Trentino Industriale febbraio-marzo 2016

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FEBBRAIO | MARZO 2016 ANNO 57 | N°01

Ricavi in aumento per le imprese trentine L’indagine annuale di Confindustria Trento, Mediocredito Alto Adige e Fondazione Nord Est sui bilanci delle imprese trentine.

Associazione

Autotrasporto

Education

Le osservazioni di Confindustria Trento sulla Finanziaria provinciale

Le due velocità dell’autotrasporto trentino

Fondimpresa: l’impegno per un Trentino competitivo





sommario

03

dossier

editoriale 7

Un progetto per le imprese

27

L’economia trentina attraverso i dati di bilancio delle imprese della provincia

il punto 9

speciale autotrasporto

Valorizziamo l'impresa

associazione

rubriche 11

"C'è la crisi, ma ci sono anche le commesse"

14

Serve una politica industriale europea

46

Non solo trasporti, ma servizi di qualità

16

Un progetto per il credito alle imprese

49

18

Assistenza odontoiatrica: rinnovata la convenzione

Protagonisti nel trasporto di alimenti freschi

52

19

Una carriera nel commercio internazionale

Gottardi Autotrasporti nell'anno della rinascita

54

Come ieri, più di ieri: Arcese guarda al futuro

education 21

26 economia 24

aziende

“Formarsi per crescere senza invecchiare”

giovani

40 speciale autotrasporto

56

Lean evolution partner delle Pmi

58

Per una sanificazione a 360 gradi

60

Una “fabbrica” di idee che aiutano

A Trento i Giovani Imprenditori del Nord Est

internazionalizzazione

economia

56 aziende 62 internazionalizzazione

43

L’industria nella Finanziaria provinciale 2016

21 education

27 dossier

Le due velocità dell'autotrasporto trentino

11

associazione

24 giovani

40

26

Torna la detassazione sui premi di risultato

62

Russia: rischi e opportunità

63

Temporary Export Manager per le Pmi

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04 TRENTINO INDUSTRIALE Anno 57 | N. 1 Febbraio – Marzo 2016

Direttore Responsabile

FEBBRAIO | MARZO 2016 ANNO 57 | N°01

Alessandro Santini

Ricavi in aumento per le imprese trentine

Comitato di Redazione

Redazione

Silvia Bruno Primo Bee Direzione, Redazione e Amministrazione

Palazzo Stella, Via Degasperi, 77 38123 Trento T 0461 360000 | F 0461 933551 Internet: www.trentinoindustriale.com e–mail: trentino.industriale@confindustria.tn.it

Associazione

Autotrasporto

Education

Le osservazioni di Confindustria Trento sulla Finanziaria provinciale

Le due velocità dell’autotrasporto trentino

Fondimpresa: l’impegno per un Trentino competitivo

illustrazione ed elaborazione: GRAFFITI

L’indagine annuale di Confindustria Trento, Mediocredito Alto Adige e Fondazione Nord Est sui bilanci delle imprese trentine.

Alessandro Lunelli Roberto Busato Paolo Angheben Pierangelo Baldo Andrea Marsonet Eduard Martinelli Roberto Pisetta

PUBBLICITÀ

Progetto grafico

GRAFFITI – It’s Communication

La pubblicità su Trentino Industriale significa: 11 mila copie ogni numero;

Stampa

Saturnia | Via Caneppele, 46 | Trento 0461 822636 – 822603

invio a tutte le industrie aderenti a Confindustria Trento e ad un selezionato elenco di imprese artigiane, turistiche,commerciali e di servizi; invio ai professionisti trentini: ingegneri ed architetti,commercialisti e consulenti aziendali, notai ed avvocati, giornalisti...;

Editore

invio a università, istituti di ricerca, scuole e centri di formazione professionale;

Associazione degli Industriali della Provincia di Trento

articoli, servizi, firme autorevoli e interviste a personaggi di spicco;

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ITIS Srl | Via Degasperi, 77 | Trento | T 0461 360000 Laura Canzian | T 338 7789032 | F 0461 933551 Autorizzazione del Tribunale di Trento N. 71 del 10 febbraio 1990

presentazione di aziende, loro attività e prodotti ad una vasta e competente platea di lettori; autorevolezza di una voce “targata” Confindustria.

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Le tesi espresse nelle rubriche e negli articoli firmati impegnano soltanto l’autore e non rispecchiano quindi necessariamente le opinioni della rivista.

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INFORMATIVA

Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, si informano i destinatari del periodico che i dati dei medesimi sono conservati – con la garanzia di massima sicurezza – nell’archivio informatico del Titolare del trattamento: Associazione degli Industriali della Provincia di Trento via Degasperi 77 – 38100 TRENTO. Tali dati saranno utilizzati esclusivamente per l’invio del periodico e di eventuali allegati.Ai sensi dell’art. 7 del citato D.Lgs., i destinatari hanno diritto di conoscere, aggiornare, rettificare, cancellare i dati, nonché di esercitare tutti i restanti diritti ivi previsti mediante comunicazione scritta al Titolare del trattamento.

www.trentinoindustriale.com il nostro periodico è anche online compresi i numeri arretrati trentino.industriale@confindustria.tn.it

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editoriale

07

Un progetto per le imprese I mercati finanziari stanno vivendo momenti di grande instabilità. L’indice Ftse Mib dall’inizio dell’anno ha perso circa il venti per cento. Anche le quotazioni dei titoli bancari italiani hanno registrato cali marcati nelle ultime settimane. Credo sia sbagliato parlare di complotti contro l’Italia o di attacchi mirati alle nostre banche. Ci sono sicuramente criticità strutturali nel nostro sistema del credito, che si stanno affrontando solo ora, con colpevole ritardo. Ma quanto sta accadendo è soprattutto la conseguenza del recente deterioramento dello scenario economico internazionale, iniziato verso la fine del 2015. Su questo scenario pesano il rallentamento delle economie emergenti e il declino del prezzo del petrolio. Soprattutto quest’ultimo dato potrebbe essere all’origine dei grandi ordini di vendita di titoli (non solo italiani) che si sono verificati nelle ultime settimane. I paesi produttori di greggio, con i bilanci in deficit a causa delle basse quotazioni del petrolio, potrebbero avere fatto cassa vendendo pacchetti azionari dai propri portafogli. Del resto, autorevoli commentatori hanno sottolineato che le svalutazioni attuali dei titoli bancari italiani non riflettono i fondamentali degli stessi istituti. Ciò detto, è evidente che il nostro sistema bancario da tempo aveva bisogno di una riforma che andasse nella direzione di un rafforzamento patrimoniale. Un sistema bancario solido è importante anche per le nostre imprese. Negli ultimi anni troppo spesso i progetti aziendali non hanno trovato adeguato supporto dalle banche, non sempre per carenze nel merito di credito delle imprese. E a poco sono servite le iniezioni di capitali della Bce, che si sono trasmesse solo in minima parte al sistema produttivo. Ma qui scontiamo anche un problema tipicamente italiano: l’eccessiva dipendenza delle imprese dal sistema bancario. Poche aziende sono quotate in Borsa e strumenti come i minibond sono stati introdotti solo di recente. È necessario proseguire nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento finanziario, anche attraverso uno sviluppo dei canali alternativi. Per aiutare le proprie imprese sul fronte del credito, Confindustria Trento sta lanciando uno specifico progetto, di cui parliamo in questo numero di Trentino Industriale. Un percorso fatto di convegni, incontri tecnici sul territorio con gli Associati, formazione per le aziende, nuovi servizi a Palazzo Stella con strumenti studiati per migliorare il rapporto con il sistema del credito e della finanza. Il credito è una delle priorità su cui si concentrerà l’azione dell’Associazione nei prossimi mesi. Perché le imprese hanno bisogno di benzina per fare ripartire davvero i motori dell’economia.

Giulio Bonazzi Presidente di Confindustria Trento

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il punto

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Valorizziamo l'impresa È abbastanza diffusa, tra gli uomini e le donne del “fare”, una certa riluttanza nei confronti del “dire”. Figli di una tradizione che, addirittura nella favolistica infantile, ha contrapposto il verbo all’azione quasi che il primo fosse necessariamente d’intralcio alla seconda, abbiamo sviluppato una diffidenza indifferenziata nei confronti della parola. I maker producono, non perdono tempo in chiacchiere. Se una merce è di qualità, si vende da sé. Guai a dirne bene, e troppo. Alla redazione di Trentino Industriale non capita di rado di dover forzare la mano a imprenditori e imprese che, pur lavorando bene (e forse proprio per questo), non amano stare al centro dell’attenzione e non cercano visibilità. Oggi più che mai, però, eccellere non basta: bisogna anche farlo sapere. E uno degli obiettivi che si è posta la nuova Giunta di Confindustria Trento è proprio quello di fare emergere le “eccellenze” che abbiamo in Trentino. Allo stesso modo, come Associazione, cercheremo di fare conoscere di più le nostre azioni. Lavoriamo per ottenere risultati che siano di vantaggio alle imprese che rappresentiamo, sempre nell’ottica di un’idea di sviluppo globale favorevole anche al territorio e alla comunità. In apertura di giornale pubblichiamo questa volta l'intervento che Confindustria Trento ha elaborato, nell’autunno scorso, in risposta alla prima bozza della manovra finanziaria provinciale: siamo certi di avere fatto molto, e siamo lieti che le istituzioni locali abbiano tenuto in piena considerazione anche le ragioni degli industriali trentini. Non smettiamo di credere che sia fondamentale investire sulle risorse umane: andiamo fieri di avere creato, accanto ai Sindacati, uno strumento che in nove anni ha assicurato oltre 2 miliardi di euro alla crescita professionale della forza lavoro in Italia. Per questo dedichiamo ampio risalto al grande evento organizzato dall’articolazione territoriale di Fondimpresa per riflettere sul contributo della formazione alla competitività di lavoratori e imprese. In un momento delicato qual è quello attuale, cerchiamo nuovi strumenti a sostegno degli investimenti delle aziende industriali: il 24 febbraio porteremo a Trento Alessandro Profumo per discutere, con i nostri imprenditori, di credito tradizionale e di fonti alternative di finanziamento, e per lanciare un piano di attività sul tema lungo tutto il 2016. Siamo disposti a cercare risposte alle esigenze e alle attese degli Associati anche qualora sia necessario abbandonare le strade battute e percorrere sentieri inesplorati: perché è anche così che si misura la capacità innovativa di un’Associazione.

Roberto Busato Direttore di Confindustria Trento

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L’industria nella Finanziaria provinciale 2016 Confindustria Trento ha chiesto e ottenuto maggiore equilibrio nelle misure per l’industria contenute nella manovra finanziaria provinciale per il 2016.

NEGLI

ultimi giorni del 2015 il Consiglio della Provincia autonoma di Trento ha dato il via libera alla manovra economico-finanziaria per il 2016. Oggi, la legge di stabilità provinciale non sarebbe la stessa se gli industriali trentini non avessero chiesto e ottenuto la revisione di alcuni tra i passaggi essenziali presentati alle parti all’inizio di novembre. Le osservazioni presentate da Confindustria Trento poggiano sull’assunto che la ripartenza dell’economia non può prescindere dal rafforzamento della competitività dell’industria anche in Trentino, dove il comparto contribuisce per il 24% al valore aggiunto complessivo. L’obiettivo di sostenere il manifatturiero va perseguito a maggior ragione in un momento estremamente delicato sul profilo congiunturale come quello attuale: pur intravvedendo anche a livello locale alcuni segnali di recupero, non bisogna ignorare il fatto che gli indicatori mostrano complessivamente una ripresa ancora fragile e incerta. Nonostante si trovi in una situazione migliore di quella nazionale, il Trentino registra un tasso di disoccupazione ancora elevato rispetto alla sua serie storica; inoltre, le stime per il 2015 e le previsioni per il 2016 mostrano una performance del Pil sotto tono rispetto a quella italiana. Ciò rende ancora più necessari e urgenti interventi che rafforzino rapidamente i segnali positivi, per tornare a una crescita stabile e sostenuta, che permetta di recuperare in un arco di tempo ragionevole i livelli di produzione, occupazione e reddito. Azioni per il risparmio nella pubblica amministrazione L’Associazione ha rilevato un incremento - rispetto

a quanto previsto dalla Manovra 2015 - di circa 25 milioni di euro per le “spese di funzionamento” della Provincia: aumenti di spesa che appaiono in contraddizione con gli obiettivi di risparmio più volte proclamati dalla Giunta provinciale. Appare sproporzionato - anche in termini di raffronto con la Provincia autonoma di Bolzano - lo stanziamento per la riapertura della contrattazione dei dipendenti pubblici provinciali. Il dato è in controtendenza rispetto alle dinamiche del settore privato in generale, e a quello del comparto industriale in particolare.

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associazione

associazione


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Interventi fiscali Le modifiche previste in materia di Imis e Irap formulate nella prima proposta penalizzavano fortemente il comparto industriale rispetto ad altri settori economici. Per quanto riguarda gli interventi sull’Irap, si è stigmatizzato il peggioramento del regime impositivo per il 2016 e 2017 rispetto a quanto era già stato fissato dalla precedente legge finanziaria per il triennio 2015-2017. Le imprese, che sulle aliquote introdotte a fine 2014 avevano basato la propria programmazione, rischiavano di trovarsi spiazzate dalla loro revisione. Infatti le imprese devono poter contare su livelli di imposizione fiscale che consentano loro di rimanere competitive su uno scenario internazionale. Ma è importante anche poter contare su un quadro normativo certo, che non subisca continue variazioni rispetto a quanto già deciso in ottica pluriennale. Un’aliquota ordinaria riportata al 3,9% avrebbe comportato per le imprese industriali un aggravio impositivo stimato superiore ai 20 milioni di euro. Si è dunque proposto di mantenere anche per il 2016 l’aliquota già in vigore, cioè pari al 2,3 per cento. Sono state previste anche premialità per le imprese che mantengono l’occupazione (uno sconto ulteriore di 0,2 punti percentuali rispetto all’aliquota base) e per quelle che la incrementano (azzeramento dell’aliquota Irap). Inoltre Confindustria Trento ha ottenuto anche per il 2016 un abbattimento dell’aliquota dell’Imis.

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Credito e finanza d’impresa Si è rilevata una criticità nel funzionamento del nuovo Confidi nato dall’aggregazione tra Confidimpresa Trentino e Cooperativa Artigiana di Garanzia, in particolare per quanto concerne la soglia massima per la concessione delle garanzie, attualmente fissata a 300mila euro: un valore che non risponde alle esigenze delle imprese di maggiori dimensioni, come quelle industriali. Confindustria Trento ha inoltre riscontrato che nella Finanziaria non sono previsti interventi per favorire la patrimonializzazione delle imprese, come invece sarebbe necessario per rafforzare il tessuto produttivo e rendere più agevole l’accesso al credito. Ricerca e innovazione L’Associazione ha ribadito l’importanza della ricerca come supporto per la competitività delle imprese. Serve però un’organizzazione più efficiente del sistema locale della ricerca e dell’innovazione, che passi per un maggiore coinvolgimento delle categorie economiche nella programmazione delle azioni strategiche. Sul fronte della meccatronica, si è chiesto di rendere operativi al più presto gli investimenti previsti per il Polo di Rovereto, in particolare per il laboratorio nel quale potranno collaborare imprese, scuole, università e centri di ricerca. Un ruolo importante nel sistema dell’innovazione


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lo avrà il nuovo consorzio Hit (Hub Innovazione Trentino). È importante definirne al più presto la mission e i rapporti con gli enti di ricerca. L’Associazione ha chiesto in più occasioni, a questo proposito, che si potenzi il trasferimento tecnologico verso le imprese locali, anche quelle di minori dimensioni. Interventi per l’infrastrutturazione del territorio L’Associazione valuta positivamente l’eliminazione del patto di stabilità dei Comuni, che libera risorse per 120 milioni di euro (24 sul 2016) per progetti di investimento sovracomunali. Questi ultimi devono essere velocemente individuati e messi in appalto per garantire una rapida ricaduta sul tessuto economico territoriale e sull’occupazione. Positiva anche la conferma del finanziamento di opere importanti quali la circonvallazione di Cles, la Loppio-Busa, l’abbassamento in trincea della Trento-Malé a Lavis e la nuova opera per il collegamento in funicolare Trento-Povo. Attese ulteriori risorse per garantire i lavori delle circonvallazioni di Strigno e di Pinzolo-Madonna di Campiglio.

Interventi per il lavoro Sul tema del lavoro l’Associazione ha lamentato l’assenza di elementi di discontinuità che avrebbero reso realmente efficaci le politiche del lavoro nella nostra provincia. Preso atto della quantificazione dell’intervento pubblico per il Fondo di solidarietà territoriale, Confindustria Trento ha ribadito la disponibilità alla partecipazione al progetto di costituzione del Fondo, a condizione che siano escluse le aziende soggette alla disciplina della Cassa Integrazione e che non siano previsti costi aggiuntivi per le imprese. Si è inoltre chiesta un’attenta analisi dei costi e dell’efficacia dello strumento del “Progettone”. Interventi per il sistema scolastico e della formazione L’entità delle risorse previste nella Finanziaria influenzerà l’offerta di competenze sul territorio per un periodo considerevole. Anche in questo ambito l’Associazione ha chiesto un maggiore coinvolgimento delle categorie nelle sedi di definizione dei piani di programmazione: il piano trilingue, il piano del sistema educativo provinciale, il coordinamento tra le politiche della scuola e il mondo del lavoro.

