OTTOBRE | NOVEMBRE 2016 ANNO 57 | N°05
Food & beverage Nuove frontiere per un settore in salute
Associazione
Innovazione
Aziende
Nuovi progetti per la federazione regionale
Da Dedagroup e Fondazione Bruno Kessler il Co-Innovation Lab
Il Gruppo Gpi si quota sul segmento Aim di Borsa Italiana
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sommario
03
editoriale 7
9
economia
Industria 4.0
42
La crescita non si discosta dallo “zero virgola”
il punto
46
Mario Draghi “costruttore d’Europa”
48
Come aumentare la produttività nell’edilizia?
Tradizione ed eccellenza
copertina
education
11
Alimentazione 4.0: nuove frontiere per il settore
50
Win Sport e Tama per l’education
14
Sessanta candeline per Segata
51
Alta formazione professionale: i corsi
17
San Carlo: 80 anni insieme
20
Nel polo trentino delle conserve alimentari
23
Distillati di una strategia vincente
26
Vendemmia 2016: vini trentini protagonisti
aziende
associazione rubriche 11
copertina
31 associazione
54
Da Dedagroup e Fbk il Co-Innovation Lab
57
Nuovi mondi e nuove sfide per Gpi
59
Un distretto industriale solidale
31
Industria 4.0: il piano del Governo
33
Cariche sociali: gli ultimi rinnovi
35
A Palazzo Stella l’Anac di Cantone
37
A Trento una Smart City Week
61
Export Day: novità per l’estero
40
Servizi per vendere (e vendersi) meglio
64
Notizie dall’industria trentina nel mondo
internazionalizzazione
42 economia 50 education 54 aziende 61 internazionalizzazione
TRENTINOINDUSTRIALE.COM | OTT-NOV 2016
04 TRENTINO INDUSTRIALE Anno 57 | N. 5 Ottobre - Novembre 2016
Direttore Responsabile
OTTOBRE | NOVEMBRE 2016 ANNO 57 | N°05
Alessandro Santini Comitato di Redazione
Redazione
Silvia Bruno Primo Bee
Food & beverage Nuove frontiere per un settore in salute
Direzione, Redazione e Amministrazione
Palazzo Stella, Via Degasperi, 77 38123 Trento T 0461 360000 | F 0461 933551 Internet: www.trentinoindustriale.com e–mail: trentino.industriale@confindustria.tn.it
Associazione
Innovazione
Aziende
Nuovi progetti per la federazione regionale
Da Dedagroup e Fondazione Bruno Kessler il Co-Innovation Lab
Il Gruppo Gpi si quota sul segmento Aim di Borsa Italiana
illustrazione ed elaborazione: GRAFFITI
Riccardo Felicetti Alessandro Lunelli Roberto Busato Paolo Angheben Pierangelo Baldo Andrea Marsonet Eduard Martinelli
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invio a tutte le industrie aderenti a Confindustria Trento e ad un selezionato elenco di imprese artigiane, turistiche,commerciali e di servizi;
Editore
invio ai professionisti trentini: ingegneri ed architetti,commercialisti e consulenti aziendali, notai ed avvocati, giornalisti...;
Associazione degli Industriali della Provincia di Trento
invio a università, istituti di ricerca, scuole e centri di formazione professionale;
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presentazione di aziende, loro attività e prodotti ad una vasta e competente platea di lettori;
ITIS Srl | Via Degasperi, 77 | Trento | T 0461 360000 Laura Canzian | T 338 7789032 | F 0461 933551
articoli, servizi, firme autorevoli e interviste a personaggi di spicco;
autorevolezza di una voce “targata” Confindustria.
TARIFFE Autorizzazione del Tribunale di Trento N. 71 del 10 febbraio 1990 Le tesi espresse nelle rubriche e negli articoli firmati impegnano soltanto l’autore e non rispecchiano quindi necessariamente le opinioni della rivista.
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PERCORRENDO IL FUTURO Prosegue il nostro impegno, iniziato quasi 30 anni fa, per mettere a disposizione delle strutture socio-sanitarie, pubbliche e private, metodologie innovative e tecnologie di qualità per erogare prestazioni puntuali ed efficienti. Siamo nati e cresciuti in Trentino: qui scegliamo di restare, da qui spicchiamo il volo. La nostra forza sta nell’essere un grande Gruppo, che trae vigore dalla diversità delle Società che lo compongono e che sa cogliere le esigenze di trasformazione e innovazione del mondo della sanità.
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editoriale
07
Industria 4.0 È presto per dire se il “Piano nazionale Industria 4.0” lanciato dal Governo riuscirà a traghettare il nostro sistema produttivo verso un modello capace di integrare la manifattura tradizionale con le nuove tecnologie digitali. Quello che è certo, però, è che si tratta della prima proposta organica di politica industriale che vediamo in Italia da molti anni a questa parte. Non sarà facile perché, a differenza di Paesi come la Germania, la nostra economia è fatta in prevalenza di piccole e medie imprese (Pmi), con una dotazione limitata di capitali e risorse umane. Il successo del piano dipenderà quindi anche dalla sua capacità di coinvolgere il tessuto produttivo nazionale in tutte le sue declinazioni dimensionali. D’altro canto, sarebbe un grave errore pensare che il fenomeno dell’Industria 4.0 sia appannaggio solo delle grandi imprese internazionalizzate e non riguardi le altre espressioni del Made in Italy. Il ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda ha recentemente presentato il piano Industria 4.0, insieme al presidente del Consiglio Matteo Renzi, presso alcune associazioni territoriali di Confindustria. È un’iniziativa importante con una dotazione di 13 miliardi di euro che, con i capitali privati che mobiliterà, dovrebbe portare a un investimento complessivo di 37 miliardi di euro. L’industria nazionale ha le carte in regola per vincere questa sfida. Lo dimostrano le molte aziende italiane che, singolarmente, già oggi si fanno onore nei mercati internazionali. Ma non basta, bisogna coinvolgere tutte quelle imprese che hanno potenzialità inespresse in termini di innovazione e crescita all’estero. Però riusciremo a vincere la sfida solo se essa sarà affrontata anche al di fuori dei cancelli delle imprese. Si devono sentire coinvolti anche il sistema della ricerca, il mondo della formazione (soprattutto gli istituti tecnici e le università), il Sindacato, la politica. L’Università di Trento ha già aderito al Competence Center del Nord Est insieme agli altri atenei del Triveneto. Ci aspettiamo che anche la Provincia autonoma di Trento si adoperi per favorire una partecipazione attiva del nostro territorio all’iniziativa nazionale. È una sorta di ultima chiamata per il nostro Paese. Il treno dell’Industria 4.0 è già partito altrove. Perdere questa corsa significherebbe non riuscire più a recuperare il forte gap che già scontiamo nei confronti dei nostri competitor.
Giulio Bonazzi Presidente di Confindustria Trento
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il punto
09
Tradizione ed eccellenza Parlare del settore alimentare in Trentino equivale a raccontare uno stretto rapporto tra azienda e territorio. La storia dell'industria alimentare locale è intimamente intrecciata con la storia del Trentino stesso. Molte aziende del settore nascono infatti nell'immediato Dopoguerra, su iniziativa di coraggiosi e illuminati negozianti, agricoltori o lavoratori dipendenti che decidono di avviare una propria attività valorizzando le tipicità della nostra terra. La crescita di queste aziende, che prosegue ai giorni nostri, non a caso va di pari passo con lo sviluppo dell'economia provinciale. Anche nelle scorse settimane ho avuto il privilegio di partecipare a eventi aziendali per celebrare importanti ricorrenze. Abbiamo festeggiato imprese del food & beverage che hanno compiuto 50 anni e più, ma che non hanno perso lo smalto originario, grazie ai valori che vengono tramandati al loro interno, spesso dalle stesse famiglie che le hanno fondate. Tradizione, innovazione e attaccamento al territorio sono la ricetta vincente di questo settore in salute, a cui dedichiamo la copertina di questo numero di Trentino Industriale. Quelle che una volta erano botteghe e piccole cantine oggi sono cresciute, diventando piccole e medie imprese. Ma sul nostro territorio non mancano le grandi aziende, anche multinazionali, a dimostrazione dell’appeal che i prodotti del territorio e la tradizione locale della trasformazione alimentare hanno anche all’estero. Insomma, in questo numero parliamo di un “Made in Trentino” di eccellenza, che beneficia dell’immagine positiva che la nostra provincia ha saputo costruirsi al di fuori dei propri confini, ma che la stessa industria alimentare ha contribuito ad affermare portando i prodotti del territorio nei mercati internazionali.
Roberto Busato Direttore di Confindustria Trento
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11 copertina
copertina rubrica
Alimentazione 4.0: nuove frontiere per il settore Intervista a MANUEL FURLANI, presidente della Sezione Alimentazione di Confindustria Trento. di SILVIA BRUNO
PRESIDENTE
Furlani, iniziamo col tracciare un quadro dell’andamento del settore in Trentino, anche e soprattutto in relazione con il sistema delle imprese associate a Confindustria Trento. Con le cautele imposte dal perdurare della situazione di incertezza in cui viviamo ancora oggi, sono felice di poter dire - anche in questa occasione che l'andamento è positivo. Mi piace evidenziare, dei dati sull’andamento del settore in Trentino, non soltanto l’aumento dei livelli di produzione e del fatturato, ma anche e soprattutto i valori del fatturato medio per dipendente, che se nel manifatturiero nel suo complesso è pari a 315mila euro, nel comparto alimentare arriva a 378mila euro, mentre nel settore delle bevande schizza a 610mila euro: il più alto in assoluto tra tutti i comparti dell’industria manifatturiera. Merita un cenno anche il dato sull’aumento delle imprese del settore associate a Confindustria Trento: solo tre anni fa erano il 6% del totale, oggi superano l’8%. Il panorama è composito: il settore alimentare è caratterizzato da una tradizione vitivinicola di assoluta qualità, che trova nella produzione spumantistica livelli di assoluto prestigio. Accanto ai prodotti enologici rilevanti sono anche la produzione di distillati, dunque grappe e liquori, della pasta e delle conserve vegetali, nonché le attività inerenti la lavorazione della carne, del latte e dei suoi derivati, della conservazione e trasformazione della frutta. Va ricordata, infine, l’attività di captazione e imbottigliamento delle acque minerali. Qual è, se c’è, la cifra comune delle imprese associate alla sezione? Parliamo in primo luogo di produzioni che valorizzano l’identità del territorio, in primo luogo
Manuel Furlani
perché lavorano materie prime estremamente caratteristiche della nostra regione prealpina. Insieme ai numerosi attori della produzione vitivinicola, penso alle imprese come Menz & Gasser o Dolimiti Fruits, che trasformano prodotti da frutto tipici - a partire dalle mele - per farne sciroppi, confetture, succhi e puree, ma anche a un’azienda come Felicetti, che fa bene a ricordare che la sua pasta è “trentina” perché è fatta con l’acqua prelevata alla sorgente, a 2000 metri di altezza. Altro tratto comune che conferisce alle imprese locali un’impronta marcata è il modello: si tratta per lo più, com’è logico, di aziende familiari, gestite in molti casi dalla seconda generazione, che hanno saputo fare i conti con lo sviluppo trovando, nel tempo, le giuste strategie di crescita. Sia nel caso delle imprese “indigene”, come Segata, sia nel caso delle aziende controllate da capitale nazionale, come San Carlo.
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12
Alimentazione e bevande in Trentino: stato dell’arte del settore Le aziende alimentari aderenti a Confindustria Trento sono 38 (l’8,2% del totale) e occupano il 6,2% dei dipendenti complessivi. Considerando le aziende con oltre 10 dipendenti (Fonte: CCIAA - TN, 2014), il settore “alimentare-bevande” trentino può contare su 62 imprese con 3.103 dipendenti con un peso relativo pari, rispettivamente, al 17% e al 15% sull’industria manifatturiera locale. Il settore è caratterizzato da una prevalenza di aziende piccole. Infatti i due terzi delle unità locali hanno meno di cinquanta dipendenti e occupano il 31% degli addetti totali, mentre le aziende ricomprese nella classe 51-100 dipendenti sono il 16% del totale con il 22% degli occupati. Le imprese di maggiori dimensioni (oltre 100 dipendenti) sono meno di un quinto del totale ma assorbono quasi la metà (47%) dei dipendenti del comparto. Oltre l’80% delle imprese è controllato da capitale locale, il 16% da capitale nazionale, mentre le aziende straniere sono solo due. Il valore del fatturato medio per dipendente è pari a 378 mila euro per il comparto alimentare, mentre quello del settore delle bevande, risulta pari 610 mila euro, il più alto in assoluto fra tutti i comparti dell’industria manifatturiera. Per inciso va ricordato che il manifatturiero complessivamente inteso ha un fatturato medio per dipendente pari a 315 mila euro. Molto elevata l’incidenza delle esportazioni sul fatturato del comparto delle bevande (46%, superiore a quello medio del manifatturiero pari al 44%), mentre il valore medio del comparto alimentare risulta pari al 21%. Il trend congiunturale del settore nel 2015 è stato contraddistinto da un lieve incremento dei livelli di produzione (+0,4%), mentre il fatturato ha segnato un +1,5%. La prima metà dell’anno in corso è stata caratterizzata da una fase congiunturale più favorevole. Nel primo trimestre del 2016 la produzione è aumentata dell’11,6% e addirittura del 12,8% nel secondo. Analogamente anche le variazioni tendenziali del fatturato sono state positive e pari, rispettivamente, al 6% e all’8,5%. (pb)
Qual è la formula che ha garantito fino ad oggi il successo delle aziende associate a Confindustria Trento, siano esse trentine per nascita o di adozione? L’approccio giusto al cambiamento, e per cambiamento non mi riferisco tanto alla crisi degli ultimi anni quanto alle dinamiche proprie di fenomeni fisiologici come la globalizzazione, si costruisce con il rigore. Rigore nel presidio della tipicità del
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prodotto, che assume un valore aggiunto perché è unico ed è unico perché – come detto – è fatto del e nel territorio di provenienza. Rigore nello sviluppo di un prodotto che vogliamo innovativo pur senza perderne l’impronta tradizionale, rigore nella ricerca della qualità e nel rispetto degli standard; rigore nella selezione di risorse specializzate. Di esempi riusciti di diversificazione e innovazione ce ne sono tanti: basti pensare all’evoluzione della produzione di Gourmet Italia, che con l’ingresso nel Gruppo Schär si è indirizzata alla confezione di pizze senza glutine; alle scelte di Gilsa Giori, storicamente orientata alla distillazione e oggi sul mercato anche con le paste per gelati; alle nuove linee di prodotto sviluppate negli anni da Bauer. Nondimeno, essenziale alla stabilità del settore è stata la pronta consapevolezza dell’opportunità di internazionalizzarsi verso paesi Ue ed extra Ue. Che cosa ancora si può migliorare? In che direzione muovere per affinare un approccio che è già vincente? Interroghiamoci sulle possibilità offerte dall’Industria 4.0 nel settore alimentare, per innovare il prodotto, il suo formato, il packaging e a monte i processi produttivi. Sfruttiamo di più e meglio le potenzialità che il nostro settore possiede forse più di ogni altro sul fronte della comunicazione. Può essere complicato raccontare cosa accade all’interno di uno stabilimento chimico o metalmeccanico… Non lo è per nulla nel nostro, perché cioccolato, olio, pasta, carne, insaccati, formaggi, sottolio, vini e spumanti sono prodotti popolari: finiscono nei supermercati, in bar e ristoranti, sulle tavole del consumatore. Sono gli anni dei social media e dello storytelling: raccontiamoli, i nostri prodotti. In questo senso ancora molto resta da fare: non serve andare lontano per scoprire che non è per forza noto a tutti di cosa si occupano le nostre aziende alimentari. E ancora: ragioniamo su nuove ipotesi di distretto, di filiera, che non si risolvano esclusivamente all’interno del settore di appartenenza ma che ne travalichino i confini, per scovare nuove opportunità di business.
