OTTOBRE | NOVEMBRE 2019
| Contiene I.R.
ANNO 60 | N°05
L’impresa della responsabilità La marcia sostenibile dell’industria trentina
Speciale Per un passo avanti del sistema legno
Aziende Nuove ricorrenze per le aziende associate
Education Festeggiati i dieci anni di Tu Sei
CLOSER TO YOU Mettiamo in contatto le persone con la salute, riducendo la distanza tra le strutture sanitarie e gli utenti. Tecnologie innovative ed efficienza organizzativa che rispondono alle esigenze di trasformazione del mercato e ai bisogni dei cittadini.
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sommario
03
editoriale 7
“L’impresa della responsabilità”
associazione
il punto 9
copertina 10
45
Crescita e Finanza alternativa: un matrimonio inevitabile
47
A Trento Università e Confindustria sono alleate
49
Confindustria Trento punta sulla formazione manageriale
50
Fondimpresa festeggia i 15 anni
Fare squadra, oggi più che mai
Un report per misurare la responsabilità
speciale rubriche
innovazione
14
Per un passo avanti del sistema legno
17
Dalla pianta ai mercati internazionali
10 copertina
20
Quando il design armonizza stile e identità
14 speciale
23
Verso un 2020 nel segno del dragone
26 aziende 45 associazione 51 innovazione 52 education 54 internazionalizzazione 57 economia
51
Digitalizzare per rimanere competitivi
education 52
aziende
“Tu sei” tra passato e futuro
internazionalizzazione
26
Nuove strategie per il futuro
28
Soluzioni “Hypertec” per innovare i processi
31
La “logica di Marco Polo”
33
Cento anni da protagonisti
36
Le scelte etiche di un’ottuagenaria
39
Villa de Varda a quota 170
57
Un’annata da 5 stelle
42
Traguardi luminosi per Vetri Speciali
63
Frena l’economia anche in Trentino
54
UE- Giappone: opportunità per il Food & Beverage
55
Russia, Russia e ancora Russia!
economia
TRENTINOINDUSTRIALE.COM | OTT-NOV 2019
04 TRENTINO INDUSTRIALE Anno 60 | N. 5 Ottobre - Novembre 2019
Direttore Responsabile
Stefania Segata Roberto Busato Nicolò Andreini Paolo Angheben Pierangelo Baldo Andrea Marsonet Eduard Martinelli Maria Cristina Poletto Luca Ribaga
ANNO 60 | N°05
L’impresa della responsabilità La marcia sostenibile dell’industria trentina
Speciale
Redazione
Per un passo avanti del sistema legno
Silvia Bruno
Aziende Nuove ricorrenze per le aziende associate
Education Festeggiati i dieci anni di Tu Sei
Direzione, Redazione e Amministrazione
Palazzo Stella, Via Degasperi, 77 38123 Trento T 0461 360000 | F 0461 933551 Internet: www.trentinoindustriale.com e–mail: trentino.industriale@confindustria.tn.it
illustrazione ed elaborazione: GRAFFITI
Comitato di Redazione
OTTOBRE | NOVEMBRE 2019
| Contiene I.R.
Alessandro Santini
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Saturnia | Via Caneppele, 46 | Trento 0461 822636 – 822603
invio ai professionisti trentini: ingegneri ed architetti, commercialisti e consulenti aziendali, notai ed avvocati, giornalisti...;
Editore
invio a università, istituti di ricerca, scuole e centri di formazione professionale;
Associazione degli Industriali della Provincia di Trento
articoli, servizi, firme autorevoli e interviste a personaggi di spicco;
Pubblicità
ITIS Srl | Via Degasperi, 77 | Trento | T 0461 360000 Laura Canzian | T 338 7789032 | F 0461 933551 Autorizzazione del Tribunale di Trento N. 71 del 10 febbraio 1990
presentazione di aziende, loro attività e prodotti ad una vasta e competente platea di lettori; autorevolezza di una voce “targata” Confindustria.
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Le tesi espresse nelle rubriche e negli articoli firmati impegnano soltanto l’autore e non rispecchiano quindi necessariamente le opinioni della rivista.
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Laura Canzian canzian@trentinoindustriale.com T. 338 7789032 | F 0461 933551 I prezzi indicati vanno maggiorati di IVA. L’editore si riserva di valutare di volta in volta la compatibilità con la rivista dei messaggi pubblicati proposti.
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editoriale
07
“L’impresa della responsabilità” Vale la pena di spendere qualche parola in più sul titolo di questo numero di Trentino Industriale, che abbiamo mutuato a sua volta dal titolo scelto per l’Assemblea di fine ottobre della nostra Associazione. Si dice “L’impresa della responsabilità” per connotare l’industria che vogliamo essere. Ma si dice “L’impresa della responsabilità” anche per spiegare che esserlo non è cosa da poco. Per un imprenditore che ogni giorno coglie la sfida dei mercati per far crescere - quando non per preservare - la propria azienda, e con essa i suoi collaboratori, la responsabilità diventa un’impresa nell’impresa. Questo è il senso del titolo dato a questa occasione: uno slogan, certo, che vuole andare ben oltre i proclami. Lo abbiamo scelto per esprimere quello che nelle pagine del Report di Sostenibilità che diamo per la prima volta alle stampe raccontiamo con puntualità e concretezza, parlando della nostra Associazione, ma soprattutto di noi, imprenditori trentini associati a Confindustria Trento. Noi imprenditori che, a vario titolo e in modi differenti, non ci accontentiamo di fare bene, ma cerchiamo di fare anche “del bene”. Impegnandoci a fare crescere le nostre imprese, valorizzando le persone, le competenze, la presenza nei territori e l’attenzione all’ambiente. Abbiamo voluto misurare questa attitudine, innata ma non scontata, adottando lo strumento del “Rapporto di sostenibilità”, per raccontare come interpretiamo la responsabilità sociale d’impresa e dare conto di un impegno che ha concrete ricadute sulla nostra comunità. Sono 25, in questa prima edizione del Report, i testimoni chiamati a rappresentare le loro esperienze di Responsabilità Sociale di Impresa verso la comunità, l’ambiente e l’economia. Ma è solo il primo passo, perché sono tanti, tantissimi, i momenti e i campioni di questo approccio. E noi continueremo a dar loro voce. Fausto Manzana Presidente di Confindustria Trento
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il punto
09
Fare squadra, oggi più che mai Più o meno un anno fa, la tempesta Vaia squassò le nostre valli e le nostre montagne. Il sistema trentino dimostrò anche in quella occasione di sapere fare fronte all’emergenza: la macchina del pubblico si mosse con il consueto tempismo e trovò nei soggetti privati un alleato prezioso. Ciascuno fece la propria parte, e quella vicenda, a dispetto della cicatrice che ancora portiamo, fu per tutti noi l’occasione per interpretare lo spirito di unità e di solidarietà per il quale il Trentino e i trentini sono conosciuti anche altrove. Credo che il modo migliore per onorare il primo anniversario di quei fatti sia perseverare sulla strada di quel sentimento, che dovrebbe guidarci anche nella gestione dell’ordinario. Dice bene il presidente della nostra Sezione Legno Giulio Deflorian, e cito il caso specifico perché a quel settore destiniamo, anche in ragione della ricorrenza, la rubrica speciale di questo giornale: possiamo solo immaginare, per l’ecosistema locale, le straordinarie ricadute di una regia unitaria per la filiera del legno trentino, a partire dai boschi. Ad altri, più lieti anniversari, è dedicato il cuore di questa pubblicazione: quelli di un folto gruppo di aziende di cui parliamo in una sorta di secondo tempo della precedente edizione, già ricca di autorevoli ricorrenze. Raccontiamo qui dei 170 anni di Villa de Varda, dei cento anni di Zobele, degli ottant’anni di Autotrasporti Pedot, dei venticinque anni di Vetri Speciali, che abbiamo omaggiato con gioia in queste settimane. Proprio mentre questo numero va in stampa, ci apprestiamo inoltre a festeggiare le imprese di altri Associati: dai quarant'anni di Laboratorio Trentino ai trentacinque di Edizioni Erickson. In questi mesi abbiamo celebrato anche il primo decennale di un progetto che alla nostra Associazione sta particolarmente a cuore: Tu Sei. Una cornice imprescindibile per tutte le iniziative di dialogo tra il mondo della scuola e dell’impresa promosse sul territorio dal 2008 a oggi. Altrettanto ricco è il panorama di occasioni di collaborazione tra la nostra Associazione, le Associate e l’Ateneo trentino: ne diamo parimenti conto in queste pagine. Sono, questi, progetti di successo, che ci ricordano le potenzialità del confronto, della relazione e della collaborazione tra stakeholder. Oggi, più che mai, è importante fare squadra. Roberto Busato Direttore Generale di Confindustria Trento
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10
copertina
copertina
Un report per misurare la responsabilità Confindustria Trento si è interrogata sul tema della Responsabilità Sociale d’Impresa e ha elaborato il primo documento dedicato alla sostenibilità – economica, ambientale, sociale – dell’industria trentina.
NEI MESI
scorsi, Confindustria Trento ha realizzato il “Report di sostenibilità 2019”: il primo documento dedicato alla sostenibilità dell’industria trentina, declinata nelle sue diverse componenti: in primo luogo quelle ambientale, economica, sociale. Il lavoro – basato sugli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite – racconta l’impegno dell’industria trentina nella generazione di valore e valori per la comunità, attraverso il contributo che essa garantisce in termini di posti di lavoro, prodotto interno lordo, investimenti, opportunità di crescita professionale, ma anche grazie alla presenza quotidiana nella dimensione sociale dei territori in cui le aziende sono insediate. Emerge, nel documento, il quadro generale di un’attitudine marcata, e tanto più spiccata in un territorio come quello trentino, caratterizzato da piccole comunità situate per lo più in ambienti montani, con una forte connotazione identitaria, che si distinguono per una grande adesione della popolazione alle attività di volontariato e solidarietà. Temi come l’economia circolare e la sostenibilità sono diventati estremamente attuali, anche gra-
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zie ai movimenti e alle iniziative che si stanno sviluppando a livello globale, in primis per combattere il cambiamento climatico. Ma anche obiettivi come l’inclusione sociale e la lotta alla povertà, per citarne solo due, sono al centro del dibattitto e delle politiche economiche di molti Paesi. A questi temi, il sistema produttivo sta dedicando sempre maggiore attenzione. È lo stesso Rapporto Istat 2019, del resto, che certifica che esiste un “premio di sostenibilità”: a parità di condizioni, al crescere dell’attenzione delle imprese alla sostenibilità ambientale e sociale, cresce la produttività del lavoro. Finalità e struttura del report Questo primo documento dedicato alla sostenibilità, realizzato da Confindustria Trento con il supporto di Trentino Green Network, si prefigge di esplorare quali sono le dimensioni cui presta attenzione il tessuto imprenditoriale costituito dalle associate e alcuni stakeholder. Dopo un preliminare inquadramento delle priorità tematiche attorno ai concetti di sostenibilità - che pone lo sguardo sulle tematiche di sostenibilità rilevanti a livello “interno” ed “esterno”, ossia quelle di interesse per l’organizzazione e per gli stakeholder - si è proceduto a mettere in evidenza tre livelli di riflessione, ognuno dei quali è trattato nei tre capitoli che costituiscono il documento. Primo Livello Il primo livello è l ’attenzione posta dalla nuova Presidenza, rappresentata da Fausto Manzana e dal Consiglio di Presidenza, nei confronti delle sfide locali e globali , ben delineate nel Programma di Attività 2019-2022 di Confindustria Trento e raccordate con alcuni dei 17 Sustainable Development Goals individuati dall’ONU nell’Agenda 2030, enunciati a livello nazionale anche nel Manifesto di Confindustria per la Responsabilità Sociale per l’Industria 4.0. L’individuazione delle tematiche rilevanti, sottolineate nel
11 copertina
programma di lavoro per i prossimi quattro anni di Presidenza, è una prospettiva di valore e di impegno, messa a disposizione di tutte le associate, le quali a loro volta potranno rafforzare, migliorare e mettere in atto la responsabilità nei confronti della sostenibilità economica, sociale e ambientale del tessuto socio-economico trentino. Secondo Livello Il secondo livello di approfondimento, corrispondente al secondo capitolo, è rappresentato da quanto viene promosso, proposto e raggiunto, con attenzione a dinamiche territoriali, sfide nazionali e internazionali, attraverso i servizi di Confindustria Trento per le associate. Esso offre uno sguardo sulla composizione del tessuto imprenditoriale provinciale, sui risultati e
sulle ricadute avute in termini di servizi erogati, persone raggiunte, progetti avviati e iniziative promosse. Terzo Livello Nel terzo capitolo, sfide globali e attività di Confindustria Trento si fondono con alcune voci dei protagonisti del tessuto imprenditoriale trentino, che con la loro testimonianza interpretano il valore sociale d’impresa. Sono 25 gli stakeholder incontrati che rappresentano esperienze di Responsabilità Sociale di Impresa per le persone, l’ambiente e l’economia. L’ampiezza delle testimonianze, dettate da esperienze, dimensioni, territori, settori merceologici diversi, rispecchiano per analogia quella ricchezza rappresentata dalla biodiversità naturale altamente riconoscibile e riconosciuta
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12 copertina
al territorio trentino. Storie di imprenditori, imprese e valori insediatisi a diverse latitudini, racchiusi in orizzonti e linee di confine, catene montuose e valli, DNA di un territorio e delle sue comunità, allenate a coltivare resilienza ed eccellenze imprenditoriali: solide realtà che interpretano, con singolare e prezioso punto di vista, il valore delle persone, dell’ambiente, dell’economia trentina. Nello specifico, gli imprenditori illustrano il loro impegno per la crescita parlando di internazionalizzazione, innovazione e industria 4.0, rapporti con l'Università e i centri di ricerca, e delle iniziative sul fronte del credito, della finanza d'impresa, dell'innovazione organizzativa. Ancora, raccontano la presenza nei territori e l'attenzione all'ambiente, riflettendo sul legame con la comunità, sul territorio come contesto favorevole alla crescita dell'impresa, sulla gestione delle risorse naturali, sul significato del fare impresa nelle aree montane, sulla gestione del fattore energia, sui temi dell'economia circolare, delle infrastrutture e della mobilità. L'attenzione alle persone e alle competenze è invece declinata attraverso alcune testimonianze raccolte per valorizzare in particolare l'impegno per l'impresa solidale, capitale umano, giovani e formazione, la formazione continua, la sicurezza sul lavoro, la conciliazione famiglia-lavoro, il welfare aziendale, il lavoro dei Giovani Imprenditori.