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Serve una politica industriale europea Confindustria Trento ha presentato la quinta commissione permanente del Consiglio provinciale e le sue osservazioni al programma di lavoro 2016 della Commissione Europea.

LA

consultazione pubblica sul programma di la- luppo, per innovare e per rafforzarsi patrimonialvoro 2016 della Commissione Europea offre l’occa- mente; di moderne infrastrutture materiali e imsione per un confronto interno al nostro territorio materiali; di meno ostacoli e di una cultura più tra attori istituzionali e stakeholder, su politiche favorevole all’impresa; più in generale di politiche europee che vengono formate lontano dal Trenti- pubbliche orientate alla creazione di quelle conno, ma che condizionano quotidianamente la vita dizioni di competitività che consentano loro di dei suoi cittadini, delle sue imprese e delle sue crescere e di confrontarsi con i mercati internazionali. istituzioni. Al tempo stesso è un’opportunità per contribui- Preoccupa anche la mancanza dello Small Busire alla definizione degli obiettivi europei che un ness Act: strumento avviato nel 2008, indispensaterritorio come il nostro non vorrà certo lasciarsi bile per garantire una politica coerente e orizzonsfuggire. Perché l’Autonomia non si riduca alla tale per le Pmi europee. pur importante buona ordinaria amministrazio- La lotta alla disoccupazione giovanile è la priorine, infatti, occorre che si proietti su un orizzonte tà delle priorità. È un obiettivo che va perseguito più ampio dei troppo stretti confini del territorio a tutti i livelli di governo. Confindustria Trento da tempo è impegnata, con azioni e progetti, per e dell’economia domestica. Il Presidente Juncker ha dichiarato che il suo favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del obiettivo è “un’Unione Europea più grande e più lavoro. È necessario lavorare su una pluralità di ambiziosa sui temi importanti e più piccola e più fronti. Innanzitutto occorre modernizzare le politimodesta su aspetti meno importanti”. È apprez- che del lavoro e rendere più efficaci gli strumenti zabile in particolare l’intenzione dichiarata dalla per l’incontro di domanda e offerta, sfruttando le Commissione Europea, nel suo programma di la- potenzialità delle tecnologie digitali. Ma è anche voro per il 2016, di voler “andare oltre l’ordinaria necessario intervenire sull’orientamento scolastico amministrazione”, di voler fare “cose diverse” in e su un’adeguata informazione delle famiglie circa la reale domanda di competenze del mercato del “modo diverso”. Quello che però si rileva è la totale mancanza lavoro, al fine di massimizzare le chance occupadi una dimensione di politica industriale, che zionali, pur nel rispetto delle vocazioni individuali. invece era presente nei programmi della Com- Al tempo stesso è necessario migliorare le politimissione precedente. Un’assenza che rischia di che attive per favorire un rapido reinserimento minare l’importanza dell’industria europea e, in dei disoccupati. A tal fine è opportuno un raffordefinitiva, di nuocere alla competitività di tutta zamento del principio di condizionalità, per evil’Europa. È necessario continuare a investire nel tare che il sostegno pubblico nei periodi di inatsettore industriale. Società evolute come la nostra tività finisca per disincentivare la ricerca attiva di non possono fare a meno delle risorse che esso un impiego. genera, attraverso la ricchezza che crea e i posti di È inoltre importante puntare sull'aggiornamento dei disoccupati e sulla loro eventuale riqualificalavoro che offre. Le imprese hanno bisogno di finanza per lo svi- zione, sulla base delle specifiche competenze che

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vengono richieste dai settori più dinamici del ricerca e l’innovazione, l’assunzione dell’efficienza mercato del lavoro, a cominciare da quello locale. energetica come priorità assoluta anche per il setDi pari passo, la formazione continua deve essere tore industriale. un leitmotiv anche per lo sviluppo del capitale Il nostro territorio dispone di ampie risorse idriumano: un’esigenza resa ancora più forte dalla che fonte di “energia pulita”. Questa disponibilità, crescente diffusione delle nuove tecnologie, che unita a un investimento sulla ricerca per l’effirichiedono al lavoratore competenze trasversali cienza energetica, potrebbe qualificare il Trentino aggiuntive rispetto a quelle specifiche del settore o come distretto di eccellenza. Di primaria impordella singola mansione. tanza è l’aspetto qualitativo delle infrastrutture, In materia di conciliazione famiglia-lavoro il che devono garantire la continuità della fornitura nostro territorio può rappresentare un modello e standard elevati di approvvigionamento. nazionale. Ciò non toglie che si possa progredire Il mercato unico costituisce l’orizzonte primo su ulteriormente. Confindustria Trento crede forte- cui si giocano le prospettive dell’industria europea. mente che la conciliazione sia una delle leve per Vanno sciolti tuttavia alcuni nodi di fondo che migliorare l’efficienza delle organizzazioni e incre- costituiscono essenziali fattori di competitività. mentare le competitività delle imprese. Per questo Alludiamo alla necessità di abbattere in maniera ha ottenuto la certificazione Family Audit, anche drastica il carico burocratico (tema che la Comcon l’obiettivo di promuovere tale strumento pres- missione Europea sta opportunamente affrontanso le aziende associate. do attraverso la Better regulation) e di armonizzaUn contesto innovativo passa senz’altro attraverso re i trattamenti fiscali. la costituzione di un mercato unico digitale eu- Il Trentino deve infine saper cogliere le grandi ropeo: l’obiettivo a cui tendere deve essere la rea- sfide globali su cui l’Europa è ingaggiata: la migralizzazione di una società basata sulla conoscenza, zione, l’energia, il cambiamento climatico, il terche può contribuire concretamente al rilancio del rorismo internazionale, investono la dimensione settore manifatturiero europeo. europea per quanto riguarda la cornice istituzioIn Trentino disponiamo di modelli concreti di nale e normativa, ma la loro attuazione si gioca miglioramento della competitività attraverso l’in- sui territori. nesto di nuove conoscenze in contesti produttivi La Commissione Europea ha annunciato di voler tradizionali. Il Polo della Meccatronica di Rovere- ampliare i “dialoghi con i cittadini” direttamente to, ad esempio, si basa su questo rapporto virtuo- nelle regioni. Crediamo che sia la partecipazione so tra ricerca e produzione. dei cittadini e delle imprese. a irrobustire al temNel perseguimento del disegno di un’Unione po stesso le istituzioni locali e quella costruzione dell’energia, importanza strategica rivestono l’in- europea di cui il Trentino, da Degasperi in avanti, tegrazione dei mercati nazionali dell’energia, la è stato sempre convinto sostenitore.

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Un progetto per il credito alle imprese Convegni, tavoli tecnici, corsi di formazione, strumenti per l’analisi del merito creditizio: il programma 2016 delle attività di Confindustria Trento a sostegno delle imprese associate.

CONFINDUSTRIA

Trento si appresta a lanciare una serie di iniziative pensate per garantire alle piccole e medie imprese le conoscenze e gli strumenti necessari ad affrontare le conseguenze delle profonde mutazioni del mondo del credito italiano. L’intero piano di attività in programma sarà illustrato in occasione del primo tra i convegni in calendario: si tratta del seminario dal titolo “Il credito del 2020 - Imprese, banche e fonti alternative”, al quale prenderanno parte anche Alessandro Profumo, presidente di Equita Sim, già manager bancario e dirigente d’azienda, e Paolo Ciucci, direttore della Filiale di Trento della Banca d’Italia. Il percorso si articola in quattro convegni, sei tavoli tecnici e sette interventi formativi: eventi ai quali si affiancano le attività di consulenza e gli strumenti messi quotidianamente a disposizione dell’associato. Di seguito, in sintesi, la programmazione prevista per l’anno in corso.

I convegni Il credito del 2020. Imprese, banche e fonti alternative 24 febbraio 2016 Finanziare il circolante Factoring e altri strumenti innovativi Giugno 2016 Finanza per la crescita Rafforzamento del patrimonio e minibond. Ottobre 2016 Garanzie per il credito Quali strumenti per le imprese Febbraio 2017

I tavoli tecnici per gli Associati Alta e Bassa Valsugana, Tesino 3 febbraio Fiemme, Fassa e Primiero 25 febbraio Rotaliana, Val di Non e Val di Sole 08 marzo Alto Garda e Ledro, Giudicarie 22 marzo Vallagarina 5 aprile Trento 19 aprile

La formazione per le imprese Cash management e gestione della tesoreria aziendale 23 marzo 2016 Il budget e l’analisi dei costi 20 aprile 2016

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17 associazione

Il controllo di gestione e l’analisi dei costi 25 maggio 2016 Individuazione delle aree di criticità del bilancio e azioni conseguenti 15 giugno 2016 Il business plan e il lancio di nuovi progetti 21 settembre 2016 Analisi degli investimenti e la valutazione d’azienda nelle operazioni straordinarie 19 ottobre 2016 Accesso al credito: impostare una efficace presentazione e utilizzare al meglio il sistema delle garanzie 11 novembre 2016

Gli strumenti Gli strumenti resi disponibili agli associati consentono di analizzare tutte le componenti del merito creditizio di una azienda. L’azienda può così disporre di una analisi approfondita e autorevole per valutare lo stato economico e finanziario sia per scopi interni, che per rapportarsi efficacemente con il sistema bancario per esigenze di breve termine che per il finanziamento di progetti di lungo respiro. Il fascicolo di analisi Verifica del merito creditizio dell’ azienda su format condiviso con gli istituti di credito. Approfondito commento ai parametri economici, patrimoniali e finanziari, degli ultimi 3 esercizi, analisi qualitativa, analisi dell’andamentale della Centrale dei Rischi e dei parametri di accesso alla garanzia del Fondo Centrale Report CR Analisi numerica e grafica dell’andamento della Centrale dei Rischi della Banca d’Italia e commento ai principali output, quali: utilizzo dei fidi, sconfini, incidenza degli insoluti, utilizzo di garanzie qualificate, gestione della tesoreria...

La testimonianza del Gruppo della famiglia Togn Arricchita la gamma degli strumenti resi disponibili dall’Associazione a supporto della gestione finanziaria delle aziende: ora c’è anche l’analisi dei dati della Centrale dei Rischi di Banca d’Italia. Siamo rimasti molto soddisfatti dall’utilizzo dell’analisi della Centrale dei Rischi di Banca d’Italia elaborata da Confindustria Trento per le nostre aziende”. Questo il commento di Martina Togn, responsabile dell’area amministrazione e finanza del Gruppo vitivinicolo di Roverè della Luna, in forte espansione all’estero con alcuni marchi tra cui Gaierhof. “Una conferma della nostra efficienza nella gestione della tesoreria, della qualità del nostro credito commerciale, del grado di utilizzo delle diverse tipologie di linee di fido, della composizione della esposizione del Gruppo verso il sistema bancario, che ci ha offerto anche altri dati molto utili per la gestione finanziaria dell’azienda. Tutti i dati ci sono stati forniti in una forma numerica e grafica molto efficace e leggibile e completi di commento. L’analisi ci ha consentito di approfondire le dinamiche finanziarie della nostra azienda e di prendere decisioni circa l’ottimizzazione della struttura finanziaria del gruppo, rendendola più efficace e meno costosa. Ora abbiamo incaricato l’Associazione di elaborare l’analisi con cadenza trimestrale e di incrociarla con l’analisi dei flussi finanziari, per renderla ancora più efficace”. Il servizio riguarda il commento e la traduzione in molteplici prospetti numerici e grafici, dei dati gestiti dalla Centrale dei Rischi della Banca d’Italia e va ad aggiungersi allo strumento del fascicolo d’analisi varato nel 2015 (una vera istruttoria di fido), per fornire alle aziende strumenti di autoanalisi, similari a quelli utilizzati dal sistema bancario per la valutazione del merito creditizio di una azienda. Il nuovo servizio di analisi della centrale dei rischi è disponibile dall’inizio dell’anno e viene presentato ai responsabili amministrativi delle aziende associate nel corso di una serie di incontri sul territorio in programma tra febbraio e aprile. (lr)

Il business plan Piani d’azienda pluriennali economico-finanziari in ottica prospettica con analisi del mercato di riferimento dell’azienda, dei suoi principali competitor , identificazione e analisi delle linee di sviluppo dell’azienda, financial plan triennale.

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Assistenza odontoiatrica: rinnovata la convenzione Prosegue per il quarto anno consecutivo il progetto: prima esperienza in Italia di collaborazione, in un’ottica di welfare innovativo, tra un’associazione di categoria e un gruppo di specialisti odontoiatri. di GIOVANNI BAIARDO, medico specialista in Odontoiatria e Protesi dentaria

UN

segnale concreto a sostegno della comunità e del territorio. Matura in questa chiave il rinnovo della convenzione tra Confindustria Trento e un gruppo di medici specialisti in odontoiatria, distribuiti sul territorio provinciale, che hanno deciso di confermare il loro impegno a vantaggio delle famiglie degli imprenditori e dei lavoratori del sistema industriale trentino. La convenzione, primo progetto in assoluto in Italia, prevede l’adozione del prezziario fortemente agevolato stabilito per le famiglie disagiate dall’Azienda sanitaria provinciale. L’elemento distintivo consiste nel fatto che il vantaggio economico verrà garantito a tutti i pazienti convenzionati e ai loro famigliari di primo grado, indipendentemente dal livello di reddito e senza alcun costo o onere amministrativo a carico delle aziende industriali. I nostri team odontoiatrici garantiranno una gamma completa di servizi altamente qualificati e tecnologicamente avanzati: tecniche Cam-Cad per la impronta dentale, fresatori computerizzati per la lavorazione delle protesi; capsule prive di metallo in ceramica; la chirurgia implantare, guidata attraverso la pianificazione dell’intervento con programmi eseguiti attraverso la Tac-Cone Beam; l’utilizzo di tecniche implantari sul carico immediato; l’inserimento di viti-impianto e nello stesso giorno o al massimo entro 24 ore; la creazione di un lavoro fisso avvitato in bocca; ancora, la sedazione cosciente per trattare i bambini e gli adulti con la fobia delle cure odontoiatriche. L’analisi scrupolosa delle tempistiche e la creazione di protocolli specifici hanno inoltre permesso di eliminare perdite di tempo inutili sul processo produttivo, a esclusivo vantaggio dei convenzionati, sia in termini di valore della prestazione, che in termini di prezzo.

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Quattro laboratori odontotecnici attivi in regione assicurano una filiera tutta trentina per le preparazioni e i lavori protesici: una documentazione rigorosa garantisce la partita di origine dei metalli utilizzati, il tipo di ceramica e chi la produce. Ai nostri iscritti offriamo inoltre una proposta di prima scelta e tariffe scontate anche per altre branche della diagnostica e della medicina, sia in Trentino che in Alto-Adige. Stiamo investendo sulla cultura del consumatore, perché crediamo che sia fondamentale, per la salute, per la sicurezza e per la qualità del servizio, ritrovare il senso delle relazioni tra medico e paziente. Recenti statistiche sulla salute dei cittadini Italiani per le cure odontoiatriche indicano che solo il 55% si rivolge alle strutture private, il 5% si cura presso le Asl, mentre il restante 40% non riesce ad accedere al servizio (dati Agenzia Key Stone riferiti a dicembre 2011). Offriamo un’opportunità per tutti gli associati di Confindustria Trento e i loro dipendenti di farsi seguire e curare da medici specialisti italiani e di essere inseriti in programmi di prevenzione e di controllo diversificati in base alla salute e alle necessità di ciascuno. Tutto questo vicino a casa, nella propria regione, senza rischiare di dover viaggiare per farsi curare all’estero, con alterne fortune, per qualità e durata delle cure.


19 associazione

Una carriera nel commercio internazionale Nell’ambito del progetto Garanzia Giovani, Assoservizi organizza “International Trade For You-th” e porta giovani tirocinanti nelle aziende della provincia di Trento.

NELL'AMBITO

del programma Garanzia Giovani, Assoservizi si è aggiudicata il percorso “International Trade For You-th”. La società di servizi di Confindustria Trento mette così a disposizione di aziende e giovani diplomati questa importante iniziativa. Le imprese avranno l’opportunità di ospitare gratuitamente, con la formula del tirocinio, giovani partecipanti al percorso di formazione. Per loro un’occasione di assoluto rilievo nel quadro della formazione e dell’inserimento nel mondo del lavoro. “International Trade For You-th” è stato progettato per i giovani interessati a ricoprire posizioni lavorative nell’area del commercio internazionale. Si rivolge in particolare a coloro che vogliono sviluppare conoscenze e competenze in: - i ndividuazione e sviluppo dei mercati esteri; - gestione di attività commerciali sui mercati esteri; - problematiche fiscali e commerciali del commercio estero; marketing internazionale; lingua inglese business. La durata del percorso formativo è di 80 ore (esclusa la formazione individualizzata e il supporto all’apprendimento). Al termine di questa fase del progetto verrà attivato il tirocinio. Assoservizi assiste i diplomati fornendo informazioni di dettaglio sul percorso formativo e sulle imprese presso cui avrà luogo il tirocinio.