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14 copertina
Sessanta candeline per Segata L'azienda di Cadine, oggi guidata da Stefania, Annalisa, Lorenzo e Umberto Segata con la madre Laura, ha celebrato l'anniversario nel ricordo del fondatore Fausto. di ALESSANDRO DE BERTOLINI
HA
festeggiato lo scorso mese di agosto i sessant’anni di attività. Una storia ricca di tradizione, passione, professionalità e amore per la propria terra che ha portato Segata Spa sui mercati di tutta Europa e non soltanto. “Dal mercato locale siamo passati a quello nazionale fino alle piazze di tutto il mondo” spiega Stefania Segata, seconda generazione al timone dell’azienda e responsabile marketing di Segata Spa. Assieme a lei, dopo la recente scomparsa del padre Fausto, che aveva fondato la prima macelleria a Sopramonte nel 1956, la governance del marchio di famiglia è composta dai fratelli Annalisa, Lorenzo e Umberto con la madre Laura. “L’obiettivo principale è consolidare e incrementare la nostra presenza all’estero. In Europa siamo presenti in quasi tutti i Paesi della Comunità. Mentre sul mercato extraeuropeo stiamo per arrivare in Canada e abbiamo buone prospettive di sviluppo in Brasile”.
Il direttore generale di Confindustria Trento, Roberto Busato, consegna la targa alla famiglia Segata
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Nel 1956, quando Fausto decise di mettersi in proprio dopo alcune esperienze di lavoro nelle macellerie di Trento, i clienti erano i paesani di Sopramonte, Cadine e qualcun’altra delle località vicine. Oggi Segata Spa conta 200 dipendenti e vanta un fatturato di oltre 50 milioni l’anno. Lo stabilimento aziendale – a Cadine, appena prima di Sopramonte, lungo la strada che porta da Trento sul Monte Bondone – dispone di 35 mila metri quadrati coperti di uffici e aree produttive. La linea di prodotti vanta una vasta gamma di referenze di salumi per un portfoglio clienti che supera quota 3mila: grande distribuzione organizzata, ristoranti, alberghi, industrie, ristorazioni collettive, bar e negozi. Oggi come ieri, il core business di Segata Spa sono i salumi. “Primo fra tutti lo speck, con oltre 10mila baffe stagionate ogni settimana. Oltre allo speck, l’assortimento è caratterizzato dalle linee
15 copertina
di prodotti tradizionali italiani come i prosciutti cotti, le mortadelle (anche Bologna Igp), i salami stagionati, le pancette, i cotti al forno, i würstel, gli arrosti di pollo e tacchino e molte altre specialità della gastronomia italiana. Tutto si svolge nello stabilimento produttivo di Cadine: dalla lavorazione delle carni alla produzione del salume, il sezionamento, lo stoccaggio delle materie prime e dei prodotti finiti, il confezionamento, la preparazione e l’evasione degli ordini, la logistica per il comparto addetto alle consegne e il controllo della qualità. La materia prima è carne italiana ed europea che giunge prevalentemente da Germania, Austria, Olanda, Belgio e Danimarca. Il con- ultima generazione, consente di abbattere del 46% trollo sulla qualità avviene “a monte”, quando la le emissioni di CO2 nell’atmosfera, garantendo un materia prima viene scelta, ma anche a Cadine, netto miglioramento dell’impatto ambientale delnon appena le carni giungono nello stabilimento la produzione Segata a salvaguardia del territorio Segata. “Disponiamo – continua Stefania – di un e del contesto di produzione dei nostri salumi”. laboratorio dedicato al controllo dei prodotti in Consapevole dei traguardi raggiunti – dal fattuentrata e dei prodotti finiti con personale addetto rato in costante crescita al numero di dipendenti e qualificato che esegue tutte le analisi richieste in aumento, dall’incremento dell’export all’attennell’ottemperare alla normativa legislativa concer- zione per l’ambiente, dagli elevati standard di nente l’Haccp, nonché alle direttive imposte dal- controllo qualità alle certificazioni internazionali le certificazioni internazionali Brc e Ifs. Si tratta – Segata Spa ha potuto celebrare i suoi primi sesperlopiù di carni suine e bovine, ma lo sviluppo sant’anni forte di una grande tradizione e con lo di nuovi prodotti si sta concentrando sui salumi sguardo al futuro. Alla cerimonia hanno partecia base di pollo e tacchino. Il nostro obiettivo è pato numerose autorità tra cui il presidente della da sempre quello di incontrare le richieste di un Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi, il sindamercato in veloce evoluzione, sempre più esigente co di Trento Alessandro Andreatta e l’arcivescovo e sempre più attento ai temi legati al benessere emerito Luigi Bressan. Assieme alla famiglia erano fisico e alle intolleranze alimentari”. presenti anche i vertici di Confindustria Trento. Il La sede attuale di Cadine è il risultato di una se- direttore generale Roberto Busato ha consegnarie di ampliamenti e migliorie che, nel corso de- to ai fratelli Segata e alla signora Laura un ricogli anni, hanno reso lo stabilimento Segata una noscimento speciale per il sessantesimo a nome struttura all’avanguardia in linea con i più elevati dell’Associazione degli industriali del Trentino. standard di sostenibilità ambientale. Le principali Tra i momenti più significativi anche la consegna ristrutturazioni risalgono al 1998 e al 2004. Recen- di 25 attestati di merito ai collaboratori di Segata temente gli edifici e i capannoni sono sati dotati con più trent’anni di presenza in azienda. di nuove tecnologie per il risparmio energetico. In occasione del sessantesimo, il percorso impren“Poniamo molta attenzione all’ambiente”, prose- ditoriale di Fausto Segata e della sua azienda di gue Segata. “Nel 2014 abbiamo affrontato impor- Sopramonte è stato raccontato nel volume “Segata, tanti investimenti in questo senso dotando la no- una storia”, pubblicato a firma di Graziana Vecstra sede di un impianto di cogenerazione per la chietti con la prefazione del presidente di Conproduzione di energia e riscaldamento degli im- findustria Trento Giulio Bonazzi. Il libro è stato pianti e degli ambienti aziendali. L’impianto, di presentato dall’autrice durante la cerimonia.
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San Carlo: 80 anni insieme Tradizione e intuizione: San Carlo la rosticceria diventa un impero. Storia di un successo nato nel cuore di Milano, in Trentino con lo stabilimento di Lavis.
IL 2016
è un anno importante per San Carlo, azienda leader di mercato e simbolo del Made in Italy: ottant’anni di una storia ricca di tradizione e straordinarie intuizioni, capace di esprimere il meglio del gusto italiano. La storia di questo successo, giunta oggi alla terza generazione con la vicepresidente e amministratore delegato Susanna Vitaloni, affonda le radici nell’Italia del 1936, anno in cui la famiglia Vitaloni apre, nel cuore di Milano, una rosticceria intitolata a San Carlo, in onore della vicina chiesetta di San Carlo al Lazzaretto. La “Rosticceria San Carlo” si caratterizza ben presto per una specialità a quei tempi rivoluzionaria, “le patatine croccanti”, che il titolare Francesco Vitaloni fa distribuire in bicicletta ogni giorno alle panetterie e ai bar del circondario. Una vera novità per l’epoca, che nel giro di pochissimo tempo riscuote un successo tale, da diventare il prodotto core dell’azienda, che cambierà per questo il nome in “San Carlo… le patatine”. San Carlo è stata così la prima azienda dell’Europa continentale a produrre patatine. Sotto la guida di Alberto Vitaloni, figlio di Francesco, la storia di San Carlo prosegue nello stesso spirito d’innovazione e sviluppo: è degli anni 60 l’idea vincente di inserire un gadget nel sacchetto delle patatine, con San Carlo Junior, prodotto che riesce a interpretare gusti e desideri dei più piccoli. Negli anni successivi l’azienda continua la sua crescita, costruendo una struttura distributiva capillare sul territorio e ampliando la gamma di prodotti: snack salati, panificati e dolci. Gli anni ’90 vedono San Carlo affermarsi come leader di mercato e dare vita ad un’espansione commerciale che varca i confini italiani, per approdare prima in Europa e poi in mercati extra-europei.
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Il nuovo millennio si apre con importanti novità per San Carlo che, nel 2002, rivoluziona il suo packaging con l’introduzione del colore bianco, su cui si staglia un singolo prodotto, assoluta novità in un mercato in cui dominava il colore. Nel 2009 l’azienda dà il via al progetto “Nuova Frontiera”, introducendo un processo di innovazione su tutta la filiera, che porta San Carlo a raggiungere i livelli tecnologici e di automazione più elevati al mondo. In particolare, implementa un nuovo metodo di cottura che permette di abbattere l’assorbimento di grassi fino al 40%.
Lo stabilimento San Carlo Snacks di Lavis Fiore all’occhiello dell’azienda è lo stabilimento di Lavis a Trento, che dall’acquisizione nel 1988 è stato soggetto a numerosi ammodernamenti e processi di innovazione grazie ad un notevole investimento con il quale si è provveduto alla ristrutturazione completa (interna ed esterna) del sito, dai reparti produttivi ai magazzini, con l’installazione di nuovi impianti di processo e nuove linee di confezionamento. Con una superficie di 37.500 mq, di cui 11mila coperti e 3mila dedicati ai processi produttivi, lo stabilimento produce patatine e snacks, con i marchi San Carlo, Wacko’s, Pai, Autentica Trattoria, Highlander, Flodor e Crecs. Fortemente radicato sul territorio trentino, gli impianti presentano caratteristiche di elevato livello tecnologico in tutte le fasi del processo produttivo, dal sistema automatico di scarico, calibrazione e lavaggio delle patate alle linee di frittura delle chips e degli snacks, fino alle linee di confezionamento. Sono 1.300 le tonnellate di snacks prodotte all’anno dallo stabilimento e 2.400 quelle di chips, per un totale di 80 milioni di sacchetti. Per il gruppo Unichips lo stabilimento di Lavis è uno degli stabilimenti di punta, ne è la dimostrazione l’ultimo investimento che riguarda l’innovativo impianto di frittura con una tecnologia che consente di produrre diverse tipologie di chips e di mantenere a valori minimi la percentuale dei grassi. L’azienda, forte di un sistema qualità certificato a livello internazionale investe, oltre al continuo miglioramento dei processi e prodotti, anche nello sviluppo delle proprie persone con frequenti corsi di aggiornamento: solo negli ultimi due anni sono state oltre 2.500 le ore di formazione e specializzazione. TRENTINOINDUSTRIALE.COM | OTT-NOV 2016
Nel 2012-2013 San Carlo rilancia la linea Più Gusto, grazie alla quale l’Azienda si conferma la migliore interprete dei gusti e dei desideri dei propri consumatori. È dall’audacia, dalla vocazione all’eccellenza e dalla capacità di precorrere i tempi in modo non convenzionale, qualità da sempre distintive dell’azienda, che, nel 2014, nasce un nuovo ed esclusivo progetto. Per la prima volta una patatina, la Rustica, entra nella cucina degli italiani in qualità di ingrediente. A celebrare il nuovo posizionamento San Carlo chiama lo chef Carlo Cracco con cui inizia una collaborazione che dura tutt’ora. Nel 2015 San Carlo partecipa a Expo presenziando all’interno e all’esterno del sito espositivo. L’Azienda diventa portavoce del Gruppo Unichips e dei suoi prodotti, testimoniando l’eccellenza del Made in Italy e il buon gusto italiano. Nel 2016 San Carlo lancia un nuovo prodotto destinato a diventare un best seller: 1936 Antica Ricetta, una patatina arricciata e croccante che si ispira alla ricetta delle chips originali della Rosticceria di via Lecco. Quella di San Carlo è una delle grandi storie dell’industria alimentare italiana di tradizione famigliare: ormai leader indiscussa del mercato, oggi è pronta a guardare al futuro con nuovi ambiziosi obiettivi.
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Nel polo trentino delle conserve alimentari Tra le aziende leader del settore in Italia, D'Amico lavora tra la provincia di Salerno e Rovereto, dove produce 35mila pezzi e fattura 40 milioni di euro all'anno.
