Armonie di cantiere

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ARMONIE DI CANTIERE Chiesa di Santa Croce - Cavallermaggiore

Confraternita di Santa Croce



Con il contributo di:


Confraternita di Santa Croce

Comune di Cavallermaggiore

ARMONIE DI CANTIERE Restauri nella chiesa di Santa Croce e San Bernardino a Cavallermaggiore


ARMONIE DI CANTIERE Restauri nella chiesa di Santa Croce e San Bernardino a Cavallermaggiore

Indice

Cavallermaggiore, maggio 2012 Una produzione Confraternita di Santa Croce - Cavallermaggiore Consorzio San Luca - Torino a cura di Luca Emilio Brancati Cesare Matta

Studio Reyneri Architetti - Torino Stampa Studio Gaidano & Matta - Chieri Si ringrazia per la collaborazione

contributi di

Maurizio Aceto Angelo Agostino Giuseppe Brunato Walter Canavesio Michele Curiotto Gaia Fenoglio Silvia Gazzola Marina Locandieri Giuseppe Milanesio Antonio Parodi Davide Pegoraro Marialuce Reyneri di Lagnasco Carla Tricerri Michelangelo Varetto

Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Torino, Asti, Cuneo, Biella, Vercelli. Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte.

ed inoltre

Associazione Conservare per Innovare - Torino Alessandro Bazzacco Filarmonica del ‘900 Michele Baravalle Luigi Revelli

Cesare Matta Consorzio San Luca - Torino Marialuce Reyneri di Lagnasco

Studio Gaidano&Matta - Chieri (Angelo Gaidano - Xavier Narduzzi)

Presentazione Michele Curiotto Don Giuseppe Brunato Antonio Parodi Prefazione Silvia Gazzola, Walter Canavesio

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Cronologia storica della chiesa di Santa Croce e San Bernardino Davide Pegoraro, Giuseppe Milanesio e Marialuce Reyneri di Lagnasco

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La chiesa di Santa Croce e San Bernardino: il restauro di un capolavoro nascosto Marialuce Reyneri di Lagnasco

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Conoscenza, la strada per la conservazione Marina Locandieri, Carla Tricerri, Michelangelo Varetto

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I pigmenti nel ciclo pittorico Maurizio Aceto, Angelo Agostino, Gaia Fenoglio

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Appendice La Confraternita di Santa Croce Giuseppe Milanesio

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Tabula gratulatoria

COPYRIGHT - Confraternita di Santa Croce - Consorzio San Luca - Torino 2012

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ai cittadini di Cavallermaggiore il restauro degli affreschi della cupola della chiesa dei Battuti Bianchi, dedicata a Santa Croce e a San Bernardino. I lavori di restauro, curati nei minimi particolari, sono durati oltre un anno. originario splendore. Siamo molto orgogliosi di aver contribuito a salvaguardare il patrimonio storico - artistico della nostra città. A nome dei confratelli e delle consorelle colgo l’occasione per ringraziare gli enti, le attività commerciali e artigianali e i privati cittadini che hanno contribuito con generosità alla realizzazione del restauro, nella speranza che l’impegno oggi profuso sia di stimolo ai giovani: possano guarpassato. ticolare al dottor Walter Canavesio della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici e all’architetto Silvia Gazzola della Soprintendenza per i Beni supervisione dell’intervento in corso e a tutti gli operatori, ditte, tecnici, professionisti che hanno reso possibile il successo dell’iniziativa, lavorando con costante dedizione ed entusiasmo. Il presidente della Confraternita di Santa Croce Michele Curiotto

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Croce – comunemente detta, nel linguaggio quotidiano, “dei Battuti Bianchi” – per la nostra cittadina di Cavallermaggiore rappresenta – artisticamente parlando – un’opera di “eccellenza”. Diversi sono i testi di storia locale che – parlando degli avvenimenti del passato e delle realtà di questo Comune – dedicano non poche pagine alla confraternita di San Bernardino. Ne descrivono l’origine... la storia... le varie Filippi di Baldissero – sacerdote di nobile e ricca famiglia del luogo – il quale con acuta intuizione commissionò il progetto all’architetto Francesco Gallo di Mondovì.

sono così nuovamente resi vivi e visivamente caldi i colori dell’insieme della grandiosa opera. Apprezziamo ed applaudiamo il “coraggio” dell’iniziativa. Anche in questa maniera si dimostra di “avere a cuore” il proprio paese... Auspichiamo che serva di esempio e di sano “contagio” anche per gli indispensabili restauri rurale di Cavallermaggiore. Il parroco Don Giuseppe Brunato

Chiunque entri in questa chiesa – per quanto digiuno di senso artistico – alzati gli occhi alla maestosa cupola, mentre ammira il ciclo di affreschi che la rivestono, rimane profondamente ammirato ed anche stupito per la bellezza architettonica ed armonica della costruzione, per le rappresentazioni e per la genialità dei pittori Pozzo che la decorarono, esprimendo su quelle pareti il meglio della loro arte. Per la verità tutta la costruzione presenta pregevoli opere artistiche. E non solo pittoriche, ma anche di splendide sculture in legno. Per non tacere degli splendidi mobili mento di un cospicuo “passato” di notevole gusto ed importanza artistica del nostro paese. Plauso pieno e profonda riconoscenza ai membri della confraternita dei Battuti Bianchi che – nei mesi scorsi – si sono assunti l’impegno e l’onere di un fondamentale e completo restauro degli affreschi del ciclo decorativo della cupola, facendo ripulire, rinnovare e riportare – con estremo rigore – le pitture al loro stato originale. Tolta la polvere che negli anni si era depositata... levate le tracce 6

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Cari concittadini, siamo nel 1737 quando l’abate Filippi dei Conti di Baldissero volle costruire una nuova chiesa per la Confraternita di zione venne però sospesa per mancanza di fondi. È stato scritto che punto nell’amor proprio per una satira, fece riprendere i lavori completandoli nel 1743 a sue spese. testimonianza di opere meravigliose, frutto dei più rinomati artisti e architetti di quel periodo. opere così belle e importanti che davano segnali preoccupanti di degrado. Nel 2010 un nutrito gruppo di consorelle e confratelli della Confraternita di Santa Croce con altre persone amanti tra l’altro delle opere d’arte, hanno avviato con grande fervore la ricerca di fondi, percorrendo tutte le strade possibili, coinvolgendo privati, fondazioni, banche, istituzioni, etc… punto di riuscire a coprire praticamente tutte le spese del restauro. A queste persone e a tutti i donatori che hanno permesso con la loro generosità e sensibilità il coronamento di un sogno, far ritornare a splendere l’amata confraternita con le sue opere, van tutti i miei sinceri sentimenti di gratitudine e stima. Il sindaco Cav. Antonio Parodi

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Prefazione Silvia Gazzola1, Walter Canavesio2

A conclusione del primo lotto di interventi di restauro all’aula della chiesa di Santa Croce di Cavallermaggiore, gli enti di tutela non possono che condividere la volontà dei confratelli e di tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito alla realizzazione di un recupero non solo doveroso nei confronti della storia della città, nel suo aspetto particolare della devozione laicale, ma anche per la storia dell’arte cittadina, e di tutto il Settecento piemontese, perché, non dimentichia-

conto con una pubblicazione adeguata al lavoro oggi solo parzialmente concluso, ci vorrà perciò anche il contributo di storici della comunità e di storici della religione, che si occupino di quell’aspetto particolare, così vivo in Piemonte, dell’associazionismo laicale, per completare ed integrare i dati storico-artistici nel tessuto più intimo della città, quello della sua storia e delle sue radici umane, dove le volontà, le speranze, i desideri si sono concretate in oggetti che, scher-

sviluppi del barocco a scala molto ampia, addirittura sopraregionale. Si pensi ad esempio alle maestranze luganesi che hanno operato alla cupola, la complessa dinastia dei Pozzo di Puria, in Valsolda, oggi in fase di nuove riscoperte ed

di servizio, intesi ad un aiuto concreto e solidale nel corpo sociale della comunità. È una peculiarità del Piemonte l’esistenza per tutto il Settecento di presenze di alto contenuto culturale fuori dagli itinerari abituali, lontano dai centri più importanti e lontani anche dalle residenze direttamente condizionate dalla corte torinese, queste ultime spesso su linee di retroguardia rispetto alle sperimentazioni vere, che, dopo la fase guariniana e juvarriana, si espressero fuori da quel mondo ricco ma divenuto un po’ autoreferenziale. Persino l’architetto del plessa visione illuminista nella chiesa di Carignano, lontana dai clamori e dalle ingessature delle residenze, ed il vecchio Francesco Gallo, solido e potente architetto di scuola deliziosamente attardata sui modelli di Antonio Bertola, saprà misurarsi con entusiasmo creativo davanti alle novità romane portate da Juvarra a Torino, e lo farà alla Trinità di Fossano e con Santa Croce di Cavallermaggiore.

