Maurizio Condipodero
neoeletto Presidente CONI Regionale
Inserto Sport Magazine. Supplemento al n° 32 del Corriere della Piana mensile d’informazione della Piana del Tauro
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Piazza 1° Maggio - PALMI (RC)
Editoriale
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Uniti, per lo Sport e per la Calabria
di Maurizio Condipodero Presidente CONI Regionale
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ttraverso il Corriere della Piana, che da qualche numero ha aggiunto un supplemento interamente dedicato allo Sport, colgo l’occasione a pochi giorni dalla mia nomina a Presidente Regionale del CONI per porgere a tutti gli sportivi, praticanti, ex atleti, dirigenti e semplici appassionati che, insieme, costituiscono il motore del movimento sportivo della regione, il mio saluto e, con questo, il senso della grande responsabilità che deriva, non tanto e non solo dall’essere stato eletto al vertice dello Sport calabrese ma di dover raccogliere l’eredità lasciata da un grande Presidente, Mimmo Praticò, al quale va il senso della stima e del ringraziamento per quanto ha fatto nei 14 anni della sua Presidenza. Raccogliere il Corriere della Piana testimone di Mimmo Sport Magazine Praticò implicherà per tutti la necessità di doSupplemento al ver lavorare in manieCorriere della Piana N°32, del 29 Giugno 2015 ra sinergica per far si che i valori dello Sport Direttore Responsabile e l’immagine stessa Luigi Mamone del CONI, siano coTesti stantemente al centro Maurizio Condipodero di una azione di proPaolo Lucio Albanese mozione che consenta Deborah Serratore di affermare l’imporFrancesco Di Masi tanza educativa delEmanuele Di Matteo Federica Mamone la pratica sportiva in qualsiasi contesto e Foto in ogni percorso eduFree’s Tanaka Press cazionale: scolastico, Francesco Iannelli Tiro a Segno Calabria extrascolastico, ricreTiro a Segno Palmi ativo, ludico, fisioLuca Spinelli terapeutico. L’azione Pasquale Pitti di promozione dello Grafica e impaginazione Umberto Sirò
sport, porterà certamente, in alcuni sport e in particolari discipline, alla valorizzazione del fattore agonistico. In molte altre è prevalente e fondamentale, a fianco e oltre l’agonismo, il fattore educativo, motorio, sociale, di integrazione e di interrelazione attraverso il gioco e lo sport e nel rispetto di regole - elementari, semplici, immediate: necessarie per assicurare la regolarità e il rispetto della competizione o del gioco. Regole che rappresentano la base di un percorso di educazione alla legalità che parta dal gioco e attraverso il gioco miri a forgiare ragazzi, adolescenti e poi, uomini e cittadini, responsabili e fortemente motivati verso il valore della lealtà, sportiva e non. Lo sport come fucina di buoni cittadini. Se questo è il significato che ne può derivare, si, anche questa è la mission che da dirigenti del massimo organismo che regola lo sport, dobbiamo darci! La Calabria è regione, lunga e molto complessa. Diverse sono le realtà sociali che nelle diverse aree geografiche si registrano e che impongono una attenzione e una delicata azione di conoscenza del territorio e della sue criticità. In questo compito - assolutamente non facile - sono sereno
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perché so che le Delegazioni Provinciali e i Delegati delle cinque provincie calabresi, come me, sono uomini di sport che vivono il momento sportivo e condividono in pieno l’esigenza di assicurare attraverso il CONI la presenza e la diffusione del valore “Sport”. Sotto altro punto di osservazione l’analisi e le azioni dovranno essere rivolte a far si che lo sport diventi occasione di crescita dell’immagine e dell’offerta globale della nostra regione. Terra, questa, che offre caratteristiche di estrema differenziazione ambientale, consentendo la pratica di sport invernali e di discipline tipiche dei paesi caldi. Una regione che alterna nel volgere di talvolta veramente pochi chilometri il mare e le spiagge, le pianure, i monti, da attraversare e vivere con il trekking, o da scalare, da veri rocciatori, o da sfidare in kajak nel fondo di gole solcate da torrenti, talvolta placidi e molto più spesso impetuosi, attraverso lo sport può essere vissuta in tanti modi diversi e può essere percorsa con tanti mezzi diversi: a piedi, in bici, in moto, a cavallo, con gli ultraleggeri, con il parapendio, in barca a vela, su potenti off shore. Come si vede, per ognuno di questi modi corrisponde una disciplina sportiva. La Calabria ha, attraverso lo sport, una poliedricità di espressione che il CONI, a parte il compito di promozione e di coordinamento delle attività delle varie Federazioni Sportive Nazionali, degli Enti Promozione Sportiva e di società beneme-
rite, ha il dovere di proporre. Negli ultimi anni, una costante della lunga stagione del Presidente Praticò, fu il confronto con la Regione Calabria, sempre - a prescindere da chi la governasse - sorda e riottosa ai messaggi che il Mondo dello sport lanciava e che non erano solo volti a chiedere una nuova legge dello sport in sostituzione di quella vecchissima e obsoleta in vigore. La politica regionale ha disatteso il messaggio e l’invito a voler contribuire insieme e in sinergia a far crescere la Calabria attraverso un’offerta sportiva destinata a diventare volano per tanti settori lavorativi orbitanti intorno allo sport e ai grandi eventi di sport. La sfida, in questo senso, è ancora valida. Saremo sempre pronti a lavorare per lo Sport e per la Calabria. Tutti insieme. E con questo augurio, porgo anche un sincero saluto all’amico Pino Abate, anch’egli candidato alla guida del CONI, battuto per un voto, ma non sconfitto. A lui non solo l’onore delle armi e il mio saluto ma anche l’invito a essere presente e attivo al nostro fianco. La sua esperienza e le sue proposte saranno per noi sempre preziose e attentamente valutate: perché Il futuro del CONI e della Calabria è nell’Unità e nella condivisione degli intenti e giammai in frazionismi e fazionismi che se possono andar bene agli araldi di certa politica che ha segnato nel bene e nel male le fortune o la rovina della Calabria, non devono appartenere al mondo dello sport.
