Inverno 2011/12
ALPE Alpe di Siusi Magazin
Castelrotto · Siusi allo Sciliar · Alpe di Siusi · Fiè allo Sciliar
Piacere musicale Swing on Snow
Sicurezza Angeli delle piste in azione
Delizia Amata specialità dell’Alto Adige
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Editoriale & Sommario Foto: Helmuth Rier
Lavorare per il futuro.
Cari amici,
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L’Alto Adige deve una grossa parte del suo attuale successo all’impegno degli agricoltori. E il successo di oggi è il capitale del futuro. Raiffeisen si sente responsabile dell’ambiente in cui viviamo e intende sia preservare la tradizione che garantire il futuro. Le nostre filiali: Castelrotto
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agie invernali e natalizie, cultura e specialità culinarie: dallo sci allo snowboard, dalle passeggiate con le ciaspole allo sci di fondo e non per ultimo fare parapendio invernale nelle Dolomiti e pattinare al Laghetto di Fiè, lasciarsi semplicemente coccolare - all’Alpe di Siusi la fantasia non ha limiti. Tutto è possibile e dimenticherete ben presto la quotidianità… Nelle pagine seguenti troverete vari suggerimenti che vi porteranno a sognare un pò. Anche questa edizione offre degli interessanti spunti per coloro che amano la cultura, la buona cucina e per gli sportivi che desiderano avere maggiori informazioni riguardo ad usi e costumi dell’area vacanze Alpe di Siusi. Il tema centrale è legato all’Alpe di Siusi WinterMusicFestival: Swing on Snow. A gennaio questo festival di musica appassiona grazie al suo mix di note alpine e musica popolare interpretata in chiave moderna. L’evento culinario del momento è sicuramente il piacere “a tutto tondo”, ovvero i canederli. Per gli sportivi vi è un’avvincente articolo con Arnold Karbon, il padre di Denise Karbon, che ha dedicato la sua vita allo sci alpino e che si occupa dei talenti emergenti di questa disciplina. In “Una giornata con Michelle”, il maestro di sci Hubert Aichner ci parla della sua famosa allieva, ovvero Michelle Hunzi-
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Swing on Snow Alpe di Siusi WinterMusicFestival Pagina 10
ker. E la sicurezza sulla pista è garantita dal servizio di soccorso sulle piste: “Primo soccorso sulla neve”, questo il titolo dell’articolo. E leggerete anche di coraggiosi alpinisti che hanno scalato i Seven Summits. Tuffatevi inoltre nel mondo di Peter Senoner, fate con noi una visita virtuale nel paese di Castelrotto e scoprite tutto quello che c’è da sapere sugli ornamenti da portare assieme al costume tradizionale. Non per ultimo, ALPE magazine vorrebbe anche farvi da guida, nel corso della vostra vacanza all’Alpe di Siusi. Oltre a fornirvi informazioni importanti riguardo a servizi pubblici, Vi dirà quali sono i ristoranti, le osterie e i punti di ritrovo migliori e le possibilità di shopping. Il magazine contiene inoltre un programma dettagliato delle numerose manifestazioni e degli eventi clou culturali e mondani. Perché non prendervi parte e godersi dei momenti piacevoli in compagnia?
Arnold Karbon e lo sci Pagina 14
In vetta: Conquistati i Seven Summits Pagina 16
Una giornata con Michelle Hunziker Pagina 20
Il pronto intervento in azione Pagina 25
Gioielli per gli abiti tradizionali Pagina 28
Castelrotto: un’opera d’arte Pagina 32
Il mondo (artistico) di Peter Senoner Pagina 34
Una delizia a tutto tondo Pagina 36
Ricetta: Canederli di spinaci Pagina 38
Anteprima inverno ’11/12 Pagina 40
Vi auguriamo un meraviglioso, indimenticabile soggiorno, fatto di momenti piacevoli e di riposo.
Anteprima estate ’12 Pagina 42
Visto & sentito
Eduard Tröbinger Scherlin, Presidente per Alpe di Siusi Marketing e le Associazioni Turistiche di Castelrotto, Siusi allo Sciliar, Alpe di Siusi e Fiè allo Sciliar.
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Musica popolare di taglio sperimentale
Swing on Snow Alpe di Siusi WinterMusicFestival
“Swing on Snow“ è nato all’inizio del nuovo millennio per volere dei gestori degli impianti di risalita dell’Alpe di Siusi. La musica è ormai diventata un elemento immancabile anche sulle piste, seb
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bene spesso non si vada al di là di una festosa atmosfera a base di brindisi. Il giornalista altoatesino e curatore dell’evento Hartwig Mumelter ha così deciso di elaborare un programma improntato alla qualità, che si distinguesse dalla consueta offerta musicale. Il nome del progetto “Swing on Snow” è piaciuto così tanto da divenire il titolo del festival, sebbene la componente dello swing non sia in realtà così incisiva: il programma rispecchia in primo luogo la scena musicale folkloristica dell’area alpina nella sua forma più pura e sperimentale. Protagonista è la musica che nasce dal popolo, dunque, ispirandosi alla tradizione, e che talvolta può risultare alquanto inconsueta ma, del resto, alzi la mano chi è abituato alle sonorità di un “Hanottere” svizzero (un particolare modello di cetra). Altrettanto insolito, per i musicisti che si esibiscono ogni mattina sulle piste, è suonare con i sassofoni congelati: quando il tempo lo permette, anche i concerti in programma nei rifugi si svolgono all’aperto e, considerando i 300 giorni di sole del clima altoatesino, non si tratta certo di una remota evenienza. Verso sera, nei paesi di Castelrotto, Siusi allo »
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concerti in 23 altrettanti, spettacolari contesti: dal 22 al 29 gennaio 2012, gli ospiti dell’Alpe di Siusi vivranno in prima persona un’esperienza musicale assolutamente originale: straordinarie band dell’area alpina trasformeranno il più vasto altipiano d’Europa in un enorme palco per concerti. 60 km di discese per gli appassionati di sci alpino, 80 km di tracciati dedicati ai fondisti e 30 km di passeggiate per le escursioni invernali, senza dimenticare le sette piste da slittino, per un totale di 18 km: è questo lo scenario di “Swing on snow”, a cui si devono aggiungere il King Laurin Snowpark, con i due impianti per la misurazione della velocità (speed trap) e i quattro con rilevamento cronometrico (self timer), gli svariati fun park per i più piccoli e le romantiche gite in carrozza. I concerti, a ingresso gratuito, hanno luogo ogni mattina direttamente sulle piste, a mezzogiorno presso i rifugi, mentre le esibizioni “after hour” si svolgono nei paesi che sorgono ai piedi del leggendario Sciliar. Per la settima edizione di Swing on Snow – WinterMusicFestival sono attese oltre 4000 persone.
Ancora una volta le più incredibili band della scena alpino animeranno le piste dell’Alpe di Siusi e i paesi di Castelrotto, Siusi e Fiè allo Sciliar.
Testo: André Bechtold Foto: Helmuth Rier, André Bechtold, Andrea Zecchini
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Arena perfetta
Sciliar e Fiè allo Sciliar, ci si sposta in direzione di uno stile più consueto e intimo e lo “Swing on Snow” si avvicina alla musica popolare di taglio tradizionale. L’evento è tanto ricco quanto sorprendente e c’è un elemento che accomuna i musicisti provenienti da Germania, Austria, Italia, Svizzera, Francia, Inghilterra e Slovenia: la loro interpretazione della musica popolare, in chiave contemporanea, rispecchia la cultura musicale dell’area alpina in tutta la sua genuinità e l’edizione 2012 del festival ha in serbo interessanti sorprese per gli spettatori e ascoltatori appassionati del genere.
La manifestazione verrà inaugurata domenica 22 gennaio 2012, presso la stazione a monte della cabinovia Alpe di Siusi, con il gruppo austriaco “Stelzhamma”, un nome scelto in omaggio al poeta dell’Alta Austria Franz Stelzhammer: la band si propone come una pungente combinazione di esuberanza, scherzosa verve e influenze musicali moderne. Il quartetto che ruota intorno a Karlheinz “Charly” Schmid, strizzando l’occhio all’ironia e alla
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leggerezza dello swing, si esibirà in tutto il suo fascino e la sua freschezza nei concerti del mattino sino a giovedì. Da venerdì 27 gennaio 2012, sino alla domenica successiva, sarà invece la volta della brass band di casa “Bifunk”: quando lo spassoso complesso jazz fa la sua entrata in scena, è impossibile restare fermi e, nel giro di poco, un folto pubblico di sciatori si raccoglie intorno all’ensemble, ballando a ritmo di swing. Giorgio Beberi ha creato intorno a lui un gruppo di straordinario talento, capace di giocare e divertirsi, la cui polonaise sulla neve è ormai leggenda. L’Hotel Icaro aprirà la serie dei concerti di metà giornata domenica 22 gennaio 2012 ospitando, a partire dalle ore 13, il sestetto “Crossfiedler”: se sentite parlare di canederli con il piri piri, niente paura, è solo il modo migliore per descrivere la trasversalità musicale della band che, a ritmo di samba, combina musica popolare tradizionale e fiddle tune irlandesi, passando per Nuova Delhi. Icaro avrebbe senza dubbio progettato il suo volo con maggiore attenzione, se solo avesse potuto lasciarsi conquistare da quest’affascinante magia dei sensi.
Nel centro di Castelrotto, il cuore storico della celebre località, Kraus Fodor von Sala, rampollo della nobile famiglia di proprietari terrieri di origine ungherese, ha immortalato il proprio nome con l’imponente residenza “Krausegg”: da qui, dopo pochi passi lungo il Viale Kofel, si raggiunge l’ex sede del tribunale, oggi Hotel “Alla Torre” che, lunedì 23 gennaio 2012, farà da scenario all’esibizione del gruppo “Crossfiedler”: a fare gli onori di casa, alle 21, vi saranno i giovani gestori dell’antico edificio, Günther e Gabi.
