FEBBRAIO | MARZO 2018 ANNO 59 | N°01
L’efficienza sostenibile dell’industria trentina Le strategie delle imprese che producono “compatibilmente”
Autotrasporto Potenziare le infrastrutture accelera la ripresa
Territori Dove l’impresa è un bene della comunità
Associazione Dalle Assise Generali il piano di Confindustria
Da oltre 50 anni al servizio dell’industria
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sommario
03 associazione
editoriale 7
Un piano per la crescita
il punto 9
41
Dalle Assise Generali il piano di Confindustria
44
Assunzioni agevolate: un’opportunità per le imprese
45
A Trento per studiare l'Industria 4.0
46
Carlo Calenda incontra gli industriali
Efficienza o sostenibilità?
copertina 10
L’efficienza sostenibile dell’industria trentina
13
Energia: consumare meno, consumare meglio
14
Ambiente e territorio: fondi per la formazione
15
La “sentinella” dell’energia
17
La Sportiva pubblica il primo bilancio di sostenibilità
aziende 49
Trattamenti innovativi per l’acciaio trentino
51
Come pezzi unici di un puzzle
54
Al passo con i tempi, a misura di cliente
57
Top Employers 2018: tris trentino
58
Ad Adige Spa il Premio dei Premi
59
Il Miur sceglie Aldebra e Buonarroti
speciale autotrasporti education
rubriche 10 copertina
19
Potenziare le infrastrutture accelera la ripresa
22
Logistica, traslochi e trasporti conto terzi
25
Un provider di servizi fisici e di processo
27
Trasporti e sollevamenti a misura di commessa
30
Ogni giorno, per tutto il giorno
Servizi personalizzati per l’internazionalizzazione
territori
sociale
60
internazionalizzazione 62
19 speciale autotrasporti 33 territori 39 industria 4.0 41 associazione
33
Dove l'impresa è un bene della comunità
35
Innovando, dalla natura alla natura
37
Quarant’anni di lavoro costante
49 aziende 60 education 62 internazionalizzazione
industria 4.0 39
La sperimentazione che passa per la partnership
63
A Casa Sebastiano il dono dell’Associazione
economia 64
L’economia trentina e le donne
4.0: il codice d'accesso per la competitività
63 sociale 64 economia
TRENTINOINDUSTRIALE.COM | FEB-MAR 2018
04 TRENTINO INDUSTRIALE Anno 59 | N. 1 Febbraio – Marzo 2018
FEBBRAIO | MARZO 2018
Direttore Responsabile
ANNO 59 | N°01
Alessandro Santini Comitato di Redazione
L’efficienza sostenibile dell’industria trentina Le strategie delle imprese che producono “compatibilmente”
Autotrasporto Potenziare le infrastrutture accelera la ripresa
Redazione
Territori Dove l’impresa è un bene della comunità
Silvia Bruno
Associazione Dalle Assise Generali il piano di Confindustria
Direzione, Redazione e Amministrazione
Palazzo Stella, Via Degasperi, 77 38123 Trento T 0461 360000 | F 0461 933551 Internet: www.trentinoindustriale.com e–mail: trentino.industriale@confindustria.tn.it Progetto grafico
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Editore
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editoriale
07
Un piano per la crescita 8.500 imprenditori coinvolti in 14 incontri sul territorio nazionale tra novembre 2017 e febbraio 2018, culminati il 16 febbraio nelle Assise di Verona. È stato il contributo di Confindustria alle elezioni politiche 2018. Le proposte e le indicazioni di policy sono state riassunte in un documento presentato alle Assise, di fronte a 5mila imprenditori associati, consegnato alle forze politiche che entreranno in Parlamento e a quelle che governeranno il Paese. L’Italia è a un bivio, come ha detto a Verona il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. O andiamo avanti sulla strada delle riforme e rimaniamo nel gruppo di testa delle grandi economie mondiali, oppure rischiamo concretamente di tornare indietro con conseguenze negative per la dimensione del nostro debito pubblico e per le fasce più deboli della popolazione. Alcune politiche e iniziative degli ultimi anni – varate da diversi Governi, anche di colore differente – hanno inciso positivamente sulla competitività delle nostre imprese e sulla crescita del Paese. Semmai vanno adattate e aggiornate, ma non depotenziate o cancellate. Nel complesso gli imprenditori di Confindustria hanno individuato tre missioni per il Paese, da affidare alla nuova classe politica nazionale. Primo: un’Italia che include, attraverso la creazione di opportunità di lavoro, soprattutto per i giovani. La prima missione è raggiungere tra 5 anni un tasso di occupazione più alto di almeno 5 punti, con una disoccupazione giovanile che scenda di almeno 15 punti. Il tasso di disoccupazione deve scendere sotto al 7 per cento, creando in un quinquennio almeno 1,8 milioni di posti di lavoro. Secondo: un’Italia che cresce, di più e in modo costante. La seconda missione è realizzare un tasso di crescita del PIL di almeno il 2 per cento in media d’anno per i prossimi 5 anni. Terzo: un’Italia che rassicura, con il graduale rientro del debito pubblico. La terza missione-Paese è far scendere il rapporto debito/PIL di almeno 20 punti in 5 anni. Si tratta di un piano da 250 miliardi di euro in 5 anni per fare ripartire l’Italia portandola su un binario ad alta velocità, per consentire alle nostre imprese di correre come sanno fare. È anche per questo che auspichiamo che si riesca a garantire al più presto la governabilità del Paese, nonostante il quadro politico articolato che è uscito dalle urne. Ne va del futuro dell’Italia. Giulio Bonazzi Presidente di Confindustria Trento
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La seconda generazione del motore da 12,8 l farà risparmiare all’Actros un ulteriore 3% di gasolio. Questi sono i migliori presupposti per poter ampliare ulteriormente il margine di risparmio di carburante registrato nei precedenti test drive comparativi «Fuel Duel». Constatate voi stessi, andando all’indirizzo www.fuelduel.it, oppure mettendovi personalmente al volante dell’Actros.
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il punto
09
Efficienza o sostenibilità? Non è la prima volta che scegliamo di dedicare alla sostenibilità la copertina di Trentino Industriale. Insieme a innovazione, internazionalizzazione e welfare, si tratta certamente di uno dei temi sui quali da più tempo portiamo l’attenzione dei lettori. Rappresentiamo, anche attraverso le pagine di questo giornale, una precisa inclinazione delle nostre imprese, interpreti convinte del richiamo universale a uno sviluppo responsabile. La buona notizia è che efficienza e sostenibilità non sono più termini disgiunti: nelle nuove tecnologie, anche l’industria trentina ha trovato strumenti innovativi e soluzioni sofisticate per armonizzare due poli che un tempo potevano apparire in parziale contraddizione. Sostenere le imprese che scelgono di ridurre i consumi e di utilizzare energia prodotta da fonti rinnovabili: va in questa direzione la firma di un nuovo accordo tra la nostra Associazione e Dolomiti Energia, che è anche il pretesto per una più ampia riflessione sugli effetti di una adesione rigorosa ai criteri della sostenibilità. Ne parla, in apertura di rubrica, il presidente della Piccola Industria di Confindustria Trento Marco Giglioli, delegato alla sostenibilità ambientale e al risparmio energetico; ne danno, a seguire, un vivido esempio le pratiche virtuose di due aziende associate, scelte per dare il senso di una sensibilità oramai più che diffusa nei contesti produttivi. Sono casi che evidenziano, tra le altre cose, la profonda correlazione tra la salvaguardia del patrimonio naturale e la tutela del benessere sociale: perché chi investe in processi e prodotti ecocompatibili non manca di farsi carico della soddisfazione dei propri lavoratori. Non solo: in molti casi, sono le stesse misure adottate per abbattere i consumi o aumentare l’efficienza a creare – all’interno della stessa azienda contesti più vivibili e confortevoli. È, questo impulso alla sostenibilità, una costante che percorre tutto il giornale, manifestandosi anche nelle pagine successive, con accezioni magari diverse ma ugualmente sostanziali. Penso alle parole di Alberto Zanetti, nostro delegato di Alta e Bassa Valsugana, Bersntol, Tesino e Valle di Cembra, che pone l’accento sul dialogo tra la presenza industriale e la comunità presso la quale egli ci rappresenta. Certamente è dove la coesione tra gli attori è più forte, che i migliori progetti per il futuro hanno maggiori garanzie di successo. Sempre di più dunque il nostro ruolo si giocherà sui territori, per una più solida presenza anche nelle relazioni con la comunità. Roberto Busato Direttore Generale di Confindustria Trento
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10 copertina
copertina
L’efficienza sostenibile dell’industria trentina Intervista a MARCO GIGLIOLI, presidente della Piccola Industria di Confindustria Trento con delega alla sostenibilità ambientale e al risparmio energetico.
PRESIDENTE,
cosa si intende, in un contesto produttivo e industriale, per sostenibilità ambientale? Con una semplificazione estrema, possiamo dire che la sostenibilità ambientale è una caratteristica propria di tutte le produzioni che possano dimostrare di essere compatibili con la salvaguardia dell’ambiente e delle risorse. Se ne parla oramai da una cinquantina d’anni, ovvero da quando si intese che era necessaria una svolta dei modelli di gestione dei processi. Si tratta di una consapevolezza che va progressivamente maturando, anche grazie allo sviluppo di nuove tecnologie capaci di affinare le soluzioni adottate per favorire la sostenibilità dei processi sotto diversi aspetti: il ricorso alle energie
Marco Giglioli
rinnovabili; l’uso consapevole e il risparmio delle risorse, l’abbattimento delle emissioni, lo smaltimento dei rifiuti. Per tacere degli aspetti legati al prodotto in sé, intorno al quale si muove, oggi più che mai, quell’universo straordinario che è l’economia circolare. Il “marchio Trentino” è storicamente associato all’idea, e alla cultura, della sostenibilità. Così anche il suo sistema industriale. Per forza: non dimentichiamo che il Trentino è uno dei primi produttori di energia idroelettrica, che rimane tutt’oggi la fonte rinnovabile che più contribuisce al fabbisogno energetico nazionale. C’è da dire inoltre che le politiche industriali locali, quando hanno promosso iniziative e contenitori destinati allo sviluppo delle tecnologie green – penso in primo luogo a Progetto Manifattura – hanno sempre trovato nell’imprenditoria trentina un interlocutore entusiasta. Confindustria Trento è tra le altre cose storico partner di Habitech, distretto di riferimento per l’edilizia sostenibile, l’efficienza energetica e le tecnologie intelligenti per la gestione del territorio. E le aziende trentine che praticano, a vario titolo, la sostenibilità, sono tante, e tante sono anche le imprese che stanno sviluppando nuovi business legati proprio a queste tematiche. Da ultimo, se è vero che il nostro sistema industriale eccelle, è vero anche che consuma poco suolo: la superficie delle nostre imprese occupa solo lo 0,2% del territorio provinciale. Possiamo citare qualche esempio concreto di questo tipo di investimenti? Guardando anche soltanto all’attività delle nostre aziende, i casi più ricorrenti riguardano l’installazione di impianti fotovoltaici e in generale l’utilizzo delle fonti rinnovabili. Un buon numero di associati ci ha chiesto assistenza per la partecipazione al bando del Fondo europeo di sviluppo regionale orientato all’efficienza energetica che avevamo promosso anche sulle pagine di questo giornale. Vi sono poi episodi particolarmente significativi: l’impianto di centrali a biomassa, preferite per il fatto che impiegano una fonte energetica che a livello di anidride carbonica ha impat-
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11
La centrale di Dolomiti Edison Energy a S. Giustina
to pari a zero; l’installazione di sistemi di monitoraggio energetico estremamente spinti; l’adozione del bilancio di sostenibilità, dunque finalmente anche la volontà di comunicare questa particolare sensibilità. Perché Confindustria Trento investe sulla sensibilizzazione delle aziende associate? Perché in altre parole, è opportuno che le aziende investano in sostenibilità? Non vorrei scomodare le politiche mondiali: è evidente che a livello globale, fatta salva qualche drammatica eccezione, vi è la consapevolezza diffusa della necessità di adottare pratiche sempre più compatibili e degli effetti disastrosi di comportamenti inadeguati. Mi limiterei invece qui a ricordare che investire sulla propria sostenibilità è interesse delle stesse imprese: perché porta a un miglioramento dell’organizzazione e delle performance, perché dà accesso a nuove opportunità di business (la Certificazione Iso 14001, ad esempio, è richiesta a livello internazionale ed è requisito per la partecipazione
a bandi pubblici), perché rafforza la reputazione. Non dimentichiamo tuttavia un aspetto etico fondamentale: le imprese hanno a cuore il territorio. Fa parte di quella inclinazione alla responsabilità sociale che è sempre più diffusa anche nel nostro Paese. Certo, minore è l’impatto dell’industria, maggiore è la salubrità di un territorio… Naturalmente. Ma quando dico che gli interventi dei nostri imprenditori fanno bene a tutto il contesto non mi riferisco soltanto alla qualità dell’aria e dell’acqua. Vi sono casi in cui le tecnologie introdotte dalle nostre aziende hanno generato benefici e risparmi concreti alla popolazione. Misure eclatanti sono, ad esempio, quelle adottate da alcune cartiere: uno stabilimento dell’Alto Garda ha costruito una centrale di cogenerazione capace di alimentare anche la rete di teleriscaldamento civile; un altro, a Condino, ha aperto una centrale di cogenerazione a biomassa che riscalda la locale piscina comunale.
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12 copertina
Una scelta illUminata, per te e per l’ambiente La soluzione di Dolomiti Energia per dare nuova luce alla tua azienda sostituendo l’attuale impianto al neon con led di ultima generazione
Abbattimento dei costi di illuminazione
L’impianto si ripaga da sè
Made in Italy garantito 8 anni
Nessun costo di manutenzione
Dilazione di pagamento
Impianto chiavi in mano
da 4 a 8 anni nella fattura di energia elettrica
www.dolomitienergia.it TRENTINOINDUSTRIALE.COM | FEB-MAR 2018
13 copertina
Energia: consumare meno, consumare meglio Il nuovo accordo tra Confindustria Trento e Dolomiti Energia prevede un servizio chiavi in mano per la sostituzione degli impianti di illuminazione, e prelude a nuovi strumenti per la gestione dell’energia.
È
alla firma un nuovo accordo di collaborazione tra Confindustria Trento e Dolomiti Energia, già partner di una convenzione per la fornitura di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili e di una convenzione per la fornitura di gas naturale. Il nuovo documento è stato condiviso con l’obiettivo di supportare le imprese ad intraprendere percorsi di sostenibilità ambientale che le vedano, oltre ad utilizzare energia prodotta da fonti rinnovabili, adottare soluzioni concrete mirate alla riduzione dei loro consumi. In particolare, Dolomiti Energia mette a disposizione delle imprese associate il servizio “PuroLed”: soluzione che consente di ridurre di oltre il 50% i costi legati all’illuminazione delle aziende industriali, e insieme di aumentare il comfort luminoso negli ambienti di lavoro. La proposta è “chiavi in mano”: Dolomiti Energia si occuperà di tutte le fasi d’intervento: dallo studio illuminotecnico alla sostituzione degli impianti di illuminazione con led di ultima generazione. I prodotti offerti sono rigorosamente made in Italy e garantiscono oltre vent’anni di vita. Le aziende che non vogliano sostenere una spesa iniziale potranno usufruire dell'innovativa formula del pagamento dilazionato nella fattura di energia elettrica, da quattro a otto anni, dove l'investimento iniziale si ripagherà da solo attraverso il saving generato. Per le imprese associate a Confindustria Trento che attiveranno il servizio è prevista inoltre l’applicazione di uno speciale bonus di 1e/MWh sui prezzi di fornitura dell’energia elettrica previsti dalla convenzione. Nell’ambito dell’accordo, Confindustria Trento e Dolomiti Energia si impegnano poi ad elaborare nuovi strumenti e servizi aggiuntivi, orientati alla gestione ottimale dell’energia e al miglioramento
della sostenibilità ambientale presso le imprese associate. Conscia del valore strategico che il “fattore energia” gioca all’interno delle realtà industriali, Confindustria Trento è da sempre interessata a favorire il miglioramento della sostenibilità ambientale ed energetica presso le imprese industriali associate. Per questo ha assunto un approccio integrato che vuole coniugare la massima riduzione della spesa legata al consumo energetico, professionalità nell’assistenza e attenzione alla sostenibilità ambientale.
