Rivista semestrale n. 2 - Dicembre 2015 Poste Italiane Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in Legge 27-02-2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB, VERONA
Scautism CORPO NAZIONALE GIOVANI ESPLORATORI ED ESPLORATRICI ITALIANI ANNO LV N. 2
Un 2015 ricco di eventi
sommario Editoriale 1000 scout italiani coinvolti nell’avventura più colorata del mondo, il Jamboree____ 3 Rover Wa- spirit of unity__________________________________________________ 7 Rover al Jamboree_________________________________________________ 10 Lupetti Un Evento... tutto Giallo! ___________________________________________ Ambasciatori, Machi e 5 Spiriti…____________________________________ I Cinque Spiriti e i loro Laboratori ___________________________________ Due amici speciali nell’Accademia! __________________________________ La Caccia a Ravenna ______________________________________________ Il fiore rosso _____________________________________________________ Gli Otto grandi SottoCampi nell’Accademia ___________________________ Finalmente a Ravenna _____________________________________________
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Rover Avete già preso impegni per Agosto 2016? No??_________________________ Agorà 2015______________________________________________________ ROVERGATE non è una porta per accedere a un luogo___________________ Scout Pride 2015__________________________________________________
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Esploratori/Esploratrici CRB Lazio ______________________________________________________ 36 Dieci buoni consigli per un perfetto campo estivo di reparto _______________ 39 Scout e Cavalieri, oggi come ieri... ___________________________________ 42
Scautism
Rivista di divulgazione del metodo scout riservata agli iscritti al CORPO NAZIONALE GIOVANI ESPLORATORI ED ESPLORATRICI ITALIANI ente morale D.L. n. 1881 del 21-12-1916 SOTTO L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
ORGANO UFFICIALE DEL CNGEI Anno LV N° 2 Dicembre 2015 Rivista mensile a carattere tecnico –professionale. Registrazione n 7755 del 16 Novembre 1960 Tribunale di Roma Direttore Responsabile: Antonio Gangi Coordinatore: Mattia PessinaResponsabile Comunicazione Cngei Progetto Grafico: Patrizia di Cataldo, Patrizia Andronico, Cristiano Andreani, Filippo Riniolo Impaginazione e Grafica Filippo Riniolo In redazione:
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I ITALIANI ANNO
I ED ESPLORATRIC
CORPO NAZIONALE
GIOVANI ESPLORATOR
XLIX N. 1
Maria De Chiaro (Branca L) Francesca Montoci (Branca E) Marco Lombardo (Branca R) Riccardo De Gonda (Internazionale) Consulenza fotografica: Andrea Calistri Questo periodico è associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana ITISSN 0036-5696 Manoscritti, disegni e fotografie, anche se pubblicati, non vengono restituiti. E’ permessa la riproduzione, purchè venga citata la fonte. Stampato su carta proveniente da foreste sostenibili. Rivista di divulgazione del metodo scout riservata agli
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1000 scout italiani coinvolti nell’avventura piu’ colorata del mondo,
il Jamboree!!! Il ricordo di quei giorni è ancora potentemente presente nei nostri pensieri... 2 anni di preparazione, decine di riunioni, incontri, telefonate, skype e alla Fine ce l’abbiamo fatta: 1000 scout italiani coinvolti nell’avventura più colorata del mondo, il Jamboree!!! L’avventura inizia con qualche giorno di anticipo per i ragazzi invitati dal Presidente della Repubblica a ricevere il mandato di ambasciatori dello scoutismo italiano.
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e partenze sono iniziate il 21 luglio; ore di macchina, ore di treno, ore in attesa all’aeroporto, ore senza vedere la terra e poi, finalmente, le luci della città. Dall’alto le metropoli sembrano tutte uguali ma già avvicinandosi ad Osaka si percepiva che quella terra non era come quella che siamo abituati a vedere. All’aeroporto di Osaka ci fermano per i controlli, il recupero dei bagagli, le impronte digitali, il foglio di ingresso… usciamo all’aria aperta dopo 27 ore di luce artificiale e aria condizionata. Un abbraccio italiano ci conforta, è l’abbraccio degli amici che sono partiti 24 ore prima di noi proprio per prepararci l’accoglienza. In mezzo a bandiere Italiane e voci conosciute troviamo anche quelle dei capi giapponesi che ci colpiscono subito con il loro entusiasmo contenuto, il loro volto sempre stupito, lo sguardo curioso, i gesti gentili. I primi 3 giorni sono stati strepitosi. La Home Hospitality: un’esperienza senza abbastanza aggettivi… vivere a casa di una famiglia giapponese, condividere
Filippo, capo contingente wsj15
gli spazi della loro quotidianità, le loro abitudini i loro modi così diversi dai nostri …non ha prezzo. Non ci capiterà mai più! L’ospitalità e la simpatia dei Nippy ci ha catturati tutti, capi e ragazzi. Nessuno è rimasto deluso, anzi, tutti entusiasti del pre-Jam. Dopo tre giorni in cui abbiamo invaso le cinque città di Nara, Kyoto, Wakayama, Kobe e Hube, carichi di regali e di ricordi ci ritroviamo nel piazzale dei pullman per partire verso il sito del Jam. Le lacrime e gli abbracci delle “nostre famiglie” saranno per sempre il ricordo più emozionante di tutto il viaggio.
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on le lacrime ancora calde, partiamo per il Jamboree. Mezza giornata di pullman per arrivare a Yamaguchi, nel sud del Giappone. Per dare un’idea del clima siamo alla stessa latitudine della Tunisia. Il caldo e l’umidità non sanno che noi siamo li e che siamo in 35000 infatti non ci concedono nessuna tregua. Dopo i primi 2 giorni di sofferenza e qualche svenimento ci abitueremo a bere molto ed il caldo diventerà sopportabile… o quasi. Il primo botto al cuore lo senti quando percorri il viale d’ingresso al Jamboree, lo senti semplicemente guardando e ascoltando il movimento delle 164 bandiere che ti dicono che in quel posto c’è il mondo intero. Il secondo botto lo senti quando ti consegnano il foulard che ti dice che anche tu sei un pezzo di quel mondo. Le attività e le proposte sono iniziate subito, il circo del Jam era attivo già da giorni. Qualcuno si era già dato da fare per preparare Tenda Italia, i sottocapi, le strutture… Quel qualcuno si chiamano IST e CMT. Sono i servizi dell’intarnational service team e del contingent management team. Persone semplicemente straordinarie, persone alle quali dovremmo assomigliare per la loro disponibilità, per la loro passione e la loro voglia di fare oltre i limiti del sonno e del caldo. Difficile descrivere un frullatore che gira a tutta velocità. Difficile raccontare il movimento di uno sciame di persone che non ha una regola sola ma 40000 regole, 40000 voci, e 40000 volti … eppure una sola Legge. 4
Immaginate la sensazione di percorrere una strada in cui sentite cambiare lingua ogni 6 passi, immaginate di sentire una stessa canzone cantata in 12 lingue diverse, immaginate di sedervi al sole per pochi minuti e veder passare davanti a voi centinaia di persone che vi salutano tutte con un sorriso, immaginate di parlare con qualcuno che non conoscete e dopo 3 muniti abbracciarlo come un vecchio amico. Il Jamboree è un calderone di proposte, di attività, di momenti, di entusiasmo e di stranezze. Mentre ci sei dentro hai la sensazione che non possa finire mai, ne vivi ogni istante con intensità e con gioia, quando finisce hai la sensazione che sia finito troppo presto e che ti sei perso qualcosa. Sicuramente ci sono stati dei momenti di grandissimo valore educativo ed emotivo: la cerimonia dai apertura: una festa di colori e di allegria. Il cultural festival day in cui abbiamo offerto la nostra cucina, le nostre danze e i nostri canti al resto del mondo… un successone. E poi il 6 agosto, giorno in cui abbiamo ricordato i 70 anni dalla tragedia dell’atomica con una cerimonia interculturale, una cerimonia con un messaggio solo: PEACE!!.
