7 Puntare sulla crescita della produttività dell’industria
9 Un’iniziativa concreta per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro
10 A Trento il Presidente di Confindustria Orsini
Non chi comincia ma quel che persevera
Gli Innovation Days arrivano a Trento
Sovranità digitale secondo Baldoni 19 Trentino e space economy: un’eccellenza
Sostenibilità concreta, valore aziendale
Sostenibilità e competitività: il futuro delle imprese 28 Un’alleanza di sistema per il futuro 31 Aquafil: pioniera del volontariato aziendale
Sezione Moda tra innovazione e sostenibilità 36 Il Contributo di Gaspari alla Sezione Moda 39 Formazione, manifattura e talenti del fare 41 Calze GM diventa Società Benefit
44 FibrXL: eccellenza dei filati ad alta tecnologia associazione
46 Confindustria Trento sceglie Delladio
47 Europa al Centro per l’Industria Italiana
49 Manzana e Lunelli Cavalieri del Lavoro
50 Soft skills: la chiave del successo
52 Skill mismatch e carenza di lavoratori
53 Trento rivoluziona la formazione manageriale
54 Smascherare i falsi da IA giovani
55 Giovani Imprenditori tra innovazione e collaborazione
57 Piccoli inventori in gara internazionalizzazione
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TRENTINO INDUSTRIALE
Anno 65 | N. 3 Giugno - Luglio 2024
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Puntare sulla crescita della produttività dell’industria
Confindustria Trento ha un Presidente Designato: nei giorni scorsi il nostro Consiglio Generale ha individuato in Lorenzo Delladio la figura che si presenterà all’Assemblea di ottobre per guidare la nostra Associazione nei quattro anni a venire. Lorenzo è già al lavoro per definire il programma del suo mandato e la squadra che lo supporterà nel lavoro che lo attende.
Da sempre uomo di Associazione, imprenditore esperto, sensibile e lungimirante, Lorenzo è in grado di far convergere la fiducia e il consenso di una base associativa dalle anime differenti. Il suo profilo coniuga gli opposti: radicamento territoriale e scala globale, proprietà familiare e gestione manageriale, lavorazione manifatturiera e innovazione continua. Tra le sue priorità c’è da sempre l’attenzione alle persone e all’ambiente, che persegue investendo sulla sostenibilità, sulla qualità del lavoro, sul benessere in azienda. Vicepresidente del Consiglio in carica, è fra gli autori del progetto Duemilatrentino, per il quale ha offerto un contributo di conoscenza imprescindibile.
Le prime indicazioni espresse all’atto della sua presentazione pubblica valorizzano un tema emerso che appare trasversale a tutti gli altri: l’attrattività del territorio. Un tema che interessa tutte le parti, e che per questo non può non essere oggetto di lavoro della nostra Confindustria, delle altre categorie, delle amministrazioni locali.
Un territorio è attrattivo quando ci si vive bene. Si vive bene se c’è lavoro per tutti, di qualità e ben retribuito. Se ci sono servizi per le famiglie e per la cura della persona. Se ci sono soluzioni abitative confortevoli e accessibili, negozi dove acquistare prodotti sani a un prezzo equo, magari anche una buona ristorazione. Se ci sono proposte e opportunità per trascorrere il tempo libero, indoor o outdoor. Se l’aria è pulita, le infrastrutture sono manutenute, se il clima è favorevole. Se la mobilità è fluida, se c’è una buona connessione internet. Tutto questo avviene in presenza di investimenti, e gli investimenti sono possibili solo se un territorio è in grado di produrre crescita. E poiché in Trentino l'industria rappresenta il settore in assoluto a più alta produttività – non dimentichiamo che produce più di un terzo del PIL – e con maggiori potenzialità di crescita, dobbiamo essere consapevoli che per continuare a perseguire il benessere economico dell’intero territorio bisogna puntare sulla crescita della produttività delle imprese e sull’industria. Prima converremo su questo punto, prima potremmo capire come collaborare fattivamente perché questo accada.
Fausto Manzana Presidente di Confindustria Trento
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Un’iniziativa concreta per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro
Sono le imprese della nostra Sezione Moda ad essere tra le protagoniste di questo numero estivo di Trentino Industriale. Dedichiamo loro anche la copertina di questo giornale, con un gioco di parole – Wear are you – che non per caso fa eco anche al titolo del Festival dell’Economia 2024. Un’edizione, quella di “Quo Vadis”, che ci ha visti impegnati in prima linea, in qualità di organizzatori e relatori. Al pubblico della kermesse abbiamo proposto una serie di momenti di riflessione orientati all’approfondimento di tematiche di attualità stringente, grazie al coinvolgimento di personalità di spicco internazionale: la space economy, la cybersecurity, l’intelligenza artificiale e l’innovazione in generale come motore per la crescita delle imprese e dei territori. Siamo stati inoltre invitati a intervenire anche in altre occasioni, quando abbiamo parlato tra le altre cose di mercato del lavoro, di giovani, di carenza dei lavoratori e skills mismatch, di capitale umano come elemento fondamentale per il successo e la competitività delle imprese. I rapporti tra le persone nel contesto professionale, le dinamiche tra i componenti di un gruppo, e tra loro e chi detiene la leadership, sono stati peraltro il motivo di un cammeo che non stento a definire notevole, organizzato dalla nostra Associazione in apertura di kermesse, con la partecipazione del 122esimo comandante dell'Amerigo Vespucci.
Nelle pagine che seguono, diamo conto dei contenuti emersi in occasione del festival non soltanto per dovere di cronaca, ma perché anch’essi hanno rappresentato un momento necessario nel percorso di definizione dei contorni del progetto di visione che presenteremo al pubblico dell’Assemblea di ottobre. Vi stiamo lavorando operando su piani diversi, come accaduto negli anni scorsi, ma con un più forte orientamento alla messa a terra delle proposte, dunque agli strumenti di supporto alla realizzazione delle azioni che crediamo possano concorrere alla costruzione di un Trentino 5.0.
Proprio in questi giorni, Confindustria Trento ha lanciato due survey. Una è dedicata agli studenti di Università, alta formazione professionale e scuole secondarie di secondo grado: ci servirà a capire quali siano le loro aspettative, e su quali aspetti far leva per trattenere i giovani in Trentino dopo i loro studi. L’altra, in parte parallela a quella dedicata agli studenti, è volta a comprendere ancora meglio le esigenze delle aziende e le azioni messo in campo sin qui proprio da loro. L’obiettivo è comunicare in maniera più forte le opportunità – e sono tante – che le nostre imprese mettono a disposizione dei giovani, riducendo l’asimmetria informativa a causa della quale spesso queste notizie non arrivano a destinazione. Soprattutto, lo scopo di questa iniziativa è favorire, con cognizione di causa e con azioni concrete, l’incontro tra domanda e offerta. Per contribuire, finalmente, a risolvere il problema del matching tra domanda e offerta di lavoro.
Vi dico grazie, fin da ora, per la vostra opinione. Non è solo importante: è necessaria.
Roberto Busato
Direttore Generale di Confindustria Trento
A Trento il Presidente di Confindustria Orsini
Emanuele Orsini discute il futuro dell’industria italiana: transizione energetica, intelligenza artificiale e politiche economiche per una ripresa sostenibile.
immediatamente i decreti attuativi di Industria 5.0, promuovere il nucleare pulito di nuova generazione e confermare il taglio del cuneo fiscale nella prossima finanziaria”, queste le parole del neoeletto Presidente di Confindustria, Emanuele Orsini all’appuntamento conclusivo della XIX edizione del Festival dell’Economia di Trento.
Unità, dialogo e identità sono, secondo Fabio Tamburini , Direttore de Il Sole 24 Ore, di Radio 24 e Radiocor e Presidente del Comitato scientifico del Festival, le tre caratteristiche della Confindustria “a guida Orsini”. “Per noi – ha commentato l’ospite – il dialogo è fondamentale. Rappresentiamo il 94% delle imprese, grazie alla nostra capacità di mettere assieme attori diversi, quelli che producono energia e quelli che l’utilizzano, chi gestisce i trasporti e chi ne beneficia e così via. La capacità di dialogo e un’identità consolidata ci consentono di fare sintesi”. Uno dei temi centrali del Festival è stato l’Europa. “Per noi –ha detto Orsini – è importante avere un’Europa nuova. Le nostre imprese sono estremamente sensibili al tema ambientale. Ma temiamo un’opposizione ideolo -
gica al mondo industriale. Alcune decisioni, come quelle sul packaging, sono difficili da gestire. Lo stop del motore endotermico al 2035 non può esistere. Dietro a quel motore c’è una filiera importantissima. La fase della transizione è fondamentale. Oggi la nostra industria produce il 9% dell’inquinamento. Significa che tutti devono “fare i compiti” e assumersi le loro responsabilità. Eliminare l’industria causerebbe un problema sociale ed economico. E la transizione che ci viene chiesta oggi, e che ha un costo di 1100 miliardi, ci mette in grande difficoltà”.
Sull’energia il presidente di Confindustria si è detto favorevole al nucleare e a un forte impegno pubblico nel settore in quanto al dopo-Covid, il sistema economico ha manifestato una grande capacità di ripresa. Anche l’occupazione oggi va bene, meno invece la competitività. “Purtroppo, gli ultimi dati segnalano un’industria in frenata – ha puntualizzato Orsini – soprattutto per effetto delle difficoltà della Germania e del Nord Europa. Beneficiamo invece degli investimenti fatti nel 4.0. Sul 5.0 servono i decreti ora, i nostri imprenditori li stanno attendendo per fare nuovi investimenti. Parliamo di
una misura che scade nel 2026, legata al Pnrr. Ma noi abbiamo bisogno di una visione almeno a cinque anni. Dobbiamo accelerare”. E il Superbonus? Forse inizialmente è servita a fare una scossa al sistema, messo a dura prova dal Covid. Poi forse è scappata di mano. “Io inizialmente lo avevo appoggiato – ha detto Orsini – ma la misura è poi cambiata molte volte dalla sua adozione iniziale. Però non possiamo far sì che misure retroattive mettano in discussione le nostre imprese. Oggi non si può chiudere la misura prima che le imprese abbiano finito i lavori. Le imprese devono potersi fidare delle istituzioni. Attenzione perché anche il 5.0 sarà tutto basato sul credito d’imposta”.
L’industria dell’auto: non può esistere sotto un numero-soglia, un milione di auto prodotte in Italia all’anno. Invece oggi se ne produce meno della metà. Come fare? “Mi auguro che l’accordo fra Stellantis e l’Italia rimanga. Bene anche se un secondo produttore verrà a produrre in Italia, ma utilizzando le nostre filiere. Non possiamo utilizzare incentivi governativi per finanziare auto non prodotte in Europa. Dobbiamo anche fare un ragionamento sul ricambio del parco auto”.
L’Intelligenza artificiale è stata fra le protago -
niste del Festival. Su questo terreno la grande impresa se la cava. Ma la media e piccola impresa, può farcela? “Anche qui, non si può parlare solo dei rischi e della negatività. Sarà una rivoluzione industriale. Non possiamo pensare di respingerla. Dobbiamo fare in modo che l’evoluzione tecnologica sia di aiuto al sistema delle imprese”. Su questo passaggio il direttore del Sole 24 Ore ha colto l’occasione per annunciare che il suo giornale aprirà un osservatorio sull’Intelligenza Artificiale. Fra gli altri temi affrontati, il salario minimo (“per Confindustria non è un problema”), il calo demografico, la mancanza di capitale umano (“manca il 50% del capitale umano”), l’immigrazione (“abbiamo bisogno di un’immigrazione gestita, va integrata con misure di welfare, che valgano per tutti, anche per gli italiani, a partire da un piano-casa”), la scuola (“vorremmo una scuola legata all’industria e al mondo produttivo”).
Un appello finale al Governo e all’opposizione, sollecitato da Tamburini. “Pronti a dialogare con tutti. – ha detto Orsini – ma fondamentale per noi è lottare contro la cultura antindustriale, salvaguardare il cuneo fiscale, ragionare sul nucleare”.
Parete:
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Profilo:
Non chi comincia ma quel che persevera
In occasione del Festival dell’Economia di Trento, a lezione di leadership con il 122esimo Comandante dell’Amerigo Vespucci, Gianfranco Bacchi.
vita nella Marina Militare, per due anni al comando della nave più bella del mondo: è il Capitano di vascello Gianfranco Bacchi che in dialogo con Alessandro Garofalo , fisico ed esperto di innovazione, e con Fausto Manzana , Presidente di Confindustria Trento, ha raccontato la propria esperienza, con particolare riguardo per gli anni trascorsi alla guida dell’Amerigo Vespucci, della quale è il centoventiduesimo Comandante.
Un frangente di vita nel corso del quale ha sperimentato l’esercizio di una leadership esemplare anche in un contesto non convenzionale: pronto a salpare per il giro del mondo, a inizio marzo 2020, a causa delle limitazioni imposte dallo scoppio della Pandemia, Bacchi dovrà infatti rivedere i piani convenuti e reinventare l’addestramento degli allievi a bordo.
“Un’occasione straordinaria per affrontare una sfida diversa, reinterpretare il programma di navigazione, ricostruire la storia dell’Amerigo Vespucci e le attività previste sulla nave scuola. Allo stesso tempo, un’opportunità unica per lavorare sulle relazioni e sulle dinamiche di gruppo, nell’ottica di realizzare un
obiettivo condiviso”. Tra i risultati raggiunti, la spettacolare manovra di navigazione a vela del canale di Taranto celebrata dalle cronache nell’agosto 2020.
Anche e soprattutto da quel vissuto nascono le riflessioni sui fattori fondamentali della leadership che confluiranno nel suo ultimo libro, scritto a quattro mani con Matteo Rampin: C.A.P.O. Quattro lettere puntate per sei parole chiave – Conoscenza, Coraggio, Autorevolezza, Partecipazione, Pregiudizio e Originalità – che Garofalo ha richiamato per tracciare le assonanze tra l’esperienza della navigazione e il quotidiano – personale e professionale – di ciascuno, con un occhio di riguardo per il contesto d’impresa.
