AGOSTO | SETTEMBRE 2016 ANNO 57 | N°04
Chimica sostenibile L’innovazione di un settore che ha scelto di puntare sulla sostenibilità e sulla responsabilità sociale
Associazione
Aziende
Internazionalizzazione
A Oderzo vetrina nazionale per l’industria trentina che innova
Da Deltamax tecnologie intelligenti per l’analisi della frantumazione del vetro
Anche Ilaria Vescovi al Forum di Sanpietroburgo con la delegazione italiana
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sommario
03
editoriale 7
Un’estate “calda”
38
Internazionalizzare negli Emirati Arabi Uniti
39
Export management per la Cina
il punto 9
aziende
Vicini alle imprese che innovano
copertina 11
Verso una chimica sempre più sostenibile
41
A Rovereto l’innovation center di Watts
43
Impianti per l'industria e il teleriscaldamento
45
Nuove tecnologie per testare la tempra
48
Storie trentine in bottiglia
14
La biologia unisce ricerca e impresa
50
Dieci anni per Atis Srl
17
Usa e getta (ma nel composter)
52
T-shirt.it, the art of tee
20
Dietro le quinte della chirurgia ortopedica
54
Sfide ambiziose per l'edilizia
22
Crescita a doppia cifra per Unitec Spa
giovani
associazione rubriche 11
copertina
25 associazione 36 internazionalizzazione 41 aziende 56 giovani
Viaggio nell’Italia che innova
26
Piccola Industria in missione a Bruxelles
27
"Diamo respiro al trasporto sostenibile"
28
Un innovation promoter in Associazione
29
IPSP: quattro nuove soluzioni per le aziende
32
Credito alle imprese: c’è Bper Banca
33
Un nuovo Confidi per le imprese trentine
34
Nuovi fondi per la formazione in arrivo
35
Corsi di lingua per imprese al via a settembre
57 education 58 economia
56
25
36
Gruppo Giovani in visita La Sportiva
education 57
Dial e Marzadro entrano nelle scuole
economia 58
Effetto Brexit per l’Italia, crescita solo a +0,8%
61
internazionalizzazione
Espo: più competenze, più relazioni
62
Anche Confindustria al Festival dell’Economia
Alla soglia dell’Est
63
Avremo l’energia dai fiumi
TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2016
04 TRENTINO INDUSTRIALE Anno 57 | N. 4 Agosto - Settembre 2016
AGOSTO | SETTEMBRE 2016
Direttore Responsabile
ANNO 57 | N°04
Alessandro Santini Comitato di Redazione
Riccardo Felicetti Alessandro Lunelli Roberto Busato Paolo Angheben Pierangelo Baldo Andrea Marsonet Eduard Martinelli
Chimica sostenibile
Redazione
Silvia Bruno Primo Bee Direzione, Redazione e Amministrazione
Palazzo Stella, Via Degasperi, 77 38123 Trento T 0461 360000 | F 0461 933551 Internet: www.trentinoindustriale.com e–mail: trentino.industriale@confindustria.tn.it
Associazione
Aziende
Internazionalizzazione
A Oderzo vetrina nazionale per l’industria trentina che innova
Da Deltamax tecnologie intelligenti per l’analisi della frantumazione del vetro
Anche Ilaria Vescovi al Forum di Sanpietroburgo con la delegazione italiana
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L’innovazione di un settore che ha scelto di puntare sulla sostenibilità e sulla responsabilità sociale
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Editore
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articoli, servizi, firme autorevoli e interviste a personaggi di spicco;
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ITIS Srl | Via Degasperi, 77 | Trento | T 0461 360000 Laura Canzian | T 338 7789032 | F 0461 933551 Autorizzazione del Tribunale di Trento N. 71 del 10 febbraio 1990
presentazione di aziende, loro attività e prodotti ad una vasta e competente platea di lettori; autorevolezza di una voce “targata” Confindustria.
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Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, si informano i destinatari del periodico che i dati dei medesimi sono conservati – con la garanzia di massima sicurezza – nell’archivio informatico del Titolare del trattamento: Associazione degli Industriali della Provincia di Trento via Degasperi 77 – 38100 TRENTO. Tali dati saranno utilizzati esclusivamente per l’invio del periodico e di eventuali allegati.Ai sensi dell’art. 7 del citato D.Lgs., i destinatari hanno diritto di conoscere, aggiornare, rettificare, cancellare i dati, nonché di esercitare tutti i restanti diritti ivi previsti mediante comunicazione scritta al Titolare del trattamento.
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Laura Canzian canzian@trentinoindustriale.com T. 338 7789032 | F 0461 933551 I prezzi indicati vanno maggiorati di IVA. L’editore si riserva di valutare di volta in volta la compatibilità con la rivista dei messaggi pubblicati proposti.
editoriale
07
Un’estate “calda” L’estate 2016 si è subito presentata come “calda” per il sistema nazionale del credito. Secondo la Banca d'Italia gli allarmi dei mercati finanziari, manifestati attraverso le quotazioni dei titoli bancari, sono eccessivi rispetto ai fondamentali degli istituti italiani. Dai recenti stress test emerge che il sistema è tutto sommato solido, a parte qualche caso che negli ultimi mesi ha riempito le pagine dei giornali, tra cronaca economica e giudiziaria. Guardiamo con apprensione anche a quanto sta accadendo a livello locale nel processo di riorganizzazione del sistema delle Bcc, da sempre punto di riferimento per l’accesso al credito delle aziende trentine e partner cruciale dello sviluppo del territorio. Il momento è dunque davvero critico, sia per il sistema finanziario che per l’economia reale. Al rallentamento dei Paesi emergenti, infatti, si sono aggiunti gli effetti della Brexit, che non si limitano a un rischio recessione nel Regno Unito. Il rallentamento della domanda globale farà sentire i suoi effetti anche in Italia e in Europa, a partire già da quest’anno. Il Centro Studi Confindustria ha dovuto rivedere al ribasso le stime di crescita presentate lo scorso dicembre. Secondo le nuove stime fatte a giugno – incorporando l’effetto Brexit – la crescita del Pil 2016 passerà da 1,4% a 0,8%, mentre per il 2017 è previsto un dimezzamento da 1,3% a 0,6%. Un rallentamento che rischia di minare la fiducia delle imprese, con conseguenze negative sui loro piani di investimento. Queste previsioni sono soggette a ulteriori rischi, legati a problemi specifici in cui versano alcuni Paesi (Turchia in primis), e a importanti scadenze elettorali: nel 2016 il referendum sulla riforma costituzionale italiana e le elezioni presidenziali negli Stati Uniti; nel 2017 le presidenziali in Francia e quelle politiche in Germania. Servono nervi saldi e la capacità dei governi, centrali e locali, di sostenere il sistema produttivo con meno burocrazia e con l'elaborazione di una politica industriale che, negli ultimi anni, nel nostro Paese è francamente mancata. Per questo è anche necessario che i partiti – compresi quelli trentini – escano da una fase di perenne campagna elettorale e si concentrino maggiormente sui problemi dei cittadini e delle imprese.
Giulio Bonazzi Presidente di Confindustria Trento
TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2016
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il punto
09
Vicini alle imprese che innovano Se potessimo rappresentare in un tag cloud questo numero di Trentino Industriale, al centro della nuvola spiccherebbe a grandi lettere certamente la parola “innovazione”. Ne parla per prima Giulia Manica, introducendo la rubrica di copertina, dedicata questa volta alla Sezione chimica, vetro, gomma e plastica di Confindustria Trento, quando le si chiede di individuare il principale denominatore comune delle diverse anime del settore; la rappresentano a seguire i casi concreti suggeriti dalle nuove storie d’impresa che abbiamo scelto di raccontare. Solo per citarne alcune: la sperimentazione nel campo dell’ingegneria biomedica tissutale di Novagenit e il progetto di ricerca per lo sviluppo di enzimi capaci di ridurre l’impatto ambientale delle produzioni avviato da Biodermol ambiente al fianco del Centro interdipartimentale di biologia integrata dell’Università di Trento. Non sono episodi isolati: le nostre imprese hanno inteso da tempo che la loro competitività è legata a doppio filo alla capacità di innovare. Non da oggi allo stesso modo Confindustria Trento si è attivata per creare le condizioni affinché per le imprese innovare sia più facile e meno oneroso. Nelle pagine che seguono diamo conto di due iniziative orientate allo sviluppo di proficue relazioni tra il mondo dell’impresa e il mondo della ricerca che mi preme anche qui evidenziare. Da una parte, la nuova intesa siglata con l’Università di Trento, che distaccherà a Palazzo Stella uno specialista con il compito di supportare le imprese associate sui temi dell’innovazione e del trasferimento tecnologico. Dall’altra, la nuova edizione degli Industrial Problem Solving with Physics: progetto sostenuto fin dalla nascita dalla nostra Associazione al fine di favorire il ricorso alle competenze dei fisici da parte delle imprese per la risoluzione dei loro problemi industriali. La formula funziona: sono sempre di più le aziende che chiedono di aderire alla proposta e cresce la soddisfazione di quelle che hanno l’opportunità di confrontarsi con i team di talentuosi ricercatori e allievi dell’ateneo trentino. Una fra tutte, Sepr Italia, partner del progetto vincente, che ha espresso vivo apprezzamento per la soluzione individuata al problema proposto. Sono, queste, evidenze concrete di un’attività della nostra Associazione che non si esaurisce nel dato pratico dei servizi a supporto dello sviluppo del tessuto imprenditoriale trentino, ma che è il frutto di una strategia coltivata su fronti distinti anche e soprattutto a livello politico: con gli stakeholders della ricerca, per esaudire la sete di competenze delle nostre imprese; con i consorzi fidi e gli istituti di credito, per le necessarie risposte ai loro fabbisogni finanziari; con gli interlocutori del governo provinciale, affinché adottino misure adeguate al sostegno delle aziende meritorie. Puntare sulle nuove iniziative imprenditoriali e sulle startup è certamente importante, ma oggi può diventare ancora più strategico concentrarsi soprattutto sulle imprese che innovano, perché possano svilupparsi ulteriormente, aprirsi a nuovi mercati e far crescere, così, l’intero nostro territorio.
Roberto Busato Direttore Generale di Confindustria Trento
TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2016
11 copertina
copertina
Verso una chimica sempre più sostenibile Intervista a GIULIA MANICA, presidente della Sezione chimica, vetro, gomma e plastica di Confindustria Trento. di SILVIA BRUNO
PRESIDENTE
Manica, la sua nomina è recente (ne diamo conto nel box dedicato), ma da sempre Lei è tra le anime più attive del Comitato e più in generale dei luoghi del dibattito della nostra Associazione. Può tracciare un quadro dell’andamento della Sezione in Trentino? Il dato di novità principale, in questo momento, riguarda la composizione della Sezione di Confindustria Trento. A seguito dell’approvazione, da parte dell’Assemblea, della riforma dello Statuto, al gruppo tradizionale di chimica, gomma e plastica sono state accorpate infatti anche le imprese del vetro: un comparto storicamente affine (il suo contratto collettivo afferiva un tempo al settore della chimica). Dai nuovi ingressi abbiamo tratto certamente giovamento: parliamo di poche aziende, ma di estrema qualità, oltre che di grande impatto in termini di volumi. Sono aziende sane, come del resto anche le imprese che caratterizzano il nucleo originario della Sezione e che registrano, in taluni casi, trend di crescita straordinari. Vi sono comparti che in questo momento soffrono di più, in particolare a causa della competizione dei paesi asiatici. Ma, al netto dei casi di difficoltà, il quadro è positivo. Creme per il viso, profumi per ambiente, costumi da bagno, cassonetti… Parliamo di prodotti estremamente variegati. Qual è il denominatore comune? Credo che un fattore trasversale ai comparti rappresentati sia l’approccio all’innovazione dei nostri imprenditori. Parlo di innovazione nel senso più ampio del termine, dunque sul fronte dei processi, dei prodotti, del design, dell’organizzazione, del welfare, della comunicazione... Penso alla diversificazione messa in atto da Zobele, un tempo attiva
Giulia Manica
Le nuove cariche L’assemblea della Sezione chimica, vetro, gomma e plastica di Confindustria Trento ha eletto a giugno il presidente e i membri del Comitato di Sezione. Giulia Manica (Manica Spa) è stata confermata alla presidenza per il quadriennio 2016-2019. Vicepresidente di Sezione è Emanuele Marchi (Zobele Holding Spa), mentre il Comitato di Sezione è così composto: Federico Pedinelli (CPB Componenti Plastici Biodegradabili Srl), Casale Massimo (O-I Manufacturing Italy Spa), Gian Nicola Berti (Sandoz Industrial Products Spa), Sandro Santoni (Santoni Vetri), Paolo Gugole (Sepr Italia Spa), Osvaldo Camarin (Vetri Speciali Spa). Santoni entra a far parte del Comitato Piccola Industria. Manica, Marchi e Berti entrano a far parte del Consiglio Generale introdotto dalla riforma dello Statuto approvata dall’Assemblea Privata lo scorso 23 maggio. Il Consiglio Generale si insedierà in occasione dell’Assemblea Pubblica del prossimo autunno. TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2016
12
I numeri della Sezione La sezione chimica, vetro, gomma e plastica di Confindustria Trento rappresenta il 7% delle aziende associate, con oltre il 10% dei dipendenti. Il settore prevalente è quello chimico, con il 44% delle imprese, che ricomprende: farmaceutica e cosmetica, fibre chimiche, chimica organica e inorganica, colori, vernici, smalti e cere, mentre le aziende del comparto delle materie plastiche e di quello della gomma sono, rispettivamente, il 31% e il 16% del totale. Il settore della lavorazione e trasformazione del vetro ricomprende, invece, il 9% delle aziende della sezione. Il settore in Trentino può contare su 32 imprese con 3.290 dipendenti, con un peso percentuale sul totale dell’industria manifatturiera pari, rispettivamente, al 8,7% e al 15,6% (dati Camera di Commercio-Tn e riferiti alle aziende con oltre dieci dipendenti, aggiornati al 2014)*. Anche questo settore, al pari dell’intera struttura industriale locale, è caratterizzato da una prevalenza di aziende piccole o medio piccole: il 69% delle unità locali con il 30% degli occupati è, infatti, ricompresa nella classe 10-100 dipendenti, mentre le aziende con oltre cento dipendenti sono dieci (31% del totale) ma, in termini occupazionali, assorbono il settanta percento dei dipendenti del settore. Per quanto concerne la proprietà delle aziende va evidenziato come il 63% del totale sia controllato da capitale locale, il 17% da capitale nazionale, mentre le multinazionali sono sette (il 22%) e occupano oltre un quarto del totale della forza lavoro impiegata. Il valore del fatturato per dipendente è pari a 387mila euro ed è nettamente superiore a quello medio del settore manifatturiero (315mila euro). Oltre il 60% del fatturato proviene dalle esportazioni (dati, di fonte CCIAA sono riferiti al 2013). Sull’andamento congiunturale del settore pesano le difficoltà di alcuni comparti in sofferenza. (*) Fonte: CCIAA; L’industria in Provincia di Trento, gennaio 2016
nella sola produzione di insetticidi e oggi leader mondiale nei prodotti per la cura della casa e della persona. Penso a Sandoz, che ha raggiunto i più alti standard nell’ambito delle condizioni di lavoro offerte ai dipendenti aggiudicandosi di recente la certificazione di “Top Employer”. Ma anche a una piccola, virtuosa realtà come Santoni Vetri, che ha scelto di interpretare in maniera originale la materia di riferimento e ha elaborato una collezione assolutamente unica di vetri per l’arredo. O ancora a tutte le aziende che investono nel rapporto con l’Università e i centri di ricerca per adottare soluzioni inedite. Ricordo il caso di Aquafil, che grazie a un importante progetto di ricerca è arrivata a produrre un filato di nylon ecologico partendo da materiali di scarto o prodotti a fine vita. Inoltre, nei giorni scorsi, grazie al contributo dei giovani ricercatori dell’edizione 2016 di IPSP (Industrial Problem
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Solving with Physics, vd. art. a pag. 29), Sepr Italia ha trovato una soluzione per ottimizzare i tempi di raffreddamento dei blocchi ceramici refrattari. In questo senso, anche e forse soprattutto per un tipo di settore come il nostro, è particolarmente strategico il tema del trasferimento tecnologico. Una forte spinta all’innovazione è dettata anche dalla sensibilità comune alla sostenibilità ambientale. È certamente così. Sono moltissime oramai le aziende del settore che hanno sviluppato una sensibilità speciale al tema della responsabilità ambientale: è un atto dovuto e un nodo cruciale, verso il quale gli industriali trentini – sia che siano i referenti di imprese multinazionali, sia che guidino piccole e medie realtà – si approcciano con una consapevolezza proporzionata all’amore per il territorio in cui operano. Le strategie messe in campo per ridurre l’impatto delle lavorazioni possono riguardare i processi e i prodotti. Nel primo caso, investiamo nella riqualificazione degli stabilimenti, nella formazione del personale, nella nuove tecnologie, con l’obiettivo di limitare lo sfruttamento delle risorse e di ridurre gli sprechi e le emissioni. Sul secondo fronte, percorriamo la via dello sviluppo di prodotti più efficienti, se non addirittura ecosostenibili o biodegradabili. Il principio dello sviluppo sostenibile è tra i valori di riferimento anche per Confindustria Trento. È importante che gli stessi industriali che hanno raccolto la sfida della sostenibilità nel quotidiano aziendale concorrano alla definizione e alla promozione delle politiche più efficaci a livello di sistema. A questo compito siamo chiamati dal ruolo della rappresentanza che è la nobile missione della nostra Associazione, e che è un diritto e un dovere per tutti gli imprenditori che fanno parte della nostra categoria. Alle imprese virtuose chiediamo di voler dare visibilità alle buone pratiche intraprese, perché siano di esempio e di traino per chi è meno all’avanguardia e per restituire un’immagine realistica del comparto.