PACE IN TUTTE LE LINGUE e in tutte le forme. Quel giorno il Jam ha mostrato la sua vera essenza, il Jam è la realizzazione l’utopia della pace, dell’armonia tra i popoli e della fratellanza internazionale. Sono sicuro che nessuno dei 35000 ragazzi presenti al Jam non sarà mai un promotore di guerra, di contrasti e di litigi, sono sicuro che quei ragazzi saranno dei diffusori di sorrisi, di abbracci e di pace tra le persone che incontreranno nella loro vita. Sarà così… soprattutto per la nostra Alice, la fortunata che ha partecipato alla cerimonia direttamente a Hiroshima. Altro momento importante: il 7 agosto abbiamo riunito tutti gli scout italiani in una grande macchia verde vicino al lago. 1000 e più magliette tutte uguali a dimostrare che il progetto jamboree è stato costruito per essere un evento fortemente FEDERALE dall’inizio alle fine. 1000 magliette bianche e rosse non erano solo un bel colpo d’occhio la ma dimostrazione che lo staff di direzione, il programma, il progetto, il viaggio e tutta la nostra presenza in Giappone non è stat la presenza di 2 associazioni ma quella di un unico contingente. 5
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ragazzi e le ragazze che hanno partecipato al Jamboree han portato il calore e il colore italiano nel mondo e questo è avvenuto anche grazie al percorso di avvicinamento che hanno vissuto nel proprio reparto e compagnia, nel proprio gruppo. Come si dice spesso, il Jamboree è un evento che coinvolge tutti gli scout del mondo e non solo quelli che vi partecipano. Come per i mondiali di calcio ci sono i giocatori in campo, gli spettatori sugli spalti e i milioni di persone che festeggiano per le strade del mondo.Perché questo sia vero servono molti componenti; il prima: è prima della partenza che il gruppo e l’unità devono supportare e accompagnare i loro ambasciatori nel mondo. Il durante: partecipare al cammino dei propri ambasciatori è possibile; quest’anno i social ci
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hanno aiutato molto a mantenere aggiornati gli amici a casa, le famiglie e tutti i curiosi del mondo. Il dopo: è questo il momento più importante, quello in cui i ragazzi e le ragazze che hanno vissuto l’esperienza la possono raccontare, riproporre. A loro il compito di farlo ma ai capi il compito di offrire loro l’opportunità di farlo. In Giappone sono nati amicizie, amori, relazioni importanti, col passare del tempo il Jam diventerà un ricordo ma le persone che lo hanno fatto, costruito e vissuto non faranno la stessa fine… Grazie a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo grande progetto, grazie ai capi per il loro impegno, ai genitori che ci hanno affidato la “cosa” più preziosa, grazie agli adulti che hanno lavorato in modo esemplare, grazie ai ragazzi e ragazze per il loro essere semplicemente meravigliosi. Grazie in anticipo a chi contribuirà a tenere vivo il messaggio che ci è stato consegnato: “Ragazze, ragazzi: questo Jamboree vi ha preparati al futuro, non sappiamo ancora a cosa sarà servito ma che lo voglia Dio, il destino o noi stessi, questo Jam sia il primo passo per costruire un mondo migliore”
Wa-spirit of unity Lara Hosking - Rover Sezione di Roma
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uando si torna a casa da un Jamboree ci si sente ripiombare in un mondo a cui, per due settimane, eri totalmente estraneo. Me ne voglio o posso lamentare? Assolutamente no. Dopo tre campi di formazione, accompagnata da persone incredibili che ora rimangono cari amici, sono arrivata in Giappone insieme alla Compagnia Corto Maltese. Ed è qua che è la mia “occasione” ha preso forma. Sì, magari ci sono cose che mi pento non aver fatto, ma come si dice “sono le piccole cose quelle che contano” e ognuno di noi, là, ha fatto grandi cose, di cui magari non se ne accorge nemmeno. Il Jam è stata una delle più belle esperienze della mia vita. Le migliaia di bandiere, le tende, le grida, le uniformi, i distintivi, il caldo, il cibo(o meglio, il pane), gli odori, le camminate chilometriche, le persone stesse.. era questo quel
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che intendevano con “wa- spirit of unity”! Premettendo che mi risulta difficile concentrare in poche righe un evento così unico nel suo genere, posso sicuramente affermare che di ricordi ne ho a bizzeffe. Tra i tanti, quel che mi sono rimasti più impressi sono sicuramente la visita a Hiroshima, la “movida” del campo, le cerimonie e gli spettacoli nell’arena, lo Scout Centre, le attività a moduli e la Ho-Ho (il progetto di Home-Hospitality presso le famiglie giapponesi, prima dell’inizio del campo vero e proprio). Riguardo alla prima, è impressionante come le proprie emozioni possano esser sconvolte
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all’interno di un museo. In occasione del 70esimo anniversario del lancio della Bomba Atomica, tutti i partecipanti si sono recati al Museo della Pace di Hiroshima e penso abbiano condiviso con me una certa incredulità davanti al potere che l’uomo sembra avere, e soprattutto a come l’uomo decida, molte volte, di usarlo contro l’umanità stessa. Ma non bisogna cogliere ciò come motivo di abbattimento e delusione. Vedendo il bicchiere mezzo pieno, se l’uomo ha quel genere di potere, avrà anche il potere di fare del bene, no? E’ tutta una questione di “scelte”, e noi Rover penso ne sappiamo qualcosa. L’aspirazione
a migliorarmi, però, non è venuta solo dopo questa esperienza, ma dall’unione di tutte quelle amicizie intercontinentali che sono riuscita a stringere e dai momenti passati con loro, anche con una semplice cena condivisa o una camminata notturna per le strade infinite dell’infinito campo. Se c’è qualcosa che si può apprendere solo al Jam, è lo scoprire l’infinità dei modi di essere di una persona, ma avere la possibilità di vederli interagire tra loro sempre in armonia, uniti dalla loro Promessa e dalla loro volontà di esserci, di mettersi in gioco e confrontarsi.
a i e r e i l g i s n o c Lo qualcunoo?na A tutti! Bau. cacci
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Rover al Jamboree
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osì a freddo non saprei spiegare che cos’è il Jamboree , non c’è una definizione precisa,non riesco neppure a realizzare di esserci stata , quando penso al Jamboree la prima cosa che mi viene in mente è quando in un uscita di sezione ne ho sentito parlare per la prima volta, avevo nove anni facendo un calcolo realizzai che la mia annata non avrebbe avuto l’opportunità di andare, mi ricordo la tristezza di quel momento. Fortunatamente con il passare degli anni le regole sono cambiate ed ho avuto l’opportunità di provare. Quando penso al Jam mi vengono in mente i viaggi interminabili per arrivare ai campetti, all’ansia delle selezioni, alle prime impressioni avute delle persone con cui ho iniziato questo percorso, quelle persone che ora
conosco come fratelli. Penso al panico di dimenticarmi qualcosa per la grande partenza. Penso al viaggio interminabile per arrivare in Giappone, la stanchezza, l’euforia e l’energia del nostro arrivo. Penso alla mia mamma e alla mia nonna con cui mantengo ancora contatti, alle figuracce fatte fin da subito, alla loro grandissima ospitalità, al loro stupore per vederci. Penso alle risate fatte al supermercato quando mamma voleva comprare la pasta “melda”. Penso al nostro arrivo al campo. Enorme da non crederci. Penso al cibo allucinante, le code interminabili, la sveglia all’alba. Penso alle guerre nella doccia, alle fughe sotto il palco durante le cerimonie, a quando ho chiesto aiuto a sette giapponesi per cucinare del....beh non so che fosse! A quando siamo andate a fare il saluto al sole alle 4:00 del mattino essendo in ritardo, io e le mie due più grandi compagne di viaggio, abbiamo scavalcato una recinzione vestite da musulmane scappando dalla sicurezza. Perché il Jamboree è un evento unico solo se lo vivi con le persone giuste, sta a te renderlo magico. Per questo quando penso al Jamboree mi vengono in mente un mare di ricordi ma tutti racchiusi in un gesto, uno sguardo. di Giulia Mannini – Livorno
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di Giacomo Melacini - Udine
rima di andare al Jamboree ero quasi impaurito dall’immensità della cosa però ero comunque curiosissimo e contentissimo di poter vivere un’esperienza simile. Il fuso orario, che prima di andare poteva sembrare una grande difficoltà, penso sia stato grandiosamente superato con una notte bianca prima della partenza per il Giappone. Questo mi ha permesso di arrivare a destinazione piuttosto fresco senza poi fare troppa difficoltà a dormire le notti successive. Una difficoltà che invece non avevo preso in considerazione è stata quella dei bagni chimici! Pur avendone largamente parlato prima di partire, la grandezza del luogo e il numero di persone è stato comunque davvero impressionante. Anche la cultura giapponese ha stupito, e, finchè non lo si sente con le proprie orecchie,
si fa davvero fatica a pensare che la maggior parte dei giapponesi non sappia parlare l’inglese. Essendo il Friuli una regione geograficamente un po’ in disparte, non facciamo spesso attività gemellate o cose simili. Quindi anche conoscere ed avere contatti con altri rover dall’Italia è cosa molto utile e bella che può far nascere altre esperienze di compagnia/gruppo. E’ bellissimo veder come in occasioni come inverni/estati rover e soprattutto al Jamboree il nostro corpo riesca a tirare fuori un’energia che non sappiamo di avere, facendoci vivere al massimo tutti i momenti disponibili. Dopo questo Jamboree ho più consapevolezza dell’enormità del movimento Scout e mi farà considerare con occhi diversi i momenti che condivido con la mia compagnia e con i miei amici Scout. 11
di Chiara Pappagallo - Molfetta Cosa è il Jam ora per te? Se prima era un sogno ora non so come definirlo, forse lo rimane ancora, c’è sempre il desiderio di rivivere un’esperienza del genere. Ma é anche un bellissimo ricordo che però non è passato, è come qualcosa che vivo ancora pienamente, è come se ci sono ancora dentro. Non so bene come spiegare, ma almeno una volta al giorno mi vengono in mente dei momenti di questa esperienza, è parte di me ormai. Cosa ti sei portato a casa da questa esperienza? A parte tutti i gadget e regali vari? Mi sono portata a casa nuove amicizie, non solo italiane, nuove conoscenze e convinzioni e, sinceramente anche un po più di amore verso l’Italia e gli italiani, non chiedetemi il perché, non lo so. Sono tornata piena di
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storie da raccontare e scoperte da condividere con gli altri. Non mi stancherò mai di dire a tutti cosa ho vissuto. Come ti ha cambiato questa esperienza? Di sicuro in meglio, sono tornata molto più ricca, più consapevole della mia posizione, del mio spazio nel mondo e ovviamente ho imparato molte molte cose in più sulle varie nazioni, sulle diverse culture e religioni e anche sulle differenze che molte volte possono essere enormi anche tra paesi davvero vicini. Io sento di conoscermi molto meglio dopo questa esperienza, sono molto più consapevole dei miei limiti è ho anche molta più voglia di accettare nuove sfide e di spingermi oltre, perché con il Jam l’ho fatto, è tutto sommato non è andato così male :’)
Un Evento... tutto Giallo! L’Evento Nazionale 2015 della Branca Lupetti
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ari Lupetti e Lupette,siamo Macs, Aurora, Daniela, Maria, Vittoria e Giovanni ovvero: la Muta Nazionale. Qualcuno di voi ci ha conosciuto proprio qualche mese fa all’Evento2015 che si è tenuto a Ravenna dal 30 Maggio al 2 Giugno mentre, per chi non ci fosse stato, è questo il momento in cui anche noi possiamo raccontarvi che cosa abbiamo fatto, insieme a tantissimi rappresentanti della Branca Lupetti da tutta Italia!!!!