Il termine “Spafulda” è utilizzato per definire un personaggio insolito, un amabile mattacchione o un individuo che brandisce la sua torcia: un personaggio simile e altrettanto curioso era il Saltner (il custode dei boschi e del bestiame) dell’Alpe di Siusi, le cui funzioni, ovvero quello che doveva fare e soprattutto ciò che non poteva fare, furono messe nero su bianco già nel XVI secolo. Tra i vari obblighi vi era anche quello di mantenersi a debita distanza dalle donne, in modo particolare da domestiche e zitelle. Il “Saltner” dei giorni nostri, lunedì 23 gennaio, darà il benvenuto nel suo ri-
fugio al quartetto austriaco “Spafulda” e chissà, forse qualche “Saltner” del passato deciderà di strisciare fuori dal suo nascondiglio sotto il Sasso Piatto per lasciarsi sorprendere da Bernadette e Lucia Froihofer che, insieme al fratello Gabriel e al talentuoso Daniel Fuchsberger, si esibiscono con passione, originalità ed esuberanza. Se gli antichi “Saltner” dovessero mai decidere di allontanarsi dalla loro amata Alpe di Siusi, sarebbe per assistere al concerto degli “Spafulda” di martedì 24 gennaio alle ore 21, presso il Vinebar Rubin di Castelrotto. La proprietaria del locale, Sandra Schgaguler offrirà un vino speciale e il paese, per una sera, sarà alla mercé del gruppo. Ma non finisce qui: la band “Hotel Palindrone”, con Albin Paulus, uno dei massimi virtuosi dello scacciapensieri a livello mondiale, si esibirà presso l’Alpenhotel Panorama e l’Hotel Heubad. Il gruppo austriaco “Federspiel”, invece, darà un saggio della sua arte d’influenza ungherese al “Tirler”, suonando anche all’atto di chiusura del festival presso la baita Sanon. La straordinaria Christine »
Infobox Informazioni dettagliate relative a band, appuntamenti e luoghi delle manifestazioni sono consultabili su www.swingonsnow.com. Coloro che si sono persi lo “Swing on Snow 2012” possono ascoltare le band e i loro brani sull’omonimo CD, nonché segnare sul calendario le date dell’“Alpe di Siusi InvernoMusicFestival Swing on Snow 2013”, in programma da domenica 20 a domenica 27 gennaio 2013. E per i più sbadati, basta ricordare che “Swing on Snow” si svolge ogni anno durante l’ultima settimana di gennaio.
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Metallo e legno
Lauterburg, della formazione svizzera “Doppelbock”, oltre a cantare al Romatik Hotel Turm terrà un concerto al rifugio Molignon, ospite del gestore Alfio, mentre dietro al bancone, la moglie Meggi servirà una bevanda a sorpresa. Il gruppo gipsy “Langa”, dalla Slovenia, si esibirà invece nell’incantevole scenario del rifugio Zallinger, nel cuore dell’Alpe di Siusi. Giovedì 26 gennaio, alle ore 21, si passerà direttamente dalle piste all’Après Ski Santner’s, presso la stazione a valle della cabinovia Alpe di Siusi, dove Hermann Trocker e il suo team mixeranno un cocktail davvero speciale in occasione dell’appassionante concerto dei “Langa”. Al rifugio Williams, la fisarmonicista francese Miranda Cortes e la britannica Marianne Wade, con il loro focoso temperamento, faranno vibrare il “Col de Carlot”.
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Da non perdere la serata di domenica 22 gennaio 2012, all’Hotel Genziana di Siusi allo Sciliar: “Swing on Snow 2012” propone la musica folk progressiva della cult band tirolese “Opas Diandl”. Il gran finale di domenica 28 gennaio ha in serbo l’esibizione degli “Aluna”, che si cimenteranno in un interessante duetto con l’autore germanico di best-seller Veit Heinichen nelle maestose sale di Castel Prösels, con uno sguardo all’Alto Adige, dando voce, tra gli altri, a Oswald von Wolkenstein.
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Post Scriptum: coloro che da Siusi saliranno
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a Compaccio in cabinovia, potranno ammirare, immerse nel bosco ai piedi di Cima Santner, le rovine di un castello. Si tratta di Hauenstein/ Castelvecchio, in cui oltre 500 anni fa, Oswald Von Wolkenstein compose alcune delle più rinomate canzoni in lingua tedesca. Il celebre autore non apprezzava particolarmente la neve, come si evince dai suoi versi: “La tristezza abbandona il mio cuore, perché finalmente la neve si scioglie e scende giù dall’Alpe di Siusi e dal Flack”. Chissà con quali idee musicali avrebbe potuto animare il festival, forse: “La tristezza abbandona il mio cuore, perché finalmente posso di nuovo sciare sull’Alpe di Siusi”. E probabilmente anche lui, insieme a “Saltner”, streghe e fate, a Re Laurino e al mondo incantato celato tra Sassolungo, Sassopiatto e Sciliar, tenderà l’orecchio per ascoltare qualche concerto. «
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Arnold Karbon e lo sci Arnold Karbon ha fatto del suo passatempo preferito una professione. Il padre della campionessa di sci, Denise Karbon, oltre ad essere un appassionato sciatore, è anche l’allenatore delle ambiziose giovani leve dell’Altipiano dello Sciliar.
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emmeno il tempo è riuscito a scalfire la passione per lo sci di Arnold Karbon, che trascorre gran parte dell’anno sulle piste: “Lo sci è sempre nei miei pensieri, 365 giorni all’anno. Quando una stagione invernale volge al termine, sto già pianificando le tabelle degli allenamenti per quella successiva. Amo il mio lavoro.” Atletico, corti capelli grigi, Arnold Karbon non dimostra affatto i suoi 59 anni, soprattutto quando, sci ai piedi, lo si vede sulle piste insieme ai suoi atleti: si potrebbe pensare che sia uno di loro. Lo sci e Arnold Karbon formano un tutt’uno, si appartengono vicendevolmente. Pochi, alla sua età, hanno saputo affrontare con altrettanto successo la transizione dai lunghi sci alpini a quelli sciancrati. “Li ho provati e ho scoperto che sembrano fatti apposta per me.” Lo stesso si può dire della talentuosa figlia Denise, che ha preso subito confidenza con gli sci corti, benché più piccoli e leggeri, adattandosi in tempi brevi a uno stile tutto nuovo. “È stata una delle prime a prender parte alle gare con gli sci carving”, racconta orgoglioso Arnold, nella duplice veste di padre e allenatore dell’atleta di successo.
Testo: Barbara Pichler Foto: Helmuth Rier
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Come ogni abitante di Castelrotto che si rispetti, Arnold Karbon ha infilato gli sci ai piedi sin da piccolo, sfruttando l’allora skilift del paese. A sei anni s’iscrisse al corso di sci dello Sport Club, partecipando anche ad alcune gare. Da allora, la passione per questo sport non l’ha più abbandonato. Dopo un apprendistato in un negozio di articoli sportivi di Bolzano, Arnold ha assolto il servizio mili-
tare presso il Gruppo sportivo Carabinieri, dove ha militato per nove anni, prendendo parte a svariate competizioni e conquistando per due volte la Coppa Italia: era l’epoca di Gustav Thöni, Helmuth Schmalzl e Erwin Stricker, senza dubbio gli anni di maggior successo per i colori azzurri. Verso la fine degli anni ’70, Arnold Karbon iniziò ad allenare i bambini di Castelrotto e, da allora, sono diversi i giovani che sono entrati a far parte della rosa regionale o che sono stati addirittura selezionati per la Coppa del Mondo. Gli atleti di maggior successo dell’Altipiano dello Sciliar e l’orgoglio di Castelrotto sono attualmente la figlia e il nipote di Arnold, Denise Karbon e Peter Fill. A proposito dei successi della figlia, il padre afferma: “Mi hanno sempre impressionato la sua dedizione e la forza di volontà per cercare di tornare ad alti livelli in Coppa del Mondo dopo gli infortuni ed è sempre riuscita a riposizionarsi ai vertici. Questi traguardi non si conquistano per caso, è necessario lavorare duramente.”
Centro agonistico Altipiano dello Sciliar. All’inizio degli anni ’90, un gruppo di appassionati genitori fondò il Centro agonistico Altipiano dello Sciliar. L’idea che ispirò tale iniziativa, puntava all’allenamento congiunto dei tre gruppi sportivi della zona e, sin dagli esordi di quest’avventura, Arnold Karbon fu al fianco dei giovani talenti. La maggior parte degli atleti del centro frequenta un Istituto superiore di educazione fisica e gli allenamenti di gruppo hanno luogo durante la sta- »
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Gli atleti del Centro di allenamento Sciliar seguono con attenzione le indicazioni del loro allenatore
Ormai da anni nel Circo Bianco: Denise Karbon e Peter Fill di Castelrotto.
gione estiva: tra maggio e ottobre, i giovani sciatori si recano circa 35 volte sul ghiacciaio della Val Senales, dove hanno la possibilità di sciare liberamente, affinare la tecnica o far pratica tra le porte dei tracciati. Tra una seduta e l’altra, il gruppo si reca in quota o si cimenta in allenamenti a secco. Per variare le sedute, Arnold Karbon, in collaborazione con il Comune e l’Associazione turistica, ha allestito un percorso nel bosco sovrastante il campo sportivo. Il progetto è stato particolarmente apprezzato dagli sciatori: “Gli allenamenti si sono diversificati negli ultimi anni. Affinare la coordinazione è fondamentale: vi sono ancora sportivi che preferiscono concentrarsi sul potenziamento muscolare in palestra e, certo, la forza
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è essenziale, ma lo sci è una disciplina dinamica, dove la potenza deve armonizzarsi al movimento”, spiega Karbon.
