Periodico d’informazione della Piana del Tauro, nuova serie, n° 1, luglio 2012 - Registrazione Tribunale di Palmi n° 85 del 16.04.1999
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NELL’AREA ARCHEOLOGICA DEL PARCO DEI TAURIANI
Marmythos
Mons. Francesco Milito si è insediato nella Diocesi Oppido Mamertina-Palmi
Etica nella pubblica Amministrazione e gestione dei patrimoni confiscati alle ‘ndrine
ll Liceo «Piria» Mariarosaria Russo, una preside coraggiosa e coerente che crede nei giovani
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Piazza Italia, 15 89029 Taurianova (RC) tel. e fax 0966 643663
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Corriere della Piana del 30 luglio 2012
sommario
Marmythos nell’area archeologica del Parco dei Tauriani 4 5
Corriere della Piana Periodico di politica, attualità e costume della Piana del Tauro Direttore Responsabile: Luigi Mamone
Redazione
Vincenzo Alampi, Laura Bruno, Maria Cannatà, Luigi Cordova, Gaetano Errigo, Michele Ferraro, Antonino Martino, Gaetano Mamone, Alvise A. Cirigliano, Emma Ugolini, Minou Megali, Nicola Alessio, Raul Scornaienghi.
Foto: Fortunato Morgante, Toni Condello Francesco Del Grande, Norma Aveta Grafica e impaginazione: Mariachiara Monea Stampa litografia: Franco Colarco Resp. Marketing: Luigi Cordova cell. 339 7871785 Editore Circolo MCL “Don Pietro Franco” Via B. Croce, 2 89029 Taurianova (RC) e-mail: corrieredellapiana@libero.it La collaborazione al giornale è libera e gratuita. Gli articoli, anche se non pubblicati, non saranno restituiti. Chiuso per l’impaginazione il 15-07-2012
Editoriale Mons. Francesco Milito si è insediato nella Diocesi Oppido Mamertina-Palmi 6 I Vescovi calabresi «bacchettano» la politica calabrese 7 I partiti politici? Tutti pronti a cambiare! 8 Palmi - Barone: lavoreremo per costruire una città migliore 9 Rizziconi Giuseppe Di Giorgio e le sue idee per costruire un futuro diverso 10 Gioia Tauro - Etica nella pubblica Amministrazione e gestione dei patrimoni confiscati alle ‘ndrine 12 Ma nel nostro Paese c’è davvero la volontà di combattere le mafie? 14 Cittanova «La burocrazia ci sta mandando sul lastrico»: La rabbia di Caterina, accusata di truffa alla 488 16 Mariarosaria Russo, una preside coraggiosa e coerente che crede nei giovani 18 A Palmi, nell’area archeologica del Parco dei Tauriani Marmythos
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Il Movimento Cristiano Lavoratori compie 40 anni 21 Taurianova Al 50° di sacerdozio di don Alfonso Franco interviene il Vescovo Mons. Francesco Milito 22 Raffaele Anastasi: Araldo di una Calabria diversa 23 Cinquefrondi - Inaugurato il nuovo Municipio 23 Polistena non si piega 24 Utilizzare l’ospedale di Taurianova 25 Concorso “EduMobile” promosso da Bmw Italia vince una studentessa dell’Unical Nabana, work in progress 26 Rivive la poetica di Emilio Argiroffi 27 Francesca Loschiavo, tre Premi Oscar per la scenografia, è cittadina di Taurianova 28 Grande successo per “bimbiinbici” 28 Ciclismo, 11° Trofeo Città di Taurianova ”Memorial Marco Pantani” 29 Grande successo per l’All Trial a Maierà 30 Il Fascino perverso della Rete
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Editoriale
Il «Corriere della Piana»
ritorna in edicola con la veste e le ambizioni del «magazine»
di Luigi Mamone
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opo molto tempo, con una veste grafica e con uno staff redazionale interamente rinnovato, il Corriere della Piana ritorna in edicola. Il primo pensiero – doveroso – è per la collega Isabella Loschiavo – che fu il primo direttore della testata e che purtroppo, lo scorso anno, in un assolato pomeriggio di Luglio ci ha lasciati per sempre. Grazie, Isabella, per quanto in quella prima parte della vicenda del giornale avevi saputo dare, perché alle latitudini meridionali e senza gruppi industriali o imprenditori alle spalle fare, non tanto editoria ma addirittura fare giornalismo, è un fatto di puro eroismo o forse di una passione che va oltre la ragione e la razionalità della scelta e per il carico di impegno che impone. Ma tant’è. Siamo incoscienti. Lo siamo sempre stati. E a questo punto è tardi per rimediare agli effetti di una passione che implica una professionalità quasi mai pagata per quel che vale e per
quel che implica e che non è riducibile a solo “mestiere” perché se tanto fosse di mestieri meno rischiosi e più redditizi potrebbero essercene altri. Venendo al futuro. La veste grafica del giornale è nuova. Si vuole pensare a un magazine. Pertanto un giornale scritto e impaginato con la logica del magazine: molte foto e meno proclami. Una scrittura incisiva, se necessario volutamente scarna, sfrondata da eccessi e da ogni retoricismo e protesa a scavare dentro la notizia, a raccontare i fatti, a descrivere i sentimenti. Il problema che – da parte del sottoscritto s’intende – doveva essere posto e che è stato posto all’editore prima di accettare l’incarico di Direttore è stato quello di capire «dove vogliamo andare»? Essere l’ennesimo foglio dai contributi standard o di routine, pronto alla piaggeria verso gli ammonitori di veline e gli imbonitori della politica incapaci di incidere sul sostrato della nostra realtà sociale e intellettuale? Oppure uno strumento agile, proteso a scavare dentro il mondo che ci circonda anche a costo di apparire antipatici? Ma chi dice il vero, riferisce con oggettività i fatti e propone una lettura costruttiva e ipotesi di lavoro, forse compie quel lavoro che altri ambiti sterilmente litigiosi, sterilmente contrapposti e da sempre incapaci di costruire alcunché non sono capaci di fare. Essere testimoni di una società che registra un divenire continuo che non è solo scandito da indagini giudiziarie, contrapposizioni politiche e battaglie elettorali ma anche delle attese e delle speranze dei giovani, delle difficoltà di chi fa impresa, di chi si scontra con la burocrazia, di chi subisce le angherie dei potenti, legali o malavitosi che siano o pensino di essere. Questo perché esiste una Calabria diversa. Che non ha voce e volto ma che lavora per la costruzione di una società migliore dentro le scuole, nei luoghi di lavoro, nelle università, nello sport, nei cantieri, nelle campagne. Una Calabria che vorrebbe e potrebbe rinascere dalle
sue stesse ceneri: residui carboniosi questi, di pire accese da coloro i quali hanno solo predicato violenza e praticato mafia, nepotismo, clientele e soggettivismi vari. I giovani della Piana del Tauro hanno necessità di riscoprire nuove speranze e di essere accompagnati verso nuovi percorsi di crescita civile e culturale. La nuova Calabria deve essere costruita intorno a percorsi di crescita civile e culturale, di giovani che vedano riconosciuti i loro meriti e di occasioni di lavoro aperte per tutti e non solo per i mai estinti «figli di papà». Questo è quello che vorremmo fare. Non so se ci riusciremo. Consentiteci di provare. Suggeriteci, criticateci se necessario e giusto, ma intorno al «Corriere della Piana» proviamo a credere che una Calabria nuova e migliore possa esistere o almeno essere costruita.
Prof.ssa Isabella Loschiavo Past Direttore del Corriere della Piana
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Festa solenne il 30 Giugno a Oppido per l’ingresso del nuovo Vescovo
Mons. Francesco Milito si è insediato nella Diocesi Oppido Mamertina-Palmi di Antonino Martino, diacono
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opo averlo atteso per tanto tempo, è finalmente arrivato il momento dell’ingresso nella nostra diocesi del nuovo Vescovo, Mons. Francesco Milito. Ordinato a Rossano domenica 13 maggio, alla presenza dei vescovi della Calabria e di tanti fedeli accorsi a salutarlo, Mons. Milito ha fatto il suo ingresso nella nostra diocesi sabato 30 giugno; un piccolo corteo di auto ad accoglierlo alle ore 15.00, all’uscita autostradale di Rosarno; dopo la recita del Santo Rosario presso la Basilica di Seminara, il corteo ha raggiunto Oppido, dove, alle ore 18.00 con una Solenne Concelebrazione Eucaristica ha avuto inizio il suo ministero pastorale. Nel corso del rito, solenne, all’interno della cattedrale della millenaria diocesi oppidese, il pensiero va indietro, alla notizia della designazione di Mons. Milito e al suo primo incontro con la diocesi di Oppido in quel di Rossano, città antichissima e intrisa di una spiritualità che si respira, che aleggia e palpita fra le icone di un medioevo calabrese legato alla presenza dei normanni, vestigia di fortilizi e la solennità della cattedrale che custodisce il prezioso codex purpureus rossanensis. Eravamo in tanti, della nostra diocesi, domenica 13 maggio, a Rossano. E’ stata una bellissima festa, che ha acceso l’entusiasmo e la fede del popolo di Dio, che dal nuovo Vescovo si attende una guida salda e sicura in un momento di grande travaglio. In quella occasione, abbiamo visto per la prima volta Mons. Milito, cominciando a conoscerlo e ad amarlo. Successivamente, il clero e molti laici hanno avuto modo di incontrarlo, cosicché il nuovo Vescovo conosce già le problematiche della nostra diocesi ed arriva ad Oppido dopo aver già affrontato le diverse realtà che si porranno da subito alla sua attenzione. “Caritas, veritas, unitas”: è questo il suo motto. Ci auguriamo e gli auguriamo, per il bene della Chiesa e di tutti, che questo motto possa trovar terreno fertile e produrre gli effetti sperati. Insieme agli auguri per il nuovo Vescovo, non possiamo però dimenticare Mons. Luciano Bux, che ha lasciato la nostra diocesi dopo 12 anni, per raggiunti limiti d’età. Grazie, anche a te Padre Luciano, ti auguriamo ogni bene!
Biografia del nuovo Vescovo Il Rev.do Mons. Francesco Milito è nato a Rossano, provincia di Cosenza, il 7 luglio 1948. Entrato nel Seminario Arcivescovile di Rossano, ha poi seguito i corsi di preparazione al sacerdozio presso il Pontificio Seminario Regionale “San Pio X” di Catanzaro. È stato ordinato sacerdote il 12 agosto 1972, per l’arcidiocesi di Rossano-Cariati. Nel 1988 ha conseguito il Diploma di Archivistica presso la Scuola dell’Archivio Segreto Vaticano e, nel 2003, quello di Teologia Pastorale al Pontificio Istituto Redemptor Hominis della Pontificia Università Lateranense. Dopo l’ordinazione sacerdotale ha ricoperto nell’arcidiocesi di Rossano i seguenti incarichi pastorali: Animatore nel Seminario Arcivescovile (1972-1975); Responsabile dell’Archivio Storico diocesano (1974-1978); Assistente spirituale del Settore Giovani di Azione Cattolica (1974-1978); Rettore del Seminario Arcivescovile (1975-1978). Dal 1978 al 1985 è stato Rettore del Pontificio Seminario Regionale “San Pio X” di Catanzaro e Direttore dello Studio Teologico Calabrese. Cappellano di Sua Santità dal 1983, è stato Officiale della Segreteria di Stato dal 1985 al 1988. Rientrato in diocesi, è stato Parroco del Sacro Cuore a Rossano Scalo (1988-1991); Vicario Generale di Rossano-Cariati (1988-1992); Segretario e poi Delegato Generale del Sinodo diocesano (1989-1992); Presidente dell’Associazione Culturale Roscianum (1989-2005). Docente di Storia della Chiesa e di Archivistica presso l’Istituto Teologico Calabro “San Pio X” di Catanzaro dal 1992; Canonico Arcidiacono del Capitolo Cattedrale di Rossano dal 1994, è stato Direttore del mensile diocesano “Camminare insieme” dal 2000 al 2008. Dal 1993 al 2006 è stato Vicario Episcopale per l’evangelizzazione, la catechesi, la cultura e la scuola dell’arcidiocesi di Rossano-Cariati. Dal 2007 è Vicario Episcopale per l’ecumenismo e la cultura.
Foto da www.ilgiornaledellapianadigioiatauro.it
Il nuovo vescovo conosce già le problematiche della nostra diocesi.
“Caritas, veritas, unitas”:
questo è il suo motto.