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Cuore Reggina
Dopo un anno complicato è uscita da un tunnel che sembrava senza fine
Vittoria arrivata contro i rivali di sempre
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a Reggina centra la meritata salvezza espugnando il San Filippo di Messina con una perla di Balestrieri. La fine di un incubo per il popolo reggino in una stagione travagliata culminata, ironia della sorte, nel doppio spareggio vincente contro il Messina. La squadra amaranto ha perso tanto durante il campionato anche per via delle penalizzazioni, ma quando tutti la davano per spacciata, ha vinto le due gare più importanti della stagione. Nella gara di andata i ragazzi del presidente Lillo Foti, spinti da dodicimila tifosi, in un’atmosfera da vecchi tempi, da serie A ma anche da
di Paolo Lucio Albanese
derby. Gara abbastanza equilibrata, con i locali più intraprendenti e pericolosi e i padroni di casa andavano vicini al gol con Armellino che da solo in area calcia a lato. La Reggina svantaggiata dalla peggiore posizione in classifica (al Messina sarebbero bastati due pareggi) e dovendo disputare il ritorno in trasferta prova a fare una partita all’attacco cercando e trovando la via della rete con un bellissimo lancio di Inzillo che pesca il bomber Insigne che infila Belardi. Nella ripresa i calabresi provano con tiri da fuori privi di velleità. Il Messina non trova corridoi liberi peri i suoi esterni ma anche centralmente fatica. Nel finale la Reggina
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sfiora il 2-0 con una bella palombella di Viola che Belardi vola a mettere in angolo. La gara di ritorno è il giorno della verità per due squadre che si specchiano nello stretto più a Sud d’Italia. Al San Filippo di Messina due sole certezze: la prima, scontata, è che solo una squadra rimarrà nell’ultima lega professionistica (in attesa delle decisioni estive del giudice sportivo), la seconda, invece, è che qualsiasi risultato ottenuto nei novanta minuti, non potrà protrarre il match oltre i minuti regolamentari. I siciliani avevano l’obbligo di vincere, mentre ai calabresi bastava un pari. Il primo parziale rappresenta fedelmente gli equilibri visti in campo. Padroni di casa in vantaggio sul possesso palla,
ma sono stati gli ospiti a creare i maggiori pericoli con Di Michele e Insigne vere spine nel fianco per i difensori locali. Nella ripresa il Messina si butta in avanti alla disperata ricerca del gol promozione ma la Reggina alla prima vera occasione della ripresa ha colpito con un sigillo di Balistreri, regalando ai propri tifosi un successo insperato e condannando i rivali di sempre alla retrocessione in Serie D. REGGINA-MESSINA 1-0 Reggina ( 4-3-1-2): Belardi; Di Lorenzo, Cirillo, Aronica, Benedetti; Armellino (23′ Maimone), Zibert, Salandria; Di Michele (79′ Ungaro); Insigne (85′ Luzada), Viola. All. Tedesco
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Messina (4-4-1-1): Berardi; Altobello, Pepe, Stefani, Benvenga; Ciciretti (87′ Cane), Damonte, Nigro, Mancini; Izzillo (64′ Orlando); Corona. All: Di Costanzo Marcatori: 24′ Insigne (R) Arbitro: Illuzzi Note: ammoniti Corona (M), Benedetti (R), Viola (R) MESSINA-REGGINA 0-1 Messina (4-4-1-1): Berardi; Silvestri, Stefani (46′ Donnarumma), Pepe, Benvenga; Ciciretti, Nigro, Mancini (77′ Bonanno), Izzillo; Orlando, Corona. All. Di Costanzo Reggina (4-4-2): Belardi; Ungaro, Cirillo, Aronica, Di Lorenzo; Salandria, Zibert, Armellino (77′ Velardi), Benedetti; Insigne (78′ Balistreri), Viola (60′ Magri). All. Tedesco Marcatori: 87′ Balistreri (R) Arbitro: Martinelli Note: ammoniti Ciciretti (M), Pepe (M), Aronica (R), Stefani (M), Zibert (R), Berardi (R), Benvenga (M), espulsi Tedesco (R), Benedetti (R), Aronica (R) PAGELLE DELLA REGGINA Belardi 7 – Provvidenziale durante tutto l’arco del campionato. Di Lorenzo 6,5 – Sul suo lato concede poco o nulla. Cirillo 7 – Un vero combattente, tiene l’ur-
to bene centralmente. Aronica 7,5 – Provvidenziale in marcatura, riesce a mettere toppe nelle fasi delicate del match, quando andare sotto potrebbe essere fatale. Ungaro 6 - In difficoltà su Corona poi cresce e sventa su Nigro. Benedetti 6,5 – Micidiale sulle ripartenze, gli manca la conclusione. Armellino 7,5 – Pennella l’assist per Insigne, ha una buona visione di gioco. Zibert 6,5 – Il più dinamico dei tre mediani Salandria 6,5 – Parte bene con ripartenze pericolose. Nella ripresa lo spazio ce l’ha ma non trova il guizzo giusto Viola 7 – Nel ruolo in mediana è il più brillante, non perde mai la bussola. Velardi 6 – Chiamato in causa ha dato il suo contributo e tutto il dinamismo che la sua squadra aveva bisogno. Di Michele 7,5 - Tenace, tiene a bada la retroguardia Messinese. Insigne 8 – Provvidenziale il suo gol nella gara di andata. Sicuramente il giocatore più pericoloso della Reggina. Balistreri 7,5 - Corre, rincorre, grazie alla sua perla che la Reggina resta a galla. Allenatore: Tedesco 8 - Costruisce un blocco granitico, che si allunga bene ripartendo, e quando può fa male come in occasione delle due reti che permettono alla reggina la salvezza.
