioni - che l’azienda garantisce ai dipendenti e ai loro familiari. A questa serie di iniziative di “People care” si aggiunge la possibilità di convertire il Premio di risultato in Budget welfare da spendere in flexible benefit delle categorie istruzione, mutui, previdenza, cultura, famiglia, che si sommerà a quello previsto dal Ccnl metalmeccanico che l’azienda applica. La grande peculiarità di questa realtà è quella di aver dato vita a tutta questa serie di azioni in collaborazione con il sindacato, siglando lo scorso anno ben 40 accordi aziendali. Il costante coinvolgimento dei sindacati nelle decisioni aziendali è espressione del modello tedesco di relazioni industriali, che l’azienda ha adottato dopo l’acquisizione da parte del gruppo Volkswagen – Audi. Un grande merito di questa impresa è indubbiamente quello di aver saputo importare e adattare al contesto, in un territorio fortemente sindacalizzato come l’Emilia Romagna in cui ha sede, un simile sistema.
Certificato Family Audit Executive per Confindustria Trento Dopo il "Certificato Base" ottenuto nel 2014 nell'ambito della prima sperimentazione nazionale dello Standard Family Audit, Confindustria Trento - unica Associazione territoriale nell'ambito del Sistema confindustriale - ha conseguito il "Certificato Family Audit Executive" per le politiche di conciliazione famiglia e lavoro.
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Formazione: la sfida della certificazione A Rovereto il dibattito nel convegno organizzato da Fondimpresa Trento “Fondimpresa: il valore delle competenze come frontiera dell’occupabilità “.
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vi è innovazione in assenza di risorse umane competenti. Per riflettere sui temi della formazione e della professionalità, che continuano, tanto più ai tempi della quarta rivoluzione industriale, a essere strategici per imprese e lavoratori, Fondimpresa Trento ha organizzato oggi presso la Sala Conferenze
Scuotto e Lunelli
Bezzi
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del Mart di Rovereto il convegno “Fondimpresa: il valore delle competenze come frontiera dell’occupabilità”. “Parliamo di competenze - ha spiegato il presidente di Fondimpresa Trento Marcello Lunelli -, perché sentiamo stretto il perimetro del termine formazione, se questa si limita a considerare i percorsi di apprendimento non correlati a un contributo pianificato alla crescita complessiva del lavoratore, che deve avere l’opportunità di dare evidenza delle proprie competenze distintive. La sfida è per un sistema pubblico che consenta di dare formale riconoscimento, con certificazione, delle effettive competenze possedute”. Con lui, ad aprire i lavori, il vicepresidente dell’articolazione territoriale Michele Bezzi: “In un mercato del lavoro in trasformazione – ha detto lui - la formazione e la certificazione delle competenze assumono un’importanza sempre più rilevante per i lavoratori, ne aumentano l’occupabilità. Anche per le aziende la formazione è strategica, perché ne aumenta la competitività. La formazione è un valore da condividere e da proporre in modo ricorrente e se definita congiuntamente da lavoratori e imprese è una scelta vincente”. Per la Provincia autonoma di Trento erano presenti l’assessore Alessandro Olivi ed il presidente dell’Agenzia del Lavoro Riccardo Salomone. “Quando si parla di fondi per la formazione dei lavoratori – ha detto Olivi – si parla di investimenti, non di spese ordinarie. Si tratta di investimenti fondamentali per la qualità dell’occupazione e delle imprese stesse. Un’impresa è competitiva se ha un capitale umano competitivo. La certificazione delle competenze è uno strumento di politica attiva del lavoro che non deve stare dentro solo ai percorsi formali di apprendimento. La nuova
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sfida è fare in modo che vengano riconosciute e certificate le competenze dei lavoratori acquisite sul campo. Grazie alle buone relazioni che vi sono sul territorio tra le parti sociali, come dimostra l’esperienza di Fondimpresa, sono convinto che riusciremo a raggiungere questo risultato”. “I fondi interprofessionali come Fondimpresa – ha spiegato Salomone – sono soggetti privati e dovrebbero essere trattati come tali. Invece sono sottoposti ai controlli previsti per gli enti pubblici, con conseguenze che talvolta vanno a scapito dell’operatività dei fondi e del ruolo importante che possono svolgere per la formazione dei lavoratori. Mi auguro che a livello nazionale sia avviata una riflessione e siano apportati dei correttivi, per ricomporre la frattura che si è creata tra ruolo del soggetto pubblico e del soggetto privato”. Salomone ha poi lanciato una proposta: “Ritengo che il fondo di solidarietà territoriale dovrebbe collaborare con Fondimpresa Trento. Fondimpresa potrebbe avere un ruolo che va oltre a quello attuale, agendo come istituzione locale di politica attiva del lavoro”.
“Innovare l’azienda e aggiornare le competenze sono, ormai, due percorsi obbligati e collegati – ha spiegato il Presidente di Fondimpresa, Bruno Scuotto – Per questo è fondamentale che le imprese possano contare su uno strumento di finanziamento della formazione efficace – già 2,8 milioni di lavoratori formati in 11 anni - attento all’economia reale e adattabile alle esigenze peculiari del tessuto produttivo italiano. Ci auguriamo – conclude – di poter sostenere con il nostro know how altre realtà, come quella dei giovani che si avvicinano al mondo del lavoro”. Coinvolto anche un panel di esperti sul tema della certificazione delle competenze, stimolati da Gianni Biagi, presidente dell’associazione Officina delle competenze: Mauro Frisanco, esperto nazionale di Formazione professionale, Franco Ianeselli, segretario generale Cgil del Trentino e Walter Alotti segretario generale Uil del Trentino. Preziose, infine, le testimonianze aziendali: di Giordano Riello, Nplus Srl; di Angelo Angeli, Zv Meccanica Sas, di Carlo Massavelli e Maurizio Bozza, Bmc Spa.