Pensate a quanto è stata grande questa Caccia per tutti noi: 800 Lupetti e Lupette provenienti da 90 Branchi con 300 Vecchi Lupi accompagnatori da tutta Italia e 100 Adulti Scout che ci hanno dato una mano perchè tutto funzionasse nei migliori dei modi… insomma, una Caccia Spettacolare!!! Negli articoli che troverete di seguito, ognuno di noi vi ha voluto raccontare un pezzetto di quanto accaduto nella famosa Accademia, che ci ha visto giocare e ridere, ma anche riflettere e confrontarci, su argomenti tanto importanti come il Bullismo! Siamo sicuri che i vostri Ambasciatori vi avranno raccontato tutto quello che hanno vissuto durante questi giorni in Accademia, ma per chi non avesse avuto Ambasciatori all’Evento2015, basterà chiedere ad un proprio Vecchio Lupo che sicuramente potrà raccontare che cosa è avvenuto in quei magici giorni a Ravenna. Buona Caccia!! … e buon inizio anno scout!! Chissà quante nuove Prede vi attendono!!! Macs, Aurora, Daniela, Maria, Vittoria e Giovanni 13
Maria De Chiaro - Muta Nazionale
Ambasciatori, Machi e 5 Spiriti...
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li Ambasciatori provenienti dai vari Machi del Giappone sono arrivati all’Accademia per assistere alla fioritura dei Sakura. Gli Ambasciatori, al loro arrivo, hanno trovato tre magiche porte, ma solo una li avrebbe condotti all’interno dell’Accademia. Grazie alla chiave portata da ogni gruppo di Ambasciatori dal proprio Machi di provenienza, tutti sono riusciti ad entrare e ad iniziare i festeggiamenti per l’imminente fioritura dei Sakura. Gli Ambasciatori, al loro ingresso, hanno trovato Masaki, il Viandante (o grande maestro della foresta dei Sakura) e i cinque Spiriti.
Aria: fantasiosa e prorompente, elegante e intraprendente attenta alla curiosità; Fuoco: misterioso e avvolgente, attento all’identità; Terra: forte e perspicace costruttiva e prudente, attenta alla diversità; Acqua: travolgente e paziente, attenta all’accoglienza; Energia: vivace e determinato attento alla pace Dovete sapere che la prima sera, prima che iniziasse qualunque attività, nell’Accademia è purtroppo successo l’inevitabile. Il clima 14
felice che si era creato tra tutti gli abitanti dei Machi, è stato rovinato. Un vento forte ha soffiato e, vestito completamente di nero, è arrivato il temibile Mushking, conosciuto da quelle parti perchè diventa terribile e spaventoso alla vista della luce. Mushking detesta la diversità, mentre la luce dell’Accademia mette in risalto quel piccolo Bonsai, diverso per forma e dimensioni da tutti i Sakura, alti ciliegi ricoperti di splendidi fiori di colore rosa. Mushking, lo spirito della notte, arrabbiato più che mai, ha fatto così piombare nel buio più totale l’intera Accademia, sottraendogli ogni fonte luminosa. Quella sera, preso dall’ira, ha spento ogni lampione, lume e lanterna. Gli Ambasciatori, così, hanno trascorso i giorni nella grande foresta, imparando dai cinque Spiriti e dai loro assistenti le arti per difendere il Bonsai, cercando pian piano di recuperare piccole lanterne che potessero riportare un po’ della luce rubata. Pian piano, giorno dopo giorno, si sono viste comparire piccole lampade e fiammelle, i lampioncini riprendevano forma, mentre si stava avvicinando l’ultima sera, quella precedente alla partenza e al rientro verso i Machi di provenienza.
I Cinque Spiriti e i loro Laboratori
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gni giorno, nell’Accademia, i quattro Spiriti, attraverso i loro Aiutanti, hanno voluto insegnare agli Ambasciatori le proprie arti, per fare in modo che potessero poi condividerle con tutti voi, una volta tornati a casa. Inoltre, alla fine di ogni Labroatorio di ogni Spirito, gli Ambasciatori hanno recuperato una piccola lanterna di luce per cercare di contrastare il buio portato da Mushking. FUOCO: gli aiutanti dello Spirito del Fuoco conoscono molto bene l’importanza delle passioni, degli interessi e delle cose che fanno accendere la fiamma dentro ciascuno di noi. Per questo hanno voluto aiutare gli Ambasciatori a scoprire e a conoscere alcuni interessi nuovi e inaspettati. Con tanta forza di volontà e un po’ di magia, gli Ambasciatori sono riusciti a scoprire che non esistono cose che ci devono piacere perchè per esempio siamo maschi o femmine, ma che possiamo scegliere quello che ci piace in base ai nostri gusti e alle nostre preferenze, senza aver paura di quello che pensano gli altri! La lanterna che ci ha donato lo Spirito aveva una scritta… IDENTITA’! ARIA: gli aiutanti dello Spirito dell’Aria hanno aiutato gli Ambasciatori a riscoprire la propria curiosità. L’aria e i suoi aiutanti,
infatti, volano leggeri per tutto il Mondo e sono molto curiosi. Nei vari posti che hanno visitato, hanno sempre scoperto cose nuove, come per esempio che esistono bambini di tanti colori! Giocando con gli aiutanti dell’Aria gli Ambasciatori hanno scoperto che qualche volta, poichè si ha un colore della pelle diverso dagli altri, si è vittime dei Bulli. L’Aria però ha trovato il modo per farci capire come reagire al Bullismo! La soluzione è quella di essere curiosi verso gli altri che sembrano diversi da noi, ma che in realtà sono dei bambini e delle bambine come noi! La lanterna che ci ha donato lo Spirito aveva una scritta… CURIOSITA’! Vittoria Brandi - Muta Nazionale
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ACQUA: gli aiutanti dello Spirito dell’Acqua, avendo viaggiato per mari, fiumi e laghi, hanno scoperto che, per poter proteggere e far crescere rigogliosa la foresta, bisogna entrare in connessione con tutti gli elementi che ne possono fare parte, anche gli animali! Attraverso gli animali, però, gli Ambasciatori hanno scoperto che, qualche volta, per il nostro modo di apparire, qualcuno può prenderci in giro o metterci in un angolo. Lo Spirito dell’Aria ha svelato agli Ambasciatori i suoi segreti: le soluzioni per contrastare il Bullismo sono alla portata di ognuno di noi, basta solo non stare a guardare! La lanterna che ci ha donato lo Spirito aveva una scritta… ACCOGLIENZA! TERRA: gli aiutanti dello Spirito della Terra hanno accompagnato gli Ambasciatori a conoscere il “Giardino Felice”, illustrando loro le bellezze, le ricchezze e l’esclusività di questo posto. Tanto esclusivo che solo chi si dimostrerà realmente degno potrà accedervi. Gli Ambasciatori hanno infatti scoperto che solo le piante con alcune caratteristiche possono far parte di questo Giardino. Ma non sono le più belle, le più alte, le più sottili… no! Sono quelle che riescono a fare 16
dei loro punti di debolezza proprio i loro punti di forza e sanno che, se vengono bullizzate, possono e devono chiedere l’aiuto di un adulto! La lanterna che ci ha donato lo Spirito aveva una scritta… DIVERSITA’! ENERGIA: gli aiutanti dello Spirito dell’Energia hanno fatto scoprire agli Ambasciatori come le energie negative che certe volte proviamo quando non ci sentiamo capiti, accettati e quando sentiamo che gli altri ci giudicano, possono essere trasformate in energie positive con una bellissima magia. Quale, direte voi? Ma quella della comunicazione, del gioco e della partecipazione. Lo Spirito dell’Energia ha fatto capire agli Ambasciatori che la tristezza e la gioia non sono così distanti, se sappiamo come mettere a frutto le nostre Energie! La lanterna che ci ha donato lo Spirito aveva una scritta.... PACE! Gli Spiriti hanno fatto vivere agli Ambasciatori un’esperienza incredibile, se non ci credi… prova a farti raccontare cosa è successo dagli Ambasciatori del tuo Branco! Chiedi ai tuoi Vecchi Lupi di poter guardare le foto dell’Accademia e di quello che è successo! Vedrai quante storie avranno da raccontare e quante nuove cose da insegnarti!
