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La Piccola al lavoro sulla diversity inclusion
Ospite degli industriali riuniti presso il Laboratorio Trentino, Mara Rinner ha spiegato come implementare in azienda una cultura della valorizzazione della sostenibilità e della diversità.
Comitato Piccola Industria è stato di recente ospite di Sergio Sighel, che del Comitato è uno dei componenti, presso la sede di Laboratorio Trentino Srl, impresa da lui fondata nel 1979 per soddisfare le esigenze delle aziende clienti in merito a controlli di qualità, analisi di laboratorio, prove sui materiali e prove speciali. Come consuetudine, l’evento si è aperto con la presentazione dell’attività del Laboratorio e una visita agli spazi dell’azienda. Sighel ha mostrato i macchinari e le procedure utilizzati per le analisi ed i controlli sui materiali, consentendo anche ai presenti di assistere dal vivo ad alcune prove.
L’incontro è poi proseguito nella sala riunioni dell’azienda dove la presidente del Comitato Piccola Industria Barbara Fedrizzi ha ricordato il percorso avviato da oltre un anno sui temi della sostenibilità economica e sociale e ha presentato la relatrice della serata: Mara Rinner, consulente di sviluppo del business, esperta di organizzazione aziendale e specializzata sui temi di imprenditoria femminile, gender equality e diversity management. Rinner, che è anche presidente dell’Associazione “Amici di Famiglia Materna”, ha aperto il suo intervento richiamando un’affermazione della
Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo del 1987: “Lo sviluppo sostenibile – afferma la Commissione – è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”.
Rinner ha spiegato come gli obiettivi inerenti “Inclusione e gestione delle diversità”, nelle diverse accezioni, siano contenuti nell’agenda Onu 2030 e coinvolgano istituzioni, privati cittadini e imprese. Per le aziende, questo significa tra l’altro prendere caratteristiche come etnia, età, genere, convinzioni religiose, orientamento sessuale e affettivo, differenze psicologiche, cognitive, fisiche e sociali, e considerarle come aspetti da valorizzare per sviluppare benessere organizzativo, crescita dell’impresa e competitività.
Nelle strategie aziendali è necessario iniziare a sviluppare policy e pratiche antidiscriminatorie, analizzare i processi organizzativi e produttivi, attuare percorsi formativi dedicati, applicare indicatori di performance, al fine di implementare una cultura della valorizzazione della sostenibilità e della diversità nelle sue varie forme.
L’attuazione di tali politiche passa attraverso fondi garantiti dal Pnrr nelle sei missioni che lo compongono: di queste, la quinta è proprio intitolata a “Inclusione e Coesione”, per uno stanziamento di 19,81 miliardi. Esistono inoltre specifiche normative di supporto alla costruzione di sistemi di gestione aziendali, una fra tutte la certificazione di parità di genere (Norma ISO di riferimento PDR n. 12/2022).
“I primi dati ci dimostrano che aziende percepite dal mercato come più inclusive e rispettose delle diversità, vedono un incremento positivo sia di reputazione che di fatturati. Si tratta dunque – ha concluso Rinner – di un’opportunità da cogliere senza indugi”.