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Dimissioni rientrate e coinvolgimento popolare, azionariato, mecenatismo e d’intorni di Deborah Serratore
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imissioni rientrate e coinvolgimento popolare, azionariato, mecenatismo e d’intorni. Queste le ultime nuove sul fronte Palmese dopo il fulmine a ciel sereno delle dimissioni del Presidente Carbone che il 12 Giugno 2015, con un comunicato stampa che ha raggelato il tifosi neroverdi, dichiarando conclusa la sua esperienza alla guida della Palmese. Carbone, “l’imprenditore del fare”, che in
tre anni aveva “preso per mano” l’ultracentenario club pianigiano - ridotto ormai allo sfascio economico - tramutandolo in un top club, che getta la spugna. Il titolo di serie D appena conquistato consegnato al sindaco, il Dr. Giovanni Barone. I fatti lasciavano poco spazio alle speranze. Il comunicato stampa appariva un pugno di ferro in un guanto di velluto: il massimo dirigente palmese esprimeva gratitudine nei confronti di chi lo aveva sostenuto in questo triennio da record, ma non dimenticava di scagliare dardi nei confronti dell’Amministrazione Comunale. L’episodio che - probabilmente - sembrava aver fatto scatenare “lo gran rifiuto” del Presidente, sarebbe stata la “querelle” relativa alle critiche del primo cittadino ai due consiglieri - da sempre sostenitori della causa Palmese - Giovanni Bonaccorso (minoranza) e Rocco Surace. Ciò, perchè Barone e la maggioranza si sarebbero auto attribuiti il merito per l’anticipo sui tempi di approvazione dell’atteso bilancio previsionale (senza il quale non poteva essere dato l’input ai lavori per la posa dell’erba sintetica al “Lo Presti”). Come forma di protesta, i “passionari” Bonaccorso e Surace hanno poi disapprovato il bilancio (il primo ha infatti votato contro, il secondo si è astenuto). Il lavorio della sotterranea diplomazia cittadina era però alacre e, secondo fonti ufficiose vicine alla società, sembrava però che il “pastiche” causato da queste polemiche - culminate poi con
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la “doccia gelata” delle dimissioni del patron Carbone - si avvicinasse a rapida soluzione. La conferenza stampa del Venerdì 17 infatti, cui parteciperanno lo stesso Carbone e il Sindaco Barone, confermerà la schiarita e il felice epilogo di questa strana vicenda. Nelle more bisogna lodare la calma olimpica di altre compenti interessate - non tanto a margine - dalla vicenda: in primis tifosi, giocatori e tecnico. E’ ammirevole come mister Salerno abbia pazientemente atteso la decisione del Presidente riguardo al suo futuro e a quello degli “eroi neroverdi”: “L’intenzione di gran parte dell’organico è quella di restare a Palmi. Noi aspetteremo Pino Carbone fino a quando non avremo chiarito la situazione con lui - avevano detto - andremo via a testa alta solo se costretti”- aveva affermato il coach lametino. Restando in tema di trasparenza, è opportuno ribadirlo: le dimissioni di Pino Carbone non sono state assolutamente dovute al presunto coinvolgimento della società nello scandalo “Dirty Soccer” (secondo alcune indagini il match Palmese-Paolana terminato col punteggio di 4-3 venne truccato per favorire la salvezza dell’acerrimo “nemico” Sambiase). La Palmese, nonostante l’ipoteca con largo anticipo sul campionato di Eccellenza, ha dimostrato di essere una delle società più oneste della penisola, vincendo 15 scontri su 15: nessun “bonus punti omaggio”, stesso trattamento sia per le squadre in pe-
ricolo playout sia per le compagini in lotta per i playoff. In tal senso l’(ex) collaboratore Angelo Sorace smentisce il coinvolgimento alla deplorevole vicenda: “Inoltrerò subito una richiesta di interrogatorio alla Procura della Repubblica di Catanzaro, al fine di chiarire al meglio la mia posizione e quella del club, dissipando qualsiasi dubbio sulla correttezza dello straordinario campionato della Palmese». Tornando al Futuro ora che le dimissioni di Carbone sono superate è necessario stemperare al più presto le tensioni societarie e politiche per non disperdere tutto ciò che di buono è stato costruito in questi anni (i trionfi, una squadra leggendaria, il prolifico settore giovanile, le migliorìe alle strutture calcistiche palmesi). In più c’è una Serie D - conquistata con organizzazione e sacrificio - da disputare: entro il 6 Luglio va versato l’importo di 60mila euro di fideiussione per l’iscrizione al campionato. C’è poi un impianto sportivo che deve rinascere entro tempi brevi: per garantire l’inizio dei lavori è stata già inviata la lettera di fideiussione alla ditta lametina appaltatrice, che poi dovrà girare un ulteriore documento al Comune di Palmi. A questo punto potrà essere stabilita la data di avvio del fatidico “restyling” del Lo Presti. Per “salvare” il “progetto Palmese”, politica e sport dovranno necessariamente riappacificarsi: che sia Carbone o il Comune a gestire la società, la passione e l’amore per i colori neroverdi dovranno prevalere su ogni genere di tensione.
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La “matricola” prodigio vince e saluta la B1
Golem Software Palmi in A2
Dopo la vittoria il PalaSurace esplode in un boato di gioia Ilaria Speranza urla di gioia per la promozione in A2
di Deborah Serratore
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n mercoledì afoso di Giugno a Palmi, quasi alle undici di sera un migliaio di persone dentro a un palazzetto urla a gran voce una parola sola: A2! Le ragazze della Golem Palmi ce l’hanno fatta, si stendono esauste sul parquet del “PalaSurace”, si abbracciano in lacrime: hanno vinto e sofferto insieme, disputando dei playoff stellari (6 successi consecutivi di cui ben cinque al tiebreak) e una stagione da neofite in B1, campionato che le ha viste arrivare seconde per una lunghezza alle spalle del coriaceo rivale Latina. E proprio ai danni delle pontine è arrivata - in gara 2 della finale playoff - la storica promozione in serie A2: per demolire la “muraglia” innalzata dalle avversarie (che pure avevano avuto tre match point) ci sono volute quasi tre ore di lotta senza esclusione di colpi, un tifo straorinario, una super Ilaria Speranza e un gruppo dalla mentalità vincente. Un insidioso servizio dell’opposta messinese Ramona Aricò regala l’apoteosi finale: 21-19 il set decisivo vinto con pazienza. Si perché è “chiAnu chiAnu” (così recita la maglietta celebrativa), soffrendo punto
per punto che si costruiscono i grandi risultati: lo sa bene il Patron Roberto Recordare - osannato dalle sue “pupille” durante i festeggiamenti - lo sa pure il duo italo-bulgaro Seferinov jr - Celi (rispettivamente coach e vice allenatore) capace di sfruttare il talento straordinario delle singole (da Okaka a Corallo a Moncada, per citarne alcune) e creare un gruppo coeso. Da qui solidità mentale e soprattutto una volontà ferrea: il motto alfieriano “Volli, sempre volli, fortissimamente volli” sembra il leitmotiv perfetto dell’eroica cavalcata play-off palmese. Riviviamola insieme. PERUGIA-E UNO: Quarti di finale. Primo ostacolo: Gecom Security Perugia: nel match casalingo di andata le bianco rosa, sotto di un set (22-25) e di un pesante break all’inizio del secondo (3-8), con grinta riportano in parità il match (25-15). Le grandi difese del libero Simona Catalano non bastano nel terzo parziale, che si conclude 25-18: la forza di volontà del collettivo, esaltato dall’acciaccata ed eroica Ramona Aricò (18 pt) e dalle prodezze di Stefania Okaka (mvp con 24 pt) consente alle reggine di riprende-
