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Il cielo stellato sopra di me la legge morale in me

In missione

Il cielo stellato Sintesi di un’uscita culturale da protagonisti la legge morale

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“Papi, Papi” – chiede Pierino – “I bambini australiani vivono a testa in giù? Sai la maestra ha detto che la Terra è rotonda, noi siamo nell’emisfero boreale, ma in quello australe com’è che non precipitano?” “Mamma, Mamma” – interroga Pierina – “la Suora durante l’ora di religione ha detto che gli Ebrei sono i “nostri fratelli maggiori”… Perchè attendono ancora il Messia? Com’è che dedicano al Signore il giorno di sabato?”

Fantastico pensare che tanti piccoli “Pierino” si interroghino su temi così importanti, ma ancor più fantastico è sapere che, già nella Scuola Primaria, molti dei nostri fanciulli non sono più tanti piccoli “Pierino” in cerca di certe particolari risposte, bensì già capaci di certe particolari risposte! L’uscita culturale delle classi 5 e della Scuola Primaria, per chi scrive, è stata una vera rivelazione! Il motivo? Presto rivelato! Andiamo con ordine. Giovedì 28 gennaio 2010, il primo giorno di “quelli della merla”, accompagnati da cielo sereno, ma aria pungente, le due Classi Quinte della Scuola Primaria sono partite alla volta del capoluogo della nostra Regione, la meta: dapprima il Planetario, poi la Sinagoga della Città di Milano. Ad accompagnare l’allegra combriccola Suor Alojsia, insegnate di religione, le maestre “Silvie”, esperte di geografia astronomica, ed una mamma, che sarei io! Dribblati: traffico, code e inquinamento del Capoluogo, dopo un tragitto di circa due ore, il pullman ferma a lato dei Giardini Pubblici, poco lontano dai bastioni di Porta Venezia, appena di lato alla cupola del Planetario. Curiosa la costruzione che già dall’esterno catalizza da subito l’attenzione. Finalmente s’aprono le porte e, mentre a frotta escono gli alunni della lezione appena conclusa, entrano i nostri con “fare” vivace, ma composto. L’approccio è quello del cinema: “Quello era il mio posto!” …. “Volevo stare vicino a lei!”… Uffa, c’ero io….”. Presto, come al cinema, dopo un po’ di diplomatica negoziazione e qualche mediazione: “spostati te, che mi accomodo io”, tutti trovano posto. Sulle note e le parole di “Paint the sky with stars” di Enya inizia la lezione “Eppur si muove: il cielo ed i suoi movimenti” con tutto il fascino di un spettacolo celestiale e la razionalità di un racconto scientifico. Una voce calda e avvolgente inizia un incredibile viaggio nel buio della notte alla conoscenza dei principali corpi celesti e alla comprensione di alcuni fenomeni astronomici e dei misteri del cielo …

sopra di me una mamma Vighizzolo la legge morale in me

A segnare l’orizzonte, ai piedi della grande cupola del diametro di circa 20 venti metri, le sagome ed i profili degli edifici della Città di Milano con il suo inconfondibile Duomo, il grattacielo Pirelli ed il famoso Castello, il tutto proiettato esattamente dal punto di seduta di ciascuno.La lezione ha inizio all’imbrunire. Un esperto (nel nostro caso una bella signora!) accompagnerà i fanciulli ad analizzare i movimenti della Terra (rotazione e rivoluzione), il meccanismo delle stagioni e le fasi della Luna. Si sperimenteranno inoltre nell’orientarsi e nel riconoscere alcune costellazioni, in un viaggio al di fuori dell’atmosfera terrestre. Un curioso artefatto posto al centro dell’ampia sala circolare con copertura a volta inizia a proiettare e riprodurre celermente alcuni

corpi celesti ed i loro movimenti reali ed apparenti. Si inizia con il Sole sulla volta che compie per l’occasione una rotazione intorno alla Terra… Ehm! Scusate!… sembra compiere, come direbbero i nostri fanciulli, una rotazione intorno alla Terra. Ovviamente il sole è quello di gennaio sulla città di Milano, la Terra è il nostro sorprendente pianeta, così vasto da sembrar immobile anche se… eppur

si muove!

