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Testimonianza
Testimonianza di Myriam Beatriz Iturri Derqui
Lavoro nel “Hogar Santa Marta”, sono la cuoca, consapevole di aver avuto tutte le cure di prevenzione. Il sabato 20 giugno sera ho cominciato a sentirmi male, avevo molti dolori muscolari, domenica mi è venuta la febbre, dolore in tutto il corpo, prurito alla gola, tosse e così ho continuato i giorni seguenti. Ho informato le autorità sanitarie del mio stato, mi hanno ordinato di isolarmi per non avere contatti con nessuno. Ho dovuto aspettare che mi facessero il tampone fino al giorno 25 e poi il risultato. Quello che meno volevo avere era il Covid, pensavo ad una polmonite o ad un’influenza forte. Domenica 28 mi hanno chiamato per darmi il risultato, ero molto nervosa, ancora di più quando mi è stato detto che ero positiva. Mi parlarono chiaramente, mi informarono su tutto il significato di questa malattia. Ho capito la realtà solo quando ho informato la mia famiglia, nel vedere la loro reazione, in particolare quella di mio marito che è stato con me tutto il tempo e che si è preso cura di me. Pensai tante cose, più per tutto quello che si vede e si sente di questo virus. Oltre ai familiari c’erano le Suore di Santa Marta, la mia seconda famiglia, che mi davano forza. Lunedì mi hanno portato in una casa di cura; la mia famiglia non voleva, ma era la cosa migliore perché a casa siamo in dieci, cinque adulti e cinque ragazzi, quindi, era necessario che me ne andassi. Nell’isolamento ho pensato molto, mi sono depressa; quando mi sono alzata, un giorno, non avevo voglia di niente, una sensazione brutta, volevo solo dormire; un infermiere mi ha detto che era parte del processo, perché ero in isolamento da dieci giorni. Poi ho riflettuto: “Non cadrò, la mia famiglia mi aspetta”, allora mi sono messa a tessere con della lana che mi avevano portato le Suore, come sempre molto attente e preoccupate di tutto; ogni tanto con una chiamata o un messaggio mi incoraggiavano. Ho anche pensato: “Quello che è successo a me può succedere a chiunque, io non l’ho cercato, ma a volte la gente non lo capisce”. Ringrazio la mia famiglia e le Suore di Santa Marta, per essere state al mio fianco a sostenermi in quel momento, Dio per essere stato con me e tutti quegli infermieri che rischiano la vita prendendosi cura di noi. Sto bene, grazie a Dio nessun membro della mia famiglia è stato contagiato. Uno speciale grazie a mio marito che è stato quello che più ha rischiato, prendendosi cura di me nella prima settimana. È stato importante capire il valore di una famiglia unita e non perdere la fede e credere che esiste un Dio che vede tutto. Infine, grazie a tutte le persone che non mi hanno lasciata sola. Grazie, famiglia e Suore di Santa Marta. Forza e fede a tutte quelle persone che stanno ancora lottando per migliorare se stessi e le loro famiglie.
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