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A Manica il premio nazionale “Didattiva” La consegna a Roma alla presenza del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli nell’ambito del convegno Orientainsegnanti promosso da Confindustria.
VETRINA
nazionale per il progetto sviluppato denzia un coinvolgimento graduale degli studenti da Manica Spa insieme alla scuola media Damia- nelle attività di orientamento all’interno del perno Chiesa di Rovereto. corso curriculare. Si è perseguita la diretta interloNell’ambito del convegno Orientainsegnanti, pro- cuzione con professionisti di impresa, nel settore mosso da Confindustria e ospitato presso la sede degli agrofarmaci, nell’intento di dare voce alle dell’Università Luiss di Roma a inizio novembre, aspettative degli studenti, facendo leva sul procesl’azienda e la scuola di Rovereto hanno ricevuto so motivazionale. Risultano rilevanti il livello di il premio nazionale Didattiva. Si tratta del terzo interdisciplinarietà e l’approccio laboratoriale”. riconoscimento per lo stesso progetto dopo la vit- “È un premio che ci inorgoglisce e che ci sprotoria del Tu Sei e del premio nazionale di Feder- na a continuare su questa strada” ha commenchimica. tato Giulia Manica ritirando il premio accanto Il progetto trentino è uno dei soli sei interventi alla responsabile del progetto per la scuola media premiati a livello nazionale, e l’unico ad essere Chiara Rasera. “Ogni anno - spiega Manica - la stato acclamato per il rapporto con le scuole me- nostra azienda ospita, tra visite aziendali, stage e die. A Roma, a consegnare il premio, c’era anche progetti promossi in partnership con scuole meil Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della die e superiori, circa un centinaio di studenti, che Ricerca Valeria Fedeli che ha sottolineato l’im- in questo modo scoprono una realtà industriale portanza della collaborazione e contaminazione del territorio e si avvicinano al mondo del lavoro”. tra scuola e impresa e il valore dell’alternanza. “Il Con questo premio Manica ha meritato anche il progetto – così la motivazione del premio - evi- bollino di Qualità Educativa.
Rasera e Manica con Giovanni Brugnoli, Vicepresidente di Confindustria
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Iperammortamenti: primi bilanci Al termine del primo anno dall’introduzione delle misure è tempo di tirare qualche somma. Il maggiore dato positivo: l’incremento di produttività delle aziende che hanno fatto investimenti. di ROBERTO CURCU
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su queste pagine abbiamo già parlato di “Industria 4.0”, cioè di una rivoluzione industriale attraverso la quale le imprese, sfruttando la tecnologia dell’informazione, incrementano la produttività dei processi produttivi. Tale rivoluzione ha portato il Governo ad introdurre una nuova agevolazione denominata “iperammortamento”, che è usufruibile da coloro che effettuano investimenti in tre distinte categorie di beni strumentali: quelli il cui funzionamento è controllato da sistemi computerizzati, quelli per il controllo della qualità dei processi produttivi o dei prodotti finiti, quelli per l’interazione automatizzata tra uomo e macchina. Nel corso del 2017 l’Associazione ha organizzato incontri informativi che hanno coinvolto oltre cento aziende, e circa una quarantina hanno presentato i loro progetti di investimento all’Associazione per una verifica circa le rispondenze alle logiche dell’iperammortamento. Dei progetti presentati la maggior parte ricade nella categoria delle macchine utensili che sono controllate da sistemi computerizzati e che, per poter usufruire dell’agevolazione, devono possedere sette caratteristiche tecniche. Di queste, quella sicuramente più ostica da raggiungere si è dimostrata quella della “integrazione automatizzata”, cioè la capacità della macchina di operare in automatico in funzione dei dati scambiati con il sistema logistico della fabbrica, o con dati provenienti da clienti e fornitori, o con altre macchine del ciclo produttivo. I progetti che soddisfano questa caratteristica sono ad esempio quelli della linea di produzione composta da macchinari in serie che “si comandano a vicenda”, o quello della macchina che automaticamente gestisce il magazzino, sapendo quante
materie prime ha impiegato e quanti prodotti finiti ha realizzato. Il numero delle aziende coinvolte in processi di rinnovamento tecnologico è un dato molto positivo, così come le stime in termini di incremento di Pil che deriveranno da queste forme di investimento, soprattutto perché la maggior parte dei macchinari tecnologici sono prodotti in Italia. Il maggiore dato positivo, anche se difficile da stimare in termini numerici, resta comunque l’incremento di produttività delle aziende che hanno fatto tali forme di investimento, che permetterà loro di meglio competere sui mercati globali.
