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Fonti energetiche rinnovabili
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Il 94% della produzione energetica trentina deriva da fonte idroelettrica, ma le scarse precipitazioni rischiano di comprometterla. La soluzione? Possono essere le imprese.
produzione energetica del nostro territorio dipende principalmente dalla fonte idroelettrica, che in Trentino garantisce il 94% della generazione elettrica: per capacità di produzione idroelettrica la nostra regione si colloca al secondo posto in Italia, dietro alla Lombardia e davanti al Piemonte.
Al netto dell’idroelettrico, le fonti energetiche rinnovabili – si parla in Trentino di solare fotovoltaico e bionergie – rappresentano il 7,8% del totale dei consumi provinciali: in Italia siamo al terzultimo posto, solo davanti a Liguria e Valle d’Aosta. Sono queste, tuttavia, le fonti alternative che traineranno, in un prossimo futuro, lo sviluppo delle Fer: la capacità produttiva dell’idroelettrico rischia infatti di essere sempre più limitata dalle scarse precipitazioni che si stanno registrando, anche in Trentino, negli ultimi anni.
Alla luce di queste considerazioni, nell’ambito del secondo position paper del progetto Duemilatrentino dal titolo “Transizione Sostenibile”, Confindustria Trento ha proposto di accelerare la transizione sostenibile del nostro territorio, favorendo un crescente contributo delle imprese grazie allo sviluppo di forme sostenibili di produzione energetica. Si pensa, in particolare, all’installazione sistematica di pannelli fotovoltaici sui tetti di imprese, capannoni industriali e relative pertinenze, e alla realizzazione di impianti di teleriscaldamento e a biomasse.
Nel mese di luglio 2022, la Provincia autonoma di Trento ha pubblicato l’Avviso Fesr 2/2022, con lo scopo di sostenere investimenti per l’incremento della copertura di “tetti fotovoltaici” sugli edifici industriali e l’acquisto di sistemi di accumulo. In parallelo, i continui e progressivi interventi diffusi di efficientamento energetico nelle imprese (come caldaie e centrali termiche, cappotti termici, installazione di serramenti e infissi di ultima generazione), potrebbero da un lato incrementare la quota di energia elettrica prodotta in autosufficienza dal Trentino, dall’altro, ridurre il peso della “bolletta energetica” sulle imprese, in considerazione del nuovo equilibrio dei prezzi delle materie prime energetiche seguiti alla forte ripresa post covid ed agli sconvolgimenti geopolitici dell’ultimo periodo.
La nostra Associazione ha pertanto chiesto di potenziare le misure a sostegno dell’efficientamento energetico dei processi produttivi: un aspetto che può essere implementato in particolar modo nelle imprese manifatturiere, che molto spesso utilizzano energia per riscaldare gli impianti e per lo svolgimento dei processi tecnologici e, allo stesso tempo, ne consumano per raffreddare.
Secondo un’indagine condotta presso le imprese associate a Confindustria Trento a febbraio dello scorso anno, per contrastare il caro-energia il 60% ha già investito nell’efficientamento energetico della produzione e dei consumi, un terzo si è associata ad un consorzio di acquisto, mentre il 7% non ha effettuato alcun intervento. Risulta pertanto fondamentale cogliere ed incentivare la crescente sensibilità del mondo imprenditoriale verso questo tipo di soluzioni. L’Avviso Fesr 2/2022 e l’idea di rendere questo un intervento strutturale si sposano con il progetto di sfruttare appieno le coperture industriali disponibili per l’installazione di pannelli fotovoltaici.
Ad oggi, ci risulta che in Trentino vi siano 719 ettari di coperture industriali disponibili per coperture fotovoltaiche: il 50% è il potenziale tecnico effettivamente utilizzabile, che potrebbe ospitare fino a 430 MW di impianti (rispetto all’obiettivo della Provincia autonoma di Trento al 2030 pari a 100 MW di nuovi impianti fotovoltaici installati su coperture industriali o in aree dismesse). Nell’assunto di ripartire l’installazione di questi nuovi 100MW di impianti fotovoltaici su un periodo di otto anni, la produzione al completamento delle installazioni, quindi nel 2030, sarebbe di circa 122 GWh/anno, con le seguenti previsioni di investimento e risparmio. Se il costo medio di installazione fosse di 1.200 €/kW, l’investimento annuo richiesto sarebbe di 15 milioni di euro, per un totale al 2030 di 120 milioni di euro; ipotizzando un costo medio del MWh sul lungo periodo di 120 euro, il risparmio negli anni di installazione cresce di 1,8 milioni di euro, mentre a regime (dopo l’ottavo anno) ammonterebbe a 14,4 milioni di euro all’anno; nell’ipotesi di sfruttare l’intero potenziale tecnico del Trentino, il risparmio annuale potrebbe aumentare, a regime, da 14,4 a 62,4 milioni di euro all’anno.
Il sopracitato avviso Fesr 2/2022, finanziato dalla Pat per 21,5 milioni di euro ha visto la partecipazione di 100 imprese Associate su un totale di 360 domande alla data del 31 gennaio 2023. L’investimento complessivo si stima possa generare l’installazione di oltre 45 MW di nuovi impianti nel prossimo anno. È inoltre in via di definizione un nuovo avviso finanziato per circa 13 milioni di euro per l’efficientamento energetico delle imprese.
Con riferimento alla fonte di energia da idroelettrico, si presentano significative potenzialità di sviluppo in Trentino. In particolare, si potrebbero superare alcune criticità che negli ultimi anni hanno ostacolato la realizzazione di nuovi progetti nel territorio provinciale sia per il mini-micro idroelettrico che da acqua fluente. Ad esempio, l’impatto ambientale e visivo degli impianti idroelettrici può essere oggi mitigato in modo molto più significativo rispetto al passato grazie al ricorso a nuovi sistemi che permettono l’interramento di opere in precedenza costruite in superficie (come nel caso delle opere di presa e captazione dell’acqua quasi totalmente interrate). In aggiunta, nei corsi d’acqua dove vi sono impianti idroelettrici (anche di piccolissima taglia), vengono imposte operazioni di bonifica del corso d’acqua stesso nel medio-lungo termine. Questo tipo di attività di bonifica e controllo dei corsi fluviali oggi è più che mai fondamentale per mitigare i rischi idrogeologici, che in futuro aumenteranno a causa del processo di cambiamento climatico attualmente in corso.
Tali azioni permettono di valorizzare il ruolo che questa fonte energetica può svolgere non solo nella generazione elettrica, ma anche sul fronte ambientale e della sostenibilità per le aziende e il territorio. (fdc e sb)