“NEL
2011 – racconta Maria D’Amico, responsabile marketing dell’azienda – abbiamo acquisito i marchi Logrò e Montello con lo stabilimento di Rovereto, in Trentino, per poter presidiare meglio il mercato del nordest e del nordovest. Nel rispetto dell’ambiente e del territorio, tra i valori principali di D’Amico, abbiamo realizzato un investimento importante di oltre due milioni e mezzo di euro per dotare lo stabilimento di un complesso di impianti e strutture altamente tecnologiche”. D’Amico (D&D Italia Spa) è tra le principali aziende italiane specializzate nella produzione di conserve alimentari e opera oggi su due stabilimenti. Il polo roveretano, infatti, si è aggiunto alla sede principale di Pontecagnano Faiano in provincia di Salerno, dove l’azienda fu fondata nel 1968 dai fratelli Francesco e Mario D’Amico. Allora, quasi cinquant’anni fa, il commercio nac-
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que con la vendita delle “Alici della costiera amalfitana”, squisitezza mediterranea che rappresentò la prima produzione D’Amico. Sin dagli inizi degli anni 70, Francesco e Mario si inserirono anche nel mercato degli ortaggi, dei funghi e delle olive, allargando la propria presenza in diversi comparti del settore alimentare. Maria D’Amico, oggi la terza generazione in azienda, spiega che il marchio di famiglia ha superato nel 2016 le 300 referenze tra retail e food service. “Il nostro core business – prosegue – è rappresentato dai mercati dei sottoli, vegetali al naturale, olive, condimento per riso, sughi pronti, pesti, legumi e cereali”. Con 35 mila pezzi prodotti all’anno e un fatturato di 40 milioni di euro, D’Amico si pone tra le aziende leader in Italia. Nelle due sedi produttive lavorano complessivamente 98 persone, 40 delle quali a Rovereto. “Nel corso degli anni grazie ai moderni
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stabilimenti di Pontecagnano Faiano e Rovereto ci tanto. Oggi, infatti, abbiamo raggiunto un incresiamo contraddistinti per gli elevati standard qua- mento del 25% a volume rispetto al 2015. Vogliamo litativi nei processi e nei servizi, per un’accurata far conoscere il valore aggiunto del Made in Italy selezione delle materie prime, per una costante puntando su specialità tipiche ma proponendo ricerca di nuovi prodotti e innovativi metodi di anche nuovi prodotti sulla spinta della globalizlavorazione, per la ricerca di sistemi di produzione zazione. Tra questi, non dobbiamo dimenticare la tecnologicamente avanzati, per l’assistenza e la de- Linea Biologica D’Amico – sempre più importante dizione che rivolgiamo al cliente”. La produzione si nell’offerta aziendale e composta da legumi e cedistingue per la tipologia di packaging: “A Rovereto reali (soia, fagioli, borlotti, lenticchie, ceci e farro) produciamo prevalentemente busta e latta mentre – e i nuovi Funghi Trifolati Champignon Logrò a Pontecagnano Faiano il vetro”. anche in versione bio. Ci piace pensare che lo Nella sede trentina così come in quella campana sviluppo della nostra azienda vada di pari passo la presenza delle donne è determinante. Il 60% con la capacità di soddisfare i diversi bisogni dei dei collaboratori dell’azienda è composto, infatti, consumatori”. da personale femminile. “Siamo molto orgogliosi A garanzia della qualità del prodotto tutte le linee di questa scelta”, sottolinea Maria. “È un carattere D’Amico sono certificate: “Le nostre certificazioni distintivo della nostra azienda. Il rapporto con il si estendono sia in termini di prodotto sia in terpersonale, la sua formazione e il clima interno mini di sicurezza alimentare. Come, ad esempio, hanno sempre rappresentato una priorità per la la Brc for Food Safety, Ifs Food e Iso 22.000”. nostra famiglia. Siamo un team molto affiatato. Emblematica della passione dell’azienda per l’arSi respira aria serena nei nostri stabilimenti. E te, infine, è la prima collezione limited edition questo è certamente un elemento indispensabile “Vasi d’Autore” D’Amico. “Si tratta di un maxi vaso sia per il benessere dei nostri collaboratori sia per da 700 grammi con 4 diverse capsule – afferma il raggiungimento degli obiettivi aziendali”. Maria D’Amico – reinterpretate e firmate dall’arTra gli obiettivi futuri, la crescita del marchio nei tista Sergio Fermariello. Un oggetto esclusivo d’armercati internazionali. Al di fuori del mercato do- te contemporanea in edizione limitata che può mestico i prodotti D’Amico si trovano sulle tavole diventare un comodo contenitore in cui riporre di tutta Europa, in Canada nel nord America, in sale, zucchero, caffè o erbe aromatiche essiccate, Messico nel centro America, negli Emirati Arabi ma anche un porta gomme, temperini o graffette. in Oriente, in Cina in Estremo Oriente, in Austra- Insomma, basta dare spazio alla fantasia per riulia in Oceania e in Russia nelle aree dell’Eurasia. tilizzarlo al meglio e donargli una nuova vita. Per “Siamo presenti in quasi tutti i mercati del mondo. il 2017 abbiamo già in serbo la nuova collezione”. Abbiamo creduto nell’export e stiamo investendo Chi sarà questa volta il nuovo artista? (adb)
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Distillati di una strategia vincente Produzione di grappe invecchiate, degustazioni, visite guidate e il potenziamento dell’export: i quattro elementi chiave della politica di Marzadro.
“VOGLIAMO far capire al nostro cliente che cosa c’è dentro alla bottiglia. Troppo spesso la grappa viene ancora vista come un distillato povero che non possiede le caratteristiche per competere con altri distillati più pregiati. Ma non è così. Con i nostri prodotti, e in modo particolare con la gamma di grappe invecchiate, siamo in grado di posizionarci in termini qualitativi ai più alti livelli nel mercato del distillato in ambito nazionale e internazionale”. Alessandro Marzadro, terza generazione in azienda nella Distilleria Marzadro di Nogaredo (Rovereto), ha impostato per il marchio di famiglia una precisa strategia di marketing basata in primo luogo su una rivoluzione cultu-
rale. “L’immagine della grappa come semplice digestivo italiano deve cambiare”, prosegue. “Siamo ancora fermi a una visione della grappa come prodotto che va consumato in montagna oppure perché aiuta a digerire. Un’impostazione superata. Dobbiamo spiegare al consumatore che la grappa è un distillato da degustare. Un prodotto di fascia alta che va assaggiato per il piacere di farlo”. Per questo Distilleria Marzadro ha puntato decisamente sulla qualità concentrandosi su quattro elementi chiave: la produzione di grappe invecchiate, la realizzazione di percorsi di degustazione sul territorio per insegnare ad assaggiare il distillato e a coglierne gli aromi, l’accoglienza del cliente
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presso lo stabilimento produttivo di Nogaredo e il potenziamento dell’export. Sono questi i capisaldi della strategia di medio periodo dell’azienda. “In tal senso – continua Alessandro Marzadro – siamo pienamente in linea con le nuove tendenze del mercato, se è vero che negli ultimi dieci anni il consumatore tipo di grappa beve sempre meno e sempre meglio”. Andiamo per ordine. Cominciando dalle bottiglie invecchiate. “Tutto è nato nel 2002, quando abbiamo iniziato a produrre Le diciotto lune, la nostra prima grappa invecchiata. Dopo le prime bottiglie ci accorgemmo subito che potevamo raggiungere un maggior numero di persone interessate alla qualità e al valore aggiunto della degustazione. Dapprima in Italia e poi all’estero abbiamo proseguito su questa strada. Oggi, a distanza di quindici anni, disponiamo di una gamma che comprende dodici differenti prodotti invecchiati affinati con diversi aromi e diverse tecniche su una scala di prezzi progressiva. Possiamo oggi considerare che sette bicchieri su dieci (il 70% del nostro fatturato) sono consumati tra le grappe invecchiate”. A portare avanti questa “rivoluzione culturale” ci pensa lo staff di collaboratori che lavora per Marzadro a un calendario di degustazioni sul territorio presso gli hotel del Trentino-Alto Adige. “Abbiamo formato un gruppo di 35 persone attraverso le quali promuoviamo sul territorio regionale più di 1.200 degustazioni l’anno. Entriamo negli hotel del Trentino-Alto Adige in accordo con gli operatori del settore alberghiero e proponiamo degustazioni gratuite agli ospiti con i nostri prodotti”.
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Ai numerosi partecipanti delle degustazioni – circa venti ospiti per degustazione per un totale di 24mila persone l’anno – si aggiungono i clienti che visitano lo stabilimento Marzadro di Nogaredo. “L’attività di accoglienza dei visitatori presso la nostra sede – spiega Alessandro – è diventata una divisione fissa dell’azienda”. Stiamo parlando di 60mila visitatori l’anno. Molti di più della maggior parte dei musei del Trentino-Alto Adige. “Stiamo pensando infatti a un ampliamento dello stabilimento. Del resto, la nuova sede di Nogaredo nacque nel 2002 proprio con lo spirito di costruire un luogo di accoglienza finalizzato alla promozione della grappa e alla divulgazione della culturale della grappa. Siamo consapevoli che dobbiamo essere noi produttori i primi protagonisti della formazione e dell’informazione del consumatore”. Nella sede di Nogaredo e negli hotel presso i quali opera lo staff Marzadro, la presenza degli stranieri è determinante. Perciò l’azienda pone grande attenzione all’export, forte di una lunga esperienza maturata sul territorio. “Il 75% del nostro fatturato è ancora realizzato in Italia ma è sul restante 25% che stiamo puntando con l’obiettivo di incrementare questa percentuale. Crediamo nei mercati dei paesi limitrofi ma ci stiamo muovendo in molti Paesi d’Europa. La Germania è la nostra piazza principale. Lavoriamo molto bene anche in Austria e in Svizzera e stiamo impostando nuove strategie in Spagna, in Gran Bretagna, in Olanda, in Belgio e in Danimarca. In Repubblica Ceca siamo presenti da alcuni anni e abbiamo aperto da poco una società commerciale in Polonia”. (adb)
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Vendemmia 2016: vini trentini protagonisti In linea con gli indici tendenziali del Paese, la vendemmia in Trentino rivela un calo del 5-10% sulla quantità delle uve raccolte, per una qualità eccellente della materia prima.
OCCORRERÀ
attendere i dati definitivi, a vendemmia conclusa, ma le prospettive sono ottime. In Trentino si stima un calo quantitativo di materia prima introno al valore medio del 5% al quale si accompagna un profilo qualitativo di eccellenza sia per le uve bianche sia per le uve rosse. Prosegue, insomma, il trend di crescita di un settore, quello vitivinicolo, che su scala locale e nazionale ha portato il prodotto italiano ai vertici mondiali. Già nel 2015, secondo l’analisi dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv), l’Italia si è posizionata al primo posto tra i maggiori Paesi produttori con 48,9 milioni di ettolitri di vino e mosto, strappando il primato fino a quel momento occupato dalla Francia. Anche quest’anno, stando alle previsioni di Assoenologi (l’Associazione nazionale di categoria dei tecnici vitivinicoli), l’Italia è pronta a bissare il successo con una
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produzione probabile di 48,5 milioni di ettolitri contro i 43 milioni della Francia. La proiezione è stata effettuata nello studio di Assoenologi a inizio settembre 2016 sulla base dei dati pervenuti da tutte le regioni di Italia dopo il primo 10% della raccolta. Stando a queste stime, si ritiene che la produzione di uve in Italia nel 2016 possa oscillare tra i 66 e i 68 milioni di quintali. In applicazione del coefficiente medio di trasformazione, ciò significa ipotizzare 48,5 milioni di ettolitri di vino e mosto. Poco meno rispetto al 2015. Ma il calo quantitativo è solo relativo. Meno quantità di uve raccolte rispetto al 2015, infatti, ma comunque superiore di circa il 10% rispetto alla media nazionale quinquennale 2011/2015 (44,6 milioni di ettolitri) e decennale 2006/2015 (45,4 milioni di ettolitri). In linea con questo orientamento anche il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali
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Maurizio Martina, che ha recentemente sottoline- gnato tenacemente i viticoltori richiedendo qualato l’importanza del comparto vitivinicolo italia- che trattamento in più e grande esperienza sul no in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera campo, l’andamento climatico della seconda metà all’inizio di settembre. Martina ha sottolineato le di agosto è stato molto favorevole e ci ha consenpotenzialità del settore e la grande opportunità tito di condurre la vendemmia in modo estremache esso rappresenta sui mercati internazionali mente positivo. Lo sbalzo termico tra il giorno e la non solo per la quantità di prodotto esportato notte, con temperature diurne che raggiungevano ma anche per la qualità dei vini made in Italy. nei nostri vigneti i 26-27 gradi a fronte di quelle “Quello della produzione è un dato importante – notturne che oscillavano fra 16 e 18, ha permesso si è espresso sul Corriere della Sera – soprattutto alle uve di maturare in modo graduale e fisiolotenendo conto della grande qualità che sappiamo gico. La nostra produzione è quasi in linea con sviluppare in tutti i territori delle nostre regioni. quella del 2015: poco meno sotto il profilo quantiUn segnale importante che ci dimostra le poten- tativo. Ma la qualità è ottima. Stiamo raccogliendo zialità di questo settore e le occasioni da cogliere tutte le nostre varietà di bianchi e tra poco iniziesui mercati internazionali. Abbiamo un sistema remo la raccolta delle uve rosse. La vendemmia è vitivinicolo da oltre 14 miliardi di euro con un il momento più importante che mette in rete tutti export che nel 2015 ha toccato il record dei 5,4 i nostri soci per valorizzare al massimo l’impegno miliardi e che nei primi cinque mesi del 2016 ha e gli sforzi di un’intera annata di lavoro. Siamo registrato un trend in crescita. Non solo numeri convinti che il punto di partenza per un vino di ma tradizione, legame con il territorio, eccellenza, qualità sia una viticoltura di qualità”. una biodiversità che vanta oltre 500 vitigni colti- Anche per Marcello Lunelli, vicepresidente e revati. È questo che rende il sistema Italia unico al sponsabile tecnico delle Cantine Ferrari, la venmondo”. demmia “procede molto bene con tempo buono In un quadro nazionale incoraggiante, i vini tren- ed escursioni termiche tra giorno e notte che fatini giocano un ruolo da protagonisti. L’andamen- voriscono una lenta maturazione delle uve con to della vendemmia 2016 è in linea con gli indici buona dotazione zuccherina e un’acidità superiotendenziali del Paese e rivela un calo del 5-10% sul- re alle aspettative”. La previsione è di un’annata la quantità di uve raccolte alle quali corrisponde quantitativamente inferiore agli anni precedenti, una qualità eccellente nella materia prima. Cor- un 10% circa, ma con grandi profili qualitativi. rado Aldrighetti, enologo di Cesarini Sforza, è de- “Sarà una vendemmia lunga, poiché nei nostri cisamente soddisfatto della vendemmia in corso. vigneti di media e alta collina la maturazione è “Un’annata molto positiva”, afferma. “Nonostante ritardata di 10-15 giorni, ma con ottimi esisti in terun clima difficile con piogge frequenti e molta mini di complessità e finezza degli aromi. Ancora umidità, che nella prima parte dell’anno ha impe- una volta ha fatto la differenza il posizionamento
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in media e alta quota dei vigneti. Il successivo lavoro in cantina saprà poi esaltare le caratteristiche dei nostri vini”. Grande soddisfazione in casa Lunelli anche per le scelte fatte nella direzione del biologico. “Sono state ripagate le scelte orientate al raggiungimento di un equilibrio vegeto-produttivo del vigneto abbinato a una difesa biologica. Una strada che Ferrari segue da anni sia nei suoi vigneti di proprietà, in conversione al biologico, sia in quelli dei conferenti, a cui viene chiesto di seguire un protocollo definito ‘Vigneto Ferrari - per una Viticoltura di Montagna Sostenibile e Salubre’. Entro il 2017 tutti i vigenti di famiglia, oltre 100 ettari, saranno certificati biologico”. Annata eccellente anche per Letrari. “Al momento abbiamo raccolto quasi tutte le bianche e ci prepariamo per le rosse”, spiega Lucia Letrari, enologo dell’azienda vitivinicola Letrari. “Dopo tanta fatica nei mesi primaverili, con frequenti piogge e qualche difficoltà nel mantenere sana la campagna, abbiamo superato lo scoglio e il mese di agosto è stato perfetto, soprattutto per le basi spumante, che presentano un insieme di parametri eccellente. Siamo davvero soddisfatti. Non solo per le basi spumante ma in generale. La materia prima è sana e ottima. Un prodotto equilibrato da un punto di vista qualitativo, organolettico e analitico come raramente è accaduto in passato. Ci sono le premesse per una grande annata e per realizzare prodotti di lunga durata. Come quantità raccolta, registriamo una riduzione attorno al 10-15%. L’uva si presenta più asciutta e pesa meno. Ma una contrazione nella quantità non ci preoccupa. Ciò che conta è la qualità”. In linea con i viticoltori è il punto di vista dei distillatori. Beppe Bertagnolli, presidente dell’Istituto tutela grappa del Trentino e titolare della Distilleria Bertagnolli, si dice soddisfatto nonostante la stagione sia iniziata con una certa preoccupazione. “La materia prima giunta nel nostro stabilimento è molto buona. Eravamo più pessimisti, visto l’andamento climatico della prima parte dell’anno, quando abbiamo assistito a una grande piovosità e alla diffusione della peronospora in diverse aree di fondovalle. A fare la differenza in positivo sono
Un convegno “per lasciare una buona impronta” Manica Spa, azienda leader nella produzione di agrofarmaci per l’agricoltura a base di rame, da sempre attenta ai temi della sostenibilità e dell’ambiente, organizza un importante evento sull’impatto delle emissioni di CO2. Per il convegno “Strategie per la riduzione dell’impronta carbonica in agricoltura” in programma giovedì 10 novembre 2016, si è scelta la cornice suggestiva del Muse di Trento: una location coerente per principi e tematiche con il lungo lavoro svolto sul fronte della ricerca nel rispetto del nostro pianeta. L’evento coinvolge in primis i tecnici del settore – di campo e di cantina – e i principali clienti Manica che da sempre condividono problemi e soluzioni. Il confronto è aperto agli accademici, alle imprese e alle istituzioni. Il parterre dei relatori è autorevole per spessore culturale e preparazione tecnica: interverranno Andrea Segrè della Fondazione E. Mach, Paolo Gabrielli, dell’Ohio State University, Marcello Lunelli di Cantine Ferrari, infine Michele Manica, che in veste di Responsabile Ricerca e Sviluppo Manica Spa, rappresenta un esempio concreto e tangibile di un progetto imprenditoriale fatto di scelte produttive e strategiche conformi alle nuove prospettive di un futuro sempre più vicino all’ambiente e alle sue esigenze. stati essenzialmente due fattori. In primo luogo le condizioni meteorologiche molto favorevoli nel mese di agosto, con tempo stabile ed escursioni termiche. In secondo luogo, e soprattutto, la professionalità dei contadini e dei viticoltori che hanno saputo far fronte a un inizio 2016 non facile”. Concorda sul punto anche Alessandro Marzadro, dell’azienda omonima di Nogaredo. “Agosto ha salvato un’annata che prospettava esiti negativi. Ma il clima favorevole delle ultime settimane insieme alla competenza degli operatori del settore ha fatto sì che le vinacce giunte in cantina fossero di ottima qualità. Ottime gradazioni alcooliche e buoni profumi. Una base eccellente per produrre grappe dal grande profilo qualitativo”. (adb)
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Industria 4.0: il piano del Governo Il premier Renzi e il ministro Calenda in tour per la presentazione delle misure. Presenti alla tappa di Verona anche Enrico Zobele, Marco Giglioli e Roberto Busato.
