Corriere della piana - n.12

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Periodico d’informazione della Piana del Tauro, nuova serie, n° 12, Luglio 2013 - Registrazione Tribunale di Palmi n° 85 del 16.04.1999

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Taurianova:

Omissis... I Commissari iniziano il lavoro Laura Boldrini

Valorizzare il coraggio della collaborazione

Beatrice Zoccali interpreta Cilea La "Varia" di Palmi

La giornata mondiale della gioventù

L'Associazione Giuseppe Reale


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Piazza Italia, 15 89029 Taurianova (RC) tel. e fax 0966 643663


Corriere della Piana del 8 Agosto 2013

sommario

Riceviamo e pubblichiamo

Precari calabresi, senza certezze né futuro

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egli anni 90, a seguito del pacchetto del Ministro TREU, i comuni hanno provveduto alla assunzione dei lavoratori socialmente utili: gli L.S.U. Tra le tante mansioni previste, vi era anche quella di bidello, per far fronte alla carenza di personale degli istituti scolastici sino a quando venne riconosciuto il servizio. Nel 2000 si passo’ alle dipendenze dirette dell’ex Provveditorato agli Studi di Reggio Calabria con la qualifica di “collaboratore scolastico”, fermo restando lo status L.S.U. Nel 2001, avvenne il passaggio alle aziende private con la tanto gettonata esternalizzazione in appalto dei servizi di pulizia, gettando però i lavoratori nell’incertezza e nella totale insicurezza. Da circa tre anni, per risparmiare sulla spesa delle pulizie e dei servizi ausiliari, noi lavoratori siamo finiti in cassa integrazione: un “labirinto” dal quale ad oggi non siamo ancora usciti. Martedì 18 Giugno è stato reso noto, sul giornale “ITALIA OGGI AZIENDA SCUOLA”, il pensiero del Ministro della pubblica istruzione Carrozza con il titolo: “ARRIVANO I PRIMI TAGLI”. Ciò comporterà che noi, lavoratori delle ditte di pulizie, non saremo più confermati. Da ciò noi precari battenti, iniziamo una guerra “tra bisognosi” poiché come dice Francesco Scrima “NON SI PUO’ CONTINUARE A TOGLIERE A CHI HA GIA’ PERSO TANTO”. Ci sentiamo abbandonati e disperati. Vogliamo sapere: “chi ci ha cacciato in questa situazione? E perché?”. Venute meno le prospettive di stabilizzazione, chiediamo allo Stato che tutto il lavoro svolto sino ad oggi ci venga riconosciuto come punteggio, per eventuali future finestre di inserimento tra i dipendenti delle scuole presso le quali prestiamo servizio. Noi stiamo dando vita ad una protesta civile. Sollecitiamo tutti i colleghi a mobilitarsi per il nostro futuro, allo Stato certamente disastroso. Coordinatore Delegato Emilio Spataro.

Corriere della Piana Periodico di politica, attualità e costume della Piana del Tauro Direttore Responsabile: Luigi Mamone Vice Direttore: Filomena Scarpati Lettering: Francesco Di Masi

Hanno collaborato a questo numero: Carmen Ieracitano, Girolamo Agostino, Rocco Militano, Angiolo Pellegrini, Vincenzo Vaticano, Francesco Fedele, Don Domenico Caruso, Giovanni Rigoli, Caterina Sorbara, Francesca Carpinelli, Caterina Patrizia Morano, Eleonora Palmieri Antonio Roselli, Rocco Gatto, Italo Rossi Domenico Fotia, Giosofatto Pangallo, Luigi Maggiore Florio, Mara Cannatà, Raffaella Condello, Gaetano Mamone, Diego Demaio Foto: Diego De Maio, Giovanni Musolino, Girolamo Agostino, Free's Tanaka Press Grafica e impaginazione:

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c r e a tde i vs ie gn Mariachiara Monea cell. 392 1128287 smartcreative@virgilio.it Copertina: Concept by Free's Tanaka Press Visual by Mariachiara Monea Stampa: litotipografia Franco Colarco Resp. Marketing: Luigi Cordova cell. 339 7871785 cordovaluigi@alice.it Editore Circolo MCL “Don Pietro Franco” Via B. Croce, 1 89029 - Taurianova (RC) e-mail: corrieredellapiana@libero.it La collaborazione al giornale è libera e gratuita. Gli articoli, anche se non pubblicati, non saranno restituiti. Chiuso per l’impaginazione il 5-08-2013 Visit us on

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Editoriale Laura Boldrini a Rosarno A3 Salerno-Reggio Calabria Il turismo estivo in Calabria Tuonò tanto che...OMISSIS Rimbocchiamoci le maniche! Il primo dei concerti al tramonto a Villa Pietrosa Ambasciatrice di Cilea nel mondo La "Varia" di Palmi nel percorso UNESCO Il mio esordio con Tonini L'istituzione del Corpo dei Carabinieri Reali

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Nuove frontiere dell'informatica

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Due strade intitolate a Varapodio

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La giornata mondiale della gioventù

Oratorio estivo organizzato dalla parrocchia S. Giuseppe

"Eroi ed Aristocratici nella ceramica Calcidese"

"Genesi di sabia e pesci al sole" La testuggine di Hermann C'era una volta Riccardo Carbone

Il "cascione" dei sogni

La Pro Loco promuove il territorio

L'ass. "Giuseppe Reale" al servizio della Chiesa

I giardini letterari

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Ass. MedmArte a Rosarno

Ricordo sempre vivo della Seminara che fu

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La plasticità cerebrale

L'importanza del Carmelo

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L'olio benedetto da Mons. Milito

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L'Orchestra Barlaam di Seminara sul podio Il saggio-concerto dell'ass. Musica e Armonia La Divina Commedia in Musical Palestrati sogni Stelle dello sport a Polistena La decorata cornice della Piana 10

Errata Corrige Per un involontario errore, a pagina 26 dello scorso numero, è stata pubblicata la foto dell' Accademia della chitarra "Mauro Giuliani". Ci scusiamo con l'Orchestra di Fiati di Laureana e con i lettori.

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Editoriale

Nella foto: Il Principe WiIliam, la Principessa Kate e il piccolo Principe George.

Per l’ultima conquista del play boy di turno sull’attricetta di belle speranze, per gli amori dandy, opulenti e patinati di giovani rampolli tatuati di vecchie famiglie borghesi che mai seppero donare un sorriso ai poveri e che oggi minacciano ad ogni occasione di chiudere tutto e trasferire le aziende all’estero? Per i politici che dopo aver mutuato voti e dispensato promesse, li ritrovi, alteri, alla guida di potenti vetture? Per operatori dell’alta finanza finiti in gattabuia? Per politici attaccati alla poltrona con il super attak? Per araldi prezzolati che in TV tirano la volata al loro padrone di turno? Per le lobby dei franchi tiratori che condizionano la politica e per chi fa politica nascondendosi dietro pesanti paludamenti di Stato? Per chi non ha a cuore il destino dei giovani? Per chi rimpiange dittature? Per chi minaccia separatismi? Per chi evoca odi razziali? Per questo gli inglesi, nella loro realtà di communer che al sabato alzano il calice nel pub sotto casa e per il resto della settimana tirano la carretta, a loro modo, sono fortunati. Hanno una regina, il suo colorato seguito, la sua corte e la speranza di una storia che proseguirà con “the little prince”. Noi che abbiano dovuto rieleggere Napolitano per un secondo mandato per palese inadeguatezza dei suoi possibili sostituti, intorno a chi dovremmo ancora aver la gioia di sentirci italiani se in Italia non vi è più equità ma solo Equitalia? e dove l’unica voce libera, veramente libera e forte, è quella di Papa Francesco il cui messaggio – sintetizzato all’estremo limite – ci ha fatto ricordare il ritornello di una canzone di Massimo Ranieri “Io credo che lassù ci sia un sorriso anche per me la stessa luce che si accende quando nasce un re…”. La luce che illuminò la notte di Betlemme e, con le dovute proporzioni, quella della notte londinese dello scorso 22 luglio. Ma che certo non brilla sugli scenari della politica nostrana.

Royal Baby e dintorni

Almeno gli Inglesi hanno qualcosa in cui sperare di Luigi Mamone

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ondra: gli inglesi sono un popolo fortunato. Non tanto perché non sono entrati fino in fondo nell’Euro, mantenendo ancora l’originale individualità della propria sterlina, ma soprattutto, in questo momento, perché hanno ancora un qualcosa che li accomuna, li unisce, li fa gioire, far festa, e spesso arrabbiare ma, in ogni caso, sempre e comunque li aggrega e li fa sentire popolo. Nel caso di specie la loro casa reale. Non tanto la monarchia come forma di stato in se – perché non vorremo essere fraintesi – apparendo da sempre storicamente la monarchia inglese fortemente limitata e controllata politicamente dal proprio parlamento. L’amalgama è la corona, la “Royal family” come si dice da queste parti è il cemento di una nazione che, come molte altre del vecchio continente, paga gli errori della politica globalizzata ma che – per fortuna – intorno alla monolitica figura di Queen Elizabeth e a quelle solo apparentemente ornamentali dei suoi familiari – riesce a trovare una unità e un orgoglio rafforzato moltissimo negli ultimi anni dalle origini “communer” di “Princess Kate” ovvero di Kate Middleton, dapprima ragazza della buona borghesia communer, poi sposa e principessa nel nome di un mai sopito desiderio di dar vita ad una nuova figura che incarnasse e facesse rivivere nell’immaginario del villaggio globale quel che fu Diana Spencer: moglie tradita di Carlo del Galles, madre di William e – se fosse vissuta – suocera di Kate e nonna del “Royal baby”: il piccolo principe ed erede al trono di Inghilterra, venuto alla luce il 22 luglio scorso (giusto in tempo per essere astrologicamente ancora un

cancerino come nonna Diana) e che dopo 48 ore o giù di lì di pensatoio reale (nove mesi non erano bastati…chissà perché?) è stato chiamato George Alexander Louis (Giorgio Alessandro Luigi) ma che fra qualche decina di anni verrà sintetizzato semplicemente in Giorgio VII°. Feste ed entusiasmo in ogni angolo di questa nazione. Una gioia sentita e condivisa: un orgoglio nazionalistico che si è esaltato intorno ad un fatto positivo. Dapprima, davanti a questa travolgente ondata di entusiasmo (per comprenderci, molto simile alle notti di festa italiane dopo le vittorie al mondiale di calcio del 1982 e del 2006) stentavamo a capire. Dopo vent’anni di berlusconismo (che pur molto ha puntato al culto dell’immagine) e quasi due di Governo Monti, di miseria, di opacità e di senso di un imminente tracollo collettivo, non riuscivamo più a comprenderne la ragione. Per molti aspetti ci siamo riscoperti aridi, come quelle generazioni di cittadini dell’Est europeo vissute nella miseria più nera oltre la cortina di ferro e poi d’improvviso venuti a contatto con l’opulenza occidentale. Perché, ci domandavamo nelle vie di una Londra festante, tanta gioia? Già: perché? E gli altri, i figli dei communer meno ricchi, dei poveri, degli immigrati, dei senza casa che cosa sono? Figli di un Dio minore? In fondo il Royal baby – in quel momento ancora senza nome di battesimo – ci appariva solo come un fortunato, figlio di una fortunatissima madre e poco altro. Con il trascorrere delle ore però, parlando con la gente, ascoltando, vedendo la gioia diffusa cominciammo a capire. Il Royal baby è la continuazione della storia e la rappresentazione della unità di una nazione. Beati voi allora, englishmen, che almeno avete qualcosa in cui credere, in cui gioire in cui ancora unirvi e sentirvi nazione. Noi, poveri italiani del terzo millennio, neanche questo abbiamo più. Per chi dovremmo gioire? Per la nascita di un nipote di Berlusconi, per qualche nuova nipote dell’ormai defenestrato Mubarak?

«La casa

reale elemento aggregante della nazione inglese»


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Il Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini a Rosarno

Non lasciamo sfiorire la primavera delle donne calabresi di Carmen Ieracitano

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Rosarno, da donna e da Presidente della Camera, per stare vicino alle donne sindaco minacciate dalla mafia. È con queste parole che Laura Boldrini lo scorso 12 luglio ha inaugurato la sua visita a Rosarno, su invito del sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi e di quello di Monasterace, ormai dimissionario, Maria Carmela Lanzetta. Aggiunge la Presidente della Camera – “quando mi hanno invitato, non hanno posto l’accento sulle minacce e sugli attentati che hanno subito, ma mi hanno solo chiesto attenzione per il loro territorio”. Ci pensa bene lei a porcelo quell’accento, col suo piglio deciso, infervorata proprio dal ritenere che: “Nelle minacce alle donne sindaco c’è anche una componente sessista. Nel senso che per un certo tipo di mentalità, come quella mafiosa, intimidire una donna è più facile”. Se questo sia vero o meno, o fino a che punto, saranno poi i singoli fatti a decidere, c’è chi si lascia intimidire chi meno, tra le donne come tra gli uomini. Certo è che la storia della vera svolta nell’antimafia calabrese a farla, e a pagarla, specie in questi ultimi tempi, sono state proprio le donne. E l’on. Boldrini ci tiene a che ciò non venga dimenticato “Non lasciamo sole le donne appartenenti a famiglie di 'ndrangheta che si sono pentite – dice in proposito – la Calabria – ha aggiunto – ha visto nascere una primavera femminile che va sostenuta. Vanno valorizzati, dunque, i percorsi di chi ha dimostrato un grande coraggio decidendo di collaborare con la giustizia, pur provenendo da potenti famiglie mafiose”. A proposito della scelta dimissionaria di Maria Carmela Lanzetta dice soltanto di “non volere entrare nel merito della sua scelta, per la quale credo – ha aggiunto – tutti siamo tenuti al massimo rispetto. Quanto è accaduto, però, dimostra come sia complesso amministrare questa terra bellissima e difficile e quanto sia arduo mantenere la schiena dritta qui più che altrove e non essere lasciati soli”. Molto forte risulta il paragone che la Boldrini fa tra le terre calabre infestate dalla ndrangheta e i veri e propri scenari di guerra di altri Paesi, riordando un altro esempio di minacce: “Quanto è accaduto di recente al sindaco di Nicotera, Francesco Pagano, contro la cui abitazione sono state sparate alcune raffiche di kalashnikov, mi ricorda le scene cui ho assistito in passato nelle zone di guerra, in Paesi

Nelle foto: Il Presidente della Camera dei Deputati, On. Laura Boldrini.

cioè che non riconoscono lo Stato di diritto. La presenza della 'ndrangheta, ormai, è una vera e propria lesione ai diritti umani. Non si può chiedere ai cittadini di essere eroi – ha aggiunto Laura Boldrini – in un territorio in cui la presenza invasiva ed asfissiante della criminalità organizzata è un’autentica lesione dei diritti umani. Chi vive qui è un cittadino a libertà limitata. I problemi già gravi della Calabria - ha detto ancora il Presidente della Camera sono resi più complessi dalla presenza della 'ndrangheta. So che nella regione, ed in particolare a Rosarno, molto è stato fatto dalla magistratura e dalle forze dell’ordine, ma sono consapevole che le azioni repressive da sole non basteranno mai senza una svolta culturale”. Una nota la dedica ai giornalisti “Mi ha sempre colpito che in Calabria i quotidiani nazionali non hanno redazioni. Chi è esposto, invece, sono i cronisti locali, che mettono a repentaglio la loro vita per accendere i riflettori sulla Regione. In questo senso è significativo il fatto – ha aggiunto – che su quanto è accaduto al sindaco di Nicotera non ho trovato mezza riga sui giornali nazionali”. E infi-

ne cambia argomento e pone l’attenzione sull’altro grande problema che affligge questo lembo di territorio: l’immigrazione e le condizioni in cui vivono gli immigrati, citando Papa Francesco e invitando a prendere esempio dalle sue parole a Lampedusa. Della responsabilità politica in merito dice: “La politica dovrebbe anche uscire dalle contrapposizioni ideologiche, dal populismo e dall’utilizzo strumentale della materie migratorie, che devono essere governate con lucidità. Non si può non riconoscere che anche sul tema dell'emergenza immigrazione la politica ha avuto e continua ad avere responsabilità. Non è accettabile l'improvvisazione, nè lasciare che i migranti vivano in condizioni disumane. Così come non è accettabile che i sindaci ed i cittadini della Piana di Gioia Tauro siano lasciati soli quando si occupano di immigrazione. Lo stesso atteggiamento di indifferenza che c'è stato nei confronti dei migranti è stato riservato ai giovani calabresi vittime della crisi economica e che sono facile preda della 'ndrangheta”.

«Valorizzare i percorsi di chi, mostrando coraggio, ha deciso di collaborare con la giustizia»


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Nella foto: Il viadotto "Favazzina".