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Un accorato appello a chi governa l’Italia e la nostra Regione
I Vescovi calabresi «bacchettano» la politica regionale di Michele Ferraro
È
veramente un accorato appello, quello rivolto dai Vescovi calabresi a chi è chiamato a governare l’Italia e la Regione Calabria in questo particolare momento storico. Un appello che, ad onor del vero, non sembra abbia avuto grande risalto e riscontro né tra i mezzi di comunicazione ed informazione, né tra i nostri governanti, ad eccezione di qualche flebile voce. Non è questo che deve preoccupare perché, fondamentalmente, gli interlocutori “privilegiati” dei nostri Vescovi in questo messaggio sono proprio “i membri delle comunità ecclesiali”, uomini e donne di buona volontà che vivono questa terra, della quale ben conoscono le problematiche che l’attanagliano, che già soffrono di tutte le inefficienze ed i mancati servizi nei diversi settori ed ambiti della vita, ma che allo stesso tempo sanno che, anche per vocazione, qualsiasi loro azione, così come ogni intervento dello Stato e delle Istituzioni, ai vari livelli, in una vera democrazia, deve avere come principio e fine la dignità di ogni persona umana, il rispetto dei diritti dell’Uomo e l’assunzione del bene comune come fine e criterio regolativo della vita politica. Anche in tempo di “crisi”, ciò che deve guidare l’agire civile e politico è l’Uomo, con le sue esigenze, i suoi bisogni, ma anche con i suoi valori. E’ vero, tanti sono i problemi e poche le risorse per affrontarli, ma non basta tagliare… per risparmiare, soprattutto in alcuni settori dove invece è necessario, anche in tempo di crisi, investire, in termini umani, professionali e, possibilmente, anche economici. La sanità, la scuola, i trasporti, l’amministrazione della giustizia, il lavoro, oltre ad essere presidi di legalità ed indicatori di uno stato democratico che funziona, servono anche a formare l’uomo, a permettere lo sviluppo della persona nella sua totalità, a creare uno stato di ben-essere dove ogni individuo si possa trovare e sentire bene con i suoi simili e l’ambiente che lo circonda. Non si può pensare sempre e solo di tagliare e, conseguentemente, eliminare un servizio o chiudere un presidio, quando non si riesce ad offrire una degna alternativa. La “cura” di una persona malata non passa solo attraverso la “somministrazione di una medicina”, ma, cambiando prospettiva, curare una persona ammalata, vuol dire, prima di tutto, “prendersi cura” di quell’individuo che, nella vulnerabilità del suo stato di vita, chiede principalmente aiuto ed in Calabria, nella nostra piana c’è veramente bisogno di questa “cura”. In quest’ottica di solidarietà, siamo chiamati, responsabilmente, a farci carico dei bisogni degli uomini e delle donne del nostro tempo e della nostra terra; a conoscere le problematiche, a vigilare, a sensibilizzare l’opinione pubblica ed a batterci, non per il solo fine di non far chiudere un presidio, un ufficio, un servizio, ma a far sì che chi ci governi ed è costretto a fare i conti con la crisi e con gli sperperi del passato, rimasti purtroppo impuniti, con la nostra riflessione ed azione venga aiutato ad affrontare il problema in una condivisibile ottica di rispetto dei diritti e della dignità della persona umana, offrendo soluzioni pratiche, fattibili e credibili, cercando di garantire sempre e comunque un livello “minimo” esistenziale dignitoso. Solo così possiamo essere veramente orgogliosi di vivere in uno stato democratico, dove in ogni contesto il rispetto della dignità umana non sia soltanto dichiarato, ma anche concretamente perseguito. E’ significativo, inoltre, che il breve comunicato dei Vescovi si conclude con una nota di speranza rivolta ai giovani. Quella “nota” siamo noi, adulti del nostro tempo, chiamati a “sostenerli nella loro intraprendenza ed entusiasmo”. Il futuro dei nostri giovani, se veramente li amiamo, è già oggi, il nostro presente.
«Anche in tempo di “crisi”,
ciò che deve guidare l’agire civile e politico è l’Uomo, con le sue esigenze, i suoi bisogni, ma anche con i suoi valori
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Il grido d’allarme della Conferenza Episcopale Calabra Convenuti a Roma per la 64° Assemblea Generale della CEI (21 – 25 maggio 2012), noi Arcivescovi e Vescovi della Calabria, riflettendo sulla grave situazione del nostro Paese, abbiamo voluto considerare, ancora una volta, i difficili problemi che la nostra Regione vive, indebolita e umiliata dai tagli che si stanno operando da tempo nel campo della sanità, della scuola, dei trasporti ed ora anche dell’amministrazione della giustizia, con la soppressione di vari tribunali, lasciando la popolazione nell’incognita di un’alternativa concreta. Ci siamo chiesti se questa politica di tagli favorirà lo sviluppo della nostra terra sul piano della salute, dell’amministrazione della giustizia, dell’educazione, dell’economia globale e dell’occupazione. Non sappiamo se questo nostro grido di allarme avrà come effetto un ripensamento da parte del governo nazionale e, conseguentemente, anche del governo regionale, oppure tutto è ormai deciso, costi quel che costi, in termini di indebolimento sociale, politico ed economico della nostra Regione. Nel frattempo, abbiamo approntato una nota pastorale sulla politica sociale della Regione, che verrà diffusa al più presto. Ci rivolgiamo a tutti i membri delle nostre comunità ecclesiali (medici, giuristi, politici in genere) affinché seguano con attenzione queste vicende dolorose per intervenire con efficacia, ove è possibile. Con il cuore aperto alla speranza, poi, abbiamo approvato una lettera ai giovani, dopo il loro convegno regionale dello scorso autunno, per sostenerli nella loro intraprendenza ed entusiasmo nel mettersi a disposizione dell’annuncio del Vangelo.
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Cresce nei cittadini una diffusa voglia di inversione di rotta
I partiti politici? Tutti pronti a cambiare! Ma la gente si chiede: come? E quando? di Luigi Cordova
O
rmai la sfiducia verso i nostri partiti politici ha raggiunto traguardi impensabili, che abbiamo potuto verificare nel corso delle ultime elezioni amministrative, allorquando leggendo i risultati elettorali abbiamo preso atto del crollo verticistico dei partiti tradizionali, in particolare del PDL (quasi un tonfo), del PD e del progetto del cosidetto “Terzo Polo” (ibrida alleanza nata tra UDC - FLI - API - MPA ed altre sigle minori di area moderata), strapazzati ed umiliati, al pari degli altri gruppi della sinistra (SEL - IDV - PDCI - RC) dal Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, unico vero astro della politica attuale. Come e cosa abbiano portato a questo risultato è oggi il quesito che tutti gli italiani si pongono, cercando tra i tanti perché quale sia quello giusto. Io credo che il vergognoso teatrino dell’immoralità diffusa, caso escort per Berlusconi, vicende “Lusi e il Trota” alias il piccolo Bossi (cassa contanti per i propri gretti interessi di bottega e spesso per fini personali) abbiano ingenerato nei cittadini una immensa voglia di cambiamento, affidandosi, con un voto di protesta da un lato e di speranza dall’altro al personaggio di turno, in questo caso Beppe Grillo. Certo, in un momento di crisi economica così grave, assistere continuamente al saccheggio del denaro pubblico da parte dei tesorieri dei partiti e al pagamento di mazzette per le commesse di lavori pubblici e di cifre vertiginose per le prestazioni ludiche e sessuali dei massimi vertici della nostra politica, non poteva non lasciare il segno nel popolo italiano, sempre più alla fame ed allo sconforto, non avendo più né i grandi valori di riferimento né i grandi personaggi carismatici di un tempo. Oggi sembra che unico riferimento per i nostri politici sia divenuto il Dio denaro!!! ...saremmo blasfemi
e quasi ridicoli a parlare di cattolicesimo, socialismo, comunismo, fascismo ed altro, mentre fuori delle nostre abitazioni si assiste sempre più allo spaccio diffuso della droga (off-limits), alla vendita di corpi senza distinzioni tra uomini e donne, un tutt’uno, lungo le nostre strade (bell’esempio per i nostri giovani), senza decoro e ritegno. Se a questo sfascio aggiungiamo la crescita smisurata ed incontenibile della criminalità organizzata, prima al mondo e ormai infiltrata in tutti i gangli vitali dell’economia e degli apparati burocratici e governativi del nostro stato, allora solo allora riusciamo a trovare una risposta alla vittoria di Grillo. Ormai siamo entrati nella Terza Repubblica ed ognuno di noi guarda con attenzione ai due più grandi partiti, PD e PDL, per capire se riusciranno a sopravvivere e a rigenerarsi, tenendo in vita il progetto di un bipolarismo dell’alternanza, stile anglosassone, o torneranno, invece, in auge pochi partiti, come un tempo, ma non uguali né nei valori né nei personaggi. Del resto gente come De Gasperi, Moro, Andreotti, Togliatti, Nenni, Saragat, La Malfa, Malagodi, Almirante ecc... non si inventano dall’oggi al domani, anche perché i nostri giovani, più istruiti e colti, non avendo più fiducia in nessuno, essendo affamati e disoccupati cronici, difficilmente si sentono attratti dalla politica, e sentendosi ormai cittadini del mondo, amano invece quanto di meglio offre internet, ad esempio facebook o twitter… Non rimane altro che la certezza che da qui a poco, sicuramente, prima delle prossime elezioni politiche, assisteremo all’entrata in scena di nuovi condottieri e di nuovi movimenti, nella speranza che la nostra Italia torni ad essere culla del buon diritto e del buon governo, come i nostri antichi avi romani ci hanno tramandato ed insegnato!
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Palmi - Una città che guarda al futuro con lungimiranza
Barone: lavoreremo per costruire una città migliore Quote rosa, PSC, Ospedale unico, rilancio del turismo e difesa del Tribunale
di Luigi Mamone
Giovanni Barone Sindaco di Palmi
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iovanni Barone è il nuovo Sindaco di Palmi, eletto con una imponente messe di voti sul suo antagonista, il Magistrato Salvatore Boemi. «Sinceramente – dice – è stato un risultato che è andato al di là delle previsioni e che conferma la compattezza della coalizione, con liste non solo politiche ma anche espressione di attenzione verso ambiti come quello delle donne e dei giovani». Palmi, e non solo per un fatto di pari opportunità, si è proposta in maniera assolutamente innovativa con una lista tutta di donne e ora propone una significativa presenza femminile nel consiglio comunale e alla presidenza delle municipalizzate PPM e “Acquedotto VINA”, dando la misura di una apertura importante verso ogni componente sociale palmese che vedrà ora la creazione di una consulta degli insegnanti per una migliore conoscenza delle esigenze dei giovani. I problemi gestionali però esistono, soprattutto sotto l‘aspetto economico e di bilancio. L’indebitamento dell’ente è stato quantificato in 880.000 euro e, inol-
tre, si prevede un milione di euro in meno di trasferimenti dallo Stato agli enti locali. «Ciononostante stiamo studiando delle soluzioni per non gravare oltre il sopportabile sui cittadini, portando l’IMU al 2 x1000 e riuscendo a diminuire la TOSAP per le attività turistiche di circa il 20%, stabilendo per il permesso di parcheggio nelle aree blu una tariffa più vantaggiosa mentre per le donne incinte saranno istituiti stalli a “striscie rosa“ assolutamente gratuite. L’amministrazione opererà per evitare il fallimento della PPM, la municipalizzata del settore dei trasporti, e per regolarizzare i 16 lavoratori socialmente utili ancora precari» Il Sindaco Barone non guarda al solo municipalismo. “Palmi – dice – è capofila del territorio più ampio di una potenziale area metropolitana capace di competere con Reggio Calabria. Anche per questo siamo entrati nel consorzio Fata Morgana perché riteniamo che il rilancio economico possa avvenire in sinergia col rilancio culturale, consentendoci una offerta turistica e culturale di altissimo livello”. Rifiuti solidi e sanità: «La città fruisce della raccolta differenziata ma dovranno essere studiati sistemi ulteriormente innovativi che consentano un maggior virtuosismo». Sull’ospedale unico Barone dice che la scelta di Palmi non è un fatto di campanile perché la città fornirà in maniera assolutamente gratuita una superficie di oltre 10 ettari con un risparmio di oltre 4 milioni di euro e con importanti lavori strutturalistici indispensabili per velocizzare i flussi veicolari da e verso l’autostrada e la costruzione dell’eliporto che insieme alle nuove strutture dei vigili del fuoco e del commissariato andrà a costituire un nuovo polo di servizi indispensabili. Rilancio economico: «Sarà prioritario il Piano di Sviluppo Comunale che a Palmi manca ormai da 100 anni e che diventerà un vo-
lano per l‘economia consentendo nuovi investimenti che rivitalizzeranno il commercio» La cultura: Palmi lega da sempre la sua immagine alla Madonna della Lettera, e alla Varia che sotto il Patrocinio dell’UNESCU a Novembre diverrà Patrimonio immateriale dell’Umanità: primo step di una valorizzazione culturale per catalizzare l’attenzione del mondo su Palmi. Infine la Giustizia, con le ventilate soppressioni di sedi giudiziarie da accentrare su Palmi: «Ci attrezzeremo per dare una risposta più efficiente, per consentire alla giustizia di continuare nel miglior modo possibile la sua attività e soprattutto per scongiurare con una risposta efficiente il pericolo di un ulteriore futuro accentramento degli uffici giudiziari su Reggio Calabria».