“Da qualche decennio – ha concluso Garofalo – il World Eco -
UNA
Gianfranco Bacchi
nomic Forum identifica le dieci top skills nel business, che compaiono anno per anno in ordine diverso e che ritrovo, tutte, nel profilo di Bacchi: Soluzione dei problemi complessi, Pensiero critico, Creatività, Gestione delle persone, Capacità di coordinarsi con gli altri, Intelligenza emotiva, Capacità di giudizio e di prendere decisioni, Orientamento al servizio, Negoziazione, Flessibilità cognitiva”.
L’appuntamento “Navigare nell’incertezza”, organizzato da Confindustria Trento nella prima serata del Festival dell’Economia, è stato introdotto dall’intervento del Direttore Generale di Confindustria Trento Roberto Busato .
Alessandro Garofalo
Gli Innovation Days arrivano a Trento
Nella cornice del Festival dell’Economia di Trento, Confindustria Trento porta in città il viaggio itinerante de il Sole 24 Ore dedicato a innovazione, economia, export e crescita.
mattinata di Innovation
Days, il roadshow de Il Sole 24 Ore organizzato in collaborazione con i Giovani Imprenditori di Confindustria, si è aperta con un’analisi del mercato trentino delle pmi a cura di Banca Ifis. “Il Trentino Alto-Adige rappresenta una delle regioni italiane più vivaci a livello imprenditoriale. La Regione produce circa il 3% dell’intero Pil nazionale e si posiziona ai vertici in Italia per qualità e quantità di innovazione delle piccole e medie imprese. La Regione, inoltre, presenta un forte legame con la montagna che l’ha portata ad essere una delle maggiori mete europee non solo per gli sport invernali, ma anche per l’estate. Non a caso, il Trentino Alto-Adige risulta essere la meta scelta dal 19% dei cicloturisti attivi in Italia, con una forte prospettiva di crescita. Si tratta di un trend che osserviamo attentamente e che accompagniamo anche con soluzioni dedicate, come quella di leasing e noleggio per le e-bike”, ha dichiarato Claudio Zirilli , Responsabile Leasing e Noleggio di Banca Ifis.
Sempre rimanendo in tema di soluzioni per le imprese, si è cercato di fare chiarezza su sostenibilità e circolarità dei processi
produttivi come drive per la crescita delle pmi con Marco Taisch , Professore Ordinario del Politecnico di Milano e Presidente della Fondazione Made in Italy Circolare e Sostenibile (MICS), che ha sottolineato come l’Italia sia “un Paese povero di risorse, ma ha una ricchezza: i dati. Per favorire la crescita del manifatturiero bisogna partire da loro, da quel patrimonio di processi industriali, di know-how d’impresa, di tecniche, che la digitalizzazione consente di analizzare e ottimizzare. Si tratta di quella transizione verso l’industria 4.0 che, in parte, deve essere ancora portata a termine e che rappresenta la premessa di un’ulteriore evoluzione: l’industria 5.0, fondata sulla collaborazione tra l’essere umano, l’intelligenza artificiale e la robotica avanzata. Cosa c’entra tutto questo con il circolare e sostenibile? C’entra, perché innovazione tecnologica e prospettiva circolare sono esattamente ciò che rende possibile, non solo in astratto, la coabitazione tra sostenibilità ambientale e sviluppo.”
Sulle opportunità offerte dall’Intelligenza Artificiale si è spesa
Anna Mareschi Danieli , Vice-Chairwoman Acciaierie Bertoli Safau, Member of the Board Gruppo Danieli: “Secondo il Global AI Adoption Index 2023 di Ibm, circa il 42% delle orga -
nizzazioni al mondo con oltre 1.000 dipendenti utilizza già l’IA nelle proprie attività, mentre il 48% delle aziende sta esplorando la possibilità di integrare l’intelligenza artificiale all’interno della propria organizzazione. La produzione industriale è il settore con il secondo maggiore impiego dell’intelligenza artificiale. Ciò non sorprende poiché questa rappresenta un cambio di paradigma del comparto, reinventando il modo in cui le aziende gestiscono tutti gli aspetti del processo di produzione.”
Attilio Somma , Product Innovation & Center of Excellence Lead, TIM Enterprise, sempre sul tema dell’AI: “Il mercato dell’Intelligenza Artificiale in Italia ha registrato nell’ultimo anno una crescita del +52% rispetto al precedente, raggiungendo un valore di oltre 760 milioni di euro, con una quota importante di soluzioni sia di analisi predittiva che di ottimizzazione della produzione. Il 60% delle grandi aziende, nei
vari settori, utilizza già l’intelligenza artificiale.” In chiusura, Fausto Manzana , presidente Confindustria Trento: “Il Trentino era e rimane una terra di elezione per l’innovazione. Oggi, tuttavia, si deve e si può fare di più per finalizzare i rapporti tra ricerca e imprese, aumentando gli investimenti, attraendo nuovi talenti. Possiamo legittimamente perseguire l’obiettivo di essere punto di riferimento in Europa per l’intelligenza artificiale, la space economy, le scienze della vita e le tecnologie per la sostenibilità e l’economia circolare. Noi crediamo che ci si possa e ci si debba impegnare sulla strada dell’innovazione continua. Il Trentino è un territorio complesso, per alcuni aspetti marginale, nelle valli periferiche il turismo è la nostra principale risorsa ma il mantenimento della comunità potrà avvenire solo con l’innovazione. La differenza potrà essere fatta solo dalle nostre scelte”.
Fabio Tamburini
Sovranità digitale secondo Baldoni
“Charting Digital Sovereignty: a Survival Playbook” è il libro di Roberto Baldoni presentato in occasione del Festival dell’Economia di Trento. Tra i temi trattati: formazione in ambito cyber e sicurezza nazionale.
valutare e migliorare il livello di sovranità digitale di un Paese? Trovare una risposta a questa domanda è essenziale per sfruttare in modo sicuro le opportunità economiche e i progressi offerti dalla tecnologia dell’informazione. Ne ha parlato Roberto Baldoni , Direttore Centrale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale in dialogo con Roberto Busato , Direttore Generale di Confindustria Trento e Paolo Bricco , giornalista del Sole 24 Ore in occasione della presentazione del suo libro “Charting Digital Sovereignty: a Survival Playbook”. “La cybersecurity è un grande tema che ad oggi può essere considerato un’emergenza. Per garantire sicurezza nazionale ed economica dobbiamo migliorare la nostra sovranità digitale. Il modo migliore per farlo? Investire su reti dedicate, formazione del personale, ma soprattutto avere grande consapevolezza delle minacce informatiche” ha spiegato Baldoni. L’intervento ha infatti offerto un’opportunità per affrontare il tema della compliance aziendale rispetto alle normative sempre più complesse a cui devono sottostare e quello, centrale, della formazione di nuove competen -
ze cyber fondamentali per ogni organizzazione per proteggere una superficie digitale sempre più espansa e interconnessa. Successivamente si sono approfondite tematiche legate alla confluenza tra geopolitica, sicurezza nazionale e globalizzazione, con l’auspicio di offrire una guida per affrontare queste sfide in modo efficace attraverso l’adozione di un nuovo concetto di sovranità digitale, offrendo una metodologia strategica per attuarlo.
L’incontro ha rappresentato quindi un’importante occasione per discutere di sovranità digitale e sicurezza informatica, temi di grande rilevanza per Confindustria Trento che da tempo ha dimostrato il suo impegno nel campo della cyber-
Roberto Baldoni
COME
security, supportando le imprese nella gestione dei rischi e nella prevenzione. A questo proposito, l’Associazione in collaborazione con l’Università di Trento e la Fondazione Bruno Kessler ha dato il via a inizio anno, con ospite Roberto Baldoni, a un ciclo di eventi formativi dal titolo “Cybersecurity Talks” con l’obiettivo di fornire alle aziende strumenti e conoscenze per affrontare le minacce digitali.
L’importanza di comunicare correttamente nel caso di attacchi cyber
Il silenzio non è un’opzione. Di fronte a un attacco informatico, una qualunque organizzazione è tenuta a comunicare e deve saperlo fare bene. In gioco ci sono il fatturato e la reputazione aziendale.
Ne ha parlato Giorgio Sestili , Head of Marketing & Communication di Deep Blue srl in occasione del seminario “Comunicazione della crisi cyber: perché è importante, perché conviene”, organizzato da Confindustria Trento, Università di Trento e Fondazione Bruno Kessler nell’ambito del ciclo di incontri rivolti alle imprese “Cybersecurity talks”. Focus dell’appuntamento: l’importanza di pianificare, nel cosiddetto “tempo di pace”, piani di comunicazione per affrontare nel modo più efficace un eventuale attacco informatico. L’obiettivo del seminario è stato quello di fornire gli strumenti necessari per trasformare le crisi in opportunità di rafforzamento organizzativo e fiducia degli stakeholder, evidenziando il ruolo chiave della comunicazione del rischio nella preparazione e risposta efficace agli attacchi informatici.
Trentino e space economy: un’eccellenza
Confindustria Trento sull’importanza economica, scientifica e sulla sicurezza dello spazio. Investimenti, ricerca e cooperazione internazionale al centro del dibattito al Festival dell’Economia.
L'ECONOMIA
dello spazio è importante su tutti i fronti: sia dal punto di vista economico, sia perché alimenta la ricerca, con ricadute nei campi più disparati, sia perché nello spazio si giocherà una delle partite della sicurezza mondiale nel futuro. Se ne è parlato in occasione del Festival dell’Economia di Trento all’appuntamento “Quale strategia per l’economia dello spazio italiana”. L’evento è stato promosso da Confindustria Trento, con la partecipazione di Roberto Battiston , Università di Trento, Elena Grifoni Winters , Gran Sasso Science Institute, Alfredo Maglione , presidente Gruppo Optoi, Paolo Nespoli , senior astronaut ESA, che hanno parlato – con la moderazione dell’editorialista del Corriere del Trentino Enrico Franco , degli sviluppi della space economy. In apertura, Maglione ha tracciato un quadro dell’economia dello spazio italiana: “Nella classifica degli stanziamenti dei governi nazionali nella space economy – ha spiegato – l’Italia è al settimo posto con 1.391 miliardi di dollari di budget governativo dello spazio, pari allo 0,069% del Pil. Il settore fa ricavi per 2,5 miliardi di euro e investimenti totali stimati di 4,6 miliardi”.
Battiston ha evidenziato come l’Italia sia un Paese con una tradizione di lunga data sulla scienza spaziale: “Siamo il terzo Paese dopo Unione Sovietica e Stati Uniti a mettere in orbita in modo autonomo satelliti scientifici nello spazio. Siamo fondatori dell’Agenzia Spaziale Europea, a fronte di un’industria importante: parliamo di seimila, settemila addetti con alcuni player importanti e tanti, tantissimi player piccoli e medi. Il Trentino ha 20-25 player economici che contribuiscono in modo significativo al settore: un sistema di eccellenza che può giocarsi la partita se saprà fare massa e sistema”. Nespoli ha illustrato il ruolo della ricerca spaziale: “Perché le cose che accadono nella stazione spaziale internazionale servono? Perché nello spazio vediamo tutte le cose che sulla terra non riusciamo a vedere perché la gravità è un elefante. Nello spazio le piccole cose improvvisamente appaiono, le puoi studiare, le puoi capire, puoi fare cose che altrimenti non riusciresti a fare”. Nespoli ha parlato dello spazio anche come
Paolo Nespoli
luogo senza confini: “C’è una cosa molto bella, che accade quando sei fuori dal mondo, dalla quale dovremmo imparare qualcosa tutti noi.
Lo spazio è un luogo di condivisione in cui lavoriamo, a qualsiasi nazionalità apparteniamo, come razza umana”.
Sul ruolo delle istituzioni è intervenuta Grifoni Winters: “Lo sbalzo tecnologico degli ultimi anni – ha detto – ha reso possibile ridurre il costo del chilogrammo nello spazio, ovvero il
costo dell’attività spaziale. È a questo punto che arrivano i privati, in qualità di attori e investitori. Fondamentale oggi resta il ruolo del pubblico e delle istituzioni, perché ancora il bambino da solo non cammina”.
Dal convegno anche un appello all’introduzione di regole, anche e soprattutto in riferimento ai detriti spaziali: “Attualmente – ha detto Battiston – i satelliti fanno slalom fra i frammenti, perché potrebbero distruggerli”.
Sostenibilità concreta, valore aziendale
Per rendere la sostenibilità un vantaggio competitivo, sono necessarie azioni concrete. L’intervista a Carlo Cici e storie di Aquafil e Dolomiti Energia.
IMPIEGATO
da chiunque, in qualsiasi contesto e a tutti i livelli, il concetto di sostenibilità è oramai abusato. Se da una parte finisce per essere banalizzato, dall’altra rischia di assurgere a valore etico morale quasi slegato dalla realtà. Se invece vi è calato – se è “messo a terra”, per usare un’espressione cara alla contemporaneità – appare per
Investire in sostenibilità non è più un’opzione: è una strategia di business imprescindibile
quello che è, cioè il frutto di una serie di comportamenti sostenibili: di azioni concrete, di fatti quotidiani. E diventa un fattore di competitività. “Investire in sostenibilità non è più un’opzione: è una strategia di business imprescindibile per tutte le imprese che desiderino continuare ad operare sul mercato”.
