Trentino Industriale | ottobre-novembre 2013

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OTTOBRE | NOVEMBRE 2013 ANNO 54 | N°05

Speciale alimentare Produzione locale, mercato globale

Internazionalizzazione L’indagine sugli obiettivi esteri dell’industria locale

Lavoro estivo

Nuove esperienze dei giovani nelle aziende trentine

oi t o entin ciale v al strialiotrprovin

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Insieme.

Confidimpresa Trentino s.c. è una Società Cooperativa per azioni senza scopo di lucro, basata sui principi della mutualità. Nata nel settembre 2007 dalla fusione tra Confidi Trento e Terfidi, importanti realtà locali di trentennale esperienza, è supportata da personale preparato e sempre più aggiornato. Rappresenta oggi una realtà solida e

Interlocutore del sIstema credItIzIo Grazie alle convenzioni con tutto il sistema bancario operante sul territorio provinciale, Confidimpresa Trentino facilita i propri associati nell’accesso al credito tramite il rilascio di garanzie consortili a sostegno di nuovi finanziamenti. L’avvento dell’attuale crisi finanziaria ha portato altresì la Provincia autonoma di Trento ad istituire “il tavolo del credito”, all’interno del quale Confidimpresa Trentino svolge, dalle origini, un ruolo attivo, propositivo e di testimonianza.

capace di coniugare l’esperienza del passato con l’esigenza del cambiamento. Le molteplici novità normative degli ultimi anni ed il coraggio di credere nelle aziende, hanno inciso in maniera profonda nell’organizzazione e nel funzionamento di Confidimpresa Trentino. La società, partendo dalle esigenze del singolo,

consorzIo dI garanzIa L’operatività di Confidimpresa Trentino prevede il rilascio di garanzie a sostegno sia delle linee di credito a breve termine (fidi in conto corrente, linee auto liquidanti, ecc) sia a medio e lungo termine (mutui e leasing). Un’analisi congiunta con l’imprenditore delle sue esigenze finanziarie costituisce il fulcro intorno al quale strutturare l’intervento di Confidimpresa Trentino.

vuole comprendere meglio le problematiche generali, analizzando, costruendo e proponendo varie iniziative che, anche in sinergia alle organizzazioni di categoria, elaborano funzionali proposte di gestione capaci di sostenere le imprese a 360°.

38123 Trento Via Degasperi 77 Tel 0461 934488 38122 Trento Piazza Mosna 5 Tel 0461 277777

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Interlocutore della ProvIncIa Attraverso la stipula di precise convenzioni, Confidimpresa Trentino si pone come interlocutore della Provincia autonoma di Trento, per conto della quale gestisce il processo di istruttoria ed erogazione di diverse agevolazioni provinciali e di altri molteplici interventi volti allo sviluppo ed al sostegno delle imprese.

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sommario

03

editoriale 7

Il Trentino alle urne

9

Nuovi servizi e dialogo con la PA

33

Delegazione tedesca a Palazzo Stella

34

Rete Formazione per la leadership e l’innovazione

35

Assoservizi lancia Cat Imprese

internazionalizzazione

copertina 11

Più industria, più lavoro, più benessere

speciale alimentazione

37

Mercato globale, quali priorità

41

Certificarsi per l’estero

44

Capi Group all'estero, storia di successo

rubriche 15

"Nuova politica commerciale per il settore"

17

Lievita il fatturato del Pastificio Felicetti

19

Alti standard per Trentofrutta

47

Lavoro estivo: i testimonial

15 speciale alimentazione

21

FD Alimentari punta sull’oleificio di Trambileno

50

Meccatronica: al via il post laurea

30 economia

24

Vendemmia 2013, ottime premesse

52

Le misure: alla base delle grandi sfide tecnologiche

11

copertina

31 associazione 37 internazionalizzazione

edilizia

economia 30

47 education

“Minibond: istruzioni per l'uso"

54

55 31

Parte da Rovereto il rilancio delle Pmi

Corsi Cfp inaugurati a Palazzo Stella

giovani

associazione

54 edilizia 55 giovani

education

L’Associazione come movimento d’opinione

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04 TRENTINO INDUSTRIALE Anno 54 | N. 5 Ottobre-Novembre 2013

Direttore Responsabile

OTTOBRE | NOVEMBRE 2013

Alessandro Santini

ANNO 54 | N°05

Comitato di Redazione

Speciale alimentare Produzione locale, mercato globale

Internazionalizzazione L’indagine sugli obiettivi esteri dell’industria locale

Lavoro estivo

Nuove esperienze dei giovani nelle aziende trentine

to vo entini ciale al strialiotrprovin o u n tin gli ind over en à de o G Tr e prioilritprossim

Redazione

Silvia Bruno Primo Bee

L er p

Direzione, Redazione e Amministrazione

Palazzo Stella, Via Degasperi, 77 38123 Trento T 0461 360000 | F 0461 933551 Internet: www.trentinoindustriale.com e-mail: trentino.industriale@confindustria.tn.it

elaborazione: graffiti2000.com - foto: istockphoto.com

Giovanni Coletti Roberto Busato Paolo Angheben Pierangelo Baldo Lorenzo Garbari Andrea Marsonet Eduard Martinelli Roberto Pisetta

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Archivio fotografico Confindustria Trento, Panato, MoniQue Foto, KLR foto, Alessio Coser, Rensi, Hugo Muñoz

articoli, servizi, firme autorevoli e interviste a personaggi di spicco;

Editore

Associazione degli Industriali della Provincia di Trento

presentazione di aziende, loro attività e prodotti ad una vasta e competente platea di lettori; autorevolezza di una voce “targata” Confindustria.

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ITIS Srl | Via Degasperi, 77 | Trento | T 0461 360000 Laura Canzian | T 338 7789032 | F 0461 933551

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FRONTE COLOPHON | FRONTE EDITORIALE

Autorizzazione del Tribunale di Trento N. 71 del 10 febbraio 1990 Le tesi espresse nelle rubriche e negli articoli firmati impegnano soltanto l’autore e non rispecchiano quindi necessariamente le opinioni della rivista.

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INFORMATIVA

Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, si informano i destinatari del periodico che i dati dei medesimi sono conservati - con la garanzia di massima sicurezza - nell’archivio informatico del Titolare del trattamento: Associazione degli Industriali della Provincia di Trento via Degasperi 77 - 38100 TRENTO. Tali dati saranno utilizzati esclusivamente per l’invio del periodico e di eventuali allegati.Ai sensi dell’art. 7 del citato D.Lgs., i destinatari hanno diritto di conoscere, aggiornare, rettificare, cancellare i dati, nonché di esercitare tutti i restanti diritti ivi previsti mediante comunicazione scritta al Titolare del trattamento.

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editoriale

07

Il Trentino alle urne Qualunque sarà l’esito delle urne il prossimo 27 ottobre, le elezioni provinciali 2013 sono destinate ad aprire una nuova fase per il Trentino. La prossima amministrazione provinciale avrà di fronte una sfida particolarmente impegnativa. L’asticella è più alta che nella scorsa legislatura. Da un lato c’è da ridurre la spesa corrente, in maniera più incisiva di quanto fatto finora. Dall’altro bisogna sostenere le entrate. Qui l’unica leva possibile è stare al fianco delle imprese esistenti e attrarne di nuove, per garantire quel flusso di gettito fiscale che va ad alimentare il bilancio pubblico. Un punto, questo, che fatica a trovare spazio nei programmi politici delle coalizioni. Del resto la sfida elettorale non è iniziata con le migliori premesse. Undici candidati presidente sostenuti da ventitre liste, in un territorio che conta appena 400mila aventi diritto al voto, è la dimostrazione che gli individualismi e i calcoli dei partiti hanno prevalso sull’interesse comune. Che sarebbe quello di garantire stabilità e governabilità. Alla classe dirigente che si appresta a guidare il Trentino rivolgiamo comunque una richiesta di concretezza e di lungimiranza, convinti che siano due facce della stessa medaglia. Abbiamo bisogno di definire con chiarezza il modello di sviluppo al quale vogliamo tendere. E dobbiamo farlo senza lasciare prevalere pregiudizi ideologici o interessi di parte. Come sempre, anche in questa occasione gli industriali trentini hanno voluto dare il loro contributo in termini di progettualità. Lo abbiamo fatto elaborando un documento con le azioni che riteniamo prioritarie per favorire la crescita delle imprese e la creazione di risorse per la nostra comunità. Lo abbiamo presentato ai candidati e ai cittadini, attraverso un’ampia diffusione sugli organi d’informazione. È la nostra proposta per l’agenda del futuro Governo provinciale. Una proposta che non guarda solo agli interessi delle imprese, ma anche a quelli della comunità che, insieme alle imprese, vive e fa crescere il nostro territorio.

Paolo Mazzalai Presidente Confindustria Trento

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il punto

09

Nuovi servizi e dialogo con la PA L’autunno in Associazione ha portato una ventata di novità, in particolare sui servizi alle imprese. La novità principale in questo ambito è senz’altro la certificazione di Assoservizi Srl – la società di servizi di Confindustria Trento – come Centro di Assistenza Tecnica (Cat), che corona un percorso intrapreso negli ultimi anni per proporsi come fornitore di servizi qualificati per l’impresa. La nostra Associazione con questo vuole essere ancora più vicina alle imprese e alle loro esigenze, soprattutto in un momento in cui l’affiancamento su temi come la formazione, la sicurezza, l’innovazione e l’internazionalizzazione può davvero fare la differenza per la competitività delle aziende. Negli ultimi mesi ci siamo concentrati in particolare sui servizi per l’internazionalizzazione delle imprese. Come Associazione abbiamo potenziato l’attività di consulenza e assistenza – con nostro personale, in collaborazione con Trentino Export e avvalendoci di professionisti esterni qualificati – su un’ampia gamma di tematiche: ad esempio l’assistenza su credito, fiscalità internazionale, dogane e certificazioni, l’organizzazione di missioni all’estero e visite incoming, la partecipazione a fiere internazionali. Assoservizi ha organizzato anche un partecipato percorso di formazione, giunto alla seconda edizione, per le aziende che operano con l’estero e ha attivato un servizio di assistenza sulla protezione della proprietà industriale. Alla luce del momento di difficoltà che stanno vivendo molte imprese, anche in questo ultimo periodo Confindustria Trento ha monitorato con particolare attenzione il tema del credito. Dopo avere lanciato la proposta di utilizzare parte delle risorse di Laborfonds per finanziare l’economia locale, ora che lo strumento dei “minibond” è stato approntato abbiamo collaborato con l’ente per informare le aziende sul suo funzionamento e ci siamo attrezzati per l’assistenza tecnica. Sempre in tema di finanza, abbiamo sollecitato alla Provincia un intervento per il problema dei crediti da concordato. Ora è possibile, tramite i Confidi, ottenere un’anticipazione dei crediti accertati nell’ambito delle procedure concordatarie. Una boccata d’ossigeno che in molti casi si può rivelare provvidenziale per le aziende. È proseguito anche il nostro impegno nel cercare di snellire il carico burocratico per le imprese e assisterle nei loro rapporti quotidiani con le amministrazioni pubbliche, attraverso un nostro dialogo costante con la PA. Dobbiamo riconoscere che in alcuni casi la collaborazione con gli uffici pubblici può portare a soluzioni efficaci in tempi rapidi, come nel caso delle procedure Inps per la cassa integrazione: anche grazie a una nostra segnalazione sui lunghi tempi di restituzione delle pratiche, l’ente ha potenziato il servizio accelerando l’iter. È un esempio virtuoso di collaborazione con l’ente pubblico che ci spinge a proseguire in questa direzione.

Roberto Busato Direttore Confindustria Trento

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11

Più industria, più lavoro, più benessere Il documento di Confindustria Trento per le elezioni provinciali 2013.

La campagna

elettorale per le elezioni provinciali 2013 richiede il contributo non solo delle forze politiche candidate a governare il Trentino per i prossimi cinque anni, ma anche di tutti quegli attori che sono investiti di una responsabilità sociale e che vogliono essere parte attiva nella definizione del futuro del territorio e della comunità che in esso vive. Rispetto a cinque anni fa il mondo è cambiato. Per il sistema produttivo italiano si è trattato di un cambiamento radicale e irreversibile. Di fronte a uno scenario di questa natura, la politica ha il dovere – per prima – di cambiare passo e farsi carico delle soluzioni. La centralità dell’industria e del lavoro non può essere messa in discussione. Deve essere semmai lo snodo attorno al quale fare convergere l’azione del Governo provinciale e delle parti sociali e costruire il rilancio dell’economia provinciale. Perché senza impresa non c’è occupazione e senza generazione di reddito non c’è benessere. Un’attenzione particolare, a questo proposito, deve essere riservata all’occupazione giovanile, che va messa al centro di ogni agenda politica, anche sulla scorta dell’esperienza del progetto “Giovani industriosi” che da due anni stiamo portando avanti per favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. L’obiettivo generale deve essere la competitività dell’impresa, con il ritorno alla crescita, per garantire alla nostra Autonomia quelle risorse che in questi anni hanno consentito lo sviluppo e il benessere della comunità.

1. Politica industriale Per tornare a creare occupazione e benessere le imprese devono essere messe in condizione di in-

vestire, di crescere e di essere competitive a livello globale. − Occorre ridurre il carico fiscale sulle imprese e sul lavoro, intervenendo sugli strumenti di fiscalità che rientrano nelle competenze dell’Autonomia trentina. − Va creata una nuova finanza per lo sviluppo, basata da un lato sulla ripartenza del circuito del credito bancario e dall’altro su canali alternativi di finanziamento. − Va valorizzata la dotazione energetica del Trentino in termini di centrali idroelettriche. Bisogna investire sulle fonti rinnovabili e incentivare maggiormente il risparmio e l’efficientamento energetico. − Va istituita una cabina di regia sulla crisi d’impresa, che abbia il compito di monitorare i casi di criticità delle singole imprese e individui strumenti e soluzioni adeguate alla situazione.

2. Welfare L’Accordo di Milano del 30 novembre 2009 ha portato al Trentino una delega sul welfare che si può rivelare strategica per contrastare la disoccupazione, a cominciare da quella giovanile, e per sperimentare nuovi strumenti. − Va adottato un approccio innovativo nella definizione dei nuovi ammortizzatori sociali. Il Trentino ha l’occasione per essere un laboratorio nazionale per la sperimentazione di nuovi modelli per il welfare dei lavoratori. − Lo strumento della Cassa integrazione va orientato a un incremento del potenziale dei lavoratori e a un loro rapido reinserimento nel mercato del lavoro.