Arnold Karbon ama definirsi un maestro severo, ma perseverante. La sua passione per lo sci e le corse entusiasmano anche le giovani promesse e, negli ultimi anni, il centro di allenamento ha fatto registrare ottimi risultati: oltre ad essere degnamente rappresentato in Coppa del Mondo, con Denise Karbon e Peter Fill, Alex Hofer entrerà quest’anno a far parte della nazionale C, mentre Elisabeth Egger darà man forte alla squadra azzurra B. Gli ottimi traguardi fin qui raggiunti fanno ben sperare per il futuro! «
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Stefan Rier, Stefan Mahlknecht e Helmut Kritzinger: Insieme sulle vette più alte dei singoli continenti
Le sette vette più alte del mondo. Il trio ha conquistato la vetta più alta di ciascun continente, inaugurando la sua avventura in Africa, nel 2001, con il Kilimangiaro, per proseguire, al ritmo di una scalata all’anno, con il Cerro Aconcagua in Sud America, il Mount Elbrus (la vetta più alta del Vecchio Continente se, stando alle interpretazioni più recenti, si considera il Caucaso parte dell’Europa), la Piramide Carstensz in Nuova Guinea, la cima più alta dell’Oceania, il Massiccio Vinson in Antartide, il Monte McKinley in Nord America e, per finire in bellezza, nel maggio del 2011, gli 8000 del Monte Everest, la cui conquista ha coronato il progetto decennale Seven Summits.
Le vette del mondo Seven Summits - il successo dell’impresa celebrato a Fié allo Sciliar
Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier
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L’attenta preparazione. “A essere sinceri, in questa impresa ci siamo praticamente inciampati”, ricordano scherzosamente i tre amici. 10 anni fa, quando s’imbatterono in Helmut, Stefan e Steve, entrambi albergatori di professione, erano due atletici trentenni, sempre a caccia di nuove sfide che, approfittando del tempo libero, si cimentavano in arrampicate sulle Dolomiti o in tour sciistici. “Dopo aver scalato il Kilimangiaro con Helmut, eravamo così entusiasti dell’avventura vissuta e del contatto con la natura esotica e la cultura locale, che volevamo a tutti i costi ripetere l’esperienza”, racconta Steve. Così, Helmut, il professionista del gruppo, propose loro la scalata dell’Aconcagua, da lui già affrontata, a condizione che, sotto la supervisione dell’esperta guida alpina, i due si sottoponessero a uno scrupoloso programma di preparazione, con allenamenti specifici per migliorare la resistenza e la condizione fisica e controlli periodici del rendimento. “L’ascesa all’Aconcagua ci ha ripagato di tutti i sacrifici: non essendo veri professionisti, la montagna ci ha messo a dura prova, soprattutto dovendo affrontare una tale altitudine senza ossigeno”, ricordano Stefan e Steve, che nella vita di tutti i giorni non disdegnano la buona cucina e un bicchiere di vino e non rinunciano a togliersi qualche sfizio. La faticosa impresa ha portato con sé anche qualche vantaggio: ogni vetta conquistata ha accresciuto la fiducia degli scalatori, temprandone la forza di volontà e facendo perdere loro non poco peso.
Esperienze al limite. Ognuna delle sette vette è impressa nella mente dei tre avventurieri come un’esperienza assolutamente unica. L’ascesa al Monte McKinley in Alaska rimarrà senza dubbio nei loro ricordi come la più ardua dal punto di vista fisico, con temperature gelide, violente raffiche di vento e circa 55 kg di equipaggiamento, suddivisi tra zaino e slitta al traino, da portare in vetta. Completamente diversa è stata l’esperienza sulla Piramide Carstensz in Nuova Guinea, che con i suoi 4.884 metri non è particolarmente alta, ma presenta la scalata di una parete umida di 600 metri, estremamente complessa dal punto di vista tecnico. “Il viaggio lungo giorni attraverso la giungla papuana, in condizioni igieniche e climatiche estreme, e gli emozionanti incontri con i nativi sono ricordi incancellabili”, racconta Steve.
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n’impresa memorabile, che amici e appassionati hanno celebrato a suon di applausi in occasione della “Festa degli alpinisti”. La guida alpina Helmut Kritzinger, di Fiè allo Sciliar, Stefan Rier e Stefan (detto Steve) Mahlknecht, entrambi di Castelrotto, sono riusciti a portare a termine un’avventura che per molti alpinisti rappresenta il sogno di tutta una vita.
E non si sono mai chiesti: “Ma chi me lo ha fatto fare?”. Eccome, in Antartide, dove le circostanze umanamente proibitive li hanno spinti sull’orlo della disperazione: le tende divelte dalle violente raffiche di vento, le temperature vicine ai -47 °C e il totale isolamento hanno messo a dura prova i loro nervi. “È stata la nostra caparbietà, da bravi altoatesini, che ci ha spinto a non mollare”, sottolinea Stefan, rievocando l’emozionante esperienza sul Monte Vinson.
A casa sani e salvi. Per ogni ascesa, il trio si è concesso tre settimane di tempo e, come ricordato dalla guida alpina Helmut, la fortuna ha consentito loro di portare a termine tutte le scalate al primo tentativo. Solo la montagna per eccellenza, l’Everest, ha richiesto, in primavera, una fase di acclimatazione di due mesi per corpo e mente: gli scalatori, assistiti da condizioni climatiche favorevoli, hanno affrontato la vetta dalla parete nord, sul versante tibetano, scegliendo la via più faticosa, ma anche meno pericolosa, con tre punti di sosta dove montare il campo. “Senza ossigeno, non ci saremmo mai riusciti”, ribadiscono, rievocando con ammirazione l’impresa di Reinhold Messner, l’unico altoatesino che è riuscito a portare a termine il progetto Seven Summits prima di loro. Ora che volgono lo sguardo indietro, i due prendono coscienza di ciò che sono riusciti a fare e di quanto hanno saputo sopportare, rallegrandosi, al contempo, di aver superato incolumi la loro avventura. Nuove sfide. La guida alpina Helmut ha già nel mirino una nuova impresa, le Seven Second Summits, ovvero le seconde vette più alte di ogni continente: si tratta di ascese molto più complesse rispetto alle Seven Summits e Stefan e Steve non potranno prendervi parte ma, certamente, con la loro mente saranno lì anche loro… «
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Sogno d’inverno: Il maestro di sci Hubert, uomo fortunato per aver sciato con Michelle Hunziker
Una giornata con
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n occasione del Capodanno 2011, la brezza di St. Moritz ha soffiato sull’Alpe di Siusi, portando con sé un angelo biondo che, alla celebre località mondana, ha preferito la confortevole e soleggiata Alpe di Siusi. Michelle Hunziker, di origine svizzera e nota in Italia per svariati spettacoli sul piccolo schermo, nonché per la partecipazione a “Striscia la notizia”, affianca, dal 2009, Thomas Gottschalk nella conduzione del popolare show televisivo “Wetten, dass…?”, conquistando, grazie alla sua bellezza e spontaneità, consensi e notorietà anche nell’area germanofona. L’ormai ex moglie di Eros Ramazzotti lavora anche come modella e attrice, occupando, con la sua eleganza e il suo fascino solare, le prime pagine di svariate riviste patinate. Lo scorso inverno, la star televisiva si è concessa una piccola pausa sull’Alpe di Siusi. ALPE ha chiesto al maestro di sci Hubert Aichner di raccontare la sua esperienza con Michelle.
ALPE: Come ti è sembrata Michelle Hunziker sugli sci? Hubert Aichner: Michelle è un’ottima sciatrice ed ecco perché non era in cerca del classico maestro con cui fare pratica o da cui ricevere indicazioni tecniche, bensì di qualcuno del posto che l’accompagnasse sulle piste. Seguendola durante la prima discesa, sono rimasto piacevolmente impressionato dalla sua tecnica, dalla velocità e dalla capacità di arrivare in fondo alla pista senza interruzioni. Significa che Michelle è un’ottima sportiva? È ben allenata ed ha un’ottima resistenza fisica. A causa della presenza dei paparazzi, la nostra scelta delle piste purtroppo è stata limitata: i fotografi l’attendevano in fondo ai pendii più ripidi e siamo spesso stati costretti a deviare su tracciati più pianeggianti. Come reagiva Michelle, quando veniva riconosciuta? Con molta tranquillità: veniva riconosciuta dalla maggior parte degli ospiti, soprattutto sull’impianto di risalita. Non ha mai evitato il contatto con le persone, anche mentre mangiava e i bambini si affollavano intorno a lei. Si è fatta fotografare e ha firmato autografi senza alcuna difficoltà.
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Intervista: Elisabeth Augustin Foto: Helmuth Rier
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Talvolta, invece, la gente non si accorgeva di chi fosse. Aveva del personale al seguito? Al di là del suo ragazzo e di un’amica non c’era nessun altro. Come detto, Michelle era qui come una qualsiasi vacanziera. Si è rivolta a Lei in italiano o in tedesco? Abbiamo parlato in italiano, la lingua dei suoi amici: è stato in-
Aria di Festa: Michelle Hunziker e la maestra di sci Kerstin Zago si prestano ad ogni scherzo
teressante quando ha letto il menu in tedesco, illustrando ai suoi accompagnatori le pietanze sulla lista e spiegando loro cosa fossero i canederli. Dove soggiornava Michelle? Era ospite dell’Hotel a 5 Stelle Alpina Dolomites. Da quando Michelle frequenta
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l’Alpe di Siusi? Due anni fa è stata qui con la figlia e vi ha fatto ritorno anche la scorsa stagione. Sono convinto che, se ne avrà il tempo, la vedremo di nuovo: adora il sole e il fascino paesaggistico di quest’area. E la gastronomia locale? Ho avuto l’impressione che abbia particolarmente apprezzato i canederli, ma era molto attenta alla linea e alle calorie: ai dolci
altoatesini, però, non ha saputo resistere. È una persona che sa divertirsi? Assolutamente. Una volta ha voluto ballare il walzer, seguendo le tecniche del free-style e al terzo tentativo le è riuscito anche un volteggio: come detto, è una persona davvero spontanea.
Cosa faceva Michelle in vacanza, quando non era impegnata sulle piste? Non posso rispondere a questa domanda: non ci siamo occupati della sua vita privata e nel corso della serata non ero presente.