Lo strumento planetario permette di riprodurre in modo fedele, ma accelerato tutti i movimenti della volta celeste. Quello di Milano è il più grande in Italia e tra i maggiori in Europa. Al suo interno, grazie alla proiezione del cielo stellato sulla cupola, è possibile imparare a riconoscere stelle, pianeti e costella

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zioni. Il moto accelerato prosegue e presto è sera! Lo spettacolo è da mozzare il fiato. Dai volti all’insù e dalle bocche appena socchiuse, si ingrossa una “OH!” esclamativa trascinata dalla “M” di meraviglia. Nella volta, blu notte, ma proprio blu notte fonda!, compaiono le stelle e con esse i primi fenomeni celesti. Scopriamo che anche i nostri fanciulli sono dei veri fenomeni, così preparati da non mancare una risposta di quelle che l’esperta, tra incoraggiamento e gioco delle parti, propone alla platea. Non nego di aver origliato qualcuno che diceva “Ma sono delle scuole medie?”. Come mai il Sole si sposta nel cielo? Dove tramonta il Sole? Le stelle si muovono? Dove finiscono durante il giorno? Cos’è lo zodiaco? Come ci si orienta con le stelle? La Terra è ferma o si muove? Perché in inverno le notti sono più lunghe? Nessuna di queste domande è stata di imbarazzo oppure è rimasta inevasa da parte dei nostri fanciulli. Velocemente ad ogni provocazione di sala, riorganizzavano prontamente le conoscenze per confezionarne una corale risposta e, incantati dal cielo di gennaio con il sole in Capricorno ed i nasi all’insù, rispondevano con proprietà di linguaggio e padronanza delle conoscenze… Fantastico! A impreziosire lo spettacolo del viaggio dell’Universo, nel tentativo di incrociare la proiezione della sezione della nostra galassia, la Via Lattea, le immagini mozzafiato catturate dallo Shuttle che nel 2007 ha lanciato la passeggiata nello spazio del nostro Paolo Nespoli… Profondo il buio a sfondo di quelle passeggiate: da una parte la stazione spaziale dall’altra l’infinito, veramente infinitamente tale. A ridestare dalla parentesi da sognatori le luci di un’alba accelerata sul giorno già sorto al centro della cupola del Planetario, ancora da venire nella realtà, appena varcata la soglia. Non so cosa abbiano pensato le maestre nel sentire i loro pupilli così prontamente preparati, ma come mamma vi posso dire che ho molto apprezzato quella attitudine a riorganizzare quanto appreso sulla carta patinata o quadrettata. Gli addetti ai lavori la chiamano competenza, più comunemente e per capirci nel frangente, se permettete, chiamerei apprendimento significativo. Dopo uno sforzo così importante, come poteva mancare un boccone sotto i denti, lontano

dal “regime del refettorio” e dalla regola del “piatto pulito!”?

Con la fame a favore, il tragitto a piedi dai bastioni di Porta Venezia verso Viale Majno è stato assai veloce, ospiti, per il pranzo al sacco, delle Suore Orsoline dell’Istituto San Carlo. E come si dice “parla come mangi”, durante il pranzo i fanciulli hanno manifestato e dato sfogo a tutta la loro vivacità. Giusto il tempo di scatenarsi e scaricare un poco le batterie per poi ripartire alla volta della Sinagoga dopo un breve tragitto in pullman nel cuore della Città.

Lasciato il cielo stellato sopra di loro… inizia un breve viaggio nell’animo e nella legge del cuore!

