AGOSTO | SETTEMBRE 2018 ANNO 59 | N°04
Al riparo dalle sostanze pericolose L’industria trentina pronta alle nuove normative europee Reach e Clp
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sommario
03
editoriale 7
Ideologie e sviluppo economico
aziende
il punto 9
Il futuro del territorio passa per l’impresa
46
Estatica: c'è il nuovo showroom
48
A Rovereto la “fabbrica rinata”
50
Alto know-how per lo stile italiano
speciale assemblea
rubriche
10
Insieme per dire che “L’industria cresce”
12
"Guardare oltre i nostri confini"
20
Nord Est: territori a confronto
22
Plauso a "pionieri" e imprese storiche
copertina
10 speciale assemblea 24 copertina 34 associazione 46 aziende
innovazione 53
IPSP 2018: vince il team di LeMur
55
Ricerca e impresa alleate nell’agrifood
57
Il più grande budget mai stanziato
education 59
24
Salute, ambiente e competitività
28
La soddisfazione degli apripista
30
Quando il Reach è un'opportunità
32
"Ma attenzione ai competitor extra Ue"
lavoro 61
Il procedimento disciplinare
welfare
associazione
53 innovazione
Per una cultura del lifelong learning
62
Due nuove aziende nella Rete #WelfareTrentino
59 education
34
Decreto dignità: il no delle imprese
37
Mobilità: un'opportunità per il territorio
61 lavoro
39
Energia per l’industria sostenibile
41
HR manager in study tour
43
Il cambiamento che fa la sicurezza
63
La California supera il Regno Unito
44
Formazione finanziata, tre i piani in corso
64
Mercati esteri e tutela dalla contraffazione
62 welfare 63 internazionalizzazione
internazionalizzazione
TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2018
04 TRENTINO INDUSTRIALE Anno 59 | N. 4 Agosto – Settembre 2018
Direttore Responsabile
AGOSTO | SETTEMBRE 2018 ANNO 59 | N°04
Alessandro Santini Stefania Segata Roberto Busato Nicolò Andreini Paolo Angheben Pierangelo Baldo Agnese Biasiolli Andrea Marsonet Eduard Martinelli Maria Cristina Poletto Luca Ribaga
Al riparo dalle sostanze pericolose
Redazione
L’industria trentina pronta alle nuove normative europee Reach e Clp
Silvia Bruno Direzione, Redazione e Amministrazione
Palazzo Stella, Via Degasperi, 77 38123 Trento T 0461 360000 | F 0461 933551 Internet: www.trentinoindustriale.com e–mail: trentino.industriale@confindustria.tn.it Progetto grafico
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illustrazione ed elaborazione: GRAFFITI
Comitato di Redazione
PUBBLICITÀ La pubblicità su Trentino Industriale significa: 10 mila copie ogni numero; invio a tutte le industrie aderenti a Confindustria Trento e ad un selezionato elenco di imprese artigiane, turistiche,commerciali e di servizi; invio ai professionisti trentini: ingegneri ed architetti,commercialisti e consulenti aziendali, notai ed avvocati, giornalisti...; invio a università, istituti di ricerca, scuole e centri di formazione professionale;
Editore
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articoli, servizi, firme autorevoli e interviste a personaggi di spicco; presentazione di aziende, loro attività e prodotti ad una vasta e competente platea di lettori; autorevolezza di una voce “targata” Confindustria.
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Autorizzazione del Tribunale di Trento N. 71 del 10 febbraio 1990
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LAVORIAMO PER IL FUTURO
editoriale
07
Ideologie e sviluppo economico Al centro del dibattito nazionale sono tornate finalmente le priorità del sistema economico e produttivo: il lavoro, il fisco, le infrastrutture. Purtroppo, gli esiti delle decisioni, come pure gli indirizzi generali, non sono per niente rassicuranti. Del decreto dignità si è già detto anche troppo: il primo vero atto collegiale del nuovo Esecutivo rende più incerto e imprevedibile il quadro delle regole in cui operano le imprese italiane. Si tratta dell’esatto contrario delle finalità di semplificazione e snellimento burocratico dichiarate dal nuovo Governo all’atto del suo insediamento. Allo stesso modo, siamo allarmati dalle possibili derive del dibattito sulle infrastrutture. Le quali, uso le parole del nostro presidente Boccia, “non sono una questione ideologica". Le arterie internazionali sono in assoluto il vettore necessario della crescita dei territori: favoriscono la circolazione e gli scambi, generano occupazione e concorrono alla competitività. Di più e in particolare: chi conosce in maniera profonda le specificità del sistema industriale italiano e le caratteristiche che ha assunto in questi ultimi anni sa perfettamente quanto lo sviluppo del nostro Paese non possa prescindere dall’alta mobilità. Un passo indietro sulle grandi opere – Tav, Tap, etc… – avrebbe conseguenze disastrose per le prospettive della Penisola. Senza contare l’impatto economico immediato di un’eventuale battuta d’arresto. Ogni giorno che passa è un giorno perduto, eppure il tempo di questa estate è scandito da un tira e molla, quello tra Lega e Cinque Stelle, che sulle grandi opere ha già i tratti di una insanabile spaccatura. E che intralcia il cammino di misure - Flat tax, reddito di cittadinanza, Iva – sulle quali peraltro Confindustria ha già espresso ampie perplessità. Non si tratta di difendere interessi di parte: sono i moti dell’economia reale a suggerire che il sentiment delle imprese e dei loro organi di rappresentanza è un termometro necessario a stabilire quale sia lo stato di salute e quale sia, di conseguenza, la cura. Facciamo la nostra parte, in un rapporto dialettico e costruttivo, valutando i provvedimenti, non i Governi. E ai Governi chiediamo di fare lo stesso sforzo: di uscire dalle ideologie e dalle impostazioni politiciste per trovare soluzioni concrete a problemi che lo sono altrettanto. È la stessa collaborazione che offriamo e chiediamo a livello territoriale. Nel nostro Trentino lo scenario è particolarmente delicato. Con il passare delle settimane, anziché dipanarsi, la matassa delle alleanze preelettorali si va progressivamente ingarbugliando. Avevamo invocato un’assunzione di responsabilità, da parte delle forze politiche, affinché sapessero coalizzarsi intorno a programmi forti e condivisi, capaci di consolidare, anche nella nostra provincia, la ripresa in atto. Ma andiamo, mi pare, nella direzione opposta: sentiamo parlare solo di nomi e persone, e abbiamo perso oramai il conto delle liste. Anche qui, non c’è davvero tempo da perdere. E anche questo non è solo un appello della nostra categoria. Enrico Zobele Presidente di Confindustria Trento
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il punto
09
Il futuro del territorio passa per l’impresa Di recente la nostra Associazione è stata chiamata ad esprimersi, accanto alle altre categorie economiche e parti sociali, sulla manovra di assestamento del bilancio provinciale e sul DEFP (Documento di economia e finanza provinciale), il documento che definisce il contesto macroeconomico e le linee guida per le manovre pubbliche. Abbiamo espresso il nostro apprezzamento per l’impostazione complessiva, pur con qualche distinguo su alcune misure della manovra. Negli ultimi anni, in particolare, abbiamo insistito con il legislatore provinciale affinché maturasse la consapevolezza dell’importanza del settore produttivo per il territorio e ne tenesse conto nella fase di definizione delle leggi di bilancio. Non tanto per portare avanti un’istanza di parte, ma perché siamo convinti che vada nella direzione dell’interesse collettivo. Avere un’economia forte è garanzia della capacità di generare risorse che in buona parte rimangono sul territorio e che servono per mantenere gli elevati standard dei servizi pubblici e sociali che può vantare il Trentino. L’apprezzamento espresso si riferisce alla constatazione che il valore dell’impresa sia riconosciuto dalla manovra, attraverso il mantenimento delle agevolazioni fiscali introdotte negli ultimi anni e l’introduzione di altre misure che dovrebbero contribuire a realizzare un contesto più favorevole all’attività d’impresa. Sarà nostro compito continuare a ribadirlo anche in futuro, considerando che nel prossimo mese di ottobre si eleggerà il nuovo Consiglio provinciale e si formerà il nuovo esecutivo. Ricorderemo ai futuri amministratori provinciali che fare crescere il sistema produttivo locale e contribuire a renderlo più competitivo su una scala globale, equivale a sviluppare un sistema di anticorpi a difesa dello sviluppo e del benessere della comunità locale. Un benessere che non possiamo dare per scontato. L’impresa dovrà restare al centro delle politiche provinciali, di qualsiasi colore esse siano. Ma per poter crescere e svilupparsi, le imprese hanno bisogno di poter operare in un sistema competitivo. Pertanto al futuro Governo provinciale poniamo due sfide principali, in ambito economico: una profonda e incisiva riorganizzazione della pubblica amministrazione in un’ottica business friendly e un’allocazione efficiente delle risorse pubbliche nei settori che sono maggiormente in grado di generare ricadute positive sul piano economico e sociale. È solo così, secondo la nostra visione, che il Trentino potrà rinnovarsi e rafforzarsi per rimanere tra le regioni più competitive dell’Unione Europea. Roberto Busato Direttore Generale di Confindustria Trento
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speciale assemblea
speciale assemblea
Insieme per dire che “L’industria cresce” A inizio giugno l’Assemblea di Confindustria Trento: dedicata alla ripresa economica in atto, l’Assemblea è stata l’occasione per un confronto sulle priorità per il Trentino. servizio fotografico a cura di DANIELE PANATO
SI
è parlato in primo luogo di ripresa economica nel corso dell'Assemblea di Confindustria Trento, a inizio giugno presso il Centro Congressi Interbrennero di Trento. Ad aprire i lavori, la relazione del presidente degli industriali trentini Enrico Zobele, che ha parlato dei rapporti con l’Europa, della situazione politica italiana, dello scenario provinciale. Parlando dei pregi e delle potenzialità dell’industria in Trentino, Zobele ha illustrato le priorità del-
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la categoria: gli investimenti in infrastrutture, la politica fiscale, il credito, le politiche attive del lavoro. All’Assemblea ha portato il suo saluto anche il presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi, che ha ringraziato le imprese rappresentate da Confindustria Trento e ha assicurato che il governo provinciale cercherà di dare continuità alle politiche di carattere fiscale. È poi intervenuto Alessandro Olivi, vicepresidente della Pat e assessore allo Sviluppo Economico, che ha parlato del valore della rappresentanza, ha ricordato l'impegno profuso a favore dell'industria e ha rivolto alle imprese l'appello a farsi interlocutore attivo dei progetti di sviluppo di Agenzia del lavoro. Carlo Carraro, direttore scientifico della Fondazione Nord Est, ha evidenziato i punti di forza del Trentino: capace di crescere,
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nel breve periodo, più delle altre regioni, e capace di affrontare le sfide globali con trasformazioni strutturali. “Negli ultimi dieci anni è evidente un cambiamento nella composizione del sistema produttivo del Trentino, con una riduzione delle attività manifatturiere e una crescita delle attività terziare, sia quelle ad alto contenuto di conoscenza, professionali, scientifiche e tecniche, sia sul fronte dei servizi di alloggio e ristorazione” ha detto Carraro. “ La crescita del lavoro femminile, un sistema scolastico d’avanguardia, anche grazie alla crescita degli Its, investimenti pubblici che hanno avuto un effetto anticiclico, sono tra i fattori più rilevanti per capire la ripresa di oggi e soprattutto la sua sostenibilità nel tempo”. Su questi temi si sono dunque confrontati, intervistati dal direttore del quotidiani Trentino e Alto Adige Alberto Faustini, Nicola Calabrò, amministratore delegato e direttore generale Sparkasse, Rocco Cristofolini, vicepresidente Confindustria Trento, Federico Giudiceandrea, presidente Assoimprenditori Alto Adige e Matteo Zoppas, presidente Confindustria Veneto. Interpellato a proposito delle istanze espresse dagli industriali sul tema del credito Calabrò ha parlato del nuovo ruolo delle banche, e in particolare di quello di una banca territoriale come Sparkasse in Trentino: "La ripartenza si vede – ha detto-, anche in questa provincia, che è certamente più dinamica che in passato". Giudiceandrea ha ricordato i passi della recente industrializzazione dell'Alto Adige e le caratteristiche del sistema imprenditoriale della provincia di Bolzano: gli investimenti in ricerca e sviluppo, l'esplosione delle esportazioni: "Anche l'economia dell'Alto Adige - ha detto - è sostenuta soprattutto dall'industria". Ha tratteggiato i contorni del caso trentino il vicepresidente Cristofolini, che ha parlato di un mix vincente di settori e vocazioni. A proposito del mismatch tra domanda e offerta, ha illustrato il contributo dell'Associazione al dialogo con il mondo della formazione "che deve essere capace di stare ai tempi dello sviluppo tecnologico".
Carlo Carraro
Il ruolo del sistema e della rappresentanza confindustriale per lo sviluppo di piani di crescita a lungo termine è stato rimarcato da Zoppas: "Mai come in questo momento - ha precisato - abbiamo avuto bisogno di un'inversione di tendenza rispetto alle resistenze che ci impediscono di fare impresa: noi imprenditori ci siamo creati una fama nel mondo e per mantenerla dobbiamo essere liberi di lavorare". Nel corso dell’evento, l’Assemblea ha approvato all’unanimità il bilancio consuntivo 2017 illustrato dal direttore generale Roberto Busato: l'esercizio si è chiuso con un risultato positivo. L'appuntamento è stato anche l'occasione per le consuete premiazioni: delle aziende iscritte da più di 50 anni e degli imprenditori “over 75” ancora oggi in attività. L'Assemblea ha infine reso omaggio a La Sportiva, che ha celebrato nelle scorse settimane il suo novantesimo anniversario.
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12 speciale assemblea
"Guardare oltre i nostri confini" Pubblichiamo il testo integrale della relazione del presidente di Confindustria Trento Enrico Zobele: i rapporti con l'Europa, la situazione politica italiana e lo scenario trentino tra i temi in evidenza.
AUTORITÀ,
colleghe e colleghi, gentili ospiti, ho voluto iniziare questa nostra Assemblea con l’inno nazionale e un richiamo all’Europa perché ritengo che sia il momento di appellarsi a questi valori comuni. I temi dell’Europa, in particolare, difficilmente entrano nel dibattito delle campagne elettorali italiane. Questa volta si è parlato di Europa, ma solo in negativo, per scaricare le colpe dei mali nazionali sul processo di integrazione europea. “Per essere italiani nel mondo, dobbiamo essere europei in Italia”. Facciamo nostro il pensiero di Giovanni Agnelli, perché chi fa industria sa bene che senza il progetto europeo molto probabilmente oggi l’Italia non sarebbe la seconda manifattura in Europa e la settima al mondo. L’Europa è il nostro mercato domestico ed è la base comune su cui lavorare per andare nei mercati del mondo. Con equilibri internazionali in evoluzione sempre più rapida – pensiamo a quanto deciso questa mattina a Singapore da Stati Uniti e Corea del Nord –, con la crescita di potenze economiche come la Cina e gli altri Paesi emergenti, per non parlare dei recenti dazi introdotti dagli Stati Uniti – non solo su acciaio e alluminio, visto che ora il
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rischio è che siano estesi ad altri settori come quello dell’automotive – sarebbe impensabile confrontarsi da soli per negoziare e fare rispettare regole comuni per il commercio mondiale. Così come sarebbe impensabile contare sulle svalutazioni della moneta nazionale per dare slancio alla competitività dei prodotti nazionali. Ci ricordiamo ancora le svalutazioni della Lira italiana, che favorivano temporaneamente le esportazioni ma avevano effetti negativi sul medio-lungo termine. Non dimentichiamo il periodo in cui abbiamo avuto tassi di interesse a doppia cifra! In questo momento delicato per il Paese, dobbiamo inquadrare nella cornice giusta quanto sta accadendo. Dobbiamo distinguere la questione italiana, che dipende da noi, dalla questione europea, senza usare quest’ultima come alibi per non affrontare la prima. La situazione politica italiana ci preoccupa. Ringraziamo il Presidente della Repubblica per avere gestito con saggezza e fermezza lo stallo politico che si era venuto a creare. Oggi abbiamo un Governo, adesso speriamo che dopo tante parole si passi ai fatti. Da parte nostra seguiremo con attenzione e spirito critico le decisioni del nuovo Esecutivo, perché anche noi imprenditori siamo chiamati a dare il nostro contributo, attraverso l’attività delle nostre aziende che contribuisce a fare crescere e progredire il nostro Paese. Come ci ha ricordato il presidente Boccia all’Assemblea di Confindustria tre settimane fa, “la forza, la determinazione, la volontà che mettiamo nel guidare le nostre imprese, anche e soprattutto in momenti difficili, ora dobbiamo metterle al servizio del Paese”. L’Europa ha senz’altro bisogno di grandi riforme, ma l’Italia deve contribuire a realizzarle dall’interno. Abbiamo pieno titolo per farlo, da Paese fondatore. L’Europa deve agire unita e l’Italia deve fare sentire la sua voce a Bruxelles. L’Europa è la nostra casa comune. L’Italia vince e avanza con l’Europa e dentro l’Europa. A questo proposito, guardiamo con attenzione alle elezioni eu-
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Enrico Zobele
ropee che si terranno tra meno di un anno, nel il progressivo venir meno delle politiche ultra maggio 2019. espansive della Banca Centrale Europea potrebbe Sarebbe veramente importante che il Trentino ri- rendere più costoso il finanziamento del debito, uscisse ad avere un proprio rappresentante a Bru- sia pubblico che privato. xelles e Strasburgo. Sono 15 anni che non abbiamo Teniamo presente che abbiamo un debito pubpiù un trentino come membro del Parlamento blico di 2.300 miliardi di euro, che oggi ci costaEuropeo. no 63 miliardi all’anno di interessi, e che ad ogni L’appello che facciamo alla politica è di riportare innalzamento di un punto del tasso di interesse il confronto in un alveo di civiltà e correttezza lo Stato paga 20 miliardi di euro aggiuntivi, toistituzionale. Il Paese ha bisogno di soluzioni, non gliendo così risorse alle politiche per la crescita. di conflitto tra istituzioni. Se non riduciamo questo debito, temo che sarà Abbiamo bisogno di un Governo stabile e piena- difficile introdurre la flat tax in maniera sostenimente legittimato, che lavori per la crescita e la bile.All’incertezza della fase politica nazionale, in coesione sociale. Trentino viviamo anche quella relativa alle prosDobbiamo riportare al centro del dibattito la que- sime elezioni regionali. Lo scenario a livello lostione industriale. cale è tutt’altro che definito, sia per i programmi Dobbiamo finirla con i proclami e agire al più che per quanto riguarda le alleanze tra i partiti e presto con concretezza e senso di responsabilità. i leader che guideranno le coalizioni. Del resto la ripresa in Italia è ancora fragile. Nel pri- Ci preoccupa il fatto che finora abbiamo sentito mo trimestre si sono intravisti segni di rallentamen- parlare tanto di nomi e quasi nulla di programmi to della crescita mondiale. Ad aprile, secondo l’Istat, o di visioni per il futuro del Trentino. la produzione industriale è calata dell’1,2% su marzo. Aggiungo un’ulteriore fonte di preoccupazione. Le tensioni nell’ambito del commercio internazio- Se a livello nazionale abbiamo già visto che il nale per l’Italia, tra i principali Paesi esportatori sistema tripolare ha portato alla situazione che al mondo, possono portare a un ulteriore rallen- tutti conosciamo, parlare di quattro poli in Trentamento, penalizzando le nostre imprese. Inoltre tino personalmente mi fa rabbrividire.