Investire sulla sicurezza fa risparmiare Il 29 febbraio 2016 scade il termine ultimo per presentare la domanda di riduzione del tasso medio di tariffa all’INAIL. Lo sconto è rivolto alle aziende che, almeno nell’ultimo biennio, abbiano effettuato interventi per il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro, in aggiunta a quelli minimi previsti dal D.Lgs.81/2008 e successive modifiche e integrazioni. La domanda può essere presentata esclusivamente in via telematica attraverso la compilazione del modello Ot24, unitamente a tutta la documentazione necessaria a dimostrare la realizzazione degli interventi di miglioramento. Col modello l’impresa dichiara anche di essere in possesso dei requisiti di regolarità contributiva ed assicurativa e di essere in regola con le disposizioni obbligatorie in materia di prevenzione infortuni e di igiene del lavoro. Lo sgravio rappresenta un’importante opportunità di risparmio per le imprese che investono nel campo della Sicurezza e Salute dei luoghi di lavoro. Per aiutare le aziende a cogliere questa occasione, Assoservizi offre supporto per la parte di verifica e presentazione della documentazione, oltre che per la compilazione del modello.

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21 education

education

“Formarsi per crescere senza invecchiare” Testimonianze, modelli, strumenti, nelle riflessioni dei relatori intervenuti al convegno “Fondimpresa: osare per il futuro - L’impegno per un Trentino competitivo” organizzato da Fondimpresa Trento.

SI

è svolto al Muse di Trento di fronte a oltre duecento persone il convegno “Fondimpresa: osare per il futuro - L’impegno per un Trentino competitivo”: evento organizzato da Fondimpresa Trento per riflettere sul tema dello sviluppo delle competenze quale sostegno all’occupabilità dei lavoratori e alla competitività delle imprese. Ad aprire i lavori, dopo il saluto di benvenuto di Michele Lanzinger, direttore del Muse, gli interventi di Marcello Lunelli, presidente di Fondimpresa Trento, di Ilaria Vescovi, vicepresidente di Confindustria Trento e di Franco Ianeselli, segretario generale della Cgil del Trentino. Lunelli, co-conduttore dell’iniziativa accanto ad Alessandro Garofalo, ha evidenziato i progetti passati e futuri dell’articolazione, precisando il valore di uno strumento che non ha eguali in Italia. “Siamo a raccontare una storia di successo – ha esordito -: quella del più grande fondo professionale in Italia. Fondimpresa ha rotto un paradigma, perché è stato capace di mettere attorno a un tavolo datori di lavoro e lavoratori, garantendo, dal 2007 ad oggi, a 2 milioni e mezzo di lavoratori corsi e percorsi formativi per un valore superiore a 2 miliardi di euro”. Vescovi ha tratteggiato la situazione attuale dell’industria trentina: “Una situazione ancora oggi caratterizzata da luci e ombre. L’industria trentina, non da sola, ha resistito e continua a resistere al ciclone che imperversa da dieci anni sull’economia globale. Rappresentiamo un quarto del Pil locale; nell’ultimo decennio le nostre esportazioni sono talmente migliorate che abbiamo superato il livello delle esportazioni del 2007, l’occupazione nel comparto è ancora superiore alle 30mila unità. Credo che l’apporto della formazione sia stato fondamentale per riuscire a mantenere questi livelli”.

“Il futuro – ha aggiunto Ianeselli – ha a che fare con il tasso di intelligenza e di conoscenza che c’è all’interno dei luoghi e delle persone. Con la formazione siamo tutti più forti: lo è l’impresa, perché è più competitiva; lo è il lavoratore, perché è più abile, ma è anche più libero. Sapere che per il tramite delle relazioni industriali riusciamo a ottenere qualcosa di straordinario come la libertà significa riconoscere che interveniamo su ambiti molto importanti”. Intervenuto da Roma, il presidente di Fondimpresa Giorgio Fossa ha spiegato le ragioni del successo del Fondo, ispirato alla convinzione che nessuno conosca le proprie esigenze più degli stessi lavoratori e delle imprese. “Dalla crisi - ha detto - si esce perseguendo la qualità, innovando e rinnovandosi, esportando. Per fare questo le im-

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Marcello Lunelli dialoga con Oscar Farinetti


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prese hanno bisogno di una professionalità sempre maggiore. E anche se l’Italia è nota in tutto il mondo per quella dei suoi imprenditori non dobbiamo accontentarci: dobbiamo formarci per non invecchiare”. A proposito della disoccupazione giovanile, Fossa ha condiviso l’auspicio di una svolta rispetto al paradosso attuale: giovani alla ricerca di un lavoro, imprese alla ricerca di manodopera adeguata. Intervenuto per un saluto, il vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico della Provincia autonoma di Trento Alessandro Olivi ha precisato la necessità di “politiche pubbliche tese a sviluppare un’infrastruttura di servizi che favoriscano i fermenti di iniziative private lodevoli qual è Fondimpresa Trento”. Gianni Tomasi, vicepresidente di Fondimpresa Trento, ha spiegato le ragioni dell’essenza del fondo, realtà al servizio del territorio. I primi passi dell’articolazione territoriale sono stati invece ripercorsi da Vescovi e Lorenzo Pomini, segretario generale quest’ultimo della Cisl del Trentino. Riccardo Salomone, presidente di Agenzia del Lavoro della Provincia autonoma di Trento, ha plaudito alla peculiarità dei fondi, ricordando come essi rappresentino interessi con-

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divisi, e come questi interessi condivisi passino per un modello di tipo privato, nonostante svolgano funzioni pubbliche. Intervistato da Lunelli, Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, ha raccontato le tappe della sua esperienza di imprenditore e ha spiegato come avviene la trasmissione del sapere in azienda, sia che essa avvenga per il tramite dei fondi, sia che si svolga nella relazione tra proprietà e lavoratori. Il format dell’evento ha incluso anche l’utilizzo della multimedialità con la messa in onda di piccoli video sul talento e sulla innovazione, a testimonianza di tante storie di formazione aziendale trentina di successo. Intervistate al fianco dei loro collaboratori, hanno parlato dei benefici riscontrati grazie all’impiego dello strumento manager e imprenditrici trentine di successo: Giulia Delladio (La Sportiva Spa), Giovanna Flor (Bauer Spa), Valeria Ghezzi (Funivie Seggiovie San Martino Spa), Giulia Manica (Manica Spa), Ornella Riolfatti (Edizioni Centro Studi Erickson Spa), Stefania Segata (Segata Spa) e Silvia Tamanini (Tamanini Hydro Srl). Nel corso dell’appuntamento, il gruppo Jazz Walkin’ Quartet – coordinato da Garofalo – ha proposto pezzi musicali Made in Italy.


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giovani

giovani

A Trento i Giovani Imprenditori del Nord Est Intervista ad ALESSANDRO LUNELLI, presidente dei Giovani imprenditori del Trentino-Alto Adige.

SARÀ

Trento a ospitare, venerdì e sabato 11 e 12 marzo, la XXIX edizione del Meeting dei Giovani Imprenditori del Nord Est: un evento che coinvolgerà i Giovani Industriali di tutta Italia e vedrà la partecipazione dei vertici del Movimento e del Sistema Confindustria, oltre a numerosi esponenti di rilievo del mondo politico, economico e della ricerca. Project leader del comitato organizzatore è la presidenza del Trentino-Alto Adige. Presidente Lunelli, qual è il filo conduttore dell'evento ormai alle porte? Il convegno tratterà il tema della “quarta rivoluzione industriale”, che sta modificando in maniera sostanziale i punti di riferimento tradizionali della nostra società: non viviamo infatti in un’epoca di cambiamenti, ma in un vero e proprio cambiamento d’epoca. Cercheremo di analizzare questo importante fenomeno internazionale, evidenziandone le ripercussioni sul sistema economico e sociale nel quale le imprese operano, al fine di individuare le azioni che gli imprenditori dovranno mettere in atto per mantenere, o migliorare, la competitività delle proprie aziende sui mercati mondiali.

Il titolo scelto suona come un’esortazione: Be b.r.a.v.e.! Abbiamo cercato un’espressione che fosse allo stesso tempo un’indicazione di metodo e di contenuto. Sul fronte del metodo, be brave! è certamente un’esortazione ad assumere l’atteggiamento necessario a intraprendere le sfide del futuro. La quarta rivoluzione industriale è già intorno a noi, e abbiamo solo due scelte: cavalcarla o soccombere. Il futuro è di chi avrà il coraggio di cambiare, capire come il mondo sta cambiando e adattare il

proprio modello di fare impresa. Coraggio e perseveranza saranno attitudini essenziali alla sopravvivenza nel nuovo contesto che si è delineato a seguito del passaggio epocale che ha caratterizzato l’economia negli ultimi anni. Quanto al contenuto? B.r.a.v.e. è evidentemente un acronimo. A ogni lettera corrisponde una parola chiave: un concetto, una priorità, con la quale ogni imprenditore dovrà confrontarsi nell’ambito della quarta rivoluzione industriale. Il Business, innanzitutto, nei modelli arditi e rivoluzionari che trovano spazio e ragion d’essere nel mercato globale, come ad esempio la sharing economy. La Responsabilità - sociale o ambientale - di impresa: l’unica strada per creare un contesto migliore. L’Arte, insieme al design e alla cultura: patrimonio e valore aggiunto del nostro Paese, sono il fattore cruciale del successo del Made in Italy in tutto il mondo. Ancora: la Visione del futuro, che è anche un approccio trasversale. Infine l’E-technology: termine con il quale identifichiamo le straordinarie potenzialità offerte dalle tecnologie al servizio della quarta rivoluzione industriale. Sono temi cruciali, che attendono di essere assunti, sviluppati, fruiti, inventati. Ora sta a noi: il meeting SAVE THE DATE e tracciadi marzo sarà l’occasione per condividere re le strade che andremo a percorrere.

IL CORAGGIO DI FARE IMPRESA BUSINESS · RESPONSABILITÀ · ARTE · VISIONE · E-TECHNOLOGY

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XXIX MEETING

DEI GIOVANI IMPRENDITORI DEL NORDEST


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economia

economia

Torna la detassazione sui premi di risultato Nella legge di stabilità in vigore da gennaio 2016 torna l’agevolazione fiscale sui premi di produttività. Viene però meno la decontribuzione a favore delle aziende. di ANDREA MARSONET, Area Lavoro e Formazione, Confindustria Trento

LA

legge di stabilità 2016 ripropone in modo strutturale (non più anno per anno come in passato) la detassazione dei premi di risultato nel settore privato. Ritorna dunque l’applicazione del regime fiscale agevolato per i dipendenti che percepiscono premi di risultato di ammontare variabile, la cui corresponsione è collegata a incrementi di produttività, redditività, efficienza ed innovazione. Fino ad oggi misure analoghe erano state introdotte in via sperimentale o con valenza temporanea, limitata cioè ad un solo periodo di imposta, creando non poche incertezze applicative, come nel 2015 quando per carenza di risorse, la detassazione era stata del tutto accantonata. Dal punto di vista tecnico i premi dovranno essere previsti da accordi collettivi di secondo livello – aziendali o territoriali - firmati con le associazioni sindacali o con le loro rappresentanze interne. L’importo massimo defiscalizzabile è di 2mila euro lordi, ma solo per i dipendenti con un reddito non superiore a 50mila euro nell’anno precedente. L’importo massimo agevolato è stato quindi ridotto, rispetto ai 3mila euro previsti dall’ultimo intervento del 2014, mentre è stata allargata la platea dei potenziali beneficiari, innalzando il precedente limite reddituale di 40mila euro. Il beneficio per il lavoratore si traduce nell’imposta sostitutiva dell’Irpef (e delle altre addizionali locali) pari al 10%. Tutti i criteri per la misurazione e valutazione dei parametri descritti, verranno indicati in un decreto ministeriale che dovrebbe essere emanato entro il prossimo 29 febbraio. La misura aumenta il potere di acquisto dei lavoratori dipendenti, ma da quest’anno non si ac-

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compagna più ad una misura tesa a diminuire il costo del lavoro a carico dell’azienda: infatti la legge di stabilità 2016 azzera il fondo destinato a finanziare lo sgravio contributivo connesso alla “retribuzione di produttività” che per anni ha costituito un incentivo alla contrattazione di secondo livello. Questa scelta, negativa per le imprese, denota un orientamento ondivago del legislatore in materia di economia del lavoro, determinando un innal-

L’importo massimo defiscalizzabile è di 2mila euro lordi, ma solo per i dipendenti con un reddito non superiore a 50mila euro nell’anno precedente. zamento del costo del lavoro, pur di fronte ad un condivisibile intervento agevolativo per la (sola) categoria del lavoratori dipendenti. Tale aspetto non potrà non essere tenuto in considerazione dalle aziende in sede di contrattazione collettiva aziendale, e non si può escludere che possa creare una tendenza maggiormente conservativa nella quantificazione dei premi collettivi.


EDIZIONE / 2015

a cura di: Gianluca Toschi

L’ECONOMIA TRENTINA ATTRAVERSO I DATI DI BILANCIO DELLE IMPRESE DELLA PROVINCIA



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Introduzione Negli ultimi cinque anni la dinamica del PIL mondiale ha costantemente deluso le aspettative degli analisti, rallentando ampiamente sotto ai ritmi pre-crisi (+5,1% medio annuo nel periodo 2002-2007), fino a un minimo di +3,1% nel 2015; lo stesso passo tenuto nel 2008, quando numerosi paesi avanzati erano in recessione, che precedette la stagnazione globale del 2009 (l’unico anno di crescita zero dopo la Seconda Guerra Mondiale). Tale risultato è da attribuire, in larga misura, alla frenata dei paesi emergenti (in decelerazione per il quinto anno di fila: dal +7,5% del 2010 al +4% del 2015), soprattutto con riferimento ai principali produttori di commodity: In particolare, Russia e Brasile che, con un Pil in calo, rispettivamente del 3,8% e del 3%, e un cambio svalutato, esportano recessione e deflazione nel resto del Mondo. Ciò minaccia di far deragliare la ripartenza delle economie avanzate, che, invece, hanno registrato nel 2015 la migliore performance (+2%) dal 2010 (+3,1%). Il rischio maggiore, per l’economia mondiale, proviene dal rallentamento del Pil della Cina: la sua crescita, infatti, è diminuita dal 9,5% del 2011 al 6,8% del 2015, mentre è atteso in ulteriore calo (al 6%) nel 2017. Nei mesi autunnali si è consolidata la ripartenza dell’economia italiana, cominciata dopo le due recessioni ravvicinate patite dall’inizio della crisi nel 2007 e che hanno lasciato segni profondi nella capacità produttiva e nel benessere delle persone. Alla seconda fase di profonda contrazione del Pil, iniziata nel terzo

ANDAMENTO DEL PIL MONDIALE 2010-2017 (variazioni percentuali tendenziali)

12% 10% 8% 6% 4% 2% 0% -2% -4% 2010

2011

2012

2013

2014

Mondo Mercati ed economie emergenti Economia avanzate Cina Germania

2015

2016*

Italia

2017*

Stati Uniti

* (*) Per 2016 e 2017 previsioni Fonte: Fondo Monetario Internazionale, gennaio 2016

trimestre 2011 e finita nel quarto 2014, sta seguendo un recupero lento che, invece di accelerare come atteso sulla base delle condizioni esterne, dei primi effetti delle riforme e degli indicatori qualitativi, ha perso forza nel corso del 2015. Ciò nonostante, secondo le recenti stime del Centro Studi Confindustria, il Pil italiano ha chiuso il 2015 con un aumento dello 0,8%, il primo risultato positivo dopo tre arretramenti annuali consecutivi (-2,8% nel 2012, -1,7% nel 2013, e meno 0,4% nel 2014). e prevede che crescerà all’1,4% nel 2016 e all’1,3% nel 2017. Per l’anno in corso l’aumento dell’economia italiana è atteso rafforzarsi su valori prossimi a +1,4%. Contribuiranno al maggior incremento del Pil la tenuta della crescita nell’Euroarea e l’accelerazione del commercio internazio-

nale, che, nel 2015, ha rallentato più di quanto atteso. Nel 2017 il recupero procederà a ritmo di fatto invariato (+1,3%), in quanto saranno attenuate le ricadute delle attuali e molto favorevoli condizioni internazionali (prezzi del petrolio e tassi bassi, euro debole) nel mentre potrebbero accentuarsi i rischi negativi derivanti dall’ulteriore rallentamento delle economie emergenti, dalla eventuale escalation militare in Siria e dalla paura generata in Europa dagli attacchi terroristici, che possono alimentare l’incertezza e modificare i piani di spesa di imprese e famiglie. Va comunque sottolineato che, a tutt’oggi, il Pil italiano risulta ancora inferiore del 4,7% rispetto al picco precedente (secondo trimestre 2011) e del 9% rispetto al massimo pre-crisi (primo trimestre 2008). (Primo Bee)

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1. L'economia della regione nel 2015 Nel 2015 il Pil, prodotto interno lordo, del Trentino-Alto Adige dovrebbe1 crescere dello 0,9% rispetto a quello dell’anno precedente. Il ritorno alla crescita, anche se modesta, rappresenta un segnale positivo dopo un biennio di sostanziale stagnazione. Nel 20142 il Pil è infatti cresciuto dello 0,3% rispetto all’anno precedente e nel 2013 dello 0,2%. I dati del 2014 e del 2015 sono influenzati dal miglioramento del dato relativo ai consumi delle famiglie: +0,8% nel 2014 e +1,2% nel 2015 anche se va sottolineato che dopo la caduta del 2012 e 2103 il livello dei consumi nel 2015 rimane di due punti percentuali inferiore rispetto a quelli del 2010 (graf. 1).