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“Smart Clusters” per una “smart specialisation” Il progetto S3-4AlpClusters intende, tra gli altri obiettivi, sviluppare e testare servizi innovativi dedicati alle Pmi. A Rovereto l’evento dei “clusters workshop”. di ILARIA MASCITTI, Provincia autonoma di Trento - SILVIO ANTONIONI, Hub Innovazione Trentino
“S3-4ALPCLUSTERS -
Strategia di Specializza- seguito presentate, condivise e discusse, a livello zione Intelligente per creare un modello di inno- regionale, durante i “clusters workshop”. vazione per i cluster dello Spazio Alpino” è un L’evento in Trentino è stato ospitato a Rovereto progetto co-finanziato dal Programma Europeo presso la ProM Facility di Trentino Sviluppo e ha Interreg Spazio Alpino, a cui partecipa il Dipar- visto la partecipazione di Hit, Provincia autonotimento della Conoscenza della Provincia autono- ma di Trento, tre clusters locali (Polo Meccatronica, ma di Trento con un budget di 120mila euro e Progetto Manifattura e Habitech), e di alcuni rapHub Innovazione Trentino con 222mila euro. presentanti del tessuto imprenditoriale. Il progetto S3-4AlpClusters intende, tra gli altri Il tavolo di lavoro ha beneficiato della presenza obiettivi, sviluppare e testare servizi innovati- di Mr Heiko Bartschat di “Cluster Mechatronik & vi dedicati alle Pmi attraverso un forte coinvol- Automation Management”, cluster leader bavarese gimento dei cluster, ossia un gruppo di aziende che opera nel settore della meccatronica, il quale e altri attori locali, che cooperano su un’area di ha presentato le attività eccellenti che erogano ai specializzazione al fine di promuovere competi- propri membri. tività, innovazione e trasferimento tecnologico. Il I cluster workshop hanno consentito di promuoprogetto beneficia dell’adesione di Confindustria vere momenti di networking e proporre servizi Trento come osservatore all’interno di tutte le fasi innovativi, sulla base delle esigenze espresse dai del progetto e promotore dei processi di crescita cluster locali, che verranno implementati nel cordelle aziende. so del progetto, attraverso un approccio di coopeUno studio, condotto da Hit sui servizi erogati razione trans-regionale, per sostenere e favorire lo dai clusters dello spazio alpino, ha consentito di sviluppo di una “smart specialisation” attraverso selezionare e individuare le migliori pratiche, in l’attivo coinvolgimento di “smart” clusters.
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Sport, startup e innovazione Nuove prospettive internazionali per l’Hackathon del Calcio Italiano, ospitato per la prima volta a Trento a metà ottobre. Gli ospiti, i riconoscimenti, le opinioni. di FRANCESCO ANESI
LA
Figc, un vicepresidente Uefa, la Fifa e una gi Buffon che della Maratona di Innovazione ha dozzina di Federazioni calcistiche europee si sono detto “Mi piace questo approccio all´innovazione incontrate a metà ottobre a Trento per il “Primo e alla tecnologia applicato al nostro mondo, il Hackathon del Calcio Italiano – Maratona di In- mondo del calcio”. novazione della FIGC”. Parallelamente all´Hackathon si sono svolti moOrganizzato da una partnership pubblico-privata menti di incontro e riflessione su sport, calcio ed (Figc, Provincia autonoma di Trento, Università innovazione con Luigi Di Biagio (commissario di Trento e Trentino Sviluppo con il coordina- tecnico nazionale under 21, Figc), Valter Di Salmento di Carlo Alberto Carnevale Maffé e Fran- vo (responsabile performance e ricerca Club Italia, cesco Anesi), l´Hackathon ha visto una grandis- Figc), Roberto Rosetti (responsabile progetto Var), sima partecipazione: 402 i candidati alla sfida Antonio Gagliardi (head of match analysis, Figc), dell’“Innovazione Totale” applicata al mondo del Milena Bertolini (allenatrice Nazionale di calcio calcio, 155 gli innovatori selezionati per confron- femminile Figc), Marco Bicocchi Pichi (presidente tarsi a Trento. ItaliaStartup) e tanti altri. La provenienza dei 402? Molteplice, nazionale e in- La prospettiva futura è creare un’alleanza strateternazionale perché lo sport – come l´innovazione gica e una nuova visione sul binomio Sport-In– non ha né confini né lingue: da Padova a Bari, novazione. Trentino Sviluppo ha creato assieme da Barcellona a Istanbul, da Berlino a Edimburgo, all´Università di Trento un acceleratore di startup da Varsavia a Bruxelles, dal Costarica al Kosovo, sportive. Tutti gli stakeholders sono impegnati nel da Dachau a Zurigo, da Londra a Monaco fino ad creare queste nuove prospettive internazionali. arrivare a Dublino. Internazionale è la coalizione di partner tecnologici che ha sostenuto e vitalizzato Hackathon Figc, internazionali i riconoscimenti attribuiti all’evento, che ha ricevuto l’Alto Patrocinio di Commissione Europea (Tibor Navracsics, commissario europeo per Sport-Cultura-GiovaniEducazione), Parlamento europeo (Presidente Antonio Tajani), Ministro per lo Sport (Luca Lotti) e Coni (presidente Giovanni Malagó). Forte è anche la vocazione europea, che ha visto gli organizzatori impegnati in un tour partito da Bruxelles, arrivato a Milano presso l’Unicredit Start Lab e conclusosi a Roma presso Tim #wcap, luoghi simbolo dell’innovazione e dello sport. L’Hackathon è letteralmente una maratona di innovazione, e lo ha spiegato molto bene sul suo profilo Facebook il capitano della Nazionale, Gianlui-
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Giovani, “Sempre avanti!” Esperienza nella capitale per la delegazione del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Trento, a Roma per una visita alle istituzioni, da Montecitorio alla Santa Sede. di MICHELE MANICA, vicepresidente Gruppo Giovani Imprenditori
SI
è conclusa la trasferta istituzionale del Gruppo ni di qualificazione e valorizzazione delle risorse Giovani Imprenditori di Confindustria Trento, a umane. Presso la sede di Confindustria si è svolto Roma per una serie di appuntamenti presso la Ca- l’appuntamento con il presidente dei Giovani Immera dei Deputati e del Senato della Repubblica, prenditori Alessio Rossi e con i vertici del MoviConfindustria e la Santa Sede. mento: Rossi ha illustrato le prossime attività del A Montecitorio la delegazione guidata dalla presi- Gruppo, caldeggiando la partecipazione e il condente Stefania Segata ha incontrato gli onorevoli tributo degli industriali trentini. La trasferta si è Lorenzo Dellai, Luisa Gnecchi e Michele Nico- chiusa con la visita a Piazza San Pietro e l’Udienza letti per discutere di economia e di imprese. A di Papa Francesco. Segata, accompagnata dall’imPalazzo Madama, i Giovani Imprenditori sono prenditrice trentina Aurora Arcese, ha consegnato stati ricevuti dal senatore Vittorio Fravezzi, che li al Pontefice un’offerta raccolta tra i componenti ha aggiornati sui lavori della 5° commissione per- del Gruppo a favore dei più poveri. manente: si è parlato dunque di bilancio, e nello “Sempre avanti!” con questa vivace esortazione