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14 speciale assemblea
L’indagine della Camera di Commercio di Trento Le imposte versate dall’industria trentina ammonsul primo trimestre 2018 segnala un rafforzamento tano a più di 200 milioni di euro l’anno, una somdella ripresa in Trentino, con un fatturato com- ma analoga allo stanziamento del bilancio provinplessivo delle imprese in crescita del 6,2% rispetto ciale per la politica di assistenza pubblica. al primo trimestre dello scorso anno. Tra i settori, Bisogna che anche le aziende trentine si diano ula trainare la ripresa è il manifatturiero, con un fat- teriormente da fare per crescere e migliorare la proturato in crescita del 10%. Anche il comparto edile, pria competitività. In Trentino vantiamo diverse che finora aveva sofferto più degli altri, mostra leadership in molti settori, ma sono convinto che una ripartenza dell’attività. ci siano altrettante potenziali leadership inespresse. L’economia provinciale cresce soprattutto grazie Non dobbiamo accontentarci delle piccole rendite a una dinamica delle esportazioni estremamente di posizione acquisite. Dobbiamo investire in inpositiva. I dati Istat sulle esportazioni regionali novazione, espanderci nei mercati mondiali e crediffusi oggi indicano un aumento dell’export tren- scere per sostenere la competizione internazionale. tino del 4,2% nel primo trimestre 2018, rispetto Nelle ultime settimane abbiamo festeggiato alcuallo stesso periodo dell’anno scorso, superiore al ni importanti anniversari aziendali. Si tratta di dato del Nord Est (+4%) e alla media nazionale aziende familiari, fondate da persone sicuramen(+3,3%). L’Alto Adige accelera più di noi, con un te coraggiose, ma senza particolari disponibilità aumento del 5,7%. finanziarie iniziali o sostegni di alcun tipo, che Ricordiamo anche che 10 anni fa il volume dell’ex- oggi sono diventate imprese medio-grandi che si port trentino era analogo a quello dell’Alto Adige, sono ritagliate una posizione di primo piano sui mentre oggi è sceso al 75%. mercati di tutto il mondo. Le buone performance congiunturali, di cui ci Sono storie che tutti possono prendere ad esemcompiacciamo, non ci esimono però dal ricordare pio. Oggi ci sono maggiori possibilità e opportuniche il nostro PIL pro capite negli ultimi anni è tà rispetto a un tempo, a cominciare dal supporto cresciuto a una velocità inferiore a quella di altre che può dare un’associazione di categoria come regioni europee analoghe al Trentino. Non stiamo la nostra. parlando della Baviera o del Rhône-Alpes, ma è Allo stesso modo negli ultimi anni si sono insesufficiente confrontarci il vicino Alto Adige, il Ve- diate alcune imprese provenienti da fuori proneto o il Tirolo per capire che stiamo perdendo vincia – quali Mariani Omr, Bonfiglioli, Fly, Dr velocità. Stiamo viaggiando più lentamente anche Schär – le quali stanno contribuendo non solo della media europea: di questo passo, tra meno a fare crescere l’indotto, ma soprattutto a svilupdi dieci anni, saremo al livello medio del Pil pro- pare una mentalità imprenditoriale che forse in capite dell’Unione Europea a 28 membri. Trentino non è così forte come altrove. Serve una scossa. Gli imprenditori devono avere l’ambizione di Bisogna diffondere la consapevolezza che occorre crescere e di porsi sempre nuove sfide. fare crescere il Prodotto interno lordo, se vogliamo Come dice David Copperfield: “Remember to mantenere i livelli di benessere ai quali il Trenti- fight for your dreams. Live the impossible”. no si è abituato negli ultimi decenni. Vogliamo ribadire anche in questa occasione l’imMa è anche necessario che sia chiaro a tutti che portanza del settore industriale per il Trentino. questa crescita non può provenire che dal settore Un terzo del Pil provinciale è creato dal settore produttivo, il quale contribuisce al PIL provincia- industriale. le e al bilancio della Provincia attraverso le tasse Un occupato su tre lavora nell’industria e il 90% che le imprese pagano direttamente e attraverso dei contratti sono a tempo indeterminato. Quindi, gli stipendi versati ai lavoratori, che a loro volta oltre a garantire elevati livelli di occupazione, il generano imposte e consumi. nostro comparto offre anche stabilità alle famiglie.
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15 speciale assemblea
Su 16 Comunità di Valle del Trentino, 11 hanno Dobbiamo anche imparare a fare più gioco di l’industria come primo datore di lavoro, anche squadra, sia all’interno della nostra categoria che quelle ad apparente vocazione turistica o agricola. tra settori diversi. Penso all’Alto Adige, dove rieCon questo non vogliamo rivendicare il primato scono a valorizzare il “Made in Südtirol” tutti indel comparto industriale sugli altri. La nostra eco- sieme: industria, commercio, turismo, agricoltura. nomia si è sempre basata ed è sempre cresciuta su In Trentino abbiamo ancora molto da fare, ma un mix equilibrato di settori ed è bene che conti- non è mai troppo tardi per iniziare a lavorarci nui a svilupparsi lungo questa direttrice. assieme. Però vogliamo richiamare l’attenzione sul ruolo di Al momento è difficile ipotizzare scenari relativi un settore che troppo spesso è oggetto di attacchi alle prossime elezioni provinciali in Trentino. Ma, e luoghi comuni. vista la complessità che si è venuta a creare sul Le fabbriche sono luoghi di innovazione, di cresci- piano nazionale dopo le elezioni del 4 marzo e ta professionale, di contatti internazionali. considerando gli orientamenti attuali dei partiti Il nostro sistema produttivo è fortemente impe- provinciali in tema di alleanze, non è difficile gnato sui temi della sostenibilità e dell’economia prospettare un orizzonte ancora più incerto. circolare. È un settore che può dare un contributo Mentre la politica trentina procede divisa, come importante al territorio su queste tematiche, e non possiamo constatare quotidianamente dalla solo su queste. stampa locale, le associazioni di categoria degli
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Roberto Busato
imprenditori hanno deciso di dare un segnale di compattezza. Nelle ultime settimane ci siamo incontrati con i colleghi Presidenti delle altre associazioni – che ringrazio per la disponibilità, per la collaborazione e per essere presenti oggi – per confrontarci sulla riattivazione del Coordinamento imprenditori. Abbiamo anche deciso di lavorare assieme a un documento che presenteremo ai candidati delle elezioni provinciali, che conterrà le nostre proposte per il Trentino. Voglio però approfittare della presenza dei rappresentanti della Giunta provinciale e del Consiglio provinciale per richiamare alcuni dei temi che stanno maggiormente a cuore a Confindustria Trento. Il Trentino ha bisogno di riprendere una programmazione degli investimenti in infrastrutture – materiali ed immateriali – per ammodernare la rete viaria ed effettuarne una costante manutenzione. L’opera più importante che sta interessando il Trentino è senza dubbio la ferrovia del Brennero con la realizzazione del tunnel di frontiera. Ma il
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tunnel non è la sola opera di questo grande progetto. C’è infatti la possibilità di definire insieme – istituzioni, cittadini e attori dell’economia – una riqualificazione urbanistica delle città di Trento e Rovereto grazie alle opere funzionali alla realizzazione del tunnel. Lunedì prossimo ne parleremo in un convegno che abbiamo organizzato con la presenza del Commissario straordinario per le opere del Brennero Ezio Facchin. Ci riferiamo all’interramento della ferrovia, agli scali e alla ridefinizione del contesto urbano in un’ottica di migliore integrazione tra ferrovia e città, riducendo al tempo stesso l’impatto della prima sulla seconda. Voglio sottolineare che si tratta di opere che andranno a migliorare la qualità della vita soprattutto di chi vive in questo territorio, non tanto di chi lo attraversa. Apprendo con una certa preoccupazione che una forza politica che si candida a governare il Trentino dal prossimo autunno ha già presentato il proprio programma in tema di trasporti, basato su una serie di “NO” alle opere di cui ha più bisogno la nostra provincia, a cominciare dal tratto ferroviario ad alta capacità e alta velocità del Brennero, per arrivare a bloccare anche tutta una serie di opere di viabilità interna. Il potenziamento della ferrovia del Brennero consentirà, tra le altre cose, il modal split con l’integrazione dell’intermodalità per il trasporto merci. Da anni insieme ai colleghi dell’Assoimprenditori Alto Adige, nell’ambito della Confindustria regionale del Trentino-Alto Adige, ripetiamo che i blocchi ai Tir imposti dall’Austria servono a poco, perché il trasporto merci su gomma ad oggi non ha una reale alternativa su rotaia. Lo abbiamo ribadito anche pochi giorni fa con un comunicato stampa. I treni sono insufficienti e la rete ferroviaria non è adeguata. Per questo il potenziamento della tratta del Brennero è un’opera di vitale importanza per il nostro territorio! Apprendo con piacere che il Ministro alle Infrastrutture Toninelli abbia comunicato poco fa l’intenzione di sottoscrivere il memorandum of un-
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derstanding del Brenner Meeting che si è tenuto Inoltre è necessario potenziare l’attività di maquesta mattina a Bolzano, nonostante non abbia nutenzione delle strade e delle opere collegate partecipato all’incontro. (ponti, ecc.) che, soprattutto nelle valli periferiche, Finora abbiamo parlato di opere che saranno talvolta si trovano in situazioni di degrado o, di pronte – nella migliore delle ipotesi – tra 10 anni, mancato ripristino in seguito a danneggiamenti, ma non perdiamo di vista tutte le altre opere via- per i mancati investimenti delle amministraziorie, interne e transregionali, che le categorie eco- ni provinciali o locali. nomiche chiedono da troppo tempo: Valdastico, Auspichiamo che possa riprendere al più presto Loppio-Busa (i cui lavori sono stati finalmente anche il progetto del Not il quale, se mai partirà, avviati), messa in sicurezza della circonvallazio- nascerà già vecchio di dieci anni. ne di Trento, elettrificazione della ferrovia del- Tra le opere infrastrutturali fondamentali per la la Valsugana (sulla quale siamo in ritardo di 20 competitività delle imprese trentine c’è anche anni), terza corsia dinamica dell’Autostrada del la fibra ottica. La dorsale è stata completata, ma Brennero, ecc. le aziende lamentano difficoltà nel completaSu quest’ultima si innesta una partita delicatissi- mento dell’ultimo miglio o in ogni caso l’elevama per il Trentino: quella della concessione per to costo dell’infrastruttura per collegare la sede l’A22. Confidiamo nel nuovo Governo naziona- aziendale. le, perché è davvero strategica per poter gestire i Alle imprese serve maggiore velocità di downloflussi in un’ottica di efficienza e sostenibilità. È ad e soprattutto upload, per poter utilizzare apurgente chiudere la partita perché è da quattro pieno tecnologie che ormai sono lo stato dell’arte anni che gli investimenti sono fermi. (cloud, virtualizzazione, ecc.).
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Le decisioni che il Governo nazionale prenderà in rivando alla costituzione di un unico consorzio materia di politica fiscale influenzeranno il margi- fidi per le imprese trentine. ne di manovra che avremo a livello locale. In tema di collocamento dei lavoratori, le aziende Nel complesso mi sento di dire che, per quanto ri- ci segnalano una forte difficoltà nel reperimento guarda le ultime Finanziarie provinciali, abbiamo delle risorse umane, da quelle maggiormente quaapprezzato gli sforzi della Provincia per evitare di lificate a quelle con profili di base. Consideriamo aumentare la pressione fiscale sulle imprese inter- ancora insufficienti gli investimenti provinciali venendo sulla componente locale dell’IRAP. nelle politiche attive del lavoro e nei servizi per Chiediamo però che sia ridotta l’aliquota IMIS e l’impiego. che sia estesa la platea di aziende beneficiarie. Nel- Serve una regia forte di Agenzia del Lavoro nell’ale ultime Finanziarie provinciali, abbiamo ottenuto nalisi dei fabbisogni occupazionali e nell’incrocio una riduzione per alcune categorie di imprese. Ora di domanda e offerta di lavoro, anche attraverso si tratta di applicare una maggiore equità di trat- percorsi di riqualificazione che consentano un ratamento, soprattutto tra imprese di settori diversi pido reinserimento dei disoccupati. che sono sottoposte a regimi fiscali diversi. È anche Allo stesso modo sarebbe auspicabile una regia una questione di condizioni di competitività delle unica – che non può che essere incardinata nella nostre imprese nei confronti dei concorrenti delle stessa Agenzia – per le politiche a supporto di ocaltre regioni, italiane ed europee. cupazione giovanile, donne e over 50 e per il coorLa crescente domanda di finanziamento del setto- dinamento delle misure per i lavori socialmente re produttivo a livello locale non è adeguatamente utili (Progettone, Intervento 19, BIM). sostenuta dal sistema del credito. È pertanto ne- Un maggiore coordinamento è necessario anche a cessario promuovere nuovi strumenti di suppor- livello di strutture provinciali, per quanto riguarto alla patrimonializzazione delle imprese e alla da le politiche che impattano sul lavoro e sulla finanza aziendale, aggiuntivi a quelli del canale formazione: sviluppo economico, lavoro, welfare, bancario. istruzione e ricerca. Siamo anche preoccupati per la mancanza di ban- La forte accelerazione che stiamo registrando, anche territoriali e per l’ultima uscita del Ministro che nel sistema produttivo trentino, nel processo Fraccaro che vuole mettere in discussione il proget- di digitalizzazione delle imprese definito “Induto di aggregazione del credito cooperativo. Il rap- stria 4.0” sta accentuando il gap tra le competenze porto della Banca d’Italia sull’economia del Trenti- che le aziende cercano nel mercato del lavoro e no-Alto Adige, che sarà presentato domani, lancia quelle in possesso dei lavoratori e dei neo diploun messaggio molto chiaro a questo proposito. mati. Servono nuove competenze e serve un loro Il documento rileva che l’espansione dei prestiti continuo aggiornamento. Ciò rappresenta anche alle imprese e alle famiglie in Trentino è stata una straordinaria occasione di crescita e di rilansostenuta dalle grandi banche con sede al di fuori cio dei percorsi lavorativi dei singoli, se adeguatadella provincia, a fronte di un nuovo calo per le mente accompagnati. banche di credito cooperativo locali. Alla luce di queste considerazioni, sollecitiamo un In Alto Adige, invece, la crescita dei prestiti è sta- raccordo più stretto tra politiche del lavoro e polita più intensa per le Raffeisen e le banche locali tiche per la formazione. altoatesine, soprattutto nei confronti delle piccole Inoltre è necessario investire su un sistema di e medie imprese. certificazione delle competenze che consenta una Un ruolo importante nel sostegno ai progetti di riconoscibilità e spendibilità sul mercato di skills investimento delle aziende lo possono giocare i acquisite attraverso la formazione permanente e Confidi. A livello locale riteniamo sia arrivato il iniziative ad hoc promosse da soggetti pubblici momento di ragionare in un’ottica di sistema, ar- o privati.