14 copertina
La biologia unisce ricerca e impresa Dalla bonifica dei terreni alla riduzione dell’impatto della concia delle pelli: Biodermol Ambiente ricerca e sviluppa soluzioni ecologiche e biodegradabili. di ALESSANDRO DE BERTOLINI
PER
i prossimi cinque anni Biodermol Ambiente sarà impegnata in un progetto di ricerca con Cibio – il Centro interdipartimentale di biologia integrata dell’università di Trento – per lo sviluppo di nuovi enzimi il cui utilizzo è destinato a ridurre l’impatto ambientale del processo industriale di concia delle pelli. “Abbiamo appena concluso un contratto con Cibio – spiegano Mauro e Dario Baruchelli, soci di Biodermol Ambiente – per lo sviluppo di nuove soluzioni biologiche in grado di rivoluzionare alcune fasi del processo di concia delle pelli per ridurre l’impatto ambientale sia da un punto di vista della produzione dei rifiuti sia sotto il profilo delle emissioni maleodoranti. Parliamo di un progetto della portata di 2 milioni di euro, che per la nostra azienda, che nel 2015 ha
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fatturato circa 2,2 milioni, rappresenta un impegno epico. Gli obiettivi sono molto ambiziosi, ma siamo certi che con l’impegno di tutti otterremo molte soddisfazioni”. Prestigiosa in questo senso è la partnership con Cibio, uno dei centri di eccellenza mondiale nell’ambito degli studi biomolecolari finalizzati alle applicazioni industriali non soltanto in ambito ingegneristico ma anche nel campo medico. Vale la pena ricordare che, pochi mesi fa, il centro di ricerca dell’università di Trento ha prodotto un nuovo studio sul meccanismo di infezione del virus Hiv-1 in grado di fornire nuovi spunti per le terapie contro l’Aids. “Non possiamo entrare nel dettaglio – continuano Mauro e Dario – in quanto siamo in una fase molto delicata, ma confidiamo di uscire con un brevetto nell’arco dei prossimi 12-18 mesi”. Il lavoro condotto da Biodermol Ambiente e Cibio è stato finanziato in parte dalla Legge 6, la legge provinciale sugli incentivi alle imprese, volta anche a favorire interventi e misure di protezione ambientale. “Collaborare con un centro di ricerca così autorevole come Cibio – proseguono – è per noi una grande opportunità. Ci preme pertanto ringraziare il professor Alessandro Quattrone, con il quale stiamo lavorando. Siamo inoltre grati anche alle istituzioni trentine, per la capacità che dimostrano di credere in iniziative come queste e per la loro propensione a sostenere la ricerca finalizzata alle applicazioni industriali. Per aziende come la nostra, che investono tanto in ricerca e sviluppo, è una fortuna lavorare in Trentino. La Provincia autonoma di Trento mette a disposizione delle imprese che fanno ricerca una serie di agevolazioni che permettono di lavorare anche in periodi di forte crisi. In passato abbiamo già realizzato un progetto finanziato con incentivi
15
provinciali, che ci ha permesso di sviluppare un mol Ambiente ha ottenuto tutte le certificazioni processo di bonifica di terreni inquinati da idro- in linea con le normative più esigenti. “Nel 1998 carburi nell’ambito del quale abbiamo ottenuto abbiamo conseguito la certificazione Uni En Iso un brevetto europeo. Un brevetto importante che 9001:2008 per garantire la migliore qualità e tracpotrà essere utile proprio in Trentino, quando ini- ciabilità dei processi. Nel 2012 ci siamo certificati zieranno le bonifiche delle rogge e dei siti Ex Sloi secondo lo standard di gestione ambientale Uni e Carbochimica”. En Iso 14001:2004, che definisce la struttura orgaGli obiettivi raggiunti da Biodermol Ambiente nizzativa e le responsabilità necessarie per gestire sono il risultato di una politica aziendale che ha gli obiettivi ambientali di un’azienda. Nel 2013 il sempre spinto l’acceleratore su ricerca e sviluppo nostro impegno etico e sociale è stato attestato come principio cardine. Con oltre sessant’anni di con il certificato Sa 8000:2008 per una filiera etica esperienza nel campo degli enzimi – l’azienda na- in ogni fase del proprio ciclo produttivo. E nel sce a Trento negli anni 40 del secolo scorso per 2016, con grande soddisfazione, abbiamo ottenuto volontà del nonno di Mauro e Dario Baruchelli, la certificazione Ohsas 18001:2007 del Sistema di Umberto Molignoni, laureato in Chimica indu- gestione sulla salute e sicurezza sul lavoro, che costriale e farmacia – Biodermol Ambiente è oggi stituisce il riconoscimento dell’impegno profuso all’avanguardia nell’offerta di soluzioni mirate nel dotarsi di una gestione efficiente, di strutture alla riduzione dell’impatto ambientale: il disin- idonee e di competenze adeguate. Ma è anche una quinamento e l’abbattimento degli odori in acqua, garanzia di affidabilità per clienti, fornitori, diaria e suolo con una particolare attenzione alla pendenti e collaboratori”. sostenibilità. “Negli ultimi 15 anni abbiamo mi- Presso lo stabilimento trentino di Biodermol Amgliorato molto le nostre conoscenze per quanto biente, con sede nella zona industriale di Lavis, riguarda l’applicazione di enzimi e microrgani- lavorano oggi 14 persone con livelli di specializzasmi nei processi industriali. Si tratta di mercati zione differenti: laureati in ingegneria e in biotecdi nicchia con ampie prospettive di crescita. La nologie soprattutto. “Il nostro è un lavoro molto ricerca ha sempre rappresentato per noi l’aspetto tecnico che richiede maestranze molto qualificate più importante. Siamo convinti che sia possibile e specialistiche. Stiamo potenziando anche la parsostituire in svariati processi industriali l’utilizzo te amministrativa e il comparto marketing. Ma è di sostanze chimiche con prodotti a base biolo- soprattutto nell’internazionalizzazione che vediagica completamente biodegradabili. Parlavamo di mo ora la nostra prossima sfida”. ecologia e di sostenibilità già alla fine degli anni Biodermol Ambiente si rivolge principalmente ad 90. Ora, questi principi sono parte integrante del aziende italiane. Anche se gli scenari stanno camnostro modo di vedere il business. I nostri sforzi, biando. “Il mercato nazionale – concludono i soci insomma, sono sempre diretti alla ricerca di solu- – rappresenta ancora la percentuale maggiore del zioni in grado di ridurre l’impatto ambientale dei nostro fatturato. Ma è troppo instabile. È necessaprocessi industriali. È nel nostro Dna”. rio trovare nuovi sbocchi all’estero. I mercati verso Nel proprio ambito di competenza, sia sul proces- i quali ci stiamo orientando sono la Cina e la so produttivo che sulla sicurezza sul lavoro Bioder- Russia ma anche Corea, Vietnam e Nord Africa”.
TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2016
16 informazione pubblicitaria
Costerplast e la “fabbrica automatica” Organizzazione di processi produttivi più efficiente contro monotonia del lavoro umano Franco Naidon, amministratore delegato di Costerplast spiega la trasformazione del lavoro all’interno della fabbrica che con un’elevata intensità di automazione e un’organizzazione del lavoro snella, un’autonomia operativa, si è arrivati ad un modello produttivo che è l’esemplare della “fabbrica automatica”. L’utilizzo di macchinari che, una volta azionati, funzionano da soli, provvedendo a tutte le operazioni di routine ritenute elementari o noiose, dalla produzione alla movimentazione interna, dai controlli qualità al confezionamento, utilizzando l’intervento umano solo per la supervisione, la soluzione di eventuali problematiche e la proposta di migliorie nei processi. Costerplast nasce negli anni ’80 ed è una delle quattordici società che costituiscono il Gruppo Coster, dedicata alla produzione di un prodotto allora emergente, il cappuccio erogatore, richiesto da tutte le aziende che, oggi come allora, producono per la grande distribuzione. In quel periodo per i clienti era importante “cosa si produceva”, oggi possiamo constatare una nuova
attenzione anche al “come si produce”: quindi, nella ricerca del fornitore ad affidabilità e flessibilità si sono aggiunti, come criteri, la sostenibilità e la capacità di migliorarsi costantemente nel tempo». L’ultima certificazione ottenuta, Iso 50001 è la testimonianza tangibile di un’attenzione alla sostenibilità ambientale che in Costerplast si coniuga bene anche con la riduzione dei costi.
COSTERPLAST divisione del gruppo Coster, ha sede a Caldonazzo (TN) www.coster.com
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17 copertina
Usa e getta (ma nel composter) A Trento la sede legale della Componenti plastici biodegradabili Srl: società che produce e commercializza la linea di stoviglie compostabili Usobio.
SERENDIPITY?
Il termine fu usato per la prima volta nel 1754 dall’intellettuale inglese Horace Walpole per descrivere quelle situazioni in cui alcune scoperte vengono effettuate in maniera casuale. Ma con sagacia. Non soltanto, quindi, la fortuna di scoprire qualche cosa che casualmente si incontra sul cammino, ma anche e soprattutto l’astuzia di accorgersene e l’apertura mentale di coglierne i significati possibili e potenziali. La storia della scienza e dell’industria è piena di queste situazioni, dalla scoperta della penicillina da parte del biologo Alexander Fleming all’individuazione delle leggi sulla gravità di Isaac Newton. “Ero in vacanza nel 2005 – racconta Federico Pedinelli – quando mi accorgo della scritta bioplastique poco distante dalla pompa di benzina dove stavo facendo carburante. Mi trovavo in Francia nei pressi di Tolosa ed ero diretto in Spagna. Lessi la scritta sulla parete di un capannone e pensai: ma come? Esiste una plastica biodegradabile? Segnai quel nome e non appena fui in Italia telefonai ai proprietari del capannone francese”. Dietro alla scritta bioplastique si celava una piccola azienda nata come spin-off di un progetto di ricerca legato a un team di universitari francesi. L’equipe di ricercatori lavorava in un laboratorio in cui si produceva un materiale plastico costituito da granuli ottenuti dalla lavorazione del mais. “Mi confrontai con loro, capii che non avevano ancora un vero e proprio piano di sviluppo su come usare il materiale e decisi di acquistare da loro le licenze per poterlo utilizzare e trasformare in prodotti di plastica biodegradabile da collocare sul mercato”. Federico Pedinelli, trentino classe 1979, fonda così nel 2006 insieme a un socio – Marco Perini, ex compagno di studi all’università di giurisprudenza Cattolica di Milano – la società Cpb Compo-
nenti Plastici Biodegradabili Srl con sede a Trento. La società produce e commercializza la linea di prodotti Usobio, il marchio registrato che consente a Cpb di produrre in esclusiva la propria gamma di articoli: piatti in polpa di cellulosa, piatti in cartoncino, posate, bicchieri, contenitori per alimenti, bottiglie, tovagliette, kit per gelateria e sacchetti per rifiuti organici. Una linea di prodotti tutti compostabili, trasformabili cioè in compost. “I nostri prodotti – spiega Pedinelli – sono tutti certificati con il marchio OK Compost, che significa che dopo l’utilizzo si possono gettare nell’umido. È di una certificazione internazionale rilasciata da un apposito ente certificatore”. I prodotti compostabili di Cpb vengono acquistati sia dal singolo consumatore che dall’ente pubblico, dalle associazioni e dalle aziende. Per l’acquirente, il vantaggio non sta solo nel fatto di compiere una scelta sostenibile, ma anche e soprattutto nel
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risparmio. Smaltire rifiuto organico, infatti, costa circa la metà rispetto allo smaltimento di rifiuti diversi. “Da un paio di anni – prosegue Pedinelli – abbiamo decisamente ampliato la nostra presenza sul mercato. Siamo presenti con i nostri prodotti in alcune grandi catene della distribuzione alimentare nell’area del nord Italia, specialmente in Veneto ma non solo. E, con la nostra linea più elegante, presidiamo l’area di ristoro dei Musei Vaticani. In Trentino, abbiamo rifornito in passato il Comitato Marcialonga per l’organizzazione dei ristori della gara di sci nordico più famosa delle Alpi e abbiamo collocato i nostri articoli in altre grandi manifestazioni non solo sportive, come l’Adunata degli Alpini a Pordenone nel 2014”. Il fatturato dell’azienda è realizzato per il 90% in Italia. “Ma stiamo lavorando per rivolgerci all’export. Il 10% del nostro giro di affari proviene attualmente da paesi europei, in prevalenza da Francia, Spagna, Austria, Svizzera, Ungheria e Germania”. Per Cpb il 2015 si è chiuso con un fatturato di 2,6 milioni di euro. Un bel salto in avanti, se si pensa che la prima commessa fu fatta nel 2008 per un importo di 300 euro. Da allora sono cambiate molte cose e Federico Pedinelli lascia sempre più spazio ai suoi soci, ai quali riconosce oggi gran parte del merito. “Quando abbiamo iniziato eravamo solo in due”, spiega Pedinelli, mentre “oggi la società è costituita da me, Marco e Agostino Bordogna, piccolo industriale bergamasco”. Anche la materia prima è cambiata. Si tratta sempre
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un composto in granuli biodegradabile, che consente di ottenere prodotti certificati con il marchio Ok Compost, ma la scritta bioplastique è solo un ricordo. “Tra il 2006 e il 2010 abbiamo effettuato molti esperimenti per capire le reali potenzialità del composto francese. Fino a quando ci siamo accorti che non poteva funzionare. Abbiamo così cercato altri interlocutori, prima in Inghilterra e poi in Italia, dove, finalmente, abbiamo individuato chi faceva al caso nostro. Il materiale che utilizziamo ora ci dà tutte le garanzie necessarie”. Il materiale Made in Italy si chiama MaterBi. Cpb ne ha la licenza per la trasformazione. Nel settore degli articoli per la ristorazione le licenze si contano sulle dita di una mano su scala europea”. La sede legale dell’azienda è rimasta a Trento ma lo stabilimento produttivo è in provincia di Bergamo, nel distretto della plastica. “Circa metà della nostra produzione è realizzata a Bergamo ed è seguita personalmente da Agostino Bordogna. L’altra metà è prodotta da aziende partner all’estero (soprattutto Germania, Cina e India), dove nostri partner lavorano principalmente con i nostri stampi e tramite una rete di corrieri internazionali ci inviano i prodotti finiti”. I materiali lavorati all’estero sono la cellulosa da canna da zucchero e la foglia di palma, perché “Cpb è contro la deforestazione e si rifornisce di materie prime a ciclo annuale”. Il 2015 è stato per l’azienda di Pedinelli il momento della svolta. “L’anno scorso le nostre commesse sono aumentate significativamente. L’utilizzo di prodotti certificati Ok Compost era stato inserito nelle linee guida di Expo, dove siamo stati presenti in modo massiccio. È grazie ad Expo, del resto, che siamo diventati fornitori della catena di ristorazione Eataly”. Per il futuro l’obiettivo principale è la crescita all’estero. “Pensiamo al mercato francese, che si candida a diventare entro il 2020 il principale consumatore di prodotti compostabili in Europa. Ma anche agli Stati Uniti – conclude Federico Pedinelli – dove c’è un interesse sempre crescente per l’utilizzo di prodotti realizzati con materiali non derivati dal petrolio”. (adb)
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Dietro le quinte della chirurgia ortopedica A Mezzolombardo, Novagenit Srl produce membrane per la ricostruzione della cartilagine del ginocchio e un idrogel per la prevenzione delle infezioni.