il specifico delle priorità condivise dal Governo sul Pontefice ha salutato la presidente Segata a conparadigma di Industria 4.0. Fravezzi ha eviden- clusione dell’udienza. Due semplici parole, ma ziato le convergenze tra le priorità espresse dagli significative, un augurio che l’intero Gruppo ha industriali e gli obiettivi della maggioranza di go- colto con entusiasmo avvalorando la consapevoverno confluiti nel piano di politica industriale lezza che l’operato degli imprenditori crei valore del Mise. Il confronto si è sviluppato in partico- per il bene di tutti. lare sugli investimenti destinati alla formazione Grandissima l’emozione per i Giovani Imprendiinerente le competenze e le tecnologie di Indu- tori nel vedere Papa Francesco che ha concesso stria 4.0 e sulle loro importanti ricadute in termi- un caloroso saluto a pochi metri di distanza, un bellissimo momento che, nella cornice di piazza San Pietro, ha regalato al Gruppo istanti di autentica emozione e commozione. Roma ha quindi regalato un ampio panorama di sé, istituzionale, spirituale e infine anche emozionale: non poteva infatti mancare un tour attraverso la città eterna. Gli imprenditori del Gruppo Giovani di Trento hanno quindi saputo concentrare in questi due giorni romani tantissime esperienze con un programma serrato e intenso ma non privo di momenti conviviali divertenti. Lo spirito del Gruppo è proporre iniziative ed esperienze che fanno crescere, mettendo sempre al centro il valore delle relazioni tra imprenditori e dell’amicizia. “Sempre avanti!”
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L’impresa italiana che va “Oltre” A Capri lo scorso ottobre il 32° convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria. Per un Paese competitivo e coeso, delle industrie protagoniste e non spettatrici. di SERENA BEBER, Consiglio Direttivo del Gruppo Giovani Imprenditori
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è trattato di un’importante occasione di ritrovo e di condivisione di esperienze e di prospettive; il tema della globalizzazione e del superamento dei confini geografici e politici è entrato preponderante nella sala gremita di giovani imprenditori. E così “oltre” diventa un modo di vedere il mondo, di vedere e capire il mercato globale e “oltre” lo è anche il nostro Paese: occupiamo superfici di terre emerse irrisorie ma siamo al primo posto per numero di beni Unesco, abbiamo pochissime
grandi imprese ma siamo la settima potenza industriale. Sono antiche glorie culturali e politiche a farci andare “oltre” e sono le fantastiche doti dei nostri imprenditori a proiettarci nel futuro e ad essere leader e eccellenza in molti settori, ad essere “attori e mai comparse”, come auspicava il presidente Vallarino Gancia in occasione di un intervento dei Giovani Imprenditori a Santa Margherita nel 2011. Come afferma il presidente dei Giovani Impren-
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ditori di Confindustria Alessio Rossi « è quando va oltre che l'Italia piccola diventa grande. Oltre i suoi confini, quelli fisici e quelli culturali. Oltre i suoi limiti, quelli geografici e quelli politici”. È proprio in questo tempo carico di incertezze e di scontri, chiusura contro apertura, sovranità nazionale contro europeismo, che le imprese e gli imprenditori devono diventare protagonisti al fine di programmare le scelte di medio e lungo periodo: solo una sinergia fra gli attori della scena economica, industria, politica e parti sociali, può portare al successo di un Paese. Ne sono un esempio le politiche di sostegno al made in Italy e le politiche di internazionalizzazione che hanno permesso al nostro tessuto imprenditoriale di farsi conoscere in tutto il mondo e di conquistare molti
Rossi: "È quando va oltre che l'Italia piccola diventa grande. Oltre i suoi confini, quelli fisici e quelli culturali. Oltre i suoi limiti, quelli geografici e quelli politici".
mercati e che, così facendo, hanno permesso al nostro Paese e al nostro sistema di sopravvivere alla crisi degli ultimi anni. L’Italia dunque diventa un hub, un luogo di molteplici opportunità, il punto da cui passano infinite rette; si pensi per esempio a Trieste che potrà essere punto d’incontro tra la via della seta cinese e asiatica e l’Europa. Perciò guardare oltre per il nostro sistema significa vedere al di là del protezionismo e chiedere che vengano attivate forme di controllo e tutela atte a garantire una leale concorrenza; guardare oltre significa cogliere le opportunità della solidarietà internazionale che può diventare un piano coerente di politica estera ed economica atto a sviluppare opportunità di crescita per i paesi bisognosi
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e opportunità di business per le imprese italiane ed europee. Lo ha ricordato anche il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani: “Dobbiamo andare verso l’Africa - ha detto - prima che l’Africa venga da noi”. Guardare oltre significa anche accogliere gli investimenti esteri, quelli che il presidente Rossi definisce “i nuovi italiani”, quelli che salvano posti di lavoro a discapito della nostalgia per la proprietà di marchi storici, quelli che permettono alle nostre aziende di entrare in reti globali e che permettono di esportare prodotti e importare cervelli. Guardare oltre è anche ridurre il rischio Paese e superare i problemi connessi alla burocrazia opprimente e alla criminalità organizzata, senza però legittimare la cultura del sospetto verso gli imprenditori fino ad incorporarla in un testo legislativo del codice antimafia. Guardare oltre significa anche favorire l’occupazione giovanile non solo agendo sul costo del lavoro ma anche sulla qualità del lavoro, favorendo e incentivando l’alternanza scuola-lavoro, punto cardine di una politica industriale di lungo raggio. In questo contesto si inseriscono i numerosi interventi delle due giornate di lavoro. Dall’inaspettato intervento di Silvio Berlusconi che ha parlato di imprenditoria e di politica interna e estera, agli interventi di alcuni ambasciatori quali Ofer Sachs (ambasciatore di Israele in Italia) e Liborio Stellino (ambasciatore d’Italia negli Emirati Arabi). Molte le storie di successo nell’export raccontate da Davide Bollati (presidente Daviness), Ernesto Lanzillo (senior partner Deloitte) e Costantino Vaia (Dg Conorzio Casalasco del pomodoro Pomì) e molte le testimonianze del fare squadra raccontate dal punto di vista di Luca Lotti (ministro dello sport) e di Mauro Baldissoni (direttore generale As Roma). Per proseguire poi con le interviste che focalizzano l’attenzione sull’importanza delle sinergie e discusse da Silvio Angori (Ad Pininfarina) e Gianluca Brozzetti (Ad Gruppo Buccellati) e con l’esperienza di Giuseppe Bono (Ad Fincantieri). Eccolo dunque quell’oltre che vogliamo e per il quale ci impegniamo: un Paese competitivo e coeso, delle industrie protagoniste e non spettatrici, degli imprenditori temerari e capaci.