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In serata, l'esibizione dei giovani musicisti del Conservatorio Bonporti
Serve inoltre che la scuola trasmetta ai giovani discuteremo con i colleghi delle altre categorie, i valori dell’impresa e dell’imprenditorialità. In per arrivare a una proposta comune che, naturalTrentino c’è una cultura ancora troppo ostile mente, terrà conto delle diverse prospettive. all’impresa, in particolare a quelle manifatturiere. Questo è anche l’invito che facciamo alla poliAi giovani va insegnata la cultura d’impresa, sia tica, a cominciare da questa fase di campagna come futuri imprenditori che come collaboratori elettorale in cui i partiti faticano a fare sintesi delle aziende. all’interno delle coalizioni, perché nessuno vuole In questo la nostra Associazione – a partire dall’i- fare un passo indietro e rinunciare alla propria niziativa “Il banco in fabbrica” degli anni 70, centralità. fino ad arrivare ai progetti attuali come “Eureka! Il 21 ottobre si decideranno i prossimi 5 anni del Funziona!” e “Tu Sei” – si è sempre spesa per nostro territorio. Chi verrà eletto avrà responsafare conoscere le imprese ai giovani e aprirle al bilità importantissime. territorio. Auspichiamo che il futuro Governo provinciale La semplificazione amministrativa è la priorità sappia ascoltare e recepire le istanze del monper le imprese. Lo ripetiamo ogni anno alle audi- do economico, con il quale dovrà instaurare un zioni del Consiglio provinciale in occasione del confronto costruttivo per rilanciare la crescita a dibattito sulla Manovra finanziaria. beneficio di tutta la comunità. Finora sono stati fatti piccoli passi in avanti, ma Il nostro invito è anche quello di alzare la testa e non ancora sufficienti. guardare oltre i nostri confini. Non si tratta solo di ridurre il numero delle pro- Per questo abbiamo invitato i colleghi dell’Alto cedure e la documentazione richiesta, è necessa- Adige e del Veneto, che ringrazio, per un conrio un cambio di mentalità. Per questo ritengo fronto dal quale potranno emergere idee da cui che sarebbe utile avviare un processo di rinno- prendere spunto e progetti da condividere. vamento della classe dirigente provinciale, come A tutti auguro buon lavoro. facciamo puntualmente noi nelle nostre aziende. Questa è la nostra idea di Trentino del futuro. Questi sono i temi principali che metteremo sul tavolo del Coordinamento imprenditori e che
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Nord Est: territori a confronto “Per uscire dalla crisi, abbiamo tutti dovuto imparare cose che non sapevamo fare”: così il vicepresidente Cristofolini ha suscitato l’applauso convinto dell’Assemblea. di PAOLO ANGHEBEN, area Diritto d'impresa di Confindustria Trento
È IL MOMENTO
Rocco Cristofolini
in cui far convergere diverse prospettive e distinti angoli visuali sul tema posto al centro dell’Assemblea: alla tavola rotonda animata da Alberto Faustini. Direttore dei quotidiani Trentino e Alto Adige, il presidente di Confindustria Veneto Matteo Zoppas ha portato il contributo del Sistema di Confin-
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dustria del Nord-Est. “Se il Nord-Est è ancora un valido orizzonte strategico per le rappresentanze delle imprese – ha detto -, v’è un progetto che in tempi recenti ha riunito tutti gli attori del vasto ambito territoriale creando un forte elemento di coesione interna: questo è ciò che ha consentito il rilancio con nuovi assetti della Fondazione Nord-Est. Sullo sfondo rimane comunque in campo l’Europa che, nonostante alcune riconosciute criticità, resiste come idea ed è ancora forte come istituzione”. Al Trentino Zoppas ha confessato di associare quasi naturalmente l’idea di autonomia in senso virtuoso, a voler significare efficacia delle istituzioni, efficienza della macchina amministrativa, credibilità e concretezza nell’azione. Federico Giudiceandrea, presidente di Assoimprenditori Alto Adige, ha posto invece l’accento sul processo di nuova industrializzazione che negli ultimi vent’anni ha investito la provincia appena più a nord della nostra, facendo dell’Alto Adige un esempio di dinamismo in controtendenza. La propensione soprattutto dei soggetti privati ad investire significativamente in ricerca e sviluppo spiega l’esplosione dell’export altoatesino che negli ultimi anni è sostanzialmente raddoppiato. Oggi l’Alto Adige rappresenta la regione rurale con il più alto Pil in Europa. Ha portato la prospettiva delle banche e dell’istituzione del credito Nicolà Calabrò, direttore di Sparkasse, che sottolinea come le banche debbano cambiare in perfetta sincronia con le imprese di cui vorrebbero essere partner strategico. Sparkasse persegue non da oggi un disegno che la proietta come banca di sistema, di territorio e per le famiglie. “La nostra banca – osserva Calabrò – crede fermamente nello sviluppo del Trentino, si pone al fianco dell’Organizzazione degli industriali trentini e registra una domanda di nuovi investimenti in ambito locale che fino a poco fa non emergeva in alcun modo”. Il vicepresidente di Confindustria Trento Rocco Cristofolini ha esordito riconoscendo come la Provincia autonoma sia un player importante del territorio su moltissimi fronti. “Il sistema pubblico rappresenta un interlocutore naturale delle imprese che rivendicano il peso significativo dell’industria trentina in
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termini di Pil e di occupazione: nel caso nostro si tratta di industria poco invasiva, che magari si fa notare poco, ma il contesto locale è terra di grandi eccellenze imprenditoriali”. Nelle considerazioni di Cristofolini vi è stato altresì spazio per un cenno al tema della formazione e alla connessa esigenza di riorientare il sistema della formazione verso il fabbisogno delle imprese; l’accento è caduto altresì sulla fase di rivoluzione tecnologica e digitale in cui tutti siamo immersi con tempi di risposta alle domande che sono quelli di whatsapp e con possibilità tollerata di errore estremamente esigua. Faustini ha dunque incalzato il presidente Giudiceandrea sul tema scottante dei flussi migratori e della forza lavoro: lo stesso Giudiceandrea ha ammesso l’esistenza di un problema relativo alla forza lavoro in Alto Adige che è ulteriormente enfatizzato dall’assenza di una grande Università come quella di Trento in grado di creare profili professionali di standard elevato. “Si tratta – ha rilevato – di indurre un netto cambio di mentalità per creare le condizioni idonee ad accogliere persone e professionalità non autoctone, ad esempio tramite l’avvio di politiche sulla concessione di abitazioni in affitto per i lavoratori trasferitisi in Alto Adige”. In chiusura della propria testimonianza, Calabrò ha impegnato il sistema del credito in progressive semplificazioni istruttorie e nell’introduzione di premialità per qualificare anche sui tempi di risposta la propria strategia di affiancamento alle imprese. L’ultima parola della tavola rotonda è stata del vicepresidente Cristofolini, che si è soffermato – sollecitato dal moderatore – sulla cosiddetta “crisi dei corpi intermedi” per dire che insieme non
solo si può, ma si deve agire e che quindi la rappresentanza è oggi più che mai indispensabile. Il territorio offre l’immagine di tante realtà imprenditoriali diverse e compito della loro organizzazione di rappresentanza è anche quello di fare da pungolo alla politica e alle istituzioni. Osserva Cristofolini: “Se c’è cenno di ripresa è perché tutti hanno fatto enormi sacrifici. Per lasciarci la crisi traumatica degli ultimi anni alle spalle dobbiamo continuare a correre e per fare questo il territorio ha bisogno di tutte le sue componenti: credito, Pubblica Amministrazione, imprese. Non possiamo pensare di essere fuori dalla crisi perché già si intravedono segnali di rallentamento e ricordiamoci che il livello del PIL non ha ancora raggiunto quello immediatamente pre-crisi del 2008. Occorre che costruiamo basi e prospettive molto solide per far sì che il percorso intrapreso sia irreversibile verso il rilancio e la ripresa”.
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Plauso a "pionieri" e imprese storiche Nel corso dell’Assemblea di inizio giugno anche le consuete premiazioni: delle aziende iscritte da più di 50 anni e degli imprenditori “over 75” ancora in attività. E un riconoscimento speciale.
Aziende iscritte da più di 50 anni
Imprenditori “over 75” ancora oggi in attività
Arti Grafiche Saturnia Sas
Giorgio Benassi - Benassi Srl
Imprenditori “over 75” ancora oggi in attività
Imprenditori “over 75” ancora oggi in attività
Remo Cappelletti - Cappelletti Srl
Maria Fronza - Unionporfidi Srl
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Imprenditori “over 75” ancora oggi in attività
Imprenditori “over 75” ancora oggi in attività
Simone Longo - Sit Bellamonte Spa
Paolo Pedrotti - Pedrotti Spumanti Di Pedrotti Paolo Sas
Imprenditori “over 75” ancora oggi in attività
Anniversari speciali: un premio ai 90 anni
Giuseppe Simonetti - Elicampiglio Srl
Lorenzo Delladio - La Sportiva spa
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Salute, ambiente e competitività Reach: i risvolti per le imprese con la piena applicazione del Regolamento Ue. A giugno il convegno organizzato dall’Ordine dei Chimici in collaborazione con Confindustria Trento. di NICOLÒ ANDREINI, Assoservizi Confindustria Trento
IL PRIMO
giugno 2007 l’Unione Europea ha adottato il più corposo dei suoi Regolamenti, il Reach (acronimo di Registration, Evaluation, Authorisation and restriction of Chemicals). Dopo 12 anni, il 1° giugno 2018, è entrato pienamente in vigore, dispiegando i suoi effetti in particolare sulle attività industriali. Il Regolamento produce obblighi, responsabilità e controlli, in capo a produttori, importatori e utilizzatori di sostanze chimiche, in quanto tali o inserite in miscele o articoli e non necessariamente qualificate come “pericolose”. Non si tratta, quindi, soltanto di sostanze complesse o utilizzate nei processi industriali, ma anche di quelle adoperate quotidianamente, ad esempio in detergenti, vernici e presenti in articoli come abiti, mobili, elettrodomestici, ecc.
Parole chiave: il Reach Il Reach definisce le procedure (per l'acquisizione e la valutazione dei dati sulle proprietà e sui pericoli) da adottare sia per l’aggiornamento continuo delle informazioni relative alle sostanze chimiche già sul mercato, sia per la creazione dei database riguardanti gli eventuali rischi per la salute umana e per l’ambiente per le nuove sostanze che vengono nel tempo immesse sul mercato europeo. Il regolamento presenta evidenti criticità per le attività industriali perché attribuisce responsabilità in termini di corretta identificazione dei rischi e definizione dei criteri di gestione della sicurezza delle sostanze che vengono prodotte e/o commercializzate nell’Unione europea, compresa l’informazione dovuta agli utenti relativa dalle misure precauzionali da seguire. TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2018
Il Reach, quindi, interessa e coinvolge la maggior parte delle imprese europee – anche quelle appartenenti a settori lontani dalla chimica – a seconda del ruolo che queste hanno nella gestione delle sostanze: “produttore”, cioè l’azienda che produce sostanze chimiche; “importatore”, cioè chi acquista sostanze, miscele o prodotti al di fuori dell’Ue o del See; “utilizzatore”, cioè la maggior parte delle aziende che usa sostanze chimiche, a volte senza rendersene conto. Da ciascuno di questi ruoli derivano precise responsabilità in capo alle imprese. L’Helpdesk apposito del Ministero dello Sviluppo Economico fornisce informazioni e assistenza negli adempimenti richiesti dal Reach. Il Regolamento, infine, definisce procedure di registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione di tutte le sostanze chimiche presenti ed utilizzate in Europa. L’ultima fase di registrazione si è conclusa il 31 maggio scorso, per complessive 21.551 sostanze registrate e catalogate per proprietà chimiche, fisiche e tossicologiche presso l’Agenzia Europea per le sostanze chimiche (Echa). Le sostanze che non sono state catalogate, non potranno più essere fabbricate o importate in Europa, se non per un quantitativo inferiore a 1 tonnellata all’anno. È evidente quanto tali restrizioni impatteranno immediatamente su forniture e processi industriali. Accanto al Reach, il Regolamento CLP del 2008 (acronimo di Classification, Labelling and Packaging of substances and mixtures) prescrive l’obbligo per i produttori, gli importatori e gli utilizzatori, di classificare, etichettare ed imballare sostanze e miscele chimiche immesse sul mercato europeo, in classi di pericolo secondo criteri armonizzati anche sulla base di un inventario delle classificazioni.
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Ph. Niccolò Caranti
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I due Regolamenti Reach e Clp stabiliscono dunque obblighi e responsabilità stringenti in capo alle imprese e aprono la strada a controlli sempre più serrati da parte delle autorità preposte alla tutela della salute e dell’ambiente in Europa, prevedendo sanzioni rilevanti. Al fine di identificare prescrizioni, vincoli e soluzioni della normativa e renderne informata e consapevole l’industria trentina, l’Ordine Regionale dei Chimici del Trentino Alto-Adige ha organizzato, il 22 giugno scorso presso il Muse di Trento, in collaborazione con l’Associazione e con Assoimprenditori Alto-Adige, il convegno regionale “Salute, ambiente e competitività: il ruolo della chimica”. L’evento, promosso nell’ambito dell’attività della Sezione Chimica, Vetro, Gomma, Plastica di Confindustria Trento, si è articolato in una sessione plenaria ed in 3 workshop di approfondimento ed ha ospitato 180 partecipanti. La sessione plenaria è stata introdotta da Fabrizio Dematté, direttore scientifico del convegno e esponente dell’Ordine regionale dei Chimici, da Riccardo Ceccato, Delegato del Rettore dell’Università degli Studi di Trento per la sicurezza, ed ha visto l’intervento, fra gli altri, delle autorità competenti sul Reach delle Province autonome di Trento e Bolzano e del Ministero della Salute. Luigia Scimonelli, esperta di prevenzione del rischio chimico, fisico e biologico del Ministero della Salute, in qualità di Autorità nazionale competente sul Reach, dopo aver segnalato l’attività in corso con Echa per sostituire sul mercato europeo le sostanze chimiche eliminate dal Reach, e dopo aver dato massima disponibilità del Ministero al dialogo con le imprese (anche attraverso il sito internet: www.reach.gov.it), ha mappato presenza e lavoro delle autorità di controllo territoriali Reach,
citando in particolare i centri anti-veleni (Cav) e le reti di laboratori di controllo sul territorio. Non a caso, Antonino Biondo, medico responsabile per il Trentino dei controlli Reach, già in Conferenza stampa dell’evento aveva segnalato come l’Apss di Trento abbia istruito i propri controllori affinché, a partire da giugno 2018, i controlli territoriali sul rispetto del Reach siano più approfonditi rispetto al passato. Flavio Ciesa di Appa Bolzano, responsabile per l’Alto Adige dei controlli Reach e rappresentante nel gruppo tecnico nazionale di esperti Reach delle Regioni, dal canto suo, ha fornito un’utile checklist della documentazione richiesta al momento dei controlli Reach: dagli obblighi di registrazione delle sostanze, alle autorizzazioni e pubblicazioni delle catene di approvvigionamento, fino ai controlli sulle schede dati sicurezza dei prodotti che spesso risultano incomplete. La vigilanza sui territori nel 2016 ha prodotto 1.169 controlli a livello nazionale, numero che tenderà ad aumentare esponenzialmente. La sessione plenaria dell’evento si è conclusa con un confronto fra Inail e Confindustria Trento sulla gestione di salute e sicurezza in azienda. Daniela Donati, vice direttore Inail di Trento, richiamando i dati disponibili relativi agli infortuni sul lavoro nel 2002-2012, ha dichiarato che il 66% dei casi mortali di rischio, circa 2.000 all’anno, è derivato dall’esposizione ad agenti chimici pericolosi per effetto di errate procedure di lavoro. Ha invitato pertanto l’industria a partecipare fattivamente alla campagna europea 2018-2019 per la sensibilizzazione sulla salute e la sicurezza negli ambienti di lavoro e ad investire in procedure, formazione e informazione dei dipendenti, anche attraverso i possibili finanziamenti previsti dai bandi ISI-INAIL.
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Emanuele Marchi, chief Human Resources Officer di Zobele Group e vicepresidente della Sezione chimica, vetro, gomma, plastica di Confindustria Trento, è intervenuto confermando che l’Industria trentina è da sempre attenta agli adempimenti necessari per operare nel pieno rispetto della sicurezza sul lavoro e del Reach. Molte imprese, tra cui Zobele, si sono già dotate di procedure interne di buona gestione e responsabilità ambientale e sociale, e piuttosto che subire l’adattamento alle normative come un vincolo, le affrontano come
un’opportunità per migliorare i propri processi, adempiere agli obblighi sociali e tutelare ambiente, lavoratori e comunità. Infatti – ha precisato Marchi – lavorare su processi, formazione e auditing interni, controllo della catena dei fornitori e tutela della salute e dell’ambiente, è per l’impresa un investimento che ritorna anche dal punto di vista economico. Perché salvaguardare il benessere, la salute e la soddisfazione di clienti e consumatori vuol dire conquistarli e assicurarsene la fiducia nel tempo.
"Industriali e Reach": il workshop di Confindustria Trento Emanuele Marchi, chief Human Resources Officer di Zobele Group e vicepresidente della Sezione chimica, vetro, gomma, plastica di Confindustria Trento, ha introdotto e presieduto, in rappresentanza di Confindustria Trento, il workshop pomeridiano di approfondimento “Industriali e Reach”, in cui sono intervenuti Ilaria Malerba, in qualità di tecnico della direzione centrale tecnico scientifica di Federchimica, nonché i rappresentanti di 4 aziende del territorio, Manica, Sandoz Industrial Products - Gruppo Novartis, Roechling Automotive e Memc Electronic Materials, che hanno portato la loro testimonianza aziendale sulle modalità di adeguamento alla normativa Reach attivate nelle loro realtà. Carmine Parletta, Site Hse head di Sandoz Industrial Products – Gruppo Novartis, ha confermato come la normativa tenda a spostare verso l’alto tutti gli standard del comparto produttivo del settore chimico industriale. L’intervento si è focalizzato sugli “intermedi di reazione”, ovvero le sostanze intermedie utilizzate in un processo di reazione, che non venendo immesse sul mercato come tali ma trasformate in altre sostanze, possono presentare delle insidie rilevanti da un punto di vista di gestione Reach. Renato Rosà, Hse specialist di Manica, ha condiviso l’esperienza dell’azienda quale lead registrant europeo del Solfato di Rame Pentaidrato e successivamente di altri due composti rameici in ambito Reach, quale capofila di un consorzio appositamente costituito da imprese del settore al fine di gestire più agilmente la procedura di registrazione e contenerne i costi. Manica ha guidato il consorzio nella complessa procedura di registrazione fin dal 2008, con l’importante contributo di Federchimica e nel dialogo e confronto costante con gli altri produttori europei e con Echa. Mirco Brusco, ad di Roeching Italia, intervenendo in qualità di presidente del Gruppo Chimiche e Plastiche di Assoimprenditori Alto-Adige, ha apprezzato l’opera di sintesi e ordine svolta dal Regolamento Reach a salvaguardia dell’ambiente e dell’uomo. D’altro canto, Claudio Pasolli, direttore di stabilimento di Memc Electronic Materials, ha segnalato come per gestire la registrazione Reach di sostituti del Silicio, l’impresa ha dovuto affrontare un investimento eccessivamente importante in termini di ricerca e innovazione e di procedura. Ilaria Malerba, Federchimica, ha fornito utili consigli per gestire il Reach, evidenziando, in particolare, come il Regolamento preveda l’onere della prova in capo all’azienda. Ha toccato, infine, il delicato problema dei rifiuti chimici industriali.