RICERCA
e sviluppo come principio cardine e l’azienda si muove essenzialmente in due direziopriorità aziendale per ottenere prodotti innovativi ni: la realizzazione di membrane per la ricostruil cui scopo è la salute del paziente. Novagenit Srl, zione tessutale delle articolazioni del ginocchio e azienda trentina nata nel 2006, “ricerca, sviluppa, la produzione di sostanze che combattono il riproduce e commercializza dispositivi medici im- schio di infezioni durante gli interventi chirurgici. piantabili bioriassorbibili e dispositivi medici per “Per quanto riguarda la ricostruzione dei tessuti la preparazione di concentrati cellulari e piastrini- – spiega Cremascoli – realizziamo membrane a ci puntando su concetti terapeutici innovativi”. In base di collagene utilizzando materiali biologici”. altre parole, l’impresa di Mezzolombardo progetta L’ingegneria biomedica tessutale si pone princie realizza biotecnologie da applicare alla chirur- palmente il compito di offrire un’alternativa all’ugia ortopedica. “Consideriamo la qualità della vita tilizzo di protesi artificiali nel campo del recupero del paziente il riferimento di tutte le nostre atten- di articolazioni e di tessuti danneggiati. In questa direzione, “noi produciamo degli scaffold che zioni”, spiega il presidente Edgardo Cremascoli. Nello stabilimento di Mezzolombardo lavorano consentono di creare un ambiente favorevole alle tredici persone: biologi, soprattutto, ma anche un cellule per riprodursi”. Nel caso specifico di Nomedico, un chimico e gli addetti responsabili alla vagenit, lo scopo è favorire la ricostruzione della produzione. Il lavoro del team di Novagenit si col- cartilagine del ginocchio danneggiata da traumi loca nel comparto medicale con attenzione parti- di origine sportiva oppure logorata dall’invecchiacolare al settore dell’ortopedia. In questo ambito mento. Per quanto concerne invece la prevenzione delle infezioni contratte dal paziente nel corso degli interventi chirurgici, Novagenit sta lavorando alla produzione di un idrogel da applicare sui tessuti e sulla protesi in grado di ridurre del 99,9% i casi di colonizzazione batterica. “La funzione del nostro prodotto – continua Cremascoli – è quella di fungere da barriera: un idrogel che protegge il sito dal rischio di infezioni. L’infezione rappresenta per gli ospedali una delle criticità maggiori da risolvere. Le sale operatorie, non potendo essere completamente sterili, presentano situazioni di rischio potenziale e reale per i pazienti sottoposti a intervento chirurgico”. Statistiche alla mano, i numeri ci dicono che il 3% dei soggetti sani contrae infezione a seguito dell’intervento. Percentuale che aumenta fino a 30 pazienti su 100 nel caso di soggetti a rischio (debilitati, cioè, da altre malattie o
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circostanze che ne indeboliscono il sistema immunitario). La cura delle infezioni post-operatorie (necessità di successivi interventi chirurgici, periodi di degenza più che raddoppiati e altri tipi di assistenza) costa al sistema sanitario europeo circa 800 milioni di euro all’anno. Presso lo stabilimento di Mezzolombardo vengono prodotti sia l’idrogel per la prevenzione delle infezioni sia le membrane per la rigenerazione tessutale. Entrambi i prodotti, precisa Edgardo Cremascoli, non sono tecnicamente dei farmaci ma appartengono alla categoria dei medical device. “Il farmaco – spiega – genera nel corpo umano una reazione chimica-biologica creando una vera e propria interazione fra l’organismo e la sostanza assunta. Il dispositivo medical device fornisce invece uno strumento al corpo umano che agisce di per sé”. Da un punto di vista medico e legislativo farmaci e medical device rappresentano due categorie diverse sottoposte a differenti discipline normative. Nata nel 2006 all’interno del Bic di Mezzolombardo, Novagenit fattura oggi circa un milione e mezzo di euro all’anno e si appoggia prevalentemente su finanziamenti europei, nazionali e provinciali. Nel 2007, nel 2011 e nel 2015 i contribuiti più significativi: il primo e l’ultimo da parte della Provincia autonoma di Trento, il secondo a opera dell'Unione Europea. La società di Mezzolombardo è inserita nella più
ampia cornice di Alder Ortho, un’azienda italiana di proprietà della famiglia di Cremascoli. Adler, che opera da molti anni nel settore dei prodotti medicali, è “il ramo commerciale di un gruppo privato di società che si occupano della progettazione, produzione e commercializzazione di protesi articolari e altri prodotti medicali nell’ambito ortopedico”. L’attività della società ha avuto inizio nel 2004. “Si tratta quindi di un’azienda giovane, ma con solide e profonde fondamenta che nasce dall’associazione di un gruppo di manager con una lunga esperienza del mercato ortopedico italiano e internazionale”. Inserita in questo quadro, Novagenit si occupa particolarmente di ricerca e sviluppo. I prodotti realizzati a Mezzolombardo sono diretti soprattutto al mercato italiano ma non solo. Nuove possibilità di crescita in Europa e fuori dall’Europa sono all’ordine del giorno. “I mercati di riferimento di Novagenit – conclude il presidente Edgardo Cremascoli – sono in prevalenza gli ospedali e le case di cura. Ci rivolgiamo soprattutto ai medici chirurghi e agli ortopedici. L’Italia è il nostro riferimento principale. Ma ci stiamo allargando ad altri paesi europei come la Francia, il Belgio e l’Inghilterra. Tra i mercati emergenti anche il Giappone: un’isola molto popolata dove il problema delle infezioni post operatorie è particolarmente presente. Tra gli altri possibili sbocchi, pensiamo a breve di rivolgerci al mercato americano”. (adb)
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Crescita a doppia cifra per Unitec Negli stabilimenti di Unitec Spa, le materie plastiche diventano rivestimenti, pannelli, imballaggi, per tutti i settori: dall’automotive all’abbigliamento tecnico e sportivo
UNITEC SPA
nasce nel 2015, risultato della fu- riferimento di Unitec sono l’industria, l’edilizia sione di due realtà ben radicate e consolidate nel industrializzata, il comparto dei materiali per la territorio del nordest: la trentina Eurotec Spa, di comunicazione visiva, imballaggi tecnici e insoPergine Valsugana, ed Ecotec Spa, con sede a Mar- norizzazione. Nel nostro portafoglio possiamo con in provincia di Venezia. Unitec Spa si colloca contare su importanti collaborazioni di aziende nel mercato industriale dedicato alla trasforma- specializzate in tutti questi settori. Non solo granzione e distribuzione di materie plastiche, com- di forniture di grandi multinazionali ma anche positi ed espansi tecnici. “Le dinamiche svilup- commesse di piccole realtà: la tecnologia e la flespate nel contesto produttivo e la globalizzazione sibilità dei due stabilimenti permette a Unitec di dell’economia – spiega l’amministratore delegato essere competitiva nel mercato dei grandi marchi Paolo Artoni - hanno indotto le aziende a svilup- e di essere contemporaneamente presente in quelpare nuovi progetti e nuove idee intraprendendo lo delle piccole aziende artigianali”. percorsi sempre più specializzati con l’obiettivo Dalla fusione tra la trentina Eurotec e la veneta di garantire una migliore e crescente qualità dei Ecotec, Unitec ha ereditato competenze e capacità che vantano decenni di esperienza. La sede di Perprodotti con tecnologie all’avanguardia”. La società è parte della più ampia compagine del gine Valsugana nasceva negli anni 90 con l’intento Gruppo Sogimi. “Unitec Spa – prosegue Artoni – è di garantire al gruppo Sogimi Spa un importante una delle dieci aziende del Gruppo Sogimi, che, punto di sviluppo nell’area del Trentino Alto Adicon 14 stabilimenti, è il principale distributore/ ge. La sede di Marcon veniva invece fondata negli trasformatore italiano del settore. In oltre 60 anni anni 80 per servire il mercato del Veneto. Dopo di attività il Gruppo ha consolidato importanti la fusione, le due società sono confluite in Unipartnership e accordi con i maggiori produttori tec e operano in un rapporto di sinergia virtuoso. mondiali del mercato in cui opera. I distretti di “La sede di Pergine Valsugana (Divisione Eurotec)
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ha oggi la direzione per entrambi gli stabilimenti – sottolinea Giorgio Breschi, amministratore delegato e responsabile dell’ufficio tecnico – dove vengono processate e concretizzate le idee della clientela, sia i prodotti espansi sia i prodotti compatti, che costituiscono il fiore all’occhiello della produzione. Nel corso del tempo la struttura dello stabilimento ha conosciuto ampliamenti e migliorie, fino a occupare l’attuale superficie di circa 4mila metri quadrati (reparto produttivo e magazzino) concentrandosi nella trasformazione a Cnc (Computer Numeric Control, macchine computerizzate che eseguono lavorazioni gestendo complessi programmi automatizzati) e produzione di commesse specifiche in serie che richiedono alta tecnologia. La sede di Marcon (Divisione Ecotec) è concentrata sulla distribuzione e produzione di commesse in serie e si sviluppa su un’area produttiva di circa 4.200 metri quadrati tra magazzino e produzione”. Di fronte a un mercato sempre più esigente, Unitec punta necessariamente sulla qualità. “La nostra missione – precisa Artoni – è quella di offrire una qualità sempre maggiore al cliente ponendo attenzione su ogni più piccolo dettaglio per fornire i migliori prodotti sul mercato. Unitec opera attuando i suoi processi secondo la certificazione qualità, in entrambe le unità produttive, della norma Uni En Iso 9001:2008”. I principali clienti industriali a cui “ci rivolgiamo appartengono ai settori automotive, aerospace, navale, aeronautico, ferrotranviario, elettronico, alla meccanica di precisione, officine ortopediche, abbigliamento tecnico e sportivo”. A questi “clienti proponiamo materiali espansi come ad esempio le linee Aerstop®, Plastazote®, Ethafoam®, Stratocell® Whisper®, Bisco® e Poron®”. Sempre nel settore industriale, “la nostra offerta riguarda anche le lastre in policarbonato Lexan® ed i compositi Hylite® e Dibond®”. Per il settore edile “l’azienda è specializzata nella fornitura di pannelli per il rivestimento di facciate ventilate quali i sistemi in composito in alluminio Alucobond® ed HPL Trespa® Meteon®, coperture trasparenti utilizzando i prodotti Lexan® ExellD® e Thermoclear®”. Il
rivestimento esterno delle facciate di Palazzo Stella, sede di Confindustria Trento, è stato realizzato con le lastre Alucobond più di 30 anni fa. Non meno importanti sono “i settori dell’imballaggio tecnico, musicale, militare e del brand packaging nel quale si possono utilizzare i prodotti foam Pe Ethafoam® e Stratocell®, Elastolen®, Plastozote® e Hylite®”. Nel settore della comunicazione “Unitec Spa è distributore di materiali per la stampa digitale quali i prodotti della famiglia Kapa®, Forex® Print e Classic, Dibond® e Dilite®, i principali pannelli per la realizzazione di cartellonistica stradale, campagne pubblicitarie ed espositori”. Inoltre, “l’insonorizzazione è oggi un tema molto importante dove la tecnologia dei pannelli fonoassorbenti Stratocell® Whisper® e la massa fonoimpedente Fonosphera® sono le principali eccellenze tecniche e novità del settore per la correzione acustica sia di macchinari che di locali ed uffici; non ultimi, Sylomer® e Sylodyn®, sono da poco entrati nella collezione acustica di Unitec Spa”. Si tratta di tipologie di espansi “dedicati allo smorzamento di vibrazioni, che completano l’offerta dell’azienda per risolvere il problema rumore”. Grazie alle scelte intraprese, Unitec Spa presenta indici di crescita a doppia cifra. “L’attuale fase di crescita aziendale sorta nel contesto di uno sviluppo pluriennale – conclude Paolo Artoni – prevede costanti e ulteriori inserimenti di macchinari e centri di lavorazione Cnc sempre più all’avanguardia, completando allo stesso tempo gli investimenti nella struttura operativa con l’obiettivo di essere a fianco delle aziende presenti nel mercato locale e al contempo accrescere la presenza nei paesi limitrofi”. (adb)
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Viaggio nell’Italia che innova Anche le testimonianze di Dalmec Spa, EyePro System Srl, Gruppo Gpi, Optoi Group e Zanetti Srl al 1° Meeting delle Pmi organizzato a Oderzo da Confindustria in collaborazione con Il Sole 24 Ore.
COSTI,
opportunità, ostacoli e vantaggi dell'innovazione: il “Viaggio nell’Italia che innova”, organizzato da Confindustria in collaborazione con Il Sole 24 Ore, è passato per il Nordest. Al Nice Place di Oderzo si è tenuto a metà luglio il 1° Meeting delle Pmi, in occasione del quale sono intervenuti tra gli altri il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, il numero uno della Piccola Industria Alberto Baban, il governatore del Veneto Luca Zaia. Protagoniste anche le imprese italiane che innovano e generano crescita e cambiamento: nel corso dell’evento sono state infatti proiettate le testimonianze di un gruppo di imprenditori del Nord, del Centro e del Sud Italia, raccolte nei giorni precedenti all’appuntamento all’interno dei loro stabilimenti produttivi. Tra gli associati di Confindustria Trento sono stati interpellati: Luciano Dallago, amministratore delegato di Dalmec Spa, Andrea Bertuolo e Massimo Boninsegna, sales manager e technical manager di EyePro System
Vincenzo Boccia
Srl, Fausto Manzana, amministratore delegato e presidente del Gruppo Gpi, Alfredo Maglione, presidente di Optoi Group e Alberto Zanetti, responsabile commerciale di Zanetti Srl. Il meeting di Oderzo è la terza tappa di un viaggio che ha già toccato Bologna e Bari, e che in autunno raggiungerà anche Napoli e Milano.
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Piccola Industria in missione a Bruxelles A fine giugno la visita alle Istituzioni europee di una delegazione di imprenditori. Approfondite le occasioni di sviluppo riservate alle piccole e medie imprese.
DUE
giorni a Bruxelles per capire come le impre- tempo vivere in prima persona l’esperienza comuse possano usufruire delle opportunità europee: nitaria. Ha completato il format della missione, si è svolta a fine giugno la prima missione del la visita al Parlamento Europeo e una working 2016 di Piccola Industria Confindustria presso le dinner con alcuni deputati. Istituzioni europee. La prossima missione è in programma per il 19 e La delegazione, della quale faceva parte anche il 20 ottobre. presidente del Comitato Piccola industria di Confindustria Trento Marco Giglioli, era guidata dal vicepresidente Pi di Confindustria Diego Mingarelli. Nel corso della trasferta, organizzata in collaborazione con la Delegazione di Confindustria presso l’Unione europea, gli imprenditori di Piccola Industria Confindustria hanno discusso con i rappresentanti della Commissione all’interno di un intenso programma interattivo. I partecipanti hanno potuto discutere di internazionalizzazione e accesso al mercato, digitalizzazione e finanziamenti europei, small business act e politica europea, strumenti a supporto delle Pmi, e allo stesso
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“Diamo respiro al trasporto sostenibile” A Mantova, nel corso dell’Assemblea generale di Anita, il presidente Baumgartner ha lanciato la sfida dello sviluppo sostenibile. Il Ministro Delrio: “Faremo la nostra parte”. di PIERANGELO BALDO, Area Economia d’impresa, Confindustria Trento
SI
è svolta a Mantova a metà giugno l’Assemblea annuale dell’Associazione nazionale degli Autotrasportatori che fa capo a Confindustria Anita. L’autotrasporto accetta la sfida per fare la sua parte nella prospettiva di uno sviluppo sostenibile. Questo è il tema centrale della relazione del presidente Thomas Baumgartner “Diamo respiro al trasporto sostenibile”. Baumgartner ha infatti focalizzato la prospettiva di bilanciare le esigenze della mobilità con quelle della sostenibilità nelle sue fondamentali componenti ambientali, sociali ed economiche. Il settore sta facendo la sua parte con il rinnovo del parco circolante, con gli investimenti nel trasporto intermodale, ferroviario e navale, con l’utilizzo delle più moderne tecnologie per ridurre l’impatto ambientale, fermo restando che l’autotrasporto rimarrà una modalità insostituibile nella movimentazione delle merci destinata a crescere ancora nei prossimi decenni. Dal pubblico si attende pari impegno, con il potenziamento delle infrastrutture ferroviarie e stradali, l’ampliamento a tre corsie delle arterie della rete autostradale, interventi per aumentare la sicurezza, un ulteriore sostegno agli investimenti per il rinnovo dei veicoli di vecchia generazione. Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio ha sottolineato la collaborazione in atto per la definizione di politiche vincenti per il settore. Il Ministro si è anche impegnato per un deciso confronto con i Paesi dell’est per ridurre gli squilibri delle regole e dei costi e per un corretto utilizzo del cabotaggio. Numerose e di alto livello anche le relazioni svolte dalle altre personalità intervenute, tra le quali il direttore centrale per la Polizia Stradale Roberto Sgalla che ha focalizzato l’attenzione sull’impor-
tanza della sicurezza nella circolazione e del vicepresidente del Parlamento europeo David Maria Sassoli che ha approfondito le problematiche attuali e le prospettive future del trasporto dal punto di vista europeo. Durante l’Assemblea privata sono state rinnovate le cariche sociali con la conferma di una significativa rappresentanza del Trentino.
Gli imprenditori trentini negli organi Anita Past President Eleuterio Arcese Consiglio Nazionale Lucio Sandri - Sandri Autotrasporti Srl
(presidente Sezione Autotrasporto Confindustria Trento)
Matteo Arcese - Arcese Trasporti Spa Guido Bertolone - Arcese Trasporti Spa Andrea Gottardi - Gottardi Autotrasporti Srl Elda Lucia Pedot - Autotrasporti Pedot Srl Gustavo Rosa - Corriere Rosa di Rosa Pio & C. Snc Direttivo Sezione Trasporti Prodotti Alimentari Giorgio Ghezzi - Autotrasporti Luchin di Ghezzi G. Sas Direttivo Sezione Trasporti Leganti Idraulici Renzo Sandri - Sandri Autotrasporti Srl Direttivo Sezione Trasporti Rifiuti Andrea Gottardi - Gottardi Autotrasporti Srl Direttivo Sezione Trasporti Internazionali Leonardo Arcese - Arcese Trasporti Spa Elda Lucia Pedot - Autotrasporti Pedot Srl Massimo Santuliana - Autotrasporti Santuliana Srl Collegio Dei Probiviri Pierangelo Baldo - Confindustria Trento TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2016
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Un innovation promoter in Associazione A partire da settembre uno specialista dell'Università di Trento sarà a Palazzo Stella per supportare le imprese associate sui temi dell’innovazione e del trasferimento tecnologico.
A PARTIRE
da settembre, Confindustria Trento Supporto alla Ricerca Scientifica al Trasferimento ospiterà a Palazzo Stella un innovation promo- Tecnologico. La nuova posizione innovation proter: un funzionario della Divisione Supporto alla moter ha l’obiettivo di rafforzare la connessione Ricerca Scientifica e Trasferimento Tecnologico col tessuto imprenditoriale e industriale promuodell’Università di Trento, che opererà in distac- vendo la ricerca applicata dell’Università e sosteco per favorire la collaborazione tra le principali nendo le attività di valorizzazione e trasferimento realtà industriali del Trentino e i Dipartimenti e dei titoli di proprietà industriale (brevetti, modelli di utilità, marchi). Centri di Ricerca dell’Università di Trento. L’intesa è stata siglata a seguito del finanziamento, Massimo Eccel, questo il nome dell’ingegnere ottenuto da parte dell’Università di Trento, di un individuato, sarà a Palazzo Stella per realizzare progetto nell’ambito del bando per il potenzia- il progetto Licenset e per supportare le imprese mento degli Uffici di Trasferimento Tecnologico associate sui temi della ricerca applicata, dell’indelle Università e degli enti pubblici di ricerca novazione e del trasferimento tecnologico in colpromosso nel 2015 dal Ministero dello Sviluppo laborazione con i dipartimenti e centri di ricerca dell’Università di Trento. Economico. Il progetto finanziato, denominato Licenset (Li- Alle imprese, la presenza dello specialista garantirà cenziare Nuove Soluzioni e Tecnologie), ha rice- tra le altre cose una puntuale informazione sulle vuto il supporto degli industriali trentini già in principali attività ed opportunità di trasferimento fase di proposta e vede come referenti di Ateneo tecnologico dell’Università di Trento, quali: accorFlavio Deflorian, prorettore vicario dell’Ateneo di di licenze brevettuali e brevetti congiunti, labocon la delega di supporto al sistema produttivo, ratori di ricerca applicati e di prove sperimentali, e Vanessa Ravagni, responsabile della Divisione possibilità di partecipazione congiunta a progetti di ricerca nazionali ed europei, partecipazione di soci industriali negli start up di ateneo e progetti di innovazione tecnologica in diversi settori. Le attività si concentreranno, in una fase iniziale, sulla sezione metalmeccanica di Confindustria Trento L’Assemblea del Territorio della Valle di Fiemme, Val di Fassa e per cui l’Università, anche in relazione ai temi Primiero di Confindustria Trento ha eletto i propri rappresentanti per il emergenti di Industria 4.0, ha competenze di ricerquadriennio 2016-2019. ca applicata nei dipartimenti e nei laboratori di Alla presenza del vicepresidente di Confindustria Trento Rocco CriFisica, Ingegneria Industriale e Ingegneria e Scienstofolini, del presidente della Piccola Industria Marco Giglioli e del za dell’Informazione. direttore generale Roberto Busato, sono stati eletti i nuovi organi Nel contempo Confindustria Trento supporterà associativi. l’Università nella valorizzazione di titoli di proDelegato di Territorio è Lorenzo Delladio (La Sportiva Spa); vicedeprietà industriale dell’Ateneo, favorendo le occasioni di contatto tra l’Università e le aziende del legati sono Daniele Dezulian (Società Incremento Turistico Canazei Trentino potenzialmente interessate a considerare Srl) e Valeria Ghezzi (Funivie Seggiovie S. Martino Spa). Delladio un utilizzo di tecnologie e invenzioni brevettate. entra a far parte del Consiglio generale introdotto dalla riforma dello
Delladio nuovo Delegato di Territorio
Statuto approvata dall’Assemblea Privata lo scorso 23 maggio. Il Consiglio generale si insedierà in occasione dell’Assemblea Pubblica del prossimo autunno.TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2016
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IPSP: quattro nuove soluzioni per le aziende Premiata la proposta della squadra che in una settimana ha affrontato il problema legato al raffreddamento dei blocchi ceramici refrattari prodotti da Sepr Italia Spa.