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copertina

copertina


12 copertina

3. Pubblica amministrazione L’ente pubblico ha un ruolo ben preciso nel sistema economico e, attraverso di esso, può influenzare nel bene o nel male la competitività delle imprese. L’obiettivo del miglioramento continuo, orientato a incrementare l’efficienza, deve essere sentito come esigenza primaria non solo dalle imprese, ma anche dalla pubblica amministrazione. − Riteniamo prioritario il contenimento della spesa pubblica, soprattutto per la parte corrente, e il conseguimento di efficienze che consentano di raggiungere più obiettivi con meno risorse. − È necessaria una semplificazione della struttura amministrativa tra livelli di governo, a cominciare dalle Comunità di Valle, la cui introduzione non ha portato i risultati annunciati. − È urgente una semplificazione burocratica, che intervenga sulle procedure ma anche sulla responsabilizzazione dei dipendenti pubblici.

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− La riorganizzazione interna della Provincia ad oggi si è limitata a una semplificazione dell’organigramma, senza incidere in maniera significativa sui costi generali di funzionamento. È necessario intervenire sulla capacità di generazione di nuova classe dirigente, anche aumentando il turnover nei ruoli di vertice. − La riorganizzazione delle società controllate dalla Provincia vista finora è insoddisfacente. L’obiettivo deve essere un incremento dell’efficacia e una riduzione dei costi.

4. Scuola, università e ricerca Riteniamo che l’Università e il sistema locale della ricerca abbiano il dovere di creare ricadute sulla comunità. Quella stessa comunità che genera le risorse con cui questi soggetti vengono in gran parte finanziati. − Vanno favorite le collaborazioni con il sistema


13 copertina

produttivo, prevedendo incentivi e premialità per i docenti e i ricercatori che lavorano con le imprese. − Scuola e università devono assumere un ruolo più responsabile nell’orientamento dei giovani agli studi, tenendo conto della domanda di competenze del sistema produttivo e promuovendo l’alternanza scuola-lavoro. − Il progetto di Polo della meccatronica è un’opportunità da cogliere. Ciò è possibile solo se tutti gli attori sono disposti a collaborare con iniziative utili ed efficaci, non di facciata. − Il sistema museale trentino ha ottime potenzialità, a patto che si creino sinergie tra i singoli musei e nei confronti di scuole e attività produttive.

5. Infrastrutture Il completamento del sistema infrastrutturale provinciale è fondamentale per la competitività dell’economia trentina. Si tratta pertanto di

individuare gli interventi prioritari per il nostro territorio e di trovare anche nuove forme di finanziamento e gestione, che consentano la loro sostenibilità economica. − C’è urgente bisogno di una vera riforma in un’ottica di semplificazione del quadro normativo e degli adempimenti, accelerando i tempi di evasione delle pratiche edilizie. − Bisogna completare i principali interventi stradali sulla rete provinciale, oggi congelati per mancanza di risorse, anche ricorrendo allo strumento del partenariato pubblico-privato. − È necessaria una revisione del progetto Metroland e un suo ridimensionamento, alla luce delle mutate condizioni economiche rispetto al momento della sua ideazione. − Va completata la Valdastico Nord. − Va completata al più presto l’infrastrutturazione telematica delle zone industriali con la fibra ottica.

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14 informazione pubblicitaria

OlioCRU Una “case history” trentina Di solitO le nuove iniziative indu-

che consente la produzione di

viene declinata in linee di prodotto

striali vengono valutate dall’ester-

un olio extravergine potenzial-

che identificano anche nel packa-

no anche sulla base del costo

mente secondo a nessun’altro.

ging una voluta esclusività con

indiretto sulla collettività in termini

L’aver capito l’anima di questo

differenziazioni, sia nelle modalità

di uso del suolo, problematiche

frutto “borderline” e a seguito di

di trasformazione (denocciolato e

ambientali e paesaggistiche.

investimenti mirati ed esclusivi

non), che nei gusti e nei profumi.

OlioCRU, azienda trentina che

dell’ultima generazione tecnolo-

OlioCRU, azienda giovane, con

opera nell’ambito agroindustriale,

gica, ha permesso di esaltare le

governance giovane, proietta la

ha capovolto i fattori di percezione

innate caratteristiche salutistiche e

sua filosofia in una dimensione

critica trasformandoli in punti di

nutraceutiche dell’olio extravergine

dinamica, non limitandosi a “fare il

forza. Operando in maniera coe-

di oliva con un effetto moltiplicato-

meglio”, ma per “restare al meglio”

rente dall’inizio alla fine della filiera,

re sull’esclusività e sulla bontà del

investe nella ricerca e nell’inno-

ossia dal campo alla distribuzione

prodotto ancorato al territorio.

vazione. Attraverso partnership

del prodotto, OlioCRU utilizza il ter-

La particolarità della nicchia di

con istituti di ricerca trentini, si

ritorio come elemento imprescindi-

prodotto e la sua localizzazione

stanno avviando progetti per nuovi

bile del proprio processo produtti-

estrema determinano un vincolo

prodotti “estremi in tutto”, per la

vo. Ne assicura la protezione e la

necessario e insostituibile sulla

particolarità del territorio dove

tutela in quanto fattore indispensa-

costruzione del prodotto che

vengono coltivate le olive, per

bile e insostituibile per la sostenibi-

necessariamente deve rispettare

come avviene la trasformazione e

lità economica dell’azienda.

rigidi parametri di qualità attraver-

per le caratteristiche salutistiche e

L’area del Garda Trentino, sede

so sensazioni al gusto e all’olfatto.

nutraceutiche.

dell’azienda OlioCRU, permette

Questo vincolo per OlioCRU è

alla più estrema latitudine nord del

diventato un must per cui la pro-

Per informazioni

mondo la coltivazione dell’olivo

duzione di olio extravergine di oliva

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15

"Nuova politica commerciale per il settore" Intervista a MANUEL FURLANI, presidente della sezione Alimentazione di Confindustria Trento.

Presidente

Furlani, come descrive l'andamento del settore e della sezione, con particolare riguardo al Trentino? Dovendo fare un bilancio sull'andamento della sezione che rappresento non posso che esprimermi positivamente. Tale valutazione muove da dati certi inerenti le nostre aziende: consistente e stabile è, infatti, il numero di quante, negli ultimi anni, partecipano all'associazione (rappresentano il 6% del totale del numero di aziende associate e dei relativi dipendenti); ben pochi i fallimenti o le chiusure; tendenzialmente costante la percentuale di dipendenti occupati presso le stesse. Devo comunque rilevare che la grave crisi economica che sta colpendo l'Italia non ha risparmiato il settore alimentare, contraendo non di poco il consumo di food e beverage, che tra il 2007 e il 2012 ha perso quasi l’8%. Le nostre aziende, dovendo comunque colmare tale calo, hanno deciso di "cambiar rotta", adottando una nuova politica commerciale, fatta di interventi pronti e incisivi volti a piazzare l'invenduto o ad aumentare la performance di fatturato. Si sono orientate dunque prevalentemente oltre confine, verso paesi Ue ed extra Ue che vantano Pil positivi, considerati partner affidabili e forti sul mercato. Il fatto che la nostra sezione goda tutto sommato di buona salute dimostra come ingredienti quali l'alta qualità del prodotto offerto, le modalità di lavorazione seguite per ottenerlo, i protocolli che impongono una stretta regolamentazione, i rigidi controlli che vengono effettuati, la professionalità e l'elevata specializzazione delle risorse umane, abbiano contribuito a salvare dalla crisi e dalla globalizzazione una realtà così strettamente legata al territorio che ha puntato, e a maggior ragione dovrà in futuro puntare, sull'identità italiana e sulla tipicità trentina.

L’internazionalizzazione è dunque la chiave di volta, anche nel settore alimentare e delle bevande? E per quali prodotti in particolare? Prestando attenzione al valore delle esportazioni, va rilevato come il 2012 sia stato un anno d'oro per i prodotti agro-alimentari italiani: questo ha raggiunto il record dei 31 miliardi di euro, registrando un aumento del 2%. Il vino, con i suoi 4,5 miliardi di euro, è risultato il prodotto principe, totalizzando un aumento addirittura del 7%; a seguire l'ortofrutta fresca con 3,9 miliardi, sostanzialmente stabile, la pasta con 2,1 miliardi e salumi ed olio, entrambi sopra il miliardo.

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speciale alimentazione

speciale alimentazione


16 speciale alimentazione

Quali le problematiche degli operatori del settore? Esse replicano pari pari quelle che, innumerevoli, caratterizzano, in generale, l'economia italiana: all'inazione della Pubblica Amministrazione si associano la crisi del debito e quindi del credito alle aziende, con tassi di interesse che scontano il problema Italia. Per non parlare poi dell'eccesso di burocrazia, del cuneo fiscale, del pesante gravame fiscale... Tuttavia, a mio avviso, l'art. 62 introdotto dal Dl n. 1 del 2012, convertito in Legge n. 27 del 24 marzo 2012, regolando i rapporti fra industria e distribuzione organizzata sotto il profilo del pagamento delle materie prime e dei prodotti finiti alimentari, non solo definisce e accorcia i tempi di attesa, ma, di conseguenza, dà una data certa agli incassi favorendo i budget dei flussi di cassa, e crea così le condizioni utili a ribilanciare un rapporto che prima vedeva la Gdo in posizione di netta supremazia.

Quali sono, dal suo punto di vista, i punti di forza del sistema trentino? Con specifico riferimento alla dimensione provinciale, va rilevato che il modello di società, in Trentino, è competitivo: le nostre aziende crescono e vanno oltre il proprio limite territoriale; tant'è che lavorano e hanno rapporti con realtà estere altamente stimolanti sotto ogni profilo. Vero punto di forza delle nostre aziende sono, però, gli imprenditori trentini stessi che, nella maggior parte dei casi, sono anche dirigenti delle proprie aziende capaci, in tempi di crisi, di gestire in modo flessibile la propria attività per rispondere con rapidità ed intelligenza alle esigenze scaturenti da un nuovo e talvolta difficile mercato. In tale contesto anche la Pubblica Amministrazione ha giocato il suo ruolo, mostrando un atteggiamento attento e consapevole nell'amministrare le risorse. (pb)

Alimentazione e bevande in Trentino: stato dell’arte del settore In Trentino il settore alimentare e delle bevande può contare su 68 imprese con 2.955 dipendenti. Il settore è caratterizzato da una prevalenza di aziende piccole, mentre le aziende con oltre cinquanta dipendenti sono quasi un terzo del totale (ma assorbono ben il 64% dei dipendenti del settore). Oltre l’80% delle imprese è controllato da capitale locale, una sola azienda è straniera. Il valore del fatturato medio per dipendente è pari a 415mila euro; quello del settore delle bevande, in particolare, risulta pari a 543mila euro, il più alto in assoluto fra tutti i comparti dell’industria manifatturiera. Molto elevata l’incidenza delle esportazioni sul fatturato del comparto delle bevande (39,6%), mentre il valore medio dei due comparti risulta pari al 32,6% (Fonte Cciaa, dati riferiti al 2010). Il trend congiunturale del settore nel 2012 è stato contraddistinto da un incremento dell’1,6% dei livelli di produzione, mentre il fatturato ha segnato un +3,7%. Anche la prima metà dell’anno in corso è stata caratterizzata da una fase congiunturale favorevole. Nel primo trimestre del 2013 la produzione è aumentata del 6,8% e addirittura del 12,8% nel secondo. Analogamente anche le variazioni tendenziali del fatturato sono state positive e pari, rispettivamente, al 5,8% e al 2,7%. Va sottolineato che, con i risultati positivi registrati nell’ultimo biennio, il settore è riuscito a recuperare, quasi completamente, le gravi perdite subite nella fase recessiva, a cavallo fra il 2008 e 2009. (pb)

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17 speciale alimentazione

Lievita il fatturato del Pastificio Felicetti Crescita continua per il pastificio di Predazzo. Nel 2013 fatturato a 29 milioni di euro, un milione in più rispetto allo scorso anno. Il 70% del fatturato viene dall’export.

“Abbiamo

appena ultimato un progetto di rin- si produttivi. “In una fase delicata come questa novamento dell’azienda che ha coinvolto quasi – continua Felicetti – il settore alimentare soffre tutte le aree dello stabilimento. Il 2014 sarà un ma non quanto altri comparti produttivi. La pasta anno di consolidamento e verifica della nuova in particolare ha da sempre una forte vocazione struttura. Nel frattempo è già iniziata la fase pro- all’export. E, se patisce una leggera contrazione di gettuale per il triennio 2016-2018”. Riccardo Feli- consumi in Italia, continua la crescita sui mercati cetti, responsabile per l’area commerciale del Pa- internazionali. Ma non è facile, perché la presenza stificio Felicetti di Predazzo, fotografa così lo stato all’estero diventa quotidianamente più complicaattuale dell’azienda di famiglia, giunta alla quarta ta. Una forte concorrenza locale, una lenta ma inegenerazione. Nessun segnale, insomma, della crisi sorabile perdita del valore aggiunto Made in Italy economica che colpisce anche il comparto alimen- soprattutto in alcune fasce di mercato, legislazioni tare, pur se meno pesantemente degli altri settori. internazionali e protezionismi doganali rendono Oltre cento anni di storia – il pastificio nasce in difficile la penetrazione in nuove aree all’estero”. valle di Fiemme all’inizio del secolo scorso – han- Ma guardare oltre i confini nazionali è necessario. no radicato nell’azienda una lunga esperienza, “Nel corso del 2013 – sottolinea – circa il 70% del tanta fiducia nel rapporto con il consumatore, una nostro fatturato sarà sviluppato sui mercati esteri”. spiccata propensione all’export e la garanzia di un Con alcune importanti novità: “Ci stiamo affacalto profilo qualitativo nel prodotto e nei proces- ciando su nuove aree: l’estremo oriente e il Suda-

La trafilatura delle penne

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18 Spaghetti in viaggio verso il confezionamento

frica, dove da poco abbiamo chiuso un accordo con una grande catena distributiva”. Lo sguardo lontano ma le radici ben piantate sul territorio. Poche aziende hanno saputo valorizzare la propria terra come il Pastificio Felicetti, facendo sì che le debolezze di un’area periferica diventassero i punti di forza, le strategie d’impresa, il vero valore aggiunto del marchio. “Il nostro comportamento personale e aziendale – precisa Felicetti – è in gran parte frutto della nostra origine. Il territorio in cui operiamo ci fornisce non solo collaboratori molto validi, ma anche ingredienti che altrove sono impossibili da trovare: aria e acqua. Sembra banale ma, mi creda, non lo è”. Al pastificio si producono vari tipi di pasta, mettendo nei prodotti le specificità di un ambiente sano di montagna: pasta di grano duro (grano duro normale e grano duro all’uovo), pasta di grano biologico (biologico normale, biologico integrale, biologico all’uovo), pasta grano duro aromatizzato (aromatizzato pomodoro e spinaci, aromatizzato nero di seppia, aromatizzato aglio e peperoncino), pasta di Kamut (marchio registrato), pasta di farro e una linea “speciale gastronomia”. Ma il prodotto di punta è “la linea Monograno Felicetti, frutto di anni di ricerca sulle materie prime e sui processi produttivi volti alla difesa del sapore delle diverse tipologie di grani da agricoltura biologica utilizzati per queste lavorazioni”. La totalità o quasi delle lavorazioni avviene negli stabilimenti di Predazzo, circa 7mila metri quadrati coperti, dove lavorano 55 collaboratori “provenienti prevalentemente dalle zone circostanti il pastificio”. Non ci sono altri stabilimenti, anche