«Stiamo
studiando soluzioni per non gravare oltre il sopportabile sui cittadini contenendo l’IMU e riducendo la TOSAP
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Rizziconi - Per il decollo sociale ed economico il nuovo sindaco ha in mente: DeCo, Borsa dell’Olio, Ospedale unico, Imu, differenziata consortile
Giuseppe Di Giorgio e le sue idee per costruire un futuro diverso
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l nuovo sindaco di Rizziconi è Giuseppe Di Giorgio, medico, taurianovese di nascita, da decenni rizziconese, eletto lo scorso 25 giugno dopo la morte repentina del suo antagonista ma – al di la di ciò – amico e compagno di partito Raffaele Anastasi. A lui il suo primo pensiero: «Abbiamo vinto le elezioni – dice – ma purtroppo è mancato Raffaele che sarebbe stato un avversario di rango». Le successive vicende del gruppo che sosteneva originariamente Anastasi, in qualche misura hanno consentito che l’affermazione di Di Giorgio divenisse un fatto prevedibile: «mancando un concorrente che sarebbe stato un avversario ostico e ponendosi la nostra lista con un programma e con le giuste credenziali per conseguire la vittoria». Ma tant’è; le urne hanno premiato Di Giorgio. «E’ un carico di lavoro pesante quello che gli elettori di Rizziconi ci hanno conferito – dice – ma sapevamo bene quali fossero le difficoltà alle quali saremmo andati incontro. Siamo sereni e con tanta voglia di lavorare per contribuire, al termine del nostro mandato, a lasciare una città un poco migliore di quella che abbiamo trovato». Venendo al futuro della città, il sindaco Di Giorgio dimostra una visione politica che spazia al di là dell’ordinarietà gestionale: «Il rilancio della città – dice – passa attraverso il rilancio della sua capacità produttiva e la rivitalizzazione della sua economia. A Rizziconi il diffuso terziario e una componente impiegatizia garantiscono una apparente prosperità; ma la ripresa economica deve passare attraverso le produzioni olearie, espressione delle tipicità di Rizziconi. L’olio rizziconese è fra i migliori in assoluto del mediterraneo ma mancano le strutture di promozione e commercializzazione ed il prezzo non è remunerativo. Sarebbe importante istituire una “borsa dell’olio” per consentire ai produttori la commercializzazione diretta dei prodotti e la possibilità di spuntare prezzi migliori. Così come avviene al
nord nelle aree di produzione del riso» Le problematiche di carattere politico restano prevalenti: l’ospedale unico della piana e la controversa scelta del sito vedono il sindaco stigmatizzare come 22 sindaci su 24 avessero indicato Cannavà – nel territorio di Rizziconi – ma che la scelta sia poi andata su Palmi. «Non so se sarà possibile rinegoziarla – dice – ma per la sanità serve concretezza perché l’emergenza è aggravata dalle distanze” Se pensiamo che proprio in occasione del fatale malore che ha colpito il povero Raffaele, i soccorsi, peraltro tempestivi, furono assicurati da un’ambulanza di un’associazione di volontari e dal loro personale. Se avessimo dovuto attendere l’arrivo del 118, una delle poche ambulanze disponibili chi sa quando sarebbe arrivata. Urge pertanto uscire dall’immobilismo. Stessa esigenza di dinamiche nuove e condivise con i paesi del comprensorio è quella riconnessa a una raccolta differenziata che consenta ai comuni di conferire ad aziende apposite la materia prima differenziata e pronta per essere trasformata» Infine l’IMU: la tassa che colpisce i possessori di beni immobili. «Cercheremo di renderla più leggera possibile, perché ci rendiamo conto come spesso la casa sia stata il frutto di anni di sacrifici e che il possedere abitazione al Sud non è così remunerativo come in altre parti dell’Italia. Il nostro programma e la nostra linea operativa vogliamo sia condivisa dai cittadini che coinvolgeremo con consigli comunali aperti ed iniziative presenza attiva come quella che ci ha già visti ripulire la piazza principale. Vogliamo costruire una Rizziconi nuova, proiettata verso il futuro in sinergia con i comuni vicini – conclude riprendendo incidentalmente una ipotesi che, molti anni fa, era stata di Raffaele Anastasi con il quale negli anni dell’emergenza contro l’anonima fummo vicini, condividendo appartenenze, ideologia e scelte politiche».
Giuseppe Di Giorgio Sindaco di Rizziconi
«Il rilancio della
Città passa attraverso il rilancio della sua capacità produttive e la rivitalizzazione della sua economia
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Gioia Tauro - A confronto politici, burocrati, grand commis e magistrati
Etica nella Pubblica Amministrazione e gestione dei patrimoni confiscati alle ‘ndrine di Ugo Malimeni
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i è svolto a Gioia Tauro, il 15 giugno scorso,in una azienda agricola posta a metà della strada che conduce verso il Ponte Vecchio e Palmi, un tempo proprietà di una potente famiglia mafiosa gioiese e, dopo la confisca, affidata alla Coop Sociale Valle del Marro, un importante convegno promosso dalla Regione Calabria e che ha avuto come suo argomento l’Etica nell’azione della Pubblica Amministrazione, lo strumento della confisca dei patrimoni illecitamente formati e il loro riutilizzo a fini produttivi ed economici. Accrescere l’efficacia, l’innovazione, la trasparenza e la capability della Pubblica Amministrazione, dare una destinazione produttiva ai beni confiscati, porre un freno alla corruzione e garantire certezze e stabilità ai cittadini in un contesto di rigorismo etico che consenta di qualificare come equa, incensurabile e giusta l’azione della pubblica amministrazione. Su questi argomenti hanno a lungo disquisito – dopo la proiezione di un film documentario sul riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati alle mafie – Leonello Tronti, responsabile dell’Ufficio per la formazione del personale delle pubbliche Amministrazioni del Ministero della Funzione Pubblica e della Semplificazione, che ha sottolineato – anche
alla luce delle innovazioni che portano il nome dell’ex ministro Brunetta – sul progetto di etica per le amministrazioni regionali e sull’obiettivo della convergenza che deve consentire alle pubbliche amministrazioni, nei loro vari ambiti territoriali e di competenza di contribuire al perseguimento dei medesimi obiettivi sociali e di efficienza. Ha poi preso la parola il Direttore Generale del Formez, Marco Villani, che ha ribadito la necessità di operare nel rispetto della legalità, della verità e della buona attività amministrativa. “Bisogna aver il coraggio – sottolinea Villani – di assumersi le responsabilità – in ogni ambito di amministrazione – perché operando nel rispetto delle legge qualsiasi indagine frutto di sospetti o di attività di controllo investigativa non potrà che concludersi senza conseguenze per chi ha correttamente applicato le leggi e praticato la lealtà rifuggendo ogni forma di corruttela. La mafia – ha concluso – con i suoi miraggi potrebbe anche creare nell’immediato occasioni di lavoro, ma in cambio pretende di annichilire la libertà dell’uomo con l’asservimento della sua coscienza e, alla lunga, non garantisce nulla al di fuori dell’azione repressiva delle autorità. La seconda parte del convegno alla Presenza del Governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, è stata
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Lo stand dei prodotti della Coop. Sociale “Valle del Marro”
Sui Terreni Confiscati alle mafie, la coop. “ Valle del Marro” produce una molteplicità di prodotti con criteri rigorosamente genuini e biologici che consentono un fatturato che garantisce numerosi posti di lavoro.
tutta incentrata sulla evidenziazione dello stato dell’arte relativamente all’utilizzo dei beni confiscati alla Mafia e alla loro destinazione in chiave di promozione della sicurezza e di legislazione e programmazione antimafia e sociale. Ricco il tavolo dei relatori: Il procuratore DDA Michele Prestipino, il Procuratore Generale della Corte d’Appello di Reggio Calabria, Giuseppe Di Landro, Riccardo Bognanni, dirigente dell’Agenzia per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati alle mafie; il Prefetto della Provincia di Reggio Calabria, Vittorio Piscitelli; Paolo di Fonzo responsabile del PON Sicurezza per lo Sviluppo; Maria Beatrice Morano del MIUR; Giuseppe Catanzaro di Confindustria; Davide Pati in rappresentanza della presidenza nazionale di Libera, Lucio Dattola Presidente di Unioncamere Calabria e, ancora, l’assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri. Tutti hanno ribadito la efficacia dell’azione repressiva finalizzata alla prevenzione e lotta del fenomeno mafioso attivata con le misure patrimoniali che hanno fiaccato moltissimo il potere di penetrazione nei gangli produttivi del capitale mafioso stigmatizzando la necessità di operare efficacemente in difesa dei valori della legalità con scelte di campo decise, indispensabili per combattere un cancro che – è stato da tutti ribadito – uccide la libertà e la dignità degli uomini. Il Governatore Scopelliti ha ribadito come anche con questa iniziativa la Regione Calabria abbia inteso alimentare una discussione
A sinistra: Il sostituto Procuratore DDA Dott. Michele Prestipino In basso: On. Mario Caligiuri Ass. Reg. Cultura
aperta fra tutti gli attori istituzionali finalizzata al miglioramento dell’uso sociale dei beni confiscati, avviando una riflessione operativa che definisca strategie condivise per una convergenza di azioni fra i diversi soggetti istituzionalmente e funzionalmente interessati facendo tesoro delle esperienze già realizzate sul territorio calabrese: una lunga sequela di cifre importanti di beni appartenuti a nomi di spicco del malaffare bruzio. Tanto mentre sullo sfondo della scena, quotidianamente evocato dalla crisi economica, cresce il numero dei disoccupati e dei mai occupati, giovani e non. Oltre che con i sequestri, consentiteci, la mafia si combatte con il lavoro, fonte di ogni crescita civile e culturale.
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Tanti convegni sulla legalità, ma poche azioni concretamente efficaci
Ma nel nostro Paese c’è davvero la volontà di combattere le mafie? di Luigi Cordova
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uanto sta accadendo in Italia e in particolare in Calabria, ci spinge a chiederci se esiste realmente la volontà di combattere il crimine organizzato, holding che, nelle sue varie articolazioni, produce fatturati di gran lunga superiori alle cifre di una manovra finanziaria del nostro Stato: circa “150 miliardi” di euro!!!… Cifre sbalorditive che dovrebbero fungere da sprone per organizzarsi in maniera tale da poter combattere efficacemente un fenomeno così vertiginoso, che produrrà la conseguenza di risucchiare sempre di più i giovani (troppo soli, abbandonati e disoccupati e soprattutto senza un barlume di speranza), precipitandoli nelle file delle varie organizzazioni mafiose, con la convinzione che è meglio rischiare, ottenendo la certezza spesso solo di un risicato guadagno che non del facile e veloce arricchimento, nell’attesa di continuare a “sognare” un lavoro onesto, che si presenta, purtroppo oggi, come una chimera irrealizzabile – fra l’indifferenza gelida di Monti e il sorriso acidulo della Fornero, entrambi più avvezzi a ragionar di statistiche e di ipotesi accademiche; entrambi incapaci di capire che in politica e nel sociale non sempre 2+2 deve far quattro… Poco più di duecentomila persone, tra mafiosi “certificati” e una ampia zona grigia di fiancheggiatori, prestanomi, consiglieri, consigliori, e grand commis pronti a tessere trame oscure anche con poteri – altrettanto oscuri – dell’apparato statale e della grande industria. Un eterogeneo complesso unito da vincoli di coesione che travalicano quelli folklorici della mafia agropastorale e delle scansioni verbali dei vecchi uomini d’onore e che tengono in scacco la nostra terra e forse anche gran parte del mondo secondo le analisi e le stime di organi preposti all’analisi e alla monitorizzazione del fenomeno Mafia. Ma anche queste ultime considerazioni ci inducono a chiederci ulteriormente come mai lo Stato, pur conoscendo lo spessore degli antagonisti si trova sempre più in difficoltà ed incapace a trovare soluzioni che pongano fine al rigenerarsi del fenomeno? Forse piace ai poteri economici e finanziari avere in circuito denaro fresco, senza chiedersi quale ne sia la provenienza, oppure risulta più comodo servirsi dello stesso fenomeno in cambio di baratti, certo non leciti, che fanno guadagnare voti o commesse, a seconda dell’interlocutore di turno? Sorge il dubbio se veramente, i politici vogliono debellare le mafie e rinunciare ad un serbatoio di voti facile, dove attingere a piene mani e con facilità? E i padroni del Vapore? I grandi industriali? Non tutti in vero sono collusi. Molti subiscono; quando finiranno di soggiacere, di pagare il pizzo per le grandi commesse, riguardanti le grandi opere? E i commercianti? che anche loro in buona parte, preferiscono pagare, tacere e sopportare, convinti che questo sistema sia meno indolore e soprattutto meno rischioso, non sentendosi, come dicono e pensano, tutelati dallo Stato: Ma questo benedetto
Stato da chi è composto? da entità astratte o da tutti noi? Certo è facile demandare ad altri, sol perché indossino una divisa o una toga e siano pagati per questo compito, come se questi possano avere la bacchetta magica per risolvere tutto e da soli, nonostante il muro di omertà che li circonda e la preoccupante frequenza della revoca anche solo dopo pochi giorni di misure cautelari carcerarie con la conseguenza che, “soliti noti” tornino in pista, in virtù di cavilli giudiziari o, piuttosto, a causa del sovraffollamento carcerario? Ma ci domandiamo per quale motivo stabilimenti carcerari, quali ad esempio “Arghillà” di Reggio Calabria o Oppido Mamertina (per quelli di cui noi conosciamo l’esistenza e chissà quanti altri…) non vengono completati e messi in uso? Forse perché bisognerebbe assumere nuovo personale? Ed allora meglio dedicarsi ai progetti e ai convegni sulla “Legalità” con la speranza che la scuola ed altri organismi, quali parrocchie ed associazioni, ci risolvano il problema, fiduciosi più che mai che le sensazioni che suscitano in chi vi partecipa, siano ormai il solo “volano” di salvezza per le nostre generazioni future…e mentre noi sogniamo il crimine impera!!! La verità è che gli stati sono vittime non solo della Mafia intesa come malaffare organizzato ma anche delle mafie dell’alta finanza e della finanza globalizzata. Così mentre lo spread s’impenna e le borse vanno su e giù impazzite, gli stati rischiano il fallimento e le mafie si rafforzano pronte a sferrare un nuovo attacco in un paese dove il governo appare schiavo di logiche becere di un europeismo di maniera e rifiuta di comprendere che la mafia e qualsiasi forma di malaffare si combattono con il lavoro e con la crescita civile: quelle che in questo stato biscazziere e vittima delle prepotenza della banche, delle finanziarie e dell’imprenditoria globalizzata ormai mancano.