Due amici speciali nell’Accademia! Nell’Accademia, oltre ai Laboratori dei Cinque Spiriti con i loro aiutanti, gli Ambasciatori hanno potuto affrontare grandi avventure con due Associazioni italiane che lavorano giorno dopo giorno per il bene di tutti i bambini e le bambine. La prima Associazione è Telefono Azzurro. Molti di voi già la conosceranno perché è l’Associazione che in Italia lavora e si impegna per difendere i diritti dei bambini e delle bambine. E’ un’Associazione molto grande che propone tante attività sui diritti e anche molte per combattere il Bullismo!!! All’Accademia, alcuni Ambasciatori hanno giocato e imparato tanto da alcuni volontari di Telefono Azzurro che avevano organizzato un Laboratorio molto interessante in cui hanno spiegato come individuare il Bullismo e alcune forme di violenza, che a volte non sono facili da riconoscere ma che provocano molti danni e problemi. La seconda Associazione è stata Arcigay. Anche questa è un’Associazione italiana che lavora e si impegna per combattere alcune forme di violenza, discriminazione e Bullismo. Arcigay organizza a livello nazionale molte attività nelle scuole e si occupa principalmente
di educazione alla sana affettività e all’accoglienza delle diversità. All’Accademia, anche per Arcigay, sono venuti a trovarci due volontari che hanno organizzato un Laboratorio per alcuni Ambasciatori presenti. Durante il Laboratorio i due volontari hanno lavorato molto sull’importanza di non nascondere le cose che sentiamo dentro, di non vergognarci per come siamo fatti, di considerare positivo l’affetto che proviamo verso gli altri e di stare molto attenti a giudicare male le scelte degli altri in questioni d’amore! Entrambi i Laboratori hanno fatto riflettere molto su alcune forme specifiche di Bullismo che molto spesso vediamo con i nostri propri occhi a scuola, per strada e nei vari posti che frequentiamo. I volontari delle due Associazioni hanno parlato di esperienze reali e hanno cercato di farci capire quanto sia importante accogliere le diversità senza giudicarle. Aurora Bosna - Muta Nazionale
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Maria De Chiaro - Muta Nazionale
La Caccia a Ravenna U
n giorno i Padawan (gli apprendisti che stanno studiando per diventare Assistenti diretti dei Cinque Spiriti) hanno condotto i Lupetti Ambasciatori, con i loro SottoCampi, alla ricerca degli elementi essenziali per accendere un fuoco: l’esca, il rametto, il laccetto e il tronchetto. La ricerca si è svolta nella città di Ravenna, a pochi chilometri dall’Accademia, in un luogo affascinante che gli Ambasciatori hanno avuto modo di visitare conoscendone curiosità, abitanti, tradizioni, cibi tipici e luoghi d’arte. Così hanno scoperto tutti i segreti di una città che nasconde nel cuore del suo centro storico tantissime bellezze. Tra queste, la Rocca Brancaleone e i giardini che la circondano. Qui gli Ambasciatori dei Machi hanno fatto un percorso fisico e naturalistico che li ha guidati tra i grandi alberi che abbelliscono questi spazi e a scoprire la bellezza di una famosa quercia nata sul rilevato di una ghiacciaia. Hanno scoperto, nella
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loro Caccia, che Ravenna è la città in cui Dante Alighieri ha vissuto per molti anni e che proprio in questo luogo, in quella che si chiama “naturalmente” via Dante, si trova il famoso Mausoleo. Sul soffitto del monumento è presente una lampada realizzata nel Settecento, alimentata da olio d’oliva toscano, che viene donato ogni anno dalla città di Firenze, luogo in cui il poeta è nato. Poi, mentre gli Ambasciatori si perdevano tra la bellezza di San Vitale, nel contare le 90 stelle della volta del Mausuleo di Galla Placidia, nella visita del Battistero degli Ariani, nella visita all’altare della chiesa di San Francesco, sotto il quale si può osservare una piccola “vasca” con tanto di pesci rossi che nuotano beati, attraversando le tante porte che consentono l’accesso alla città, si sono recati presso una delle sedi scout presenti a Ravenna. Qui, ad accoglierli, hanno trovato i nostri fratelli scout dell’Agesci e con loro si sono sperimentati nella cucina di una tipica piadina romagnola, partendo dall’originale ricetta del luogo. Insomma, uno sguardo fuori le porte dell’Accademia, un tuffo nella storia, nell’arte e nelle tradizioni e tutto diventa uno straordinario ricordo di una indimentacabile esperienza.
Il Fiore Rosso
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’ultima sera in Accademia, gli Ambasciatori hanno conosciuto un ragazzo mai visto prima in quei giorni, vestito totalmente di bianco, molto curioso e con tanta voglia di imparare. Gli Spiriti si sono manifestati di nuovo, per rivelargli le loro parole chiave, ricordando i valori necessari per proteggere la diversità e i segreti per la crescita e la cura della foresta, ma soprattutto del Bonsai, albero che fra tutti ha bisogno delle maggiori attenzioni. Il ragazzo curioso ha ascoltato tutto il tempo, si è avvicinato poi ad alcune ciotole di colori e ha iniziato a cospargersi il suo vestito bianco di tantissime sfumature. Ben presto è diventato oggetto della ironia e della beffa del temibile Mushking, che era rimasto nell’ombra per tutto
quel tempo, osservando e spiando ciò che si stava compiendo: il ragazzo sembrava praticamente un arcobaleno. Mushking non sapeva però che di lì a poco anche il suo vestito nero si sarebbe cosparso di colori. E così infatti è accaduto!!! Quello però che non immaginate è che Mushking ha imparato a vedere e ad apprezzare le cose per quelle che sono, senza voler a tutti i costi uniformarle o rendere tutto uguale. Ha deciso così di togliere il mantello nero che fino a quel giorno aveva nascosto le sue differenze, mostrandosi a tutti per la prima volta. Aveva finalmente capito l’importanza dei colori e della diversità, mentre in tutta l’Accademia era tornata finalmente (e per sempre!) la luce. Maria De Chiaro - Muta Nazionale
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Daniela Comacchio e Giovanni De Pietro - Muta Nazionale
Gli Otto grandi SottoCampi nell’Accademia
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er vivere pienamente l’esperienza all’interno dell’Accademia, gli Ambasciatori sono stati accolti all’interno di otto Sottocampi. L’Accademia, infatti, era anticamente divisa al suo interno in otto parti che derivavano da otto elementi naturali che avevano caratterizzato la vita di Masaki, la sua avventura con gli Spiriti e la sua decisione di fondare proprio quell’Accademia. E così Masaki aveva affidato la cura di tutti gli Ambasciatori provenienti da molti Maki differenti a otto Capi SottoCampo, con il compito di rendere la vita di questi Ambasciatori più facile e piacevole, guidandoli in ogni momento della giornata fin dal loro arrivo. Ogni SottoCampo era rappresentato da un colore e da un nome particolare.. Scopriamoli insieme!!! Il SottoCampo Grigio si chiamava Arashi, come la terribile tempesta
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delle sere d’estate, guidato da Daniel e Andrea. Il SottoCampo Arancione, poi, era il SottoCampo Iwa, che in giapponese significa Roccia, come la roccia delle alte montagne, guidato da Giovanni e Karen. Il colore Viola era invece il colore del SottoCampo Fuji, il grande e possente vulcano giapponese, guidato da Francesco e Roberto. Il Blu era il colore di un altro sottocampo, il Kiai, blu come l’energia vitale che caratterizza la forza della Natura, guidato da Andrea, Marina e Gianluca. Ancora un SottoCampo era Taifu, che in giapponese significa tifone; il suo colore nell’Accademia era il rosso e le guide erano Andrea, Mirta e Stefania. Taki, la cascata, ha dato il nome al SottoCampo verde chiaro, guidato da Niccolò e Lavinia. Nel SottoCampo Yuki, invece, l’atmosfera è stata sempre piuttosto frescolina perchè Yuki vuol dire neve.. anche se il suo colore è Fucsia e le sue guide erano Filippo e Annagiulia. Infine, da Nakoribi, che significa brace, il colore Verde scuro è stato il colore guida di questo SottoCampo, le cui guide erano Iacopo, Delia e Lorenzo. Simbolo importante di ogni SottoCampo sono stati anche gli otto Sakura (i ciliegi), gli alberi simbolo
di tutti i Sakura dell’Accademia. Ogni Ambasciatore al suo arrivo nel SottoCampo ha infatti trovato questo albero e ha contribuito a renderlo speciale, riconoscendolo come punto centrale della vita del SottoCampo per i giorni successivi. I Lupetti Ambasciatori hanno trascorso all’interno degli otto SottoCampi i momenti principali della loro giornata all’Evento. I SottoCampi, infatti, sono stati dei luoghi dove i Lupetti Ambasciatori e i Vecchi Lupi accompagnatori si sono ritrovati al mattino per fare colazione assieme, salutarsi e iniziare la giornata, dirigendosi poi verso i Laboratori degli Spiriti o fuori dall’Accademia verso la Caccia in Città. Ogni SottoCampo, come avete letto sopra, ha vissuto una Caccia a Ravenna insieme ad un altro SottoCampo, trascorrendo mezza giornata fuori dell’Accademia e giocando in Città. I SottoCampi sono stati importantissimi anche
per far scorrere tutto liscio nell’organizzare gli spostamenti di tutti gli Ambasciatori presenti! I turni dei pranzi erano infatti organizzati di SottoCampo, così come i raduni per recarsi alla Cerimonia di Apertura e di Chiusura che accoglievano i SottoCampi provenienti a piedi da ogni parte dell’Accademia. Il SottoCampo è stato anche il campo di battaglia dove i Lupetti Ambasciatori hanno affrontato e scacciato, grazie al potere della luce e delle loro diversità, le fiammelle d’ombra sprigionate dal cattivissimo Musking. Insomma questi quattro giorni all’interno dell’Accademia sono stati davvero frenetici, intensi e pieni di emozioni, ma con l’aiuto dei Capi SottoCampo e dei loro Staff, gli Ambasciatori hanno trovato dei punti di riferimento e delle guide per affrontare questa Caccia con un’energia ogni giorno maggiore! 21
Rachele Sandini - Lupetta Sezione di Bassano del Grappa
Finalmente a Ravenna! Evviva, il grande giorno è arrivato! Che grande emozione! Chissà cosa mi aspetterà... Sabato 30 maggio partiamo dalla nostra tana per Ravenna, dove si svolge l’Evento Lupetti 2015 il cui scopo è renderci consapevoli di fronte a situazioni di bullismo. Lungo la strada abbiamo raccolto due branchi di Vicenza. Primo giorno: Finalmente a Ravenna! Arriviamo al villaggio Mare Pineta a Casalborsetti. Scesi dalla corriera, ci accoglie una ragazza travestita da cinese che ci ha fatto delle domande per capire se eravamo consapevoli della nostra missione di ambasciatori. Ma chi appare lì in fondo... sembra il nostro Akela... ma è vestito da lottatore di Sumo... E insieme a lui c’è un ragazzo vestito da karateka... ci chiedono di inventare un urlo di branco che sia tutto nostro, inventato lì al momento per quell’occasione speciale: siamo il Branco Arcobaleno e il bullismo abbatteremo! In attesa dell’inizio
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delle attività abbiamo giocato a Ninja insieme al branco Tracce. Arriva l’ora di sistemarci nei nostri bungalow dove lasciamo gli zaini per poi dirigerci verso Il nostro sottocampo. Lí ci consegnano il foulard del campo, il braccialetto del colore del nostro sottocampo (blu), il badge con scritto il nostro nome e cognome e il branco di provenienza e il taccuino dell’hanami, dove sono scritte le regole del villaggio. E, finalmente, dopo tanto tempo che aspettiamo, ecco una gustosa cena nella mensa vicino alla piscina: quanta voglia abbiamo di tuffarci!!!! Dopo cena, ci ritroviamo tutti insieme in un grande campo e la muta nazionale ci presenta il sindaco di Ravenna e il presidente dell’Emilia Romagna. I capi sotto campo hanno fatto l’alza bandiera e in coro cantiamo l’Inno Nazionale (che orgoglio!!!) e la canzone scritta appositamente per l’evento “Uscirá il sole” che posso dire veramente bellissima e molto significativa. In seguito i Vecchi Lupi hanno fatto una scenetta in cui ci presentano sei spiriti: lo spirito del Fuoco, dell’Acqua, dell’Energia, dell’Aria, della Terra e lo spirito cattivo Mushking. Finita la presentazione, ci siamo diretti ai bungalow, dove con l’ula ula dei Vecchi Lupi ci siamo addormentati.