UN
intervento da 13 miliardi di risorse pubbliche per attivare investimenti innovativi con incentivi fiscali: il piano del governo Industria 4.0 è stato presentato a fine settembre a Milano dal ministro dello Sviluppo Carlo Calenda e dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. L’impegno, spalmato tra il 2018 e il 2024, è destinato a sostenere investimenti privati nel 2017 con il supporto di superammortamento, iperammortamento, Nuova Sabatini, e investimenti supportati dal credito di imposta. Un’ulteriore dote da 10 miliardi viene indicata nel piano per quelle che sono definite “direttrici di accompagnamento”: il rafforzamento della detassazione del salario di produttività (1,3 miliardi tra il 2017 e il 2020), la diffusione della banda ultralarga tra le imprese (6,7 miliardi già stanziati), il rifinanziamento del Fondo di garanzia Pmi (900 milioni), le catene digitali e l’internazionalizzazione del made in Italy (100 milioni), i contratti di sviluppo con focus su Industria 4.0 (1 miliardo già stanziato). Un capitolo a sé riguarda la scuola, le università e i centri di ricerca. La manovra conterrà un insieme di stimoli fiscali agli investimenti che non si era visto in passato, “con la sostanziale novità – ha spiegato Calenda - di aver abbandonato completamente la logica degli incentivi a bando, tipici di una stagione in cui il governo voleva decidere in quali settori e con quali tecnologie le aziende devono investire”. Si passa ora a incentivi fiscali orizzontali: gli strumenti che negli ultimi anni hanno funzionato meglio vengono orientati verso un disegno comune che è la trasformazione digitale dell’industria italiana. Le misure entreranno in legge di bilancio. A fine mese si è insediata a Roma la cabina di regia che
Il vertice degli industriali trentini e altoatesini Nelle scorse settimane i Comitati di Presidenza di Assoimprenditori Alto Adige e di Confindustria Trento si sono incontrati per una riunione di coordinamento sotto l’egida della Federazione regionale dell’Industria del Trentino-Alto Adige. All’incontro, presieduto dal presidente di turno Stefan Pan, numero uno degli industriali altoatesini, hanno partecipato il presidente di Confindustria Trento Giulio Bonazzi, i componenti dei rispettivi Comitati di presidenza e i direttori generali delle due Associazioni. È stata l’occasione per un coordinamento su più fronti. A cominciare dal tema del fisco, con una comparazione delle politiche fiscali delle due Province autonome, anche in vista delle prossime manovre finanziarie provinciali. Si è poi parlato di Europa, tema che sarà seguito con attenzione dalla Federazione regionale, in particolare per le opportunità di finanziamento dell’innovazione che possono contribuire a migliorare la competitività delle imprese locali. Gli industriali trentini e altoatesini stanno partecipando attivamente al progetto Eusalp, la macroregione alpina individuata dall’Unione Europea, alla quale saranno destinati fondi per l’innovazione, le infrastrutture, l’energia e l’ambiente. Il consesso regionale sarà la sede per coordinarsi anche sul processo di elaborazione del nuovo Statuto di Autonomia, attualmente in corso a livello provinciale, che dovrà confluire in sede regionale nel testo del Terzo Statuto. Per i prossimi mesi l’agenda della Federazione si concentrerà su questi temi e su tutti quegli interventi che hanno un impatto sulla competitività dei rispettivi sistemi produttivi, a partire dalle infrastrutture per mettere in rete il territorio.
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Piano nazionale Industria 4.0 2017-2020 Direttrici strategiche di intervento Direttrici chiave
Investimenti innovativi • Incentivare gli investimenti privati su tecnologie e beni I4.0 • Aumentare la spesa privata in Ricerca, Sviluppo e Innovazione • Rafforzare la finanza a supporto di I4.0, VC e start-up
Competenze • Diffondere la cultura I4.0 attraverso Scuola Digitale e Alternanza Scuola Lavoro • Sviluppare le competenze I4.0 attraverso percorsi Universitari e Istituti Tecnici Superiori dedicati • Finanziare la ricerca I4.0 potenziando i Cluster e i dottorati • Creare Competence Center e Digital Innovation Hub
Direttrici di accompagnamento Infrastrutture abilitanti • Assicurare adeguate infrastrutture di rete (Piano Banda Ultra Larga) • Collaborare alla definizione di standard e criteri di interoperabilità IoT
Strumenti pubblici di supporto • Garantire gli investimenti privati • Supportare i grandi investimenti innovativi • Rafforzare e innovare il presidio di mercati internazionali • Supportare lo scambio salario-produttività attraverso la contrattazione decentrata aziendale
Governance e awareness • Sensibilizzare sull’importanza dell'I4.0 e creare la governance pubblico privata Fonte: Cabina di Regia Industria 4.0
Industria 4.0: anche l'Università di Trento con gli atenei del Triveneto L’Università di Trento e la Libera Università di Bolzano entrano nel progetto del nuovo Competence Center, costituito dagli atenei del nord est nell’ambito del Piano nazionale Industria 4.0. La firma del Memorandum d’intesa fra i rettori degli atenei coinvolti - Ca’ Foscari Venezia, Padova, Verona, Iuav di Venezia, Trento, Bolzano, Udine, Trieste e Trieste Sissa – è avvenuta a Padova alla presenza del ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. Il ministro ha scelto di presentare il Piano Industria 4.0 in occasione di Padova Nòva, Open Innovation Days. Una vetrina importante per lanciare un piano che avrà nelle università i partner strategici per promuovere investimenti, produttività e innovazione per il nostro Paese. Obiettivo: portare l’Italia a una produzione sempre di più basata su un utilizzo di macchine e processi intelligenti, interconnesse e collegate ad internet, con un impegno pubblico di 13 miliardi di euro, distribuito in sette anni tra il 2018 e il 2024.
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seguirà l’attuazione. Ne fanno parte la presidenza del Consiglio, i ministeri dell’Economia, dello Sviluppo, dell’Istruzione, del Lavoro, delle Politiche agricole e dell’Ambiente, e poi le imprese (Confindustria e Rete Imprese Italia), i sindacati, la Cdp, i centri di ricerca e le università destinate ad evolversi in centri di eccellenza nazionali (i Politecnici di Bari, Milano, Torino, la Federico II di Napoli, il polo delle università del Nord-Est, la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa). Per far conoscere il piano e diffondere il concetto stesso di Industria 4.0, nelle prossime settimane Renzi e Calenda attraverseranno l’Italia dal Nord al Sud: nei giorni scorsi la tappa di Verona, alla quale hanno preso parte anche il rettore dell'Università di Trento Paolo Collini, il vicepresidente di Confindustria Trento Enrico Zobele, il presidente del Comitato Piccola Industria dell’Associazione Marco Giglioli e il direttore generale Roberto Busato.
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Cariche sociali: gli ultimi rinnovi Nelle scorse settimane le riunioni delle Sezioni metalmeccanica, industrie varie e autotrasporto: Luca Arighi, Manuela Seraglio Forti e Lucio Sandri i nuovi presidenti.
PROSEGUE
il calendario delle riunioni territoriali e di sezione, convocate anche per provvedere al rinnovo della cariche sociali per il quadriennio 2016-2019. Nelle scorse settimane si sono svolte le assemblee della Sezione metalmeccanica, della Sezione industrie varie e della Sezione autotrasporto di Confindustria Trento.
Sezione metalmeccanica L’assemblea della Sezione metalmeccanica ha eletto alla presidenza Luca Arighi (Adige Spa). A com-
pletare la nuova governance, siedono nel Comitato di Sezione Marco Lorenz (Larentis Lorenz Srl) in qualitĂ di vicepresidente di Sezione, Christian Dallago (Dalmec Spa), Fabio Dandrea (Hollander Idrotermica Pohl Franco Srl), Barbara Fedrizzi (Metalife Srl), Giovanna Malagnino (Sandvik Italia Spa). Entrano a far parte del Comitato Piccola Industria: Barbara Fedrizzi (Metalife Srl), Marco Giglioli (Sovecar Srl), Stefania Tamanini (Tamanini Hydro Srl), Antonio Zanotti (Decos Italia Srl). Arighi, Lorenz, Dallago, Dandrea, Fedrizzi e MalaManuela Seraglio Forti e, a sinistra, Luca Arighi
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gnino entrano a far parte del Consiglio Generale introdotto dalla riforma dello Statuto approvata dall’Assemblea Privata lo scorso 23 maggio. Il Consiglio Generale si insedierà in occasione dell’Assemblea Pubblica del prossimo autunno.
Viaggi Vacanze Srl), Emanuel Wegher (Wegher Srl). Wegher entra a far parte del Comitato Piccola Industria. Seraglio Forti e Baggia entrano a far parte del Consiglio Generale.
Sezione Industrie varie
L’assemblea della Sezione autotrasporto di Confindustria Trento ha confermato alla presidenza Lucio Sandri (Sandri Autotrasporti Srl). A completare la nuova governance, siedono nel Comitato di Sezione Massimo Santuliana (Autotrasporti Santuliana Srl) in qualità di vicepresidente, Andrea Gottardi (Gottardi Autotrasporti Srl), Leonardo Arcese (Autotrasporti Multipli Arcese Spa), Cristina Castellani (C.I.T. Castellani Inerti Trasporti Srl), Stefano Pedot (Autotrasporti Pedot Srl). Pedot entra a far parte del Comitato Piccola Industria. Sandri entra a far parte del Consiglio Generale.
L’assemblea della Sezione industrie varie di Confindustria Trento ha confermato alla presidenza Manuela Seraglio Forti (Servizi Territoriali Est Trentino Spa). A completare la nuova governance, siedono nel Comitato di Sezione Monica Baggia (Trentino Trasporti Esercizio Spa) in qualità di vicepresidente, Donatella Bommassar (Levicofin Srl), Francesco Colaone (Azienda Consorziale Servizi Spa - A.C.S.M.), Massimo Lazzeri (AGIS-ANEC Tre Venezie), Giorgio Onorati (Azienda Consorziale Terme di Comano), Rudi Oss (Dolomiti Energia Holding Spa), Fabio Sighel (Pulinet Servizi Srl), Sabrina Taddei (Open Lucio Sandri
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Sezione autotrasporto
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A Palazzo Stella l’Anac parla di appalti La consigliera dell’Autorità Nicoletta Parisi a Trento in occasione del convegno organizzato per illustrare i contenuti della normativa a livello comunitario, nazionale e provinciale.
L'INTERA
materia degli appalti pubblici sta vivendo una fase di profonda revisione e ristrutturazione: in risposta alle esigenze di chiarezza manifestate dalle imprese associate, Confindustria Trento ha organizzato a Palazzo Stella il convegno “Appalti pubblici di lavori, servizi e forniture - Le nuove regole tra Codice Appalti nazionale e disciplina provinciale di settore”, volto a illustrare i profili di maggiore interesse della normativa a livello comunitario, nazionale e provinciale. Sono tre, infatti - UE, Stato, Provincia autonoma di Trento - i soggetti istituzionali che concorrono a formare un quadro di riferimento che si vorrebbe univoco, semplice e trasparente. Su tale orizzonte una delle novità fondamentali è data dal ruolo – largamente innovativo – assegnato all’Autorità nazionale anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone. Di qui la partecipazione odierna di Nicoletta Parisi, consigliere dell’Anac, che ne ha presentato il ruolo cardine alla luce delle prime Linee-guida del Nuovo Codice Appalti. Ad aprire i lavori il saluto introduttivo di Marco Lorenz, rappresentante di Confindustria Trento al Tavolo Appalti della Pat, che ha ricordato i principi sostenuti dagli industriali nell’iter di approvazione della legge provinciale di settore dello scorso aprile: “Semplificazione e sburocratizzazione, accelerazione dei tempi, massima trasparenza, promozione del sistema economico trentino all’insegna di standard qualitativi e ambientali di eccellenza: questi – ha detto – sono stati i pilastri della nostra azione”. Nel corso del convegno sono intervenuti anche Simona Dotti, dell’Area Politiche industriali di Confindustria, che ha riflettuto sul recepimento delle direttive comunitarie nella legislazione nazionale; Michele Cozzio, dell’Osservatorio sugli appalti pubblici dell’Università degli Studi di Trento, chiamato a esprimersi sul ruolo delle Autonomie
speciali di Trento e Bolzano nel recepimento delle Direttive comunitarie sugli appalti pubblici; infine Federico Fedrizzi, avvocato e consulente di Confindustria Trento, che ha evidenziato gli aspetti di particolare interesse per le imprese contenuti nella nuova Lp 2/2016.