TUTTE
e quattro sono state definite delle soluzioni interessanti, ma quella considerata migliore dalla commissione di valutazione è stata la proposta per ottimizzare i tempi di raffreddamento dei blocchi ceramici refrattari prodotti da Sepr Italia. Con la premiazione della soluzione e del gruppo di giovani cervelli che l’ha proposta si è conclusa al Polo scientifico e tecnologico “Fabio Ferrari” (Povo 2) l’edizione 2016 di Ipsp – Industrial Problem Solving with Physics, iniziativa organizzata dal Dipartimento di Fisica e dalla Divisione Supporto Ricerca Scientifica e Trasferimento Tecnologico dell’Università di Trento in collaborazione con Confindustria Trento e Trentino Sviluppo - Polo Meccatronica per gettare un ponte tra università e mondo industriale nel segno dello scambio di esperienze, del trasferimento di conoscenza e dello sviluppo di soluzioni innovative personalizzate. Oltre a quello di Sepr Italia, i problemi selezionati tra i 14 proposti da nove aziende erano stati presentati da Arconvert, Bonfiglioli Mechatronic Research ed Eurotex Filati. Arconvert, nell’ambito della produzione di materiale autoadesivo, poneva un problema riguardante la geometria del sistema (reverse gravure) usato per spalmare l’adesivo; Bonfiglioli Mechatronic Research chiedeva uno studio sull’influenza di due diverse tecniche di taglio (laser o tranciatura) sulle proprietà magnetiche delle lamiere usate per costruire motori elettrici; Eurotex Filati richiedeva un calcolo della variazione di tenacità nella lavorazione di filati industriali, in particolare in seguito alle operazioni di abbinamento e torsione, riroccatura, saldatura. Unanime la soddisfazione per l’iniziativa. “Quando tre anni fa un gruppo di dottorandi di fisica ci propose di avviare insieme Ipsp – spiega il pre-
sidente di Confindustria Trento Giulio Bonazzi - decisi di supportare l’iniziativa perché mi sembrava un ottimo modo per avvicinare la ricerca al sistema produttivo. Con tre edizioni alle spalle possiamo dire che è una scommessa vinta. La formula piace alle aziende perché i cervelli lavorano su una specifica questione tecnica e in una sola settimana impostano una soluzione al problema. Le aziende che hanno partecipato a Ipsp hanno innovato i processi produttivi e migliorato i prodotti grazie alle idee dei fisici. È un approccio all’innovazione che va senz’altro promosso ed esteso ad altre discipline scientifiche”. Flavio Deflorian, prorettore vicario e al supporto al sistema produttivo dell’Università di Trento, ha evidenziato le ragioni del successo dell’appuntamento, che mostra una fattiva e concreta interazione fra imprese e studenti: “Il modello – spiega - è stato oggetto di recente riflessione, per capire se può essere proposto, con le dovute modifiche, ad altre realtà sia interne sia esterne all’ateneo come esempio di efficace interazione fra mondo della formazione e mondo delle imprese. Sono sicuramente una utile palestra per le imprese per confrontarsi con nuove idee, con la creatività che è tipica dei giovani. L’iniziativa è uno dei tanti tasselli che collegano sempre di più il modo industriale e quello dell’Università di Trento, di particolare valore in questi momenti non facili per il modo produttivo”. Lorenzo Pavesi, direttore del Dipartimento di Fisica dell’Ateneo, ha dichiarato: “È sempre molto stimolante vedere come questi ragazzi e ragazze si impegnano per trovare una risposta ai problemi delle aziende e alla fine ci riescono. Quest’entusiasmo è trascinante visto che quest’anno abbiamo avuto anche partecipanti da altri atenei che sono venuti a frequentare questo evento
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a loro spese. Ulteriore aspetto di interesse è la risposta positiva delle aziende che dimostra come ci sia la consapevolezza che affrontare i problemi aziendali con un approccio tecnico scientifico che vada alla radice del problema non è aumentare i costi di produzione, ma produrre beni di qualità migliore che potranno avere una migliore penetrabilità nel mercato. E questo è ampiamente diffuso in tutti i settori merceologici”. Mauro Casotto, della Direzione operativa di Trentino Sviluppo, ha commentato: “L’iniziativa si inserisce perfettamente nell’idea del progetto di Polo Meccatronica in cui ricerca industria e formazione si integrano e collaborano strettamente. A breve ci sarà anche un nuovo laboratorio per la prototipazione meccatronica dove le aziende e l’alta formazione avranno a disposizione nuove tecnologie e macchinari per approcciare i nuovi modelli dell’industria 4.0 e dalla smart manufacturing tramite la stampa 3D, la robotica e l’integrazione di elettronica, informatica ed elettronica per sistemi e sottosistemi industriali”.
Nel servizio fotografico di Roberto Bernardinatti, i quattro team che hanno lavorato nel corso di IPSP 2016.
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Credito alle imprese: c’è Bper Banca Confindustria Trento ha siglato un accordo con Banca Popolare dell’Emilia Romagna per favorire l’accesso al credito delle imprese: previsto un ampio panorama di forme di sostegno agli investimenti.
CONFINDUSTRIA
Trento e Bper Banca hanno le imprese associate nell’accesso al credito. Siamo raggiunto un nuovo accordo di collaborazione convinti che questa nuova intesa possa offrire alle finalizzato al supporto delle aziende sul fronte aziende un ampio panorama di forme tecniche dell’accesso al credito. I finanziamenti rientrano per rispondere a una molteplicità di esigenze, e in nel più vasto programma di facilitazioni alle im- particolare per sostenere gli investimenti in ricerprese previsto in sede europea dal Piano Junker e ca e innovazione”. si avvalgono pertanto della garanzia FEI (Fondo “L’avvio di questa collaborazione - ha sottolineato Guazzini - rappresenta un’importante opportunità Europeo per gli Investimenti). Il presidente degli industriali trentini Giulio Bo- per Bper Banca e testimonia l’attenzione che il nonazzi e il responsabile della Direzione Territoriale stro Istituto riserva alle attività imprenditoriali dei Lombardia e Triveneto di Bper Banca Giancar- territori che presidia. È nostra intenzione, infatti, lo Guazzini hanno espresso la loro soddisfazio- poter incrementare in maniera decisiva la collane per il raggiungimento della nuova intesa. “La borazione con le imprese locali, supportandole in sottoscrizione dell’accordo – ha spiegato Bonazzi tutte le attività necessarie a migliorare la loro com– rientra nel più ampio piano di iniziative messe petitività. Siamo fortemente convinti che questa in campo da Confindustria Trento per sostenere sia la strada per rilanciare la nostra economia”. Bonazzi e Guazzini
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Un nuovo Confidi per le imprese trentine Il nuovo soggetto persegue con maggiore forza l’obiettivo di agevolare l’accesso al credito delle aziende associate in un quadro economico altamente competitivo. di LUIGI CIMAROLLI, Confidi Trentino Imprese
È
ormai consolidata la fusione tra i due consorzi fidi storicamente operanti in Provincia di Trento a sostegno dei settori artigianato, industria, commercio, turismo e servizi. La fusione, formalizzata a fine 2015, ha visto l’incorporazione di Confidimpresa Trentino in Cooperativa Artigiana di Garanzia, insieme a una variazione della denominazione sociale, che diventa Confidi Trentino Imprese. Il nuovo soggetto è un Confidi con una base associativa di circa 8.700 imprese del territorio e con oltre 390 milioni di finanziamenti garantiti. Per anni l’attività caratteristica del Confidi è consistita nel rilascio di garanzie consortili a favore degli istituti di credito e nell’interesse dell’impresa richiedente il finanziamento. A questa attività si è nel tempo affiancata la concessione diretta di finanziamenti e di rilascio di fideiussioni commerciali, operatività queste ultime rientranti nell’alveo delle attività residuali consentite dalla Vigilanza. Tanti sono ora gli strumenti a disposizione per affiancare l’imprenditore, a partire dal consueto rilascio di garanzia a copertura dell’operatività bancaria sino alla concessione diretta di mutui destinati allo sviluppo ed al sostegno delle realtà imprenditoriali locali. In tal senso va ricondotta anche la delibera provinciale n. 689 del 29 aprile 2016, che ha assegnato a Confidi Trentino Imprese una prima tranche di quattro milioni di euro a integrazione del fondo rischi per la concessione diretta di mutui per il sostegno di programmi di sviluppo e per il miglioramento della situazione finanziaria delle imprese. Il tema degli investimenti è particolarmente sentito e sostenuto, grazie anche alle recenti iniziative promosse con il sistema delle Casse Rurali Trentine e con il gruppo Intesa Sanpaolo finalizzate alla
massimizzazione del bonus fiscale (il cosiddetto maxi ammortamento) introdotto dalla Legge di Stabilità per il 2016. Va segnalato inoltre che l’Assemblea dei soci dello scorso 13 maggio ha accolto la proposta del Consiglio di Amministrazione di aumentare i massimali di rischio a 500mila euro per singola impresa e a 1 milione di euro per gruppo di rischio. Una dimensione più consona alle sfide che il mercato impone unitamente a un significativo livello di patrimonializzazione – testimoniato dal patrimonio di vigilanza pari al 22% dell’attivo ponderato al rischio – consentirà a Confidi Trentino Imprese di perseguire con ancora maggior forza l’obiettivo di sempre: agevolare l’accesso al credito delle aziende associate che si trovano ormai da anni a operare in un quadro economico incerto e altamente competitivo.
"Per un ruolo più incisivo nel mondo produttivo locale" Alessandro Lunelli è consigliere di amministrazione di Confidi Trentino Imprese per Confindustria Trento: “Ho aderito con entusiasmo alla proposta del presidente Giulio Bonazzi di rappresentare gli industriali all’interno di Confidi Trentino Imprese. Alla luce di questa ancora breve esperienza, ritengo che Confidi possa e debba mantenere la centralità della sua funzione nei riguardi delle realtà con volumi d’affari più contenuti. L’evoluzione dello scenario tuttavia richiede ai Confidi di rivestire un ruolo più attivo nei confronti delle aziende associate, per analizzarne la struttura finanziaria, patrimoniale ed economica, allo scopo di delineare i reali fabbisogni finanziari e le migliori modalità di copertura. Questo nuovo approccio costituirebbe una vera sfida per il Confidi trentino, ma anche la possibilità di svolgere un ruolo ancora più incisivo nel mondo produttivo locale.” TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2016
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Nuovi fondi per la formazione in arrivo Assoservizi, in collaborazione con Delta Informatica Spa, ha ottenuto un finanziamento da Fondimpresa per la formazione sui temi dell’internazionalizzazione e della digitalizzazione.
NUOVO
successo per Assoservizi sul fronte della formazione finanziata: la società di servizi di Confindustria Trento si è infatti aggiudicata il finanziamento di Fondimpresa per il piano territoriale “Indico - Internazionalizzazione e Digitalizzazione per la Competitività”. Come suggerito dal titolo, il piano ha la finalità di fornire conoscenze e pratiche volte all’internazionalizzazione e alla digitalizzazione, mediante un’adeguata cultura di informatizzazione dei processi, alle piccole, medie e grandi imprese del territorio di Trento. Il piano Indico è stato presentato in collaborazione con Delta Informatica Spa ed è progettato per rispondere ai fabbisogni di 31 imprese presenti sul territorio trentino, coinvolgendo 202 lavoratori per un totale di 984 ore di formazione. Le aziende aderenti avranno la possibilità di implementare modelli, soluzioni e metodologie, al fine di trasformare i progetti in atto in soluzioni concrete per la crescita industriale ed occupazionale. I lavoratori potranno crescere professionalmente e colmare eventuali gap presenti tra le competenze possedute e quelle invece richieste da un’impresa in continua evoluzione, migliorando in tal modo la propria occupabilità. Gli interventi formativi previsti all’interno del piano Indico sono pensati per aderire alle specifiche realtà aziendali cui si rivolgono, offrendo un importante supporto alla competitività delle imprese locali. Allo stesso tempo favoriscono l’attivazione di pratiche sistematiche di formazione e trasferimento di nuove competenze a sostegno dei cambiamenti significativi in atto nelle imprese aderenti e nel sistema territoriale della provincia di Trento. “Assoservizi ha ottenuto un altro importante risultato con la presentazione del piano Indico – ha
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commentato il presidente della società di servizi Rocco Cristofolini – che va ad aggiungersi al precedente successo raggiunto con il Piano Cosvite. Il Piano Indico porta dunque avanti un progetto che vuole contribuire alla definizione e all’affermazione di un sistema di formazione continua territoriale, mettendo a disposizione soprattutto delle piccole e medie imprese locali servizi formativi progettati ad hoc a partire dalle specificità di ogni singola realtà aziendale”. (kl)
A fine ottobre la Convention mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’Estero Si terrà tra il 24 e il 25 ottobre a Riva del Garda la 25esima Convention delle Camere di Commercio Italiane all’Estero, organizzata in forma congiunta dalle Camere di Commercio di Bolzano e Trento e da Assocamerestero. Il calendario dell’appuntamento prevede un convegno dedicato al ruolo dei territori nella promozione del Made in Italy e incontri bilaterali con i rappresentanti delle Camere di Commercio Italiane all’Estero. Imprenditori e professionisti potranno conoscere i servizi che le Camere di Commercio mettono a disposizione del sistema imprenditoriale italiano, avere informazioni e notizie da alcuni dei mercati emergenti più interessanti, presentare i propri prodotti e servizi, verificare le opportunità per il loro business, ottenere informazioni per organizzare la promozione all’estero, costruire un network di esperti e contatti in Paesi strategici per lo sviluppo della propria realtà. https://www.b2match.eu/25convention
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Corsi di lingua per imprese al via a settembre Tra le novità della quarta edizione della proposta, i corsi mattutini di lingua tedesca. La quota di iscrizione può essere finanziata interamente da Fondimpresa o Fondirigenti.
È
uscita la nuova proposta formativa per i corsi di lingua organizzati da Assoservizi. Oltre ai consueti corsi d’inglese organizzati al mattino e alla sera e ai corsi di tedesco in orario serale, quest’anno vengono proposti i corsi di lingua francese e spagnola e, per la prima volta, una fascia oraria mattutina per i corsi di lingua tedesca. Accanto ai corsi di lingua “tradizionali”, saranno attivati anche quest’anno i corsi dedicati al miglioramento dell’utilizzo della lingua inglese a livello professionale, in cui verranno illustrate le tecniche per realizzare presentazioni orali e testi scritti efficaci. Inoltre, vi è la possibilità di approfondire la terminologia specialistica da utilizzare in ambito finanziario e di apprendere le modalità per la conduzione di incontri di lavoro in inglese. In un contesto economico caratterizzato da un’elevata mobilità sui mercati internazionali di lavoratori e prodotti, la conoscenza di almeno una lingua straniera si rivela un’importante leva strategica per lo sviluppo delle imprese. In risposta a questa precisa esigenza sentita anche all’interno delle aziende locali, sempre più orientate verso processi di internazionalizzazione, Assoservizi propone un’offerta formativa esclusivamente dedicata e di anno in anno più articolata e diversificata. La proposta formativa non si esaurisce con le proposte d’aula: le aziende possono infatti concordare una formula di formazione a chiamata per soddisfare richieste urgenti in vista di incontri in lingua inglese, organizzare corsi di lingua ad hoc in azienda oppure ancora seguire le lezioni a distanza attraverso la modalità di apprendimento online Speexx. Si ricorda che la partecipazione ai corsi può essere interamente finanziata per il tramite di Fondimpresa o Fondirigenti, se le aziende risultano iscritte. Il termine per le iscrizioni è venerdì 23 settembre 2016. (kl)
La proposta formativa per l’anno accademico 2016/2017 Corsi di lingua inglese “Morning” | 7.20 - 8.50 - Livello base/pre-intermedio (A1-A2): il martedì dal 04/10/2016 al 06/06/2017 - Livello intermedio business (B1): il martedì dal 04/10/2016 al 06/06/2017 - Livello avanzato business (B2-C1): il martedì dal 04/10/2016 al 06/06/2017
Corsi di lingua inglese serali | 18.30 - 20.30 - Livello base (A1-A2): il lunedì dal 03/10/2016 al 05/06/2017 - Livello intermedio business (B1): il martedì dal 04/10/2016 al 06/06/2017 - Livello avanzato business (B2-C1): il mercoledì dal 05/10/2016 al 31/05/2017
Corsi di lingua tedesca “Morgen” | 7.20 – 8.50 - Livello base/pre-intermedio (A1-A2): il martedì dal 04/10/2016 al 06/06/2017 - Livello avanzato (B1-B2): il martedì dal 04/10/2016 al 06/06/2017
Corsi di lingua tedesca serali | 18.30 – 20.30 - Livello base/pre-intermedio (A1-A2): il lunedì dal 03/10/2016 al 05/06/2017 - Livello intermedio (B1): il martedì dal 04/10/2016 al 06/06/2017 - Livello avanzato (B2): il mercoledì dal 05/10/2016 al 31/05/2017
Corso di lingua francese serale | 18.30 – 20.30 il martedì dal 04/10/2016 al 06/06/2017 Corso di lingua spagnola serale | 18.30 – 20.30 il mercoledì dal 05/10/2016 al 31/05/2017
Per informazioni T 0461 360068 T 0461 390127 estero@assoservizi.tn.it
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internazionalizzazione
Alla soglia dell’Est Intervista a ILARIA VESCOVI, Vicepresidente di Confindustria Trento.
COME
Davos, ma in chiave russa: da vent’anni con la Russia. Oggi è un’occasione imprescindibile San Pietroburgo ospita un Forum economico in- per la gestione delle relazioni economiche tra i ternazionale che attira decine di migliaia di par- grandi del pianeta e per lo sviluppo del business tecipanti provenienti da poco meno di duecento delle imprese. Basti pensare che in tre giorni sono paesi. Quest’anno l’evento si è svolto dal 16 al 18 stati firmati accordi economici per due miliardi giugno: accanto a leader politici – presenti il Pre- di euro. In questo contesto l’Italia, fra i sostenisidente del Consiglio Matteo Renzi e il Presidente tori del dialogo con la Federazione, ricopre una della Federazione Russa Vladimir Putin –, capi di posizione particolare: siamo il primo tra i Paesi governo e governatori, ventidue tra imprenditori occidentali ad essere stato invitato in qualità di e manager d’azienda italiani. Tra loro c’era anche “ospite d’onore”. Alle nostre aziende è stato riservato un padiglione di 1.500 metri quadrati per l’eIlaria Vescovi. sibizione delle eccellenze del Made in Italy. Con Vicepresidente, il Forum ha una storia oramai orgoglio evidenzio che Tecnoclima era una delle 22 aziende italiane "eccellenti" presenti al Forum! consolidata. Cosa è diventato, e perché? Il Forum venne promosso per la prima volta nel 1996 allo scopo di favorire i rapporti commerciali Può descrivere brevemente lo scenario attuale dell’economia del Paese? Nel 2015, a causa del crollo del prezzo del petrolio e alla svalutazione del rublo, il Pil ha subito una contrazione tendenziale del 3,7%, mentre l’inflazione è schizzata al 15%. Naturalmente, la situazione economica è profondamente condizionata dalle vicende geopolitiche, che hanno determinato le sanzioni e le relative contromisure. Da due anni ormai queLa vicepresidente di Confindustria Trento sta complessità politica danneggia anche rapporti Ilaria Vescovi è stata nominata a capo del commerciali storicamente ottimi come quelli con Gruppo Tecnico Paesi dell’Est di Confindul’Italia. Le industrie dei due Paesi ne soffrono non stria, che si occuperà delle iniziative di poco. Non sono coinvolti soltanto prodotti strategici ma anche numerosi settori non strategici, indiinternazionalizzazione per le imprese rettamente toccati da sanzioni e controsanzioni che nell’area dell’Est Europa e dell’Asia. fanno male ai due sistemi Paese. La designazione è avvenuta su indica-
Ilaria Vescovi nella squadra del Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia
zione del Presidente Vincenzo Boccia, in occasione del Consiglio di Presidenza di fine giugno a Roma. I Coordinatori dei Gruppi Tecnici individuati lavoreranno a supporto dell’attività del Consiglio di Presidenza su tematiche prioritarie per l’Associazione. Con questa nomina, Vescovi entra nella squadra del neopresidente di Confindustria nazionale. TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2016
Gli embarghi, l’inflazione… accedere al mercato russo non è semplice, per un’impresa straniera. Come accade per molti altri mercati, vi sono fattori critici che vanno affrontati con il giusto approccio: la differenza di lingua o cultura, l’esigenza di
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contatti e partnership locali. C’è, come è logico, la necessità di adempiere agli obblighi previsti dalle normative in materia di sicurezza e di conformità di prodotto. La maggior parte della merce importata in Russia deve essere in linea con un programma di certificazione obbligatoria che definisce criteri e obblighi complessi e costosi. Ciò non ha impedito lo sviluppo di relazioni proficue e vantaggiose per le imprese già presenti nella Federazione, né potrà essere di ostacolo alle nuove aziende che si affacciano sul mercato, perché le opportunità offerte dalla Russia sono davvero straordinarie.