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E i suoi colleghi non erano un po’ invidiosi? In parte sì. Ad alcuni di loro sarebbe piaciuto molto sciare con Michelle Hunziker: sono quello che ha avuto la fortuna e l’onore
di poterlo fare e naturalmente tutti volevano sapere com’era andata. E alla fine della giornata? Un bacio sulla guancia e una foto ricordo. «
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Ecco i soccoritori in azione sul loro mezzo di soccorso
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asta un attimo di disattenzione e ci si ritrova sdraiati sulla neve. Il miglior consiglio: quando cadete, restate calmi. Se possibile, spostatevi dalle zone più pericolose, ovvero da dossi, passaggi stretti e curve, per non mettere ulteriormente a rischio la vostra incolumità e quella degli altri sciatori. E per contare su un soccorso immediato, sarà sufficiente che voi o la persona che vi sta prestando assistenza chiami il 118. Il 118 è il numero magico per mettersi direttamente in contatto con la centrale regionale per le chiamate d’emergenza, ovvero con il centro di coordinamento di tutti i servizi di pronto intervento dell’Alto Adige, che assicurano un soccorso rapido con autoambulanza, elicottero o motoslitta in ogni angolo del territorio. Nel caso dell’Alpe di Siusi, viene immediatamente avvisato il servizio di pronto intervento presente in loco, detto anche “servizio di soccorso sulle piste”.
Il servizio di soccorso piste dell’Alpe di Siusi.
Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier
La vocazione di aiutare il prossimo, Klaus ce l’ha nel sangue: suo padre faceva parte del Soccorso Alpino dell’Alpe di Siusi, e lui stesso, ottimo sciatore e scalatore, è ben presto entrato a far parte del team. Nella stagione calda si dedica alla sua professione, garantendo comunque, in caso d’incidente in montagna, la propria disponibilità a »
Primo soccorso sulla neve Il pronto intervento sulle piste nella pratica quotidiana 20 ALPE | Inverno
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offrire tutto l’aiuto possibile, a titolo volontario e gratuito, rischiando la propria vita: il primo soccorso diventa così un modo per aiutare il prossimo. Per poter garantire interventi qualificati, Klaus investe molto del suo tempo libero nella formazione, in modo particolare nel soccorso sulle piste. Durante l’inverno appena trascorso, insieme all’amico Robert, ha dato la propria disponibilità per lavorare a tempo pieno nel servizio di primo intervento sulla neve, da mattina a sera, sino alla chiusura delle piste, con ogni condizione atmosferica. Nei momenti più impegnativi, durante il fine setL’elicottero dell’Aiut Alpin è presente anche nelle situazioni più difficili
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timana e in alta stagione, i due sono stati affiancati da un gruppo di volontari, il cui aiuto è indispensabile per affrontare le “giornate di punta”, che contano sino a 20 chiamate.
Alto Adige Moonlight Classic Alpe di Siusi
700 interventi. Il Soccorso Alpino svolge il servizio sulle piste da svariati anni, su incarico della società di gestione degli impianti di risalita Alpe di Siusi - Val Gardena, che ha molto a cuore la sicurezza sulla neve. L’attività svolta è di supporto anche ai Carabinieri, tra i cui compiti d’ufficio vi è anche quello di garantire la sicurezza sulle piste e, Klaus e Robert sono dei soccoritori con amore e passione
in caso d’incidente, condurre i necessari accertamenti. Lo scorso inverno, sull’Alpe di Siusi, il servizio piste del Soccorso Alpino e i Carabinieri hanno portato a termine oltre 700 interventi, il 75% dei quali ha visto coinvolti sciatori e snowboarder: 70 operazioni hanno riguardato le piste da slittino, le restanti hanno interessato escursionisti e fondisti. I soccorritori, a bordo delle loro motoslitte, hanno coperto una distanza pari a 5000 km: nei casi di sospette lesioni gravi o laddove il trasporto sulle piste risultasse non opportuno, si è fatto invece ricorso all’elicottero, che si è alzato in volo 50 volte.
La maratona di fondo al chiaro di luna festeggerà nel 2012 la sua 6° edizione. Quando fuori si fa buio e la luna fa capolino dietro alle cime, i partecipanti alla maratona del fondo si preparano alla partenza della Moonlight Classic Marathon: percorrono poi silenziosamente per una distanza pari a 20 km o 36 km, il territorio dell’Alpe di Siusi. Ma anche per il pubblico della Moonlight Classic, il programma di corredo vario e interessante – tra i quali uno show sugli sci da fondo di ex-atleti, suonatori di corni alpini nel romantico silenzio della notte, show di fuoco, cibo e bevande di qualità – è un vero e proprio divertimento. E una volta che il vincitore è stato proclamato si festeggia – fino all’ultima corsa della cabinovia. www.moonlightclassic.info
L’intervento. Per soccorrere al meglio le vittime, è necessario disporre di un equipaggiamento moderno ed efficiente. I soccorritori devono trovarsi sul luogo dell’incidente nel giro di pochi minuti, sia in caso di trauma che di emergenza medica: a questo scopo, i mezzi e gli zaini di pronto soccorso devono essere sempre pronti. Per essere portato a valle in sicurezza, il paziente, avvolto in una coperta termica, viene adagiato su un materassino a decompressione all’interno dell’Akja, una toboga in alluminio provvista di agganci per la motoslitta. Lo zaino contiene un kit di primo intervento con ossigeno e defibrillatore esterno semi-automatico (DAE), un apparecchio medico che, attraverso delle scariche elettriche, è in grado di ristabilire il battito cardiaco in caso di aritmie e per il cui utilizzo entrambi i soccorritori possiedono un addestramento specifico. Gli stessi addetti agli impianti e i maestri di sci si rivelano aiutanti preziosi sui luoghi dell’incidente: laddove è necessario l’inter- »
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Aiut Alpin e i soccoritori sulle piste si combinano alla perfezione
intervento a bordo, si avvicina il più possibile a noi, per poi raggiungere il primo ospedale”.
Tutto bene? I soccoritori osservano il loro territorio d’intervento ovvero le piste e i sentieri dell’Alpe di Siusi
vento dell’elicottero, le piste devono essere sbarrate e a questo scopo è indispensabile che la comunicazione tra i soccorritori in volo e quelli sulle piste sia perfettamente concertata. Anche nel momento in cui la vittima viene affidata alle cure dei sanitari, lo scambio d’informazioni tra i soccorritori e il personale medico deve essere ineccepibile: i parametri rilevati sul luogo dell’incidente, indispensabili per l’attuazione delle pratiche mediche successive, vengono prontamente trasmessi a chi di competenza. Klaus illustra così la collaudata procedura: “Innanzitutto ci preoccupiamo di portare il paziente in un luogo caldo, ovvero nella stazione di primo soccorso di Compaccio: in alternativa, l’ambulanza, eventualmente con un medico di pronto
Attivi su più fronti.“Il servizio sulle piste non significa solo soccorso”, sottolinea Klaus. I soccorritori, con la loro sensibilità, devono innanzitutto tranquillizzare il paziente, capirne i timori, spiegare loro cosa sta accadendo, avvisare i familiari e prendersene cura, lavorando a stretto contatto con i Carabinieri per ricostruire la dinamica dell’incidente. Essi sono anche le persone di riferimento per quei genitori che perdono di vista i loro figli. “Succede spesso”, spiega Klaus, “ma nella maggior parte dei casi i bambini fanno autonomamente ritorno o vengono rintracciati in poco tempo”. Infine, i soccorritori possono contare su una collaudata rete di aiutanti (addetti agli impianti, maestri di sci, albergatori, ecc.) che tengono occhi e orecchie ben aperti, offrendo di buon grado il loro aiuto quando necessario. Accade di rado che i due soccorritori trovino il tempo per rilassarsi davanti alla TV, godersi il tepore del sole invernale o concedersi una sciata in tutta tranquillità. Oltre a prestare servizio, si occupano anche di trasmettere ad altri le loro conoscenze, ad esempio addestrando i volontari o illustrando a studenti e iscritti ai corsi di sci le nozioni di base di primo soccorso e le regole fondamentali della sicurezza, sia in pista che fuori, perché, come si suol dire, prevenire è meglio che curare. «
La catena d’argento con orologio da taschino fa parte del costume tradizionale maschile di Castelrotto
Gioielli “contadini” Ad ogni costume il suo
Il modello degli abiti, frutto di una tradizione centenaria consolidatasi nel tempo, è pressoché lo stesso, sebbene siano concesse alcune “variazioni sul tema”, a partire da quelle piccole stravaganze utili a dimostrare di “non essere tra coloro che galleggiano sulla minestra di farina tostata”, un’espressione utilizzata a Castelrotto per indicare le persone che si possono permettere una
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sontuosa catena d’argento con orologio da taschino e talleri d’argento massiccio che tintinnano ad ogni passo.
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d ogni abito il suo gioiello: sì, gli abitanti di Castelrotto prendono la questione dei costumi tradizionali molto sul serio e per capire quale sia l’abbinamento giusto, non c’è persona più adatta dell’orafo di Castelrotto Udo Zemmer, a cui le persone si rivolgono per farsi realizzare il monile con cui impreziosire il loro costume.
I gioielli degli uomini. Come ci spiega l’orafo Udo, la “Schlatterkette” (ovvero “la catena che tintinna”) è indossata dagli uomini insieme all’abito tradizionale dei giorni di festa, con i pantaloni in pelle di montone e i calzettoni bianchi. Si tratta di un pezzo di oreficeria di grande pregio, composto da svariate catene a maglie d’argento, alla cui estremità sono appesi pendagli a forma di cuore, l’aquila tirolese o talleri e monete dello stesso metallo, riportanti le iniziali del proprio nome, che tintinnano al di sopra della cintura. La catena viene fissata tramite una chiusura alla seconda asola del panciotto, in modo tale da restare più o meno aderente al corpo, e portata sino alla tasca sinistra, »
Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier
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La collana “Bairische”, il fermaglio d’argento e il “Stecherle” a forma di croce arrichiscono il costume tradizionale femminile di Castelrotto
dove viene inserito l’orologio, sfilabile con la mano destra. Quest’ultimo, estremamente semplice o sontuosamente decorato, può essere dotato di coperchio o esserne privo: in realtà, restando per lo più celata all’interno del taschino, questa componente è meno importante della catena. Al costume con i pantaloni lunghi, invece, viene abbinata la “Herzlkette”, anch’essa composta da numerose catene d’argento, ma più modesta e completata da uno o più cuori dello stesso metallo. Per l’abito tradizionale di tutti giorni, in loden marrone e con gilet di velluto, è sufficiente un cingolo d’argento, meno decorativo ma più pratico, che viene fatto passare da un taschino del panciotto all’altro. Tralasciando altri ornamenti tipici del costume maschile, come piume, fiori o nappe sul cappello, cinture abbellite con rachidi di penne, fiocchi di velluto, gorgiere e passamani dorati, non resta che citare l’immancabile “Tüchlring” d’oro, un anello di piccolo diametro in filigrana, utilizzato per farvi passare il fazzoletto di seta colorato, in modo tale che non scivoli: la parte visibile presenta una semplice medaglia o un cuore con le iniziali.