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legnotrentino.it un portale dedicato alla promozione della filiera foresta-legno in provincia di Trento, un servizio aperto a tutti, dove vengono diffuse notizie ed informazioni sul settore. Uno strumento per la valorizzazione del legname trentino, delle aziende e dei professionisti.
Per informazioni: Camera di Commercio I.A.A. di Trento - Ufficio Promozione del Territorio - Tel. 0461.887101 - progetto.legno@tn.camcom.it
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La soddisfazione degli apripista Nel settore alimentare le normative sono da tempo rigorose. Lunelli: "Gli adeguamenti a Reach e Clp rappresentano una conferma che anche gli altri settori stanno andando in questa direzione". di ALESSANDRO DE BERTOLINI
"È uno strumento potentissimo che si muove nel-
Ph. Ugo Zamborlini © Archivio Fotografico Cantine Ferrari
la direzione giusta: il consumatore deve sapere, deve essere informato e va posto nella condizione di avere accesso a tutte le fonti di conoscenza che riguardano le specifiche e le caratteristiche del prodotto che acquista”. Marcello Lunelli, vice presidente delle Cantine Ferrari, accoglie con grande entusiasmo l’entrata in vigore dei regolamenti Reach e Clp, voluti dalla Comunità economica europea in tema di sostanze chimiche e, in particolare, di quelle pericolose. Dodici anni
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dopo la prima emanazione (i due regolamenti erano stati introdotti nel 2006 e nel 2008), le discipline sono entrate pienamente in vigore dal primo giugno 2018. Per discutere sul tema, il 22 giugno scorso si è tenuto a Trento un convegno curato dall’Ordine Regionale dei Chimici del Trentino Alto Adige in stretta collaborazione con Confindustria Trento per informare e riflettere sul significato delle nuove norme. La giornata di studi – “Salute, ambiente e competitività: il ruolo della chimica” – ha avuto luogo al Muse (Museo di scienze naturali di Trento) coinvolgendo molti attori e protagonisti del settore chimico e industriale. L’ambito di applicazione dei due regolamenti introduce una disciplina di controllo a tutela del consumatore sulla pericolosità delle sostanze chimiche presenti in prodotti di uso quotidiano. Reach e Clp estendono il loro ambito di applicazione non soltanto alle sostanze utilizzate nei processi industriali ma anche a quelle presenti e in tutti gli altri oggetti che fanno parte della quotidianità: detergenti, vernici, giocattoli, abiti, mobili, componentistica elettronica e altro. I regolamenti impongono protocolli di verifica a tutto il sistema produttivo. Da un lato, essi rappresentano un onere notevole per le aziende. Dall’altro, sono uno strumento per stimolare la competitività, l’innovazione, la sicurezza sull’ambiente e sulla salute. “La volontà politica che sta alla base della nuova disciplina europea – spiega Marcello Lunelli – è assolutamente condivisibile: la tutela forte del consumatore finale mediante l’imposizione dell’obbligo alle aziende di informare in modo corretto e puntuale sulle caratteristiche, la provenienza e la composizione delle sostanze chi-
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Ph. Marco Ambrosi © Archivio Fotografico Cantine Ferrari
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miche o potenzialmente pericolose che vengono utilizzate per il confezionamento del prodotto finito. La normativa, insomma, obbliga l’azienda a dire tutto al consumatore. Alla base c’è la volontà forte di informare e fare divulgazione”. Un percorso, quello intrapreso dalla Comunità europea, in linea con gli obbiettivi e le priorità aziendali di Cantine Ferrari. “Per noi – prosegue Lunelli – è una conferma del fatto che il mercato e il sistema in generale rivolgono sempre più attenzione alla qualità e alla salubrità del prodotto, alla tutela della salute del consumatore e al controllo della filiera produttiva. Da tempo la nostra azienda ha scelto la strada del biologico. Regolamenti come questi sono per noi motivo di soddisfazione e maggiore consapevolezza”. L’entrata in vigore di Reach e Clp comporta una piccola rivoluzione per le aziende, che devono adeguarsi a nuovi protocolli, nuovi requisiti e nuovi disciplinari sempre più stringenti. Il cambiamento, tuttavia, riguarda limitatamente Cantine Ferrari. “Il nostro settore, quello alimentare, avverte meno queste novità, poiché le normative che ci riguardano sono già da tempo rigorose. Il nostro ambito è molto disciplinato. Ogni vino che mettiamo sulla tavola prevede analisi chimiche e controlli strettissimi. La legislazione a cui
rispondiamo pone già da tanti anni limiti severi e procedure di verifica drastiche. Il comparto alimentare, per ovvi motivi, ha fatto da apripista in questo senso. Gli adeguamenti a Reach e Clp non sono per noi una novità. Semmai, rappresentano una conferma che anche gli altri settori di mercato stanno andando in questa direzione”. Per Marcello Lunelli, quindi, la disciplina europea va accolta con favore e rappresenta un segnale fortissimo per tutto il sistema: un deterrente a non usare sostanze chimiche che possono essere dannose. “Avanti così”, conclude il vice presidente di Cantine Ferrari. “Tutto positivo. Ce ne fossero altri di questi convegni. La giornata di studi dello scorso 22 giugno è stata una grande occasione di divulgazione e apprendimento. Iniziative come queste, che vanno nella direzione di favorire la conoscenza, andrebbero ripetute, rivolte al più ampio numero possibile di persone, alle scuole, al grande pubblico”. (adb)
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Quando il Reach è un'opportunità Sandoz Industrial Product spa ha accolto le nuove regole fin dall'introduzione con favore: "Così dicono - migliorano i processi e cresce la consapevolezza, anche da parte del consumatore finale".
"L'ENTRATA in vigore dei nuovi regolamenti europei Reach e Clp ha portato un beneficio al comparto dell’industria chimica in generale e a noi in particolare”. Katia Pianezze e Carmine Parletta – responsabili rispettivamente per la comunicazione e la salute, sicurezza e ambiente di Sandoz Industrial Product Spa – sono molto soddisfatti degli esiti del convegno “Salute, ambiente e competitività: il ruolo della chimica” tenutosi al Muse (Museo della scienza di Trento) lo scorso 22 giugno. La giornata di studi, promossa dall’Ordine Regionale dei Chimici del Trentino Alto Adige in partnership con Confindustria Trento, ha affrontato i contenuti delle nuove normative europee entrate in vigore il 1 giugno 2018 in tema di sostanze chimiche e pericolose. Sandoz Industrial Product Spa, l’azienda di Rovereto leader mondiale nel settore dei farmaci generici di qualità appartenente al colosso internazionale Novartis, ha partecipato nel merito al convegno e ha sostenuto l’iniziativa tra gli sponsor principali. I nuovi standard introdotti dalla Comunità euro-
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pea, in particolare il regolamento Reach, attribuiscono alle aziende l'onere della prova, per cui, a norma del regolamento, le industrie produttrici e gli importatori “devono identificare e gestire – si legge nel protocollo di applicazione – i rischi collegati alle sostanze che producono/importano e vendono nell'Unione europea” dimostrando all'Echa (l’organo di controllo) “come utilizzare tali sostanze senza correre rischi e informare gli utenti delle misure di gestione”. Per Carmine Parletta, la normativa tende a spostare verso l’alto gli standard del comparto produttivo del settore chimico industriale. “Anche per la nostra azienda – sottolinea – l’entrata in vigore della disciplina è stata l’occasione per migliorare alcuni processi produttivi in modo attento e critico e per confrontarsi con nuovi interlocutori. Le nuove regole sono da accogliere con grande favore poiché non portano soltanto un miglioramento nei processi produttivi ma, soprattutto, promuovono un’azione di informazione generale volta ad aumentare la conoscenza degli utilizzatori nei comparti della chimica e dell’industria in generale, non ultimo del pubblico. Ogni attore è coinvolto: i fornitori delle materie prime e intermedi, i produttori e i consumatori finali”. Negli stabilenti Sandoz, in verità, l’avvicinamento alle discipline Reach e Clp è iniziato già da molto tempo, quando i regolamenti sono stati introdotti. Entrati pienamente in vigore nel giugno di quest’anno, l’emanazione di Reach e Clp risale infatti al 2006/2008. “Per quanto ci riguarda – sottolinea Parletta – qui a Rovereto l’adeguamento è cominciato subito e la registrazione degli intermedi prodotti già nel 2013”. Da sottolineare, inoltre, il fatto che Sandoz produce il principio attivo di alcuni farmaci generici che si
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trovano in commercio. Un tipo di prodotto, cioè, che non ricade nell’ambito di applicazione dei regolamenti. Perciò Reach e Clp toccano solo indirettamente Sandoz. “Il nostro prodotto finale, il principio attivo del farmaco, soggiace a protocolli di verifica pre-esistenti molto più rigidi di quelli introdotti da Reach e Clp. Lavoriamo in un ambito particolare che è normato e controllato in maniera molto stringente dal Ministero della Salute e dall’Fda (Food and Drug Administration). In vigore già da molti anni, ci sono dossier specifici per il nostro comparto e procedure di verifiche periodiche inflessibili”. Tuttavia, per il raggiungimento del principio attivo, Sandoz si serve di alcuni prodotti intermedi che vengono utilizzati nelle fasi di processo produttivo. E su questi intermedi è estesa la disciplina dei regolamenti. “La nuova normativa Reach e Clp – precisa sul punto Parletta – influisce anche sulla nostra catena di approvvigionamento: il rapporto con nostri fornitori e con tutti coloro ai quali ci rivolgiamo per poter svolgere le fasi intermedie di nostri processi. Anche su questo concentriamo i no-
stri sforzi per consolidare ogni passaggio della filiera e migliorare i rapporti con tutti gli interlocutori”. Un forte messaggio di benvenuto, quindi, da parte Sandoz Industrial Product Spa all’entrata in vigore della normativa europea, con un campanello d’allarme: “Il limite di questa normativa – conclude Carmine Parletta – sta nel fatto che non è globale. Come del resto accade con tutte le normative europee, si corre il rischio di creare uno svantaggio competitivo tra le aziende degli Stati membri, che devono adeguarsi ai nuovi standard, e le aziende di paesi extraeuropei, mi riferisco per esempio a quelle asiatiche, che hanno vincoli molto meno stringenti di quelli derivanti da questa normativa”. (adb)
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"Ma attenzione ai competitor extra Ue" Tutta la gamma di prodotti di Uniflex è stata interessata dall'applicazione delle nuove normative europee, volte a introdurre disciplinari più rigorosi nell'utilizzo di sostanze potenzialmente pericolose.
"CI SIAMO
Primaldo Paglialonga
subito adeguati alle nuove normative. Tutti i nostri dipendenti hanno seguito un corso di formazione che è stato portato a termine in tempi brevi e con successo: un percorso facile e senza imprevisti poiché la maggior parte delle procedure, degli oneri e degli obblighi introdotti dalla nuova disciplina europea erano per noi pratiche già note, che da molti anni siamo abituati a seguire e rispettare”. Primaldo Paglialonga, cofondatore di Uniflex spa e protagonista di lungo corso nel campo dei prodotti per l'edilizia, spiega
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così il percorso di adattamento alle disposizioni introdotte dai regolamenti europei Reach e Clp, entrati in vigore lo scorso I giugno. Uniflex è azienda leader in Europa nella produzione di sigillanti organici. A Mezzocorona, nello stabilimento in via Teroldego 6, Uniflex dà lavoro a 35 dipendenti e rappresenta una delle realtà più solide del settore. Tutta la sua gamma di prodotti è stata interessata dall’ambito di applicazione delle nuove normative europee Reach e Clp, volte a introdurre disciplinari più rigorosi a tutela del consumatore nell’utilizzo di sostanze chimiche e potenzialmente pericolose. Anche per Uniflex, quindi, la giornata di studi “Salute, ambiente e competitività: il ruolo della chimica” – promossa dall’Ordine Regionale dei Chimici del Trentino Alto Adige insieme a Confindustria Trento – si è confermata un buon tavolo di confronto tra attori diversi e protagonisti del comparto chimico industriale. “Le nuove normative – prosegue Primaldo Paglialonga – sono senz’altro da accogliere con favore a patto che vengano rispettate da tutti. Ogni azienda dovrà adeguarsi e mi auguro che i controlli sull’effettivo rispetto delle procedure siano capillari. Trovo giusto che si vada in questa direzione con una manovra normativa di carattere europeo, quindi generalizzata. Tuttavia, abbiamo dovuto investire tempo e risorse per tali adeguamenti. Uno sforzo che non sarà inutile solo se tutte le aziende rispetteranno i nuovi protocolli”. Uniflex spa opera dal 1996 come impresa indipendente nel mercato globale nella produzione di acrilici, siliconici, butilici e altri sigillanti organici. Presso lo stabilimento di Mezzocorona, dove è collocata l’intera filiera produttiva e i magazzini, si trovano 8 linee di miscelatori per produzioni
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complete, 6 linee automatiche di confezionamento cartucce, 2 linee automatiche di confezionamento sacchetti e 2 linee di riempimento fusti. La produzione giornaliera di sigillanti acrilici di Uniflex è di circa 60 tonnellate. Il confezionamento di altri sigillanti supera le 20 tonnellate giornaliere. Il mercato italiano dei sigillanti acrilici è di circa 8 milioni di cartucce annue, mentre quello europeo è stimato attorno agli 80. Producendo circa 20 milioni di cartucce all’anno, Uniflex occupa circa un quarto dell’intero mercato europeo. Il 20% della produzione Uniflex viene venduto al consumatore finale. L’80% al Business to Business. “La nostra gamma produttiva – precisa Paglialonga – è interamente coinvolta dalle regole introdotte da Reach e Clp. Ma, per noi, nulla di nuovo. I nostri prodotti sono tutti soggetti alle certificazioni dei principali istituti tedeschi (Zkf – Gev – Emicode) e a normative europee molto severe, alle quali ci siamo adeguati da molto tempo. I nostri clienti sono tutti informati. E i nostri partner sono
grandi colossi internazionali e multinazionali. Lavorando con loro, ci siamo abituati da anni agli standard introdotti in questi mesi da Reach e Clp. Le dichiarazioni che i nuovi regolamenti richiedono sono per noi prassi già consolidate”. Nessuna difficoltà ad allinearsi alle normative per Uniflex spa: “Ma sarà necessario prestare attenzione – conclude Primaldo Paglialonga – a quei competitors che giungono sui nostri mercati da paesi extraeuropei. Mi riferisco in particolare, per quanto ci riguarda, ai players della Turchia. Nei loro confronti rischiamo di trovarci svantaggiati. In Turchia le aziende che operano nel nostro settore non sono soggette ad alcun tipo di controllo”. (adb)
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Decreto dignità: il no delle imprese Zobele: "Rimane l'auspicio che l'impresa torni al centro dell'agenda governativa e si mettano presto in campo azioni concrete per la semplificazione e la riduzione del costo del lavoro".
Foto Rensi
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"UN SEGNALE
molto negativo per il mondo delle imprese”: il mondo delle imprese è intervenuto in maniera compatta per stigmatizzare i contenuti del decreto legge “dignità” approvato a inizio luglio dal Consiglio dei Ministri. “Il Governo interviene sulle politiche del lavoro senza tenere conto di chi il lavoro lo dà – ha detto Enrico Zobele, presidente dell’Associazione degli Industriali di Trento -. Ma non è per decreto che si genera occupazione: l’occupazione cresce se, quando e dove cresce l’impresa. E l’impresa cresce me-
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glio in un habitat favorevole. Non, al contrario, in un contesto che le è ostile. Il tetto alle proroghe dei contratti a termine, ma soprattutto la reintroduzione delle motivazioni del ricorso al contratto a termine, sono misure che rischiano di ottenere effetti contrari alle intenzioni, soprattutto con riguardo alla riesplosione del contenzioso. Oggi, i dati Istat raccontano un mercato del lavoro in crescita. In Italia, l’incidenza dei contratti a termine sul totale degli occupati è in linea con la media europea. In Trentino, l’industria è il settore che offre maggiore
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stabilità occupazionale ai propri dipendenti: nove contratti su dieci, ben oltre la media provinciale, sono a tempo indeterminato. Sono infatti i datori di lavoro stessi ad avere ogni buon interesse a consolidare un collaboratore capace: l’approdo al tempo indeterminato conviene anche all’impresa, che perdere altrimenti tempo e know-how. In questo momento, peraltro, e penso in particolare al comparto in Trentino, le aziende vorrebbero trovare e fidelizzare nuove risorse: tuttavia ci segnalano ancora oggi estreme difficoltà nel reperimento dei profili maggiormente qualificati”. Valutazioni analoghe sono state rivolte alla stretta in tema di delocalizzazioni: “Una norma astrattamente positiva – prosegue Zobele - rischia nei fatti di costituire un disincentivo per gli investitori a scegliere l’Italia per il loro business. Infine, stiamo
"Non è per decreto che si genera occupazione: l'occupazione cresce se, quando e dove cresce l'impresa. E l'impresa cresce meglio in un habitat favorevole."
attenti a non ostacolare chi virtuosamente si internazionalizza aprendosi a nuovi mercati. Rimane l’auspicio che l’impresa torni al centro dell’agenda governativa e si mettano presto in campo azioni concrete soprattutto in riferimento alla semplificazione e alla riduzione del costo del lavoro”.