Appalti Polo Ospedaliero: la posizione degli industriali trentini Confindustria Trento sta seguendo con grande interesse e attenzione il tema della realizzazione del Not l’intervento di edilizia pubblica attualmente più importante per il Trentino, potenzialmente in grado di dare un impulso decisivo al settore dell’edilizia e a quelli ad esso collegati. “In Trentino le aziende della filiera delle costruzioni hanno dimensioni contenute - spiega Marco Giglioli, presidente della Piccola industria di Confindustria Trento - ma non mancano le competenze e la qualità. È importante che le imprese locali abbiano la possibilità di partecipare alle gare, in un regime di concorrenza, potendosi esprimere al meglio. Ciò produrrebbe significative ricadute sul territorio e potrebbe contribuire a rilanciare l’economia provinciale”. Ora si tratta di vedere se i bandi relativi alla realizzazione delle opere saranno impostati in modo da consentire a imprese, come quelle che rappresentano la filiera edile trentina, di partecipare come protagoniste e non come gregarie. “Auspichiamo che la Provincia scelga tipologie di lotti tali da valorizzare le caratteristiche delle imprese trentine - precisa Marco Lorenz, socio di Larentis Lorenz Srl e delegato di Confindustria Trento al Tavolo provinciale appalti - e idonee a garantire loro di competere ad armi pari con le realtà di fuori regione che parteciperanno alle gare. In quest’ottica si potrebbe prevedere l’appalto diretto di singole lavorazioni, ad esempio della parte impiantistica e delle altre opere complementari a quelle edili. Ciò consentirebbe anche di valorizzare il contributo dei professionisti locali quali ingegneri, architetti, geometri, periti e di tutte quelle figure che operano con competenza nel settore”. TRENTINOINDUSTRIALE.COM | OTT-NOV 2016
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A Trento una Smart City Week Imprese innovative disegnano le città intelligenti del futuro. Nel corso dell’evento la presentazione delle proposte “smart” destinate a migliorare il quotidiano.
DALLA
mobilità al benessere, dall’energia al turismo: in qualsiasi ambito del vivere quotidiano è possibile sviluppare soluzioni intelligenti in grado di aiutare e semplificare la vita dei cittadini. Ai progetti e al lavoro sviluppato in questo senso da 23 imprese trentine e nazionali innovative è stata dedicata un’intera sezione della Trento Smart City Week, denominata “Smart City Solutions and Challanges”, patrocinata dal Comitato per lo sviluppo dell’ecosistema Ict trentino grazie al supporto delle Associazioni di categoria e di Informatica Trentina. Ad aprire questa importante giornata sono stati, nella mattinata di martedì 13 settembre a Trento, i contributi tecnico-scientifici del Cluster nazionale Smart Communities Tech, dell’Associazione Nazionale Comuni italiani e dell’Agenzia per l’Italia Digitale. I relatori delle imprese coinvolte hanno poi presentato, in rapida successione, trenta soluzioni avveniristiche messe a punto per la Smart City. Le proposte sono state approfondite nel corso di sessioni parallele pomeridiane, durante la qua-
li si sono svolti anche gli incontri B2B di taglio marketing-relazionale prenotati dal Cluster Smart Communities Tech, dalle Pubbliche Amministrazioni, dalle Municipalizzate e dalle altre imprese interessate. Particolare interesse ha suscitato l’incontro con il Cluster e i professionisti di Torino Wireless che hanno permesso di fare un quadro inziale sulle sfide sociali tipiche delle comunità e delle città moderne, quali cultura e turismo, energie rinnovabili ed efficienza energetica, egovernment, istruzione e formazione, mobilità, salute e benessere, sicurezza e monitoraggio del territorio. Si è avanzata anche l’ipotesi di coinvolgere attivamente le imprese digitali locali nella individuazione delle priorità tecnologiche sui temi delle Smart Cities e delle Smart Communities, facendo anche leva sul sistema innovativo di collaborazione territoriale tra imprese Ict, Enti e Ricerca. Un concetto allargato di comunità intelligente è infatti in grado di raccogliere e rispondere ai bisogni dei cittadini,
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delle imprese, delle istituzioni e rappresenta un elemento centrale delle nuove strategie di sviluppo sostenibile, in grado di affrontare efficacemente le problematiche energetico-ambientali e le difficoltà di crescita socio-economica della nostra comunità. Nelle presentazioni del mattino, in stile sotrytelling e di breve durata, e nelle sessioni pomeridiane di approfondimento, si sono distinti sul tema dell’energia i progetti di Aldebra in partnership con Ibm con una “Piattaforma di comunicazione con i cittadini per l’utilizzo sostenibile delle risorse”, di Dedagroup con il progetto “Sostenibilità, energia e territori intelligenti”, di Bit con “Un sistema di efficientamento delle piscine” e una “Turbina idroelettrica innovativa”, di Nesco “Biomasse sostenibili – sinergia per lo sviluppo di un ciclo virtuoso”. Sul tema della partecipazione e dei servizi ambientali si sono distinti i progetti di I&S Informatica e Servizi, in collaborazione con Amnu di Pergine e Contarina di Treviso, con una “Piattaforma ambientale per la raccolta differenziata e il monitoraggio dei consumi”, di Alysso con Dicam UniTn, con una “Piattaforma urbanistica georeferenziata per il riuso e la riqualificazione del territorio” ed ancora di Dedagroup con una “Piattaforma digitale che mette al centro cittadini e imprese”. Sul tema della salute si è distinta la startup innovativa UpSens di Optoi con la presentazione di “Sensori portabili per il monitoraggio del benessere delle persone”. Sul tema degli Open e Big Data la società Dedagroup ha presentato “Data-driven Administration per migliorare le politiche degli Enti: dati di qualità, aperti e integrati” e Tim con “City Forecast – piattaforma per la gestione della mobilità e degli eventi della Smart City”. Sul tema del turismo particolare interesse ha suscitato Acs Data Systems con il progetto “InfoPoint 2.0 - piattaforma di comunicazione per gli enti e le attività turistiche”. Sul tema della mobilità Almaviva, Spindox, Innovie e OpenMove hanno presentato soluzioni particolarmente innovative. Si sono anche distinte startup e imprese di altre Associazioni di categoria quali Cba, Cyberfed, Dot-
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matic, JLBbooks, Nitidaimmagine, Posit, SocialIT, Spindox, TeamDev, Trilogis, ZonzoFox. “Anche in questa circostanza, il sistema delle imprese innovative Ict trentine ha saputo cogliere l’opportunità offerte da Trento Smart City Week, coordinandosi in un intenso lavoro di squadra – ha sottolineato Giuseppe Angelini, presidente del Comitato per lo sviluppo dell’ecosistema Ict trentino -. Crediamo che l’apporto delle 23 imprese innovative e startup presenti possa testimoniare la vivacità e l’apertura all’innovazione del nostro comparto, chiamato a far crescere le capacità competitive delle imprese e delle Pa nostre clienti e a sostenere lo sviluppo di nuova imprenditorialità, soprattutto quella giovanile”.
Family Audit: ratificato l’accordo per la sua diffusione a livello nazionale Promozione e diffusione su scala nazionale dello standard “Family Audit”: lo prevede l’accordo, sancito dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano ratificato dalla Giunta provinciale di Trento. L’accordo riguarda la promozione e diffusione nel mercato pubblico e privato del lavoro della certificazione della qualità dei processi organizzativi che riguardano la conciliazione famiglia e lavoro. Ogni ente che vorrà aderire allo standard Family Audit stipulerà un apposito accordo di collaborazione che definirà le modalità e i tempi per rendere effettiva la sua diffusione nel proprio territorio. Il Family Audit è uno strumento di certificazione della qualità di proprietà della Provincia autonoma di Trento. Lo standard Family Audit è stato riconosciuto a Vilnius nel 2014 tra le nove buone pratiche europee in tema di conciliazione. È stato, inoltre, presentato nel marzo 2015 a New York presso le Nazioni Unite. Al 30 giugno 2016 erano 178 le organizzazioni pubbliche e private in Italia coinvolte nella certificazione “Family Audit”. Confindustria di Trento è una di queste.
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Servizi per vendere (e vendersi) meglio Al servizio di ufficio stampa in outsourcing, si affiancano nuovi servizi di consulenza in Comunicazione Commerciale e in Marketing Digitale.
DUE
Marketing. Le persone, le loro abitudini e i loro desideri, differenti a seconda del target di riferimento, diventano il fulcro dell’operazione di marketing. La comunicazione è realizzata a misura di cliente: il destinatario non è più assillato da messaggi promozionali impersonali, ma viene invece informato rispetto ai suoi interessi specifici di acquisto. Per offrire servizi costantemente aggiornati e inOggigiorno è altresì d’obbligo essere facilmen- novativi, Assoservizi ha attivato da pochi mesi te rintracciabili nel web, attività che prevede due nuovi sportelli di consulenza nell’ambito anch’essa l’acquisizione di specifiche compe- della Comunicazione e del Web Marketing, che tenze, nonché una spiccata sensibilità nel ri- andranno ad affiancare il servizio di ufficio conoscere i tratti caratterizzanti il target cui stampa in outsourcing. ci si rivolge. Questa è la chiave delle strategia I due sportelli di consulenza hanno riscosso imdi marketing di nuova generazione: l’Inbound mediatamente grande successo tra le aziende. Numerose le manifestazioni di interesse dimostrate, “a dare il senso – spiega il presidente della società di servizi Rocco Cristofolini - della particolare attenzione che Assoservizi dedica alle esigenze delle imprese, per cui si punta ad offrire risposte che siano al passo con i tem03/10/2016 Costruisci il tuo blog con Wordpress pi che cambiano e con i nuovi strumenti di 13/10/2016 Gridalo forte - Sito: posizionamento, contenuti, struttura e comunicazione e marketing di cui sempre più statistiche aziende sono dotate”. 27/10/2016 Gridalo forte - Newsletter, email marketing, telemarketing Le imprese hanno oggi la possibilità di richiedere l’affiancamento di personale esperto nella 08/11/2016 Public speaking attivo - edizione serale gestione della propria comunicazione commer10/11/2016 Gridalo forte - La pubblicità ciale e nell’implementazione di strategie efficaci 18/11/2016 Public speaking: comunicare con chiarezza per vendere di marketing digitale. idee, prodotti Le tematiche affrontate nei percorsi di consu18/11/2016 Digital Transformation per PMI: sapersi adattare per lenza proposti costituiscono le principali leve emergere strategiche su cui le aziende tendono oggi ad 24/11/2016 Cosa distingue un’attività di vendita realmente efficace da investire per costruirsi, e garantirsi, il proprio una che non lo è? vantaggio competitivo in un mercato sempre 29/11/2016 Scrittura efficace - corso avanzato più orientato all’innovazione. (kl) elementi fondamentali per il successo di ogni azienda sono la cura dell’immagine aziendale e la visibilità all’interno del web. L’immagine aziendale passa innanzitutto attraverso una convincente ed efficace comunicazione dei valori e della mission dell’impresa. L’attenzione ai dettagli della comunicazione commerciale aiuta l’impresa a emergere, ampliando il bacino di potenziali clienti finali.
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01/12/2016 Gridalo forte - I social network 15/12/2016 Gridalo forte - Rapporti con i mass media 16/12/2016 Marketing tattico per le Pmi e uso dei social network TRENTINOINDUSTRIALE.COM | OTT-NOV 2016
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La crescita non si discosta dallo “zero virgola” La debolezza dell'economia italiana è superiore all'atteso. Il Centro Studi Confindustria taglia nuovamente le stime del Pil: stimata una variazione di +0,7% nel 2016 e +0,5% nel 2017. di PRIMO BEE, Centro Studi Confindustria Trento
UNA
crescita piatta e insoddisfacente. Con ritmi attuali di incremento del Pil arriveremo ai livelli pre-crisi nel 2028. A tale proposito va sottolineato come il nostro prodotto interno lordo sia ancora inferiore di 8,6 punti percentuali rispetto ai livelli pre-crisi. Una situazione che fa riemergere con forza il divario tra l’andamento economico dell’Italia e quello degli altri paesi europei, pur non brillante. II Centro Studi Confindustria (Csc), nel presentare, lo scorso settembre, il Rapporto di previsione (cfr. Scenari economici n° 27) ha sottolineato come, nel corso dell’estate, lo scenario sia ulteriormente peggiorato, a causa di una serie di fattori negativi che si stanno concretizzando, anche nei paesi più dinamici. Le tensioni geopolitiche non si sono mitigate. Al contrario, sono state intensificate dal fallito golpe in Turchia, dal risultato shock delle elezioni in alcuni Land tedeschi e dai nuovi attentati terroristici. Sullo sfondo proseguono le ondate migratorie, dalle quali i movimenti nazionalistici e populistici traggono nuova linfa. Dopo la storica e clamorosa Brexit, che rimarrà a lungo una notevole fonte di insicurezza, e il fallito tentativo di formare un governo in Spagna, l’autunno rimane denso di appuntamenti che costituiscono altrettante incognite: il referendum xenofobo ungherese, la ripetizione delle presidenziali in Austria e l’elezione del futuro inquilino della Casa Bianca in Usa, la consultazione popolare in Italia sulla nuova Costituzione. Nel 2017 ci saranno i passaggi cruciali delle presidenziali in Francia e delle politiche in Germania e nei Paesi Bassi. L’andamento dell’economia non solo interagisce strettamente con tale quadro politico incerto e problematico, ma di per sé si rivela più fragile dell’atteso.
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Contestualmente, infatti, una serie di fattori – quali rallentamento e invecchiamento demografici, minori guadagni di produttività, dispersione di capitale umano a causa dell’alta disoccupazione, ridotto tasso di accumulazione del capitale, decelerazione fisiologica della Cina, strisciante protezionismo – stanno prospettando sempre più concretamente, anche nei paesi considerati più dinamici, la temuta “stagnazione secolare”:
Nel 2016 e 2017 crescita più lenta per l’Italia In questo contesto di accresciuta turbolenza globale l’economia italiana presenta una debolezza superiore all’atteso. La risalita del Pil si è arrestata già nella scorsa primavera. Gli ultimi indicatori congiunturali non lasciano intravvedere un suo rapido riavvio, piuttosto confermano il profilo piatto. Il Csc stima, infatti, una variazione del Pil italiano di +0,7% quest’anno e di +0,5% nel 2017. La revisione al ribasso della crescita quest’anno, in confronto alla previsione elaborata in giugno (+0,8%), è spiegata esclusivamente dall’andamento del Pil nel secondo trimestre. Va ricordato, a tale proposito, che in questo periodo la crescita si è addirittura arrestata (l’Istat ha rilevato, infatti, una variazione congiunturale pari allo zero), per effetto del calo degli investimenti e del rallentamento della spesa delle famiglie, mentre è stato positivo il contributo dell’interscambio con l’estero. Dal lato dell’offerta, sempre nel secondo trimestre, è risultato negativo l’apporto dell’industria, che aveva invece sostenuto l’incremento nei primi tre mesi dell’anno. Rispetto a giugno va evidenziato, tuttavia, che si sono rivelate meno gravi di quanto temuto le conseguenze immediate della Brexit.