A3 Salerno-Reggio

grande via di comunicazione e supporto all’economia meridionale di Girolamo Agostino

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egli anni passati, percorrendo l’autostrada che da Salerno porta a Reggio Calabria, spesso tornava alla mente l’opera di Carlo Levi “Cristo si è fermato a Eboli”, e non perché tutti conoscevano a fondo i contenuti del capolavoro del grande autore, ma perché si era consapevoli di immergersi in un tortuoso percorso viario ad alto rischio. La natura stessa che circondava quei luoghi esprimeva tristezza, desolazione e a volte paura. Pareva si entrasse in una terra abbandonata da Dio e trascurata dall’uomo, ma a volte il tempo ed il lavoro umano riescono a cambiare l’aspetto della natura. Infatti, la dove nel passato scorreva un’arteria autostradale somigliante per certi aspetti al sentiero sconnesso di una mulattiera o meglio a un interminabile letto di fiume, oggi scorre una moderna opera di alta ingegneria viaria capace di garantire il massimo della sicurezza nella sua percorribilità. Frutto della legge n. 443 del 2001 (conosciuta come legge obiettivo), l’opera in via di completamento, progettata secondo le più avanzate tecnologie, costituisce una moderna infrastruttura nel settore delle vie di comunicazioni. Nella sua realizzazione vanno ricordati gli importanti sistemi costruttivi adottati tra i quali: 1) la staticità strutturale per cui tutti i viadotti ed i ponti sono dotati di modernissimi dispositivi antisismici capaci di resistere ad elevate scosse di terremoto; 2) le barriere di protezione laterali dotate di

speciali distanziatori che fungono da attenuatori d’urto; 3) l’illuminazione delle gallerie che permette una elevata visibilità all’utente e la ventilazione forzata consente la totale eliminazione dal tunnel dei gas di scarico degli autoveicoli; 4) la sistemazione a verde e la naturalizzazione degli scavi, delle scarpate e dei siti di deposito, consentono di ridurre al minimo l’impatto ambientale; 5) la corsia di emergenza continua consente di gestire con celerità qualsiasi urgenza in ogni circostanza. Di recente, ed esattamente il 26 luglio 2013, è stato aperto al traffico un importante tratto autostradale del V° macrolotto (DG 24) tra Gioia Tauro e Scilla. In fase di realizzazione l’opera ha riscontrato non poche difficoltà per la complicata conformazione geografica del tracciato e in particolare per quanto riguardava gli scavi in galleria. Il tutto è stato superato grazie al grande impegno dell’Ente appaltante e delle imprese esecutrici dei lavori, ma soprattutto grazie ai prestatori d’opera che hanno lavorato costantemente con grande sacrificio e con grande coraggio superando ogni ostacolo ed avversità imprevista. Parlando di ostacoli e di avversità è doveroso dire grazie alle Istituzioni che hanno operato per il superamento di grandi difficoltà socioambientali vigilando con attenzione per garantire la sicurezza contro attentati e soprusi criminali. D’altra parte è da annoverare la correttezza dell’Ente appaltante e delle imprese che hanno lavorato correttamente nel rispetto della legalità. Nella situazione di crisi Nella foto: un tratto del rinnovato percorso dell'A3, all'altezza di Barritteri.


trasporti, la competizione del commercio, l’agricoltura ed il turismo. Tenendo presente che il meridione è stato da sempre oggetto di insensibilità politica. Chi oggi ne è rappresentante, in sede parlamentare, ha l’obbligo morale e civile di farsi carico dei nostri problemi, le cui soluzione vanno ricercate esclusivamente nella inerzia della burocrazia e nella irresponsabilità politica. Non dimentichiamo che per molto tempo i contributi europei sono rimasti inutilizzati, quindi, è fatto obbligo a chi di dovere evitare di lasciare altre risorse nei cassetti impegnandosi a sostenere invece un’adeguata politica degli investimenti. Dobbiamo ricordare che le spese per le infrastrutture non sono spese passive ma fanno parte integrante del prodotto interno lordo. Da parte sua, anche il ministro Lupi L'ardita proiezione strurrurale del viadotto "Favazzina". ha affermato che dal deficit vanno esclusi gli investimenti in infrastrutture. economica generale, grande importanza ha avuto la realizzazione Oggi se vogliamo una crescita culturale e una civile convivendell’opera dal punto di vista economico in un’ area altamente de- za della società è importante creare produttività, competitività, pressa quale il meridione d’Italia ed in particolare la Calabria. occupazione e principalmente un adeguato tenore di vita, in modo Infatti, il grande numero di lavoratori assorbiti ha dato ossigeno che, le famiglie possano garantire ai giovani la possibilità di afalla sopravvivenza di numerose famiglie esasperate. Non è da sot- frontare serenamente gli studi e successivamente rendere operatitovalutare l’utilità dell’opera per quanto riguarda lo sviluppo dei ve tutte le loro capacità formative ed intellettuali.

Il turismo estivo di Mara Cannatà

in Calabria per l’estate 2013

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turisti che hanno prenotato, per alloggiare nel periodo estivo in una struttura ricettiva calabrese, sono in massima parte famiglie con bambini, si fermano per circa 2 giorni e nella stragrande maggioranza dei casi sono italiani. A rilevarlo il Sistema Informativo Turistico Regionale, che, ha realizzato un’indagine previsionale sulle vacanze in Calabria attraverso l’analisi delle opinioni espresse da circa 400 operatori turistici. Tra gli stranieri, a scegliere la Calabria come destinazione turistica, sono principalmente tedeschi, inglesi, austriaci e russi. Resta però alta la preoccupazione tra gli operatori calabresi per la crisi economica, la quale impedirebbe un incremento dei flussi turistici, mantenendo stabile il borsino delle prenotazioni. Tra le prenotazioni, prevale la stabilità rispetto al 2012. La maggioranza degli operatori intervistati (56,9%) dichiara che le prenotazioni sono rimaste stabili o diminuite di poco rispetto all'anno precedente. Sono veramente pochi coloro che dichiarano un aumento delle prenotazioni (1,5%), mentre il 41,6% dichiara una flessione. Considerando le due grandi aree turistiche, Ionio e Tirreno, si osserva che per il 63% degli operatori intervistati dell’area ionica le prenotazioni sono in linea con quelle registrate nel 2012, mentre, sul Tirreno, è leggermente più significativa la

Nella foto: Lo scoglio dell'ulivo alla Tonnara di Palmi.

percentuale di coloro che hanno fatto registrare un incremento (3,1%). Per quanto riguarda l’area di provenienza dei turisti sono ai primi posti la Campania e la Germania. Quest’anno c’è stato l’esordio dei russi, anche se la clientela di riferimento del periodo è costituita principalmente da turisti italiani. Gli operatori turistici attribuiscono la diminuzione della durata del

soggiorno alla crisi economica ancora in atto, e chi ha avuto un aumento delle prenotazioni, ha dichiarato di aver attuato e promosso politiche dei prezzi. Nell’attesa di tempi migliori, auguriamo alla nostra Calabria una ripresa economica anche in questo ambito turistico e che molte popolazioni possano godere delle immense risorse e bellezze naturali incontaminate.


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Tuonò tanto che ...OMISSIS... Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la relazione che ha portato allo scioglimento del Comune di Taurianova di Luigi Mamone

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l 29 Luglio sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale n° 176, finalmente, è stata pubblicata la tanto attesa relazione Prot. Nr 1041/2013/ Segr.Sic. dell’11 Aprile 2013 inoltrata al Ministro per gli Interni e con la quale – leggiamo e anastaticamente riportiamo – che il Prefetto della Provincia reggina – alla luce dell’attività di indagine e di analisi effettuate dalla Commissione d’Accesso riteneva che: “Le considerazioni sopra riportate inducono a ritenere gravemente compromessa la capacità amministrativa e gestionale della... OMISSIS… Condizionata dalla presenza della criminalità organizzata, sia per la presenza di soggetti all’interno della stessa Amministrazione comunque collegati ad ambienti criminali, sia per le ordinarie attività gestionali dell’Ente”. “Tali conclusioni – viene evidenziato nella parte finale del testo – sono state tratte al termine di una riunione di Comitato Provinciale Ordine Pubblico e Sicurezza… …Alla presenza del Procuratore della Repubblica f.f. in occasione del quale è stato acquisito il concorde ed unanime parere dei partecipanti in ordine alla ricorrenza dei requisiti di cui all’art. 143 del D Lgs n°267/ 2000 come modificato dall’art. 2 comma 30 della legge 15. 7. 2009 n° 94”. La relazione a firma del Prefetto viene pubblicata con centinaia di “omissis” (parti secretate per rispetto della privacy del nominato o, potrebbe anche essere, per concomitante attività di indagine investigativa) e segna la pietra tombale sulla vicenda amministrativa taurianovese. Il quadro che parrebbe emergere dalla lettura della relazione, spezzata da un numero veramente impensabile di stacchi secretanti parte dal primo scioglimento, (quello del 1991) salta a piè pari – quattordici anni di storia amministrativa taurianovese (nella quale forse la mafia a Tau-

rianova non c’era o le locali famiglie non erano interessate alle vicende del comune, omette di far riferimento alle risultanze della precedente commissione d’accesso (quella che precedette lo scioglimento del 2009) e a quel decreto di scioglimento, e passa a evidenziare le criticità della rappresentanza elettiva emersa dallo scrutinio dei voti dell’elezione del 2011. Fra un omissis e l’altro vengono elencate le note personologiche degli eletti e viene sottolineato che ,fin dall’epoca della campagna elettorale, le opposizioni avessero denunciato che: “L’attuale (?) Giunta comunale è stata sciolta per infiltrazioni mafiose nel 2009” A prescindere che in sede di campagna elettorale nel 2011 il riferimento “attuale” non poteva essere rivolto all’ultima giunta (quella del 2011) ma semmai alla prima (quella del 2007) i redattori della nota vanno oltre e scrivono: “la criminalità organizzata locale… si è schierata proprio con i due schieramenti che andranno al ballottaggio il 28, 29 maggio p.v. Infatti i clan… OMISSIS. Risulterebbero appoggiare la candidatura del… OMISSIS… (con il 27,62% al primo turno) Mentre il Clan…OMISSIS… appoggerebbe la candidatura del …OMISSIS … (con il 23,43% al primo turno)...”. Fa riflettere l’inciso “p.v.”, che significa “prossimo venturo”, e che sembrerebbe indicare che tale notazione sia stata scritta ancor prima del ballottaggio del 28 e 29 maggio 2011 e che non rappresenti un dato nuovo emerso nel corso dell’accesso. Oltre a ciò la relazione passa ai raggi X, fra un OMISSIS e l’altro, tutti i profili personologici di molti fra gli eletti, degli assessori e dei componenti lo staff: una litania di precedenti penali o forse anche solo di polizia (la differenza è sostanziale: nel primo caso vi è stata una condanna, nel secondo solo una denuncia non seguita poi da procedimento giudiziario). Il quadro, dalla lettura, emerge a tinte fosche. Orbene, se tanto è, sorge spontanea la domanda, perché non vi fu un intervento immediato? Perché non furono vagliate dalla Prefettura tutte le candidature anche per monitorare – dopo il commissariamento del 2009 nel quale erano presenti moltissimi fra gli attuali nominati il cui quadro personologico era – crediamo – per lo più

simile all’attuale – il reale cambiamento della composizione delle liste? Perchè non venne bloccata quella consultazione così pesantemente condizionata dalle 'ndrine? Perché far andare un iter di scioglimento per la terza volta all’estremo limite? Per molti strati della società taurianovese, questo commissariamento risulta inspiegabile. Ogni verità ha due facce. Per esperienza professionale abbiamo imparato che non esiste mai una sola verità. Ognuno ha la sua verità ed ognuno è portatore della propria verità. Fino a prova contraria. Il dramma è che fra queste verità contrapposte, in una realtà anodina come quella taurianovese passano gli anni e nulla cambia. Non a caso nella prima pagina della relazione prefettizia si legge: “pressocchè inesistenti sono gli insediamenti di tipo industriale, le imprese ed i consorzi in genere, atteso che la maggior parte dell’attività economica si basa su piccole ditte gestite a conduzione familiare”. Nel lontano 1987, in una intervista, i consiglieri provinciali del tempo (Ada Macrì e Carmelo Calabrò NdA) indicavano come prioritario per Taurianova la realizzazione dei PIP (Piani di Insediamento Produttivo) che a quasi trent’anni di distanza ancora non sono stati attuati. Qui, a queste latitudini, con questa lentezza, in questa marqueziana abulia e nella incapacità di decollare per volare alto, ricetta la metastasi della società taurianovese. La cura – ormai al terzo ciclo – è finora stata un palliativo e tale resterà finche il sistema elettorale non sarà cambiato (anche per le amministrative) e fin quando lo Stato non capirà che per paesi come Taurianova occorrono interventi speciali – non solo di carattere repressivo – ma soprattutto di carattere organizzativo gestionale e di supporto finanziario alle amministrazioni per il concreto rilancio dell’economia del paese e del territoiro e per la creazione di posti di lavoro – si rivelerà inefficace. Altrimenti, fra 18 mesi torneremo a votare, con i soliti nomi, le solite facce, le solite beghe di paese e le solite accuse e poi – dopo un anno o giù di lì – scriveremo del IV commissariamento – sempre per pericolo di infiltrazione mafiosa. E intanto la vita va, in questo scialo di triti fatti…


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Dopo i primi incontri con stampa e associazioni

Rimbocchiamoci le maniche!

I Commissari iniziano il lavoro, chiedono la collaborazione dei cittadini per la rinascita civile, sociale e culturale della città, visitano l’Ospedale per capire le ragioni della possibile chiusura della dialisi e chiedono un incontro a Rosanna Squillacioti per il rilancio dell’intera struttura

di Luigi Mamone

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a commissione straordinaria, inviata a reggere le sorti del Comune di Taurianova dopo il terzo scioglimento per pericolo di condizionamento da parte delle “'ndrine” sull’operato della Giunta e del Consiglio Comunale, è entrata subito in attività con una serie di incontri di presentazione e di conoscenza. La serie di appuntamenti è iniziata con la stampa e le televisioni nel corso di un lungo incontro che è stato utile, al di là della reciproca occasione di conoscenza, per focalizzarsi sulle problematiche della città atteso che la stampa è testimone di cronaca e dunque capace di storicizzare il divenire delle vicende cittadine. Nel corso dell’ incontro i Commissari hanno fatto il punto sui primi giorni di lavoro, evidenziando che la situazione appaia migliore di quanto fosse legittimo attendersi, che il paese è sostanzialmente tranquillo e ordinato nonostante la presenza di sacche di ricorrente microcriminalità e che anche il primo contatto con la realtà del Municipio sia stato positivo e che non siano state al momento riscontrate quelle criticità che sarebbe stato anche legittimo temere. Per converso sono state evidenziate le note che in campo economico tipicizzano Taurianova, quali la produzione dei torroni e le risorse agrumicole ma soprattutto, è stata evidenziata alla terna commissariale, l’antica centralità amministrativa della città un tempo capitale del terziario della Piana del Tauro e oggi paese dormitorio oltre che la grave preoccupazione per le sorti del reparto dialisi che logiche di campanile vorrebbero portare alla chiusura e – al contempo – l’infelice stato di abbandono e di sottoutilizzazione della struttura dell’ex Ospedale Generale di Zona “Principessa di Piemonte” un tempo fulcro della sanità reggina e oggi in stato di non utilizzo. I commissari hanno subito comunicato che avrebbero voluto analizzare meglio e più da vicino la situazione e, detto fatto, giacchè il ferro si batte subito fin quando è caldo, tre giorni dopo hanno effettuato una attenta visita al reparto dialisi nei locali dell’ex medicina e del resto della struttura Ospedaliera, nella quale, nelle stanze pensate e realizzate per la degenza dei malati, con nelle pareti ancora i numeri di letti e

i moderni impianti per l’erogazione ossigeno, oggi sono stanziati gli amministrativi che lavorano sulle carte degli uffici farmaceutici (e che ben avrebbero potuto essere allocati in altre stanze delle struttura per far si che quelle che oggi occupano potessero ancora accogliere malati che per mancanza di posto talvolta vengono dirottati perfino in Basilicata). Davanti all’assoluta eccellenza della qualità offerta dalla divisione dialisi e dal servizio di endoscopia che – da solo e senza costi per l’ASP – ha erogato in un anno oltre 1200 prestazioni, i commissari hanno de- Nella foto: ciso di chiedere un i Commissari Straordinari Dott. Aldo Lombardo e Dott. Antonino Gaglio incontro con il ver- nel corso della visita nell'ex Ospedale di Taurianova tice dell’ASP 5 Ro- (foto di Free's Tanaka Press). sanna Squillacioti – per chiedere spiegazioni e soprattutto per avere assicurazioni sul rilancio della intera struttura che – da subito – è apparso loro evidente – rappresenti una risorsa per la città e un segno forte della presenza dello Stato di diritto al fianco dei cittadini di Taurianova, apparendo a dir poco singolare e poco comprensibile che un centro con oltre 16.000 abitanti sia stato privato perfino del pronto soccorso: ciò nonostante, la disponibilità di una struttura che necessita solo di pochissimi interventi per tornare al top della sua funzionalità. Oltre a ciò i Commissari hanno inteso – in una separata riunione – ascoltare i rappresentati delle numerose associazioni taurianovesi che hanno esposto loro criticità, difficoltà e soprattutto progettualità per il rilancio dell’economia e dell’immagine di Taurianova. L’incontro ha consentito di far comprendere ai cittadini che la terna commissariale ha la ferma convinzione di dover lavorare, al fianco e con la collaborazione dei cittadini per cominciare a costruire la Taurianova del futuro. Intanto, su precisa domanda del “Corriere della Piana”, nel corso di un dibattito pubblico a Cittanova di spiegare la logica della paventata soppressione della Dialisi, il Governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, ha pubblicamente preso l’impegno a non chiudere la divisione taurianovese e di potenziarla.

