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Premio biennale d’arte “Aurelio Galleppini” Sezione fotografia

In missione

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di Barbara D’Urso Premio biennale d’arte

Chiavari

“Aurelio Galleppini” Sezione fotografia

Vivere la scuola in questo periodo di Covid non è semplice, né per i ragazzi né per gli insegnanti. Le limitazioni con le mascherine sono tante e la comunicazione è sempre più difficile: il sorriso è coperto. Insegnare Arte è principalmente far capire che da sempre l’umanità comunica attraverso immagini, basti pensare ai graffiti rupestri, prima forma d’arte e di comunicazione visiva. Così quando suor Renata mi ha dato il bando di un concorso di Fotografia a cui eventualmente partecipare con una classe, subito mi è parsa una splendida opportunità, e insieme abbiamo deciso di raccontare la vita dello studente ai nostri giorni, attraverso il Portfolio fotografico, che è un racconto per immagini. Il lavoro è stato realizzato appositamente per questo concorso, ma è diventato oggetto di riflessione, di impegno, di partecipazione… insomma è diventato materia di insegnamento. Il tema scelto, in parte condizionato dalla possibilità di sviluppo a scuola, è diventato voce di un’esperienza di vita quotidiana dei ragazzi, costretti da limitazioni, giorno dopo giorno. Parlare di fotografia a scuola, in particolare a ragazzi di 1a media, è molto più semplice di quanto si pensi. Sono recettori attenti e vivaci, in grado di comprendere concetti complessi con una logica disarmante. Gli alunni si sono entusiasmati, quando hanno “svincolato” la fotografia dal cellulare, scoprendola e comprendendola con uno sguardo ampio, completo, storico, legata all’arte, alla chimica, alla magia… e in questo specifico frangente al racconto fotografico. La partenza è stata individuare le parole chiave, legate alle loro emozioni, cioè l’alternanza tra rabbia e speranza, sensazione di immobilismo e voglia di libertà. Hanno scoperto i loro vissuti interiori parlandone in classe; si sono infatti analizzati e confrontati e sono riusciti a tradurre in immagini, con scelte ragionate e guidate, ciò che custodivano dentro di loro. Creare un portfolio fotografico li ha stimolati e sicuramente li ha fatti crescere e sono passati dalla paura alla voglia di libertà, dalla staticità al dinamismo, dal bianco e nero al colore. Il volo dell’aeroplano di carta, leggero e senza tempo… è simbolo di speranza. La voglia di vivere vince su tutto e le nostre ali di carta piegata sono diventate un volo ad ali spiegate. Il Primo Premio è stata una sorpresa, ma senza dubbio meritata dai nostri ragazzi che hanno messo impegno ed entusiasmo per raggiungere il traguardo ambito.

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