Al via il monitoraggio energetico per le imprese di Assoenergia Assoenergia si appresta a fornire un nuovo servizio alle imprese consorziate dedicato al monitoraggio e all’analisi dei consumi energetici. Il monitoraggio energetico rappresenta il primo passo per intraprendere una gestione “attiva” del fattore energia in azienda. Consente infatti di prendere coscienza di come viene utilizzata l’energia, avere un controllo sui parametri di prelievo che influiscono in bolletta, effettuare attività di budgeting e previsione dei costi energetici, misurare le performance energetiche aziendali, individuare e gestire correttamente interventi di efficientamento. Inoltre tutte le grandi imprese e le imprese “energivore” devono dotarsi quanto prima di un sistema di monitoraggio poiché l’aggiornamento della diagnosi energetica previsto entro il 2019 dovrà essere obbligatoriamente basato su dati reali e non di stima. Per fornire supporto alle imprese obbligate ma anche per stimolare anche le realtà meno energivore ad avviare una gestione attiva dei propri consumi, il Consorzio ha scelto di avviare un progetto ambizioso che nei prossimi mesi prevede la fornitura gratuita di un kit di monitoraggio energetico a tutte le aziende consorziate. I dati raccolti - resi disponibili ad ogni azienda attraverso un portale web dedicato - saranno poi analizzati centralmente dallo staff tecnico del consorzio che fornirà un report mensile a ogni impresa.
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14 copertina
Ambiente e territorio: fondi per la formazione Nell’ambito dell'avviso Fondimpresa 1/2018 Assoservizi ha proposto alle aziende della Sezione Legno di aderire al piano promosso da FederlegnoArredo: i corsi si svolgeranno tra settembre e luglio.
SI
intitola “Ambiente e territorio – Formazione “Il piano formativo finanziato – spiega il bando connessa alla salvaguardia dell’ambiente e del – deve riguardare “l’adeguamento e lo sviluppo territorio” e prevede una dotazione finanziaria di delle competenze tecniche dei lavoratori operanti 15 milioni di euro: Fondimpresa ha pubblicato a nei campi della prevenzione del rischio sismico e inizio anno un nuovo Avviso – è il numero 1/2018 idrogeologico, oltre che delle competenze connes– attraverso il quale intende incentivare la forma- se all’efficienza energetica e all’uso di fonti integrazione dei lavoratori delle aziende che aderiscono tive e rinnovabili, ai materiali e alle soluzioni per al Fondo sui temi della salvaguardia dell’ambien- la sostenibilità ambientale”. te e del territorio. È nell’ambito di questo Avviso che Assoservizi, società di servizi di Confindustria Trento, ha proposto alle aziende della Sezione Legno di aderire al piano settoriale “Ambiente Legno 2018 – La tutela ambientale per le aziende del Settore Legno Arredo”, promosso da FederlegnoArredo con il supporto delle organizzazioni sindacali nazionali di categoria, per adeguare e sviluppare le competenze dei lavoratori delle aziende appartenenti alla filiera italiana del settore legno-arredo connesse con soluzioni innovative alla problematica della sostenibilità ambientale. I corsi si svolgeranno presumibilmente tra settembre 2018 e luglio 2019. Possono partecipare ai corsi di formazione i lavoratori dipendenti, gli apprendisti, i lavoratori posti in cassa integrazione guadagni, anche in deroga, i lavoratori con contratti di solidarietà, presso imprese aderenti a Fondimpresa e che mantengano l’adesione fino all’approvazione del rendiconto finale. Sono inclusi i lavoratori con contratti di inserimento o reinserimento e i lavoratori a tempo determinato con ricorrenza stagionale. Per informazioni Assoservizi Area formazione T. 0461 360053 formazione@assoservizi.tn.it
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15 copertina
La “sentinella” dell’energia Sepr Italia monitora i consumi di energia elettrica per intervenire in tempo reale e apportare migliorie che non incidono solo sull’efficienza dello stabilimento, ma anche sul comfort del luogo di lavoro. di SILVIA BRUNO
PER
chi non è del mestiere, è difficile immaginare l’ordine di grandezza dei consumi di energia per un’azienda industriale energivora. Più che numeri e unità di misura, varrà allora la pena dire, con un esempio, che i consumi di energia elettrica di uno stabilimento come quello di Sepr Italia a Mezzocorona sono pari a quelli di una cittadina di 20mila abitanti: metà comune di Rovereto, l’intero comune di Pergine. Per l’azienda, i costi dell’energia costituiscono il 20% dei costi totali: si comprende facilmente perché sia importante tentare di contenerli, evitare di disperdere risorse, impiegare – ove possibile – fonti alternative. E prima di tutto questo: monitorarli e mapparli. È così che, nel 2017, Sepr si è dotata di Energy Sentinel: un sistema di monitoraggio continuo dell’energia. “Ottanta contatori, che coprono il 90 % dei consumi dell’azienda, – spiega Francesco Vittadini, energy manager dello stabilimento – sono collegati a un acquisitore che invia i dati a un server, e di lì a un software che ci consente di verificare, in qualsiasi momento, il consumo e lo storico del consumo di ogni macchina. Per individuare eventuali guasti, ma anche per determinare in tempo reale i risultati di un intervento di miglioramento”. I consumi di energia elettrica maggiori – Sepr realizza refrattari a base zirconio per la costruzione di forni da vetro - derivano dall’attività di fusione (1900 °C), compressori e filtri. Qualsiasi falla, a questo livello, ha conseguenze significative: una perdita di area compressa, anche se minima, corrisponde a migliaia di euro l’anno. È facile capire dunque perché sia importante individuare – e arginare - in tempo reale un malfunzionamento. “Abbiamo installato un software per la gestione dei compressori: questa misura ha già generato
100mila euro annuo di risparmi. Nuovi inverters regolano il funzionamento dei filtri riducendo dispersioni di energia elettrica”. Tra i progetti in fase di valutazione, anche l’installazione di un impianto di cogenerazione e pensiline fotovoltaiche sulle aree destinate a parcheggi. Per il successo della strategia, insieme alle tecnologie, la formazione delle risorse umane è un passaggio irrinunciabile. Il tema del risparmio delle risorse energetiche è entrato a pieno titolo nel massivo piano di formazione continua – si parla di 4mila ore l’anno - dei 150 dipendenti dello stabilimento, che operano a tutti i livelli seguendo il dettami del World Class Manufacturing: una metodologia di produzione rigorosa che coinvolge l’organizzazione nel suo complesso, adottata dai colossi dell’industria in tutto il mondo.
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16 copertina
L'inaugurazione della piazzola per l'elisoccorso
“Gli operatori al lavoro sulle linee produttive, come del resto l’intero personale impiegato presso la nostra sede, sono stati fin da subito informati e formati degli obiettivi del processo e, nel caso specifico, del valore dell’azione individuale per l’abbattimento dei consumi collettivi”. C’è peraltro da dire che le misure adottate a favore dell’efficientamento energetico incidono profondamente anche sulla qualità della vita del lavoratore: “L’anno scorso – continua Vittadini – siamo intervenuti sull’illuminazione di una parte degli spazi produttivi, introducendo più di cento
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lampade speciali che generano una luce quanto più vicina allo spettro solare, per un investimento che promette un ritorno economico in tre anni e mezzo: un’iniziativa orientata, anche in questo caso, ad abbattere i consumi, e insieme a garantire un ambiente di lavoro più naturale e gradevole”. Sul fronte delle nuove tecnologie, lo stabilimento di Mezzocorona – che fa capo al gruppo Saint Gobain (40 miliardi di fatturato) - fa scuola: “Nel capitolo Industria 4.0 abbiamo già investito due milioni di euro per l’adozione di software e strumentazioni rivolti al cliente. Dispiace che sia più facile reperire fornitori e risorse umane fuori dei confini provinciali che al loro interno. Dei dodici consulenti che ci affiancano nei processi di innovazione, solo uno è trentino. Così accade con il reclutamento: negli ultimi due anni abbiamo assunto un fisico e sei ingegneri. In due casi soltanto la provenienza è locale”. L’azienda è tutt’altro che chiusa al dialogo con il territorio. Le relazioni con l’Ateneo sono frequenti e molto buone: ne sono scaturiti percorsi di collaborazione, pubblicazioni, progetti di ricerca. Il lavoro realizzato al fianco di Sepr Italia da un team di studenti del Dipartimento di Fisica nel corso dell’edizione 2016 degli Industrial Problem Solving with Physics valse alla partnership il primo premio. Allo stesso modo, Sepr è da sempre attenta al dialogo con la comunità locale. Che può fruire - solo per fare un esempio - della piazzola per l’elisoccorso realizzata di recente all’interno dello stabilimento.
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La Sportiva pubblica il primo bilancio di sostenibilità L’azienda trentina presenta il primo documento di Corporate social responsability all’insegna della trasparenza verso i propri stakeholders.
"BASTA
poco per amare questa terra che ispira le nostre scelte, giorno dopo giorno”: si apre con le parole di Lorenzo Delladio, ceo e presidente di La Sportiva, il bilancio di sostenibilità dell’azienda, che da novant’anni opera nel contesto ambientale della Valle di Fiemme, ai piedi delle Dolomiti, patrimonio mondiale dell’umanità. “Il documento – spiega Delladio – parla di ciò che più conta per noi, ovvero l’uomo e l’ambiente, ponendo grande attenzione sia agli aspetti etici dell’impresa che alle performance da noi ricercate per ridurre gli impatti ambientali e valorizzare le risorse naturali che desideriamo preservare nel futuro”. Il tema del rapporto tra impresa e territorio è da sempre particolarmente caro a La Sportiva: per l’azienda, leader mondiale nel settore delle calzature e dell’abbigliamento outdoor, la parola “sostenibilità” assume un significato profondo già a partire dal 1928, anno di fondazione del primo laboratorio di calzoleria artigianale, evolutosi nei novant’anni seguenti nel marchio globale che conosciamo oggi. “Sostenibilità – continua Delladio, – significa essere parte del contesto socio-ambientale in cui ci muoviamo, trarre da esso
energia e ispirazione condividendo le risorse con la comunità e l’ambiente che ci circonda”. Da questo credo nasce il primo corporate social responsability, che racconta, in sessanta pagine, l’attività dell’azienda attraverso la lente della responsabilità: che si parli di innovazione, creatività, internazionalizzazione e marketing, ma soprattutto, com’è ovvio, di social care, di gestione delle risorse e di rispetto dell’ambiente. Soluzioni, materie prime, processi e metodi di lavoro all’avanguardia consentono a La Sportiva di limitare il carico ambientale associato alla propria attività, in particolare in termini di scarti e di emissioni di CO2, e di generare contemporaneamente esternalità positive per l’ambiente stesso e per la società. In termini
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di processi aziendali, La Sportiva è stata la prima azienda a livello mondiale nel settore outdoor e calzaturiero a dotarsi nel del Sistema di Gestione Ambientale UNI ISO 14001, integrandolo con il Sistema di Gestione Qualità. In termini di innovazione di prodotto, La Sportiva ha concretizzato il suo approccio eco-sostenibile con il lancio, nella stagione 2017, di una scarpa d’arrampicata realizzata con il 95% dei componenti derivati da materiali a ridotto impatto ambientale. Da quando si occupa anche di abbigliamento tecnico, ha abbracciato il programma PFC Free, ricercando materiali eco-compatibili e con caratteristiche di biodegradabilità più elevate. Dal 2012 è Bluesign® Member, grazie al rispetto dell’omonimo standard che certifica la filiera produttiva tessile secondo criteri socio-ambientali riconosciuti a livello internazionale e approvati da Bluesign®. La Sportiva è inoltre attiva nell’Associazione Europea per la Conservazione dell’Ambiente, una realtà che comprende oltre 130 aziende del settore outdoor e che ha l’obiettivo di realizzare progetti di salvaguardia e ripristino dell’ambiente naturale: interventi come la realizzazione di un sentiero natura in Nepal, la protezione degli orsi bruni in Spagna, la riforestazione di foreste vergini in Repubblica Ceca. A coronamento dell’impegno profuso, nel 2016 Delladio è stato insignito dell’onorificenza di Ufficiale Cavaliere della Repubblica Italiana per la conduzione dell’azienda con un’impostazione eco-sostenibile e consapevole delle responsabilità sociali verso l’ambiente. L’azienda predilige l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili o a basso impatto ambientale, come il metano per il riscaldamento. Dal 2012, la fornitura di tutto il fabbisogno energetico della sede di Ziano di Fiemme proviene al 100% da fonti rinnovabili certificate, mentre la palazzina che ospita
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uffici e showroom è completamente autosufficiente dal punto di vista energetico grazie all’installazione di un impianto fotovoltaico e a un sistema di pompe di calore. Quanto al consumo idrico, l’utilizzo di acque di processo è stato interrotto nel 2011, quando è stato introdotto un processo industriale di lavaggio a ciclo chiuso che ha permesso un risparmio sui consumi di acqua di circa 70 mc ogni anno. Consapevole che la base del successo aziendale è la soddisfazione e la serenità dei propri collaboratori, l’azienda investe in welfare aziendale e tutela la salute, la sicurezza e il benessere dei lavoratori, favorendone l’espressione del talento e delle capacità produttive. Il 93% dei 258 collaboratori ha un contratto a tempo pieno e il 94% è assunto a tempo indeterminato con una crescita costante del numero degli occupati: + 12% negli ultimi quattro anni. Rivolgere la propria attenzione all’ambiente e al contesto economico e sociale significa dunque, per l’azienda, elevare costantemente i propri standard etici, di sostenibilità e qualità. “Questi – conclude Delladio – sono valori fondamentali per il buon funzionamento e la credibilità dell’azienda verso clienti e fornitori, e più in generale verso l’intero contesto economico nel quale operiamo. Essere sostenibili è un vantaggio competitivo che traduciamo in scelte produttive e comportamenti nei confronti di tutti i nostri stakeholder: il documento di Csr lo attesta in modo chiaro, trasparente e accessibile a tutti. I destinatari delle scelte che ogni giorno facciamo sono tutti coloro che operano con e per La Sportiva: i dipendenti, gli amministratori, gli organi di controllo nonché i collaboratori interni ed esterni che contribuiscono al conseguimento degli obiettivi della Società nell’ambito della sua direzione e vigilanza”. (sb)
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Potenziare le infrastrutture accelera la ripresa Intervista a LUCIO SANDRI, presidente della Sezione Autotrasporto di Confindustria Trento.
L'ULTIMO
speciale sull’autotrasporto di Trentino Industriale risale esattamente a due anni fa. Allora si era detto che la ripresa del settore era lontana da venire. Oggi, Presidente Sandri, possiamo essere più ottimisti. Come accade per gli altri settori, certamente anche l’autotrasporto trentino registra segnali positivi. Lavorano di più e meglio tutti gli aderenti alla Sezione, ma soprattutto le imprese che hanno imparato a coltivare nicchie di mercato esigenti, per le quali la qualità del servizio è un valore aggiunto irrinunciabile. È questo a fare la differenza, soprattutto nel trasporto internazionale. Lavora bene chi opera per il settore alimentare, chi serve l’edilizia delle grandi opere, ma anche chi – lo vedremo nelle pagine seguenti – ha specializzazioni particolari come i traslochi, la logistica, il sollevamento. La domanda è in crescita, anche se il cliente chiede ancora grossi sconti sulle tariffe. A fronte di costi che restano elevati, e che rischiano di diventare – e mi riferisco ai pedaggi, ovvero a una delle voci principali di spesa – ancora più alti.