A dirlo è Carlo Cici , partner & Head of Sustainability Practi -
ces di The European House – Ambrosetti, che Confindustria Trento ha voluto coinvolgere per perseguire e approfondire il lavoro svolto nell’ambito del progetto Duemilatrentino, Futuro Presente sul fronte appunto della transizione sostenibile. Ospite di queste pagine, Cici è stato anche fra i protagonisti di un appuntamento organizzato a Trento dall’Associazione, in collaborazione con Dolomiti Energia, nella primavera di quest’anno. “La normativa europea sta progressivamente introducendo l’obbligo, da parte delle imprese più strutturate, di rendicontare i propri investimenti sulla sostenibilità – spiega Silvia Arlanch , presidente del Gruppo Dolomiti Energia –. Indirettamente, tuttavia, essa incide su tutti i soggetti che con queste società si trovino ad operare: non c’è scelta, dunque, all’infuori dell’adozione di pratiche virtuose, e della loro adeguata comunicazione, da parte di tutti gli attori delle filiere economiche e produttive. Il Gruppo Dolomiti Energia si mette in gioco per primo e si propone come abilitatore della transizione energetica”. “La via della sostenibilità economica, sociale, ambientale, è la sola strada da percorrere nella costruzione della società 5.0 che andiamo perseguendo nell’ambito del progetto Duemilatrentino” aggiunge il presidente di Confindustria Trento Fausto Manzana , evidenziando la necessità di un Trentino aperto al confronto con gli scenari globali, a partire dal contesto europeo di riferimento. Come di consueto, diamo spazio anche qui alle case history di due campioni trentini della sostenibilità: Aquafil e Dolomiti Energia. Anch’essi protagonisti di questo speciale, ci raccontano come possono generare sensibilità e pratica della sostenibilità nella loro catena del valore, quali siano i passi da percorrere da parte della Pmi che voglia affacciarsi al percorso della sostenibilità, se e come il Trentino possa ambire a configurarsi laboratorio per la transizione sostenibile.
duemilatrentino
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Sostenibilità e competitività: il futuro delle imprese
di STEFANIA CIPRIANI, Comunicazione istituzionale e GIANLUIGI SALVAGNO, Area ambiente e sostenibilità, Confindustria Trento
DOTTOR
Cici, secondo il World Economic Forum, cinque dei dieci rischi globali che interesseranno i prossimi dieci anni saranno di natura ambientale. Il più grave riguarda gli eventi metereologici estremi, che in tutto il globo provoca ogni anno danni economici ingenti e perdita di vite umane. Di sicuro non esiste una risposta netta, ma come può un’impresa prepararsi ad affrontare al meglio queste sfide?
È essenziale sottolineare che un’azienda, per affrontare le sfide legate al cambiamento climatico, deve operare su due fronti principali: mitigazione e adattamento.
Prima di tutto, è fondamentale che l’azienda lavori sulla riduzione delle emissioni di CO 2 , perseguendo obiettivi di mitigazione. Questo significa adottare pratiche sostenibili e tecnologie innovative per diminuire l’impatto ambientale delle proprie operazioni. Tuttavia, è altrettanto importante prepararsi alle conseguenze inevitabili del cambiamento climatico, che richiedono strategie di adattamento. Un altro aspetto cruciale è riconoscere l’importanza degli ambiti precompetitivi. In molti settori, ci sono aree in cui le
aziende possono collaborare senza compromettere la competitività. Ad esempio, se si riescono a ottenere vantaggi fiscali, tutte le aziende coinvolte ne beneficeranno, potendo così investire maggiormente in sostenibilità. È fondamentale che le aziende investano non solo in innovazione per migliorare l’efficienza, ma anche in attività di advocacy per influenzare positivamente le politiche climatiche. La collaborazione tra imprese – che non è da intendersi esclusivamente attraverso acquisizioni societarie – potrebbe essere una delle soluzioni per affrontare le sfide climatiche su larga scala. Avere questa lucidità aiuta a contenere i costi, a fronte di un loro fisiologico aumento.
Intervista a CARLO CICI , Partner & Head of Sustainability Practices di The European House – Ambrosetti.
È più corretto dire che le imprese che investono in sostenibilità hanno ottime performance nel proprio mercato di riferimento oppure che le imprese che hanno ottime performance nel proprio mercato di riferimento hanno la forza di investire in sostenibilità?
Potrei fare una similitudine con il detto “è nato prima l’uovo o la gallina?”.
Ci troviamo, però, in una fase di grande trasformazione. Oggi, un’azienda che non adotta standard minimi di sostenibilità rischia di venire esclusa dal mercato: senza requisiti, il ragionamento vale tanto per la grande azienda, che deve rispettare normative sempre più stringenti, quanto per la piccola, che non potrà più essere fornitore della grande.
Il sistema internazionale, e in particolare quello europeo, sta stabilendo una soglia minima di requisiti di sostenibilità che si sta alzando significativamente. Questa “asticella” è spesso sottovalutata dalle aziende che non ne percepiscono interamente l’importanza.
In passato, ci si interrogava se la sostenibilità potesse convenire o meno. Oggi, esiste una correlazione netta tra sostenibilità e competitività.
In futuro, l'altro grande tema sarà comprendere se i comportamenti dei consumatori premieranno le aziende più virtuose in termini di sostenibilità.
Mi dispiace che se ne parli ancora poco, perché le aziende che non hanno adeguata consapevolezza rischieranno di fallire o di dover affrontare una rincorsa costosissima per adeguarsi.
“America innovates, China replicates, Europe regulates”. Evidentemente è l’Ue che sta guidando in prima linea a livello globale la transizione sostenibile, esattamente come questo slogan. Lei vede quanto detto come un’opportunità o come un grosso svantaggio competitivo rispetto agli altri grandi mercati mondiali?
La regolamentazione europea ha avuto un ruolo fondamentale nel dare consistenza al concetto di sostenibilità, che altrimenti resterebbe
vago. È essenziale misurare la sostenibilità di un’azienda, di un processo e di un prodotto perché innesca una comparazione quanto più oggettiva: ad esempio, nel caso di un consumatore che deve scegliere tra un’auto elettrica, ibrida o diesel senza parametri chiari la decisione sarebbe molto difficile.
Pertanto, l’impegno dell’Europa per creare un sistema di regolamentazione era necessario e non può essere considerato un errore. Tuttavia, la complessità burocratica che ne è derivata ha creato un carico significativo per le aziende che devono dedicare risorse considerevoli a soddisfare i requisiti normativi, che potrebbero essere utilizzate per migliorare le loro prestazioni di sostenibilità.
L’Europa ha intrapreso una strada rigorosa con l’obiettivo di acquisire una leadership nella
sostenibilità, ma non è detto che che la strategia scelta sia la più efficace. Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno adottato una regolamentazione meno stringente, ma hanno investito massicciamente nelle tecnologie verdi, cercando di guadagnare una posizione di leadership attraverso un percorso differente. Anche la Cina sta investendo grandi capitali con l'intento di giocare un ruolo da protagonista nella partita della sostenibilità.
In questo contesto, l’Italia e l’Europa rischiano di rimanere indietro. Sebbene abbiano parlato molto di sostenibilità, con investimenti minimi, potrebbero trovarsi a dover acquistare tecnologie dagli Stati Uniti e dalla Cina per raggiungere i loro obiettivi.
Le pmi in Europa sono il 99% delle imprese e
danno lavoro a 100 milioni di persone. In Italia, il 99,91% delle imprese sono pmi e le microimprese sono il 95,13% del totale. La green transition penalizzerà le piccole e microimprese o elargirà buoni frutti a chiunque?
Le piccole aziende sono generalmente meno attrezzate per affrontare cambiamenti significativi come quelli attuali. Di conseguenza, il loro destino varia notevolmente a seconda del settore in cui operano.
Le piccole aziende hanno certamente il vantaggio dell’agilità e della flessibilità, ma è probabile che molte di esse saranno acquisite. Questo perché, fintanto che un’azienda produce reddito e ricchezza, funziona, ma quando diventa più difficile mantenere la redditività emergono i problemi.
C’è anche il caso di piccole aziende che po -
trebbero essere acquisite per la loro strategicità da realtà più grandi. Questo è evidente, ad esempio, nel settore della moda, dove le grandi aziende tendono ad acquisire le più piccole per incorporarne competenze e risorse. Attualmente, i mercati internazionali dispongono di enormi capacità finanziarie che cercano di investire per generare reddito futuro. In Europa, e in particolare in Italia, rischiamo di diventare più fragili e meno competitivi a livello globale anche a causa del nostro sistema industriale che è troppo frammentato. Per allontanare questo nefasto scenario, dobbiamo adottare un approccio più integrato e innovativo, promuovendo la competitività e investendo in nuove tecnologie sostenibili.
Altro grande tema riguarda il consumatore: nel tempo il consumatore medio è diventato sempre più informato e consapevole sui suoi acquisti. Continuamente viene richiesto un prodotto attento all’ambiente e al sociale, ma non sempre viene poi acquistato anche dal consumatore più esigente, dal momento che maggiori investimenti da parte dell’intera supply chain si traducono anche in maggior costi che ricadono su chi acquista. Possiamo ricondurre il problema esclusivamente a una perdita di potere di acquisto del cittadino o, secondo lei, c’è dell’altro?
Non credo che il problema sia unicamente il potere d’acquisto, per quanto non aiuti. In tutto il mondo, i consumatori non sono disposti a pagare significativamente di più per la sostenibilità: c’è un divario tra le aspettative verso le aziende e il comportamento dei consumatori. Mentre chiediamo alle aziende di cambiare e diventare più sostenibili, come consumatori siamo molto più resistenti ai cambiamenti che ci toccano direttamente.
Anche osservando i programmi elettorali dei partiti politici europei, si nota una crescente fazione politica che resiste alle misure di sostenibilità, chiedendo un significativo dietrofront per concentrarsi sulla produzione e sul busi -
ness tradizionale.
Questo atteggiamento porterà a rimandare il problema, il che significherà affrontare costi molto più elevati in futuro. Se continuiamo a rimuovere il problema della sostenibilità dai nostri pensieri, ci troveremo ad affrontare un grande picco di costi quando sarà troppo tardi. Di fronte a questi mega trend, la nostra resistenza al cambiamento rappresenta una grande debolezza. Per superarla, è necessario un maggiore impegno da parte di tutti, aziende e cittadini, per una transizione sostenibile.
Se un’azienda a digiuno sui temi della sostenibilità, volesse muovere i primi passi in questo ambito, secondo lei cosa dovrebbe fare?
Da cosa dovrebbe partire ?
Ci sono due aspetti fondamentali da considerare. Primo, acquisire una maggiore consapevolezza sull’argomento della sostenibilità. Questo non è oggettivamente semplice, poiché ci sono molte fonti di informazione e non tutte sono autorevoli. Per un’azienda, è cruciale che i dirigenti leggano fonti affidabili come "The Economist" o il "Financial Times" che trattano ampiamente i temi della sostenibilità e della competitività aziendale. Anche la "Harvard Business Review" è una buona fonte per capire questi temi. Per i non anglofoni, "Il Sole 24 ore" può essere uno strumento di informazione efficace.
In secondo luogo, dopo aver acquisito una conoscenza di base, è necessario che le aziende inizino a misurare il loro attuale livello di sostenibilità. Alcuni settori sono naturalmente più avanzati in questo campo, come quello del cloud computing, che è intrinsecamente più sostenibile. La misurazione non deve essere vista come una sfida insormontabile, ma come un primo passo verso l’adattamento ai nuovi standard. Non si tratta di fare tutto immediatamente, ma di impostare un percorso realistico di due o tre anni per raggiungere obiettivi prestabiliti. Gli standard attuali sono più complessi rispetto al passato e le aziende potrebbero aver bisogno di un supporto consulenziale.
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Un’alleanza di sistema per il futuro
Il Gruppo Dolomiti Energia integra la sostenibilità nella sua strategia aziendale, promuovendo energia rinnovabile e progetti sociali per un futuro inclusivo e sostenibile.
di GENNY TARTAROTTI
INTEGRARE
la sostenibilità nella pianificazione strategica al fine di produrre un impatto positivo e olistico. Un obiettivo verso il quale il Gruppo Dolomiti Energia si conferma un player virtuoso e influente nell’ecosistema in cui opera con ritorni in termini di equity, innovazione e capacità d’influenza. “Un’alleanza di sistema è imprescindibile per un territorio che voglia davvero proiettarsi verso il futuro”. Romano Stefani , direttore mercato di Dolomiti Energia, nel Gruppo fin dal 2009 e con un’esperienza più che trentennale nel campo energetico – conosce a fondo la questione. “L’integrazione della sostenibilità nella strategia e nelle operazioni aziendali non è solo una responsabilità, ma rappresenta un fattore strategico per la competitività delle imprese. Da tempo, abbiamo iniziato come Gruppo un percorso vincente in termini di sostenibilità, ci siamo focalizzati soprattutto sulle dimensioni ambientale e sociale intraprendendo sfide sostanziali: ampliare la storica produzione di energia 100% rinnovabile, ridurre le emissioni di anidride carbonica, e fare rete con territorio per generare valore condiviso con le comunità”. Alcuni esempi concreti di questo
percorso sono il mix energetico delle forniture per i clienti del mercato libero proveniente 100% da fonti rinnovabili (che il consumatore può verificare controllando la bolletta dove viene riportata la Garanzia d’Origine), la compensazione grazie a progetti internazionali delle emissioni di anidride carbonica relative alle forniture gas riservate ai clienti residenziali e l’impegno a fornire prodotti e servizi innovativi e sostenibili facilmente accessibili per i clienti.
“Il Trentino è storicamente un laboratorio di innovazione –prosegue – e anche per quanto riguarda la transizione energetica non è da meno. Per vincere questa sfida non è possibile prescindere da un’alleanza di sistema e noi siamo pronti ad essere partner di questa transizione per famiglie e imprese. Il nostro impegno in questo senso si suddivide su più fronti: uno di questi riguarda ad esempio la promozione delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER). La comunità energetica della Vallagarina che abbiamo supportato nella nascita è ormai pronta per partire”.