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se “abbiamo collaborazioni strette con altre quattro strutture produttive per la realizzazione di formati che non possono essere prodotti a Predazzo. Ad esempio i prodotti senza glutine”. La cura nella scelta delle materie prime e nello svolgimento dei processi produttivi fa la differenza. “Investiamo in ricerca e sviluppo il 2% circa del fatturato, dedicato soprattutto alla verifica di nuove materie prime, all’individuazione di prodotti destinati all’industria di trasformazione (piatti pronti), alle piccole modifiche di processo che richiedono grandi investimenti economici e finanziari”. Nel segno della qualità, anche la “scelta” del consumatore ha un ruolo preciso. “Ci rivolgiamo a fruitori educati gastronomicamente – spiega – che ricercano in un piatto di pasta non solo un ottimo e naturale alimento, ma anche e soprattutto gusti e profumi che sappiano appagare le loro attese gastronomiche”. È sulla base di questi valori che il pastificio è cresciuto nel corso di cento anni rinnovandosi sempre, eppure mantenendosi se stesso. “Il pastificio – conclude Felicetti – è stato fondato da Valentino Felicetti, nostro bisnonno, nel 1908. L’attività si limitava alla produzione di pasta per le aree limitrofe all’azienda, Fiemme e Fassa. Nel corso di 105 anni e 4 generazioni, con continue innovazioni di processo e di prodotto, oggi il pastificio produce circa 20mila tonnellate di pasta all’anno esportate in più di 30 nazioni”. Facendo registrare un trend di crescita solido e continuo, Pastificio Felicetti chiuderà il 2013 con un fatturato di circa 29 milioni di euro, un milione in più rispetto al 2012. (adb)


19 speciale alimentazione

Alti standard per Trentofrutta Il rispetto delle più importanti norme internazionali in materia di sicurezza, igiene dell’alimento e degli ambienti di lavoro sono una prerogativa essenziale per la multinazionale del Gruppo Philipp.

Quasi

100 dipendenti, un fatturato di 32 milioni di euro nel 2012 e la previsione di chiudere il 2013 con il mantenimento delle stesse posizioni. Trentofrutta Spa si presenta così sul mercato nazionale e internazionale, inserita nella compagine più ampia del Gruppo Philipp. Lo stabilimento di via Degasperi, a Trento, dispone di una superficie totale di 38mila metri quadrati di cui 22mila coperti. Il Gruppo Philipp può contare su altre sette realtà industriali distribuite in Europa e in alcuni Paesi dell’Est. “Anche per questo – spiega Giampaolo Toccoli, responsabile di stabilimento – siamo molto orientati all’export con una percentuale del 40% del fatturato che viene realizzata al di fuori dell’Italia, soprattutto in Europa e in Giappone”.

Nello stabilimento trentino, Trentofrutta trasforma frutta e verdura fresca e surgelata in semilavorati per l´industria. “La materia prima – sottolinea Toccoli – proviene soprattutto dall’Italia, esclusivamente fuori regione per la frutta gialla e dall’Est per frutti rossi”. I criteri di scelta si basano sulla qualità così come nel processo di lavorazione l’azienda segue i più alti standard. “Il rispetto delle più importanti norme internazionali in materia di sicurezza, igiene dell’alimento e degli ambienti di lavoro – fanno sapere da Trentofrutta – sono una prerogativa essenziale. L’ottenimento delle certificazioni secondo i maggiori standard qualitativi, Brc e Ifs, non lasciano spazio a dubbi. Per questo, oltre al laboratorio di controllo è operativo anche un laboratorio di microbiologia”.

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I principali prodotti di Trentofrutta sono i succhi, i concentrati e le puree di frutta (mela, pera, pesca, albicocca, kiwi, fragola, lampone, mora, mirtillo rosso, mirtillo nero, ribes rosso, ribes nero, ciliegia, amarena, sambuco, prugna). “Grazie all‘utilizzo di materie prime selezionate di nostra produzione – precisa Toccoli – siamo in grado da sempre di garantire la massima qualità e la completa rintracciabilità di tutti i nostri prodotti. Naturalmente produciamo anche blend ad hoc per soddisfare le esigenze del cliente. Da 40 anni ormai forniamo su richiesta prodotti provenienti da coltivazioni biologiche e controllate”. Completa l’offerta di Trentofrutta l’attività di confezionamento per conto terzi. In questo caso, la gamma dei prodotti comprende nettari, succhi, bevande e smoothies a base frutta, oltre a omogeneizzati destinati alla prima infanzia, “tutto rigorosamente a marchio privato ed esclusivamente in vetro”. Negli spazi di via Degasperi gli impianti di trasformazione della materia prima in succhi, concentrati e puree consentono una capacità annua di 200mila tonnellate di frutta lavorata. In magazzino, la capacità di stoccaggio sfiora i 25 milioni di litri. “Sono queste – prosegue Toccoli – le nostre eccellenze: innovazione di prodotto e di processo nella trasformazione di frutta e ortaggi in semilavorato destinati all’industria delle be-

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vande e del baby food. Non a caso vantiamo rapporti di partnership con i marchi più importanti e collaborazioni con i maggiori interlocutori del settore baby food e della filiera controllata a residuo zero. Tra i nostri clienti principali annoveriamo le maggiori multinazionali del settore, oltre a prestigiosi marchi della grande distribuzione organizzata”. La situazione odierna di Trentofrutta ha alle spalle una lunga storia. “Nata nel 1961 – racconta Toccoli – per iniziativa di una famiglia di imprenditori trentini con il nome di Cremogen Spa, nel corso degli anni 70 il marchio entra a far parte del Gruppo Eckes Granini. Nel 1988 viene poi acquisito dalla famiglia Philipp, attuale proprietaria, che dà corso a una serie investimenti mirati all’innovazione tecnologica rinnovando tutti i reparti di trasformazione frutta, stoccaggio e confezionamento”. Di questo passo, con scelte strategiche indirizzate all’internazionalizzazione, Trentofrutta conquista quote di mercato ben oltre i confini nazionali garantendosi rapporti di clientela “con tutte le maggiori industrie alimentari del mondo”. Per il futuro, l’obbiettivo è proseguire in questa direzione “con qualche novità nella ricerca di tipologie innovative di confezionamento differenti dal vetro”. (adb)


21 speciale alimentazione

FD Alimentari punta sull’oleificio di Trambileno Il gruppo FD Alimentari Srl, che nel 2010 ha rilevato lo storico Oleificio F. Costa di Trambileno, conta di rilanciare l’azienda puntando sul suo radicamento sul territorio.

“Il valore

aggiunto dell’azienda è dato anche ro”. Già adesso, dopo appena tre anni al timone dal radicamento sul territorio”. Michele Ferran- dell’azienda, Ferrando può contare su un giro di do, amministratore dal 2005 di F.D. Alimentari affari per il 50% realizzato all’estero. “PrincipalSrl, un’azienda di Ponti sul Mincio che opera nel mente – precisa – sui mercati dell’area dei Paesi settore alimentare sui mercati del Nord Europa, Baltici e della Russia. Sul breve periodo puntiarileva nel 2010 l’Oleificio F. Costa di Trambileno, mo a consolidare ancora meglio la nostra presenmarchio storico appartenuto alla famiglia Costa. za in queste zone, mentre per il futuro pensiamo “Puntiamo molto sullo stabilimento di Trambi- ai mercati della Germania e delle regioni scanleno, la location storica dell’azienda, per svilup- dinave”. A Trambileno, in Vallarsa nei pressi di pare l’oleificio e dare inizio a una nuova fase Rovereto, l’azienda di Ferrando confeziona olio – continua Ferrando – con la volontà forte di di semi e olio extravergine di oliva destinato alla partire da qui per conquistare i mercati all’este- Grande Distribuzione. L’oleificio non vende al dettaglio. “Siamo un’azienda piccola che è però presente in tutte le insegne regionali della grande distribuzione”, continua. “Il rapporto con i distributori non è sempre stato facile, soprattutto appena rilevata l’azienda. Sono loro il potere forte e, sebbene ora i rapporti siano ottimi con tutti, non sono mancate inizialmente delle tensioni. In ogni caso, nei confronti del distributore, che è il nostro cliente, ci poniamo sempre in una prospettiva di collaborazione. L’obbiettivo è di garantire alla distribuzione le condizioni migliori per vendere bene al consumatore finale”. Proprio per questo la selezione della materia prima, l’olio di semi e l’olio di oliva, ha un ruolo strategico e primario. “Siamo molto attenti – prosegue Ferrando – a cercare oli di grande qualità. Per quanto riguarda l’olio di oliva abbiamo selezionato due frantoi nel sud Italia che ci forniscono prodotti di qualità ottima e costante. Raggiungere parametri così elevati non è stato facile. Abbiamo impiegato alcuni anni. E ora siamo orgogliosi della qualità che mettiamo in tavola. All’estero, invece, ci rivolgiamo a fornitori di fiducia in Grecia e in Spagna. Per quanto riguarda l’olio di semi, utiliz-

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ziamo soprattutto mais che proviene dall’Italia, ma purtroppo non possiamo etichettare i nostri prodotti con la bandiera italiana perché i fornitori non sono in grado di garantirci la copertura per tutto l’anno. Nel nostro campo, procurarsi all’estero almeno una parte della materia prima è quasi inevitabile. La produzione olearia nazionale non è infatti in grado di soddisfare la domanda di mercato. E questo dà purtroppo agio a frodi colossali: una pratica ahimè molto

Con la corrente gestione, lo storico oleificio F. Costa di Trambileno ha cambiato volto: nuovi mercati, nuove esperienze, nuovi prodotti.

diffusa nel nostro settore. Rifornendoci all’estero, quando necessario, siamo comunque in grado di garantire gli stessi livelli qualitativi. È giusto spingere sul Made in Italy, perché gli oli italiani hanno caratteristiche eccezionali, ma non va dimenticato che anche altrove è possibile trovare un’ottima materia prima”. Ferrando sottolinea inoltre l’eccessiva valorizzazione dell’olio extravergine di oliva sul mercato, a scapito dell’olio di semi, che è comunque un prodotto pregiatissimo che ha subito le sorti di una politica volta allo spostamento dei consumi verso l’olio d’oliva. “Siamo tra i pochissimi oleifici – sottolinea – a credere anche nell’olio di semi. Puntiamo su un nuovo prodotto, Oro Ambra, ottenuto dal mais mediante spremitura a pressione meccanica con l’aiuto di un piccolo mulino nella zona della Lessinia veronese”. Con la corrente gestione, lo storico oleificio F. Costa di Trambileno ha così cambiato volto: nuovi mercati, nuove esperienze, nuovi prodotti. E, oggi come ieri, tanta qualità. A Trambileno l’oleificio

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vanta una storia vecchia di duecento anni. Nasceva nel 1816 per opera di Francesco Costa. Era un oleificio austriaco, poi austroungarico (dopo il 1867) e infine italiano (dal 1919). Duecento anni fa, la ditta si sviluppa sulle rive del fiume Leno, dove si trova tutt’ora, sfruttando la corrente del corso d’acqua per far muovere i macchinari. Le lavorazioni primigenie erano legate al funzionamento di un mulino per la lavorazione dei cereali, destinati parte alla produzione olearia parte ai mangimifici. All’inizio del ’900 l’azienda si evolve, vengono ampliati gli stabili e realizzati gli stabilimenti che, più volte rinnovati, si utilizzano ancora oggi. Poi, nel secondo dopoguerra, il marchio si afferma a livello nazionale e diventa tra i protagonisti principali in Italia nel settore degli oli di semi. A questi, si affiancano gli oli di oliva nel corso degli anni 70-80. Nell’ultimo decennio del secolo scorso, infine, il marchio entra in crisi. Comincia un periodo difficile e l’azienda viene ridimensionata. Fino al 2010. A distanza di pochi anni dall’acquisizione il numero dei collaboratori è già stato incrementato e, nonostante il periodo difficile in cui ci troviamo, mantenuto stabile. “I rapporti con il territorio – conclude Ferrando – sono ottimi. Il Trentino è una specie di paradiso rispetto agli altri contesti regionali nazionali. Mi riferisco all’efficienza dei servizi e al senso civico dei cittadini. Buonissimi rapporti, quindi, con la Provincia autonoma di Trento. Pessimi, invece, con lo Stato. Continuamente abbiamo a che fare con un sistema che mette i bastoni fra le ruote. Manca del tutto in Italia la certezza del diritto. Per fare degli esempi concreti, ci troviamo nella situazione in cui il Ministero cambia tre volte in un anno la normativa sulle etichettature senza nemmeno darci la possibilità di smaltire le scorte. Siamo governati da un legislatore schizofrenico che legifera di continuo in maniera contraddittoria senza considerare le competenze specifiche di settore. I rapporti con il Ministero delle politiche agricole e forestali talvolta assumono toni drammatici. Questi sono i problemi di cui risentiamo maggiormente”. (adb)


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Vendemmia 2013, ottime premesse Quest’anno la maturazione lenta ha favorito il naturale ciclo vegetativo della vite, determinando acini più grandi e più ricchi di sostanze aromatiche. di ALESSANDRO DE BERTOLINI

Nei

primi giorni di ottobre (al momento in cui scriviamo la vendemmia è conclusa per le uve bianche e in corso per le uve nere), si stima in Trentino un valore medio di 15 punti percentuali in più sulla quantità di materia prima raccolta nelle campagne, con buona soddisfazione da parte degli operatori del comparto vitivinicolo provinciale. A differenza delle ultime stagioni, la maturazione delle uve è stata quest’anno graduale: distribuita su un lasso di tempo giusto, non troppo concentrato come era accaduto in passato, soprattutto nel 2011 e nel 2012. Una vendemmia, quella del 2013, che riporta il periodo della raccolta in linea con le medie storiche. Se il 2011 e il 2012 ci avevano abituati a vendemmie molto anticipate e sempre più frenetiche, che costringevano il contadino a raccogliere già nel mese di agosto con tempi strettissimi, la raccolta di quest’anno si è svolta a partire dalla seconda metà di settembre. Sia nelle uve a bacca bianca sia nelle uve a bacca rossa, la maturazione lenta ha favorito il naturale ciclo vegetativo della vite determinando acini più grandi e più ricchi di sostanze aromatiche. Buona, quindi, anche la qualità. Il raccolto 2013 sta portando così in cantina uve in abbondanza dai buoni standard qualitativi. Il commento dei principali produttori è abbastanza positivo. “Quest’anno – spiega Luigi Togn, amministratore di Vinicola Valdadige – la vendemmia con le uve a base spumante, chardonnay, pinot bianco e pinot nero è cominciata con 15 giorni di ritardo rispetto al 2012. Le uve sono state raccolte sane con una buona acidità. La quantità è maggiore dello scorso anno e ci consentirà il raggiungimento delle quote previste dalla DOC del Trentino. La qualità