GRAFICO 1 Variazione percentuale del Pil e della domanda interna. Trentino Alto Adige 2010-2016 6 4 2 0 -2 -4 -6 -8 -10 -12 2010

2011

PIL

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consumi famiglie

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2014

investimenti

2015*

2016*

consumi AAPP

* Previsioni Fonte: Fondazione Nord Est su dati Prometeia

Ancora in territorio negativo gli investimenti fissi lordi, che nel 2014 fanno segnare un arretramento del -3% sull’anno precedente. La diminuzione rispetto 2010 è di quasi 14 punti percentuali. Sul dato sembrano pesare le aspettative degli imprenditori per una ripresa che non appare ancora solida e l’eccesso di capacità produttiva che ancora caratterizza molti degli impianti delle imprese italiane dopo la caduta dei livelli di produzione degli ultimi anni. Per il 2015 ci si aspetta un’inversione di tendenza con un aumento degli investimenti dell’1,8% (graf. 2).

1 2

GRAFICO 2 Variazione del Pil e della domanda interna. Trentino Alto Adige 2010-2016 (numero indice: 2010 = 100) 110 105 100 95 90 85 2010

2011

PIL

consumi famiglie

* Previsioni Fonte: Fondazione Nord Est su dati Prometeia

Previsioni aggiornate a ottobre 2015, prima del ritocco al ribasso delle ultime stime. Anno al quale si riferiscono i bilanci utilizzati nell’analisi oggetto dello studio.

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consumi AAPP


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Se la domanda interna torna a dare segni di vitalità dopo un lungo periodo di arretramento prima e stabilità poi, segnali sicuramente migliori, invece, sono quelli che provengono dalla componente estera della domanda. Infatti, l’andamento delle esportazioni regionale, secondo Prometeia, segna, nel corso del periodo considerato, variazioni costantemente positive a esclusione del 2012 caratterizzato da una sostanziale stabilità (graf. 3). Complessivamente l’incremento dell’export regionale tra il 2010 e il 2014 è stato di oltre 12 punti percentuali, mentre la variazione annua tendenziale del 2014 è stata pari al del 2,4% (2,1% il dato Istat) mentre la previsione per il 2015 indica un ulteriore crescita stimata in 5,6 punti percentuali (graf. 4).

GRAFICO 3 Trentino-Alto Adige, variazione delle esportazioni 2010-2016 (variazioni percentuali tendenziali) 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 -2 2010

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2015*

2016*

* Previsioni Fonte: Fondazione Nord Est su dati Prometeia

GRAFICO 4 Trentino-Alto Adige, andamento delle esportazioni (numero indice: 2010 = 100) 125 120 115 110 105 100 95 2010

2011

2012

2013

2014

2015*

2016*

* Previsioni Fonte: Fondazione Nord Est su dati Prometeia

Comparando però la dinamica delle esportazioni delle singole regioni nordestine emerge, un andamento meno positivo per la Provincia di Trento (graf. 5). Infatti, il Trentino registra, nel 2014, una variazione tendenziale delle esportazioni pari all’1%, inferiore, non solo a quella della regione Friuli-Venezia Giulia (+5%), Emilia Romagna (+4,3%) e del Veneto (+2,7%), ma anche a quella della limitrofa Provincia di Bolzano (+3,1%).

GRAFICO 5 Nord Est, variazione percentuale delle esportazioni per area 2014/2013 6 5 4 3 2 1 0 Italia nord-orientale

Trentino Alto Adige Südtirol

Bolzano Bozen

Trento

Veneto

Friuli-Venezia Giulia

Emilia Romagna

Fonte: Fondazione Nord Est su dati Istat

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32

2. Il profilo delle imprese selezionate L’analisi è stata condotta sui bilanci non consolidati delle società di capitale con sede legale o operativa nella provincia di Trento. Il periodo analizzato è il quinquennio 2010-2014. Si è scelto di utilizzare la tecnica del campione chiuso cioè sono stati considerati solamente i bilanci delle imprese presenti in tutti e cinque gli anni selezionati. Rispetto alle analisi condotte negli anni precedenti sono state incluse anche le aziende attive ma in stato di insolvenza e attive ma in amministrazione controllata, questo per una rappresentazione dell’andamento dell’economia provinciale più aderente alla realtà. Alla fine del processo di selezione sono risultati coerenti rispetto ai criteri di selezione adottati 1.988 bilanci.

Tab. 1 – Imprese per macro-settore.

Attività manifatturiere

456

22,9

35,8

6.400.082,45

Commercio all’ingrosso e al dettaglio

451

22,7

26,2

4.681.187,64

Costruzioni

300

15,1

5,8

1.039.469,97

Attività dei servizi di alloggio e ristorazione

128

6,4

1,4

246.135,13

Trasporto e magazzinaggio

97

4,9

6,1

1.087.567,89

Attività professionali, scientifiche e tecniche

85

4,3

3,4

615.430,88

Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese

78

3,9

2,3

406.878,70

Fornitura di energia elettrica, gas, vapore

75

3,8

9,5

1.694.484,50

Servizi di informazione e comunicazione

66

3,3

2,8

493.712,66

Agricoltura, silvicoltura e pesca

59

3,0

2,9

523.698,64

Sanità e assistenza sociale

57

2,9

1,1

204.723,94

Attività immobiliari

42

2,1

0,9

160.200,42

Fornitura di acqua, reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti

26

1,3

1,0

171.126,97

Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento

22

1,1

0,4

66.564,79

Attività finanziarie e assicurative

14

0,7

0,2

42.839,49

Istruzione

13

0,7

0,1

15.991,49

Estrazione di minerali da cave e miniere

11

0,6

0,1

26.259,11

8

0,4

0,1

19.261,76

Totale

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Ricavi 2014

v.a.

Altre attività di servizi

La parte più consistente delle imprese selezionate è riconducibile al settore manifatturiero (456 imprese pari al 22,9% del totale, un peso che sale al 35,8% se si considera il volume dei ricavi e non il numero di imprese), segue quello del commercio (22,7% sul numero dei bilanci, 26,2% sul volume totale dei ricavi), al terzo posto le costruzioni con 300 imprese, il 15,1% del totale ma solamente il 5,8% dei ricavi. Ben rappresentata anche le attività di servizi di alloggio e ristorazione con 128 imprese che rappresentano il 6,4% del totale ma solamente l’1,4% dei ricavi (tab. 1).

Peso % sui ricavi

Macro-settore

1.988 100,0

100,0 17.895.616,44

Tab. 2 – Imprese per dimensione. Classe dimensionale

v.a.

Peso % sui ricavi

Ricavi 2014

Grande

60

3,0

48,1

8.612.317,87

Media

215

10,8

25,9

4.635.373,01

Piccola

490

24,6

15,3

2.737.553,98

Micro

1.223

61,5

10,7

1.910.371,58

Totale

1.988 100,0

Se si considerano le dimensioni solamente 60 imprese hanno nel periodo considerato una media superiore a 50 milioni di euro di ricavi. Sono il 3% del totale ma generano quasi la metà (48,1%) dei ricavi totali del 2014. Le imprese di dimensione media (da 10 a 50 milioni di euro

100,0 17.895.616,44

di ricavi) sono 215, il 10,8% del totale, 25,9% se si prende come parametro di riferimento i ricavi, le piccole (da 3 a 10 milioni) sono 490, un quarto del totale (24,6%) per il 15,3% dei ricavi, le micro (fino a 3 milioni di euro) sono 1.223, il 61,5% per ricavi pari a 10,7% (tab. 2).


33

3. Crescono i ricavi, bene il manifatturiero Se le 1988 imprese della provincia fossero un’unica grande impresa3 il 2014 si sarebbe chiuso con ricavi in aumento del 2,4% rispetto a quelli dell’anno precedente. Un dato positivo ma inferiore rispetto al +3,3% del 2013 che però si confrontata con la caduta del 2012 (-2,51) e comunque molto lontano dal +7% registrato nel 2011 (graf. 6).

GRAFICO 6 Andamento dei ricavi 2010-2014, variazione percentuale rispetto all’anno precedente 10 8 6 4 2 0 -2 -4 2011

2012

2013

2014

Fonte: Fondazione Nord Est su dati Aida – Bureau Van Dijk

Con riferimento all’andamento dei ricavi per classi di dimensione di fatturato nel 2014, si riscontra un buon andamento delle aziende “micro” (sotto i 3 milioni di euro di fatturato) con una crescita del 3,8% rispetto all’anno precedente e di quelle “piccole” (tra 3 e 10 milioni di fatturato) che registrano un +3,4%. Il recupero è dovuto anche al fatto che, negli anni della crisi, le aziende più piccole avevano registrato i cali maggiori. Le medie imprese (tra 10 e 50 milioni di fatturato) e le grandi (sopra i 50 milioni di euro di fatturato), segnano, rispettivamente, incrementi pari al 2,4% e all’1,7%. (graf. 7)

GRAFICO 7 Variazione percentuale dei ricavi 2014-2013 per dimensione di fatturato 4,0 3,5 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0 Grande

Media

Piccola

Micro

totale

Fonte: Fondazione Nord Est su dati Aida – Bureau Van Dijk

Il dato è ricavato utilizzando la tecnica del bilancio somma. Le voci di bilancio delle imprese che appartengono al campione vengono sommate come se si trattasse di un’unica impresa.

3

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34

Queste ultime, però, contribuiscono per oltre un terzo (0,84%) all’aumento dei ricavi complessivi che, va ricordato, è pari al 2,4%, mentre le medie incidono per lo 0,62%, le piccole per lo 0,52% e le micro per lo 0,4% (graf. 8).

GRAFICO 8 Contributo alla variazione dei ricavi per dimensione di fatturato

Grande 0,84

0,0

0,4

Media 0,62

0,8

Piccola 0,52

1,2

1,6

Micro 0,40

2,0

2,4

Fonte: Fondazione Nord Est su dati Aida – Bureau Van Dijk

GRAFICO 9 Manifatturiero, variazione percentuale dei ricavi 2013-2014 per settore Totale manifatturiero Gomma plastica Macchinari Mezzi di trasporto Agroindustria Mobili Altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi Metallurgia e prodotti di metallo Elettronica e apparecchiature elettriche Legno, carta e stampa Chimica e farmaceutica Altre industrie manifatturiere Sistema moda -5,0

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

Fonte: Fondazione Nord Est su dati Aida – Bureau Van Dijk

La crescita del 2,4% è trainata dal manifatturiero i cui ricavi aumentano del 4,9% (graf. 9). La variazione contribuisce per 1,7 punti percentuali sul totale della variazione (2,4%). Nel manifatturiero spiccano i risultati delle imprese della chimica e farmaceutica (+12,5%) e del sistema moda (+19,9%). Tra gli altri comparti spiccano in termini positivi le attività di alloggio e ristorazione, +8,5% i ricavi con il 71,9% delle imprese

che vede crescere i ricavi rispetto al 2013, sanità e assistenza sociale 5% (68% di imprese in crescita) e, come già evidenziato, il manifatturiero +4,9%, con il 60,3% di imprese con bilanci in crescita. In ripresa le costruzioni, +7,3% i ricavi ma con una forte polarizzazione (poco più della metà delle imprese vede crescere i ricavi, 51%). Passando dal dato aggregato ai singoli bilanci e cambiando quindi la prospettiva di ana-

lisi4 (graf. 10), si evidenzia una crescita generale dell’1,4% (valore mediano), +3,5% tra le attività manifatturiere, 3,3% le attività di servizi di alloggio e ristorazione e +2,9% i servizi di informazione e comunicazione. Chiudono l’anno con segno negativo (sempre considerando il valore mediano) il settore della fornitura di energia elettrica, gas e vapore (-4,4%), le altre attività di servizi (-2,3%) e l’estrazione di minerali (-2%).

La presenza di imprese di grosse dimensioni può infatti far diminuire la capacità di informazione del dato aggregato. Vale la pena, quindi, utilizzare anche altre prospettive di osservazione.

4

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GRAFICO 10 Variazione dei ricavi 2013-2014, valori mediani per settore Attività manifatturiere Attività dei servizi di alloggio e ristorazione Servizi di informazione e comunicazione Sanità e assistenza sociale Agricoltura, silvicoltura e pesca Trasporto e magazinaggio Attività finanziarie e assicurative Totale Attività artistiche, sportive di intrattenimento Attività professionali, scientifiche e tecniche Fornitura di acqua, reti fognarie, attività di gestione Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto Costruzioni Attività immobiliari Istruzione Commercio all’ingrosso e al dettaglio Estrazione di minerali da cave e miniere Altre attività di servizi Fornitura di energia elettrica, gas, vapore -5,0

-4,0

-3,0

-2,0

-1,0

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

Fonte: Fondazione Nord Est su dati Aida – Bureau Van Dijk

Allargando il confronto al 2010 si evidenzia una crescita generale dei ricavi pari al 10,2%. Crescono più della media le imprese che si occupano della fornitura di energia elettrica, gas e vapore

(+33,7% nel periodo 2010-2014), le attività finanziarie e assicurative (+28,1%) e il settore della Sanità e dell’assistenza sociale (+26,5%). Negativi i dati relativi al settore delle Costruzioni che rispetto al

2010 nel 2014 hanno ricavi inferiori del 18,7%, dell’estrazione di minerali da cave e miniere (-10,2%), due settori fortemente colpiti dalla crisi del settore immobiliare (graf. 11).

GRAFICO 11 Ricavi, variazione 2010-2014 per settore, 2010=100 Fornitura di energia elettrica, gas, vapore Attività finanziarie e assicurative Sanità e assistenza sociale Agricoltura, silvicoltura e pesca Attività dei servizi di alloggio e ristorazione Altre attività di servizi Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto Attività professionali, scientifiche e tecniche Fornitura di acqua, reti fognarie, attività di gestione Attività manifatturiere Istruzione Valore medio Servizi di informazione e comunicazione Trasporto e magazzinaggio Attività immobiliari Attività artistiche, sportive, di intrattenimento Commercio all’ingrosso e al dettaglio Estrazione di minerali da cave e miniere Costruzioni 80

90

100

110

120

130

140

Fonte: Fondazione Nord Est su dati Aida – Bureau Van Dijk

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36

4. Torna a crescere la redditività, aumentano le imprese in utile Nel 2014 i valori mediani della redditività tornano a crescere: 3,03% il valore del Ros (Return on Sales, l’indicatore che misura la redditività delle vendite, ottenuto dal rapporto tra il reddito operativo e i ricavi di vendita), era 2,79% nel 2013, 2,69% nel 2012, anche se rimane inferiore rispetto a quello del 2010 che si colloca al 3,39 (graf. 12).

GRAFICO 12 ROS (Return On Sales) 2010-2014, valore mediano 3,60 3,40 3,20 3,00 2,80 2,60 2,40 2,20 2,00 2010

2011

2012

2013

2014

Fonte: Fondazione Nord Est su dati Aida – Bureau Van Dijk

Il dato appare comunque positivo. Dopo anni di flessione determinati da condizioni competitive sui mercati sempre più aspre l’indicatore fa segnare un miglioramento che potrebbe segnalare il consolidamento delle posizioni competitive delle imprese della regione o politiche di upgrading di prodotto. A completare il quadro si segnala anche un miglioramento del Roe (Return on Equity) che misura la redditività del capitale proprio. 4,62 il valore mediano rispetto a 3,66 del 2013. Nel 2014 il 74% delle imprese ha chiuso il bilancio in utile, una quota che vede un aumento di 3,5 punti percentuali rispetto al 2013 riportandosi quasi in linea coi valori del 2010 (74,8%). La percentuale risulta più elevata tra le imprese di dimensione maggiore (85% tra le grandi, 80% tra le

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medie) e va via via riducendosi al ridursi delle dimensioni: dal 74,3% tra le piccole al 72,4% tra le micro, comunque in sensibile

miglioramento rispetto al 2013, quando le imprese con bilancio in utile rappresentavano il 66,6% del totale (graf. 13).

GRAFICO 13 Imprese in utile per dimensione (% sul totale), 2010-2014

90 85 80 75 70 65 60 2010

2011

grande

media

2012

piccola

Fonte: Fondazione Nord Est su dati Aida – Bureau Van Dijk

2013

micro

2014

Totale


37

5. Un po’ meno solide le imprese di dimensioni minori Tra i vari indicatori disponibili per analizzare la solidità dell’impresa si è scelto di utilizzare il rapporto debt/equity che confronta la posizione finanziaria netta complessiva (debt) e il patrimonio netto (equity). All’aumentare del risultato del rapporto aumenta l’esposizione

nei confronti dei terzi5. Nel 2014, rispetto al 2013, aumenta la quota di imprese con debt/equity >2 da 36,2%a 42,5%, imprese che si trovano nella “zona a rischio6” che caratterizza le imprese con debiti pari a oltre il doppio del patrimonio netto. La variazione riguarda soprat-

tutto le imprese micro (da 41,2% a 48,9%). All’aumentare delle dimensioni si riscontrano valore via via decrescenti: 20% tra le imprese medie (dato che vede un miglioramento progressivo negli ultimi 2 anni) e 8,3% tra le imprese grandi (graf. 14).

