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Classe dirigente e meritocrazia

Classe dirigente e meritocrazia

Se è vero che questa emergenza sanitaria ha accelerato processi che già erano in atto, è altrettanto vero che ha svelato con cruda violenza una esigenza che è nota a molti da tempo.

Da troppi anni il sistema nel quale operiamo seleziona le proprie figure dirigenziali rispondendo a logiche lontane dal merito. Mi riferisco alla gestione di questa pandemia nel nostro Paese, ma è una considerazione che ha senso fare a tutti i livelli: dalla politica alla rappresentanza, ai sindacati, a volte anche alle imprese.

Non sempre le persone che ricoprono ruoli decisionali sono quelle giuste: per inadeguatezza, per incompetenza, per scarsa propensione alla leadership e al comando. Non possiamo poi sorprenderci se gli indirizzi che vengono adottati – indirizzi che hanno spesso un impatto enorme sul nostro presente e soprattutto sul nostro futuro – siano insoddisfacenti. Abbiamo bisogno delle scelte migliori: e le scelte migliori non possono che essere operate dalle persone migliori.

Ecco allora che quel che ci occorre oggi più che mai è una nuova classe dirigente. Una classe, come ho avuto a dire in un’intervista qualche giorno fa, “dirigente nel vero senso della parola, quindi capace di operare le scelte migliori”. Errare è umano, soprattutto in un contesto di enorme incertezza come quello in cui ci stiamo muovendo. Ma è evidente che proprio in ragione di questa grande incertezza, è importante avere le competenze adeguate alle esigenze del proprio ruolo.

È evidente che anche la migliore delle classi dirigenti dovrà supportare la propria crescita con un aggiornamento continuo delle proprie conoscenze e sviluppare una capacità di visione che vada oltre il nostro territorio: vanno in questa direzione i progetti portati avanti dalla nostra Associazione. Mi riferisco a quello che chiamiamo “Una certa idea di futuro”: un ciclo di appuntamenti formativi e di confronto dove cerchiamo di portare autorevoli relatori che possano dare il loro contributo di visione sul futuro. E a quello che stiamo lanciando, “Duemilatrentino”. Si tratta di un importante lavoro di carattere strategico, che investirà l’attività dell’Associazione per il prossimo biennio, e che ha l’obiettivo di fare proposte per un nuovo modello di economia e società che ponga al centro la persona.

È il contributo che come Confindustria cerchiamo di dare alla nostra società: ma avrà tanto più senso e valore se lo faremo insieme – istituzioni, associazioni e organizzazioni sindacali, imprese – perché sia un progetto di sviluppo corale per tutta la nostra comunità.

Roberto Busato

Direttore Generale di Confindustria Trento

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