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dovrebbe essere buona, ma è presto per dare giudizi definitivi”. Anche dalla famiglia Lunelli giungono buone notizie. “La qualità – spiega Marcello Lunelli, vicepresidente delle Cantine Ferrari – si presenta sostanzialmente buona, a macchia di leopardo, dovuta a un’annata dal doppio comportamento: fino a giugno piovosa, luglio e agosto molto caldo con i vigneti non irrigati che hanno sofferto la siccità, dando difformità di maturazione all’interno del singolo vigneto con grappoli a diversa maturazione. Il caldo torrido dei mesi estivi ha indotto la pianta a interrompere lo sviluppo per sopravvivere alle temperature anomale. Importanti sono stati i monitoraggi e le analisi pre-vendemmiali per capire e interpretare l’annata sui singoli vigneti. La quantità è tendenzialmente più alta dell’anno scorso: nell’ordine del 10-15%, con vigneti che hanno prodotto fino al 20% in più. Sulla base di quanto raccolto finora, speriamo di riuscire a realizzare tutti i nostri prodotti. Aspettiamo però che si concluda la vendemmia per dare un giudizio definitivo. Nelle alte colline i giochi sono ancora aperti. Difficile, tuttavia, pensare di poter avere riserve dal profilo di collezione in un’annata così particolare”. Giudizi complessivamente positivi, insomma, anche se per sciogliere le ultime riserve si deve attendere la fine di ottobre. In un momento difficile come questo, che non risparmia il comparto vitivinicolo, la qualità della materia prima farà la differenza insieme alla capacità di sapersi promuovere all’estero. “Lo stato di salute del settore – sottolinea Marcello Lunelli – è buono. Ma è in difficoltà il mercato interno. Meglio all’estero, dove è necessario investire maggiormente per poter pensare di dare un futuro alle


RUZZENENTE


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nostre aziende”. Convinto della necessità di puntare sull’export anche Luigi Togn: “Il settore vitivinicolo provinciale ha meno problemi di altri settori per il fatto che gran parte del nostro prodotto viene esportato, anche se a prezzi poco remunerativi. Le vendite sul mercato interno sono in calo per la crisi dei consumi che ha toccato anche i vini, specialmente quelli più cari. Il vino trentino è ancora poco conosciuto sia in Italia sia all’estero. Servirebbe un piano promozionale-pubblicitario. Così si stanno già muovendo altri produttori (vedi Verdicchio, Asti e altri)”. Sulla situazione del settore, anche Elio Pisoni – Distilleria Fratelli Pisoni – sottolinea l’importanza dei mercati esteri come traino. “Il comparto – spiega – soffre al momento la crisi sul mercato domestico. Va meglio all’estero, dove le vendite sono sempre in crescita insieme all’interesse per i prodotti bio. Per i distillati, invece, la situazione non è facile, soprattutto alla luce delle ultime notizie, in base alle quali il governo ha deciso di aumentare in tre passaggi l’aliquota sugli spiriti, oltre il 27%. Siccome stiamo

Livia e Beppe Bertagnolli

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parlando di un settore che soffre da anni di un continuo e costante calo dei consumi, ciò si tradurrà in un’ulteriore compressione. E, per assurdo, il gettito fiscale sarà inferiore con la nuova aliquota rispetto a quello che si ha con quella vigente. Anche nel settore dei distillati è indispensabile puntare ai mercati esteri, che, a macchia di leopardo, si muovono in controtendenza rispetto all’Italia”. In questo senso, la qualità delle uve che stanno giungendo in cantina sarà determinante. Per Elio Pisoni il raccolto è molto incoraggiante. “La vendemmia – spiega – sta procedendo bene. Abbiamo iniziato intorno all’8-10 settembre, partendo dalle zone collinari di San Siro, sopra la nostra azienda, dove abbiamo le vigne. Stiamo finendo di raccogliere le uve bianche, non abbiamo ancora cominciato con le rosse. Chiunque può notare, girando tra i vigneti, come i grappoli siano davvero belli e sani. La qualità sembra essere molto buona. Il grado zuccherino è leggermente inferiore allo scorso anno, ma c’è una buona acidità e l’uva è assolutamente sana. Il tempo attuale sta aiutando molto. Dovremmo avere dei rossi importanti, di grande qualità. La differenza, infatti, la fa sempre il mese di settembre. La primavera è stata piovosa, l’estate asciutta e il settembre è perfetto. Le notevoli escursioni termiche che si verificano in queste giornate sono ideali per lo sviluppo dell’acidità e il mantenimento degli aromi. Realizzeremo tutti i nostri prodotti, incluso il vino Santo, che ha sempre bisogno di uve sane e mature. In proposito, è in cantiere un progetto per realizzare, assieme agli altri quattro vignaioli produttori del Vino Santo, un vino ottenuto mediante l’appassimento dell’uva Rebo, che viene barricato per 3 anni nel rovere. Il 2013 sarà perfetto per questo tipo di vino”. Fiducia e soddisfazione si respirano anche in casa Bertagnolli, nella distilleria omonima. Livia e Beppe Bertagnolli guardano con ottimismo alla loro produzione. “Molto bene – precisa Beppe Bertagnolli – sia sulla quantità che sulla qualità. La qualità delle uve raccolte è per noi fondamentale: costituisce il 70% del risultato sul


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prodotto finale. Finora riscontriamo un’ottima A conferma dell’interesse che la grappa trentina materia prima con profumi molto buoni. E ri- suscita all’estero, non è diverso il punto di vista poniamo ancora più fiducia nelle uve di colli- di Andrea Marzadro. “Lavoriamo molto bene na, non ancora raccolte, che presenteranno una fuori dall’Italia – racconta Andrea sulla situamaggiore carica zuccherina a causa dell’elevata zione della Distilleria Marzadro – soprattutto escursione termica tra il giorno e la notte che si in Germania e in Svizzera. E ci stiamo muoverifica nei vigneti di alta quota”. Vista la situa- vendo per introdurci maggiormente sui mercati zione del mercato, anche per Beppe Bertagnolli dell’Est Europa (Polonia) e in Cina”. Puntando è indispensabile puntare sulla qualità, il vero all’export, le aspettative sono ottime in ragione valore aggiunto. “I segnali – continua – sono al degli esisti positivi della vendemmia 2013. “È ribasso sul mercato italiano. Si fa difficoltà a questa – continua Marzadro – una buona annavendere il prodotto anche a causa della situa- ta. Solo un po’ di differenza sul grado zuccherizione economica in cui ci troviamo. Ma rispet- no, soprattutto per le uve bianche, ma non in to ai prodotti provenenti dalle altre regioni, in modo preoccupante. I profumi e gli aromi sento Trentino vantiamo una situazione di privilegio che ci sono. Il prodotto è sano con una buona per l’alto profilo qualitativo che siamo in gra- resa. È senza muffe e si conserva bene. Molto do di offrire e di mantenere. Il nostro territorio buona, nel complesso, la qualità. E la quantità è conferisce al prodotto profumi molto più forti veramente abbondante. Rispetto all’anno scorso, rispetto alle altre aree nazionali e ci consente fino a un 20-25% in più. Da molti anni non si di proporre grappe più saporite e più digeribi- vedeva una tale quantità di uve. La raccolta è li. Anche per questo siamo molto attenti a la- cominciata nella prima metà di settembre e si è vorare sulla promozione. In questo ambito ci potuta fin qui svolgere con calma e con i ritmi muoviamo d’intesa con la Provincia autonoma giusti. Non come negli anni passati, dove si inidi Trento e con l’Istituto agrario di San Michele. ziava a vendemmiare già verso la metà di agosto. Quest’ultimo, in particolare, ci sostiene sia nel Siamo quindi molto soddisfatti. Realizzeremo promuovere il prodotto sia nella ricerca della tutti i nostri prodotti con una materia prima qualità. All’estero assistiamo a una riscoperta che permetterà di lavorare bene sulle grappe da della cultura della grappa secondo i valori del invecchiamento e di grande qualità. Speriamo made in Italy e registriamo un trend di vendite così di confermare nelle vendite la crescita che in continua crescita”. abbiamo registrato quest’anno”.

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economia

economia

“Minibond: istruzioni per l'uso" Nei giorni scorsi l’incontro organizzato da Confindustria Trento, Assoimprenditori Alto Adige e Laborfonds per presentare il progetto “Fondo Strategico”.

Le imprese

italiane, oltre alla generale carenza di liquidità del sistema, scontano una ulteriore debolezza che è l’eccessiva dipendenza finanziaria dal canale bancario. Una nuova opportunità di diversificazione delle fonti di finanziamento viene dal "Decreto Sviluppo" (Dl 83/2012), che ha introdotto la possibilità per le aziende non quotate di emettere proprie obbligazioni scambiabili attraverso la Borsa Italiana ed assoggettate ad un regime fiscale di favore (cosiddetti “minibond”). L’acquisto di “minibond” emessi dalle imprese locali che presentino indicatori economici e finanziari compatibili con il basso profilo di rischio degli investimenti tipici dei fondi pensione, potrà peraltro essere una delle modalità con le quali il Fondo Pensione Laborfonds e le due Province

investiranno attraverso il “Fondo strategico” delle risorse finanziarie a favore delle iniziative imprenditoriali del territorio regionale. Per illustrare alle aziende questa nuova interessante opportunità, Confindustria Trento, Assoimprenditori Alto Adige e Laborfonds hanno organizzato nei giorni scorsi un incontro, ospitato presso le Cantine Rotari di San Michele all’Adige. Nel corso dell’evento dunque la presentazione del progetto “Fondo Strategico”, degli obiettivi e dei criteri di intervento a sostegno delle imprese del territorio, dei nuovi strumenti di finanziamento per le Pmi e del mercato ExtraMot Pro. Il presidente di Laborfonds Antonello Briosi ha spiegato che l’incontro ha offerto l’occasione per verificare la consistenza delle realtà potenzialmente idonee ad ottenere il finanziamento.


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Parte da Rovereto il rilancio delle Pmi Si è svolto nel Polo tecnologico di Rovereto l'incontro annuale della Piccola Industria di Trento, Bolzano e Innsbruck. Presente il presidente nazionale della Piccola Industria Vincenzo Boccia. di SILVIA BRUNO

Presidente

Benedetti, quella che si è svolta a Rovereto il 20 settembre è la seconda edizione dell’Euregio Small Business Forum. Quali sono le ragioni più profonde dell’evento? Lo Small Business Forum è una tra le iniziative promosse nell’ambito della collaborazione tra gli attori della Piccola industria dell’Euregio con l’intento di rafforzare il dialogo e l’interazione tra le piccole e medie imprese del territorio. L’appuntamento di fine settembre, nello specifico, è stato organizzato con l’obiettivo di far conoscere a chi ci governa le istanze e le necessità delle piccole e medie imprese in relazione a un tema di viva attualità e urgenza qual è l’internazionalizzazione. Il nostro territorio vanta eccellenze imprenditoriali che, con il supporto delle Associazioni industriali, hanno saputo conquistare posizioni di leadership sui mercati internazionali e che tuttora stanno investendo con coraggio per rafforzare ed estendere la propria presenza anche in nuove aree geografiche. Spesso però tali passaggi risultano molto complessi per le piccole imprese, in quanto frenate da

limiti dimensionali e finanziari che non consentono una piena libertà di scelta. Per le stesse ragioni le piccole imprese faticano a cogliere anche opportunità significative di sostegno economico, anche e soprattutto quando vengono da Bruxelles. L’Unione europea offre importanti strumenti e valide soluzioni, che spesso le aziende non conoscono, o non approfondiscono, ritenendole di difficile approccio. Rappresenta quindi un’opportunità, ancora poco sfruttata, per migliorarci e per crescere, non solo in termini di dimensione di mercato, ma anche in termini organizzativi, di mentalità e di approccio al prodotto. Con questa edizione dello Small Business Forum abbiamo voluto fare anche questo: offrire una panoramica degli organi territoriali che possono essere d’aiuto alle imprese nell’accesso alle opportunità. Prezioso, in questo senso, l’intervento di Paola Pompermaier, responsabile dell’Ufficio di Bruxelles della Pat, che, pur avendo assunto l’incarico

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associazione

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da pochi mesi, ha accolto con grande spirito di collaborazione le nostre richieste e si è fatta parte attiva per fornire risposte concrete alle istanze ed alle esigenze delle nostre Pmi. L’invito a cogliere le opportunità offerte su scala europea alle piccole e medie imprese è stato ribadito anche dal presidente nazionale della Piccola Industria Vincenzo Boccia. Boccia ha evidenziato la necessità di una maggiore apertura delle imprese ai mercati esteri, anche in virtù degli impegni assunti dalla Commissione europea a favore dello sviluppo e della crescita delle Pmi: un approccio tanto più atteso in uno spazio di confine come l’Euregio. Un tema introdotto peraltro dallo stesso presidente regionale Paolo Mazzalai all’apertura dei lavori. Ma Boccia ha parlato di alleanze: se le piccole imprese vogliono contare di più, anche all’estero, devono necessariamente fare rete, rafforzarsi dal punto di vista dimensionale. E pure dal punto di vista patrimoniale… Certamente. In questo senso possiamo dire che è stato confortante l’intervento di Johannes Schneebacher, direttore generale Volksbank, che ha dato un segnale di disponibilità economico finanziaria a sostegno delle PMI dell'Euregio. Permettetemi a questo proposito un ringraziamento particolare a tutta la struttura di Volksbank che da subito ha creduto fermamente nel progetto e senza il cui supporto economico ed organizzativo non avremmo potuto realizzare l’iniziativa. La sensibilità e l’attenzione dimostrata nei confronti di Confindustria Trento e delle nostre aziende ci fa ben sperare per un’efficace collaborazione anche in futuro.