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speciale
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Per un passo avanti del sistema legno Intervista a GIULIO DELFORIAN, presidente della Sezione Legno di Confindustria Trento e titolare del Mobilificio Deflorian Iginio. di SILVIA BRUNO
PRIME
lavorazioni, imballaggi, arredi… si I nostri associati occupano tutti i segmenti della chiama Sezione legno in nome della sua ma- filiera, dalle prime lavorazioni, in primo luogo teria prima, ma riunisce imprese dalla voca- la segagione, alle lavorazioni raffinate: arredi, zione e dall’impronta più disparate. serramenti, tavole armoniche, tetti, pavimenti, È così da sempre, come accade peraltro per al- pallet... tre sezioni. Ed è, questa, una caratteristica che ha arricchito, negli anni, il dibattito e lo scambio Nell’ultimo anno, l’attività della sezione è stadi buone pratiche. In tempi recenti, inoltre, al- ta profondamente condizionata dalle consecuni importanti, nuovi ingressi hanno reso an- guenze della tempesta Vaia. cora più vario, e più prezioso, il panorama delle Dal mese di novembre dello scorso anno, Conaziende che rappresentiamo, che sono estrema- findustria Trento è stata impegnata, al fianco mente eterogenee per dimensioni e per attività. delle istituzioni e delle categorie, nella rappresentanza degli interessi degli imprenditori associati di fronte all’emergenza connessa agli schianti boschivi dovuti agli eccezionali eventi meteorologici di fine ottobre. Nel piano d’azione per la gestione degli interventi, la Provincia ha recepito quanto anche da noi richiesto in materia di deroghe e poteri speciali agli enti. La Giunta provinciale ha stabilito i criteri e le modalità di concessione dei contributi per i danni subiti in occasione dell’emergenza e l’Associazione ha offerto assistenza alle imprese per eventuali segnalazioni. Ci tengo però a sottolineare anche che i nostri imprenditori, per la loro stessa natura, hanno trovato in molti casi soluzioni individuali originali e di successo per rilanciare la produzione in questo momento difficile. Nella gestione del post calamità si è ricordato quanto sarebbe opportuno che i soggetti della filiera operassero d’intesa e sulla scorta di una regia comune e condivisa. A seguito della tempesta, in qualche occasione e da più parti, è emersa la volontà di ravvivare l’alleanza tra gli attori della filiera foresta legno.
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15 speciale
Si è condivisa in particolare l’ipotesi di costruire un nuovo tavolo di lavoro tra gli operatori, ma non mi risulta che la proposta abbia poi avuto seguito. Del resto, questo è quel che accade anche alle migliori intenzioni quando il bisogno è dettato dall’emotività del momento. Passata l’emergenza, il quotidiano ha il sopravvento. Ma il problema del nostro sistema non è solo Vaia: il problema del nostro sistema è che non dialoga come dovrebbe e come potrebbe, per trovare soluzioni che siano di beneficio al pubblico e al privato, nell’ordinario e nell’extra-ordinario. Dovremmo, tutti, fare un piccolo passo indietro, per fare un enorme passo avanti collettivo. Si aprirebbero scenari radiosi. Ma siamo ancora in tempo… Questo numero di Trentino Industriale dà risalto al tema della responsabilità d’impresa, al quale l’Associazione ha dedicato un ampio report. Sul fronte ambientale, le aziende del Legno dimostrano – e non è un caso – una sensibilità particolare. Il documento realizzato da Confindustria Trento valorizza alcuni casi particolarmente virtuosi, ben rappresentativi di un approccio che è diffuso anche tra le altre associate. Leggerete di imprese che hanno saputo interpretare il concetto di economia circolare, con straordinarie ricadute sul territorio e sul proprio business. E di aziende che hanno ristrutturato i loro stabilimenti perché fossero efficienti termicamente, adottando le migliori tecnologie rinnovabili. In generale, di imprenditori che usano il medesimo senso di responsabilità nei confronti dei propri conti, dei propri dipendenti, della comunità e del territorio che abitano.
LA SEZIONE IN SINTESI LA SEZIONE LEGNO DI CONFINDUSTRIA TRENTO
I NUMERI DELLA SEZIONE
21
521
Aziende
Dipendenti
DIMENSIONE
90%
Piccole imprese <50 dipendenti
10%
Medie imprese <100 dipendenti
PROPRIETÀ
95%
5%
Locale
Nazionale
INTERSCAMBIO COMMERCIALE IN PROVINCIA DI TRENTO PER I PRODOTTI IN LEGNO (VAR. % 2018/2017):
+5% Export
+20% Import
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17 speciale
Dalla pianta ai mercati internazionali In meno di quarant’anni di attività, Sartorilegno è divenuta punto di riferimento nel panorama nazionale. E modello di economia circolare, con grandi benefici per tutto il territorio.
È IL 1981
e Luigi Sartori ha poco più di vent’anni quando, terminato il servizio di leva, compra per 2 milioni e mezzo di lire una sega a nastro, si insedia nelle cantine della vecchia casa rurale del padre, a Fondo, e inizia a lavorare il legno. Non ha nulla alle spalle, ma ha capacità, passione, volontà, impegno, spirito imprenditoriale. “E un po’ di fortuna – dice lui, raccontando la storia della sua Sartorilegno –: quella che occorre quando fai un grosso investimento e non ti resta che sperare di averci visto giusto”. Ci prova, per la prima volta, nel 1984, quando compera “per 240 milioni di lire, un sacco di soldi”, una piccola segheria a Ronzone. Quella decisione imprime alla storia della sua impresa una svolta importante: “Anni dopo, quando a Fondo
venne approntata la zona artigianale, acquistai per primo un ettaro di terreno per costruirci un capannone di 4mila mq: dieci volte più grande dello spazio che avevo a Ronzone. I risultati arrivavano, e noi continuavamo a ingrandirci: ampliandoci nei terreni limitrofi, arrivando a una superficie totale di 30mila mq, ingrandendo lo stabilimento, installando un altro impianto segheria e nuove linee per la chiodatura”. Fino alla saturazione: nel 2014, Sartorilegno apre un secondo stabilimento a Mezzolombardo, che per la sua collocazione garantisce un agio molto maggiore nella gestione della logistica, assicurando risparmi che influiscono, anch’essi, sul buon andamento del fatturato. “Abbiamo capito – continua il titolare – che per affrontare il mercato nel modo giusto avremmo dovuto occuparci del ciclo completo di trasformazione del prodotto, dal tronco al pallet. Selezioniamo la materia prima quando ancora è un albero e seguiamo tutte le fasi della produzione fino alla consegna, che gestiamo con mezzi di proprietà e con la collaborazione di un team di autotrasportatori esterni. Questo tipo di approccio ci consente di avere un controllo completo sul legno che utilizziamo, e di dare ai pallet tutte le caratteristiche che il cliente ci richiede. In questo modo siamo riusciti a diventare una fra le aziende di riferimento del settore a livello nazionale. E in effetti, la maggior parte del fatturato ci viene dalle regioni del
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18 speciale
nord Italia: in Trentino Alto Adige realizziamo poco più del 3% del totale. Insieme alle merci per le quali ce li hanno commissionati, i nostri imballaggi volano in tutto il mondo”. Oltre al ciclo produttivo c’è la circolarità: gli scarti della lavorazione – segatura, cippato, corteccia, una biomassa priva di impurità e trattamenti – sono una fonte importante di energia rinnovabile, che Sartorilegno fornisce a terzi: dalle grandi centrali di teleriscaldamento ai più piccoli impianti privati. Non solo: nel 2003, l’azienda ha costruito lei stessa una centrale di teleriscaldamento, che serve il fabbisogno energetico della produzione e tutto il paese di Fondo. Oggi, Sartorilegno dà lavoro a 55 persone: 43 sono a Fondo, 12 a Mezzolombardo. E guarda al futuro con la consapevolezza che per continuare a crescere bisogna anche continuare a reinterpre-
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tarsi: “Il pallet ha una storia vecchia… chi può dire per quanto ancora avrà vita. L’obiettivo condiviso con mio figlio, che da qualche mese è entrato in azienda portando anche nuova energia ed entusiasmo, è di diversificare e intensificare la produzione. E di sfruttare al meglio la qualità del legno trentino: troppo spesso, per un prodotto di seconda qualità com’è il pallet, tagliamo tronchi che meriterebbero di essere utilizzati per lavorazione più raffinate”. È quanto è accaduto soprattutto a seguito della tempesta Vaia, a causa dell’enorme quantità di legname di pregio schiantato. Nell’emergenza, il sistema è tornato a dibattere su un tema che meriterebbe una profonda riconsiderazione: “In Trentino, come nel resto d’Italia e in tanta parte d’Europa, si ha da sempre la tendenza a risparmiare il bosco, con la convinzione di fare così il suo bene. Ma le cose stanno diversamente: tagliare pochi alberi e a macchia di leopardo non consente al bosco di rigenerarsi, perché le piante più vecchie e più grandi soffocano la crescita delle nuove. Per rendere produttivo il bosco le piante vanno tagliate prima che siano troppo mature, perché vegetino di più e meglio. Sarebbe, questo, un approccio davvero ecologico. Con un impatto benefico anche sull’economia del sistema. Oggi, gli operatori del settore in Trentino sono costretti ad acquistare metà del legno che lavorano altrove: in Toscana, Lombardia, Austria, Slovenia…”. Un paradosso, che comporta una perdita di ricchezza e costi aggiuntivi, anche in termini ambientali. E che impedisce alla filiera di svilupparsi come invece accaduto in altri territori affini per caratteristiche orografiche e naturalistiche. I boschi, e il legno trentino, meritano di più. (sb)
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PER UN AMBIENTE SOSTENIBILE facciamo buoni raccordi
20 speciale
Quando il design armonizza stile e identità Barozzi Dimension propone dalle origini un nuovo modo di vivere la casa e di concepire gli interni, nel nome di un’unità di senso che accorda forme e colori.
IN QUALE
misura incidono il bello, il buono e il ben fatto - per usare un’espressione cara ai profeti del made in Italy - sul nostro benessere quotidiano? Moltissimo, naturalmente. Ma fino a che punto ne siamo consapevoli? Negli ultimi anni, nei consumatori vi è una maturità certo più diffusa di un tempo qualora si parli di alimentazione, food&beverage, cura della persona. Più lentamente va prendendo piede una più ampia coscienza del valore della qualità dei luoghi che abitiamo: della cucina contemporanea,
Michele Barozzi
TRENTINOINDUSTRIALE.COM | OTT-NOV 2019
del letto in cui dormiamo, del tavolo che dà appuntamento alla nostra convivialità, del salotto che raccoglie l’intimità del nostro relax. Ed è “responsabilità” delle imprese - per richiamare il tema di copertina di questo giornale - anche fare cultura della qualità: in particolare, in questo senso, della qualità degli oggetti che ci circondano e degli ambienti che abitiamo, sul fronte dei materiali, delle scelte progettuali, dell’estetica. Soprattutto se questi oggetti sono fatti di ciò che più naturale e salubre può essere impiegato per costruire: il legno. Lo sa bene Barozzi, che sull’eccellenza e la funzionalità delle sue soluzioni ha costruito in sessant’anni di vita il proprio marchio di fabbrica. E che ha inteso che la migliore forma di vendita è nella condivisione di una sensibilità che sta al limitare tra il senso del bello e il gusto personale. Fondata nel 1959 dai fratelli Barozzi con l’idea di offrire l’artigianato dell’arredo di qualità per il commerciale e per il privato, oggi l’azienda non è più “solo” un laboratorio familiare e approfondisce le esigenze di mercato della casa, gastro & shop con un autentico interesse verso la qualità, la funzionalità e l’estetica delle architetture d’interni. “Abbiamo presto inteso che non avremmo potuto competere sui grandi numeri – spiega il ceo Michele Barozzi - né questo a dire il vero ci interessava. Perciò abbiamo scelto di fare meno ma meglio, muovendoci nella nicchia delle soluzioni d’interni sartoriali, cucite addosso alla personalità del cliente e ispirate a un design raffinato, orientato all’armonia dei materiali e degli elementi”. L’unità di senso è il principio cardine del lavoro di Barozzi: “All’origine del processo c’è la scelta del materiale. Quando reinventiamo gli ambienti di uno spazio, sia esso un’abitazione, un locale destinato all’accoglienza, un esercizio commerciale, decliniamo il materiale prescelto affinché il risultato del nostro intervento sia un gioco di rimandi affatto casuale tra oggetti, forme e toni. Porte e cucine, librerie e pavimenti, gli arredi dialogano tra loro perché sono nati, tutti, dalla medesima asse”. Che viene lavorata, tagliata, verniciata, per assumere l’aspetto immaginato con il cliente: Barozzi si occupa infatti anche della fase progettuale, quando il committente non sia accompagnato da un architetto di fiducia, e segue la
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ristrutturazione dell’interno come referente unico dige, nato dal desiderio del cliente di riannodare dei vari interventi. Affidarsi alle soluzioni offerte la storia di famiglia a una nuova proiezione del dall’azienda ripaga, a dispetto delle apparenze, an- credo della viticoltura; della Casa a Palazzo reache sotto il profilo economico: “Realizzare l’intera lizzata nello storico Palazzo Testori-Candelpergher; articolazione di un interno utilizzando, con una dell’Hotel Aurai, che ripropone un punto di rifechiara visione, uno stesso materiale individuato in rimento storico sia per il turismo che per la popopartenza ottimizza la resa. Sfatiamo l’idea che il lazione locale”. bello debba avere necessariamente un costo ele- Al settore alberghiero Barozzi ha di recente destivato, o per forza più alto. Prendiamo il caso di nato un’intera business unit: di quest’anno l’acquiuna coppia che arredi un appartamento da zero e sizione di una storica azienda di Rovereto. “Oggi che debba scegliere tra un servizio chiavi in mano – conclude Barozzi – siamo un team affiatato di 15 come il nostro e l’offerta standardizzata della persone che crede fortemente nel valore della cregrande distribuzione: a parità di costi, il vantaggio scita professionale”. (sb) qualitativo non è di certo trascurabile”. E un altro, enorme, sul fronte della personalizzazione. Perché attraverso il suo lavoro Barozzi esprime anche la storia e l’identità della committenza. Il percorso narrativo emerge già nella fase di presentazione progettuale e di vendita. L’oggetto non basta più di per se stesso e il cliente vuole seguire un fil rouge che lo porti a vivere un’esperienza partecipata, appagando le sue esigenze e riconoscendosi nell’allestimento finale. Una volta conclusi, i progetti si trasformano in una nuova narrazione sul sito web dell’azienda e sui Social. “Ci siamo accorti che i nostri clienti sarebbero stati felici di condividere la narrazione del percorso fatto insieme, e dei suoi esiti. Abbiamo iniziato così uno storytelling che tiene il passo degli interventi: fra le ultime, abbiamo pubblicato le storie del 905 Wine Bar di San Michele all’A-
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Verso un 2020 nel segno del dragone Trend di crescita per Silvelox Group, che conta oggi 107 occupati e prevede una crescita del 10% nel 2019. Di queste settimane l’apertura ai mercati dell’Estremo Oriente.