Ma la sostenibilità, come è ormai chiaro, ha anche un volto sociale e deve produrre equità e inclusione. Il Gruppo Dolomiti Energia collabora con molteplici enti, associazioni e fondazioni, per realizzare progetti solidali e innovativi come Etika. “Si tratta di un’iniziativa – spiega – nata grazie alla collaborazione con la Cooperazione Trentina, per sostenere progetti di autonomia abitativa e abitare inclusivo in favore di persone in situazioni di fragilità. Per ogni contratto sottoscritto vengono devoluti 10 euro al Fondo sociale di Etika, presidiato da un Comitato scientifico che, con la collaborazione di Solidea, onlus del movimento cooperativo, valuta i progetti per decidere quali finanziare”. 70 mila i contratti sottoscritti fino ad oggi per un totale annuo di 700mila euro devoluti al progetto. Un successo, replicato a livello nazionale con il progetto gemello Sinergika, che
contribuisce a confermare il Gruppo Dolomiti Energia un protagonista del settore energetico a livello nazionale. Il Gruppo, che attualmente conta oltre 30 impianti di produzione da fonte rinnovabile, più di 1600 dipendenti e oltre 40 sportelli fisici in Italia, ha puntato fin dalla sua nascita ad una leadership nazionale e oggi può vantare più di 730mila clienti tra energia e gas distribuiti su tutto il territorio italiano. “Il nostro obiettivo – conclude – consiste nel costruire un rapporto di fiducia e duraturo con tutti gli stakeholder basato sulla trasparenza, l’innovazione e il rispetto per l’ambiente. A testimonianza dei nostri valori e del nostro modo di operare anche quest’anno siamo stati inseriti nella classifica Leader di Sostenibilità da Il sole 24 Ore e Dolomiti Energia, figura fra i provider consigliati da Altroconsumo”.
INDIPENDEN E, COME TE
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Con un impegno concreto nel volontariato d’impresa, Aquafil ha coinvolto i suoi dipendenti in attività di supporto alla comunità locale sostenendo organizzazioni come Casa Mia e Fondazione Comunità di Arco.
di ALESSANDRO DE BERTOLINI
stata la prima azienda trentina ad aver creduto e investito nel volontariato d’impresa, quando ancora Trento non era stata consacrata Capitale europea del volontariato per l’anno 2024. Aquafil Spa, quartier generale del Gruppo Aquafil, con sede ad Arco, ha scelto questa strada con lungimiranza facendo da apripista nel campo della responsabilità sociale. “Nel 2023 – spiega Maria Giovanna Sandrini , Chief communication officer del Gruppo Aquafil – abbiamo messo a disposizione dei nostri lavoratori circa 500 ore di volontariato. L’obiettivo è stato quello
di incoraggiare la partecipazione delle persone alla vita della comunità locale e al sostegno del terzo settore. Questo nuovo progetto pilota ha coinvolto 16 dipendenti della sede principale di Arco, che hanno dedicato una parte del proprio orario di lavoro al supporto delle attività di due organizzazioni: Casa Mia di Riva del Garda, centro socio-educativo per bambini, e Fondazione Comunità di Arco, centro di assistenza sanitaria agli anziani. Il concetto di volontariato aziendale è nato negli USA negli anni ’90 e si sta diffondendo piano piano anche in Italia. L’iniziativa di Aquafil è stata la prima nel suo genere nella regione del Trentino”.
Lo stabilimento in via Linfano ad Arco, centro nevralgico per tutta la holding, si inserisce nel quadro di un Gruppo che conta oltre 2500 dipendenti con un fatturato di quasi 572 milioni di euro. Aquafil Group è presente in 9 Paesi (Italia, Slovenia, Germania, Croazia, USA, Cina, Thailandia, Giappone e Cile) e in 3 continenti. Non stupisce che l’azienda abbia puntato per prima sulla sostenibilità sociale, poiché tutto il business del
È
Gruppo è orientato da lunga memoria ai principi di sostenibilità.
“Dai primi anni ’90 – come è stato espresso nel Bilancio di sostenibilità aziendale del 2023 –abbiamo iniziato un percorso di ricerca e sviluppo che ci ha portati a un modello di business circolare grazie al potere della tecnologia. Il punto di svolta è stato l’adozione del Life-Cycle Thinking, un approccio che considera l’impatto dei prodotti lungo tutto il loro ciclo di vita.
Così è nato l’ECONYL® Regeneration System, un processo che ci ha permesso di produrre un tipo speciale di nylon derivato da rifiuti pre e post-consumo. Questo traguardo ci ha reso uno dei pionieri dell’economia circolare nell’industria tessile a livello globale”. Data la capacità produttiva di Aquafil, l’enorme giro d’affari e la presenza sui principali mercati internazionali, tale strategia ha innescato un miglioramento generalizzato dell’intero comparto tessile: “Nel 2023, il nostro nylon ECONYL® ha aiutato circa 1700 brand ad avvicinarsi al mondo della sostenibilità, tracciando un percorso di cambiamento e innovazione per l’intero settore”.
Così il volontariato d’impresa rappresenta per Aquafil il naturale completamento nel campo della responsabilità sociale per una serie di
politiche aziendali orientate alla sostenibilità come valore da perseguire a 360 gradi. Tra le principali attività a favore del territorio, Aquafil ha portato la propria attenzione anche a sostegno di Alba Chiara APS, una ONG che opera nella comunità dell’Alto Garda con progetti di educazione, sensibilizzazione e assistenza sul territorio. Intervenendo per combattere la violenza di genere, Aquafil è a fianco della ONG dal 2022. “Il nostro Gruppo – continua Maria Giovanna Sandrini – ha un legame profondo con l’associazione, che va ben oltre la condivisione di missione e valori. Alba Chiara Baroni , la ragazza da cui l’organizzazione prende il nome, era figlia di Massimo , un nostro dipendente. A 22 anni Alba Chiara fu uccisa dal fidanzato. Questa tragedia portò la famiglia a fondare un’associazione allo scopo di evitare che fatti come questi potessero ripetersi”. A sostegno di questo percorso, supportato nel 2023 tramite la società Benefit Bluloop, Aquafil ha contribuito alla realizzazione della seconda edizione del Festival Eutropia, un evento culturale che riflette sul retaggio culturale patriarcale e combatte la cultura dello stupro. La rassegna si è svolta dal 15 al 18 novembre 2023 a Riva del Garda.
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Sezione Moda tra innovazione e sostenibilità
Intervista
a
SARA CAMPEDELLI, Presidente della Sezione Sistema Moda di Confindustria Trento.
PRESIDENTE
Campedelli,
vuole darci una descrizione generale della Sezione che guida dallo scorso 5 giugno?
La Sezione Sistema Moda dell’Associazione è composta da un gruppo di aziende che hanno in comune un tratto: buone, se non ottime performance. Vi sono imprese di grandi dimensioni, come pure medio-piccole unità che operano nel settore tessile, producendo filati e tessuti in fibre naturali e artificiali, chi nell’abbigliamento e nel fashion, confezionando capi di vestiario, accessori, calzature, articoli sportivi per l’outdoor estivo e invernale. La presenza sul territorio è distribuita: se non si può parlare di distretto, il comparto in Trentino è tuttavia solido e composito e la cifra comune delle aziende che lo costituiscono è la giusta inclinazione alla qualità e all’innovazione.
I fatturati degli ultimi esercizi vi hanno gratificato per il grande impegno profuso anche in periodo pandemico.
Nel 2022, il fatturato totale delle aziende associate alla Sezione ha superato il miliardo e mezzo di euro. Vale la pena di citare lo studio del Censis di fine 2022 “Il valore del settore Moda nell’E -
conomia e nella Cultura”, che evidenzia il valore strategico della filiera Tessile, Moda e Accessorio per tutto il Paese. Se il Made in Italy è oggi sinonimo di eccellenza nel mondo, questo è dovuto anche alla filiera italiana del Tessile, Moda e Accessorio. Questo è il punto fermo che emerge dalla ricerca oltre a mettere in luce il valore strategico della filiera per tutto il Paese.
Il 2024 si prospetta come un anno pieno di sfide e opportunità per l’industria della moda. Secondo il report pubblicato da Business of Fashion e McKinsey, l’innovazione tecnologica modellerà il futuro del settore. Tuttavia, nonostante il 73% dei leader dell’industria della moda preveda di dare priorità all’intelligenza artificiale entro il 2024, solo il 5% degli intervistati si ritiene pronto a sfruttare appieno questa tecnologia. Questo dato sottolinea una carenza significativa di talenti nel campo dell’AI, rendendo la formazione e il reclutamento in questo settore una sfida chiave per futuro. È centrale in questo passaggio la più generale questione delle competenze: è necessario elevare il livello dei collaboratori, essendo in costante crescita il gap rispetto alle competenze scientifiche e tecniche, di cui le nostre imprese hanno bisogno per il proprio sviluppo. Siamo inoltre convinti che creare un una sinergia tra scuole, università, imprese e lavoratori sia un tassello fondamentale per superare i fattori che alimentano il gap tra domanda e offerta e, in generale, per il futuro dell’occupabilità.
Su quali leve pensa che la Sezione, al pari dell’Associazione, dovrà dunque concentrare i suoi sforzi?
Certamente, in linea con quanto detto poco più sopra, dovremo implementare i nostri in -
vestimenti sul fronte della digitalizzazione, per garantire un approccio integrato dell’intero processo produttivo e distributivo. All’altro capo della twin transition è la sostenibilità, e su questo versante andranno promosse e sostenute le iniziative di stampo green, per realizzare modelli in grado di ridurre gli impatti ambientali: penso alla scelta dei materiali, ma anche al loro confezionamento, o al trasporto. Trasversale a questi temi è la valorizzazione del capitale umano, che deve essere formato al saper fare e alle competenze necessarie ad accompagnare la transizione tecnologica e green delle imprese.
Lei ha assunto la guida di questa Sezione da pochi giorni, raccogliendo il testimone da Giuseppe Gaspari.
Il nostro Past President Gaspari ha avuto la straordinaria capacità di tenere alta la coesione del gruppo di aziende aderenti alla nostra Sezione, trovando la chiave per interessare anche i player che in tempi passati si sentivano meno coinvolti dalle attività associative. Per capirci: alle nostre riunioni partecipa il 90% delle aziende della Sezione. Imposteremo il prosieguo delle attività della Sezione su questo solco, con nuovi, utili e gradevoli momenti di incontro, conoscenza e approfondimento di nuovi scenari e opportunità a sostegno della nostra competitività.
Il contributo di Gaspari alla Sezione Moda
a
GIUSEPPE
Gaspari ha guidato la Sezione Sistema Moda di Confindustria Trento fino a pochi giorni fa. L’ha presieduta per 5 anni (e già ne era stato Presidente in precedenza). Otto anni fa, al tempo della sua prima elezione, si parlava di Sezione Tessile… Il cambio di denominazione risale alla riorganizzazione delle Sezioni merceologiche dell’Associazione, intrapresa alcuni anni fa con l’intento di valorizzare le identità, favorire le assonanze, incentivare dinamiche costruttive di networking e di collaborazione. Nel nostro caso, il riferimento alla Moda è stato introdotto anche per evidenziare l’alto posizionamento delle produzioni in termini di qualità e di eccellenza, a supporto delle quali abbiamo lavorato appassionatamente.
Se andiamo al lavoro degli anni appena trascorsi, non possiamo evitare di fare menzione di situazioni anche molto critiche. Per dovere di cronaca, un cenno al lavoro svolto per fare fronte alle congiunture extra ordinarie di questi anni è necessario. Mi accontento di ricordare l’abnegazione che ci ha mosso in un momento drammatico come
quello della pandemia da Covid-19, quando siamo riusciti a far fronte all’emergenza, grazie all’impegno e alla flessibilità che caratterizza tutto il tessuto imprenditoriale italiano. Confindustria Trento ci spronò nella direzione della produzione dei DPI allora introvabili e la nostra partecipazione all’Associazione, sul territorio e nelle sezioni, ci ha contraddistinto per aver favorito il processo collaborativo tra imprese, che si è
Intervista
GIUSEPPE GASPARI, Past President della Sezione Sistema Moda di Confindustria Trento.
fattivamente generato. Abbiamo trovato infatti nuove opportunità di collaborazione, con colleghi leader del Sistema Moda, che si sono messi in gioco, pur tra mille difficoltà, per la produzione di dispositivi di protezione individuale, come le mascherine e i camici ospedalieri.
Cosa valorizzerebbe inoltre se in poche righe dovesse descrivere l’attività di voi imprenditori associati alla Sezione Sistema Moda? Al netto delle occorrenze globali, mi piace evidenziare in particolare quanto fatto in termini di “connecting activities” per favorire la creazione di opportunità d’incontro tra gli imprenditori, e non solo. Questo approccio ha certamente rafforzato la partecipazione associativa: ringrazio tutti i colleghi per la loro partecipazione costante presenza e per il supporto, che mi ha spronato in questi anni. Abbiamo creato occasioni di networking che hanno spesso travalicato i confini della determinazione merceologica: del resto, condividiamo con molti altri imprenditori la scelta di fare impresa aprendoci all’incontro con molte e diverse realtà di business, ma anche verso le dimensioni del sociale e della cultura. Nei miei anni di Presidenza, ho infatti riscontrato uno scambio positivo di idee e il comune sentire di valori che stanno nel nostro dna imprenditoriale e nell’impegno di molti, in particolare sul piano dell’innovazione, della sostenibilità ambientale e socioculturale.
E proprio il rapporto tra impresa e cultura occupa uno spazio speciale nel suo vissuto… Al di là delle mie personali inclinazioni, credo che sia il caso di portare l’attenzione generale su alcuni aspetti. Impresa e cultura condividono in primo luogo un fattor comune che è la loro stessa ragion d’essere: mi riferisco alla creatività che è all’origine della concezione e della realizzazione di qualsiasi prodotto, o oggetto, senza la quale nessuna invenzione – industriale o artistica – potrebbe mai essere. Un’ulteriore evidenza ci viene dalla storia dell’arte e del mecenatismo culturale: mercanti, fabbricanti,
commercianti, sono stati anche in tempi molto lontani i protagonisti delle principali committenze. Senza il loro contributo, per capirci, non avremmo oggi le opere d’arte, i monumenti, le architetture, che hanno fatto del Rinascimento italiano un unicum nella storia. Infine, l’aspetto forse più sfidante per noi contemporanei, che sollecito qui con una domanda: quali forme di contaminazione possiamo immaginare, tra cultura e impresa, capaci di generare reciproci benefici e uno sviluppo positivo, per sé stesse e per la società in generale? Certamente molte più di quanto abbiamo percorso sin qui.