Giulio e Ilaria Vescovi
sate a esportare sul mercato russo. Altrettante già lavorano o sono orientate verso Paesi vicini, tra cui Kazakistan e Bielorussia con cui la Federazione ha costituito ormai da un lustro l’unione doganale eurasiatica.
Perché, e come, investire in Russia? L’economia russa è orientata alla modernizzazione e alla diversificazione: accanto ai settori tradizionali, i mercati assistono allo sviluppo dell’agroalimentare, della meccatronica, della meccanica ad alto profilo tecnologico. Le imprese italiane devono cogliere il momento: esportare conoscenze e competenze, ma anche provvedere a nuovi insediamenti in loco.
Di qui l’investimento anche a livello associativo, sia in termini di relazioni, che in termini di servizi. Certamente. Al di là dell’attività ordinaria di supporto alle imprese che internazionalizzano, e che internazionalizzano in particolare in quest’area geografica, Confindustria Trento ha saputo fino ad oggi valorizzare il dialogo con le istituzioni e gli intermediari, al fine di creare il contesto più Guardando all’attività in Russia delle impre- favorevole allo sviluppo delle singole iniziative. se trentine, i dati parlano di esportazioni pari Mi preme evidenziare in particolare un recente incontro organizzato a Palazzo Stella con il proall’1,2% del totale. Ma anche di un aumento strepitoso, pur se con- fessor Antonio Fallico, presidente di Banca Intedizionato dal controembargo, dalla crisi econo- sa Russia e dell’Associazione “Conoscere Eurasia”, mica e dai fenomeni connessi: l’export trentino autorevole interlocutore nei rapporti finanziari ed verso il Paese si è moltiplicato di quasi sette volte economici fra Federazione russa e Italia. tra il 2000 e il 2015, quando ha raggiunto i 40 milioni. Il comparto più orientato verso i mercati Non è un caso se Boccia ha nominato proprio esteri per dimensioni è certamente quello me- lei a capo del Comitato paesi dell'Est di Contalmeccanico, seguito da chimica-gomma-plastica, findustria. porfido e servizi Ict. Esportiamo apparecchiature Da molti anni coltivo le relazioni con la Russia, meccaniche (in particolare turbine, valvole, or- in qualità di rappresentante della nostra categoria, gani di trasmissione, sistemi di riscaldamento, anche in virtù dell’esperienza maturata sul cammacchine utensili), i prodotti della carta, della po (Tecnoclima, azienda perginese guidata dalla farmaceutica, della gomma e materie plastiche. famiglia Vescovi, è presente da tempo a Mosca Dalla Russia importiamo, invece, prodotti chimi- con la controllata TC Group Energia, diretta da ci e articoli in gomma e materie plastiche per il Giulio Vescovi, ndr). La strategia del Comitato ap35%. In base a quanto emerso dall’indagine sulla pena insediato è ancora in fase di definizione, ma presenza dell’industria trentina nel mondo che una cosa è certa: la Russia sarà un interlocutore l’Associazione conduce ogni anno, oltre venti im- irrinunciabile, anche nella gestione delle relazioni prese di diversi settori esportano o sono interes- con i Paesi asiatici.
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Internazionalizzare negli Emirati Arabi Uniti Nei giorni scorsi a Palazzo Stella il seminario dedicato all'approfondimento delle opportunità del mercato, che rappresenta una straordinaria occasione per tutti i settori dell’industria trentina. di GIORGIO ZAGONEL
GIOVEDÌ
21 luglio si è svolto a Palazzo Stella il Il segretario generale della Camera di Commercio seminario “Internazionalizzare negli Emirati Ara- Italiana a Dubai Marzocchi ha invece presentato bi Uniti” organizzato da Confindustria Trento e lo scenario attuale dell’economia del Paese: “Il Pil Trentino Export in collaborazione con la Camera – ha sottolineato – cresce negli Eau (le stime pardi Commercio Italiana negli Emirati Arabi Uni- lano di +5,1% per il periodo 2012-2016) e Dubai è ti. All’incontro, che ha visto la partecipazione di un fiorire di cantieri: dall’espansione dell’aeroporpiù di venti aziende trentine, sono intervenuti la to alla riorganizzazione dell’assetto urbano, dalla presidente di Trentino Export Barbara Fedrizzi, realizzazione di una linea del tram fino al proMauro Marzocchi, segretario generale della Ca- getto di Mohammad Bin Rashid City, un’area di mera di Commercio Italiana a Dubai, e l’avvocato quattro milioni di metri quadrati che comprende Massimo Fontana Ros, rappresentante della stes- complessi residenziali, un parco acquatico e sette chilometri di lagune e spiagge artificiali con spazi sa per il Trentino Alto Adige. Fedrizzi ha aperto i lavori tratteggiando l’attività dedicati allo sport e allo shopping. Non da ultinegli Emirati Arabi Uniti delle imprese trentine: mo, il maestoso Dubai design district, per il quale “Le esportazioni in questo Paese - ha detto - costi- lo sceicco Mohamed Rashid Bin Al Maktoum, vituiscono ancora una percentuale minima rispetto cepresidente e primo ministro degli Eau, ha real totale. Dopo un periodo di crescita dell’export centemente annunciato la volontà di proseguire trentino nel Paese, tra il 2013 e il 2015 il valore del- rapidamente con i lavori”. le esportazioni si è attestato tra i 10 e i 13 milioni A seguire Fontana Ros, rappresentate in Trentino di euro annui. Auspichiamo una marcata crescita Alto Adige dell’ente camerale, ha illustrato i midel nostro export, poiché questo mercato rappre- gliori approcci al mercato emiratino da un punto senta una straordinaria occasione per tutti i settori di vista legale e societario. Particolare attenzione è stata dedicata alle problematiche legate ai contratdell’industria trentina”. ti di agenzia e distribuzione, nonché alle forme societarie migliori per affrontare le molteplici opportunità di business e le criticità che sussistono nell’affrontare un mercato così concorrenziale. Nelle battute finali dell’evento Fedrizzi ha illustrato le opportunità che Confindustria Trento offre alle aziende trentine che vogliano approcciare commercialmente gli Emirati Arabi Uniti. Per il tramite di Trentino Export le aziende hanno l’opportunità di essere seguite in loco da un collaboratore in grado di accompagnare le imprese interessate a questo mercato in tutto il loro processo di internazionalizzazione, dal primo approccio alla fase post vendita.
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Export management per la Cina Trentino Export offre alle aziende interessate ad aumentare le loro attività commerciali nel Paese un affiancamento specialistico da parte di un manager di madrelingua.
SE
anche il 2016 a livello di mercato interno vede una lieve inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti, per quanto riguarda invece le esportazioni i primi mesi di questo anno hanno visto un calo dell’export delle aziende trentine. Calo questo dovuto in massima parte alla situazione di crisi dei cosiddetti paesi Brics, a cui si stanno aggiungendo gli effetti della recente uscita del Regno Unito dall’Unione europea. A tal fine Trentino Export, braccio operativo per l’internazionalizzazione di Confindustria Trento, nella sua strategia di ampliamento dei servizi e delle opportunità per le aziende trentine per il 2016 propone, dopo il successo dell’equivalente per i mercati di lingua tedesca, il suo nuovo progetto di Export Management per la Cina. La Cina è un mercato dalle innumerevoli opportunità anche per le piccole e medie imprese del nostro territorio. Grandi possibilità commerciali ma anche molte criticità da affrontare per far sì che il gigante asiatico diventi una opportunità e non un rischio. Per questo motivo Trentino Export offre alle aziende interessate ad aumentare le loro attività commerciali in questo Paese un affiancamento specialistico da parte di un Export Manager di madrelingua cinese. I compiti di questo vero e proprio Export Manager in outsourcing, saranno la ricerca di nuovi potenziali clienti, distributori e partnership commerciali, nonché un affiancamento nella definizione di una strategia di business development in questi mercati. Inoltre Trentino Export sarà in grado di offrire alle piccole e medie imprese trentine anche una assistenza nella pianificazione e realizzazione di attività promozionali e di marketing per aumentare la conoscenza del proprio brand in questi paesi target. L’affiancamento sarà specialistico e duratu-
ro, nell’obiettivo di accompagnare le imprese in tutto il loro percorso di internazionalizzazione. La Cina rappresenta soltanto l’1,3 % del totale delle esportazione trentine nel 2014 (fonte Istat), per un totale di circa 45 milioni di euro. Risulta chiaramente come il volume delle esportazioni trentine in Cina sia decisamente sottostimato in confronto alle opportunità di questo mercato.
Le opportunità in questa area per le aziende trentine sono moltissime, la qualità e l’innovazione delle produzioni trentine sono riconosciute e molto apprezzate.
A tal proposito necessario è quindi avvalersi di personale qualificato e specialistico di madre lingua cinese. Ormai l’attività di supporto all’internazionalizzazione richiede una specificità e personalizzazione che, accanto ai progetti di settore, riesca a soddisfare in maniera più precisa e focalizzata la domanda delle imprese, con i loro interessi, le loro caratteristiche, le loro difficoltà. Trentino Export grazie alla sua quarantennale esperienza è in grado di offrire tutto ciò: specificità e professionalità a servizio delle aziende trentine. (gz)
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A Rovereto l’innovation center di Watts Il Gruppo ha scelto di concentrare a Rovereto le attività di ricerca e sviluppo per lo studio di prodotti innovativi nel campo degli impianti termosanitari.
UN
altro grande gruppo industriale ha scelto il Polo Meccatronica per avviare il proprio centro ricerche e innovazione. È Watts Water Technologies, colosso con quartier generale in America, nel Massachusetts, quotato alla borsa di New York, che in Europa fattura 405 milioni di euro e conta 2.600 dipendenti impiegati in 26 aziende. Tramite la sua società italiana, Watts Industries Italia, già presente con un proprio stabilimento produttivo a Spini di Gardolo, il Gruppo ha scelto di concentrare a Rovereto le attività di ricerca e sviluppo per lo studio di prodotti innovativi nel campo degli impianti termosanitari. Una decisione presa in considerazione della notevole forza attrattiva del nuovo hub meccatronico realizzato da Provincia di Trento e Trentino Sviluppo, dove i ricercatori di Watts Industries potranno lavorare vicini a quelli di Bonfiglioli, Ducati Energia, Dana, ma pure a diverse startup innovative, potendo contare presto sui nuovi laboratori con macchinari di prototipazione rapida unici in Italia. Importante anche il rapporto instaurato negli ultimi anni con l’Università di Trento. “L’innovazione di prodotto è oggi uno dei drivers più importanti nella competitività delle imprese – sottolinea l’amministratore delegato di Watts Industries Italia, Fabrizio Fedrizzi - e molte delle aziende con il più alto tasso di crescita operano all’interno di clusters tecnologici dove le idee creative trovano sostegno e riconoscimento e si concretizzano in prodotti innovativi grazie al ruolo cruciale svolto dalle sinergie tra le singole realtà nelle differenti sfere di competenza. Perciò è per noi strategico essere presenti nel Polo Meccatronica con un nucleo di ricerca, il primo Innovation Center dell’intero gruppo Watts. Anche nel nostro settore, tradizionalmente meno vocato all’innova-
zione rispetto ad altri comparti del manifatturiero, penso in particolare all’automotive, il futuro sarà rappresentato dall’idraulico 2.0. Ciò significa che ci muoveremo sempre di più in ambito meccatronico, con la nostra meccanica e la nostra fluidodinamica sempre più connesse ad aspetti legati all’internet delle cose, all’elettronica e alla sensoristica”. Nei giorni scorsi l’insediamento, mentre è della primavera la firma del protocollo, siglato da Fedrizzi insieme al vicepresidente della Provincia autonoma di Trento Alessandro Olivi e al consigliere delegato di Trentino Sviluppo Sergio Anzelini. Watts Industries Italia opera nel settore della termoidraulica, realizzando componenti e sistemi per impianti di riscaldamento e condizionamento
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per uso abitativo ed industriale, reti idriche ed impianti sanitari, sistemi di drenaggio e tubazioni inox. La società fa capo al gruppo Watts Water Technologies, quartier generale a North Andover, con filiali in Europa, Asia, Canada, Middle East e Africa. Nella sola Europa, dove è presente a partire dal 1986, il Gruppo americano conta oggi 26 aziende, 19 poli produttivi, 20 uffici commerciali, 2.600 dipendenti e realizza 405 milioni di fatturato distribuendo più di 6.000 prodotti. Nel 1993 inizia la pagina italiana di Watts Water Technologies. Nel nostro paese Watts Industries è presente con due stabilimenti produttivi: a Biassono, nella provincia di Monza-Brianza, dove lavorano 150 persone e si effettuano le lavorazioni dei componenti in ottone, e a Gardolo di Trento, sito industriale che occupa 100 dipendenti e dove sono localizzate le lavorazione dei materiali compositi o plastici.
Iderambiente Formazione: le attività del prossimo autunno Nel ringraziare i numerosi partecipanti ai corsi di formazione tenuti nei mesi scorsi, Iderambiente Formazione segnala il calendario dei prossimi corsi in programma: “Responsabilità del produttore nella gestione dei rifiuti” (30 settembre) “Classificazione/caratterizzazione e analisi dei rifiuti” (28 ottobre) “SISTRI: dimostrazione pratica risoluzione casi” (16 dicembre) “Focus novità normative ambientali” (in base alle richieste e in data TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2016 ancora da definire).
Il fatturato complessivo della società italiana è di circa 73 milioni di euro, per il 60% realizzato sui mercati esteri. Il piano di sviluppo industriale prevede un importante incremento del fatturato nel 2016 e negli anni seguenti, principalmente dovuto ad investimenti in ambito tecnologico ed innovativo. Un piano industriale col segno “più”, quindi, che punta in particolare sui risultati di alcuni progetti di ricerca, condotti anche in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria dei Materiali dell’Università degli Studi di Trento, intrapresi con l’obiettivo di innalzare ulteriormente il livello di innovazione tecnologica, con un particolare attenzione allo studio di soluzioni sempre più efficienti, orientate al risparmio energetico. Anche per questo Watts Industries ritiene importante concentrare la propria attività di ricerca e sviluppo presso il Polo Meccatronica, a Rovereto, potendo contare sulla vicinanza fisica e sulla positiva “contaminazione” con grandi gruppi industriali già presenti nell’incubatore di Trentino Sviluppo ed operanti in settori affini o complementari, quali Bonfiglioli Riduttori, Ducati Energia, Dana. Per ora Watts Industries sposterà a Rovereto un team di cinque ingegneri e diplomati tecnici, che costituiranno un primo nucleo di ricerca, che potrà poi essere implementato con lo sviluppo delle attività di ricerca e sviluppo. A loro disposizione un ufficio di 120 metri quadrati al primo piano del nuovo edificio produttivo del Polo Meccatronica.
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Impianti per l'industria e il teleriscaldamento La crescita repentina di Hollander Idrotermica Srl, che chiude il bilancio d’esercizio 2015 con un fatturato di 8,2 milioni di euro e un portafoglio ordini superiore ai 7 milioni.
IMPIANTI
industriali per la climatizzazione, per il trattamento dell’ aria, per la produzione e il trasporto di energia, per il trattamento delle acque, per la gestione dell’aria compressa e dei gas tecnici… La lista delle soluzioni realizzate da Hollander Idrotermica srl è troppo lunga per essere esaurita in poche righe, tali e tante sono le declinazioni praticate dall’impresa in ragione della varietà delle destinazioni. I clienti dell’azienda, attiva a Levico da oltre cinquant’anni, appartengono ai settori più disparati (dall’alimentare alla meccanica, passando per l’energia), ma è possibile ricondurre il business della società a due rami principali: quello “industriale”, avviato con la fondazione, negli anni Sessanta, da parte di Franco Pohl; e quello del teleriscaldamento, lanciato meno di dieci anni fa in risposta alle nuove strategie di diversificazione dell’impresa. “Il momento è decisamente positivo – spiega Fabio Dandrea, amministratore e socio dell’azienda insieme a Giovanni Pohl –. Abbiamo chiuso il bilancio d’esercizio 2015 con un fatturato di 8,2
milioni di euro e abbiamo un portafoglio ordini superiore ai 7 milioni. Si tratta per noi della conferma che l’economia locale si sta risvegliando dal periodo di crisi che ha caratterizzato l’ultimo quinquennio, fornendoci lo stimolo a proseguire nella direzione che abbiamo imboccato al principio del Duemila. Questo percorso di crescita e di sviluppo è culminato nel 2007 con l’avvio del secondo ramo di attività: un investimento fortemente voluto per creare un’alternativa importante al core business, che ha richiesto ingenti sforzi sia sul fronte delle attrezzature, che in termini di formazione del personale”. Oggi, tra dipendenti e collaboratori, Hollander impiega circa cinquanta persone, attive per la maggior parte nel reparto produttivo. Vi sono poi quattro tecnici addetti alla gestione dei cantieri e quattro figure amministrative. I due soci dirigono la produzione e l’ufficio commerciale. Trenta gli operai specializzati interamente dedicati al ramo industriale. “E solo nel corso dell’anno passato – precisa Dandrea - abbiamo assunto a tempo indeFabio Dandrea (sx) e Giovanni Pohl
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terminato otto persone, tra amministrativi, tecnici e operai, confermano il trend positivo e garantendoci l’acquisizione di figure qualificate in grado di supportare una così forte e repentina crescita”. “Repentina” è il termine più adatto. Rispetto all’esercizio precedente vi è un aumento del fatturato del 60%: i ricavi provengono per la maggior parte dal ramo dell’industria (60%), ma sono ottime anche le prestazioni del teleriscaldamento, che si attestano sul restante 40%. “Parallelamente – ag-
Bosco alla guida della Sezione impianti a fune Francesco Bosco (Funivie Madonna di Campiglio Spa) è stato confermato alla presidenza della Sezione impianti a fune di Confindustria Trento per il quadriennio 2016-2019. Vicepresidente di Sezione è Luca Guadagnini (S.I.T. Bellamonte Spa), mentre il Comitato di Sezione è così composto: Mara Bottamedi (Funivie Valle Bianca Spa), Giacinto Delpero (Carosello Tonale Spa), Daniele Dezulian (Società Incremento Turistico Canazei Spa), Eduino Gabrielli (Paganella 2001 Spa), Cristian Gasperi (Funivie Folgarida Marilleva Spa), Valeria Ghezzi (Funivie Seggiovie San Martino Spa), Giulio Misconel (Funivie Alpe Cermis Spa), Fabrizio Oss (Nuova Panarotta – Società Impianti Spa), Alberto Pedrotti (Pejo Funivie Spa), Siegfried Pichler (I.T.A.P. Pampeago Spa), Tullio Pitscheider (Funivia Ciampac e Contrin Spa), Gianfranco Redolf (Latemar 2200 Spa), Denis Rech, (Folgaria Ski Spa), Fulvio Rigotti (Trento Funivie Spa), Roberto Serafini (Funivie Pinzolo Spa), Mauro Vendruscolo (Funivie Col Margherita Spa e Funivie Falcade Spa), Giuseppe Zorzi (S.I.F. Impianti Funiviari Lusia Spa). Zorzi entra a far parte del Comitato Piccola Industria. Bosco e Guadagnini entrano a far parte del Consiglio Generale introdotto dalla riforma dello Statuto approvata dall’Assemblea Privata lo scorso 23 maggio. TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2016
giunge Dandrea - creiamo un indotto secondario quasi sempre locale su fornitori di servizi specializzati e subappaltatori che supera il milione e mezzo di euro, contribuendo a mantenere solida una rete d’impresa che utilizziamo da decenni e che ci permette di offrire servizi a 360°”. E che garantisce maturità tecnica, economicità delle lavorazioni, tempistiche di installazione strette, alti standard qualitativi: caratteristiche comprovate dalle certificazioni aziendali acquisite nel corso degli anni (En Iso9001:2008, Un Iso 14001:2004, Ohsas 18001:2007, En Iso 3834/2). “Per la nostra azienda – continua Dandrea - risulta fondamentale raggiungere l’obiettivo nel minor tempo possibile e con il minor impiego di risorse e l’attuale struttura organizzativa aziendale permette di mettere in campo strategie e progetti volti ad ottimizzare le commesse garantendo vantaggi per noi e per la nostra clientela”. Incoraggianti le prospettive per il futuro: Hollander sta gestendo commesse industriali complesse e multidisciplinari, con clienti come Menz & Gasser, Latte Trento, Adige, Fly, Vetri Speciali e la Trentina. Per il 2016, l’azienda punta a un risultato che consolidi il trend di crescita del 2015. “Ci auguriamo che la politica locale continui a sostenere le scelte che ha portato avanti con l’ultima legge provinciale relativa ai lavori pubblici, con lo scorporo degli appalti specialistici e il pagamento diretto dei subappalti da parte dell’ente pubblico nel caso di opere inscindibili. Così facendo - conclude Dandrea - gli appalti diverrebbero meno aggredibili da imprese provenienti da fuori regione e garantirebbero il polmone necessario alla crescita della piccola e media impresa locale, motore indispensabile dell’economia a tutti i livelli”.