Incontro con il Console Generale degli Stati Uniti Il presidente di Confindustria Trento Enrico Zobele ha incontrato Elizabeth Lee Martinez, console generale degli Stati Uniti a Milano. L'incontro aveva per oggetto le relazioni commerciali tra il Trentino e gli Stati Uniti. Il presidente Zobele ha colto l'occasione per illustrare al console le specificità e i punti di forza dell'industria trentina, offrendo la disponibilità dell'Associazione a stabilire una relazione diretta e costante con il Consolato, per facilitare i rapporti tra l'economia trentina e quella Usa. La console Martinez è un diplomatico di carriera del Senior Foreign Service Americano, con il grado di Ministro Consigliere, e ha assunto il mandato presso il Consolato Generale di Milano nell’ottobre 2017.
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CON IL PATROCINIO DI:
COMUNE DI TRENTO
COMUNE DI ROVERETO
I Tesori della Montagna
L
'Italia - scriveva Dante Alighieri nella Divina Commedia - è il «Bel Paese». Una definizione capace ancor oggi di descrivere efficacemente un contesto territoriale ricco di presenze culturali e ambientali, che rendono la penisola una delle mete turistiche internazionalmente più gettonate. Tale patrimonio, tuttavia, non è più identificabile solo con le grandi città d'arte, ma si estende anche nei territori periferici italiani che, ricchi come sono di eccellenze minori, rappresentano una vera e propria frontiera di sviluppo turistico. Questo è vero anche per i territori di montagna, all'interno dei quali si è assistito, negli ultimi anni, ad un fiorire di attenzione turistica, in particolare dedicata alle «nicchie» artistiche, culturali e ambientali offerte dai territori locali. La diciannovesima edizione della Bitm – Le Giornate del Turismo Montano sarà dedicata alla pro-
Martedi' 25 settembre
www.bitm.it
info: segreteria organizzativa - tel. 0461 434200 - e-mail: bitm@bitm.it
Mercoledi' 26 settembre
mattino 9.30 – 13.00 MUSEO CASTELLO DEL BUONCONSIGLIO SALA MARANGONERIE Trento – Via Bernardo Clesio, 5
Giovedi' 27 settembre
mattino 10.00 – 13.00 PALAZZO GEREMIA SALA FALCONETTO Trento – Via Belenzani, 20
mattino 10.00 – 13.00 POLO TECNOLOGICO TRENTINO SVILUPPO AUDITORIUM PIAVE Rovereto – Via Fortunato Zeni, 8
Il valore della «nicchia»: esperienze e pratiche del turismo di qualità
Cammini per Viandanti e Pellegrini: l'opportunità del turismo del silenzio in Trentino.
Andar per forti e trincee: l'attrattività dei territori della Grande Guerra
In collaborazione con le associazioni di categoria, le aziende di promozione turistica.
In collaborazione con il Museo Diocesano di Trento
In collaborazione con i musei storici del Trentino.
pomeriggio 15.00 – 18.00 CASSA CENTRALE BANCA SALA DON GUETTI Trento – Via Vannetti, 8
pomeriggio 14.30 – 18.30 MUSE SALA CONFERENZE Trento – Corso del Lavoro e della Scienza, 3
pomeriggio 15.00 – 18.00 FONDAZIONE BRUNO KESSLER SALA CONFERENZE Trento – Via S. Croce, 77
Il valore dei territori: tra ecomusei e musei etnografici In collaborazione con i musei etnografici del Trentino.
Venerdi' 28 settembre
mattino 10.00 – 13.00 - CAMERA DI COMMERCIO TRENTO SALA CALEPINI - Trento – Via Calepina, 13
I Tesori della Montagna - Sessione plenaria conclusiva
L'accoglienza dell'agriturismo: un turismo autentico e originale
Il turismo architettonico: una prospettiva per il Trentino?
In collaborazione con l'Associazione Agriturismo Trentino e le associazioni di categoria.
In collaborazione con l'Ordine degli Architetti PPC di Trento
LE GIORNATE DEL
25-26 27-28
SETTEMBRE
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STUDIO BI QUATTRO
Main sponsor:
mozione di questi «tesori della montagna», che rappresentano degli interessanti settori di sviluppo e di valorizzazione, capaci di dare nuova energia a questo importante comparto economico. All'interno delle quattro «giornate del turismo montano» gli organizzatori della Bitm propongono una serie di focalizzazioni sul tema, attraverso il coinvolgimento diretto degli operatori, dei professionisti, dei ricercatori che lavorano per e con il turismo montano. I dibattiti saranno affiancati, com'è nella tradizione della manifestazione, da eventi culturali, mostre, presentazioni di libri .
Azienda per il Turismo Altopiano di Piné e Valle di Cembra
Messner Mountain Museum
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Mobilità: un'opportunità per il territorio Confindustria Trento ha organizzato nelle scorse settimane un nuovo momento di approfondimento e confronto sul Tunnel del Brennero e sulle opere funzionali al progetto.
a metà giugno a Palazzo Stella il convegno “Tunnel del Brennero. Opportunità per la riqualificazione del territorio e il miglioramento della mobilità”, organizzato da Confindustria Trento e Assoimprenditori Alto Adige. L’iniziativa fa seguito al convegno dello scorso 19 settembre, organizzato dagli industriali trentini per stimolare un dibattito sulle opere funzionali al tunnel, in particolare per quanto riguarda le circonvallazioni delle città di Trento e Rovereto. Un primo risultato si ha avuto in aprile - come ha ricordato il presidente di Confindustria Trento, Enrico Zobele - con la firma del protocollo d’intesa tra Provincia, Comune e Rfi per l’interramento della ferrovia a Trento. “Il tunnel - ha proseguito Zobele - è un’opera a cui il Trentino deve guardare con interesse per migliorare la gestione del traffico merci che transita sul suo territorio e per migliorare l’impatto ambientale”. A questo proposito il presidente degli industriali trentini ha fatto riferimento ai recenti blocchi al traffico in Tirolo. “Ad oggi non esiste una reale alternativa al trasporto su strada ha ricordato -. L’intermodalità sulle infrastrutture attuali non è praticabile e i blocchi imposti dall’Austria hanno il solo effetto di danneggiare imprese e consumatori”.
Ph. Alan Bianchi Photography
SI È TENUTO
Sulla stessa linea il presidente nazionale degli autotrasportatori di Anita Thomas Baumgartner. “Con la ripresa dell’attività economica è aumentato il traffico merci, come conseguenza naturale”, ha spiegato. “È impensabile fare crescere l’economia e i posti di lavoro senza aumentare il traffico delle merci, che tra l’altro oggi ha un impulso ulteriore con la continua espansione dell’ecommerce”. Ezio Facchin, commissario governativo per il Tunnel del Brennero, ha parlato dell’opportunità che si presenta al Trentino con le opere collegate alla realizzazione del tunnel come le circonvallazioni, le stazioni e le opere urbanistiche che possono migliorare la vivibilità delle città. Ora – ha precisato – si tratta di aprire un confronto che coinvolga professionisti, politici ma anche la società civile, per arrivare a scelte condivise ma rapide. A questo proposito ha annunciato un convegno in settembre che tratterà il tema delle stazioni. Al dibattito, moderato dal presidente di Sws Engineering Paolo Mazzalai, hanno preso parte alcuni relatori che hanno portato
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esperienze progettuali di altri territori da cui il Trentino potrebbe prendere spunto. Sono intervenuti Carlo De Vito (presidente di Fs Sistemi Urbani), il quale ha parlato del rapporto delle città con le ferrovie sul tessuto nazionale. Daniele Cappelletti (cofondatore Campomarzio) ha portato la visione del collettivo Campomarzio su urbanistica e trasporto. Raffaele Mauro (docente all’Università di Trento) ha illustrato un’ipotesi di interramento della ferrovia a Trento, mentre dell’interramento a Torino ha parlato Francesco Bocchimuzzo (esperto di infrastrutture, già dirigente Rfi). Enrico Nigris (docente all’Università degli Studi Roma Tre) ha presentato la valutazione economica dell’intervento di riqualificazione dell’Areale ferroviario di Bolzano, realizzato su una superficie di 47 ettari. In conclusione è intervenu-
to l’assessore provinciale per Infrastrutture e Ambiente Mauro Gilmozzi, il quale ha apprezzato “l’iniziativa di Confindustria Trento di organizzare un dibattito su questi temi in campo neutro: la politica ha bisogno di confrontarsi senza preconcetti”. Gilmozzi ha richiamato l’accordo recentemente sottoscritto per l’interramento della ferrovia a Trento. “I lavori per la nuova tratta del Brennero offre l’opportunità di realizzare l’interramento con uno scavo a cielo aperto, che ha costi nettamente inferiori a quelli previsti per i lavori in galleria”. “Dobbiamo arrivare a un progetto – ha proseguito Gilmozzi – che, attorno alla ferrovia, costruisca una nuova forma di città e di territorio. La progettualità non si deve fermare qui, ma deve riguardare anche gli altri corridoi come quello che definisco Garda-Monaco e quello verso il Veneto”.
“No alla chiusura del Brennero, abbiamo bisogno di un’Europa aperta” Gli industriali del Trentino-Alto Adige sono di recente intervenuti per prendere posizione contro l'allarme di un possibile ritorno dei confini interni all’Europa e in particolare al Brennero. “Se oggi l’Europa è l’area economicamente più avanzata e con le migliori prestazioni sociali a livello globale, lo dobbiamo in particolare all’abbattimento delle frontiere interne all’UE. Un’eventuale chiusura delle frontiere ci farebbe tornare indietro, quando invece dobbiamo assolutamente guardare avanti per affrontare le nuove sfide che ci attendono”, ha affermato il vicepresidente nazionale di Confindustria e presidente di Confindustria Trentino-Alto Adige, Stefan Pan. Il ritorno dei controlli avrebbe conseguenze negative sulla libera circolazione di persone e merci. “La nostra società è sempre più mobile e aperta. Chi per studio, chi per lavoro, chi per andare in vacanza è abituato a passare i confini interni all’Europa senza quasi accorgersene. È una conquista europea che non possiamo permetterci di rimettere in gioco”, hanno detto i presidenti di Confindustria Trento Enrico Zobele e di Assoimprenditori Alto Adige Federico Giudiceandrea. La chiusura delle frontiere sarebbe un danno rilevante per tutto il territorio. “Rendere più difficile la mobilità interna all’UE mina la competitività delle nostre imprese, in particolare quelle più orientate all’export che stanno trainando la ripresa, e di conseguenza anche la loro capacità di creare valore e posti di lavoro”, hanno spiegato Pan, Zobele e Giudiceandrea. Per gli industriali, la soluzione deve essere per forza europea. Così Stefan Pan: “Dobbiamo rafforzare i nostri territori puntando ad un’Europa ancora più forte e unita. La strategia vincente non può che essere quella dello Europe ahead: unire le forze con intelligenza e determinazione è l'unico modo per poter competere con successo con altre potenze mondiali come gli Stati Uniti o la Cina”.
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Energia per l’industria sostenibile Siglata l'intesa tra Confindustria Trento e Dolomiti Energia. L'obiettivo: aiutare le imprese ad aumentare il proprio livello di efficienza energetica e a implementare una gestione ottimale del fattore energia.
Giglioli, Busato e Merler
FINO
a pochi anni fa era solo un fattore di costo: oggi, l’energia è diventata un fattore di sviluppo. Nasce da questa considerazione l’intesa siglata oggi da Confindustria Trento e Dolomiti Energia: “Un’alleanza – spiega il direttore generale di Confindustria Trento Roberto Busato - che rivoluziona la partnership tradizionale, orientata alla sola negoziazione dei prezzi, per concorrere al miglioramento della sostenibilità ambientale delle imprese associate. Nel concreto questa collaborazione si tra-
duce in una partnership strategica che, attraverso la fornitura di servizi specifici dedicati, consente alle imprese di aumentare il proprio livello di efficienza energetica e più in generale implementare una gestione ottimale del fattore energia”. "Il Gruppo Dolomiti Energia – ha commentato l’amministratore delegato di Dolomiti Energia Marco Merler - è da sempre impegnato ad offrire anche alle aziende, strumenti capaci di coniugare le singole esigenze energetiche con la necessità
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collettiva di maggior sostenibilità ambientale. Con questo accordo, oltre ad offrire agli associati di Confindustria condizioni economiche vantaggiose, energia pulita, realizzata in modo sostenibile e certificata, proponiamo anche consulenza, servizi e tecnologie innovative, per affiancare le attività e gli uomini d’impresa, verso un equilibrio ottimale tra efficienza energetica, sostenibilità ambientale e maggior comfort per i lavoratori”. Nell’ambito di questa nuova alleanza, Confindustria Trento e Dolomiti Energia hanno firmato due importanti accordi di fornitura di gas naturale ed energia elettrica.
In una fase in cui i prezzi dell'energia sono in forte aumento, l'accordo garantisce alle imprese importanti risparmi rispetto alle tariffe di riferimento definite dall'Autorità. Confindustria Trento ha stipulato contratti di fornitura di energia con Dolomiti Energia per oltre 300 aziende trentine (si parla di più di 500 siti industriali), garantendo importanti risparmi rispetto alle tariffe di riferimento definite dall’Autorità. Un valore che assume ancora più importanza in una fase in cui i prezzi dell’energia, sui mercati all’ingrosso e ai consumatori finali, sono in forte aumento: tra il 2016 e il 2017 i prezzi sul mercato elettrico sono cresciuti di oltre il 20%.
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“Le convenzioni riguardano le Piccole e Medie Imprese - ha spiegato Marco Giglioli, presidente della Piccola Industria di Confindustria Trento con delega alla sostenibilità ambientale e al risparmio energetico - che possono così accedere a una gestione professionale delle fornitura energetiche pari a quella delle grandi imprese energivore gestite da Assoenergia. Abbiamo scelto Dolomiti Energia – ha precisato - perché è espressione del territorio e attore primario nella realizzazione delle politiche ambientali ed energetiche provinciali. Dolomiti Energia ha inoltre al proprio interno significative competenze, oltre che nella gestione e nella vendita dell’energia, nei comparti della produzione di energia da fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica”. Da quest’anno l’energia fornita alle imprese industriali trentine da Dolomiti Energia è certificata come 100% proveniente da fonti energetiche rinnovabili. Alle imprese è garantito supporto tecnico sia per l’efficientamento energetico dei processi produttivi che per l’individuazione dei corretti strumenti di finanziamento. Un esempio è il servizio “PuroLed”: una soluzione “chiavi in mano” in cui Dolomiti Energia si occupa di tutte le fasi di intervento, dallo studio illuminotecnico alla sostituzione degli impianti di illuminazione con led di ultima generazione. Questa misura consentirà alle imprese di ridurre di oltre il 50% i costi legati all’illuminazione e insieme si aumentare il comfort luminoso degli ambienti di lavoro. L’investimento si ripaga da solo grazie al saving generato. Per incentivare l’adozione di questa buona pratica Dolomiti Energia garantisce inoltre uno sconto ulteriore sui prezzi di fornitura energetica alle imprese che aderiranno al servizio.
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HR manager in study tour Proseguono le iniziative rivolte all’HR Group di Confindustria Trento: a luglio un viaggio studio per approfondire il modello di Talent management applicato in Corneliani spa.