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Per una “copertura” a 360 gradi Passato, presente e futuro di Fal: azienda del settore legno con sede a Lavis che si avvia a costituire un “Polo del tetto” in grado di assicurare forniture globali a imprese edili e carpentieri. di SILVIA BRUNO
SE
si chiama Fal, è perché al principio altro non era se non una piccola Fabbrica di Avvolgibili con sede a Lavis. Correvano gli anni Sessanta, e l’azienda fondata da Ezio Brugnara e Guglielmo Chisté andava acquisendo commesse, e credibilità, sul mercato trentino delle tapparelle in legno e del legname in generale. Il marchio è ancora oggi quello delle origini, anche se il core business di Fal ha da allora più volte cambiato orientamento: per rispondere alle esigenze di una domanda in continua evoluzione, per fare fronte ai dettami del progresso, per la volontà dei titolari (questa sì, rimasta immutata) di precorrere le tendenze. Già alla fine degli anni Settanta, Brugnara e Chisté si affacciano al settore delle costruzioni, iniziando a produrre case prefabbricate in legno. Presto scelgono di virare altrove: il panorama italiano non è maturo per questo
tipo di soluzioni, e nel frattempo è entrato in crisi anche il mercato degli avvolgibili in legno, scalzati dalla concorrenza del nuovo Pvc. È così che, insieme all’esperienza maturata fin qui, l’intuito suggerisce ai fondatori di percorrere una strada in qualche modo contigua: Fal inizia a produrre perlinato per pavimenti e rivestimenti e tavolame per l’edilizia, ma soprattutto travature per tetti. Sarà – quest’ultimo – il ramo d’azienda principale, perlomeno a partire dagli anni Novanta, quando l’impresa si fa società di capitali e vede l’ingresso di due nuovi soci: Luca Brugnara e Alessandro Chisté, figli l’uno di Ezio, l’altro di Guglielmo. “Con 33 dipendenti e un fatturato che supera gli 8 milioni – spiega Alessandro Chistè – siamo ancora oggi il fornitore di riferimento di carpentieri, studi tecnici e imprese edili, che assistiamo con un servizio che si apre con la progettazione del disegno
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esecutivo e si chiude con le fasi della lavorazione vera e propria. Abbiamo di recente affiancato ai due impianti storici un nuovo centro taglio, la Scm Oikos, che ci consente di lavorare anche pareti in X-Lam e travi lamellari con sezioni particolarmente elevate”. La commessa viene presa in carico in prima battuta dai disegnatori esperti dell’ufficio tecnico, che attraverso i software Dietrich’s e Sema realizzano il progetto tridimensionale delle strutture in legno richieste (in Fal si parla di un migliaio di disegni esecutivi l’anno). Il disegno viene poi trasferito ai centri taglio, che procedono alla realizzazione degli elementi strutturali. L’ultima fase è quella della finitura: che può essere eseguita dalla Scm, o può essere affidata – nel caso di lavorazioni particolari - ai cinque falegnami che operano presso l’azienda. “L’idea – spiega Luca Brugnara – è di garantire un servizio che risponda a tutte le esigenze della nostra clientela. Per questo, nei mesi scorsi abbiamo intensificato la collaborazione con Riwega, Roofrox e 3-Therm: tre società che ci consentono di offrire, oltre agli elementi in legno, tutti i materiali complementari alla costruzione del tetto e delle case in legno: ferramenta, isolanti, membrane ad
alta traspirazione e freni al vapore”. Per un “polo del tetto” che possa magari, in futuro, ricomprendere anche tegole e velux. Vi è, a dire il vero, un’attività che Fal non ha mai abbandonato: dalle origini a oggi, la commercializzazione di legname ha sempre costituito un punto di forza dell’azienda, anche in termini di reputazione. Il magazzino ha una disponibilità costante di 7mila metri cubi di legname in generale, di cui 3500 metri cubi di travi lamellari, oltre a un’ampia giacenza di pareti in X-Lam (350 metri cubi) di misure e spessori diversi. “Una risorsa enorme – spiega Brugnara – che ci ha consentito di competere anche con i fornitori più performanti. Il fattore tempo gioca dalla nostra parte: di fronte a qualsiasi richiesta siamo in grado di garantire la pronta consegna, quando per lo stesso ordine sul mercato austriaco può accadere di attendere anche tre, addirittura sei settimane”. Lo stabilimento di Lavis ha infine un punto vendita al dettaglio aperto a qualsiasi tipo di consumatore: anche all’appassionato del fai da te che cerca materiali – e dritte – per piccoli, ma ambiziosi, lavori di casa.