«Scopelliti promette:

la dialisi di Taurianova verrà potenziata»


Melodie al tramonto sullo sfondo dello Stretto visto da Villa Pietrosa.

di Rocco Militano

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roprio mentre la palla di fuoco, all’orizzonte lontano, sembrava tuffarsi nel mare, il primo violino Francesco Pisanelli intonò l’aria: “Io son l’umile ancella”, in omaggio a Cilea che, in quelle stanze, scrisse e riscrisse l’Adriana anche dopo il successo iniziale. Gli animi di tutti vibrarono d’incanto e le emozioni divennero palpabili: il suono sottile e struggente fece percepire Cilea e Repaci veramente presenti alla villa Pietrosa di Palmi dove la natura era

Il primo dei concerti al tramonto nella Villa Pietrosa di Leonida Repaci

La natura diventa melodia con le note di Cilea interpretate dal quartetto di archi divenuta melodia. E’ stata questa la parte più intensa di un evento che i tanti spettatori presenti certo non dimenticheranno. Ideata dall’Associazione Amici Casa Repaci assieme al club UNESCO ed all’Associazione Ermelinda Oliva con il patrocinio del Comune di Palmi, è iniziata così la collana de “I concerti del Tramonto”, per godere in contemporanea delle intense emozioni che possono dare solo le musiche eterne e la bellezza di immensi panorami naturali dai mille colori. I musicisti Giovanni De Rossi violino, Adriana Marinucci viola ed Umberto Aleandri violoncello, ringraziando entusiasti per gli applausi prolungati, con Francesco Pisanelli portavoce hanno riconosciuto di aver percepito anche loro, nonostante l’esperienza di tante esibizioni nelle sale europee, sensazioni fortissime che li hanno portati a straordinarie espressioni musicali interpretando Mozart, Beethoven e Bach, oltre che Cilea. Intendiamo ritornare – hanno dichiarato all’unisono – per quello che è questo luogo! Il pubblico ha applaudito a lungo, partecipando intensamente a tutti i momenti musicali e letterari, fin dall’inizio ispirati dai brani di Repaci, recitati fuori campo da Piero d’Oro, e messi a confronto con le immagini della Calabria dalla mostra fotografica-geografica dell’anima allestita nelle sale della villa. Il coinvolgimento è poi divenuto ancora più intenso con i colori della luce provenienti dai dipinti di Elia Nasso, Lucia Saffioti ed Antonio Valerioti, artisticamente esposti di fronte agli ulivi, fra raffinati tocchi di originalità, per unire la pittura alla musica e alla letteratura, e le tre sorelle assieme all’incanto del paesaggio del mare dei miti al tramonto! La Pietrosa ancora una volta è tornata a raccontare – ha detto Rocco Militano di Amicicasarepaci – e stavolta sono state straordinarie melodie.


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Maria Beatrice Zoccali in concerto a Varazze nell’anniversario della nascita di Cilea

Ambasciatrice di Cilea nel mondo di Luigi Mamone

Un successo di pubblico e di critica che premia la ricerca sui testi di Cilea che si è tradotta in un CD. In giro per il mondo a suonare le musiche di Cilea, attende un grande evento a Palmi

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l 23 luglio scorso su invito del Sindaco, Giovanni Delfino, Maria Beatrice Zoccali, la prestigiosa pianista palmese studiosa e grande interprete di Cilea, ha tenuto a Varazze un concerto nella villa che appartenne al musicista, in occasione dell’anniversario della nascita del grande artista nato a Palmi proprio il 23 luglio del 1866. La grande pianista Palmese, ormai impegnata in tournee internazionali su palcoscenici importantissimi, si era esibita a Varazze, sempre a Villa Cilea, in occasione della sua riapertura dopo quasi due anni di restauro grazie alla quasi concomitante pubblicazioni di un prezioso e ricercatissimo CD sulle musiche pianistiche di F. Cilea: pezzi che non aveva mai suonato nessuno e che non si trovano in commercio. A quel concerto ne seguì, sempre su invito del Sindaco di Varazze, un secondo concerto, il 7 luglio, sempre nella villa e sempre sul pianoforte di Cilea, uno Schulze & Pollmann dei primi del novecento con un suono incantevole, utlizzato anche in questa più recente occasione. È stato bellissimo, – ci dice Beatrice Zoccali: “un’emozione grandissima! Pensare che Cilea componeva e suonava quegli stessi pezzi su quello stesso strumento!!!” Dall’ottobre 2011, cioè da quando, su invito del musicologo milanese Daniele Rubboli, appassionato cultore della musica di Cilea, la Zoccali ha inciso il CD coi 17 pezzi per pianoforte del grande musicista, è stato tutto un susseguirsi di concerti: Lecce, Bari, Roma, Reggio Calabria, Polistena, Palmi, Laureana di Borrello, Siracusa, Giarre-Riposto (CT), e finanche in Cina, a Pechino. Ovunque questi pezzi sono stati molto apprezzati, nonostante siano stati ascoltati per la prima volta. “Abbiamo un progetto ambizioso, – ha dichiarato il Sindaco di Varazze – rendere fruibile alla cittadinanza e ai turisti di Varazze la villa di Francesco Cilea. Non è pensabile che la bellissima dimora, che appartenne all’illustre operista, che qui abitò nel corso del primo cinquantennio del Novecento con la moglie nativa dell’amena località del Savonese, rimanga sempre chiusa o aperta solo sporadicamente” La pianista calabrese, ha riproposto in memoria del

Nelle foto: la pianista Maria Beatrice Zoccali nel corso del suo concerto a Varazze nella dimora di Francesco Cilea.

suo conterraneo, un programma monografico opportunamente rimpolpato per l’occasione. Un Cilea inedito: non l’operista, ma il compositore di musica da camera che la Zoccali ha riscoperto con un lavoro filologico condotto su manoscritti (il fondo maggiore giace a Roma presso l’archivio della SIAE) che le hanno fruttato l’incisione di un CD e l’apprezzamento nel personale circuito concertistico italiano. Si tratta per lo più di fogli d’album pianistici, romanze, ballabili, che coprono un ampio arco storico che va dagli anni Settanta dell’Ottocento agli anni Trenta del sec. XX: pagine interessanti perchè confermano lo stile, la poetica musicale del Maestro. I pezzi eseguiti da Beatrice Zoccali sono stati: Scherzo; Loin dans la mer op.28 n.1; Feuille d’album op.28 n.2; 2° Danza op.26; Foglio d’album op.41; Scherzino; Flatterie; C’est toi que j’aime; La petite couquette; Suite vecchio stile op.42 (Allegro, Sarabanda e Capriccio); Notturno op.22; Serenata a Dispetto; Tre pezzi op.43 (Verrà, Acque correnti Valle fiorita); Risonanze Nostalgiche. Applauditissimo il concerto con la Zoccali che ha regalato al pubblico ben tre bis, un successo per la pianista che si è detta commossa e onorata per aver potuto anche stavolta utilizzare lo strumento originale di Cilea, nel bel salone con fregi e tromp d’oelis di stile impero che si affaccia sull’orizzonte marino.

«...una grandissima emozione suonare lo stesso strumento che usava il Maestro Cilea»


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La “Varia” di Palmi nel percorso UNESCO

Il valore del riconoscimento come patrimonio dell’umanità di Rocco Militano

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l primo atto del percorso fu il Protocollo d’intesa tra le città di Palmi, Gubbio, Nola, Sassari e Viterbo, firmato a Nola il 30 giugno 2006, – per la città di Palmi dal Sindaco Parisi – per dare dimensione nazionale ed internazionale agli obiettivi didattico-culturali e turistico-promozionali del progetto di interscambio, originariamente tra Istituti scolastici, elaborato da Patrizia Nardi, e denominato “La Varia e le Macchine a Spalla Italiane”. Poi, nel 2007, entrò in vigore anche in Italia la Convenzione internazionale sulla Protezione del Patrimonio Culturale Immateriale, approvata dai 193 Stati presenti alla XXXII Conferenza generale dell’UNESCO. L’Agenzia dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione la Scienza e la Cultura, creata nel 1945 per superare gli orrori e le divisioni della seconda guerra mondiale, istituì così la lista Rappresentativa del Patrimonio

Culturale Immateriale dell’Umanità, nella convinzione che la pace sarebbe stata maggiormente mantenuta e difesa attraverso l’apprezzamento e l’impegno degli Stati membri di salvaguardare, così come per i patrimoni materiali, anche il patrimonio intangibile ancora vivo, costituito da tradizioni, usi sociali, riti festivi, saperi ed altri valori e significati storico-culturali, che le comunità locali riconoscono come parte del loro patrimonio culturale ed espressione vitale di carattere immateriale, degno di essere valorizzato e tramandato alle nuove generazioni come bene dell’Umanità. Fu pronta, a quel punto, l’intuizione della stessa Patrizia Nardi di adeguare il progetto di interscambio culturale alle esigenze scientifiche stabilite per la presentazione delle candidature al riconoscimento UNESCO, peraltro immediatamente sostenuta dai Sindaci di Nola, Sassari e Viterbo, (mentre Gubbio sceglieva percorsi autonomi) i quali anzi, avvalorarono la rete come innovativo e qualificante strumento di candidatura. E furono nell’occasione Nelle foto: due spettacolari immagini della "Varia" di Palmi. solo le pubbliche e caparbie iniziative, assieme alla firma della candidatura, del Comitato cittadino Varia Pro UNESCO, dell’Associazione culturale Per Palmi, dell’Associazione Mbuttaturi della Varia e del Sodalizio della Varia, che fecero sì che, la Festa della Varia di Palmi rimanesse all’interno della Rete e percorresse per intero, con il sostegno esterno anche dell’UNPLI regionale e nazionale, la prospettiva UNESCO. Oggi i patrimoni italiani riconosciuti sono soltanto Il Canto a Tenore sardo, L’Opera dei Pupi siciliani, La Dieta Mediterranea (come rete internazionale Italia, Spagna, Grecia e Marocco) ed Il sapere liutaio dal dicembre 2012. Per il 2013 l’unica candidatura dello Stato italiano è: La Rete delle feste delle grandi macchine a spalla italiane: i Gigli di Nola, la Varia di Palmi, i Candelieri di Sassari e la Macchina di Santa Rosa di Viterbo. Si può per questo fondatamente prevedere che Palmi, con la sua Festa della Varia, a dicembre potrà, con orgoglio, fregiarsi del formidabile emblema UNESCO sul proprio simbolo culturale e religioso, e su di esso tentare di realizzare una storica svolta di sviluppo attraverso semplici politiche di marketing territoriale! Il brand UNESCO infatti è di valore mondiale perché collegato all’ONU ed è riferito a livelli di eccellenza: inoltre è trasferibile, come un formidabile elemento in più, all’intero sistema dell’offerta turistica del territorio. Non è un caso che nel 1997 si sia costituita l’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO di cui fanno parte Comuni, Province, Regioni ed Enti Parco, e che il Salone mondiale del turismo dei Siti UNESCO di Perugia (WTE) sia giunto alla quarta edizione con presenze crescenti di T.O. internazionali che gestiscono flussi turistici specifici, attratti dalla Rete dei siti UNESCO! Questo per la città di Palmi, ma anche per la Piana, può voler dire che il brand, se percepito nella sua interezza dalla classe politica, dal sistema imprenditoriale e dalla popolazione intera, può innescare finalmente quello sviluppo turistico – e quindi economico, sociale ed occupazionale – da sempre auspicato e sognato, ma mai completamente raggiunto! Attorno allo slogan “Palmi Città turistica e della Varia” per la prima volta potranno essere concretamente delineate strategie di valorizzazione degli elementi culturali, ambientali, storici e naturalistici di cui la Città è ricca, sui quali, organizzati a sistema assieme a moderne politiche d’accoglienza, è concretamente possibile costruire sviluppo reale ed immediato! A tutto ciò si aggiunge che, di fronte alla Comunità internazionale rappresentata dall’ONU, gli Stati aderenti hanno assunto obblighi di salvaguardia e valorizzazione dei patrimoni riconosciuti: vuol dire, in concreto, garanzia di finanziamenti pubblici per la celebrazione periodica della Festa!


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di Angiolo Pellegrini Generale dell'Arma dei Carabinieri

L’istituzione del Corpo dei Carabinieri Reali

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a storia dell’Arma dei Carabinieri (ora alle porte del raggiungimento del secondo secolo) ha inizio il 30 Maggio 1814 quando Vittorio Emanuele I, re di Sardegna, nel far ritorno a Torino, dopo la sconfitta di Napoleone, resosi conto di quanto fosse precaria la sicurezza delle strade e degli abitanti, impartì precise disposizioni perché fosse costituito un Corpo militare scelto, in grado di riportare nei suoi Stati (Ducati di Savoia, Aosta, Monferrato, Nizza, Oneglia, le valli Sesia e d’Ossola, la Lomellina, Alessandria, Torino, Voghera e Vigevano) il ritorno alla legge ed assicurare l’ordine. Venne così istituito, con Regie Patenti del 13 Luglio 1814, il Corpo dei Carabinieri Reali. “Per ricondurre, ed assicurare viemaggiormente il buon ordine e la pubblica tranquillità, che le passate disgustose vicende hanno non poco turbata a danno de' buoni, e fedeli sudditi Nostri, abbiamo riconosciuto essere necessario di porre in esecuzione tutti quei mezzi, che possono essere confacenti per iscoprire, sottoporre al rigor della Legge i malviventi, e male intenzionati, e prevenire le perniciose conseguenze, che da

Nelle foto: il frontespizio del Regolamento dell'Arma, Vittorio Emanuele II, Re d'Italia, e un Carabiniere in uniforme risorgimentale.

soggetti di simil sorta, infesti sempre alla Società, derivare ne possono a danno de' privati, e dello Stato. Abbiamo già a questo fine date le Nostre disposizioni per istabilire una direzione generale di Buon Governo, specialmente incaricata di vegliare alla conservazione della pubblica e privata sicurezza, e andare all’incontro di que' disordini, che potrebbero intorbidarla. E per avere con una forza ben distribuita i mezzi più pronti, ed adattati, onde pervenire allo scopo, che ce ne siamo prefissi, abbiamo pure ordinata formazione, che si sta compiendo, di un Corpo di Militari per buona condotta e saviezza

distinti, col nome di Corpo dei Carabinieri Reali, e colle speciali prerogative, attribuzioni, ed incombenze analoghe al fine che ci siamo proposti per sempre più contribuire alla maggiore felicità dello Stato, che non può andare disgiunta dalla protezione, e difesa de' buoni, e fedeli Sudditi nostri, e dalla punizione de' rei”. Per quanto concerne in modo specifico i Carabinieri Reali, veniva disposto, tra l’altro che: le loro deposizioni avevano la stessa forza delle deposizioni dei testimoni; non potranno essere distolti dalle Autorità Civili o Militari dall’esercizio delle loro funzioni, salvo in circostanze di urgente necessità; il Corpo dei Carabinieri Reali andrà considerato nell’Armata il primo fra gli altri, dopo le Guardie del Corpo del Sovrano. Godrà perciò di tutte le prerogative, che in tale qualità gli spettano, ed all’occasione sarà preferito per l’accompagnamento delle Persone Reali. Alle patenti istitutive del Corpo fece seguito un Regolamento per l’Istituzione del Corpo dei Carabinieri e altre disposizioni circa il reclutamento, le paghe, l’armamento, l’alloggiamento, i comandi da costituire (delle12 “divisioni”, corrispondenti agli – attuali comandi provinciali – nelle principali città; ne furono però istituite soltanto 6). L’organico venne così fissato: 27 Ufficiali, 4 Marescialli a piedi e 13 a cavallo, 51 Brigadieri a piedi e 69 a cavallo, 272 Carabinieri a piedi e 367 a cavallo, per un totale di 803 uomini. Tale organico venne deciso tenendo conto di molteplici fattori, riconducibili alle esigenze dell’epoca. Prima di tutto la necessità di un mezzo di trasporto, indispensabile per consentire di estendere la vigilanza su tutto il territorio delle Brigate e per espletare gli incarichi ricevuti attraverso rapidi spostamenti su un vasto e difficile territorio. Nel Novembre successivo venne decretata l’uniforme del Corpo, insieme a quella dell’intero esercito, e compilato il relativo regolamento. Speciali segni distintivi per i carabinieri furono il colletto ed i paramani celesti, le fodere rosse, i bottoni argentei, gli alamari ed i fiocchi. Per gli ufficiali, una sciarpa di seta giallo-dorata, costellata di piccoli segni turchini, con nappe, da portarsi intorno alla cintura, sopra l’abito. La parola Carabiniere derivava dall’arma, la carabina, caratteristica dei reparti di fanteria leggera, che avevano a disposizione armi di maggiore precisione, gittata e distruttività, come appunto la carabina e la granata. Nonostante la diretta dipendenza dal Buon Governo e l’intesa permanente coi Prefetti ed i Magistrati, il Corpo dei Carabinieri godeva di una certa indipendenza, essendo libero di prendere, nell’ambito dei suoi statuti, tutte le necessarie iniziative. Il primo a ricoprire la carica, sia pure provvisoria, di Presidente capo del Buon Governo fu il luogotenente generale Giorgio Des Geneys, per cui egli può essere collocato al primo posto, nella cronologia dei comandanti del Corpo e quindi dell’Arma. Nell’Agosto dello stesso 1814 si ebbe la nomina del primo effettivo Presidente capo del Buon Governo, nella persona del generale Giuseppe Thaon di S. Andrea di Revel. Il Corpo ebbe un suo comandante effettivo, con il grado di Colonnello. Il primo ad essere chiamato a tale carica fu Luigi Provana di Bussolino, proveniente dal reggimento “Aosta”. I Carabinieri ebbero il battesimo del fuoco a Grenoble il 6 Luglio 1815, nel corso delle operazioni intraprese dal Regno di Sardegna per fronteggiare la minaccia francese, durante i cento giorni di Napoleone. I reparti di carabinieri a cavallo ebbero l’ordine di caricare il nemico che fronteggiava le truppe piemontesi per il possesso di quella piazzaforte, mettendola in rotta e contribuendo a risolvere favorevolmente le sorti della battaglia. La prima medaglia d’oro al valor militare venne concessa al carabiniere Scapaccino. A notte alta, il militare tornava a cavallo da Chambery, dove si era recato per servizio. Nonostante, la località di Les Echelles, fosse già occupata, il carabiniere tentò ugualmente di raggiungere la stazione dove era effettivo. Circondato dai ribelli, gli fu ingiunto, sotto la minaccia delle armi, di aderire spontaneamente alla loro causa e di gridare “Viva la Repubblica”. Il carabiniere oppose un fiero rifiuto, spronando il cavallo nella speranza di superare il cerchio degli armati. Fu un tentativo vano: due fucilate ne troncarono la giovane vita. Il 6 Giugno 1834 alla Memoria del carabiniere venne conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare – la prima medaglia assegnata ad un appartenente alle Forze Armate Italiane – con la seguente motivazione: “Per aver preferito di farsi uccidere dai fuorusciti, nelle mani di cui era caduto, piuttosto che gridare viva la repubblica a cui volevano costringerlo, gridando invece viva il Re. - Ponte des Echelles, 3 Febbraio 1834”.