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La rosa al completo della Golem Palmi dopo lo scontro con Perugia
re in mano le redini del match, superando in scioltezza le umbre nel quarto e quinto set (25-18/15-9). Cinque set vibranti all’andata, cinque al ritorno: al Pala Evangelisti le Golemine partono bene (9-14) ma una serie di ingenui errori porta - come in gara uno - il sestetto di Fabio Bovari in vantaggio di un set (26-25). La brillantezza sottorete della centrale Simona La Rosa contribuisce, nel secondo parziale (14-25) a schiantare le perugine, che non mollano e ribaltano ancora una volta il match: 25-23, tutto da rifare. Sotto per 2-1 e prive di energie Speranza e compagne subiscono il 14-9 umbro: trascinate da La Rosa, Speranza e da una stoica Okaka alle ultime stille di energia le palmesi recuperano l’handicap sul filo di lana (2225) e al tiebreak decisivo (11-15). FIRENZE - E DUE: In gara uno della semifinale playoff le “bimbe” del direttore generale Salvago annientano - in trasferta - per i
primi due set (16-25/21-25) il San Michele Firenze, restando avanti pure per gran parte del terzo parziale: da qui in poi però le “fatiche perugine” si fanno sentire e le toscane sono brave a pareggiare i conti (26-24/2523 terzo e quarto set). A questo punto Ilaria Speranza, “capitana coraggiosa” incita le sue a ricompattarsi per il tiebreak: detto, fatto. Il vantaggio di quattro punti conquistato all’inizio del quinto è sufficiente a chiudere i giochi, grazie anche a una devastante Ramona Aricò (che mette pure il sigillo sul match point). Pochi giorni dopo sono le biancorosa ad ospitare in gara due il San Michele, deciso fin da subito a vendere cara la pelle: le toscane conquistano infatti il primo parziale per 25-27 e un break di 2-7 nel secondo set con le palmesi costrette a inseguire. Il break viene però colmato con le bordate di Simona Corallo, partita da titolare al posto dell’infortunata Okaka: è sua la zampata decisiva che Lacrime di gioia delle golemine dopo il match point
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A sinistra Massimo Salvago dir. generale a destra Jordan Krumov resp. tecnico
Il diesse Pierangelo Cannatá incredulo
assicura il secondo parziale per 25-21. L’ala sicula dà lo sprint giusto alle compagne pure nel terzo set, in bilico fino al 20 pari: il muro di una strepitosa Mercieca (subentrata alla titolare La Rosa) vale il 24-20 e manda in visibilio il pubblico locale, una diagonale della solita Corallo chiude il parziale (25-20). Il 18-10 del quarto set sembrava indirizzare il match verso una tranquilla conclusione, ma un improvviso blackout della Golem rimette in corsa il San Michele che, con Alice e Giulia Rosati vanifica due match point: 25-27, si va al quinto, il Palmi passa da un handicap di 6-9 a 15-12: i sei punti di Ilaria Speranza nell’ultima frazione di gioco assicurano la storica finale contro la rivale di una stagione, il Latina. LATINA - E TRE! Dopo quattro estenuanti scontri diretti finiti tutti al tiebreak, chi si aspettava un crollo psicofisico della formazione palmese è rimasto deluso: sulle ali dell’entusiasmo, il team della Costa Viola si
La Rosa e Rotondo in estasi
Selfie delle ragazze della Golem
impone in scioltezza per 3-1 (per una volta nessun tiebreak!) pure in gara uno in casa dell’Omia Volley 88 Cisterna Latina. Dopo un avvio equilibrato, le pontine vacillano nel primo parziale assediate dai siluri di Okaka e Aricò (18-21), per poi rialzarsi con veemenza portandosi sull’uno pari (25-21) grazie anche alla “biondina terribile” Deborah Liguori. Le laziali ci provano sia nel terzo che nel quarto set ma nulla possono davanti ai 20 punti dell’mvp Aricò e ai 15 della centrale Rotondo: gli ultimi due parziali si chiudono per 22-25 e 20-25. L’A2 ora è a un passo e la Golem non vuole mancare al suo appuntamento con la storia. Sembra tutto facile nel primo set (chiuso per 25-20) e per gran parte del secondo (8-2 al primo time out): le biancorosse di William Droghei però fanno capire ai mille rumorosi spettatori locali di non aver ottenuto un primo posto nella regular season per caso, infatti le laziali - complice anche qualche passaggio a vuoto palmese sia in difesa che in attacco - chiudono tutti i varchi, beffando il sestetto locale per 2426. Nel terzo Moncada e compagne provano a dare la sveglia, ma le pontine, servite con maestrìa dalla palleggiatrice Bonciani si portano in vantaggio per 25-27. Quarto parziale. Bisogna riaggiustare le cose. E in fretta: la compagine pianeggina prende le misure alle fortissime avversarie, che però recuperano un gap di 12-7 per le locali fino al 12 pari. A questo punto Ramona “bazuka” Aricò trascina il gruppo fino al 20-15, Latina non molla e -grazie ai muri stratosferici
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Stefania Okaka abbraccia Enzo Celi
di Diomede - vanifica quattro set point: Simona Corallo - subentrata ancora una volta ad Okaka - piazza un potente diagonale che vale il set (25-23). Al tiebreak che potrebbe valere l’A2 la tensione è alle stelle, Ilaria Speranza (strepitosa top scorer con 25 punti) lo sa e infonde tranquillità e fiducia nelle sue ad ogni punto, anche quando le avversarie scappano sul 10-12 (ed è lei stessa a ricucire le distanze), o nei delicati, interminabili momenti in cui vengono annullati tre match point per parte (sul 13-14, 15-16, 16-17 al Latina, sul 15-14, 18-17, 19-18 al Palmi). Finalmente l’errore sul 21-19 di Roberta Liguori propiziato dalla Aricò può dare inizio ai festeggiamenti. IL FUTURO - E pensare che fino all’anno scorso la Golem giocava in B2 (ripescata poi in B1 a seguito dello sfacelo economico di molte società) e che a inizio campionato l’A2 era più un sogno che una meta concreta. L’insperato primo posto in classifica a un certo punto della stagione ha dato al diesse Pierangelo Cannatà e al direttore sportivo Massimo Salvago l’intuizione giusta, quella cioè di avere tra le mani una squadra di fuoriclasse: ecco quindi l’arrivo di Aricò, del libero Catalano e della centrale Mercieca per rinforzare ulteriormente la rosa.“Proviamoci a sognare” si son detti i due dirigenti, coadiuvati dallo sponsor Roberto Recordare (che da tempo sperava di portare una squadra palmese di volley nell’olimpo della Serie A). Ci hanno provato, ci sono riusciti alla grande. Ora però l’obiettivo è restare ai massimi livelli il più a lungo possibile, per-
ciò tutto dovrà essere organizzato per tempo e nei minimi dettagli: iscrizione al campionato, riconferma delle giocatrici-simbolo (a quanto pare Moncada e Speranza resteranno), adeguamento del “PalaSurace” alle norme previste per l’A2 (dotazione di taraflex e impianto di riscaldamento in primis). Per ottenere ciò sarà necessario il supporto di tutti, tifosi e istituizioni locali: le “bimbe” della Golem Palmi sono un patrimonio sportivo da tutelare. Sono così speciali perché pensano, giocano e vincono come un gruppo. È “un gruppo di persone che condivide un obiettivo comune può raggiungere l’impossibile”. INSIEME SI VINCE!