importanti recenti volumi sui luganesi in Piemonte. Per questo motivo il restauro assume un carattere di conoscenza e di attualità non secondario per la vicenda dei Pozzo, i quali, di quadratura, hanno in fasi diverse operato su gran parte provincia di Cuneo. Si tratta di un’attività capillare che va ad arricchire, nel complesso della loro vicenda, le presenze ben testimoniate nelle residenze sabaude. La stretta compartecipazione fra architetto e pittori si delinea nella confraternita cavallermaggiorese con particolare interesse, perché qui decorazione pittorica ed architettura si compenetrano a più livelli sino ad ottenere un’omogeneità di incastro non presente in altri cantieri di Francesco Gallo, l’autore della chiesa di Santa Croce. Come sempre, quindi, un restauro impegnativo apre strade nuove alla ricerca e porta acqua al mulino, oggi ben avviato, della riscoperta di questi plessi architettonico-pittorici di notevole livello culturale. Ma i restauri, si sa, forniscono dati grezzi, che avranno bisogno per il futuro di essere completati da un’accurata ed ampia rilettura di documenti originali sino a ricomporre il puzzle di eventi date e personaggi che ne sono stati protagonisti, primo fra tutti l’abate Giovanni Battista Filippi di Baldissero, che volle e realizzò a sue spese, con generoso omaggio, questo bellissimo gioiello del barocco cittadina perfettamente in grado di accettare e godere con orgoglio di questo frutto aggiornato e, come dicevano i trattatisti settecenteschi, “scherzante”. Quando si penserà a dar 10

la parte basamentale, il luogo dove l’architettura si fa sentire di più, con le membrature e gli stucchi, e dove si prepara la meraviglia del trapasso al mondo svolazzante e luminoso ed un nuovo impulso da parte della popolazione per veder molto tempo la meraviglia, quella stessa meraviglia che già accolse in un momento ormai a noi lontano e pure così presente e vivo, i confratelli e tutti i cittadini di Cavallermaggiore nell’attimo del suo primo glorioso scoprimento. 1

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Architetto, Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Torino, Asti, Cuneo, Biella, Vercelli Storico dell’arte, Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte

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Cronologia storica della chiesa di Santa Croce e San Bernardino a cura di Davide Pegoraro, Giuseppe Milanesio e Marialuce Reyneri di Lagnasco

1461 Primo accenno alla Compagnia dei Disciplinati con 1523

mentario di Bernardino Caramelli, pievano di Santa Maria della Pieve, concernente la cascina detta poi “Caramelli “ o “Tetti dei Battuti”.

1533 Fondazione della Compagnia di Santa Croce. Seconda metà del ‘500 La Confraternita costruisce un piccolo Oratorio di San Bernardino all’interno delle mura, vicino alla Porta Sottana. Fine ‘600 - inizio ‘700 Dopo una lunga serie di eventi bellici, aumento demoedilizio in Cavallermaggiore, volontà di rinnovamento e conseguente trasformazione della città. 1711 La Comunità di Cavallermaggiore approva la proposta della Compagnia di San Bernardino di istituire un ospedale da gestire con i proventi del legato Caramelli.

numero crescente di confratelli) e perizia della costruzione esistente. 1737 L’abate Giovanni Battista Filippi dei Conti di Baldissero commissiona il progetto per una nuova chiesa per la Confraternita di Santa Croce a Francesco Gallo (1672-1750). 1743 l’organo e sulla parete dipinta (

).

1775 Costruzione dell’altare maggiore ad opera di Andrea Vaj di Savigliano. 1810 Posa in opera del pavimento in pietra di Barge da parte di Giuseppe Corsero di Barge. 1814 Lo scultore di legno e marmo Giovanni Maria Fossati di Racconigi realizza la porta d’ingresso alla chiesa, la balaustra e i gradini dell’altare in marmo di Valdieri, prezzo complessivo di L. 900.

1717, 19 maggio Editto regio per stabilire Ospedali generali in tutti i comuni dello Stato Sabaudo. Si separa l’assisten1722 Avviene il passaggio di consegne dalla Confraternita alla Congregazione di Carità non solo del patrimonio immobiliare ma soprattutto di obiettivi tra cui vi era quello ospedaliero. 1726 Primi contatti tra Francesco Gallo e la “Molto illustre Comunità di Cavaller Maggiore”. 1733, 14 aprile Stima dei costi necessari alla costruzione di una nuova chiesa per la Confraternita di Santa Croce (essen12

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1822, 11 marzo Fusione della campana ad opera dei fratelli braidesi Giuseppe e Antonio Vallino, per L. 31. 1845 Costruzione dell’organo per mano dell’architetto Carlo Vittino, originario di Netro nel Biellese, ma con laboratorio a Centallo, modellando una cassa preesistente. 1958 Sostituzione della lamiera e della struttura lignea di supporto della lanterna sulla cupola, entrambi deteriorati dal tempo e dalle incursioni aeree della Seconda Guerra Mondiale. 1961 Sostituzione delle due campane; sostituzione del telaio di sostegno in legno con struttura in ferro; sostituzione pavimento della cella campanaria con soletta in cemento armato. 1976 Rifacimento della copertura della cupola con la sostituzione delle travi gravemente danneggiate dalle incontributo del Gruppo Alpini di Cavallermaggiore, alla raccolta di fondi fra la popolazione (gestita dagli stessi alpini) ed al contributo della Confraternita (totale 7.611.650 lire). 1977 Dedicazione della chiesa ai caduti militari e civili di tutte le guerre e posa della lapide sul piazzale antistante. 1979 nanziamento erogato della Regione Piemonte).

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1979 la croce dopo il restauro a carico della Soprintendenza di Torino. Il medesimo giorno fu ritirato per il restauziamento erogato della Regione Piemonte). 1988 Restauro della copertura metallica del lanternino; sostituzione di una parte della copertura in coppi nell’angolo che si forma tra il tetto del coro ed il campanile con una lastra di rame per evitare il continuo 14

intasamento delle gronde da parte dei piccioni (lire lire 187.760 erogati dal Comitato per la Tutela del Patrimonio Artistico di Cavallermaggiore). 1989 Manutenzione degli apparati lignei del coro e della sacrestia. Il Comitato Permanente per la Tutela del Patrimonio la catalogazione e sistemazione dell’archivio della Confraternita. 1990 In occasione delle festività natalizie: mostra di presepi all’interno della chiesa con possibilità di visite guidate al coro ed alla sacrestia. 1991 Ripassatura della copertura in coppi della cupola (lire 855.000 a carico della Confraternita). to erogato dal Comune. 1992 Approvazione dei nuovi statuti della Confraternita di S. Croce da parte del cardinale Giovanni Saldarini. Elezione del consiglio direttivo e degli organi istituzionali secondo quanto dettato dai nuovi statuti. Ripassatura del tetto del corridoio Nord (lato campanile). Consegna dei camici bianchi ai confratelli. I confratelli hanno ripreso a partecipare alle processioni cittadine. 1993 descrizione dei particolari. Intervento di manutenzione nella parte alta della factale occasione sono state calate le due statue in terracotta della facciata perché molto deteriorate e pericolanti e portate all’interno della chiesa in attesa di un restauro. 1995 Riparato e restaurato l’organo installato nel 1845 da Carlo Vittino di Centallo. I lavori interessano la

tenuta d’aria, la riparazione della membrana in pelle d’agnello del mantice, la pulizia e l’inceratura della pedaliera, il ripristino del registro dei campanelli, disattivato in epoca “ceciliana”, l’accordatura dello strumento (i lavori si sono conclusi nel 1996 e sono stati eseguiti da Mario Garneri). 1996 La Confraternita si mette in contatto con il prof. Lerda, docente di Discipline Plastiche presso il Liceo artistico di Cuneo Ego Bianchi per proporre alla scuola un intervento di restauro delle statue della facciata. Vista la copie in vetroresina. 1997 Esposizione delle copie delle statue in vetroresina rente le fasi salienti della costruzione realizzata dalla Confraternita e dal Liceo artistico di Cuneo. Collocazione delle copie delle statue sulla facciata. Nel periodo natalizio: mostra del giocattolo d’altri tempi. 1998 Poiché periodicamente si rende necessario far intervenire un’impresa per riparare il tetto della cupola dalNicola Solavaggione il progetto di recupero della coNel periodo natalizio: mostra dei Presepi dal Mondo (Michele Sola). 1999 Stesura del progetto per il restauro della copertura, con le domande di autorizzazione e le richieste di contributi. Visita da parte degli allievi del Corso quadriennale di arte sacra cuneese (patrocinato dal Centro servizi pastorali provincia di Cuneo “Mons. Biglia”, dal Servizio Beni Culturali Ecclesiastici Diocesi di Cuneo, dalla Società per gli studi Storici Archeologici ed Artistici di Cuneo). 2000 Dopo la prematura morte dell’arch. Nicola Solavaggione il progetto di restauro della copertura

ziano a novembre. Durante il periodo delle festività natalizie: mostra fo2001 Completati i lavori di restauro copertura cupola, degli intonaci esterni della lanterna e del campanile e rifacimento delle decorazioni; installato sistema elettrico di allontanamento piccioni (speso 131.107.911 lire con contributi del Comune di Cavallermaggiore; della Fondazione CRT; della Compagnia di S. Paolo; del Credito Cooperativo di Cherasco; della Fondazione CRS; della Regione Piemonte; della Rolfo S.p.A. e della ditta Ghemar). niche di Francesco Gallo organizzata dalla Provincia di Cuneo e dal Politecnico di Torino II Facoltà di Architettura di Mondovì. Concerto di musica barocca per celebrare il completamento dei lavori di restauro (Interpreti: Caruana Alessandro e Testa Annarita tromba; Garneri Antonio violino; Garneri Mario organo). L’associazione “Mania” di Savigliano, diretta da Giuseppe Porcu, ha rappresentato un’originale spettacolo teatrale all’interno della chiesa in cui si immaginava l’arch. Francesco Gallo intento a progettare ed a dirigere la costruzione dell’opera. Gli spettatori venivano accompagnati a turno dagli attori a scoprire le meraviglie presenti. Realizzazione del libro “La confraternita dei Battuti Bianchi” e presentazione, in occasione dell’inaugurazione della Mostra del libro di Cavallermaggiore, da parte del curatore prof. Enrico Genta Ternavasio. 2002 Realizzazione di un pieghevole da distribuire ai visitaRifacimento impianto elettrico e d’illuminazione della chiesa. Visite guidate dei partecipanti all’iniziativa “Rivelazioni Barocche” 2002 organizzata dalla Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti nei giorni 31 agosto; 7, 21 e 28 settembre; 12 e 19 ottobre. lermaggiorese Giovanni Gattino. 15