Ad Adige BLM il premio nazionale Orientagiovani
Luca Arighi, direttore generale di Adige Spa- BLM Group, ha ritirato a Roma, presso la Luiss, il premio consegnato in occasione della XXIV° Giornata Orientagiovani all’azienda, “esempio eccellente di lungo e crescente impegno nell'orientamento, formazione e training dei giovani studenti e neo-assunti”.
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Missione commerciale in Iran Cinque aziende trentine - Cipriani Profilati, Metalife, Rovimpex, Tumedei e Twt - hanno soggiornato per cinque giorni a Tehran. Più di 70 gli incontri business to business organizzati con le controparti iraniane. di GIORGIO ZAGONEL, Trentino Export
DAL
7 al 12 ottobre Trentino Export ha organizzato, nel quadro del suo pluriennale progetto di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese trentine, una missione commerciale in Iran, a Teheran. La missione ha visto la partecipazione di cinque aziende associate al Consorzio: Cipriani Profilati Srl, Metalife Srl, Rovimpex Srl, Tumedei Spa e Twt Srl. L’Iran è storicamente un mercato molto importante per il Made in Italy e le potenzialità per le aziende italiane e trentine sono molte. Per sostenere le imprese già operanti o che intendono approcciare questo mercato, quindi Trentino Export si è dotato dai primi mesi del 2016 di un nuovo referente per l’Iran a Teheran. Tramite questo nuovo desk Trentino Export è quindi in grado di supportare le aziende interessate a questo mercato con sondaggi di mercato ed organizzazione di incontri Business to Business, affiancamento delle aziende nella fase post incontri Business to Business ed assistenza nelle materie doganali, fiscali, legali e di accesso al credito. Il referente di Trentino Export In Iran, Luca Miraglia, ha sottolineato nella sua recente visita in Trentino come: “Fare business in Iran significa affrontare un mercato con un grande potenziale di crescita (82 milioni di abitanti) in cui i prodotti del Made in Italy sono molto apprezzati. L’accordo definitivo sul programma nucleare fra il Paese asiatico e gli Stati del 5+1 e la conseguente eliminazione delle sanzioni ha portato molte aziende straniere, soprattutto europee, ad affrontare un vero e proprio boom di richieste da Teheran. L’Italia, nel periodo che va dal marzo 2016 al marzo 2017, ha esportato in Iran 150 mila tonnellate di prodotti Made in Italy per un valore complessivo che supera 1,23 miliardi di dollari (fonte Istat), in aumen-
to del 52% rispetto allo stesso periodo dell’anno Incontri B2B precedente. Fra i prodotti italiani maggiormente presso i clienti iraniani richiesti dai consumatori iraniani troviamo macchinari e apparecchiature, food & beverage, oggetti d’arredamento e prodotti farmaceutici”. Ha poi ribadito come: “Gli iraniani hanno una grande considerazione della moda e del design soprattutto italiano. L’Italia parte dunque avvantaggiata rispetto agli altri Paesi per due motivi: il primo è che gli iraniani amano i prodotti italiani, che si tratti di macchinari o brand di moda ed in più, fattore importantissimo, Roma non ha mai interrotto le relazioni con Teheran durante l’embargo. Non c’è quindi da stupirsi del fatto che l’Italia, nel 2017, sia diventata il primo partner europeo nei rapporti commerciali con l’Iran”. La Repubblica Islamica rientra tra le prime venti economie mondiali (la seconda nel Medio Oriente), con caratteristiche che la proiettano verso un
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graduale processo di modernizzazione. La composizione demografica della popolazione, l’alto livello di alfabetizzazione e istruzione (un mercato di poco meno di 80 milioni di abitanti di cui più del 60% sotto i 30 anni), la posizione geografica strategica (crocevia tra oriente e occidente), l’abbondanza di risorse naturali (quarto produttore di petrolio al mondo e secondo per riserve di gas naturale) e la presenza di una rete sufficientemente sviluppata di infrastrutture, trasporti e telecomunicazioni, risultano fattori positivi e di grande interesse per le aziende italiane. Durante la missione sono stati svolti dalle aziende partecipanti più di 70 incontri business to business con controparti iraniane selezionate e i riscontri da parte delle aziende partecipanti sono stati molto positivi. Barbara Fedrizzi, presidente di Trentino Export, a tal proposito ha sottolineato come: ”per la buona riuscita della missione è stato fondamentale l’appoggio del nostro desk di Teheran che è riuscito con grande professionalità a selezionare controparti iraniane molto interessate ai prodotti delle aziende trentine partecipanti. Trentino Export in questi anni ha rafforzato la sua presenza sui mercati esteri, allargando la sua rete di referenti ed aprendo così nuovi mercati emergenti alle esportazioni trentine. Il Piano Internazionalizzazione Piccole e Medie Imprese Trentine avviato questo anno sta dando i suoi risultati, che saranno ben evidenziati nel prossimo Export Day di marzo”.