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Attese di ripresa per i consumi interni e per gli investimenti Nello scenario Csc la domanda finale interna (al netto delle scorte) farà da traino alla crescita nel biennio di previsione, contribuendo quest’anno per l’1,0% e il prossimo per lo 0,5%; il contributo della domanda estera netta, invece, sarà negativo di 2 decimi nel 2016 e nullo nel 2017. Sul fronte degli investimenti, che sono la componente più ciclica della domanda interna, la previsione indica un aumento dell’1,8% per quest’anno (rispetto al +0,8% del 2015) mentre nel 2017 l’incremento dovrebbe attestarsi attorno al 1,3%. Il principale sostegno verrà dalla spesa in macchinari e mezzi di trasporto (+2,9% quest’anno e +2,0% il prossimo); mentre anche la spesa in costruzioni è prevista crescere dopo otto anni consecutivi di arretramento (-36,1% cumulato): +0,7% nel 2016 e +0,6% nel 2017.
dopo essere sceso del 3,7% in media nel 2015 (stime Csc), è risalito del 2,2% nella prima metà del 2016 ed è rimasto sostanzialmente stabile dopo la Brexit (attestandosi a settembre sullo stesso livello della settimana precedente il voto del 23 giugno), per effetto combinato dell’apprezzamento verso la sterlina e del marginale deprezzamento nei confronti del dollaro.
Ancora scarso il credito alle imprese
La dinamica dell’attività industriale in Italia è tornata positiva nel quarto trimestre del 2014 e, dopo una momentanea pausa a fine 2015, è salita nel primo trimestre 2016 (+0,4%). Nel secondo ha registrato un nuovo calo (-0,4%). In luglio, secondo il Csc, si è avuto un incremento dello 0,6% (da -0,5% in giugno) che ha portato la variazione acquisita per il terzo trimestre a +0,1%. In altri termini, il profilo è piatto sui valori di fine 2015.
L’andamento del credito bancario erogato alle imprese italiane, ancora molto debole, viene sostenuto dalle misure espansive della Bce che accrescono per gli istituti l’incentivo a erogare prestiti, ne abbassano il costo della raccolta e ne migliorano i bilanci attraverso l’aumento dei prezzi dei titoli in portafoglio. Nonostante l’’ombrello protettivo Bce abbia agito da calmiere sui rendimenti sovrani in Italia, altre forze, tuttavia, agiscono in direzione opposta. Le quotazioni azionarie bancarie molto ridotte (-45% da inizio anno in Italia) e i timori di nuove difficoltà dell’economia, rischiano di accrescere la prudenza degli istituti. Inoltre, sebbene gli stress test di luglio abbiano confermato la solidità del sistema bancario italiano in aggregato, restano problemi importanti: la scarsa qualità del credito e la bassa redditività; la stretta regolatoria che crea incertezza e accresce l’avversione al rischio degli istituti; alimentano timori e prudenza. Tutto ciò sta frenando l’erogazione di credito.
In crescita gli scambi con l’estero
Clup senza freni
Frena, invece, la produzione industriale
Nello scenario del Csc le esportazioni di beni e Il costo del lavoro per unità di prodotto nell’induservizi aumenteranno, a prezzi costanti, dell’1,4% stria in senso stretto non arresta la corsa: +1,3% nel nel 2016 e del 2,5% nel 2017 (dopo il +4,3% nel 2015). 2016, dato il forte calo della produttività (-0,9%); Le importazioni cresceranno del 2,4% quest’anno parziale frenata nel 2017: +0,2 (+0,3% la produttivie del 2,9% il prossimo (+6,0% nel 2015). Di conse- tà). Le previsioni Csc del costo del lavoro scontano guenza, l’export netto fornirà un contributo nega- per l’anno in corso l’impatto degli incentivi sulle tivo al Pil nel 2016, pari a -0,2 punti percentuali, e nuove assunzioni a tempo indeterminato previsti nullo nel 2017 (dopo -0,3 punti nel 2015). Nel com- dalla Legge di stabilità 2016 (decontribuzione toplesso, quindi, l’export italiano sarà sostenuto, nel tale fino a un tetto di 3.250 euro annui), oltre che prossimo biennio, da un modesto miglioramento della deducibilità del costo del lavoro dalla base della domanda potenziale. Verrà meno, invece, la imponibile Irap, che in contabilità nazionale non spinta positiva offerta dalla svalutazione dell’eu- è imputata. ro: il tasso di cambio effettivo italiano, infatti, A conclusione della propria analisi gli economisti
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di Confindustria sottolineano come l’evoluzione recente della nostra economia faccia riemergere con forza la questione del divario di crescita tra l’Italia e gli altri paesi europei. Prima, durante e dopo la “Grande recessione”, l’Italia ha accumulato un distacco molto ampio: tra il 2000 e il 2015 il Pil è aumentato del 23,5% in Spagna, del 18,5% in Francia e del 18,2% in Germania, mentre è calato dello 0,5% in Italia. Le dinamiche in corso sentenziano che le distanze stanno aumentando ancor più rapidamente.
In definitiva, il rapporto del Csc pone l’attenzione sul fatto che il deterioramento della performance dell’economia italiana rispetto alle stime dello scorso giugno riduce ulteriormente gli spazi di manovra per la politica di bilancio. Ciò impone all’Esecutivo scelte coerenti che vadano nella direzione di utilizzare le poche risorse disponibili per rilanciare la crescita, attraverso: il sostegno agli investimenti pubblici e privati, lo scambio salario-produttività, la patrimonializzazione delle imprese.
L’andamento dell’economia Italiana (settembre 2016) (variazioni % tendenziali – salvo diversa indicazione)
Parametri Prodotto interno lordo Consumi delle famiglie residenti
2014
2015
2016
2017
-0,3
0,8
0,7
0,5
0,6
0,9
1,2
0,7
-3,4
0,8
1,8
1,3
Esportazioni di beni e servizi
3,1
4,3
1,4
2,5
Importazioni di beni e servizi
3,2
6,0
2,4
2,9
Saldo commerciale 1
3,0
3,2
3,5
3,3
12,7
11,9
11,5
11,2
0,2
0,1
0,0
0,6
0,2
0,6
0,8
0,7
3,0
2,6
1,5
2,3
132,5
132,6
133,4
134,0
Investimenti fissi lordi
Tasso di disoccupazione
2
Prezzi al consumo Retribuzione totale economia
3
Indebitamento della PA 4 Debito della PA
4
Fob-fob, valori in percentuale del PIL; 2 valori percentuali; 3 per addetto; 4 valori in percentuale del PIL Nota: consuntivo per 2014 e 2015, previsione per 2016 e 2017 Fonte: Centro Studi Confindustria, Scenari economici n. 27, settembre 2016
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Mario Draghi “costruttore d’Europa” A settembre la cerimonia di consegna del premio internazionale Alcide De Gasperi al presidente della Banca centrale europea. A Trento anche il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano.
“LA
costruzione di un’Europa unita è essenziale per assicurarci pace, progresso e giustizia sociale”: lo ha detto il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, a Trento per ricevere il premio internazionale Alcide De Gasperi intitolato ai “Costruttori d’Europa”. Draghi ha ricostruito la storia della casa comune europea fin dagli albori della stagione degasperiana. Ha poi parlato del mercato unico, risultato dei valori di una società libera e aperta e di un progetto europeo che ha sancito libertà politiche e promosso la democrazia liberale, contribuendo immensamente al benessere dell’Europa. Si è infine soffermato sulle sfide che attendono l’Unione all’indomani del voto del Regno Unito. Se il mercato ha garantito la crescita dei paesi più poveri, il reddito reale della parte più svantaggiata della popolazione, nei paesi più sviluppati, è fermo ai
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livelli di qualche decennio fa. Ciò provoca paure, chiusure, rifiuti. Bisogna orientare l’Europa verso una costruzione che dia risposte ai cittadini – ha insistito Draghi – anche per contrastare la perdita di fiducia nelle istituzioni . L’imperativo è concentrarsi su interventi tangibili e che portino immediati benefici, in settori come il lavoro, l’immigrazione, la sicurezza. Presente alla cerimonia, giunta quest’anno alla sua settima edizione, anche il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha introdotto l’intervento di Draghi, “protagonista di punta di una generazione più giovane di costruttori dell’Europa”. Grazie al suo operato, ha aggiunto, “l’azione della Bce ha rappresentato in questi anni di generali incertezze nel quadro europeo il principale elemento di continuità e sicurezza”.
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Come aumentare la produttività nell’edilizia? Per dare un nuovo slancio al settore edile, è necessario sciogliere il nodo della bassa produttività: di questo e molto altro si è parlato a Rebuild, presso il Centro Congressi Assolombarda di Milano. di SILVIA FEDRIZZI, ufficio stampa Habitech
LA
quinta edizione di “Rebuild - Innovare la Riqualificazione e la Gestione Immobiliare” ha fatto tappa a Milano per un nuovo confronto con gli attori della filiera delle costruzioni e dei settori satellite. Anche quest’anno al centro del dibattito il tema del rinnovo dei processi edilizi: tecnologie abilitanti, nuovi orizzonti di mercato e apporti finanziari. Ma anche la produttività del lavoro nelle costruzioni: a Rebuild si sono analizzati i passaggi più sensibili del processo edilizio e si è fatta luce sugli impatti su costi e tempi, al fine di proporre soluzioni per l’ottimizzazione delle fasi di progettazione, prefabbricazione e cantiere.
Rebuild vuole essere un tavolo di confronto non solo per l’analisi delle soluzioni, ma anche un’occasione per stringere relazioni di business La produttività nelle costruzioni è un nodo fondamentale per far fronte alle ciclicità macro-economiche che vedono questo settore come il più esposto e sensibile. Infatti i tassi di produttività del lavoro edile sono fortemente legati a tre fattori principali che riguardano non solo le caratteristiche sistemiche del mercato (numero e grandezza delle imprese, forte ciclicità del settore, domanda fatta di interventi “su misura”), ma anche il processo di integrazione delle competenze e delle pro-
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fessionalità durante l’intero progetto (sia in sede di produzione delle componenti, sia in fase di gestione del cantiere), e la difficoltà nell’inserire in maniera sistematica l’innovazione, che già ha apportato importanti novità (si pensi agli impatti del digitale nelle costruzioni), all’interno dei processi di filiera. Per comprendere la portata di questo fenomeno, a fare chiarezza sono i risultati di uno studio americano: la produttività del comparto industriale statunitense complessivo dal 1964 al 2012 è cresciuto del 200%. In paragone, non solo il settore delle costruzioni è ben distante da questi valori, ma registra addirittura una decrescita del 10% nell’arco di quasi un cinquantennio. Altrettanto incisivo è il dato sulla produttività del settore delle costruzioni dove oltre il 50% del tempo lavorativo di un addetto non porta valore al prodotti finale. Il margine di ottimizzazione dei processi è dunque molto vasto e riguarda ogni fase di produzione. Rebuild vuole essere un tavolo di confronto non solo per l’analisi delle soluzioni, ma anche un’occasione per stringere relazioni di business che possono fare la differenza. Alla domanda “Come aumentare la produttività nell’edilizia?” hanno risposto i professionisti del settore: Francesco Cattaneo, Commissioning Authority presso Habitech, Paolo Simeone di Essepi XXL e DupPuu, Carlo Magnoli Bocchi, direttore di Magnoli & Partners, Andrea Boschetti, founder di Metrogramma e Andrea Viganò, senior associed presso Zucchi Architetti. Ad ospitare l’evento, Assolombarda presso il suo Centro Congressi che supporta così un’iniziativa che dal 2012 rappresenta un punto di incontro unico per la filiera delle costruzioni.
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education
Win Sport e Tama per l’education Prosegue la carrellata dei progetti vincitori dell’ultima edizione del progetto “Tu Sei”. In questo numero i dettagli dei lavori della categoria Istituti e Centri di Formazione Professionale.
WIN SPORT Srl
con Pavoniano Artigianelli per le arti grafiche di Trento con Win Sport Srl 1° classificato per la categoria Istituti e Centri di Formazione Professionale, progetti annuali
Tama Spa con Cfp Enaip di Cles Menzione di eccellenza per la categoria Istituti e Centri di Formazione Professionale, progetti annuali
“L’attività si è svolta all’interno dell’Artimpresa, “Noi ragazzi delle seconde meccaniche abbiamo materia che ha l’obiettivo di far lavorare gli allie- progettato e realizzato una cassettiera in collabovi su progetti e commesse reali in collaborazione razione con l’azienda Tama, leader nel settore delcon aziende, enti e associazioni. la carpenteria metallica. Il rapporto con Tama è Il progetto, suddiviso in fasi, ci ha permesso di oramai consolidato e anche in questa occasione acquisire nuove competenze in un settore partico- abbiamo trovato persone che hanno saputo tralare del comparto grafico. Inoltre, ci ha consentito smettere non solo competenze, ma anche tanto di metterci in gioco su un lavoro reale, potendone entusiasmo che traspare nel video realizzato per seguire tutte le fasi progettuali e operative. In sin- presentare in modo accattivante la magnifica tesi l’intervento è stato così strutturato: in primo esperienza vissuta. Il progetto ha permesso di luogo, abbiamo visitato l’azienda con l’obiettivo coinvolgere più discipline, permettendo di atdi conoscere la realtà aziendale partner e cogliere tuare fattivamente l’interdisciplinarietà tra varie le specifiche tecniche dei prodotti qui realizzati. Si materie. Nella fattispecie del progetto si è avuta è poi sviluppata una fase di progettualità interna la possibilità di implementare le conoscenze ria scuola, nel corso della quale abbiamo ricercato guardo la carpenteria metallica, branca della mecil punto su cui focalizzare la collaborazione, iden- canica non sempre valorizzata come dovrebbe ma, tificato poi nella componente principale dell’edi- non per questo meno importante e, soprattutto, ficio scolastico. Abbiamo dunque realizzato uno una risorsa per un’ulteriore possibilità in ambistudio grafico coerente allo spirito della scuola e to lavorativo sul nostro territorio. Durante la fase alla nostra professione futura, abbiamo condivi- operativa è stato adottato il metodo Kaizen, una so l’idea con l’azienda, siamo tornati a visitare la pratica di origine giapponese finalizzata alla ridusede dell’impresa per valutare i materiali. Condi- zione dei tempi morti. Noi ragazzi abbiamo così viso il progetto con il Direttore della scuola, ab- sperimentato il lavoro in sequenza e di squadra. biamo realizzato i file definitivi per poi inviarli a È stata un’esperienza decisamente significativa in Winsport per la stampa. Prossimamente il proget- quanto abbiamo avuto modo di misurarci sia sul to sarà realizzato e di conseguenza sarà visibile a piano tecnico, comprendendo l’importanza della tutte le persone che si recheranno presso il nostro tecnologia e delle scienze meccaniche per realizistituto”. zare nella pratica il progetto, sia sul piano della comunicazione, rielaborando l’esperienza concreta con un video che ci auguriamo possa essere esaustivo non solo per l’illustrazione delle singole fasi di lavorazione del prodotto, ma anche per gli obiettivi educativi e didattici raggiunti”.