branca l
Secondo giorno Conosciamo i primi due Spiriti. La sveglia di Raksha preannuncia l’inizio della nuova giornata e... la colazione... gnam gnam buonissima! Ritrovatici nei sottocampi, incontriamo due ragazze dell’Accademia di Masaki, che ci dividono in due gruppi: i Lupetti del CDA (quelli dell’ultimo anno) che incontrano l’Arcigay, invece noi, il resto dei lupetti, incontriamo le persone del Telefono Azzurro. Ci hanno spiegato i vari modi di agire sia se vediamo sia se subiamo un atto di bullismo. Il bullismo è quando una persona fa del male ripetutamente sia fisicamente che moralmente a un’altra, ferendone i sentimenti. Finita quest’attività in gruppi, ci riuniamo e andiamo a conoscere lo Spirito del Fuoco. I Vecchi Lupi ci leggono la storia di un principe molto avido, che attaverso una disavventura, capisce l’importanza di anteporre il benessere del suo popolo alla sua liberazione, insegnando ai bambini come produrre il fuoco per non morire di
freddo e ritrovare la serenità. Arriva il momento di andare a visitare Ravenna. Che bella città! Attaverso varie attività, conquistiamo gli oggetti che servono per fare il fuoco e così possiamo tornare al villaggio. Lo Spirito del Fuoco ci consegna una torcia con un biglietto in cui è scritto il primo principio che abbiamo scoperto: l’identità. Che fame!!! Si mangia!!!!!! Dopo pranzo incontriamo lo Spirito dell’Acqua che ci guida alla scoperta di abilità che non pensavamo di possedere come ad esempio saper fare le capriole come un simpatico panda. Ed ecco che anche lo spirito dell’Acqua ci consegna una torcia con un biglietto su cui era scritto il secondo principio che abbiamo scoperto: l’accoglienza. Stanchissimi, ma carichi di emozioni andiamo a cenare. Infine i Vecchi Lupi continuano la loro rappresentazione degli Spiriti e finalmente l’ula ula annuncia l’ora di dormire. Nel mio letto, appena prima di chiudere gli occhi, penso che quello che ho imparato oggi mi aiuterà ad avere più attenzione verso i miei amici e le persone in generale. 23
Terzo giorno: Gli ultimi tre Spiriti si svelano. Alzarsi alla sveglia di Raksha diventa sempre più difficile...che sonno! L’idea della buonissima colazione ci rende meno difficile alzarci e vestirci. Ci ritroviamo con i branchi del nostro sotto campo davanti alla piscina...che voglia di un tuffo!!!!!!!!!!!!!! E di una nuotatina in quell’acqua fresca... Vecchi Lupi possiamo, possiamo, ma quando possiamo???? Dopo alcuni bans, incontriamo lo Spirito dell’Energia. Con lui facciamo tantissime attività, tra cui un percorso per trasformare l’energia negativa in energia positiva. Anche lui ci consegna una torcia con un biglietto con scritto il terzo principio che abbiamo conosciuto: la pace! Nel pomeriggio incontriamo lo Spirito dell’Aria. Nelle molte attività di gruppo fatte con lui, scopriamo i vari ruoli che assumono le persone in una vicenda di bullismo. Ci sono il bullo, la vittima, gli spettatori e l’aiutante (del bullo). La torcia di questo Spirito contiene un biglietto con il quarto principio che abbiamo scoperto: la curiosità. Ed ecco l’ultimo Spirito, lo Spirito della Terra. Con lo Spirito della Terra, attraverso vari lavori di gruppo, abbiamo imparato ad
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allearci per sconfiggere delle piante malvagie. Abbiamo svelato l’ultimo principio: la diversità, che non deve spaventarci, ma che dobbiamo imparare a conoscere perché fa parte di tutti noi. Finalmente dopo aver tanto stressato i Vecchi Lupi, ci siamo potuti catapultare in piscina: che meraviglia!!!!!!!!!!!! La sera dopo cena abbiamo fatto il Fiore Rosso. Che cosa sarà mai?! Il Fuoco!!!! Fa paura agli abitanti della giungla. I capi sottocampo accendono le loro lanterne e insieme all’Akela nazionale accendono un grande fuoco e tutti insieme cantiamo la canzone del Fiore Rosso. Quanto mi piace!!!! I Vecchi Lupi recitano la parte finale della loro interpretazione, in cui Mushking, lo Spirito cattivo, capisce che la diversità non è una cosa brutta, ma ci fa essere unici e ci distingue dagli altri. Infine abbiamo cantato una canzone della buona notte (buona notte fratellino) e abbiamo giocato a gruppi: scappare dalle fiammelle d’ombra. Oh caspita è l’ultima notte qui... sono stata davvero bene e vorrei che quest’avventura non finisse così presto, ma a casa mi aspettano mamma e papà e il mio gatto Mio.
Quarto giorno: È’ arrivata l’ora di ritornare a casa... ci svegliamo con un po’ di tristezza nel cuore. Cominciamo a preparare lo zaino, in fretta, per poter fare colazione. Dopo la colazione, torniamo nei nostri bungalow a finire di preparare gli zaini. Poi ci ritroviamo nei nostri sotto campi e in fila ci dirigiamo verso un grande campo per celebrare la chiusura dell’evento. Che caldo però! Per fortuna i Vecchi Lupi ci rinfrescano lanciandoci l’acqua dalle bottiglie. I nostri Vecchi Lupi sanno sempre cosa fare per farci stare bene.
Tutti gli Akela avevano un palloncino giallo che al via hanno lasciato salire verso il cielo formando un’immensa nuvola gialla come il sole. Mi sono resa conto che tutto stava per finire....che tristezza! In quel momento ho provato però anche tanta felicità per i bei momenti passati insieme e per tutti gli insegnamenti positivi che ci hanno lasciato. Alla fine della cerimonia ci siamo riuniti con il branco Tracce e, dopo pranzo, siamo partiti, portandoci a casa le belle esperienze vissute insieme.
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Avete già preso impegni per Agosto 2016? al 14 3 l a d i r e ib l i v nete Bene, allora teché non potete mancare r Agosto 2016 penno targato bRanca erre. l’evento dell’a Impegno:
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i cosa stiamo parlando? Ormai lo sapete tutti: Roverway 2016 – France. Ebbene si, dopo le edizioni di Portogallo ‘03, Italia ‘06, Islanda ‘09, Finlandia ‘12, tocca proprio alla Francia ospitare il prossimo Roverway. Siamo alla 5a edizione e questo evento fa parte ormai della vita di Branca. Pensate ad un campo internazionale con circa 5.000 partecipanti...un campo mobile da vivere in una Tribe Europea condividendo la strada con rover dalle mille esperienze differenti...i giorni al campo fisso insieme a scout di tutta Europa... tantissime attività, occasioni di servizio, hike attraverso i moltissimi paesaggi meravigliosi che la Francia offre…questo e tanto altro sarà Roverway 2016. Abbiamo parlato di servizio, attualità, Europa, ecco le basi su cui è costruito questo Roverway: 26
avere fiducia e credere che il futuro dell’Europa sia nelle mani di una generazione responsabile, che saprà vivere in una società condivisa, giusta e sostenibile. Cittadinanza Europea: vivere un evento in cui si radunano rover di tutta Europa rafforza il senso di appartenenza ad un movimento globale ed europeo, portando avanti valori di pace. Permette inoltre di conoscere e confrontarsi con altri modi di vivere il roverismo. Co-costruzione: i rover non saranno soltanto dei partecipanti, ma ne saranno i principali fautori ed attori. In questo modo Roverway diventa un luogo in cui i giovani prendono parte al processo decisionale, lavorando a stretto contatto con gli altri, e scoprendo la ricchezza delle diversità. Nei primi giorni ogni Compagnia, inserita in un gruppo (Tribe) di circa 50 partecipanti di diverse nazionalità, parteciperà ad una delle 100 routes sparse per tutta la Francia.