La chiesa di Santa Croce e San Bernardino: il restauro di un capolavoro nascosto Marialuce Reyneri di Lagnasco1 Mostra del Giocattolo antico in collaborazione con il Museo del Giocattolo di Bra. 2003 Realizzazione di una mostra di presepi durante il periodo natalizio. Espositori: Michelangelo Pulcioni (Associazione Amici del Presepio di Assisi), Bruno Pellegrino (Associazione Amici del Presepio di Cavallermaggiore). 2006 Sostituzione dell’impianto antifurto. 2007 Concerto di musica Jazz in occasione della chiusura della Mostra del libro di Cavallermaggiore. 2008 Apertura per visite guidate a cura dell’Associazione Terre dei Savoia. Settembre 2008 mostra di presepi e visita della chiesa da parte dei partecipanti al convegno dell’Associazione nazionale Amici del Presepio. In occasione della Mostra del libro di Cavallermaggiore esposizione dedicata ai 100 anni dalla nascita di Cesare Pavese. 2009

servativo della chiesa all’architetto Marialuce Reyneri di Lagnasco.

2010 18 giugno: serata di presentazione del progetto di recali eseguiti dal gruppo strumentale “In sono tubae”, Marco Garneri all’organo e Marco Bellone e Annarita Testa alla tromba. Mostra di stampe sulla Sindone a cura di Giuseppe Reviglio della Venaria. Incarico al Consorzio San Luca di Torino per i lavori Novembre 2010: installazione dei ponteggi. 2011

scate della cupola. 22 giugno: serata dedicata all’illustrazione dei lavori di restauro degli affreschi con possibilità di accesso ai

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ponteggi per vedere “da vicino” lo stato di avanzamento lavori guidati dall’arch. Marialuce Reyneri e dai restauratori del Consorzio San Luca. 21 agosto: possibilità di accesso ai ponteggi per vedere l’avanzamento dei lavori di restauro, accompagnati dai confratelli.

proprio gioiello nascosto, frutto delle eccellenti capacità progettuali dell’architetto Francesco Gallo, il quale grazie alla perfetta sintonia con i pittori della famiglia Pozzo,

anni ha operato per la Confraternita con semplicità e dedizione. 6 novembre: cantiere aperto con possibilità di accesso ai ponteggi per vedere l’avanzamento dei lavori di restauro, in serata al Santuario concerto dei Maestri del di per la conclusione del restauro, organizzato dall’associazione Susa Culture.

proprio capolavoro del Barocco piemontese, uno di quei monianza dell’eccezionale livello artistico raggiunto nel ‘700 in questa area, sui quali vale davvero la pena di concentrare gli sforzi per un recupero e una valorizzazione che possa trasformarli in preziosi oggetti di sviluppo culturale e turistico per il territorio.

2012 Marzo: chiusura lavori di restauro. 19 maggio: presentazione dei restauri con la partecipazione dei Maestri del Teatro Regio di Torino.

La chiesa appartiene da sempre alla Confraternita di Santa Croce di Cavallermaggiore, anche detta dei Battuti Bianchi per i camici bianchi che vengono ancora oggi indossati dai suoi iscritti durante le processioni.

ciascuno dei quali porta su di un cartiglio una citazione ta una folla di personaggi sorretti da nembi, in una sorta Luca, San Paolo e Sant’Agostino, sulla nube più alta, sorretta da angeli, S. Giuseppe e S. Giovanni Battista; al di Carlo Borromeo; dalla parte opposta San Lorenzo, una

dell’abate Giovanni Battista Filippi di Baldissero, per la necessità di avere un luogo adatto a riunire il numero all’architetto monregalese Francesco Gallo, aiutato nella pittura interna dall’abile maestria di giochi prospettici e chiaroscurali dei decoratori luganesi Pozzo (i fratelli Pietro Antonio, Gian Pietro e Giovanni Battista), i quali attraverso i segreti della pittura prospettica, arrivarono a rendere quasi impercettibile il passaggio tra realtà e La struttura narrativa delle pitture si suddivide in due ordini prima di giungere al suo completo compimento nella cupola ellittica. Nel primo, l’architettura si apre in tre grandi arcate che contornano i due altari laterali e l’altare maggiore. Ai lati di ciascuna arcata si slanciano due imsi arricchisce di stucchi e rilievi che culminano con il cornicione che conclude il primo ordine. Il tamburo, illumiin cui gli sbalzi e la decorazione si compenetrano in un Tav. 1

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tegra nell’architettura, in un eccellente esempio di qualità descrittiva e di capacità tecniche. Il progetto di restauro dell’intero complesso della Chiesa suo insieme a partire dal 2009, con l’obiettivo di fornire nale del manufatto, insieme ad un programma d’intervento, che individuasse una serie di lotti successivi su cui intervenire, in relazione allo stato di avanzamento del degrado ed alle risorse disponibili, in modo da poter mantenere una continuità nell’opera di restauro. Tav. 2

rilievo geometrico dell’intero manufatto (tavole 1-2-3-4), accompagnato dall’analisi dei dati materici e dalla mappatura delle patologie di degrado in corso (tavole 5-6). delle autorizzazioni necessarie per l’avvio delle opere di restauro da parte delle Soprintendenze competenti. scrupolosa operazione di ricerca dei fondi necessari per avviare il cantiere. Sono state presentate richieste presgere l’intero importo necessario, sono state organizzate iniziative di presentazione del progetto per l’intervento di restauro presso la comunità locale, con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione alla salvaguardia di un manufatto così prezioso e contemporaneamente avviare una campagna di raccolta fondi. Gli sforzi sono stati premiati

Tavv. 3 - 4

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le opere di restauro avviate e permettere una fruibilità crescente al capolavoro di sua proprietà. Con questo proposito, con la collaborazione di tutti i Confratelli, degli addetti alle opere di restauro, i responsabili per la sicurezza

Tavv. 5 - 6 Elaborati progettuali con l’analisi del degrado e l’ipotesi d’intervento

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Fig. 1 - La volta affrescata prima del restauro.

Fig. 2 - Particolare dello stato di avanzamento del degrado prima dell’intervento

in cantiere e la stampa locale, sono state organizzate tre

In particolare nel corso del 2000 la Confraternita aveva sapientemente portato a termine un intervento di ripassatura completa delle coperture, in modo da eliminare la -

chiunque fosse interessato potesse avere l’occasione di vedere da vicino i preziosi affreschi e le metodologie di conservazione utilizzate. L’iniziativa ha riscosso un inaspettato successo, tanto che complessivamente sono state condotte sul ponteggio più di centocinquanta persone, suddivise in gruppi. Il primo lotto di restauri2 della cupola ellittica e del tamburo, includendo nell’in-

subite negli anni precedenti, non solo dalle coperture, ma anche dai serramenti o da problemi di umidità di risalita capillare dal terreno.

e la revisione della copertura in rame del lanternino sovrastante la cupola.

L’acqua, infatti, veicolando i sali solubili, aveva generato to di zone più o meno ampie d’intonaco dal supporto mu-

La scelta rispondeva ad un criterio di maggior urgenza nel contrastare una fase di degrado ormai avanzata, oltre che ad un desiderio di riportare agli antichi splendori

decoesione, polverizzazione ed esfoliazione della pellicola temente abrase ed altre sono irrimediabilmente andate

Grazie alla scrupolosa e costante opera di manutenzione svolta dai Confratelli negli anni passati, la Chiesa si stri, senza passare attraverso interventi di ridipintura, originali. 20

te richiedeva un intervento urgente, a causa di fenomeni

delle campiture cromatiche più scure come in prossimità ressate da un diffuso accumulo di materie di sedimentazione, che velavano la brillantezza dei colori.

