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La leggera sostenibilità dell’economia

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Nonostante i progressi fatti l’economia globale rimane insostenibile. Il new normal richiede un cambio di paradigma profondo legato al concetto di sostenibilità.

delle condizioni al contorno fa sì che il mondo industriale navighi a vista, in termini di pro-spettive e di strategie. Alcuni settori sono più di altri in balia anche della più insignificante variazione “umorale”. L’economia mondiale si è riscontrata fragile e non attrezzata per superare periodi così lunghi di forte incertezza. Nel new normal come viene definito vi è la necessità di un cambio di paradigma pro-fondo, legato al concetto più alto di sostenibilità. Nel suo ultimo libro Il Gioco infinito, Simon Sinek sti-mola i decisori e la società a ragionare con una mentalità infi- nita sia nel business che nella politica per arrivare persino alla vita privata: i giocatori vanno e vengono, le regole sono mutevoli e non c’è un obiettivo definito. Non ci sono vincitori e vinti, esiste solo il percorso; scegliere quello migliore fa la diffe-renza tra progresso e decadenza.

Per questo la sostenibilità è diventata la parola d'ordine per molte aziende e governi di tutto il mondo; tuttavia, l’interpretazione di questo concetto rimane variegata. La riduzione delle emissioni di anidride carbonica è solo un aspetto della sostenibilità, anche se tende ad essere il tema al centro dell’attenzione. La sostenibilità è in realtà lo sviluppo e la crescita in modo eco-compatibile e socialmen-te equo e deve diventare il fattore chiave per accrescere la resilienza dell’economia. Non si tratta quindi di applicare regole ambientali senza ponderare in maniera minuziosa i possibili effetti collaterali su so-cietà ed economia, il rischio di questo processo è quello di ragionare con una mentalità finita. Bisogna innanzitutto tenere conto del panorama, caratterizzato da sconvolgimenti economici e non economici profondamente interconnessi: mercati volatili, inflazione, tensioni geopolitiche e guerre, crisi energetica e cambiamento climatico. Nessuna azienda, governo o società può affrontare da sola sfide di questa portata. Per riunire il nostro mondo diviso, dobbiamo cambiare, sia all’interno che all’esterno dei nostri confini, e qui la tecnologia svolge un ruolo fondamentale. Si parla per questo di Twin Transition, dove le due componenti sostenibile e digitale sono indivisibili. I ricercatori stimano che la digitaliz-zazione potrebbe ridurre da sola le emissioni almeno del 15% entro il 2030, se applicata in maniera strutturale nei settori che concorrono alla creazione di valore.

Partendo dai modelli di business, le imprese riconoscono di dover essere più agili e resilienti, in partico-lar modo di fronte alle forti fluttuazioni della domanda e dell’offerta, a comportamenti di acquisto dinamici e a una crescente pressione per essere sempre più innovative. Ma a molte di esse la frammentazione dei processi impedisce di reagire rapidamente ai cambiamenti. Da qui la necessità di avere dati dispo-nibili sui quali svolgere analisi che aiutino a prendere decisioni ponderate. Gli insight del Politecnico di Milano sono chiari, solo il 20% delle imprese italiane colleziona e analizza dati per provare ad anticipare gli eventi. La globalizzazione ha reso le nostre catene di approvvigionamento più complesse e, di conseguenza, anche più vulnerabili. Al culmine della pandemia di COVID-19, circa il 94% delle aziende inserite nella classifica Fortune 1.000 era alle prese con problemi legati alla sua supply chain: lo dimostra il Global Supply Chain Pressure Index (Figura 1). Il cambiamento climatico, la pandemia, la guerra in Ucraina e le tensioni geopolitiche a livello mondiale hanno mostrato i limiti dei nostri attuali modelli economici. Le catene di approvvigionamento resilienti sono quindi diventate una priorità per la sostenibilità dell’economia e la tecnologia ne è un fattore abilitante: laddove le connessioni lineari One-to-One sono soggette a interruzioni, le reti di connessioni molti-a-molti consentono alle imprese di collaborare con i partner lungo tutta la loro catena del valore e scam- biare dati in tempo reale. La trasparenza a 360 gradi lungo la supply chain offre alle aziende la flessibilità e la resilienza per navigare anche negli scenari più incerti.

Il futuro appartiene alle organizzazioni che sanno operare in modo redditizio, resiliente e sostenibile in-sieme al proprio ecosistema. Il raggiungimento del concetto di sostenibilità attraverso l’introduzione del digitale nei processi non prevede la sostituzione delle persone con la tecnologia ma di restituire alle persone la libertà di fare quello che sanno fare meglio: essere creative. Con dati affidabili e l’aiuto dell’intelligenza artificiale, le aziende sono in grado di tenere traccia di ciò che accade nel loro business e capirne il perché. Questo non solo le rende più efficienti, ma anche più flessibili e veloci, soprattutto in tempi di crisi.

Se uniamo il fattore ambientale con la crescente pressione sociopolitica e l’aumento delle disuguaglian-ze sociali, l’importanza della sostenibilità sta cambiando. I leader aziendali sentono l’urgenza di concen-trarsi su questi temi: l’attenzione degli investitori verso le sfide globali come il cambiamento climatico, l’inquinamento e la disuguaglianza è aumentata, così come la domanda dei clienti, con un fattore di cre-scita del 700% dal 2021 al 2022. Non da ultimo i dipendenti fanno scelte di carriera in base agli impegni e ai risultati ottenuti dall’organizzazione in materia di sostenibilità. Da qui il grande fenomeno sociale del-la Great Resignation (Grandi Dimissioni) dove McKinsey rivela che circa il 40% dei lavoratori a livello mondiale cambierà lavoro nei prossimi mesi.

La sostenibilità deve quindi diventare la stella polare di ogni impresa, parte integrante della loro strate-gia, vista come fattore critico per il successo a lungo termine delle imprese. Ci vuole però una mentalità infinita per riuscire a coglierne il valore profondo. Solo le aziende che comprendono e integrano la so-stenibilità nella loro attività sono in grado di creare valore a lungo termine e una crescita duratura.

Figura 1: Costo di 1 Kg di idrogeno verde in ogni Paese UE prodotto con la fonte rinnovabile più economica del Paese. Fonte: Hydrogen Europe

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