Pensate alla possibilità di fare hike sulle Alpi, sui Pirenei o a MontSaint-Michel; potreste fare rafting tra le gole del Verdon o passare in canoa sotto Pont du Gard, perdervi nei tramonti delle spiagge atlantiche, visitare città, paesi di campagna, musei, castelli della Loira... pensate alle tantissime possibilità che la Francia offre, sapreste scegliere o sareste in grande difficoltà? E se non bastasse, ci saranno anche delle Cross-border routes, organizzate in collaborazione con le associazioni scout dei paesi confinanti (Spagna, Italia, Svizzera, Lussemburgo, Belgio, Regno Unito)... ancora non vi basta? In ogni route, ci sarà la possibilità di rendersi utili e fare servizio in collaborazione con un’associazione locale, per sperimentarsi in un servizio comune, entrando direttamente in contatto con la realtà che ci ospita. Tutte le Tribes confluiranno poi a Jambville, dove i partecipanti vivranno gli ultimi giorni di campo a stretto contatto in un contesto fiabesco (saremo in un castello con un enorme parco...), con la possibilità di sperimentare in prima persona il significato di “cittadinanza Europea”. Vogliamo che questo Roverway sia un evento che permette di
mettersi alla prova individualmente in ambito associativo prima e internazionale poi, diventando un momento importante per la crescita personale di ciascuno... confrontarsi, conoscere, vivere la natura, sperimentare la partecipazione attiva, svolgere servizio e riflettere su sé stessi e sulla società, respirare l’appartenenza ad un’Europa che vuole essere guidata da giovani con profondi ideali e impegnati per migliorare la realtà che li circonda. Vogliamo che per i partecipanti possa essere un’estate rover internazionale indimenticabile da vivere con la propria Compagnia o una grande occasione per provare un evento EPI internazionale all’interno di una compagnia di formazione CNGEI o FIS (grande novità!!! avremo delle compagnie di formazione miste CNGEI-AGESCI!!!), o ancora possa rappresentare un’esperienza di servizio in un team IST Europeo... non potete mancare! Per qualsiasi informazione visitate il sito www.roverway.it, o scrivete a rovercngei@roverway.it! Bonne route! Lo Staff CNGEI – Roverway 2016 27
Agorà 2015 Q
uando ho chiesto al mio CC di iscrivermi a questo evento francamente non pensavo di avere molte speranze (voglio dire, solo due persone per tutto il CNGEI!) però l’idea mi interessava terribilmente, in parte perché sarebbe stato il Jamboree al quale non ho mai avuto occasione di
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partecipare ed in parte perché avrei potuto osservare in prima persona cosa significano Scoutismo ed Europa nel mondo, non attraverso i giornali o l’incontro speciale di branca di turno. Se mai avrete occasione di imbarcarvi in qualcosa di simile beh..FATELO!!! dato che una delle maniere migliori per conoscere popoli e culture diverse a mio parere è proprio quella di osservare la loro idea di scoutismo. A tal proposito ci terrei a precisare due aspetti fondamentali che mi sono stati d’aiuto; la lingua e l’attitudine. Sfatiamo un mito che gli italiani l’inglese non lo sanno, sono balle, o almeno, non siamo i peggiori. Poco ma sicuro. Però avere una conoscenza della lingua di livello oltre a quello scolastico è il minimo in queste situazioni, dato che ho visto non pochi ragazzi restare zitti e confusi in un angolo proprio perché non avevano idea di ciò che gli capitasse intorno (di ogni paese).Altra cosa importantissima è l’atteggiamento, se avete voglia di passare il tempo coi vostri connazionali e la cosa più strana che assaggerete mai sarà
Giacomo Boni - Sezione di La Spezia
un cheeseburger STATEVENE A CASA. Seriamente, in un posto del genere si viene bombardati continuamente da cibi nuovi, idee nuove, storie nuove, non si può paragonare tutto alla madrepatria con sdegno (in caso di cibo) o abbozzare ridendo (se si fanno domande di storia/politica); si è tutti sullo stesso piano, ci si confronta, e si cerca di prendere spunto dagli aspetti migliori di ognuno. Ecco qual è il principio di questi incontri. Finito il “pippone” di critica sociale proseguiamo sugli altri aspetti più interessanti. Del tipo che all’Agorà ho incontrato i “capi mondiali” ed europei (o giù di lì) del movimento Scout, ed è stato epico, non solo perché non me lo aspettavo ma anche perché hanno partecipato a molte attività, volte proprio a spiegarci come funzioni tutto nelle alte sfere e come in realtà il movimento sia unito, compatto. Non esiste solo la propria sezione sola soletta la cui unica preoccupazione è non far scappare troppa gente tutta insieme. Siamo tutti parte di qualcosa di più vasto, e questo qualcosa può aiutarci, giuro, basta chiederglielo. Sul sito del WOSM vi sono tutte le informazioni a riguardo. Ma almeno per quanto mi riguardava ci è voluta l’Agora per farmelo scoprire.
Un’altra sorpresa dell’esperienza è stato vedere quanto lo Scoutismo sia un concetto elastico che cambia da paese a paese, a seconda del popolo e delle tradizioni, sempre però mantenendo un terreno comune di partenza. Una volta preso coscienza di ciò tutte le schermaglie con tra CNEI e AGESCI e altre associazioni minori diventano davvero irrilevanti.Nota divertente, come sapranno bene i fortunati partecipanti di Jamboree/roverway certi bans sono internazionali, ed è uno spasso scoprire che il tuo ban preferito agli esplo viene eseguito quasi uguale in finlandia.. Personalmente spero di essere riuscito a dare un quadro onesto del nostro paese come rappresentante e che le esperienze che ho condiviso, come l’aiuto che ho dato nel comunicare siano serviti a qualcosa. In conclusione, come potete ben immaginare il sapere che NON siamo soli nell’universo è un estrema fonte di risorse, basta volerci accedere. Questo e la miriade di idee per attività che ho raccolto parlando con i vari partecipanti sono le due cose più importanti che ho imparato e che voglio diffondere una volta tornato a casa. 29
ROVERGATE non è una porta per accedere a un luogo A cura della Ronda Nazionale
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overGate è una “soglia”, un limite, un confine in una geometria a quattro dimensioni e più … per muoversi in questo spazio sono necessarie delle coordinate certe, che insieme identificano un punto, le coordinate del punto di Partenza e quelle del punto di Arrivo… Rovergate è un luogo di incontro, di discussione, di confronto, di autonomia, un luogo dove molti cammini si incrociano e con loro idee, sogni, concetti, progetti, esperienze, emozioni; chi di voi ha mai partecipato ad un Agorà di giovani come quello proposto da WOSM potrà facilmente immaginare di cosa stiamo parlando. 56 Rover Ambasciatori del terzo anno, da tutta Italia, hanno vissuto questa avventura alla ricerca di energia, ispirazione, significato, ma anche di divertimento e condivisione. Con entusiasmo si sono incontrati per contribuire a mettere un mattone nella storia del roverismo nella
nostra associazione. Il temi centrali del campo sono stati il “Cammino Rover”, “Chi è il buon cittadino?” e “Che società ci aspetta fuori dalla porta”. Cammino qualche volta significa spostarsi, altre volte significa processo, ma è anche un modo per descrivere il percorso di crescita che ognuno di noi compie, riflettendo su sé stessi, per crescere dentro e fuori alla Compagnia. A San Lazzaro di Savena (BO) si è aperto un varco, così come uno Stargate è un portale che permette di viaggiare nel tempo e nello spazio, così il Rovergate ci ha aiutato a ripercorrere e condividere le tappe della strada che ognuno di noi ha percorso nella propria realtà. Ma ancora oltre, carichi di consapevolezza abbiamo colto dal passato, i valori ed il significato di quel cammino che ci ha condotti qui. Abbiamo quindi costruito le nostre versioni di Buon Cittadino. Chi è oggi questo/a figura quasi mitica? Il Buon Cittadino non
è altro che una persona che ha acquisito gli strumenti per poter essere protagonista attivo nei diversi contesti di cui fa parte e nei quali si muove, il Buon Cittadino è-fa-ha: volontariato, mente aperta, altruismo, intelligenza, curiosità, riflessione, positività, crescere e donare, ascolto, vedere il mondo, curiosità, interesse, empatia, sostenibilità, autocritica, laico dei pareri altrui, essere coerenti, ecc., ecc.. Infine abbiamo immerso le “mani” e la testa nella società fuori dalla porta, quella che sentiamo urlare e che tocchiamo con mano quando parliamo di Servizio, di attività Sociale e Culturale. Abbiamo raccolto nell’OST (Open Space Tecnology) alcuni nodi cruciali di questo mondo che ci chiama, alcune “urgenze” ed incongruenze (immigrazione, politica, famiglie arcobaleno, libertà di opinione,ecc.) e poi, con coraggio, siamo andati a riprendere quel Buon Cittadino lasciato in 31
sospeso, lo abbiamo messo a confronto con il quadro emerso ed abbiamo cercato di capire come questa figura possa davvero entrare a far parte di quel quadro, quali siano le minacce e quali le risorse a sua disposizione. Al Rovergate abbiamo creato ispirazioni, idee, suggestioni, ma ognuno di noi è stato primo protagonista attivo e costruttore, vivendo con responsabilità la propria libertà. Il campo si è concluso con delle concrete proposte di attività a tutti i livelli (es: radio rover, linee guida di azione per poter agire, torneo naz. palla scout per incontro, flash mob per informare, ecc.) spunti per lavorare, delle promesse insite tra i giovani partecipanti di dare gambe al sentimento di fratellanza, ma anche di valore che ognuno di loro ha percepito vivendo questo evento da protagonista, per riportarlo a casa e farlo fruttare. Forse il campo ha lasciato più domande che risposte, ma alla fine di tutto sembrava quasi si sentisse il richiamo: rover, rover, il mondo aspetta noi… allaccia le scarpe e vai!