CONFINDUSTRIA
Trento ha accompagnato lo scorso 13 luglio una delegazione di HR manager e imprenditori presso la sede di Corneliani spa, a Mantova, per uno Study Tour sul modello di gestione delle risorse umane e dei talenti di questa eccellenza del made in Italy. Questa storica azienda tessile, specializzata nel mercato delle confezioni nel settore moda uomo, occupa nella sede di Mantova 562 dipendenti, pressoché equamente distribuiti tra impiegati ed operai, uomini e donne. La visita da parte del HR Group è cominciata con un tour guidato dello stabilimento produttivo dove i partecipanti hanno potuto ammirare l’elevata qualità e ricerca della perfezione che caratterizza i prodotti a marchio Corneliani. Ciò che risalta è il grande impiego di manualità ed artigianalità che conferiscono al prodotto il fascino
che lo contraddistingue, basti pensare che per la creazione di una giacca, su circa 300 minuti di lavorazione, 40 sono impiegati in operazioni fatte a mano. Alla conclusione della visita, i partecipanti hanno avuto un incontro con il management Corneliani, che ha illustrato il modello di gestione delle risorse umane e le iniziative di welfare, con un particolare focus sulla retention e il talent management. Con la Talent Academy, che ha portato all’inserimento in azienda delle prime figure già nel 2015, Corneliani si pone l’obiettivo di inserire giovani laureati – per l’esattezza 8 figure all’anno - in un contesto di forte cambiamento tecnologico-culturale-organizzativo, in funzione delle esigenze di volta in volta manifestate dalle aree di business. Attraverso l’assunzione di risorse giovani e di promettenti l’azienda intende favorire l’accrescimento del livello culturale medio e radicare, anche grazie ad attività formative specifiche, una visione che favorisca la flessibilità organizzativa, la responsabilizzazione e la proattività. L’inserimento di queste figure permette inoltre di formare e valutare
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collaboratori che in prospettiva possano occupare con successo ruoli professional o manageriali e favorire una visione internazionale. L’altro progetto di successo di Corneliani, è il succession planning, processo di identificazione e sviluppo di potenziali futuri leader o senior manager, nonché di individui che si occupano di altre posizioni aziendali complesse, sia a breve che a lungo termine. L'obiettivo è rendere l'organizzazione in grado di occupare ruoli chiave in modo efficace se l'attuale titolare della posizione dovesse lasciare l'organizzazione. Come si intuisce da questi due progetti chiave dell’azienda, la formazione e lo sviluppo delle competenze hanno un ruolo fondamentare in un’ottica di talent mangement e talent retention. Al di là dei progetti strutturati come quelli sopraelencati, Corneliani attua una serie di politiche volte a favorire il benessere dei dipendenti in azienda. Tra queste spiccano l’orario flessibile per gli impiegati, lo smart working e la possibilità per i figli dei dipendenti di accedere ad un campus estivo, realizzato a livello interaziendale, con trasporto gratuito e fermate presso le sedi delle aziende interessate. È stata poi creata un’area ricreativa in sala mensa – dove è anche disponibile il wi-fi gratuito per tutti i dipendenti - per favorire momenti di condivisione tra colleghi e il clima aziendale. Lo scorso maggio in azienda si è tenuto anche un corso di formazione “Finance per non finance people” rivolto ai membri dell’Executive Team e al Middle Management, con l’obiettivo di creare una base comune di know how relativa alle leve manageriali che impattano sul conto economico. Corneliani sta realizzando un progetto di allineamento del mindset culturale: è stata definita una
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nuova carta dei valori, a partire dai quali verranno declinati i comportamenti organizzativi. Il management Hr è alla continua ricerca di nuove iniziative da promuovere in azienda, e si è posto tra gli obiettivi a breve termine la realizzazione di un portale welfare per la gestione dei flexible benefit, l’introduizione della figura del maggiordomo aziendale - incaricato di svolgere commissioni per i dipendenti - il programma “Porte aperte Hr” per offrire consulenza ai figli dei dipendenti che si affacciano al mondo del lavoro (orientamento, scrittura curriculum..) . Oltre a questo, sta nascendo il Work Health Program, un programma di certificazione triennale, volto al miglioramento della vita lavorativa dei dipendenti, che prevede azioni nelle seguenti aree: alimentazione, attività fisica, contrasto al fumo, mobilità, contrasto alle dipendenze, benessere - conciliazione vita privata/lavoro. La visita in Corneliani ha trasferito ai partecipanti il senso dell’importanza della formazione e dello sviluppo delle competenze come investimento per coltivare figure professionali che possono apportare un contributo fondamentale all’azienda, favorendone una crescita parallela a quella delle loro competenze. Oltre a questo, è stato utile capire come sia fondamentale un cambiamento culturale all’interno delle aziende verso una flessibilità organizzativa sempre maggiore che oggi le nuove tecnologie favoriscono e che ha un grande appeal per attrarre giovani talenti.
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Il cambiamento che fa la sicurezza Aperte le iscrizioni al seminario che rende accessibile anche alle piccole e medie imprese la metodologia di Leadership in Health & Safety. Appuntamento il 13 settembre a Palazzo Stella.
"LEADERSHIP
in salute e sicurezza: i vantaggi per le pmi”: questo il titolo del seminario in programma per il prossimo 13 settembre a Palazzo Stella. L’appuntamento, che segue il precedente “Leadership in Safety: nuove frontiere per la sicurezza in azienda”, è il primo evento esperienziale in Trentino dedicato alla Leadership e alla Comunicazione in ambito Salute e Sicurezza. Destinato alle pmi, il workshop ha lo scopo di diffondere la metodologia di Leadership in Health & Safety applicata dalle grandi aziende per generare un cambiamento culturale. L’evento sarà condotto da Davide Scotti di Fondazione Lhs: organizzazione no profit costituita da Saipem allo scopo di promuovere attività di ricerca, programmi di formazione e campagne di informazione su salute e sicurezza. Il metodo LiHS è un programma dall’approccio innovativo che punta ad un cambiamento culturale nelle aziende ma soprattutto nelle persone. Prima ancora che lavoratori, si tratta di uomini e donne con una vita privata, del tempo libero, una famiglia, una casa… Le persone sono il primo valore di ogni organizzazione e, per guidarle, per essere un vero leader e per godere della loro stima, è necessario prendersene cura.
Il seminario è destinato a imprenditori, manager, dirigenti, responsabili del personale e a tutti coloro che vogliono rivoluzionare il modo di comunicare salute e sicurezza in azienda.
Medicina del lavoro: tempo di rinnovi Con il ramo di attività di Medica, Assoservizi di Confindustria Trento offre alla imprese Un team completo e qualificato Affiancato da infermieri e tecnici, il team è in grado di assistere le aziende in maniera continuativa sia in Trentino, sia fuori provincia presso le filiali delle aziende. Consulenza medica a tutto tondo Il team effettua visite di sorveglianza sanitaria, controlli strumentali, analisi e test tossicologici. I medici sono inoltre a disposizione per tutte le consulenze mediche previste dagli obblighi di legge, gestendo in outsourcing per le aziende tutti gli adempimenti relativi alla Medicina del Lavoro. Visite direttamente in azienda Visite e controlli sono svolti direttamente presso le sedi aziendali. Le visite a Palazzo Stella si rendono necessarie solo in casi straordinari o rientri da malattie. Gestione digitale della documentazione Medica provvede alla predisposizione e alla custodia informatizzata delle cartelle sanitarie e di rischio di ciascun dipendente. La gestione informatizzata delle scadenze consente una programmazione ottimale delle visite e dei controlli. Tariffe agevolate per gli Associati Confindustria Trento riserva ai propri associati tariffe agevolate per i servizi di Medicina del lavoro. Gestione integrata con la sicurezza sul lavoro Confindustria Trento può gestire in outsourcing in maniera integrata la sicurezza sul lavoro e la medicina del lavoro per un coordinamento costante fra Rspp e medico competente.
Per informazioni Area Sicurezza | T 0461 360060 | sicurezza@assoservizi.tn.it
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Formazione finanziata, tre i piani in corso Assoservizi, la società di servizi degli industriali trentini, sta coordinando le attività di tre piani promossi grazie ai contributi di Fondimpresa anche sul territorio trentino.
È STATO
pensato per rispondere ai reali fabbisogni delle piccole, medie e grandi imprese del territorio trentino nell’acquisizione di competenze finalizzate ad affrontare con successo la competizione globale il piano formativo "Crescere - Competenze emergenti per il territorio trentino" promosso e coordinato da Assoservizi di Confindustria Trento con Delta Informatica spa e Randstad Hr Solutions Srl. Ventinove le aziende della nostra provincia che hanno aderito al progetto, le cui finalità sono in linea con le priorità indicate nell’Avviso Fondimpresa 4/2017, e in particolare: digitalizzazione, innovazione dell’organizzazione e internazionalizzazione. Il piano intende contribuire a supportare la competitività delle imprese e l’occupabilità dei lavoratori in Trentino, favorendo la circolazione e la condivisione di conoscenze e pratiche volte all’internazionalizzazione, supportata da un’adeguata innovazio-
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ne dell’organizzazione e dell’informatizzazione dei processi, verso uno sviluppo sostenibile in ottica Industria 4.0. Un gruppo di aziende trentine è stato inoltre coinvolto dalla società di servizi degli industriali trentini nelle attività del piano formativo “Pianeta legno”, promosso da Federlegnoarredo con il supporto delle organizzazioni sindacali nazionali di categoria e, anche in questo caso, con il finanziamento di Fondimpresa. Il progetto riguarderà più regioni italiane: insieme al Trentino anche Emilia Romagna, Lombardia, Marche e Veneto. I corsi, avviati in primavera, sono declinati in base ai fabbisogni specifici espressi da ciascuna azienda. In tutti i casi tuttavia le attività afferiscono a tre aree tematiche principali: qualificazione dei processi produttivi e dei prodotti (dunque interventi di sviluppo delle competenze dei lavoratori centrati sulla tematica delle tecniche di produzione); digitalizzazione dei processi aziendali (progetti o interventi di innovazione digitale che riguardano l’introduzione di nuovi processi in azienda o un notevole miglioramento di quelli già esistenti) e internazionalizzazione (sia in forma indiretta attraverso buyer, importatori e distributori, sia mediante la gestione diretta all’estero, anche tramite partenariati, di una o più fasi di attività, e ancora, iniziative che rientrano nell’ambito di operatività dei “consorzi per l’internazionalizzazione”). Sono infine in dirittura di arrivo le attività previste dal piano “Environmental and Energy sustainability”: un progetto formativo incentrato su percorsi di innovazione ambientale, utilizzo di fonti integrative rinnovabili, certificazione energetica e miglioramento continuo delle prestazioni ambientali.
Nuova Touareg.
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Via Parteli, 8 – Rovereto – Tel. 0464 038 899 www.dorigoni.com – vendita.rovereto@dorigoni.com
Valori massimi: consumo di carburante ciclo comb. 6,9 l/100 km - CO2 182 g/km. I valori indicativi relativi al consumo di carburante ed alle emissioni di CO2 sono rilevati in base al Regolamento CE n. 692/2008 ed al Regolamento UE 2017/1151, e seguenti modifiche ed integrazioni, nel caso in cui le vetture siano omologate con il metodo WLTP. Eventuali equipaggiamenti aggiuntivi, lo stile di guida e altri fattori non tecnici, possono modificare i predetti valori. È disponibile gratuitamente presso ogni concessionaria una guida relativa al risparmio di carburante e alle emissioni di CO2, che riporta i dati inerenti a tutti i nuovi modelli di veicoli.
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Estatica: c'è il nuovo showroom Ceis Trading srl ha presentato a Pergine una nuova linea di prefabbricati per strutture di pregio, che assorbono la luce per rilasciarla gradualmente, evitando l'impiego di fonti di energia artificiale.
SI CHIAMA
Estatica, ed è la nuova soluzione prefabbricata per strutture architettoniche di pregio concepita da Ceis trading Srl, azienda industriale con sede a Pergine, dove produce e vende prefabbricati strutturali e architettonici in calcestruzzo armato e lavorazione acciaio destinati al settore delle costruzioni e real estate. Presso lo stabilimento dell'impresa, la presentazione delle nuove collezioni e l'inaugurazione dello show room dedicato agli sviluppi di un progetto avviato nel 2015 e giunto ora a piena maturazione. "La parte del nostro progetto più interessante è indubbiamente la realizzazione di elementi in calcestruzzo capaci di assorbire la luce naturale e artificiale per poi rilasciarla gradualmente – spiega Marco Avi, amministratore e responsabile commerciale dell'azienda -. L’aspetto innovativo risiede quindi nella realizzazione di prodotti con alta valenza estetica che contengano anche elementi fluorescenti, evitando così l’utilizzo di fonti di energia artificiale come pile e batterie". La soluzione si inserisce in una logica di green-economy, sposando le linee guida europee per la tutela dell’ambiente nel settore delle nuove costruzioni. "Su questi temi - continua Avi - c’è molto fermento. L’opinione pubblica dimostra giorno dopo giorno di essere sempre più sensibile alle innovazioni che garantiscano un futuro più sostenibile. Nei mesi scorsi ho sentito parlare di alcune buone idee per realizzare soluzioni con obiettivi similari, sviluppate per lo più in ambito universitario come test per percorsi ciclo-pedonali. Il nostro è un ulteriore step e dimostra che il sistema Trentino, visto come incubatore di idee, è stimolante e può mettere in moto un’energia creativa invidiabile".
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Nuovo stabilimento Dana in Polo Meccatronica Una ventina di collaboratori, 2,5 milioni di euro di fatturato, alla seconda generazione, Ceis vanta una posizione di primo piano a livello nazionale fra i produttori di prefabbricati in cls, con una potenzialità produttiva annua superiore a 300mila mq di lastre in calcestruzzo. Nata nei primi anni settanta, l'azienda ha da subito puntato all'innovazione dei processi, realizzando fra le prime in Italia un sistema di produzione in serie di lastre per solaio tipo predalles che rivoluziona i sistemi tradizionali di costruzione dei solai in calcestruzzo. A metà degli anni novanta introduce un nuovo sistema costruttivo per la realizzazione di pareti in cemento armato, denominato "sistema costruttivo doppia lastra". Lo spirito innovativo e un lungo percorso di ricerca la conducono, nel secondo decennio del duemila, alla fondazione del marchio Estatica, un brand vocato allo sviluppo di nuove soluzioni progettuali e costruttive, non più solo di tipo strutturale ma che sappiano esprimere ed esaltare anche un prestigioso aspetto architettonico, caratteriale, e in fusion con la tipicità dell'ambiente in cui l'opera si colloca. Nasce così la "statica estetica" e la scelta di architetti, progettisti, general contractors, committenti, può iniziare a spaziare nella gamma dei prefabbricati strutturali & architettonici per conferire all'opera un inedito connubio di concrete caratteristiche prestazionali insieme con sensazionale bellezza. Le soluzioni Estatica sono così realizzate con un sistema di produzione brevettato e progettato per poter costruire opere di pregio, in armonia con l’ambiente circostante, nel rispetto delle più severe prescrizioni prestazionali in ambito sismico, termico ed acustico. I prefabbricati Ceis & Estatica sono ideali per le costruzioni di grandi o piccole dimensioni, in ambito civile, residenziale, industriale, commerciale, rurale, stradale, scolastica, arredo urbano, piste ciclabili, gallerie, ponti, bioedilizia, alberghi, edifici di culto, impianti sportivi, arene, piscine, stazioni, palafiere, parking multipiano, banche, sottopassi, ospedali, vasche, etc. Un processo produttivo altamente tecnologico, interconnesso a sistema alla funzione interna della
La multinazionale americana, tra i principali produttori al mondo di componenti “powertrain” per veicoli, ha scelto l’incubatore hi-tech di Trentino Sviluppo per avviare a Rovereto una nuova ed autonoma unità produttiva. La nuova “business unit” opererà nell’ambito dei sistemi meccatronici con particolare focus su efficienza, controllo e sicurezza dei veicoli fuoristrada. A tal fine Trentino Sviluppo metterà a disposizione oltre 2 mila metri quadrati di spazi in Polo Meccatronica, oltre ad un’area di 3 mila metri quadrati che ospiterà l’attività di test e di validazione delle applicazioni su veicoli. Il business plan di questa nuova iniziativa prevede a regime un fatturato di oltre 25 milioni di euro ed un organico di 45 unità altamente qualificate. L’azienda investirà nell’allestimento del nuovo sito produttivo 4 milioni di euro.
progettazione e pianificazione, offre la garanzia di un efficace controllo della produzione di fabbrica secondo i requisiti della normativa europea di Marcatura C. L’impiego ricercato di materie prime selezionate costituisce la base per un mix design altamente performante e, grazie all’elevata componente di riciclato, il requisito per il riconoscimento di crediti Leed e la presenza nel database europeo dei prodotti Greenmap. La certificazione Fpc, integrata con quella del Sistema di gestione della qualità Iso 9001 e con il Modello 231, si sono arricchite del prestigioso riconoscimento del marchio territoriale del Trentino per il forte radicamento dell’azienda sul territorio.
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A Rovereto la “fabbrica rinata” Mariani, azienda del gruppo bresciano Omr, è pienamente operativa nel sito di via del Garda, dove si producono anche le coppe olio delle nuove Alfa Stelvio e Giulia.
A CINQUE
anni dal fallimento della storica Gallox, gli spazi produttivi di via del Garda, a Rovereto, ripartono con Mariani Spa e il gruppo bresciano Omr, Officine Meccaniche Rezzatesi. Gli investimenti nella nuova fabbrica superano oggi i 18 milioni di euro - 12 in macchinari e nuove linee produttive e 6 per la parte edile - e i lavoratori occupati da Mariani sono saliti da 150 a 200. L’inaugurazione della “fabbrica rinata” si è tenuta alla presenza del vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi, di Marco Bonometti, patron di Omr, Luciano Manzini, amministratore delegato di Mariani Spa, Flavio Tosi, presidente di Trentino Sviluppo, del sindaco Francesco Valduga, del
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presidente di Confindustria Trento Enrico Zobele e di Rino Tarolli, presidente di Dana Italia. "Devo ringraziare la lungimiranza, la tenacia e la volontà della Provincia che mi ha convinto a rimanere in Trentino – ha spiegato Bonometti - creando le condizioni perché l'azienda potesse continuare a lavorare ma anche immaginare dei percorsi di crescita. Abbiamo spostato le maestranze dalla Val di Ledro a Rovereto e assunto altre 50 persone, ma le nostre prospettive sono di crescere ancora. Il nostro Gruppo sta avendo importanti opportunità sul mercato mondiale e vorremmo riversarle sempre più anche in Trentino”. “Questa - ha sottolineato Olivi - è una fabbrica che rinasce. Non era scontato, abbiamo trattenuto in Trentino un'industria importante e l'abbiamo stimolata addirittura a raddoppiare di fatto i suoi volumi, sia economici che, in prospettiva, anche occupazionali”. Era l’autunno 2015 quando, dopo due anni di infruttuosi tentativi di ampliamento a Tiarno di Sotto, in Val di Ledro, Omr aveva manifestato l’intenzione di trasferire Mariani fuori provincia. Di qui la costituzione di una “task force” coordinata da Trentino Sviluppo per trovare una soluzione alternativa e la proposta a Mariani di insediarsi nel compendio ex Gallox di Rovereto, divenuto di proprietà pubblica nel 2013 a seguito del fallimento dell’impresa di
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verniciature. Siglata l’intesa, sono subito partiti i lavori di riqualificazione del compendio, sostenuti da Trentino Sviluppo e ultimati nel luglio 2017. Mariani ha dunque iniziato a trasferire nello stabilimento roveretano gli impianti tecnologici già operativi nella sede di Ledro ma soprattutto le nuove linee produttive innovative, del valore di 12 milioni di euro, basate su importanti sistemi di automazione e di connessione dati in tempo reale secondo i principi dell’Industry 4.0. Un investimento industriale cospicuo, funzionale alla produzione di componenti per assali in ghisa per mezzi fuoristrada per il partner Dana e coppe olio in alluminio per diversi modelli Fiat e Alfa Romeo, tra cui le nuove Alfa Giulia e Stelvio. Alle nuove produzioni lavorano già 119 addetti: tra loro dipendenti della sede di Mariani di Ledro, alcuni ex operai Gallox e 17 giovani formatisi come operatori di macchine a controllo numerico tramite i corsi dell’Agenzia del lavoro provinciale. A giugno il passaggio a Rovereto anche degli uffici amministrativi, mentre a Tiarno gli ultimi 78 operai rimasti si preparano per il trasferimento nel nuovo stabilimento, che nelle prossime settimane raggiungerà così i 197 addetti. Determinante, nella scelta di Mariani di fermarsi in Vallagarina, la vicinanza a Polo Meccatronica, l’hub hi-tech di Trentino Sviluppo, già sede di importanti clienti dell’azienda e luogo d’incontro e confronto tra eccellenze e professionalità del mondo della meccanica di precisione e della meccatronica. Mariani Spa opera dal 1988 nel settore delle lavorazioni meccaniche di precisione per componenti automotive e off-highway, lavorando materiali ferrosi e leghe leggere.