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Nuovo referente Trentino Export per gli Emirati Arabi Uniti Trentino Export, nella sua continua ricerca di nuove opportunità commerciali per le aziende trentine, si è dotato di un nuovo referente negli Emirati Arabi Uniti per sostenere l’export provinciale nell’area del Golfo Persico. I settori di riferimento, nei quali il nuovo referente è dotato già di ottimi contatti, sono i comparti della componentistica per l’edilizia, dell’impiantistica, dell’interior design e dell’edilizia sostenibile. Trentino Export si propone così di aiutare le imprese trentine nel loro processo di internazionalizzazione anche su questo mercato, tramite il collaudato metodo che a una prima fase di ricerca di potenziali clienti prevede poi l’organizzazione di incontri Business to Business ed una assistenza fino alla fase del post vendita. Trentino Export Soc. Coop. www.trentinoexport.it zagonel@trentinoexport.it Tel. 0461-931011 Fax. 0461-933551
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Horizon 2020: come accedere? Illustrati in un seminario i servizi a supporto della gestione dei nuovi fondi europei per le imprese che l’Associazione propone in collaborazione con Warrant Group. di NICOLÒ ANDREINI
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27 ottobre scorso sono stati pubblicati i 18 dali di due imprese associate che si sono aggiuWork Program 2018-2020 del programma europeo dicate e stanno gestendo progetti europei: Delta per la ricerca e l’innovazione Horizon 2020, con Informatica Spa, con l’intervento del direttore amcui la Commissione europea distribuirà alle im- ministrativo Antonio Biscaglia e del responsabile prese innovative europee 43 miliardi di euro dal tecnico Paolo Busetta, ha presentato il progetto 2018 al 2020 appunto. Supersede a valere su Horizon 2020; Novurania Confindustria Trento ha voluto, per l’occasione Spa, con l’intervento dell’ad Cesare Antolini e certamente rilevante, organizzare a Palazzo Stella della referente ricerca e sviluppo Anna Zaghi, ha un seminario, il 16 novembre, di presentazione spiegato il progetto Aeropcm a valere sullo Sme’s e aggiornamento sugli obiettivi, i contenuti e le Instrument. procedure di accesso al programma, a vantaggio Warrant, gruppo leader nell’accesso ai finanziadelle imprese associate. menti e partner stabile di Confindustria Trento nei L’incontro è stato aperto, moderato e concluso dal servizi di finanza agevolata e, recentemente, anche direttore generale Roberto Busato e da Giorda- nei finanziamenti europei, ha contribuito all’evenno Tamanini, presidente di Aldebra Spa e com- to. Paolo Neri, European Funding Division Warponente del Consiglio Generale di Confindustria rant, nell’incontro ha fornito un inquadramento Trento. sui Work Program Horizon 2018-2020 e sui vari e L’evento ha dato spazio alle testimonianze azien- concreti servizi di accompagnamento alle imprese
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che l’Associazione, in collaborazione con Warrant, fornisce su tutto il processo di euro-progettazione: dalla verifica sulla finanziabilità dell’idea progettuale, alla analisi e mappatura delle competenze aziendali, alla selezione del bando europeo adatto, alla individuazione degli eventuali partner e costituzione di partenariati, fino all’assistenza per la preparazione della documentazione necessaria per la presentazione della proposta progettuale. Come è noto, non tutte le idee sono finanziabili, ma per esserlo richiedono un importante livello di innovazione. L’Europa con Horizon 2020 ha sancito, infatti, il ruolo imprescindibile dell’innovazione come ponte tra ricerca e mercato. I progetti vengono misurati in maniera puntuale non solo dal punto di vista tecnologico e scientifico, ma anche e soprattutto dal punto di vista del business plan e generazione di nuovi modelli di business. L’industria è quindi chiamata a giocare un ruolo chiave in questa partita dell’innovazione, ovvero contribuire con la propria visione a trasformare una buona idea in un prodotto o in un servizio di successo. La selezione del bando è certamente un passaggio focale e non semplice, che richiede expertise e supporto specialistico. Infatti, i 18 Working Program pubblicati nel quadro di Horizon 2020, si suddividono in numerosissimi progetti con tematiche fra le più varie; solo per citarne alcune: software, nanotecnologie, domotica, materiali intelligenti, biotecnologie, efficienza energetica sostenibile, alimentazione sana, smart working, trattamento dei rifiuti. La logica consortile della maggior parte dei progetti – sono esclusi solo i bandi dello Sme’s Instrument in cui la Pmi può concorrere da sola – richiede la individuazione di partner e la costituzione di partenariati complessi, fra Università, Enti di Ricerca e Imprese di Regioni e Nazioni diverse, in cui ogni componente fornisce il proprio contributo, spesso con expertise inserita in progetti non necessariamente del suo stesso settore di appartenenza. Cosicché, limitarsi a analizzare e valutare bandi che appartengano esclusivamente al proprio ambito, rischia di escludere l’azienda da
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opportunità di progetti in settori diversi in cui il contributo dell’impresa stessa potrà essere focale. Dimodoché uno degli importanti contributi del professionista esperto di finanziamenti europei risiede proprio nella individuazione di bandi che, sebbene inseriti in work program di settori diversi da quello di appartenenza dell’azienda, possano interessarla. Vincere un bando europeo – è stato ripetuto più volte nel corso del Seminario – non è certamente semplice, tanto che, ad esempio, per lo Sme’s Instrument si parla di un tasso di successo di appena il 10%. La competizione è importante e agguerrita. Eppure, non necessariamente richiede molto lavoro. Infatti, ad esempio, Delta informatica Spa è stata invitata ad inserirsi in un consorzio di aziende e ha dovuto fornire ai partner un contributo breve e di veloce estensione inerente al proprio apporto tecnico al progetto del valore di circa 450mila euro di finanziamento nel partenariato. Mentre Novurania Spa, con un progetto iniziale di 10 pagine, ha superato la prima fase di selezione per un pre-finanziamento di 50mila euro, con cui elaborare il progetto complesso per la seconda fase. Una volta vinto il bando, poi, anche la sua gestione non è semplice. I relatori di Delta Informatica e di Novurania hanno segnalato quanto le rendicontazioni delle fasi del progetto non siano di facile gestione, sebbene come contropartita il finanziamento europeo a fondi perduto, riconosciuto all’azienda a stato avanzamento lavori, arrivi fino al 70% del valore del progetto. Nonostante le complessità inerenti la progettazione europee, grazie agli strumenti che l’Associazione mette a disposizione a supporto delle imprese in partnership con Warrant e grazie anche alla presenza sul territorio di partner di primo livello delle imprese quali Università degli Studi di Trento e Fondazione Bruno Kessler, l’invito, rivolto alle imprese dal direttore Busato è quello di venire a parlare di una propria idea innovativa in Associazione e, insieme con Warrant, valutare se presentare o meno un progetto europeo, con l’aiuto di Confindustria Trento.