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Valerio Valentini - Rover Sezione di Ariccia
Scout Pride 2015 S
i va in stazione, si aspetta il treno, si sale. E’ il 13/06/2015, sono le 14:45, e la Compagnia Gilgamesh dell’Ariccia 1 va a fare la sua prima uscita: andiamo a portare la nostra solidarietà ai partecipanti al Gay Pride, un corteo a Roma che riunisce migliaia di persone omosessuali e non, per far vedere a chi continua a chiudere gli occhi che al mondo ognuno è diverso e cerca di far comprendere come ciò sia una qualità dell’umanità, unica cosa che da senso e significato all’esistenza di più individui. Pensando a ciò, ci accorgiamo che è esattamente la stessa cosa che il nostro spirito scout ci dice: “essere tutti fratelli uguali, ma anche singole persone diverse e trarre da ciò la nostra forza”.
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Sul treno incontriamo altri scout e decidiamo di unirci a loro in questa nostra piccola “gita”, perché in fondo più si è, meglio si sta! Arrivati a Termini, ci disegniamo simboli di pace e fratellanza sul viso e ci incamminiamo verso il corteo. Là vediamo gente di ogni tipo, uomini, donne, che sfoggiano la propria unicità insieme, creando un’unione incredibile di opposti, facendo confluire così tante diversità in un corpo unico, uniforme. E’ uno spettacolo incredibile, come una magia, che porta gli uomini a stare insieme, consci che se ognuno dovesse stare solo con ciò che gli è uguale, sarebbe solo, sperduto. Musica e danze corrono libere nell’atmosfera del luogo e ci contagiano. Con un enorme sorriso mi guardo attorno, e sono contento che ci siano così tante persone che non hanno stupidi, infantili pregiudizi e che invece accettano
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il diverso come qualità e non come nemico. Mi trovo a mio agio in questo posto, con questa gente, tra tutte queste persone che capiscono, che hanno una mente aperta. Solo l’ignoranza e la paura possono fermare l’evoluzione dell’uomo, qua sono sicuro che si stia facendo un grande passo avanti in questa direzione. Restiamo col corteo per qualche ora, ma poi è tardi e ci stacchiamo. Torniamo a Termini con altre Compagnie e qualcuno tira fuori un Ukulele e s’inizia a intonare qualche canto per passare il tempo prima che arrivi il treno. Tutti cantano insieme.
Chi non sa le canzoni le può leggere su canzonieri vari o semplicemente fischiettare e si passa un altro momento insieme. Ma ecco il treno. È arrivata l’ora di separarsi e ci si saluta. Torno, torniamo a casa e non posso che essere felice della giornata passata, di come mi sia ricordato che ci sono sempre altre persone e altri umani, ognuno con i suoi gusti, credi e pensieri e di come ciò crei una coda di pavone di umani, con in sé ogni possibile sfumatura di colore che ci affascina e meraviglia. A essa va l’ultimo pensiero dell’uscita: “Ogni punto di vista, ogni persona, aggiunge un qualcosa di nuovo al tutto ed è così che si cresce”.
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CRB Lazio “C
iao a tutti! Sapete perché siamo qui? Perché in questi due giorni ci sarà il CRB, il Campo Regionale di Branca E!!!”. L’Incaricata Regionale, Emanuela Fabbri, cerca di riscaldare con il suo entusiasmo l’atmosfera del quadrato; un po’ come all’inizio delle feste, quando tutti sembrano lì per caso, in attesa della scintilla.
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Ma qui non siamo a una festa, qui è molto meglio: qui siamo al CRB. “Un grande ringraziamento a tutti i reparti qui presenti, che sono stati gli unici a voler partecipare a questo evento, e che quindi sono... (possiamo dirlo?)... i più fighi!”. Non siamo nemmeno tutti, eppure siamo tanti. 150-170 ragazzi, immagino. Una decina di reparti, suppongo. Ma non siamo tutti,
Galatea Nebbiai - Esploratrice Sezione di Ariccia
purtroppo. Pochi ma buoni. “A tutte le pattuglie è stato attribuito il nome di una nazione. Sapete tutti che nazione siete, vero? Benissimo, perché queste sono le nazioni che giocheranno alle fantastiche Olimpiadi della Pace!” annuncia un capo. Uh, carina questa trovata. Le Olimpiadi della Pace, o Scautiadi, perché la competizione è strumento di divertimento e di amicizia. “Saprete bene che precisamente 100 anni prima di domani, 24 maggio, l’Italia entrò a combattere nella prima guerra mondiale, guerra di trincea che portò tanto dolore. Con questi pacifici giochi tra diverse nazioni, ricordiamo il valore della fratellanza”. Due dello staff ci leggono delle possibili
lettere scambiate tra madre e figlio in guerra. Rabbrividisco. Perché la fantasia umana non poteva manifestarsi nella cura di un parco o per altri beni comuni, piuttosto che per creare macchine per la morte e sistemi di massacro d’innocenti? Domanda difficile. “ Ora, quando romperemo il quadrato, potrete riunirvi per Villaggi Olimpici e conoscervi”. Niente male questa Inghilterra... ci sono un paio di “british” interessanti... ma che dico, non è tempo di pensare a distrazioni! Guardiamo gli avversari, piuttosto. Le nazioni sono in totale sei: Inghilterra, Francia, Turchia, Germania, Russia e Austria. Sarà difficile stare lontano dal nostro reparto... “Veloci, pensiamo all’inno 37
e alle magliette. Avete diviso i posti d’azione? Bene, veloci!”. Certo che personalizzare delle magliette blu senza luce è un’impresa. “Ragazze, noi facciamo espressione”. Questa è la voce del mio capo-pattuglia. Per fortuna! Sicuramente il campo in cui andiamo meglio. E le altre pattuglie cosa avranno scelto? Fuochismo, pionierismo, espressione, orientamento, palla scout o roverino? Domani lo sapremo. “Ricordate l’inno? Mi raccomando”. Fa freddino, anche qui davanti all’importante maestosità del Fuoco Serale. L’animazione è divertente, anche se basata sulla terribile grande guerra. Ogni nazione sfila e canta il suo inno (che disastro abbiamo fatto!). “Citius! Altius! Fortius!”. E i giochi iniziano. I laboratori di espressione sono fantastici. E tutte queste magliette colorate, sui pantaloncini di velluto marrone,
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tutti questi particolari ragazzi che corrono da una parte all’altra di Colle dell’Acero, sono una visione stupenda. Guardandoli mi sento felice. “Ragazze, bravissime, ma ora dobbiamo correre a mangiare”. E anche a tavola il divertimento non manca. Com’è andata alle altre ptg.? Chi avrà vinto? “Ed ecco, al terzo posto sul podio... la Turchia!”. Applausi. “Al secondo posto... la Francia!”. Applausi. “E al primo posto (rullo di tamburi) la Germania!!!”. Applausoni. Nella Germania c’è anche la nostra pattuglia Falchi, complimenti davvero. Noi non abbiamo vinto le Scautiadi, peccato. Ma abbiamo vinto molto altro: divertimento, conoscenze, nuove esperienze indimenticabili. Dopotutto, siamo scout, è di questo che ci nutriamo. Già: siamo scout!
DIECI BUONI CONSIGLI PER UN PERFETTO CAMPO ESTIVO DI REPARTO
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er tutti gli esploratori ed esploratrici, scouts di tutti i tipi e non-scouts di ogni genere, ecco dieci consigli per un campo estivo perfetto. Essendo questo l’evento piu’ importante e atteso dell’anno, è importante provare a renderlo perfetto.
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Galatea Nebbiai - Esploratrice Sezione di Ariccia
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SCEGLIERE LA LOCATION MIGLIORE. Cercate il luogo più tranquillo
e naturale possibile. La Valle di Cesavolpe in Abruzzo, per esempio, è ideale, anche se il passaggio dei ‘fungaioli’ può non essere gradito. Per la progettazione del campo, può essere apprezzata la scelta di un tema, ad esempio “Indiani d’America”, trasformando le ptg. in tribù: Falchi = Seminole, Tigri = Apache,
MANTENERE UN BUON CLIMA. In ptg. e nel reparto, è consigliabile sforzarsi di andare d’accordo per mantenere la tranquillità e collaborare; evitate che litigi e incomprensioni disturbino l’attività. Consigliamo, a tal proposito, di non prendere esempio dal Reparto Ariccia 1 durante le gare di cucina. Anche se competitività e piccole discussioni alzano la tensione quanto basta e rendono la gara, dal punto di vista dei Capi, più divertente e interessante. 39
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FARE TANTO MOVIMENTO. Per smaltire le colazioni gestite autonomamente con nutella e marmellata, è importante la ginnastica mattutina, corsetta inclusa. Fondamentali i nuovi giochi come Palla Davide ed i bans, in particolare “Laurenzia”, tanto gradito dall’ Affascinante Attilio, per mettere in moto le gambe spezzando legamenti e ossa delle ginocchia. Fantastici i percorsi hebert se a progettarli sono Margherita, Giacomo e Davide.