GRAFICO 14 Imprese con rapporto debt/equity >2, val. %, 2010-2014 per dimensione.

60

50

40

30

20

10

0

2010

2011

grande

media

2012

piccola

2013

micro

2014

Totale

Fonte: Fondazione Nord Est su dati Aida – Bureau Van Dijk

Per ulteriori approfondimenti si rimanda a Fazzini, M. (2013). Analisi di bilancio: metodi e strumenti per l’interpretazione delle dinamiche aziendali. IPSOA, Gruppo Wolters Kluwer. Il parametro rappresenta, ovviamente, una generalizzazione che non tiene conto delle caratteristiche di ogni singolo settore, elementi che dovranno essere considerati per un eventuale approfondimento.

5

6

TRENTINOINDUSTRIALE.COM | FEB-MAR 2016


38

6. Conclusioni Dopo le difficoltà del 2012 e la stagnazione che ha caratterizzato il biennio successivo, nel 2015 l’economia della regione torna a crescere. Le previsioni che riguardano la chiusura del 2015 e il 2016 non sono certo esaltanti, si tratta di variazione del prodotto interno lordo che si aggirano intorno all’1%, ma rappresentano una variazione di tendenza significativa. I dati disaggregati evidenziano che non sono solo più le esportazioni (che continuano a crescere anche nel 2014) l’unico motore di sviluppo. Aumentano, infatti, i consumi delle famiglie e questo potrebbe rappresentare un segnale positivo soprattutto per quelle imprese che si rivolgono prevalentemente ai mercati locali. Restano al palo gli investimenti, a testimonianza del fatto che l’entità (esigua) della crescita non sembra capace di modificare le aspettative degli imprenditori e quindi indurli a tornare a investire, soprattutto in una situazione in

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cui la caduta della produzione, avvenuta negli ultimi anni, ha generato un problema di sovraccapacità produttiva. Come vanno le imprese della provincia in questo scenario così articolato? Attraverso l’analisi dell’andamento dei dati di bilancio di quasi 2.000 imprese del Trentino nel periodo 20102014 si è cercato di rispondere a questa domanda. In sintesi, i dati evidenziano una crescita dei ricavi: +2,4% il dato aggregato, +1,4% il dato mediano. Crescono le imprese di tutte le dimensioni, con buoni risultati tra le piccole e le micro anche se il dato generale è trainato dalle grandi. Bene il settore manifatturiero e i servizi di alloggio e ristorazione, in difficoltà la fornitura di energia elettrica, gas e vapore, che però, se si allarga il confronto al 2010 è il settore che più è cresciuto (+33,7% rispetto al 10,2% medio). Nel quinquennio arretrano sensibilmente i settori legati all’edilizia: costruzione e

estrazione di minerali da cave e miniere. Se si guarda alla redditività migliora quella delle vendite ma anche quella generale. Un dato importante che rappresenta un’inversione di tendenza dopo anni di difficoltà, risultato, probabilmente, sia del consolidamento in mercati nuovi che di politiche di upgrading di prodotto/servizio. Nel 2014 il 74% delle imprese chiude il bilancio in utile, una quota in aumento rispetto al 2013. Sul fronte della solidità il 2014 evidenzia un aumento della difficoltà per le imprese di dimensioni minori. Il 2014 si è chiuso, quindi, con segnali di miglioramento per le imprese della provincia. Alcuni importanti indicatori evidenziano inversioni di tendenza rispetto agli andamenti negativi segnati negli anni precedenti. Va però riconosciuto che l’entità di tali miglioramenti è ancora molto esigua e non permette di parlare di una vera e propria ripresa.


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40 speciale autotrasporto

speciale autotrasporto

Le due velocità dell'autotrasporto trentino Intervista a LUCIO SANDRI, presidente della Sezione Autotrasporto di Confindustria Trento. di SILVIA BRUNO

PRESIDENTE,

può tracciare un quadro della situazione attuale del settore? Lo scenario attuale è tutt’altro che uniforme. Vi sono nicchie che non hanno subito i contraccolpi della crisi, e che anzi continuano a lavorare bene perché hanno saputo evolversi nella giusta direzione: penso a quanti gestiscono il rifornimento alimentare della grande distribuzione con i mezzi frigoriferi, trasportando anche prodotti locali. Soffre moltissimo invece chi si occupa di trasporto a collettame, soprattutto in ambito internazionale, anche se i segnali di attenzione manifestati dal Governo nella Finanziaria potranno fornire un po’ di sostegno.

Lucio Sandri

Non si ravvisano segnali di ripresa? Non direi. Le conseguenze di quanto accaduto negli ultimi anni restano pesanti, perché ancora non si è provveduto alla soluzione dei problemi che da sempre fiaccano il settore. Il costo del lavoro, in primo luogo: oggi, come in passato, il differenziale tra l’Italia e i Paesi dell’Est neo comunitari sfiora addirittura il 50%. E nemmeno le delocalizzazioni, alle quali in tanti hanno fatto ricorso durante la crisi per non perdere di competitività di fronte alle imprese straniere, si è dimostrata una soluzione realmente efficace. Recentemente, a fronte di una politica europea a dir poco suicida, alcuni stati membri hanno introdotto misure atte a normare la presenza straniera, che ha conseguenze pesanti anche per l’erario: si calcola che ogni camion italiano “perduto” comporti per lo Stato un mancato introito pari a 70mila euro. Come detto, nell’ultima Finanziaria si è introdotto un provvedimento che prevede un abbattimento dei costi per gli autotrasportatori che totalizzano almeno 100 giornate di attività internazionale. Quali altre problematiche sono tipiche del settore? Sulle finanze delle imprese dell’autotrasporto incide in maniera pesantissima il rigore dei controlli stradali: la circolazione dei mezzi pesanti è regolata da un sistema estremamente complesso, e le multe comminate per le infrazioni dei vettori per il trasporto merci pesano per migliaia e migliaia di euro. Per carità: la complessità degli adempimenti burocratici e il rigore nell’applicazione delle normative non ci spaventa, se comporta la selezione delle imprese “sane”. Le riserve espresse si riferiscono ai casi in cui, in modo cavilloso, vengono rilevate sanzioni pesanti per infrazioni

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41 speciale autotrasporto

di modesta gravità. Oltre al fatto che i controlli interessano prevalentemente i vettori italiani. Come anche per gli altri settori, il problema della liquidità e dell’accesso al credito resta ancora oggi tra i più sentiti per molte delle nostre aziende: in particolare per quelle abituate a fare ricorso a un ricambio frequente delle flotte. Ma in questo senso uno sforzo è stato fatto con il rifinanziamento del fondo centrale di garanzia. L’andamento del costo del petrolio ha generato invece una situazione paradossale: le impennate del passato avevano portato tante imprese all’agonia; il calo attuale ha offerto ai clienti un pretesto per chiedere ulteriori sconti rispetto a tariffe già oggi inadeguate.

Schio e di Thiene, garantendo più di ogni altro intervento un futuro all’interporto di Trento. Seguiamo con entusiasmo i lavori di avanzamento del tunnel del Brennero. Sbaglia chi crede che gli autotrasportatori possano guardare con sospetto al trasporto su rotaia: crediamo invece che lo sviluppo di una intermodalità efficiente, veloce e funzionale vada a tutto vantaggio delle attività delle aziende più solide e strutturate, purché garantisca un abbattimento dei costi e un aumento della qualità del lavoro e del servizio.

Vogliamo credere che questi possano essere i segnali di una svolta… Abbiamo la sensazione che a Trento, come a Il tema delle infrastrutture, invece, soprattutto Roma, sia maturata una sensibilità rinnovata nei in Trentino, sembra essere arrivato a uno sno- confronti delle problematiche del nostro settodo cruciale. re. Il Governo nazionale, come dicevo prima, ha Finalmente anche il governo locale sembra pros- intrapreso anche nella pratica un percorso di atsimo a recepire le indicazioni di Roma sul fronte tenzione; con quello provinciale e in particolare della Valdastico: intervento che attendiamo da con l’Assessore ai Trasporti Gilmozzi, abbiamo avtempo, per il quale abbiamo sempre manifestato viato un dialogo che si preannuncia costruttivo. consenso assoluto, e che siamo certi non avrà che Dal canto nostro, continueremo a rappresentare un impatto positivo sulla vivibilità e la produtti- le istanze del settore, affinché le politiche adottate vità del territorio. Alternativa efficace al già saturo per il futuro premino gli operatori di qualità, e Quadrante Europa di Verona, l’arteria favorirà le non quanti sono “competitivi” a scapito della serelazioni con l’area fortemente industrializzata di rietà e del rispetto del capitale umano.

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42 informazione pubblicitaria

Nuove sinergie in Trentino Alto Adige per Schenker Italiana S.p.A. Con il potenziamento della filiale di Trento e una nuova sede per Bolzano che si trasforma in Centro di Coordinamento e Assistenza Commerciale.

La filiale di Schenker Italiana a Trento presso l’interporto

Paronamica dei Gateway terrestre, marittimo e della logistica di Schenker Italiana situati a Peschiera Borromeo (MI)

tare e di servizi a valore aggiunto

ruolo di raccolta e distribuzione di

richiesti. La decisione di potenziare

merci verso tutte le desti-nazioni,

l’attuale struttura esitente a Trento

anche con linee dirette, o di ulte-

creando un Hub Regionale rispon-

riore appoggio agli altri Hub del

de a queste esigenze e permetterà

nord Italia del network Schenker. In

Il mercato dei trasporti e della

di mettere a disposizione della

questo contesto l’Hub Regionale

logistica deve far fronte a conti-

clientela una piattaforma dedica-

di Trento e il Centro di Coordina-

nui mutamenti e alle numerose

ta al trasporto e alla logistica di

mento di Bolzano saranno per-

richieste di piatta- forme qualifica-

maggiori dimensioni e capacità.

fettamente integrati con la rete di

te, attrezzate e dotate di risorse tali

Una scelta non casuale: la filiale di

trasporto e distribuzione di Schen-

per poter rispondere con sempre

Trento del network italiano di DB

ker Italiana che dispone di 40 punti

maggiore professionalità a funzioni

Schenker si trova infatti all’inter-

operativi distribuiti in tutta Italia e

che sono diventate sempre più

no della struttura interportuale

4 Gateway per i trasporti terrestri,

complesse ma anche più esigenti

trentina che è dotata di moderni

aerei e marittimi e per la logisti-

in termini di tempistiche da rispet-

magazzini, di servizi doganali, di

ca, situati a Peschiera Borromeo

uno scalo ferroviario e un terminal

(MI), dove si trova anche la Sede

intermo- dale fornito di 9 binari e

principale. DB Schenker è uno dei

che rappresenta il punto cruciale

principali operatori di trasporto e

della regione per i flussi di traffico

logistica al mondo, con una rete

in entrata in Italia e in uscita verso

di trasporti terrestri di 720 filiali in

il nord-est europeo. Entro Aprile

Europa ed un network globale di

2016 anche la filiale di Bolzano

2000 uffici in oltre 130 paesi nel

avrà una nuova sede più adatta

mondo. DB Schenker è la busi-

alla funzione di attività commercia-

ness unit dedicata al trasporto di

le e di coordinamento e supporterà

merci e alla logistica di Deutsche

l’Hub Regionale di Trento nel suo

Bahn (Ferrovie Tedesche).

Schenker Italiana S.p.A.

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43 speciale autotrasporto

"C'è la crisi, ma ci sono anche le commesse" Attiva dal 1939 (e dal 1971 nel trasporto internazionale), Autotrasporti Pedot sfida i competitor puntando sulla qualità del servizio, sull'affidabilità e sul rispetto dell'ambiente. di ALESSANDRO DE BERTOLINI

“SONO

i trasporti internazionali il nostro core business. Lavoriamo per una committenza sia italiana sia straniera in tutti i mercati d’Europa. Lo zoccolo duro è rappresentato tradizionalmente dalla Germania, ma siamo molto impegnati anche con la Francia, con i Paesi del nord, con i Paesi Bassi e nei mercati emergenti dell’Europa dell’est: Romania, Bulgaria, Slovacchia, Ungheria, Serbia, Croazia”. Stefano Pedot è amministratore delegato e presidente della omonima azienda Autotrasporti Pedot Srl di Lavis. Terza generazione di una famiglia di autotrasportatori – il nonno Eugenio iniziò l’attività in valle di Cembra nel 1939 – ha respirato fin da bambino lo spirito d’impresa seguendo a piccoli passi papà Elio e zia Lucia. “Quando i miei compagni di banco giocavano con i camion io salivo già su quelli veri”, ricorda. Poi, dopo un percorso di studi classici, una laurea in Giurisprudenza, alcuni periodi all’estero e l’acquisizione dell’uso corrente del tedesco, inizia a lavorare a tempo pieno nell’attività di famiglia. “La conduzione famigliare dell’azienda è sempre stata e rimane ancora oggi il nostro punto di forza”, precisa. “Sono entrato in azienda nel segno della continuità con un percorso di crescita che è stato graduale e condiviso”. Il passaggio generazionale si formalizza nel 2010. Nel 2013 scompare prematuramente il padre Elio. Lucia, dopo tanti anni di lavoro all’interno e all’esterno dell’impresa, con ruoli importanti di rappresentanza nel settore degli autotrasporti sia a livello provinciale sia in ambito nazionale, rimane al fianco di Stefano occupandosi dei rapporti con le istituzioni e con le associazioni di categoria. Grazie a una forte diversificazione e alla vocazione al trasporto internazionale – nonno Eugenio cominciò a trasportare all’estero e dall’estero già

Stefano Pedot

dal 1971 – Autotrasporti Pedot ha saputo far fronte senza grandi contrazioni a un decennio di pesante difficoltà per il settore. Le commesse non mancano ma soltanto il 5% del fatturato fa riferimento a clienti trentini. “In Trentino e in Italia le aziende vedono spesso come una scocciatura occuparsi di organizzare il trasporto del proprio prodotto, mentre all’estero il ruolo dell’autotrasportatore gioca un ruolo di vero e proprio partner per l’azienda. Auspichiamo su questo un cambio di mentalità”. A mettere in ginocchio il comparto dell’autotrasporto è stata una serie fattori che non ha dato tregua alle piccole imprese come pure alle realtà medio grandi. Non si è trattato unicamente della crisi del 2009. Stefano Pedot prova a tracciare un

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bilancio. “Fino al 2005 – spiega – ci siamo confrontati con i tradizionali concorrenti europei: prevalentemente centro e nord Europa. Con loro ci misuravamo ad armi pari. Poi, con le nuove normative sulla liberalizzazione del trasporto internazionale, i paesi dell’Europa dell’est sono diventati nostri competitors generando una situazione di squilibrio a nostro danno. Il costo del lavoro in quelle aree è più basso e la burocrazia è meno invasiva. Non è un caso, infatti, che la Polonia si presenti oggi con una flotta di automezzi tra le maggiori in Europa, seconda solo alla Germania. A distanza di diversi anni, le condizioni di vantaggio dei Paesi dell’est permangono tuttora. Con lo sviluppo di queste economie emergenti, inoltre, ha perso progressivamente importanza la direttiva di scambio nord-sud a vantaggio di quella est-ovest. Un secondo fattore, questo, che sta condizionando il nostro comparto data la dipendenza dell’area trentina, e più in generale del nord Italia, dalla via di commercio nord-sud. La crisi dei mercati del 2009, che ha colpito tutti i settori e in modo molto pesante il nostro, è intervenuta su tale contesto, aggravando una situazione già piuttosto critica. A peggiorare ulteriormente le cose non va dimenticato il ruolo avuto dalle banche: dal 2009 l’accesso al credito è diventato per noi autotrasportatori sempre più difficile in un quadro in cui gli istitu-

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ti bancari non hanno saputo svolgere quel ruolo di partnership che ci aspettavamo. E che, non di rado, si riscontra invece all’estero. Per queste e altre ragioni il nostro settore ha patito molto e si è ridotto significativamente. Si sono ridotti gli addetti, si sono ridotte le aziende, si sono ridotti gli automezzi e i veicoli italiani sulle strade”. Gli autotrasportatori trentini non possono competere con i prezzi che i loro omologhi dell’est sono in grado di offrire per le stesse prestazioni. Per fare la differenza occorre puntare sulla qualità del servizio, sulla affidabilità e su altre espressioni di valore aggiunto. Non ultimo il rispetto dell’ambiente. Già nel 2005 Autotrasporti Pedot decise di investire sull’ammodernamento del parco macchine puntando su trattori stradali (camion) Euro 5: “Una scelta – spiega Stefano – motivata sia da ragioni di bilancio (viaggiare in Germania e in Austria con automezzi di ultima generazione comporta il pagamento di tariffe di pedaggio leggermente inferiori) sia da motivazioni etiche (sono politiche aziendali in cui bisogna credere davvero, perché non sempre l’analisi dei costi/benefici è sufficiente)”. Discorso analogo per quanto riguarda il trasporto intermodale, dove il semirimorchio non viaggia solo su gomma ma anche su ferrovia. In questo caso, però, ai benefici ambientali corrisponde un’ampia gamma di vantaggi per l’azienda: una migliore organizzazione del lavoro, migliori condizioni per l’autista, minor congestione delle strade, maggior sicurezza nel trasporto della merce. “Abbiamo sempre creduto in questa strategia – sottolinea Pedot – anche se in Trentino non è facile praticarla. L’interporto di Trento offre al momento solo un servizio di trasporto ferroviario accompagnato (Ro.La), in cui oltre al semirimorchio viene trasportato sul vagone anche il trattore e l’autista al seguito. L’interporto di Verona, invece, è attrezzato per i carichi ‘non accompagnati’ (il trattore e l’autista possono essere dedicati ad altri servizi, ottimizzando l’organizzazione e l’orario di lavoro), ma è piuttosto distante da Trento. Ciò spinge le aziende che offrono servizi di trasporto intermodale a guardare a Verona come piattaforma ideale per lo sviluppo dell’attività futura. Sul punto, occorrerebbe riprendere il discorso con gli amministratori e con i colleghi”.