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Il mio esordio con Tonini

Un ricordo del Cardinal Decano scomparso a fine luglio

di Carmen Ieracitano

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a mia carriera giornalistica cominciò ufficialmente il 4 maggio del 2007. Non è un mistero per nessuno che io abbia collaborato con il quotidiano regionale Calabria Ora da quella data per i due anni successivi. Mi chiamarono quella mattina per affidarmi il mio primo incarico: seguire l’incontro del Cardinale Ersilio Tonini con i giovani del Liceo Scientifico di Cittanova. Cominciare il mio viaggio all’interno di questa professione con un personaggio di quella levatura, non me lo ero aspettato e non ci credevo quasi. L’euforia si alternava all’ansia mentre mi avviavo veloce, a piedi, verso il Cinema Teatro Odeon. Sarei riuscita a fare davvero un buon lavoro? Lo speravo. Purtroppo non mi è più possibile reperirvi il pezzo che scrissi allora, non si trova nei miei cd, si trova probabilmente in qualche floppy disk perché all’epoca usavo ancora quelli, con il vecchio computer. Peccato. Tuttavia mi giunge anche la felice occasione di ricordarmi quanto sia bello non essere delle macchine, essere dotati di una memoria naturale che, a differenza dei dati di un pc può far cilecca, è capace di richiamare alla mente qualsiasi esperienza vissuta senza bisogno di ausilii tecnici. E quella vissuta nell’incontro con il Cardinal Tonini non è un’esperienza che facilmente si dimentica, al di là del fatto che segnò il mio approccio al giornalismo di professione. Lo vissi come un segno. La fede nella mia vita è una faccenda ancora più privata che non la cosiddetta “vita privata”. E’ una cosa intima. Non ne faccio sfoggio plateale e spesso nemmeno ne parlo. La gestisco tra me e me, come tutte le cose che appartengono all’anima, perché l’anima è lo spazio da custodire più gelosamente. Parlo di fede agli uomini di fede per ricevere dalla loro esperienza. Quella di quel giorno fu di ascoltare e osservare, prima di tutto. E più ascoltavo le parole di Sua Emi-

Nella foto: il Cardinale Ersilio Tonini.

nenza rivolte ad una sala gremita di giovanissimi, parole piene di vita, di amore, ma anche di sprone, parole vive e dense di sentimento, non prediche, che venivano accolte da scrosci di applausi e acclamazioni, più osservavo l’energia che si sprigionava dalla sua figura minuta, sorprendente in un uomo della sua età, più mi felicitavo di essere lì a fare tesoro di tutto questo anche nella privata forma dell’anima. Tutto in lui, la lucidità, la straordinaria capacità di interpretare il linguaggio dei tempi, di abbattere le barriere di settore ed entrare in comunicazione con il parallelo giovanile come pochi altri per portare all’attenzione argomenti importanti e delicati come l’etica della vita, facendo citazioni dotte ma non necessariamente appartenenti alla dottrina, dimostrando interesse reale per la cultura laica e per la vita dei laici, riuscendo a non farsi bandire come l’ennesimo tentativo clericale di introdursi e dettar legge nelle scelte di questi, ma ponendosi con naturalezza come testimone di una dottrina dell’amore e del rispetto prima di tutto, sentimenti che per essere veri non devono essere ciechi ma dotati di occhi aperti e ben attenti ad esaminare la realtà che ci circonda, e venendo accolto a braccia aperte per questo, tutto questo fu straordinario. E quando poi mi fu consentito di salire su quel palco a salutarlo non resistetti e glielo dissi. Gli dissi che cosa aveva rappresentato quella giornata per me, professionalmente e umanamente. Sorrise, ma

non era un sorriso di circostanza, si vedeva che aveva capito perfettamente cosa provassi e il suo era un sorriso di compartecipazione, sembrava felice quanto me del fatto che il mio primo pezzo per un giornale importante fosse dedicato a lui. Forse era felice del fatto che avessi deciso di comunicarglielo in quel modo, di fargli sapere che anche nel mondo spesso freddo e formalizzato dell’informazione si vive anche di queste emozioni.

«Tonini

fu testimone e protagonista del divenire della Chiesa di cui seppe farsi interprete»


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L'importanza del Carmelo per la cittadina di Varapodio di Filomena Scarpati

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i sono conclusi nelle prime ore di Lunedì i festeggiamenti iniziati col novenario e un falò l’11 Luglio scorso in onore della Vergine del Carmelo di Varapodio. Una festa che si propone prima di ogni cosa, commenta Don Mimmo Caruso Parroco del luogo, di suscitare in ciascun fedele quei sentimenti che scaturiscono dalla vera testimonianza dell’essere seguaci di Cristo e fermamente Mariani. Le manifestazioni tenutesi non sono state sfarzose, ma ricche di spiritualità. Il programma religioso si è articolato in momenti diversi che vanno dalla messa al cimitero, alla benedizione dei bambini, alla festa degli emigrati e alla benedizione delle autovetture. Sabato 20 Luglio dopo la messa delle 19.00 presieduta dal Vicario alla cultura Don Alfonso Franco e concelebrata oltre che da Don Caruso Parroco ospitante e Vicario Foraneo di Oppido - Taurianova, da Don Paolo Martino Vicario per la Nuova Evangelizzazione. Presenti anche i Diaconi Vincenzo Alampi e Antonio Martino. Per l’occasione si è visto presente l’intero direttivo del periodico “Corriere della Piana” e buona parte dei collaboratori che hanno scelto di festeggiare il primo anniversario a Varapodio per continuare il loro percorso giornalistico guidati dalla Vergine del Carmelo, Madre di vita e speranza di un mondo migliore, alla ricostruzione del quale non può venir meno la componente giornalistica che svolge compiti d’importanza rilevante a livello mondiale. Ricordiamo che l’edizione del giornale è curata dal Movimento Cristiano Lavoratori circolo “Don Pietro Franco” di Taurianova. La messa si è conclusa con la distribuzione degli abitini della Madonna del Carmelo e la consegna di un attestato di benemerenza da parte di don Caruso a Carmelo Crucitti di Varapodio che pur con problemi di salute che gli impediscono il movimento degli arti, è riuscito a realizzare in miniatura con le proprie mani la discesa della Vergine. La giornata di domenica 21 Luglio si è svolta con una celebrazione Eucaristica alle ore 11.00 officiata dal Parroco e una messa alle 18.30, prima della processione che si è snodata per la maggior parte delle vie del paese. Un momento di particolare riflessione alla presenza dell’on. Guglielmo Rositani e delle autorità civili e militari del luogo, vissuto in

Il modellino del sistema di discesa della statua della Vergine, realizzato da Carmelo Crucitti.

modo intenso, è stato quello della scopertura della lapide dedicata ad un evento straordinario, avvenuto il 18 Luglio 2009, quando un fascio di luce intenso, oltrepassando una nube andò ad illuminare il volto della Madonna appena arrivata sul sagrato della chiesa per l’incoronazione, alla presenza del Cardinale Sebastiani e numerose autorità civili e militari. Per i festeggiamenti civili oltre alle bande musicali “Citta di Varapodio” e “Intercittadina di Varapodio”, è intervenuta la banda “Città di Conversano” (BA) e ha concluso i festeggiamenti il cantautore Luca Carboni. Nelle prime ore di lunedì, dopo la risalita della statua nella Sua postazione originaria su una scala di legno elettrificata lunga trenta metri, che ha suscitato nella moltitudine di fedeli in preghiera intervenuti da ogni paese della Piana una grande commozione, uno spettacolo pirotecnico ha illuminato il ciel sereno. Un forte ringraziamento durante la risalita è andato, da parte di Don Caruso, al comitato festa nelle persone di Michelangelo Silipigni, Rodolfo Cacciatore, Mino Cutrì, Antonio Gerace, Danilo

Polifroni e Pietro Laganà, dopo essersi ritenuto abbondantemente soddisfatto anche quest’anno dell’andamento della festa.

Alla Vergine del Carmelo di Don Mimmo Caruso

Fragili ed incostanti sommersi dalle cose storditi dai rumori con insistente premura come i discepoli desideriamo dirti: “Signore, insegnaci a pregare”! Signore, tutto comincia dalla preghiera. Pregare e non recitare pregare e non dire parole pregare e non essere sentimentalisti pregare e non cercare la nostra gloria. Pregare è lasciarsi amare da Dio pregare è scoprire il volto di Dio, ricco di Misericordia Redentore dell’uomo Spirito datore di vita, pregare è sentire il respiro dell’amore di Dio come Maria, la Vergine dell’ascolto. Con Te, Maria, Decoro del Carmelo, vogliamo essere collaboratori del Figlio Tuo. Vergine e Madre del Carmelo che per mezzo del Magnificat profetizzi l’Evento di Cristo per la Chiesa, in suo nome parlaci ancora di Dio. Fa che tendiamo sempre verso il Padre per il Figlio nello Spirito Santo; Tu sei la Madre di Dio, indicaci la Via portandoci per mano Vergine Santa, Ti siamo grati perché Sei segno vivo di speranza e di liberazione; Tu puoi, dolce Madre, trasformare le tensioni e le divisioni e permettere a tutti noi di vivere, alla luce della fede, il nostro amore per Te e per Gesù Cristo nostro Signore. Amen


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di Francesco Fedele

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nche quest’anno la Pro Loco di Varapodio ha dato inizio alle escursioni del 2013. A differenza degli altri anni l’associazione ha deciso di far conoscere il territorio comunale che merita anch’esso particolari attenzioni. L’inizio è stato segnato da una passeggiata, piacevole seppur lunga, che ha delimitato il confine sud-ovest, guidata dall’ormai esperto Antonio Miliadò, lungo strade interpoderali per raggiungere il torrente “Porcello-Calabrò”, visitando paesaggi e strutture rurali quali frantoi alla genovese di epoca ottocentesca e attraversando agrumeti, frutteti ed altre colture di pregio della campagna pianigiana. Dopo aver pranzato presso l’agriturismo “Villa Cristina” in agro di Varapodio, poco distante dal luogo del ritrovamento della Coppa Vitrea su cui don Antonino Di Masi ex Parro-

La Pro Loco promuove il territorio e favorisce gli scambi culturali. co della chiesa di Santo Stefano di Varapodio ha compiuto numerosi studi e da cui prende il nome l’associazione Pro Loco di Varapodio, gli otre cento partecipanti all’escursione, che si prefiggeva la conoscenza e la delimitazione del comune di Varapodio sconosciuto ai più, hanno proseguito la passeggiata più a valle in località “Foresta Polpà” dove insistono due laghetti artificiali ormai metabolizzati dall’ambiente circostante, dove è stato possibile osservare la fauna ivi presente (gallinelle d’acqua, cicogne, ecc.). Al termine, percorrendo le strade rurali “Stretto”, “Giardino grande - Salvatore” e “Bozzarra” è stato possibile apprezzare l’antico “Podere Mazzitelli” con i propri caseggiati simbolo di una florida azienda agricola di altri tempi. Le escursioni continueranno durante tutta l’estate periodo in cui si coinvolge anche il turismo costituito dagli emigrati in altre nazioni che rientrano nel paese natio per trascorrere buona parte delle loro vacanze, col desiderio sempre più forte di ritorno alle origini. Non va trascurato l’aspetto socio-culturale per quanto concerne le attività di questa importante associazione che, attraverso manifestazioni ed escursioni oltre alla promozione del territorio, favorisce la relazionalità e gli scambi culturali che sono sempre più rari ma alla base del rilancio del nostro territorio.

Due strade intitolate ad uomini che hanno fatto la storia di Varapodio di Vincenzo Vaticano e Francesco Di Masi

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ue strade per ricordare altrettanti personaggi prestigiosi cui la cittadina ha dato i natali: Carmelo Faccioli e Don Teodoro Rositani. Due figli illustri che l’Amministrazione comunale, dopo tanti lustri dalla loro scomparsa, ha voluto commemorare e fare conoscere alle nuove generazioni, intitolando loro due vie del paese (parte di via Lisello e vico Sole) con la benedizione di due lapidi marmoree impartita dal parroco Don Mimmo Caruso nel corso di una cerimonia che, oltre a tantissimi cittadini, ha registrato la presenza di alcuni eredi di Faccioli e Rositani. L’alto profilo biografico dei due personaggi è stato tracciato dall’ex sindaco on. Guglielmo Rositani (membro del Cda Rai) e dall’attuale primo cittadino. Durante la manifestazione sono state richiamate diverse fonti storiche e varie testimonianze dirette “attingendo” le notizie essenziali da quanto tramandato dal compianto Don Antonino De Masi nella sua imponente monografia “Varapodio ieri e oggi”, autentica pietra miliare della storia varapodiese,

frutto di un quarantennale lavoro di ricerca. Carmelo Faccioli (1792-1861) è stato uno studioso, ma soprattutto un patriota che profuse le sue energie, nei cruciali anni della prima metà dell’ottocento, per affermare le sue idee liberali e dare, quindi, il suo contributo per il “compimento” dell’Unità d’Italia, per la cui causa ha impiegato tutte le sue doti di mente e di cuore. Laureatosi in giurisprudenza a Napoli, Faccioli forgiò e maturò convinzioni politiche liberali che non pochi problemi gli causarono con la polizia borbonica. Nel 1830, infatti, fu imprigionato; dopo la scarcerazione rientrò a Varapodio dove, continuando la sua attività politica ed ideologica, fu eletto per due anni sindaco. Pubblicò diverse opere, ma la sua fama di storico e letterato derivò, essenzialmente, dalla pubblicazione, nel 1846, della voluminosa “Ricerca su’ Bruzi e su’ moderni Calabri”. Partecipò attivamente, nel 1848, agli eventi che indussero il sovrano del Regno delle due Sicilie, Ferdinando II – al pari di molti altri monarchi – a concedere la Costituzione. Ad Aprile dello stesso anno – dopo la pubblicazione di un manifesto elettorale dal titolo “Progetto di un comitato centrale della opposizione costituzionale” – venne eletto al Parlamento napoletano. Costretto a rientrare a Varapodio, dopo lo scioglimento del Parlamento, fu per lungo tempo sottoposto a sorveglianza da parte della polizia. In suo ricordo, rimane a Varapodio, un massiccio portale di marmo in Via Dogali e una lapide con bassorilievo realizzata, a suo tempo, dal grande scultore napoletano Tommaso Solari. Teodoro Rositani (1881-1950), sacerdote, musico, compositore, esercitò per oltre 40 anni il suo ministero pastorale impegnandosi in molteplici attività tra cui la formazione dei circoli di Azione cattolica. La comunità varapodiese ancora oggi ricorda il suo strenuo impegno (anche fisico e manuale) e i sacrifici affrontati nell’opera di ricostruzione della chiesa di S. Nicola, distrutta dal terremoto del 1908. Fu molto versato in musica ed amava comporre (messe, litanie, canti e inni). Tra le tante composizioni non sacre rimangono famose “Canto di primavera”, “Notturno per pianoforte” e “L’eco del bosco”. Suonava con maestri all’organo e al pianoforte. «La sua morte – scrisse il suo concittadino Vincenzo Bonito (questore a riposo e scrittore) su “Parva Favilla - Gente di Calabria” – lascia un solco profondo nel cuore della gente del “mio natio borgo” e di quanti conobbero il sacerdote e l’uomo».