I gioielli delle donne. Il corrispettivo femminile della “Schlatterkette” è la vistosa “Gollerkette” (dal latino “collare”), ovvero una catenina utilizzata per fermare il candido colletto ornato di ampi pizzi, tipico complemento all’abito tradizionale di Castelrotto dell’Immacolata o al costume con il cappello verde. Come ribadito da Udo, si tratta di una catenina in argento piuttosto massiccia, ma al tempo stesso delicata, essendo le sue maglie semplicemente incurvate: essa viene fissata alle asole poste all’altezza delle ascelle, ricadendo dal petto in morbide curve, su cui
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Mani esperti realizzano il “Tüchlring”, prodotto originale di Castelrotto in filigrana
spicca la vistosa chiusura a forma di spirale. Gli altri ornamenti, come il fermaglio per i capelli in argento, gli orecchini d’oro, la “catenina contadina”, la spilla in argento e lo “Stecherle”, una croce con spille di sicurezza per fissare il fazzoletto, sono invece più sobri. Come ci ricorda Udo, ogni fermaglio in argento è un unicum, lanceolato su entrambi i lati, cesellato a motivi fioriti e rifinito a mano, perfetto per ornare la treccia avvolta intorno alla testa e fissata sulla nuca. Le donne di Castelrotto, profonde conoscitrici della tradizione, non indossano gli orecchini d’oro solo in abbinamento al costume tradizionale, ma anche nella vita di ogni giorno. A un primo sguardo, le creole, cerchi piatti, esagonali e rastremati verso il basso, appaiono molto simili ma, esaminandole con più attenzione, si diversificano nettamente per forma e dimensione.
Gli orecchini delle donne di Castelrotto devono essere piatti ed esagonali
La “Bairische Kette”, è una catenina che si avvolge per tre volte intorno al collo, da indossare esclusivamente con il “costume contadino”, l’abito tradizionale dei giorni di festa con il bustino in velluto: il termine “Bairisch” viene utilizzato in antitesi a “Herrischen”, che nel linguaggio popolare di Castelrotto indica tutto ciò che non è originario del posto. Per abbellire il colletto viene appuntata una spilla in argento: “Particolarmente apprezzate sono le monete, riportanti i simboli di fede, speranza e amore”, sottolinea l’orafo. Talvolta, vi viene incastonato un piccolo rubino. La preferenza per le monete trae origine dagli anni di privazione della guerra, quando non ci si potevano permettere, come in precedenza, spille in argento cesellate a motivi fioriti o altre fantasie decorative. «
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Casa Mendel e gli affreschi di Eduard Burgauner
Castelrotto: un’opera d’arte Il carattere di Castelrotto ben si esemplifica nella torre barocca del campanile, la cui mole la rende visibile anche da lontano. Tra gli emblemi del paese vi sono anche l’imponente chiesa parrocchiale neoclassica, l’interessante architettura del municipio, gli affreschi degli edifici e una collina porfirica densa di suggestioni storiche nel centro del paese.
Ogni visita a Castelrotto ha inizio con la storia della torre campanaria. L’incendio del 1753 distrusse gran parte delle case del paese, compresa la chiesa gotica con il rispettivo campanile: per gli abitanti, il danno peggiore fu la perdita delle campane, fusesi con il calore del fuoco. Nel XVIII secolo, un paese privo di tale prezioso strumento era impensabile: i suoi rintocchi erano necessari non solo per scandire lo scorrere delle ore o annunciare la S. Messa, ma fungevano anche da protezione da temporali e sventure. Alcuni risoluti contadini si diedero da fare e senza indugio commissionarono la realizzazione di nuove campane, di dimensioni maggiori rispetto alle precedenti e soprattutto più pesanti di quelle dei paesi limitrofi. Da lì a sei mesi le campane furono ultimate e collocate nel campanile, nel frattempo restaurato alla meno peggio. L’attesa era grande, ma sin dai primi rintocchi apparve chiaro quanto la vecchia torre fosse pericolante e le sue dimensioni insufficienti a ospitare i nuovi bronzi. Venne così deciso di costruire, nella piazza centrale del paese, un secondo campanile, al cui ceppo vennero appese nove campane, una delle quali è oggi la quinta in regione per dimensioni. Durante la prima Guerra Mondiale, otto di
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esse vennero fuse: solo la piccola campana a morto è oggi databile al XVIII secolo. Nel 2007, il campanile è stato sottoposto a opera di restauro e, visitando la torre in compagnia di una guida, è possibile salire i 298 gradini che conducono sino in cima.
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u il devastante incendio del paese, nella primavera del 1753, l’evento che segnò l’inizio della storia del campanile di Castelrotto, divenuto il simbolo della località, nonché il soggetto prediletto degli appassionati di fotografia. Con i suoi 82 metri d’altezza, l’imponente torre campanaria cattura l’attenzione di tutti i visitatori che giungono qui per la prima volta e che immancabilmente si chiedono come sia possibile che Castelrotto abbia un campanile di tali dimensioni e come mai non si trovi nei pressi della chiesa, bensì sulla piazza del paese.
La piazza del paese. Nell’estate del 2011, l’Associazione turistica ha provveduto a collocare ulteriori panchine nel centro del paese di Castelrotto, offrendo così ad abitanti e turisti un luogo in cui sostare e crogiolarsi comodamente al sole, nella cornice dei pittoreschi edifici che cingono quasi completamente la piazza: tra questi, vi sono l’imponente municipio, la chiesa parrocchiale e gli alberghi storici “Zum Lamm” e “Cavallino d’Oro”. La costruzione del campanile costrinse il Comune a indebitarsi per diversi decenni e a rimandare i progetti di edificazione di una nuova chiesa. L’edificio neoclassico, che per via delle sue dimensioni è stato ribattezzato “Duomo di montagna”, fu ultimato verso la metà del XIX secolo e dedicato ai Santi Apostoli Pietro e Paolo: all’interno della chiesa, gli affreschi dell’abside ritraggono il martirio dei Santi. »
Testo: Barbara Pichler Foto: Helmuth Rier
» Castelrotto e la Torre gotica prima dell’incendio del 1753
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Un edificio particolarmente imponente è il municipio, fatto erigere nel XVI secolo dalla famiglia ungherese Kraus von Sala, che giunse a Castelrotto come amministratore ufficiale, insediandosi poi stabilmente. All’inizio del XVII secolo, dal “Saffranund Stueterhof”, Jacob Kraus fece costruire la residenza nobiliare Krausegg, proprietà del Comune dal 1909, dove le costose stufe in maiolica e i suggestivi tavolati rinascimentali nell’antica Sala dei Cavalieri sono ancor oggi testimonianza dell’agiatezza economica in cui viveva la famiglia.
Colle. La collina porfirica che sorge nel centro del
Una delle capelle sulla strada che porta al Monte Calvario
paese, denominata dagli abitanti di Castelrotto semplicemente “Colle”, è raggiungibile percorrendo la strada che transita per il municipio: si tratta di una piacevole area ricreativa e di un avventuroso parco giochi per i più piccoli, ma anche di meta di pellegrinaggio. Nel XVII secolo, il Colle venne trasformato dalla famiglia Kraus nel Monte Calvario: il percorso, costellato da una serie di cappelle e da gruppi scultorei in legno rappresentanti alcuni momenti della Passione di Cristo, termina sulla cima della collina, dove sorgono la Cappella della Deposizione e la fontana del giubileo, fatta erigere nel 1908 dall’allora “Associazione per l’abbellimento del paese”, in onore dei 60 anni del regno dell’Imperatore Francesco Giuseppe e particolarmente apprezzabile per i dipinti in Jugendstil del pittore Eduard Burgauner. La torre a due piani, con la cappella di S. Antonio al livello inferiore, è quanto rimane del castello medioevale che sorgeva sulla sommità del colle. Da lontano, il “Colle” appare alquanto modesto, ma osservandolo più da vicino, ci si accorge del contrario: con tutta probabilità, è proprio qui che ebbe inizio l’insediamento del paese, laddove le origini del nome di Castelrotto affondano le loro radici. In epoca preromana, sul colle sorgeva un terrapieno, che i Romani trasformarono poi in un castello. Con la migrazione dei popoli e la fine dell’Impero Romano, la fortezza andò distrutta: il nome “castellum ruptum”, ovvero “castello diroccato”, da cui poi nacque “Castelrotto”, è attestato in una serie di documenti risalenti al X secolo. Ogni anno, la collina ospita il primo torneo della Cavalcata Oswald von Wolkenstein.