CANTARE E BANSARE. I canti sono sempre graditi, specialmente quando c’è bisogno di alleggerire la situazione. Non c’è niente di più bello di una canzone cantata in tanti, anche stonandola o interrompendola con le note di una risata. I bans sono un ottimo esercizio: riscaldano l’atmosfera e sono sempre divertenti. Se personalizzati possono risultare ancora migliori. Attenzione: c’è il pericolo che diventino tormentoni (Yatta CastOro!) e se viene scritto un canto particolarmente apprezzato (Agneeeese nella notte…) potrebbe uscire fuori sempre ed in qualunque situazione.
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APRIRSI ALLE NOVITÀ. Che si tratti di nuovi esploratori invitati eccezionalmente al Campo come Tommaso, oppure di nuove entusiasmanti avventure all’aperto come l’hike di reparto, che suscita sempre emozioni fortissime. Si consiglia ai ragazzi in hike di esprimersi nel modo corretto, senza falsi allarmi. I cavalli a cento metri di distanza non sono da considerare un’emergenza.
STARE ATTENTI IN CUCINA. Evitate di usare stracci al posto delle presine: non riparano dal calore e Francesca lo sa bene. Tenete alta la concentrazione nelle gare di cucina anche quando i genitori, della Tribù dei Piedi Neri, vengono a stuzzicare i propri figli. Se siete dei genitori, sappiate che ciò non è divertente.
7)
PULIRE LE TENDE. Siate preparati ad ogni ispezione. Tranquilli: ci sarà sempre qualcosa di sbagliato che i vostri capi noteranno e vi faranno notare, ma cercate di limitare al massimo. Sconsigliato l’affumicatoio per calzini sopra ai forni; terribilmente sconsigliato lasciare resti di cibo nella tenda. Se vi nominano “Ptg. Porcelle” o se non permettono al resto del reparto di assistere alla vostra ispezione, non siete sulla strada giusta.
8)
9)
ASCOLTARE IL CAPO REPARTO. Ovviamente questa regola è traducibile con “assecondare il Capo Reparto”. Rispettatelo e fatelo sentire una Presenza Superiore, poi divertitevi come vi pare, senza esagerare con le prese in giro. Questa regola non rispetta forse esattamente quello che il Grande B.P. avrebbe voluto ma, se il vostro obbiettivo è un campo equilibrato, saprete creare situazioni divertenti, senza esagerare.
CONCLUDERE CON UNA PROVA DEI TOTEM. I totem o nomi di caccia sono solo per i coraggiosi. Le risate non mancano quando bisogna affrontare prove assurde per sentirsi chiamare “Lemure Illuminato” o “Tritone Orgoglioso”. L’impasto di marmellata, caffè, miele, pepe o quello che c’era dentro, potrebbe causare effetti collaterali ma ne vale la pena.
10)
RENDERE MAGICO OGNI MOMENTO. Questo consiglio è diversamente utile, perché seguendo i consigli precedenti la cosa verrà spontanea. Non si può avere un ricordo noioso nemmeno dell’attività meno divertente. È l’atmosfera che conferisce ad ogni fuoco, ad ogni errore, ad ogni esperienza aggiunta alla personale collezione di uno scout, un qualcosa di emozionante. È la magia del Campo Estivo che fa sì che questo succeda. Questa magia è come l’effetto di una fotocamera, un filtro che faccia vedere tutto con occhi diversi. Il vero consiglio, quindi, è godersi il Campo in tutto e per tutto, rendendo magico ogni ricordo. Il reparto Ariccia 1 è stato eccellente in questo. 41
Scout e Cavalieri, oggi come ieri...
A
rrivo in piazza un po’ agitato, sono in ritardo, ed io odio essere in ritardo! Passo velocemente in cerca di un parcheggio provvisorio tanto per scaricare la macchina. Mi fermo, scendo dall’auto e mi avvicino. Il colpo d’occhio mi tramortisce. Un gruppo di ragazzi con la camicia verde e i pantaloni di velluto marrone si muovono indaffarati come formiche. Quei colori mi fanno sentire come un profugo che torna a casa dopo un lungo e doloroso esilio. Sono finalmente tra la mia gente. Mi avvicino e comincio a distinguere i volti e le persone. L’uniforme, uguale per tutti, ne esalta i tratti. Non mi ero mai accorto di quanto fossero belli i nostri esploratori e le nostre esploratrici. In queste condizioni psicofisiche comincia nel fine settimana del 25 Aprile, il primo San Giorgio della Sezione Cngei di Ariccia. Guidati dal capo reparto, zaini in spalla, si affronta subito la parte più dura del tragitto che si dipana tra le strade di Ariccia fino al Palaghiaccio. Non so se sono i miei cinquanta anni quasi suonati o la mancanza di allenamento, ma lo ricordavo più facile. Finita la ripida salita, si svolta in direzione Galloro, 42
dove prenderemo, finalmente, il sentiero nel bosco che ci porta alla prima sosta. Sosta nella quale, come in un’apparizione, sarà individuato il ramo che diverrà la “forcola” di compagnia. Provo uno strano senso di orgoglio nel pensare di esserne parte. Si riparte spediti verso le Piagge per il meritato riposo/pranzo. Qui ci siamo accampati centinaia di volte noi “vecchi dell’Ariccia 1”. Qui ho passato la mia fanciullezza e la mia adolescenza, piantato la mia prima tenda, acceso il mio primo fuoco. Il posto però è cambiato notevolmente, tanto che oggi non sarebbe possibile accamparsi qui. La mia attenzione è quindi sul presente, su Daniele, il CR, che ripassa le tecniche di orientamento, i punti cardinali, l’uso della bussola e delle mappe, (non nascondo che ne avevo bisogno anch’io). Le nozioni sono subito messe in pratica: ai ragazzi è consegnata una busta con le indicazioni per raggiungere Fontan Tempesta e disegnare una “Mappa rettificata” del percorso, con indicate sia specie botaniche sia i punti di riferimento osservati. Consegna elaborati e ripartenza intorno alle 16.00 per la destinazione finale, attraverso un sentiero che ci porterà all’Acero. Arrivati a destinazione, le
Attilio Valentini - Senior Sezione di Ariccia
pattuglie preparano il loro angolo, montano il campo e raccolgono la legna per il fuoco serale, organizzandosi autonomamente. Stessa cosa fanno i senior della Sezione. Ad aspettarci troviamo alcuni dei “vecchi scout dell’Ariccia 1”, in particolare i f.lli Franco e Giovanni Iacobini e Nazzareno Iacoangeli (tutti miei ex capi, quanto li ho fatti patire….). Chiamiamo telefonicamente mio padre, Roberto Valentini, per permettergli di essere presente almeno con lo spirito. Mi sento un privilegiato. Sono l’unico, per ora, del vecchio gruppo ad essere inserito nel nuovo. Una specie di anello mancante in carne ed ossa. Celebriamo insieme l’alza bandiera. Sono quindi distribuiti gli incarichi di ptg (animazione, fuoco, cerimonieri, momento spirituale, ecc.ecc.ecc.). Cena trappeur di ptg. per i ragazzi, momento comune per senior e capi. La serata prosegue con il Fuoco serale comune reparto e senior, con animazione e “prova generale spot” preparati per ptg. Proseguo il mio percorso senior che mi permetterà di divenire membro effettivo del gruppo. Trovo veramente molto “giusto e saggio” che si richieda agli adulti di essere pienamente consapevoli dei valori e dello spirito scout. Segue il gioco serale con acerrime battaglie nel bosco tra i ragazzi. Dopo la chiusura del fuoco segue veglia d’armi per Cristian, esplò prossimo alla promessa, e fuoco comune capi reparto e senior. Domenica mattina sveglia dopo una rigida notte. Toletta e colazione, momento spirituale, inizio realizzazione percorso hebert
da parte del reparto. Arrivo del branco. I lupetti sono sempre portatori di gioia e spensieratezza. L’apertura ufficiale della giornata di sezione inizia con la promessa di Cristian (esploratore), di Deborah (senior) e il lancio dell’ambientazione della giostra medievale ”scout e cavalieri, oggi come ieri”. Giornata ricca per le branche: gara di cucina per gli esplò, Fiore Rosso per i lupetti. Il fiore rosso riesce solo in parte: i lupetti mi scalpano prima dell’arrivo di Akela. Li ho sottovalutati o, peggio, ho sopravvalutato me stesso. La gara di cucina è molto divertente. I ragazzi non devono averne fatte molte, sono un po’ impacciati e non propriamente a loro agio. Sbagliano tutti il sale sui primi, anche se devo notare originalità e perizia non comune. Meglio i secondi, anche se due ptg presentano quasi lo stesso piatto. Tutti ottimi i dolci. Veramente difficile scegliere il migliore. Il torneo riprende con il percorso hebert e la giostra (un esplò come cavallo, e un lupetto come cavaliere). Nel quadrato finale, dopo il rinnovo della promessa per tutti e la promessa dei senior, ricevo il mio fazzolettone e posso sfoggiare il porta-fazzolettone costruito nei giorni precedenti, come da tradizione di famiglia. Ora, anche ufficialmente, sono un membro scout del gruppo di Ariccia. Una rinascita. Ammaina bandiera, fine campo, tutti a casa. Una due giorni trascorsi tra passato e presente, con la certezza di un futuro pieno di emozioni e sentimenti veri, insieme a ragazzi e adulti che non temono di mettersi in gioco e di vivere la vita a 360°. 43
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