“nessuna
efficace misura viene adottata per arginare la diffusione della criminalità organizzata e per creare posti di lavoro”
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Cittanova - Contro la lentezza di una indagine giudiziaria
«La burocrazia ci sta mandando sul lastrico»:
La rabbia di Caterina accusata di truffa alla 488 di Luigi Mamone
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bbiamo venduto tutto quello che avevamo: ettari di uliveto che ci consentivano di vivere benissimo. Tutto questo per realizzare il sogno di costruire un albergo. «Adesso non abbiamo più nulla, lavoriamo duramente e in difficoltà e speriamo solo che l’incubo finisca presto… Ma quando finirà»? Questo lo sfogo di Caterina Curinga, una donna ancora giovane, moglie di un imprenditore, imprenditrice anch’essa e che ormai da alcuni anni vive l’incubo del sequestro dei beni, i rigori della gestione demandata ad Amministratori esterni e le lentezze di una giustizia talvolta rigoristica, talaltra elefantiaca. Qualche volta ingiusta. Tutto inizia molti anni fa, quando insieme al marito ed ad altri familiari, Caterina Curinga costituisce una SRL; viene presentato un progetto da realizzarsi anche con i finanziamenti della 488 per costruire nel cuore di Cittanova un grande albergo. Un residence di appartamentini a 5 stelle, dotati tutti di cucina autonoma, per contribuire a colmare un vuoto di ospitalità alberghiera che accomunava tutti i comuni pianigiani. Il progetto entra in graduatoria e viene finanziato. Gli uliveti di famiglia vengono venduti e il ricavato investito nella costruzione. Il resto dei fondi viene ottenuto grazie ad un mutuo acceso dalla società presso una banca. Nasceva così il Grimaldi Palace di Cittanova.Tutto evolve normalmente. Apparentemente così sembra. Due tranche di contributo vengono elargite dal Ministero. Poco più di € 250.000,00 Poca cosa a fronte del milioneeduecentomila di euro di spese preventivate. L’opera viene realizzata. Alla vigilia dell’inaugurazione un attentato incendiario di chiara matrice mafiosa fa danni per quasi 40 mila euro. I soci non si fanno prendere dallo sconforto e, riparati i guasti, avviano una attività da subito baciata dal successo. La struttura per come pensata offre appartamentini assai confortevoli, l’ospitalità è al top e la clientela sempre più numerosa. Tutto sembra andare
per il meglio poi, improvvisamente, dopo l’avvio di una indagine da parte della magistratura – che come spesso accade – raggruppa tante situazioni in un unico contesto associativo, inizia l’incubo. La stampa descrive la proprietà come una disinvolta congrega di truffaldini e l’Hotel, che lavora da sempre al tutto esaurito, come una invenzione, anch’essa truffaldina: impresa virtuale dentro la quale i soldi della 488 si sarebbero persi, smarriti o distratti in nome di una tendenza, endemica al sud e non solo nelle aree del porto di Gioia, sede delle tante cattedrali vuote dell’imprenditoria nordista. Avvisi di garanzia e sequestro. Subito dopo amministratori nominati dal tribunale vengono a dettare regole e norme, a imporre linee operative e ad attuare direttrici di un controllo gestionale che prosegue ancora oggi. La società arranca e va in affanno e il mutuo, non pagato, origina un procedimento esecutivo. Il giudice dell’esecuzione fa stimare l’immobile che – secondo il progetto presentato per ottenere il finanziamento 488 – a opera finita e funzionante prevedeva una spesa totale di 1.200.000 euro. In quella sede di CTU solo la parte muraria viene stimata 1.419.000 euro Duecento e passa mila euro in più di quanto avrebbe dovuto essere speso. E senza considerare gli arredi, le cucine, le risorse di intrattenimento stimabili in almeno altri 400.000 euro. «Dove abbiamo rubato? Dove abbiamo truffato? Me lo dicano!» – dice con gli occhi che diventano lucidi e con due lacrime grosse che colano sulle guance – «Vengo da una famiglia umile, sono stata sempre abituata a lavorare fin da quando ero bambina. Ma adesso non ne posso proprio più. Sgobbo dalla mattina alla sera e sono diventata la schiava dentro la struttura che ho contribuito a costruire» «Quali le ragioni di questo ritardo? Quali le ragioni di tanto accanimento? Se sono i fatti a parlare. Se è proprio una perizia chiesta da un giudice a dimostrare che quanto sostenuto nell’informativa non è esatto perché non ci disse-
La struttura per come pensata offre appartamentini assai confortevoli, l’ospitalità è al top e la clientela sempre più numerosa. Tutto sembra andare per il meglio poi, improvvisamente,dopo l’avvio di una indagine da parte della magistratura – che come spesso accade – raggruppa tante situazioni in un unico contesto associativo inizia l’incubo.
Intanto, In esito all’udienza preliminare celebrata il mese scorso, è stato disposto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati e, in autunno la causa avrà inizio
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Caterina Curinga manager Grimaldi Palace
Ingresso del Grimaldi Palace
questrano il Grimaldi Palace?» Domande legittime queste di Caterina Curinga, atteso che, nonostante il sequestro e qualche difficoltà nella manutenzione, l’hotel lavora da sempre a gonfie vele. Alla fine ce lo prenderanno. Ma non per la truffa alla 488, che dimostreremo che non c’è. Ma perché non riusciremo a pagare il mutuo con la banca. E saremo ancora una volta costretti a partire da zero. «Non mi scoraggio – conclude – sono ancora giovane e ho la capacità di rimboccarmi le maniche… Ma non ditemi di credere più nella giustizia» E scappa via a rassettare le camere del Grimaldi. L’Hotel Grimaldi Palace é un lussuoso albergo a 5 stelle di Cittanova, della provincia di Reggio Calabria. Un ottimo punto di partenza per raggiungere il vicino Parco Nazionale dell’Aspromonte e passeggiare trai i suoi sentieri incontaminati, o sdraiarsi sulle spiagge dorate e soffici della regione calabrese. Le suite e gli appartamenti del Grimaldi Palace, lussuosi, affascinanti e tranquilli, si trovano nella città di Cittanova e alle porte del Parco Naturale dell’Aspromonte. Le camere sono spaziose, accoglienti e ben attrezzare per garantirvi un soggiorno molto piacevole. Questa struttura offre un american bar, una sala riunioni con 80 posti a sedere, una hall per accogliere eventi speciali, una sala da biliardo. L’Hotel Grimaldi Palace si trova nel centro della Calabria, in Cittanova si trova in provincia di Reggio Calabria, nel centro della regione, tra il mar Tirreno e lo Ionio, e a pochi km di distanza dal Parco Nazionale dell’Aspromonte. Comodo punto di partenza per visitare le tante bellezze artistiche e paesaggistiche della Calabria. La cittá di Cittanova fu fondata nel 1618 dopo un terremoto disastroso che ridisegnó quasi completamente tutta la morfologia della Calabria meridionale. Dopo essere sopravvissuta ad un altro terremoto del 18° secolo, d’allora, Cittanova cerca lentamente di diventare una localitá turistica, meta di quei viaggiatori in cerca di pace e tranquillitá. Grazie alla sua posizione centrale, da questa cittá è facile raggiungere Reggio Calabria, Tropea, Gioiosa Jonica e la Costa Adriatica con tutte le sue località.
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ll Liceo «Piria» di Rosarno palestra di vita e fucina di legalità
Mariarosaria Russo, una preside coraggiosa e coerente che crede nei giovani di Luigi Mamone
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n un panorama scolastico generalmente caratterizzato da routinarietà e difficoltà, burocraticismi e attese, aspettative frustrate e decadenza fisiologica dei plessi, insegnanti stanchi e giovani, divisi fra crisi d’identità e miraggi multimediali di un mondo virtuale, sapere che esiste un’oasi dove si respira un clima di entusiasmo è cosa non di poco. Un coinvolgimento assoluto che accomuna docenti e discenti, tutti impegnati non solo nello svolgimento dei programmi ministeriali ma anche in un insieme di attività sociali, culturali e artistiche solo apparentemente collaterali ma in realtà espressione di una visione nuova della scuola, capace di instillare a chi in essa lavora o studia, l’orgoglio dell’appartenenza, quasi come nelle università britanniche o nei college universitari americani. Sapere poi che tutto questo accada a Rosarno, nel cuore di una Piana del Tauro ancora divisa fra preconcetti di un mai sopito provincialismo codino e retaggi di mafiosità, latente o manifesta, è veramente un fatto straordinario. Artefice di tutto questo è Mariarosaria Russo, la vulcanica dirigente del Liceo Scientifico “Raffaele Piria” di Rosarno, che ha saputo, con una carica di entusiasmo carismatico e un grande potere di coinvolgimento, portare avanti con risultati prestigiosi una azione di sensibilizzazione dei giovani tutta incentrata sui temi della legalità e della solidarietà sociale. Due sono i diktat della preside; il primo è “detto e fatto”: se una iniziativa deve essere fatta lo sarà, e l’altro, ancor più importante è “la Vostra Preside vi ama”. E l’amore della Preside Russo, che tutti i giorni dell’anno non si risparmia in niente pur di tenere alta la tensione fra i ragazzi, ponendosi al loro fianco e divenendone la guida con l’esempio e il sacrificio, è stato ampiamente ricambiato dai ragazzi del liceo rosarnese, di ogni ceto sociale e di ogni possibile estrazione culturale. Anche quelli che avevano cognomi pesanti, noti alle cronache giudiziarie e all’inquiry antimafia hanno partecipato,
Prof.ssa Mariarosaria Russo con il Ministro degli Interni Annamaria Cancellieri e Adriana Musella, Presidente dell’Associazione “Riferimenti”
hanno capito il valore della crescita e il significato della difesa dei valori positivi della società e della necessità di affermare sempre la legalità e di rifuggire dalla violenza e dalle logiche della ndrangheta. Un anno intenso, fra convegni, conferenze, il giornale interno intitolato “La svolta”, iniziative di sostegno ai tantissimi immigrati e poi rappresentazioni teatrali, presentazioni di opere letterarie e altro ancora in una sorta di full immersion nella quale tutti si impegnano, studiano, lavorano, costruiscono insieme. L’Auditorium del Piria è divenuto pertanto il proscenio di una palestra di vita e di legalità fortemente legato all’immagine e all’esempio di Mariarosaria Russo, che minimizza i suoi meriti evidenziando invece la grande disponibilità dei docenti e l’entusiasmo dei ragazzi. Ma tant’è; dopo tanto lavoro per la Professoressa Russo cominciano a giungere importanti riscontri. Dopo il premio nazionale Antimafia “Gerbera gialla“, è stata insignita del Premio “A scuola di legalità” intitolato a Melissa Bassi con segnalazione alla Presidenza della Repubblica tra i Benemeriti della Scuola, con l’apprezzamento del Capo dello Stato per l’attività dell’Istituto “orientata a promuo-
vere la cultura dell’accoglienza e a sviluppare percorsi formativi che consentano di approfondire temi di particolare attualità che per le loro forti implicazioni etiche si pongono al servizio dell’umanità”. Per la sua coraggiosa azione, vera sfida alle logiche della ndrangheta, le è stato anche conferito il Premio Speciale Fanfani “Un insegnante per la legalità”. Uno dei Premi più significativi che abbiamo assegnato nella seconda edizione della nostra manifestazione sul Talento – si legge nelle relazione della commissione – è stato quello speciale “Un insegnante per la Legalità” conferito alla “Preside Coraggio”, professoressa Mariarosaria Russo, che dirige l’Istituto Superiore “R. Piria” di Rosarno... una persona che c’è, e che ci sa essere. Questo carattere è un “dono” e un ”talento raro”, in questa società convulsa, fredda, indifferente, spesso tanto chiusa da diventare acida. Vocazione all’ascolto che ha portato la Preside Russo a compiere una “rivoluzione” nel campo dell’istruzione, spostando l’asse dell’insegnamento dall’esclusivo all’inclusivo trovando un format diverso da tutti gli altri per affrontare il problema di dare un profilo educativo allargato e anche effettivamente inclu-
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Nella foto in occasione della manifestazione “Gerbera Gialla” La Preside Russo con il Magistrato Pietro Grasso, Procuratore Nazionale Antimafia, e Adriana Musella, Presidente dell’Associazione “Riferimenti”
sivo. Maria Rosaria Russo così ha lanciato una sfida nazionale forte e al tempo stesso delicata, dicendo a testa alta alla famiglie “dei boss” della malavita e della ‘ndrangheta: “dateci i vostri figli e portiamoli nello Stato!” Aprendo così una vera scuola della Legalità, italiana impegnando il suo istituto in una mobilitazione didattica e cominciando ad abbattere quel muro del rigetto e della legalità interpretata come respingimento per introdurre una collaborazione in cui la legalità viene costruita insieme da chi la invoca, da chi ne ha subito la violazione ma anche da chi ne ha condiviso culturalmente la violazione. «E sono tanti i ragazzi che al Piria – dice Mariella Russo – hanno scelto la legalità, senza piaggeria e senza riserve: anche quelli che hanno storie drammatiche di genitori uccisi o in carcere. Hanno capito che c’è sempre un’altra possibilità, a condizione
La Preside Russo compie una
“rivoluzione”
nel campo dell’istruzione, spostando l’asse dell’insegnamento dall’esclusivo all’inclusivo. I suoi motti: “Detto e fatto” e “ la vostra preside vi ama”
che abbandonino l’idea dei facili guadagni senza sudore». Qualcuno l’ha definita “La Preside coraggio di Rosarno” Per certi aspetti è vero. Lo sarebbe certamente se Rosarno fosse interamente una sorta di Macondo Marqueziana. Cosa che non è e che vede una larga componente della società rosarnese sensibile ai temi della legalità e della solidarietà. Nonostante le indubbie criticità, che dicono di una malavita radicata culturalmente e di una cittadina diventata famosa per la rivolta degli immigrati colored. Mariarosaria Russo invece crede che ogni ragazzo sia una pianta buona da coltivare e fare crescere e punta decisamente e vittoriosamente sui giovani. I fatti le stanno dando ragione. Il Liceo Piria è diventato un punto d’incontro e una palestra di vita e di legalità di cui ognuno degli studenti è orgoglioso e resterà sempre orgoglioso d’averne fatto parte. Un po’
come gli allievi dei college o i cadetti della prestigiosa Nunziatella. Il merito di ciò la Prof.ssa Russo se lo è conquistato sul campo, puntando su questi ragazzi senza prevenzione e con la convinzione che debbano essere aiutati a diventare cittadini pienamente partecipi all’affermazione del valore della legalità. Non casualmente il Ministro dell’Interno Cancellieri si è rivolto con un suo messaggio agli studenti del Piria: «Desidero far giungere il mio sincero apprezzamento nei confronti della vostra Dirigente, convinta che il più importante e concreto riconoscimento al vostro Capo d’Istituto proviene dal riscatto della società civile, per la quale la Preside Mariella Russo è diventata un modello di riferimento e di emulazione nel contrasto alla criminalità organizzata. In un territorio in cui il condizionamento ambientale nonché familiare della ‘ndrangheta genera omertà e acquiescenza, se non bieca adesione, la figura di questa donna, fedele servitore dello Stato, che nella scuola veicola valori e principi, forgiando e catalizzando le coscienze delle nuove generazioni, rappresenta il miglior stimolo ed esempio per garantire un rinnovamento morale e civile del nostro Paese». Parole bellissime, alle quali la classe politica, calabrese e italiana, dovrà far seguire fatti: per garantire ai giovani dopo la splendida avventura dentro il Liceo Piria e vicino a Mariella Russo di non essere poi lasciati nuovamente abbandonati a se stessi, per finire poi nuovamente risucchiati da quelle logiche mafiose che – con un maggior numero di persone pronte a scendere in campo in maniera aperta, coerente e coraggiosa come ha fatto la preside rosarnese – non v’è dubbio che potrebbero essere definitivamente sconfitte e debellate.