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Nuove tecnologie per testare la tempra Deltamax Automazione ha inventato Frog: una nuova soluzione per semplificare la procedura di controllo della frammentazione nei test previsti dalle normative per la sicurezza.
SI
dice temperato il vetro che ha subito un trattamento speciale che lo ha reso quattro volte più resistente del vetro non trattato. È il vetro di box doccia, forni a microonde, porte, parapetti, automobili e arredi destinati all’uso civile e abitativo. La tempra fa sì che quando il vetro si frantuma, invece di generare schegge appuntite e pericolose, si frammenti in piccoli pezzi relativamente innocui che riducono il rischio di arrecare danno alle persone circostanti. Numero e dimensioni sono estremamente rilevanti ai fini della sicurezza. Proprio per rispondere all’esigenza delle vetrerie di controllare che il grado di tempra del vetro sia conforme a determinati standard di qualità e di sicurezza, una giovane azienda di Trento che realizza sistemi di visione per il controllo della qualità dei prodotti in ambito industriale, Deltamax Automazione, ha inventato Frog, acronimo di Fragment recognizer on glass, una nuova soluzione per semplificare e velocizzare la procedura di controllo della frammentazione nei test previsti dalle varie normative per la sicurezza dei vetri temperati. Frog è in grado di riconoscere, contare, analizzare
e classificare in moto automatico i frammenti di vetro generati dalla rottura di una lastra, archiviandone le immagini e i risultati elaborati per produrre report personalizzati o altra documentazione (immagini ad esempio). “In fabbrica occorre verificare lo stato di tempra con una buona precisione: da un parte si richiede una densità di frammentazione sufficiente in modo da rispettare la normativa, dall’altra non deve essere eccessiva perché è indice di troppo dispendio di energia da parte del forno di tempra”, spiega Chiara Corridori, technical manager di Deltamax. Ecco come funziona. A differenza dei sistemi standard installati sulle linee di produzione, Frog è composto da un device mobile contenente la camera e l’illuminatore. È collegato ad un personal computer per l’elaborazione dell’immagine, la visualizzazione del risultato su un’interfaccia grafica, e l’archiviazione per future consultazioni. “Eseguire il conteggio dei frammenti con un sistema automatico – continua Corridori – ha molti vantaggi rispetto al conteggio manuale: maggiore velocità di risposta, valutazione oggettiva e secondo criteri definiti, assenza di affaticamento, e possibilità di
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archiviazione. Oltre a questi elementi, comuni a tutti i sistemi automatici di controllo, il sistema Frog, grazie alla soluzione con la luce diretta, è estremamente facile da manovrare e utilizzare, e soprattutto è in grado di ispezionare anche vetri stampati, due aspetti che lo differenziano rispetto alla concorrenza che utilizza la retroilluminazione. La soluzione ideata, insieme al vantaggio di aumentare il dominio d’uso, risulta molto interessante anche per il costo contenuto e l’assenza di interventi di installazione”. Frog nasce nell’ambito di Risolvi, acronimo di Ricerca di soluzioni di visione per applicazioni industriali: un progetto di ricerca industriale finanziato dalla Provincia autonoma di Trento che tra il 2011 e il 2015 ha permesso di realizzare prototipi in grado di innovare il GlassInspector, sistema di punta creato da Deltamax per il controllo di qualità e dimensioni per lastre di vetro, che ispeziona le lastre direttamente durante la produzione. Il progetto di ricerca è stato sviluppato in collaborazione con il gruppo Tev della Fondazione Bruno Kessler di Trento. Tale proficua collaborazione ha generato trasferimento di conoscenze sia in termini di algoritmi di image processing sia di architettura software del sistema. Un ricercatore di Fbk è inoltre attualmente impiegato presso Deltamax. Sempre grazie alla collaborazione con Fbk è stato possibile progettare e realizzare un’architettura software (denominata Deltamax vision system)
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grazie alla quale i nuovi applicativi hanno delle ottime caratteristiche in termini di flessibilità, espandibilità e facilità di configurazione con il duplice vantaggio di permettere ai softwaristi di ridurre i tempi di sviluppo e consentire agli installatori di modificare i parametri per adattare il comportamento del sistema all’ambito di utilizzo senza dover intervenire sul codice. Continua Chiara Corridori: “Il sistema di visione è un prodotto della cosiddetta Machine Vision, branca ingegneristica che studia soluzioni integrate meccaniche-ottiche-elettroniche-software per sviluppare sistemi di controllo dei prodotti industriali. Ideare un sistema di visione è un processo molto creativo che richiede competenze diverse: dall’ingegnere progettista che, a partire dall’esigenza di un cliente, deve trovare una soluzione ispettiva capace di evidenziare i parametri da controllare nel rispetto dei vincoli imposti dal processo produttivo, all’ingegnere informatico che deve tradurre l’idea in un software che soddisfi i requisiti, all’installatore che deve far funzionare il sistema presso il cliente”. Recentemente, sempre allo scopo di migliorare i sistemi che identificano e classificano i difetti, Deltamax ha ottenuto un altro risultato innovativo sviluppando sia l’hardware (illuminatore e schede elettroniche di controllo) sia gli algoritmi. Ricercatori dell’Università di Monaco hanno creato un algoritmo per individuare strade in immagini satellitari. Deltamax l’ha modificato e implementato allo scopo di individuare graffi in immagini di vetro piano, come se fossero strade. Graffi e strade hanno in comune infatti la caratteristica geometrica di essere lunghi, curvilinei e sottili. “Tra le ricadute positive della nostra ricerca - conclude Gianluca Diener, responsabile del dipartimento visione di Deltamax - segnalerei nel solo reparto sviluppo software per la visione artificiale l’aumento da tre a sette persone negli ultimi quattro anni: una è il ricercatore che ha collaborato alla realizzazione del progetto Risolvi. Inoltre, il mercato sta iniziando a rispondere in modo positivo, e registriamo già un aumento consistente degli ordini”.
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Storie trentine in bottiglia Tra antiche ricette e vite di santi, dall’intesa tra Villa de Varda e il Capitolo della cattedrale di Trento, una produzione che valorizza l’identità del territorio trentino.
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tutt’altro che la richiesta di soccorso di un naufrago alla deriva, e però, a modo suo, anche quello di Villa de Varda è una sorta di message in a bottle. La bottiglia è quella di un amaro, l’Elixir Sancti Vigilii; il messaggio è di quelli che attraversano – insieme agli oceani - la storia e le tradizioni, nel nome del vescovo martire e patrono della città di Trento. A San Vigilio è intitolato infatti il liquore recentemente prodotto dall’azienda rotaliana (la presentazione ufficiale dello spirito è avvenuta nel corso dell’ultima edizione delle Feste Vigiliane) perché così ha voluto il Capitolo della Cattedrale di Trento dopo che Monsignor Maule aveva scoperto, tra le carte degli archivi del museo della Distilleria, l’antica ricetta del prezioso Elixir. “Tutto è nato per scherzo – spiega Mauro Dolzan, responsabile marketing e comunicazione dell’impresa -, quando Nino Forlini, insegnante all’istituto di formazione professionale alberghiero di Rovereto e punto di riferimento per i barman di domani, mi ha presentato Don Lodovico Maule. È stato quest’ultimo, persona straordinaria quanto la sua cultura, a intuire subito il potenziale del liquore ottenuto seguendo le indicazioni di questi scritti”. L’Elixir viene dunque riprodotto per la prima volta tramite il processo di infusione naturale di oltre trenta erbe, radici e fiori di montagna: bacche di ginepro, chiodi di garofano, chiretta bruna, radici di genziana e rabarbaro, assenzio fiorito, foglie di melissa, scorze di arancia amara, quassia e molte altre. Quel che ne deriva è un amaro intenso, digestivo e ricco di innumerevoli proprietà. Di Don Lodovico è l’idea di legare l’Elixir al nome di San Vigilio. L’occasione è la concomitanza con la conclusione dei lavori di restauro della cattedrale di Trento, che è per l’appunto intitolata al Santo,
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giunto nella valle dell’Adige nella seconda metà del Trecento per provvedere alla evangelizzazione delle popolazioni pagane locali. Qui Vigilio, tra le altre cose, aveva promosso la costruzione di chiese e luoghi di culto cristiani. In Val Rendena, secondo la tradizione, aveva trovato il martirio: i suoi resti sono conservati nella cattedrale del comune capoluogo, che lui stesso aveva fatto erigere per dare sepoltura ai tre missionari - Sisinio, Martirio e Alessandro – inviati da Ambrogio, allora vescovo di Milano, in Val di Non. Da ultimo, l'amaro rende omaggio anche a Pietro Andrea Mattioli, consigliere e medico personale del principe vescovo Bernardo Clesio, che pure riposa all’ombra delle pietre del Duomo e che condusse approfonditi studi botanici sulle erbe autoctone che sono oggi alla base dell’Elixir Sancti Vigilii.
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Insomma, l’operazione è prima di tutto l’occasione per valorizzare uno fra i simboli più cari e caratteristici del territorio trentino e della sua storia. Insieme al nome, sulla bottiglia è riportato inoltre lo stemma araldico della cattedrale, di fattura recente (non esisteva prima che il Capitolo di Trento lo ideasse, pochi mesi fa) e dalle fitte simbologie. Lo scudo è suddiviso in quattro parti: il primo quarto, nei colori della bandiera civica di Trento, contiene l’iniziale “V”; il secondo rappresenta il pallio, a dire della supremazia dell’arcidiocesi sulle diocesi suffraganee; il terzo riporta l’antico stemma del Capitolo dei Canonici; il quarto evoca il ricordo dei tre martiri anauniensi, ai quali è riferito anche il motto “Vox fide consona”. Non deve sorprendere che un’azienda all’avanguardia, sensibile ai portati delle nuove tecnologie e all’innovazione (oggi si producono grappe moderne e morbide con un metodo brevettato “sistema de Varda” e varie grappe riserva barricate apprezzate dai palati più esigenti), attenta ai cambiamenti di mercato e alle esigenze dei paesi esteri, abbia voluto aderire a un progetto che ha a cuore, prima ancora che il buon esito commerciale dell’iniziativa, l’identità e la memoria. “La nostra – spiega Dolzan – è una piccola distilleria familiare che presidia la qualità ricorrendo a processi fedeli alla tradizione. Per una realtà antica come la nostra, la cultura del passato è un fattore intrinseco. In cinque generazioni di attività, la nostra famiglia ha raccolto attrezzi, ricordi, testimo-
nianze, che ci consentono di ripercorrere il vissuto di Villa de Varda fino al cuore del Seicento. Sono ormai moltissimi i turisti e i gruppi organizzati che chiedono di visitare la nostra distilleria, la cantina e l’annesso Museo etnografico, che conserva circa 1.600 pezzi, in alcuni casi molto antichi e preziosi: cito ad esempio un distillatore del XVI secolo. La raccolta è considerata tra le più ricche e complete collezioni private esistenti nel ramo, in Italia”. Il nuovo amaro sarà, in ogni caso, certamente commercializzato. Per una realtà che è oramai abituata a dialogare con gli Stati Uniti, la Germania e i Paesi Scandinavi (solo per dirne alcuni), l’Elixir Sancti Vigilii è tuttavia un gesto di attenzione riservato soprattutto alla comunità natale. (sb)
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Dieci anni per Atis Srl Gli esordi e la crescita dell’azienda di Mezzolombardo, che ha festeggiato nei giorni scorsi l’anniversario nello stabilimento in cui realizza manipolatori pneumatici per ogni esigenza.
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festeggiato, nel corso di un evento al quale ha viene assunto anche il primo dipendente: a fine preso parte anche il presidente della Piccola Indu- 2006 Atis registra un fatturato di 160mila euro, e stria Marco Giglioli, il traguardo dei primi dieci il team aziendale arriva alle cinque unità: “Oltre anni di vita Atis: azienda associata a Confindu- a noi tre, avevamo inserito altri due collaboratori. stria Trento nata nel 2006 dalla forza di volontà e Entrambi – aggiungono con soddisfazione Savineldallo spirito di iniziativa di Serena e Fulvio Italo li e i Pancheri - sono ancora con noi”. Nel 2007 Atis partecipa alle prime fiere di settore, Pancheri ed Emanuele Savinelli. “Siamo partiti dal nulla - raccontano i tre soci -, inizia a farsi conoscere e acquisisce nuovi ordini. non avevamo una matita… abbiamo costituito la “Da allora il lavoro non è mancato. E così per ogni società il 28 luglio, e avevamo solo una promessa anno della nostra attività. In questi dieci anni, in mano. Ci era stato assicurato che avremmo ri- caduti proprio nel pieno della crisi economica, cevuto una commessa per un lavoro di saldatura Atis non si è mai fermata: abbiamo continuato che ci avrebbe sicuramente permesso di sopravvi- ad assumere personale e ottenuto sempre risultati vere finché la nostra attività principale, la proget- positivi. Nel 2008 abbiamo acquistato il primo imtazione e costruzione di manipolatori pneumatici, pianto automatico, un sistema di taglio ad acqua non si sarebbe avviata bene. Purtroppo la promes- che ci ha consentito di migliorare notevolmente la sa non è stata mantenuta e ci siamo ritrovati a nostra produzione e diventare molto più snelli e mani vuote, con gli impegni presi in banca, con le veloci”. Nel 2009 l’azienda conta tredici dipendenfamiglie da mantenere alle spalle”. I tre soci non ti e un fatturato di circa un milione 750mila euro, si arrendono, e riescono a superare il momento e la vecchia sede non si dimostra più funzionale critico grazie alla richiesta di un amico, che affida al progetto di crescita immaginato. Atis acquisisce ad Atis un lavoro per la realizzazione di una se- dunque un nuovo immobile a Mezzolombardo rie di parapetti. Fintantoché non arrivano alcuni e vi trasferisce la produzione, “senza neppure un nuovi ordini, proprio per la fornitura di manipo- giorno di fermo produttivo”. Negli anni successivi gli investimenti riguardano latori pneumatici. “A settembre è stato prodotto il nostro primo mani- l’acquisto di nuovi macchinari avanzati - un taglio polatore: lo abbiamo realizzato nello stabilimento laser, un robot di saldatura – mentre è del 2014 che avevamo affittato al tempo in un immobile l’acquisizione dei locali di un immobile adiacente a Cadino. La macchina è finita in una fabbrica al nuovo stabilimento, che viene ristrutturato e automobilistica per l’assemblaggio delle portiere che proprio in questi giorni è stato inaugurato. Da di uno dei modelli di punta: ricordiamo sempre Atis escono manipolatori pneumatici in grado di questo episodio con un po’ di emozione. A que- movimentare in assenza di peso e in totale sicusto primo, importante ordine, sono seguite altre rezza qualsiasi tipologia di prodotto, per qualsiasi commesse, cosicché con tanto impegno, tante ore settore produttivo: dall’alimentare alla meccanica, di lavoro, tanti sforzi, molti sacrifici, sia nostri che dal chimico al ceramico, dal farmaceutico all’audelle nostre famiglie, siamo riusciti ad avviare il tomotive. “L’estrema attenzione alla ricerca e allo primo nucleo dell’impresa odierna”. A settembre sviluppo di nuovi prodotti – spiega Fulvio Italo
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Pancheri – ci ha consentito di depositare anche alcuni brevetti relativi a particolari funzioni applicate ai manipolatori, per renderli ancora più peculiari e innovativi”. Oggi Atis occupa trenta persone e ha un fatturato che si aggira intorno ai 4 milioni 300 mila euro: “Inoltre – spiega ancora Serena Pancheri - creiamo un indotto su piccoli artigiani e aziende locali per circa 450mila euro annui. Negli ultimi otto anni, il ritmo medio di crescita del fatturato è del 25%, sempre con ottimi risultati a livello di redditualità, e con un costante e completo reinvestimento nella società, per darle la patrimonializzazione necessaria ad affrontare il mercato attuale e a crescere con basi solide”. È così che a fine 2015 Cribis D&b, società specializzata nella fornitura di business information su imprese italiane ed estere, ha assegnato a Atis Srl il D&b Rating 1, attribuendole il massimo livello di affidabilità economico-finanziaria. Il Rating 1, che corrisponde al livello massimo di sicurezza, viene conferito esclusivamente alle aziende che hanno dimostrato la loro solidità economico-finanziaria, nonché la puntualità dei pagamenti: “L’attribuzione ha confermato l’elevata efficienza del modello organizzativo/gestionale e del sistema amministrativo della nostra azienda, che mantiene costante il suo orientamento all’eccellenza attraverso il regolare rinnovo delle attrezzature tecnologiche e la piena valorizzazione delle risorse umane”. Attualmente, Atis vende i propri manipolatori pneumatici in tutto il mondo: “Abbiamo rivenditori in tutta Europa, dove sono presenti anche due filiali: la Atis Manipulacion, che copre la penisola iberica, e la Atis Manipulators Uk, nel Regno Unito. Esportiamo inoltre in tutto il globo grazie a una dinamica rete di rivenditori e agenti presenti
in tutta Europa, negli Stati Uniti, nell’America del Sud, in Cina e in India”. I dieci anni celebrati nelle scorse settimane sono una tappa importante, ma non un punto di arrivo: “Continueremo a impegnarci con la dedizione e la passione che ci caratterizza per far crescere questa nostra impresa – concludono i soci -, ma soprattutto per mantenere i livelli di qualità del prodotto raggiunti e la flessibilità che ci ha consentito fino ad oggi di rispondere con cura a qualsiasi necessità”.