Dire che il trasporto delle merci deve passare dalla gomma alla rotaia è diventato quasi un mantra. Ma non è imponendo aumenti e strette che si possono risolvere le carenze di una rete stradale e ferroviaria oramai inadeguata ai flussi turistici ed economici. Di fronte all’annuncio dei tre governatori, le categorie di tutto il territorio regionale hanno levato gli scudi, e non per difendere i propri interessi, ma per fare chiarezza sullo stato delle cose. Per la nostra Associazione, il presidente Bonazzi ha chiarito che l’obiettivo di lungo periodo di trasferire parte del traffico merci da gomma a rotaia è condiviso, ma che la transizione deve essere graduale e inserita in una strategia che prevede il potenziamento delle infrastrutture esistenti. Non può essere decisa per decreto
È di qualche settimana fa la proposta dei vertici dell’Euregio, che hanno chiesto al governo di valutare un aumento delle tariffe…
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speciale autotrasporti
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senza offrire agli operatori alternative praticabili. Diversamente, si mette in difficoltà il settore dell’autotrasporto ma anche tutti i comparti economici che dipendono da esso. I tempi non sono ancora maturi per misure di questo genere: ha detto bene il ministro Delrio, che fortunatamente si è espresso di recente anche contro l’introduzione di ulteriori blocchi unilaterali al traffico dei Tir annunciati dalle autorità del Tirolo. La nostra categoria ha bisogno di amministratori consapevoli delle conseguenze che può avere sull’economia in generale una scarsa attenzione alle problematiche del trasporto su strada. Tra qualche anno – si parla del 2026 – i lavori del Tunnel del Brennero saranno completati: il passaggio di parte del traffico alla rotaia sarà allora un’evoluzione naturale. Sarà un cambiamento fisiologico perché dettato dal mercato: i trasportatori saranno i primi ad appoggiarsi a una rete ferroviaria efficiente e adeguatamente dotata. Resta da risolvere il problema del trasporto – e del traffico in generale – in Valsugana. Siamo assolutamente convinti che la Valdastico sia un’opera fondamentale e che vada fatta quanto prima: i lavori sulla Pedemontana vanno
"Serve consapevolezza sulle conseguenze generali di una scarsa attenzione ai problemi dell'autotrasporto"
L’avvicinamento tra le tre associazioni di categoria sta dando buoni frutti… A breve abbiamo intenzione di organizzare un nuovo evento congiunto, come quello del 2016 a Mezzocorona, per parlare, uniti, alla politica e all’opinione pubblica. Insieme stiamo lavorando inoltre a un progetto per la formazione in Trentino dei giovani al mestiere dell’autotrasporto. Si tratta di una professione speciale, che richiede competenze tecniche e trasversali molto particolari. Può essere una bellissima esperienza ed è anche un lavoro ben remunerato, perché richiede grossi sacrifici. Registriamo una diffusa carenza di personale viaggiante: in questo momento storico diversi lavoratori stanno andando in pensione, mentre sono pochi i giovani che hanno le carte in regola per accedere alla selezione, perché una patente costa cara. In questa fase stiamo rilevando il fabbisogno delle nostre imprese, che condivideremo con la Provincia per definire un percorso di formazione mirata. (sb)
IL SETTORE IN SINTESI LA SEZIONE AUTOTRASPORTO DI CONFINDUSTRIA TRENTO
3,9%
3,8%
delle Aziende associate
dei Dipendenti associati
Fonte: Confindustria Trento
IL SETTORE IN TRENTINO
Classe di addetti
Numero imprese
1-9 645 10-49 68
avanti a grande velocità, mentre in Trentino si perde tempo. Infine resta, sull’asse del Brennero, il problema della capienza e della sicurezza della A22, per la quale l’implementazione della terza corsia appare necessaria, almeno nel tratto tra Verona e Bolzano. Come Confindustria Trento ne abbiamo parlato recentemente, accanto all’Associazione Artigiani e alla Fai, nel corso di un incontro con il nuovo presidente della Società.
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50-249 3 250 e oltre
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Classe di fatturato*
Numero imprese
0-999 638 1.000-9.999 72 10.000-49.999 6 oltre 200.000 * in migliaia di E Fonte: ISPAT
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Traslochi per aziende, enti e privati
Locazione spazi di deposito
Noleggio mezzi e attrezzatura con operatore
Gestione magazzini
Gestione archivi
Trasporti internazionali
Stoccaggio e deposito pallets
Trasporto conto terzi
Soluzioni integrate per la logistica. Siamo un grande gruppo con sedi a Trento e Bolzano, leader nel settore traslochi e movimentazione merci per aziende e privati. Forniamo supporto tecnico-organizzativo per la gestione di flusso e stock di prodotti e soluzioni di terziarizzazione, anche parziale, della catena logistico-distributiva, alleggerendo i costi ďŹ ssi di struttura, personale e magazzino. Una logistica in cui eccellenza e personalizzazione del servizio incontrano un rapporto basato su ďŹ ducia e collaborazione. Via Vienna, 80 - 38121 TRENTO I Tel. 0461 828128 - Fax 0461 828208 Via Luis Zuegg, 4/A - 39100 BOLZANO I Tel. 0471 910502 - Fax 0471 970867
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Logistica, traslochi e trasporti conto terzi Business in crescita per Facchini Verdi, società cooperativa trentina che nel 2015 ha incorporato la altoatesina Dallago Traslochi e Servizi Srl, raddoppiando il proprio giro d'affari.
CON
l’apertura al mercato altoatesino, il giro d’affari di Facchini Verdi, la storica azienda di traslochi del Trentino, è quasi raddoppiato. Il fatturato della società si attesta ora sui 3 milioni l’anno. Oltre 1,2 milioni di euro provengono dalle commesse altoatesine. “Nel mese di luglio del 2015 – spiega Enzo Martini, presidente della società – abbiamo incorporato la Dallago Traslochi e Servizi Srl, ditta che operava nella città di Bolzano dal 1946. Da questo importante passo è nato un grande gruppo di 45 addetti suddivisi sulle due sedi di Trento e Bolzano. Presidiare il mercato dell’Alto Adige ha significato per noi una
Anni 70
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grande crescita. Abbiamo aumentato la nostra offerta, i nostri servizi e ci siamo affermati a livello regionale e nazionale. Con la vecchia proprietà di Dallago Trasporti abbiamo conservato un ottimo rapporto. Il precedente titolare continua a lavorare con noi come consulente e abbiamo mantenuto tutti i dipendenti. Per Dallago, questo ha significato continuità nei contratti con i dipendenti e garanzie per tutto l’organico. A noi, tale rapporto ha permesso di entrare nel mercato altoatesino, un tipo di mercato molto protetto e difficile da penetrare”. Facchini Verdi è una società cooperativa che si è costituita nel 1955 sulla base di una lunga esperienza nel settore dei trasporti. Una storia antica che ha radici profonde nel passato di questa terra. Nel corso dell’Ottocento, il trasporto merci nella Valle dell’Adige avveniva spesso per fluitazione. I grandi fiumi erano le autostrade del passato. Così, anche lungo il corso dell’Adige grandi quantità di merci circolavano ogni giorno. Nei pressi dei porti, dove non di rado si sviluppavano centri commerciali, le attività di carico e scarico venivano effettuate da carovane di facchini, contraddistinti da un berretto nero con una fibbia colorata: gialla, rossa, verde. Nasce così il nome Facchini Verdi. “Dagli anni cinquanta del secolo scorso – prosegue il presidente – abbiamo scelto la via della cooperativa come ragione sociale. Abbiamo una base sociale ampia e motivata. Il rapporto con i soci è diverso da quello che si può normalmente avere con un dipendente. Apparteniamo a una famiglia. Ciascuno dei collaboratori si sente parte di un gruppo, lavora meglio, percepisce una retribuzione più alta rispetto a quanto otterrebbe nel settore privato e questo si traduce sulla qualità del sevizio al cliente. Il nostro personale è costantemente aggiornato sulle modalità operative per lavorare in sicurezza, seguendo le normative antinfortunistiche obbligatorie, sollevando nel contempo il cliente dalle responsabilità che possono gravare sulla sua figura di committente”. Le specializzazioni di Facchini Verdi coprono una vasta gamma di servizi: traslochi, trasporti, logistica gestione magazzini e servizi di archiviazione. Traslochi e trasporti per conto terzi generano la maggior parte del fatturato. La logistica integrata rappresenta un mercato in crescita, diversi i servizi da noi offerti in questo
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campo: dal ritiro al carico/scarico della merce, con possibilità di stoccaggio, dalla preparazione delle spedizioni alla consegna e a tutte le attività accessorie di confezionamento, imballaggio, gestione dei pallet ed etichettatura. Grazie a soluzioni altamente customizzate rappresentiamo un valido e qualificato supporto tecnico-organizzativo per le problematiche inerenti alla gestione dei flussi di prodotti e dei loro stock, con possibilità, per il cliente, di terziarizzare l’intera catena logistico-distributiva, alleggerendo i costi fissi della struttura, del personale e le correlate problematiche legate alla gestione del magazzino. “L’obiettivo – sottolinea Martini – è di offrire tà dove la differenza, il vero valore aggiunto, la fa ai nostri clienti sempre maggiore esperienza, la qualità del nostro servizio. Su questo riusciamo organizzazione e professionalità. Incontrare le a distinguerci dai competitors. Diventiamo, inloro esigenze e far fronte alle sfide professionali somma, partner del cliente”. presenti e future di un mercato in continua Alto Adige e Trentino sono i mercati principali. evoluzione”. Ma la società si sta muovendo anche all’estero, in A fare la differenza è la qualità e la possibilità particolare con la vicina Austria e con la Germadi personalizzazione del servizio: “un vestito fatto nia. Il giro di affari è tuttavia in crescita anche su misura”, precisa Martini. “Non lavoriamo sui in Veneto e con alcuni paese dell’Europa, segnatagrandi numeri – aggiunge – ma su piccole quanti- mente con la Francia. (adb)
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“LA SOSTENIBILITÀ NON È UN’OPZIONE, È L’UNICO FUTURO POSSIBILE...” Sostenibilità ambientale ed economica Scania. Un prodotto tecnologicamente avanzato, compatibile con un’ampia gamma di carburanti alternativi, unito a servizi che massimizzano la produttività e l’efficienza della soluzione di trasporto.
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Un provider di servizi fisici e di processo Trasporti europei, logistica e stoccaggio, supply chain integrata e consulenza, logistica inversa e lavorazioni automatizzate: queste le attività principali di Fralog Group, a Rovereto dagli anni Sessanta.
NON
solo un’azienda di trasporti, logistica e stoccaggio. Ma, soprattutto, un partner a cui rivolgersi per commissionare anche la produzione dei prodotti (o parti di prodotto) che vengono realizzati nei medesimi stabilimenti di logistica e stoccaggio con linee produttive dotate di un’automazione spinta, realizzate su misura per le esigenze del cliente. È questo il business principale di Fralog, sede centrale a Rovereto in via del Garda 44, azienda impegnata dagli anni 60 nel settore dei trasporti. “Questo è il percorso che abbiamo intrapreso, la nostra strategia principale e la direzione in cui stiamo andando – spiega Patrik Li Destri, amministratore di Fralog Group –. Vogliamo offrire un servizio in grado di mettere assieme in un processo unitario la spedizione, il trasporto e il magazzino con l’automazione industriale nella produ-
zione di alcune lavorazioni. Il risultato finale di questo processo si traduce in un valore aggiunto per il cliente. Senza il bisogno, da parte sua, di sostenere costi aggiuntivi. Non si tratta più, quindi, di sola gestione della merce. Vogliamo diventare un provider di servizi fisici e di processo per i nostri committenti”. Per fare questo, Fralog ha dovuto implementare le proprie risorse umane e le proprie competenze interne. La società conta una cinquantina di dipendenti più una ventina di persone tra fornitori e collaboratori continuativi. “Senza un grande investimento in ricerca e sviluppo – prosegue Li Destri – non sarebbe stato possibile intraprendere questa strada. Di conseguenza, anche le richieste che il cliente ci rivolge e le maestranze dei nostri collaboratori sono cambiate negli ultimi anni. I nostri dipendenti sono altamente formati e con
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competenze specifiche. Ci sono ingegneri, informatici, progettisti”. Queste competenze si traducono in una risorsa anche nel business dei trasporti e della logistica, non solo in quello legato all’automazione dei processi produttivi per la realizzazione di prodotti o parti di prodotto per conto terzi. “Infatti – prosegue Li Destri – ai clienti con cui lavoriamo garantiamo una forte integrazione dei nostri software con i loro, direttamente sui loro gestionali, per mappare ogni tipo di aggiornamento sullo stato della spedizione e della merce”. Nata negli anni 60 dall’attività del fondatore Bruno Fracchetti, la storia dell’azienda conosce un
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balzo in avanti negli anni 80, quando i figli di Bruno costituiscono la Avio Tir e avviano un forte processo di internazionalizzazione. Negli anni 2000 si registrano una serie di acquisizioni con la creazione di nuove società, che operano nel settore della logistica. Si arriva così alla creazione del marchio Fralog Group, che raggruppa al di sotto di un unico cappello tutte le attività del gruppo. Trasporti europei, logistica e stoccaggio, supply chain integrata e consulenza, logistica inversa e lavorazioni automatizzate: queste le attività principali di Fralog Group. Gli stabilimenti e i capannoni possono contare su una superficie di quasi 40.000 metri quadrati. Ogni mese i mezzi di proprietà Fralog percorrono quasi mezzo milione di chilometri compiendo oltre 1.000 spedizioni (ogni 30 giorni) con 4.600 pallets in-out al giorno. Le spedizioni import/export di pallets in tutta Europa sono l’altra grande priorità del Gruppo. “Il groupage in Europa (il raggruppamento cioè di piccole quantità di pallets provenienti da mittenti differenti che noi reindirizziamo altrove dopo le attività di logistica e stoccaggio) rimane per noi – conclude il general manager – un importante obbiettivo di crescita. In questo settore, tra i mercati principali lavoriamo molto bene con la Germania, il Belgio e l’Olanda ma più in generale con tutti i Paesi occidentali. Per quanto riguarda, invece, le commesse legate strettamente alla gestione automatizzata dei processi di produzione, il mercato di riferimento è per ora il Trentino, anche se ci stiamo rivolgendo con sempre maggiore interesse al Veneto”. (adb)
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Trasporti e sollevamenti a misura di commessa Con 10 autogru in grado di sollevare dalle 30 alle 250 tonnellate e 10 autotreni/autoarticolati, Santoni lavora dal 1955 per le aziende del Trentino Alto Adige. Oggi guarda anche al Veneto e ad altre regioni.