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Non solo trasporti, ma servizi di qualità Giunta alla seconda generazione, Cit Castellani inerti trasporti Srl ha saputo adeguarsi alle esigenze del mercato: oggi guarda al futuro con positività grazie a importanti commesse e a nuovi progetti.

“I PARTNER

commerciali che si rivolgono a noi cercano uno standard qualitativo elevato, alta affidabilità e puntuale rispetto delle programmazioni dei carichi e delle consegne. Riusciamo a offrire questo servizio tramite una gestione attenta con il controllo minuzioso delle attività, il rigoroso rispetto normativo, l’utilizzo di personale qualificato ed esperto e la tracciabilità delle spedizioni”. Credere nella qualità del servizio, quindi, non soltanto nel miglior prezzo. È questa la priorità dei fratelli Castellani, al timone dell’impresa di autotrasporti di famiglia. “La sempre crescente complessità legislativa del settore e il confronto con nuovi mercati richiede competenza, flessibilità, impegno costante e la capacità di offrire al cliente un servizio, non soltanto un trasporto”. Cristina, Fulvio e Gianni sono la seconda generazione di un’azienda a conduzione famigliare che vede nell’attività del padre fondatore, Gianfranco Castellani, il punto di partenza di una realtà solida radicata sul territorio. Nel corso di alcuni decenni – oltre mezzo secolo di vita – l’azienda ha cambiato pelle adeguandosi continuamente alle urgenze del mercato . Cit Castellani inerti trasporti Srl, con sede a Chizzola di Ala lungo l’asse nord-sud dell’Autobrennero, è oggi specializzata nel trasporto e nella gestione di rifiuti. Ma l’avventura imprenditoriale di Gianfranco Castellani ebbe inizio diversamente. “Alla fine degli anni 50 – spiegano i fratelli Castellani – papà, poco più che quindicenne, mosse i primi passi nel duro campo dell’estrazione dei marmi caricando personalmente i camion che conduceva dalle cave di famiglia verso gli impianti di lavorazione finale. In seguito, dall’estrazione e trasporto dei marmi passò alla sabbia, un’attivi-

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tà impegnativa ma meno pericolosa. Fu sul finire degli anni 70 che intuì le potenzialità del settore dei rifiuti. Di lì in avanti si concentrò anche su questo comparto e per anni, quasi un ventennio, gestì le discariche del comprensorio della Vallagarina. Secondariamente continuò l’attività di estrazione e trasporto in conto terzi”. Gli anni 80 sono il periodo del ricambio generazionale, quando i figli di Gianfranco entrano in azienda. Con le strutture idonee e con le autorizzazioni necessarie – “fummo tra i primissimi ad

I mezzi di Castellani, grazie alla molteplice disponibilità di allestimenti, possono trasportare ogni tipo di rifiuto, pericoloso e non, nello stato liquido, alla rinfusa o confezionato in colli, anche in regime Adr. adeguarci in questo senso” – il settore del trasporto e gestione rifiuti viene ulteriormente potenziato grazie anche all’acquisizione di un’importante cliente locale e si caratterizza come il core business principale di Castellani. “Con queste credenziali – prosegue Fulvio – in poco tempo siamo diventati tra i principali esportatori di rifiuti su territorio estero e abbiamo maturato un’esperienza unica nel settore effettuando diverse migliaia di spedizioni transfrontaliere con successo, rispettando sempre le consegne, le tempistiche e le modali-


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tà. Abbiamo così potuto affermarci come piccola- per conto di aziende estere”, spiegano i fratelli Castellani. I committenti sono grosse aziende e media impresa sul territorio”. Situata a pochi chilometri dal casello autostradale importanti gruppi del nord della Penisola, per i di Ala, Cit Castellani gode di una certa vicinanza quali l’impresa di Chizzola cura la spedizione dei con Verona, sito strategico sull’asse commerciale rifiuti. Lo smaltimento avviene in vari Paesi d’Euest-ovest per il nord Italia. Trovandosi sull’asta ropa. “Non soltanto in Italia – continuano – ma del Brennero, tuttavia, concentra i propri affari anche in Germania, Austria, Svizzera, Danimarca nell’area di scambio nord-sud. Perciò si serve della e Francia”. stazione dei treni di Trento e del Brennero per il La concorrenza di aziende in maggioranza estere, che utilizzano manodopera a basso costo, ha trasporto intermodale accompagnato. L’azienda possiede tutte le certificazioni più ag- messo a dura prova l’azienda di famiglia. “Non giornate in tema di sicurezza sul lavoro e rispet- è facile competere con i loro prezzi” spiegano. to dell’ambiente. I mezzi di Castellani, grazie alla “All’interno della comunità europea si avverte la molteplice disponibilità di allestimenti, possono mancanza di un’armonizzazione. In Italia siamo trasportare ogni tipo di rifiuto, pericoloso e non, gravati da un costo del lavoro più alto, dal peso nello stato liquido, alla rinfusa o confezionato in della burocrazia ma anche da tempi di carico/scacolli, anche in regime Adr. Ma non solo. “Oltre a rico e di pagamento inadeguati. Per non perdere questo tipo di trasporto specifico, che negli ultimi le nostre quote di mercato puntiamo sulla qualità anni ci ha consentito di arginare in parte le crisi del servizio e sull’etica professionale, che da semeconomiche e di settore, effettuiamo il trasporto pre ci contraddistingue. Questi principi sono alla di merci generiche, perlopiù materie prime secon- base del nostro spirito imprenditoriale”. darie riconducibili al riciclaggio o riutilizzo (rotta- Uno spirito di impresa che ha sempre ripagato me, vetro, carta da macero, legno, sabbie) oltre che degli sforzi fatti e che, a inizio 2016, aiuta a intravedere importanti segnali di ottimismo “Da pallettizzate”. Il mercato di riferimento è quello europeo, ben al quest’anno – concludono Cristina, Fulvio e Giandi fuori dei confini nazionali. “Andiamo all’estero ni – Cit guarda al futuro con positività grazie a per una committenza italiana rientrando in Italia importanti commesse e a nuovi progetti”. (adb)

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48 informazione pubblicitaria

Mercedes in Trentino è Autoindustriale Con Actros si entra in una nuova dimensione dell’autotrasporto

Actros é un autocarro che entusiasma per tanti motivi. Con le sue nuove cabine di guida assicura il massimo comfort. Dispone di numerose innovazioni tecniche votate al risparmio di carburante e offre servizi perfettamente armonizzati tra loro che rendono i trasporti ancora più redditizi ed efficienti. Inoltre su strada è leggero, sicuro e imperturbabile come nessun altro autocarro. E grazie all’ampia gamma di equipaggiamenti e modelli disponibili permette di scegliere una configurazione perfetta praticamente per qualsiasi tipo di impiego nel trasporto a lungo raggio. Actros consente una gestione professionale della manutenzione con Fleetboard. Ridurre i tempi di fermo e costi: è questo l’obiettivo della programmazione telematica della manutenzione. Fleetboard mette a disposizione dell’officina i dati del veicolo tramite il servizio telematico. Presso Autoindustriale si trova tutta la gamma di veicoli commerciali e industriali Mercedes. Efficienza, consumi ridotti e grande sicurezza questa è la promessa di Mercedes-Benz.

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Protagonisti nel trasporto di alimenti freschi La scelta di Baldo Trasporti, che opera nel comparto del trasporto a temperatura controllata e per questo ha schivato gli effetti della crisi. "Ma andremo all'estero perché così non si può andare avanti".

BALDO TRASPORTI

conta oggi più di cinquanta dipendenti. Nel comparto del trasporto a temperatura controllata – “abbiamo 35 mezzi con celle frigorifere” – l’azienda è la più importante realtà del Trentino e uno dei principali protagonisti in Italia sull’asse commerciale nord-sud. “Raccogliamo frutta e verdura fresca in tutta Italia”, spiega Armando Baldo. “La merce giunge qui, nel nostro stabilimento di Nomi, e da qui la trasportiamo per i nostri committenti nel nord Europa: Austria, Germania, Olanda e Belgio”. La specificità del settore alimenti freschi (un comparto di nicchia nel mondo degli autotrasportatori) insieme alla serietà della famiglia Baldo ha tenuto l’azienda lontano dagli effetti negativi della crisi economica. “Non abbiamo avuto contrazioni – spiega Baldo – e stiamo continuando a lavorare bene”. Fatturati incoraggianti, giro d’affari in crescita. Parco macchine in costante rinnovamento e numero di dipendenti stabile. Ciò nonostante, l’azienda pensa di trasferirsi all’estero appena sarà possibile. “Così – dice Baldo – non si può più andare avanti”. Armando Baldo è la seconda generazione di una famiglia di autotrasportatori di lunga data. Suo padre, Tullio, iniziò l’attività tra le due guerre quando, nel 1938, effettuò le prime consegne di frutta e verdura servendosi di un carro trainato da buoi. Armando oggi governa l’azienda assieme al figlio Nicola e ai nipoti Alessandro e Pamela. Il suo è uno sfogo e un grido d’allarme. “Se costretti, sposteremo l’attività fuori dall’Italia, dove stiamo cercando contatti e abbiamo avuto buoni riscontri. Qui non si può più stare. Il costo del lavoro è troppo alto. La pressione fiscale è insostenibile. I controlli sono eccessivi e vengono condotti senza un minimo di elasticità. La burocrazia è un enor-

me ostacolo. La politica e gli amministratori ci costringono a fare le valigie”. La voce di Baldo non è solo quella dell’azienda di famiglia ma quella di un intero settore. “Non ci aspettiamo aiuti dallo Stato né dagli amministratori locali, ma almeno pretendiamo che non ci ostacolino. Vogliamo pagare le nostre tasse, ma non possiamo sopportare una pressione fiscale

"Il costo del lavoro è troppo alto. La pressione fiscale è insostenibile. I controlli sono eccessivi e vengono condotti senza un minimo di elasticità. La burocrazia è un enorme ostacolo. La politica e gli amministratori ci costringono a fare le valigie” .

esagerata. Vogliamo seguire le regole, ma non si può lavorare in un Paese dove non c’è certezza sulle normative perchè queste cambiano in continuazione”. Perciò le aziende scelgono la via della delocalizzazione. “La concorrenza con gli autotrasportatori che giungono in Italia dall’estero – continua Baldo – è insopportabile. Il lavoro nell’est Europa costa meno. Ma non è solo questo il problema. Ora dobbiamo competere non soltanto con le molte aziende italiane che si sono trasferite all’estero, dove pagano tasse minori, ma anche con

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quelle rimaste che si avvalgono di personale interinale proveniente da aziende estere. È così che gli imprenditori se ne stanno andando dal Trentino e dall’Italia. Quelli che non hanno chiuso hanno spostato l’attività. Negli ultimi anni il nostro settore si è ridotto. Sono spariti dal Trentino almeno mille camion. La maggior parte delle aziende più grosse ha dichiarato fallimento o concordato. Siamo rimasti in pochi. E forse per questo siamo tartassati di controlli, ora più che mai”. Baldo insiste sul problema dei controlli. “Siamo passati da un eccesso all’altro. Le regole vengono applicate in modo troppo rigido senza tenere conto dei problemi reali degli autotrasportatori, degli autisti e degli imprevisti del traffico, che sono all’ordine del giorno. Se gli autisti sforano di 15 minuti sugli orari di guida, che per legge devono rispettare, vanno incontro a multe salatissime fino a diverse migliaia di euro. Nell’applicare una sanzione non è possibile prescindere completamente da queste considerazioni. Ai controlli sulle strade si aggiungono quelli in azienda. Anche questi, come gli altri, avvengono con le stesse modalità senza la minima capacità di calarsi nel mondo reale dei trasporti”.

FBK in Giappone per la più importante fiera internazionale dedicata alle nanotecnologie A fine gennaio la Fondazione Bruno Kessler si è presentata al Giappone durante il salone “Nano tech 2016” di Tokyo. Nell’ambito del seminario “Industrial cooperation opportunities and perspectives between Italian and Japanese companies on nanotechnologies”, Vittorio Guarnieri, program manager del Centro Materiali e Microsistemi, ha curato una relazione dal titolo “Fbk-Cmm: Where innovation is led by R&d” che ha permesso agli operatori del settore di conoscere i prodotti e la tecnologia di Fbk. Il seminario ha coinvolto anche la stampa e i centri di ricerca che operano in Giappone e negli altri paesi. L’area espositiva allestita ​presso il padiglione nazionale dell’Ambasciata italiana a Tokyo dall’Agenzia Ice ha ospitato la Fondazione con il suo Cmm e altre tre aziende: NanoShare Srl (attività di R&s mirate al trasferimento tecnologico), LFoundry Srl (semiconduttori) e StMicroelectronics (semiconduttori).

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Il trasporto di cibi freschi e deperibili impone tempi stretti e molti rigidi. In questa nicchia di mercato Baldo Trasporti riesce a distinguersi dai competitors dell’est Europa garantendo ai clienti maggior affidabilità e puntualità nelle consegne. “Il 90% dei nostri trasporti si concentra sulla frutta e sulla verdura”. Il restante 10% riguarda altri prodotti freschi: latte, yogurt, formaggi, carni, succhi, pesce, cioccolato, acqua, pizze ma anche prodotti di chimica e di farmaceutica. Per questi ultimi l’azienda si è dotata di un parco macchine speciale. “La nostra reperibilità – continua Baldo – è assicurata 24 ore su 24. Lavoriamo 7 giorni su 7 per 365 giorni all’anno”. Lo stabilimento di Nomi, dove si trova il piazzale per il parco automezzi, serve anche per la logistica. Il grosso del lavoro avviene su gomma ma una parte dei camion si muove su ferrovia. Baldo Trasporti si appoggia sulla stazione dei treni di Trento dove gli autisti utilizzano la linea ferroviaria verso i paesi del nord Europa caricando su vagone la motrice con rimorchio al seguito (trasporto intermodale accompagnato). Per quanto riguarda, infine, l’assistenza dei mezzi, “possiamo contare all’interno della nostra struttura sull’attività della Baldo Gestioni Srl, un’officina meccanica specializzata nelle manutenzioni e nelle riparazioni di automezzi nostri e di terzi. Disponiamo di strumenti e tecnologie all’avanguardia per risolvere in tempi brevi tutte le problematiche di tipo meccanico, elettrico ed elettronico”. (adb)


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Gottardi Autotrasporti nell'anno della rinascita Gottardi Autotrasporti Srl ha superato la crisi grazie a un piano di riorganizzazione totale, alla diversificazione, al "grande sforzo di tutti i dipendenti che si sono ridotti lo stipendio per tre anni”.

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il 2011 e il 2013 il momento peggiore. Sono stati tre anni durissimi. Tre anni neri. Alcuni tra i nostri clienti maggiori sono falliti e molti altri hanno smesso di pagare. E nel momento più difficile le banche ci hanno lasciati soli. Nonostante il buon nome della mia famiglia e una lunga tradizione, che ci ha fatto conoscere come persone serie ed affidabili quali siamo, le banche ci hanno voltato le spalle anche a fronte delle garanzie che fornivamo e del piano industriale che presentavamo”. Andrea Gottardi, titolare di Gottardi Autotrasporti Srl di Trento, racconta così il momento più difficile della sua azienda. Poi, grazie a una determinazione di ferro e alla capacità di individuare strategie giuste al momento giusto, l’attività è ripartita rinnovando sé stessa con nuove spinte e motivazioni.

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È con un certo orgoglio che Andrea può parlare oggi del 2015 come dell’anno della rinascita. “Abbiamo dovuto fare un piano di riorganizzazione totale – spiega – tagliando i rami d’impresa poco redditizi, individuando clienti in grado di pagare, implementando collaborazioni con colleghi veri e, soprattutto, diversificando. A questo si aggiunga il grande sforzo di tutti i nostri dipendenti che si sono ridotti lo stipendio per tre anni”. La storia di Gottardi ha radici profonde. Quasi un secolo fa, negli anni 20 del 900 nonno Erminio iniziò a trasportare legna e vino a cavallo dalla valle Cembra - dove la famiglia ha origini – verso la città. Di qui ritornava in paese carico di derrate alimentari. Alla fine degli anni 60 Giovanni, il papà di Andrea, proseguì l’attività su gomma dando inizio a un’azienda propria. L’impresa crebbe con l’aiuto di Anna, la moglie di Giovanni, che lo supportò sempre. Anche quando, a inizio anni 90, entrarono in azienda Andrea e i fratelli. “Nel 2011 – spiega Andrea – con l’arrivo della crisi ci trovammo di fronte a un bivio: o mollare o rinnovarci. Fu così che decisi di acquistare tutte le quote dai miei fratelli e proseguire con mio padre, che ancora oggi ricopre il ruolo di presidente all’interno dell’azienda”. Così, sulla base di un percorso intrapreso nel 2011, Gottardi Autotrasporti ha superato la crisi abbandonando il tradizionale settore di competenza – quello del trasporto di porfido, cemento e materiali per l’edilizia – per rivolgersi al trasporto di rifiuti. È questo il core business dell’azienda, accanto al quale sopravvivono il trasporto di frutta per uso industriale (il cliente più importante ha sede a Merano in Alto Adige) e in minima parte il trasporto porfidi. Su queste basi Gottardi ha formato una nuova identità aziendale di trasporto.