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Alta formazione professionale: i corsi Per il vicepresidente di Confindustria Giovanni Brugnoli "Un'opportunità per mettere al centro dell'attenzione il fatto che in Italia la cultura dei produttori è ancora vivacissima". di MARIA CRISTINA POLETTO, Education, Confindustria Trento
L'ALTA
Formazione Professionale (formazione terziaria non accademica – Its nazionale) nasce in Trentino dieci anni fa, nel 2006, per lo sviluppo di figure professionali dotate di elevata preparazione in ambiti specifici e di eccellenza, il cui fabbisogno è stato sempre puntualmente verificato con il mondo del lavoro di rifermento. Confindustria Trento ha sin da subito promosso e contribuito con il proprio impegno e quello delle sue aziende a valorizzare questo percorso di studi, ispirato ai migliori modelli europei e alternativo alla formazione universitaria, che finalmente, dopo ripetute richieste, ottiene in Trentino la programmazione a cadenza annuale e la stabilizzazione dell’offerta, nel panorama della formazione post-diploma.
Del resto, i tassi di placement rilevati per i diplomati delle edizioni concluse, confermano il successo di una scelta formativa innovativa, che integra in maniera estesa e strutturata l’elemento dell’alternanza formazione-lavoro. Le attività formative si svolgono infatti in aula e in laboratorio e nel contesto lavorativo nel quale si realizza il praticantato per almeno il 40% della durata del percorso.
Alta formazione professionale: i nuovi corsi Tecnico Superiore Grafico per la Comunicazione Multicanale Istituzione Formativa Paritaria Istituto Pavoniano Tecnico Superiore per l’Automazione ed i Sistemi Meccatronici Istituto Tecnico Tecnologico Marconi di Rovereto Tecnico Superiore per l’Edilizia Sostenibile Istituzione Formativa Paritaria Enaip Cfp di Villazzano Tecnico Superiore per l’Energia e l’Ambiente Istituzione Formativa Paritaria Enaip Cfp di Villazzano Tecnico Superiore per le Infrastrutture di Rete, di Virtualizzazione e per il Cloud Computing Istituto Tecnico Tecnologico Marconi di Rovereto Tecnico Superiore per la Progettazione della Manifattura Digitale e Interattiva Istituzione Formativa Paritaria Cfp Veronesi Rovereto TRENTINOINDUSTRIALE.COM | OTT-NOV 2016
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I percorsi di Alta Formazione Professionale sono finanziati dalla Provincia autonoma di Trento, hanno durata biennale con articolazione in semestri e portano all’acquisizione del Diploma di Tecnico superiore riconosciuto in Italia e in Europa. Vi possono accedere diplomati provenienti dalla scuola secondaria superiore, diplomati provenienti dai quarti anni di formazione professionale e diplomati già inseriti nel mondo del lavoro, previa selezione. In un recente articolo uscito sul Sole 24 Ore a firma del vicepresidente di Confindustria con delega al Capitale Umano, Giovanni Brugnoli, vengono trattati i temi dell’alternanza e dell’istruzione tecnica, ritenuti strategici per il futuro del Paese. L’alternanza, si sottolinea, “è anche un’opportunità per mettere al centro dell’attenzione delle famiglie
Fondimpresa: in scadenza le risorse del Conto Formazione accantonate nel 2013-2014 “Ci stiamo avvicinando alla conclusione di un altro anno caratterizzato da risultati che si prospettano molto positivi in merito alle numerose iniziative attuate da Fondimpresa Trento e dalle aziende aderenti”. Così si esprimono sull’Articolazione Territoriale il presidente Marcello Lunelli e il vicepresidente Michele Bezzi. In questo periodo è utile ricordare alle aziende aderenti, che, come già comunicato da Fondimpresa, il 31 dicembre 2016 scadrà il termine per l’utilizzo dei versamenti trasferiti dall’Inps al conto formazione aziendale negli anni 2013 e 2014. Per non perdere la disponibilità diretta delle somme in scadenza, l’Azienda dovrà quindi presentare, entro e non oltre il 31 dicembre, un piano formativo condiviso con un finanziamento del Conto Formazione almeno pari al loro ammontare. Sino al 31 ottobre sono peraltro attivi gli avvisi di contributo aggiuntivo 1/2015 e 2/2015 che mettono a disposizione fino a 10mila euro per le Pmi. Ciascuna impresa aderente può verificare in qualsiasi momento, previa registrazione, l’importo in scadenza nella sezione “Conto Aziendale” dell’area riservata del sito web pf.fondimpresa.it.
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e dei giovani italiani, il fatto che in Italia la cultura dei produttori è ancora vivacissima. Sono i nostri maker che reggono la gara sui mercati globali, che offrono occasioni solide di lavoro che i giovani scartano a priori o peggio non considerano neppure”. Pur in tale contesto, infatti, “L’istruzione terziaria superiore e in generale l’offerta tecnico professionale non universitaria” aggiunge ancora l’articolo “è una strada poco battuta dai nostri giovani”. Sino ad ora anche in Trentino era così, seppure per quanto riguarda l’industria, il percorso per “Tecnico dell’automazione e dei sistemi meccatronici”, attuato da una partnership di progetto guidata dall’Itt Marconi di Rovereto, abbia avuto il pieno supporto di Confindustria Trento e delle imprese che hanno garantito nel tempo ai partecipanti un significativo risultato di placement, così come i percorsi realizzati dall’Istituto Artigianelli e da Enaip Cfp di Villazzano. Con il nostro importante contributo, sono ora la via le nuove edizioni di tali percorsi, a cui si aggiungono due nuove proposte del CFP Veronesi per Digital Manufacturing Designer e dell'ITT Marconi per Infrastrutture di Rete, di Virtualizzazione e per il Cloud Computing. L’offerta formativa disponibile (www.vivoscuola.it) è di sicuro interesse per i giovani e per le imprese, che hanno dimostrato di apprezzare la preparazione dei tecnici diplomati nell’ambito dell’Alta Formazione professionale trentina.
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Da Dedagroup e Fbk il Co-Innovation Lab Tecnologia, nuovi standard e buone pratiche per l’interoperabilità di dati e dei servizi per sostenere la trasformazione digitale. Impresa e ricerca insieme per l'innovazione.
DEDAGROUP
e Fondazione Bruno Kessler han- principale presso Fbk, ma trascorreranno anche no unito risorse e competenze per dare vita a Co- periodi presso Dedagroup. “Siamo orgogliosi di Innovation Lab, l’iniziativa congiunta dedicata poter collaborare con una realtà come Fondazioallo sviluppo di standard e buone pratiche per ne Bruno Kessler, promotrice di un concetto di l’apertura e l’interoperabilità dei dati e dei servizi ricerca e innovazione sempre al servizio concreto (Open Data, Open Services) e per la realizzazio- della comunità - ha dichiarato Gianni Camisa, ne di applicazioni digitali di nuova generazione. Ceo di Dedagroup -. Un approccio coerente con il Il Co-Innovation Lab ha l’obiettivo di imprime- nostro modello di funzionamento, quello del Dire una forte accelerazione al cambiamento delle gital Hub, nato per integrare e armonizzare tutte aziende, degli Enti, delle Istituzioni, fornendo loro le nostre competenze di trasformazione digitale, un approccio e una serie di strumenti con cui per poi poterle mettere al servizio dei clienti”. abbracciare la trasformazione digitale. In uno sce- “Con il nuovo insediamento di Dedagroup in Fbk nario che vede sempre più moltiplicarsi i punti - ha sottolineato il presidente della Fondazione di contatto e i canali di interazione tra persone e Bruno Kessler Francesco Profumo - si avvia un organizzazioni, l’interoperabilità di dati e servizi nuovo modello di open innovation sul territorio diventa sempre più importante, a mano a mano trentino. Fbk non solo mette a disposizione di Deche i confini tra le diverse anime informative e dagroup spazi nei propri edifici di Povo, ma crea operative interne di un’organizzazione e le fon- un ambiente di co-working, dove ricercatori e inti esterne sfumeranno per l’esigenza di generare novatori della Fondazione e dell’azienda condivideranno conoscenze, esperienze e laboratori. Fbk nuovo valore. Il Co-Innovation Lab si focalizzerà contemporane- porterà in dote i risultati delle proprie ricerche, il amente sia sull’innovazione delle metodologie e proprio bagaglio di innovazione e persone con delle tecnologie con cui realizzare il cambiamento competenze in ricerca e innovazione maturate nedigitale sia sulle risorse umane con le quali realiz- gli anni. L’azienda porterà le proprie esperienze zare tale trasformazione: il Laboratorio sarà infatti in termini di marketing strategico e persone con anche luogo di selezione, formazione e valorizza- competenze in termini di project management e zione di nuovi talenti e competenze. L’obiettivo è di engineering. Il tutto al fine di sviluppare nuovi la creazione di un percorso che alimenti un vivaio strumenti di trasformazione digitale per aziende, di risorse che parta dalla laurea per arrivare fino enti e istituzioni. L’obiettivo è quello di creare una all’inserimento in azienda, garantendo così ai ta- sinergia tra Dedagroup e Fbk per sviluppare nuovi lenti selezionati formazione on the job sui temi prodotti industriali, molto competitivi dal punto strategici e i progetti di ricerca sviluppati nell’am- di vista delle tecnologie e dei prezzi e con un time to market ridotto al minimo. Una nuova storia del bito del Laboratorio. Il Laboratorio sarà attivato nell’ottobre 2016, sele- Trentino, Silicon Valley italiana, che creerà posti zionerà e impiegherà inizialmente quattro nuove di lavoro e opportunità di sviluppo”. risorse, che saranno incrementate progressiva- Dedagroup sta già sviluppando i propri prodotti mente in base ai progetti avviati e avranno sede sulla base di questo nuovo approccio. È questo il
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caso di “Ca.Re., Indice di Cambiamento Realizzato” delle Pubbliche amministrazioni, lo strumento con cui Dedagroup sostiene l’evoluzione del Sistema Paese aiutando le Pa a capire quanto sono digitali oggi, e a incrementare il proprio livello di digitalizzazione di domani. Ca.Re. nasce infatti con l’obiettivo di misurare il grado di evoluzione digitale di un Ente ed è articolato su quattro diversi ambiti: competenze digitali, servizi digitali, amministrazioni digitali, trasparenza digitale. Ca.Re. si differenzia dagli altri indici di digitalizzazione degli Enti e delle imprese perché si basa su una analisi approfondita del Desi, il Digital Economy & Society Index, della Commissione Europea. Le quattro dimensioni analizzate sviluppano i ragionamenti del Desi a livello locale e, rispetto agli ambiti analizzati dal Desi, tralasciano unicamente la misurazione della dimensione della connettività che rientra in un piano a sé stante della presidenza del Consiglio dei Ministri, la “Strategia per la Banda Ultra Larga”. I primi dati di Ca.Re. saranno resi disponibili durante la presentazione dei risultati dell’Osservatorio Agenda Digitale 2016. Un approccio concreto condiviso anche da Fondazione Bruno Kessler, presso il cui Centro Ict la ricerca si è strutturata in High Impact Initiatives che hanno lo scopo di avere impatto sul mercato e la società in modo proattivo e sistematico, tramite forti alleanze con le aziende. Una di queste HII opera proprio nel settore Smart Community, centrale per le tematiche del co-lab e si occupa di open services, open data e applicazioni per la Pa e il cittadino.
Doppio riconoscimento a Roma per Dedagroup Dedagroup si è aggiudicata il premio “Imprese X Innovazione Andrea Pininfarina”, il più importante riconoscimento dedicato all’innovazione Made in Italy, organizzato da Confindustria con la collaborazione dell’Associazione Premio Qualità Italia e riservato alle imprese capaci di accrescere il proprio vantaggio competitivo attraverso l’innovazione a 360 gradi. In forza di questo importante riconoscimento, Dedagroup è stata inoltre selezionata tra le imprese assegnatarie del “Premio dei Premi”, ricevuto a Roma presso il Quirinale alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca Stefania Giannini. Il Premio nazionale per l’innovazione, “Premio dei Premi”, istituito nel 2008 presso la Fondazione per l’Innovazione Tecnologica Cotec dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, è il più importante e ambito riconoscimento italiano che premia le eccellenze innovative e creative che si sono distinte nella promozione della cultura dell’innovazione nel Paese.
Marco Podini, presidente Dedagroup, riceve il premio dal presidente Mattarella alla presenza di alcuni ministri del Governo italiano.
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Pionieri in creatività e nell’innovazione digitale
PARTNER
dà forma alle idee Win Sport sviluppa idee per farle diventare prodotti della comunicazione digitale, elabora packaging innovativi per varie merceologie. Sviluppa e realizza materiali P.O.P. per la grande distribuzione, cura i supporti delle campagne promo-pubblicitarie. Studia con il cliente le soluzioni piu idonee per realizzare corner, fiere, mostre e showroom. Nell’ambito dell’interior design affianca professionisti e architetti nella personalizzazione degli ambienti. Produce e usa supporti di alto profilo tecnologico in linea con la filosofia della riqualificazione e dell’ecosostenibilità. Via Stella 11/e, Ravina 38123 Trento _ 0461 260010 _ winsport.it
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Nuovi mondi e nuove sfide per Gpi L’azienda trentina, leader nell’informatica e nei servizi per l’healthcare, ha annunciato un accordo per l’integrazione con Capital For Progress 1 Spa, la Spac per lo sviluppo delle medie imprese italiane.
NUOVO,
significativo passo in avanti per Gpi Spa verso il rafforzamento della sua posizione sul mercato nazionale e internazionale. È dell’inizio di settembre la sottoscrizione di un accordo quadro per l’integrazione tra la società, capofila del Gruppo Gpi, e Capital For Progress 1 Spa, Special Purpose Company quotata su Aim Italia, il mercato di Borsa Italiana dedicato alle piccole-medie imprese italiane ad alto potenziale di crescita. Un’operazione di business strategica che dovrebbe portare Cfp1 ad accompagnare il Gruppo Gpi nel percorso di crescita tracciato nel Piano Strategico 2016-2018: i fondi che la Spac apporterà sosterranno infatti le iniziative volte a rafforzare la posizione sul mercato nazionale e la presenza internazionale. La prospettiva dell’apertura del capitale al mercato costituirà ulteriore elemento di sviluppo per Gpi Spa. Azienda fondata nel 1988 da Fausto Manzana (che ne è attualmente presidente e amministratore delegato), Gpi è oggi tra i principali fornitori di servizi informativi e amministrativi per le strutture sanitarie italiane pubbliche e private. Controllata al 90% circa da Fm Srl, holding della famiglia Manzana, è partecipata per la restante quota dal Fondo Information & Communication Technology gestito da Orizzonte Sgr Spa, che a sua volta ha investito nei minibond emessi. Cfp1 è una società destinata all’integrazione con una società target, promossa da Massimo Capuano, Antonio Perricone, Marco Fumagalli e Alessandra Bianchi nell’agosto del 2015 e che ha raccolto 51 milioni di euroda investitori professionali italiani ed esteri. I principali termini dell’operazione: Cfp1 sarà incorporata in Gpi; quest’ultima sarà contestualmente ammessa alle negoziazioni su Aim Italia con l’obiettivo di transitare successivamente al Mercato Telematico Azionario. L’intero ammonta-
Presentato a Milano l’accordo di business combination A fine mese, a Milano, il Gruppo Gpi e la Spac Capital for Progress 1 hanno presentato agli analisti e alla stampa specializzata l’accordo di business combination che ha portato il Gruppo Gpi a quotarsi sul segmento Aim di Borsa Italiana. Gpi è stata valorizzata ai fini del concambio 100 milioni €. Conseguentemente, con l’apporto di Cfp1 della sua intera dotazione di risorse pari 51 milioni €, il flottante sarà di circa il 33%. Gli attuali soci riceveranno in concambio azioni a voto doppio che consentiranno a Fm di continuare a controllare la Società post fusione in previsione di ulteriori e rilevanti operazioni di crescita anche tramite scambi azionari. Il Consiglio di Amministrazione sarà composto da sette componenti: cinque indicati da Fm e due da Cfp1. L’accordo stabilisce che, in linea di principio, Gpi continui nella politica di dividendi fin qui seguita, distribuendo circa il 50% dell’utile netto. Nel 2017 il Gruppo punta a quotarsi sul mercato Mta di Borsa Italiana.