La centrale Matilde Mercieca commossa
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Vincenzo Mastrangelo nuovo allenatore della Tonno Callipo Volley
di Francesco Di Masi
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La rosa al completo della Tonno Callipo Volley con al centro il Presidente Pippo Callipo
LA TONNO CALLIPO Volley si prepara per la prossima stagione
a Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia riparte da Vincenzo Mastrangelo. La società giallorossa per la prossima stagione 2015-2016 ha deciso di puntare sul tecnico pugliese già vice allenatore della Tonno Callipo in A1 per tre stagioni (2010-2011 con Di Pinto, 2011-2012 e 2012-2013 con Blengini). Classe 1970, Mastrangelo è reduce dalla proficua esperienza biennale da head-coach di Matera in A2 dove ha conseguito risultati importanti soprattutto nella prima stagione in terra lucana (2013-2014). Il neo tecnico giallorosso nei giorni scorsi ha fatto un giro di ricognizione a Vibo Valentia con l’obiettivo, soprattutto, di guardare da vicino i talenti del settore giovanile. Alcuni di loro, in un’ottica di ringiovanimento della rosa, faranno parte del gruppo che Mastrangelo guiderà la prossima stagione. Queste le prime parole del coach di Gioia del Colle sul suo ritorno a Vibo nel ruolo di primo allenatore:” C’è tanta emozione nel tornare a Vibo. L’ho sempre detto che negli anni trascorsi qui sono stato molto bene
e mi ha fatto molto piacere tornare nella veste di primo allenatore; ciò significa che qualcosa ho continuato a fare in questi anni. Per me è un passo avanti perché venire a Vibo significa arrivare nella società più importante che c’è in questo momento nel panorama italiano della categoria. Sono molto felice e voglioso di far bene”. Quali non dovranno mai mancare nella nuova Tonno Callipo targata Mastrangelo? Il coach pugliese ha le idee chiare: “Dobbiamo essere una squadra aggressiva, non mollare mai. Dobbiamo essere determinati, lottare fino all’ultima palla e mai dare per scontata una partita. Sarà determinante il lavoro che faremo tutti i giorni in palestra; il nostro banco di prova sarà l’allenamento giornaliero. Sono venuto qui in questi giorni – ha aggiunto il neo coach giallorosso - perché avevo bisogno di guardare alcune situazioni di settore giovanile da dove attingeremo quest’anno per ciò che concerne una parte della rosa. Con la dirigenza stiamo iniziando a mettere le basi per una nuova squadra e per far sì che si possa disputare una buona annata”.
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Pallacanestro Reggio Calabria
Rappresentative alla sfida regionale
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a Calabria investe sul Basket e sui suoi futuri campioni. Questo è il significato e la sintesi delle manifestazioni che si sono svolte nel mese di giugno a Vibo, Catanzaro e Reggio Calabria. I migliori giovani cestisti delle squadra giovanili calabresi si sono affrontati prima durante il Trofeo delle Province, organizzato e sostenuto con forza dal Comitato Regionale della Federazione Italiana Pallacanestro guidato dal Presidente Sandro La Bozzetta, e apice della stagione cestistica dei ragazzi (vinto dalla Rappresentativa di Reggio Città), e a seguire, qualche settimana dopo, durante l’evento Minibasket Summer Tour Kinder+Sport, che il 13 e 14 giugno ha fatto tappa a Reggio Calabria, sul Lungomare Falcomatà. Così come ufficialmente nominata, la Festa del Basket Calabrese è stata sorprendente non solo per la precisa organizzazione e coinvolgimento, ma soprattutto per l’impegno e la passione che si potevano respirare nei palazzetti dove si sono svolte le gare, sia di qualificazione alle finali che di queste ultime. Ma vi è di più. Seppur il livel-
di Emanuele Di Matteo
lo di bravura dei ragazzi - selezionati tra i tanti che hanno preso parte ai campionati giovanili di formazione in Calabria - è stato sempre molto elevato, anche per la lunga tradizione della scuola cestistica calabrese, in questa manifestazione si sono visti svariati ragazzi, alcuni anche molto giovani, muoversi con dimestichezza e facilità di canestro, tanto da lasciare intendere che le potenzialità da spendere in futuro sono non solo sorprendenti, ma se ben guidate rappresentano una garanzia di spettacolo per le squadre ove continueranno a militare. Le manifestazioni, volute fortemente dalla Federazione Nazionale Pallacanestro, sono state molto apprezzate non solo dagli atleti, molti dei quali sono impegnati o saranno a breve impegnati nelle varie Summer Basketball School, ma soprattutto dal pubblico, che da qualche anno è tornato ad apprezzare fortemente il basket ed i suoi campioni, in particolar modo in Calabria.