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Segnali di apertura sono venuti anche dagli interlocutori della tavola rotonda moderata da Enrico Franco. Con i colleghi Oswald Eller e Paul Unterweger, presidenti delle Piccole e Medie Imprese dell’Alto Adige e del Tirolo, abbiamo apprezzato l’interessamento dell’onorevole Herbert Dorfmann, che, nel suo ruolo di Parlamentare Europeo rappresenta il Trentino Alto Adige presso le istituzioni di Bruxelles. Dorfmann si è detto disponibile a una collaborazione che abbia il fine di innescare strategie capaci di promuovere l’internazionalizzazione delle nostre imprese. E ha parlato di misure, anche linguistiche, per favorire le relazioni interne alla macroregione. Dal canto suo, il presidente della Provincia autonoma di Trento e della nostra Regione Alberto Pacher ha ribadito gli impegni assunti a livello politico per un sostegno all’internazionalizzazione delle categorie produttive: è importante che il medesimo approccio guidi il lavoro quotidiano delle strutture operative della pubblica amministrazione. I prossimi passi? Procedere sulla strada indicata, affinché l’auspicio di nuove sinergie tra pubblico e privato per la crescita delle piccole e medie imprese non resti lettera morta. Puntare sulla formazione e sulla cultura dell’integrazione, promuovendo gli scambi e le relazioni tra scuola e impresa sull’intero territorio dell’Euregio. Confidiamo infine in una politica che sappia governare in modo stabile e con spirito di servizio, e che possa per questo camminare accanto agli imprenditori per supportarli nelle importanti sfide del presente e del futuro.


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Delegazione tedesca a Palazzo Stella Gli industriali bavaresi hanno approfondito con i colleghi trentini e altoatesini diversi aspetti della situazione italiana sui temi della politica, finanza, energia e credito.

Uno

scambio di vedute sullo stato dell'economia italiana e di quella tedesca è stato alla base dell'incontro di fine settembre a Palazzo Stella tra la Federazione regionale degli industriali e una delegazione di imprenditori della Baviera. La Bayme Vbm (associazione delle aziende bavaresi della metalmeccanica ed elettronica) è stata accolta dal presidente regionale Paolo Mazzalai e dal presidente di Assoimprenditori Alto Adige Stefan Pan, insieme ad alcuni imprenditori delle due province. "Le aziende tedesche - ha commentato il presidente Mazzalai - sono molto interessate al mercato italiano, ma sono preoccupate per la nostra crisi economica, in particolare per la mancanza di liquidità nei rapporti tra imprese,

e per l'instabilità politica del nostro Paese. Tuttavia hanno dimostrato fiducia nell'industria italiana e nella sua capacità di reazione alla crisi". "Manifestazioni come queste - ha aggiunto Pan - rafforzano il nostro ruolo di piattaforma di incontro all'interno dell'Europa. Vogliamo continuare ad essere i promotori di un dialogo costruttivo che abbia come obiettivo la realizzazione di una partnership forte che contribuisca al rilancio economico e occupazionale". Gli industriali bavaresi, guidati dal presidente di Bayme Alfred Gaffal, hanno voluto approfondire con i colleghi trentini e altoatesini diversi aspetti della situazione italiana sui tema della politica, finanza, energia e credito.

Da Sinistra: Pan, Gaffal e Mazzalai

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Rete Formazione per la leadership e l’innovazione Al via il 24 settembre il percorso itinerante dedicato a manager, imprenditori e dirigenti di successo.

Un seminario

presso il Centro Logistico di Dainese, a Vicenza; uno study visit nello stabilimento produttivo di Toyota Material Handling, nella provincia bolognese; per chiudere con un corso esperienziale ospitato dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento e un evento finale tra le eccellenze trentine. Sono queste le tre tappe del percorso itinerante “Leadership e Innovazione” promosso da Rete Formazione e destinato a imprenditori, dirigenti e manager che desiderino approfondire il tema valendosi del contributo di docenti di eccellenza e del confronto con colleghi attivi in aree geografiche diverse. L’intervento si è aperto a fine settembre a Vicenza presso la sede di Dainese, azienda leader nel settore dell’innovazione applicata alla sicurezza nell’abbigliamento protettivo per lo sport. Nel corso dell’incontro si è parlato di innovazione e di metodi che consentono di arrivare sul mercato in tempi più rapidi, di identificare e utilizzare con intelligenza fonti di know-how esterne, di gestire in termini imprenditoriali il rischio collegato agli investimenti in innovazione. La docenza è stata affidata a Vittorio Chiesa, responsabile dell’area Strategia Tecnologica e delle iniziative formative in tema di Imprenditorialità e Family Business presso il Mip, Politecnico di Milano. La seconda tappa del percorso, in programma il 23 ottobre a Bologna, presso lo stabilimento della Toyota, è stata pensata per consentire ai partecipanti di toccare con mano l’applicazione più spinta del Tps – il Toyota Production System - in Italia, grazie all’intervento di Emanuele Cesari, Business Solutions Manager e Responsabile Toyota Academy presso Toyota Material Handling Italia. Il percorso si concluderà il 21 novembre in Tren-

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tino. All’interno degli spazi di FBK - Fondazione Bruno Kessler, uno degli interlocutori essenziali per le aziende che intendono migliorare la propria competitività attraverso lo sviluppo di soluzioni innovative, Leonardo Frontani dialogherà con alcuni testimoni dell’innovazione in Trentino e parlerà di leadership, competenza fondamentale per l’imprenditore di successo e necessaria a costruire condizioni idonee a facilitare il processo di innovazione. Al termine della giornata è in programma una visita alle Cantine Ferrari, azienda che ha saputo coniugare la cultura dell'innovazione all'eccellenza del bere. Costituita per condividere le eccellenze, aumentare le possibilità di confronto e scambio tra imprese provenienti da territori contigui, investire su nuove proposte formative, Rete Formazione nasce da un accordo siglato dai consorzi territoriali di Confindustria di Bologna (Cofimp), Mantova (Assoservizi Mantova), Padova (Fòrema), Rovigo (Cifir), Trento (Assoservizi Srl), Verona (Cim & Form) e Vicenza (Risorse in Crescita). Rete Formazione è la prima esperienza di aggregazione tra associazioni imprenditoriali sul tema della formazione.


35 associazione

Assoservizi lancia Cat Imprese Confindustria Trento ha costituito presso la propria società di servizi il suo Centro di Assistenza Tecnica alle imprese.

La

formalizzazione del riconoscimento è venuta nei giorni scorsi: da fine settembre Assoservizi ha ottenuto l’autorizzazione ad operare anche nella forma di Centro di Assistenza Tecnica. La denominazione scelta per il proprio centro è Cat Imprese: in virtù del passaggio, Assoservizi svolgerà a condizioni vantaggiose per le imprese attività di assistenza tecnica, di formazione e aggiornamento in materia di innovazione tecnologica e amministrativa, gestione economica e finanziaria d’impresa, accesso ai finanziamenti anche dell’Unione europea, sicurezza e tutela dei consumatori, tutela dell’ambiente, igiene e sicurezza sul lavoro, informazione degli strumenti a sostegno dell’imprenditorialità giovanile, con particolare riferimento al Progetto per l’imprenditorialità giovanile approvato dalla Giunta provinciale. La novità implica indubbi vantaggi economici per quanti vogliano rivolgersi alla società di Palazzo Stella, come spiega il direttore di Confindustria Trento Roberto Busato: “Abbiamo cercato fortemente il riconoscimento, poiché siamo consapevoli che le aziende hanno bisogno delle migliori condizioni per poter accedere ai servizi, alle consulenze, alle opportunità formative di eccellenza messe a punto da Assoservizi”. L’offerta della società copre un’ampia gamma di proposte. Forte di una lunga tradizione nel settore della formazione, della consulenza e della medicina del lavoro, Assoservizi assiste le aziende nei processi di innovazione, di internazionalizzazione, di aggiornamento e di riqualificazione del personale. Lo staff della società offre inoltre sostegno alle imprese nell'adempimento degli obblighi normativi e amministrativi, con particolare attenzione ai temi della salute e della sicurezza sul lavoro.

Collegata a Confindustria Trento, Assoservizi è la società di servizi degli industriali trentini, ma è in grado di prestare assistenza a tutte le realtà – pubbliche e private - che vogliano affidarsi a uno staff giovane, dinamico e competente.

Risk Management Assoservizi Si è tenuto il 19 settembre scorso il workshop “Guida alla lettura della polizza di responsabilità civile verso terzi e verso prestatori di lavoro”. È il primo di una serie di incontri organizzati da Assoservizi nell’ambito del servizio di Risk Management, un’iniziativa dedicata alle imprese associate che necessitino di assistenza in materia assicurativa e di gestione dei rischi. Il servizio, molto innovativo perchè estraneo a qualsiasi forma di intermediazione assicurativa, adotta un approccio al rischio e all’assicurazione piuttosto diffuso all’estero ma semisconosciuto in Italia. Il personale dedicato, infatti, non appartenendo al mondo delle assicurazioni, garantisce l’imparzialità nei pareri espressi e la totale assenza di conflitti di interesse con le aziende che chiedano assistenza. Risk Management Assoservizi sviluppa le seguenti attività: - audit assicurativo, che consiste nell’analisi delle polizze di assicurazione sottoscritte dall’azienda nell’ottica di migliorare la copertura nel suo complesso; - gara ad invito, una procedura di gara semplificata finalizzata ad ottimizzare la concorrenza tra assicuratori, nell’ottica di ridurre i costi e migliorare la qualità della copertura: in questo caso il servizio provvede a redigere un sintetico capitolato per ogni polizza oggetto di negoziazione, che l’imprenditore trasmetterà agli assicuratori da lui prescelti; le offerte pervenute in azienda verranno comparate dal servizio mediante apposito modello di rating; - formazione, organizzando cicli di incontri (denominati “Guida alla lettura della polizza”) ove evidenziare vantaggi e criticità dei contratti di assicurazione nei vari rami, per accrescere la consapevolezza delle aziende in materia e agevolare la definizione di una politica assicurativa aziendale in autonomia; - informazione, attraverso la pubblicazione periodica di sintetiche notizie di impatto sulle polizze aziendali.

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Finanziamenti FEI

Sosteniamo le imprese, finanziando l’innovazione.

Grazie all’accordo tra il Gruppo bancario Credito Valtellinese e il Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI) diamo sostegno alle Piccole e Medie Imprese che investono in ricerca, sviluppo e attività innovative. Chiedi al tuo Consulente Imprese come accedere ai finanziamenti! IL FINANZIAMENTO BENEFICIA DEL SUPPORTO DELL’UNIONE EUROPEA MEDIANTE GARANZIA EMESSA NELL’AMBITO DEL PROGRAMMA DI CONDIVISIONE DEL RISCHIO CONCERNENTE PMI E IMPRESE A BASSA/MEDIA CAPITALIZZAZIONE INNOVATIVE E ORIENTATE ALLA RICERCA (GARANZIA RSI) . MESSAGGIO PUBBLICITARIO CON FINALITÀ PROMOZIONALE. PER TUTTE LE CONDIZIONI RELATIVE AI SERVIZI E PRODOTTI PUBBLICIZZATI E PER QUANTO NON ESPRESSAMENTE INDICATO OCCORRE FAR RIFERIMENTO AI FOGLI INFORMATIVI E ALLA DOCUMENTAZIONE INFORMATIVA PRESCRITTA DALLA NORMATIVA VIGENTE, DISPONIBILI PRESSO TUTTE LE DIPENDENZE E SUL SITO INTERNET WWW.CREVAL.IT NELLA SEZIONE “TRASPARENZA”. LA CONCESSIONE DEI FINANZIAMENTI È SUBORDINATA ALLA SUSSISTENZA DEI NECESSARI REQUISITI IN CAPO AL RICHIEDENTE NONCHÉ ALL’APPROVAZIONE DELLA BANCA E, IN OGNI CASO, PUÒ AVVENIRE SOLO NEI LIMITI DEL PLAFOND DISPONIBILE PARI A COMPLESSIVI EURO 100.000.000 DI CAPITALE EROGATO.

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Mercato globale, quali priorità Sondaggio su 359 aziende, che hanno fornito una mappatura della loro presenza internazionale e indicazioni sui Paesi ed attività esteri di interesse per il breve-medio periodo. di NICOLÒ ANDREINI, responsabile Area Internazionalizzazione di Assoservizi Srl

Nel

trimestre giugno-agosto 2013 Assoservizi Srl – società di servizi di Confindustria Trento – in collaborazione con Doc Service, ha diffuso fra le aziende associate un questionario on-line con doppia finalità: da un lato, elaborare una mappatura della loro presenza all’estero in termini di prodotti e servizi proposti, in quali specifici Paesi, secondo quali modalità e con quali dimensioni di affari; dall’altro, identificare quale è la propensione delle stesse aziende, verso quali mercati esteri e per il tramite di quali iniziative. La validità dei risultati dell’indagine è statisticamente confermata da un numero di partecipazioni insolitamente alto: 359 aziende, di cui 206 del comparto manifatturiero (alimentare, carta e grafica, chimica-gomma-plastica, estrattive, legno e mobilio, materiali da costruzione, metalmeccanica, porfido, tessile e abbigliamento), 86 dell’edilizia e 67 del terziario (inteso come autotrasporto e servizi innovativi e tecnologici). La suddivisione nei tre gruppi citati attiene al differente approccio che evidentemente ciascuno ha verso i mercati esteri, soprattutto per effetto della natura dei prodotti o dei servizi proposti.

Il manifatturiero il più presente all’estero Le aziende trentine del manifatturiero sono quelle più operative fuori dai confini nazionali: nel 2012 il 42% delle imprese che hanno risposto all’indagine (86 su 206) ha esportato propri prodotti all’estero, contro appena il 22% del terziario (15 aziende su 67) e l’1% dell’edilizia (1 impresa su 86) per i relativi servizi prestati all’estero nello stesso anno. All’interno del comparto manifatturiero, la sezione merceologica più internazionalizzata risulta

essere quella metalmeccanica, poi chimica-gomma-plastica e, al terzo posto, il porfido. Seguono, distaccate, le altre sezioni, in ordine decrescente per numero di imprese presenti all’estero: alimentare, carta e grafica, legno-mobilio e tessileabbigliamento. I servizi più forniti all’estero dalle aziende trentine del terziario risultano invece quelli attinenti a informatica e elettronica e, solo in misura minore, a ingegneria e architettura.

L’Europa il principale partner Relativamente alla distribuzione geografica delle aziende del manifatturiero, l’attività prevalente risulta in ben 42 Paesi europei: soprattutto nelle vicine Germania, Austria, Svizzera, ma anche in Francia, Spagna e Belgio. L’operatività extraeuropea è tuttavia degna di nota, con commesse in 13 Paesi africani (Sud Africa, Tunisia e Algeria in primis), in 13 Paesi americani (USA, Brasile e Argentina in testa) e addirittura in 34 Paesi dell’Australasia, con picchi inattesi in Giappone e Australia. Meno articolata è la presenza estera delle aziende trentine del terziario, attive in 7 Paesi europei, in 3 Paesi americani e in Australia, ed ancor meno quella dell’edilizia trentina, che dall’indagine risulta aver operato solo in Angola nel 2012.