Omr, che controlla Mariani, è un gruppo industriale internazionale che conta oltre 3mila dipendenti nel mondo e un fatturato aggregato di circa 700 milioni di euro. Il core business di Omr - che ha attività anche nel settore sanitario, immobiliare e dei servizi finanziari - è la componentistica per autovetture, veicoli industriali e mezzi movimento terra. I principali clienti sono Ferrari, Fiat Chrysler e Vw Audi, Mercedes, Bmw, General Motors, Ford, Renault, Peugeot, Iveco, John Deer, Dana, Caterpillar, Rotax, Piaggio, Same e Cnh. Omr può contare su dieci stabilimenti in Italia e sette all’estero.
Bonfiglioli 4.0 raddoppia al Polo Meccatronica Bonfiglioli, cresciuta da 3 a 80 lavoratori e da 300 mila a 20 milioni di euro di fatturato in soli sette anni di attività in Trentino, punta al raddoppio degli spazi. Sono infatti partiti i lavori per la costruzione di un nuovo stabilimento produttivo in Polo Meccatronica. L’edificio, finanziato dalla Provincia di Trento come nuovo corpo di Polo Meccatronica, ospiterà il Bonfiglioli Mechatronic Research, avrà una superficie complessiva di 5 mila metri quadrati ripartita su due piani e sarà pronto per l’estate 2019. Il sito ospiterà la lavorazione dei nuovi modelli di riduttori epicicloidali brevettati dalla multinazionale emiliana e lo sviluppo di progetti innovativi nell’ambito dell’Internet of Things.
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Alto know-how per lo stile italiano A Mezzolombardo il 20° anniversario di Karl Mayer Rotal, azienda leader nella produzione di macchine tessili. Annunciata una nuova tecnologia per la tintura ecosostenibile del denim.
HA FESTEGGIATO
il 20° anniversario con un evento riservato a dipendenti, autorità e giornalisti Karl Mayer Rotal, azienda specializzata nella produzione di macchine tessili. Era il 1998 quando la famiglia Paoli, allora titolare della Rotal, decide di cedere la quota di maggioranza al gruppo tedesco Karl Mayer. Da allora l’azienda ha investito decisamente in innovazione e ricerca, ottenendo una continua crescita
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del fatturato e del numero dei dipendenti. Ricerca, sviluppo e indipendenza finanziaria sono i punti chiave che hanno permesso all’azienda di crescere negli ultimi anni, arrivando a contare su oltre cento dipendenti (raddoppiati dal 2010) e su una superficie lavorativa complessiva di circa 9mila mq. Che andrà ulteriormente ad espandersi entro settembre 2019, con la costruzione di un’ala interamente dedicata alla tecnologia della tintura indaco alla base della produzione di jeans, per la quale l’azienda è leader mondiale. Tecnologia brevettata che riduce del 50% l’impiego di acqua e agenti chimici, che verrà strutturata attraverso la realizzazione di una vera e propria Academy con l’obiettivo di sviluppare un tessuto denim ecosostenibile.
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Ph. Jdohan
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“20 anni di innovazione – ha raccontato Enzo Paoli, amministratore delegato dell’azienda – che ci hanno permesso di affrontare un mercato altamente competitivo dove ricerca e qualità sono la chiave per aprire nuovi canali di commercio coinvolgendo i dipendenti di talento. Persone che ci hanno permesso di diventare leader mondiali nel nostro settore”. Il fatturato negli ultimi anni è triplicato e ha superato nel 2017 i 65 milioni di euro, con una previsione per il 2018 che supera i 70 milioni. Il mercato nazionale resta uno dei principali motori della crescita aziendale: l’80% del fatturato è poi realizzato sul mercato estero, principalmente in Cina, India, Pakistan, Turchia. Il gruppo ha agenzie in più di 90 paesi, e ha sedi in Inghilterra, Hong Kong, India, Italia, Giappone, Svizzera, Usa, Cina, oltre che in Germania e in Italia, per un totale di oltre 2.400 dipendenti in tutto il mondo. La mission dell’azienda si basa su consolidati punti di forza inconfondibili: un brand storico, alto know-how e stile Made in Italy corredati dalla garanzia di qualità e dall’assistenza clienti in grado di rispondere ad ogni esigenza del mercato. Al cliente viene offerta un’esperienza unica, un servizio eccellente e una tecnologia di qualità che assicura soluzioni sempre più performanti: i progetti chiavi in mano elaborati accrescono contemporaneamente il successo competitivo dei clienti e del Gruppo Karl Mayer. Nel corso dell’appuntamento anche la consegna della consueta targa da parte del presidente della Piccola Industria di Confindustria Trento Marco Giglioli, intervenuto a trasmettere il plauso e le congratulazioni dell’Associazione.
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IPSP 2018: vince il team di LeMur Chiusa la quinta edizione di Industrial Problem Solving with Physics. Internazionali e affiatate le squadre che hanno dato vita alla sfida di risolvere con la fisica alcuni problemi tecnologici delle imprese.
Il team vincitore con l'Ad di LeMur Mario Dorighelli
LA
soluzione che ha convinto di più è stata quella proposta per LeMur: che si è aggiudicata la quinta edizione di Ipsp – Industrial Problem Solving with Physics. Il team vincitore è stato individuato tra i tre gruppi che per cinque giorni hanno lavorato con entusiasmo e impegno per trovare soluzioni innovative ai problemi tecnologici posti dalle aziende. Internazionali e affiatate le squadre che per cinque giorni hanno dato vita all’appassionante sfida tra i laboratori universitari di Povo e le sedi dei partner industriali. Quest’anno i quesiti erano stati posti dalle aziende Leitner Ropeways di Vipiteno (un’analisi dettagliata del moto di una cabina nella zona di accelerazione e decelerazione basandosi sulla soluzione tecni-
ca attualmente in uso), Centro Ricerche Ducati Energia Trento di Rovereto (caratterizzazione termica di supercondensatori e progettazione di un sistema di condizionamento per moduli UPS ferroviari) e LeMur Italy di Ala (studio delle cariche elettrostatiche che si formano sulla superficie dei filati in gomma e proposta di metodi per eliminarle). In gara trenta cervelli under 35, provenienti da varie parti del mondo (assegnisti/e di ricerca o borsisti/e, dottorandi/e o dottori e dottoresse di ricerca, studenti e studentesse di laurea magistrale o laureati/e). La cerimonia di premiazione ha visto gli interventi di Flavio Deflorian (prorettore al supporto al sistema produttivo, Università di Trento),
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Francesco Pederiva (dipartimento di Fisica, Università di Trento) Luca Arighi (Confindustria Trento, presidente sezione Metalmeccanica) e Paolo Gregori (Polo Meccatronica, Trentino Sviluppo, direttore area ProM Facility). Ipsp è organizzata dal Dipartimento di Fisica, dalla Scuola di Dottorato in Fisica e dalla Divisione Supporto Ricerca Scientifica e Trasferimento Tecnologico dell’Università di Trento, in collaborazione con Confindustria Trento e Polo Meccatronica – Trentino Sviluppo e con il coinvolgimento di Contamination Lab Trento. Ipsp valorizza la figura professionale del laureato e della laureata in fisica e, più in generale, di chi fa ricerca in ambito scientifico, nelle realtà aziendali. Lo scopo è promuovere la connessione tra il mondo della ricerca in fisica e il mondo delle imprese. Ricercatori e ricercatrici hanno l’opportunità di mettere alla prova le proprie conoscenze e capacità, di cimentarsi in sfide applicative attraverso lavori di gruppo e problem solving e anche di contribuire allo sviluppo di soluzioni che possono venire inserite nelle linee di produzione. L’iniziativa permette anche di raccogliere informazioni sulle necessità e sulle richieste che il mondo industriale ha nei confronti dell’università. Al tempo stesso dà la possibilità alle aziende di entrare in contatto direttamente con il mondo della ricerca universitaria, ricevere preziosi trasferimenti di conoscenza e di innovazione, collaborare con cervelli di talento e valutarne future collaborazioni, instaurare nuove relazioni e avviare progetti. Un’occasione unica di conoscenza e di crescita reciproche.
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Ricerca e impresa alleate nell’agrifood Grande partecipazione all'evento organizzato da Fem e Hit “Smart farming & food: dialogo tra ricerca e impresa sull'uso intelligente di suolo, acqua, prodotti agricoli e cibo".
L'IMPATTO
delle nuove tecnologie sulla produzione agricola e sul consumo alimentare e l'importanza del raccordo tra mondo dell'industria e quello della ricerca: questi i temi al centro dell'evento organizzato a San Michele dalla Fondazione Edmund Mach e HIT-Hub Innovazione Trentino dal titolo “Smart farming & food: dialogo tra ricerca e impresa sull'uso intelligente di suolo, acqua, prodotti agricoli e cibo". Barilla, Olivetti, Granarolo, Trentingrana-Concast, Cantine Ferrari, Menz&Gasser, Agrisoing, Apot, sono stati i protagonisti delle due tavole rotonde del mattino, mentre nel pomeriggio hanno dialogato con i ricercatori della Fondazione Edmund Mach e del sistema trentino della ricerca, per un confronto ad ampio raggio sulle innovazioni più recenti in agricoltura, ma anche nella trasformazione, nella distribuzione e nel consumo alimentare. In apertura di convegno erano intervenuti l'assessora alla ricerca Sara Ferrari, il presidente Fem Andrea Segrè, Marcello Lunelli in rappresentanza di Confindustria Trento e Nicola Svaizer, vicepresidente vicario dell'Associazione Artigiani Trentino. “L'agrifood non è solo uno dei settori in maggior espansione - ha
spiegato Ferrari- ma anche un ambito che da sempre connota il nostro territorio e che, grazie a decenni di ricerca, ha garantito sviluppo e occupazione alla nostra comunità”. “L’attuale rivoluzione tecnologica – ha detto Segrè - è spinta da una nuova generazione di agricoltori connessi ma anche da consumatori più attenti e consapevoli a che cosa mangiano e a quale impatto il cibo ha sull'ambiente: la Fondazione Mach ha colto in pieno queste sfide, nella convinzione che la ricerca e l’industria debbano dialogare in modo continuo e strutturato, pur nella differenza di linguaggi e tempi”. La presidente di Hit Anna Gervasoni ha portato in una nota il suo saluto: “Il workshop è la coerente prosecuzione del dialogo ricerca-startup-investitori in ambito agri-food che abbiamo aperto in febbraio a Milano, quando abbiamo declinato il tema in un’ottica di tecnologia del cibo e finanza, al fine di pervenire ad una sempre migliore sostenibilità nella produzione e nel consumo. Questo incontro offre la possibilità ad ampie aree tematiche della ricerca tecnologica del Trentino di interagire col mercato nazionale e locale".
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La Latua tuasalute salute La APPortata APPortata APPortata di dimano! mano! di
COSAPUOI PUOI COSA PUOI COSA FARE? FARE? FARE? Ritirarei i i Ritirare Ritirare tuoifarmaci, farmaci,anche anche tuoi tuoi farmaci, anche fuori Provincia fuori Provincia fuori Provincia Averei tuoi i tuoireferti refertie elele Avere Avere i tuoi referti e le tuericette ricettespecialistiche specialistiche tue tue ricette specialistiche sempredisponibili disponibili sempre sempre disponibili
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Il più grande budget mai stanziato Bilancio Ue: la Commissione propone 100 miliardi per il prossimo Programma quadro per la ricerca e l’innovazione “Horizon Europe”: tra le sue priorità ricerca, food, energia e clima. di GIANLUCA FEDRIZZI, Finanza agevolata, Assoservizi Confindustria Trento
“UN BILANCIO
moderno, al servizio di un’Unione che protegge, dà forza e difende” è il messaggio lanciato dalla Commissione europea che lo scorso maggio ha presentato la propria proposta per il prossimo Programma quadro finanziario pluriennale 2021-2027, documento che traduce in termini finanziari e giuridici le priorità politiche stabilite dall'UE, definendo i settori strategici di intervento e fissando gli importi annui massimi di spesa per ciascuna tipologia. La Commissione propone nel complesso un bilancio a lungo termine di 1279,4 miliardi di euro in termini di impegni, pari all’1,11 % del reddito nazionale lordo dell’UE27. A fronte del gap provocato dalla Brexit e dell'esigenza di finanziare le nuove priorità politiche dell'Unione in materia di sicurezza, difesa, immigrazione, digitalizzazione e globalizzazione, la Commissione ha proposto di ridurre moderatamente i finanziamenti nei programmi della politica agricola comune e della politica di coesione, per concentrarli in settori nei quali l'impatto della spesa dell'Ue possa essere maggiore rispetto a quello della spesa pubblica nazionale, come i progetti di ricerca e per la trasformazione digitale, le grandi infrastrutture o le iniziative dirette
a dotare l'Unione degli strumenti necessari per proteggere e difendere i suoi cittadini. Tra i Programmi per i quali si prevede un aumento delle dotazioni finanziarie, si annoverano Erasmus Plus (Programma europeo per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport) e Life (Programma per l’ambiente e l’efficienza delle risorse). Discorso analogo anche in materia di ricerca e innovazione, per cui la Commissione – stando a quanto riportato dal comunicato rilasciato – propone una dotazione finanziaria complessiva di 115 miliardi di euro. Di questi, 2,5 miliardi saranno assegnati al programma di ricerca nucleare Euratom, 3,5 miliardi al nuovo fondo unico d’investimento InvestEU (start-up e nuove imprese innovative) e 9 miliar-
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di per la ricerca e lo sviluppo in prodotti alimentari, agricoltura, sviluppo rurale e bio-economia. La maggior parte, 100 miliardi, saranno destinati ad “Horizon Europe”, nome scelto dal Commissario europeo per la ricerca, la scienza e l'innovazione Carlos Moedas, per il prossimo programma quadro di ricerca e innovazione, successore di Horizon 2020. Sono individuate 7 aree tematiche prioritarie su cui puntare nel prossimo futuro, tra cui cibo, energia e clima. Il budget previsto, fa presente la Commissione, è il più grande mai stanziato fin dai primi programmi di ricerca europei, avviati nel 1984. Basti pensare che la dotazione di Horizon 2020 è pari a 77 miliardi. Il futuro bilancio conterrà alcune novità di rilievo. Prima fra tutte, appunto, un aumento degli investimenti in ricerca e innovazione del 30%. Un aumento di quasi 9 volte degli investimenti in trasformazione digitale e network per raggiungere i 12 miliardi di euro e più del doppio per i programmi per i giovani (come Erasmus+ con 30 miliardi di euro e il Corpo europeo di solidarietà con 1,3 miliardi di euro).
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La decisione finale sul futuro bilancio a lungo termine dell'Ue, che spetterà al Consiglio, dovrebbe essere raggiunta prima delle elezioni del Parlamento europeo fissate per il maggio 2019. L’Associazione degli Industriali di Trento, tramite il supporto di Assoservizi srl, ha intensificato strumenti e iniziative a supporto dell’attività di progettazione europea, offrendo il proprio supporto operativo per tutto il processo di euro-progettazione: selezione e identificazione dei bandi europei ed eventuali partner extra-regionali; redazione dei progetti e relativa presentazione fino all’eventuale gestione.