Eduard Burgauner. “Strenuo impegno Iddio ci diede in sorte. Il lavoro è vita, il far niente è morte.” Tale detto, riportato sulla facciata dell’al-
bergo “Al Lupo” era il principio ispiratore della vita del pittore diplomato Eduard Burgauner, nato a Castelrotto nel 1873 da una famiglia di fornai, che preferì l’arte al mestiere di panettiere. I suoi viaggi a Monaco e Vienna furono occasione per entrare in contatto con l’arte dello Jugendstil. Agli albori del XX secolo, fece ritorno nel paese natale, ripromettendosi di trasformare Castelrotto nel paese altoatesino con il maggior numero di affreschi, trasformandolo in un’unica immensa opera artistica. Il primo edificio a essere abbellito fu il panificio paterno Burgauner (Via Platten), nonché sua casa natale: l’opera è incentrata sulla figura di San Giorgio con il drago, oltre a rappresentare San Floriano, patrono dei vigili del fuoco, e Sant’Onorato, protettore dei fornai. Su ognuna delle case affrescate da Eduard Burgauner si può osservare la raffigurazione di San Floriano: a oltre 100 anni dall’incendio che distrusse il paese, il ricordo di un pericolo sempre incombente era quanto mai vivido nelle menti degli abitanti di Castelrotto. Nelle vicinanze della casa natia, in Via Platten, sorge Villa Felseck, l’abitazione che l’artista fece costruire per sé e i cui dipinti racchiudono la somma della sua poetica: la rappresentazione figurativa dei 12 mesi e delle stagioni della vita, ancora tradizionale, dimostra di essere strettamente legata, anche se in chiave più attuale, allo Jugendstil. Degno di nota è il portone in legno, che appare così moderno pur essendo stato progettato dallo stesso pittore. Sulla piazza nel centro del paese sorge l’Albergo Al Lupo, nei pressi del quale non di rado ci s’imbatte nei turisti intenti a decifrare i versi dipinti sulla parete, che esaltano la locanda e l’offerta di carni della macelleria. Sulla parete sono raffigurati anche dei bevitori e un macellaio con il patrono protettore San Teodoro. Nella via su cui sorge l’Hotel Lamm, in direzione sud, si trova la Casa Mendel. Le ghirlande composte da utensili da cucina e suppellettili casalinghi sono un richiamo ai mestieri del vetraio e del lattoniere, ribadito ulteriormente dalla presenza di San Luca, mentre le raffigurazioni dei putti appaiono particolarmente vivaci: gli affreschi di questo edificio sono considerati l’apice creativo di Burgauner.
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Natale a Castelrotto Per la sesta volta gli abitanti di Castelrotto rivelano i segreti delle loro antiche usanze natalizie. Le contadine di Castelrotto allietano poi gli ospiti del Mercatino a suon di biscotti di panpepato, dolci natalizi, panforte e krapfen. Il 16 e il 17 dicembre l’appuntamento è anche con i „Kastelruther Spatzen“, e le loro note musicali: l’ideale per favorire l’atmosfera di raccoglimento che precede il Natale.
Appuntamenti 3 - 5 dicembre 2011 8 - 11 dicembre 2011 16 - 18 dicembre 2011 27 - 29 dicembre 2011 www.kastelrutherweihnacht.com
Il centro storico di Castelrotto, con i suoi suggestivi decori, merita una visita in ogni periodo dell’anno. «
Villa Felseck in Jugenstil e le immagini dei 12 mesi dell’anno
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Il mondo artistico di Peter Senoner
Migr anten
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ilot” si trova sul ghiaccio, “Zack” in una radura, “Stitch” in una grande stanza vuota: i “Migranten”, definizione coniata da Marion Pfiffer Damiani per designare le sculture di Peter Senoner, hanno un effetto insolito, unico nel suo genere, anche perché in parte dotati di elementi, come ad esempio le cuffie, che li fanno apparire come creature di altri mondi, trapiantati qui per compiere una missione di cui solo loro sono consapevoli. Gli occhi freddi, semichiusi, fissano un punto in lontananza e coloro che riescono a stabilire un contatto visivo con esse, hanno la sensazione che il loro sguardo li attraversi, perdendosi altrove. È difficile oltrepassare le barriere del rifiuto e della freddezza: mi domando a quale scopo dovrei farlo. Tento un avvicinamento, mi sforzo di avviare un dialogo con le figure di Peter Senoner e per un attimo mi illudo di aver fatto un piccolo passo in avanti. Come? Non saprei definire questa sensazione, ma comprendo come questo approccio sia solo l’inizio di un lungo processo. La visita all’atelier di Peter Senoner a Laion è densa di aspettative: l’artista, classe 1969, cresciuto a Castelrotto e diplomatosi all’Accademia di Belle Arti di Monaco, mi fa strada in una sala spaziosa, in cui sono collocate le sue sculture, figurative o amorfe, alcune delle quali monumentali. Tre di esse dominano la scena: una, più grande del naturale, è appoggiata al muro, il piccolo dingo fa mostra di sé dinnanzi alla parete destra, mentre il busto a cui lavora l’artista è collocato sul banco da lavoro. Anche qui, provo la stessa sensazione: le sculture dominano la scena con discrezione e avverto una presenza, il cui messaggio, che riesco a intuire ma non a comprendere, non si rivolge a me in modo esplicito. Peter Senoner mi accompagna nell’altrettanto spazioso atelier del disegno: alle pareti sono appesi piccoli schizzi, in cui il colore è appena accennato e disegni di grande formato, il cui tema sono i ritratti dei soggetti rielaborati dall’artista, in modo particolare i lineamenti caratteristici dei volti e parti degli occhi delle sculture. L’approccio segue lo stesso schema del contatto visivo con le figure nell’atelier precedente. Insieme all’artista mi siedo al tavolo da lavoro, sotto gli sguardi dei ritratti, per un breve colloquio. Cos’è l’arte per Peter Senoner? “Il motivo centrale della mia attività artistica si rifà a un’esigenza interiore di creare e rappresentare qualcosa, per dare espressione a un sentimento e visualizzarlo in forma grafica o scultorea”. Ciò che egli si aspetta dall’osservatore sono curiosità, apertura mentale e soprattutto dialogo.“M’interessa in modo particolare capire il valore della mia arte e quali reazioni sia in grado di provocare: la gamma spazia dalla perfetta sintonia al rifiuto assoluto. Le sensazioni di rabbia suscitate dalle mie opere, in chi si rapporta con esse, è per me una reazione equiparabile, per importanza, all’empatia totale”. Come ci ricorda l’artista, egli ascolta con attenzione la critica creativa, ma sin’ora non si è mai lasciato distogliere dal percorso intrapreso. Peter Senoner mi lascia per un ultimo giro di osservazione del suo atelier con una semplice considerazione: “L’arte non si può spiegare”. Prendo congedo dai disegni e dalle sculture, consapevole di sentirmi più vicino a loro. Non lascerò passare troppo tempo prima di un’altra visita a queste opere e al loro creatore. «
Monomon (Passo Sella 17.08.2004) Legno, Vetro di cryolite, Stampo di alluminio 205 x 200 x 55 cm 2002-04
Biografia 1969 nato a Bolzano 1994-2000 Accademia di Belle Arti di Monaco 2001 diploma (allievo del prof. Asta Göting) 1998-2000 vive e lavora a New York 2002-2004 vive e lavora a Tokio 2006 vive e lavora a Vienna dal 2006 docente all’Istituto di architettura sperimentale/ Studio 3 della Facoltà di architettura, Università di Innsbruck (A) vive e lavora a Chiusa
Mostre (selezione)
LEM Stampo di bronzo, smalto a fuoco, Vetro di cryolite 200 x 50 x 45 cm 2001-06
2002 Das absolute Bekannte Sammlung Falckenberg, Amburgo (D) 2004 Skulptur, Präkerer Realismus zwischen Melancholie und Komik, Kunsthalle Wien, Vienna (A) 2006 Eccentrics, Ursula-Blickle-Stiftung, Kraichtal (D) 2008 Cosmorama, Landesgalerie am Oberösterreichischen Landesmuseum, Linz (A) 2009 NEW ENTRIES ! Museion, Bolzano (I) 2011 Arsenale, Museion, Bolzano (I) Zeichnung, Oechsner Galerie, Norimberga (D) Figura - Una storia della scultura in Alto Adige, Tirolo e Trentino, dal 1945 Forte di Fortezza (I)
Testo: Reinhold Janek Foto: Dario Lasagni, Archivio Peter Senoner
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Canederli in tutte le salse, come antipasto, primo, contorno o dolce.
Una delizia a tutto tondo Un tempo, quando le famiglie contadine altoatesine erano autosufficienti, si cucinava quello che c’era in casa e le ricette dipendevano dalle provviste disponibili. Ecco perché la cucina regionale cambia di valle in valle e in base alla posizione altimetrica. Ma c’è una specialità che accomuna tutta la regione: i canederli.
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Testo: Barbara Pichler Foto: Helmuth Rier
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a storia sulla rocambolesca nascita dei canederli dimostra come questo piatto sia un modo creativo di riutilizzare e valorizzare le provviste. Un giorno, per soddisfare l’appetito di un’orda di lanzichenecchi impazienti, una contadina si vide costretta a improvvisare un piatto semplice, ma sostanzioso da mettere in tavola. Avendo poco tempo a disposizione ed essendo la dispensa sprovvista di scorte alimentari sufficienti a sfamare l’allegra brigata, dovette far ricorso alla fantasia. Un tempo, il pane veniva cotto solo un paio di volte all’anno e in ogni casa non ne mancava mai una buona scorta. Le uova, naturalmente da polli ruspanti, erano sempre a portata di mano, così come il latte e le erbe aromatiche del giardino. Inoltre, nelle annate più propizie, si poteva sempre trovare un pezzo di speck appeso in cantina. Con questi ingredienti, la contadina, di cui non si conosce più il nome, riuscì a preparare una pietanza ricca e nutriente, che gli ospiti “divorarono” con grande soddisfazione. Erano nati i canederli. A sensazione. In Alto Adige, le ricette dei canederli, il piatto più amato della cucina quotidiana locale, sono probabilmente tante quante le massaie della regione. Ognuno li prepara a modo suo. Provate a chiedere a una cuoca una ricetta per i canederli e riceverete solo vaghe indicazioni: si tratta di una pietanza da preparare “a sensazione”. La composizione degli ingredienti dipende innanzitutto dalla tipologia del pane: se risulta molto secco, sarà necessaria una maggiore quantità di latte. Anche per il numero delle uova ci si può regolare in base alla disponibilità, mentre per quanto concerne l’aggiunta di farina, ogni massaia ha una sua opinione in proposito.