SE IL
buon giorno si vede dal mattino, il destino dell’espansione internazionale di Silvelox Group e già segnato, e marcia sotto il segno del dragone. A seguito degli sviluppi di cui avevamo dato conto qualche tempo fa su questo giornale, raccontando della fusione inversa che aveva portato a trasferire in Trentino la sede legale del gruppo nato dall’acquisizione di Silvelox Europe da parte della bresciana Seip, l’impresa di Castelnuovo traccia le prospettive di un trend in crescita che poggia anche e soprattutto su una serie di importanti investimenti che riguardano la parte produttiva. “Tre – spiega Filippo Lamberti, cfo – sono gli impianti in fase di consegna e installazione. I primi due ci consentiranno di internalizzare la lavorazione delle parti metalliche di porte per garage e porte blindate. Fino a ieri compravamo telai, montanti e traverse al grezzo e li inviavamo ai fornitori per la foratura e la verniciatura. Da oggi disponiamo di un impianto di verniciatura a polvere per metalli ferrosi e a breve sarà operativo un robot automatizzato per il taglio al plasma di tubi metallici. Per un abbattimento dei costi, ma anche dei tempi di consegna, per i quali calcoliamo una riduzione pari a dieci giorni”. Il terzo inter-
Ille Prefabbricati cresce a Pieve di Bono Ille Prefabbricati potrà investire sul consolidamento della propria presenza nel condominio produttivo di Pieve di Bono. L’accordo siglato con Trentino Sviluppo mette infatti a disposizione dell’azienda, attiva dal 1960 nel settore della bioedilizia e delle case in legno, una nuova porzione di spazi adiacenti all’attuale sede. Ciò permetterà all’impresa di procedere con gli investimenti previsti, tra cui la costruzione di una palazzina uffici e spazi espositivi più grandi e confortevoli dove poter accogliere clienti e progettisti. L’operazione prevede il mantenimento di almeno 25 unità lavorative per i prossimi cinque anni e un indotto sul territorio trentino, in particolare nelle valli del Chiese, per una cifra non inferiore a 1 milione di euro l’anno. Tecnicamente l’accordo prevede che Trentino Sviluppo ceda in usufrutto per 20 anni a Ille Prefabbricati una porzione di 835 metri quadri: sull’immobile Ille apporterà ammodernamenti e specifici interventi di efficientamento. L’investimento consentirà a Ille di dotarsi di una più moderna sede, più efficiente dal punto di vista logistico che energetico ma anche sotto il profilo del marketing e dell’efficacia commerciale. Radicando l’azienda al territorio trentino, e delle Giudicarie in particolare, l’accordo prevede quindi il consolidamento degli attuali 25 posti di lavoro per i prossimi cinque anni, fino al 2024, e il mantenimento della filiera di subfornitura su scala provinciale, e nelle valli del Chiese in particolare, per un importo annuo pari a 1 milione di euro e comunque a un livello non inferiore al 10% del fatturato aziendale. Nella stessa giornata, il gruppo dei nostri imprenditori ha visitato l’azienda G.A. Operations di Inzago.
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vento riguarda il rifacimento delle linee produttive delle porte blindate, sia standard che speciali: “Si tratta del prodotto che ha il più alto potenziale di crescita. Il nostro in particolare, unico e differenziato per quanto riguarda le finiture in legno e le tecnologie di apertura, ha un potenziale enorme: abbiamo dunque deciso di aggiornare i processi di assemblaggio e test”. Per i tre impianti, Silvelox ha già realizzato un investimento di 650mila euro. “Il sogno nel cassetto – continua Lamberti – è un laboratorio certificato per le prove antieffrazione e per la resistenza agli agenti atmosferici. Non siamo così lontani dal realizzarlo: l’area è già stata predisposta”. Si prevede che l’impatto dei nuovi investimenti porti a un sensibile aumento del fatturato: “Abbiamo chiuso il 2018 superando l’importante traguar-
do dei 20 milioni di euro; per il 2019 ci attendiamo un risultato di 21, 22 milioni di euro, pari a una crescita circa del 10%. Per il 2020 l’incremento dovrebbe attestarsi tra il 15 e il 20%”. Uno sviluppo che ha forti ricadute anche sull’occupazione: “A Castelnuovo siamo già passati dai 67 dipendenti del 2018 ai 75 attuali: sommati ai dipendenti di Remedello, la nostra unità locale in provincia di Brescia, arriviamo ai 107 occupati di gruppo”. Da qualche anno, Silvelox è presente in America con due controllate estere: una in Brasile, nello Stato del Paranà, aperta nel 2016; l’altra è attiva dal 2017 negli Stati Uniti, a New York, e si occupa della compravendita di prodotti per il mercato locale. “E da quest’anno ci stiamo aprendo al mercato dell’Estremo Oriente – aggiunge Lamberti –: la scorsa settimana abbiamo chiuso un ordine in Cina di più di 300 porte destinate alle ville di un grande complesso residenziale. Il dealer ci ha già richiesto 20 campionature per i suoi showroom”. Ottimo auspici, per un’impresa che ha trovato in Trentino terreno fertile per il proprio sviluppo: “Questo territorio ci ha dato molto – conclude Lamberti – e siamo felici di potere investire, e restituire, facendo quello che sappiamo fare bene”. (sb)
Legno, musica, etica La vitalità e la caparbietà di un’impresa si esprime a vari livelli: ad esempio, nella ricerca e nello sviluppo di nuovi prodotti, nella promozione di strategie innovative per la gestione dell’ordinario e dell’extra ordinario. Un caso eclatante che bene rappresenta questo approccio è costituito da Ciresa (numero 1 in Europa, produce tavole armoniche per strumenti musicali), che nell’ultimo anno, a dispetto delle asperità del post-Vaia, è stata capace di portare a casa il brevetto del Resonance Piano, il primo strumento capace di unire il vero suono di un pianoforte da concerto e tutta la praticità di un pianoforte digitale. A proposito di Vaia: vale la pena di ricordare che Ciresa ha reagito eticamente, e anziché giocare al ribasso sul prezzo dei tronchi schiantati dal vento, ha proposto il consueto prezzo a tutti i proprietari boschivi di Fiemme, con l’obiettivo di ottenere aiuto e collaborazione per selezionare e salvare il legno della Musica. Ha dunque lanciato autonomamente un’operazione di crowdfunding “a restituzione” che ha ottenuto successo e attenzione internazionale (oltre 900 le adesioni, per il 25% provenienti dall’estero), senza accedere ad alcun finanziamento o contributo provinciale. L’obiettivo è stato centrato: Ciresa ha acquistato oltre 3500 tronchi (corrispondenti a 2mila mc) di Abete Fiemme di risonanza, tagliato e accatastato in stagionatura, occupando ben quattro piazzali (tre presi in affitto).
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Audi Q3 Sportback. L’animo urbano di Audi Q3 Sportback è pronto ad accompagnarti ovunque, in qualunque momento, grazie ai sistemi di infotainment sempre connessi, all’assetto sportivo e alle linee da vera coupé. Scoprila nel nostro Showroom e su audi.it Q3 Sportback. Consumo di carburante (l/100 km) ciclo combinato (WLTP): 5,9 - 9,1. Emissioni CO₂ (g/km) ciclo combinato: (WLTP) 154 - 206; (NEDC) 124 - 174.
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Nuove strategie per il futuro La crescita di Eurotexfilati è il frutto di una riorganizzazione che sta interessando tutto il Gruppo, dalla governance ai mercati, dagli stabilimenti aziendali ai processi produttivi. di ALESSANDRO DE BERTOLINI
IL GRUPPO
Eurotexfilati, leader internazionale nella produzione e distribuzione di filati tessili ad alto contenuto tecnologico, chiuderà il 2019 con 16,7 milioni di fatturato. Erano 11,5 nel 2017 e, stando alle previsioni, saranno 19,5 nel 2020. In poco
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più di tre anni l’azienda trentina, grazie anche alle sue controllate estere, avrà quasi raddoppiato il fatturato. La crescita è lo specchio di una articolata fase di riorganizzazione aziendale avviata nel 2015 da Walter Perini, figlio di uno dei due soci che nel 1992 fondarono l’attività in Trentino nel Basso Sarca. La riorganizzazione sta interessando tutto il Gruppo Eurotexfilati, dalla governance ai mercati, dagli stabilimenti aziendali a processi produttivi. Per accelerare in modo sostenibile questa progressione l’azienda può contare su un’iniezione di liquidità e di fiducia dovuta all’ingresso del nuovo ceo Gianluca Zanivan e al minibond da 1,2 milioni emesso nell’ambito dell’operazione Trentino Minibond, basket bond lanciato da Confindustria Trento e sviluppato in partnership con la Finanziaria Internazionale Investment SGR. L’azienda, infatti, era tra le nove realtà trentine selezionate. “Anche grazie a questo – spiega Zanivan – stiamo lavorando in questi mesi sulla definizione di alcune opzioni strategiche di sviluppo attraverso uno studio profondo del mercato e dei competitors. Sulla base di queste analisi e delle relative decisioni di posizionamento saremo in grado entro l’anno di rilasciare il Business Plan per il gruppo per il prossimo quadriennio”. Il Gruppo Eurotexfilati opera attualmente sui mercati di quasi tutti i continenti. “Realizziamo l’80% del fatturo all’estero anche grazie alla controllata russa EurotexFilati OOO e a quella turca Eurotexfilati Middle est, che sono in forte crescita e che supporteranno il piano di sviluppo in maniera importante”, afferma Walter Perini. “Operiamo su due distinte linee di ricavo”, continuano Zanivan e Perini: “Quella storica del trading di prodotti tessili, che genera circa il 65% del
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fatturato, e quella della produzione di semilavorati per il mondo delle corde, introdotta di recente”. Su un totale di circa 200 clienti, 44 sono italiani mentre gli altri sono stranieri. “Ci rivolgiamo a fornitori di produzione di 21 Paesi differenti”, sottolinea Perini. “Siamo quindi perfettamente integrati nel mercato globale sia per quanto riguarda l’approvvigionamento sia per quanto riguarda le vendite”, sottolinea Perini. L’organico del gruppo è la fotografia di tutto questo. “Il nostro team – prosegue Zanivan – è molto giovane, età media 39 anni. Parliamo 9 lingue (inglese, tedesco, francese, spagnolo, cinese, russo, ucraino, arabo, hindi). Tra di noi ci sono collaboratori di 8 nazionalità diverse ai quali a breve affiancheremo nuovi collaboratori con percorsi professionali in aziende di livello internazionale”. Sono 44 le persone presenti in azienda: 26 lavorano nello stabilimento trentino, 14 nello stabilimento in Serbia (attraverso un terzista) e 4 presso le altre due sedi in Russia e in Turchia. Complessivamente il team di Eurotexfilati è impegnato su 7mila metri quadrati di magazzini e siti produttivi con 25 impianti. La sede di Dro, dove è concentrata la parte più complessa della produzione, è sempre stata e rimane il cuore pulsante dell’azienda. Nell’ambito della riorganizzazione aziendale in atto Dro acquisirà ulteriore importanza. “Stiamo ridefinendo la politica industriale – spiega Zanivan – per trasferire più contenuti e maggior valore aggiunto presso la sede trentina, con nuovi investimenti previsti sin dal 2019. Questo si riflette anche sul nostro personale, che, in Trentino, aumenterà in totale di 10 unità nel corso del 2019. Al termine di questa fase, un percorso già in itinere, la produzione in Serbia giocherà un ruolo importante sui volumi grazie al supporto di un nostro terzista di fiducia, ma per prodotti a minor valore aggiunto”. Un piano strutturato quindi, che mira a riposizionare Eurotexfilati sui mercati internazionali individuando, da un lato, nuove strategie per il futuro e mantenendo, dall’altro, una forte centralità della sede trentina.
La Sezione Sistema Moda incontra Confindustria Moda nazionale Si è tenuto a Milano lo scorso 8 ottobre l’incontro della Sezione Sistema Moda della nostra associazione con i vertici nazionali del settore. La delegazione trentina, guidata dal presidente Giuseppe Gaspari e dal direttore generale Roberto Busato, è stata ricevuta dal presidente di Confindustria Moda Claudio Marenzi e dal direttore generale Gianfranco Di Natale. È stata un’occasione molto proficua per conoscere più da vicino Confindustria Moda: la nuova Federazione, nata nel marzo 2017, di cui Claudio Marenzi, titolare di Herno, è il primo presidente. Confindustria Moda raggruppa le imprese di sette associazioni del settore tessile, moda e accessorio. La Federazione rappresenta oggi 66mila imprese del Made in Italy, che danno lavoro ad oltre 580mila lavoratori e generano un fatturato di 95,5 miliardi di euro in quello che è diventato il secondo settore manifatturiero del nostro Paese. Sostenibilità e Tracciabilità sono i due temi cruciali su cui Confindustria Moda sta impegnandosi molto, attraverso il dialogo fra i vari livelli e nei diversi settori lungo tutta la filiera della nuova Federazione. Nella stessa giornata, il gruppo dei nostri imprenditori ha visitato l’azienda G.A. Operations di Inzago.
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Soluzioni “Hypertec” per innovare i processi Storia e servizi di un’impresa che affianca le aziende nell’adozione delle giuste strategie per creare e ottenere valore aggiunto. Anche grazie alla Hyperméc Academy.