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Presentata ufficialmente a Cittanova l’associazione “Giuseppe Reale”

Al servizio della Chiesa

per la difesa e la promozione dei valori cristiani in politica e nel sociale

di Carmen Ieracitano

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intervento significativo sull’importanza della fede come guida, faro nella notte di qualsivoglia iniziativa. Ma, al di là dei lunghi preamboli e delle consuete e sviscerate espressioni di lode, valeva la pena sapere chi sia stato e cosa abbia fatto concretamente Giuseppe Reale per la nostra comunità e a questo ci si è arrivati tramite alcune testimonianze dirette. Giuseppe Reale, lucano di Maratea per nascita (classe 1918) e divenuto poi protagonista della storia reggina della seconda metà del Novecento con la sua intensa e appassionata attività politi-

volto soprattutto a ripristinare l’immagine di una città civile, gettando le basi di un nuovo percorso di crescita. Poi la fondazione della rivista “Parallelo 38” e della Banca Popolare delle Province Calabre, e infine la posa, sulla collina di Pentimele, della Colonna San Paolo, per ricordare la fondazione della Chiesa cittadina da parte di Paolo di Tarso. Giuseppe Reale muore a Reggio Calabria nel 2010. Oltre che parlamentare, è stato anche docente all’Istituto di Architettura, poi divenuto l’Università Mediterranea, al Conservatorio musicale, all’Ac-

’ un vero peccato che ad una personalità come quella di Giuseppe Reale si sia scelto di dedicare un afoso sabato pomeriggio di luglio. Chissà perché si è fatta questa scelta penalizzante – mi chiedo, – guardando all’enorme sala congressi della BCC di Cittanova semideserta, dove tra i pochi presenti c’è addirittura qualcuno che, vinto dal clima apatico, sonnecchia sulla poltroncina. Siamo qui, quelli che siamo, per assistere alla presentazione inaugurale dell’Associazione Centro Studi “Giuseppe Reale” presieduta dall’avv. Rosario Chiriano, ispirata ai principi della Dottrina Sociale Cristiana e orientata verso l’arricchimento culturale dei cittadini in un clima di coesione e solidarietà sociale. “Il Centro – dice Chiriano – mira soprattutto al coinvolgimento dei giovani Da sinistra: Mons. Francesco Milito, il Dott. Antonino Monteleone e l'On. Rosario Chiriano. (Foto Giovanni Musolino) nell’elaborare proposte per la partecipazione dei citta- ca che lo porta presto in Parlamento, dove si cademia di Belle Arti e fondatore dell’Univerdini alla vita pubblica, interviene adopererà con ogni mezzo per venire incontro sità per Stranieri “Dante Alighieri”. Un Centro sui temi oggetto dell’attività delle ai problemi dello sviluppo socio-economico Studi che si propone la diffusione della cultura istituzioni, degli enti pubblici e della Calabria, dapprima, nel 1959, fondando su più fronti e a varie ampiezze non avrebbe delle fondazioni culturali, orga- a Roma il Centro Cattolico Calabrese Univer- potuto trovare un “testimonial” più azzeccato. nizza campagne di sensibilizza- sitario per dare la possibilità di accedere agli zione sui diritti civili, specialmen- studi universitari a studenti calate quelli dello studio e del lavoro, bresi, in assenza di un’Università Nella foto: l'On. Chiriano omaggia di una targa nelle scuole, nei luoghi di lavoro in Calabria, in seguito, durante la la sig.ra Concettina Reale. e promuove pubblicazioni in ogni rivolta del 1970, sollecitando informa di editoria, compresa quel- terventi da parte del Governo e la televisiva e cinematografica, del Parlamento per promuovere sostenendo la diffusione delle arti, uno sviluppo reale del territorio, della musica, della letteratura.” sganciandosi dalle politiche asConferma di questo, Chiriano, sistenzialistiche che, soprattutto ha voluto che gli interventi fos- in quegli anni, caratterizzavano sero intervallati da brani musicali l’impegno dello Stato nei coninterpretati da Rocco Calogero e fronti del Mezzogiorno. Nel 1993 Melania Guerrisi. Gli scopi sono è sindaco di Reggio, in un periodo chiari e lodevoli e l’associazione in cui le guerre di mafia e la corraccoglie anche il sostegno del ruzione dilagano, rappresentando vescovo mons. Francesco Milito una vera e propria piaga nel tesintervenuto al convegno con un suto sociale, e il suo impegno è


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La giornata mondiale della gioventù milioni di giovani a Copacabana con Papa Francesco di Don Domenico Caruso

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superfluo parlare di ciò che esprimono le immagini pubblicate sulle migliori testate giornalistiche del mondo e sui social network, flash che si commentano da soli. Guardare la marea di folla costituita dai giovani, che hanno seguito Papa Francesco in Brasile per la giornata mondiale a loro dedicata, suscita un’emozione incredibile, che si trasforma nella speranza che un mondo migliore, più giusto, si possa ancora costruire attraverso quei “Figli che sono la pupilla dei nostri occhi”, sinonimo di saggezza di quel popolo che ha maturato la sua esperienza nella sofferenza. Espressione usata da Papa Bergoglio durante il discorso di benvenuto alla “Giornata Mondiale della Gioventù 2013” in Brasile, che gradisce paragonare i giovani alla pupilla degli occhi da cui passa la luce per realizzare in noi il miracolo della visione. “La gioventù è, infatti, definita la finestra attraverso la quale il futuro entra nel mondo”. Futuro che si pone all’attenzione delle nostre generazioni come grandi sfide da saper affrontare, per donare a questa significativa fascia d’età, quel terreno fertile sul quale poter piantare il seme della spontaneità e della gioia, vivendo l’autenticità dell’amore che accomuna coloro che provengono da culture e civiltà diverse, capaci di manifestare sentimenti di solidarietà verso i più deboli, realizzando quel senso di fratellanza che unisce le diversità e trova il suo culmine massimo nell’amore che discende dagli insegnamenti di Cristo. Quel Cristo Redentore che ha spalancato le braccia a quanti giovani siano andati a cercarlo, in questo particolare momento storico, su quella spiaggia di Copacabana a Rio De Janeiro: circa un milione e mezzo per la Via Crucis dello scorso 26 Luglio e tre milioni e mezzo alla messa di domenica 29. Il monito di Papa Francesco, nelle diverse giornate trascorse a Rio è andato soprattutto ai governanti, ai politici, agli economisti, agli uomini di cultura e a quanti detengono la responsabilità nei diversi settori della vita sociale, affinché attraverso

scelte appropriate, che non mirino al possesso e successo personale, ma al rispetto della dignità umana, ogni leadership nel proprio ruolo, sappia tenere testa ad una sfida storica senza precedenti, sviluppando una visione umanistica dell’economia in grado di far fronte alla povertà, sradicando gli elitarismi e creando una dimensione civica a misura d’uomo che tenga conto dei valori tramandati dal Vangelo. Pur scusandosi con Vescovi e Parroci, Papa Bergoglio ha incitato i giovani a fare “chiasso” ed “essere rivoluzionari nella carità”, nelle diocesi e nelle parrocchie, affinché siano ascoltati, eludendo la cosiddetta eutanasia culturale che spesso si verifica sia nei confronti dei giovani che degli anziani, i quali, invece, devono agire in sinergia, in quanto, in essi vengono individuati i due vertici che cambieranno il mondo. “Esiste una generazione di giovani che non ha sperimentato la dignità guadagnata col lavoro, perché è alta la percentuale di disoccupazione”. Sono queste le dolenti note che hanno indotto il Santo Padre a commentare: “I giovani devono farsi valere lottando per l’affermazione di questi principi e gli anziani devono aprire la bocca per tramandarci la saggezza dei popoli, la cultura, la storia, la giustizia ed ogni memoria, nella consapevolezza che giovani e anziani, in questo momento, sono condannati all’esclusione”. L’esortazione forte, quindi, va ai giovani che assieme agli anziani, devono mantenere integra la fede in Gesù Cristo, evitando di fare frullati, che si addicono solo alla frutta, mentre il piano d’azione su cui operare sempre nella vita deve essere costituito da due elementi portanti: le Beatitudini e il capitolo 25 di Matteo. Altro suggerimento che i giovani devono tener presente è come guardare alla Croce su cui è morto Cristo, che non deve essere motivo di scandalo, ma forte punto di riferimento. È, inoltre, importante andare contro corrente guardando al matrimonio come fermo valore che non è “fuori moda” e per il quale vale ancora la pena impegnarsi per tutta la vita, facendo scelte definitive. L’altra esortazione è di non perdere la speranza e di non sentirsi ingabbiati come Lui stesso spesso si sente, perché troppe le convenzioni e le ufficialità. La Chiesa, invece, è invitata a non chiudersi attraverso i suoi rappresentanti, – ha commentato il Papa – deve uscire fuori, sulle strade dove trova spazio la vera missione in Cristo, e la vita cristiana non deve limitarsi alla preghiera, ma dalla preghiera deve nascere l’impegno continuo e coraggioso alla costruzione di un mondo nuovo. Suscitando quindi un entusiasmo nei giovani fuori dal normale, sembrerebbe scatenare, col giusto equilibrio, una sorta di “rivoluzione” della fede, che sostituisca l’amore all’egoismo, che sancisca, con la gioventù che Lo ha accolto alzando le braccia al cielo, una sorta di alleanza con una Chiesa che spalanca le sue porte, misericordiosa nei confronti del peccato e che si impegni a lavorare per un mondo da cambiare e che è in attesa d’intervento immediato. La stessa consegna del Santo Padre: “andare senza paura per servire”, è stata vissuta dalla nostra Chiesa Particolare di Oppido Mamertina-Palmi a San Giorgio Morgeto con la presenza di centinaia di giovani, provenienti dalle varie Comunità Parrocchiali. Alla Veglia notturna è seguita la Celebrazione Eucaristica presieduta dal nostro Vescovo Francesco, il quale li ha invitati a "tuffarsi" virtualmente in mezzo agli altri giovani e vivere le attese e le speranze di quanti, dai quattro angoli della terra, circa tre milioni e mezzo di giovani, hanno vissuto a Copacabana momenti di forte esperienza di Cristo e di Chiesa. Papa Francesco, prima dell’Angelus, al termine del suo viaggio, con il suo consueto arrivederci, ha annunciato che la prossima GMG del 2016 si svolgerà a Cracovia. Il nostro Vescovo, a ciascun giovane della Diocesi, con lo slancio pastorale e comunicativo che lo contraddistingue ha lanciato questo monito: “tocca adesso a Voi e a quanti incontrerete nelle vostre Comunità Parrocchiali, annunciare la bellezza di Cristo e del Vangelo”.


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Oratorio estivo organizzato dalla Parrocchia San Giuseppe di Giovanni Rigoli

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n’onda di energia portatrice di valori sani e cattolici ha caratterizzato una afosa settimana di metà luglio a Taurianova. Dal 14 al 21 luglio si è svolta presso la Parrocchia San Giuseppe l’estate ragazzi-oratorio estivo che ha visto la partecipazione di più di trenta bambini di età compresa tra i 6 ed i 14 anni ed una quindicina tra educatori ed animatori coordinati dalla responsabile ACR professoressa Paola Martino. Il programma, basato sulle direttive nazionali degli oratori ambrosiani, ha affrontato il tema del corpo dando ad ogni singola parte di esso un significato specifico ed all’insieme l’importanza fondamentale. La giornata tipo prevedeva un momento di riflessione e preghiera in Chiesa curata dal parroco Don Cosimo Furfaro e la lettura di brani sulla vita di San Domenico Savio; per poi Nella Foto: i ragazzi della Parrocchia San. Giuseppe di Taurianova. recarsi presso i locali della vicina sede parrocchiale dove si svolgevano attività ludico-ricreative tese a far divertire i bimbi insegnando loro i valori dello stare insieme e del rispetto reciproco. Due serate con pizza e film il lunedì sera, e barbecue il sabato, hanno arricchito il programma che si è chiuso con la celebrazione eucaristica, durante la quale, i partecipanti hanno allietato l’assemblea con l’inno dell’oratorio estivo e portando in processione offertoriale i lavori, tra cui cartelloni e robot creati durante la settimana, emozionando i presenti. Fin dall’insediamento dell’attuale parroco, la parrocchia San Giuseppe (unica parrocchia della Diocesi di Oppido-Palmi a portare il nome del padre putativo di Cristo ndr) sta lavorando alacremente per realizzare l’oratorio vero e proprio come struttura su cui far convivere e crescere, in spirito e senso civico, giovani e meno giovani di ogni etnia ed estrazione sociale, garantendo un ambiente sano e all’avanguardia adattato alle loro esigenze. Se è vero che i giovani sono il presente ed il futuro, l’oratorio estivo è stato la prova che le fondamenta, la base, il materiale umano (Giuseppe Bono, Assunta Spirlì, Martino Latella, Alessandra Sisinni, Giuseppe Ieranò, Maria Vittoria Martino, Simone Latella, Gloria Sciarrone, Maria Concetta Lazzaro, Nino Fururi, Vincenzo Cosentino, Chiara Pia Ambesi, Roberta Romeo, Rosy Falleti) di educatori/animatori che mettono a disposizione il loro “know how” ed il loro tempo, è una solida base da cui partire per costruire qualcosa d’importante, che permetta di crescere come comunità e piantare nella società il “seme positivo” del donarsi agli altri e del rispetto delle regole.

Mostra Archeologica:

"Eroi ed Aristocratici nella ceramica

calcidese in Calabria" di Caterina Sorbara

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abato 6 luglio, nella splendida location di Palazzo Baldari a Gioia Tauro, è stata inaugurata la Mostra Archeologica “Eroi ed Aristocratici nella Ceramica Calcidese in Calabria”. Presenti il Sindaco di Gioia Tauro Avv. Renato Bellofiore, l’assessore alla cultura Monica Della Vedova, Simonetta Bonomi (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria), Maria Teresa Iannelli (Direttore Archeologo Soprintendenza per i Beni Archeologici in Calabria) e l’archeologo Claudio Sabbione. Ha aperto i lavori l’assessore alla cultura Monica Della Vedova,

Nelle foto: alcuni dei reperti esposti a Gioia Tauro.

entusiasta per l’inagurazione e per il successo che il Museo Metauros ha ottenuto nei mesi passati. Subito dopo, il Sindaco Bellofiore, ha evidenziato che questo è un momento importante per la città, un momento di cambiamento, soprattutto per la cultura. Ha sottolineato che nessuno ha dato una mano all’amministrazione se non la Soprintendenza e gli operai del Comune che hanno lavorato per la realizzazione del Museo, già visitato tutti gli alunni della scuole della città. Presto l’amministrazione lavorerà per valorizzare il Piano delle Fosse. Simonetta Bonomi, ha ringraziato il Sindaco e l’assessore alla cultura per l’impegno, Sabbione per aver diretto i lavori e la Iannelli per l’impegno. Ha evidenziato che la mostra è molto importante perché va ad arricchire il Museo. Tra i reperti della mostra c’è un’anfora che da poco è stata restituita alla Calabria, ed è motivo di orgoglio. A seguire la Iannelli, la quale ha detto che è un’idea bellissima esporre la ceramica calcidese, nata nel VI secolo a.C. e che ha avuto una grande diffusione, sono pezzi di alta qualità,


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Sulle rotte dei 7 mari a bordo delle Navi Costa Crociere

L’Olio benedetto da Mons. Milito Evento storico nella Diocesi di Oppido-Palmi di Francesca Carpinelli

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vento storico nella Diocesi di Oppido-Palmi: gli Olii benedetti dal Vescovo Monsignor Francesco Milito nella Cattedrale di Oppido Mamertina, durante la Messa Crismale del giovedì Santo, hanno varcato i confini diocesani e sono stati consegnati ai cappellani di quattordici navi “Costa Crociere” perché, nel corso dell’anno, ne facciano buon uso lungo le rotte intercontinentali. Il merito di tutto questo è del sacerdote oppidese Don Natale Ioculano, attuale direttore dell’Ufficio Nazionale per l’Apostolato del Mare Italiano della Conferenza Episcopale Italiana. A parlarci del prestigioso ruolo che ricopre nella Capitale e della ragione che l’ha spinto a fare un gesto talmente significativo da scrivere una nuova pagina della millenaria storia della Diocesi di Oppido-Palmi è stato lo stesso presbitero. “Del mondo marittimo sono venuto a conoscenza nel 2005 quando l’allora Vescovo Monsignor Luciano Bux mi nominò cappellano del Porto di Gioia Tauro. Si tratta – ha asserito Don Natale Ioculano – di un mondo che ho imparato a conoscere e a servire secondo il mandato che la Chiesa mi ha dato. A marzo

Nella foto: la statua della Vergine del Carmelo, Don Mimmo Caruso, il Parroco che ha officiato il rito carmelitano.

Nella Foto: Don Natale Ioculano omaggiato di un Crest.

del 2012, il Consiglio Permanente della Cei, considerando la peculiarità della “gente del mare” ha costituito, in seno alla Segreteria Generale della stessa Cei, l’Ufficio Nazionale per l’Apostolato del Mare che ha me come Direttore Nazionale e Sua Eccellenza Monsignor Francesco Alfano come vescovo promotore. Il servizio che, dall’aprile 2012, svolgo alla Cei, è temporaneo, nel senso che la nomina è per un quinquennio – ha proseguito – perciò, pur servendo la Chiesa in quest’ambito particolare e in questo contesto Nazionale, rimango legato alla Diocesi di provenienza. La scelta di utilizzare i Sacri Olii benedetti da Sua Eccellenza Monsignor Francesco Milito, è motivata da questo legame – ha concluso Don Ioculano – e l’aver inviato gli Olii sulle quattordici navi in giro per il mondo, ha voluto non solo indicare questa simbiosi con la mia Diocesi ma anche esprimere una sorta di suo coinvolgimento nel servizio che sto svolgendo in seno alla Cei.”

non sono tanti e per questo sono preziosi. Infine Sabbione ha detto che nel VI secolo a.C. in Magna Grecia si sono realizzati Templi e Sculture, però, gli artigiani produssero pochi vasi dipinti a figure nere. L’unica eccezione è rappresentata dalle ceramiche calcidesi prodotte in Calabria. Molte diqueste ceramiche sono state ritrovate nelle tombe Etrusche, la cui conformazione a camera ha permesso la buona conservazione. La mostra è stata chiamata “Eroi e Aristocratici” perché i vasai trassero ispirazione dai poemi di Stesicoro e dall’Iliade. Molti di questi vasi rappresentano cavalieri. Nel concludere Sabbione ha sottolineato

l’importanza del vaso ritornato dall’America, perché ha le decorazioni tipiche dei vasi Calcidesi: le rosette viola. I reperti esposti provengono: dall’antica Reggio Calabria, dall’antica Locri, Gioia Tauro e Vibo Valentia. Alla fine tutti i presenti hanno potuto ammirare la mostra, ospite all’interno del museo fino a dicembre. Un tuffo nel nostro nobile passato, che non dobbiamo mai dimenticare. Noi siamo figli della Magna Grecia.