Fig. 3 - Particolare dello stato di avanzamento del degrado prima dell’intervento

policrome erano caratterizzate da uno stato di fragilità alla tecnica utilizzata dagli artisti. I pittori, infatti, hanno eseguito la decorazione delle parti architettoniche con la tecnica ad affresco, aggiungendo in un secondo momento co di calce. Alcuni cornicioni in stucco si presentavano danneggiati, con caduta parziale di materiale. La parte inferiore delle pareti mostrava importanti segni di umidità di risalita

delle campiture cromatiche più scure

Il pavimento in quadrotte di quarzite (bargiolina) a colori dità di risalita capillare dal sottosuolo. Nei prospetti esterni il paramento murario in mattoni faccia a vista non mostrava evidenti problemi di degrado, nei punti maggiormente in aggetto, e una leggera patina biologica localizzata. In corrispondenza del basamento di facciata si riscontravano fenomeni di erosione della

evidenziati da alterazioni cromatiche, formazioni di sali e polverizzazione della pellicola pittorica, a volte mascherata da un intervento recente di ridipintura. Su tutta la La volta del coro appariva in migliori condizioni ad escludell’intonaco, caduta di tratti di cornicione e polverizzaLa volta della sacrestia si trovava in buono stato di conservazione senza segni evidenti di degrado. 21


irraggiamento solare alternato al dilavamento esterno rendendola quasi bianca, mentre la verniciatura interna la tessitura del legno, arsa e priva di protezione. Le parti vetrate erano composte in origine da più pannelli di vetri legati a piombo, deterioratisi nel tempo e parzialmente sostituiti da elementi nuovi e diversi per forma e sono stati puliti e integrati con tasselli in legno di rovere, come gli originali, riducendo il lavoro al minimo indispensabile, procedendo quindi alla stesura di un imFig. 6 - Particolare dei danni provocati dall’umidità di risalita capillare dal terreno sul paramento murario in mattoni faccia a vista

all’umidità di risalita capillare dal terreno nei punti sottoposti a minor irraggiamento solare o vicini alla caduta d’acqua dai gocciolatoi, non canalizzata e che pertanto

appena concluso, sono consistite inizialmente nella puli-

Fig. 7 - Particolare della fase di estrazione di sali solubili con impacchi di carta assorbente e acqua demineralizzata

umane, consentendo comunque una buona armonia d’in-

ancora originali nella quasi totalità dei casi, ma la mancata manutenzione e la posizione soggetta al continuo

passare alla fase di estrazione di sali solubili con ripetuti 7), potenziati dal locale assorbimento dei sali con impac-

za della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte e della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Torino, Asti, Cuneo, Biella, Vercelli.

eseguendo i ritocchi pittorici solo dove necessario per migliorare la lettura d’insieme delle scene rappresentate, utilizzando materiali reversibili, secondo criteri di “riconoscibilità”, in modo da trasmettere la “fragranza” del

Le campiture mancanti nel disegno geometrico delle architetture sono state riempite e ricostruite con puntinature di colore simile all’originale, ma riconoscibile; mentre

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I vetri antichi delle specchiature ancora integri sono stati zati nuovi pannelli in vetro trasparente, legati a piombo

stata rigorosamente conservativa: avendo avuto il privilela quale non erano mai stati eseguiti interventi di restau-

acquarello, applicati con velature e puntinature sottotono su tutte le lacune e sulle stuccature a livello, per ottenere una leggibilità completa dell’opera e restituirne l’unità cromatica.

ridare continuità cromatica, abbassando il tono delle par-

recuperata, pulita e riposizionata in opera.

che deve essere restituito integro alle generazioni future.

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sono andate perdute avrebbe infatti introdotto elementi disomogenei e turbativi in una unità formale di grande suggestione estetica. 23


Conoscenza, la strada per la conservazione Marina Locandieri, Carla Tricerri, Michelangelo Varetto1 territorio e tutta la comunità cavallermaggiorese ne possa sarà quello di trasformare il manufatto in un contenitore per l’esposizione permanente del grande patrimonio di sculture lignee, tele e pianete di proprietà della Confraternita. ra eseguite, nei prossimi anni ci si augura di riuscire ad delle pareti dell’aula principale, rimaste escluse dalla fase di cantiere appena conclusa.

patrimonio possa diventare ancor più fecondo per tutti.

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Architetto, progettista e direttore dei lavori del cantiere di restauro

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alta sorveglianza: Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Provincie di Torino, Asti, Cuneo, Biella e Vercelli: arch. Silvia Gazzola Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici, Etnoantropologici del Piemonte: dott. Walter Canavesio direzione tecnica di cantiere: prof. Michelangelo Varetto e arch. Marina Locandieri (Consorzio San Luca) coordinatore alla sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione: arch. Manuela Ghirardi opere di restauro artistico: Consorzio San Luca per la Cultura l’Arte ed il Restauro - Torino opere di restauro dei serramenti: Marco Pecollo – Cavallermaggiore (Cn) impianto elettrico di cantiere: G.I.E. di Giovanni Grosso – Monasterolo di Savigliano (Cn) allestimento ponteggi: Khamis – Orbassano (To)

Prato P., Alcune notizie storiche su Cavallermaggiore, Savigliano, 1912, seconda edizione Bonino A., Storia della città di Cavallermaggiore, Torino, 1926, p.76 Passanti M., Ospedali del Sei e Settecento in Piemonte, in “Atti e rassegna tecnica della Società Ingegneri e architetti di Torino”, nuova serie, anno 5, n.4, aprile 1951, pp. 32-52 Carboneri N., L’architetto Francesco Gallo 1672 - 1750, Società Piemontese d’archeologia e di belle arti, nuova serie, Atti, volume II, Torino, 1954 Galletto S. (a cura di), Cavallermaggiore. Storia, vita, arte, Cavallermaggiore, 1967 Griseri A., Itinerario di una provincia, Cuneo, 1974 Casiraghi G., La diocesi di Torino nel Medioevo, in Biblioteca Subalpina, CLXXXXVI, Torino 1979 Rigotti G., Due rilievi di chiese a pianta “ovata” nel cuneese, in “Atti e Rassegna tecnica della Società Ingegneri e architetti di Torino”, nuova serie, anno 33, n.6, giugno 1979 Carità G. (a cura di), Per i quattrocento anni della “Misericordia, 1579 - 1979. Indagini e documenti sulla storia di Cavallermaggiore, Cavallermaggiore, 1980 Palmucci L., Chierici P., Gli ospizi di Carità in Piemonte: appunti per una lettura del fenomeno insediativo, in “Storia Urbana”, n.12, Milano 1980, pp.27-57 L’archivio della Confraternita di Santa Croce, in Carità G., Genta E. (a cura di), Percorsi storici Natoli C., Cavallermaggiore. Chiesa della confraternita di Santa Croce e San Bernardino, in Comoli V., Palmucci L. (a cura di), Francesco Gallo 1672- 1750. Un architetto ingegnere fra Stato e Provincia, Torino, 2000, pp. 288- 289 Millon H.A., L’architettura barocca nelle province, in Comoli V., Palmucci L. (a cura di), Francesco Gallo 1672- 1750. Un architetto ingegnere fra Stato e Provincia, Torino, 2000, pp. 208-209 Cuneo C., Variazioni sul tema della pianta centrale nelle architetture religiose, in Comoli V., Palmucci L. (a cura di), Francesco Gallo 16721750. Un architetto ingegnere fra Stato e Provincia, Torino, 2000, pp. 79- 83 Chierici P., Idee, progetti, esiti nell’architettura esistenziale, in Comoli V., Palmucci L. (a cura di), Francesco Gallo 1672- 1750. Un architetto ingegnere fra Stato e Provincia, Torino, 2000, pp. 85- 93 AA.VV (a cura di Genta Ternavasio E. e Gerbaldo P.), La confraternita dei Battuti Bianchi, Cavallermaggiore, 2001

«... poche lastre di piombo collocate a tempo debito su un tetto, poche foglie secche e sterpi spazzati via in tempo da premurosa; proteggetelo meglio che potete e ad ogni costo, da ogni accenno di deterioramento. Contate quelle pietre come contereste le gemme di una corona, mettetegli attorno dei sorveglianti come si trattasse delle porte di una città assediata; dove la struttura muraria mostra delle smagliature, tenetela compatta usando il ferro; e dove essa cede, puntellatela con le travi; e non preoccupatevi per la bruttezza di questi interventi di sostegno: meglio avere una stampella che restare senza una gamba. E tutto questo fatelo amorevolmente, con reverenza e continuità e più di una generazione potrà 2

La consapevolezza che – come raccomandato da John Ruskin nel 1849 – poche, semplici, regolari ed amorevoli cure siano alla base della continuità del patrimonio culturale di generazioni di persone, conduce alla graduale comprensione che nel preservare tutti quei segni del tempo che contribuiscono a narrare la storia di un organismo, la “pelle” dell’opera non si riduca a mera emergenza estetica bensì a titolare di un vissuto da tramandare. Alla confraternita di Santa Croce la manutenzione continua degli ultimi duecento anni ci ha consentito di conderazione di ciò, a causa dell’urgente necessità di cure manutentive (soprattutto in relazione allo stato conserappieno le istanze della riconoscibilità e del minimo intervento3. Nodo centrale, quindi, il confronto tra approcci differenti al fare restauro e l’abituarsi alla possibilità di operare attraverso interventi minimi di salvaguardia dell’opera, con la conservazione della mancanza, risanata e stabile, e l’accettazione delle permanenze degradate. Il lungo percorso di conoscenza e di approfondimento sciplinari tra l’architetto specializzato, lo storico dell’arte, il chimico ed il restauratore, un gruppo di lavoro organico in cui il limite di ciascuno ha costituito la risorsa d’in-