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education
Per una cultura del lifelong learning Fondimpresa offre opportunità da non perdere per finanziare la formazione in azienda. Il fondo risponde flessibilmente alle esigenze diversificate delle imprese che vi aderiscono. di MARIA CRISTINA POLETTO, Education, Confindustria Trento
il presidente di Fondimpresa Trento Marcello Lunelli: “Come ho avuto più volte occasione di ricordare, avere la formazione nella propria visione e missione significa avere per definizione lo sguardo rivolto al futuro. La formazione combatte la fragilità e consegna identità personale al giovane in ingresso, come alle persone che lavorano, alle quali non si può far correre il rischio di esclusione per mancanza di competenze adeguate e a coloro che perdono il lavoro per supportarne il reingresso con interventi di riattivazione e riqualificazione. La buona formazione è indispensabile al buon lavoro e al lavoro del futuro e le competenze sono e saranno sempre più il fattore chiave di ogni impresa. Con l’avvio dei Fondi Interprofessionali, l’accesso alla formazione continua in Italia si è fortunatamente arricchita di uno strumento che mira a favorire lo sviluppo delle competenze e a sostenere l’occupabilità dei lavoratori di tutti i settori del lavoro, nonché la competitività delle nostre imprese.” D’altra parte, le Pmi, che rappresentano il 98,5% delle aderenti a Fondimpresa, solo negli ultimi anni stanno affiancando ai percorsi obbligatori per legge, come la sicurezza, o a quelli destinati alle necessità di competenze specialisti-
che per far fronte ad una determinata esigenza produttiva, anche formazione più ampiamente considerata come strumento per crescere e innovare e competere. Fondimpresa è il Fondo che offre i migliori strumenti per finanziare la formazione, attraverso diversi canali, in grado di rispondere flessibilmente alle diversificate esigenze proprie aderenti. Fondamentale tra questi è il Conto Formazione, che consente ad ogni azienda di gestire le proprie risorse per la progettazione e la realizzazione dei corsi di formazione avvalendosi sia delle strutture interne, che di professionalità esterne. L’azienda può decidere in assoluta autonomia i modi e i tempi di presentazione del piano formativo e la scelta di chi realizzerà la formazione. Tutti i piani formativi vanno condivisi con le rappresentanze sindacali. C’è inoltre la possibilità di accedere a bandi detti “Avvisi con contributo aggiuntivo”. Le imprese, soprattutto se di piccole dimensioni, possono non disporre di sufficienti risorse nel proprio Conto Formazione per sostenere tutti i costi di un piano formativo. Per questi casi Fondimpresa prevede la possibilità di integrare le risorse del Conto Formazione con quelle del Conto Sistema. L’azienda presenta il piano utilizzando le somme disponibili nel proprio Conto, a cui Fondimpresa aggiunge un contributo (fino a un limite fissato). È di prossima pubblicazione l’Avviso 2018. Michele Bezzi
Ph. Luca Riviera
AFFERMA
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Cosa sono i fondi? I Fondi interprofessionali sono nati con una legge del 2000. Ad essi le aziende possono destinare lo 0,30% -
connotano il mondo del lavoro aggiunge, come l’automazione, il rischio della perdita di posti di dalle imprese come contributo obbligatorio contro la lavoro, la necessità di reskilling. È una questione di risorse ed è un problema di cultura. Ciò comdisoccupazione involontaria. (In caso di adesione, lo porta un impegno straordinario su tutti i fronti ed 0,30 va comunque all'Inps, che lo gira al Fondo indicato anche, a maggior ragione, nel mantenimento ed indall'azienda). Ogni Fondo è gestito bilateralmente dalle nalzamento continuo dei saperi, delle competenze Associazioni dei datori di lavoro e dalle organizzazioni e delle capacità professionali di tutti lavoratori, in sindacali dei lavoratori, in modo da garantire che siano stretta connessione con l’innovazione tecnologica rispettate le esigenze di entrambe le parti. In questo ed organizzativa dei processi produttivi e con i mutamenti del mondo del lavoro.” modo viene finanziata una formazione più rispondente Il sistema dei fondi interprofessionali in Italia rialle esigenze del mercato del lavoro. sponde ad un’esigenza di crescita del sistema della Le imprese possono dunque utilizzare soldi che hanno formazione continua: non più soltanto erogaziogià versato (e che a volte non si rendono conto di ne di risorse finanziarie, ma promozione di una versare) per aggiornamento dei propri dipendenti. cultura del lifelong learning, volta ad incremenOgni Fondo, quindi, riceve ogni anno risorse tare nuove competenze e a trasformare il sistema stesso in un modello che sviluppa sapere in conproporzionali al numero dei lavoratori occupati nelle tinua evoluzione. imprese che lo hanno scelto e le impiega per finanziare Fondimpresa Trento, articolazione territoriale di la formazione dei lavoratori delle imprese stesse. Fondimpresa nazionale, consapevole del valore di Fondimpresa con 182.500 aziende con 4.500.000 tali obiettivi, da perseguire nella dimensione della lavoratori è il N. 1 tra i Fondi interprofessionali, per bilateralità è fortemente impegnata nella promonumero di lavoratori e attività e riceve circa il 50% dei zione di piani formativi aziendali, territoriali, setversamenti annui complessivi effettuati delle aziende toriali e individuali concordati tra le parti sociali. Supporta dunque, con il proprio staff, le aziende iscritte a tutti i Fondi interprofessionali, che redistribuisce trentine nell’accesso al finanziamento Fondimprealle imprese e ai lavoratori attraverso diverse efficaci sa anche al fine di aumentare l’utilizzo del Conto forme di finanziamento. Il 98,5% delle aderenti Formazione attraverso l’incremento dei piani preappartiene alla Piccola e Media Impresa. sentati, per evitare lo storno delle risorse. Dal 2007 ad oggi ha consentito la formazione di oltre I residui non utilizzati dell’accantonato di anni 4.500.000 lavoratori partecipanti. precedenti sui Conti Formazione delle aziende trentine registrate risulta peraltro significativo. A Fondimpresa Trento spetta la verifica dei reIl Conto di Sistema è infine il canale in cui con- quisiti di conformità dei piani formativi, fornisce fluisce la parte residua dello 0,30%, non versato nel inoltre informazioni sul funzionamento del FonConto Formazione. Questa cifra viene usata per fi- do ed è l’interfaccia in loco della sede centrale nanziare “Avvisi” che vengono pubblicati periodi- nazionale. camente e sono dedicati ad una particolare finalità. Le aziende possono partecipare, generalmente in forma aggregata, con un capofila di progetto, ad esempio, un ente di formazione accreditato. Fondimpresa Trento “Sono strumenti importanti - sottolinea il vicepreT 0461 360076 sidente Michele Bezzi -. Siamo peraltro nel pieno sportello-trento@fondimpresa.tn.it di un acceso dibattito sulle problematiche che parte del contributo dell'1,61% del monte salari, versato
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La sanzione deve essere proporzionata alla gravità del fatto e deve essere determinata anche alla luce dell'insieme delle circostanze nelle quali è stato compiuto. a cura dell'area Lavoro e Welfare di Confindustria Trento
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datore di lavoro detta le regole di comportamento da adottare in azienda al fine di garantire lo svolgimento ordinato ed efficiente dell’attività lavorativa. Egli ha quindi il potere di adottare provvedimenti sanzionatori nei confronti del lavoratore in caso di inosservanza delle disposizioni impartite. È importante tenere presente che la sanzione è però l’ultimo atto del procedimento disciplinare, le cui fasi sono definite dalla legge e dai contrati collettivi di lavoro (Ccnl). Per questa ragione, il mancato rispetto della procedura può rendere nulla la sanzione erogata. Si consiglia in ogni caso, prima di procedere all’avvio del procedimento, di leggere dettagliatamente la normativa/procedura contenuta nel Ccnl, anche perché spesso sono presento peculiarità di settore di cui tenere attentamente conto. Per il corretto espletamento del procedimento disciplinare, è in primo luogo indispensabile l’affissione permanente del codice disciplinare (reperibile all’interno del Ccnl) - che deve contenere una descrizione chiara e completa delle infrazioni e delle relative sanzioni - in uno spazio accessibile a tutti i lavoratori, cosicché tutti
possano venirne a conoscenza. La pubblicità è infatti requisito di legittimità della sanzione eventualmente irrogata. È altresì indispensabile che il datore di lavoro contesti l’addebito tempestivamente, come immediata conseguenza del compimento di un fatto che può integrare un’ipotesi di infrazione disciplinare dalla sua presa di conoscenza, per garantire il diritto di difesa del lavoratore. Il requisito dell’immediatezza va tuttavia interpretato secondo buona fede, essendo consentita una dilazione della contestazione al fine di permettere l’accertamento della condotta. È necessario che la contestazione sia circonstanziata, precisa e specifica, fornendo le informazioni anche temporali necessarie a risalire al fatto che si identifica come illecito e consentire al lavoratore di impostare la propria difesa. Dalla contestazione deve quindi emergere chiaramente l’intenzione del datore di considerare i fatti addebitati come illecito disciplinare. È indispensabile che questa abbia forma scritta, per garantirne certezza ed immutabilità, ma anche per fissare il termine per l’applicazione della sanzione disciplinare. Il lavoratore può infatti rispondere alla contestazione, entro 5 giorni dalla sua ricezione (salvo diversa indicazione di alcuni Ccnl), producendo la propria difesa. Una volta compiuta validamente la procedura disciplinare, il datore di lavoro può adottare la sanzione disciplinare, scegliendo discrezionalmente – nel rispetto dei principi di correttezza e buona fede - il momento della sua attuazione. La sanzione disciplinare deve essere proporzionata alla gravità del fatto e la sua misura deve essere determinata prendendo in considerazione, non solo il fatto oggettivo posto in essere dal lavoratore, ma l’insieme delle circostanze nelle quali il lavoratore ha compiuto la condotta contestata. L’onere della prova grava in capo al datore di lavoro.
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Confindustria Trento, area Lavoro e Welfare T 0461 360008 lavoro@confindustria.tn.it
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Il procedimento disciplinare
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welfare
welfare
Due nuove aziende nella Rete #WelfareTrentino Aumenta il numero delle imprese che hanno scelto di aderire al progetto promosso da Confindustria Trento: delle scorse settimane l'iscrizione di La Sportiva ed Eurotexfilati. a cura dell'area Lavoro e Welfare di Confindustria Trento
A UN ANNO
e mezzo dal suo lancio, il Progetto #WelfareTrentino sta raccogliendo molti consensi e interesse. La rete, inizialmente composta da sette aziende, è ad oggi costituita da quattordici aziende, per un totale di dipendenti che supera le 4mila unità. Gli ultimi due ingressi sono stati quelli delle aziende La Sportiva spa (nota impresa del settore delle calzature outdoor e dell’abbigliamento tecnico) ed Eurotexfilati spa (azienda di medie dimensioni del settore tessile), a conferma della eterogeneità che caratterizza la composizione della rete, sia per dimensioni che per settori di appartenenza delle aderenti. Altre realtà hanno manifestato interesse verso il progetto: alcuni associati hanno già anticipato la volontà di aderire all’iniziativa il prossimo anno. In tutti i casi di manifestazione di interesse è stato espresso forte apprezzamento per il servizio di consulenza e di cabina di regia svolto dall’Associazione e per il legame che questo progetto esprime con il territorio, caratteristiche che lo differenziano dalle altre piattaforme oggi disponibili sul mercato. Ad oggi sono infatti stati convenzionati diversi fornitori locali, tra cui Gruppo Poli e Sait nell’area
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dei buoni spesa, Asis e Leno 2001 per gli impianti sportivi, Aquila basket per l’intrattenimento e Consorzio Consolida per l’Educazione e Assistenza. Il progetto sta quindi crescendo su tutti i fronti, rivelandosi di grande interesse oltre che per le aziende, anche per altre realtà come Università (Università degli studi di Trento, Bologna Business School), studenti (contatti con richieste informazioni in merito alla rete per progetti universitari o tesi di laurea) giornali (da ultimo l’intervista al presidente di Confindustria Trento Enrico Zobele sulla rivista l’Imprenditore) e anche per istituzioni estere (recente la visita di una delegazione del ministero serbo per le politiche familiari e demografiche).
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La California supera il Regno Unito Una crescita record, sospinta soprattutto dall’immobiliare e dalle nuove tecnologie, ha portato lo stato della West Coast a diventare la quinta economia del mondo. di GIORGIO ZAGONEL, Trentino Export
TURISMO
cinema, nuove tecnologie e una spiccata anima liberal e intraprendente ne fanno la terra dei sogni, come nella famosa canzone dei The Mamas & the Papas California Dreamin, Sognando la California appunto. Oggi, oltre mezzo secolo dopo il Golden State, è ancora la terra dei sogni, non solo per il suo spirito ma anche perché si sta affermando sempre più come potenza economica, cosa che le ha consentito un sorpasso storico ai danni della Gran Bretagna, soffiandole il titolo di quinta economia mondiale. A sancire il sorpasso sono state le stesse autorità californiane sulla base dei parametri di crescita economica. Ad aiutare lo Stato della West Coast sono state anche le molteplici vicende legate alla Brexit, ovvero dall’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Occorre però dire che in ogni caso i numeri del boom della California sono ineccepibili: il Pil è cresciuto nel 2017 di 127 miliardi di dollari rispetto all’anno precedente, attestandosi a 2.700 miliardi di dollari. Nello stesso arco di tempo l’economia inglese si è invece contratta leggermente, sempre utilizzando come unità di misure i dollari, a 2.625 miliardi. Con balzo in avanti la California è ora la quinta economia mondiale alle spalle di Stati
Uniti, Cina, Giappone e Germania. Con oltre 40 milioni di abitanti, la California è la terra della Silicon Valley e di Hollywood, i suoi due principali motori di crescita. Ma anche del boom del vino americano nelle sue Napa e Sonoma Valley. Lo Stato ospita il 12% della popolazione americana e ha contribuito per il 16% alla crescita dell’occupazione nel Paese fra il 2012 e il 2017, periodo durante il quale la sua quota nel complesso dell’economia statunitense è cresciuta dal 12,8% al 14,2% (fonte Bea: Us Bureau of Economic Analisys). Tutti i settori economici, eccetto l’agricoltura, hanno contribuito al balzo del 2017: i servizi finanziari e il mercato immobiliare hanno spinto la crescita di 26 miliardi di dollari mentre il settore dell’informazione - che include molte aziende tecnologiche - ha contribuito per 20 miliardi di dollari. La potenza economica della California è concentrata nelle aree costiere, dove si affacciano le grandi città. Nella sua strategia di sostegno alle imprese del territorio, Trentino Export si è così dotata di un nuovo referente con base a Los Angeles che va ad aggiungersi a quello già presente a Washington, che ora si occuperà esclusivamente di East Coast. La scelta operata dal Consorzio è stata dovuta alle grandi potenzialità della West Coast americana ed alla grandezza del mercato statunitense che necessita di molto impegno e presenza. Con i suoi collaudati servizi che spaziano dai sondaggi di mercato ed organizzazione di incontri Business to Business, all’ affiancamento delle aziende nella fase post incontri Business to Business ed all’assistenza nelle materie doganali, fiscali, legali e di accesso al credito, Trentino Export si conferma punto di riferimento per le imprese trentine che vogliono approcciare nuovi mercati e sfruttare nuove opportunità.
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Mercati esteri e tutela dalla contraffazione Il caso di un brevetto di successo globale, che ha trasformato una piccola impresa emiliana nell’unico produttore europeo di farmaco e medical device integrati per il settore oftalmico. di MARCO BRUNACCI, titolare Brunacci & Partners e partner Assoservizi Confindustria Trento
NEGLI ULTIMI
anni si è registrata una positiva inversione di tendenza rispetto alla tutela brevettuale da parte delle aziende. Fino a pochi anni fa, infatti, queste prediligevano il mantenimento del segreto industriale alla tutela brevettuale delle proprie innovazioni di prodotto o di processo. Tuttavia, con l’immissione dell’innovazione sul mercato, spesso il segreto veniva svelato e l’impresa, dopo aver investito sull’innovazione, si trovava a non avere alcuno strumento per difenderne l’utilizzo esclusivo, dimodoché il vantaggio competitivo si annullava insieme con parte del riscontro economico. Oggi si registra una sensibilità maggiore alla tutela industriale a tutto tondo, compresa la protezione dell’innovazione. Ciò dipende certamente da una maggiore consapevolezza sui rischi della mancata protezione di cui si è accennato, ma anche dall’esperienza di alcune imprese le quali, proprio grazie agli strumenti di protezione industriale, hanno potuto sviluppare le proprie innovazioni e metterle al servizio dei mercati oltreché a vantaggio della propria crescita e successo. Questo è il caso di una delle più innovative imprese emiliane, che proprio grazie alla tutela brevet-
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tuale, a partire dal 1976 ha contribuito a rivoluzionare il concetto di packaging farmaceutico monodose, trasformandosi da piccola impresa locale a leader mondiale di settore e unico produttore europeo di farmaco e medical device integrati per il settore oftalmico. La prima idea dell’impresa, nata in un laboratorio artigianale, di sviluppare la produzione di contenitori monodose di farmaco oftalmico, è stata presto oggetto di deposito di un primo e lungimirante brevetto italiano. L’impresa, a fronte di un esiguo investimento economico, si è così garantita l’esclusiva sullo sviluppo della prima idea, da cui sono derivate nuove ed ulteriori innovazioni e relativi brevetti. Grazie alla progressiva e certosina attenzione alla tutela delle proprie idee attraverso il deposito di altrettanto brevetti, l’impresa si è quindi orientata su numerosi mercati esteri target, procedendo su ciascun paese con apposite estensioni territoriali dei brevetti stessi. L’azienda ha così costituito un portfolio di circa 150 brevetti nazionali, successivamente estesi in numerosi paesi esteri, arrivando a superare 400 titoli di privativa e contestualmente raggiungendo un fatturato complessivo superiore ai 50 milioni di Euro. Si tratta di un importante risultato raggiunto grazie alle proprie idee innovative e alla gestione e protezione delle stesse attraverso una attenta e visionaria tutela da contraffazione. Il primo brevetto depositato dall’impresa, nonché i successivi, le hanno infatti immediatamente attribuito il diritto esclusivo di prevenire ed inibire l’utilizzo, la produzione, la commercializzazione e l’importazione dei prodotti brevettati in assenza di un esplicito consenso da parte dell’azienda stessa. Esercitando questo diritto, l’impresa ha potuto sviluppare internamente i propri assets e tutelarli verso l’esterno. Casi come quello dell’impresa citata sono numerosi in Europa, mercato che dal 2017 ha il primato mondiale nella tutela brevettuale rispetto agli altri Continenti. L’Italia, dal canto suo, sempre nel corso dell’ultimo decennio, ha registrato il più alto tasso di crescita nel numero di domande di brevetto depositate, a conferma del forte potenziale innovativo dell’industria tricolore e della attenzione alla necessaria tutela industriale delle proprie innovazioni.
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