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Trasformarsi da seme in fiore

In missione

di Martina Podestà Trasformarsi Chiavari da seme in fiore

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Sembra una mattina come le altre, ma non è così. I bisbigli dei ragazzi tradiscono l’eccitazione, gli sguardi scrutano i compagni, cercando di indovinare il nome del vincitore della borsa di studio. C’è chi fa congetture, chi propone scommesse, chi si limita ad ascoltare i compagni sorridendo. Mancano pochi minuti alla consegna del Premio Tommaso Reggio e alla festa in suo onore, quest’anno rimandata di qualche mese. La terza media, naturalmente, è la classe più coinvolta: si avverte già nell’aria il profumo della fine dell’anno scolastico, quel misto di felicità e malinconia che accompagna la conclusione di un percorso, il fremito di curiosità e terrore che apre la porta ad un cammino nuovo. Arrivati in palestra, prendiamo posto e cantiamo insieme. In quelle parole semplici, che abbiamo cantato tante volte, ritroviamo la bellezza di stare insieme e ci riconosciamo.

In un istante, tutti i mesi passati lontani, prigionieri della nostra paura, sembrano uno sbiadito ricordo, e ci troviamo l’uno accanto all’altro a gioire, sorridere, fare festa. Siamo festa. Un vivo silenzio d’attesa precede il momento della consegna della borsa di studio. I nomi dei vincitori vengono accolti da un fortissimo applauso, che li accompagna mentre, emozionati ed increduli, ritirano il premio insieme ai genitori, altrettanto commossi. Negli occhi dei compagni c’è sincero entusiasmo, tanto che i vincitori vengono riaccolti con abbracci, pacche, complimenti. È proprio in questa capacità di gioire per gli altri, con gli altri, che ritroviamo il senso di far fiorire il bene che spesso cantiamo. In questo clima di allegria e condivisione sentiamo di far parte di qualcosa di grande, di essere famiglia, la grande bella famiglia che avrebbe voluto Tommaso Reggio. Sono tanti i momenti in cui noi educatori pensiamo a come e dove migliorare, ai nostri errori, ai nostri percorsi, talvolta scoscesi; sempre complessi. In un’occasione come questa, però, sentiamo che il nostro obiettivo primario è stato raggiunto: i nostri alunni sono felici per i successi degli altri, ne riconoscono il valore. È vero, i ragazzi che vincono la borsa di studio sono scelti per la loro capacità di relazionarsi con gli altri, sono leader positivi e punti di riferimento per la classe; ma è altrettanto vero che un seme, per trasformarsi in un fiore, ha bisogno di crescere in un ambiente sano, pulito, fecondo: la vittoria del singolo è quindi una vittoria condivisa; il fiore diventa forte e bello, perché sostenuto e accompagnato dalla crescita di tutti gli altri. La giornata si conclude con la consueta merenda, tra gli occhi sognanti di chi guarda la cioccolata calda e fumante versata nelle tazze e chi finge di non aver ricevuto la propria brioche per averne un’altra. Anche la frizzante, elettrica terza media sembra essersi acquietata: tra i banchi si respira una complicità inedita, la serenità di chi guarda al proprio futuro con la consapevolezza che ci vuole poco a sentirsi migliore, a trasformarsi da seme in un fiore.

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