Il progetto di conoscenza: lo stato di conservazione le coperture e dai serramenti. Oltre agli spessi depositi di polvere e sporco che offuscavano la lettura della bella policromia, erano evidenti i segni del degrado delle suzioni (le caratteristiche macchie biancastre prodotte dalla migrazione, e successiva cristallizzazione, dei sali solubili ne, alterazione cromatica, polverizzazione, esfoliazione e caduta della pellicola pittorica. Ma delle particolarità avevano colpito l’osservazione ancor prima di montare il ponteggio: alcuni incarnati si presentavano di colore marrone-grigio, mentre altri erano belli rosei. La rispoun uso della biacca oppure di un legante organico poi alteratosi4. Lo scopo principale delegato alle indagini di laboratorio consisteva nel riconoscimento dei pigmenti in opera ed inoltre nel determinare ed approfondire gli strati pittorici degli incarnati di cui era evidente il marcato viraggio del colore accennato nel paragrafo precedente5. lievo di tre microcampioni, individuati in prossimità di lacune già esistenti in modo da minimizzare l’invasività dell’operazione, poi sottoposti ad indagine microstrati6 e ad osservazione al microscopio elettronico a scansione con modalità a pressione variabile e analisi con microsonda (XVP-SEM/EDS) per rilevare la composizione elementare dei materiali e dei pigmenti usati7. Nei campioni prelevati non si sono osservati effetti di ganici e, non avendo rilevato la presenza di piombo negli mento da alterazione di biacca. La spiegazione per le alterazioni cromatiche osservate può avere quindi diverse

altri componenti. 24

25


Fig. 1 - Sezione lucida trasversale del cinabro-vermiglione

e C3: la diversa porosità e la diversa solubilità del gesso rispetto alla calce può aver determinato l’assorbimento di particolato ed i conseguenti effetti di alterazione cromavata la presenza di mercurio, attribuibile all’impiego di vermiglione8 alterazione e un viraggio cromatico in tonalità più scure e tendenti al marrone. È possibile perciò che la presenza di vermiglione abbia interagito con la solfatazione producendo l’inscurimento nei campioni C1 e C2 e non C3, -

Fig. 2 - Sezione lucida trasversale dello smaltino

i gruppi principali sono realizzati mediante la tecnica 11 , mentre buona parte delle

ciò nonostante sono stati individuati alcuni pentimenti e cambiamenti compositivi dell’artista.

rico originale. La grande estensione delle giornate (il cui attacco non risulta sempre agevole da individuare a causa della perfetta congiunzione e della leggera ruvidezza dell’intonaco) consente di immaginare una realizzazione piuttosto sicura e rapida, oltre a delle esecuzioni a secco;

L’intervento di restauro: i dipinti murali

analisi, pur non essendo raccomandato ad affresco nella bre trattato Perspectiva pictorum et architectorum (scritto tra il 1693 ed il 1698, prima dell’esecuzione di quest’opera ma molto diffuso) nel quale il pittore indicava anche alcuni accorgimenti per il suo utilizzo.

quel senso di “vita” che si respirava all’interno della confraternita di Santa Croce. Una volta sui ponteggi, superato lo stupore per la qualità esecutiva dell’opera, progressivamente siamo stati introdotti nelle vicende di questa dinastia di pittori e quadraturisti grazie alle utilissime informazioni avute nel corso dei sopralluoghi del prof. Canavesio e dell’arch. Gazzola che condividevano, con noi conservatori, il proposito di non snaturare lo spirito del monumento. L’emozione vissuta nel visionare da vicino gli affreschi, risiedeva principalmente nell’ammirazione di una pittura pressoché priva di incertezze o pentimenti,

Progetto di conoscenza: la tecnica esecutiva

I dipinti hanno per supporto un intonaco di calce e sabbia e sono realizzati con la tecnica del “bianco di calce”9 mescolato ai pigmenti tradizionali del periodo10 e con stesure pittoriche materiche, di notevole spessore e corpo. Le decorazioni architettoniche, quelle vegetali ed 26

Seppur trascorsi all’incirca duecentosettanta anni, all’avvio dei lavori la forza e il sentimento espresso dai fratelli Pozzo era ancora pulsante, sicuramente grazie al tangibile amore che i confratelli hanno riversato sul luogo, difendendolo da ogni “aggressione” esterna. Ci ha colti perciò un profondo senso di rispetto, e di sano timore reverenziale, nel dover metter mano ad un’opera che si presentava praticamente intatta nella propria genuinità. Quindi una “mission” per un anno di lavori: l’impegno

Fig. 3 - Rilievo 1:1 della tecnica d’esecuzione e mappatura del degrado

lasciato sull’intonaco ancora fresco, il segno preparatorio

eseguito con ocra rossa, la corposità della pennellata, la precisione con cui sono stati eseguiti gli strumenti musicali, l’esecuzione dei profeti e degli angeli musicati senza traccia (spolvero o cartone), ma dipinti di getto sull’intonaco, hanno fatto sì che la nostra professionalità rimanesse affascinata ed ammirata da questa famiglia di pittori. È nostra opinione che si sia trattato di un lavoro di gruppo basato sulla disciplina e la ripetizione, al tempo stesso non mera esecuzione quanto interiorizzazione del senso, o dei sensi insiti nel gesto, da rilasciare nell’opera. L’esecuzione generazioni: costituisce il risultato ultimo, visibile, di un vissuto interiore e di una ricerca di senso. Ci piace pensare che la pittura così eseguita si avvicini alla meditazione, mente, a pulirla dai pensieri del quotidiano per concentrarla su un altro mondo: ecco che con la ripetizione, il l’esecuzione dei fratelli Pozzo. Con cautela ed attenzione sono quindi state svolte le operazioni quasi di “routine” (qui non in accezione negativa, ma nel senso di fasi esperte acquisite nel tempo per mezzo della tanta pratica): pulitura, estrazioni dei sali, consolidamento, stuccatura con l’attenzione di ricreare la grazione pittorica. Per quest’ultima, con la direzione lavo27


cadute ed abrasioni di colore il metodo dell’integrazione ad imitazione, eseguita con colori ad acquerello e pennelli parti mancanti di modellato, questo per consentire che l’immagine complessiva nella visione da lontano risultasse risarcita e che le riprese potessero invece essere individuabili ad una lettura ravvicinata. Per alcune porzioni dell’affresco dove era caduto il primo velo, e quindi sia la pittura che il segno del cartone erano chiaramente leggiticamente l’intonaco sempre ad acquerello. Rimuovendo La Madonna dei Sette Dolori sce ora ad ampliare otticamente il volume architettonico. La tecnica dell’imitazione eseguita con colori a calce e nelle grandi e medie mancanze del lanternino, per le decorazioni ripetitive semplice, ripartizioni architettoniche e decorazioni lineari. L’impianto derivato da tali lavori splendore. Abbiamo tentato di trasmettere questo nostro entusiasmo durante le visite guidate al cantiere, nel corso delle quali i visitatori, resi consapevoli della bellezza, ci o per alcuni accostamenti di colore “troppo audaci” per i giorni nostri.

L’intervento di restauro: le vetrate

L’intento era quello di riutilizzare e di valorizzare tutti i vetri originali superstiti, seppur in maniera frammentarestituire un’immagine unitaria. I vetri originali sono bianchi e trasparenti, tirati a mano con spessore irregolare e piccole imperfezioni (bollicine), ma comuni per l’epoca e di uso quotidiano. L’uso della legatura a piombo contribuiva anche a rendere gradevoli alla vista vetri comuni12. Tutti i vetri rimossi dalla loro sede sono stati catalogati e, 28

impiegato vetro trasparente comune. Tutte le vetrate sono sate sul telaio in legno con le bacchette in ferro forgiate ta eseguita con le legature a piombo traendo indicaziosfondo.

Progetto di manutenzione

«Le attività di manutenzione non pretendono di trasformare il mondo, i loro obiettivi non sono esprimibili in modo semplice, getti con prestazioni elevatissime, vanno continuamente e periodicamente ripetute, se hanno successo il loro effetto non si 13

come una pronta e continua manutenzione sia fondavisto perciò un piano programmatico di interventi di logie distinte: - Interventi programmati di analisi dello stato di conservazione ed azioni di ordinaria manutenzione; - Interventi di straordinaria manutenzione da effettuarsi all’insorgenza di anomalie nella conservazione delle opere. Il programma di manutenzione suggerito prevede: - controllo periodico (ogni sei mesi) dello stato oggettianomalie; natura biologica o microbiologica; - raccolta e analisi dei dati termoigrometrici e di illuminazione, correlati con gli eventi riscontrati sulle opere (almeno una volta all’anno); - operazioni di ordinaria manutenzione, quali ad esembilità delle opere (almeno una volta all’anno e dove raggiungibile senza ponteggio); - operazioni programmate di sostituzione di materiali deperibili. Qualora i controlli effettuati rilevino anomalie o l’insorgenza di eventi in contrasto con la corretta conservazione

delle opere, sarà necessario evidenziare le tipologie e le entità dei danni e risalire alle cause del degrado, quindi procedere con gli interventi di risanamento e con la di manutenzione le periodiche attività di comunicazione e di visite guidate destinate alla popolazione residente, specie quella più giovane: solo stimolando la coscienza dei residenti si potrà garantire la tutela del bene nel tempo.