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CHIP

Nuove frontiere dell’ Informatica di Caterina Patrizia Morano

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ire che oggi, in qualunque ambito, sia esso lavorativo che di carattere ludico o hobbystico, l’informatica rappresenti uno strumento necessario è come soffermarsi a discutere sulle mezze stagioni che non ci sono più. Davvero ovvio! Il discorso però si fa più interessante se ci fermiamo a riflettere sulla resistenza che il computer può innescare nelle persone che non ne hanno molta dimestichezza. Magari lo usano già, fanno poche, semplici operazioni che hanno imparato perché utili sul lavoro, ma temono di sperimentare, di cercare nuove strade, di verificare tutti i menù che vengono offerti dai programmi impiegati giornalmente. Spesso, nei corsi di alfabetizzazione informatica, bisogna partire proprio da qui. Allora iniziamo con un po’ di ragionamenti che, se non ci siamo mai messi di fronte alla tastiera, ci permettano di capire che il computer è un utilissimo strumento e non un mostro indomabile. A volte, quando si parla a persone che non usano spesso il pc, vi sono alcuni che raccontano del loro rapporto quasi reverenziale o timoroso nei confronti di quella che è una macchina senza capacità di ragionamento che impropriamente viene definita “cervellone”!

Una delle frasi tipiche che sentiamo è: «Io ho quasi paura di accendere il computer perché temo di romperlo», oppure: «Il computer fa delle cose che io non capisco», oppure «Il computer non è mio e temo di corrompere il lavoro di mio figlio o mio marito che invece utilizza bene il computer ed ha dei suoi documenti». Iniziamo quindi a togliere di mezzo alcuni preconcetti. Il computer è un insieme di componenti elettronici messi insieme a servizio dell’uomo. Il computer non è dotato di una sua propria intelligenza. Il computer è programmato dall’uomo per fare delle operazioni. Il computer esegue le operazioni in maniera davvero velocissima (milioni di operazioni al secondo). Ma soprattutto: quando chiediamo di fare al computer delle operazioni che possono nuocere al suo stato, apparirà una finestrella in cui sarà scritto qualcosa del tipo: «Sei sicuro di voler fare questa operazione?» L’importante è leggere attentamente tutti i messaggi che appaiono e non dar niente per scontato! In alcuni casi, il nostro sistema operativo potrebbe essere in inglese: se non siamo sicuri del comando che abbiamo impartito al computer il tasto da cliccare sarà il «No» (in italiano e inglese è sempre lo stesso). Un’altra cosa molto importante da tenere a mente è: le funzionalità di un computer sono centinaia di migliaia e neanche il più esperto informatico le conosce tutte. Perché esso sia utile, ognuno di noi sceglie una piccolissima parte di queste funzionalità, ne impara l’utilizzo, si esercita, se ne appropria. Ciò che faremo a partire dal prossimo numero sarà appunto introdurre alla pratica di un pc in maniera semplice ma utile, con qualche dritta che si farà apprezzare, speriamo, anche agli utenti più esperti come ripasso o per scoprire nuove funzionalità mai sperimentate.

Siti

Partners

Circolo “Don Pietro Franco”

Centro servizi E.N.Te.L

Ente Nazionale Tempo Libero

Ufficio Zonale Via B. Croce, 1 89029 - Taurianova (RC) info: 347.6954218

Canale Digitale 636


di Rosa Maria Pirrottina Neuropsicologa

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ome era già stato anticipato nel numero precedente, il tema sulla plasticità cerebrale, ipotesi teorica alla base della neuropsicologica, verrà ulteriormente approfondito in questo numero. La dottrina tradizionale, ritenuta valida sino a pochi anni or sono, sosteneva che le cellule nervose non fossero in grado di riprodursi dopo la nascita: “...si tratta di un patrimonio fisso, passibile solo di perdite nel corso della vita...”. Negli ultimi decenni, invece, il dogma è stato sovvertito dalla scoperta della formazione di nuove cellule nervose nel cervello adulto, in particolare in due aree cerebrali: l’ippocampo e la zona sub ventricolare. Viene quindi modificata la classica concezione di organizzazione cerebrale funzionale statica, per abbracciare l’idea di processo riorganizzativo continuo, che permette il rimodellamento a breve-medio-lungo termine delle mappe neurosinaptiche. Il concetto fondamentale delle moderne neuroscienze si basa dunque sulla capacità dell’encefalo di modificare la propria struttura e la propria funzionalità a seconda della attività dei propri neuroni (correlata ad esempio a stimoli ricevuti dall’ambiente esterno) o in relazione a lesioni traumatiche o modificazioni patologiche. Questa capacità si esprime in gradi e modi diversi in tutto il sistema nervoso attraverso un processo di auto-creazione noto con il termine “autopoiesi”, ed è alla base della plasticità cerebrale. Il fenomeno ha inizio già nel grembo materno e alla nascita il bambino ha “quasi” tutti i 100 miliardi di neuroni totali. Ciò significa la nascita di circa 250.000 neuroni ogni minuto di ogni giorno nell’intero periodo di gestazione. Le potenzialità plastiche del cervello nell’uomo e in altri animali si esprimono, ad esempio, con un aumento delle dimensioni di alcune regioni del cervello in seguito al loro utilizzo ripetuto. Ricerche internazionali, che hanno utilizzato tecniche di diagnostica medica quali la Risonanza Magnetica Funzionale (RMf) o la Tomografia ad Emissione di Positroni (PET), dimostrano che nell’uomo, in seguito all’apprendimento di specifici compiti, vi sono dei mutamenti dinamici nelle rappresentazioni corticali. Ad esempio, uno studio effettuato su musicisti a corda (Elbert et al.,1995) mostra che l’area di attivazione corticale della mano sinistra è più ampia se confrontata con persone che non hanno mai suonato lo strumento. L’espansione non risulta correlata alle ore di esercizio ma all’età di inizio della pratica musicale. La deprivazione sensoriale, i traumi e i danni cerebrali invece permet-

La plasticità cerebrale tono la riorganizzazione cerebrale, ovvero le aree corticali deprivate dalla stimolazione originaria si organizzano così da diventare aree di rappresentazione corticale delle aree adiacenti assumendo quindi una funzione vicariante. La plasticità cerebrale del sistema nervoso centrale (SNC) è attribuibile ad almeno tre tipi di meccanismi: 1. alla modificabilità della trasmissione sinaptica (funzionale o morfologica), ossia ciò che varia è l’impulso nervoso da un neurone all’altro o da un neurone ad una fibra; 2. allo sprouting, ossia nuove fibre nervose raggiungono nuove terminazioni cellulari; 3. alla neurogenesi, ossia la proliferazione post-natale di alcune popolazioni di neuroni da particolari aree cerebrali. Tutti questi meccanismi possono contribuire a cambiare il funzionamento dei circuiti neuronali e a produrre modificazioni, anche macroscopiche nella organizzazione cerebrale. Attenzione però, la propensione del cervello al cambiamento è alla base del recupero, ma può risultare anche mal adattiva, ad esempio, è questo il caso del dolore nella sindrome dell’arto fantasma. La sindrome dell’arto fantasma è la sensazione anomala di persistenza di un arto anche dopo la sua amputazione. Questa sensazione, assolutamente normale e che non rientra in nessun tipo di problema psichico, è la dimostrazione più evidente dell’esistenza del fenomeno della plasticità cerebrale. Questo perché: essendo la rappresentazione del braccio ancora presente sulla corteccia motoria ma mancando l’utilizzo dello stesso, l’area viene riorganizzata e assume la funzioni di quella più vicina, nel particolare l’area rappresentante il volto. Avviene quindi che il paziente in un primo momento provi sensazioni di dolore al braccio mancante e successivamente riporti di percepire sensazioni legate al braccio mancante anche quando gli viene stimolato il viso. È, dunque, su ipotesi di riorganizzazione funzionale e apprendimento, che si basano la grande maggioranza degli interventi in riabilitazione neuropsicologica e non. Queste metodiche sfruttano al massimo le capacità plastiche del nostro cervello, organo meravigliosamente complesso e passibile di modificazioni anche in età adulta, per migliorarne l’adattamento; perché il cervello di oggi non è quello di ieri e non sarà mai quello di domani.


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Associazione MedmArte: di Eleonora Palmieri

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’Associazione MedmArte Onlus nasce dall’idea di quindici persone, accomunate dalla passione per la cultura e dalla volontà che questa si propaghi, senza fini di lucro. La sede è un “Villaggio culturale”, a Rosarno, diviso in cinque stanze

Nella foto: Ambra Miglioranzi promotrice di MedmArte.

a tema: Salotto letterario Dante Alighieri; Sala Multimediale Steve Jobs; sala di pittura Leonardo Da Vinci; sala Giacomo Casanova per il découpage, cake design e altro; sala Miles Davis per la musica. Niente è lasciato al caso. Ma niente è usuale. L’ambiente è accogliente, fascinoso, ricercato. Data dell’inaugurazione è il

nuovo orizzonte culturale a Rosarno 7 aprile 2013. Scelta casuale, ma profetica: il 7 aprile 1300 è l’inizio della Divina Commedia di Dante Alighieri. Il numero 7 si ripete anche per uno degli appuntamenti della stagione culturale indetta dall’Associazione, la proiezione del film Seven. Il programma degli eventi artistici è stato articolato in 8 appuntamenti, con cadenza settimanale, a partire dal 10 maggio fino al 27 giugno. Nella prima data si sono lette e parafrasate le poesie di Maria Frisina, il tutto allietato da intermezzi musicali di Enza Arena. Dopo si è trattato l’argomento della “donna” nella “Divina Commedia”, col commento a cura di Antonio Ciancio. Al terzo appuntamento, le poesie di Eleonora Vinaccia. A fine maggio, la pittrice Ambra Miglioranzi ha trattato le “verità celate tra genio e follia”, attraverso la proiezione e il commento di quattro quadri dei maggiori esponenti dal Rinascimento ad oggi: Leonardo Da Vinci, Van Gogh, Picasso, Frida. Giugno è stato inaugurato con la proiezione del thriller Seven, per dibattere sul tema dei “peccati capitali”. In un altro appuntamento, la lettura e il commento di alcuni aforismi, a cura di Franco Morabito. La parabola del figliol prodigo nella Bibbia e nell’arte a cura di Don Vincenzo Alampi ed Ambra Miglioranzi. Ultimo appuntamento, Medma amore mio a cura di Giuseppe Lacquaniti. Questa è stata l’alba della nuova oasi culturale rosarnese, che si prospetta interessante e avvincente Nella foto: due scorci delle sale di esposizione con le opere in rassegna.

anche per l’avvenire. Ambra Miglioranzi è il Presidente dell’Associazione. Pittrice dal talento vivace, veneziana d’origine, trasferitasi a Rosarno per amore, elargisce l’amore per l’arte in toto. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, classificandosi tra i primissimi posti a diverse estemporanee a: Mammola, Limbadi, Nicotera, Mangone, Francica, Gioia Tauro, San Calogero, Paola, Parghelia, Tessano, San Giovanni di Zambrone, Sila.


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L’Associazione Culturale “Geppo Tedeschi” di Oppido Mamertina presenta

I giardini letterari estate 2013 di Antonio Roselli

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stratto da ogni contraddittorietà del presente, “locus amoenus” per definizione: il giardino incarna, nella memoria culturale di sempre, l’ambiente prescelto di diletto letterario e di ristoro edonistico. Nascono allora i “Giardini Letterari”. La rassegna di iniziative, promossa dall’Associazione Culturale “Geppo Tedeschi” di Oppido Mamertina, si avvierà in un percorso itinerante nella piana di Gioia Tauro annunciando una serie di eventi (simposi poetici, presentazioni di volumi, tavole rotonde a tema, convegni). Assolvendo agli obiettivi della propria missione culturale, l’Associazione, intende

…Spara, spara, mio lirico giardino, la tua cassa infernale di colori, spara i tuoi gelsomini, i tuoi mortai di rose, le tue mine di bocche di leoni, i tuoi obici gialli di calende. Oppido Mamertina futurista è stata nominata sovraintendente estetica di tutta la Calabria…

garantire un accordo, un sostegno ed un cooperazione fattiva con le altre realtà associative operanti nel territorio. In conseguenza di ciò sono annoverate quali aderenti alla rassegna letteraria le Associazioni Culturali: Medmarte onlus e Centro Studi Medmei (Rosarno); Roubiklon (Lubrichi); Proloco di Delianuova; Centro Studi Polistenesi; Geppo Tedeschi Eliopoli (Palmi). L’evento culturale si avvale del sostegno della Diocesi di da “Ruralismo calabrese” (1942) Oppido Mamertina-Palmi e del supporto del periodico di politica, attualità e costume “Corriere della Piana”. Sponsor della manifestazione è la libreria “Librarsi in Aspromonte” della casa editrice “Nuove Edizioni Barbaro” di Caterina di Pietro (Delianuova). Maria Frisina, Poetessa Presidente Ass. Cult. "Geppo Tedeschi"

Calendario Eventi • OPPIDO MAMERTINA, martedì 20 agosto – ore 21.30 Cortile di Palazzo Grillo Totò Frisina inedito, Ciccio Epifanio interpreta accompagnamento musicale di Stefano Scicchitano. • ROSARNO, mercoledì 21 agosto – ore 18.30 Giardino del Villaggio Culturale di MedmArte Onlus Presentazione del volume “Memorie familiari e saggezza popolare” di Natino Aloi Con la collaborazione dell’Associazione Culturale MedmArte Onlus e Centro Studi Medmei. • CINQUEFRONDI, sabato, 24 agosto – ore 18.30 Villa Comunale Tavola Rotonda – «“L’amor che move il sole”- il sommo carme dell’uomo d’ogni dove e d’ogni tempo». Con la collaborazione dell’Associazione Culturale Mythos. • TAURIANOVA, martedì 27 agosto – ore 21.30 Giardino di Villa Zerbi Convegno – «“Gitani della parola”, la poesia di Emilio Argiroffi». Con la collaborazione del giornale “Corriere della Piana”. • PALMI, sabato 31 agosto – ore 21.30 Giardino della Chiesa parrocchiale “Santa Famiglia”

Convegno – “ La dimensione spirituale nella poesia di Ermelinda Oliva”. Con la collaborazione dell’Associazione Culturale Cristiana “Eliopoli”. • DELIANUOVA, mercoledì 4 settembre – ore 18.00 Villa Comunale Convegno – “ Il mio credo selvaggio : Saverio Scutellà” Con la collaborazione dell’ Associazione Turistica Pro loco di Delianuova e l’Associazione Culturale Roubiklon di Lubrichi. • POLISTENA, sabato 7 settembre – ore 21.30 Giardino “Russo” via dei Fiori Omaggio a Stefano Albano – scultore di Oppido Mamertina Visione del video – intervista “Stefano Albano spiega la Via Crucis di Oppido”. Con la collaborazione del Centro Studi Polistenesi. • OPPIDO MAMERTINA, domenica 8 settembre- ore 18.30 Giardino dell’Episcopio L’Abate poeta Giovanni Conia ed il busto ligneo del Museo Diocesano Con la collaborazione del Museo Diocesano di Oppido Mamertina.


“Genesi di sabbia e pesci al Sole” di Rocco Gatto

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abato 20 luglio 2013, in località Baia dei Pini, San Ferdinando (RC), si è svolta sulla suggestiva spiaggia, di fronte alle Isole Eolie, la performance artistica di Marco Nones e Giampaolo Osele, due artisti trentini di fama internazionale. Del primo ricordiamo l’esclu-

sività e la particolarità delle sue opere che gli hanno consentito di poter esporre, nel corso degli anni, in mostre e location importanti, fra cui Assisi, Catania, Lugano, Genova, Roma, Milano, Venezia. Tra i suoi capolavori citiamo “L’angelo in radice”, esposto dal 2004 in Vaticano, nel foyer di Sala Nervi, e “La speranza del Tibet”, raffigurata con il volo mistico di un falco, consegnata al Dalai Lama, in visita a Rovereto nel 2001. Del maestro di Lavarone Giampaolo Osele ricordiamo le sue opere che sono state esposte alla 54° Biennale d’Arte di Venezia e in numerose mostre in Italia ed all’estero, fra cui Milano, Bologna, Ferrara, Roma, nonchè Parigi, Barcellona, Bruxelles, New York, Dubai. Molte di queste opere sono entrate nelle collezioni private di personaggi conosciuti al grande pubblico, tra questi il presidente dell’Inter Massimo Moratti, Iva Zanicchi, Stefano Bollani, Claudio Sabel-

li Fioretti, Michele Serra, Gian Antonio Stella. I gesti creativi di Marco Nones e Giampaolo Osele hanno dialogato con il mare attraverso il tema “Genesi di sabbia e pesci al Sole”. Il pubblico presente ha così potuto assistere a una rappresentazione di arte nella natura del Parco d’Arte RespirArt, una galleria d’arte a cielo aperto, approdata dalle Dolomiti al mare di Calabria attraverso una BLUE GALLERY che ospiterà ogni estate artisti di fama internazionale che realizzeranno opere “nella natura, per la natura” (www.respirart.com). Tramite l’opera “Genesi - E fu il sesto giorno”, una geniale interpretazione artistica di Marco Nones, la vita nasce dalla sabbia della Calabria. L’artista ha modellato la sabbia, come elemento primordiale, per rappresentare la nascita dell’uomo: due bimbe che si sono affacciate alla vita nella spiaggia, scivolando fuori da un insolito utero, creato con canne di bambù e sabbia. Giampaolo Osele, ha invece presentato l’opera “Pesci al Sole”. Un tempo l’essiccazione del pesce permetteva all’uomo di affrontare lunghi viaggi nel mare. I pesci di Osele, invece, non intendono sacrificarsi e si stendono al sole semplicemente per ravvivare i colori e per concedersi qualche giornata di ozio. Ecco, quindi, la vivace e inaspettata tintarella di un mondo sottomarino che esplora i piaceri terrestri. L’artista ha realizzato i pesci assecondando le forme dei legni portati dal mare. La manifestazione promossa da Isabella Tavella, direttore del Resort “Le Dune Blu” di San Ferdinando, è stata resa possibile grazie alla collaborazione dell’associazione no profit RespirArt di Pampeago (Val di Fiemme – TN), che promuove eventi artistici e culturali, attraverso il suo presidente Beatrice Calamari, presente all’avvenimento, giornalista professionista e volto noto della tv, in passato inviata speciale di trasmissioni sportive nazionali nonchè autrice del libro “I draghi del Latemar” (ed. Albatros). L’evento, patrocinato dalla Provincia di Reggio Calabria, dal Museo Mack e dalla Provincia di Crotone, ha visto la partecipazione di diverse autorità e appassionati d’arte, fra cui, Antonio Eroi, presidente del Consiglio della Provincia di Reggio Calabria, Maria Rosa Garipoli, dirigente del Settore Cultura di Palmi e responsabile della Casa della Cultura Leonida Repaci, e il giornalista Tonino Massara. Nelle foto: due simbolici scorci di mediterraneità fra sabbia e pesci al sole.