Casuale, ma del tutto singolare, la visita alla Sinagoga l’indomani della ricorrenza del Giorno della Memoria con i versi del Diario di Anna Frank nella memoria e quel monito “Chiunque salva una vita salva il mondo intero” ben chiaro nel cuore. Ordinato e composto, come non accade nelle nostre Parrocchie, l’ingresso nella Sinagoga e subito le prime prove di una preparazione ben curata. No santi, no vetrofanie, no altari… bensì una struttura pulita, severa, appena articolata in matronei nella parte superiore e navata principale, particolari che non sono certo sfuggiti ai nostri “scolari modello per un giorno!”. Le due classi si accomodano nelle panche solitamente occupate dagli uomini nella parte bassa.Tendendo l’orecchio si scopre da subito che sanno sapientemente riconoscere ogni piccolo particolare: la Torah, il Menorah – candelabro a sette braccia –, il Maghen David – lo

scudo di Davide o la stella di Davide…I maschi con diligenza indossano il loro cappellino e, per chi ha dimenticato di dotarsene, viene distribuito il Kippah, il cappellino indossato dai maschi ebrei. Particolare il rapporto di affetto e di gratitudine che lega le Suore di Santa Marta alla Comunità Ebraica. Durante la Seconda Guerra Mondiale, infatti, le Suore si sono adoperate per salvare alcuni Ebrei, nascondendo intere famiglie nelle loro case e anche nelle loro camerette, “spacciando” molti di essi per suore malate sempre con l’imperativo morale di “chiunque salva una vita salva il mondo intero”. Lo stesso Emanuele Pacifici, di cui molti avranno apprezzato le pagine del suo diario “Non ti voltare”, dedica qualche pagina a questa opera di accoglienza che permise a molti Ebrei di aver salva la vita e di testimoniare poi il carisma delle Suore di Santa Marta. Dopo una calorosa accoglienza che si riserva a tutti, ma soprattutto agli amici, è iniziata la lunga conversazione con la guida Ester, una bella israeliana immigrata a Milano dopo il matrimonio con il Rabbino, docente presso l’Università Statale. La chiacchierata è stata molto interessante, i nostri fanciulli interrogavano con curiosità e rispondevano prontamente alle domande senza sprecare un attimo: dapprima i segni ed i simboli, le ricorrenze e la pratica religiosa, poi la cultura e la società ebraica, i precetti, ben 613! e la regola… E ancora dalla circoncisione al matrimonio, dal consumo delle carni al digiuno, dal Sabato ebraico al Capodanno… A lato della bella platea, tutti con le mani sempre alzate per interrogare o proporsi a rispondere, Suor Alojsia, con gli occhi ridenti che tutti le riconosciamo, tra compiacimento e ammirazione, osservava i suoi alunni. Chissà quali sublimi pensieri l’hanno sfiorata? In cuor mio vi posso dire che molto di quel che si diceva con disinvoltura e che i nostri fanciulli sfoggiavano con facilità mi sembrava sconosciuto. Così ho approfittato per imparare qualcosa! Dopo la bella “lezione”, anche di comportamento, l’incantevole israeliana dai lineamenti e dai gesti regali ha congedato l’allegra combriccola che, tolto il cappellino e varcata la porta, come accade appena fuori dalle nostre parrocchie, ha ripreso l’andazzo scanzonato per ritornare al pullman. Inutile dire che il viaggio di ritorno è stato l’epilogo esuberante di una giornata impegnata che tutto sommato si è lasciata gestire con grande facilità. Proprio sulla strada del ritorno ricordando gli sguardi delle insegnanti e di Suor Alojsia tra il compiacimento e la sorpresa, tra la soddisfazione di lezioni efficaci e la meraviglia di esiti magari anche in parte inaspettati, mi sono sorpresa a godere del ricordo di quella giornata. Godere di fanciulli di cui tanto si può dire: essere vivaci, qualche volta “troppo”, in altri momenti anche un poco indisciplinati…ma dei quali è bello apprezzare la vivacità dell’intelligenza, capace di scoprire, imparare e riorganizzare quanto appreso per ritornare ad imparare altro ancora. E ciascuno di noi, soprattutto se adulto, sa quanto è importante “imparare ad imparare”, continuamente alimentando il piacere della scoperta per ciò che ci circonda e la cura della riflessione per ciò che è dentro di noi.

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