NEL 2014,
quando l’azienda diventava pienamente operativa, erano un team di 35 persone, di cui tre impegnate nell’attuale sede di Rovereto, in via Zeni, presso il Polo della Meccatronica. Oggi, Hypertec Solution conta 149 collaboratori distribuiti su cinque sedi: il quartier generale di Rovereto più quattro sedi operative, a Ozzano dell’Emilia (Bologna), a Bertinoro (Forlì-Cesena), a Mestre (Venezia) e a Occhiobello (Rovigo). “Offriamo un servizio di consulenza nella progettazione di macchinari industriali e soluzioni innovative nei processi produttivi – spiega il presidente del consiglio di amministrazione Edoardo Borghini – proponendoci come partner per le aziende che si rivolgono a noi. Vogliamo capire come pensa il cliente e quali sono le sue priorità, ci confrontiamo con lui parlando la sua lingua. Mettiamo al centro la parola servizio, che per noi significa individuare assieme le strategie per creare valore aggiunto e per ottenerlo. Siamo molto specializzati in campi differenti, dalla meccanica alla meccatronica all’au-
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tomotive, macchine automatiche, macchine utensili e oil&gas. Ma, a una forte verticalizzazione, uniamo la capacità di essere trasversali grazie alla nostra esperienza e alla nostra lunga storia. Questo ci contraddistingue. Creiamo concretamente valore aggiunto e facciamo innovazione mettendo a sistema competenze molto specialistiche di ambiti ingegneristici e meccanici diversi”. L’azienda è molto giovane, ma la “lunga storia” a cui fa riferimento Borghini parte da lontano. Hypertec Solution nasceva nel 2011 dall’unione delle conoscenze e delle competenze di un gruppo di imprenditori che operava sul territorio nazionale in vari campi della progettazione meccanica industriale. Gli imprenditori provenivano da 5 realtà diverse. Integrando risorse, strumenti e know how in un’unica struttura ingegneristica cominciò l’avventura di Hypertec. Si rivolgono ad Hypertec Solution industrie italiane da tutte le regioni con una buona parte di clienti trentini. Aziende di piccole, medie e grandi dimen-
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sioni. Tra queste anche imprese straniere, ma prevalentemente con sede in Italia. “Privilegiamo legami di lunga durata”, dice Borghini. “È fondamentale costruire un rapporto di fiducia per ottenere i migliori risultati. Ma serve tempo per convincere qualcuno a fidarsi completamente di te”. Un’impostazione di metodo, questa, che è anche alla base di Hyperméc Academy: esempio virtuoso targato Hypertec Solution di formazione “on the job” in azienda. Attraverso Hyperméc Academy, un progetto nato un anno fa, Hypertec ha creato un punto di contatto tra domanda e offerta nel mercato di lavoro delle industrie meccaniche e meccatroniche. “Hyperméc Academy – prosegue Borghini – si pone l’obiettivo di individuare il portafoglio delle competenze richieste dalle imprese e sperimentare metodi e programmi di apprendimento innovativi, basati su percorsi formativi da attuarsi direttamente in azienda. Il partenariato tra enti territoriali e aziende del territorio sempre più ampio e diversificato, l’apertura alla collaborazione e al networking sono il tratto distintivo del progetto e ne costituiscono il forte valore aggiunto. Offriamo preparazione in merito ai settori: Automotive & Motosport, Automatic Machineries & Automation, Machine Tools, Oil & Gas, Drilling & Soil Machinery, Avio & Aerospace. A fronte di una forte necessità e di una mancata reperibilità mediante i canali tradizionali di personale altamente specializzato, Hypertec Solution si attiva
per analisi di ricerca e fattibilità formativa di ingegneri qualificati. Una volta individuato il candidato ideale, si attende il feedback da parte dell’azienda, prima di procedere con l’inserimento dello stesso all’interno del percorso formativo a lui interamente dedicato. La figura, prima di essere presentata all’azienda, dovrà rispondere a precise caratteristiche, ottemperando così ai requisiti propri del profilo richiesto. La formazione ‘Premium’ è un percorso specifico. Definito ‘verticale’, è dedicato alle aziende che necessitano in tempi brevi di profili altamente tecnologici formati in ambito ingegneristico meccanico, meccatronico e dell’automazione. Una volta trovata la risorsa, si procede con l’avviamento di un percorso dedicato secondo le caratteristiche richieste dall’azienda che ne ha dato mandato. Negli ultimi mesi abbiamo così formato diversi ragazzi. Sono percorsi formativi altamente qualificati. Non badiamo alla quantità ma alla qualità. Ci ha supportato in questo progetto Trentino Sviluppo, che mette a disposizione spazi e servizi di logistica presso il Polo della Meccatronica a Rovereto”. Hyperméc Academy, un vero e proprio caso di eccellenza, qualcosa di più di una semplice “best practice”, è un po’ il riverbero dell’anima aziendale di Hypertec Solution. Rappresenta il modo di essere dell’azienda, il metodo di lavoro, la dimostrazione che per fare innovazione e per creare valore aggiunto in ambiti industriali ad alto contenuto tecnologico occorre puntare sulla sinergia tra aziende differenti, sulla capacita di portare avanti ragionamenti e visioni traversali a diverse discipline, sulla volontà di puntare soprattutto alla formazione mediante percorsi di alto profilo. (adb)
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La “logica di Marco Polo” Attiva nel settore fieristico internazionale, Tecnofiere, marchio di qualità e fiducia di ItalPars Group Srl, aiuta le aziende a comprendere gusti, dinamiche e tendenze dei mercati stranieri.
"ATTRAVERSO
una strategia comune del Made in Trento nelle fiere internazionali, le risorse locali possono tornare a far sistema per valorizzare le eccellenze del Trentino. Le fiere rimangono strumento strategico per la crescita non solo delle aziende ma anche dell’intero territorio, pur in presenza di profondi cambiamenti dei modelli di sviluppo di business”. Elena Soraya Aliyari, titolare assieme al padre Reza e alla sorella Nahid di Tecnofiere, sottolinea in questo modo l’importanza strategica del settore fieristico internazionale. La partecipazione alle fiere rappresenta per un’azienda trentina non soltanto il luogo privilegiato per promuovere se stessa in Italia e nel mondo, ma anche l’occasione per fare rete con gli
altri soggetti del territorio per la valorizzazione del Made in Trento. Tecnofiere nasce dall’esperienza di un team di architetti che dal 1990 progetta e realizza allestimenti d’interni, show room e stand fieristici in Italia e all’estero. Con il passare degli anni l’azienda si è trasformata in un marchio di qualità e fiducia di ItalPars Group Srl, attraverso il quale si interessa anche di servizi audio-video con il marchio Video Trento. Una realtà giovane, a conduzione familiare, che si propone come partner delle aziende: “Progettiamo gli stand fieristici e li realizziamo. Ma non è solo questo. Il nostro ruolo, un vero e proprio valore aggiunto per chi si rivolge a noi, è aiutare le aziende ad avere un tra-
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mite sui mercati esteri per comprenderne i gusti, le dinamiche e le tendenze del Paese straniero. Offriamo cioè consulenza alle aziende trentine per dare loro nuove opportunità sui mercati e continuità nella loro presenza all’estero con strategie di medio e lungo termine”. Compito di Tecnofiere è trasferire al cliente la conoscenza del Paese e aiutarlo a muoversi con familiarità in un contesto nuovo, facendo rete con le altre aziende trentine. “Con sguardo attento – precisa Soraya – abbiamo analizzato per oltre vent’anni le dinamiche che si instaurano in fiera. Da Parigi ad Hong Kong, ogni azienda si presenta con un interesse puntuale e localizzato, inconsapevole della potenzialità dello strumento che ha in mano e di essere in quel momento un rappresentante non solo di se stesso ma anche del proprio territorio. Sfugge alla mente il tornaconto che la florida unicità della propria Terra può avere sulla continuità di un rapporto commerciale”. In un’espressione, è la logica di Marco Polo, che ci riporta all’anima del commercio come miracolo del mercato. “Prima ancora della nostra
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esperienza in fiera – prosegue – questa regola d’oro ce l’ha insegnata Marco Polo, che andò a conoscere nuovi Paesi e nuovi Mercati e contemporaneamente a far conoscere l’Italia. Grazie alla sua impresa, l’Italia stessa divenne oggetto di curiosità, un posto esotico tutto da scoprire e di grande attrattiva per i commercianti esteri. Il termine contemporaneo con cui definiamo questo processo è internazionalizzazione. Cambiano i modelli di business, cambiano gli attori, cambiano i mercati, ma non mutano le dinamiche che sono alla base del commercio puro. Circa mille aziende nella provincia di Trento sono già commercialmente attive e affermate sui mercati esteri e molte di più potrebbero esserlo. Si parla quindi di diverse migliaia di potenziali Marco Polo del Made in Trento. Molte di queste realtà oltretutto basano la propria attività economica sulla produzione, lavorazione e/o diffusione di tipicità del territorio trentino. Si pensi quindi a che ritorno, territoriale oltre che delle singole associazioni, potrebbe avere una sinergia tra identità produttive locali seppur facenti parte di settori merceologici differenti”. Sede principale di Tecnofiere sono gli uffici di Trento. Ma l’azienda opera con altre sedi produttive e logistiche in Italia (ad Ancona e a Torino), in Europa (Norimberga e Praga) e nel mondo (Emirati Arabi). Il 70% dei clienti di clienti di Tecnofiere è di provenienza italiana, di cui una buona parte trentina. Il 30% sono stranieri. Ma l’80% delle fiere a cui Soraya partecipa con e per i suoi clienti è al di fuori di confini italiani. Padre iraniano e madre italiana, Soraya e le sue sorelle parlano diverse lingue e l’internazionalizzazione fa parte del Dna di famiglia. “Rappresentiamo con orgoglio l’azienda ItalPars Group”, conclude. “Per mezzo dei nostri marchi, Tecnofiere (per la realizzazione di eventi e stand fieristici) e VideoTrento (per la creazione di tecnologie audiovideo e relativi contenuti multimediali), vogliamo essere un valido consigliere per scelte ponderate e ci proponiamo come un affidabile partner per l’internazionalizzazione e la propaganda delle Imprese e del territorio trentino”. (adb)
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Cento anni da protagonisti Zobele Group ha festeggiato a Trento, nella sede della capogruppo, il traguardo del secolo insieme ai dipendenti, risorsa irrinunciabile di un percorso orientato alla responsabilità sociale.
LA VOLONTÀ
di intrapresa, la fedeltà a solidi valori, l’apertura internazionale di quella che oggi è una multinazionale unica nel suo genere, apprezzata in tutto il mondo: questi i tratti caratteristici di Zobele Group, che quest’anno ha compiuto esattamente cent’anni. Un anniversario importante e raro nel panorama produttivo locale e italiano. Un traguardo che è stato degnamente celebrato lo scorso 27 settembre nella sede della capogruppo a Trento, alla presenza di autorità, dirigenti del Gruppo, vertici di DH (il fondo di private equity che nel 2006 ha acquisito il 75% del capitale del Gruppo), invitati speciali, ma soprattutto loro, i dipendenti, a cui sono andati i ringraziamenti speciali e uno speciale pensiero negli interventi del presidente Enrico Zobele e dell’amministratore delegato Roberto Schianchi. Per l’occasione una parte dello stabilimento trentino - normalmente adibito a magazzini - è stata completamente trasformata, ricavando uno spazio di esposizione di alcuni prodotti storici dell’azienda, dalle mitiche “Spiralette” ai moderni diffusori di insetticidi o di profumi, e una sala in cui accogliere i dipendenti e gli ospiti per un momento conviviale. Tanta storia, dunque, inevitabilmente ha fatto capolino per tutta
la festa e nei discorsi ufficiali: la storia con la S maiuscola, che per un secolo ha fatto da sfondo e si è intrecciata con le vicende della famiglia Zobele e con l’impetuoso sviluppo di quella che nel 1919 nacque come piccola azienda artigianale e che oggi è una grande multinazionale proiettata nel mondo. Ma anche la storia di persone che con la loro passione e la loro dedizione hanno gettato le basi per l’attuale multinazionale conosciuta nel mondo. Le radici a Trento Era il 1919 quando nasceva Zobele, un’attività produttiva e commerciale tenacemente voluta, orientata alla qualità, già allora insediata a scavalco di due confini, quello austriaco e quello italiano. Conclusa la Seconda guerra mondiale, nel 1945, in piena rinascita dalle macerie post-belliche, avvenne il primo passaggio generazionale da Enrico ai due figli: Luigi e Fulvio. Stesso spirito di intrapresa, stesso attaccamento ai valori aziendali, stessa vocazione ad esplorare nuovi prodotti e nuovi orizzonti. Pochi decenni dopo il secondo passaggio generazionale, con l’entrata in azienda di Enrico, nipote del fondatore, e dei suoi cugini Franco e successivamente Giovanni: con loro l’azienda penetrò significativamente nei mercati di tutto il mondo. Le radici sono e rimangono trentine, ma con stabilimenti in ogni parte del mondo e con un modello di business unico nel suo genere, con il quale Zobele Group si propone come partner unico lungo tutta la filiera che dall’ideazione di un nuovo prodotto lo
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Operai in via Muredei
porta fino allo scaffale della grande distribuzione. bele ha parlato tra l’altro, a proposito dell’azienda Questo ha permesso oggi all’azienda di affermarsi fondata dal nonno, di “un’anima caratterizzata come partner dei principali operatori mondiali del dalla capacità di mantenere nel tempo due tratti settore dei beni di largo consumo, così come di distintivi irrinunciabili: da un lato, la capacità numerose marche private. di combinare, radicamento locale e apertura inOggi la realtà internazionale del Gruppo ha i tratti ternazionale; dall’altro, attenzione alla qualità e caratteristici delle più importanti multinazionali: produzione su larga scala”. Zobele Group ha sede a Trento, gestisce impianti Zobele è l’esempio di come lo sviluppo di un’adi produzione in sette nazioni (Italia, Brasile, Cina, zienda multinazionale si possa coniugare perfetMessico, India, Bulgaria, Stati Uniti), ha centri di svi- tamente con passato, presente e futuro di una luppo e design in cinque paesi (Italia, Spagna, Mes- tenace famiglia dalle solide radici trentine: questo sico, Cina e Bulgaria) e ha centri di innovazione in uno dei passaggi più significativi dell’intervento Spagna e Singapore. Ad oggi il Gruppo conta più di dell’amministratore delegato Roberto Schianchi. 5000 dipendenti in tutto il mondo. “Non sono così frequenti i casi di questo genere nel mondo. Per parte mia, sono felice di avere inZobele oggi: apertura al mondo, qualità e re- crociato il mio percorso professionale con questa sponsabilità sociale d’impresa. storia e con questa famiglia. E sono grato a tutto Nel suo discorso - in cui non sono mancati momen- il team di manager e ai dipendenti, dal primo ti di intensa commozione - il presidente Enrico Zo- all’ultimo, per la passione con cui contribuiscono ogni giorno a portare alto il nome di questo Gruppo nel mondo”. Tutto questo si accompagna anche a una forte attenzione alle risorse umane e ambientali, nel quadro di una presa in carico di temi cruciali, quali la sicurezza, il benessere, il welfare aziendale, la tutela dell’ambiente, l’attenzione alle comunità locali in cui si inserisce l’attività di Zobele Group nel mondo. Un approccio coscienzioso all’ambiente e alle persone, insieme all’adozione di pratiche commerciali eque, è sempre stato parte integrante della storia del Gruppo Zobele. I valori e i principi ai quali il Gruppo si ispira sono stati sviluppati e condivisi proprio al fine di sostenere lo sviluppo del business con un approccio fortemente etico. E questo forte impegno è stato continuativo per ben 100 anni, come si legge dalle pagine del libro sulla storia dell’azienda, che è stato pubblicato in occasione di questo importante anniversario.
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Le scelte etiche di un’ottuagenaria La strategia aziendale lungimirante di Autotrasporti Pedot: “Lavorare su gomma con veicoli di ultima generazione e utilizzare quanto più possibile l’intermodalità”.