COMPIRÀ
91 anni il prossimo mese di marzo. Di prima mano, sulla pelle, ha vissuto tutti i principali mutamenti dei paesaggi del Trentino legati allo sviluppo dell’edilizia e, soprattutto, del sistema viabilistico di questo territorio. All’inizio degli anni 60 acquistò il primo autocarro munito di gru e nel 1966 portò la prima autogru in Trentino. Aveva 39 anni. La sua ditta, Fabio Santoni, l’aveva fondata alcuni prima, nel 1955, specializzandosi nel trasporto di materiali, prefabbricati da costruzione e macchinari. Erano anni difficili – quelli del dopoguerra – in cui Fabio riuscì ad ampliare il parco dei suoi automezzi fino all’acquisto delle prime autogru. Il Trentino, a quei tempi, andava al rallentatore, alle prese con un elevato tasso di ruralità e con le conseguenze sociali dell’emigrazione. Non vi era traccia di quella crescita che aveva interessato alcune regioni del Nord Italia. Qui, il boom economico giunse con un decennio di ritardo. Ma la grande alluvione, il più drammatico evento di questo tipo che la storia del Trentino ricordi, segnò una fase di cesura. Non tanto una battuta di arresto, quanto un momento di partenza. Era, appunto, il 1966 quando tutti i principali corsi d’acqua della provincia esondaro-
no nel mese di novembre. Le acque del fiume Adige allagarono la città e quelle del fiume Brenta, del torrente Avisio e del Cismon violentarono i territori della Valsugana, delle valli di Fiemme, Cembra, Floriana e del Primiero. L’evento drammatico, tuttavia,
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segnò l’inizio dello sviluppo negli anni della ricostruzione: edilizia, viabilità, specializzazione industriale e tutto il resto. In quel periodo fu costruita anche l’Autostrada del Brennero, fine anni 60. Il progetto originario prevedeva il transito in val Passiria verso Vipiteno mediante un grande tunnel sotto passo Giovo. Poi, la scelta cadde sul collegamento attraverso la valle d’Isarco, il percorso odierno. Le prime autogru di Fabio Santoni servirono proprio a questo. Nelle provincie di Trento e di Bolzano i mezzi di Fabio alimentarono la costruzione dell’A22 e vennero usati per il trasporto e il posizionamento di enormi tronconi di viadotto autostradale. Non erano solo pezzi di strada. Erano il simbolo del cambiamento. Oltre alla costruzione dell’A22, le autogru di Santoni trasportarono e posizionarono grandi carichi anche per la costruzione dei capannoni delle nuove industrie, dei ponti sul fiume Adige (compreso quello di San Giorgio), delle nuove bretelle di collegamento tra la città e le vallate periferiche in tutto il Trentino Alto Adige. “Quando eravamo bambini – ricordano Giuliana e Dario, i figli di Fabio – papà e mamma ci portavano in gita tutte le domeniche in una valle
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diversa del Trentino. Per noi erano delle gite. Per papà erano dei sopralluoghi nelle aree dove alcuni giorni dopo si sarebbe recato per lavoro”. Giuliana e Dario Santoni sono oggi al timone dell’azienda. All’orizzonte fa già capolino la terza generazione. Alessandro, figlio di Giuliana, sta muovendo i primi passi. Edoardo e Giacomo, figli di Dario, stanno ancora studiando ma presto arriveranno. A contraddistinguere l’operato della famiglia, l’onestà e la dedizione al lavoro come principi cardine di ogni attività. Prerogative, queste, ricambiate sempre dalla grande fiducia e dalla stima dei clienti. “Il nostro core business – spiegano i fratelli – è rimasto il sollevamento (70% del nostro fatturato) ma ci occupiamo anche di trasporti (il restante 30%). La nostra sede principale è qui, a Trento, nella zona industriale tra Gardolo e Lavis in via Alto Adige 82, dove nostro padre si trasferì molti anni fa per costruire questo stabilimento: circa 1.600 metri quadrati. Poi abbiamo un deposito a Lavis di altri 3.000 metri. Insieme a noi lavorano 15 dipendenti. Personale altamente specializzato e competente che sottoponiamo costantemente a percorsi di formazione e aggiornamento. Disponiamo di 10 autogru e 10 autotreni/ autoarticolati. Il nostro parco di autogru è molto versatile: solleviamo dalle 30 alle 250 tonnellate. È questo è il nostro punto di forza. Vogliamo offrire al cliente un servizio su misura in base alle esigenze più diversificate”. La capacità di soddisfare le richieste più varie riguarda anche il comparto dei trasporti. L’albero di Natale che il Trentino ha fornito alla città di Milano, partito dalle foreste di Folgarida durante le festività appena trascorse – una conifera di 31 metri – è stato trasportato dalla ditta Santoni. “I mercati di riferimento principali – concludono Dario e Giuliana – restano per noi il Trentino e l’Alto Adige. Ma stiamo intensificando la nostra attività anche verso il Veneto e in altre aree”. (adb)
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Ogni giorno, per tutto il giorno Autotrasporti Sartori serve dal 1988 il mercato alimentare nell’Arco Alpino, in Austria e in Germania. Da poco attivi anche un’officina per la manutenzione dei mezzi e un impianto di lavaggio.
DAL
1987, quando i fratelli Sartori fondarono la Con un giro d’affari in crescita e indicatori di società, Autotrasporti Sartori Snc è punto di rife- segno costantemente positivo, l’azienda rimarimento nel settore dei trasporti nel mercato di ne fedele a una consolidata tradizione familiare. nicchia degli alimentari. “Questo è il core busi- “Questo è il vero valore aggiunto della Sartori Auness principale dell’azienda”, spiega la dottoressa totrasporti – sottolinea Emanuelli – assieme a un Mariangela Emanuelli, responsabile per la parte mix di valori etici, professionalità e affidabilità”. amministrativa, finanziaria e fiscale della società. Nel 1988 i fratelli Danilo, Maurizio e Paolo avSituata nei pressi di Avio, con sede a Sabbiona- viarono l’attività. Affiancati oggi dai figli, che ra, Sartori Autotrasporti è collocata in posizione segnano l’ingresso della seconda generazione in strategica sull’asta del’Adige in uno snodo viario azienda, gestiscono ancora tutto il lavoro congeografico e commerciale. “L’attività – continua – trollando personalmente ogni spedizione con la si svolge prevalentemente nel Nord Italia, nell’Ar- stessa cura e la stessa professionalità dei primi co Alpino e nei Paesi limitrofi. Sui mercati esteri viaggi, trent’anni fa. Sartori Autotrasporti impegna siamo presenti con i nostri automezzi nel servizio oggi una ventina di dipendenti. Ma ogni commesdi trasporto di liquidi e alimentari soprattutto nel sa è controllata dai soci fondatori. Nel segno di mondo di lingua tedesca; Austria e Germania”. un’attenta conduzione familiare, il rapporto con i
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dipendenti è maturato di conseguenza. “Cerchiamo di coinvolgere e motivare tutto il team della società come se ciascuno dei nostri collaboratori fosse un componente della famiglia”, precisano i fratelli Sartori. Nei rapporti con i clienti storici e potenziali, Autotrasporti Sartori garantisce la propria presenza 24 su 24 per 365 giorni all’anno. “Non ci fermiamo mai. Abbiamo un servizio di assistenza e monitoraggio che lavora sette giorni su sette a tutte le ore del giorno dal I gennaio al 31 dicembre compresi. Nel nostro settore, dove le merci che trasportiamo sono deperibili, è necessario garantire sempre questa presenza con altissimi livelli di competenza e professionalità”. Per questo, il parco automezzi della società è sempre all’avanguardia. “I principali investimenti riguardano il rinnovo della flotta e la formazione dei dipendenti. Non smettiamo mai di aggiornare i nostri mezzi sulle strade per rispondere ai più elevati parametri di sicurezza nella guida, affidabilità del trasporto e igiene nella conservazione degli alimenti e dei liquidi che movimentiamo. Cerchiamo di avere sempre le migliori macchine presenti sul mercato, che consentono di ridurre al minimo le emissioni e l’inquinamento atmosferico”. Trasporti e logistica occupano la maggior parte delle commesse di Autotrasporti Sartori, ma negli ultimi anni l’azienda ha diversificato il business. Negli stabilimenti di Sabbionara, infatti, i fratelli Sartori dispongono di una propria officina per la manutenzione dei mezzi (propri e di terzi) e di un impianto di lavaggio esterno e interno (anche in questo caso per mezzi propri e di terzi) sia per veicoli leggeri che per mezzi pesanti. (adb)
Scania si aggiudica il premio Sustainable Truck of the Year 2018 Il veicolo Scania P a metano in forma gassosa compressa (Cng) si è aggiudicato il premio Sustainable Truck of the Year 2018 categoria Distribution. Il premio è stato promosso dalla rivista Vado e Torno in collaborazione con il Politecnico di Milano. “Nella filosofia Scania, la riduzione del consumo di carburante e dei costi operativi vanno a braccetto. L’obiettivo è giornalmente perseguito con un’incessante opera di ricerca e sviluppo in materia di sicurezza, comfort e rendimento dei veicoli, indipendentemente dall’ambito di utilizzo”, ha evidenziato Maurizio Cervetto, Direttore Responsabile della rivista Vado e Torno che ha assegnato il premio nel novembre scorso in occasione della fiere Ecomondo di Rimini.
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Dove l'impresa è un bene della comunità Intervista ad ALBERTO ZANETTI, delegato del territorio Alta e Bassa Valsugana, Bersntol, Tesino e Valle di Cembra.
ALBERTO
Zanetti, apriamo questo focus tracciando una panoramica del sistema produttivo del territorio presso il quale lei rappresenta la nostra Associazione. Che tipo di realtà è la vostra? Sotto il profilo delle merceologie, la nostra è una realtà estremamente composita. In riferimento al sistema delle imprese associate a Confindustria Trento, sul nostro territorio sono rappresentate tutte e quindici le Sezioni, dall’alimentazione ai servizi innovativi e tecnologici. Quel che ci distingue da qualsiasi altra zona del Trentino è la netta prevalenza delle aziende del porfido, che costituiscono il 47% delle società aderenti, mentre per numero di dipendenti a guidare la classifica è la metalmeccanica. Dal punto di vista dimensionale e della proprietà, come è tipico del tessuto produttivo trentino, le imprese sono per la maggior parte medio piccole e a prevalente capitale provinciale. Anche se non mancano presenze di respiro nazionale e internazionale, che hanno generato effetti senza dubbio postivi sul sistema generale. ll peso percentuale dell’industria della comunità della Valsugana e Tesino rispetto al totale provinciale supera il 19%. Dal punto di vista qualitativo, quali “segni particolari” è opportuno evidenziare? Direi che vale la pena di mettere in evidenza l’alto contenuto tecnologico per il quale si distinguono, in maniera trasversale, produzioni e servizi. In alcuni casi, lo sviluppo di lavorazioni particolarmente raffinate è maturato in sintonia con la richiesta di forniture con caratteristiche specifiche avanzata dai più grossi player che si sono stabiliti negli anni nelle nostre vallate: si è trattato di una sorta di effetto “a catena” che sta peraltro favo-
Alberto Zanetti
rendo l’innesco di dinamiche di filiera, se non addirittura di distretto. Quella dell’innovazione è tuttavia una strada che hanno imboccato, anche di propria iniziativa, tutte le proprietà locali che hanno inteso che avrebbero potuto incidere sui nuovi mercati globalizzati solo se avessero reinterpretato il proprio business in chiave moderna: lo abbiamo fatto in tanti e nel modo giusto, a giudicare dalle commesse e dalle relazioni internazionali strette in questi ultimi anni dai miei colleghi. Un mercato globalizzato, relazioni internazionali... per connettersi, le economie hanno bisogno di infrastrutture, e non solo digitali. Il tema è caro alle imprese, in particolar modo in un territorio come il vostro, al centro di un dibattitto che definire annoso è riduttivo.
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Mi auguro che i tempi siano finalmente maturi perché si provveda al completamento della Valdastico. Fanno ben sperare anche le aperture recenti di chi per anni ha osteggiato l’opera, e trova invece, nella nuova filosofia del progetto, una soluzione alle esigenze vecchie e nuove della popolazione e degli attori dell’economia locale. Dice bene, sulle pagine di questo stesso giornale, il presidente di Sezione Lucio Sandri, che da autotrasportatore e imprenditore della Valsugana conosce meglio di chiunque altro quanti limiti e quanti pericoli comporti una gestione della mobilità e del traffico, delle persone e delle merci, come quella at-
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tuale. Che è – essa sì – insostenibile, a differenza di un progetto che promette di essere sobrio e a basso impatto. Sul vostro territorio, che tipo di relazioni si sono instaurate tra le aziende e la comunità? Le imprese del nostro territorio hanno un ottimo rapporto con le scuole di ogni ordine e grado. Anche grazie alle iniziative di Confindustria Trento, diverse aziende hanno sperimentato rapporti di collaborazione con gli istituti, che hanno consolidato le relazioni già positive tra la comunità e l’universo produttivo. Penso in primo luogo agli istituti comprensivi, alla formazione professionale di un centro Enaip come quello di Borgo Valsugana, alle proposte all’avanguardia di un istituto tecnico come il Marie-Curie di Pergine Valsugana. C’è da dire che il rapporto con i giovani e le famiglie è sempre stato buono: nelle nostre aziende si registra una certa continuità familiare anche tra i dipendenti. Capita spesso, a noi imprenditori, di fare colloqui con i figli dei dipendenti storici: in loro ritroviamo i sani principi, la buona volontà, la dedizione, la serietà e la passione dei genitori. Sono competenze trasversali preziose che non ci facciamo scappare, e che favoriscono, in qualche misura, l’innesto di una famiglia all’interno di quella, più grande, che è l’azienda. E lo sviluppo di quel senso di appartenenza che è, è il caso di dirlo, un buon retaggio dei tempi andati. (sb)
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Innovando, dalla natura alla natura Per la qualità dei prodotti preparati a Pergine, Dial Funghi è il fornitore di riferimento del mercato italiano. L’azienda investe in R&D, ma anche in sostenibilità e responsabilità sociale.
UN'AZIENDA
giovane che ha conquistato in breve tempo una posizione di rilievo nella produzione di funghi secchi. Ha sede a Pergine, nel cuore dell’Alta Valsugana, Dial Funghi, produttore di riferimento del primo consumatore al mondo di funghi secchi: l’Italia. Marchi leader della grande distribuzione come Coop, Carrefour, Auchan, Eurospin hanno scelto l’azienda di Pergine come partner per la produzione di funghi secchi a loro marchio. “Nella realtà di mercati così complessi e competitivi – evidenzia Gianni Orefice, amministratore delegato dell’azienda – solo imprese ben strutturate, con specifiche competenze e un orientamento alla ricerca della qualità assoluta possono garantire quell’ affidabilità che necessitano tali distributori.
Nel nostro Paese Dial ha una quota di mercato superiore al 55% e, grazie anche alle vendite realizzate nel resto d’Europa e negli Stati Uniti, raggiunge un fatturato di gruppo di circa 7 milioni di euro. Lo stabilimento di Pergine lavora ogni anno circa 500 tonnellate di funghi secchi: una quantità enorme, che vede impegnata l’azienda nel controllo dell’intera filiera, dal raccolto attraverso partner qualificati e certificati, fino alla selezione, confezionamento e distribuzione. Nel processo produttivo giocano un ruolo determinante tanto le tecnologie più avanzate quanto la sapiente manualità di maestranze esperte nella selezione e nel confezionamento della materia prima. Trenta persone, tra micologi, biotecnologi, tecnologi alimentari, agronomi e chimici compon-
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gono uno staff tecnico altamente professionalizzato. Un moderno laboratorio chimico e microbiologico interno all’azienda garantisce, con i processi più innovativi, il controllo della filiera, permettendo a Dial di proporre al mercato prodotti unici: “Gli enormi investimenti che abbiamo destinato all’attività di ricerca – prosegue Orefice – ci hanno consentito di sviluppare prodotti innovativi unici nel loro genere: la linea Fior di Funghi, composta da un range di creme pronte all’uso dedicate al mercato retail, e una gamma di granulati e semilavorati liquidi pensati appositamente per l’industria, esenti dalle criticità naturali legate al fungo di bosco. Le innovazioni presentate di recente a Fiera Marca di Bologna, coperte da brevetti a livello internazionale, sono il risultato di una ricerca scientifica durata cinque anni, che ha visto coinvolte due prestigiose università e laboratori di ricerca privati”. Azienda legata a doppio filo al suo territorio, Dial crede fortemente nell’opportunità di preservare l’ambiente naturale utilizzando energie rinnovabili e tecnologie verdi. L’impresa è inoltre impegnata
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nella lotta allo spreco alimentare, nel riciclo e nel riutilizzo, grazie a un processo innovativo in grado di valorizzare i sottoprodotti della lavorazione dei funghi secchi. Da qualche anno Dial ha iniziato anche a coltivare il rapporto con i giovani e la scuola. Grazie alla partnership avviata con l’Istituto Comprensivo di Borgo Valsugana, l’azienda si è aggiudicata il primo premio della sua categoria nelle edizioni 2015 e 2016 del progetto “Tu Sei” promosso da Confindustria Trento e Provincia autonoma di Trento. La classificazione è valsa anche l’assegnazione del Premio nazionale Didattica attiva del Miur e di qui il conferimento del Boque, il Bollino di Qualità educativa. (sb)
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Quarant’anni di lavoro costante Nerobutto si racconta. Storia di due giovani imbianchini, oggi alla guida di cento collaboratori: la “risorsa più preziosa” di una crescita orientata alla qualità.