Posa della prima pietra del bacino Montagnoli a Madonna di Campiglio

L’ingresso nel settore del trasporto dei rifiuti non fissi. Inoltre, sempre in un’ottica di diversificazioè stato facile. “Dapprima ci siamo mossi in pun- ne, Andrea Gottardi ha puntato sul settore siderurta di piedi con la nuova clientela. E un po’ alla gico. “La riapertura delle acciaierie di Borgo Valsuvolta abbiamo saputo farci apprezzare per le gana, con nuova proprietà, ci vede impegnati sia nostre qualità: serietà, onestà e affidabilità”. Gli direttamente che tramite una forte collaborazione automezzi di Gottardi trasportano qualsiasi tipo con un collega bresciano”. di rifiuto, dalla plastica al vetro, dalla carta agli Per Gottardi lavorano attualmente trentacinque inerti. Prelevano i rifiuti per vari clienti in tutto il dipendenti. Gli autisti sono trentini e rumeni. territorio del Trentino-Alto Adige e fuori dei confi- “Personale qualificato e molto affidabile”, dice ni regionali per consegnarlo nei bacini di raccolta. Andrea. “La serietà dei dipendenti è per noi una Oltre al mercato italiano l’azienda si è affacciata priorità. La qualità del nostro lavoro la fa anche anche all’estero. Tra le commesse più importanti l’autista”. Come gli autisti, lo “stato di salute” del Gottardi ha recentemente lavorato per Expo e per parco mezzi è prioritario. “Abbiamo un flotta di lo smaltimento di rifiuti legati al grande cantiere 26 automezzi e tutti, tranne uno, hanno meno di della nuova tangenziale est di Milano, la costru- tre anni di vita. Nel 2013 abbiamo intrapreso un zione dell’autostrada Bre-Be-Mi e la nuova tratta investimento molto impegnativo per il rinnovamento dei mezzi. Ora possediamo quasi esclusivaferroviaria alta velocità a Treviglio. Un settore delicato, quello dei rifiuti, che ha ri- mente veicoli Euro 6, efficienti e poco inquinanti”. chiesto a Gottardi una forte implementazione in A contraddistinguere l’azienda, infine, sono la catermini di competenze e un veloce adeguamento pacità di risolvere sul momento le situazioni più agli standard più recenti. “In pochi anni – prose- varie e rispondere alla committenza non come gue – abbiamo acquisito tutte le certificazioni ne- semplice vettore di trasporto ma come vero e processarie per il rispetto delle normative in tema di prio partner. “È questa – sottolinea Andrea Gotqualità, sicurezza e ambiente. A completamento tardi – la nostra grande forza: diventare partner di ciò abbiamo investito molto sulla formazione del cliente trovando le soluzioni migliori con il dei nostri dipendenti”. A novembre 2014 Gottardi massimo dell’affidabilità. Nel nostro settore ciò Autotrasporti ha ottenuto il Riconoscimento di ec- che conta non è soltanto il prezzo del servizio, ma cellenza da parte di Certiquality “per l’eccellenza la qualità e l’affidabilità”. gestionale conforme alle norme Iso 9001, Iso 14001 Dopo anni di difficoltà Gottardi Autotrasporti ha così saputo riaffermarsi su un mercato in e Bs Ohsas 18001”. Per incrementare l’attività, nel 2013 Gottardi Au- profonda crisi, dove si intravedono però segnali totrasporti è subentrata a un’azienda che si oc- incoraggianti. “Si nota una certa ripresa del setcupava della gestione degli scarti di lavorazione tore – conclude Andrea – pure se a piccoli passi. per Ideal Standard, marchio leader in Italia nel Ciò nonostante, come più volte ho avuto modo mercato dei sanitari. A Trichiana, in provincia di di sottolineare, nel nostro settore dobbiamo fare i Belluno, Gottardi gestisce ora gran parte dei rifiuti conti anche con la concorrenza sleale di appalti e della multinazionale veneta con due dipendenti commesse viziate da infiltrazioni mafiose”. (adb)

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Come ieri, più di ieri: Arcese guarda al futuro A un passo dalle cinquanta primavere l'azienda trentina, che collabora con marchi di rilevanza internazionale, si conferma leader del settore sul territorio nazionale.

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è appena concluso un anno importante per il Gruppo Arcese. Il 2015 infatti, ha visto una crescita delle performance economiche delle attività core, nuove collaborazioni e la conferma di importanti contratti con clienti già consolidati. Anche il percorso strategico di differenziazione di settori è proseguito - continua la crescita nel mondo fashion e food & beverage - e mercati serviti hanno sempre maggiore orizzonte europeo. Tra le novità del 2015 si cita la partnership con Kia-Hyundai per la distribuzione ricambi in Italia, ciò conferma Arcese come leader del settore sul territorio nazionale. Sempre in ambito automotive, dal gennaio 2016 si è inaugurata la nuova rotta intermodale che permette di servire il cliente Ford con un importante collegamento tra la Germania occidentale e la Romania, dove la casa automo-

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bilistica statunitense produce il modello B-Max destinato al mercato europeo. Nel corso dell’anno si è consolidata anche la collaborazione con Lvmh, il gruppo francese leader nel lusso. È stata rinnovata la partnership con Dior per la raccolta dai fornitori in Italia e inoltro al magazzino centrale a Blois, in Francia. Arcese si è aggiudicato la gara per la distribuzione del prodotto finito per il marchio Louis Vuitton in Svizzera, aggiungendosi ai mercati di Spagna, Portogallo, Italia e Romania già serviti da Arcese da diversi anni. A fine anno, a conferma del know-how e capacità sviluppate nel mondo della moda, inizia la collaborazione con Abercrombie & Fitch Co., il rinomato marchio statunitense di abbigliamento casual giovanile. Oggi Arcese è responsabile della distribuzione del prodotto finito a tutti i negozi in Italia dei brand Abercrombie e Hollister. Da segnalare, tra le principali novità degli ultimi 12 mesi, l’inizio della collaborazione con Amazon - uno dei leader mondiali nel settore e-commerce - per la campagna natalizia 2015. Arcese è diventato in poche settimane un player di rilievo, con i propri asset, in un sistema logistico spinto come quello della azienda americana collaborando su alcune tratte internazionali in Europa. “La strategia e gli obiettivi dell’azienda sono sempre rivolti al futuro - spiega Lorenzo Piccoli, Business Development Manager del Gruppo Arcese -. “Le tre parole chiave che guideranno i nostri piani di crescita sono: business analytics, innovazione tecnologica e processi, sostenibilità. Secondo Arcese sono questi i macro trend di settore da seguire per continuare a competere e distinguersi nel mercato moderno. Il settore della logistica è nella posizione ideale per beneficiare dei progressi tecnologici e metodologici legati alla raccolta e allo sfruttamento


dei Big Data. La Big Data analytics ha un potenziale intraprese in tal senso, si possono citare: molti incredibile nel migliorare l’efficienza operativa del dei nuovi siti del Gruppo sono dotati di impianti settore e la soddisfazione del cliente, può addirit- fotovoltaici per la produzione di energia rinnovatura creare nuovi modelli di business cogliendo in bile, sono stati introdotti mezzi alimentati a meanticipo i nuovi comportamenti del consumatore tano per la distribuzione in alcuni centri storici finale. Oggi, e sempre di più in futuro, è la merce in Italia, sono stati effettuati dei test per inserire che va alle persone e non più viceversa, è la do- nella flotta nuovi mezzi alimentati a Gnl (Gas namanda che determina i flussi logistici, e non solo turale liquido). Da ricordare, inoltre, che il Grupquelli più visibili dell’ultimo miglio. Per questo è po lavora attivamente nel migliorare la sostenirichiesta un’organizzazione non solo in grado di bilità degli imballi, nell’ottimizzare i carichi e gli prevedere questi trend ma anche agile e flessibile, instradamenti dei propri mezzi, così come nello capace di rispondere in maniera efficiente e imme- sviluppo dell’intermodalità ferrovia-mare-gomma. “Con grande soddisfazione, nel 2015 Arcese è stata diata alle esigenze del mercato. Riguardo alle tecnologie invece: la crescente una tra le prime aziende del settore in Italia ad complessità e il dinamismo delle supply chain ottenere la certificazione-Iso/Ts 14067 aggiunge Picmoderne richiedono soluzioni di Information coli -. Grazie a questo nuovo riconoscimento oggi Technology innovative ed evolute. In particolare, siamo in grado di misurare e certificare la Carassumono un ruolo sempre più importante le tec- bon Footprint (Cfp) della Supply Chain dei nostri nologie legate all’automazione delle attività e dei clienti. Il 2016 sarà un anno di nuove e importanti sfide. Rafforzeremo i servizi offerti e investiremo processi, alla visibilità e sicurezza delle merci. Ultima, ma non meno importante, l’area della per sostenere la crescita delle performance e il sostenibilità. Sono sempre più forti i segnali che consolidamento della posizione di leadership nel arrivano in questa direzione, dalla Cop21 di Parigi mercato dei trasporti e logistica in Europa”. alle azioni di politica ambientale già in corso a A maggio inizieranno le celebrazioni per il 50° livello europeo, sia per la riduzione dell’inquina- anniversario della società, è infatti nell’aprile del mento acustico che per la regolamentazione del 1966 che Eleuterio Arcese diventa titolare della sua transito di navi inquinanti nei mari del Nord. “Il prima azienda. Un’occasione importante per celesettore della logistica e dei trasporti è chiamato a brare il Gruppo ricordando le radici e il legame rispondere a queste istanze con iniziative e azioni con il territorio, ma soprattutto condividere un concrete ed efficienti - aggiunge Piccoli -. Siamo importante traguardo raggiunto anche grazie a un operatore logistico presente su scala globale, clienti, collaboratori e dipendenti. per questo ci impegniamo a ridurre l’impatto generato dallo svolgimento delle nostre attività, potenziando allo stesso tempo l’efficienza della supply chain dei nostri clienti”. Tra le iniziative

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Lean evolution partner delle Pmi Lean evolution si occupa di lean management, gestione del rischio, accompagnamento verso sistemi di finanziamento complementari a quelli canonici e sostegno per lo sviluppo di sistemi informativi.

“VOLEVAMO

dare il nostro supporto alle azien- gnando lo sviluppo dell’azienda e compartecipande di piccole e medie dimensioni mettendo a do al raggiungimento degli obbiettivi. Ma perché disposizione le nostre competenze. Siamo parti- un imprenditore dovrebbe rivolgersi a Lean Evoluti così, circa tre anni fa”. Dai due soci fondatori tion e quale know-how può aspettarsi di trovare? Alessio Romani e Mauro Cogoli nasce nel 2013 “Abbiamo un metodo e otteniamo dei risultati”, Lean Evolution con sede a Trento in via Macca- sottolinea Romani. “Risultati che si trasformano ni. Dopo pochi mesi si aggiunge Michele Cur- in valore aggiunto percepibile dal cliente e dal ti. “Siamo tre professionisti con competenze ed mercato”. esperienze diverse e complementari, maturate in Gli ambiti di interevento sono molteplici. Un’amimportanti imprese in diversi ambiti di specia- pia gamma di servizi riassumibili in quattro aree. lizzazione. E siamo, prima di tutto, una squadra”, “Le nostre competenze si articolano nel campo del lean management, della gestione del rischio, spiega Alessio Romani. Lean Evolution si propone come partner di azien- accompagnamento verso sistemi di finanziamende medio-piccole – “i nostri interlocutori sono im- to complementari a quelli canonici (come mini prese che fatturano tipicamente tra 1 e 60 milioni bond, cambiale finanziaria ma anche crowdfundi euro, di fatto la vera Pmi italiana” – accompa- ding) e nel sostegno per lo sviluppo di sistemi in-

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formativi. Seguiamo l’azienda a 360 gradi. A questo affianchiamo un’altra parte del nostro lavoro che, seppur secondaria, è per noi strategicamente rilevante: sosteniamo piccole società nascenti aiutandole nella fase di startup con degli investimenti che noi stessi intraprendiamo, entrando a fare parte con piccole quote della compagine societaria. Poi, quando la startup si sviluppa ed è in grado di affermarsi sul mercato, cediamo la nostra quota ai soci o a chi può supportarne economicamente un’ulteriore crescita”. Alessio Romani, con oltre vent’anni di esperienza in area operations, ha diretto uno stabilimento per una delle società del Gruppo Zobele ed è stato direttore operations all’interno di Manica Spa. Cofondatore dell’associazione dei Business Angels del Trentino, già investitore di alcune startup, è consigliere Industrio Ventures, acceleratore trentino specializzato in startup hardware. Mauro Cogoli, ha maturato oltre vent’anni di esperienza in area finanza, amministrazione e controllo in supporto allo sviluppo del piano industriale per società del Gruppo Zobele e del Gruppo Sea. Cofondatore dell’associazione dei Business Angels del Trentino, è investitore come Romani di alcune iniziative startup. A loro si è aggiunto Michele Curti, già manager Ict per il Gruppo Zobele con oltre dieci anni di esperienza nella gestione di servizi It e di progetti in ambiti multinazionali. È formatore e consulente in business analysis e business process re-engineering (cofondatore anch’egli dell’associazione Business Angels del Trentino e investitore di startup). La mission di Lean Evolution è l’ottimizzazione dei processi aziendali come impostazione di metodo per costruire successi e creare valore aggiunto. “Diamo supporto alle imprese preservandone l’identità e i valori che le rendono uniche e riconoscibili. Creiamo valore e riduciamo gli sprechi, anche attraverso lo sviluppo di nuovi progetti, utilizzando prassi e metodologie consolidate, standardizzate e ricalibrate a misura delle singole situazioni. Accompagniamo e diamo supporto strategico all’impresa in termini di analisi del fabbisogno e di sviluppo organizzativo, di processo e/o di prodotto. Il nostro intervento può riguardare la riorganizzazione completa dell’azienda, così come spin off, business unit, specifiche linee di produzione, singole funzioni aziendali, sviluppo di un nuovo progetto e di un nuovo prodotto”. In questo senso la società si è costituita con lo

Industrio Demo Day: vetrina per startup innovative Sono state presentate a Milano nei giorni scorsi in occasione dell’Industrio Demo Day le nuove hardware startup accelerate da Industrio: società con sede al Polo della Meccatronica di Rovereto, che investe sulle giovani imprese nate per sviluppare prodotti dall’elevato contenuto tecnologico e industriale. L’evento ha dato spazio all’intervento di due team che hanno partecipato al programma di accelerazione nel 2014: quello di Melixa, alveare tecnologico che consente il monitoraggio sostenibile e non invasivo delle api, e quello di Lock&Charge, sistema di sicurezza e alimentazione che semplifica l’utilizzo e l’acquisto di mezzi elettrici a due ruote. Sul palco anche il progetto di Banale.com, alla quale Industrio fornisce il proprio network di competenze e partner, e poi i quattro team accelerati durante il 2015: Brain, activity tracker per motociclisti e sport estremi; Mirnagreen, spinoff della Fondazione E. Mach che sviluppa tecnologie per estrarre, produrre e distribuire sostanze bio-attive di origine naturale per la prevenzione e il trattamento di malattie; Bermat, che lavora per produrre un telaio innovativo in grado di creare auto sportive uniche; Nova Labs che ha sviluppato una serie di moduli hardware e una piattaforma software per aiutare aziende e appassionati a sviluppare robot innovativi.

scopo primario di diventare partner dei propri clienti, creando un legame di fiducia e piena condivisione. “Ci piace lavorare a contatto stretto con la governance delle aziende con cui entriamo in contatto. I loro obbiettivi sono i nostri obbiettivi. Ciò che cerchiamo di fare è di offrire loro percorsi nuovi e migliori strumenti per raggiungerli: più metodo (lean management), più efficienza (lean operation), più risorse (lean finance), più qualità (lean system-quality and risk management), più valore (lean information and technology), più prospettive (lean training)”. A soli tre anni dalla nascita Lean Evolution sopporta oggi molte aziende in Trentino e nel nord Italia. “Per ora abbiamo deciso di concentrarci nel nord e nel nord est, ma ci spingiamo fino al centro Italia. Lavoriamo molto bene in Lombardia, in Friuli-Venezia Giulia, in Emilia Romagna e in Toscana. Per il futuro immaginiamo di allargare a breve le nostre aree di mercato”. (adb)

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Per una sanificazione a 360 gradi Con l'acquisizione di Pvb Cleaning, Tama lancia un nuovo progetto per la manutenzione degli impianti di condizionamento realizzati presso gli stabilimenti di Mollaro.