LA FORZA,
la tenacia e la volontà di spingere verso un’economia green anche nei momenti più difficili. Questo il ritratto di Autotrasporti Pedot giunta al traguardo dell’80esimo compleanno. “Siamo stati tra i primi in Italia – spiega Stefano Pedot, proprietario con Lucia dell’azienda di famiglia – ad acquistare veicoli euro 5, quasi 15 anni fa. Oggi tutta la nostra flotta è composta da veicoli euro 6, i migliori disponibili sul mercato. Dal 1998 acquistiamo solo semirimorchi intermodali, funzionali cioè al
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trasporto combinato delle merci strada/rotaia. Da vent’anni ci siamo orientati a questo tipo di servizio, che stiamo portiamo avanti con buone soddisfazioni, servendoci di altre strutture interportuali, nonostante l’Interporto di Trento, a mio avviso, non sia sufficientemente sfruttato per quanto riguarda l’intermodalità non accompagnata, e nonostante manchino da parte del legislatore strategie forti e una visione chiara. Lavorare su gomma con veicoli di ultima generazione e utilizzare quanto più possibile l’intermodalità ci aiuta a ridurre le emissioni di CO2, tutelando in tal modo la salute della collettività. Si tratta per noi di una scelta etica in cui vogliamo credere (il rispetto dell’ambiente) e di un principio assolutamente irrinunciabile per il miglioramento della qualità del servizio e delle condizioni di lavoro del personale viaggiante. Cerchiamo di collaborare con una clientela che apprezza queste strategie aziendali e che le condivide. Ma non è facile. Molti si rivolgono a tra-
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sportatori più economici, aziende dell’est Europa, che non badano a queste prerogative e che giocano con altre regole: meno controlli nei Paesi di provenienza, meno burocrazia, costi del lavoro più bassi, poca sensibilità per le politiche ambientali e per la tutela dei lavoratori”. Stefano Pedot è amministratore delegato e presidente di Autotrasporti Pedot Srl di Lavis. Rappresenta la terza generazione di famiglia. Una famiglia di autotrasportatori, fin da quando, ottant’anni fa, il nonno Eugenio avviò l’attività in valle di Cembra nel 1939 iscrivendosi alla Camera di Commercio. I figli di Eugenio, Elio e Lucia, proseguono negli anni Settanta l’attività raccogliendo l’eredità del padre. Grazie a Lucia, coadiuvata dal fratello Elio per quanto riguarda la parte tecnica, l’azienda si sviluppa fino a diventare un’importante realtà del settore. Poi, nel 2010, Stefano subentra nella governance nel “segno della continuità con un percorso di crescita che è stato graduale e condiviso”. Nel 2013 Elio scompare prematuramente e si completa il passaggio generazionale. “Oggi la situazione non è facile a causa della crisi che investe ancora l’intero settore e, soprattutto, in ragione della concorrenza dei competitors dei paesi dell’Est”, racconta Stefano. “Raggiungere 80 anni di attività è sicuramente un traguardo importante, tuttavia non è facile essere ottimisti. Oramai da diversi anni la situazione è davvero preoccupante, da quando, nel corso dei primi anni 2000, a seguito delle normative europee che interessarono il nostro settore, molti autotrasportatori stranieri provenienti dai paesi dell'est Europa sono entrati massivamente nel mercato italiano del trasporto internazionale di merci. Da quel momento in avanti è cambiato tutto. Siamo passati da una situazione in cui i competitors italiani ed europei si misuravano sullo stesso piano, giocavano cioè con le stesse regole, a una situazione in cui la concorrenza con i trasportatori neo-europei si è presentata del tutto sfalsata. Il settore è in grande difficoltà, e non per colpa degli operatori. Questa situazione ha portato alla scomparsa di molte aziende di trasporto trentine e italiane. Tra i nostri imprenditori, inoltre, manca un certo spirito “del fare rete”, che
Osservare il mondo e i grandi temi di attualità da una prospettiva diversa Associazione Amici di Claudio Dematté, Gruppo Gpi e Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Trento sono i promotori di un ciclo di incontri pensato per portare sul territorio occasioni di approfondimento, sotto la supervisione e il coordinamento di Michele Andreaus, presidente dell’Associazione. Nel primo incontro si è parlato di riforme strutturali e del costo dell’immobilismo. Nel secondo incontro, in calendario lunedì 11 novembre, Arrigo Sadun, consulente strategico internazionale e già vicedirettore esecutivo del Fondo Monetario Internazionale a Washington, parlerà di geopolitica e dei rapporti tra Usa, Europa, Russia e Cina, anche con riferimento alla guerra sui dazi in corso e alle previsioni sul 2020, anno di elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Il terzo appuntamento, in calendario il 25 marzo 2020, sarà focalizzato sull’ambiente. Relatore Ed Struzik, canadese, naturalista, ricercatore e comunicatore, esperto di artico. L’incontro partirà dall’Artico, uno degli ecosistemi più delicati e complessi, per arrivare alle Alpi. Gli incontri sono tutti aperti al pubblico e gratuiti. potrebbe essere migliorato, come per esempio accade in Francia e in Germania dove i committenti, ove possibile, preferiscono affidare i trasporti agli operatori del loro Paese, nella consapevolezza che così facendo l’economia dello stato trae vantaggi in termini di gettito fiscale, occupazione e più in generale di ricaduta economica sul territorio. Sarebbe auspicabile per il futuro una riflessione tra imprenditori per introdurre anche in Italia questo tipo di mentalità”. Nonostante tutto, Autotrasporti Pedot non ha mai lasciato il Trentino. “Il nostro territorio – conclude Stefano Pedot – non è oggi il luogo più adatto per attività di autotrasporto internazionale, e tuttavia non ho mai preso in considerazione un trasferimento fuori provincia. Ogni imprenditore che abbandona lascia sul territorio un vuoto difficilmente colmabile. Amiamo questo territorio e faremo il possibile per continuare a operare qui senza spostarci altrove”. (adb)
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Villa de Varda a quota 170 Cerimonia in grande stile a Mezzolombardo, dove vive la famiglia Dolzan e ha sede la distilleria. L’occasione per ufficializzare davanti un pubblico selezionato il passaggio di consegne.
POTEVA
pensare a così tante cose in quel momento… I 170 anni dell’azienda di famiglia, i suoi anni, che non sono pochi, la strade percorse, le sfide, l’impegno, la buona sorte, le vittorie e perfino le sconfitte: una vita intera al timone dell’impresa che fu del padre e del nonno, del bisnonno e del trisavolo, per farne un caso di eccellenza sui mercati di 40 Paesi nel mondo. Poteva pensare a tutto questo, al senso di pienezza e di soddisfazione, fino a compiacersene, ma in quel momento, mentre guardava i tre piccoli nipoti in un pomeriggio azzurro, lo scorso settembre, che giocavano sul prato di casa nella corte di Villa De Varda mi dice: “Vedi, sono loro la più grande gioia della mia vita e tutti i miei pensieri più belli. Lascerò a ciascuno di loro un alambicco”. Se decideranno di fare i distillatori, saranno la settima generazione a portare avanti la tradizione di famiglia. Luigi Dolzan, classe 1947, ha festeggiato lo scorso 12 ottobre il 170 anni delle Distillerie Villa de Varda con i nipotini Fabio, Luca, Martina, con la moglie Clara e con i figli Mauro e Michele. La cerimonia si è svolta in grande stile nella cornice di Villa de Varda a Mezzolombardo, dove vive la famiglia Dolzan e dove ha sede la distilleria, ed è stata l’occasione
per ufficializzare davanti un pubblico selezionato il passaggio di consegne. Luigi Dolzan resta presidente ma cede il 100% delle quote aziendali in due parti uguali ai figli Mauro e Michele, il primo mastro distillatore e il secondo responsabile della rete commerciale e dei rapporti con l’estero. “Con i miei figli Michele e Mauro – ha spiegato Luigi – la nostra famiglia di contadini è giunta alla sesta generazione di distillatori: da quando, nella prima metà dell’800, il trisavolo Romedio lasciava a suo figlio Michele due alambicchi e le attrezzature per distillare la grappa di ‘Teroldico’, già allora rinomato vitigno autoctono della Piana Rotaliana”. Oggi le grappe dei Dolzan sono vendute per l’80% all’estero: Europa, Stati Uniti, Russia, Australia, Giappone e Sud-Est asiatico. Ovunque, il biglietto da visita del prodotto è la qualità dei distillati Villa de Varda, con le grappe invecchiate come fiore all’oc-
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chiello. Tra queste, i capolavori di Villa de Varda “Vibrazioni - Grappa Vecchia Riserva”, “1975 Distillato Stravecchio di Vino” e “Triè Grappa Riserva”. La cerimonia per i festeggiamenti è stata l’occasione per vistare la storica distilleria, esempio di cultura, tradizione e innovazione al servizio della qualità. Durante i festeggiamenti gli impianti erano in funzione, si sentivano i profumi della vinaccia di Teroldego fresca appena svinata e si sono susseguiti gli assaggi della grappa appena uscita dell’alambicco. “Grazie agli esclusivi alambicchi in rame – ha precisato Dolzan – il nostro impianto di distillazione discontinuo fornisce prestazioni di altissima efficienza per ottenere una grappa di qualità eccellente. La distillazione avviene molto lentamente, per consentire ai componenti volatili, responsabili dei profumi e degli aromi, una giusta evaporazione e condensazione, mantenendo
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intatte le caratteristiche del vitigno prescelto. La scelta della materia prima parte esclusivamente da vinacce di monovitigno trentine selezionate, derivanti da spremitura soffice, ancora grondanti di vino, fresche e diraspate che vengono distillate immediatamente dopo la svinatura”. La cerimonia è stato inoltre il momento ideale per la presentazione del volume “Dolzan, distillatori da 170 anni”, un libro dalla veste particolarmente curata destinato a rimanere un punto fermo. “A quasi due secoli di distanza dalle origini della nostra storia – ha detto Dolzan, che ha dedicato anima e corpo al libro – ho sentito con orgoglio l’obbligo di riassumere in questa opera l’evoluzione della mia azienda, documentata attraverso l’opportunità che mi viene dall’archivio di famiglia e dalle testimonianze custodite nel museo etnografico ‘Cose di casa’ di Villa de Varda”. Il museo, che ha ricevuto il patrocino del Ministero dei beni culturali, è uno dei più importanti musei privati nazionali di settore con ben 1600 oggetti antichi catalogati e oltre 285 documenti. Lo scorso 12 ottobre era presente a Villa de Varda anche il coro “Amblar-Don”, diretto dal maestro Alberto Lorenzi, che ha cantato il brano “La Grappa dei Dolzan”, appositamente composto per l’occasione da Roberto Giannotti. Durante i festeggiamenti è stata recitata la poesia “El Lambich”, anche in questo caso scritta per i 170 anni dell’azienda dal professor Sergio Balestra. “Nella mia vita – ha concluso Luigi Dolzan – ho dedicato tutto alla mia famiglia, all’azienda e alla società, con grande passione, ottimismo, positività, caparbietà e onestà, per onorare anche il prestigio che i miei avi hanno creato, un’eredità preziosa da difendere e da incrementare. Ringrazio soprattutto mia moglie Clara e i miei figli Mauro e Michele. Ma anche tutti i miei collaboratori, gli agenti e i clienti. E non per ultimo, con immensa gratitudine per avermi donato tutto questo e la salute, ringrazio il buon Dio”. (adb)
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Traguardi luminosi per Vetri Speciali L’azienda conquista il primo quarto di secolo e inaugura un futuro di impegno guidato dall’entusiasmo e dalla consapevolezza di ricoprire un ruolo di leadership nello scenario globale. di ELEONORA NICOLETTI
FESTEGGIA
i sui primi 25 anni di attività, avviandosi verso un brillante futuro, un’azienda leader mondiale nel settore della produzione e commercializzazione di contenitori speciali in vetro per alimenti. Traguardi speciali quelli raggiunti lo scorso 20 settembre presso il Teatro Sociale di Trento dove Vetri Speciali Spa ha festeggiato il suo venticinquesimo compleanno. L’evento ha visto la partecipazione della proprietà, del management dell’azienda, dei suoi principali clienti e fornitori, ed è stato impreziosito dal concerto dell’Orchestra “I Filarmonici” di Trento. A festeg-
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giare con loro anche il vicepresidente di Confindustria Trento Rocco Cristofolini che ha consegnato all’azienda la targa di riconoscimento che l’Associazione dona alle imprese in occasione di importanti anniversari: “In Trentino – queste le parole pronunciate dal vicepresidente – l’industria produce un terzo del Pil e dà lavoro a un terzo degli occupati, contribuendo tra l’altro a incrementare il livello di internazionalizzazione e innovazione del Trentino stesso; non mi stancherò mai di dire che l’industria conta, e le storie di eccellenza come questa ne sono la testimonianza”.
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L’appuntamento è stato organizzato in concomitanza con il raggiungimento di un obiettivo aziendale importante, ma è stato anche l’occasione per inaugurare un nuovo venticinquennio di impegno e serietà guidato dall’entusiasmo e dalla consapevolezza di ricoprire un ruolo di leadership nello scenario globale. Vetri Speciali ha sede a Trento presso il Palazzo Fugger Galasso e si sviluppa su quattro stabilimenti produttivi: quelli trentini di Gardolo e Perigine Valsugana, quello di Ormelle in provincia di Treviso, infine quello di San Vito al Tagliamento in provincia di Pordenone. L’azienda è specialista nella produzione e commercializzazione di contenitori speciali in vetro secondo le più innovative tecnologie al servizio della grande industria; l’ufficio tecnico riesce a sviluppare ogni mese fino a 150 forme, le quali si traducono in 1.800 nuovi disegni all’anno. L’azienda si è dimostrata ricca di intuizioni di successo: tra questi, nel 2016, l’investimento dello stabilimento di Gardolo che conta oggi circa 265 dipendenti. “La Vetri Speciali ha deciso di investire - sottolinea ancora il vicepresidente di Confindustria Cristofolini - e lo ha fatto tenendo conto anche del sociale e del territorio. Grazie a questa importante operazione, ha riqualificato un sito produttivo che rischiava di rimanere inutilizzato, ma soprattutto ha consentito a molti lavoratori di rientrare nel mondo del lavoro.” In poco più di un anno è stato portato a termine il processo di reindustrializzazione e il risultato è uno stabilimento che ha semplificato, potenziato e valorizzato tutti i processi industriali di Vetri Speciali. Un progetto – precisa l’azienda – che proietta l’impresa nello scenario della più avanzata avanguardia tecnologica. In questi 25 anni Vetri Speciali ha consolidato una posizione unica nello scenario della produzione industriale di contenitori in vetro grazie a visione e coraggio. Un esempio di eccellenza imprenditoriale che ha radici nel nostro territorio, tradizione nel made in Italy e che è riuscita a consolidare una presenza di rilevanza internazionale.