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La testuggine di Hermann, autentico fossile vivente

Incontro con Rocco Gatto, autore del libro didattico/scientifico Testudo hermanni hermanni al Dune Blu di S.Ferdinando

di Domenico Futia Team redazione rivista distrettuale 108YA, Lions Club International

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oderato dal giornalista reggino Tonino Massara si è svolto nell’anfiteatro del Resort “Le Dune Blu” di San Ferdinando l’incontro-dibattito che ha avuto come protagonista la Testuggine di Hermann, specie autoctona in Italia, simpatico e indifeso animale in passato molto diffuso nelle nostre case come animale da compagnia, ma attualmente in serio pericolo di estinzione per colpa di quei “vizi dell’uomo” che sono riconducibili all’alterazione o alla distruzione degli habitat naturali, come evidenziato da Rocco Gatto, autore del volume didattico/scientifico “Testudo hermanni hermanni”. Il libro, edito dalla Casa Editrice Rubbettino con marchio Città Calabria Edizioni, sta riscuotendo grande successo di critica e pubblico tanto da essere inserito ormai da diversi mesi nella top ten dei testi più rilevanti e più venduti in zoologia da parte di In Mondadori, mentre gli esperti di Historia Naturae recensiscono il libro come opera che ha “colmato una lacuna nella letteratura scientifico-naturalistica italiana”. L’iniziativa fa parte di una serie di eventi programmati, che hanno come oggetto tematiche artistiche, ambientali e culturali, promossi da Isabella Tavella, direttore del villaggio turistico sanferdinandese, e che ha visto come protagonisti personaggi di chiara fama internazionale quali gli artisti trentini Marco Nones (tra le sue opere ricordiamo “L’angelo in radice”, esposto dal 2004 in Vaticano, nel foyer di Sala Nervi) e Giampaolo Osele (i suoi capolavori sono stati presentati alla 54° Biennale d’Arte di Venezia) i cui gesti creativi hanno dialogato con il mare di San Ferdinando attraverso il tema “Genesi di sabbia e pesci al Sole”, performance artistica ripresa dalla Rai. Gli argomenti trattati dal dott. Rocco Gatto, appassionato naturalista, hanno destato grande interesse tra

Nelle foto: momenti di un concerto.

Nella foto: un esemplare di tartaruga appena nata..

il pubblico, ma soprattutto la curiosità dei bambini, che hanno potuto “toccare con mano” e porre numerose domande al relatore su questo splendido animale, protetto dalla Convenzione di Washington e protagonista del libro, considerato come il vertebrato terrestre più antico, un vero fossile vivente rimasto immutato dall’epoca dei dinosauri. Ricordiamo come una popolazione di questa testuggine sia presente anche in Aspromonte. Tale ceppo, particolarmente raro, è stato oggetto di approfonditi studi da parte dell’autore in considerazione delle particolari e atipiche caratteristiche morfologiche “scoperte” dallo stesso, tanto da destare molti interrogativi tra gli studiosi che non scartano addirittura l’ipotesi che questa popolazione possa costituire una nuova sottospecie. Tra le persone presenti, oltre ai già citati artisti Nones e Osele, anche la giornalista professionista e volto noto della tv Beatrice Calamari, in passato inviata speciale di trasmissioni sportive nazionali, che a conclusione del dibattito, intervistata da Tonino Massara in diretta radiofonica con Radio Touring 104, ha elogiato e ringraziato Rocco Gatto per questa sua passione nei confronti di un animale la cui protezione è strettamente legata alla conservazione degli habitat naturali. Tale mission, ha tenuto a precisare, viene perseguita anche dall’associazione no profit RespirArt di Pampeago - Val di Fiemme (TN), che promuove eventi artistici e culturali, come le installazioni dei due artisti trentini preceNella foto: l'autore Rocco Gatto e il giornalista Tonino Massara. dentemente descritte, e della quale la stessa Calamari è presidente. E’ importante sottolineare come quanto emerso dal dibattito si collega alle asserzioni di Sandro Tripepi, professore ordinario di Zoologia dell’Università della Calabria, il quale, nella prefazione del volume, ribadisce “la necessità di accrescere le conoscenze naturalistiche: da una parte esse consentono di inquadrare il territorio, valutarlo e ideare/realizzare quegli interventi necessari per una corretta gestione, dall’altra la conoscenza della biologia ed ecologia delle singole specie (è il caso del libro, indicato come punto di riferimento per tutti gli studiosi) consente di utilizzare in maniera sempre più precisa ed appropriata le specie animali e vegetali (la biodiversità) come indicatori della salute di un territorio. L’augurio è che attraverso la conoscenza e la protezione di questo bellissimo animale si protegga il suo habitat e quindi una parte consistente del territorio calabrese”.


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di Filomena Scarpati

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C’era una volta

Fortunato esordio letterario per Riccardo Carbone Il libro presentato al Polivalente di Varapodio

a qualche anno, la comunità civile varapodiese, attende una particolare pubblicazione di cui è autore Riccardo Carbone, ingegnere di professione e già docente dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Gemelli Careri” di Taurianova, da diversi anni Direttore dell’Università della Terza Età e del Tempo libero di Varapodio, autore di numerosi versi e rime soprattutto in vernacolo, finalmente esordisce con “C’era una volta”. Attesa che non è stata delusa, considerata la presentazione del libro che risale a qualche settimana fa, presso il Centro Culturale Polivalente di Varapodio a cui hanno preso parte gli abitanti del luogo, ma anche tanti provenienti da altri luoghi, mostrando notevole interesse. Un lavoro che è riuscito a suscitare parecchia curiosità, in quanto riporta fatti e personaggi che appartengono al passato di una comunità, che va dagli anni ‘40 agli anni ‘60. Spaccati di vita quotidiana raccontati in rime e versi, così come sono stati recepiti dall’autore, condivisi o meno da parenti ed amici di coloro su cui Riccardo Carbone ha posto il suo interesse. Un poemetto in vernacolo calabrese dove l’uso di versi in endecasillabo, combinati con la sestina, in rima alternata e baciata, ripropongono accadimenti che si sarebbero persi se l’autore non avesse pensato di raccoglierli in un libro. La seconda parte dell’opera è in lingua italiana e contiene sia note di carattere storico che di cronaca, così come spiega Carbone nel suo intervento, riprendendo in altra forma tutto ciò che è già riportato nella prima parte. Il tavolo dei lavori della presentazione, coordinati da Maria Rosa Ferraro, ha visto presenti persone del mondo culturale di Nella foto: un momento della cerimonia.

rilievo tra cui lo storico Natino Aloi e Giosofatto Pangallo, docente in pensione e membro della Deputazione di Storia Patria, autore di numerosi articoli pubblicati su riviste culturali di rilievo, libri di storia locale e in cantiere persino un romanzo. Da voci di corridoNella foto: Riccardo Carbone e Giosofatto Pangallo. io, questa volta Pangallo punterà la penna sul fascino delle donne. Tema insolito per un uomo di elevata cultura che rende ancor più nobile, il concetto di bellezza e attrazione che le donne esercitano sul sesso maschile. Non stiamo commentando un’opera di Giosofatto Pangallo, ma il legame d’amicizia che è soprattutto intellettivo tra i due, che porta a delineare la figura di colui che è stato per Riccardo Carbone la spinta propulsiva a rendere noto attraverso la pubblicazione, appena uno dei tanti manoscritti dell’autore di cui ne è stato presentatore ufficiale. Altra personalità di rilievo tra i presenti al tavolo dei lavori, è stato Guglielmo Rositani, Sindaco di Varapodio fino al Maggio 2012, membro del CDA della Rai e membro del CDA della Società Ponte sullo Stretto di Messina, per diverse legislature Deputato al Parlamento. Rositani ha legato i fatti raccontati nel libro ai ricordi della sua infanzia e giovinezza, tra cui l’omicidio di Attilio Simone, di nobile famiglia, avvenuto il 31 agosto del ’48 con il quale intratteneva rapporti soprattutto d’affetto. Fu proprio quel delitto e l’affetto verso il caduto sotto i colpi di pistola che lo spinsero in un certo senso ad imboccare la strada della politica attraverso la quale, migliorare le condizioni del Mezzogiorno d’Italia, territorio sul quale ancora oggi, in diversi ruoli istituzionali, continua ad essere presente. Il libro racconta quindi piccoli eventi e fatti di cronaca da cui si parte per costruire la grande storia locale, che si pone con un certo fascino ai cittadini del luogo che riportavano solo in modo verbale gli accadimenti legati a diversi decenni antecedenti ai nostri tempi. Pangallo nel suo intervento ha evidenziato la capacità dell’autore di riportare in base ai suoi ricordi, spaccati di vita agricola, artigianale, commerciale del luogo, senza tralasciare di raccontare la povertà, la cultura, l’ingegno, le ricchezze e anche l’impegno dei varapodiesi in ogni attività che contraddistingueva le realtà di allora, senza tralasciare i fatti negativi di cronaca del paese. La speranza di buona parte della cittadinanza è che Riccardo Carbone voglia lasciare in eredità attraverso altre pubblicazioni ogni sua rima o verso, affinché diventino patrimonio culturale del luogo e non beneficio di poche persone a cui l’autore ne fa dono. Come autrice di questo articolo e conoscitrice di ogni suo scritto, posso ben dire che la lettura dei suoi versi stimola una sana ilarità necessaria a dare uno stacco piacevole in un momento di riflessione su problematiche di ordine sociale e morale che affliggono l’intero globo, oltre che la comunità civile locale. Non si può evitare di menzionare la poesia scritta e declamata per l’occasione da Raffaele Virdia. La serata è terminata con un momento di convivialità con i presenti in sala. La pubblicazione, infine si ricorda, è stata patrocinata dall’Amministrazione Comunale di Varapodio.


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Ricordo sempre vivo della Seminara che fu nella memoria di Domenico Maria Managò di Giosofatto Pangallo

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olto bello, interessante ed esaustivo è il libro Nòstos. Viaggio a Seminara di Domenico Maria Managò, intellettuale poliedrico, musicista e cultore di storia patria. Si tratta di un romanzo storico, abbastanza voluminoso, ambientato nel 1784, un anno dopo il terremoto, nel territorio di quella che è stata la distrutta città di Seminara. L’autore, seminarese di nascita e ligure d’adozione, ricordando avvenimenti e circostanze tramandate oralmente e con un lungo e intelligente lavoro di ricerca, di studio e di elaborazione, ricostruisce, con puntigliosa meticolosità, la realtà tremendamente disastrata dal sisma del 1783, rivivendo, con amore filiale, momenti ed episodi, chissà quanto autobiografici, di vita vissuta. Dal racconto emergono i sani rapporti umani tra quei cittadini superstiti, legati alla propria terra d’origine, e il civile e rispettoso contesto sociale, affatto abbrutito dagli effetti nefasti di quella catastrofe. Figura centrale dell’opera è il giureconsulto napoletano Alfonso Maria Campomarino, che, spinto quasi da un ancestrale desiderio, intraprende un viaggio verso la Calabria Ultra Prima, recandosi a Seminara, dove rimane alcuni mesi: dalla seconda metà di giugno alla prima metà di novembre del 1784. La permanenza nella città, patria di sua madre, è alquanto fruttuosa, perché Alfonso vi scopre le sue radici. Il viaggio si rivela, così, un ritorno alle origini: apprende, infatti, che è nato proprio in quel centro, in una casa “solarata”, sita in contrada Calamona, dove è custodita ancora la Bibbia della mamma, con impresse le sole iniziali di Donna Giulia Clemente. Tra le macerie, le baracche di tavole, le strade dissestate, il paesaggio scombussola-

Domenico Maria Managò, Nòstos. Viaggio a Seminara (1784). TSG Edizioni, Taggia (IM) 2012.

to dalle violente scosse telluriche e i lavori per la ricostruzione più a monte della città, di cui il sisma ha “ridimensionato potenza economica e prestigio intellettuale e religioso”, nasce un tenero sentimento tra Alfonso e Adalgisa, donzella appartenente alla nobile famiglia Longo, che li porterà ad unirsi in matrimonio e a vivere un amore duraturo. Il ritorno di Alfonso a Seminara è, ovviamente, anche un ritorno per Mimmo Managò, che rivisita così mentalmente i luoghi a lui tanto cari della sua infanzia e adolescenza e che rivive momenti di vita paesana, ricordando la festa d’agosto della Madonna dei Poveri, i moltissimi tamburi, con il loro rullio martellante, i giganti e il Palio che girano per le vie del Paese. Il libro, che ha evidenti intenti didatticopedagogici, merita, sicuramente, di essere letto, e metabolizzato adeguatamente, in particolare dai seminaresi, magari da tutti, non solo da una minima parte. È questa, infatti, una buona occasione, per apprendere qualcosa di colto, di retto, che riguarda la genuina solidale convivenza, la sana solidarietà sociale, i riguardosi reciproci rapporti umani e per avere contezza dell’importanza storica del Paese, che affonda le proprie propaggini in un illustre e nobile passato, dimenticato o sconosciuto; spesso, purtroppo, a volte, con molta leggerezza vilipeso. Il volume di 546 pagine comprende quattordici capitoli, con un utilissimo glossario dei termini dialettali, un consistente corpo di note esplicative, la traduzione in italiano dei termini dialettali e una doverosa avvertenza dell’autore. L’opera suscita interesse e la sua chiarezza consente una lettura attenta, piacevole e veloce.

Il “cascione” dei sogni

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..sediamo ancora, in questa serata di mezza estate che muore, grondante sudore, come un tempo si facea, nell’aia in campagna o nel cortile delle case di ringhiera. Coi vecchi sulle sedie impagliate o su panche improvvisate, i più piccoli accovacciati e terra, qualcuno in disparte a fumare trinciato, altri più in là a guardare le stelle e gli occhi che al buio sprizzavano gioia di luce riflessa. Io me ne sto’ sdraiato sull’amaca ammirando tra le fronde gli ultimi bagliori e qualche lucciola ancora solitaria, che richiama ricordi e ferite mai cicatrizzate. A farmi compagnia oramai c’è il mio amico pennuto e anche un po’ cornutello, sa che penso ad alta voce e mi viene a sentire annuendo, ma a volte dissente con sbattiti d’ali. Avendo in tasca metalli e non più sogni, non sappiamo che farne del tempo che passa. Siamo in attesa ora della luna, ora del sole, della pioggia del freddo, sempre a lamentarci per ciò che non è. Ma stasera voglio essere folle, chiamerò per cellulare e non più con un “ambasciata” l’amico falegname che si è dovuto adattare a vendere altro e non più finestre aggiustate. Con una scusa banale lo farò venire nel mio orticello, e gli commissionerò un grande “cascione”, una

di Luigi Maggiore Florio

di quelle cassapanche di legno che una volta era in uso riempir di provviste per i tempi di magro... poi inviterò tutti i miei amici, che quando li chiamo accorrono subito pensando di trovare la mia tavola imbandita...e ad ognuno di loro proporrò di scrivere su di un foglio il loro sogno. E dentro la cassa deporremo tutti i fogliettini. Il merlo annuisce dall’alto del suo scranno osserva i pensieri d’un folle. Abbiamo passato assieme un inverno, una primavera e quasi anche un estate. Nel frattempo mi sono istruito, ho imparato a leggere, scrivere e contare fino al numero tre, più in là non mi è concesso. Però ho appreso a meditare, a discutere, a soffrire con gli altri i nostri dolori. Non abbiamo speranza per un futuro migliore. Dove sono i nostri vent’anni, gli ideali, le attese, le mille pretese di un futuro tutto nostro da edificare? Avevamo il sorriso, e gioivamo per poco, volevamo l’infinito e ci siamo scottati col fuoco. I nostri figli son vuoti, non hanno cassetti, vivono d'infiniti parlando col nulla. Noi volevamo la luna, aspiravamo all'essere ed anche all'avere. Un poco l'abbiamo ottenuto, ma altri non avranno il dovuto. Questo è il rammarico per quelli che verranno, se dal “cascione” non faremo uscire certezze da donare al domani.