HA
sede nel tratto estremo della Bassa Valsugana vità della prima occupandosi esclusivamente di il quartier generale di Nerobutto, azienda nata a restauro monumentale e artistico. Grigno negli anni Settanta come impresa indivi- Negli anni Nerobutto assume nuove competenze, duale, per assumere, in pochi decenni, una fisio- aprendosi alla manutenzione e ristrutturazione nomia industriale rara per il settore della tinteg- edile. Con la fusione, nel 2008, di Nerobutto e giatura e del restauro alla quale appartiene. Acroterio Restauri, l’impresa inizia a offrire, sotto Nerobutto è il cognome di Tiziano, un imbian- un’unica regia, un pacchetto sempre più articolato chino da poco diciottenne che nel 1978 formalizza di soluzioni, per accontentare un ampio ventaglio l’avvio della sua piccola attività. L’anno successivo di esigenze, aumentando di fatto la qualità del assume, come collaboratore familiare, il fratello servizio. Francesco, che al tempo di anni ne ha appena 15. Per ogni settore d’intervento, infatti, l’azienda è Nel 1993 Tiziano e Francesco diventano soci della dotata di un ufficio tecnico e di personale speciaNerobutto Tiziano & Francesco snc: l’azienda si lizzato, destinato ad occuparsi esclusivamente del occupa ancora prevalentemente di tinteggiatura, segmento per il quale è competente. verniciatura, decorazioni, cappotti e isolamenti Con il nuovo millennio, Nerobutto prende a determici, ma i piani della proprietà scrutano già dicarsi anche alla ricerca e allo sviluppo di soluun orizzonte più ampio. Nel giro di tre anni, i zioni innovative: “Dal 2005 – spiegano Francesco fratelli Nerobutto fondano una seconda società, e Tiziano – abbiamo iniziato a studiare, formulare la Acroterio restauri Snc, che si affianca all’atti- e produrre miscele specifiche per il restauro archi-
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tettonico e per la bioedilizia. Non si tratta, a dire il vero, di vere e proprie innovazioni, ma del recupero di antiche ricette e materiali a base di calce impiegati nei tempi passati. Non a caso, il payoff di questo ramo d’azienda è ‘Torniamo all’antico, sarà una novità’”. La capacità di immaginare soluzioni originali e la propensione alla diversificazione, insieme alla perseveranza e alla volontà di cercare commesse anche al di fuori del proprio territorio hanno permesso a Nerobutto di crescere in maniera importante: oggi, l’azienda fattura in media 9 milioni di euro all’anno e impiega un centinaio di persone. “Tutte regolarmente assunte con il contratto nazionale per i dipendenti delle imprese edili ed affini “Naturalmente – spiegano Francesco e Tiziano – ladell’Industria – precisano i fratelli Nerobutto – e a voriamo molto in Trentino e in Alto Adige, ma tempo indeterminato. Una rarità nel settore dell’e- siamo attivi anche in tutto il Nord Italia, nei magdilizia”. L’anzianità lavorativa media in azienda giori centri della penisola e in qualche caso anche è di 12 anni, poiché ai lavoratori assunti più di all’estero. Al momento fuori regione abbiamo dei trent’anni fa si sono rapidamente unite decine e cantieri a Roma, a Milano e in Valle d’Aosta. Tra decine di giovani. A tutti è garantito un inten- le altre cose, ci stiamo occupando della ristruttuso programma di formazione continua “grazie al razione di alcuni alloggi del Comune di Bolzano quale – spiega Tiziano – l’impresa può vantare de- nell’ambito del progetto Sinfonia: un’iniziativa gli ottimi lavoratori, che sono il vero patrimonio quinquennale per implementare in città europee dell’azienda. Quasi tutti – aggiunge – risiedono in di medie dimensioni soluzioni energetiche estese, Bassa Valsugana, ed è questa una condizione che integrate e scalabili. rafforza l’attaccamento dell’azienda al territorio”. Fra i maggiori incarichi assunti negli ultimi anni E, allo stesso modo, del territorio all’azienda. da Nerobutto c’è certamente il contributo alla costruzione del Vanke Pavilion, il padiglione progettato in occasione di Expo 2015 da Daniel Libeskind, per il quale l’azienda ha creato la caratteristica struttura a forma di chiocciola. “Riguardo al futuro – affermano i fratelli Nerobutto – è normale che si esprima l’auspicio di una crescita ulteriore. Quel che miriamo tuttavia ad incrementare non sono solo i numeri, ma soprattutto la qualità del servizio offerto”. Se anche Francesco e Tiziano hanno scelto di non porre limiti, men che meno geografici, all’espansione della società, il legame con il territorio rimane profondo. Di qui anche la recente decisione di associarsi a Confindustria Trento: per dichiarare l’appartenenza a un sistema industriale che dell’eccellenza locale si fregia per crescere in un territorio senza confini. (sb)
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4.0: il codice d'accesso per la competitività A Rovereto il “Roadshow nazionale Industria 4.0" di Confindustria, organizzato per promuovere le opportunità del "Piano nazionale Industria 4.0". Servizio fotografico di JACOPO SALVI
L'
occasione per rilanciare il tessuto economico del nostro Paese: Industria 4.0 è un approccio irrinunciabile per le imprese, che dovranno saper cavalcare la rivoluzione industriale in atto per crescere e per rilanciare la competitività del manifatturiero italiano nel mondo. L’appello è stato lanciato a Rovereto nel corso della tappa trentina del “Roadshow nazionale Industria 4.0” di Confindustria, coordinato sul territorio da Confindustria Trento, in collaborazione con HIT – Hub Innovazione Trentino
e Polo Meccatronica per promuovere le opportunità previste dal “Piano nazionale Industria 4.0” del Governo italiano. Ad aprire i lavori i saluti di Stefan Pan, vicepresidente Confindustria e Presidente Confindustria Trentino Alto Adige, Marco Podini, vicepresidente di Confindustria Trento con delega per l’Industria 4.0, Anna Gervasoni, presidente Hub Innovazione Trentino, Fulvio Rigotti, vicepresidente di Trentino Sviluppo e Alessandro Olivi, vicepresidente e assessore allo Sviluppo Economico e Lavoro della Provincia autonoma di Trento, che hanno evidenziato le peculiarità del sistema trentino: un territorio sensibile al tema dell’innovazione, che ha inteso con lungimiranza l’opportunità di dotarsi di politiche, contenitori e reti favorevoli al trasferimento tecnologico e alla contaminazione. Roberto Busato, direttore generale di Confindustria Trento, ha dunque presentato i servizi del DIH Trentino-Alto Adige, il Digital Innovation Hub da poco attivo presso le sedi di Confin-
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dustria di Trento e di Bolzano. Si tratta della “porta di accesso” delle imprese al mondo di Industria 4.0, istituita per stimolare e promuovere la domanda d’innovazione del sistema produttivo anche nella nostra regione in sintonia con le linee del Piano Nazionale Industria 4.0. Contestualmente, gli strumenti del piano Marco Podini
Anna Gervasoni
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del governo sono stati illustrati da Chiara Verdecchia, dell’area Politiche Industriali di Confindustria. Leonardo Quattrocchi, manager e docente di Business Development dell’Università Luiss Guido Carli, ha poi parlato di strategie di business e innovazione digitale, spiegando com’è possibile creare valore nella Digital Transformation. Infine, Rosanna Fornasiero, ricercatrice CNR-ITIA e coordinatrice dei Gruppi Tematici del Cluster “Fabbrica Intelligente” e Paolo Gregori, direttore di ProM Facility, il laboratorio di prototipazione di Polo Meccatronica, hanno parlato di manifattura del futuro, illustrando, con taglio pratico, processi, applicazioni e tecnologie abilitanti dell’Industria 4.0. La mattinata si è conclusa con la case history aziendale di Solidpower Spa, presentata da Michele Gubert, Business Development manager Italy della società. Con lui Emanuele Bolzonaro, general manager di Evolvea. Nel pomeriggio l’open house della PROm Facility e i quattro laboratori tematici: sulla prototipazione rapida e sulla manifattura additiva quello curato da ProM-Polo Meccatronica e Università di Trento, sulla simulazione e la progettazione avanzata il momento curato da Enginsoft, su Internet of Things (IoT) e Big Data per l’applicazione industriale il workshop a cura di Aldebra, Cisco, Dedagroup e Fondazione Bruno Kessler, sulla Cyber Security quello coordinato da Almaviva e Fondazione Bruno Kessler.
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Dalle Assise Generali il piano di Confindustria Settemila imprenditori si sono riuniti a Verona per le Assise Generali di Confindustria. Presentato un piano da 250 miliardi di euro in 5 anni per rilanciare il Paese.
TRE
missioni Paese con effetti quantificati sull’economia reale, tre attori principali, sei assi prioritari d’intervento. Sono questi i capisaldi che definiscono il progetto Paese della Confindustria che si è presentata alle Assise Generali di Verona. Un progetto che nasce dall’ascolto di migliaia di imprenditori incontrati nelle quattordici tappe che hanno preceduto e preparato le Assise, e dal recepimento di centinaia di suggerimenti venuti dal Sistema. Il piano non solo dice cosa va fatto, ma anche come, con quali risorse, e con quali effetti sull’occupazione, la crescita, il debito pubblico, l’export. Se non si smontano riforme fondamentali e si attua un programma di medio termine basato su modernizzazione, semplificazione ed efficienza, è possibile ottenere nell’arco di una legislatura di 5 anni: oltre 1,8 milioni di occupati in più; una riduzione di più di 20 punti del rapporto tra debito pubblico e Prodotto interno lordo; una crescita cumulata del Pil reale vicino a 12 punti percentuali; una crescita dell’export consistentemente superiore alla domanda mondiale. Gli effetti sono complessivi. Incorporano cioè sia il tendenziale di lungo periodo nel presupposto che continuino ad operare gli strumenti che hanno favorito la crescita nell’ultimo anno come Industria 4.0 e il Jobs Act, sia l’apporto aggiuntivo delle azioni proposte da Confindustria. Queste sono determinanti per far compiere al Paese quel salto di scala e di efficienza nei risultati che consente di passare dall’inversione di tendenza a una vera e propria ripresa con ricadute apprezzabili e visibili come nel caso dell’occupazione dove più di 800mila nuovi posti di lavoro sono imputabili al piano confindustriale. Questi obiettivi possono essere realizzati attraverso il reperimento e l’impiego di 250 miliardi di euro, sempre in cinque anni (tabella 2). Un’Europa che libera risorse per investire in infra-
strutture, formazione, ricerca e innovazione potrebbe contribuire fino a 93 miliardi di euro. Un settore privato che investe nell’economia reale e si orienta su obiettivi di politica economica potrebbe contribuire fino a 38 miliardi di euro. Azioni sul bilancio pubblico potrebbero contribuire fino a 120 miliardi di euro. Spetta a tre attori, l’Europa, le imprese, le istituzioni nazionali a tutti i livelli di governo, agire per far sì che queste risorse vengano raccolte e poi impiegate in modo produttivo per raggiungere le tre missioni Paese: un’Italia che include, attraverso la creazione di opportunità di lavoro, soprattutto per i giovani; un’Italia che cresce, di più e in modo costante; un’Italia che rassicura, con il graduale rientro del debito pubblico.
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Le azioni per raggiungere gli obiettivi delle tre missioni-Paese sono molteplici, toccano tutti gli ambiti dell’economia, richiedono spesso cambiamenti organizzativi, a volte risorse pubbliche e/o intensità differenziate per territorio. Dovranno svilupparsi lungo sei assi prioritari d’intervento. Un’Italia più semplice ed efficiente con rinnovata attenzione ai tempi di realizzazione delle cose che si decidono di fare. Burocrazia frenante, eccesso di regole, processi decisionali farraginosi, giustizia lenta, infrastrutture insufficienti e di difficile realizzazione sono i nodi ancora da sciogliere – nonostante alcuni progressi fatti – e occorre passare da uno Stato mero erogatore di servizi a uno Stato promotore di iniziative di politica economica. In questo contesto s’inquadra la proposta di assegnare una funzione redistributiva alla spesa pubblica attraverso la compartecipazione dei cittadini ai servizi offerti in modo progressivo rispetto a reddito e patrimonio. Prepararsi al futuro: scuola, formazione, inclusione giovani per un più facile ingresso nel mondo del lavoro. Dalla maggiore autonomia delle scuole al
rinnovamento delle Università, al potenziamento degli Istituti tecnici superiori (Its) all’alternanza scuolalavoro, sono molti i suggerimenti del Piano rivolti ad adeguare i percorsi formativi utili ad aumentare le possibilità di trovare un’occupazione. Un Paese sostenibile: investimenti assicurazione sul futuro nell’ottica di avere un Paese più competitivo e meglio connesso al suo interno e verso l’esterno. La dotazione infrastrutturale non è solo precondizione della crescita ma svolge anche un ruolo sociale come forte elemento di inclusione nel collegare i territori, le periferie ai centri, le città tra di loro, l’Italia al mondo, dando un maggiore senso di coesione al Paese. Obiettivi che si possono raggiungere solo attraverso un’azione coordinata tra settore privato, istituzioni europee, governo nazionale, regioni ed enti locali. L’impresa che cambia e si muove nel mondo accettando di aprire il capitale, di assumere competenze innovative, magari tra loro distanti per formazione o esperienza, di diventare eccellenti in ogni funzione aziendale, di affacciarsi su nuovi mercati. Alla politica spetta individuare meccanismi di accelerazione dei cambiamenti per incentivarli e premiare le imprese virtuose che rischiano nella trasformazione. Un processo che genera esternalità positive con ricadute non solo sulla singola impresa e dei suoi dipendenti ma sull’intera collettività. Un fisco a supporto di investimenti e crescita e che premia le imprese che investono, assumono e innovano, diventando fattore di competitività per il Paese. Il graduale aumento della compartecipazione alla spesa, in modo progressivo, sarà precondizione per una riduzione della pressione fiscale e il potenziamento dei servizi pubblici. Al centro dell’attenzione ci sono imprese e lavoratori con una proposta di riduzione del costo del lavoro che vada a totale vantaggio dei secondi per agevolare lo scambio salari-produttività che ha contribuito alla rinascita industriale della Germania. Per i giovani al primo impiego resta il totale azzeramento degli oneri per tre anni.