È questa sua sensibilità all’origine della promozione di una serie di occasioni di pregio rivolte al nostro Sistema e culminate nell’evento di inizio maggio al Mart di Rovereto. Le imprese, tanto più se appartengono a un settore come il nostro, trovano nel Bello ispirazione per innovare e fare meglio: credo sia naturale andare a cercarlo nel contesto più adeguato. L’ambientazione museale, i suoi particolari allestimenti, le opere in mostra… ho sempre ritenuto che fossero lo scenario ideale per i nostri incontri. Ai miei colleghi, in quest’ultimo appuntamento organizzato nel tempo della mia presidenza, ho voluto proporre un programma “di lusso”: L’ospitalità presso la sede lagarina del Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, lo speech di Altagamma, la visita all’esposizione “Arte e Fascismo”, infine il concerto di un ensamble di giovani strumentisti dell’Appassionata, l’orchestra che sostengo con la mia Gaspari Foundation. Un’esibizione che ha offerto ai presenti davvero grandi emozioni. Con l’obiettivo di completare il mio mandato con un evento che fosse coerente con il mio modo di sentire, ho desiderato condividere con voi la mia passione di fare impresa, integrata dalla passione per la musica e l’arte e credo di essere riuscito a dare, come speravo, un messaggio di incoraggiamento alla diffusione dell’investimento culturale nel nostro Paese e nel nostro Territorio.
EVOLUZIONE Trentino 5.0
Al tuo fianco nella trasformazione.
Portiamo le imprese trentine verso un futuro sostenibile e innovativo.
La nostra visione? Un Trentino 5.0 costruito insieme. Perché la trasformazione è un viaggio e noi siamo al tuo fianco ad ogni passo. Confindustria Trento: il tuo alleato, oggi e domani.
Formazione, manifattura e talenti del fare
Altagamma con il progetto “Adotta una Scuola” lavora per colmare il gap formativo e valorizzare le professioni tecniche italiane.
di STEFANIA LAZZARONI, Direttrice Generale, Altagamma
L'ITALIA
è da sempre leader nel settore manifatturiero e la nostra industria di alta gamma è profondamente radicata in questo ecosistema, attraverso i numerosi distretti specializzati presenti sul territorio. Il cuore di quella che chiamiamo “Economia della Bellezza” – che vale 144 miliardi di euro e circa il 7,4% del pil italiano – continua a risiedere nella manifattura.
I settori dell’alto di gamma sono alla ricerca di talenti professionali: secondo i dati elaborati da Altagamma con Unioncamere presentati a maggio alla Giornata Altagamma a Roma, nei prossimi cinque anni i fabbisogni richiesti dalle aziende saranno di 80mila unità nell’Automotive, 60mila unità nell’Alimentare, 32mila unità nell’Ospitalità, 75mila unità nella Moda e 29mila unità nel Design. Tuttavia, si stima che le imprese in circa il 50% dei casi avranno difficoltà a reperire le figure professionali di cui hanno bisogno. Nel dettaglio, i settori che nel 2023 hanno denunciato le maggiori difficoltà sono stati quello del Design (57%) e dei Motori (55,9%), seguono Ospitalità (47,7%) e Moda (47,5%) e Alimentare (38,9%). Complessivamente saranno 276mila le
persone ricercate tra il 2024 e il 2028 nelle filiere dell’alto di gamma in questi 5 settori. I profili tecnico professionali più ricercati sono fra i più diversi e specializzati in base al settore di riferimento. Tra questi, solo per citarne alcuni, ci sono sarti, orafi, tecnici della pelletteria, prototipisti, modellisti, meccanici specializzati, specialisti nel food e nell’accoglienza, responsabili di prodotto. Dobbiamo
“riposizionare” queste professioni e spiegarne il valore alle famiglie e alle future generazioni, coinvolgendo le istituzioni, le imprese, le associazioni con un’azione di sistema.
Da oltre 10 anni Altagamma – che riunisce ormai da più di 30 anni le migliori imprese dell’Alta Industria Culturale e Creativa Italiana che rappresentano la qualità, la manifattura di pregio, la creatività e la cultura del nostro Paese - è attiva nella valorizzazione e promozione della formazione e dello sviluppo del capitale umano e dei talenti, con progetti e iniziative dedicati ai Soci e al grande pubblico, perché la manifattura rappresenta una caratteristica distintiva del lusso italiano.
Dal 2021 con il progetto “Adotta una Scuola” – in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito e con il patrocinio della Commissione Europea – Altagamma ha voluto affrontare il problema migliorando l’offerta formativa e cercando una maggiore aderenza tra i programmi didattici e le esigenze reali delle imprese: nelle prime tre edizioni di “Adotta una Scuola” 33 Imprese Socie della nostra Fondazione hanno “adottato” 39 scuole tecnico-professionali di 11 regioni italiane, coinvolgendo più di 120 classi e oltre 2500 studenti, che diventeranno i futuri Talenti del Fare del Made in Italy d’eccellenza. Formare questi talenti è una sfida cruciale per la nostra industria e una grande opportunità di lavoro, in un Paese dove la disoccupazione giovanile supera il 20%. Il programma interviene indirettamente anche sull’altro problema alla radice della mancanza di profili: grazie all’attrattività dei grandi brand del Made in Italy, si vuole stimolare la vocazione dei giovani a intraprendere un percorso manifatturiero, intervenendo a livello culturale, prendendo ad esempio Paesi come la Svizzera, la Germania o la Francia dove la formazione tecnico-professionale e quella universitaria sono parimenti dignitose e le aspettative di remunerazione futura non sono così distanti come vengono percepite in Italia. Si tratta di priorità strategiche su cui pubblico
e privato possono e devono collaborare attraverso campagne di comunicazione, progetti di orientamento nelle scuole, maggiori investimenti, nuove competenze manageriali e anche celebrando - come Altagamma ha proposto di fare - una Giornata Nazionale del Made in Italy che si è tenuta il 15 aprile scorso. Questa ricorrenza annuale è stata fortemente voluta dalla nostra Fondazione e proposta al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, per valorizzare il know-how manifatturiero, unico e inimitabile, del nostro Paese. Parliamo della capacità di pensare, progettare e realizzare prodotti e servizi di alta qualità, dove le abilità tecniche si fondono con competenze che sono il risultato di secoli di cultura, artigianalità e storia industriale.
Stefania Lazzaroni
Calze GM diventa Società Benefit
“Verso la certificazione B Corp per un impatto positivo su società e biosfera”: l’azienda trentina leader nell’abbigliamento sportivo abbraccia la sostenibilità.
sostenibilità è un valore non negoziabile che afferisce all’etica e che coinvolge ciascuno di noi in prima persona. Un modo di vivere e di vedere le cose che chiama in causa ogni singolo individuo nel suo agire quotidiano, indipendentemente dall’ambito professionale in cui si trova a operare. È naturale, quindi, che anche le aziende producano responsabilmente promuovendo modelli business fortemente orientati alla sostenibilità ambientale, sociale e di governance”. Elisabetta Montagni , Ceo di Calze GM Sport Srl, spiega così le motivazioni che hanno portato l’azienda a diventare una Società Benefit: “un’evoluzione del concetto stesso di impresa, poiché integra nel proprio oggetto sociale lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera”. Il passaggio a Società Benefit, recentemente formalizzato da Calze GM, è un ulteriore passo avanti verso il riconoscimento di società B Corp: un livello di certificazione, quest’ultimo, ancora più strutturato che richiede il rispetto di standard molto elevati e viene rilasciato da un ente certificatore internazionale. Le Società Benefit e B Corp identificano oggi un movimento
globale volto alla promozione dei principi della responsabilità d’impresa e di un modello di business che attribuisca pari importanza al profitto (i risultati economici dell’azienda) e alla sostenibilità (le performance aziendali e sociali dell’impresa).
“In questa prima fase di valutazione – prosegue Montagni – abbiamo già raccolto tutti i requisiti per ottenere anche la certificazione B Corp, il nostro prossimo obbiettivo da raggiungere”.
Calze GM, storica azienda trentina leader nella produzione di calze e prodotti tessili per lo sport e la montagna, porta così a compimento un percorso intrapreso da Elisabetta Montagni già all’inizio degli anni 2000, quando, sotto la sua governance, l’azienda cominciò a inseguire in maniera sempre più capillare e continuativa performance legate alla sostenibilità nell’ambito dei parametri ESG (Environmental, Social, Governance).
“Sarebbe una bella soddisfazione ottenere a breve l’attestato di azienda B Corp – continua la manager – così da festeggiare con questo risultato i nostri 65 anni di attività”.
Calze GM, infatti, nasceva nel 1959 a Trento dalla visione di
Elisabetta Montagni
Giorgio Montagni , il padre di Elisabetta, che seppe costruire in breve tempo un marchio di successo, sinonimo di qualità nel settore del tessile per l’abbigliamento sportivo, di montagna e di alta montagna. Negli anni ’60 la nazionale di sci alpino che si allenava sulla Marmolada vestiva i prodotti del calzificio GM. La prima medaglia d’oro giunse con Franco Nones
alle Olimpiadi di sci nordico nel 1968, anche lui con Calze GM. E la storia continua con i nomi di altri straordinari interpreti delle discipline sportive e alpinistiche invernali, come Gustavo Thoeni e Reinhold Messner, testimonial Calze GM.
Oggi, a distanza di molti anni da quelle conquiste di mercato e di immagine, Calze GM è ancora protagonista del tessile sportivo e di montagna. Pur conservando una solida tradizione famigliare, vero valore aggiunto dell’impresa, l’azienda si è internazionalizzata e ha raccolto la sfida dell’emergenza climatica mettendo al centro i principi di sostenibilità. “Noi europei, italiani e trentini – ha detto recentemente Elisabetta Montagni presentando il codice etico dell’azienda – siamo chiamati a compiere un salto qualitativo di coscienza individuale, collettiva e nella gestione delle nostre imprese per consegnare alle generazioni future un pianeta abitabile”.
In questa direzione si muovono anche le nuove linee di produzione. Tra le ultime arrivate, la collezione Regeneration: “Punto di incontro tra eccellenza tecnologica e sostenibilità, le calze RegenerationGM, Reactive e Recycled, interpretano un nuovo concetto di prodotto a forte contenuto simbolico. Pensate per attività outdoor e sportiva, sono dedicate a chi volge consapevolmente lo sguardo al futuro. Non solo prodotti nuovi, ma la realizzazione di un’esigenza viscerale di tutto il team, nei confronti dell’ambiente e della libertà”. (adb)
FibrXL: eccellenza dei filati ad alta tecnologia
Grazie alla customizzazione e alla sinergia tra gli stabilimenti, l'azienda trentina si è affermata come punto di riferimento per l'industria tessile internazionale.
prodotto, customizzazione e sinergia tra stabilimenti produttivi del Gruppo: sono questi i punti di forza di FibrXL, distributore e convertitore internazionale di filati ad alta tenacità, all’interno del quale opera la ex Eurotexfilati di Dro, acquisita da FibrXL nel 2023.
Il Gruppo ha sede in Olanda e opera su più siti in Italia, negli Stati Uniti e in Turchia impegnando circa 110 collaboratori con un fatturato di oltre 115 milioni l’anno. Nei prossimi anni, le parti prevedono di accelerare la crescita attraverso una combinazione di focus strategico sui filati premium, espansione geografica e acquisizioni mirate.
Con circa 50 dipendenti, lo stabilimento trentino di Dro è il più grande e il più importante da un punto di vista strategico.
“Per volumi di produzione e per livello di specializzazione – sottolinea Walter Perini , al timone della sede trentina assieme all’ingegnere Gianluca Zanivan – siamo la principale sede produttiva del gruppo del Gruppo”.
Un primato di eccellenza e un motivo di vanto per tutto il territorio provinciale, se si pensa alle dimensioni del Gruppo FibrXL. Costituitosi nel gennaio del 2020, FibrXL nasceva dal -
la fusione delle tre società Lumat Group, Dominion Fiber Technologies Inc e EuroFibers BV dando vita a un portafoglio senza precedenti nel comparto dei filati ad alta tenacità. Sin dai primi mesi di operatività, il Gruppo si è attestato tra i maggiori player al mondo.
La specificità dei processi sui filati realizzati a Dro, l’altissimo contenuto tecnologico di prodotto e il know-how maturato per lunghi anni in Eurotexfilati hanno consentito all’impresa trentina, ora parte di un grande gruppo, di mantenere un ruolo strategico nella nuova compagine societaria. “La nostra produzione di fibre sintetiche è molto varia – sottolinea Walter Perini – e trova applicazione in molti campi del mercato industriale tessile. Ci contraddistingue sul mercato il trattamento superficiale dei filati, in particolare un tipo di procedimento chiamato water-blocking, che applichiamo a una parte della nostra gamma di prodotto. È un trattamento speciale che abbiamo sviluppato noi, qui a Dro. Non abbiamo competitors in Italia. Soltanto due in aziende in Europa. Si tratta di una tecnologia che ci permette di prevenire infiltrazioni di acqua”. In questo settore, i clienti di FibrXL sono player in -
SVILUPPO
ternazionali che producono cavi in fibra ottica. Questi cavi sono composti da diversi elementi, tra cui delle fibre (i filati) che li contengono. “Il filato che produciamo – continua Perini – viene trattato attraverso un processo di coating (di rivestimento) che impedisce all’acqua di passare”. Walter Perini e suo il team di collaboratori si sono affacciati a questa nicchia di mercato alcuni anni fa, impregnando grandi energie e investimenti in tecnologia. Raggiungendo eccellenti standard di specializzazione, in pochi anni l’azienda è diventata un player di riferimento sul mercato. “Ci siamo affermati puntando sullo sviluppo di nuove tecnologie e sulla customizzazione. Da un lato, siamo continuamente impegnati in ricerca e sviluppo: una peculiarità che ci caratterizza all’interno del Gruppo FibrXL. Dall’altro, rispondiamo con grande attenzione alle richieste dei clienti: i nostri collaboratori sono continuamente impegnati a progettare soluzioni su misura”.