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Foto di Fortunato Morgante per gentile concessione di “Italia Nostra”
A Palmi, nell’area archeologica del Parco dei Tauriani
Marmythos
Fra passato, presente e futuro rivive nel marmo il fascino di una perduta età dell’oro di Laura Bruno
«
Questo luogo sembra benedetto dagli dei.» dice il maestro Maurizio Carnevali in un soffio di polvere di marmo. Ne ha impastate le narici, le braccia sono bianche, un velo sottile ricopre le lenti degli occhiali. Sta scolpendo un blocco squadrato da cui emergono lineamenti, accenni di capigliatura. Osservare come viene realizzata una statua non è uno spettacolo comune, si tratta di un onore: assistere mentre l’arte prende forma. La possibilità di vedere maestri dello scalpello all’opera, per saggiare in itinere la produzione di capolavori che adorneranno il Parco Archeologico dei Tauriani, è lo scopo di “Marmythos” Primo Simposio Internazionale di Scultura organizzato a Palmi dal 1 al 15 luglio, una manifestazione-laboratorio che ha visto impegnati sei scultori provenienti da diversi paesi europei. La resistenza della memoria al tempo, il desiderio di donare nuova vita e splendore ai luoghi del mito, è il tema che gli artisti hanno dovuto interpretare, ma è anche dell’intento di Italia Nostra, associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione, ente che oggi si occupa del parco archeologico. «L’idea del simposio» spiega Giovanni Fedele architetto e responsabile tecnico del sito archeologico per Italia Nostra «si è accesa durante una passeggiata con il maestro Carnevali, sotto gli uliveti e le balconate sul mare all’ombra della Torre Cinquecentesca del parco. Entrambi apprezzavamo il valore
storico e paesaggistico del luogo e ragionavamo su come poterlo valorizzare ed estenderne la conoscenza al pubblico. Maurizio Carnevali era da poco tornato da un simposio a Bruxelles dove aveva stretto amicizia con un piccolo cenacolo di scultori provenienti da diverse parti d’Europa, così pensammo di invitarli e creare un evento dalle molteplici valenze: dare rilievo agli scultori, al parco e alle opere realizzate per arricchire il patrimonio artistico ed evocativo del sito. Gli artisti, moralmente coinvolti non pretendono un pagamento, amano il loro lavoro, le opere compiute e la natura lussureggiante che li ha accolti è per loro il più alto compenso.» L’organizzazione dell’evento è stata supportata dal patrocinio del Comune di Palmi, la Provincia di Reggio Calabria, Italia Nostra e il Movimento culturale San Fantino; sponsor e donatore dei marmi la ditta AMA di Marco Andrei di Marina di Carrara. Inaugurato nel 2011 con i fondi del MiBAC (Ministero dei Beni Culturali e Ambientali) e un finanziamento dell’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria, il Parco archeologico dei Tauriani è oggi gestito da Italia Nostra, con il prezioso aiuto dell’archeologa Marilena Sica, l’architetto Giovanni Fedele e un team di instancabili volontari. «Giardino di ulivi e leggende, su un frontone di roccia a strapiombo sul mare va dallo Scoglio dell’Ulivo a Pietre Nere, tra grotte e faraglioni, ai naviganti questo posto doveva sembrare un paradiso!» spiega nelle vesti di guida l’ar-
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Italia Nostra ONLUS è un’associazione di salvaguardia dei beni culturali, artistici e naturali. Nata a Roma nel 1955, è una delle più antiche associazioni ambientaliste italiane. Italia Nostra fu fondata, inizialmente, per una campagna settoriale e territorialmente limitata contro lo sventramento di un isolato nel centro storico di Roma, ma presto allargò il suo campo di attività a tutto il territorio nazionale allo scopo di «proteggere i beni culturali e ambientali», come da slogan associativo. Italia Nostra nacque per iniziativa di un gruppo di intellettuali tra cui Elena Croce, Desideria Pasolini dall’Onda, Antonio Cederna e Umberto Zanotti Bianco, che fu il primo presidente dell’associazione. Tra gli altri presidenti che si sono succeduti alla guida dell’associazione figurano nomi come Filippo Caracciolo e il famoso scrittore Giorgio Bassani, che così scrive nel 1965 riguardo alla continua azione di tutela del nostro patrimonio culturale e ambientale promossa dall’Associazione: «Si alzino ancora l’impeto e l’ardore appassionato di Italia Nostra che hanno contribuito a darle quel carattere di protesta perpetua e di tensione che ancora oggi la distingue.» Dal settembre 2009 Alessandra Mottola Molfino, museologa, è l’attuale Presidente nazionale. Oggi, Italia Nostra conta più di 200 sezioni distribuite su tutto il territorio nazionale ed è socia promotrice di Europa Nostra, federazione di 220 associazioni di conservazione europee; partecipa inoltre al BEE (Bureau Europeen de l’Environnement). L’attività di Italia Nostra contribuisce a diffondere nel Paese la cultura della conservazione del paesaggio urbano e rurale, dei monumenti, dell’ambiente cittadino.
chitetto Fedele. «Il parco dei Tauriani custodisce i resti di insediamenti risalenti al II sec. a.C., comprende un centro anticamente abitato, che si estendeva per circa tre ettari da parte a parte della costa; nell’attuale zona archeologica gli scavi hanno riportato alla luce il cuore vivo della città: palazzi, luoghi di culto, abitazioni, botteghe, magazzini, strade e l’importante edificio per gli spettacoli dalla cui capienza è stato possibile stimare che la popolazione complessiva constava di circa trentamila o quarantamila abitanti. Nella mitologia popolare, l’edificio per gli spettacoli è il palazzo di Donna Canfora, nobildonna rapita dai pirati saraceni, che ha preferito gettarsi in mare piuttosto di abbandonare la sua terra. Un edificio che per secoli ha attirato l’attenzione dei i cercatori di tesori, i quali immaginavano una stanza segreta che celasse una chioccia con i sette pulcini d’oro, il regalo di nozze di un principe alla moglie; una favola mediterranea che si è scoperto esiste davvero: il tesoro della chioccia è oggi custodito nel Duomo di Monza.» Le postazioni scelte dagli scultori si raggiungono dopo un breve percorso lungo gli scavi, è uno spiazzo ombreggiato con una vista mozzafiato sul mare. Sabato 14 luglio gli scultori hanno consegnato le opere, la cerimonia è stata accompagnata da uno spettacolo degli “Amici della Musica” e un’esibizione di chitarre e flamenco.
Il maestro Maurizio Carnevali si è cimentato in una rappresentazione di Donna Canfora, scolpita con alle spalle il saraceno che la rapì. «Il nome Donna Canfora, come la sua leggenda, è folta di mistero, l’ipotesi più accreditata è che in epoca imperiale nel luogo fosse celebrato il culto di Cibele le cui sacerdotesse venivano chiamate “canneforum”.» ha precisato Carnevali.
Patrick Crombè, belga, scultore di ispirazione vagamente cubista, ha realizzato in omaggio a Donna Canfora, un massiccio trono rifinito su ogni lato da una differente grana eseguita con particolari tecniche di lavorazione.
Maria Rucker, tedesca, la sua opera è ispirata al rapimento di Donna Canfora, la sua interpretazione però sfida la tradizionale aggressività dei pirati e richiama invece all’amicizia con il titolo che gioca sulle parole: “Friendship”
Il maestro Raymond Lohr, lussemburghese, ha realizzato una struttura marmorea articolata in tre colonne, come tre frecce monolitiche indicanti una targhetta alla base su cui spicca nero su bianco un codice IQ, scansionabile da qualunque smarphone o tablet, che collega al sito internet del blog di Marmythos 2012 in cui l’artista racconta le proprie esperienze: il mito ritorna sul web amplificato e capace di annullare il tempo.
Marit Lyckander, norvegese, la sua opera vede il parallelepipedo di marmo quasi intatto, sulle facciate, in negativo, sono stati impresi i calchi di mani, gomiti, schiena, il posto per le braccia e uno per il mento, un solco per un ginocchio e lo spazio per appoggiare un seno, sono tutte guide per posizionarsi e guardare il mare dalla prospettiva dell’artista.
L’ultimo scultore è italiano, Luca Marovino, docente all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, ha scolpito una fiamma posta sopra una colonna con l’effige dei Tauriani, una lampada in cui il fuoco rappresenta la memoria. «Il compito degli artisti è preservare il patrimonio.» ha spiegato Morovino «L’Italia rappresenta tutto ciò che è bello, noi ne siamo la sostanza, una sostanza controtendenza.»
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Il Movimento Cristiano Lavoratori compie 40 anni. Il Papa Benedetto XVI e i diecimila del MCL di Emanuele Di Matteo
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’otto dicembre del 1972 nasceva a Roma il Movimento Cristiano Lavoratori. Il mese scorso, oltre 8000 persone facenti parte dei circoli locali di questo grande movimento, sono state ricevute da Papa Benedetto XVI, in una strapiena aula Paolo VI, in occasione dell’evento culmine delle manifestazioni organizzate quest’anno per la ricorrenza del 40° anno dalla nascita dell’MCL. Alla manifestazione hanno partecipato in numero considerevole anche i rappresentanti dei circoli locali di Galatro (circolo Il ritrovo), di Taurianova (circolo Sac. Pietro Franco) e Reggio Calabria (circolo San Giorgio). Nel suo quarantesimo anno di nascita, il Movimento Cristiano Lavoratori, ha organizzato con successo molte manifestazioni di particolare interesse. I festeggiamenti per l’anniversario sono iniziati nel mese di marzo con un grande Pellegrinaggio in Terra Santa. Durante il pellegrinaggio si è avuta l’occasione di visitare i luoghi più significativi di Gerusalemme e della Cristianità, di percepire la difficoltà dei rapporti tra le varie religioni, e tra i vari popoli lì presenti, ma il Pellegrinaggio in Terra Santa è stato anche l’occasione per dare attuazione ad un grande progetto proposto e portato avanti dal Movimento Cristiano Lavoratori, a favore delle giovani coppie cristiane di Gerusalemme. Durante tutto l’anno trascorso, gli associati all’MCL hanno proposto varie iniziative finalizzate alla raccolta di fondi proprio per dare una mano ai Cristiani di Gerusalemme, attraverso la costruzione e
consegna di appartamenti ove stabilire la sede della propria vita. Non è mancata, quindi, la tappa alle case appena costruite con l’incontro delle prime coppie di ragazzi, tra l’altro appena sposati, che hanno deciso di rimanere a vivere in Terra Santa, ed ai quali sono stati assegnati i primi appartamenti. A benedire la visita a queste nuove dimore – che consentiranno alle giovani coppie di iniziare con maggiore sicurezza la propria vita nel luogo simbolo della cristianità, proprio in un momento in cui la presenza di cristiani è messa in forte crisi dalle condizioni esterne – è intervenuto il Patriarca di Gerusalemme, S.E. Fouad Twal, il quale ha seguito molto da vicino tutto il pellegrinaggio nelle sue diverse tappe. Tornati in patria, e proprio durante l’udienza con il Papa, sono state simbolicamente consegnate le chiavi delle case costruite per le giovani coppie di Gerusalemme, proprio a Benedetto XVI, il quale si è dimostrato particolarmente orgoglioso di questo progetto. L’impegno del Movimento Cristiano Lavoratori, in quest’anno come in precedenza, è sempre stato rivolto oltre che al lavoro, ai lavoratori ed al miglioramento delle loro condizioni, anche all’impegno sociale attraverso il quale si danno le risposte alle necessità dei singoli cittadini, i quali, anche nella provincia di Reggio Calabria, ogni giorno si possono rivolgere ai circoli, la cui presenza diviene sempre più massiccia, e le iniziative, per la verità sempre esistite, si moltiplicano di continuo in maniera sempre più partecipata e costante.