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Europa miglior luogo per fare impresa e istituzione che semplifica la vita dei cittadini supportando lo sviluppo della conoscenza, della ricerca e dell’innovazione contribuendo altresì alla definizione di un quadro macroeconomico stabile. In Europa, dove l’Italia dovrà giocare un ruolo da coprotagonista, si prevede la nomina di un ministro delle Finanze indipendente dagli Stati membri che abbia la responsabilità, tra l’altro, di emettere eurobond finalizzati al finanziamento di progetti comuni e dunque a vantaggio di tutti i Paesi dell’Unione ai fini di una maggiore integrazione. E che sia capace di imporre misure correttive nel caso ci siano scostamenti consistenti dagli obiettivi concordati. Questo permetterebbe un piano straordinario di investimenti europei per dotare l’Italia (e l’Europa) dell’eccellenza in termini di ricerca, formazione, infrastrutture. Ciascuno degli assi prevede una fitta serie di azioni, capaci di mettere in moto una rivoluzione efficace
ma soffice perché basata su stime prudenziali, sia sul lato del reperimento delle risorse, sia sugli impieghi. La spending review, per fare un esempio, è costruita su modelli organizzativi diversi da quanto fatto in passato e calcolata su una spesa aggredibile di 360 miliardi di euro e non sugli 800 miliardi complessivi, e assume risparmi di efficienza strutturale dell’1 per cento all’anno. Un obiettivo chiaramente a portata di mano. Tra gli obiettivi complessivi dell’azione di Confindustria c’è l’affermazione della Questione Industriale – intesa nell’accezione larga di manifattura, costruzioni, servizi, turismo – come Questione Nazionale ed Europea. Per contrastare una cultura anti industriale che permane nel Paese senza considerare che impresa e famiglia sono due facce della stessa medaglia perché è l’impresa contribuisce a soddisfare il bisogno di lavoro delle famiglie e dei loro giovani.
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Assunzioni agevolate: un’opportunità per le imprese Organizzato da Confindustria Trento, il seminario ha offerto un quadro completo degli incentivi alle assunzioni – nazionali e provinciali – disponibili per il 2018. di MONICA VIDI, Area Lavoro e Welfare di Confindustria Trento
SI
è tenuto lo scorso 18 gennaio, presso Palazzo Stella, il seminario sulle agevolazioni alle assunzioni organizzato da Confindustria Trento, in collaborazione con Fiabilis Consulting Group Italia. Questo evento è stato pensato come un tavolo tecnico per analizzare le opportunità offerte dalle novità previste dalla Legge di Stabilità 2018, oltre a quelle previste dall’Agenzia del Lavoro di Trento. Il tavolo è stato presieduto da Eufranio Massi, ex dirigente del Ministero del Lavoro ed esperto nelle tematiche legate al mercato del lavoro, incentivi all’occupazione, ammortizzatori sociali e controversie di lavoro. Massi si è concentrato sugli incentivi alle assunzioni previsti dalla normativa nazionale, in particolare si è soffermato su un approfondimento di quelli proposti dalla nuova Legge di Stabilità. Per l’anno 2018 sono infatti state introdotte modifiche e innovazioni al sistema degli incentivi statali, volte principalmente ad incrementare l’occupazione dei giovani under 35 per il 2018 e under 30 per gli
anni seguenti, e di quelli provenienti da percorsi di alternanza scuola-lavoro. La parola è passata poi a Riccardo Salomone, presidente dell’Agenzia del Lavoro di Trento, che ha illustrato gli interventi a favore delle assunzioni nella Provincia autonoma di Trento. Tra questi le principali agevolazioni sono volte a favorire la crescita dell’occupazione femminile e giovanile. Salomone ha illustrato come in molti casi gli incentivi di carattere economico dell’ Agenzia del Lavoro siano cumulabili con quelli a carattere contributivo previsti a livello nazionale, garantendo così un beneficio importante per le aziende trentine. Il seminario ha riscontrato un grande interesse e partecipazione da parte delle imprese, sia in termini di adesioni che di coinvolgimento e confronto durante l’intervento. Come ha commentato Roberto Busato, direttore generale di Confindustria Trento, “il grande interesse riscontrato è un segnale in linea con l’andamento del mercato del lavoro: le imprese stanno ricominciando ad assumere e sono quindi interessate a conoscere gli incentivi ai quali poter accedere”. Per accelerare la ripresa e creare nuovi posti di lavoro è infatti necessaria la spinta che può venire dal variegato sistema della politiche attive. “Questa – ha sottolineato Busato – costituisce una fondamentale forma di investimento per far crescere l’occupazione che è legata indissolubilmente alla crescita e alla competitività del nostro Paese”. Per informazioni Area Lavoro e Welfare T. 0461 360008 lavoro@confindustria.tn.it
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A Trento per studiare l'Industria 4.0 L’Associazione ha ospitato la due giorni formativa organizzata da Confindustria a Trento per i quadri direttivi delle Associazioni del sistema interessati ai temi di Industria 4.0.
I QUADRI
direttivi delle Associazioni del sistema Confindustria di tutta Italia hanno raggiunto Palazzo Stella, lo scorso mese di dicembre, per partecipare a una sessione formativa di due giornate orientata ai temi dell’innovazione. Confindustria Trento è stata individuata come sede dell’appuntamento per i servizi che offre sui temi di Industria 4.0 e per l’eccellenza del sistema locale della ricerca. Il primo momento si è tenuto in aula, nei nuovi spazi per la didattica allestiti al primo piano del Palazzo. In un primo momento sono intervenuti Paola Previdi, ad Sistemi Formativi Confindustria, Roberto Busato, direttore generale di Confindustria Trento e Leonardo Quattrocchi, manager e adjunct professor di Business Development Luiss Business School. A seguire, hanno coordinato il lavori Alessandro Santini, responsabile Area Innovazione Confindustria Trento e Paolo Gregori, direttore ProM Facility Polo Meccatronica, insieme a Gian Mario Maggio e Paolo Magni, rispettivamente direttore del nodo di Trento e business developer Italy di Eit Digital. La seconda giornata si è svolta invece presso due imprese associate, Costerplast Spa e Adige Spa-BLM Group, presso le quali sono state organizzate le visite aziendali animate da Luigi Gaspari, direttore di produzione di Costerplast, e Luca Arighi, direttore di stabilimento di Adige.
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Carlo Calenda incontra gli industriali Il ministro ha visitato il Digital Innovation Hub del Trentino che ha sede a Palazzo Stella. Agli imprenditori ha poi illustrato il lavoro svolto negli ultimi anni dal Mise. Servizio fotografico di DANIELE PANATO
IL MINISTRO
dello Sviluppo Economico Carlo Calenda si è fermato nei giorni scorsi a Palazzo Stella per incontrare un gruppo di imprenditori associati a Confindustria Trento e visitare il Digital Innovation Hub del Trentino che vi ha sede. Calenda, accompagnato dal deputato trentino Lorenzo Dellai e dal vicepresidente della Provincia autonoma di Trento Alessandro Olivi, è stato accolto dal presidente di Confindustria Trento Giulio Bonazzi e dal direttore generale dell’Associazione Roberto Busato, che gli hanno brevemente illustrato le specificità del sistema economico trentino valorizzando le sinergie tra pubblico e privato, tra industria, formazione e ricerca: “Un’alleanza - ha spiegato Bonazzi – che ha permesso che in breve tempo si costituisse anche sul nostro territorio il Digital Innovation Hub: luogo e strumento attraverso il quale accompagniamo le imprese verso la trasformazione in chiave 4.0”. L’appuntamento è stato l’occasione per fare il punto sul lavoro svolto negli ultimi anni dal Mise: “Oggi - ha detto Calenda - la situazione del Paese è profondamente mutata. Grazie a una politica industriale fatta in modo nuovo e diverso, abbiamo riportato al cen-
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tro l’industria e rimesso in moto la manifattura. Nel 2017 consuntiviamo una crescita della produzione industriale del 3%, un aumento del fatturato dell’industria superiore al 5%, una crescita dell’export del 7,4%, con aumenti di investimenti ed export superiori a Francia e Germania”. Segnali di ripresa che non colmano le gravi perdite registrate negli anni precedenti, quando l’Italia ha pagato le conseguenze di una politica industriale che per trent’anni “non ha fatto assolutamente nulla o ha fatto pochissimo, lasciando gli imprenditori soli a combattere, mentre negli altri paesi si adottavano misure per la crescita impattanti”. Calenda ha richiamato gli interventi adottati: il taglio all’Irap e all’Ires e la misura sugli imbullonati, il piano straordinario per il Made in Italy, la strategia energetica nazionale, soprattutto il piano nazionale Industria 4.0. “Quando sono arrivato al Mise – ha spiegato – ho scoperto che era stato sfruttato solo il 5% degli incentivi messi a disposizione delle imprese. Abbiamo recuperato i fondi inutilizzati, abbiamo cancellato le vecchie misure e ne abbiamo introdotte di nuove, automatiche e flessibili, affinché gli imprenditori potessero scegliere quali tecnologie usare e in quale settore operare. Si è trattato di un ottimo sistema di allocazione
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del capitale, che ha avuto un effetto immediato sul Pil e ha incontrato il favore delle imprese: per fare un esempio, l’utilizzo del credito d’imposta è aumentato del 104%”. Quest’anno il piano del Mise si è andato concentrando in maniera più strutturata sulla formazione delle competenze, e in particolare sugli Its: “Abbiamo raddoppiato il numero degli iscritti e puntiamo a toccare quota 100mila, perché il lavoro per loro c’è. Va fatto certamente anche un lavoro di marketing, a partire dal nome: il titolo che è offerto da questi istituti deve essere percepito quasi come una laurea e non come un semplice diploma da perito”. Calenda ha plaudito al lavoro delle Associazioni degli industriali, che hanno giocato un ruolo determinante nell’applicazione della nuova politica industriale, accompagnando le imprese nella sensibilizzazione e nella formazione sui temi della trasformazione digitale: “Soprattutto in Trentino – ha aggiunto – dove le sinergie con le istituzioni e il sistema dei centri di ricerca si sono dimostrate vincenti”. Rispetto al futuro, Calenda ha parlato di un “percorso lungo e complicato” che deve passa-
re per innovazione, investimenti, lavoro e reddito. Sono infine state illustrate al ministro due iniziative strategiche per il futuro del Trentino: il progetto del Polo Meccatronica e del laboratorio ProM, e un progetto sviluppato da un gruppo di aziende del territorio sul tema della mobilità intelligente attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie.
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Mediocredito Trentino Alto Adige, Banca per l’Impresa Nel mondo corporate e investment banking, offriamo alle piccole medie imprese il giusto supporto per favorire uno sviluppo aziendale equilibrato e sostenibile nel tempo, con un’ampia gamma di prodotti finanziari: dal credito a medio lungo termine, al project financing, al leasing immobilitare fino alla finanza agevolata.
Strumenti finanziari a supporto delle imprese Finanziamenti in pool Sono finanziamenti corporate in cui ci proponiamo nel ruolo di capofila – arranger – di un pool di banche. Disponiamo di valide competenze legali, contrattuali ed amministrative con l’esperienza maturata in tante transazioni.
Project Finance Per le imprese che intendono partecipare alla realizzazione di progetti specifici nel campo dell’ambiente, dell’energia, del gas, delle infrastrutture, delle opere pubbliche.
Energy Diego Pelizzari direttore e Franco Senesi presidente
Credito alle imprese
In sessant’anni di attività abbiamo acquisito un notevole patrimonio di conoscenze, sviluppato tecniche di analisi finanziaria, in continuo aggiornamento ed evoluzione, per offrire alla clientela corporate un vero e proprio checkup aziendale ed un’ampia gamma di soluzioni finanziarie per sostenere i progetti d’impresa. Offriamo soluzioni finanziarie a medio lungo termine costruite insieme all’azienda, create su misura. Sono finanziamenti diretti a sviluppare gli investimenti, a favorire l’internazionalizzazione delle imprese, sono mutui che possono avvalersi dei fondi della BEI e della garanzia InnovFin FEI per progetti innovativi, mutui per l'acquisizione di impianti e macchinari propedeutici all’attività d’impresa (Beni strumentali – Nuova Sabatini). Vi è poi il leasing immobiliare per imprese che vogliono utilizzare beni immobili strumentali alla propria attività, senza l’acquisto immediato in proprietà.
Investment banking
Competenza ed esperienza: consulenti specializzati sono a disposizione della clientela corporate nel progettare e seguire operazioni che mettono la finanza straordinaria al servizio della crescita e dello sviluppo aziendale.
Specifica linea di finanziamento destinata alle imprese che intendono investire e crescere nel settore delle energie rinnovabili (fotovoltaico, eolico, idroelettrico, cogenerazione e geotermia), sfruttando la disponibilità di tecnologie ormai mature e la presenza di specifici incentivi sia statali che regionali. È presente in Banca un team di ingegneri e di analisti specializzati nei vari settori in grado di effettuare, in tempi rapidi, la verifica della fattibilità del progetto e della sua sostenibilità con l’elaborazione di modelli economicifinanziari, utilizzando anche la tecnica del project financing e predisponendo – dove necessario – la documentazione per l’organizzazione di finanziamenti in pool.
Equity Investment Entriamo nel capitale sociale di un'azienda, anche coinvolgendo fondi di private equity, condividendone i progetti con la proprietà e il management, integrando competenze professionali e partecipando ai rischi e prospettive di valorizzazione dell’investimento. Finanza agevolata Per l’impresa che vuole cogliere le opportunità offerte dal sistema delle agevolazioni promosse dagli enti provinciali, regionali, statali ed europee. Mediocredito Trentino Alto Adige Via Paradisi, 1 – 38122 Trento – www.mediocredito.it
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Trattamenti innovativi per l’acciaio trentino Con il centro di eccellenza di Rovereto, Colmegna Nord offre alle aziende locali la possibilità di eseguire trattamenti di nitrurazione ad alta efficienza e a basso impatto.
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sempre voluto creare in Italia un centro di eccellenza della nitrurazione gassosa, nel quale sviluppare le migliori tecnologie frutto delle ricerche di trent’anni di studi. Ora è realtà”. La realtà alla quale fa riferimento Antonio Mancuso, che della società è amministratore e direttore tecnico, si chiama Colmegna Nord, ed è il solo stabilimento in Trentino in grado di eseguire trattamenti termici di nitrurazione gassosa controllata. Si tratta di trattamenti industriali di indurimento superficiale degli acciai eseguiti con tecniche brevettate ed innovative: le caratteristiche superficiali vengono migliorate impartendo al componente ottime proprietà meccaniche tra cui durezza, resistenza a fatica e corrosione. Oggi impresa autonoma, Colmegna Nord nasce come spin-off dedicato alla ricerca industriale dei trattamenti di nitrurazione gassosa, ed in particolare si colloca nel territorio per soddisfare la richiesta di un’altra azienda trentina innovatrice nel campo della meccanica, Capi Group. È il 2007, e la provincia di Trento deve apparire un mercato interessante, poiché per provvedere al trattamento dei pezzi in acciaio prodotti, tutte le aziende del territorio – colossi come Dana e Bonfiglioli, per intenderci – sono costrette a movimentare le merci per centinaia di km lungo l’Italia e oltre confine. Mancuso intuisce l’opportunità di approfondire la ricerca tecnologica sui trattamenti termici in atmosfera controllata, e avvia in Trentino un progetto che lo porta a introdurre sul mercato italiano un processo innovativo di nitrurazione catalitica. Nel 2012 l’azienda prende posto nell’attuale sede di San Giorgio, a Rovereto, scelta per la prossimità con il Polo Meccatronica, la zona industriale, le infrastrutture viarie.