Tra le eccellenze, altra specifica competenza dell’azienda trentina è la Businees Unit Fiber Waste Recycling: “FibrXL Italy ricicla mensilmente centinaia di tonnellate di fibre post industrial e post consumer ed è distributore esclusivo in Europa del Nylon 6 rigenerato di Aquafil per specifiche applicazioni”.
Il personale dell’azienda proviene da percorsi altamente qualificati. L’età media supera di poco i 40 anni e il grado di internazionalizzazione è molto spinto. Si parlano nove lingue negli uffici di FibrXL, in Valle dei Laghi, dove il business si gioca quotidianamente sulle piazze di tutto il mondo.
Ciò nonostante, il rapporto con il territorio non è mai venuto meno. “Siamo molto legati a questa terra”, precisa Perini. “Qui, sin dall’inizio degli anni ’90, l’azienda è cresciuta in stretto dialogo con la comunità locale e con il tessuto industriale”. Perini è figlio di uno dei due soci che, nel 1992, fondarono l’attività nel Basso Sarca. Nasceva così Eurotexfilati. A seguito di un percorso di crescita continuo, nel 2015 fu avviata una fase di riorganizzazione aziendale che, nel segno di un costante aumento del giro di affari, ha poi portato alla recente acquisizione da parte di FibrXL.
Dopo tanti anni, l’attenzione al territorio è rimasta centrale. “Proprio in questi giorni – conclude Perini – è stato portato a termine un progetto con il Comune di Dro, che prevede la donazione (comprese le ore di formazione e la manutenzione) di un defibrillatore in un parco pubblico di Pietramurata”. (adb)
Confindustria Trento sceglie Delladio
Lorenzo Delladio, Presidente de La Sportiva, sarà il nuovo presidente di Confindustria Trento. L'8 ottobre il voto dell’Assemblea.
RIUNITO
a Palazzo Stella, il Consiglio Generale di Confindustria Trento ha designato Lorenzo Delladio alla presidenza dell’Associazione. Lorenzo Delladio, già vicepresidente di Confindustria Trento, è presidente de La Sportiva Spa, azienda di Ziano di Fiemme leader nel settore delle calzature e dell’abbigliamento tecnico per la montagna.
Si è dunque concluso il lavoro di consultazione della Commissione di Designazione: un iter partito ad aprile e nel corso del quale i tre “saggi” - gli imprenditori associati Rocco Cristofolini (Unionporfidi Srl), Mirco Pellegrini (Novurania Spa), Sergio Sighel (Laboratorio Trentino Srl) - hanno incontrato e raccolto le valutazioni espresse dalla base associativa.
Nelle prossime settimane il futuro presidente dovrà predisporre il programma di mandato per il quadriennio 2024-2028 e individuare i cinque vicepresidenti, che saranno votati in blocco in occasione di una successiva riunione del Consiglio Generale. Il nominativo di Lorenzo Delladio e della sua squadra di presidenza saranno quindi sottoposti al voto dell’Assemblea del prossimo 8 ottobre per l’elezione, come previsto dallo Statuto di Confindustria Trento.
Europa al Centro per l’Industria Italiana
Le raccomandazioni dell'UE nel documento "Fabbrica Europa" di Confindustria: promuovere una strategia industriale sostenibile è la chiave per affrontare le sfide del futuro.
ha un ruolo fondamentale per la vita delle imprese italiane e altoatesine. Il mercato europeo è ormai il riferimento principale (il 70% dell’export altoatesino 2023 è stato assorbito da Paesi Ue, circa il 60% dell’export trentino e oltre il 50% di quello italiano) e le regole europee stabiliscono oltre il 70% della normativa di riferimento. Confindustria nazionale ha ela -
“Il futuro dell’Europa è legato all’industria: solo se è competitiva potrà garantire prosperità, benessere e pace sociale nel nostro continente. Per questo è fondamentale che l’Ue sostenga il comparto industriale.
Fabbrica Europa contiene delle proposte che ci auguriamo vengano guardate con grande attenzione”
borato “Fabbrica Europa”, un documento che contiene una serie di raccomandazioni con un unico comune denominatore: rimettere l’industria al centro dell’agenda europea. Stefan Pan , Vicepresidente designato di Confindustria per l’Unione europea e il Rapporto con le Confindustrie europee sottolinea. “L’Europa ha tutte le caratteristiche per essere un continente forte e reggere la pressione che arriva da Usa e Cina. Ma per farlo serve mettere l’industria al centro dell’agenda europea, attraverso una strategia di politica industriale organica e a lungo termine, basata sulle tre declinazioni della sostenibilità ambientale, sociale ed economica e supportata da un adeguato livello di investimenti” ha sottolineato Pan. “L’Europa è decisiva per il futuro dell’economia e dell’industria
L'EUROPA Stefan Pan
in Italia e in Trentino-Alto Adige, ma anche il futuro dell’Europa è legato all’industria, che solo se è competitiva potrà garantire prosperità, benessere e pace sociale nel nostro continente. Per questo è fondamentale che l’Ue sostenga il comparto industriale. In questo senso Fabbrica Europa contiene delle proposte che ci auguriamo vengano guardate con grande attenzione” afferma il Presidente di Confindustria Trento, Fausto Manzana
“Le nostre imprese sono di fronte a grandi sfide come quelle delle ‘3 D’: decarbonizzazione,
Solidarietà d’impresa: il talk
digitalizzazione e cambiamento demografico. Ci auguriamo che la Ue le supporti con convinzione. Accanto alle risorse per sostenere la transizione energetica, servono scelte che semplifichino le procedure a tutti i livelli e che rafforzino la competitività delle imprese. Uno sforzo comune europeo al fine di garantire procedure autorizzative rapide e semplificate nonché infrastrutture moderne darebbe un grande contributo in questo senso” sottolinea il Presidente di Confindustria Alto Adige, Heiner Oberrauch .
Tra i partner di “Trento Capitale Europea del Volontariato 2024”, Confindustria Trento ha preso parte nelle scorse settimane alla “Piazza del volontariato”: appuntamento organizzato all’interno del Pavilion di Piazza Duomo a Trento. In particolare, l’Associazione ha promosso il talk “Solidarietà d’impresa: l’industria che lavora con il sociale”. Nel corso dell’evento, sono state presentate alcune buone pratiche di collaborazione tra imprese e associazioni del Terzo Settore, con riguardo al progetto “Giovani per i Giovani”: iniziativa promossa alcuni anni fa dal Gruppo Giovani Imprenditori con l’intento di focalizzarsi sul tema dell’inclusione, offrendo a persone svantaggiate, orientamento, tutoraggio, stages e sostegno alla produzione di piccoli prodotti artigianali, così da favorirne l’inserimento nel mondo del lavoro. Solo nella prima annualità il progetto ha coinvolto quasi 15 aziende che hanno instaurato concrete collaborazioni con altrettante Associazioni o Cooperative Sociali. Al talk sono intervenuti Francesco Orefice , Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Trento, Serena Beber , Comitato Piccola Industria dell’Associazione, Alessandro Pontara , Presidente della Cooperativa Sociale Dal Barba, Michele Rossi , Kaleidoscopio.
Manzana e Lunelli Cavalieri del Lavoro
Per la prima volta due trentini diventano Cavalieri del Lavoro nello stesso anno. Lunelli e Manzana, esempi di eccellenza e innovazione, insigniti dell’onorificenza dal Capo dello Stato.
un risultato storico: mai era accaduto che l’onorificenza fosse assegnata nella stessa annualità a due trentini”: Roberto Busato commenta con entusiasmo la notizia del conferimento dell’onorificenza di Cavaliere del Lavoro a Matteo Bruno Lunelli , amministratore delegato del Gruppo Lunelli, e a Fausto Manzana , amministratore delegato del Gruppo GPI.
L’onorificenza viene assegnata ogni anno dal Capo dello Stato in occasione della Festa della Repubblica a imprenditori italiani che si sono distinti nei settori dell’agricoltura, dell’industria, del commercio, dell’artigianato e dell’attività creditizia e assicurativa.
“Parliamo di imprenditori esemplari – continua Busato –, che con la loro attività hanno contribuito e contribuiscono ogni giorno, in maniera significativa, alla crescita economica e sociale, oltre che all’innovazione. Profili dalla specchiata condotta morale e civile, che operano nel rispetto dei principi etici e della sostenibilità sociale ambientale e di buona governance. Non è un caso che si tratti altresì di rappresentanti del nostro Sistema: Fausto Manzana è il presidente della nostra Associazione dal 2019, Matteo Lunelli è tra le altre cose presidente di Altagamma. Oggi, sono loro l’orgoglio industriale del nostro trentino”.
Matteo Lunelli a sinistra, e Fausto Manzana
Soft skills: la chiave del successo
La formazione attraverso percorsi basati sul modello di apprendimento esperienziale nelle testimonianze di Paola Lorenzi e Silvia Omenigrandi, Hr Supervisor e HR manager di Zobele Spa e Tumedei Spa.
L'AREA
formazione è una delle principali offerte di Assoservizi per aiutare le imprese a crescere e migliorare la loro gestione. Una delle aree formative di maggior interesse riguarda le competenze trasversali o soft skills ovvero tutte quelle abilità personali e interpersonali che influenzano e determinano il modo di lavorare e interagire con gli altri e la nostra attitudine ad affrontare problemi. Mentre le competenze tecniche sono specifiche per il lavoro/settore a cui sono applicate, le competenze trasversali sono applicabili e utili in ogni contesto lavorativo e sono fondamentali
per raggiungere gli obiettivi aziendali con un minore livello di conflitto e una riduzione dello stress da lavoro correlato conseguente a un clima relazionale problematico.
In una delle ultime indagini statistiche effettuate da CISL Lombardia relativa al fenomeno delle grandi dimissioni, su un campione di 17 mila lavoratori fra le motivazioni dei licenziamenti le prime due sono risultate l’eccessivo stress-lavoro correlato (36%) e il clima aziendale e le relazioni professionali (34,9%).
Durante le assunzioni viene valutato molto attentamente il profilo tecnico dei candidati, mentre per le competenze trasversali ci si affida alle frasi standard scritte dai candidati che garantiscono ottime doti relazionali. Ma saper fare non coincide con il saper essere; immaginate un bravo medico ma insensibile, o un ottimo ingegnere facile all’ira, un magazziniere organizzato ma scortese coi clienti.
Lavorare sulle competenze trasversali è necessario in un mondo professionale sempre più esigente e in rapida evoluzione in ogni ambito.
In tal senso una delle proposte vincenti di Assoservizi riguarda la formazione attraverso percorsi basati sul modello di apprendimento esperienziale teorizzato dagli educatori statunitensi Kolb e Knowles, attuabile sia in aula presso la nostra sede o in contesto naturale.
Uno dei nostri docenti di riferimento in questo tipo di percorsi è Alessandro Colombo, counselor e formatore esperienziale con
un importante bagaglio di conoscenze in campo comportamentale maturato in ambito militare, sportivo e aziendale.
Fra gli ultimi casi di successo ci sono le esperienze di due nostre associate: Zobele Spa e Tumedei Spa, che hanno concluso due importanti percorsi esperienziali che hanno ingaggiato i partecipanti sia in aula che in attività outdoor.
Ne parliamo con Paola Lorenzi e con Silvia Omenigrandi, rispettivamente HR Supervisor e HR manager di Zobele e Tumedei che hanno voluto e creduto in questo tipo di percorso.
Quali erano le vostre richieste e i vostri obiettivi rispetto al percorso richiesto?
P.L. «In Zobele avevamo da poco nominato un nuovo gruppo di 13 team leader portandoli da un ruolo prettamente esecutivo a uno di supervisione e coordinamento. L’esigenza era quella di sensibilizzarli sull’importanza della qualità della relazione per esprimere al meglio la loro leadership e allenarli a sviluppare una modalità comunicativa più empatica e meno direttiva, orientata a una maggiore comprensione reciproca.»
S.O. «L’’intervento formativo richiesto era rivolto a un team trasversale di 12 persone formato dalle prime linee aziendali, compresa la direzione. Lo scopo era quello di facilitare lo scioglimento di alcuni meccanismi un po’ arrugginiti in alcune relazioni, dovuti anche a incomprensioni e conflitti che possono capitare in molti anni di lavoro insieme e che non vengono affrontati per l’oppressione degli elevati ritmi aziendali. Per rendere l’esperienza più coinvolgente e intensa abbiamo scelto come attività centrale due giornate insieme in Val di Sole dove abbiamo anche effettuato una discesa in rafting sul noce; riportando poi le analogie tra i nostri comportamenti sul gommone e quelli che attuiamo in azienda.»
Come è stato il feedback sul percorso da parte dei partecipanti?
P.L. «I partecipanti sono rimasti molto soddisfatti e si sono incuriositi di temi fino a quel momento poco noti, come ad esempio l’intelligenza emotiva, fondamentale per gestire i propri comportamenti in situazioni stressanti. Parlando con i numeri
su una scala da 1/5 il risultato medio finale sulla soddisfazione è stato di 4,3. Molti hanno chiesto di proseguire con altre giornate.»
S.O.« Io stessa ho partecipato al percorso e nel complesso ne sono molto soddisfatta; ho anche compreso che per migliorare e mantenere relazioni sane e durature, gran parte del lavoro dobbiamo farlo su noi stessi. Il feedback dei partecipanti è stato positivo e frequente la richiesta di poter approfondire alcuni dei temi affrontati. Quali cambiamenti avete notato nei partecipanti dopo il percorso?
P.L «In alcuni abbiamo riscontrato cambiamenti significativi nell’approccio verso i collaboratori, frutto della pratica degli apprendimenti. In generale una maggiore coesione fra i team leader nel supportarsi a vicenda nei momenti critici. Attualmente abbiamo in programma un altro percorso rivolto ai primi livelli: i coordinatori dei team leader.»
S.O «Alcuni partecipanti hanno mostrato nuove aperture nei confronti dei colleghi, in molti è nata la consapevolezza che per risolvere un conflitto è necessario concentrarsi più su sé stessi che sugli altri, qualcuno ha manifestato la voglia di proseguire perché ha visto il gruppo crescere.»