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Sette linee d’azione per le imprese Il mondo dell’industria sta cambiando a una velocità e con una pervasività senza precedenti. Il Centro Studi Confindustria accende i riflettori sulla capacità delle imprese di aumentare il valore aggiunto. di VALERIA RUGGERI
"NON
viviamo un’epoca di cambiamento ma un cambiamento d’epoca”. La rinomata frase di Papa Francesco non è un gioco di parole ma esprime quanto i fattori strutturali che determinano i cambiamenti agiscono su piani differenti, a volte anche molto distanti, e generano discontinuità, salti epocali per appunto. Il Centro Studi di Confindustria (CsC) elenca, in primis, i fattori strutturali, tralasciando la pretesa di ordinarli per importanza: l’emersione di nuove potenze manifatturiere di taglia continentale (Cina in testa), l’avvento di nuovi paradigmi tecnologici (digitalizzazione, ma non solo), l’esplosione dell’interdipendenza tra Paesi e dei sistemi economici, la manifestazione di nuove disuguaglianze nel mondo avanzato e in quello emergente, l’invecchiamento della popolazione e gli effetti persistenti della crisi che, in particolare per l’Europa e
soprattutto per l’Italia, ha significato in termini di domanda tornare indietro di anni e ha accelerato lo spostamento del baricentro produttivo verso l’Asia. L’analisi del CsC – presentata lo scorso 8 novembre presso la sede di Viale dell’Astronomia – prosegue contestualizzando i fattori strutturali, con l’obiettivo di estrarre suggerimenti per le imprese e i policy maker e, soprattutto, per intercettare le linee di azione non più rinviabili. Non dimentichiamo che l’Italia, anche per il 2016, conferma la 7° posizione nella classifica annuale dei principali produttori manifatturieri mondiali, con una quota costante del 2,3%, il secondo miglior piazzamento europeo dietro alla Germania, al 5° posto, con una quota del 5,9% mentre Cina e Stati Uniti restano in testa con quote invariate di valore aggiunto mondiale rispettivamente al 29,5% e al 19,0%. Cerchiamo,
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anzi dobbiamo, mantenere il passo mantenendo le quote di mercato sul commercio mondiale orientando le vendite verso i mercati esteri più dinamici. Ma quali sono i sette principali campi su cui è necessario agire per affrontare i cambiamenti epocali in corso nel mondo dell’industria? Vediamoli: 1. Innovazione: è un must. Gli investimenti in innovazione tecnologica hanno un ruolo cruciale nel migliorare la capacità delle imprese di aumentare il valore aggiunto. L’introduzione di innovazioni di prodotto e di processo porta nei tre anni successivi a una migliore performance in termini di fatturato, produttività e occupazione. 2. (Nuova) Globalizzazione: la regionalizzazione degli scambi e la tendenza della Cina a farsi in casa molti semilavorati che prima comperava fuori obbligano a essere presenti direttamente nei mercati, non solo nei segmenti B2C (business to consumer) ma anche in quelli B2B (business to business). 3. Posizionamento nelle catene globali del valore: l’Italia è forte a monte, con alcuni vantaggi competitivi nella difesa e nell’arricchimento delle competenze ma anche con la conseguenza che i
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semilavorati made in Italy rischiano di non essere ben valorizzati presso gli utilizzatori dei beni finali che li incorporano. Per accrescere il potere di mercato dell’Italia serve inoltre un maggiore coordinamento nelle filiere (integratori di filiera con ruolo di interfaccia per chi assembla alla fine le varie componenti) e più contaminazione tra saperi provenienti da ambiti differenti (meccanica, elettronica, chimica, digitale). 4. Tecnologie digitali 1, start now: vanno introdotte subito perché sono lo spartiacque che separerà ancor più le imprese di successo dalle perdenti. Si stima che nel 2050 raddoppierà rispetto a oggi la remunerazione del capitale “intelligente”, raggiungendo una quota di oltre il 60% del reddito totale. Non richiedono un grande impegno finanziario e quindi sono accessibili a imprese di qualunque dimensione. Occorre un netto cambiamento di mentalità. 5. Tecnologie digitali 2, people first: spiazzano il lavoro come non mai nella storia, dunque serve uno sforzo di investimento nel capitale umano altrettanto importante di quello in capitale fisico. Tanto più che nelle aziende convivranno tre generazioni di lavoratori, dai ventenni ai settantenni. La contaminazione tra freschezza creativa e sapienza accumulata è la chiave vincente nelle aziende. L’inclusione lo è nella società. 6. Fuga dei giovani: la scelta di un numero crescente di giovani diplomati e laureati italiani di cercare all’estero migliori opportunità ha assunto le dimensioni di una vera ondata di emigrazione. Ciò genera scarsità di persone ad alto potenziale da assumere per le imprese e perdita di capitale umano per il nostro Paese e rende ancora più difficile la transizione verso un’economia digitale e della conoscenza. 7. Crescita della produttività: dipende più dalle strategie aziendali che dal buon funzionamento dei mercati. Sburocratizzare, liberalizzare, regolamentare con mano leggera, semplificare e privatizzare sono le leve indispensabili per far rendere al meglio gli spiriti imprenditoriali.
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