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Taurianova - Una grande festa per la Parrocchia di Jatrinoli
Celebrato il 50° di sacerdozio di Don Alfonso Franco con una solenne celebrazione presieduta da Mons. Milito
di Gaetano Mamone
G
iornata di grande intensità e di profonda emozione per l’intera città, il 50° anniversario dell’Ordinazione sacerdotale di Don Alfonso Franco, il parroco di Jatrinoli, o meglio, della Parrocchia dei SS App. Pietro e Paolo in Jatrinoli, si è trasformato in un omaggio sentito dell’intera città ad una figura che rappresenta ormai da mezzo secolo un punto fermo e che ha accompagnato nelle varie età – dall’infanzia alla maturità – numerose generazioni di taurianovesi. Generazioni che, grazie anche al suo carisma, in qualche momento autoritario, in qualche altro ieratico, sempre e comunque austero ed espressione di un grandissimo retroterra culturale e filosofico – sono cresciute e hanno trovato momenti di confronto e di conforto con un parroco, un pastore e un educatore sempre pronto ad ascoltare e a recepire i mutamenti della società. La vita di Taurianova si lega profondamente alla figura di Don Alfonso Franco (come pure lo fu a quella del fratello Don Pietro, scomparso ormai da qualche anno). Nonostante le difficoltà giovanili legate alle ristrettezze familiari nel delicato contesto fra la fine della guerra e gli anni che seguirono, grazie agli straordinari sacrifici fatti dalla Mamma, la Sig.ra Grazietta Postorino, che ancor oggi moltissimi ricordano con ammirazione e affetto, Don Alfonso Franco, compì i suoi studi e potè seguire la sua vocazione che lo vide divenire sacerdote il 29 giugno del 1962. Da allora tanta acqua è passata sotto i ponti. Don Alfonso è stato e rimane un faro per la società taurianovese, e non solo per quella. Numerosi sono i suoi scritti filosofici e prestigiose le sue referenze accademiche. Un uomo che senza mai distaccarsi dalla sua Jatrinoli ha saputo calarsi pienamente nel divenire della società leggendone i segni e interpretandone il divenire, dalla Messa latina a quella beat, dai gruppi scoutistici a quelli dell’Azione Cattolica, alla creazione del periodico Comunità, alla conduzione di programmi televisivi, all’insegnamento scolastico, alla presenza pastorale, passando attraverso le grandi opere del restauro della Chiesa, iniziato nel 1981 e completato nel 1983 con la riconsacra-
Un momento della presentazione de “Il pensiero e l’essere”, ultima opera di Don Alfonso Franco
zione del tempio a venuta proprio il 29 giugno di quell’anno. Le celebrazioni di questo importantissimo e altrettanto raro evento – che fa considerare veramente privilegiati tutti coloro lo hanno vissuto – ha visto importanti celebrazioni eucaristiche il convegno “La dimensione spirituale e sociopastorale del presbitero” con la partecipazione di Padre Rocco Spagnolo superiore generale dei Padri dell’Evangelizzazione e del sociologo Domenico Petullà e, soprattutto, il primo Luglio la presenza del nuovo Vescovo di Oppido Palmi, Mons Francesco Milito, che molti anni or sono fu allievo di Don Alfonso e che ha avuto parole di grande ammirazione per il suo antico docente, parroco, educatore, filosofo e testimone di una scelta di fede quotidianamente vissuta e che ancora per lungo tempo – speriamo – possa essere vissuta con la stessa intensità di questi dieci lustri, per continuare a illuminare, con la luce della sua saggezza e i suoi insegnamenti, generazioni che, mai come ora, hanno bisogno di punti di riferimento certi, forti e sicuri, capaci di rafforzare la fede, di nutrire la carità e di non far morire la speranza. L’occasione del 50° anniversario ha visto la presentazione dell’ultimo saggio a carattere filosofico di Don Alfonso: “Il pensiero e l’essere” che va ad arricchire la già imponente produzione letteraria del sacerdote.
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La sua repentina scomparsa lascia intatta la commozione e il rimpianto
Raffaele Anastasi Araldo di una Calabria diversa di Luigi Mamone
A
ddio Raffaele, il destino ha voluto che tu lasciassi la vita terrena nel momento in cui, con la passione di sempre, alla vigilia di una nuova scadenza elettorale ti rivolgevi al popolo della tua Rizziconi. Ancora una volta volevi porti al servizio di un paese che amavi e che avevi guidato negli anni difficili in cui l’anonima sequestri era emergenza quotidiana e la Calabria veniva paragonata all ‘Amazzonia. Era la fine degli anni 80 e fu in quella emergenza che le nostre strade si incrociarono nella redazione di TVESSE, a Gioia Tauro, la più importante tv privata calabrese di quel tempo: il sindaco che a testa alta gridava lo sdegno dei calabresi contro l’anonima, e contro le facili generalizzazioni della stampa nordista capitanata da un Giorgio Bocca sempre pronto ad evocare gendarmi piemontesi e plotoni di esecuzione, e il giornalista, allora giovane, che pensava che il mondo potesse essere cambiato. In meglio. Ecco allora che da una
ritrovammo ancora a pensare insieme un futuro diverso per la Calabria. La Citta metropolitana. Oggi qualcuno ne parla ma il primo a teorizzarla con tutte le positive ricadute sul territorio eri stato tu. Dopo la fine del mandato elettorale di Sindaco, in maniera diversa continuasti a credere nella politica e nella necessità di lavorare politicamente alla costruzione di una realtà nuova, diversa, migliore e capace di progettare il futuro e di fugare la precarietà di gestioni elettorali troppo spesso interrotte d’autorità, implose, commissariate. Contro questo andazzo divenuto negli ultimi anni la normalità amministrativa di Rizziconi avevi deciso di scendere nuovamente in campo, vent’anni dopo. Ed eri entusiasta di questo perchè, come sempre, ci credevi e avevi dato il massimo, lavorando lungamente e coinvolgendo i giovani nel dinamismo di un laboratorio di progettazione politica. Sul finire d’aprile l’ultima telefonata: «Pomeriggio vèrrà Stefania Craxi. Vedi se
“L’Aspromonte non è l’Amazzonia” Con questo slogan Raffaele Anastasi promosse la prima vera mobilitazione dei calabresi contro la mafia con Angela Casella, Candido Celadon e Imerio Tacchella comune visione della vita, politico e giornalista, diventare amici scoprendosi legati dal filo rosso della comune passione civile e entrambi sdegnati dalle troppe mistificazioni andare di notte in Aspromonte per dimostrare l’assoluta mancanza di controllo sulle vie della montagna e poi dar vita alla prima vera manifestazione corale dei calabresi contro la mafia. Chiamasti a raccolta più di diecimila persone, fra esse i sequestrati tornati liberi e i parenti di coloro i quali mai furono liberati. Era la fine di giugno a Zervò e nel pianoro costellato di felci era un tripudio di ginestre. Lo spazio davanti e tutti intorno a quel Cristo ferito a lupara era gremito come un formicaio. C’era Angela Casella quel giorno, e Candido Celadon e Imerio Tacchella, e tanti altri ancora, calabresi che avevano conosciuto le prigioni dell’anonima. Il rito religioso fu celebrato da Monsignor Ciliberti. Ma era stata la tua giornata: araldo coraggioso di una Calabria che diceva no alla mafia che al contempo diceva - fuori dai denti - allo Stato quanto l’anonima non venisse lottata seriamente e quanto i calabresi convenuti a Zervò volessero chiedessero e sperassero. Dopo quella volta, ci
riesci a venire con la televisione per intervistarla. Ti aspetto». Ci incontrammo così per l’ultima volta. Ancora nella piazza del municipio: quella stessa dove vent’anni prima avevamo esposto lo striscione del comitato “Sud- Nord uniti per spezzare le catene” e dove esplose la gioia popolare quando campane a festa ci dissero che il sequestrato rizziconese di quei giorni era stato liberato. Entrare, la sera del primo maggio in un autogrill della rete autostradale italiana per prendere un caffe’ ed ascoltare, per casualità o perché il fato aveva deciso cosi, che la morte ti avesse ghermito mentre facevi un comizio é stato il finale triste, terribile, inaspettato, tragico, con il quale ho conosciuto l’epilogo che il destino aveva scritto per la tua bella pagina di vita. Addio, amico mio, ti giunga il saluto non solo mio, che é dettato dal cuore, dall’affetto, dalla condivisione di tanti momenti della nostra vita, ma quello di tutti i calabresi che con te avevano avuto e ancora avrebbero potuto avere un uomo che amava la Calabria e i calabresi al punto da impegnarsi allo spasimo per l’affermazione di una missione nella quale hai creduto al punto da immolare la tua stessa vita.
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Cinquefrondi - La Pubblica Amministrazione più vicina ai cittadini
Inaugurato il nuovo Municipio
La soddisfazione del Sindaco Cascarano e il compiacimento del Governatore Giuseppe Scopelliti che esalta la centralità polifunzionale della città di Gaetano Mamone
È
stata inaugurata il 18 Giugno a Cinquefrondi, alla presenza del Governatore della Calabria on. Giuseppe Scopelliti, la nuova sede del Municipio di Cinquefrondi. Il sindaco, Marco Cascarano, ha espresso la grande soddisfazione non solo della compagine amministrativa alla guida del comune ma di tutto il civico consesso e della cittadinanza cinquefrondese per l’inaugurazione dell’edificio che arricchirà e completerà la struttura dei servizi del centro pianigiano consentendo alla Pubblica Amministrazione cinquefrondese nuovi e più elevati standard di offerta qualitativa dei servizi ai cittadini. «La struttura – ha sottolineato nel suo intervento il Governatore Scopelliti – arricchisce ulteriormente il già notevole numero di strutture della Pubblica amministrazione allocate a Cinquefrondi». La cittadina, di fatto unica area metropolitana con la limitante Polistena, al punto che fra le due aree urbane non esiste più alcune percettibile linea territoriale di demarcazione, è già sede della Comunità Montana e dal 1998, grazie alla lungimiranza di chi aveva edificato pensando realmente in grande la sede della Pretura, è anche divenuta la sezione distaccata del tribunale di Palmi battendo la concorrenza taurianovese la cui sede pretoriale, ancorchè di recente costruzione, si presentava angusta rispetto al molto più vasto e funzionale palazzo giudiziario cinquefrondese. Linea di lungimirante funzionalità che appare idealmente proseguita anche nella progettazione e realizzazione della nuova struttura municipale.
Consiglio comunale aperto dopo l’attentato a Mimmo Muja
Polistena non si piega
Ma emerge la preoccupazione per il disimpegno dello Stato: resa quasi incondizionata del Governo che finirà per rafforzare le logiche delle Mafie di Minou Megali “Polistena non si piega”. Con questo slogan, sintetico ma efficacissimo, la società civile del centro Pianigiano ha risposto in modo chiaro e inequivocabile all’ultima sfida lanciata dalla ndrangheta con l’attentato ai danni dell’assessore all’urbanistica Domenico Muja la cui auto ai primi di luglio fu bersaglio di numerosi colpi d’arma da fuoco. Le forze politiche, tutte compatte nella condanna del gesto, si sono ritrovate nella Piazza principale del paese per un consiglio comunale aperto, partecipatissimo e al quale hanno dato il loro contributo di presenze e di idee numerosi sindaci dei comuni vicini. La nota importante dell’happening è stata quella, emersa dai contributi di numerosi intervenuti, fra i quali Don Pino Demasi, il parroco referente dell’Associazione Libera, della necessità di lottare contro una zona grigia, anodina, paludosa, impalpabile ma così presente da essere asfissiante. Alveo nel quale si frangono da anni le speranze di una vittoria definitiva contro la mafia e contro il malaffare. Sensibilizzare le coscienze e farle emergere dal limbo di paura, opportunismo, compiacenza verso tutto e tutti: stato e ndrangheta contemporaneamente e che consentono a quest’ultima di prosperare sempre e comunque e di rigenerarsi rendendo vani gli sforzi dello stato e delle istituzioni. Necessità che diviene più
impellente nel momento in cui – ahimè – i tagli della macelleria sociale di Mario Monti ed Elsa Fornero rendono manifesti i segnali della resa incondizionata dello stato alla Ndrangheta che dalla chiusura dei tribunali, delle caserme, degli ospedali, dalla perdita di posti di lavoro e dalla mancanza di interventi sociali in aree da sempre dolosamente lasciate in stato di difficoltà non potrà che avvantaggiarsi. Proprio per questo da Polistena il messaggio che è partito nella notte del 6 Luglio appare fortissimo e dirompente: nella speranza che venga raccolto da una classe politica che non può restare ancora a lungo al palo, prona e accondiscendente alle regole dello pseudo europeismo-pangermanistico dell’area euro e ai tagli di un Mario Monti che appare ogni giorno tanto più arido, freddo, cinico, legato ai poteri del grande capitale globalizzato e all’economia casereccia di Frau Merkel, quanto disinteressato alle sorti delle famiglie italiane, e – ahinoi – anche della lotta alla ndrangheta che – con il beneficio del dubbio – temiamo che, unitamente a gran parte dei suoi ministri, professori pregni di bolsa gloria accademica ma distanti dalla percezione dei bisogni della gente, ignorino cosa veramente sia e come la si possa contrastare.
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Scongiurata la chiusura del Commissariato lanciamo una proposta.