Skill mismatch e carenza di lavoratori
Confindustria Trento, con il supporto di The European House Ambrosetti promuove due indagini per comprendere le esigenze di imprese e studenti nel mondo del lavoro.
corso del 2024, Confindustria Trento ha intensificato i propri sforzi per consolidare il progetto “Duemilatrentino”, iniziativa strategica nata nel 2021 e sviluppata attraverso tre position paper focalizzati sulla centralità dell'individuo e della qualità della vita, la transizione sostenibile e la società 5.0.
Il lavoro di quest’anno rappresenta un passo fondamentale nel concretizzare gli studi e le analisi condotte negli ultimi tre anni, delineando i temi prioritari e definendo azioni concrete a livello pratico. Uno dei temi trasversali emersi riguarda la carenza di lavoratori e lo “skills mismatch” che, unitamente al calo demografico, pongono l’urgenza di comprendere le esigenze dei giovani che si affacciano sul mercato del lavoro e di riflettere sul tema dell’attrattività delle imprese e del territorio.
Durante queste settimane, grazie al supporto professionale di The European House Ambrosetti, l’Associazione ha sviluppato due survey per poter analizzare questo fenomeno sia dal punto di vista delle aspettative dei giovani che studiano in Trentino, sia da quello delle imprese, alla luce dei loro fabbisogni.
La prima indagine, rivolta agli studenti dell’Università di Trento, dell’Alta Formazione Professionale e delle scuole secondarie di secondo grado (IV° e V° anno) in Trentino, ha l’obiettivo di chiarire le leve che potrebbero migliorare l’attrattività del territorio come luogo di permanenza post-studio, identificando le eventuali aree di integrazione dell’attuale offerta formativa e le aspettative nei confronti del mondo del lavoro. Parallelamente, la survey dedicata alle imprese locali, si propone di comprendere i fabbisogni professionali, i canali e gli stru -
menti attivati per l’attrazione del personale e le strategie introdotte per il mantenimento e la formazione dei giovani neoassunti. I risultati dell’indagine saranno condivisi pubblicamente e diventeranno uno strumento prezioso per indirizzare le strategie future delle imprese e del territorio, valorizzando il ruolo dei giovani. Confluiranno dunque negli output dell’iniziativa “Duemilatrentino - Futuro Presente”, promossa da Confindustria Trento grazie al contributo di Sparkasse, che saranno presentati in occasione dell’Assemblea di ottobre di Confindustria Trento. NEL
Trento rivoluziona la formazione manageriale
Parte a novembre 2024 a Trento l'Executive Master of Business Administration, un percorso d’eccellenza per imprenditori e manager nato dalla sinergia tra università e industria.
Apartire da novembre 2024, Trento inaugura l'Executive Master of Business Administration, un corso di alta formazione nato dalla collaborazione tra l'Università di Trento, l'Università di Udine, Confindustria Trento e Confindustria Udine. Questo Master rappresenta un'opportunità unica per i professionisti desiderosi di accelerare la loro carriera senza interrompere i loro impegni lavorativi. Il programma è pensato specificamente per imprenditori, dirigenti e quadri, e offre una didattica strutturata in formula weekend, con incontri indicativamente un weekend al mese, il venerdì dalle 17 alle 21 e il sabato dalle 9 alle 18. Le lezioni si svolgeranno in presenza presso l'Università di Trento, ma sarà anche possibile partecipare online, offrendo così una flessibilità che risponde alle esigenze di chi ha impegni lavorativi.
L'Emba ha l'obiettivo di fornire ai partecipanti una visione integrata e strategica della gestione d’impresa, attraverso un percorso pragmatico di alta formazione. Questo permetterà ai professionisti di sviluppare competenze manageriali solide e avanzate, preparandosi a diventare motori di cambiamento
nelle loro organizzazioni. I partecipanti avranno l’opportunità di sviluppare competenze manageriali solide e avanzate, che li prepareranno a diventare motori di cambiamento all’interno delle loro organizzazioni. Il programma è strutturato per favorire la competitività delle imprese e stimolare lo scambio di esperienze culturali e professionali, creando un ecosistema di relazioni ad alto potenziale. A questo proposito, il percorso formativo si avvale di un corpo docente di eccellenza, selezionato sia in Italia che all’estero per il suo alto profilo e la loro competenza. Gli insegnanti porteranno in aula le loro esperienze e conoscenze, garantendo una formazione di assoluta eccellenza che consente di ottenere 60 Crediti formativi universitari.
Uno dei punti di forza dell'Executive Mba è la sua accessibilità. Grazie a contributi pubblici e privati, il programma riesce a coniugare un'elevata qualità formativa con un profilo di costo equo, rendendo questa opportunità accessibile a un qualificato pubblico di professionisti. La formula part-time, inoltre, permette ai partecipanti di conciliare il percorso di studi con i loro impegni lavorativi e personali, una caratteristica fondamentale per l'utenza executive. Il Master universitario beneficia inoltre delle detrazioni fiscali previste dalla legge e offre la possibilità di ottenere prestiti d'onore per facilitare una distribuzione più equa dei costi di iscrizione. Dal mese di luglio, i contenuti dettagliati del corso saranno disponibili sul sito web dedicato. Gli interessati potranno esplorare il programma, scoprire i dettagli dei moduli didattici e leggere le testimonianze aziendali. Con il lancio dell'Executive Mba, Trento si conferma ancora una volta come un polo di eccellenza nel campo della formazione e dell’innovazione, pronto a formare i leader del futuro e a contribuire alla competitività delle imprese italiane.
Smascherare i falsi da IA
Confindustria Trento, Università di Trento e Fondazione Bruno Kessler parlano di computer vision e intelligenza artificiale per la competitività delle imprese e del territorio.
un campo dell’intelligenza artificiale che consente ai computer di “vedere” e interpretare il mondo visivo, proprio come farebbe un essere umano. Si tratta della computer vision: una tecnologia che permette di analizzare e comprendere le immagini digitali e i video, e che sta rivoluzionando diversi settori. Le aziende che abbracciano questa tecnologia possono migliorare l’efficienza operativa, ridurre i costi e aumentare la sicurezza, in contesti come il controllo di qualità nelle linee di produzione, nei sistemi di sorveglianza o nelle attività di picking in magazzino. Per capire meglio come utilizzare questi strumenti e aumentare la competitività del territorio, Confindustria Trento - in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria e Scienze dell’Informazione dell’Università di Trento e Fondazione Bruno Kessler - ha organizzato l’appuntamento “L’occhio digitale dell’industria: Computer Vision”. In apertura i saluti istituzionali di Alfredo Maglione , Componente del Consiglio Direttivo con delega alla Transizione digitale e innovazione tecnologica di Confindustria Trento. “L’unione tra computer vision e in -
telligenza artificiale apre la porta a innumerevoli possibilità di innovazione – ha detto –. La computer vision, potenziata dall’intelligenza artificiale, consente ai computer non solo di vedere ma anche di interpretare e prendere decisioni basate sulle immagini. Questa sinergia trasforma i dati visivi in informazioni utili e azionabili. Pensiamo ai veicoli autonomi, che sono in grado grazie a questi strumenti di leggere l’ambiente circostante, riconoscere ostacoli e compiere azioni. Oppure alla manutenzione predittiva, nel campo della quale la computer vision con AI può analizzare immagini e video per individuare segnali di usura o danni nelle attrezzature industriali, prevenendo guasti e migliorando l’efficienza operativa”. Nel corso del seminario sono intervenuti anche Nicola Conci , DISI Università di Trento, Elisa Ricci , DISI Università di Trento, Fabio Poiesi , Fondazione Bruno Kessler, che hanno inquadrato l’argomento e proposto elementi utili a meglio comprendere il contesto in cui ci muoviamo. Con loro Federico Lucca , CTO & Co-Founder di BlueTensor Srl, Fabrizio Rosi , Business Development Manager di TEC Eurolab e Luca Clementel , Co-Founder & Product Manager di Eoptis Srl, che hanno offerto testimonianze vivide tratte dall’esperienza aziendale.
Giovani Imprenditori tra innovazione e collaborazione
Confindustria Alto Adige, Trento, Veneto Est e Belluno in visita alle realtà aziendali del Trentino-Alto Adige. Focus su innovazione, organizzazione aziendale e passaggio generazionale
CONSOLIDARE
i rapporti e favorire una crescita professionale e personale dei giovani imprenditori, attraverso il dialogo, lo scambio di esperienze e la collaborazione reciproca. Con questi obiettivi si sono riuniti i Consigli Direttivi dei Gruppi Giovani Imprenditori delle Confindustrie di Bolzano, Trento, Veneto Est e Belluno.
In una giornata di visite aziendali tra Alto Adige e Trentino, i partecipanti hanno potuto approfondire, tra gli altri, temi come innovazione, organizzazione aziendale e passaggio generazionale, internazionalizzazione e attrazione di talenti confrontandosi direttamente con i responsabili delle imprese. L’itinerario ha preso avvio presso l’azienda Dr. Schär a Postal, dove il Chief Marketing Officer, Hansjörg Prast , ha dato il suo benvenuto e introdotto il contesto aziendale. La visita alla produzione ha offerto un’importante opportunità di conoscenza diretta delle dinamiche operative, con particolare attenzione alla qualità e all’innovazione. Nel primo pomeriggio la visita è proseguita nella realtà aziendale di Würth a Egna, dove i partecipanti hanno approfondito la cultura organizzativa e le strategie
di sviluppo di un’azienda leader nel proprio settore.
La giornata si è conclusa presso le prestigiose Cantine Ferrari, dove il CEO Alessandro Lunelli ha guidato una riflessione sulla tematica del passaggio generazionale, un argomento di fondamentale importanza per i giovani imprenditori.
“La riunione congiunta dei Consigli Direttivi rappresenta un valore aggiunto. Oltre a essere un’occasione per conoscere meglio i temi di maggior rilievo per i quattro Gruppi Giovani Imprenditori, incontri di questo tipo consentono di evidenziare le best practices delle imprese dei diversi territori nell’innovazione, la ricerca, l’internazionalizzazione, l’attrazione di talenti, la sostenibilità. Inoltre, se ne giova l’attività di networking e di confronto a tutti i livelli” sottolinea la Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Alto Adige, Melanie Pernthaler .
“La giornata è stata un’occasione stimolante e proficua per i giovani imprenditori, che attraverso lo scambio di esperienze e la collaborazione hanno avuto l’opportunità di rafforzare legami personali e professionali. Guardiamo con fiducia al futuro e ci auguriamo che questa iniziativa sia solo l’inizio di una serie di opportunità simili, per conoscere altre realtà del territorio da cui poter imparare e cogliere spunti da attuare nelle nostre aziende”, ha concluso Francesco Orefice , Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Trento.
giovani
PROMUOVE L’EDUCAZIONE FINANZIARIA PER:
Scuola primaria Scuola secondaria
Cooperative sociali
PROGETTO EDUCATIONAL
bancapts.it
Piccoli inventori in gara
Premiate all’ITT Buonarroti di Trento le realizzazioni degli studenti e delle studentesse che hanno concorso alla settima edizione di “Eureka! Funziona!”.
NUMERI
da record per la settima edizione trentina della gara di costruzioni tecnologiche per piccoli inventori “Eureka! Funziona!”, svoltasi presso l’Istituto Buonarroti di Trento.
All’evento, promosso da Confindustria Trento e Federmeccanica con il patrocinio del Miur e sponsorizzato da Banca per il Trentino-Alto Adige, hanno partecipato 31 classi, con altrettanti progetti, provenienti da tutto il territorio trentino. Inoltre, per la prima volta, il progetto è stato esteso anche a due classi della scuola secondaria di primo grado.
“Eureka! Funziona!” mira a sviluppare, sin dalla scuola primaria, le attività di orientamento alla cultura tecnica e scientifica, come già avviene in numerosi Paesi europei, quali Finlandia, Germania, Francia e Olanda.
I bambini sono introdotti al mondo del saper fare: lo svolgimento delle attività di invenzione e progettazione consente infatti agli alunni coinvolti di integrare la teoria con la pratica, ma anche di stimolare lo spirito imprenditoriale, le capacità manuali, l’attitudine al lavoro di gruppo e la creatività.
I bambini hanno la possibilità di sviluppare la propensione al
problem solving, nonché un approccio interdisciplinare, nel quale vengono applicate diverse materie di studio (dalla matematica al disegno, passando per l’italiano e le scienze) per concorrere alla realizzazione del prodotto finale.
In questo modo i bambini vengono messi nella condizione di apprendere attraverso il “cooperative learning” e il “learning by doing”, metodologie didattiche che consentono agli studenti di acquisire conoscenze e competenze tramite la condivisione e l’esecuzione di azioni pratiche.
La giuria nel corso dell’evento ha premiato le seguenti invenzioni:
• La vincitrice delle classi terze è la 3^A dell’Istituto Comprensivo di Lavis con il gioco “In bocca alla rana”.
• La vincitrice delle classi quarte è la 4^C dell’Istituto Comprensivo di Borgo Valsugana con il gioco “Space flipper”.
delle classi terze è la 3^A dell’Istituto Comprensivo di Lavis con il gioco “In bocca alla rana”
Vincitrice
Vincitrice delle classi
della Scuola
Secondaria di Primo Grado è la classe 1^b
dell’Istituto
Comprensivo di Avio con il gioco
“Avio bridge”
• La vincitrice delle classi quinte è la 5^ dell’Istituto Comprensivo di Avio con il gioco “Abbasso la paperella”.
• La vincitrice delle classi della Scuola Secondaria di Primo Grado è la classe 1^B dell’Istituto Comprensivo di Avio con il gioco “Avio bridge”.
• Menzione speciale per la classe 5^C di dell’Istituto Comprensivo di Borgo Valsugana con progetto “TN 5.0”.