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Un’oasi per gli emuli di Tex Willer e Calamity Jane
Viaggio alla scoperta del TSN Palmi
Il Presidente Giuseppe “Pino” Gaudioso
di Deborah Serratore
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siste a Palmi un posto immerso nel verde, in cui le armi insegnano a vivere. Sito in Località Pontevecchio C.da Prato, il centro sportivo di Tiro a Segno Nazionale è un’oasi dello sport pulito: qui bambini, ragazzi e adulti (numerose le donne) si dilettano a sparare di pistola o carabina sia da amatori che a livello agonistico. “Dal ’96 ad oggi portiamo nella Piana 7-8 medaglie l’anno: sono in pochi a saperlo a causa di una pessima informazione nei confronti del nostro nobile sport”, ammette il presidente Giuseppe “Pino” Gaudioso. Nonostante le tante onorificenze, i mille “incontri fortunati” (il più recente quello con Gianni Malagò nella sala d’onore del CONI, su invito dell’UNASCI, Unione Nazionale Associazioni Sportive Centenarie), quest’uomo “d’altri tempi” attorno a cui gravita il poligono palmese è rimasto ancorato alle sue radici (è nato a Seminara): dopo essersi realizzato economicamente altrove è tornato nella sua terra d’origine con un obiettivo preciso, diffondere il Tiro a Segno in Calabria. In 25 anni di attività (in realtà l’associazione esiste dall’era garibaldina) il centro è stato dotato di una palestra con 19 linee di tiro dai dieci metri e una stazione per sparare da 50 metri; ha contato
inoltre più di diecimila iscritti : soprattutto però, il TSN Palmi è, e continua ad essere, una vera e propria famiglia per molti “tiratori in erba”. Si crea infatti un rapporto di osmosi tra istruttori, allievi e genitori: l’istruttore insegna al ragazzo ma allo stesso tempo trova nel giovane lo spunto per migliorare, tutto con la collaborazione delle famiglie, agevolate anche a livello economico. “Bisogna incentivare le discipline sportive” - ribadisce Gaudioso - “lo sport non deve essere un motivo di lucro: perciò nel mio circolo dai 10 a 16 anni è tutto gratuito. In più ogni Domenica i nostri cancelli sono aperti a chiunque”. Porte aperte tutto il giorno pure in occasione della recente “Festa dello Sport” promossa dal CONI il 7 Giugno 2015: in questi “open day” si vedono bambini, anche piccolissimi, impugnare armi in tutta tranquillità. “Il nostro è uno sport a rischio zero, infatti risiede agli ultimi posti nella graduatoria della pericolosità di Sportass”. Inoltre praticare queste discipline sportive costituisce un’ottima occasione di lavoro per i giovani atleti, che hanno l’opportunità di entrare nell’esercito senza fare concorsi. E sono quasi una trentina i tiratori agonisti, allenati con grande umanità e pazienza da Carmela Gaudioso, cresciuta tra pallini, cartucce e tacche
Poligono di Tiro
L’istruttrice Carmela Gaudioso
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Tra i premiati: Coco Gaetana medaglia d’oro categoria donne in C10, Davide Rovere medaglia d’argento in pistola sportiva ai CI, Luigi Rovella medaglia d’oro categoria uomini
di mira, ha ereditato dal padre l’amore per questo sport: istruttrice di secondo livello, allenatrice a livello nazionale e responsabile a livello tecnico di pistola, elenca orgogliosamente i successi dei “suoi” giovani campioni, premiati dall’autorità del CONI con la medaglia d’oro al merito sportivo in occasione della festa che conclude il circuito regionale. “Solo quest’anno abbiamo avuto 29 primati in Calabria, tanto da arrivare secondi in tutta Italia per successi regionali raggiunti”, afferma la giovane istruttrice. Il TSN Palmi è l’unica associazione sportiva della città che ogni anno vince medaglie nazionali: neppure agli ultimi campionati italiani (svolti nel 2014) gli atleti - provenienti da tutta la Piana - hanno voluto privare il loro presidente del solito cospicuo bottino di medaglie. La giovanissima Maria Caglioti, di Rizziconi, medaglia di bronzo agli ultimi campionati italiani in carabina 10 metri allievi, sul gradino più basso del podio per mere questioni decimali (spareggio del calcolo delle mouches) col punteggio di 186/200; Manuel Marasco, 15 anni, categoria allievi, medaglia di bronzo in P10; Andrea Marasco (fratello di Manuel) e Vincenza Tripodi sono stati ammessi come squadra di P10 ai campionati italiani; e poi c’è soprattutto lui, Davide “Rocco” Rovere: il tiratore più medagliato del circolo sportivo palmese è anche detentore del record regionale di P10. Per quattro edizioni consecutive medaglia d’argento in pistola sportiva (PSP) con un ottimo
567/600, ai CI 2014 ha appeso al collo pure la medaglia di bronzo in pistola automatica nella categoria juniores. Questo straordinario ragazzo di Rosarno appena ventenne merita una menzione speciale in quanto la grande famiglia del TSN di Palmi gli ha consentito di centrare bersagli ben più importanti dei già eccezionali allori sportivi: superare cioè con l’entusiasmo - tanto caro al presidente Gaudioso - i duri ostacoli che la vita gli aveva presentato davanti. In più Davide, passato ora nei senior, si appresta a diventare il più giovane istruttore di secondo livello (cioè con competenze nazionali) della Regione: sono solo tre gli istruttori con queste competenze in Calabria. Non solo giovani. L’argento di Luigi Rovella in PS (categoria uomini) e l’oro di Gaetana Coco (categoria donne) in C10 ai campionati italiani (il primo posto della Coco è il risultato più alto per Palmi nel 2014). Nelle edizioni passate in Carabina spiccano le imprese di Felice Gaudioso in carabina tre posizioni (2011) e la campionessa C10 Dominga Spanti nel 2009 (il primo oro assoluto per il circolo). Al di là delle medaglie, tutti i giovani tiratori del centro sportivo palmese hanno vinto qualcosa di fondamentale: la fiducia in sé stessi. Per sparare infatti non serve forza fisica, è solo una questione di forza mentale e autostima: “autostimatevi” - sottolinea il presidente Gaudioso - “credete nelle vostre capacità: e soprattutto vivete qualsiasi aspetto della vita con entusiasmo”.
Manuel Marasco medaglia di bronzo P10
Tra gli altri Maria Caglioti medaglia di bronzo campionati italiani
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Arcieri in gara
di Francesco Di Masi
Matteo Fissore
Il Presidente del Comitato Paraolimpico Luca Pancalli
TIRO CON L’ARCO L’AIDA 18059 onlus di Laureana di Borrello organizza i
Campionati Interregionali
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rande successo di pubblico e di partecipanti a Laureana di Borrello per i campionati interregionali di tiro con l’arco, organizzati dalla locale associazione AIDA 18059 onlus con il suo gioiello, il campione Pasquale Demasi vanto e orgoglio di questa terra. Ottanta atleti si sono cimentati, con le rispettive società e nelle diverse specialità di gara facendo onore al nobile sport di tiro con l’arco. Tutta l’Italia era presente dal Piemonte alla Sicilia e inoltre, la Campania, la Basilicata e moltissimi partecipanti dalla Calabria. “Se organizzerai una gara nel tuo paese sarò presente”, disse il campione mondiale, il piemontese Matteo Fissore nel corso di una gara, al neo campione d’Italia Pasquale Demasi e la promessa è stata mantenuta, puntualmente si è presentato a Laureana ed ha mantenuto la sua promessa, dando lustro con la sua presenza a questa competizione. Grande gioia hanno avuto i venti ragazzi diversamente abili del luogo e di altri provenienti dai paesi vicini ad assistere, come ospiti d’onore, alle gare. Le gare si sono svolte regolarmente e con successo per i vincitori nelle diverse categorie con Pasquale Demasi
punteggi per la classifica ritenuti veramente ottimi visto il vento che disturbava gli arcieri. Ma l’apice, della manifestazione sportiva, è stato raggiunto nel momento in cui il Presidente della Onlus Pasquale Insardà, con vera commozione ha consegnato il premio per i suoi trentacinque anni di carriera arcieristica a Paquale Demasi ed una sua foto in camice autografata e con dedica del gran campione diversamente abile di tiro con l’arco seduto in carrozzina, Oscar De Pellegrin. La compagine dell’AIDA 18059 onlus si vede sempre impegnata in gare e tornei come quella organizzata da Angelo Rodofili dove si vede il vero arciere e dove si nota chi realizza i punti effettivi tanto da essere nominato campione, con frecce scagliate a diverse lunghezze e per un totale di 144 punti, vince chi ne realizza di più. La squadra dell’AIDA 18059 era composta da Luigi Celano, Giuseppe Celano e Pasquale Demasi. Mentre nella gara internazionale di San Marino dei primi di Luglio, la squadra era così composta: Alfredo Guarrina, Marcello Antoniol e Pasquale Demasi, accompagnati dal campione mondiale Matteo Fissore. Gli auguri per l’impegno profuso dall’associazione e agli arcieri un motto augurale come quello che “Aida” nell’aria famosa dell’opera di Giuseppe Verdi invia al Generale Radames che parte per la guerra “... Ritorna Vincitor...”.