Utilizzare l’Ospedale di Taurianova La soluzione, senza aggravi di costo sulla disastrata spesa pubblica italiana, riqualificherebbe la struttura sanitaria ingiustificatamente dimessa, assicurando una presenza necessaria e richiesta. di Ugo Malimeni
T
aurianova: Il recente grido d’allarme sulla possibile chiusura del Commissariato di Polizia di Taurianova al momento sembrerebbe rientrato. Resta però la possibilità non tanto astratta che in un futuro prossimo il problema si ripresenti tal quale. Crisi di liquidità del Ministero dell’Interno? Necessità di risparmio sulla spesa pubblica? O impossibilità di pagare l’affitto alla Curia vescovile di Palmi che – a quanto pare – è proprietaria del grande immobile ex proprietà Fascì – nel quale un tempo era allocato il reparto otorino della non più esistente ASL 27 dei tempi di Ciccio Macrì. In ogni caso è un segno di cedimento dello Stato, che i cittadini tutti – onesti e non – hanno percepito e analizzato: ognuno dal proprio punto di specifico interesse. E’ bene ricordare che l’importante presidio fu istituito nel 1991, in tutta emergenza all’indomani del tragico “venerdì nero” e della guerra di mafia che scosse la coscienza del mondo per la sequela di delitti che la caratterizzarono. Da allora ad oggi il Commissariato, unitamente alla Compagnia dei Carabinieri, ha rappresentato un avamposto di legalità e un punto di riferimento al quale guardare in una città spogliata ormai di tutte quelle prerogative di sede di servizi terziari che per decenni contribuirono al suo benessere. Oggi in questa fase di avanzata decadenza civica e sociale, caratterizzata anche da un assoluto vuoto politico mancando ogni forma di progettualità politica di grande momento, di elevato spessore e tale – dunque – da disegnare le linee di una rinascita economica, civile, culturale e sociale per un paese destinato solo ormai a dormitorio per coloro che – purtroppo in preoccupante diminuzione – ancora hanno un posto di lavoro, registra segnali preoccupanti di rigurgiti di criminalià
dati da un numero impressionante di incendi dolosi ad autovetture ed altri atti delittuosi contro le persone e i patrimoni, non ultimo il furto con scasso operato nella centralissima Piazza Italia ai danni di un notissimo gioielliere con una attività di scasso certamente non facile né di breve durata. Serve pertanto assicurare una presenza fisica notturna e diurna delle forze dell’ordine. Chiudere il commissariato di Taurianova equivarrebbe in questo momento solo a una plateale affermazione di impotenza. Si dirà: i costi. Il problema dei costi è stato in parte affrontato dalla Giunta del sindaco Romeo che, per bocca del suo Capo di Gabinetto, Francesco Maviglia, suggeriva il trasferimento in uno stabile confiscato alle ‘ndrine. Non conosciamo le caratteristiche dell’edificio e non sappiamo se possa essere idoneo all’uso. Certo è che, invece, un altro edificio idoneo al ruolo esiste. Si tratta dell’Ospedale di Taurianova, lo storico edificio del “Principessa di Piemonte” che ben potrebbe senza costi di alcun tipo, salvo qualche modestissimo intervento per necessità specifiche di un posto di Polizia, ospitare il Commissariato di Taurianova. Non crediamo che i vertici dell’ASP5 possano opporre alcunché. La struttura è libera da cose e persone. Ingiustamente dimessa dal quel ruolo di volano della sanità pubblica che aveva svolto per secoli, ma non è assolutamente cadente. Anzi. E se volessero pagato l’affitto. Nulla cambia per il ministero. Anziché pagare alla curia vescovile, il canone andrebbe all’ASP, con la speranza che per contratto sia il ministero dell’Interno stesso a provvedere al pagamento delle tante fatture non pagate della sanità Calabrese. Speranza utopica, quest’ultima. Ma che non incrina in nulla la validità della proposta. Se c’è un parlamentare che con onestà intellettuale voglia raccoglierla e farla propria. Il Corriere della Piana è lieto di offrirgliela. Non ci interessa l’appartenenza, il colore, il blasone e il pedigree del parlamentare che volesse recepirla. L’importante è che la recepisca e la porti nelle sedi istituzionali competenti, la segua e contribuisca a mantenere a Taurianova una struttura realmente vitale insieme alla Compagnia dei Carabinieri per il mantenimento di un equilibrio e di una pace sociale che altrimenti potrebbero essere messi a rischio da una fuga che sembrerebbe più una resa o una dichiarazione di impotenza di uno Stato molto avvezzo a parlare, parlare, parlare e molto meno a tutelare le regioni del Sud.
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Concorso “EduMobile” promosso da Bmw Italia: vince una studentessa dell’Unical Si tratta della cittanovese Stefania Giovinazzo di Alvise A. Cirigliano
E
’ Stefania Giovinazzo, 22 anni, di Cittanova (RC), studentessa della Laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale, la vincitrice per l’Università della Calabria del concorso “EduMobile”, promosso da BMW Italia. Il bando era rivolto agli studenti di 5 università italiane: l’Università della Calabria, la Luiss Guido Carli, la Bocconi di Milano, l’Università di Firenze e l’Università “G. d’Annunzio” - Chieti e Pescara. I requisiti richiesti erano l’età inferiore a 30 anni, la conoscenza della lingua inglese e la redazione di un elaborato sulla mobilità sostenibile. Stefania Giovinazzo, insieme a 4 colleghi delle altre università, sarà adesso impegnata in uno stage della durata di 6 mesi presso BMW Italia S.p.A. La studentessa dell’ Università della Calabria è stata premiata nei giorni scorsi dal giornalista RAI Michele Cucuzza, presso l’Arancera di S. Sisto (Roma) alla presenza del top management BMW. “Il mio compito principale - ha dichiarato Stefania Giovinazzo - sarà quello di affiancare l’ufficio Planning and Distribution nello svolgimento delle attività necessarie al raggiungimento degli obiettivi aziendali. Dovrò inoltre svolgere analisi ed elaborazioni di dati provenienti da Casa Madre e dalla Rete dei Dealer al fine di ottimizzare i processi interni all’azienda. Sarà certamente un’esperienza altamente formativa che mi entusiasma”. Alla brillante vincitrice del concorso, sono arrivati gli auguri del Corso di Studi in Ingegneria Gestionale..
Nania, Barreca & Nania presentano un CD e lavorano ad un album
NaBaNa,
work in progress
di Gaetano Errigo Uscirà a breve il singolo dei Nabana, il gruppo musicale taurianovese composto dai fratelli Andrea e Enzo Nania e Domenico Barreca. Due i brani: “Figlia del vento” scritta e musicata dal leader del gruppo Andrea Nania, e “Intricato amore” con testo sempre di Andrea Nania mentre la musica è di Rosa Martirano. I due pezzi arrangiati dai fratelli Nania sono interpretati da Domenico Barreca e si rivelano espressione di una forte vena poetica. Poesie che cantano l’amore e il desiderio d’amore in maniera profonda, avvolta da un sottile mistero che lascia spazio a diverse sfumature di interpretazione e che certamente non mancheranno di riscuotere il consenso del pubblico giovane e meno giovane. Ma il singolo non è tutto. Infatti i Nabana sono impegnati in un altro progetto e, nel giro di qualche mese, dovrebbe essere pronto il loro primo album. Ambizione e talento che, sicuramente, vedranno ripagati con il successo la loro fatica.
Foto di Norma Aveta
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In un riuscitissimo reading organizzato dall’Associazione Parallelo 38
Rivive la poetica di Emilio Argiroffi Il poeta e il politico ricordato da Annarosa Macrì, Paolo Bolano e Franco Arcidiaco - Andrea Naso dà voce ai versi della imponente produzione - La commozione di Maria Argiroffi di Emma Ugolini
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o scorso 26 Maggio il giardino dell’antica “Antica Traccia”, un noto locale taurianovese icone del cabaret e della movida notturna – a chiusura del ricco e variegato cartellone- a cura dell’Associazione Culturale “Parallelo 38” – è stato la sede di un evento che per le sue scansioni e lo spessore dei contributi offerti dai relatori, rappresenta un primo importante passo non solo verso la riscoperta e la valorizzazione dell’imponente produzione del Poeta di Mandanici, ma soprattutto verso una forma di lettura nuova, in chiave moderna e multimediale delle proposte letterarie: prima che il tempo cancelli la memoria e l’oblio annulli la forza del messaggio codificato in segni e simboli da generazioni di autori troppo frettolosamente accantonati o mai valorizzati da una classe docente ancora legata ad una “closed list” di autori classici e moderni – imposta dai programmi ministeriali – ma incapace di guararsi intorno e di guardare oltre. Emilio Argiroffi (Mandanici, 2 settembre 1922 – Taurianova, 28 maggio 1998) siciliano di nascita e calabrese d’elezione, studioso delle lingue dialettali di Radicena e di Jatrinoli, medico, analista delle condizioni del ceto bracciantile negli anni del secondo dopoguerra e in quelli della crescita economica, autore di uno studio ancor oggi fondamentale sulle malattie e la mortalità fra le raccoglitrici d’olive negli anni ‘50 e 60 dello scorso secolo, Senatore della Repubblica, fu Sindaco di Taurianova dal 1993 al 1997 dopo la fine del primo scioglimento per infiltrazione mafiosa subito dal comune di Taurianova, nel corso del quale fu una delle poche voci a continuare a tutelare e difendere Taurianova e le sue prospettive di rinascita. Argiroffi fu intellettuale fine ed eclettico, apprezzato pittore ma soprattutto poeta ricco di una vena colta e al contempo magmatica, nella quale coniugava in un unicum inscindibile sensibilità, amore per la bellezza, sentimento del tempo e passione politica e temi sociali con versi che assumono oggi il valore di una testimonianza d’altissimo livello: opere che rappresentano una eredità culturale per coloro che abbiano a cuore le sorti della Calabria e dei ceti deboli e oppressi da antiche e nuove schiavitù, sudditanze e discriminazioni. Nelle sue liriche, ricche di atmosfere a volte soffuse altre baluginanti dei riflessi di una tante volte evocata perduta età dell’oro dell’umanità, nelle quali luci e ombre, a pennellate lievi e a colpi di sferza partendo da miti e leggende, viene cantata una umanità in cammino che non dimentica di fare sentire la voce degli umili e degli oppressi, dei dimenticati e dei diversi. Incedere poetico che si fa ora struggente, ora incalzante come la dimensione onirica che si intreccia al realismo degli aspetti viscerali della vita e dell’uomo, in una perfetta sintesi dove parola e impegno civile furono un tutt’uno fino alla struggente dignitosa bellezza dei versi delle “Azzurre Sorgenti dell’Acheronte” scritta di getto quando ormai aveva capito che la vita terrena fosse giunta al nadir, e pubblicati postumi dopo la sua morte. Momenti salienti dell’happening,
La commozione di Maria Argiroffi Foto di Francesco Del Grande
dopo il saluto della presidente di Parallelo 38 Emanuela D’Eugenio, gli interventi dei giornalisti Annarosa Macrì e Paolo Bolano, che hanno evidenziato le note del grande spirito liberale che conviveva sotto la veste politica comunista di Argiroffi e che trovava esaltazione e sintesi in una scelta di vita nella quale il donarsi ai poveri e l’impegno culturale non apparivano mai separati. Anche l’editore di Città del Sole Edizioni, Franco Arcidiaco e soprattutto la sorella del poeta Maria Argiroffi, commossa ed emozionata per un tributo che «Dopo 14 anni dalla morte – ha detto – fa sentire ancora vitale la presenza di Emilio» hanno ricordato l’umanità di Argiroffi e la sua assoluta mancanza di riserve verso chiunque che erano espressione di una sua solarità di una trasparenza che gli consentirono sempre di procedere a testa alta confrontandosi e coordinandosi in un percorso culturale di assoluto valore con intellettuali quali Sciascia, Bufalino, e Guttuso. Gli interventi sono stati inframezzati da brani della produzione di Emilio Argiroffi interpretati dall’attore e regista teatrale Andrea Naso, accompagnato alla chitarra dal maestro Davide Mangano. Momento particolarmente emozionante, soprattutto per chi ha avuto la fortuna di conoscere Argiroffi, è stata la proiezione di alcuni stralci tratti dalla intervista televisiva “Incontro con Emilio Argiroffi” realizzata da Paolo Bolano per la RAI nei primi anni 90.