Alla cerimonia di premiazione e alla presentazione degli elaborati creativi hanno partecipato: il direttore generale di Confindustria Trento Roberto Busato , la vicepresidente di Confindustria Trento Stefania Segata , il presidente della sezione Meccanica, Meccatronica e Impianti Marco Giglioli , il direttore generale di Banca per il Trentino-Alto Adige Gabriele Delmonte , la dirigente del Servizio Istruzione PAT Sandra Cainelli e il dirigente scolastico ITT Buonarro -
Vincitrice classi
quarte è la 4^C
dell’Istituto
Comprensivo di Borgo Valsugana con il gioco
“Space flipper”
ti Giuseppe Rizza
A introdurre l’evento è stata Stefania Segata, vicepresidente di Confindustria Trento, che ha portato i saluti del presidente di Confindustria Trento Fausto Manzana e ha dichiarato: “Siamo entusiasti di aver portato il progetto Eureka nella nostra regione, ispirati dalla sua origine nei paesi scandinavi. Crediamo fermamente che questa iniziativa offra ai ragazzi un’opportunità unica di apprendere e crescere attraverso il gioco. Questo progetto valorizza l’approccio pratico, mettendo in primo piano la creatività, l’energia e i talenti dei partecipanti. Siamo convinti che questa esperienza arricchirà il percorso educativo dei nostri ragazzi, stimolando la loro curiosità e incoraggiandoli a esplorare il mondo con entusiasmo e determinazione”.
Marco Giglioli , presidente della sezione Meccanica, Meccatronica e Impianti di Confindustria Trento, ha aggiunto: “Questo evento rappresenta una sintesi di quello che succede nelle nostre aziende ovvero avere la libertà di mettere a frutto le conoscenze acquisite per creare progetti e dare forma concreta alle idee. Crediamo fermamente in questo progetto e siamo convinti che la collaborazione tra scuole e industria sia fondamentale per il nostro futuro”.
“Eureka! Funziona”! ha offerto anche visite ai laboratori dell’ITT Buonarroti ed uno spazio dedicato alla robotica, curato dai ragazzi e dalle ragazze dell’Istituto. Gli studenti e le studentesse, piccoli e grandi insieme, sono stati coinvolti in un interessante confronto generazionale e di competenze tecnologiche per uno scambio sicuramente capace di ispirare nuova creatività.
Vincitrice classi quinte è la 5^ dell’Istituto Comprensivo di Avio con il gioco “Abbasso la paperella”
Menzione speciale classe 5^C dell’Istituto Comprensivo di Borgo Valsugana con progetto “TN 5.0”
Trentino Export da oltre 40 anni è punto di riferimento per l’export trentino: una rete di 30 referenti nel Mondo, 21 lingue parlate e 55 paesi coperti rappresentano un’efficiente opportunità commerciale per aprire nuovi scenari di business per la vostra attività
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Maggiori opportunità in Arabia Saudita
Con un desk a Riyad, Trentino Export facilita l’ingresso delle PMI trentine nel promettente mercato saudita, continuando il supporto dopo una missione commerciale di successo.
di GIORGIO ZAGONEL, Trentino Export
il grande successo della missione commerciale in Arabia Saudita svoltasi dal 19 al 23 novembre 2023 ed organizzata in collaborazione con Confindustria Trento e Confindustria Alto Adige, Trentino Export sta continuando ad assistere le aziende trentine in questa area geografica. Questa missione alla quale hanno partecipato 12 aziende, 6 trentine e 6 altoatesine, è stata infatti parte del più ampio progetto di sostegno all’internazionalizzazione delle Pmi 2023-2025 previsto dal Consorzio. L’Arabia Saudita al momento è uno dei Paesi al Mondo con le maggiori opportunità di business per l’export italiano. Nel 2023, l’interscambio con il nostro Paese è risultato in aumento sul lato delle nostre esportazioni verso l’Arabia Saudita che hanno già raggiunto l’importo di 4,9 miliardi con un incremento di circa il 19% rispetto ai 4 miliardi del 2022. L’Italia si colloca infatti al secondo posto tra i fornitori europei, con una quota di mercato del 2,8%, dietro alla Germania (4,3%) ma avanti a Regno Unito (2,15%), Francia (2,13%) e Spagna (1,24%). (fonte Istat) L’Arabia Saudita ha poi adottato nel 2016 la Vision 2030, una strategia di trasformazione radicale della società saudita, che implica riforme economiche, ma anche culturali e sociali. Dal punto di vista economico, si punta a far nascere filiere produttive nazionali e avviare produzioni ad elevato contenuto locale, impiegando forza lavoro saudita e promuovendo l’iniziativa privata. Un importante volano di crescita saranno i grandi progetti a guida del fondo sovrano saudita (Public Investment Fund), come la smart city di NEOM, il parco di intrattenimento Qiddiya ed i resort del Red Sea Project; nonché l’EXPO 2030 che si svolgerà a Riyad
ed i Mondiali di calcio del 2034. Per aiutare le aziende del territorio Trentino Export si è dotato quindi di un dedicato desk nella Capitale Saudita, in modo tale che le aziende trentine interessate a questo mercato possano muoversi con un sostegno professionale a 360°. L’obiettivo di Trentino Export è quello di agevolare la creazione di connessioni tra Trentino ed Arabia Saudita, rendendo accessibile a ogni realtà imprenditoriale del nostro territorio un mercato dalle grandissime potenzialità ed offrendo alle PMI trentine le competenze tecniche e linguistiche con cui sfruttare le nuove opportunità di business offerte dal Regno Saudita. Con i suoi collaudati servizi che spaziano dai sondaggi di mercato ed organizzazione di incontri Business to Business, all’ affiancamento delle aziende nella fase post incontri Business to Business ed all’assistenza nelle materie doganali, fiscali, legali e di accesso al credito, Trentino Export si conferma punto di riferimento per le imprese trentine che vogliono approcciare nuovi mercati e sfruttare nuove opportunità.
Nuovo referente Trentino export in Sud Africa
Trentino Export, vista la crescente importanza del mercato subsahariano, si è dotato di un nuovo referente in Sud Africa per sostenere l’export delle aziende trentine in questa area geografica. Il Desk di Città del Capo opererà come Hub per tutti i mercati dell’Africa Subsahariana aiutando le imprese trentine nel loro processo di internazionalizzazione. Trentino Export Soc. Coop. www.trentinoexport.it zagonel@trentinoexport.it Tel. 0461-931011 Fax. 0461-933551
DOPO
Attivi nuovi Desk internazionali
Assistenza continua in Germania, Francia e USA per facilitare l’export trentino. Desk gratuiti e collaborazioni con studi legali locali.
NICOLÒ ANDREINI, Coordinatore Mercati Esteri e Dogane, Confindustria Trento
2023 Germania, Stati Uniti d’America e Francia sono stati destinatari, rispettivamente, del 15,9%, dell’11,7% e del 9,7% dell’export trentino. Si tratta dei primi tre mercati esteri che tradizionalmente assorbono i prodotti trentini.
Nell’attività di esportazione, come noto, le imprese sono chiamate a gestire numerosi adempimenti legali, fiscali e, per quanto riguarda di USA, anche doganali. Per supportare concretamente le aziende, l’Associazione ha attivato una serie di collaborazioni con primari Studi legali, fiscali e doganali, italiani e direttamente presenti in loco nei tre Paesi, che coinvolge regolarmente a vantaggio delle associate, organizzando Desk di prima consulenza individuale e gratuita.
I più recenti momenti di confronto si sono svolti con il Desk Francia, il 9 maggio, e con il Desk Germania, il 4 giugno 2024. Le imprese che hanno richiesto incontri, si sono potuti confrontare, rispettivamente, con l’avv.
Agnese Ghersi , iscritta ai Fori di Parigi e di Trieste e con l’avv.
Nina Hosemann, iscritta al Foro di Monaco, entrambe specializzate in materia civile, commerciale e giuslavorista, nei due
Paesi. Le competenze dei due professionisti citati integrano i servizi che l’Associazione fornisce con i propri esperti interni. Molti sono gli argomenti possibile oggetto delle consulenze fornite nei Desk.
Relativamente a diritto commerciale, distribuzione e contrattualistica internazionale: negoziazione, redazione, esecuzione e cessazione di contratti di distribuzione, di fornitura, di franchising, di agenzia, contratti informatici, condizioni di vendita; questioni di diritto internazionale e dell’Unione europea (legge applicabile, competenza giurisdizionale); rottura di relazioni commerciali; azioni di recupero crediti. Poi, l’insediamento di imprese trentine sul territorio francese o tedesco, attraverso uffici di rappresentanza, filiali, succursali e relative valutazioni sulla presenza di stabili organizzazioni all’estero.
Ancora, relativamente al diritto del lavoro e relazioni industriali in Francia e Germania: organizzazione e gestione del distacco di lavoratori; assunzione di dipendenti da parte di un’azienda italiana; negoziazione e redazione di contratti di lavoro; esecuzione e cessazione di contratti di lavoro; aspetti di sicurezza sul lavoro; licenziamenti collettivi; infortuni sul lavoro e malattie professionali; ristrutturazioni e riorganizzazioni di aziende.
Infine, obblighi di dichiarazioni IVA: cessioni con istallazione, lavori immobiliari, vendite con effetto transattivo differito e operazioni triangolari.
Il prossimo Desk sarà organizzato in autunno 2024 sugli USA.
Per informazioni:
Mercati Esteri e Dogane, Confindustria Trento
Nicolò Andreini
estero@confindustria.tn.it
0461360007
NEL
di
In Trentino undici stelle al merito
In occasione della tradizionale giornata del 1° maggio, a Bolzano, l’omaggio ai lavoratori che si sono distinti per particolari requisiti morali, professionali, culturali, di perizia e laboriosità.
Daniele Carrera
Entra nel 1992 nella Luxottica di Agordo quale operaio acquisendo competenze via via più complesse nella lavorazione degli occhiali. Forte delle competenze acquisite e della ingegnosità e perizia dimostrate segue gli aspetti commerciali con la qualifica di impiegato assumendo compiti di crescente responsabilità che lo portano all’inquadramento a Quadro Super. Degna di menzione è il suo impegno nell’iniziativa umanitaria e di volontariato promossa dalla Fondazione Aziendale Ong Sight in Nicaragua.
Roberto Curzel
Dopo varie esperienze lavorative in aziende trentine viene assunto nell’aprile del 1983 dalla Famiglia Cooperativa Alta Valsugana di Caldonazzo con mansioni di impiegato con funzioni di responsabile acquisti e vendita del reparto biologico, del quale è stato il promotore, dando un notevole impulso alla vendita di questo comparto.
Franca Devigili
Ha iniziato a lavorare a luglio del 1976. Dopo esperienze in diverse aziende trentine viene assunta, nell’aprile del 2000, con la qualifica di impiegata di 2° livello dall’Associazione Artigiani della Provincia di Trento occupandosi della consulenza alle aziende artigiane associate, dimostrando attaccamento al lavoro, perizia e doti di disponibilità collaborativa a favore dei colleghi. In pensione dal gennaio 2021.
Luciano Enderle
Assunto dalla Federazione trentina della Cooperazione nl 1984 quale impiegato di 1° livello, ha concluso il proprio rapporto di lavoro dopo ave conseguito le promozioni a quadro, quadro Super e Funzionario di terza, espletando incarichi di crescente responsabilità nel settore delle Cooperative di consumo, dedicandosi pure all’attività di formazione del personale neo assunto. È in pensione dal luglio 2021.
Mauro Fronza
È entrato nell’Azienda Gino Tovazzi Srl di Lavis nel 1996 come magazziniere dando il suo valido contributo nell’ambito della logistica del magazzino, collaborando alla riorganizzazione e ristrutturazione degli stessi nonché istruendo e formando i colleghi di lavoro.
Daniele Carrera
Roberto Curzel
Franca Devigili
Luciano Enderle
Mauro Fronza
Alberto Ioris
Dipendente fin dal novembre 1963 nell’azienda Agricola Sorelle Tabarelli de Fatis di Terre d’Adige, inizialmente come salariato agricolo ha via via assunto ruoli di responsabile e capo degli operai nonché punto di riferimento della proprietà. In pensione dal 1992, ma sovraintende tuttora, con incarichi a tempo determinato, alle operazioni particolari di potatura e di innesti.
Daniele Ochner
Dal 1988 lavora per la Uri Spa di Lavis divenendo responsabile della divisione trattamento acque. Si occupa anche della progettazione degli impianti di depurazione, dimostrando competenza. Dimostra una forte capacità nella formazione di dipendenti delle aziende che operano negli impianti di depurazione.
Giorgio Rippa
Ha lavorato dal giugno 1986 al 30 settembre 2009 presso l’Enel Spa per poi passare dall’ottobre 2009 alla Set Distribuzione Spa di Rovereto con qualifica di quadro S, dove tutt’ora lavora con competenza e perizia.
Giuliano Tomasi
Entra nel 1988 alla Ditta Grisenti Dario divenendo capocantiere con mansioni di coordinamento degli operai e delle varie fasi di lavoro. Nel 2001 viene promosso impiegato tecnico svolgendo un ruolo di consulenza nella predisposizione di varianti ai progetti con competenza e preparazione tecnica, trasmessa ai colleghi di nuova nomina. Ha collaborato alla realizzazione di impianti di opere di particolare rilevanza. È in pensione dal giugno del 2021.
Valentina Venturini
Dal 1992 si occupa della vendita dei servizi di Poste Italiane Spa alle Aziende private della Provincia di Trento e in piccola parte di quelle di Bolzano, dimostrando notevoli capacità professionali e creando un clima di fiducia tra Poste e il cliente. Competenza e professionalità che ha trasmesso correttamente anche ai colleghi di lavoro.
Daria Zambiasi
Assunta nel 1992 in Edilia Srl di Ton, come apprendista, è arrivata all’apice della carriera impiegatizia, divenendo responsabile IT e risorse umane, ruolo mantenuto anche con la cessione della Edilia alla Bauexpert Spa di Brunico con unità in Trento. Ha seguito i processi di informatizzazione del magazzino, di sicurezza sul lavoro, ha istruito i giovani colleghi da adibire a front office ed è divenuta figura di riferimento per la direzione aziendale e per i colleghi e per la clientela.
Alberto Ioris
Daniele Ochner
Giorgio Rippa
Giuliano Tomasi
Valentina Venturini
Daria Zambiasi
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