I cent’anni della famiglia Podini Ha festeggiato il secolo di attività, la famiglia Podini, con tre generazioni riunite sul palco del Kursaal di Merano. Una storia iniziata nel 1919 con un piccolo negozio a Bolzano: nei decenni il gruppo Podini è diventato un big player nel settore della distribuzione e da tempo è attivo anche in quello dell’informatica e dell’energia. “In questi 100 anni – hanno detto - la nostra famiglia ha dato lavoro a migliaia e migliaia di persone, senza saltare lo stipendio per un solo mese. Questa è una delle nostre soddisfazioni più grandi”. Nel corso dell’evento i fratelli Giancarlo e Patrizio Podini, i figli Giovanni, Alessandro, Stefano, Maria Luisa, Marco e i 13 nipoti hanno ripercorso non solo le tappe delle proprie vicende personali, ma anche la storia economica e culturale di tutta la regione. La famiglia opera anche nel sociale e nello sport. Per l’occasione sono stati presentati due libri, uno di Patrizio e l’altro del giornalista Ettore Frangipane con i ricordi di Giancarlo.
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Crescita e Finanza alternativa: un matrimonio inevitabile A inizio ottobre il convegno di Confindustria Trento sui canali alternativi di finanziamento, vetrina per le imprese associate che hanno aderito al progetto Trentino minibond.
IN UN CONTESTO
che vede il sistema bancario ridurre gradualmente ma costantemente i propri impieghi nelle piccole e medie imprese, si rende necessario per le aziende impegnate in processi di crescita ricorrere anche a fonti alternative di finanziamento. Confindustria Trento, già da alcuni anni, è fortemente impegnata sul tema del credito e della finanza, con nuovi strumenti, percorsi di formazione per imprenditori e manager, l’affiancamento diretto in azienda con un’apposita task force. In occasione del convegno organizzato da Confindustria Trento, ospitato a Ferrari Incontri “Crescita e Finanza alternativa: un matrimonio inevitabile”, l’Associazione ha ripreso il tema delle fonti alternative al credito bancario per fornire utili indicazioni sulle nuove possibilità in ambito nazionale, con un focus specifico sulla realtà trentina. “Le imprese hanno bisogno di rafforzarsi dal punto di vista patrimoniale e finanziario – ha spiegato Alessandro Lunelli, vicepresidente di Confindustria Trento, introducendo l’evento – ma il canale bancario, da solo, può non essere sufficiente. Per questo Confindustria Trento sta promuovendo da tempo i canali alternativi di finanziamento, come quello dei minibond, soprattutto nei confronti delle piccole e medie imprese, che
segnalano le maggiori difficoltà di accesso al credito. Tra le iniziative avviate ci sono percorsi di formazione per imprenditori e manager, ma anche strumenti operativi come quello del basket bond di cui parliamo oggi”. Lunelli ha inoltre sollecitato istituzioni e sistema del credito ad avviare un nuovo progetto per finanziare la crescita delle imprese, analogo al Fondo Strategico Trentino-Alto Adige, che ha sottoscritto l'emissione del basket bond. Andrea Nuzzi, responsabile dell’Area imprese e istituzioni finanziarie di Cassa Depositi e Prestiti, ha approfondito queste tematiche in relazione allo scenario nazionale e in particolare agli strumenti innovativi proposti al mondo imprenditoriale da Cdp. Della situazione e delle prospettive della finanza alternativa nel nostro territorio si è dibattuto nel corso della tavola rotonda, alla quale hanno preso parte alcuni rappresentanti del sistema economico locale: Alessandro Lunelli, vicepresidente di Confindustria Trento, Achille Spinelli, assessore allo Sviluppo econo-
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mico, Ricerca e Lavoro della Provincia autonoma di Trento, Pier Luigi Ruggiero, direttore della filiale di Trento della Banca d’Italia, Mauro Sbroggiò, amministratore delegato Finint Investments
Sgr, Ivonne Forno, direttore Generale Laborfonds. Con la collaborazione di Finint Investments SGR è stata dunque illustrata l’iniziativa “Trentino Minibond” che ha visto un gruppo di aziende associate a Confindustria Trento procedere all’emissione di un’obbligazione cumulativa (“basket bond”) con caratteristiche innovative uniche in Italia per tassi, struttura e assenza di garanzie esterne. Si tratta di Algorab (servizi e sistemi di telecontrollo), Cardioline (dispositivi diagnostici cardiologici), CMV (impiantistica per processi siderurgici), ELPPA (estrazione e lavorazione porfido), Erika Eis (gelati e krapfen), Eurotexfilati (produzione e commercio di filati), Gaierhof (vitivinicolo), leMur (filati elastici) e Sartori Legno (pallets e imballaggi in legno). Hanno chiuso i lavori le conclusioni di Francesca Brunori, direttore Area Credito e Finanza di Confindustria.
Confindustria regionale: cambio al vertice Cambio al vertice della Confindustria regionale del Trentino-Alto Adige. Si è svolto a Palazzo Stella il passaggio di consegne tra Stefan Pan, che prosegue nel suo mandato di vicepresidente di Confindustria nazionale con delega alle regioni, e il presidente di Confindustria Trento Fausto Manzana. La presidenza della federazione regionale, infatti, prevede un’alternanza tra i vertici delle associazioni industriali di Trento e Bolzano. L’incontro – che ha visto la partecipazione dei Consigli di Presidenza delle associazioni di Trento e Bolzano, quest’ultima guidata dal Presidente Federico Giudiceandrea – ha rappresentato l’occasione per fare il punto sull’economia delle due province, il cui PIL è ancora previsto in crescita, così come l’occupazione, ma c’è preoccupazione per le tensioni sullo scenario internazionale e in particolare per il rallentamento della Germania. Il partner tedesco rappresenta il 34% delle esportazioni altoatesine e il 17% di quelle trentine. Tra gli altri temi toccati, si è parlato delle prossime manovre finanziarie provinciali e del sistema del credito regionale.
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A Trento Università e Confindustria sono alleate Risultati di una collaborazione che ha il fine ultimo di supportare le politiche a cavallo tra education e innovazione, per un percorso ad alto impatto qualitativo di contrasto al mismatch tra domanda e offerta.
DA ANNI,
le relazioni strette tra Università di Trento e Confindustria Trento si traducono in progetti concreti, opportunità di occupazione e di business, storie di partnership di successo tra i mondi della ricerca e dell’impresa. Una ricognizione delle occasioni e degli esiti della collaborazione è il motivo della conferenza stampa convocata a Palazzo Stella, con la partecipazione del presidente del Cda UniTrento Daniele Finocchiaro, del rettore Paolo Collini, di Flavio Deflorian, prorettore vicario e prorettore al supporto al sistema produttivo, Paolo Giorgini, coordinatore del dottorato industriale, e per Confindustria Trento del presidente Fausto Manzana, di Stefania Segata, vicepresidente con delega a Capitale Umano, Giovani e Formazione, Luca Arighi, presidente della Sezione metalmeccanica dell’Associazione e componente del Consiglio di amministrazione di Unitn, del direttore generale Roberto Busato. La partecipazione ai tavoli, alle audizioni annuali e agli stati generali, la presenza di imprenditori negli advisory board di quasi tutti i dipartimenti, i momenti di incontro e il dialogo sempre vivo sono stati di cruciale contributo alla definizione di alcuni manifesti degli studi, alla organizzazione
di eventi condivisi, di seminari e gruppi di lavoro congiunto, con il fine ultimo di supportare le politiche a cavallo tra education e innovazione, per un percorso ad alto impatto qualitativo di contrasto al mismatch tra domanda e offerta. Risponde a questa sfida la partnership sul fronte del placement, per la quale i vari Career Day e il Career Fair sono momenti cruciali. Nel corso della conferenza sono stati evocati gli interventi più recenti: il nuovo Corso di Dottorato in innovazione industriale, l’inaugurazione del Design Research Lab, la collaborazione alle challenge organizzate da Hub Innovazione Trentino. Nell’ambito delle iniziative sviluppate in seno al piano nazionale Industria 4.0, Confindustria Trento e Università di Trento sono alleate nella valorizzazione sul nostro territorio delle attività dello Smact, il Competence Center del Triveneto, fondato anche da tre aziende trentine associate (Adige BLM Group, Enginsoft e Optoi). Promossa di recente la costituzione di un Live Demo presso il Polo Meccatronica di Rovereto sulle tematiche della robotica e dell’automazione industriale. ProM Facility, il laboratorio per la prototipazione rapida di Polo Meccatronica, si basa infine su un protocollo d’intesa sottoscritto anche da Unitn e Confindustria Trento, oltre che da Pat, Fbk e Trentino Sviluppo.
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Confindustria Trento punta sulla formazione manageriale Al via a Palazzo Roccabruna il progetto “Managerial skills for personal growth and new opportunities”: sette incontri per una formazione non convenzionale.
È NELLE
sale del piano nobile di Palazzo Roc- culturale in base al quale le imprese, per increcabruna che a fine settembre ha preso avvio l’in- mentare la propria produttività e rendersi magnovativo Progetto “Managerial skills for personal giormente competitive sul mercato, scelgono di growth and new opportunities”, promosso da ricorrere non più e non soltanto a idee e risorse Confindustria Trento e Federmanager Trento. interne all’organizzazione aziendale, ma anche a L’iniziativa, finanziata dall’associazione 4.Mana- soluzioni e input provenienti dall’esterno della ger, si articola in una serie di sette incontri in mo- stessa. dalità workshop volti a favorire un approccio non A far luce sul significato e sulle opportunità inlineare alle competenze manageriali, permettendo site nell’innovativo paradigma ci hanno pensato ai partecipanti di acquisire – in contesti non tipi- Andrea Di Lenna – esperto di formazione macamente lavorativi – strumenti di discontinuità nageriale esperienziale e di business coaching - e rispetto all’ambito aziendale. Francesco Scimemi – illusionista di caratura inDestinatari del progetto sono imprenditori, mana- ternazionale - della società di formazione manageger HR e manager attualmente in cerca di un’oc- riale e consulenza Performando. cupazione, i quali siano interessati a sviluppare Attraverso il loro duplice intervento i relatori hane rafforzare le proprie competenze e soft skills in no fornito ai presenti una visione delle nuove un ambiente fortemente interattivo e coinvolgente. frontiere della formazione moderna, anche tramiA costituire il vero quid pluris dell’iniziativa è te tecniche e strumenti ad hoc utili a comprenderinfatti l’approccio da essa adottato: la modalità ne la portata e i concreti benefici, stimolandone workshop – caratterizzante tutti gli eventi in pro- al contempo un più efficace coinvolgimento attragramma - permetterà di creare dei veri e propri verso simulazioni e momenti esperienziali “non laboratori che favoriranno l’interazione e lo scam- convenzionali”. bio tra i partecipanti e i coach coinvolti. Di Lenna ha approfondito temi riguardanti le relaOgni incontro sarà incentrato su una specifica zioni e la comunicazione, nell’ottica di esaminare skill, la cui acquisizione e padronanza risulte- le logiche che catturano l’attenzione delle persone ranno particolarmente utili per la valorizzazione e ne influenzano le scelte, svelando i segreti della dei manager nelle organizzazioni d’appartenenza, comunicazione verbale e non verbale per realizzacosì come per lo sviluppo delle competenze vol- re tali obiettivi. te all’individuazione delle risorse talentuose e al In seguito, i partecipanti sono stati condotti da reimpiego di manager inoccupati. Scimemi all’interno del mondo del “close up”, del A chiusura del percorso è previsto uno study tour “timing” e della “misdirection”, indagando gli audurante il quale i partecipanti vedranno applicate tomatismi e le falle della psicologia umana, causa le skills approfondite e riceveranno nuovi stimoli ricorrente della prevedibilità dei comportamenti e spunti di riflessione utili alla ridefinizione e al delle persone. (bc) rafforzamento del loro ruolo. Tematica protagonista del primo evento è stata l’Open Innovation, nuovo approccio strategico-
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Fondimpresa festeggia i 15 anni Tra i testimonial dell’evento organizzato a Roma in occasione dell’anniversario anche Marcello Lunelli, presidente del Gruppo Lunelli e presidente di Fondimpresa Trento.