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Red carpet e standing ovation per la discendente dei Conti di Pontalto
Francesca Loschiavo, tre volte
Premio Oscar per la scenografia, è cittadina di Taurianova di Nicola Alessio
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o scorso 12 Maggio è stata conferita al Premio Os car Francesca Loschiavo la cittadinanza onoraria di Taurianova. L’artista, romana, ha origini calabresi essendo discendente della celebre Benilde Rossignani, Contessa di Pontato, ancor’oggi amatissima nel ricordo e nella memoria Storica dei taurianovesi. Francesca Loschiavo di Pontalto, premio Oscar insieme al marito lo scenografo Dante Ferretti, per le scenografie del film Hugo Cabret, e già insignita del titolo di Commendatore al merito della Repubblica Italiana dal Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano ha così riannodato il legame con Taurianova, città che non conosceva ma della quale a livello familiare fin da bambina le avevano detto dell’importante presenza delle sua famiglia e del grande filantropismo della nonna, donna di grande fede, altruismo e generosità verso i poveri, antenata del premio Oscar e ricordata per le sue grandi virtù di carità con l’intitolazione di una delle principali vie e per la creazione del Monastero delle visitandine. Il conferimento della cittadinanza di Taurianova a Francesca Loschiavo, che non ha mai dimenticato le proprie origini calabresi, ha rappresentato per l’Amministrazione municipale del Sindaco Domenico Romeo e del suo Vice Roberto Bellantone – che è anche assessore alla cultura – il modo migliore per tributare ad una personalità eclettica e di importanza internazionale sullo scenario artistico e cinematografico un doveroso tributo che, al di là del rinserrare il legame affettivo con i discendenti della contessa di Pontalto, ancor oggi amatissima nel ricordo e nelle memoria storica dei taurianovesi, rappresenta un giusto riconoscimento ad una personalità riuscita a raggiungere traguardi artistici di così elevata importanza. L’iniziativa del conferimento della cittadinanza, fu suggerita agli amministratori dai vertici dell’Associazione “Nuova Aracne”, guidata da Lucia Ferrara e di cui è parte attiva anche la scrittrice Isabella Surace, che con la pubblicazione del Volume “La Nobiltà in Calabria” aveva allacciato un primo importante contatto con i discendenti della Contessa di Pontalto facendo si che nel giugno del 2011, in occasione della presentazione del volume, Rita Loschiavo, sorella del premio Oscar e discendente anch’essa dei conti di Pontato, facesse ritorno a Taurianova. A distanza di un anno la cittadinanza alla sorella, tre volte premio Oscar, oltre a riannodare il rapporto con i discendenti di una delle famiglie che ha legato il suo nome ad una felice età della storia di Radicena e di Jatrinoli sembra lanciare alto il messaggio civile di una Taurianova che soprattutto attraverso l’arte e la cultura vorrebbe vedere affermati i valori di una cittadinanza troppo spesso annichilita da altre vicende dalle quali le è derivato un target che a distanza di anni non è stato ancora possibile cancellare. La cerimonia si è svolta nella chiesa del Rosario, storico edificio che dopo decenni di incuria e un controverso restauro, nonostante non sia più adibito a fini di culto, consente di ospitare eventi culturali di particolare importanza. Red carpet pertanto, in stile holliwoodiano e standing
ovation da parte del numerosissimo pubblico, applausi che hanno ripetutamente risuonato fra le antiche volte barocche della chiesa mentre con passo lieve, il premio Oscar, sorpresa di una accoglienza che forse non immaginava, raggiungeva il tronetto per lei allestito davanti l’altar maggiore. O quando con i segni dalle commozione per una manifestazione d’affetto così corale dopo l’inno d’Italia ha preso la parola per dire semplicemente “Grazie, grazie, grazie” Una semplicità – come pure lo scorso anno la sorella Rita – disarmanti e affascinanti che legano ancor più di affetto una intera città con le discendenti di colei che soprattutto con l’amore e la generosità della sua attenzione verso i poveri scrisse una pagina bellissima della presenza nobiliare calabrese fra fine ottocento e inizio novecento
Conferimento della Cittadinanza Onoraria a Francesca Loschiavo da parte del Sindaco di Taurianova Domenico Romeo Foto di Francesco Del Grande
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Tutti in sella per un pomeriggio di festa
Grande successo per “bimbiinbici”
La manifestazione, è stata preceduta da una lezione di educazione stradale
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a bici come elemento di socializzazione e di crescita è quello che anche quest’anno è stato realizzato lo scorso 3 Giugno a Taurianova con “Bimbiinbici”: una bellissima giornata di festa in bici, in cui gli spazi urbani sono ridiventati a misura d’uomo! Per il terzo anno consecutivo le associazioni Taurianova Bikers, Mammalucco, Azione Cattolica M.SS. delle Grazie e S. Giuseppe, sono riuscite a collaborare creando una sinergia capace di dare vita ad uno splendido evento che ha visto la partecipazione di circa quattrocento persone, bambini e adulti di ogni età. Durante il pomeriggio di sole estivo si sono percorse le strade di Taurianova al passo “lento” ma festosamente rumoroso delle biciclette, che ha permesso a tutti i partecipanti di godere del proprio spazio urbano da un punto di vista purtroppo spesso insolito per molti: il sellino della propria bicicletta. L’evento, è stato preceduto da una lezione di educazione stradale svolta dai Vigili Urbani e seguita da una sessione informativa curata dall’ A.N.P.A.N.A. Prociv. con l’illustrazione su come comportarsi in caso di eventi tellurici. Alla fine il giro si è concluso all’interno della villa comunale, con una caccia al tesoro che ha impegnato e divertito i partecipanti più piccoli, premiati con dei gadget offerti dagli sponsor.
Ciclismo, 11° Trofeo Città di Taurianova.”Memorial Marco Pantani”
Il siciliano Carmelo Nicolosi si impone su Formica e Lo Bello
al culmine di una gara resa dura e selettiva dal gran caldo a sinistra: Carmelo Nicolosi , vincitore della gara
Taurianova. In una torrida giornata, Carmelo Nicolosi, atleta dell’A.S.D. “Città di Misterbianco”, si è aggiudicato il Memorial Marco Pantani di Taurianova, denominato “Circuito degli Ulivi” per lo scenario in cui si è svolto. Alla media di oltre 41 km orari per una percorrenza totale di 65 km. Il corridore siciliano ha prevalso sull’altro forte atleta isolano Riccardo Formica del gruppo sportivo Team Max Bici Celertrasporti piazzatosi secondo e sul terzo arrivato Ivan Lo Bello dell’ASD. Velociraptor P. Bettini. Oltre 130 corridori hanno preso il via in questa undicesima edizione, dove ancora una volta, alto è stato il livello di partecipazione, con la ciliegina sulla torta della presenza in qualità di Testimonial del ciclismo femminile della professionista Gessica Francesca Mazzei, fresca protagonista ai campionati Italiani svoltasi in Trentino. La corsa, come sempre, è stata caratterizzata da continui attacchi ad ogni giro, dove man mano che i chilometri trascorrevano, si faceva sentire il tratto in leggera salita di quasi due km che impegnava non poco i corridori, e dove avveniva una selezione naturale, sfociata infine nella fuga vincente di un ristretto gruppetto di atleti che ha avuto la meglio per pochi secondi sul gruppo più consistente rimasto al loro inseguimento. Grande è stata la partecipazione del pubblico e un plauso meritato va agli organizzatori, che seppur con mille difficoltà, sono riusciti ancora una volta a far vivere alla Taurianova sportiva un evento ciclistico di alto livello. Doverosi i ringraziamenti degli organizzatori infine alle forze dell’ordine, in particolare al corpo dei Vigili Urbani di Taurianova del Comandante Nino Bernava, che ha saputo coordinare insieme alle forze di Polizia di Stato, Carabinieri e all’Associazione di volontariato A.N.P.A.N.A. un livello di sicurezza ai corridori al massimo livello. Impegno che non ha evitato purtroppo qualche mugugno dei pochi (per fortuna) cittadini chiamati nell’arco delle due ore a una pausa di sicurezza di qualche minuto: sacrificio più che sopportabile davanti alla bellezza del multicolore serpentone del ciclisti in gruppo tutti protesi con se stessi e contro il tempo nella ricerca del sogno della vittoria e della libertà.
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Foto CO.RE.FMI Calabria Free’s Tanaka Press
Una disciplina motociclistica antica e affascinante
Grande successo per l’All Trial a Maierà Il pilota lotta con se stesso e non contro il cronometro di Raul Scornaienghi
V. Pres. CO.RE.FMI Calabria
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uffo nel trial sabato16 e domenica 17 giugno a Maierà, nel cuore dell’appennino silano, a pochi chilometri da Diamante, in un entroterra selvaggio, affascinante, bellissimo e aperto su panorami mozzafiato, si è disputata una due giorni di trial organizzata dal Moto Club LA MULA TRIAL guidato da Roberto Riente. Sotto la esperta direzione di gara di Onelio Salsano, i piloti giunti da Calabria, Campania e Puglia si sono cimentati, oltre che in una serie di escursioni attraverso i sentieri che si inerpicano nel cuore della montagna anche nelle prove dell’All Trial, misurandosi nelle impegnative “Zone”, le aree fettucciate con porte d’accesso di diverso colore a seconda della difficoltà degli ostacoli e nelle quali è vietato poggiare i piedi a terra senza incorrere in penalità. Lo spettacolare All Trial agli ostacoli naturali ne alterna altri artificiali all’interno dello stadio a beneficio del numeroso pubblico che ha seguito la gara dedicata alla memoria di Antonio Vecchio. Il trial è una disciplina nella quale il concetto di velocità è superato da altri e diversi parametri motociclistici, primo fra tutti l’equilibrio, ma oltre a questo il trial è palestra di costruzione dell’uomo atleta che prima di confrontarsi con gli altri si confronta con se stesso, con le proprie possibilità, con la capacità di prepararsi anche psicologicamente al guizzo necessario per aggredire le asperità – naturali o artificiali – che dovrà superare in un ideale ritorno ai postulati tutti filosofici di tesi antitesi e sintesi. Per questo nelle zone è bello vedere i piloti che seguono le prove
dei loro colleghi avversari, aiutandoli, suggerendo loro la strategia migliore e in caso di perdita di equilibrio anche pronti a sostenerli. Lo spirito della gara non è di essere più veloce o arrivare davanti all’avversario ma semmai quello di un continuo misurarsi con se stesso. Non casualmente la disciplina conserva il nome più antico delle sfide motociclistiche Trial che deriva dall’inglese to Tray: sfidare, e che agli albori accomunava i centauri che provavano a sfidarsi correndo sulla terra o attraverso i prati. Fra le squadre al primo posto gli atleti del Mula Trial, seguiti da quelli del Trial Cava di Salerno e dal Moto Club Kayata di Caserta quarti i centauri del Wolf fra i calabresi in evidenza Salvatore Silvestri, Giuliano Raffo e Alessandro Carellario, fra i campani si sono distinti Andrea Giordano, Antonio Chiacchio e fra i giovani Emiliano Bisogni del Trial cava vice campione italiano juniores 2011.
Il territorio della Calabria con le sue frastagliate asperità si presta splendidamente alla pratica del Trial
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Il fascino perverso della Rete
Viaggio nelle nuove forme di dipendenza Se prima dell’Era Internettiana eravamo soggiogati solo da fumo, alcool e droghe, ora dobbiamo fare i conti soprattutto con il gioco d’azzardo, la stessa Internet, lo shopping, il sesso, il cibo
di Maria Cannatà
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ino a qualche decennio fa erano catalogate dipendenze umane quelle dal fumo, dalle droghe o dall’alcool. Oggi, accanto alle tradizionali, abbiamo le Nuove Dipendenze o New Addictions. Queste vengono definite comportamentali, infatti l’oggetto della dipendenza è il comportamento o un’attività lecita e socialmente accettata, ma sono distruttive tanto quanto quelle tradizionali anche se non è implicato l’intervento di alcuna sostanza chimica. Tra le New Addictions possiamo annoverare la dipendenza dal Gioco d’Azzardo, da Internet, dallo Shopping, dal Lavoro, dal Sesso, dal Cibo e dalle Relazioni Affettive. Per la maggior parte delle persone queste attività rappresentano parte integrante del normale svolgimento della vita quotidiana, ma per alcuni individui possono assumere caratteristiche patologiche, fino a provocare gravissime conseguenze. Negli ultimi anni si è assistito ad un’enorme diffusione di queste dipendenze comportamentali, tanto che la letteratura scientifica non ha potuto fare a meno di rivolgervi il proprio interesse. In questo numero parleremo della dipendenza da internet, meglio conosciuta nella letteratura psichiatrica come un disturbo ossessivo compulsivo. La dipendenza da internet e la dipendenza dal computer sono ormai inscindibilmente legate e a volte si usa il termine di dipendenza online per indicare il fenomeno nel suo complesso. Sono stati infatti riconosciuti diversi tipi specifici di dipendenza online: a) la dipendenza dal “sesso virtuale”, dove gli individui che ne soffrono sono di solito dediti allo scaricamento, all’utilizzo e al commercio di materiale pornografico online o sono coinvolti in chat-room per soli adulti. b) La dipendenza dalle “relazioni virtuali”, dove gli individui che ne sono affetti diventano troppo coinvolti in relazioni online o possono intraprendere un adulterio virtuale e gli amici online diventano rapidamente più importanti per l’individuo, spesso a scapito dei rapporti nella realtà
con la famiglia e gli amici. In molti casi questo conduce all’instabilità coniugale o della famiglia. c) La dipendenza “dai giochi di rete” che comprende una vasta categoria di comportamenti, compreso il gioco d’azzardo patologico, i videogames, lo shopping e il commercio online compulsivo. In particolare, gli individui utilizzeranno i casinò virtuali, i giochi interattivi, i siti delle case d’asta o le scommesse su Internet, soltanto per perdere importi eccessivi di denaro, arrivando perfino ad interrompere altri doveri relativi all’impiego o rapporti significativi. I fattori che contribuiscono all’insorgenza delle suddette patologie sono molteplici. In più del 50% dei casi possono essere indotti da alcuni tipi di disturbi psichici preesistenti. I fattori di rischio includono una storia di dipendenza multipla, condizioni psicopatologiche come depressione, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo bipolare, compulsione sessuale, gioco d’azzardo patologico o fattori situazionali, come sindrome da burnout, contrasto coniugale o abuso infantile. Inoltre abbiamo le condotte a rischio per esempio l’eccessivo consumo, riduzio-
ne delle esperienze di vita e di relazione reali; eventi di vita sfavorevoli come problemi lavorativi, familiari dove internet diventa valvola di sfogo; le potenzialità psicopatologiche proprie della rete come l’anonimato e sentimenti di onnipotenza che possono degenerare in pedofilia, sesso virtuale, creazione di false identità e gioco d’azzardo. Le terapie ritenute più efficaci per curare la Internet dipendenza sono sostanzialmente le stesse impiegate per gli altri tipi di dipendenza: tra esse la terapia cognitivo comportamentale, il tradizionale gruppo di supporto “dei 12 passi” e la terapia coniugale o familiare, a seconda dei casi.
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