Se un tempo si poteva scegliere tra i canederli allo speck, al grano saraceno e quelli della Quaresima, oggi la fantasia dei cuochi non conosce confini. Le ricette diventano sempre più numerose e originali. I diversi ingredienti, come il formaggio, le verdure, le erbe aromatiche e i funghi vengono aggiunti e incorporati alla componente di base, il pane secco. I canederli riscontrano un notevole apprezzamento anche come ricetta dolce, basti pensare agli gnocchi ripieni di prugna o albicocca a base di patate o di ricotta (quest’ultimi più veloci da preparare). Gli amanti delle ricette dolci altoatesine non possono assolutamente perdersi una delle più recenti novità: i canederli alla ricotta con raffinato ripieno alla nocciola. I canederli possono essere consumati come primo piatto, accompagnati da insalata, parmigiano e burro fuso, o come contorno a una zuppa (basti pensare ai canederli allo speck e agli amati Leberknödel, gnocchi a base di fegato tritato) oppure come portata principale, in aggiunta a gulasch o carne arrosto. In ogni caso, i canederli non devono mai essere tagliati con il coltello: sarebbe un’offesa alla cuoca, come a lasciar intendere che gli gnocchi sono talmente duri da non poter essere mangiati con il cucchiaio. Un’altra lezione, che in Alto Adige s’impara sin da piccoli, è che un canederlo non deve essere mai talmente duro da poter essere usato per colpire qualcuno. Il miglior “impastatore di canederli” dell’Alto Adige vive a Castelrotto. In occasione della gara alla sagra di Vipiteno, il gastronomo Martin Aichner, del negozio Pasta & More, è riuscito a preparare in soli 3 minuti 29 canederli perfetti: un vero record. «
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Canederli di spinaci Incredienti 300 g di pane bianco secco 1/8-1/4 l di latte tiepido 800 g di spinaci (in alternativa possono essere utilizzate le ortiche) 30 g di burro 1 spicchio d’aglio 1 cipolla piccola 2 uova sale, pepe noce moscata 1 cucchiaio da tavola di farina 2 cucchiai da tavola di pangrattato 80 g di burro 4 cucchiai da tavola di parmigiano grattugiato
JÄGERSTUBE Al Seiser Alm Urthaler il design moderno e il comfort tradizionale della stube si combinano in una simbiosi unica.
Preparazione Tagliare il pane a dadini piccoli e ammorbidirli con il latte quanto basta. Lavare bene gli spinaci, cuocerli in acqua salata, scolari, schiacciarli e sminuzzarli. Far sciogliere il burro, dorarvi lo spicchio d’aglio e la cipolla, aggiungere gli spinaci, lasciarli stufare per cinque minuti e aggiungerli al pane unendovi le uova: mescolare bene il tutto. Insaporire il composto con sale, pepe e un pizzico di noce moscata, quindi aggiungere la farina e il pangrattato. Dare forma ai canederli e cuocerli in acqua salata per 15 minuti, cospargerli di parmigiano e distribuirvi sopra il burro fuso. Le quantità sono sufficienti per la preparazione di circa 12 canederli.
“Quando dieci anni fa abbiamo costruito il Seiser Alm Urthaler, il primo hotel di design in legno delle Alpi, non volevamo rinunciare all‘autentico comfort altoatesino” racconta Nina Urthaler a proposito della nascita della Jägerstube. Tradizionali pareti in legno di cembro, tavoli e sedie in legno massello e non manca neanche il tipico angolo con il crocifisso. Le eccellenti specialità culinarie altoatesine sono preparate secondo i criteri dello slow food con un pizzico di internazionalità. All‘Urthaler convivono passioni differenti. Da una tavolata amichevole nella stube tradizionale ad un dopocena rilassato nell‘esclusivo Onyxbar. Un‘emozione altoatesina — semplicemente straordinaria.
Una stube altoatesina è l‘accogliente luogo di ritrovo dei buongustai. Lo chef Marco Knepper sceglie per voi i migliori ingredienti e vi incanta con ricette prelibate. Sinceri e leggeri, squisiti e unici, altoatesini e internazionali. Tutti i piatti vengono preparati per voi con prodotti freschi e di stagione. Saremo lieti di assistervi nella scelta del giusto abbinamento di vino dalla nostra cantina Ciulé. Il pranzo è servito dalle 12:30 e la cena dalle 19:00. È gradita la prenotazione.
SEISER ALM URTHALER*****
Ricetta: Kastelruther Bauernbuffet
Alpe di Siusi – Alto Adige T +39 0471 727 919 SANNI.it
36 ALPE | Inverno
Sci & Gourmet
www.seiseralm.com
Foto: Michael Reusse
Foto: André Bechtold
Anteprima inverno ’11/12
> Dicembre 2011
> 11 dicembre 2011
> Inverno 2011/12
> 30 dicembre 2011
> 22-29 gennaio 2012
> 7 febbraio 2012
> 10 marzo 2012
> 11 marzo 2012
Natale a Castelrotto
Highspeed Race Si inizia alla grande con l’Highspeed Race, emozionante gara ad alta velocità sugli sci che vede come ospite d’eccezione il campione Kristian Ghedina. Quest’anno l’Highspeed Race si presenta in una nuova veste: non si tratterà più di una semplice gara di alta velocità, ma di un gioco di squadra. Ciascun team - composto da 4 persone, di cui almeno una donna – sfiderà il grande campione sulla pista Punta d’Oro. Ai vincitori andrà un trofeo veramente speciale.
Fan & Fun con Denise Karbon e Peter Fill
Swing on Snow
(vedi anche su pagina 31)
Fantasmi d’inverno a Castel Prösels
Alto Adige Moonlight Classic Alpe di Siusi
Red Bull Jib Ski Kings
La gara “Il Nastro Azzurro dell’Alpe di Siusi”
Maestoso e ben conservato, il castello troneggia nel borgo di Presule, presso Fiè allo Sciliar, richiamando visitatori anche nella stagione più fredda. Dopo un salto agli eleganti arsenali, ai saloni principeschi e alle ripidissime scale a chiocciola, la visita guidata si conclude nel salone dei cavalieri fra note musicali e specialità gastronomiche altoatesine.
La tradizionale gara dei Fan Club è un appuntamento agonistico e mondano al tempo stesso. A mescolarsi fra gli appassionati di sci che si misurano all’Alpe di Siusi, anche Denise Karbon e Peter Fill: www.denisekarbon.it e www.peterfill.it
(vedi anche su pagina 23)
II re del jibbing in scena al Red Bull Jib-Ski Kings. Il mondo del freeski sarà scosso da questo contest unico nel suo genere, che vedrà pro e amatori darsi battaglia all’Alpe di Siusi. A differenza degli usuali contest di freeski, il Red Bull Jib-Ski Kings non si svolgerà all’interno di un park ma su una normale pista da sci, e soprattutto metterà in primo piano la dimensione più “naturale” di questa disciplina. I rider non avranno dunque a disposizione grandi strutture per i loro trick ma la loro creatività sarà stimolata da ostacoli “naturali”, quali ad esempio le irregolarità del suolo, i cambi di pendenza e i rail naturali. www.kinglaurinpark.it
Nel lontano 1953, la gloriosa gara contava oltre 250 partecipanti, assurgendo ad evento sportivo della provincia. Un’idea originale, la valutazione di una combinazione alpina di discesa e slalom, non poteva che raccogliere consensi (anche fra i meno avvezzi alle gare). Il più veloce della categoria si aggiudicherà il Trofeo Nastro Azzurro, il riconoscimento deputato un tempo alle navi di lusso più veloci nel compiere la traversata dell’Atlantico. www.dasblaueband.it
> 10 dicembre 2011
Krampus a Castelrotto Chi sono i Krampus e cosa fanno a Castelrotto? Nelle zone di lingua tedesca, i Krampus sono dei diavoli travestiti che accompagnano San Nicolò, nella tradizionale sfilata lungo le strade del paese. Ma mentre San Nicolò regala doni ai bambini buoni, il Krampus, con i suoi campanacci e la sua maschera incute timore in grandi e piccini. In data 10 Dicembre 2011 gruppi di Krampus provenienti da Italia, Germania e Austria si incontreranno a Castelrotto e muniti di abiti e maschere artigianali si presenteranno al pubblico presente.
38 ALPE | Inverno
> 25 dicembre 2011
King Laurin Snowpark Opening Il King Laurin Snowpark si presenta puntuale e preparato alla perfezione per la stagione attuale: tutte le strutture sono state rinnovate e aggiunti alcuni rail e box. Il divertimento è garantito, corredati da buona musica, cibo e bevande. www.kinglaurinpark.it
Appuntamenti 27 dicembre 2011 4 gennaio 2012 20 febbraio 2012 www.schloss-proesels.it
> 12-22 gennaio 2012
Antiche ricette dei banchetti nuziali Dal 12 al 22 gennaio 2012, in alcuni ristoranti di Castelrotto sarà possibile rivivere l’atmosfera e il gusto dei banchetti nuziali tradizionali, attraverso una carrellata di cibi prelibati proprio come si usava in occasione dei matrimoni contadini. Tra le varie specialità indichiamo: sella di camoscio marinato, pasta contadina con ragù di selvaggina, frattaglie di vitello con canederli, nodino di cervo alle erbe, formaggio grigio con cipolla, pane dolce nuziale e “krapfen” al papavero.