I prossimi obiettivi Tuttavia, ed è questo forse il dato più rilevante che emerge dall’indagine, i tre comparti esprimono, in misura e dimensioni certo diverse, comunque un crescente interesse per i mercati esteri, evidentemente determinato in molti casi anche dall’esigenza di rispondere alla riduzione della domanda interna di beni e servizi, per effetto

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della crisi in atto. Sebbene siano evidentemente differenti i mercati di sbocco a seconda della natura del prodotto o servizio fornito, i Paesi di maggior interesse per sviluppo futuro di attività sono certamente quelli europei, sia intra che extraUE, per tutti e tre i comparti, per effetto sia della vicinanza geografica e conseguenti costi e tempi ridotti, ma anche per vicinanza culturale e sicurezza psicologica. Escludendo l’Europa, le aziende del manifatturiero puntano quasi indifferentemente sui cinque continenti, mentre quelle del terziario preferiscono l’America centro-meridionale e le imprese edili il Nord-Africa.

Quali strumenti Infine, le aziende dei tre comparti sono risultate essere d’accordo sulla constatazione che, accanto se non prima delle fiere e delle missioni all’estero, le iniziative più promettenti per sostenere la propria internazionalizzazione sarebbero le missioni incoming. Si tratta di visite di delegazioni imprenditoriali straniere in Trentino, su invito o comunque presso le sedi delle aziende, che permettono a queste ultime di mostrare ai potenziali partner le loro produzioni, capacità e/o expertise in loco, e di

strutturare quindi opportunità di business estere con costi logistici ridotti e maggiore efficacia. “Si tratta di una evidente manifestazione di maturità nell’approccio verso l’estero anche da parte delle Pmi trentine che ancora non esportano”, ha tenuto a segnalare Lorenzo Delladio, vicepresidente con delega all’internazionalizzazione di Confindustria Trento, al momento della prima presentazione dei risultati dell’indagine alla Giunta Esecutiva dell’Associazione lo scorso 3 settembre.

L’iniziativa di Confindustria Trento Le indicazioni e i dati emersi dall’indagine, elaborati al livello aggregato e nel più stretto riserbo e rispetto della privacy delle aziende coinvolte, costituiranno le direttrici guida nella definizione delle attività che l’Associazione intraprenderà a sostegno dei processi di internazionalizzazione delle aziende per il prossimo biennio, in termini di Paesi e prodotti su cui puntare e servizi da proporre e fornire alle imprese trentine. I dati saranno inoltre elaborati in una brochure, in italiano e inglese, funzionale alla promozione sui mercati esteri dell’industria trentina che ha partecipato all’indagine.

FORMAZIONE SU INTERNAZIONALIZZAZIONE – PROSSIMI MODULI AUTUNNO 2013 Di seguito si ricordano gli ultimi moduli del percorso “Management per l’internazionalizzazione d’impresa” per l’anno 2013, organizzati da Assoservizi Confindustria Trento. titolo

docente

data

La disciplina del Made In, la Marcatura CE e la certificazione dei prodotti per l’export

Avv. Antonio de Capoa

17 ottobre ore 14.00-18.00

La territorialità dei servizi

Dr. Roberto Curcu

24 ottobre ore 9.00-13.00

Tutelare l’innovazione (brevetti, marchi, modelli di utilità, misure anticontraffazione)

Dr.ssa Gabriella Reniero Avv. Giovanni Casucci

29 ottobre ore 9.00-18.00

Le reti d’impresa: strumento per l’internazionalizzazione

Dr. Paolo Angheben Dr. Alessandro Santini

15 novembre ore 9.00-13.00

I prezzi di trasferimento infragruppo

Dr. Paolo Giovannini

20 novembre ore 9.00-13.00

Applicazione concreta delle convenzioni contro le doppie imposizioni

Dr. Ennio Vial

26 novembre ore 14.00-18.00

Per informazioni Aree Internazionalizzazione e Formazione Assoservizi T 0461 935050 - F 0461 390127 - estero@assoservizi.tn.it - formazione@assoservizi.tn.it

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40 informazione pubblicitaria

Rete Trentina Incentivi A fine agosto i Confidi trentini hanno dato vita a Rete Trentina Incentivi, un contratto di rete con soggettività giuridica pensato per migliorare e razionalizzare l’ attività di valutazione delle richieste di incentivo delle imprese trentine di tutti i settori e di tutte le forme giuridiche. L’iniziativa nasce dallo spunto in tema di gestione del fondo di rotazione deliberato dalla Provincia e che dovrebbe trovare concreta applicazione nelle prossime settimane dopo la firma delle necessarie convenzioni. Poiché la Provincia auspicava una gestione congiunta di tale intervento, abbiamo inteso dare immediato seguito alla richiesta prevedendo che questa nuova struttura possa svolgere anche tutti gli incarichi connessi alla gestione amministrativa di tutte le agevolazioni in corso, a partire dalla lp 6/99 recentemente modificata nelle tipologie di intervento, nelle aliquote previste e nel meccanismo di maggiorazione. Anche le fattispecie agevolabili sopravvissute alla modifica e già ricomprese nella lp 17/93 – ora abrogata - verranno gestite nell’ambito delle lp 6. La modifica è stata anche l’occasione per la Provincia per la formulazione di criteri unici rispetto ai vari settori e quindi gestibili con più flessibilità nell’ambito delle strutture esistenti, finora invece vincolate ad operare su regolamentazioni settoriali. Una occasione imperdibile in

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termini di potenzialità di sviluppo e di miglioramento di efficienza operativa in sede di ricezione delle domande, di istruttoria e di attività di controllo post erogazione. Importante sottolineare invece che i processi deliberativi rimarranno autonomamente in capo ai singoli Confidi che rimarranno anche autonomi gestori dei fondi assegnati da APIAE. La Rete potrà anche svolgere tutti i servizi che in futuro la Provincia vorrà affidare ai Confidi, superando le difficoltà di organizzazione, di tempestività e di omogeneità di valutazione. Spiegata in questi termini la cosa può sembrare cambiamento da poco, un processo di riorganizzazione come tanti ma che invece valutato nell’ottica di questo particolare momento assume significati a nostro modo di vedere più importanti. Se analizziamo le decisioni della Provincia ritroviamo una completa coerenza tra la creazione di Apiae e la formulazione della richiesta di una controparte unica. Un processo di semplificazione e di accentramento che consente una pronta risposta ai quesiti delle imprese in tema di normativa e di applicazione dei criteri. Il fondo di rotazione è quindi l’occasione per partire finalmente con un progetto che consenta di migliorare un importante servizio creando un polo unico di gestione delle domande che porti in immediata

evidenza punti di forza e punti di debolezza delle iniziative, attraverso un organismo comune come il Comitato di Gestione - presieduto dal Presidente di Cooperativa Artigiana Giuseppe Bertolini – del quale fanno parte i Presidenti ed i Direttori dei tre Confidi per assicurare una piena condivisione di tutte le opportunità e di tutte le problematiche connesse ad un così importante fattore di stimolo alle imprese come le agevolazioni provinciali. Vedremo se questa iniziativa potrà essere allargata o replicata anche in tema di credito, una voce ancora sofferente che ci vede impegnati quotidianamente nel tentativo di porre rimedio a situazioni che in un altro momento storico non avrebbero avuto problemi ma che sono stremate dalla situazione contingente. Da questo punto di vista l’amarezza più grande spesso deriva dall’impossibilità di dare risposte anche a chi intende investire o creare nuove iniziative, e questo è un tema sul quale si dovrebbe creare un confronto tra tutti gli attori ascoltando le ragioni di ognuno per cercare comuni soluzioni evitando che il tempo ci veda irrigiditi ognuno sulla propria barricata. Anche in questo senso la nostra piccola Rete può essere un segnale.

Tutte le informazioni sull’operatività, non appena definite, saranno reperibili sul sito www.confidimpresatrentino.it


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Certificarsi per l’estero Assoservizi è in grado di seguire le aziende in funzione del mercato di interesse attraverso attività specifiche di analisi dei prodotti. di Alessandro Peluso, titolare dello Studio tecnico Ing. Peluso

Negli

ultimi anni il mercato è stato testimone del passaggio da un’economia racchiusa negli ambiti ristretti di circuiti commerciali regionali, nazionali, continentali, a forme di produzione e di scambio intercontinentali, con rapporti complessi di interdipendenza tra i vari spazi economici. Il processo di globalizzazione, pur esasperando la concorrenza internazionale (sempre più caratterizzata dalla crescente aggressività delle economie di recente industrializzazione) e mettendo a rischio alcune nostre imprese (in particolare quelle appartenenti ai settori cosiddetti “tradizionali”), ha offerto, parallelamente, importanti opportunità di sbocco su nuovi mercati ai prodotti e servizi italiani a più alto valore aggiunto ed indotto le nostre imprese a spostare la loro attenzione verso l’internazionalizzazione ed il mercato globale. Un aspetto che caratterizza la globalizzazione, costituendone al tempo stesso un presupposto ed una conseguenza, è rappresentato dalla forte riduzione delle distanze, anche cognitive, che permette alle imprese un più facile ed immediato accesso alle informazioni e alle conoscenze indispensabili ad accrescere la propria competitività, così da riuscire ad approfittare delle nuove opportunità di espansione. L’informazione e la conoscenza dei mercati esteri, dei loro prodotti e fattori di attrazione, e soprattutto delle loro regole tecniche e delle norme e processi di certificazione sono dunque gli elementi strategici sui quali le imprese italiane – comprese quelle di più ridotte dimensioni – devono oggi puntare per fare l’indispensabile “salto di qualità” e porsi nel mercato internazionale come società leader. Tuttavia la complessità del panorama normativo internazionale nell’ambito delle certificazioni e la scarsa conoscenza, da parte dell’imprenditore italiano, dello stesso rappresentano ostacoli che spesso inibiscono

il desiderio delle imprese (soprattutto quelle di piccola dimensione) di espandere la propria attività e guardare oltre i confini del proprio paese. Ciascun paese è caratterizzato da norme tecniche specifiche e dalla necessità dell’ottenimento di specifiche Certificazioni. È possibile comprendere quanto scritto se consideriamo i mercati attualmente di maggior interesse per le aziende italiane e trentine ed in particolare Usa, Canada, Brasile, Cina e Paesi Arabi per i quali ad esempio in relazione alla tipologia di prodotto possono essere necessarie anche oltre dieci diverse tipologie di certificazioni di prodotto in relazione alle diverse normative di riferimento. È quindi importante, quando si intraprende un percorso di internazionalizzazione, che l’azienda valuti opportunamente innumerevoli aspetti, tra cui la necessità di conformare i propri prodotti agli standard di sicurezza richiesti dai paesi li si vuole collocare. La valutazione delle implicazioni derivanti dalle diverse normative tecniche, certificazioni e standard di qualità richiesti nei vari paesi, è un passo fondamentale per non trovarsi a dover sostenere ingenti perdite finanziarie o rallentare i tempi di immissione del proprio prodotto o, nella peggiore delle ipotesi, dover rinunciare al proprio programma di esportazione. Considerato che ad esempio un prodotto conforme alle normative europee non è automaticamente conforme alle normative americane o canadesi o russe, è chiaro come per un’azienda sia di vitale importanza effettuare un’analisi preliminare atta ad identificare il percorso di certificazione più idoneo in funzione della struttura aziendale e del tipo di prodotto. Assoservizi e Confindustria Trento all’interno del programma di internazionalizzazione attuato a sostegno delle imprese trentine, data la particolare criticità che le normative tecniche rivestono nell’ambito del-

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le esportazioni, hanno sviluppato congiuntamente allo studio tecnico Peluso di Bologna, specializzato nelle certificazioni internazionali dei prodotti, un programma di accompagnamento all’ottenimento delle certificazioni in funzione dei paesi di interesse. Attraverso uno screening iniziale viene valutato l’impatto tecnico ed economico dell’operazione, stabilito l’iter di processo e valutate tutte le normative pertinenti nonché ogni aspetto utile e necessario al raggiungimento della certificazione specifica necessaria. Il servizio ha come obiettivo quello di accompagnare le imprese che vogliono affacciarsi su nuovi mercati (Cina, India, Russia, Brasile, Est Europa, ma anche Germania e Stati Uniti) a raggiungere con tempi e costi ridotti le certificazioni necessarie attraverso la competenza ultradecennale e la professionalità di Alessandro Peluso unitamente a programmi di cofinanziamento delle spese come previsto dalla legislazione vigente. Assoservizi e Confindustria Trento si prefiggono da un lato di agevolare il reperimento delle informazioni tecniche e delle normative e dall’altro lato di favorire la

comprensione delle problematiche e degli aspetti chiave che caratterizzano le certificazioni internazionali connesse all’accesso al mercato estero. Il servizio parte da un incontro preliminare finalizzato ad individuare le esigenze dell’azienda, i mercati di interesse e le normative di riferimento a seguito del quale viene redatto un piano di certificazione. Grazie alle numerose collaborazioni dirette con i maggiori Enti di Certificazione Internazionali Assoservizi e lo studio di Peluso sono in grado di seguire le aziende ed accompagnarle fino all’ottenimento delle necessarie certificazioni in funzione del mercato di interesse attraverso attività specifiche di analisi dei prodotti. Il servizio di consulenza per le certificazioni internazionali ha visto nel 2013 la partecipazione di numerose aziende trentine con un ritorno positivo in termini di apprezzamento del servizio. Assoservizi e lo studio di Peluso continueranno a portare avanti il progetto consapevoli che attraverso il proprio lavoro molte aziende trentine potranno affacciarsi verso nuovi mercati con importanti riscontri economici.

Superando la Cucine Lube Banca Marche Macerata per 3-0, la Trentino Volley si è aggiudicata al PalaTrento la Del Monte Supercoppa Italiana 2013. Per la Diatec Trentino è questo il quindicesimo trofeo. Congratulazioni ai gialloblù!

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Capi Group all'estero, storia di successo Intervista a MIRKO CAINELLI, socio fondatore di Capi Group Srl. di GIORGIO ZAGONEL, Trentino Export

Trentino

Export, forte della sua esperienza quasi quarantennale al sostegno dell’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese della provincia di Trento, da più di tre anni collabora con reciproca soddisfazione con Capi Group Srl, gruppo di imprese della meccanica trentina con sede a Calliano (TN), formato da Meccanica Cainelli Srl, Omp Piccinelli Srl, Colmegna Spa, Rivestcor Srl e da poco anche da una consociata in Cina, Wuxi Gear Tech Co. Ltd. Capi Group, oltre a potersi a ragione definire come un’eccellenza nel settore della meccanica di precisione trentina, è anche – grazie alla lungimiranza dei suoi proprietari – uno dei primi esempi di aggregazione industriale tra imprese sul nostro territorio. La collaborazione con Trentino Export, iniziata con successo puntando sul Brasile, ora si è allargata anche alla Russia e a tutta l’area dell’ex Unione Sovietica, tramite uno strutturato progetto biennale di penetrazione commerciale.