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La pattuglia acrobatica nazionale a Reggio Calabria
Il Sogno della libertà Le Frecce Tricolori incantano il pubblico sul lungomare di Reggio di Luigi Mamone
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rande esempio di audacia aviatoria e di perfetto coordinamento, la Pattuglia Acrobatica della Aviazione Militare Italiana, le “Frecce Tricolori”, del Comandante Jan Slangen hanno dato spettacolo sulla verticale del lungomare di Reggio l’ultima domenica di Maggio a conclusione di una giornata di sport molto intensa iniziata la mattina con una regata velica nelle acque dello Stretto sotto l’egida F.I.V. Calabria del Presidente Fabio Colella. Il piatto forte del giorno sono state, nel primo pomeriggio, le evoluzioni dei piloti sulle loro macchine volanti che - oggi - più di ogni altra cosa, rappresentano non tanto e non solo l’Italia, ma - è più corretto - l’italianità. I piloti delle Frecce tricolori, oggi alla cloche dell’agilissimo Macchi MB 326, jet che più che agli usi bellici e militari è vocato all’addestramento e alla ricognizione, hanno dato vita, in formazione e con gli acuti del “solista” a una serie di entusiasmanti passaggi a bassa quota con figure acrobatiche la cui origine affonda alla storia della tecnica aviatoria e a manovre - oggi acrobatiche - ma la cui derivazione affonda alle epoche eroiche dei duelli aerei della prima e seconda guerra mondiale. Tonneau, Immelmann, picchiate, arrampicate a candela fino al limite dello stallo, cadute in vite, passaggi incrociati a volo dritto o rovesciato, con le ali dei jet che sembrano sfiorarsi, tanta ridotta è la distanza che li separa. I piloti della pattuglia acrobatica, proseguono una tradizione di perfezione e di audacia che risale agli anni ‘20 e ’30 con gruppi di ex piloti da guerra americani, come il funambolico Eddie Rickembaker, reduci dall’Europa, che si esibivano nelle sempre numerose conventions di appassionati. I primi voli acrobatici dei piloti
della Regia Aviazione avvenivano ancora con aerei biplani Caproni, con l’abitacolo aperto e la cellula di pilotaggio e la carlinga solo in parte metalliche. Prestazioni e tecniche di pilotaggio cambiarono vorticosamente con il progresso e l’evoluzione tecnica derivate dalle vicende belliche del secondo conflitto mondiale che si concluse - sotto il profilo tecnico - con aerei, quali il Messchermit MB 202, il primo aviogetto della storia aeronautica - la cui propulsione non fu più legata alla spinta di un’elica ma a un motore a reazione. La sconfitta tedesca consentì agli americani di impadronirsi di idee progetti e tecnologia e la Lockheed con l’F 100, per molti aspetti un clone dell’MB202, e con i successivi modelli, il più noto dei quali fu l’F104 Starfighter impose la propulsione Jet di fatto cancellando le eliche. In Italia, nel dopoguerra, la FIAT produsse un agilissmo Jet, monoreattore con le ali a freccia, il G91, che nelle sue varie versioni, le due ultime contrassegnate dalle lettere Y e R, particolarmente affidabili e agili, furono per anni utilizzate dalle Frecce Tricolori. Sul finire degli anni ’90 la Pattuglia ricevette gli attuali Macchi MB326, agilissimi arrampicatori e manegevolissimi nelle manovre estreme. I piloti, tutti super addestrati, rappresentano un pool di specialisti del volo aereo con migliaia di ore di volo alle spalle e provate doti di self control e millimetrica precisione nelle manovre. Come sempre, dopo le straordinarie capriole e le ancor più adrenaliche evoluzioni del “solista” la Pattuglia nel lasciare il campo di volo ha salutato le migliaia di persone che da terra li avevano ammirati con i fumogeni che hanno colorato il cielo con le tinte del tricolore strappando applausi e numerosi cori spontanei che hanno intonato l’Inno di Mameli.