Swing all’Alpe di Siusi! Sullo sfondo dorato delle sue distese di neve baciate dal sole, le note musicali di diverse band allieteranno per una settimana le imprese di sciatori e boardisti fondendosi con la dolcezza del paesaggio. Ritmi travolgenti e toccanti pervaderanno al mattino le piste dell’Alpe per poi spostarsi nei rifugi e ristoranti a pranzo. A partire dalle ore 21, nei locali di Castelrotto, Siusi e Fiè saranno in programma “concerti after-hour”. www.swingonsnow.com (vedi anche sulle pagine 4-8) > 22 gennaio 2012
Torneo invernale di golf all’Alpe di Siusi Giocare a golf sulla neve e rallegrarsi di un panorama mozzafiato: in data 22 gennaio, tutti gli appassionati di golf potranno provare per la quarta volta consecutiva l’ebbrezza di questo evento speciale. Si gioca su 9 buche che hanno una lunghezza tra i 61 e i 1150 m. Con gli sci, snowboard o slitta si va di buca in buca. I fairways sono bianchi invece che verdi, i green white e le palline da golf si differenziano dalla bianca neve grazie ai loro colori scintillanti. Ottima musica, cibo e bevande vengono offerti lungo il percorso. www.golfkastelruth.it
> 18/19 febbraio 2012
Subject Schlern 10 Nel 2012 si festeggia la decima edizione del Subject Schlern presso il King Laurin Snowpark. Uno tra i più famosi snowboard contest dell’Italia del Nord. Grazie alle sue peculiarità, esso attira rider italiani e dell’intero arco alpino. Sarà valutata la migliore rotation, suddivisa in 5 categorie (180°, 360°, 540°, 720° e 900°) sui kicker delle Pro Line. In occasione del 10° anniversario è stata integrata anche la rotation sopra ai 1080°, con un sistema di valutazione e un livello competitivo più impegnativi. Entrambi i giorni i Panettone Bros si occuperanno anche della preparazione di cibo e bevande. E per concludere si festeggia con la “Mottoparty”. www.kinglaurinpark.it
> 25 marzo 2012
Raiffeisen Ski King “Raiffeisen Ski King 2012”, ecco il nome del Big Air Style all’Alpe di Siusi. In esclusiva per i free-styler saranno realizzati all’interno della pro line dello Snowpark King Laurin, due kicker con 20 metri di table. Un contest superspeciale. Big Air, Style, BBQ, Musica e naturalmente.., tanto divertimento. www.kinglaurinpark.it
Inverno | ALPE 39
Foto: Helmurth Rier
Anteprima estate ’12
> 8/9 giugno 2012
> Giugno 2012
> Estate 2012
> Luglio 2012
> Luglio/agosto 2012
> Estate 2012
> 1-31 ottobre 2012
> 12-14 ottobre 2012
Grande Open Air dei Kastelruther Spatzen
Cucina naturale di Fiè allo Sciliar
Estate: Tutti in famiglia!
L’allenamento in quota dei maratoneti keniani
Summer Classics di Siusi allo Sciliar
Estate a Castel Prösels
35 Dispensa di Fiè allo Sciliar
Grande festa dei Kastelruther Spatzen
L’open air dei Kastelruther Spatzen giunge nel 2012 alla sua sedicesima edizione. Migliaia di fans attesi a Castelrotto per applaudire i beniamini, pronti ad esibirsi sullo sfondo di uno spettacolo musicale senza eguali.
Da anni, ormai, i cuochi di Fiè scelgono il mese di giugno per annunciare l’estate a suon di piatti leggeri e appetitosi. All’arrivo della bella stagione, con le primizie dolci e succose a far capolino negli orti, la voglia di piatti naturali e genuini prende il sopravvento. Il giugno gastronomico di Fiè affascina per la naturalezza delle sue pietanze, create con delicatezza e servite con amore. Un’occasione da non perdere per tutti coloro che amano una cucina buona e sana.
In estate l’Alpe di Siusi si trasforma in un paradiso magico per i bambini. Assieme alla strega Martha, grandi e piccini vanno sulle tracce di streghe e stregoni. Si può scegliere tra una passeggiata notturna tra fate e folletti assieme alla strega Martha, cucinare un pasto da strega oppure ricercare magici simboli; lo spasso e il mistero sono garantiti. Coloro che invece preferiscono esplorare la vita di un maso lo possono fare con il programma “Un universo in fattoria”. Oltre vedere da vicino mucche e cavalli le famiglie scopriranno anche come il grano viene trasformato in farina.
A luglio, i maratoneti keniani ritorneranno ad allenarsi sull’altipiano più grande d’Europa. L’altitudine ideale dai 1.800 ai 2.300 m porta gli atleti d’élite per la sesta volta consecutiva all’Alpe di Siusi. Con due sessioni di allenamento al giorno si preparano per i prossimi appuntamenti podistici. Buone notizie per gli appassionati della corsa: il 22 luglio torna l’Alpe di Siusi Running. Tutti coloro che vogliono correre fianco a fianco con le star del Kenya non possono perdere l’appuntamento. Turisti e abitanti altoatesini, professionisti e semplici praticanti avranno l’opportunità di misurarsi, su un percorso di 12,7 km, con i migliori maratoneti.
Agli appassionati di musica classica, Siusi propone anche quest’anno una serie di straordinari concerti. Artisti italiani con alle spalle esperienze internazionali si esibiranno sulle note di grandi compositori. Con il suo alto livello, la “Summer Classics” è da tempo parte integrante del programma culturale estivo proposto, ai piedi dello Sciliar, ad un pubblico estasiato di residenti e villeggianti.
L’estate a Castel Prösels riserva anche per il 2012 serate superbe e matinés d’incanto. Il prezioso repertorio degli artisti, musicisti e cantanti, spazia dalle morbide sonorità della musica classica alla genuinità della musica popolare fino alle eleganti note del jazz. E per chi non assiste ai concerti, l’opportunità di esplorare le antiche mura è comunque offerta dalle visite guidate, organizzate durante l’intera stagione più calda. www.schloss-proesels.it
Uno spunto per i buongustai e gli amanti della cucina locale: la Dispensa di Fiè allo Sciliar. Dal 1978 i ristoratori della località invitano a pratecipare all’Ottobre gastonomico, pronti a sorprendere ancora una volta con la rivisitazione di piatti tradizionali. Piatti creati con amore e serviti con altrettanta passione. Piatti originali eppure antichi. L’ottobre culinario di Fiè: un’occasione da non lasciarsi sfuggire. www.voelserkuchlkastl.com
La tradizione ha un nome. 27 anni di “Festa dei Kastelruther Spatzen”: l’occasione per festeggiare è ancora più grande, fra migliaia di fans radunati sotto il grande tendone di Castelrotto. Un’emozione davvero senza eguali. www.kastelruther-spatzen.de
> 1-3 giugno 2012
30 Cavalcata Oswald von Wolkenstein a
a
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Nessun altro evento riesce a fondere così sapientemente storia, sport, tradizione, cultura e folclore come la celebre cavalcata intitolata ad Oswald von Wolkenstein. Il tradizionale spettacolo equestre è celebrato ogni anno sullo sfondo di un paesaggio unico e di fronte ad un pubblico in visibilio. Il torneo storico ha inizio al Castel Forte a Ponte Gardena: vessilli al vento, i cavalieri passano di torneo in torneo mettendo alla prova le loro doti di velocità, abilità e governo del cavallo. Spirito di squadra, coraggio e amore per l’animale: questi i requisiti fondamentali chiesti ad una squadra che voglia aggiudicarsi il prestigioso concorso. Al termine delle sfide, la solenne premiazione a Castel Prösels fra la pompa e lo sfarzo tipici del grande poeta e cantore lirico. La presentazione delle squadre partecipanti e la grande festa si terranno nella località di Fiè allo Sciliar. www.ovwritt.com
40 ALPE | Inverno
Inverno | ALPE 41
Visto & sentito
Pro do fres tti chi dai
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Neve “fiammante”. L’Alpe di Siusi, a gennaio 2011 ha fatto da sfondo al servizio fotografico della Ferrari FF, la Ferrari Four XOP57902. Circondata dallo splendido panorama del Gruppo del Sassolungo, la coupé, con 660 cavalli, auto cult della Ferrari FF brilla baciata dal caldo sole invernale. L’immagine la troverete nel catalogo della serie FF, distribuito in tutto il mondo.
Concorso Fotografico: Alpe di Siusi - Inverno “Alpe di Siusi Inverno – L’area vacanze dalla tua prospettiva”. Questo il titolo del concorso fotografico per amatori e fotografi, indetto tra il 03.12.2011 fino al 15.04.2012. La foto più bella, originale e unica che descriverà l’Alpe di Siusi e i paesini che le fanno da corredo, sarà la vincitrice. Maggiori informazioni su www.alpedisiusi.info. 1° premio: Weekend per due persone presso l’agriturismo Kompatscher Hof con colazione contadina 2° premio: Escursione guidata con Arc Alpin e offerta wellness per due persone presso l’hotel Heubad 3° premio: Cena per due persone presso il Vitalpina Wanderhotel Icaro
Viktor Röthlin all’Alpe di Siusi
Il famoso sentiero che dall’Alpe di Siusi porta a Passo Sella era stato inaugurato in data 30 luglio 1911. Esso porta il nome di Federico Augusto III, ultimo re sassone. In occasione del centenario del sentiero dedicato a re Federico Augusto, sono state installate tre tavole commemorative, che contengono aneddoti sul re oltre ad una precisa descrizione del sentiero.
Viktor Röthlin, il campione europeo in carica e grazie al suo sesto posto il maratoneta di pelle bianca più veloce ai giochi olimpici a Pechino nel 2008, a luglio si è allenato per la seconda volta per circa 3 settimane all’Alpe di Siusi, il più alto altipiano d’Europa. Assieme ai maratoneti provenienti dal Kenia e dall’Etiopia si è preparato per la stagione autunnale.
Foto: Pierluigi Benini
Centenario del sentiero Federico Augusto
colofone. ALPE: registrato pr. il trib. BZ, decreto n. 9/2002 R.St. Editore: Alpe di Siusi Marketing. Direttore Responsabile: Hubert Unterweger. Redazione: Elisabeth Augustin, Michaela Baur, André Bechtold, Rosa Maria Erlacher, Barbara Pichler-Rier. Pubblicità: Sabine Demetz, Christoph Trocker. Traduzioni: Bonetti & Peroni, Daniela Perucatti. Impaginazione: Komma Graphik. Stampa: Litopat, Verona. Tiratura: 50.000 copie
42 ALPE | Inverno
Il Vostro nuovo supermercato Coop nel cuore di Castelrotto Vi offre un‘ ampia offerta di prodotti di prima qualità. Unico nel suo genere è l’assortimento di delizie culinarie di contadini del luogo, di produzione biologica e del commercio equo e solidale. Al banco vendita ci sono Heinz, il mastro macellaio della conosciutissima Macelleria Silbernagl che vi offrirà dello speck tipico del luogo e la signora Helga, cuore ed anima del Panificio-Pasticceria Burgauner lo correderà col pane adatto lo “Schüttelbrot”. VeniteCi a trovare.
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