"IL FUTURO
del sapere - aziende e lavoratori nella trasformazione” è il titolo del convegno organizzato a Roma a metà settembre in occasione dei 15 anni di Fondimpresa. Il Fondo interprofessionale ha presentato dati di evidente importanza. Un forte trend di crescita ha caratterizzato i primi 15 anni di attività del primo tra i fondi interprofessionali in Italia: dalle 17mila aziende aderenti nel 2004 si è passati alle oltre 200mila del 2019, mentre per quanto riguarda i lavoratori si va dal milione e 306mila del 2004 ai quattro milioni e 681mila del 2019. Fondimpresa ha complessivamente investito ben 2,5 miliardi, di cui 1,5 per competitività e innovazione e 700 milioni per salute e sicurezza. 150 milioni sono stati destinati ai lavoratori in cig. Il Fondo ha peraltro svolto in tal modo un ruolo di orientatore dei percorsi formativi, declinando e definendo le priorità
nella domanda e nell’offerta formativa, secondo il trend dei bisogni emergenti. I numeri sono significativi, ma lo sono ancor più gli esiti del ruolo svolto dal Fondo nella divulgazione della cultura formativa e dell’importanza della formazione per la crescita dei lavoratori e delle imprese. Il convegno ha offerto una straordinaria occasione di approfondimento delle tematiche della formazione e degli scenari globali di cambiamento. Tra le testimonianze eccellenti, quella di Marcello Lunelli, presidente del Gruppo Lunelli e presidente di Fondimpresa Trento, che ha tra l’altro confermato come la formazione sia diventata per il suo gruppo strategica per lo sviluppo. Il presidente Lunelli ha inoltre evidenziato il ruolo fondamentale di Fondimpresa, che con le istituzioni scolastiche e con l’università del territorio partecipa a un sistema integrato, che può sostenere e sviluppare le competenze ed i comportamenti dei lavoratori oggi indispensabili per rafforzare la loro occupabilità e la competitività dell’impresa. (mcp)
Una convenzione per prelievi e analisi Confindustria Trento ha recentemente stipulato un accordo di collaborazione con Lifebrain Trentino srl, laboratorio di analisi del gruppo Lifebrain che prevede benefit per tutte le aziende associate, i loro dipendenti e relative famiglie. Con sede in via Gazzoletti 15 a Trento (Laboratorio Adige) Lifebrain Trentino possiede altri diciassette punti prelievo in tutto Trentino. Un’equipe di esperti tecnici e laureati, una dotazione strumentale d’avanguardia e un adeguamento continuo all’evoluzione scientifica, tecnologica e informatica, assicurano un servizio di elevata qualità ed efficienza. L’accordo prevede una scontistica dedicata per gli esami prenotati privatamente rivolta a tutti gli imprenditori associati, a tutti i dipendenti e alle loro famiglie per il primo grado di parentela. L’identificazione del beneficiario sarà effettuata di volta in volta presso i singoli Centro Prelievi, attraverso un’autocertificazione del paziente che dovrà esibire anche un documento di identità valido. (en)
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Digitalizzare per rimanere competitivi Confindustria Trento ha avviato un nuovo servizio di valutazione della maturità digitale. Lo strumento è stato sviluppato in collaborazione con il Politecnico di Milano. di DANIELE BERTI
NEGLI ULTIMI ANNI
si sente spesso parlare di digitalizzazione industriale o più semplicemente di Industria 4.0. Si tratta di un fenomeno epocale in cui le imprese si avviano a trasformare i propri sistemi di lavorazione, come è già avvenuto nel passato, adottando le ultime tecnologie. Un percorso in realtà già cominciato e che, secondo molti analisti, ha incontrato un punto di svolta a partire dal 2019. D’altronde, la tecnologia ha sempre avuto un impatto sulla fabbrica. È stato così per esempio nel corso delle tre rivoluzioni industriali. E ora sta avvenendo la stessa cosa, tanto è vero che un altro termine con cui si identifica la trasformazione digitale è appunto quarta rivoluzione industriale. La digitalizzazione dell’industria italiana rappresenta contemporaneamente un obbligo inevitabile per il settore e una straordinaria opportunità per il Paese. Secondo le stime di Confindustria, i nuovi prodotti intelligenti, i nuovi modelli di business e l’ottimizzazione di processi produttivi e logistici potrebbero portare a un aumento di cinque punti percentuali del Pil nei prossimi quattro anni. Questa opportunità di crescita richiede una risposta immediata e strutturata alla trasformazione che sta subendo il settore. Una risposta in grado di ridefinire l’attuale modello industriale, inteso in tutti i suoi ambiti operativi, tecnologici e culturali. Le modalità e la rapidità con cui affronteremo questa quarta rivoluzione industriale, determineranno la competitività – e dunque la sopravvivenza – del nostro tessuto produttivo. Confindustria Trento ha deciso di supportare le aziende del territorio, avviando un nuovo servizio di valutazione della maturità digitale. Il progetto ha come obiettivo l’adozione dei nuovi modelli e strumenti di Industria 4.0 da parte delle azien-
Nasce il Polo edilizia 4.0 Dopo il protocollo di intesa del novembre scorso, è nata ufficialmente l’associazione Polo edilizia 4.0, che avrà sede presso il Progetto manifattura a Borgo Sacco di Rovereto. La nuova realtà riunisce 11 enti impegnati nel settore dell’edilizia, che rappresentano oltre 10mila soggetti, di cui il 60% professionisti e il 40% aziende. Scopo dell’associazione: promuovere la ricerca e lo sviluppo di processi innovativi e sostenibili per il settore dell’edilizia, articolato in tutte le fasi di vita degli edifici, favorire l’evoluzione del settore, promuovere dialoghi e scambi scientifici con altre associazioni, istituti, enti a livello regionale, nazionale e internazionale. Andrea Basso, vicepresidente dell’Associazione trentina dell’edilizia, è stato eletto presidente. Nel cda siedono anche Alfredo Maglione per Confindustria Trento e Marco Giglioli, in qualità di presidente Habitech. de locali. Tecnologie come manifattura additiva, simulazione, Internet delle cose, Big Data, Intelligenza Artificiale, realtà aumentata e virtuale, sono alla portata delle imprese, anche quelle di piccola e media dimensione, e possono contribuire a migliorarne la competitività. Lo strumento di valutazione (Assessment) per l’analisi è sviluppato dal Politecnico di Milano in collaborazione con Confindustria. Il nostro team sarà affiancato da esperti del mondo dell’innovazione e del trasferimento tecnologico e da figure con esperienza aziendale. Le aziende interessate potranno prenotare gratuitamente il loro servizio di valutazione alla fine del quale saranno restituiti i risultati e le indicazioni per procedere con eventuali progetti di trasformazione digitale.
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“Tu sei” tra passato e futuro Firmato il protocollo che rinnova la collaborazione tra Pat e Confindustria Trento, presentata la pubblicazione dedicata al decennale, lanciata la XII edizione del progetto.
DA OLTRE
un decennio è all’origine di un più stretto rapporto tra scuola e mondo del lavoro: il progetto “Tu Sei” è stato celebrato a fine settembre nel corso di un grosso evento ospitato a Levico, presso lo stabilimento di ADIGE - BLM GROUP, in concomitanza con il tradizionale open house dell’azienda. L’appuntamento si è aperto con la firma del protocollo che rinnova l’intesa tra Provincia autonoma di Trento e Confindustria Trento da parte dei presidenti Maurizio Fugatti e Fausto Manzana. “Dobbiamo continuare ad investire nel rapporto fra mondo della scuola e mondo delle imprese - ha detto Fugatti – perché è un’occasione di
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crescita per entrambi. In Trentino siamo all’avanguardia, ma dobbiamo fare ancora di più per sviluppare questi percorsi”. Manzana, ricordando la decennale collaborazione instaurata fra i partner istituzionali, si è detto orgoglioso di rinnovare un protocollo che fa bene a imprese e scuole. Ringraziando i docenti che hanno permesso di realizzare in questi anni il progetto, ha detto che “la discrasia fra la realtà della disoccupazione giovanile e la mancanza di lavoratori è una responsabilità di tutti noi. La scuola ha un compito gravoso, ma imparare ad imparare è la base per la crescita di ognuno”. All’incontro con i rappresentanti delle scuole trentine e delle aziende partner del progetto ha partecipato anche l’Assessore all’istruzione Mirko Bisesti: “Oggi – ha detto lui – abbiamo un esempio di azienda che accoglie e di un collegamento sano fra mondo della formazione e mondo aziendale, un connubio necessario anche per rafforzare il legame forte di entrambi con il territorio e per sviluppare le professionalità più richieste, così da indirizzare i giovani verso i settori dove può esserci crescita, lavoro e futuro. Da parte nostra l’impegno in queste sfide ci sarà”.
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Di seguito si è svolta la presentazione della pubblicazione dedicata al decennale del progetto “Tu sei” che dal 2008 – quando venne fortemente voluto dall’allora presidente di Confindustria Trento Ilaria Vescovi - ha coinvolto oltre diecimila studenti e ha visto centinaia di partecipazioni di imprese. Stefania Segata, vicepresidente di Confindustria Trento e Presidente dei giovani imprenditori, portavoce del gruppo di coordinamento di “Tu sei”, ha spiegato il motivo della pubblicazione, ovvero “la necessità di riportare in modo tangibile e sotto forma di racconto un’esperienza eccellente, presentando luoghi e persone e lasciando una prova concreta delle buone pratiche nel rapporto scuola-azienda”. Al folto pubblico presente in sala sono state ricordate la genesi e il significato del progetto, con le tante esperienze delle scuole e delle imprese, accompagnate dalla testimonianza di chi ha creduto e crede ancora in quella che è stata definita una sfida culturale, che ogni anno si rinnova e si am-
plia per entrambi i mondi coinvolti. L’evento si è concluso con il lancio della nuova edizione del progetto – la dodicesima – in programma per l’anno scolastico 2019-2020.
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internazionalizzazione
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UE- Giappone: opportunità per il Food & Beverage All’approfondimento dell’accordo di partenariato economico è stato dedicato l’incontro organizzato da Trentino Export, in collaborazione con Confindustria Trento e BPER Banca. di GIORGIO ZAGONEL
UNA ZONA
di libero scambio che comprende oltre 600 milioni di persone e circa un terzo del PIL mondiale: l’accordo di partenariato economico tra l’UE e il Giappone è stato al centro dell’incontro organizzato a Palazzo Stella da Trentino Export in collaborazione con Confindustria Trento e BPER Banca. L’appuntamento di inizio settembre, dal titolo “Accordo di partenariato economico UE-Giappone: le opportunità per le imprese del Food & Beverage” è stato promosso nell’ambito del Piano Operativo Internazionalizzazione Pmi Trentine di Trentino Export e ha coinvolto oltre venti imprese. L’accordo elimina la maggior parte dei dazi pagati ogni anno dalle imprese dell’UE che esportano in Giappone (si parla di un miliardo di euro), permettendo di rimuovere una serie di annosi ostacoli normativi. Il mercato giapponese, forte di 127 milioni di consumatori, si è così aperto alle principali esportazioni agricole dell’UE, aumentando le opportunità di esportazione dell’UE in una serie di altri settori. L’accordo è conforme alle norme più elevate in materia di lavoro, ambiente e protezione dei consumatori, e contiene un capo specifico sullo sviluppo sostenibile. È il primo accordo commerciale negoziato dall’Unione europea
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che prevede un impegno specifico in merito all’accordo di Parigi sul clima. Eliminando i dazi, semplificando le procedure doganali e rimuovendo gli ostacoli interni al commercio, l’accordo offre alle imprese di entrambe le parti l’opportunità di potenziare le esportazioni ed espandere le attività economiche in special modo nel settore del Food & Beverage. Durante l’incontro la presidente di Trentino Export Barbara Fedrizzi ha sottolineato: “Anche alla luce di questo accordo di libero scambio, il Giappone può diventare un importante sbocco per il nostro export, specie nel settore del Food & Beverage. Il nostro obiettivo è quello di riuscire a fare squadra con tutti gli attori economici provinciali. Nel settore del Wine & Food in particolare è auspicabile la creazione di pool di aziende con prodotti, complementari e non, per riuscire a proporre tutto il meglio della produzione trentina, massimizzando le risorse e sfruttando il know how e le capacità di tutte le aziende del nostro territorio. Questo significa, ed è per questo motivo che abbiamo organizzato questo incontro, approntare una strategia di penetrazione commerciale, capire quali siano le azioni commerciali migliori da intraprendere, affidarsi a professionisti del settore, contattare gli stakeholder locali e gli influencer del settore”. Michele Bandini, Responsabile Customers Internationalization di BPER Banca ha aggiunto: “L’Accordo di Partenariato tra Giappone e UE offre interessanti opportunità di investimento nel settore Food & Beverage per diverse aziende del territorio, ma è necessario che queste si avvalgano di una guida competente e di un’assistenza specifica. Per questo motivo operiamo in sinergia con interlocutori qualificati come Confindustria Trento e Trentino Export. BPER Banca già da diversi anni si è strutturata per offrire una consulenza di alto livello alle imprese che vogliono affacciarsi sui mercati esteri: abbiamo un portale dedicato sempre aggiornato e ricco di informazioni utili, bperestero.it, oltre a una rete diffusa di professionisti e partner specializzati in tutta Italia”. Trentino Export insieme a BPER Banca sta organizzando anche il prossimo Export Day, tradizionale evento che quest’anno si terrà giovedì 21 novembre presso le Cantine Rotari di San Michele all’Adige.
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Russia, Russia e ancora Russia! A Trento il V Seminario italo-russo del Trentino Alto-Adige, con l’intervento dei casi aziendali di La Sportiva Spa e Ferrari-F.lli Lunelli Spa: esempi di successo nonostante le difficoltà. di NICOLÒ ANDREINI
OPPORTUNITÀ
di partnership strategiche fra Russia e Trentino, in particolare nei settori agro-alimentare e turistico. Questo è stato il tema dell’edizione 2019, tenutasi a Trento il 18 settembre, del consueto incontro annuale del Trentino Alto-Adige sulle prospettive di cooperazione economica con la Federazione Russa, organizzato da Associazione Conoscere Eurasia, Provincia autonoma di Trento, Confindustria Trento e Trentino Sviluppo, con il sostegno di Intesa Sanpaolo e Intesa Russia. Antonio Fallico, presidente di Banca Intesa Russia e di Associazione Conoscere Eurasia, ha evidenziato con preoccupazione come nel primo semestre 2019 si sia registrata una riduzione del 18,6% dell’export trentino rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente, passando da 25,2 a 20,5 milioni di euro, in controtendenza rispetto al dato nazionale. Certamente si tratta di una variazione di limitata entità, con poche aziende trentine oggi attive sul mercato russo e ordini ciascuno
dei quali può da solo spostare la bilancia in negativo o in positivo di anno in anno, come ha precisato Lorenzo Delladio in qualità di vicepresidente di Confindustria Trento con delega all’internazionalizzazione. Tuttavia, è innegabile che il decremento si inquadra in uno scenario di generale sfiducia delle imprese trentine generato dalla crisi geopolitica in corso in Russia e dalla prosecuzione di embarghi, sanzioni e contro-sanzioni con l’Occidente che tanto male fanno al commercio internazionale. I due casi aziendali di La Sportiva Spa e Ferrari-F.lli Lunelli Spa, intervenuti al seminario, sono esempi di successo sul mercato russo, nonostante le difficoltà citate. Entrambe le aziende lavorano da molti anni in Russia, con investimenti ingenti e ottimi riscontri. Nonostante i settori di appartenenza delle due imprese non siano stati direttamente colpiti dalle sanzioni, a partire dal 2014 entrambe hanno subito un’importante frenata per effetto delle fluttuazioni inflattive del rublo, in un caso traducendosi in riduzione di marginalità, nell’altro in riduzione di quota export. Alberto Lusini, export director di Gruppo Lunelli, dopo aver condiviso stimolanti considerazioni sul mercato del vino in Russia, ha confermato l’esigenza, espressa con forza anche da Lorenzo Delladio, di superare le restrizioni al fine di ridurre i numerosi problemi che oggi tutte le imprese occidentali devono affrontare quotidianamente per lavorare in Russia: in primis, pagamenti e barriere all’ingresso. Un auspicio condiviso certamente da tutti i relatori, compreso Sergey Razov, ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Achille Spinelli, assessore allo Sviluppo economico, Ricerca e Lavoro della Provincia autonoma di Trento, e non ultimo Antonio Fallico che ha ricordato, fra l’altro, quale ruolo strategico e decisivo la Russia ha oggi per l’accesso in Eurasia e Cina.
L’Industria trentina e la cooperazione allo sviluppo internazionale Il 21 settembre si è tenuto a Trento il 6° Convegno nazionale di Coordinamento Universitario per la Cooperazione allo Sviluppo (rete di 30 atenei italiani), organizzato dall’Università degli Studi di Trento e dal Centro per la Cooperazione Internazionale di Trento. Alessandro Lunelli, in qualità di vicepresidente di Confindustria Trento, e Annalisa Bisson, Coordinatore estero di Confindustria nazionale, hanno partecipato attivamente ai lavori sulla collaborazione fra profit e no-profit nella cooperazione trentina, nazionale e internazionale, le cui prospettive saranno attentamente valutate dall’Associazione. TRENTINOINDUSTRIALE.COM | OTT-NOV 2019
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Un’annata da 5 stelle Profumi, acidità, zuccheri: le uve della vendemmia 2019 promettono di risarcire il calo della quantità con un’ottima qualità, e una particolare longevità dei vini prodotti.