Qui viene installato il primo impianto prototipo di nitrurazione catalitica: “Lo scopo del progetto Nitricat – spiega Gianluca Mancuso, responsabile R&D e Project Manager dell’azienda – era quello di ottenere un prodotto con caratteristiche prestazionali e di qualità assolutamente superiori alla media di mercato. In particolare garantire una migliore qualità microstrutturale dello strato nitrurato, una maggiore profondità di indurimento, minori distorsioni post-trattamento e tempi di consegna ridotti”. Il centro di eccellenza ad alto tasso di innovazione immaginato da Antonio non passa inosservato: per la varietà dei servizi offerti (oltre al processo Nitracat, anche trattamenti di nitrurazione gassosa post-ossidata, trattamenti in atmosfera e di tempra a induzione e analisi metallurgiche), per la capacità di soddisfare le esigenze delle applicazioni più avanzate, la flessibilità di un giovane team, la volontà di offrire un servizio di assistenza ad ampio raggio in aggiunta alle lavorazioni,
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Colmegna Nord acquisisce nuove commesse. Vengono, in primo luogo, dagli attori della meccanica locale, ma anche da alcuni player di nicchia con sede in tutta Italia: dai forni dello stabilimento di Rovereto passano gli avvitatori dei pit-stop più veloci al mondo della Dino Paoli, fornitore internazionale della Formula 1; strumenti musicali come i dischi armonici; le pentole d’argento di San Lorenzo arrivate oltreoceano sulla tavola di Clint Eastwood (la nitrurazione post-ossidata Nitricat-Nox conferisce all’utensile da cucina un accattivante aspetto nero lucido e protezione contro la corrosione). Recentemente, Colmegna Nord ha deciso di raccogliere una nuova sfida tecnologica e ha avviato, anche grazie alla collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler, il progetto Econit: “Si tratta – conclude Salvatore Lazzara, direttore di stabilimento – di un progetto ambizioso e innovativo, che porterà per la prima volta al mondo ad abbattere totalmente le emissioni in atmosfera del processo di nitrurazione gassosa, e a ricavare energia dai componenti di scarto”. Il processo
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non è solo efficace e controllato, ma anche ecosostenibile. “Econit, grazie alla sua alta efficienza, abbatte notevolmente le richieste di energia elettrica e quelle di gas di processo – continua Matteo Benedetti, responsabile produzione –. I gas utilizzati vengono opportunamente convertiti in specie chimiche inerti, ovvero idrogeno, azoto e acqua. Non producendo quindi scarti, costosi e delicati da smaltire, oltre all’impatto ambientale si ha un notevole risparmio sui costi di produzione e gestione dell’intero processo. Il nostro sistema qualità è inoltre certificato secondo la norma UNI EN ISO 9001:2015”. (sb)
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Come pezzi unici di un puzzle Euro Porfidi ha festeggiato a Lazise i primi quarant’anni di vita insieme agli amici di ieri e di oggi: tasselli di un’azienda che nella crisi ha trovato le energie per rinnovarsi.
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impegno, fiducia e collaborazione massima. Evitare gli attriti, smussare gli spigoli”. Le parole d’ordine del successo di Euro Porfidi, saggezza dei soci fondatori, sono tutte nella raccomandazione che il presidente Lino Allegri ha esteso alla seconda generazione dell’impresa, chiudendo il discorso pronunciato in occasione della festa dei primi quarant’anni dell’azienda. Un evento di grande intensità, organizzato per celebrare l’anniversario della società nata a fine anni Settanta e cresciuta senza scosse fino alla crisi del 2008: “Negli ultimi dieci anni – spiega Germana Allegri, responsabile commerciale e marketing – siamo passati attraverso una vera rivoluzione. Abbiamo dovuto tirare i remi in barca, riorganizzarci, reinventarci, ma ne siamo usciti in piedi. Con tanta energia e tante proposte per il futuro. La ricorrenza del quarantesimo ci ha offerto l’occasione per condividere un momento speciale con le persone che hanno fatto e fanno parte della nostra storia: i collaboratori, i dipendenti, gli amici, le autorità”. Un percorso che il presidente Allegri ha ricordato ai presenti, convenuti nella bella location della Dogana Veneta di Lazise. A partire dal 1969, “quando mi accorsi – racconta lui – che nel distretto del
marmo mancava inspiegabilmente il porfido: nessuno se ne curava. Ci pensai io, costituendo la Porfidi Mas. La ditta funzionava bene, ma i soci di allora pensavano alla sola commercializzazione, mentre io volevo qualcosa di più: puntavo all’intera gamma delle lavorazioni. Avevo conosciuto negli anni due persone di grande onestà e capacità: Carlo Marchesini e Augusto Caresia. Sudai sette camicie per convincerli a costituire con me una società, e alla fine vi riuscii. Quella fu la mia mossa vincente e, scusate il peccato di superbia, il mio capolavoro. Sarebbero diventati con me i soci fondatori di Euro Porfidi”. La società si insedia allora nei pressi del paese di Sega, in un’area dismessa svenduta a seguito di un fallimento.“Se ripenso agli strumenti usati allora – continua Allegri – mi sembra di tornare veramente alla preistoria. Gli strumenti erano primitivi, ma la nostra determinazioneera grande. Lo fu altrettanto lo sviluppo”. Euro Porfidi acquisisce macchinari e individua nuove cave alle quali appoggiarsi: in Val Gardena, a Paneveggio, a Forte Buso e in Val Sarentino. Gli ordini aumentano e la struttura si amplia:
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“Nel 1982 acquistammo un’area di 1.500 mq per un nuovo capannone con nuovi macchinari. Poi venne l’acquisto di un terreno di oltre 19mila mq che il comune di Cavaion aveva previsto come area artigianale. Sistemata la sede di Sega di Cavaion si pensò alla zona estrattiva”. Nel 1986 Euro Porfidi acquista la cava trentina di Cembra e rileva il contratto con le Asuc di Lona e Lases. Al porfido si aggiungono materiali complementari, come la Quarzite Dorata, la Luserna, la Quarzite verde di Morgex, il Verde Spluga, l’Ardesia e molti altri. Si affida la posa in opera a posatori scelti. Si partecipa alle fiere, con le loro “processioni di clienti”. Arrivano anchele difficoltà: “La concorrenza, gli investimenti infelici all’estero, le operazioni sfortunate… esperienze negative che ci fecero capire quanto importante sia il controllo diretto delle cave da parte dell’azienda. E ancora, le crisi mondiali dell’economia. Posso però confermare che la determinazione, la coesione e l’impegno della vecchia compagine sociale hanno permesso di superare tutti i momenti, anche i più critici”. Nel corso della serata, Allegri ha inoltre ricordato
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l’ultima grande avventura di Euro Porfidi: quella di “Alliance of Stone”, rete di imprese che ha favorito la penetrazione nel mercato internazionale, con commesse in Inghilterra, Stati Uniti, Francia, Polonia, Ungheria, Romania e Indonesia. E ha ringraziato i collaboratori di una vita, tasselli irrinunciabili di un disegno più complesso: “Come il puzzle di porfido che nel corso della serata è stato dipinto da un artista veronese, Serafino Rudari, per essere poi distribuito, a pezzi, al pubblico della serata – spiega Germana -. Per sottolineare l’idea dell’unicità e dell’appartenenza a un gruppo: ognuno è unico, e se manca il suo contributo il puzzle sarà incompleto”. Lino Allegri ha infine idealmente consegnato il testimone dell’azienda alla nuova generazione: a Nicola Marchesini, responsabile della produzione, a Walter Caresia responsabile cava, a Simone Caresia, amministratore delegato e a Germana Allegri. “Prendere in mano il testimone – ha concluso – significa correre, dare il massimo di sé per superare le difficoltà e ottenere i risultati sperati. Significa cercare di stare, per quanto possibile, davanti, perché solo chi sta davanti può classificarsi fra i primi”. (sb)
w w w . e u r o - p o r f i d i . i t
Sede: Sega di Cavaion (Verona) - Via Michelangelo - Tel. +39 045 6860880 Filiale: Civezzano (Trento) - Loc. Sille, 5 - Tel. +39 0461 689269
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“We move”. Oltre l’intermediazione Presente dal 2016 anche a Trento, Assiconsult è tra le prime dieci società di brokeraggio assicurativo in Italia e la terza per l’assicurazione del credito commerciale.
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broker assicurativo con uno spiccato orientamento alla consulenza e all’intermediazione assicurativa per aziende di medie e grandi dimensioni, anche rivolte ai mercati esteri. Società da pochi mesi associata a Confindustria Trento, Assiconsult ha una lunga tradizione in un settore che mai come in questi ultimi anni è caratterizzato da un’estrema specializzazione dei servizi offerti alle imprese, in un contesto globalizzato e sempre più dinamico, dove “Brexit” e regolamentazione intercomunitaria dovranno nel breve periodo trovare un nuovo, convincente punto di incontro. Gregor Stimpfl è ceo di Assiconsult Srl di Bolzano. A lui abbiamo chiesto di presentare questa realtà. Assiconsult è stata fondata nel 1964 da mio padre Alfred. Ha compiuto ormai più di cinquant’anni crescendo progressivamente in dimensioni, tipologia di servizi offerti e know-how. Attualmente ci troviamo tra le prime dieci maggiori società di brokeraggio assicurativo in Italia e siamo la terza per quanto riguarda l’assicurazione del credito commerciale. Oltre alla sede principale di Bolzano nel 2000 è stato aperto l’ufficio di Milano, seguito da Trento, San Candido e Innsbruck. Tre fattori credo abbiano svolto un ruolo fondamentale per la crescita di Assiconsult: il confronto critico con gli altri player del mercato, la capacità di rinnovarci costantemente per stare al passo con le evoluzioni tecnologiche e il forte coinvolgimento di tutti i collaboratori (ormai oltre novanta) con gli obiettivi aziendali.
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Globalizzazione e specializzazione sono gli elementi che oggi caratterizzano i mercati internazionali. Come li affronta Assiconsult? La nostra posizione geografica in una zona “di frontiera” e/o di incontro tra diverse realtà economiche e culturali europee, ci ha permesso di specializzarci nella gestione di programmi assicurativi internazionali, per aziende in Italia e all’estero. Ci ha inoltre consentito di coltivare solidi rapporti in particolare con clienti e partner di lingua tedesca (Germania, Svizzera ed Austria) e inglese (collaborazione stabile con i Lloyd’s di Londra ed altri assicuratori del mondo anglosassone). Oltre a questo, siamo inseriti in diversi network internazionali e collaboriamo con broker partners in oltre cento paesi. Consideriamo però che la sfida maggiore oggi consista nella digitalizzazione del Operativamente come avete deciso approcciare servizio al cliente; per questo disponiamo di un’u- un territorio così vasto ed economicamente vinità IT interna specializzata nello sviluppo softwa- vace come il Trentino? re per l’intermediazione assicurativa e abbiamo Il nostro motto è “We move”, ovvero l’impegno ad elaborato un applicativo (per tablet, smartphone o essere sempre presenti ogni qualvolta il cliente lo pc) capace di consentire ai nostri clienti l’accesso richieda. Per questo dal 2016 abbiamo aperto un alla propria posizione assicurativa in autonomia ufficio a Trento con un team dedicato ad offrire e in qualsiasi momento. I nostri tecnici IT sono assistenza e consulenza alle aziende del territorio; inoltre impegnati sul fronte dei più recenti svilup- la forza dei colleghi della sede di Trento risiede nella conoscenza in profondità delle specificità pi della protezione dei dati (Gdpr). locali e delle esigenze delle eterogenee realtà imCome nasce e cosa si attende dalla collabora- prenditoriali della provincia, e allo stesso tempo nella possibilità di avvalersi del network internazione con Confindustria Trento? Assiconsult è da molto tempo il broker sia dell’As- zionale, degli sviluppi IT e delle Specialties che sociazione Industriali di Trento che di Assoim- Assiconsult mette a disposizione trasversalmente prenditori Alto Adige, nonché socia delle stesse. per tutte le sue sedi. Conosciamo quindi da vicino queste realtà e le problematiche che gli imprenditori del territorio Elena Sacchetti, lei sarà la persona di riferimenaffrontano quotidianamente: il nostro obiettivo è to per questa nuova sfida, cosa si aspetta da offrire loro supporto ed assistenza per lo sviluppo questo incarico? ottimale del business. Spesso infatti le questioni La sfida che ogni consulente deve sostenere oggi assicurative rivestono un’importanza strategica è quella di saper anticipare il cambiamento. Nel nella vita di un’azienda e la corretta gestione del nostro settore questo è particolarmente importanrischio incide proprio sulla sua continuità. Quella te perché permette di far fronte ai rischi emergencon Confindustria sarebbe dunque una collabora- ti con sicurezza. Il mio obiettivo è precisamente zione i cui benefici, in termini di sicurezza e di questo: analizzare la realtà e ricercare soluzioni controllo del rischi, ricadrebbero non solo sulle creative per precorrere il cambiamento, accompasingole imprese, ma anche, in modo più ampio, gnando così, giorno dopo giorno, il cliente verso il futuro ed essere partecipe dei suoi successi. sul tessuto economico locale.
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Top Employers 2018: tris trentino Tre Associate hanno ottenuto la certificazione: si tratta anche per quest’anno di Dana Italia, del Gruppo Saint-Gobain e di Sandoz Industrial Products Spa.
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A fianco, il team di Dana. Sotto, la consegna a Andrea Stiz, responsabile Risorse Umane di Sandoz Industrial Products. A sinistra Gianni Scotti, ad del Gruppo Saint-Gobain in Italia
il Certificatore Globale dell’eccellenza delle condizioni di lavoro messe in atto dalle imprese per i propri dipendenti: il Top Employers Institute ha assegnato anche per quest’anno le certificazioni che identificano, sotto questo particolare aspetto, le migliori aziende al mondo. Tre le Associate a Confindustria Trento che hanno ottenuto la certificazione: si tratta di Dana Italia, del Gruppo Saint-Gobain e di Sandoz Industrial Products. La cerimonia di premiazione si è svolta a inizio febbraio al Palazzo del Ghiaccio di Milano.
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Ad Adige Spa il Premio dei Premi Riconosciuto l’impegno nell’innovazione, che ha consentito all’azienda di raggiungere il primato a livello internazionale nel proprio settore di riferimento.
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è svolta a metà dicembre alla Camera dei Deputati, alla presenza della presidente Laura Boldrini, la cerimonia di consegna del “Premio nazionale per l’Innovazione”, istituito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e assegnato alle imprese ritenute più innovative nello scenario economico italiano nell’anno 2017. Tra di esse Adige Spa, l’azienda di Levico Terme appartenente al Gruppo BLM, leader mondiale per le tecnologie di lavorazione del tubo, unica impresa del settore macchine utensili (e unica trentina) a ricevere in questa edizione il prestigioso riconoscimento. “Il rigore con cui sono valutate le potenziali vincitrici di questo premio – ha commentato Giancarlo Capra, direttore tecnico di Adige Spa – ci rende particolarmente orgogliosi e conferma la forte determinazione di Adige Spa nel rag-
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giungere costantemente nuovi livelli di eccellenza sul mercato mondiale, attraverso il continuo sviluppo di soluzioni utili per i clienti”. La motivazione del premio assegnato ad Adige sottolinea “l’impegno dei leader dell’innovazione, che ha consentito all’azienda di raggiungere il primato a livello internazionale nel proprio settore di riferimento, ottenendo significativi risultati di business”. “Siamo molto contenti che i valutatori abbiano messo in evidenza il contributo determinante dei leader dell’innovazione – commenta il direttore generale Luca Arighi -. Non solo la proprietà e il management, ma anche tanti validi collaboratori contribuiscono ogni giorno a guidare i processi di innovazione dell’azienda, dei suoi prodotti e del suo complessivo approccio ai clienti sul mercato globale”.
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Il Miur sceglie Aldebra e Buonarroti Il progetto Alyante, già premiato dall’ultima edizione del “Tu Sei” di Confindustria Trento e Provincia autonoma di Trento, è stato segnalato tra le best practice dell’alternanza scuola-lavoro.