La Sportiva lancia con Samuele nuovi accessori sostenibili Ciò che per qualcuno può essere uno scarto, per qualcun altro può rivelarsi un tesoro: nasce con questo concetto di sostenibilità la speciale linea di accessori green pensata da Samuele Cooperativa Sociale di Trento in collaborazione con lo studio di design AleDima. Oggi, anche La Sportiva di Ziano di Fiemme ha sposato il progetto creando, in collaborazione con lo studio, una linea di accessori a marchio La Sportiva, realizzata con l’utilizzo esclusivo di pellami derivanti dal processo produttivo delle scarpette d’arrampicata e degli scarponi da montagna. Borse a tracolla, agende, portachiavi e beauty case: questi gli accessori che Samuele realizza per La Sportiva e che sono in vendita all’interno degli stores ufficiali di Ziano di Fiemme e Cavalese. La Sportiva è da sempre impegnata nel limitare il più possibile gli scarti di lavorazione, rispettando l’ambiente circostante che per l’azienda è continua fonte di ispirazione.
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T-shirt.it, the art of tee Dall’incontro fra Graffiti – oggi ventenne – e dieci tra i migliori disegnatori italiani nasce l’e-shop che porta sul web la tradizione italiana delle illustrazioni.
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tutte le forme d’arte, l’illustrazione è senza dubbio quella che negli ultimi anni ha dimostrato di saper catturare maggiormente l’attenzione del grande pubblico arrivando a contaminare moltissime espressioni della cultura contemporanea: l’editoria, ma anche il web, la pubblicità, addirittura il gaming e l’interior design. E la moda? Le illustrazioni sono riuscite a entrare anche nel fashion, utilizzate prevalentemente per impreziosire felpe e t-shirt. Quello che tuttavia ancora mancava, secondo Graffiti, era una proposta
Uno screenshot del sito www.t-shirt.it
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che coniugasse qualità dei disegni e dei tessuti. Nasce così il progetto “T-Shirt.it”, frutto del sodalizio tra l’agenzia rivana e dieci disegnatori. “La passione comune per il design e l’arte tipografica ha dato vita a uno spazio che non vuole essere un semplice e-shop - spiega Luca Cattoi, che dell’azienda è il titolare - ma un luogo di cultura dove vengono approfonditi i temi legati al mondo dell’illustrazione e delle arti visive. Un progetto profondamente italiano, perché tutti i disegnatori coinvolti si sono formati nel nostro paese, per poi
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L'illustrazione realizzata da Guasco durante l’evento
portare la propria arte in giro per il mondo. E tipicamente italiana è anche la passione e la cura che mettiamo nel fare le cose, dalla scelta dei tessuti fino alla definizione dei protocolli per la stampa serigrafica”. Quanto ai disegnatori, sono i più richiesti, i più pubblicati, i più premiati. Le loro tavole sono esposte in alcune delle principali gallerie italiane ma anche all’estero, dove collaborano con riviste prestigiose, case editrici, musei, fondazioni e grandi brand internazionali. Si tratta di Ale Giorgini, Matteo Berton, Mauro Gatti, Philip Giordano, Riccardo Guasco, Simone Massoni, Gloria Pizzilli, Francesco Poroli, i Van Orton e Luca Barcellona. Tutti e dieci fanno parte dell’associazione “Illustri”: la casa dell’illustrazione italiana, che mette in relazione le professionalità, crea occasioni di incontro e propone vetrine per ammirare le eccellenze affermate e i talenti emergenti. L’illustrazione è promossa grazie a un fitto calen-
dario di mostre, attività di formazione e portfolio review. L’appuntamento principale è la Biennale di illustrazione che si tiene a Vicenza. Nell’ambito del progetto condiviso con Graffiti, ognuno degli illustratori ha trasferito sulla stoffa il proprio percorso umano e artistico. “È per questo – continua Cattoi - che T-Shirt.it non è uno store come gli altri, ma un’occasione per conoscere il mondo dell’illustrazione italiana attraverso le storie dei suoi protagonisti”. Il progetto è stato presentato lo scorso 2 luglio a Riva del Garda durante l’evento “IllusTee”. Con l’occasione sono anche stati festeggiati i vent’anni dell’azienda, avviata nel 1996 da un giovanissimo Cattoi: “Fin dalla nascita – racconta – il nostro marchio è sinonimo di cultura digitale e pensiero creativo. Negli anni siamo cresciuti e oggi siamo un vero e proprio laboratorio d’innovazione, dove le risposte ai problemi diventano soluzioni d’eccellenza. Il merito è di un team di professionisti che lavora nei diversi ambiti della comunicazione. Questo impegno ci ha permesso di conquistare la fiducia di tanti brand nazionali e internazionali, consolidando al contempo il rapporto coi migliori talenti del territorio. Il nostro obiettivo è valorizzare al massimo le potenzialità del mercato attraverso le nostre cinque anime: agenzia, factory, digital media company, startup e hub”. All’evento hanno partecipato molti degli illustratori coinvolti nel progetto, tra cui Riccardo Guasco, che si è cimentato in una live performance davanti al pubblico. Per l’occasione è stata anche allestita una mostra degli artwork della collezione di T-Shirt.it.
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Sfide ambiziose per l'edilizia Al suo decimo anno di attività, Habitech fa un bilancio degli obiettivi raggiunti ma guarda soprattutto alle prossime sfide. di MARCO PEDRI, presidente di Habitech Distretto Tecnologico Trentino
OGGI
il settore delle costruzioni presenta tassi di ri della filiera del Real Estate con la convention efficienza e innovazione dei processi insufficienti, REbuild, fino allo studio e all’introduzione nel a tal punto che negli ultimi decenni hanno creato mercato di soluzioni di circolarità nelle costruzioun divario generazionale tra l’edilizia e gli altri ni: su tutto questo sono presenti i grandi temi macro-settori traino dell’economia, basti pensare dell’industrializzazione e della digitalizzazione. Il ad esempio all’automotive o alla tecnologia infor- rapporto con altri stakeholders nazionali e intermatica. Allo stesso tempo le sfide di mercato in nazionali è fondamentale per mantenere l’elevato questo settore sono divenute molto ambiziose, so- livello di specializzazione, e l’integrazione delle prattutto in ambito di efficientamento energetico competenze è la chiave per ideare i nuovi modelli di mercato, di cui oggi il comparto dell’edilizia ha e di rigenerazione immobiliare. Al suo decimo anno di attività Habitech vede con- un estremo bisogno. solidato il proprio ruolo di soggetto innovatore ed Per questo, è facile interpretare l’interesse di Haaggregatore a livello locale, e di soggetto leader a bitech nel guidare nuovi approcci sistemici alle livello nazionale ed internazionale. Rimane quale nicchie di mercato con elevato fattore di esponenfocus di attenzione la trasformazione del mercato zialità di sviluppo, tra i quali i programmi “Arca delle costruzioni tramite la creazione reti di impre- e il suo Network” per la certificazione di qualità e sa e filiere produttive specializzate nei settori dell’e- sostenibilità per le costruzioni in legno, “Energiedilizia sostenibile, dell’efficienza energetica e delle sprong Italia” per la riqualificazione su larga scala del patrimonio esistente, il progetto “Rig.Ener.A.” tecnologie intelligenti per la gestione del territori. Innovazione “open”, dinamicità e affidabilità in collaborazione con Acer Bologna per l’applicasono i perni su cui oggi si gioca il vantaggio com- zione di contratti Epc nel social housing, la rete petitivo e su cui Habitech basa la sua expertise e di imprese “REbuilding network” per la riqualifiunicità. Mi riferisco alla capacità di leggere l’evo- cazione chiavi in mano – accesso ai finanziamenti luzione dei comparti strategici dell’edilizia e di incluso. creare network collaborativi di soggetti altamente Assieme ad altri soggetti centrali, posso con orgospecializzati per lo studio di proposte innovative. glio dire che Habitech ha avuto, è e potrà avere nel Il posizionamento del Distretto Tecnologico Tren- prossimo futuro un ruolo importante nel portare il tino nel settore consulenziale è figlio dell’introdu- Trentino e le sue filiere produttive ad assumere una zione in Italia di LEED, il protocollo di sostenibi- funzione guida, ciò potendo individuare e tracciare lità amaricano, che ha permesso la creazione di gli indirizzi e mappare le competenze necessarie nuove competenze integrate tra i professionisti e per affrontare le nuove sfide del mercato; oggi è ancora più forte la nostra attenzione nel generale imprese della filiera. Oggi gli interventi di Habitech spaziano dall’ot- re nuove occasioni di sviluppo soprattutto per le timizzazione delle performance energetiche e imprese che si dimostrano capaci di innovare e dall’applicazione dei principali protocolli interna- di rilanciare, che possono contare su opportunità zionali di sostenibilità, alla creazione di momenti reali rappresentate da una nuova e diversa ma già di confronto e di innovazione per tutti gli atto- evidente domanda di mercato.
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Gruppo Giovani in visita a La Sportiva Il Gruppo Gi di Confindustria Trento ospite dell’azienda leader nella produzione di scarpette d’arrampicata e scarponi per l’alta montagna.
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paia di scarpe prodotte, 75 milioni di euro di fatturato consolidato realizzato per l’80% sui mercati esteri, 365 dipendenti, dei quali 237 a Ziano di Fiemme e un’ulteriore presenza in 74 Paesi con proprie strutture dedicate. Basterebbero questi dati per affermare la forza di un’azienda capace di fare tesoro dei suoi 90 anni di storia e diventare punto di riferimento nel settore dell’abbigliamento outdoor. I Giovani Imprenditori di Confindustria Trento hanno incontrato la proprietà per conoscere scelte organizzative, processo produttivo, progetti futuri. Accolti a Ziano di Fiemme da Lorenzo Delladio, presidente e Ceo, hanno potuto approfondire le strategie dell’azienda, che ha sempre mantenuto con orgoglio sede e sito produttivo principale in Valle di Fiemme, benché tale localizzazione non permetta di beneficiare delle economie di scala insite nell’essere insedianti in aree caratterizzate dalla presenza di distretti di settore.
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Lorenzo non è solo: al suo fianco c’è infatti la figlia Giulia, componente del Consiglio di Amministrazione e Strategie marketing coordinator che ai Giovani ha ricordato che per rimanere competitivi è necessario puntare su una continua innovazione di prodotto e di processo. “La forza dell’azienda – ha detto – sta nella capacità di anticipare le tendenze del mercato, proponendo modelli, materiali e soluzioni produttive in grado di fare tendenza e di incontrare il gradimento del pubblico”. Core business di La Sportiva è la scarpa da alta montagna, la calzatura da arrampicata sportiva e quella da mountain running, oltre ai tradizionali prodotti da trekking, approach, hiking. Più recentemente, la produzione si è ampliata al segmento degli sport invernali sviluppando, in particolare, il comparto ski mountaineering. L’azienda è presente anche nel mercato dell’abbigliamento tecnico, grazie a prodotti innovativi realizzati con i migliori materiali e le tecnologie più avanzate. Il successo dell’impresa è testimoniato anche dai numerosi premi ottenuti: fra gli ultimi, quello assegnato allo scarpone da alpinismo estremo “G2 SM”, eletto miglior prodotto outdoor alla fiera Ispo Munich 2015. I negozi italiani dello sport system outdoor hanno votato il packaging La Sportiva come il migliore sul mercato e hanno premiato due campagne di digital marketing come le più efficaci nel saper comunicare il prodotto. Infine lo scorso anno La Sportiva ha ottenuto il premio “Save the Brand” per la capacità di internazionalizzazione associata ad una solida produzione “Made in Trentino”. Passione, competenza, innovazione e coraggio: ecco ciò che fa conquistare a La Sportiva anche le vette più impervie.
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Dial e Marzadro entrano nelle scuole In questo numero e nelle uscite successive diamo spazio alla presentazione dei lavori che si sono aggiudicati la vittoria in occasione dell’ultima edizione del progetto "Tu Sei".
LA
cerimonia di premiazione si era svolta a fine maggio nella Sala Grande del Castello del Buonconsiglio: in quella occasione i 18 gruppi scolastici in concorso avevano illustrato le attività svolte nel corso dell’anno scolastico al fianco delle 19 aziende coinvolte. Cinque i riconoscimenti assegnati, due le menzioni di eccellenza. Di seguito i dettagli dei due progetti annuali vincitori per le categorie Istituti Comprensivi e Istituti Secondari di secondo grado.
Dial Srl con Istituto Comprensivo di Borgo 1° classificato per la categoria Istituti Comprensivi, progetti annuali “Dial Srl di Pergine Valsugana ci ha proposto di realizzare un gadget, simbolo dell’azienda, da donare ai futuri visitatori o alla affezionata clientela. Abbiamo dunque scelto l’opzione Tu sei creativo per trasformare le conoscenze acquisite in competenze spendibili. Ci siamo subito messi all’opera, proponendo varie ipotesi per riuscire a stupire e soddisfare le esigenze dell’azienda e per stuzzicare la curiosità dei futuri fruitori del gadget. Dopo varie consultazioni e proposte progettuali ecco delinearsi l’oggetto: un portachiavi e portagettone per carrello della spesa semplice, originale e funzionale, che il responsabile dell’azienda, Francesco Orefice, ha trovato piuttosto simpatico e che abbiamo realizzato utilizzando le moderne tecnologie per la progettazione grafica tridimensionale e per la stampa in 3d, grazie alla preziosa collaborazione del professore Giuseppe Tamanini. L’esperienza ci ha permesso di esprimere creatività e capacità di progettazione; passare finalmente dalla teoria a un risultato concreto, anche con l’uso di tecnologie moderne; lavorare in gruppo per risolvere situazioni dinamiche e complesse; saper
sfruttare l’occasione di un concorso per calarsi in una realtà lavorativa presente sul territorio”. Distilleria Marzadro Spa con Itt “G. Marconi” di Rovereto 1° classificato per la categoria Istituti Secondari di secondo grado, progetti annuali “Ciò che ci ha spinto a intraprendere questo percorso è stata la possibilità di trasferire nella realtà industriale le conoscenze acquisite a scuola, arricchendole di nuovi contenuti, conoscenze e tecniche. Il nostro primo obiettivo era quello di realizzare un impianto di distillazione che operasse in autonomia, senza la necessità dell’intervento umano, e che potesse essere controllato e supervisionato tramite web server. Infine, volevamo progettare un sistema di protezione per l’utente addetto alla distillazione in un impianto industriale. La realizzazione meccanica del progetto è stata portata a termine grazie alla collaborazione dei tecnici dell’istituto, che ci hanno aiutato nella realizzazione della struttura e delle parti meccaniche. Abbiamo poi provveduto al cablaggio e alla realizzazione della parte elettronica; infine alla programmazione: l’impianto può essere gestito infatti in modo automatico o manuale. Inoltre, tramite la creazione di un web server, siamo riusciti a realizzarne un sinottico, dal quel siamo in grado di supervisionare il progetto a distanza, e di prenderne il controllo. L’ultimo step è stata la progettazione di un sistema automatico di protezione dell’operatore, costituito da un sensore di pressione e un cilindro idraulico, il quale blocca l’accesso all’interno del distillatore in caso di pressione elevata”.
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Effetto Brexit per l’Italia, crescita solo a +0,8% Il Centro Studi Confindustria ha rivisto al ribasso le stime di crescita del Pil italiano a seguito dei risultati del referendum nel Regno Unito che ne hanno sancito la fuoriuscita dall’Unione Europea. di PRIMO BEE, Centro Studi Confindustria Trento
IL PRODOTTO
interno lordo italiano crescerà quest’anno solamente dello 0,8% e nel 2017 dello 0,6 per cento. È questo il dato di fondo che emerge dal “Rapporto di Previsione” che il Centro Studi Confindustria (Csc) ha presentato all’inizio dello scorso mese di luglio (cfr. Scenari Economici n. 26) che ha tagliato di quasi il 50% le precedenti previsioni sulla crescita del nostro Paese anche a seguito della decisione del Regno Unito di uscire dall’Unione Europea.