1 Restauratori di beni culturali responsabili per l’intervento eseguito a cura del Consorzio San Luca per la cultura, l’arte ed il restauro di Torino. I lavori, proseguiti da novembre 2010 ad aprile 2012, sono stati progettati e diretti dall’arch. Marialuce Reyneri di Lagnasco sotto l’alta sorveglianza del dott. Walter Canavesio della Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico del Piemonte e dell’arch. Silvia Gazzola della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio del Piemonte. Le opere di falegnameria sono state eseguite dall’impresa Marco Pecollo di Cavallermaggiore. Si ringraziano tutti gli operatori che hanno concorso alla buona riuscita del lavoro: Alice Arvieri, Fabio Didedda, Giuseppe Letizia, Chiara Marchisio, Paola Papalia, Manuela Roggia, Simona Re, Manuela Sigalotti, Luana Tomassoli e, non certo ultimi Rosella Rubino, Davide Bianco e Marco Massazza per la consueta professionalità dimostrata. Un ringraziamento particolare al collega prof. Giorgio Garabelli del monumento. 2 John Ruskin, Le Sette Lampade dell’Architettura, Jaka Book Milano 1982, pag. 25 n. 17 3 Per quanto riguarda i criteri della riconoscibilità si veda Cesare Brandi, Teoria del restauro, Einaudi, Torino 1977; per le istanze relative al cosiddetto “minimo intervento” si confrontino gli atti del convegno di Siena ed il manifesto conclusivo in AA.VV., Il minimo intervento nel restauro, Nardini editore, Firenze 2004. ta facilmente alterabile per la reazione con i solfuri presenti nell’atmosfera che tendono a trasformare il pigmento in solfuro di piombo (nero), o per ossidazione da parte dell’ossigeno che lo trasforma in biossido di piombo (marrone). se sono state curate dal prof. Maurizio Aceto del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Vita dell’Università del Piemonte Orientale e dal dott. Alessandro Bazzacco della “Diagnostica Beni Culturali Sinopia” di Torino. 6 I campioni prelevati, inglobati in resina e levigati perpendico-

U-MWU (330-385 nm) L’analisi della sezione lucida trasversale (anche nota come cross secdei singoli strati stesi dall’artista. Il microprelievo viene inglobato in una resina poliestere e in seguito levigato e lucidato a specchio (lappatura) perpendicolarmente al piano della stesura pittorica. In questo modo si ottiene un campione adatto per l’osservazione mediante microscopia ottica dei singoli strati che permette una loro caratterizzazione visiva. Successivamente, sulla medesima sezione, si può procedere alla caratterizzazione chimica mediante altre tecniche analitiche (SEM-EDS, m-FT-IR, etc.). 7 Le analisi sono state condotte con un XVP-SEM ZEISS EVO 50 a pressione variabile.

la microscopia ottica, ma in questo caso al posto di usare un raggio di luce si usa un sottile fascio di elettroni. A differenza della luce, gli elettroni si possono focalizzare in uno spazio molto più limitato permettendo così l’osservazione ad ingrandimenti signiingrandimenti e questo permette di risolvere oggetti separati da 0.2 mm, mentre il SEM, ha un potere risolutivo di 3.5 nm ed un ingrandimento massimo di 300000x. La combinazione di alti ingrandimenti, gran risoluzione, larga profondità di campo, facilità nella preparazione dei campioni, possibilità di lavorare a bassi valori di vuoto in combinazione con una grande camera per l’alloggiamento di più campioni simultaneamente, rende il SEM uno degli strumenti più largamente impiegati in molti campi della ricerca. L’interfacciamento con le microanalisi ai raggi X a dispersione di energia offre la possibilità di ottenere in tempo reale la composizione quali/quantitativa degli elementi contenuti nell’area del campione che si sta osservando, in qualsiasi modalità operativa. Essendo in poraneamente conoscere la composizione elementare in ogni suo caratterizzare dal punto di vista chimico i diversi strati della stessa. quisire delle immagini che rispecchiano il peso relativo degli atomi le naturale; la forma sintetica, normalmente chiamata “vermiglioderivato dal materiale naturale.

riscono a questo con il termine di minium, un termine che natuper differenziarlo dall’ocra e dal miltos. Sia Vitruvio (I sec. a.C.) che Plinio notano come il pigmento di puro Cinabro (minium) fosse inadatto per pitture esterne come diventasse nero alla luce del sole (e della luna); notano inoltre che poteva essere protetto da una patina di olio e cera. È ben noto, che questo scolorimento non

29


centemente dimostrato (McCormack, 2000) che accade solamente nel Cinabro contenente tracce di cloro o esposto agli alogeni. Il minium forse era per i Romani il pigmento più importante e fu utilizzato in lavori ambiziosi e dimostrò grande ricchezdei Misteri” in Oecus V della villa dei Misteri a Pompei. Questo minium spagnolo particolarmente stimato era molto costoso. Il Cinabro “bruciato”, menzionato nei testi classici, era un giallo ocra riferito a un rosso derivato da una resina di albero. Il Cinabro, e il vermiglione, sono conosciuti in molti differenti contesti artistici, e la somiglianza tra la versione naturale e sintetica condurrà indubbiamente a delle determinazioni inesatte. Il stremo Oriente (in particolare cinese). Gettens et al. (1993) hanno Persiani ed Indiani dei secoli dal XV al XVII, su una pittura a parete Indiana del XVII sec., su un’iscrizione su un osso del II millenio a.C. di un oracolo Cinese, su pitture a parete Cinesi del X sec. e Spagnole del XIX sec. Ritrovamenti più recenti includono la presenza di Cinabro su un recipiente in marmo del IV sec. a.C. (Wallert, 1995), su dipinti a parete Romani del I secolo (Bugini et al, 2000), sul Exultet di Salerno (Bicchieri et al., 2000), su un manoscritto maltese del XIV sec. (Szczepanowska e FitzHugh, 1999) e su un dipinto Bizantino (Chiavari et al., 1999). L’inchiostro rosso mercurio, probabilmente Cinabro (Nir – El e Broshi, 1996). Inoltre Raffaello (Varoli – Piazza, 2002). 9 “È una pittura a ‘mezzo fresco’ perché l’artista, dopo aver proceduto secondo le fasi di esecuzione del supporto pittorico come per l’affresco, opera su intonaci in uno stadio estremamente avanzato di carbonatazione. È possibile in questo caso ottenere una pellicola colori stemperati in latte di calce, che funziona quindi da legante: si parla perciò di pittura a calce.” Guido Botticelli, Metodologia di restauro delle pitture murali, Centro Di, Firenze 1992, pag. 29. 10 I pigmenti o terre sono pigmenti preparati per macinazione di minerali contenenti ferro. Contengono solitamente un misto di ossidi di ferro e altri materiali quali argilla, calce, silice, ossido di manganese (pirolusite) e altri minerali. I colori variano dal giallo al rosso, purezze presenti. Le terre verdi hanno composizione e derivazione simile a quella delle altre terre, ma il contenuto di ferro, di tonalità verde bottiglia, e calce, fa variare il colore tra il verde scuro spento e il verdino chiaro, tendente al grigio. Le terre rosse e gialle sono a Cennino Cennini. Le terre sono pigmenti estremamente stabili.

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‘fondere’.

-

trovato in molte parti del mondo. Il minerale del cobalto viene riscaldato per formare un ossido che viene mescolato con la silice (sabbia). Forse la descrizione storica migliore della preparazione di smaltino proviene dai lavori di Kunckel (1689), soprintendente della prolo. Spiega come il minerale del cobalto venga cotto per rimuovere l’arsenico che contiene, in seguito viene setacciato, mescolato con polvere di pietre, inumidito ed imballato in barilotti pronti per essere venduti. Per produrre lo smaltino il prodotto veniva mescolato

smaltino prodotto veniva imballato in barilotti contrassegnati seal più economico di colorazione debolmente blu. 11 “L’incisione è un altro metodo di riporto del disegno sull’intonaco; dopo aver appoggiato sul muro il cartone si comprimono i contorni del disegno con uno strumento appuntito lasciando l’impronta sulla malta fresca.” Guido Botticelli, Metodologia di restauro delle pitture murali, Centro Di, Firenze 1992, pag. 22 posizione di grandi vetrate artistiche. Le tessere di vetro colorate vengono contornate da bacchette di piombo e posizionate a formare il disegno richiesto. Tipiche applicazioni di tale tecnica sono le vetrate presenti nelle antiche chiese e cattedrali. 13 P.G. Perotto, Il paradosso dell’economia. Manuale di rivoluzione culturale, Franco Angeli, Milano 1993. Pier Giorgio Perotto (Torino, re e informatico italiano. Progettista della Olivetti, fu un pioniere dell’informatica, noto soprattutto per l’innovativa “Programma 101”. Laureato al Politecnico di Torino, ha insegnato per molti libri e articoli di strategia, di organizzazione aziendale e di informatica (fonte Wikipedia).