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Mototurismo sugli scudi in Calabria
Bikers on the road di Federica Mamone
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l mototurismo calabrese, sotto l’egida commissione Turistica della Federazione Motociclistica Italiana sta conoscendo un momento veramente d’oro. Oramai da alcuni anni la regione - come pubblicamente affermato dal Presidente della Commissione Turistica FMI, Mario Alberto Traverso, è in cima alle classifiche, per numero totale di manifestazioni turistiche organizzate in tutte le cinque province del Bruzio e, soprattutto, per l’ottimo livello organizzativo ovunque espresso e che, in nome dell’atavico spirito di accoglienza calabrese fanno si che gli organizzatori si spendano per creare condizioni di accoglienza che veramente talvolta sarebbero da definire fin troppo calorose. I centauri che giungono, ormai sempre più numerosi dalle regioni settentrionali, dove ogni cosa viene vista e vissuta con maggiore distacco, freddezza razionalità e un pizzico di aridità legata alla necessità di far quadrare
conti e bilancio se non proprio pensare al profitto, restano piacevolmente sorpresi e talvolta frastornati dal calore, dalle luci, dai profumi di una terra che si rivela sempre più bella e intrigante. Diversa da come la stampa la dipinge e da come i politici vorrebbero che fosse. I raduni calabresi non hanno nulla da spartire con quelle iniziative talvolta minimaliste legate ad uno spirito antico di centauri nudi e puri. Ormai mototurismo è anche sinonimo di turismo in moto. I centauri cercano di conoscere le bellezze dei luoghi e la buona cucina. Selezionano gli alberghi e gli itinerari. Il tempo del mordi e fuggi legato ai punti da farsi segnare sul “libretto turistico” in base ai chilometri percorsi e che vedeva audaci centauri, solitari sulla propria moto giungere da lontano, iscriversi al raduno, farsi timbrare il libretto dal Direttore del raduno e dopo un po’, il tempo di un panino e di una birra ripartire, è venuto meno. In fondo era una sorta di para-agonismo che non aveva senso. Oggi il raduno è una festa da godere, un punto d’incontro per amici, l’occasione per vendere o acquistare moto e ricambi – soprattutto per le moto d’epoca. La Calabria vede al top delle offerte radunistiche clubs in tutte le cinque province. Dalle “Aquile del Sud” di Bova Marina, (RC) ai Reggio Bikers (RC), ai Leoni di Calabria (VV) agli Alpha Centauri di Borgia (CZ) ai tantissimi clubs a vocazione turistica delle province di Crotone e di Cosenza - che sono lo zoccolo duro del turismo calabrese - con punte d’eccellenza come Praia a Mare, Roggiano Gra-
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La regione al top per numero e qualità delle proposte vina, Corigliano, Crotone, vi è possibilità di girare per la regione in lungo e in largo e, talvolta stante qualche concomitanza, anche con la difficoltà della scelta. La vita del radunista incallito è impegnativa: una lunga tournèe che inizia in primavera e prosegue fino all’autunno inoltrato. Da soli e in gruppi variamente numerosi i centauri si danno appuntamento il giorno prima. La partenza viene pianificata in ogni dettaglio dal responsabile della logistica del Moto club: tempi di marcia, soste, pause caffè e station pipì. Tutto deve essere pianificato. Soprattutto gli alberghi: che hanno prezzi quasi sempre alla portata di ogni tasca grazie alle convenzioni che gli organizzatori del raduno di solito concordano per rendere unifor-
me e popolare l’offerta. Un raduno gettonato - soprattutto in bassa stagione - è una manna del cielo per gli operatori del settore ricettivo Alberghiero e della ristorazione che spesso registrano il tutto esaurito per due o tre giorni. Peccato - ed è un coro - che la Calabria sia fortemente e ingiustamente penalizzata dalle lobbies delle assicurazioni. Le tariffe dell’RC sono troppo alte e talvolta proibitive, specie se rapportate a regioni del Nord erroneamente ritenute meno sinistrose di quelle del Sud. Una maggiore elasticità da parte delle compagnie non guasterebbe, anzi, sarebbe un’iniezione di entusiasmo che provocherebbe positive ricadute economiche in tutti i settori che orbitano intorno al mototurismo.
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Al Fassi Beach Trophy di Guardavalle
Lello Carbone vince su Chicco Chiodi Batte il 3 volte campione del mondo in gara 2 Grande ritorno per Enzo Lombardo in MX1
Enzo Lombardo
di Federica Mamone
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na grande giornata di sport all’insegna dell’agonismo puro e del piacere della lotta per la vittoria. Questa, la sintesi del “Fassi Beach Trophy”, gara in tutto simile al Beach Cross, organizzata fuori campionato sulla bellissima spiaggia di Guardavalle, sullo Jonio Catanzarese, dal MC TRE COLLI di Catanzaro, insieme a Rinaldo Tirotta e a un pool di operatori turistici, primo fra tutti Mattia Guido e - con lui - il padre e lo zio, che hanno messo a disposizione il Punta Stilo Village al Circus del Beach Cross, il Garzaniti Group per il movimento terra e il Lido Barbarella sede della Direzione gara. Il leit motiv agonistico è stato il confronto attesissimo fra il 3 volte campione del Mondo Alessio “Chicco” Chiodi e Lello Carbone nella MX2 e poi in Superchamp. In MX1 sulle ali di un richiamo sempre fortissimo verso la sabbia e di un appeal ineguagliabile con questo tipo di fondo, si è assistito al ritorno - a sorpresa di Enzo Lombardo: il Re della Sabbia di fine anni ’90 e dei primi anni del nuovo secolo. Alla guida di una Kawasaki MX1 ha duellato vittoriosamente contro Luca di Mauro, altro nome blasonato del Cross su sabbia. In MX2, gara 1 era appannaggio di Chicco Chiodi che s’involava allo start seguito da vicinissimo per l’intera gara da Carbone. I due inanellavano giri velocissimi che li portavano a doppiare tutti fino al quarto. Terzo, a pieni giri e con pieno merito, il reggino Salvatore Varà, in gara con un’Honda con il numero 777 che lo fanno paragonare al russo del mondiale motocross Bobkhenko. In Mx1 Lombardo vinceva
con margine davanti a di Mauro e Tavernese e in 125 Scuteri precedeva D’Elia e Asciutto. Fra gli amatori Mittiga in MX2 e Corrao in Mx1 regolavano il gruppo degli inseguitori. In gara due MX2, dopo una Hole Shoot di Varà, rinveniva fortissimo Chiodi che conduceva per qualche giro fino a quando Carbone prendeva il comando allungando di quel tanto sufficiente a contrastare il ritorno del “tricampeòn mundial” leader incontrastato del Team De Carli fin quando non giunse a spodestarlo un tal Tonino Cairoli. Chiodi provava ad entrare in scia e ad infilarsi in tutti i modi possibili ma Carbone, con grande autorità, rispondeva colpo su colpo e vinceva la manche e la gara. Lombardo in MX1 si ripeteva con Di Mauro e, in terza piazza concludeva Massimo Fogliaro, top manager dell’A Team. In 125 e nelle classi amatoriali le seconde gare - belle e combattute - finivano con arrivi in fotocopia rispetto a gara 1. Mittiga, però strappava meritati applausi per l’autorevolezza con la quale conduceva l’intera gara. Idem per Corrao e per gli ottimi Simone Buscema e Enrico Intelisano. Fra gli over in Mx2 vinceva Ottavio Procopio e in Mix1 Pasquale Vizzari. Grande anche la gara di Scuteri galvanizzato dalla convocazione in Nazionale per la Gara del Mondiale 85 a El Molar, in Spagna. Si finiva con la Superchamp. A dare spettacolo erano inizialmente in sei: Chiodi - che faceva sua la Hole Shoot - Carbone, Lombardo, Di Mauro, Varà e Capristo. Nel prosieguo a contendersi la vittoria restavano solo Chiodi e Carbone, con Lombardo staccato di qualche lunghezza solitario al terzo posto. La gara finiva con la vittoria di Chiodi e l’apoteosi del podio. Peccato solo che non fosse valida per il trofeo Nazionale Mediterranèe, che, con questi presupposti, ha ampiamente meritato di meritare per il 2016.
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