Signor Cainelli, come valuta questo lungo rapporto di collaborazione con Trentino Export? Direi in maniera molto positiva e soddisfacente. Dopo un primo approccio nel 2010 in cui noi e Trentino Export ci siamo confrontati ed abbiamo chiarito ognuno i propri ruoli, le proprie competenze e diciamo anche i rispettivi "limiti", le potenzialità si sono sviluppate velocemente. L’operare di Trentino Export come un vero e proprio ufficio commerciale in outsourcing, il supporto offerto nella partecipazione alle fiere internazionali di settore, sia con incontri “business to business”, che con visite mirate in loco, ci è stato di grande aiuto nel nostro processo di internazionalizzazione.

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Ritiene che operare come un vero e proprio ufficio commerciale in outsourcing sia stata la mossa vincente? Senza ombra di dubbio. L’approccio decisamente commerciale e l’essere orientati al risultato è stato il vero e proprio “trait d’union” tra noi e Trentino Export, che ha portato ad importanti risultati. Dopo una ottima collaborazione commerciale in Brasile, nel 2012 abbiamo iniziato un importante progetto nelle ex Repubbliche Sovietiche che ha portato recentemente ad un primo soddisfacente risultato in Bielorussia. Può parlarci più nel dettaglio dell’esperienza con Trentino Export in Bielorussia? Nel 2009 la crisi nel nostro settore era molto forte, per cui abbiamo dovuto allargare i nostri

La collaborazione con Trentino Export ora si è allargata anche alla Russia e a tutta l’area dell’ex Unione Sovietica, tramite uno strutturato progetto biennale di penetrazione commerciale. orizzonti e puntare sull’export per sopperire al forte calo del mercato italiano. Nello specifico, dopo un primo viaggio mirato a Minsk, in Bielorussia, per conoscere ed entrare in contatto con due grandi realtà operanti in loco, quali Mzkt e Maz, che purtroppo non ha


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però portato ai risultati sperati, abbiamo deciso di appoggiarci a Trentino Export ed alla sua rete di professionisti. Abbiamo così, dopo un efficace lavoro di promozione dei nostri prodotti ed il supporto in loco di Lyudmyla Kovalenko, referente di Trentino Export nei mercati di lingua russa, invitato un importante manager di Mzkt a visitare Capi Group Srl. Questo ha permesso di mettere in evidenza le nostre potenzialità e la qualità del nostro lavoro e di quello dei nostri collaboratori. Il feedback è stato subito ottimo, sono arrivate le prime richieste di offerta alle quali abbiamo dato riscontro ed io con Lyudmyla Kovalenko ci siamo recati in Bielorussia per ricambiare la visita e discutere i dettagli tecnici dell’accordo. Con soddisfazione reciproca è così arrivato un primo importante ordine di 600mila euro, con relativi pagamenti anticipati e continuative prospettive di collaborazione commerciale.

Il cliente bielorusso in visita allo stabilimento Capi di Calliano

più competitivo sui mercati esteri? Diffondere una sana cultura d’impresa, puntando sul merito e sulla cultura del lavoro, che il Trentino ha nelle proprie radici. Puntare come abbiamo fatto noi sui giovani, motivati e determinati.Si devono poi sfruttare maggiormente le nostre potenzialità ed il nostro essere, storicaQuali consigli si sente di dare ad un impren- mente, un territorio di frontiera per allargare ditore che voglia internazionalizzare la pro- gli orizzonti delle nostre imprese. pria impresa? Prima di tutto bisogna conoscere a fondo la propria azienda, il proprio prodotto ed i relativi punti di forza o di debolezza sui vari mercati Per informazioni: dove si intende operare. Quindi fare preventiTrentino Export vamente una analisi dettagliata del potenziale Via Degasperi, 77 mercato e degli strumenti efficaci per affrontarTrento lo. Il passo successivo è quello di strutturare la T 0461 931011 propria azienda e formare i propri collaboratotrentino.export@confindustria.tn.it ri per operare giornalmente con l'estero. Su questo punto risulta fondamentale la conoscenza delle lingue straniere. Infine, ma non per ultima, è fondamentale la perseveranza. Internazionalizzare la propria impresa è un processo che richiede tempo, risorse economiche ed umane. Non bisogna mai arrendersi alle prime difficoltà ma credere nella bontà del proprio lavoro e dei propri prodotti. Quali invece strategie crede che un territorio come il Trentino debba prendere per essere

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education

Lavoro estivo: i testimonial Le esperienze in azienda di tre giovani coinvolti nell’azione promossa nell’ambito del progetto “Giovani Industriosi” di Confindustria Trento.

Christian Agostini @ Adige Spa Adige Spa è leader nella produzione di macchine e sistemi per il taglio e la lavorazione dei tubi. Il direttore generale dello stabilimento è Luca Arighi, che è pure membro della Giunta Esecutiva di Confindustria Trento con delega all'Education e alla Formazione professionale. “Le considerazioni espresse da Cristian – spiega lui - esprimono nel modo migliore l'importanza formativa delle esperienze di lavoro estivo per i giovani studenti ed universitari. Si comprendono gli ambiti applicativi di ciò che si studia a scuola, acquisendo ancor più motivazione per lo stesso studio scolastico; ci si misura con le dinamiche di un ambiente di lavoro; si traggono utili elementi di orientamento per le scelte di studio e professionali del futuro. Sono anche la testimonianza che molte imprese sono a pieno titolo un luogo formativo. Ed è ormai ora che il percorso scolastico inserisca stabilmente le esperienze formative assicurate dalle imprese. Non solo d'estate”. Christian Agostini ha svolto presso Adige Spa di Levico il suo tirocinio estivo.

mani in mano, ho contattato Adige Spa, la quale mi ha illustrato questa possibilità ed io ho accettato di buon grado. Come hai scelto l’azienda a cui ti sei rivolto? A dire il vero è la terza estate che faccio stage all'Adige. La prima volta è stata in terza superiore, quando ero alle ex Iti Buonarroti, la seconda in quarta superiore e quest'estate la terza volta. L'ho contattata perché mi piace come ambiente di lavoro, costruiscono macchine ad altissimo contenuto tecnologico e mi hanno insegnato molte cose utili e formative. Inoltre conosco anche le persone che lavorano al suo interno, sono simpatiche e mi trovo bene a lavorare con loro! Poi c'è anche da considerare il fatto che non è molto distante da dove abito e in venti minuti sono lì.

Una piccola presentazione della tua situazione attuale. A Natale compio 20 anni, sono un perito elettrotecnico e frequento il secondo anno di Ingegneria Elettronica e delle Telecomunicazioni a Povo. Oltre al fatto che mi piace l'elettronica, ho scelto questo indirizzo in quanto penso sia un settore sempre più in crescita e che possa dare più garanzia di lavoro fisso in un futuro. Perché hai scelto di fare questa esperienza? Avevo già sentito parlare di questa esperienza, e poiché non mi piace restare a casa l'estate con le

Christian Agostini

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Un bilancio dell’esperienza, in termini di crescita personale e professionale. L'esperienza è stata sicuramente proficua da un punto di vista personale e professionale. Spesso durante scuola si studiano gli argomenti solo in linea teorica e, quando viene chiesto di metterli in pratica, ci si rende conto di quanto sia complicato. Avere un tutor al fianco che insegna come mettere in pratica è veramente utile. Oltre a ciò, si impara anche a stare in gruppo e a collaborare con altri. La collaborazione ti ha consentito di approfondire competenze al punto da incidere sull’idea del tuo futuro professionale? Indubbiamente credo che questa esperienza possa aver consolidato degli eventuali rapporti in futuro. È risaputo infatti che sempre più le aziende cercano persone formate, che sappiano già tutto dal principio ed abbiano un certo grado di esperienza professionale alle spalle. Per trovare queste persone, spesso le aziende sono costrette a fare numerosi colloqui, magari a vuoto in quanto non trovano la persona desiderata. Questa collaborazione permette ai giovani di mostrarsi alle aziende, le quali possono formarli ai propri fini. Quello che intendo far capire, è

che questo tipo di esperienze sono estremamente vantaggiose sia per l'azienda che per i giovani, che facendosi conoscere alle aziende hanno una probabilità più alta rispetto ad altri di venir assunti in un futuro. Quindi la prossima volta che sentite parlare di tirocinio formativo... Rifletteteci!

Riccardo Hornbostel @ Gpi Spa Gpi Spa si occupa di progettazione e sviluppo di soluzioni e servizi informatici principalmente per i segmenti della sanità e del sociale. Il progetto di Confindustria Trento sul lavoro estivo ha offerto a Gpi gli strumenti per gestire un'iniziativa alla quale l'azienda già aveva fatto ricorso nell'ambito del suo impegno a favore della conciliazione famiglia-lavoro, coinvolgendo i figli di un gruppo di dipendenti. "L'azione sul lavoro estivo ha favorito la gestione dei tirocini in azienda - ricorda il responsabile del personale Giovanni Anselmi -. In virtù delle novità introdotte dal "Decreto del fare", avremo fortunatamente la possibilità di diffonderlo anche nelle filiali del resto d'Italia". Il tirocinante estivo che intervistiamo è Riccardo Hornbostel. Una piccola presentazione della tua situazione attuale. Mi chiamo Riccardo Hornbostel, sono nato il 2 gennaio del 1997, e quest'estate ho avuto l'occasione di partecipare ad un stage formativo in Gpi. Un bilancio dell’esperienza, in termini di crescita personale e professionale? Lo stage è durato due settimane durante le quali ho potuto osservare e provare di persona come si svolgeva una giornata lavorativa. Durante la prima settimana ho lavorato al Cup, dove ho dovuto chiamare i pazienti per prenotare le visite mediche per le quali erano stati messi in lista mesi prima, i primi due giorni mi hanno affiancato alle ragazze che lavorano lì per imparare come parlare con i pazienti, ma in seguito mi hanno lasciato lavorare da solo aiutandomi, però, ogni volta avessi problemi. La seconda settimana invece ho lavorato insieme ai sistemisti, che, nel

Riccardo Hornbostel

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caso in cui si rompesse un computer o qualcosa di tecnologico, venivano chiamati a risolvere il problema. La collaborazione ti ha consentito di approfondire competenze al punto da incidere sull’idea del tuo futuro professionale? Queste due settimane mi hanno aiutato ad acquisire nuove competenze e, soprattutto la prima, a imparare ad esprimermi meglio, cosa molto utile sia a scuola che in un futuro per trovare lavoro. Sono stato molto felice di queste due settimane e arrivato alla fine dello stage avrei voluto farne altre due per comprendere meglio cosa vuol dire lavorare.

Simone Zucco @ Sepr Italia Sepr Italia è una società del gruppo Saint Gobain attiva nel settore della produzione di blocchi refrattari per il mercato dei forni da vetro e della siderurgia. Nella formula del lavoro estivo promossa da Confindustria Trento nell'ambito del progetto Giovani Industriosi, Sepr ha trovato una risposta concreta ed efficace ad un orientamento già proprio dell'azienda. Come spiega Alessandro Bassetto, Hr manager presso lo stabilimento di Mezzocorona: "È stata un’iniziativa interessante ed utile, già sperimentata l’anno scorso. È positivo per le aziende del trentino, anche di respiro internazionale come Sepr Italia, inserire, seppur per brevi periodi estivi, risorse di un’università d’eccellenza, come è quella dell’ateneo trentino. Gli studenti hanno così la possibilità di affrontare, durante il periodo di studio, tematiche concrete all’interno delle aziende, costruendo un percorso professionale che li potrà aiutare ad inserirsi più facilmente in un mercato del lavoro che si è fatto sempre più competitivo. Un plauso a tutti gli interlocutori che hanno reso possibile questo progetto”. Simone Zucco è il giovane tirocinante coinvolto. Una piccola presentazione della tua situazione attuale. Ho 25 anni, sono all’ultimo anno di laurea ma-

gistrale in Management a Trento, e sono uno studente fuori sede. Perché hai scelto di fare questa esperienza? Necessitavo di confrontarmi con quello che è il mondo del lavoro per poter contestualizzare e veder applicate quelle conoscenze apprese e sviluppate durante il mio percorso formativo, e così chiarire le idee sul futuro professionale. Come hai scelto l’azienda a cui ti sei rivolto? è il secondo anno che partecipo a questo progetto con Sepr Italia: quest’anno, sulla base dell’esperienza precedente, è stata la stessa azienda a propormi una nuova interessante collaborazione per i mesi estivi. Un bilancio dell’esperienza, in termini di crescita personale e professionale. L’esperienza mi ha dato molto, mi ha permesso infatti di confrontarmi con un’importante realtà aziendale, formarmi e crescere professionalmente, sviluppando capacità e applicando conoscenze; indubbiamente ne ha beneficiato anche la sfera personale. La collaborazione ti ha consentito di approfondire competenze al punto da incidere sull’idea del tuo futuro professionale? Ho avuto la fortuna di poter collaborare con l’azienda in due momenti differenti, e in ciascuno affrontare e approfondire tematiche e attività diverse: nel primo lavorare nell'amministrazione della società, nel secondo partecipare ad un progetto più operativo, sull'ottimizzazione del processo produttivo. Detto ciò, la risposta non può che essere positiva.

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Meccatronica: al via il post laurea Inaugurato il master che coinvolge un gruppo di aziende trentine della meccatronica: le lezioni si svolgono nelle aule del Polo di via Zeni.