Brandi C., Teoria del restauro, Einaudi, Torino 1977 Ruskin J., Le Sette Lampade dell’Architettura, Jaka Book Milano 1982 Botticelli G., Metodologia di restauro delle pitture murali, Centro Di, Firenze 1992 Gettens R.J., Feller R.L., Chase W.T., Vermilion and Cinnabar Artists’ Pigments. A Handbook of their History and Characteristics 2 Roy, A. (ed.) National Gallery of Art, Washington and Oxford University Press, Oxford (1993) 159-182 Perotto P.G., Il paradosso dell’economia. Manuale di rivoluzione culturale, Franco Angeli, Milano 1993 Wallert A., Unusual pigments on a Greek marble basin, “Studies in Conservation” 40 3 (1995) 177-188 Nir-El Y., Broshi M., The red ink of the Dead Sea Scrolls, “Archaeometry” 38 (1996) 97-102 Chiavari G., Fabbri D., Prati S., Mazzeo R., Sr. Daniila Chryssoulakis Y. Analytical pyrolysis: application to the chemical characterisation of Byzantine painting layers Art 99: 6th International conference on non-destructive testing and microanalysis for the diagnostics and conservation of the cultural and environmental heritage, Rome, May 17-20, 1999 (1999) 1145-1162 Szczepanowska H., FitzHugh E.W., Fourteenth century documents of the Knights of St John of Jerusalem: analysis of inks, parchment and seals, The Paper Conservator 23 (1999) 36-45 Bicchieri M., Nardone M., Pappalardo G., Pappalardo L., Romano F.P., Russo P.A., Sodo A., Ramos-Rubert E., Raman and PIXE analysis of Salerno Exultet Quinio 2 (2000) 233-240, 259-263

Bugini R., Folli L., Vaudan D., Les pigments vert et rouge d’une peinture Art et Chimie, la couleur: actes du congrés (2000) 119-120 McCormack J.K., The Darkening of Cinnabar in Sunlight Mineralium Deposita 35 #8 (2000) 796-798 Varoli-Piazza R., Raffaello: la Loggia di Amore e Psiche alla Farnesina Silvana Editoriale (2002) AA.VV. (a cura di Genta Ternavasio E., Gerbaldo P.), La Confraternita dei Battuti Bianchi, Cavallermaggiore 2001. AA.VV., Il minimo intervento nel restauro, Nardini editore, Firenze 2004. AA.VV. (a cura di Heinrich W., Pfeiffer S.J., Andrea Pozzo a Mondovì. Volume speciale di “Patrimonio Artistico Italiano”, realizzato su iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo Cuneo, 2010

31


I pigmenti nel ciclo pittorico Maurizio Aceto1, Angelo Agostino2, Gaia Fenoglio2

di alcune tecniche diagnostiche sui microprelievi effettuati nel corso del restauro. Le tecniche impiegate sono state le seguenti: spettroscopia Raman; microscopia elettronica in scansione con microsonda (SEM-EDX)3 microscopia ottica La tavolozza degli artisti che hanno decorato la confraternità presenta alcuni aspetti interessanti. Analizziamo la tavolozza colore per colore.

Bianco Giovanni, ovvero carbonato di calcio.

Blu

Nel periodo in cui i dipinti sono stati realizzati era da poco disponibile il blu di Prussia, un pigmento sintetico introdotto in Germania all’inizio del XVIII secolo e subito apprezzato dai pittori Europei, di cui tuttavia non infatti, gli artisti impiegarono lo smaltino, un pigmento sintetico costituito da un vetro potassico addizionato di un composto di cobalto il quale impartisce il colore blu. Lo smaltino fu molto comune nelle pitture murali del periodo rinascimentale-barocco, per essere poi sostituito,

Fig. 2 - Immagine 50x al microscopio ottico di particelle di smaltino

appunto, dal blu di Prussia. L’analisi SEM-EDX delle particelle di smaltino (Figura 1) mostra chiaramente la tenuto grazie ad un minerale di cobalto, probabilmente la skutterudite, (Co,Fe,Ni)As2-3, considerando le impurezze tuale elevata di bario, da considerarsi caratteristica della rà ulteriori approfondimenti. In alcuni casi lo smaltino subisce fenomeni di alterazione che ne causano il viraggio al grigio ma in questo dipinto il pigmento si presenta (Figura 2) realizzata al microscopio ottico.

Giallo

Per il giallo sono stati impiegati due pigmenti diversi. In

Fig. 1 - Analisi SEM-EDX di una particella di smaltino

32

Napoli, un pigmento sintetico introdotto nel XVI secolo mata dall’analisi SEM-EDX che suggerisce una stechiometria Pb/Sb di circa 1/1. Il termine giallo di Napoli fu citato per la prima volta da Andrea Pozzo come luteolum 33


Fig. 3 - Spettro Raman da una campitura gialla

Fig. 5 - Spettro Raman dalle particelle blu di una campitura viola

assai più nota come prodotto di alterazione di composti l’uso intenzionale come pigmento verde e la formazione per alterazione di pigmenti di rame come azzurrite o malachite. È certo però che il suo impiego come pigmento De diversis artibus (Libro I, capitolo XXXV) fa probabilmente riferimento all’atacamite quando parla di de viridi salso, ovvero un pigmento ottenuto mettendo il rame a contatto con -

Fig. 4 - Spettro Raman da una campitura verde

Napolitanum nel suo trattato in Latino sulla tecnica dell’affresco (1693-1700).

Rosso to convenzionale, l’ocra rossa.

Verde

-

zionale: si tratta infatti di atacamite, Cu2Cl(OH)3 (spettro Raman in Figura 4), una sostanza rara come minerale e 34

Plesters J., A preliminary note on the incidence of discolouration of smalt in oil media, Studies in Conservation, 1969, 14(2), pagg. 62-74. Spring M., Higgitt C., Saunders D., Investigation of pigment-medium interaction processes in oil paint containing degraded smalt, National Gallery Technical Bulletin, 2005, 26, pagg. 56-70. Naumova M.M., Pisareva S.A., A note on the use of blue and green copper compounds in paintings, Studies in Conservation, 1994, 39, pagg. 277-283. Dei L., Ahle A., Baglioni P., Dini D., Ferroni E., Green degradation atment, Studies in Conservation, 1998, 43, pagg. 80-88. Bersani D., Antonioli G., Lottici P.P., Casoli A., Raman microspectrometric investigation of wall paintings in S. Giovanni Evangelista Abbey in Parma: a comparison between two artists of the 16th century, Spectrochimica Acta Part A, 2003, 59, pagg. 2409-2417. Microanalytical evidence of origin and degradation of copper pigments found in Bohemian Gothic murals, Analytical and Bioanalytical Chemistry, 2009, 395, pagg. 2037-2050.

intenzionale sia soprattutto come prodotto di alterazione. Nelle campiture verdi dei dipinti della Confraternita l’atacamite si mostra ubiquitaria e di colore molto vivo e za sia intenzionale.

Figura 6 - Immagine 50x al microscopio ottico di particelle di smaltino e blu oltremare da una campitura viola

pensare in prima battuta all’impiego di blu oltremare sintetico, pigmento prodotto a partire dal 1828 e perciò incompatibile, seppur di poco, con l’epoca in cui le pitture della Confraternita di Santa Croce sono state realizzate; si tratterebbe in sostanza di un ritocco successivo. Tuttavia l’indagine storica, basata sui documenti conservati presso la Confraternita stessa, escluderebbe interventi di restauro. Perciò la presenza di un materiale pittorico con le caratteristiche descritte resta tuttora da spiegare; l’ipotesi più verosimile farebbe pensare che gli artisti abbiano impiegato un lapislazzuli molto ben macinato per preparare carenza di informazione diagnostica.