UNICO
in tutto il Trentino Alto-Adige, il progetto Alyante, frutto della collaborazione biennale tra l’azienda trentina Aldebra Spa e una classe dell’ITTS Buonarroti Pozzo di Trento, è stato inserito di recente all’interno delle best practice dell’alternanza scuola-lavoro segnalate del MIUR. Durante il percorso, venti allievi dell’istituto hanno provveduto all’analisi e allo sviluppo di un software a supporto delle attività di configurazione dell’offerta commerciale del prodotto di riferimento. Affiancati dai tutor aziendali, i ragazzi hanno raccolto e analizzato i fabbisogni del committente, per poi predisporre uno studio di fattibilità, che è stato condiviso e approvato dall’azienda. Su quella base documentale è stata poi avviata l’implementazione della soluzione. A sviluppo quasi ultimato, alcuni ragazzi sono stati ospitati dall’azienda per l’affinamento della soluzione e degli ultimi dettagli della realizzazione del progetto.
“In Aldebra – spiega Giordano Tamanini, presidente della società – siamo rimasti positivamente colpiti dall’entusiasmo con cui i ragazzi hanno approfondito le nuove tematiche e dall’impegno profuso nelle attività svolte sia in aula che in azienda”. Tra gli studenti, molti hanno apprezzato soprattutto l’opportunità di lavorare accanto ai professionisti dell’azienda; vi è chi invece ha manifestato grande soddisfazione per la realizzazione di una soluzione pratica realmente efficace. Realizzato nell’ambito dell’ultima edizione del “Tu Sei” – iniziativa promossa da anni da Confindustria Trento e dalla Provincia autonoma di Trento presso le scuole e le aziende del territorio – Alyante era già stato riconosciuto e acclamato lo scorso anno a Trento come il migliore progetto della sua categoria.
La premiazione del progetto al "Tu Sei"
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La sperimentazione che passa per la partnership Ai banchi di prova i progetti della formazione secondaria di secondo grado: dal nuovo percorso di studi dell'Istituto Marie Curie di Pergine al liceo Steam International del Cfp Veronesi di Rovereto.
CONFINDUSTRIA
Trento, convinto sostenitore di progetti e percorsi di collaborazione tra il mondo dell’impresa e il mondo della scuola, è fra i principali partner di un serie di iniziative d’avanguardia promosse dagli istituti e dai centri di formazione professionale del territorio.
Il percorso di studi “Amministrazione, Finanza e Marketing con specializzazione in Web Marketing” Si tratta del nuovo triennio del settore economico attivato in via esclusiva nel Nord Italia solo dall’Istituto Marie Curie, che fornisce competenze specifiche nel settore del Marketing digitale strategicamente integrate con quelle di ambito giuridico, informatico, linguistico, dei sistemi aziendali e dei prodotti assicurativi e finanziari. Il profilo del diplomato in uscita da questo indirizzo di studi è tra i più richiesti dal mercato del lavoro e risulta tra le sette figure professionali definite “introvabili“ dall’analisi dei programmi occupazionali delle imprese elaborati sulla base dei dati Isfol 2017. Le competenze relative all’utilizzo professionale dei social media e, in generale, delle potenzialità del Web per l’attivazione di strategie
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di marketing digitale e di forme innovative di interazione con i clienti rappresentano, in effetti, una leva competitiva cruciale per le aziende. Il percorso formativo prevede lo studio di contenuti specifici di “Internet Business Communication”, “Visual Marketing”, “Web editing” “Web Content Management”, “Search Engine Optimization”, “Search Engine Marketing”, “Ninja Marketing”, “Viral Marketing”, Statistica per il Marketing e Diritto di Internet e Social Media. Il nuovo liceo classico a indirizzo comunicazione – A+ A+ lancia all’Arcivescovile il nuovo Liceo classico a indirizzo comunicazione. Il nuovo liceo classico Arcivescovile intende fornire ai propri studenti competenze specifiche in uno dei settori emergenti più
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importanti in chiave lavorativa: la gestione della complessità, con particolare attenzione alle dinamiche della comunicazione. L’impostazione didattica per progetti aiuta i ragazzi a collegare gli strumenti del pensiero alla realtà e ad acquisire competenze metodologiche di alto livello per imparare a guidare i processi di ricerca delle soluzioni. L’inserimento del classico nel progetto A+, nato dalla sinergia tra Arcivescovile e Artigianelli, dà modo ai ragazzi di partecipare a challenges per la soluzione di problemi reali che coinvolgono studenti di tutta Europa e consente loro di essere inseriti nelle realtà territoriali, nazionali ed europee che si occupano di gestire processi d’innovazione legati al mondo della grafica, della comunicazione e del design. Un’attenta considerazione del benessere dell’alunno e della crescita equilibrata delle sue competenze relazionali in un clima non competitivo favorisce in lui lo sviluppo di una mentalità creativa, aperta, curiosa, preparandolo così ad un inserimento naturale nel mondo universitario e in quello lavorativo. Il liceo STEAM International Steam sta per Science, Technology, Engineering, Arts e Mathematics, ed è il nuovo percorso del CFP Veronesi, al via con il 2018. La scuola avrà sede a Rovereto, a Polo Meccatronica: una scelta che vuole andare verso una interazione sempre più forte tra formazione e impresa e punta sull’ingegneria quale disciplina strategica per la preparazione al mondo del lavoro. Il corso rientra nella categoria dei licei scientifici tecnologici, ma si distingue per alcuni aspetti, tra cui in primis la durata di 4 anni, in linea con il resto d’Europa. Per quanto riguarda la didattica sono previste 300 ore di alternanza scuolalavoro, lezioni per almeno 6 ore al giorno delle quali il 50% in lingua inglese e il conseguimento di un doppio diploma di maturità con l’abilitazione all’accesso alle altre università nel mondo. Il metodo, illustrato nella presentazione pubblica del liceo ospitata dal Polo Tecnologico, mette al centro la crescita personale con 3 livelli: apprendimento di contenuti fondanti, un giorno ogni due
settimane un corso intensivo su analisi di casi e applicazioni avanzate e lo sviluppo ogni anno di 3 progetti di rilevanza anche sociale con prodotti finali. In Trentino, la sperimentazione dei percorsi di liceo in quattro anni è stata avviata anche dall’istituto Martini di Mezzolombardo, promotore del primo percorso quadriennale di liceo scientifico, opzione scienze applicate. Di recente l’istituto Sacro Cuore di Trento è stato inoltre autorizzato ad attivare una nuova sperimentazione, riferita in questo caso al liceo delle scienze umane.
I sette anni del Polo informatico gestionale Si è svolta presso l’aula magna dell’istituto Tambosi di Trento la cerimonia organizzata per festeggiare il settimo anniversario dalla costituzione del Polo informatico gestionale di Trento. La creazione del Polo, nel 2011, ha dato un importante impulso al processo di innovazione dell’indirizzo informatico gestionale dell’Istituto, in riferimento alla didattica e all’utilizzo dei linguaggi di programmazione. Il Polo era nato infatti con l’obiettivo di favorire una maggiore coerenza di rapporti fra il sistema scolastico e il sistema produttivo, mediante lo scambio di esperienze nell’ambito del processo formativo dei giovani; di promuovere e sviluppare un’adeguata cultura tecnico-professionale nella Scuola Secondaria al fine di formare per il prossimo futuro risorse umane capaci di soddisfare la crescente domanda di tecnici informatici nel campo gestionale; di facilitare il dialogo e la collaborazione tra il sistema imprenditoriale, le scuole, il mondo della ricerca scientifica, le università, gli enti e le istituzioni locali. L’interazione con aziende leader del settore informatico ha dunque consentito di sperimentare tecniche avanzate già utilizzate nel mondo del lavoro. In occasione della cerimonia si è celebrato anche l’ingresso nel Polo di Saidea Informatica.
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Servizi personalizzati per l’internazionalizzazione Un 2017 ricco di successi per le aziende trentine sui mercati esteri. Individuati i nuovi mercati focus per il 2018: si tratta di Iran, Australia, Colombia e India. di GIORGIO ZAGONEL
IL
2017 è stato per Trentino Export un anno ricco Alla ormai collaudata partecipazione alla Fiera di soddisfazioni grazie al consolidamento dei suoi Summer Fancy Food di New York nel settore agropluriennali progetti di internazionalizzazione ed alimentare, il Consorzio ha partecipato con uno ai nuovi progetti di sostegno all’export intrapresi. stand collettivo alla fiera Big 5 Show di Dubai, Il bilancio delle attività ha visto il concretizzar- il più importante evento per il settore delle cosi di 42 ricerche di mercato, 38 organizzazioni di struzioni nel Golfo Persico, dove l’edilizia rimane incontri Business to Business, l’assistenza post in- uno dei settori trainanti dell’economia dell’area; contri Business to Business di 23 imprese e l’assi- ed alla InterPoma China 2017, prima edizione gestenza post vendita di ulteriori 8 imprese trentine mella della classica fiera InterPoma di Bolzano, nei seguenti Paesi: Usa, Brasile, Marocco, Emirati accompagnando un pool di 4 aziende trentine a Arabi Uniti, Turchia, Iran, India, Cina, Australia, Weihai nella penisola della Shandong. Russia, Germania, Austria, Svizzera, Romania, Re- Di notevole importanza è stata poi la Missione gno Unito e Spagna. commerciale in Iran svoltasi dal 7 al 12 ottobre 2017 che ha visto la partecipazione di 5 aziende associate a Trentino Export: Cipriani Profilati, Metalife, Rovimpex, Tumedei e TWT Tools. Dopo soli tre mesi alcune delle aziende partecipanti sono riuscite ad ottenere i primi ordini, a riprova delle grandi potenzialità del mercato iraniano e dell’ottimo lavoro svolto dal desk di Trentino Export a Teheran. Nel quadro della presentazione alle aziende trentine dei propri refePer quanto riguarda invece gli ormai rodati prorenti esteri, Trentino Export organizza per martedì 27 marzo 2018 una getti di penetrazione commerciale personalizzati, giornata di incontri personalizzati e gratuiti rivolti alle imprese interesobiettivo è quello di renderli sempre maggiormensate al mercato russo. Gli incontri avranno lo scopo di approfondire te specifici per le aziende trentine, focalizzandosi le opportunità di business e capire le problematiche inerenti la comsu nuovi mercati di sbocco delle produzioni del mercializzazione dei prodotti trentini in questa area. Trentino Export nostro territorio. A tal proposito i nuovi mercati si propone così di aiutare le imprese trentine nel loro processo di focus per il 2018, oltre all’Iran, saranno l’Austrainternazionalizzazione anche su questo mercato, tramite il collaudato lia, la Colombia e l’India. Da ricordare poi è la metodo di fare seguire ad una prima fase di ricerca di potenziali clienti continuazione e implementazione della piattaforl’organizzazione di incontri business to business ed una assistenza ma logistica di Trentino Export in Brasile, a Rio fino alla fase del post vendita. Dos Cedros nello Stato di Santa Catarina (progetto Pi.Ma.Rio.) che anche nel 2018 darà un collaudato Per informazioni: e professionale appoggio alle aziende operanti in Trentino Export questo Paese. Infine questo anno entrerà a pieno T 0461 931011 regime anche la nuova partnership con Credem, info@trentinoexport.it Credito Emiliano Spa.
Referente Trentino Export per la Russia
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A Casa Sebastiano il dono dell’Associazione In occasione delle scorse festività natalizie, Confindustria Trento ha scelto di regalare solidarietà: il contributo sarà impiegato per l’acquisto delle apparecchiature per l’idroterapia.
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la collaborazione con Anfass, che aveva ricevuto, per le festività natalizie del 2016, la donazione della nostra Associazione, in occasione del Natale 2017 Confindustria Trento ha scelto di sostenere Casa Sebastiano, il centro diurno e residenziale voluto a Coredo dal patron di Tama e presidente della Fondazione Trentina per l’Autismo Giovanni Coletti e gestito da Autismo Trentino Società Cooperativa Sociale Sociosanitaria. Con quanti tradizionalmente erano omaggiati nel periodo delle feste, l’Associazione ha condiviso la volontà di regalare solidarietà, convinta che un segnale concreto abbia un valore superiore a qualsiasi altra iniziativa. Il gesto è peraltro ispirato al senso della responsabilità sociale comune alle imprese del sistema industriale trentino: un sentimento diffuso, che in Casa Sebastiano trova una delle espressioni più nitide e convincenti. Il centro è un luogo di formazione e di studio: una realtà stimolante per crescere e per favorire la
relazione con l’altro, una casa che accoglie la famiglia intera, con i suoi bisogni e le sue esigenze. Le persone con disturbi dello spettro autistico sono, come tutti gli altri, bambini e ragazzi bisognosi di relazioni e stimoli positivi per crescere e vivere una vita serena. Casa Sebastiano si propone come un contesto abilitativo pervasivo, in cui ogni attività è occasione di educazione, già a partire da quelle della vita quotidiana, organizzate e strutturate per le specifiche caratteristiche dell’autismo e fruite come momento stimolante di crescita per incrementare e potenziare le competenze cognitive e sociali. Un’equipe multidisciplinare specializzata progetta percorsi educativi personalizzati per sviluppare abilità cognitive e sociali per il miglioramento della qualità di vita. In particolare, la donazione indirizzata a “Casa Sebastiano” sarà impiegata per l’acquisto delle apparecchiature per l’idroterapia.
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sociale
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economia
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L’economia trentina e le donne Nella giornata di studi organizzata presso l’Università di Trento, una lettura della presenza femminile tra passato e presente, con uno sguardo alle prospettive. di ROBERTA G. ARCAINI e CINZIA LORANDINI
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è tenuta, presso il Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento, una giornata di studi sul tema “Donne ed economia in Trentino tra passato e presente”, curata da un comitato scientifico composto dagli storici dell’economia attivi presso l’ateneo trentino – Andrea Bonoldi, Andrea Leonardi e Cinzia Lorandini – e da Roberta Arcaini, archivista (Provincia autonoma di Trento, Soprintendenza per i beni culturali). Partendo dalla constatazione del crescente rilievo del tema della parità di genere sia nella letteratura scientifica che nel dibattito ai vari livelli istituzionali, la giornata ha unito una riflessione storiografica sul ruolo della donna nell’economia trentina alla presentazione di fonti archivistiche e a una valutazione sulla situazione attuale e sulle prospettive. Fortemente simbolico il luogo dell’incontro, sede storica dell’Istituto bacologico del Consiglio provinciale d’agricoltura di Trento, impegnato da fine Ottocento nella selezione del seme-bachi con largo impiego di manodopera femminile (si veda la fotografia di G.B. Unterve-
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ger, 1894). Durante la prima sessione di lavoro si sono presentati gli esiti di alcune ricerche recenti relative a vari aspetti della presenza femminile nell’economia trentina, tra il basso medioevo e l’età contemporanea, dalla gestione del patrimonio – non limitato alla dote -, alla partecipazione al mercato del credito, alla sfera lavorativa e al mondo della cooperazione. L’elemento che è prevalso nel convegno è stato la varietà: sono stati proposti esempi in ambiti sociali molto diversi, da quello dei coloni alla nobiltà tirolese, con donne in vari ruoli, vedove, monache, operaie in sciopero. Durante la sessione pomeridiana sono state presentate varie fonti archivistiche (istituzionali, di privati, d’impresa) conservate in Trentino e di interesse per la ricerca storica sul tema, una riflessione sull’imprenditorialità femminile nei secoli XVII e XVIII, evidenziando alcune linee di continuità tra passato e presente, e una lettura aggiornata del posizionamento sul mercato del lavoro della componente femminile in provincia di Trento. Una tavola rotonda finale, con specialiste e rappresentanti delle istituzioni, ha focalizzato l’attenzione sull’evoluzione più recente della posizione delle donne nell’economia trentina e sulle possibili prospettive. La giornata di studi conclude un progetto pluriennale per il riordino, l’inventariazione e la valorizzazione dell’Archivio Salvadori, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto e dal Comune di Magrè/Gemeinde Margreid, e con diversi partner: l’Associazione Storia e Regione/Geschichte und Region di Bolzano, il Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento, l’Archivio di Stato di Trento e la Soprintendenza per i beni culturali-Ufficio beni archivistici librari e Archivio provinciale di Trento.
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