IL 2018
fu un’annata eccezionale con una quantità di uva raccolta che segnò indici record. Per questo il calo quantitativo di quest’anno non desta particolari preoccupazioni. La vendemmia 2019 si è da poco chiusa in Trentino con un 1820% di materia prima in meno rispetto al 2018 che si traduce in un 5-7% in meno rispetto alla media decennale. Questo il bilancio di alcuni tra i principali protagonisti del comparto vitivinicolo trentino di Confindustria Trento, settore trainante dell’economia agricola della provincia e simbolo di eccellenza del nostro territorio in Italia e nel mondo. Dalle famiglie Lunelli, Pisoni e Togn così come dal presidente dell’Istituto di Tutela Grappa del Trentino Mirko Scarabello si hanno notizie incoraggianti sull’esito della raccolta: una leggera perdita nella quantità ma un'ottima uva da un punto di vista qualitativo.
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“Due fattori hanno giocato a nostro favore: un’acidità piuttosto alta delle uve raccolte e le caratteristiche del nostro territorio”, sottolinea Mirko
Mirko Scarabello
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Scarabello, che esprime così il punto di vista dei distillatori. “L’acidità delle uve di quest’anno – spiega – è mediamente più alta dell’anno scorso. Questo ci fa ben sperare. Ci aspettiamo un’ottima qualità delle grappe. Con questi livelli di acidità sarà favorita la fase cruciale del processo di fermentazione e i lieviti, che possono prendere subito il sopravvento, proteggono la vinaccia dalle aggressioni. Abbiamo aspettative molto alte sul prodotto finale. Per quanto riguarda invece il territorio, possiamo senz’altro affermare che il Trentino gode di caratteristiche privilegiate che si traducono in un valore aggiunto sotto il profilo qualitativo del prodotto e in un vantaggio competitivo sulle altre regioni. Mi riferisco al fatto che, qui, si fa agricoltura di montagna a causa della presenza di molte vallate. A prescindere dagli andamenti climatici delle singole annate, infatti, le valli del Trentino funzionano come grandi pompe di calore: chiamano aria calda durante il giorno dal fondovalle e scaricano aria fredda durante la notte dalle montagne. Questo salto termico, diciamo così, sintetizza gli aromi nelle uve consentendoci di avere una materia prima di eccellenza, particolarmente ricca di sapori e profumi. Questo vale per gran parte dei viticoltori del nostro territorio”. L’ottima acidità per le basi spumanti è confermata anche dalle Distillerie Fratelli Pisoni e dalle Cantine Ferrari. “Siamo contenti della vendemmia”, commenta Elio Pisoni. “A fronte di un calo della quantità, che non ci preoccupa, abbiamo una buona materia prima. Forse non sarà un’annata con picchi di eccellenza, ma senza dubbio non registriamo difficoltà di alcun tipo. La primavera è stata fredda e piovosa e questo ha inciso sulla fioritura. Ma in estate abbiamo avuto giornate asciutte e calde, così come durante la vendemmia, quando il meteo è stato davvero clemente. Gradi ottimi e uva molto sana in cantina. Noi siamo in una zona ventilata che beneficia dell’Ora del Garda. Questo ci favorisce. Siamo soddisfatti della situazione. Anche il mercato sta attraversando un momento molto positivo. Mi riferisco soprattutto al Trento Doc, che si è ritagliato un ruolo
Elio Pisoni
di grande prestigio a livello internazionale nel modo delle bollicine. Dobbiamo esserne orgogliosi. Il Trento Doc rappresenta oggi una bandiera per tutto il nostro territorio. Anche per questo stiamo puntando sull’ultimo nato in casa Pisoni: il Trento Doc Blanc de Noir ottenuto con il 100% di Pinot Nero maturato 28 mesi. Abbiamo appena raccolto le uve per la sboccatura che faremo tra tre anni, nel 2022”. Per Marcello Lunelli sarà “un’annata da 5 stelle: profumi, acidità e zuccheri”. Un bilancio positivo per il vice presidente delle Cantine Ferrari e buone aspettative. “Abbiamo superato alcune difficoltà relative all’andamento climatico – spiega – e siamo molto fiduciosi. Nel mese di maggio si sono registrate temperature molto fredde e questo ha avuto effetti sulla maturazione. Poi, in luglio, Marcello Lunelli
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ci sono stati picchi di temperatura record e una grandinata, dalla quale ci siamo ripresi molto bene. Abbiamo cominciato a vendemmiare il 26 agosto, con quasi dieci giorni di ritardo rispetto alla media. Un ritardo che, normalmente, è sinonimo di qualità. I vini prodotti con le uve di quest’anno avranno un’ottima longevità. Da un punto di vista quantitativo, mi riferisco al comparto Trento Doc, direi che abbiamo raccolto il 7-8% in meno rispetto alla media. Ma fino al 2025% in meno rispetto al 2018, che fu un’annata eccezionale. Se guardiamo però ai nostri vigneti di montagna, quelli alle quote medio-alte, che per noi sono la maggior parte, la diminuzione quantitativa è stata di gran lunga più ridotta. Siamo pertanto molto sereni e stiamo lavorando su tutta la nostra gamma di bottiglie”. Anche per Martina Togn, alla guida dell’azienda vinicola di famiglia Gaierhof, la qualità è buona e c’è fiducia per i prossimi mesi. “Una vendemmia tardiva con un calo quantitativo – commenta – ma con ottimi profumi per i bianchi”. Martina, presidente della Sezione alimentare di Confindustria Trento, sintetizza così l’andamento climatico della stagione. “È stata una vendemmia un po’ tardiva rispetto alla normalità. Siamo partiti con le basi spumanti il 28 agosto con circa una settimana di ritardo. Nelle nostre zone il meteo è stato piuttosto stabile a luglio, mentre maggio e giugno sono stati freddi e piovosi. Non abbiamo patito gelate come nel 2017 ma solo qualche grandinata. A settembre siamo stati invece molto fortunati potendo lavorare bene durante la raccolta.
Le stime quantitative di agosto si sono rivelate diverse rispetto alla realtà, poiché non era ancora chiaro il calo quantitativo a cui stavamo andando incontro. Per alcune varietà, come il Teroldego e il Lagrein, ci sono stati cali molto importanti. Ma possiamo gestire bene la situazione. Per il Traminer, invece, non siamo sicuri che sarà garantito il fabbisogno sufficiente per le cantine. Altre varietà hanno tenuto meglio. Attendiamo i prossimi mesi per avere un quadro definitivo. Il mercato in questo momento è un po’ fermo, poiché stanno tutti cercando di capire se vi saranno o meno aumenti dei prezzi. Gli assaggi sono ottimi e siamo consapevoli di avere una produzione di qualità che attende di essere lavorata”. (adb) Martina Togn
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Frena l’economia anche in Trentino La situazione locale si riconferma tuttavia tra le più positive del Paese: con un tasso di occupazione tra i più alti e un livello di produttività ancora comparabile con quello precrisi.
NEI PRIMI
9 mesi del 2019 l’economia mondiale ha subito una brusca contrazione. I segni positivi del PIL in crescita che ogni trimestre facevano sorridere gli economisti mondiali, sono improvvisamente scomparsi, lasciando dietro di sé del pessimismo. L’economia mondiale è in frenata, lo dimostra il rallentamento dell’attività economia in Cina e delle crisi in diversi paesi emergenti (Turchia, Venezuela, Argentina). Il comparto manifatturiero americano a settembre ha raggiunto i minimi da dieci anni, con un risultato ancora peggiore del previsto. Standard & Poors nel suo report afferma che l’andamento globale dell’indebitamento e dei profitti fa presagire una nuova recessione. Alla frenata della crescita diffusa in tutte le maggiori aree geografiche, si sovrappone una brusca battuta d’arresto del commercio internazionale. Secondo i dati del Central Planning Bureau relativi al secondo trimestre dell’anno, il volume degli scambi mondiali di merci è diminuito dello 0,7%. L’Organizzazione mondiale del commercio ha tagliato le stime per il 2019 di oltre la metà rispetto alle previsioni di aprile, si prevede infatti una crescita degli scambi di appena l’1,2%. In Europa la situazione è molto simile: in Germania, finora considerata locomotiva economica dell’Europa, è stato registrato un netto calo nell’indice Pmi. Le performance tedesche hanno trascinato il resto dell’Eurozona: la crescita del comparto privato nell’area euro è diminuita a settembre al livello più basso dal giugno del 2013. Il deterioramento dell’attuale situazione economica è abbinato all›attuale pessimismo sulle prospettive future, con apprensione in merito alle guerre commerciali (Usa-Cina-Eu) e alle ansie geopolitiche, soprattutto Brexit, esasperando i
Nuovo ingresso nella rete #WelfareTrentino Il progetto #WelfareTrentino, promosso da Confindustria Trento e RetImpresa, continua a raccogliere consensi tra le imprese trentine. Aumenta infatti il numero di aziende che hanno deciso di unirsi alla Rete. Delta Informatica Spa è infatti la 17esima realtà aderente al Gruppo, coordinato da Confindustria Trento. L’azienda, attiva da quasi 40 anni in Trentino Alto - Adige e nel Triveneto nel campo dell’Information Technology e della consulenza aziendale, ha aderito al progetto nel mese di giugno e ha avviato la piattaforma per la gestione dei flexible benefit. A beneficiarne sarà il centinaio di lavoratori di via Kufstein, grazie ai quali il numero di dipendenti complessivamente coinvolti nella rete salirà a più di 5mila. A due anni e mezzo dal lancio del progetto, il nuovo ingresso dimostra ancora una volta il costante interesse, da parte della compagine imprenditoriale trentina, per l’iniziativa sostenuta dall’Associazione.
timori di un peggioramento delle prospettive di crescita economica e delle condizioni future della domanda, sia a livello nazionale che globale. Il deterioramento registrato a settembre è stato causato dal peggioramento della recessione del settore manifatturiero, in particolare nel settore dell’Automotive. In Germania vige la regola dello “schwarze Null”, o pareggio di bilancio, che rappresenta il perno della sua politica fiscale da circa un decennio. Vista la situazione attuale i principali attori dell’economia tedesca, tra cui il Presidente della Bdi
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(Bundesverband der Deutschen Industrie), richiedono di derogare questo principio e di usare lo spazio di manovra tra il pareggio e il “freno al debito” per effettuare investimenti. L’economia italiana è strettamente legata a quella tedesca, con catene del valore intrinsecamente connesse. Il Csc (Centro Studi Confindustria) rivela una diminuzione della produzione industriale del 0,7% in settembre su agosto, quando c’era stato un recupero dello 0,8% rispetto a luglio. Il monitor Intesa Sanpaolo registra un calo di vendite per ben 91 aree produttive italiane. L’elenco dei segni meno è lungo e non potrebbe essere diversamente. Tenendo conto che la Germania rappresenta il primo mercato estero di sbocco, per l’intero made
UX Challenge: la sfida tecnologica di HIT ha un vincitore La sfida tecnologica volta a far dialogare i più promettenti studenti e ricercatori trentini con il mondo dell’impresa locale, ha un vincitore: il team “Yuki”, composto da Maria Teresa Stella, Andela Sitnic, Simona Atanasova, Vesnaa Misic e Mattia Piccinelli, ha saputo rispondere alle esigenze e ai problemi dell’azienda TechnoAlpin con la proposta più interessante e innovativa. UX Challenge è una sfida tecnologica ideata da HIT anche grazie alla collaborazione di Confindustria Trento, finalizzata a far incontrare il mondo della ricerca con quello delle imprese. I migliori talenti del territorio negli ambiti del design, informatica e psicologia si sono infatti sfidati per trovare le soluzioni più avanzate a problemi reali dei prodotti e servizi ideati dalle aziende del territorio. Nell’edizione 2019 HIT ha selezionato 5 prodotti digitali innovativi e interattivi di aziende con sede in Trentino-Alto Adige. Per la risoluzione dei problemi invece, ha coinvolto 50 giovani aspiranti innovatori del territorio esperti in design ed interfacce digitali, e oltre 40 cittadini comuni, che in veste di potenziali utilizzatori finali del prodotto hanno testato in presa diretta il valore pratico di quanto proposto, fornendo suggerimenti e modifiche. La rassegna finale ha avuto luogo nella serata di venerdì 4 ottobre presso il C-Lab di Piazza Fiera a Trento.
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in Italy così come per le sue aree a maggior specializzazione produttiva. Per esempio, in termini di export di componentistica per la automotive, si tratta di oltre quattro miliardi, il 19,3% delle vendite oltreconfine del settore. La frenata del mercato dell’auto registra un calo del 3,2% da gennaio ad agosto, per poi avere un rimbalzo inaspettato nel mese di settembre, che però non inverte il trend in frenata da gennaio a settembre del 1,6% rispetto allo stesso periodo del 2018. Questo andamento ha delle ripercussioni dirette su alcuni comparti trentini, come quello meccanico, tessile e chimico-plastico, che riforniscono i maggiori produttori di auto europei e mondiali. La dinamica del fatturato locale rimane pur sempre positiva ma rallenta arrivando a +1,8%, mentre l’occupazione risulta in lieve contrazione (-0,1%). Ha soffrire maggiormente sono le grandi aziende ad alta internazionalizzazione, penalizzate della frenata degli scambi globali. Le esportazioni trentine rallentano infatti la loro dinamica evidenziando una crescita solo dello 1,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A cascata la Banca d’Italia registra anche una diminuzione degli investimenti locali da parte delle grandi realtà, scoraggiate sia dalla situazione economica ma anche dall’incertezza politica che attanaglia il nostro paese. Si riscopre quindi una situazione imprenditoriale attendista, ma non per questo meno propositiva: vi sono infatti in cantiere proposte di rilancio delle imprese con il coinvolgimento di tutti gli stakeholder locali. In conclusione, possiamo affermare che la situazione locale si riconferma tra le più positive del nostro Paese: con un tasso di occupazione tra i più alti di tutta la penisola (+68,1% contro una media italiana del 59,4%) e un livello di produttività ancora comparabile con quello precrisi. Ma in un mondo che rallenta la sua corsa, anche un’economia solida e resiliente come quella locale, inizia a mostrare i primi segni di debolezza. Sarà importante rimanere uniti e cercare delle soluzioni che prevedano il coinvolgimento di tutti gli attori territoriali al fine di continuare a sviluppare e rilanciare in maniera sostenibile il nostro territorio. (db)
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