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re della liquidità di Cfp1 andrà a finanziare lo sviluppo del Gruppo Gpi. La famiglia Manzana non cederà alcuna azione della società; al contrario, incrementerà la propria partecipazione rilevando circa il 3% del capitale da Orizzonte. Fm e Orizzonte saranno sottoposte ad un lock-up di 28 mesi. È previsto che il perfezionamento della fusione si concluda entro la fine del 2016. “Con l’apertura del capitale al mercato – ha detto Manzana - Gpi compie un passaggio significativo nel suo percorso trentennale di crescita e di sviluppo economico, caratterizzato da grande attenzione al sociale e al benessere di persone e famiglie. Utilizzeremo i fondi apportati dalla Spac per rafforzare la leadership nazionale e la presenza internazionale, così da raggiungere di-
mensioni e quote di mercato che possano essere di interesse per una platea sempre più ampia di investitori”. Soddisfazione è stata espressa anche da Marco Maria Fumagalli, presidente di Capital For Progress 1 Spa, che ha dichiarato: “Sottoponiamo ai nostri investitori, nei tempi che ci eravamo prefissati, una opportunità che crediamo rispetti gli obiettivi dichiarati in sede di fund raising. Gpi è una eccellente realtà italiana che contribuisce con trasparenza ed efficienza al nostro sistema sanitario. Crediamo che le risorse ed il supporto che Capital For Progress 1 apporterà a GPI contribuiranno ad accelerare il suo percorso di crescita, anche internazionale, e il futuro di questa azienda riserverà soddisfazioni a tutti i suoi soci”.
A Riva l'evento inaugurale di Graffiti Inaugurata a fine settembre la nuova sede di Riva del Garda di Graffiti, un gruppo di persone e aziende che operano nei settori della comunicazione, degli e-commerce e delle startup guidato da Luca Cattoi. Al tradizionale taglio del nastro e ai saluti istituzionali ha fatto seguito la visita agli spazi e ai laboratori creativi, progettati con un occhio di riguardo al benessere della persona, dunque all’armonia dell’ambiente in cui vive e produce. Nel corso dell’evento sono poi intervenuti Giorgio Casoni di Neocogita, che ha parlato di Neuroscienze per il management e per la gestione dello stress in azienda; Francesca Eccel, Spa Trainer di Starpool, che ha raccontato la nuova dimensione del benessere con Zerobody e la app NuRelax, infine Claudio Maffei che ha presentato il suo ultimo libro “Il futuro non si prevede, lo si inventa“. La serata si è conclusa in giardino, tra street food, bollicine e musica.
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Un distretto industriale solidale Confindustria Trento promuove una maggiore consapevolezza dell’importanza delle relazioni tra società profit e società non profit, favorendo lo sviluppo trasversale della rete in termini sociali.
CONFINDUSTRIA
Trento è tra i partner di Dis. Ter: il primo Distretto Industriale Solidale del contoterzismo trentino, promosso al fianco della Cooperativa Alpi e del Comune di Trento con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto. Con il progetto si punta a strutturare una rete di organizzazioni formalizzata che sappia rispondere al contempo ai bisogni sociali di inserimento lavorativo e a una parte delle esigenze produttive del comparto industriale trentino. Una vera e propria filiera all’interno del distretto dell’economia solidale che conta 21 enti del terzo settore trentino, 26 laboratori attivi - da Fiera di Primiero a Storo, da Cles a Tione, oltre ovviamente a Trento e Rovereto - che impiegano circa 280 lavoratori deboli, 45 operatori tutor, 25 volontari. Si tratta di lavoratori fragili segnalati dagli enti socio-sanitari locali, con difficoltà a livello psichiatrico e cognitivo, segnati da diverse forme di disabilità fisica o cognitiva, soggetti a detenzione alternativa o disoccupati di lungo corso, minori con disagio, vittime di tratta, madri in difficoltà. Attualmente le aziende clienti della rete sono una ventina e generano un volume d’affari pari a 1,4 milioni di euro, corrispondente al fatturato registrato da Coop Alpi nel 2015. Confindustria Trento, nell’ottica di promozione della rete dell’economia industriale solidale promossa da Coop Alpi si impegna a farne conoscere le potenzialità presso i propri associati, promuovendo una maggiore consapevolezza dell’importanza delle relazioni tra società profit e società non profit, favorendo inoltre lo sviluppo trasversale della rete in termini sociali, produttivi e finanziari.
Hig Capital acquisisce il controllo di Texbond Il fondo d’investimento internazionale Hig Capital ha annunciato a inizio settembre il perfezionamento dell’acquisizione di una partecipazione di controllo in Texbond, società associata a Confindustria Trento, che nello stabilimento di Rovereto produce tessuto non tessuto in polipropilene con caratteristiche particolari, prevalentemente per i settori igienico, medicale, edile, automobilistico e agricolo. Grazie a importanti investimenti in ricerca e sviluppo e a una costante attenzione all’efficienza e all’innovazione di processo, Texbond è oggi uno dei principali operatori europei nell’industria delle fibre artificiali, con un posizionamento di leadership nella produzione di prodotti per applicazioni speciali. Il fondatore e presidente Giuseppe Gaspari e l’amministratore delegato Cristina Parisi hanno investito a fianco di Hig e garantiranno una forte continuità aziendale offrendo le proprie competenze tecniche e strategiche a supporto del progetto di crescita.
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NUOVE OPPORTUNITÀ DI BUSINESS? C’È UN MONDO CHE TI ASPETTA Trentino Export da oltre 40 anni è punto di riferimento per l’export trentino: una rete di 30 referenti nel Mondo, 21 lingue parlate e 55 paesi coperti rappresentano un’efficiente opportunità commerciale per aprire nuovi scenari di business per la vostra attività
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Export Day: novità per l’estero In occasione dell’edizione 2016 dell’evento, Trentino Export presenta l’ampia gamma di servizi specialistici offerti alle aziende che vogliono aprirsi ai mercati esteri. di GIORGIO ZAGONEL, Trentino Export
IL
prossimo 11 novembre si terrà presso lo Spazio Ferrari di Ravina di Trento il VI Export Day organizzato da Trentino Export, braccio operativo per l’internazionalizzazione di Confindustria Trento. A seguito dell’ultimo Export Meeting svoltosi nel dicembre del 2014, Trentino Export ha deciso per il 2016 di modificare il format di questo suo periodico evento per renderlo maggiormente partecipato e qualitativamente migliore. A tale scopo l’evento è stato allargato oltre che alle aziende associate a Trentino Export, anche a tutte le altre aziende della provincia di Trento. Oltre all’allargamento della platea delle imprese partecipanti, l’evento è stato pensato come una intera giornata, non più una semplice serata, dedicata all’internazionalizzazione, ove le aziende partecipanti potranno conoscere gli strumenti ed i servizi per meglio poter affrontare i mercati esteri. A tal proposito è stata prevista la co-partecipazione di partner privati, operanti nel settore dell’internazionalizzazione delle imprese, per dare alle aziende un’ampia gamma di strumenti da sfruttare nel loro processo di internazionalizzazione. Nello specifico saranno presenti per approfondimenti e consulenze gratuite Cribis D&B Srl, Deutsche Bank e Profima Srl. Saranno poi presenti quattordici referenti esteri di Trentino Export per incontri one to one gratuiti con le aziende partecipanti all’evento. Speciale attenzione sarà rivolta ai seguenti Paesi: Usa, Iran, Cina, Brasile, Turchia, al mercato nordafricano ed a quello europeo. Vi sarà quindi la possibilità di poter approfondire le opportunità commerciali in questi Paesi ed avere una assistenza mirata sugli argomenti relativi alle questioni legali, fiscali e doganali. I risultati dell’ultimo biennio sono stati senza dubbio positivi per Trentino Export e molti attual-
mente sono i progetti in corso. Ai collaudati servizi di ricerche di mercato, gestione delle pratiche per i contributi ex legge provinciale 6/99, organizzazione di stand collettivi alle maggiori fiere internazionali e missioni di settore, il consorzio ha aggiunto nuovi servizi specialistici personalizzati ed un collaudato team di esperti in tutto il mondo che fanno della struttura di Palazzo Stella un vero e proprio ufficio commerciale in outsourcing per le imprese trentine. Molte sono state le attività operative svolte dalla cooperativa nel biennio 2014-2016, che hanno visto operare Trentino Export su diversi mercati esteri ed in particolar modo in Brasile, Russia, Turchia, Marocco, Germania e Regno Unito. Tramite progetti personalizzati sono state supportate 48 azien-
A Bolzano il seminario “Italia-Russia: l’arte dell’innovazione” Si è tenuto a Bolzano, presso la locale Camera di Commercio a fine settembre, il seminario “Italia-Russia: l’arte dell’innovazione”, organizzato dall’Associazione Conoscere Eurasia in collaborazione con il Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo, Roscongress, Idm Südtirol Alto Adige, la Camera di Commercio Iaa di Bolzano, la Provincia autonoma di Bolzano, Intesa Sanpaolo e Banca Intesa Russia. Nel corso della prima sessione di lavori, dedicata ai rapporti economici e commerciali tra l’Italia e la Russia, è intervenuta anche Ilaria Vescovi, amministratore delegato di Tecnoclima Spa e vicepresidente di Confindustria Trento. All’appuntamento ha preso parte anche Stefano Marzadro, presidente del Consiglio di Amministrazione della Distilleria Marzadro, tra le voci della sezione dedicata alle tecnologie per agroindustria e agroalimentare.
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de con mirate ricerche di mercato, 26 aziende con l’organizzazione di incontri Business to Business nei mercati di riferimento e 12 aziende nella fase successiva a questi incontri, fino alla vera e propria concretizzazione dei primi ordini. A questi servizi specialistici è da aggiungere l’assistenza specialistica su tematiche legate alla contrattualistica internazionale, al fiscale ed al doganale, che ha riguardato 28 aziende e il servizio di traduzioni usufruito da 32 aziende. Infine sono da ricordare i progetti collettivi che hanno visto la continuazione ed implementazione della piattaforma logistica di Trentino Export in Brasile, a Rio Dos Cedros nello Stato di Santa Catarina (progetto Pi.Ma.Rio.) ed il lancio dei progetti relativi al mercato russo e cinese. In particolar modo in Russia, stante le difficoltà dovute alle sanzioni internazionali, l’idea è quella di creare sull’esempio del Brasile una struttura logistica che
Nuovo referente di Trentino Export in Australia Trentino Export, nella sua continua ricerca di nuove opportunità commerciali per le aziende trentine, si è dotato di un nuovo referente in Australia per sostenere l’export provinciale in questo Paese. I settori di riferimento, nei quali il nuovo referente è dotato già di ottimi contatti, sono i comparti della metalmeccanica, dell’impiantistica e dell’edilizia sostenibile. Trentino Export si propone così di aiutare le imprese trentine nel loro processo di internazionalizzazione anche su questo mercato, tramite il collaudato metodo che a una prima fase di ricerca di potenziali clienti prevede poi l’organizzazione di incontri Business to Business ed una assistenza fino alla fase del post vendita.
Per informazioni: Trentino Export Soc. Coop. T 0461 931011 F 0461 933551 zagonel@trentinoexport.it
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si affianchi al desk di Mosca già attivo dal gennaio del 2016. Gli obiettivi per il 2017 sono ambiziosi e molteplici. Trentino Export si propone di continuare nella strada intrapresa, rafforzando la sua presenza sui mercati esteri e sostenendo le aziende trentine grazie a nuovi accordi di partnership con le maggiori società operanti in questo campo. L’Export Day del prossimo 11 novembre sarà quindi il momento per valutare questi risultati e dare la possibilità ai partecipanti di potersi confrontare con gli strumenti necessari ad affrontare i mercati esteri e con gli esperti esteri di Trentino Export.
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Notizie dall’industria trentina nel mondo Lanciata la terza edizione dell’indagine che analizza gli orientamenti delle imprese locali, per affinare i servizi a supporto della loro internazionalizzazione.
ANCHE
quest’anno le imprese associate a Confindustria Trento sono state invitate a compilare l’indagine sull’attività che ciascuna azienda trentina realizza con l’estero. L’indagine, giunta ormai alla sua terza edizione, consentirà di sondare i bisogni e gli interessi delle aziende locali in termini di Paesi e prodotti o servizi target, affinché l’Associazione possa orientare la propria attività al servizio delle imprese al fine di sostenerle nei processi di internazionalizzazione. I dati raccolti permettono di delineare una mappatura accurata sulla presenza dell’industria trentina nei mercati internazionali e sui principali settori merceologici di interesse. Da una comparazione tra i dati analizzati nelle precedenti indagini, emerge innanzitutto un aumento nel numero di imprese industriali trentine che operano all’estero con merci e servizi. Si passa dalle 102 aziende con attività estere avviate presenti nel 2012 alle 160 rilevate nel 2013. Emerge, inoltre, una crescita relativa alla presenza nei Paesi europei limitrofi, ma degna di nota è la crescente disposizione ad aumentare la presenza su mercati relativamente nuovi e lontani, come quelli statunitense e asiatico. Dall’analisi risulta che il settore di gran lunga più presente sui mercati internazionali è quello della metalmeccanica, seguito dal settore chimicagomma-plastica e alimentare che registrano un significativo aumento tra le due annate prese in considerazione. Indagare l’attività dell’industria trentina nel mondo è di grande importanza, dal momento che il 25% del Pil della Provincia di Trento è generato dal settore industriale e questo apporta all’occupazione
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totale del territorio un contributo pari al 27% del totale. Il crescente interesse per i mercati esteri è determinato dall’esigenza di ampliare i propri mercati di riferimento, intercettare la domanda crescente delle economie emergenti e allo stesso tempo compensare la riduzione della domanda interna di beni e servizi dovuta alla crisi in atto.
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Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Le condizioni economiche sono indicate nei Fogli Informativi messi a disposizione del pubblico presso gli sportelli delle banche aderenti al progetto e nella sezione “Trasparenza e Normative” del sito internet, ove disponibile. La concessione del finanziamento è rimessa alla discrezionalità della banca previo accertamento dei requisiti necessari in capo al richiedente.
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Grazie al sostegno della Provincia Autonoma di Trento puoi chiedere un mutuo agevolato alla tua Cassa Rurale per sostenere con tranquillità le spese di ristrutturazione e riqualificazione energetica. La tua Cassa Rurale anticipa un importo pari alla detrazione fiscale e la Provincia ti paga gli interessi. Informati presso le nostre Filiali.
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