Effetto Brexit sull’andamento del Pil 1,4% 1,3%
0,8%0,8%
0,8% 0,6%
revisione a P dicembre 2015 revisione a P giugno 2016 (effetto Brexit)
2015
2016
2017
Fonte: Centro Studi Confindustria
La lenta risalita frenata dalla Brexit Rispetto alle stime diffuse dal Csc a dicembre 2015 – quando le attese di crescita del Pil erano pari al +1,4% per il 2016 e del +1,3% per il 2017 – infatti, le attuali previsioni sono state riviste al ribasso per una dinamica trimestrale meno robusta di quella attesa nel quarto trimestre 2015, per il profilo piat-
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to nella seconda metà di quest’anno e assai lento nel corso del 2017. Oggi a questo trend congiunturale che, comunque, lasciava intravvedere una risalita modesta e deludente, sicuramente non così robusta da riportare la nostra economia in tempi brevi ai livelli pre-recessione, dobbiamo aggiungere l’accresciuta incertezza dovuta alla Brexit. I canali attraverso i quali si concretizzano nell’economia reale gli effetti dell’uscita del Regno Unito dalla Unione Europea sono: il rallentamento della domanda globale, che causa una crescita più lenta delle esportazioni italiane, l’aumento dell’incertezza tra imprese e consumatori, che determina una maggiore prudenza nei comportamenti di consumo e nelle decisioni di investimento, e la caduta del prezzo delle azioni, che riduce la ricchezza delle famiglie e accresce il costo del capitale di rischio. Gli effetti si manifesteranno in modo più evidente nel 2017, essendo il bilancio dell’anno in corso fortemente influenzato dall’andamento già acquisito. Secondo le stime del Csc, l’impatto di questo risultato referendario inglese si tradurrà, nel biennio 2016-17, per l’Italia, in un calo di sei decimi di punti di Pil, in una perdita di 81mila unità lavorativi, in una contrazione di 154 euro di reddito pro-capite e in un aumento di 113mila nuovi poveri. Ma sono stime prudenziali – sottolineano gli economisti di Viale dell’Astronomia – che non incorporano alcune variabili qualitative legate alle conseguenze di altre importanti scadenze elettorali, quali le elezioni presidenziali negli Stati Uniti di novembre e, soprattutto, il referendum costituzionale italiano, il cui fallimento potrebbe interrompere il recupero intrapreso e fare ricadere l’economia italiana in recessione. Va, inoltre ricor-
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dato che nel 2017 si svolgeranno le elezioni presidenziali in Francia e quelle politiche in Germania.
affievolisce quello proveniente dalle esportazioni, attese in frenata; nel 2017, al contrario, si indebolirà il traino della domanda interna e salirà quello dell’export. Ancora lontani i livelli pre-crisi Gli economisti di Confindustria sottolineano, al- Alla fine del biennio di previsione il livello tresì, come i positivi risultati registrati dall’econo- dell’import sarà ancora inferiore dell’1,6% al masmia italiana nel 2015 con un +0,8% di crescita del simo pre-crisi (raggiunto nel 2007), mentre quello Pil dopo tre anni di profonda contrazione (-4,9% delle esportazioni risulterà, rispetto allo stesso pecumulato), abbiano ridotto solo in minima parte riodo, superiore di ben 7,5 punti percentuali. la profonda contrazione registrata nelle due recessioni susseguitesi dal 2008. Nel primo trimestre Credito alle imprese in lieve recupero 2016, infatti, il livello del Pil è risultato, ancora, in- Prima della Brexit, lo scenario del Csc ipotizzava feriore del 4,2% (misurato a prezzi costanti) rispet- una lenta risalita del credito bancario erogato alle to al secondo 2011 (picco precedente) e dell’8,5% ri- imprese italiane che avrebbe dovuto materializspetto al primo trimestre 2008 (massimo pre-crisi). zarsi negli ultimi mesi dell’anno in corso, sostenuA fine 2017, in base alle proiezioni Csc, il divario to dalle misure espansive della Bce che accrescosarà ancora di 7,3 punti percentuali rispetto al li- no, per le banche l’incentivo a erogare credito, ne vello massimo toccato all’inizio del 2008. Il tasso abbassano il costo della raccolta e ne migliorano di crescita dell’economia italiana appare ancora i bilanci attraverso l’aumento dei prezzi dei titoli molto lento e, nonostante le condizioni esterne in portafoglio. molto favorevoli, l’uscita dalla seconda recessione L’ombrello protettivo Bce ha attutito sicuramente è avvenuta a un ritmo molto inferiore in confron- l’impatto immediato della Brexit sui rendimenti to a quello che si è avuto dopo la prima reces- sovrani in Italia ma, l’esito del referendum inglesione (rispettivamente +0,26% medio trimestrale se rischia, al contempo, di accrescere la prudenza contro un +0,42%). degli istituti e far razionare nuovamente il credito, a seguito sia del violento crollo delle quotazioni Rallentano anche gli scambi con l’estero azionarie sia per i timori di nuove difficoltà dell’eNello scenario del Csc la crescita delle esportazio- conomia. ni di beni e servizi, pari al 4,3% a prezzi costanti Va comunque considerato che nella prima metà nel 2015, rallenterà all’1,4% nel 2016 e riprenderà del 2016 i prestiti erogati alle imprese italiane parzialmente slancio nel 2017 (+2,5%). Le impor- sono rimasti fermi in aprile, dopo essere caduti tazioni, dopo un aumento del 6,0% nel 2015, regi- nel primo trimestre (-0,4% al mese), un ritmo magstreranno incrementi del 2,4% nel 2016 e del 3,2% giore rispetto al -0,1% medio mensile registrato nel nel 2017. Di conseguenza, il contributo dell’export 2015 e non si intravvedono, ancora, chiari segnali netto al Pil, pari a -0,3 punti percentuali nel 2015, di inversione di tendenza. Basti pensare che lo sarà ancora negativo per 0,2 punti nel 2016 e per stock di prestiti è del 15,3% inferiore al picco del settembre 2011 (-141 miliardi di euro). 0,1 punti nel 2017. La forte crescita degli acquisti all’estero nel 2015 è stata favorita dalla risalita della domanda in- Deboli anche i prestiti alle famiglie terna di investimenti e consumi e dalla robusta Il profilo dei prestiti erogati alle famiglie italiane dinamica dell’export che incorpora anche beni e si è appiattito nei primi quattro mesi del 2016, servizi intermedi importati. Nel 2016 si rafforza il dopo il buon recupero del 2015 (+0,2% medio al sostegno della domanda interna, grazie soprattut- mese). Il credito alle famiglie, quindi, non sta più to all’accelerazione degli investimenti (importan- sostenendo i consumi e l’attività nel settore reti attivatori degli scambi con l’estero), mentre si sidenziale, dopo averlo fatto lo scorso anno, ma
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neanche sta agendo da freno come avviene, invece, per il credito alle imprese, che cala.
Aumentano gli occupati ma i senza lavoro sono quasi tre milioni L’aumento dell’occupazione iniziato già nel 2014 (+0,3%), si è consolidato nel 2015 (+0,8%). L’incremento rimarrà sostenuto anche nel 2016, ma si smorzerà nel 2017, di pari passo al Pil: il Csc stima che le Ula (unità di lavoro equivalenti a tempo pieno) aumenteranno dello 0,7% nel 2016 e dello 0,5% nel 2017 e torneranno, alla fine del periodo considerato, a 23,9 milioni, sui valori di metà del 2012, ovvero inferiori di 1 milione e 370mila unità sotto il livello pre-crisi. Il numero di persone in cerca di occupazione è sceso sotto i tre milioni a metà 2015, dopo quasi 30 mesi. Il tasso di disoccupazione rimane su valori pari all’11,7%, stesso livello di luglio 2015 e dovrebbe scendere all’11,5% nel 2016 e all’11,1% nel 2017.
Riforma costituzionale Il Centro studi Confindustria ha anche ipotizzato come le previsioni per il biennio 2016-2017 che
sicuramente non presentano risultati entusiasmanti, sarebbero del tutto compromessi dalle conseguenze della bocciatura della riforma costituzionale al referendum confermativo del prossimo autunno. Rispetto alle tendenze in atto, a fronte di una vittoria dei “NO” l’economia italiana perderebbe in tre anni 4 punti percentuali di Pil, 17 punti di investimenti e quasi 600mila unità di lavoro e, nel 2019, il debito pubblico sfonderebbe quota 144% del Pil. Contestualmente il reddito pro-capite diminuirebbe cumulativamente di 590 euro e con contestuale aumento di 430mila poveri. Dal responso delle urne è quindi auspicabile emerga un risultato favorevole all’attuale quadro istituzionale che, nonostante tutto, riesca a garantire una crescita rassicurante, ancorché limitata a degli “zero virgola”. L’alternativa sarebbe, secondo il Csc, doversi confrontare con una flessione del Pil stimata in 1,7 punti percentuali nel triennio 2017-2019, che porterebbe a fronteggiare una nuova fase recessiva, con conseguenti gravi ricadute sulla stessa coesione sociale del Paese e ad alimentare pericolose derive populiste.
L'andamento dell'economia Italiana nelle previsioni del Centro Studi Confindustria (variazioni % tendenziali – salvo diversa indicazione)
Parametri
2015
2016
2017
Prodotto interno lordo
0,8
0,8
0,6
Consumi delle famiglie residenti
0,9
1,2
0,7
Investimenti fissi lordi
0,8
1,9
1,3
Esportazioni di beni e servizi
4,3
1,4
2,5
Importazioni di beni e servizi
6,0
2,4
3,2
Saldo commerciale 1
3,2
3,4
3,2
11,9
11,5
11,1
0,1
0,0
0,6
0,6
0,8
0,7
Tasso di disoccupazione
2
Prezzi al consumo Retribuzione totale economia Indebitamento della PA
3
4
Debito della PA 4
2,6
1,5
1,6
132,6
133,4
134,0
Fob-fob; valori in percentuale del PIL; 2 valori percentuali; 3 per addetto; 4 valori in percentuale del PIL. Nota: consuntivo per 2015, previsione per 2016 e 2017 Fonte: Centro Studi Confindustria, Scenari economici n. 26, giugno 2016
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Espo: più competenze, più relazioni Il nuovo corso dell’Ente Sviluppo Porfido: investire sulla formazione e sulla qualità per riconquistare il ruolo centrale del porfido trentino all’interno del sistema.
È
Massimo Stenico il nuovo presidente dell’Ente Sviluppo Porfido. Stenico sarà coadiuvato da due vicepresidenti: Francesco Veneri e Simone Caresia. Lo ha deciso, nelle scorse settimane, il nuovo Consiglio di Amministrazione di Espo, che era stato a sua volta nominato in occasione dell’Assemblea dei Soci di fine maggio ad Albiano. Allora, i soci riuniti a “Casa Porfido” avevano approvato il bilancio consuntivo 2015 e previsionale 2016 e avevano individuato i dieci componenti del Cda. Si tratta di: Arcangelo Baldessari, Walter Baldessari, Giancarlo Bruganara, Simone Caresia, Massimiliano Chemolli, Raffaello Odorizzi, Alberto Pisetta, Gianni Pisetta, Massimo Stenico e Francesco Veneri. Espo ha un’importante tradizione storico-culturale che ne fa l’unico ente rappresentativo del settore porfido del Trentino; il suo obiettivo primario è infatti la promozione, la crescita culturale e il miglioramento delle competenze professionali. Per ottenere traguardi sempre più ambiziosi, l’ente intende tuttavia allargare i propri orizzonti, rivolgendosi con maggiore attenzione ai professionisti, collaborando con gli Ordini professionali, l’Ente Pubblico e le Università che rappresentano la vera forza della società. Le linee programmatiche sulle quali il Direttivo dovrà lavorare sono la riqualificazione della qualità di prodotto e di posa, attraverso il marchio “porfido trentino controllato”, e la programmazione di convegni, seminari ed eventi culturali che abbiano lo scopo di promuovere l’incontro, il dialogo, lo scambio di idee e la comunicazione tra soci, elementi insostituibili e cruciali della vita della società e del settore porfido. Queste importanti iniziative contribuiranno all’arricchimento professionale delle aziende anche a fronte della crescente richiesta di specializzazione
che il cittadino e l’opinione pubblica chiedono. La qualità del prodotto e delle pose, il miglioramento delle competenze professionali insieme all’eccellente materia prima, permetteranno di superare anche questo difficile momento: “Vinceremo questa sfida – dicono dall’ente – ma solo se saremo sempre propositivi e competitivi sul piano professionale. Solo così potremmo riappropriarci del ruolo prioritario e centrale che Espo ed il porfido del trentino devono avere all’interno del sistema”. Numerose le iniziative già programmate. L’Ente ha già incontrato oltre quattrocento tra architetti e ingeneri, nei convegni di Palazzo Mussolini a Riccione (in collaborazione con Trentino Sviluppo), e nei seminari tecnico applicativi alla Sapienza di Roma, al Poli-design di Milano e allo Iuav di Venezia. La formula impiegata abbina il momento istituzionale a uno specifico seminario dimostrativo della posa in opera col fine di sensibilizzare i tecnici all’utilizzo del porfido del Trentino. Durante questi convegni, aperti dal saluto del presidente uscente Francesco Veneri, è stato particolarmente apprezzato l’intervento del direttore Luca Filippi sugli argomenti: “Qualità dei materiali e qualità dei processi” e “Problematiche e soluzioni per il progetto del piano orizzontale”. Nei prossimi mesi sono in programma altri tre convegni e seminari tecnici applicativi a Mantova, Como-Varese e Trento, la fiera “Piedra” di Madrid (in collaborazione con Trentino Sviluppo) e quattro serate tematiche a cura del Poeta internazionale Davide Rondoni “La pietra e il fiato”: a Cavalese il 20 luglio, a Madonna di Campiglio il 4 agosto, a Riva del Garda il 19 agosto e a Pozza di Fassa il 26 agosto in collaborazione con le Apt locali.
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Anche Confindustria al Festival dell’Economia Tra i relatori dell’evento, il presidente degli industriali Vincenzo Boccia, i presidenti dei Giovani Imprenditori Lunelli e Gay, il dg Panucci e il direttore del Csc Paolazzi.
CINQUE
ministri, due banchieri centrali, un il dialogo di “A occhio nudo. Le sfide del giornapremio nobel e un panel di relatori, provenienti lismo economico” e il direttore del Centro Studi anche dalle più prestigiose università del mondo, di Confindustria Luca Paolazzi, protagonista del per un totale di 273 esperti che hanno animato “Futuro dei distretti industriali” e di “Come cam111 incontri. Questi alcuni dei numeri dell’undice- bia la globalizzazione”. sima edizione del Festival dell’economia, che ha riconfermato la popolarità e la forte attrattività della manifestazione. Diverse le presenze dei portavoce della nostra Associazione: al Festival hanno preso parte infatti anche il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, intervenuto in collegamento video all’appuntamento “L’innovazione è un pranzo di gala?”, il presidente dei Giovani Imprenditori Marco Gay, ospite dell’evento “Acceleratori e incubatori di impresa: nuovi motori di crescita economica”, il presidente del Gruppo Gi di Confindustria Trento Alessandro Lunelli, tra le voci dell’incontro “Lingue e crescita economica dei territori”; Marcella Panucci, direttore generale a Viale dell’Astronomia, sullo schermo del Teatro Sociale per Foto in alto: Alessandro Lunelli. In basso: primo da sinistra, Luca Paolazzi
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“Avremo l’energia dai fiumi” L’opera in due volumi sulla storia dell’industria idroelettrica in Trentino è stata realizzata dalla Fondazione Museo storico del Trentino insieme a Hydro Dolomiti Energia Srl.
COSA
ha rappresentato per il Trentino la nascita e lo sviluppo dell’industria idroelettrica nel corso del 900? Che ruolo hanno avuto le centrali idroelettriche nella storia economica, sociale e istituzionale del territorio e quale tipo di crescita hanno portato? Con quali conseguenze positive e quali aspetti negativi? Cosa ha significato per la popolazione locale la costruzione dei grandi laghi artificiali? Quali erano le condizioni di lavoro sul cantiere e chi lavorò alla realizzazione delle dighe? Da dove provenivano i capitali che finanziarono le opere idrauliche e da quali società erano mossi? Che ruolo ebbe la questione idroelettrica nel dibattito attorno alla nascita del primo statuto d’autonomia? Nel tentativo di rispondere a queste domande, la Fondazione Museo storico del Trentino ha pubblicato insieme a Hydro Dolomiti Energia Srl l’opera in due volumi “Avremo l’energia dai fiumi. Storia dell’industria idroelettrica in Trentino”. Il lavoro, curato da Alessandro de Bertolini e Renzo Dori, è
stato presentato lo scorso 27 giugno alla Centrale di Santa Massenza. Sono intervenuti il presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi, l’amministratore delegato del Gruppo Dolomiti Energia Rudi Oss, il direttore di Hydro Dolomiti Energia Lorenzo Cattani, il presidente della Fondazione Museo storico del Trentino Giorgio Postal con il direttore Giuseppe Ferrandi. “La presenza sul territorio delle centrali idroelettriche in Trentino – ha sottolineato Lorenzo Cattani – ha fatto le gioie e i dolori di molti: siamo convinti che riflettere sul significato economico e sociale di questo percorso industriale tramite la pubblicazione di un’opera di carattere scientifico rappresenti un passo fondamentale per trasmettere ai cittadini e alle generazioni future un pezzo importante della nostra storia”. Cattani, al vertice di Hydro Dolomiti Energia, è direttore della società che detiene ed esercisce 23 tra grandi e piccole centrali idroelettriche disposte sui principali corsi d’acqua di tutto il
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territorio provinciale. Una grande realtà industriale figlia dell’avventura energetica del Trentino, la cui storia si lega strettamente con i territori. “Nella convinzione che una valida informazione storica sia la migliore base per un corretto rapporto tra gli impianti idroelettrici e le comunità in cui sono inseriti – continua Cattani – ci è parso naturale sostenere la Fondazione Museo storico del Trentino in questo impegnativo lavoro di ricerca. La volontà di Hydro Dolomiti Energia si inserisce in questo senso nella più ampia cornice delle scelte della nostra capogruppo, Dolomiti Energia, che ha deciso recentemente di aprire gli impianti idroelettrici a tutte le persone interessate a riscoprire queste realtà industriali. Ne è esempio l’iniziativa denominata Dolomiti Hydrotour, che ha strutturato e resa permanente la possibilità di visitare Santa Massenza, la più grande centrale idroelettrica del Trentino, e altri siti sul territorio. Tale spirito di apertura è stato favorito dal recente passaggio del controllo societario degli impianti a società pubbliche locali quali Dolomiti Energia, che meglio delle grandi società elettriche internazionali possono interpretare le esigenze e le aspettative del territorio”. L’opera pubblicata dalla Fondazione Museo storico del Trentino è divisa in due volumi. Il primo (400 pagine) presenta una miscellanea di saggi di differenti autori che affrontano il tema da punti di vista diversi. Il secondo (450 pagine) offre una descrizione delle 27 grandi derivazioni presenti in Trentino. Nel primo tomo Antonio Bernabè traccia un quadro sulle principali società che agivano in Trentino nel comparto idroelettrico di inizio 900. Il saggio di Tommaso Baldo analizza la rilevanza che la questione idroelettrica ebbe nelle discussioni attorno al primo statuto d’autonomia. Mattia Pelli racconta la vita all’interno dei cantieri idroelettrici. Alessandro de Bertolini prende in considerazione i cambiamenti che hanno interessato il territorio e le conseguenze che hanno esercitato sulla popolazione. Gianfranco Postal si occupa della legislazione in materia con un’indagine sulla normativa vigente dalla fine dell’800 a oggi. Di carattere differente è infine il contributo di Bruno Maiolini e Maria Cristina Bruno, che
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analizzano il rapporto tra produzione idroelettrica ed ecosistemi acquatici. Chiude il primo volume l’intervento di Daniela Cecchin, con una dettagliata scheda filmografica. Il secondo tomo, scritto da Renzo Dori, presenta una descrizione di tutte le grandi derivazioni idroelettriche del Trentino suddivise per asta e per impianto. Ciascuno degli impianti è esaminato con un contributo sulle notizie storiche e uno sulle caratteristiche tecniche dell’opera idraulica (dati di concessioni e costruzione, ubicazione e tipologia, indicazione delle opere di sbarramento e di derivazione, elementi distintivi della centrale, della sala macchine, dei canali di scarico e della stazione di trasformazione). L’opera è corredata da un importante apparato fotografico. Tra i fondi inediti più preziosi, quello dello studio “Ing. Claudio Marcello di Milano”. La scelta di intraprendere la via dell’idroelettrico cominciò in Trentino con la sfida tardo-ottocentesca di elettrificare la città durante l’amministrazione di Paolo Oss Mazurana, podestà di Trento. Perciò venne realizzata la centrale di Ponte Cornicchio sul Fersina, nel 1890, tra le prime dell’Impero austroungarico. Il protagonismo del Comune di Trento rappresentò dapprincipio un robusto impulso a quello che si mostrava, agli albori del 900, come un settore nascente dell’economia locale e della futura industrializzazione. Ciò che accadde successivamente mostrò invece una lenta ma costante esautorazione delle comunità e amministrazioni locali dal ruolo di iniziativa e di governo del comparto idroelettrico a scapito degli interessi delle maggiori industrie italiane, le quali, in Trentino, erano attirate dalla possibilità di produrre grandi quantità di energia da vendere sui mercati dell’Italia del nord, dove la domanda era in aumento. Nel tentativo di offrire un nuovo contributo allo studio dell’industria idroelettrica in Trentino, l’opera prova a recuperare la storia nella sua complessità dando conto di quegli aspetti che hanno caratterizzato positivamente e negativamente lo sviluppo idroelettrico sul territorio. Fu “epopea idroelettrica” oppure “assalto idroelettrico”? Ragionevolmente, l’una e l’altra cosa. (adb)
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