DA

Giovanni Coletti

una parte un’impresa che si potenzia consolidando un progetto strategico di business improntato all’innovazione e alla sostenibilità. Dall’altra, una società che si alleggerisce per assumere una fisionomia più coerente al suo piano di rilancio aziendale. In mezzo, 280 teste che cambiano casacca ma mantengono, in una fase di incertezza, un posto di lavoro sicuro. L’acquisizione di Pvb Cleaning da parte di Tama e la costituzione della nuova Tama Service è cronaca delle ultime settimane. Mentre Pvb Solutions chiede il concordato, Tama si muove per rilevare un ramo d’azienda che non rientra tra le attività strategiche della controllante e che però, a differenza di quest’ultima, non ha subito i contraccolpi della crisi. Se l’una ha intrapreso la strada del concordato, l’altra ha chiuso in utile l’ultimo bilancio, approvato lo scorso 20 ottobre, con un

significativo aumento del fatturato: si parla del 6%, ovvero di circa 5 milioni di euro. Per il gruppo Pvb la cessione è vantaggiosa, perché è una tra le condizioni essenziali al rafforzamento della propria attività. Per i lavoratori della Cleaning è vitale: sono poco meno di trecento persone, che avevano temuto che il loro futuro professionale potesse vacillare, e che invece vengono assunti da un’azienda solida e competitiva. Per Tama è

"L'acquisizione - dicono le parti costituisce anche un importante mantenimento dell’esperienza fin qui acquisita dall’azienda, con una forte attenzione alle risorse e alle opportunità offerte dal territorio locale”. l’occasione per un nuovo passo avanti. Pvb cleaning si occupa di pulizie e sanificazione, oltre che di servizi collaterali come il giardinaggio e il portierato (per il 50% serve uffici pubblici, per la restante metà le commesse sono di privati). È il core business della società a fare al caso dell’azienda di Mollaro, che invece si occupa di impianti per l’abbattimento degli inquinanti e per la depurazione dell’aria. E che ha addirittura già avviato le basi di un progetto di ricerca con l’Università di Trento da 250mila euro sulla sanificazione delle attrezzature e la certificazione dei processi. “La struttura tecnica era già pronta a questo tipo di

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evoluzione – spiega Giovanni Coletti, presidente di Tama come pure della nuova Tama Service – . L’occasione di acquisire Pvb Cleaning si è presentata nel momento più opportuno, poiché ci ha offerto la possibilità di coinvolgere nell’immediato una manodopera dall’esperienza solida e dalle competenze certe”. Aperto nell’autunno dello scorso anno, il processo di acquisizione si è chiuso con la sottoscrizione del 30 dicembre nella soddisfazione generale delle parti: “Si tratta di un passaggio importante – hanno detto - per assicurare un futuro alle lavoratrici e ai lavoratori che hanno contribuito in questi anni a rafforzare l’attività di Pvb Cleaning e ai quali va il nostro ringraziamento. Sottolineiamo come questa acquisizione costituisca anche un importante mantenimento dell’esperienza fin qui acquisita dall’azienda, con una forte attenzione alle risorse e alle opportunità offerte dal territorio locale”. Tra i compratori, accanto a Tama, anche Isa e due professionisti privati: Claudio Fedrigolli e Maria Elisabetta Podetti. L’impresa di Coletti detiene il 40% della nuova società; l’Istituto di Sviluppo Atesino partecipa per il 35%; il restante 25% è diviso in parti uguali fra i due manager coinvolti. Perché la nuova realtà sia pronta a operare, alla proprietà non resta che provvedere all’acquisto

delle ultime attrezzature. Poi Tama Service andrà ad avviare un’attività del tutto peculiare, complementare a quella della casa madre, occupandosi della gestione e della manutenzione degli impianti di condizionamento realizzati presso gli stabilimenti di Mollaro e installati in ospedali e case di riposo, uffici, complessi industriali. Pvb Solutions – passata alla Energon Esco di Modena - ha intanto ottenuto il via libera dei creditori al piano concordatario. (sb)

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Una “fabbrica” di idee che aiutano Le Edizioni Centro Studi Erickson sono più di una casa editrice: un’azienda della conoscenza, leader sui temi della didattica, della disabilità, dell’educazione e del lavoro sociale. In continua crescita.

TUTTO

Folgheraiter e Ianes

è iniziato nei primi anni Ottanta, in servizi digitali e un’offerta formativa attenta alle un piccolo ufficio nel centro di Trento. Qui due nuove esigenze degli operatori e dei professionisti giovani psicologi trentini, Dario Ianes e Fabio delle aree didattico-educativa e socio-sanitaria. Folgheraiter, hanno avuto l’intuizione e la capa- Puntando su innovazione e qualità, la crescita cità di iniziare a diffondere in Italia la cultura è stata continua e costante negli ultimi cinque dell’integrazione e dell’inclusione sociale delle anni, non certo facili per l’economia in generale persone con disabilità. Così, nel novembre del e l’editoria in particolare. “A contraddistinguere 1984, è iniziata l’avventura delle Edizioni Centro Erickson - spiega con orgoglio la direttrice generaStudi Erickson nel mondo dell’editoria e della for- le Ornella Riolfatti « è stata la capacità di andare mazione. In trentadue anni di storia è diventata oltre, senza fermarsi al libro, ma lavorando su tutun’azienda della conoscenza, una “fabbrica” di ti i supporti del sapere e della conoscenza, diveridee che aiutano, leader in Italia sui temi dell’e- sificando senza snaturarsi e curando sempre con ducazione, della didattica, della psicologia e del grande attenzione i contenuti. Abbiamo investito molto sulla formazione, organizzando corsi e conlavoro sociale. Con la voglia di crescere ancora. In quel piccolo ufficio ha preso vita una realtà che, vegni di portata nazionale, riuscendo a soddisfare col passare degli anni, ha saputo cogliere oppor- i bisogni formativi di insegnanti, psicologi, assitunità e costruire basi solide guardando al futuro. stenti sociali, educatori…”. “Acquisiamo sempre Un’azienda giovane e “rosa”, dove l’età media dei maggiore consapevolezza delle nostre potenzialità circa cento tra dipendenti e collaboratori è infe- e guardiamo al futuro con fiducia e voglia di miriore ai 35 anni e la componente femminile sfiora gliorarci”, conclude Riolfatti. il 65%. Una realtà che, in un periodo di crisi eco- “Il nostro segreto? Sono le persone che lavorano nomica, è cresciuta innovando e differenziando le con noi: gli autori, i formatori, i dipendenti e i proposte. Non si è limitata a pubblicare libri, ma collaboratori”. Non ha dubbi Lina Folgheraiter, si è specializzata anche su prodotti multimediali, responsabile delle risorse umane. Che sottolinea il ruolo della formazione in un’azienda della conoscenza. “È un’opportunità per essere sempre competitivi sul mercato e per questo motivo tutti i dipendenti seguono un piano formativo che permetta di valorizzarne competenze e motivazioni”. Un aspetto ancora più importante, se si tiene conto che l’età media dei dipendenti è inferiore ai 35 anni. “La loro crescita è la nostra crescita e l’azienda è consapevole di avere un ruolo importante nel successo di ognuno. In quest’ottica la formazione è un elemento indispensabile per valorizzare il capitale umano, avere sempre nuove idee e riuscire a essere al passo coi tempi. Anzi, anticipare

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i tempi: una caratteristica che da sempre contrad- dove si possano trovare consigli e materiali utili. distingue Erickson”. Per questo non ci limitiamo alla vendita dei libri, La forza generativa di Erickson, sin dall’inizio, è ma organizziamo appuntamenti che possano essestata proprio quella di saper anticipare un cambia- re dei momenti informativi e formativi”. mento epocale com’è stato quello dell’inserimento Apertura verso l’esterno, tenendo le radici sul terdei ragazzi con disabilità nella scuola dell’obbligo e ritorio: è questo uno dei valori dell’azienda trennel mondo del lavoro, grazie all’intuizione di Dario tina. L’obiettivo per il futuro, infatti, è potenziare Ianes e Fabio Folgheraiter. E sono probabilmente le e rafforzare un processo di internazionalizzazione parole “inclusione” e “integrazione” quelle che rap- già avviato. “Attualmente alcuni nostri libri sono presentano meglio l’identità Erickson. Inclusione a stati tradotti in 18 Paesi, tra i quali Russia, Brasile, trecentosessanta gradi, che non riguarda solo l’am- Germania, Spagna, Polonia e Inghilterra”, spiega bito scolastico (con particolare attenzione ai biso- il presidente Giorgio Dossi. “Adesso stiamo lavogni educativi speciali), ma abbraccia tutto il ciclo di rando per strutturarci in un’ottica internazionale, vita e la persona nel suo complesso. Erickson infatti portando i nostri servizi, la nostra esperienza e le mette al centro la persona, fornendo materiali che nostre opere più significative all’estero con il nopossano andare incontro alle esigenze delle varie stro marchio. Evoluzione naturale per un’azienda fasi della vita di ognuno. come Erickson, leader a livello nazionale e pronta Dal 2009 la sede dell’azienda si trova a Gardolo ad affrontare un passo importante per crescere ane qui – in via del Pioppeto - ha aperto i battenti cora”, conclude. anche la Libreria Erickson: non un semplice negozio di libri, ma uno spazio che è diventato un punto di riferimento per molte famiglie grazie ad appuntamenti, laboratori e presentazioni. “Vediamo che la gente ci conosce sempre di più e torna volentieri. La nostra idea – spiega la responsabile, Alessandra Cavallin - è quella di offrire un luogo

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internazionalizzazione

Russia: rischi e opportunità Nel corso dell’incontro, organizzato da Trentino Export, sono state approfondite le criticità legate all’approccio del mercato russo, ma anche gli spazi di business e di sviluppo garantiti dal Paese. di GIORGIO ZAGONEL, Trentino Export

MARTEDÌ

12 gennaio si è svolto, presso Palazzo Stella, un work shop dal titolo “Russia rischi ed opportunità per le aziende trentine”, organizzato da Trentino Export, braccio operativo per l’internazionalizzazione dell’Associazione provinciale degli industriali. All’incontro hanno partecipato dieci aziende trentine già operanti in Russia del settore metalmeccanico, impiantistico ed elettronico. L’incontro è servito ad approfondire le problematiche che le aziende italiane incontrano

Barbara Fedrizzi

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nell’approcciare il mercato russo, dalle dogane al cambio e dalle restrizioni all’interscambio commerciale con l’Unione Europea alle certificazioni dei prodotti italiani. Negli ultimi anni la Russia e i Paesi dell’area Eurasec (Russia, Bielorussia, Kazakistan, Armenia) si sono guadagnati un posto di rilievo come partners commerciali privilegiati del nostro Paese, Trentino incluso. Nonostante l’attuale congiuntura politica ed economica ponga diverse limitazioni all’interscambio e consigli un approccio improntato alla prudenza e ad una attenta valutazione degli spazi di business, i Paesi dell’Eurasec rimangono mercati in grado di offrire significative opportunità di sviluppo. Cogliere alcune di queste opportunità è sicuramente alla portata di molte piccole e medie aziende trentine ed italiane in grado di proporsi con servizi e prodotti di qualità, in possesso di buoni requisiti tecnologici e con una strategia di sviluppo lungimirante. A patto, naturalmente, di muoversi con cognizione di causa e pesando con cura i costi organizzativi, burocratici e commerciali che sempre sono presenti nell’interscambio internazionale ma che possono molto variare a seconda dei sistemi Paese cui si riferiscono. A tal proposito la presenza all’incontro del referente di Trentino Export per i paesi Eurasec, Thomas Bruschetti, ha permesso alle aziende partecipanti di approfondire le criticità che incontrano su questo mercato, capire le soluzioni più adatte per le singole realtà aziendali e trovare i migliori strumenti per ampliare il loro business. Il presidente di Trentino Export, Barbara Fedrizzi, presente al Work Shop ha invece sottolineato come la Russia resti per il consorzio Export di Confindustria Trento un mercato fondamentale, aggiungendo che “per il 2016 Trentino Export aprirà un ufficio commerciale di rappresentanza per assistere le aziende trentine anche nella fase del post vendita. Questo desk dovrà diventare punto di riferimento per le aziende trentine che operano o che hanno intenzione di operare in Russia. Una vera e propria casa trentina a Mosca per le nostre aziende”. Questo desk sarà un vero e proprio punto di riferimento per le aziende trentine, un ufficio dedicato allo sviluppo di attività commerciali, ricerca di partner e promozione dei prodotti.


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Temporary Export Manager per le Pmi Temporary Export Manager per le Piccole e Medie Imprese trentine: una figura strategica per l’internazionalizzazione, accessibile con incentivi statali. di NICOLÒ ANDREINI, Area Internazionalizzazione, Confindustria Trento

LE

piccole e medie imprese dell’industria trentina, sempre più orientate verso i mercati esteri anche in funzione anti-crisi, spesso non dispongono al loro interno di profili esperti capaci di strutturare un processo di internazionalizzazione ad hoc, necessario per fare il salto con “profitto”. Per ovviare a questa mancanza, si sta affermando la figura del Temporary Export Manager (Tem), uno specialista condiviso tra più imprese che quindi possono suddividere i costi necessari per ingaggiare una figura professionale di livello e dunque importante dal punto di vista strategico. Secondo lo schema ormai replicato, compito del Tem è affiancare l’azienda, indicativamente 1 giorno a settimana per almeno 6 mesi, prestando in-house attività di studio, progettazione e gestione dei processi e programmi sui mercati esteri.

Passa per Trento il Roadshow per l’internazionalizzazione Il prossimo 23 marzo si terrà a Trento presso il Centro Congressi Interbrennero una tappa del Roadshow nazionale per l’internazionalizzazione “Italia per le imprese: le Pmi verso i mercati esteri”. Rappresentanti di alto livello dei Ministeri dello sviluppo economico, degli affari esteri e della cooperazione internazionale, di Ice, Simest, Sace e Prometeia, presenteranno gli strumenti promozionali e finanziari che il sistema Italia mette a disposizione dei processi di internazionalizzazione delle imprese. I partecipanti all’evento riceveranno punteggio aggiuntivo nella partecipazione al prossimo bando del Ministero dello sviluppo economico per temporary export manager in azienda.

Le attività possono essere le più varie, da quelle strategico-commerciali a quelle più tecniche. Nel primo caso più trattarsi, ad esempio, di ricerche di mercato, definizione della strategia di internazionalizzazione, ricerca di partner e clienti esteri, commercializzazione e vendita finalizzate all’esportazione. Nel secondo, di contratti internazionali, fiscalità, normative doganali, certificazioni di prodotto, tutela della proprietà industriale, schemi di esportazione e pagamenti, ecc. Questa figura professionale si sta dimostrando vincente, tanto più se a sostenerne i già limitati costi rispetto ad una normale assunzione, contribuiscono finanziamenti pubblici, come sta accadendo adesso. Infatti, nel quadro del Decreto Sblocca Italia che ha stanziato 270 milioni di euro a Export e Made

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Formazione Internazionalizzazione 2016 – i prossimi incontri in Assoservizi Dual USE, embargo contro la Federazione russa e sanzioni contro l'Iran, modulo di 4 ore: 24/02, ore 14.00-18.00 Business Meetings – Sales, Negotiations, Policy making (in lingua inglese), modulo di 8 ore diviso in 2 incontri di 4 ore: 2/03 – 10/03, ore 9.00-13.00 International-LAB, percorso di 16 ore articolato in 2 incontri di 8 ore: 8/03 – 15/03, ore 9.00-18.00 Il nuovo codice doganale dell’Unione: le implicazioni per le imprese, modulo di 4 ore: 22/03, ore 14.00-18.00) Per dettagli e contenuti dei corsi: www.assoservizi.tn.it - Estero

Per informazioni: Area Internazionalizzazione, Confindustria Trento T 0461 360092 F 0461 390127 estero@confindustria.tn.it

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in Italy, nei primi 9 mesi del 2016 il Ministero dello Sviluppo Economico italiano destinerà 17,8 milioni di euro di contributi a fondo perduto per sostenere 1.780 imprese italiane interessate ad incrementare la propria attività estera. Ognuna di queste aziende, che in autunno scorso ha partecipato al bando ed è stata selezionata, beneficerà di un finanziamento di 10mila euro per avvalersi per almeno 6 mesi di un Temporary Export Manager, appunto, per sviluppare un proprio progetto di internazionalizzazione. Da parte sua, l’azienda dovrà contribuire con una propria spesa di soli 3mila euro. Assoservizi di Confindustria Trento, consapevole dell’aiuto operativo ed economico che il bando nazionale potrà dare alle aziende trentine, si è accreditata presso il Ministero dello Sviluppo Economico italiano come Ente fornitore del servizio, attraverso liberi professionisti di fiducia, selezionati ed asseverati, con esperienza certificabile in servizi di internazionalizzazione. Evidentemente, il lavoro del Tem sarà tanto più efficace qualora l’azienda destini, inoltre, una figura interna al progetto “internazionalizzazione” che possa sostenere e portare avanti il lavoro del Tem anche quando questi terminerà. E ciò sebbene sarebbe prevista la prossima uscita di un ulteriore bando nazionale che destinerà ulteriori contributi per sostenere i costi del servizio Tem per ulteriori 6 mesi a vantaggio delle imprese interessate, per cui Assoservizi di Confindustria Trento rimane a disposizione.



Palazzo Stella

Via Degasperi, 77 | 38123 Trento T 0461 360000 | F 0461 933551 www.confindustria.tn.it info@confindustria.tn.it


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