Viola menti già citati nella tavolozza. In aggiunta allo smaltino blu oltremare (spettro Raman in Figura 5). Nell’immagine 50x (Figura 6) sono evidenziabili le particelle di blu oltremare, caratterizzate da dimensioni inferiori a 5 µm e forma omogenea, e le particelle di smaltino, molto più grosse. Queste caratteristiche farebbero

1

Interdisciplinare per lo Studio e la Conservazione dei Beni Culturali 2

3

11 - 15121 Alessandria. 10125 Torino Si ringrazia il dott. Giorgio Gatti (DiSIT) per l’esecuzione delle misure SEM-EDX

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La Confraternita di Santa Croce Giuseppe Milanesio

La Confraternita di Santa Croce, detta anche dei Battuti Santa Croce e San Bernardino a Cavallermaggiore; essa ziali e religiose di soccorso ai bisognosi, per trasformazione di una antecedente aggregazione laicale. L’antica Compagnia dei Disciplinanti di San Bernardino Caramelli, pievano di Santa Maria della Pieve del 10 novembre 1523, concernente la cascina detta poi Caramelli o Tetti dei Battuti. Grazie ai proventi di tale lascito curava il sostentamento ai bisognosi o in stato di infermità nella casa dell’hospitale ed a mezzo dell’opera dei sovvenimenti esteri il soccorso ai poveri non ammessi all’ospedale. Ancora nel 1711, con Ordinato della Comunità di Cavallermaggiore del 11 dicembre, si approva la proposta della Compagnia di San Bernardino di istituire un ospedale in grado di mantenersi con i proventi del legato Bernardino Caramelli. Con l’editto 19 maggio 1717 fu avviato un processo di istituzione capillare di Ospizi di Carità e a Cavallermaggiore venne istituita la Congregazione di Carità. Il nuovo ente continuò l’opera con il patrimonio immobiliare dei Battuti Bianchi grazie ad un vero e proprio passaggio di consegne, non solo di proprietà ma soprattutto di obiettivi, tra cui vi era quello ospedaliero. di guidare i suoi membri verso una vita cristiana esemplare, effettuata in spirito di leale collaborazione con il piano pastorale della Parrocchia. In conformità con gli antichi scopi di assistenza agli infermi dell’allora Ospedale di Carità, i Confratelli e le Consorelle effettuano attività caritativa e di volontariato nell’assistenza morale, sociale e materiale agli anziani, ai malati ed alle persone che versano in particolare bisogno. te prestata la massima attenzione alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio di interesse artistico e storico da essa rappresentato. 36

STATUTO DELLA CONFRATERNITA DI SANTA CROCE Art. 1 - Denominazione e sede

sciuto con regio decreto del 16 settembre 1937 registrato alla Corte dei Conti il 24 novembre 1937 ed ha sede nella chiesa di S. Bernardino in via Roma. Art. 2 - Origine L’archivio della Confraternita dei Disciplinati di San Bernardino o di Santa Croce detta anche “Dei Battuti Bianchi” assomma però documenti risalenti al 1300. Art. 3 - Patrimonio La Confraternita ha la proprietà della Chiesa di S. Bernardino, ultimata nel 1743, ed adibita a luogo di preghiera e di incontro dei guerre. Art. 4 – Scopi originari Originariamente lo scopo principale della Confraternita era la somministrazione del pane ai poveri. Emanazione rilevante fu poi l’Ospedale di Carità il cui procuratore era uno dei membri del Consiglio Direttivo della Confraternita.

Gli ammessi alla Confraternita acquistano il libero esercizio dei diritti, attivi e passivi, e s’impegnano a rispettare gli obblighi derivanti da tale appartenenza come previsti dagli articoli 13 e 14 del regolamento. Art. 8 – Ordinamento ed amministrazione Sono organi della Confraternita: l’Assemblea Generale il Presidente il Consiglio Direttivo il Collegio dei Revisori dei Conti l’Assistente Ecclesiastico Le modalità di elezione, la durata delle cariche e le mansioni dei suddetti organi sono stabilite dal regolamento. Per tutto quanto non contemplato nel presente statuto, si fa riferimento al Regolamento Unico per le Confraternite esistenti nell’Archidiocesi di Torino promulgato il 4 luglio 1991 dal Card. Giovanni Saldarini. Il presente Statuto, approvato il 20 luglio 1992 dal Card. Giovanni Saldarini (prot. 250/D/92), annulla e sostituisce tutti i precedenti

Art. 5 – Scopi attuali Consorelle e dei Confratelli ad una vita cristiana esemplare effettuata in spirito di leale collaborazione con il piano pastorale della Parrocchia. In conformità con gli antichi scopi della Confraternita di assistenza agli infermi dell’allora Ospedale di Carità, i Confratelli e le Consorelle effettuano attività caritativa e di volontariato nell’assistenza morale, sociale e materiale agli anziani, ai malati ed alle persone che versano in particolare bisogno. I Confratelli e le Consorelle s’impegnano a difendere la vita dal conla Vita. Art. 6 – Ammissione Sono ammessi a far parte a pieno titolo della Confraternita tutte le persone, uomini o donne, che hanno superato i 18 anni di età e possiedono i requisiti richiesti dal regolamento. Non possono essere accolti nella Confraternita coloro che appartengono ad associazioni contrarie alla Chiesa o si trovano nei casi di incompatibilità previsti dal regolamento.

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Tabula gratulatoria

Hanno contribuito con un aiuto economico: Alasia Domenico e Giovanna Fiore Alocco Giovanni Ambrogio Bernardo ed Anna Carignano Assoc. Nazionale Alpini - Gruppo di Cavallermaggiore Avis comunale di Cavallermaggiore Banca di Cherasco - Credito Cooperativo Baradello Pierluigi e Gianna Revelli Baravalle Michele e Gladis Aimonetti Beccaria M. Giuseppina ved. Bovolo Bellino Andrea Bellino Ottavio ed Anna Vertucci Bergia Michelangelo e Pieranna Pegoraro Bertoncello Luca e Cristina Milanesio Biadene Franca Bonino Giorgio e Ornella Cavallo Bonino Luciana Bonino Luisa Bonino Maria Bonino Maria ved. Sandra Bonino Piera Campiello Srl - Cavallermaggiore Castellano Ezio Castellano Piermario e Tiziana Zabena Cavallo don Francesco Cavallo Sergio e Anna Bertola Ceravolo Guerino e Luisa Revelli Chiavero Pietro e Rosanna Grande Chiesa Bartolomeo e Silvia Bertello Cigna Bartolomeo e Carla Zabena Cigna Giorgio Cigna Roberto ed Enrica Sandrone Comitato permanente per la tutela del patrimonio culturale Costanzia ved. Ghione - Olmetto Curiotto Costanzo eMargherita Seia Curiotto Fissore Giovanna Curiotto Francesco - dalla famiglia Curiotto Gian Carlo e Giovanna Bonino Curiotto Giuseppe e Figlio Orazio Curiotto Marita Curiotto Michele Curiotto Michele e Rina Varetto 38

Curiotto Michele, Bernardo, Maria e Giancarlo in memoria di Orazio Dalma Mangimi s.p.a.- Marene Damilano Davide Demichelis Luigi e Rinuccia Gallo Dol-Fluid s.r.l.- Marene Famiglia Sordella Famiglia Zublena Famiglia Miolans e Capello Famiglie Boglione - Marengo - Sacchetto Famiglie Gastaldo e Gattino di via Priocco Fantino Giacomo e Figli Ferrero Giovanni Fumero Giuseppe Gallo Fratelli di vicolo Cambio e famiglie. Gallo Giuseppe e Graziella Mellano Gallo Mario e Margherita Cagliero Gandolfo Agostina e Gian Maria Panero Gandolfo Paola Garneri Antonio e Maria Grazia Molinatti Garneri Valentina Gastaldo Andrea, Annamaria, Riccardo e Cinzia Gastaldo Gemma in Picco Gastaldo Rosa ved. Tibaldi Gastaudo Mirella in Mina Gattino Gualtiero - Carpenteria Ghemar s.r.l. Gosmar Dario Grande Silvio Grande Teresa Longo Solavaggione Laura Marocco Luciano e Catterina Seia Martini Vincenzo e Rita Miele Maurizio Migliore Lorenzo e Maria Teresa Carignano in memoria di Claudio Milanesio Giuseppe e Giovanna Borio Milanesio Giuseppe - viale Vittorio Veneto Milanesio Marco e Nadia Alasia Milanesio Michele e Maria Gaido Milanesio Negro Domenica Milano Dario Miolans Giuseppe e Domenica Olocco

Molinatti Maria Grazia Molinatti Augusto Monasterolo Rita e Eleonora Monasterolo Sebastiano e Mariuccia Curiotto Morello Marilena e Giulio Marengo N.N. Novarino Osvaldo e Strumia Rosi Olocco Domenica Miolans Olocco Pierantonio e Anna Maccagno Orlanda Bertinetto Irma Panealba Srl - Verduno Panero Gian Maria e Agostina Gandolfo Panero Paolo Pautassi Gino Pegoraro Davide e Giuliana Cigna Pegoraro Emilio e Bruna Giacosa Pegoraro Luigi e Giovanna Gazzera Penone Giovanni e Carla Cagni Peretti Francesco Piacenza Leone e Marina Breja Priora Corrado Revelli Luigi e Chiara Racca Ruatta Lorenzo e Giulia Zabena Sacchetto Lorenzo e M.Teresa Trimaglio Saglietto Giovanni e Giuseppina Gazzera Sandrone Matteo e Anna Ambrogio Seia Piermaria e famiglia Sola Caterina ved. Daniele Tesio Emanuele e Domenica Giaccardi Toselli Bartolomeo - Tetti Battuti Toselli Cristina e Pierfrancesco in memoria della mamma Gabriella

Ringraziamo per la costante amicizia e sostegno e per la collaborazione nel corso dei lavori: Amici Del Santuario Brunato don Giuseppe Curiotto Gian Carlo Garneri Mario Gruppo corale “Le 4 Voci� di Cavallermaggiore Leone Franco Marengo Luciano Margaria Michele Testa Annarita

cupola della chiesa di Santa Croce e San Bernardino a di:

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Con il contributo di



ARMONIE DI CANTIERE Restauri nella chiesa di Santa Croce e San Bernardino a Cavallermaggiore

Confraternita di Santa Croce


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