Vengono

da parti diverse del nord e del cen- Polo sia dare competitività al sistema industriatro Italia e sono laureati in ingegneria, matema- le trentino. “Per farlo – ha detto Tarolli - dobbiatica e fisica, i giovani selezionati per seguire le mo fornire al territorio la capacità di competere attività organizzate nell’ambito del master “Ver- con sistemi complessi. Questa iniziativa va nella so il 2020: agenti di sviluppo per la produttività, direzione di accrescere le competenze per forniqualità, innovazione e sostenibilità nell’impresa re talenti e conoscenze integrate alle aziende”. meccatronica – L’esperto in meccatronica” in “Ho trovato particolarmente interessante e utile corso presso la sede roveretana di Trentino Svi- questo progetto – ha aggiunto Sonia Bonfiglioluppo, ovvero nel luogo in cui sta sorgendo il li, presidente della multinazionale emiliana che ha aperto, nel 2011, un centro ricerche al Polo nuovo Polo della Meccatronica. Il corso è stato promosso dal Cfp G. Verone- Tecnologico di Rovereto -. Il Trentino sintetizza si e dalla Provincia autonoma di Trento con il il voler fare al saper fare e al voler cambiare. concorso finanziario del Fondo Sociale europeo, La crisi ha dimostrato che il manifatturiero è in collaborazione con il Politecnico di Milano, il solo elemento di occupazione e di trasformaTrentino Sviluppo, e un gruppo di aziende che zione al passo con il mondo che cambia. Solo sulla sperimentazione meccatronica hanno im- creando competenze riusciremo a dare occupapostato moderne strategie di ricerca e sviluppo. zione di livello e a stare al passo con un mondo L’evento di apertura ha richiamato, insieme ai che punta sulla tecnologia”. corsisti e ai rappresentanti delle imprese coin- L’assessore provinciale all’industria, artigianato, volte, un folto gruppo di attori del sistema eco- commercio e cooperazione Alessandro Olivi ha nomico trentino, delle istituzioni, del mondo plaudito al lancio del percorso formativo, che “aiuta la Provincia a fertilizzare il territorio e della formazione e dell’orientamento. Fra i relatori dell’appuntamento, il coordinatore che attraverso la formazione delle persone, e dei del Polo della Meccatronica Rino Tarolli, che giovani in particolare, concorre allo sviluppo di ha ricordato come l’obiettivo del progetto del un progetto di politica industriale innovativo a livello nazionale”. Con lui il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti, per il quale “formazione, innovazione e qualità sono gli Partner del post laurea “Verso il 2020: agenti di sviluppo per la produttività, strumenti necessari per far fronte alle esigenze qualità, innovazione e sostenibilità nell’impresa meccatronica – L’esperto di un mercato del lavoro sempre più difficile”. in meccatronica” un gruppo di aziende di particolare prestigio, quasi tutte Nel corso della mattinata anche la presentazione delle attività previste dall’intervento da parte associate a Confindustria Trento: Dana Spa, Bonfiglioli Spa, Pama Spa, Fly di Laura Scalfi, direttore dell’Ente, Alberto RoSpa, Gunnebo Spa, Far Systems Srl, Capi Group Srl, Opt Spa, Cora Elettrovetta, docente del Politecnico di Milano e Mauautomazioni Srl, Ambrosi Cesare & C Srl, El.ma Electronic Machining Srl. ro Casotto, direttore della Divisione Sviluppo e Innovazione di Trentino Sviluppo.

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Le misure: alla base delle grandi sfide tecnologiche Organizzati nel mese di settembre due importanti convegni sul tema, promossi dal Dipartimento di ingegneria industriale dell'università di Trento.

Industria

manifatturiera, tecnologie Ict, energia, trasporti, protezione dell'ambiente, medicina, sicurezza: tanti gli ambiti strategici in cui le misure sono fondamentali. Dal 9 all’11 settembre si sono tenuti a Trento, due importanti convegni promossi dal Dipartimento di Ingegneria industriale dell'Università di Trento. Nella società della conoscenza, le misure stanno assumendo un ruolo sempre più importante: sono ormai essenziali per gestire in modo efficiente ed efficace ogni attività umana che presenti una certa complessità, sia in ambito tecnologico, sia organizzativo. Come riconosciuto dal programma quadro europeo, Horizon 2020, nel prossimo futuro il progresso scientifico e tecnologico sarà fortemente orientato dalla ricerca di soluzioni per le grandi sfide sociali: le misure costituiscono un fattore chiave per

ogni possibile soluzione tecnologica a queste sfide. Per questi motivi, nella XXX edizione del Congresso Nazionale Gruppo Misure Elettriche ed Elettroniche e nella XIII edizione del Convegno Nazionale di Misure Meccaniche e Termiche, si è discusso di stato dell'arte e di prospettive di sviluppo della scienza e dell'ingegneria delle misure. Il programma dei convegni si è articolato di diverse sessioni dedicate alla presentazione e alla discussione di selezionati progetti di ricerca nazionali e internazionali nell’ambito delle misure. Da segnalare in particolare la sessione comune ai due convegni, dedicata al ruolo delle Università, dei Centri di ricerca e dell'Industria nell'innovazione tecnologica, organizzata con la collaborazione di Confindustria Trento e a cui hanno preso parte anche operatori del mondo industriale, sia a livello locale che nazionale.

Intervista a Luca Arighi, DG Adige Spa Luca Arighi, direttore generale di Adige Spa e membro della Giunta Esecutiva di Confindustria Trento è stato tra i relatori intervenuti nella sessione comune . Ingegner Arighi, la sua relazione "Interazioni e collaborazioni Università, Ricerca, Aziende: aree di criticità nel sistema italiano e potenzialità di sviluppo" ha evidenziato una condizione di debolezza del sistema italiano. Il nostro Paese è caratterizzato da un tessuto di aziende mediamente di dimensioni medio-piccole, ma spesso ad alto tasso di competenze, che basano il proprio successo competitivo sull’innovazione applicativa in grado di portare vantaggi immediati e tangibili ai propri clienti. Queste aziende avrebbero bisogno di gruppi di ricerca stabilmente orientati all’applicazione industriale, che invece il sistema università / ricerca raramente esprime, anche laddove raggiunge l’eccellenza sul piano scientifico. Ancor più fatica si incontra quando occorrerebbe formare network multidisciplinari. Inoltre le collaborazioni con l’industria “pesano poco”, o addirittura risultano penalizzanti, nei criteri di avanzamento di carriera dei ricercatori e di distribuzione dei fondi: un meccanismo a dir poco controproducente. Infine, almeno a livello nazionale, il sistema di incentivi e di sostegno alla ricerca industriale è pieno di incognite, con forti carichi burocratici e con pochi fondi. Quali dunque le aree e le condizioni di miglioramento? Cambiare visione diventa fondamentale. Il mondo delle imprese dovrebbe avere una presenza paritaria nella governance dei centri di ricerca più orientati alle tecnologie produttive. La presenza di tali centri andrebbe pianificata e resa stabile, soprattutto nei settori delle tecnologie abilitanti e delle applicazioni industriali in cui il sistema Italia è più forte. Inoltre, fare ricerca industriale dovrebbe essere premiante per la carriera dei ricercatori, così come per i docenti universitari qualificare ulteriormente la didattica “contaminandola” con competenze eccellenti presenti nelle imprese. Non mancano esperienze virtuose, anche a livello locale. Ma occorre fare ancor più sistema, per scongiurare la marginalità a livello internazionale e l’auto-refenzialità.

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Corsi Cfp inaugurati a Palazzo Stella A Palazzo Stella l’avvio della decima edizione del corso di formazione per tecnici di cantiere edile organizzato dai centri di formazione Enaip di Trento e di Tione in partnership con Ance Trento. di Diego Geronazzo

Anche

quest’anno si è consolidata la felice tradizione che vede Palazzo Stella luogo dove ha inizio il quarto anno del corso per tecnici edili di cantiere organizzato dall’Enaip di Villazzano. Quest’anno l’incontro di apertura dell’anno scolastico ha coinvolto anche il corso di tecnico riparatore di veicoli a motore e il corso per tecnico edile di carpenteria in legno organizzato dall’Enaip di Tione di Trento. La collaborazione tra Ance Trento ed Enaip è un modo concreto per avvicinare il mondo della formazione professionale alle specifiche esigenze delle imprese. Il presidente di Ance Trento Giulio Misconel ha sottolineato “il grande piacere di accogliere presso la sede di Confindustria Trento i giovani che hanno deciso di diventare i futuri tecnici che opereranno allo sviluppo delle industrie trentine” e ha evidenziato il notevole significato che continua ad avere la partnership tra Ance Trento e i Centri di formazione professionale di Villazzano e Tione “che nel corso degli anni ha dato ottimi risultati”. Gli obiettivi di questa intesa sono stati illustrati anche dalla direttrice dell’Enaip Trentino Maria Cristina Bridi che ha indicato nel concorso tra le numerose imprese

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partner e i centri di formazione uno dei punti di forza della formazione degli allievi del quarto anno al fine di fornire all’industria “ figure qualificate e ragazzi ben inseriti nel mondo del lavoro”. I docenti dell’Enaip Maurizio Pinamonti e Fabrizio Gonzo hanno illustrato gli obiettivi dei corsi :“Non vogliamo formare solo bravi muratori. Coniugando pensiero, a scuola, e azione, in azienda, formiamo figure capaci di guidare gruppi di lavoratori, di allestire un cantiere e di prendere l’iniziativa sapendo leggere un disegno”. Lo sviluppo del percorso si caratterizza per l’alternanza tra l’impegno scolastico e lo stage presso le aziende partner, in occasione del quale i ragazzi possono far nascere relazioni importanti per il loro futuro professionale. Il corso si articola in 1100 ore di cui 600 presso le sede Enaip di Villazzano e di Tione. La collaborazione con Centrofor ha inoltre permesso di inserire alcuni percorsi di specializzazione sull’uso di macchine per il movimento terra, delle gru, sul pronto soccorso aziendale, sull’antincendio e sull’uso e montaggio di ponteggi. Tali percorsi permettono agli allievi frequentanti di ricevere gli attestati previsti dalla normativa vigente in materia di sicurezza sul lavoro. Alla cerimonia di Palazzo Stella è intervenuto anche il direttore di Confindustria Trento Roberto Busato, oltre ai rappresentanti delle imprese partner per settori produttivi collegati a quello edile che collaborano per la buona riuscita del corso, a testimonianza dell’ampia valenza tecnica e innovativa che ne caratterizza i contenuti.


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giovani

L’Associazione come movimento d’opinione Riportiamo integralmente l’intervista a Luigi Lunelli, presidente dei Giovani Imprenditori dal 1978 al 1980, tratta dal libro “Industria & Movimento”, realizzato dal Gruppo Giovani.

Nuovo

appuntamento con la storia del Gruppo Giovani Imprenditori di Trento: pubblichiamo la terza intervista riportata nel volume curato da Enrico Franco, direttore del Corriere del Trentino e del Corriere dell’Alto Adige, in occasione del quarantesimo anniversario del Gruppo GI in Trentino Alto Adige. Dottor Lunelli, la sua presidenza dei Giovani Imprenditori di Confindustria Trento coincide con un periodo drammatico della storia italiana che ha portato forti tensioni anche in sede locale. Il 1978, infatti, è l’anno del rapimento e dell’omicidio di Aldo Moro per mano delle Brigate Rosse, mentre il 1980 è l’anno della strage di Bologna. In questo biennio abbiamo anche vari attentati in provincia, tra cui quelli alla sede dell’Associazione degli Industriali trentini nonché alle fabbriche del suo presidente e del suo vice. Insomma, non erano anni facili per gli uomini d’impresa: in quale modo ciò condizionò il Gruppo Giovani? Prima di rispondere, mi lasci dire che erano anni di crisi, i tassi erano alle stelle. Le grandi lotte sindacali interessarono in maniera decisa le grandi fabbriche: nessuna di esse era trentina e nessuna è rimasta. Oggi abbiamo un’industria più diffusa, più piccola, più indirizzata alle attività di servizio e al manifatturiero avanzato, dunque un tessuto produttivo non invasivo. Tale trasformazione è stata creata dai giovani di allora. Penso perciò di poter affermare che abbiamo reagito bene nonostante l’atmosfera degli anni settanta fosse di acrimonia e ostilità nei confronti dell’industria. Oggi fortunatamente il clima è diverso. Certo. La credibilità dell’industria negli ultimi anni è cresciuta ed è migliorata la cultura del

lavoro. La rivendicazione barricadera appartiene agli archivi. La sua presidenza dei Giovani ebbe una forte impronta politica con prese di posizione nette contro l’ignoranza della società riguardo la realtà industriale e i ritardi dell’ente pubblico. Inoltre furono organizzati anche incontri con esponenti politici di rilievo, come quello con Remo Segnana1 e Giorgio La Malfa2, e il dibattito con Luigi Abete3. Era un modo per reagire al clima dell’epoca? La politica – intesa come passione civile, non come schieramento – è la mia debolezza... Tornando agli anni di cui parliamo, diciamo che ho sfruttato il

Luigi Lunelli

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56 Un momento del percorso formativo per le scuole

fatto che i Giovani hanno meno responsabilità, possono lanciare idee nuove e permettersi di fallire. La mia teoria era ed è che l’Associazione non deve fornire solo servizi (compito che spetta alla sua struttura), ma attraverso i propri vertici deve essere un movimento di opinione, dimostrarsi classe dirigente, dunque deve anche confrontarsi con il mondo politico. Non per fare politica, ma per portare idee. Siamo legittimati a farlo. Perché? Perché l’industria crea sviluppo e ricchezza. E poiché creiamo ricchezza è giusto che ci preoccupiamo anche di come essa viene usata e distribuita. Forse questo è un ruolo esuberante per un’associazione d’impresa? Non lo so: io vorrei che questa fosse la linea. Torniamo alla domanda iniziale alla quale ha

risposto solo in parte. Vengo al dunque: la sua presidenza segnò un dialogo stretto con il mondo della scuola; fu un modo per reagire agli attacchi ai quali l’industria era sottoposta? Vivevamo contrapposizioni così forti che oggi la gente nemmeno se lo immagina. Noi pensammo: gli studenti usciranno dalla scuola con una cultura fortemente anti-industriale, pertanto dobbiamo andare alle radici del male e spiegare che non siamo sfruttatori, ma attori di sviluppo. Dovevamo portare la scuola in fabbrica (da qui il titolo del progetto “Il banco in fabbrica”) per coinvolgere non solo gli studenti, ma anche i docenti. Fummo aiutati dalla Fondazione Agnelli e la nostra esperienza, la prima in campo nazionale, ebbe grande eco, tanto che l’editrice La Scuola pubblicò un libro al riguardo. In pratica cosa avete fatto? Il percorso formativo prevedeva l’organizzazione di moduli didattici dedicati a tematiche economico-occupazionali: cenni di storia industriale, nozioni di organizzazione aziendale e approfondimenti sul mercato del lavoro. Per la verifica sul campo degli argomenti discussi in classe si effettuavano poi due visite aziendali guidate. Coinvolgemmo così 42 aziende, 7 istituti tecnici e professionali, per un totale di 8.000 studenti.

Allora Senatore della Democrazia Cristiana e Presidente della Commissione Tesoro e Finanza del Senato. Allora Presidente del Comitato nazionale dei Giovani Imprenditori. 3 Allora Deputato al Parlamento per il Partito Repubblicano Italiano. 1

2

Attentato dinamitardo presso la sede di via Grazioli a Trento

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Di Lorenzo Chizzola


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Via Degasperi, 77 | 38123 Trento T 0461 360000 | F 0461 933551 www.confindustria.tn.it info@confindustria.tn.it


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