![](https://assets.isu.pub/document-structure/210823103425-bbbbea0218691a33479d3f1e0a9b947c/v1/6479d7b8168efd73552bc6a5695f0c5c.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
2 minute read
Stress e performance: come ottenere il massimo
Ospiti del progetto 4.manager, Andrea Zorzi e Samuele Robbioni, esperti nell’attività di mentoring sportivo, hanno parlato di obiettivi raggiunti, soddisfazioni, fatiche e sacrifici.
Si è parlato di transizione lavorativa e massimizzazione delle performance in occasione del sesto workshop del progetto 4.manager organizzato da Confindustria Trento e Federmanager. L’incontro, ospitato a Palazzo Stella e diffuso in videoconferenza, era finalizzato all’acquisizione delle tecniche motivazionali e di gestione dei momenti ad alta concentrazione di stress con il fine della realizzazione della massima performance.
A guidare il gruppo di partecipanti verso l’acquisizione delle tecniche motivazionali e di gestione dei momenti ad alta concentrazione di stress, l’ex pallavolista Andrea Zorzi e lo psicologo dello sport Samuele Robbioni, esperti nell’attività di mentoring sportivo.
Focus principale dell’appuntamento è stato soprattutto il tema della gestione di momenti di transizione lavorativa laddove lo stress raggiunge i suoi massimi picchi e dove la motivazione del manager è ai suoi minimi. L’intervento ha dunque mirato ad agire sulle leve e sugli strumenti necessari a invertire questo trend e a permettere al manager di dare il meglio di sé in questi momenti della vita, per rioccuparsi il più rapidamente possibile e in posizioni idonee alla sua professionalità, o per affrontare riorganizzazioni aziendali che abbiano puntualmente ripercussioni sul suo ruolo.
![](https://stories.isu.pub/91839056/images/35_original_file_I1.jpg?width=720&quality=85%2C50)
Andrea Zorzi
Il racconto di Zorzi, che ha restituito una vivida esperienza professionale di superamento delle difficoltà in ottica di miglioramento continuo, e un clima particolarmente coinvolgente, hanno favorito tra i partecipanti la condivisione di obiettivi raggiunti, soddisfazioni, fatiche e sacrifici. “Oggi sono qui per raccontare le transizioni che caratterizzano l’esistenza di un atleta, che ha una specificità importante: deve essere capace di cambiare vita in giovane età, perché dal punto di vista professionale invecchia prima di chiunque altro. Prima dei quarant’anni, se ci va bene, dobbiamo diventare qualcos’altro: smettere di essere giocatori e diventare allenatori, dirigenti, o addirittura cambiare mestiere. Questa transizione è un obbligo, e di questo vogliamo parlare quest’oggi: quanti cambiamenti siamo costretti a fare - o abbiamo l’occasione di fare - nella nostra vita? E spesso il cambiamento non è un momento piacevole”.
![](https://stories.isu.pub/91839056/images/35_original_file_I0.jpg?width=720&quality=85%2C50)
Samuele Robbioni
In dialogo con Zorzi, Robbioni, che collabora da anni con Randstad nella gestione delle risorse umane, ha portato l’attenzione sui tratti di maggiore interesse per il pubblico dell’appuntamento: “Il tema della transizione – ha detto – è un tema fondamentale: nello sport, nelle aziende, nella vita. Io credo che quello che ci spaventa di più in un’ottica di cambiamento non sia solo il fatto di abbandonare le nostre certezze, la nostra famosa zona di comfort, ma anche quello di scoprirci più adeguati di quello che pensavamo di essere. Perché tutto questo aumenta la responsabilità, e la responsabilità ha l’incredibile capacità di trasformare la pressione in una leva motivazionale di apprendimento e di crescita incredibile”.