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L’orchestra “Barlaam” di Seminara sul podio più alto di Luigi Cordova

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’Orchestra “Barlaam”, composta dagli alunni frequentanti il Corso di Strumento Musicale dei plessi: Barlaam di Seminara e Zagari di Palmi. Nasce presso l’ex I.C.S. “Barlaam” di Seminara – Melicuccà nell’anno scolastico 2002/2003 quando ha avuto luogo il corso ad indirizzo musicale. Durante gli anni l’orchestra ha avuto modo di crescere all’interno della propria scuola, partecipando ad ogni manifestazione che veniva organizzata secondo le occasioni e nei saggi di Natale e di fine anno. Successivamente inizia a distinguersi partecipando a vari concorsi. Essa è formata dagli alunni delle tre classi, quali: arpisti, clarinettisti, pianisti e violinisti ovvero dai quattro strumenti che costituiscono il corso di strumento musicale. Gli insegnanti che contribuiscono alla preparazione dell’orchestra sono: Mariagrazia Polimeni, docente di Arpa; Bruno Zema e Fabio Adrianò, docenti di Clarinetto; Claudia Morabito, docente di Pianoforte; Marioluca Popa Mare, docente di Violino. Quest’anno l’orchestra “Barlaam” dell’I.C.S. “De Zerbi-Milone” di Palmi, ha ottenuto il 1° premio col punteggio di 98/100 all’11° Concorso Nazionale di Musica per le Scuole A.M.A. Calabria, che si è svolto il 30 maggio a Lamezia Terme e il giorno dopo, il 1° premio con 95/100, all’11° edizione Concorso Musicale Nazionale “Danilo Cipolla” di Cetraro. L’orchestra diretta dal prof. Maestro Bruno Zema, docente e coordinatore del corso di Strumento Musicale. Il programma musicale di elevato spessore culturale con il quale la “Barlaam” si è confrontata con le diverse orchestre partecipanti nei vari concorsi, si è basato sulla ricorrenza del bicentenario della nascita di due giganti della musica operistica di tutti i tempi, entrambi nati nel 1813: Giuseppe Verdi e Richard Wagner con i brani: “La donna è mobile” da Rigoletto e “Di quella pira” da Trovatore (Verdi); “Il coro dei Pellegrini” da Thannauser e “Matrosenchor” dall’Olandese Volante (Wagner), arrangiati e orchestrati magistralmente dal M° Bruno Zema. L’orchestra è composta dagli Arpisti: Maria Teresa Ascrizzi, Giuseppina Campagna, Ylenia Dimasi, Ginevra Gangemi, Chiara Misale, Michele Pellegrino, Davide Romeo, Carmelita Scicchitano, Camelia Teleasa, Rebecca Viola; i Clarinettisti: Christian Attisano, Rossana Bruzzese, Melania Campagna, Paola Campagna, Davide Calzona, Alessandro Celi, Rosaria Ditto, Maria Pia Ianni, Francesca Laganà, Diego Ligato, Ivan Melara, Con-

Nella foto: un'esibizione dell'Orchestra "Barlaam".

cetta Pellegrino, Giovanna Riotto, Giuseppe Saccà; i Pianisti: Antonio Brisindi, Christian Castagnella, Teresiana Di Donato, Matteo Gangemi, Maria Garzo, Marco Iannì, Maria Teresa Laganà, Antonino Lovecchio, Antonio Magazzù, Ester Marino, Nicolas Putrino, Sarah Maria Tripodi, Gabriele Zerbonia; i Violinisti: Sabrina Carbone, Michele Garzo, Annunziata Laganà, Sofia Lo Cascio, Andrea Pisanelli, Fortunata Turri, Mattia Zerbonia. I giovani musicisti della “Barlaam”, negli stessi giorni sono stati ancora protagonisti nelle varie sezione di entrambi i concorsi. Concorso di Lamezia Terme: sez. solisti: classe di Arpa: Camelia Teleasa I° premio, Ginevra Gangemi 2° premio, Giuseppina Campagna 3° premio, Chiara Misale 3° premio; classe di Pianoforte: Christian Castagnella 2° premio, Ester Marino 3° premio; classe di Violino: Michele Garzo 3°, Mattia Zerbonia 3°premio; sez. duo: classe di Arpa: Ylenia Dimasi/ Ginevra Gangemi 1° premio; classe di Pianoforte: Michael Sgrò/ Daniele Valente 2° premio, Ilenia Fontana/ Teresa Pansera 3° premio, Veronica Riso/ Irene Rizzitano 3° premio, Matteo Gangemi/ Antonio Magazzù 3° premio, Antonino Lovecchio/ Gabriele Zerbonia 3° premio, Maria Garzo/ Marco Iannì 3° premio; sez. musica da camera: classe di Clarinetto: Sestetto formato da Giuseppe Saccà, Giovanna Riotto, Davide Calzona, Melania Campagna, Alessandro Celi, Christian Attisano: 2° premio. Concorso di Cetraro: sez. solisti: classe di Arpa: Camelia Teleasa I° premio, Ginevra Gangemi 2° premio, Campagna Giuseppina 2° premio, Chiara Misale 2° premio; classe di Pianoforte: Christian Castagnella 1° premio, Ester Marino 2° premio; classe di Violino: Michele Garzo 1°, Mattia Zerbonia 1° premio; sez. duo: classe di Arpa: Ylenia Dimasi/ Ginevra Gangemi 2° premio; classe di Pianoforte: Matteo

I premi ottenuti nei vari anni dall’Orchestra “Barlaam”: Nell’ a.s. 2008/09ha ottenuto: - il 2° premio con 90/100 al Concorso Città di Paola; - il 2° premio con 93/100 al Concorso Città di Cetraro; - il 1° premio con 95/100 al Concorso Città di Laureana di Borrello; - il 1° premio Assoluto con 100/100 al Concorso A.M.A. Calabria di Lamezia Terme. Nell’ a.s. 2009/10 ha ottenuto: - il 1° premio con 97/100 al Concorso Città di Laureana di Borrello; - il 1° premio con 95/100 al Concorso Città di Cetraro; - il 2° premio con 95/100 al Concorso Benintende di Reggio Calabria. Nell’ a.s. 2010/11 ha ottenuto: - il 1° premio con 98/100 al Concorso A.M.A. Calabria di Lamezia Terme; - il 1° premio Assoluto con 98/100 al Concorso “Euterpe” di Corato-Bari. Nell’ a.s. 2011/12 ha ottenuto: - il 2° premio con 82/100 al Concorso A.M.A. Calabria di Lamezia Terme. - Nell’ a.s. 2012/13 ha ottenuto: - il 1° premio con 98/100 al Concorso A.M.A. Calabria di Lamezia Terme il 30 maggio u.s.; - il 1° premio con 96/100 al Concorso Città di Cetraro il 31 maggio u.s. a partecipato altresì,alla Settimana Nazionale della Musica a scuola, che si è svolta a Vibo Marina il 06 maggio 2013.

Gangemi/ Antonio Magazzù 1° premio, Michael Sgrò/ Daniele Valente 2° premio, Ilenia Fontana / Teresa Pansera 2° premio, Veronica Riso/ Irene Rizzitano 2° premio, Antonino Lovecchio/ Gabriele Zerbonia 2° premio, Maria Garzo/ Marco Ianni 2° premio; sez. musica da camera: classe di Clarinetto: Sestetto formato da Giuseppe Saccà, Giovanna Riotto, Davide Calzona, Melania Campagna, Alessandro Celi, Christian Attisano: 1° premio.


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Successo per il saggio-concerto di fine anno dell’associazione musicale “Musica e Armonia” di Mara Cannatà

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ella splendida cornice le eterogeneo e popolare, eseguito con una dell’ Anfiteatro Comuna- performance straordinaria, valorizzando il le di Polistena, lo scorso risultato del percorso di studio ed evidensette luglio si è tenuto il ziando le capacità dei cantanti e dei musisecondo saggio/concerto di fine anno dei cisti di pianoforte, clarinetto, flauto, chicorsi musicali dell’Associazione “Musi- tarra, violino, basso e batteria. La serata ha ca e Armonia” con sede nella provinciale avuto inizio alle 21.00 e si è protratta fino Polistena-Taurianova. Il primo spetta- alla mezzanotte. Gli allievi hanno suonacolo si era tenuto il 22 giugno presso il to e cantato brani coinvolgenti, vibranti, dinamici, ritmati, Salone delle feste di cantanti famosi di Polistena. In moderni e conquella occasione temporanei come i numerosi ospiti Valerio Scanu, Mia sono stati deliziati Martini, Raffaelgrazie all’esecula Carra’, Adele, zioni strumentali Modà, Nada, Avion e vocali, con illuTravel e Anna Oxa. stri opere di autoOltre l’entusiari come Mozart, smo, il pubblico Donizzetti, Ernani, presente è stato Clementi, Einaudi, spesso sorpreso Bellini, Montecchi, dalla tenera età di Fugazza, Magnani, molti partecipanti i Beethoven e Baquali erano piccoli stian. La serata di ma estemamente luglio, dove anche talentuosi. Al terin questa occasiomine del concerto ne il pubblico ha tanti applausi, i partecipato gratuicomplimenti e la tamente ha potuto consegna della perapprezzare tutto il gamena a tutti gli repertorio musica- Nella foto: il Maestro Giuseppe Pugliese

Foto di gruppo dei partecipanti alla manifestazione.

Nella foto: Thekla De Marco.

allievi per l’apprezzata esibizione e la promessa, da parte del direttore artistico il M° Giuseppe Pugliese unitamente al presidente Dott. Claudio Pugliese, di ripetere negli anni a venire questo straordinario evento musicale.


La Divina Commedia di Dante Alighieri in Musical

Gli alunni della De Zerbi rivisitano l’adattamento di De Santis di Raffaella Condello

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rande successo di pubblico ha riscosso, a Palmi, il musical sulla Divina Commedia interpretato dagli alunni della scuola secondaria dell’Istituto Comprensivo De Zerbi – Milone diretti dalla professoressa Raffaela Condello che ne ha curato la regia, le coreografie e le scenografie della manifestazione in base alla versione di Oreste De Santis, un regista napoletano autore di testi e musiche della trasposizione teatrale. L’opera maggiore di Dante Alighieri, una delle più celebri e rilevanti dell’intera tradizione letteraria mondiale, descrive il lungo viaggio ultraterreno che Dante avrebbe compiuto in occasione della Pasqua del 1300, è stata messa in scena nella serata di venerdì 5 luglio presso la Casa della Cultura di Palmi ad opera dei ragazzi della 2B e 1C della scuola media. Il personaggio principale, Dante, ha interpretato bene tutto il viaggio di redenzione del poeta, sempre accompagnato dal maestro fidato, Virgilio, fino al monte del Purgatorio, là dove si purificano le anime in attesa di salire in Paradiso. Qui, a compimento del personale percorso di ascesi, guidati da Beatrice e, nella parte finale, nell’Empireo, dal mistico S. Bernardo, hanno concluso con la parte ineffabile relativa alla contemplazione di Dio. Tra musical e satira il pubblico ha sottolineato con applausi e risate, la preparazione, la bravura, la spontaneità, la semplicità dell’interpretazione dei ragazzi fortemente interessati all’esperienza formativa coin-

volti dalla loro docente di lettere. Ospiti della serata, oltre ai genitori e agli insegnanti dei ragazzi protagonisti del musical, è stato il sindaco della città, Giovanni Barone, e altre autorità cittadine che si sono congratulati con i protagonisti della serata e in particolare per l’ impegno profuso coinvolgendo il pubblico con la loro “forza trascinante”. Un plauso è andato, inoltre, alla loro docente, che pur tra mille difficoltà ha portato con fermezza lo spettacolo fino alla fine.

Nelle foto: momenti della rappresentazione ispirata dalla rivisitazione dell'Opera Dantesca.


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Palestrati sogni di gloria Body Builders sugli scudi in Calabria grazie alla passione di Roberto Pepe

di Carmen Ieracitano

e detentore, tra gli altri di un titolo europeo e di ben due mondiali IFBA, nel 2005 e nel 2006 a Las Vegas. Ed è l’America, e con essa il titolo più ambito di sempre da ogni body builder del pianeta, a ritornare nelle parole di Umberto Montalto che intende concludere la sua carriera con la partecipazione l’anno prossimo al prestigiosissimo Mister Olympia di Los Angeles. Per un campione che lascia, nuove leve crescono, anche qui nella nostra Piana. Un territorio ben più fertile di quanto si creda nel settore, grazie anche all’impegno di allenatori e organizzatori di eventi quali Roberto Pepe e Francesco Denardo, ideatori del Gran Prix Life di Polistena, competizione del genere a più categorie, giunta quest’anno alla quarta edizione, che ha visto trionfare Nella foto: la vittoria di Giosuè Fondacaro al gran Prix Life. nella categoria body fashion il giovane cittanovese Giosuè Fondacaro, anche lui già e la maggior parte della po- detentore di diversi premi, che in proposito dichiara: “È stata davvero tosta, c’erano atleti polazione si limita a correre meritevoli di tutta l’ Italia e salire su quel podio mi ha messo i brividi, è stata un emozione in palestra a maggio c’è an- grandissima e dopo tutti i sacrifici è stato un bel compenso per ricredere nuovamente in che chi della forma fisica ha me stesso e sulla mia prestanza fisica. Le gare ti fanno vivere emozioni uniche, ti metti fatto uno stile di vita e, in qualche caso, in gioco e dai tutto te stesso per essere il migliore”. Non manca una promessa nostrana addirittura una professione. La diffusione neanche nel femminile, la statuaria polistenese Sarah Fida, arrivata seconda solo alla padel body building, (letteralmente: costru- lermitana Jessica Milone, ma comunque soddisfatta del risultato ottenuto, come lei stessa zione del corpo) fa sempre più proseliti dice, “dopo mesi di duro allenamento abbinato a una dieta ferrea che non lascia spazio ovunque e non più solo tra gli uomini. a sgarri di sorta, sono felicissima”. L’allenatore di entrambi e organizzatore dell’evento Sono infatti sempre di più le ragazze che Roberto Pepe dice: “Non credo che sia possibile raggiungere la perfezione assoluta in hanno capito che tramite l’esercizio con i una qualsiasi cosa terrena, e di certo ancor meno io con le mie umili risorse. L’unica cosa pesi si possono modellare le forme a pia- che mi ha accompagnato è stato il cuore, per far sì che l’evento Life potesse essere per cimento senza necessariamente arrivare a tutti un momento da non dimenticare. Ho lasciato lavoro e casa per far sì che il Life poperdere in femminilità. E anche la Calabria tesse arrivare nella testa e nel cuore di tutti e se il 20 luglio nel profondo sud sono arrivati e la Piana di Gioia Tauro hanno i propri 103 atleti forse questo mio sacrificio ne è valso la pena, confesso che non me lo aspettavo campioni in questo settore. Il 13 luglio a ma me lo auguravo. Ricevere critiche mi dà la possibilità di migliorarmi, l’unica cosa Cittanova, in occasione del saggio annua- che chiedo, se devo essere criticato, è che sia per costruire qualcosa di migliore non per le, la palestra Real Sport (ex Arabesque) denigrare. Tutti siamo impeccabili a trovare i difetti altrui ma sono veramente in pochi di Patrizia Iamundo ha portato sul palco a trovare soluzioni. Se fossi stato un mago avrei reso il Viale Italia un Paradiso ma sono un ospite d’eccezione: il pluri-campione solo un uomo è ho cercato di renderlo almeno casa vostra. Grazie di cuore e vi aspetto il Umberto Montalto, di origini coriglianesi 19 luglio 2014 perchè io ci sto già lavorando”.

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Ciclismo: Memorial Pantani anno XII

Morina sugli scudi

al culmine di una volata ristretta tra sei corridori in fuga già da alcuni giri. La corsa, come sempre è stata caratterizzata da continui tentativi di fuga, quasi sempre rintuzzati dal gruppo che non lasciava spazio a nessun atleta. Solo a pochi giri dalla fine, riusciva il tentativo di fuga con un gruppo eterogeneo di atleti che poi si è concretizzato, in un manipolo di sei corridori, tra cui Morina. I sei, con una percussione impressionante riuscivano a frapporre fra loro e il gruppo un margine considerevole di vantaggio che consentiva loro di preparare i giochi per il finale di gara nel quale Morina, dopo una lunghissima volata, aiutato tra l’altro da alcuni compagni di squadra, tagliava vittorioso il traguardo. Un plauso, comunque, va fatto a tutti i 104 partecipanti alla corsa, i quali hanno animato la gara dal primo all’ultimo giro con una serie di duelli e generosa ricerca della prestazione che hanno dato smalto e sale alla manifestazione. Positiva ancora una volta l’organizzazione che si è profusa affinché tutto si svolgesse in sicurezza e che ha assicurato una calorosa accoglienza anche ai numerosi accompagnatori e supporter al seguito degli atleti. Importante sottolineare, l’apporto collaborativo delle forze dell’ordine: Polizia di Stato, Comando dei Vigili Urbani di Taurianova e l’Associazione ANPANA con i suoi volontari sempre presenti e coloro che hanno contribuito a far vivere ancora una volta una giornata di grande ciclismo a Taurianova.

Guida una fuga a sei nel finale e vince in volata di Italo Rossi

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ntonino Morina, corridore siciliano dell’ASD TEAM CELERTRASPORTI, si è aggiudicato il 12° Trofeo “Città di Taurianova” Memorial Marco Pantani, disputatosi Domenica 7 Luglio 2013 sulle strade del circuito cittadino taurianovese, ormai divenuto appuntamento cult per moltissimi amatori del ciclismo che sulle strade della cittadina pianigiana sempre più numerosi, anno dopo anno, si confrontano in una competizione, resa dura dal caldo estivo, e che assume i toni epici del ciclismo d’altri tempi, fatto di fatica e di sudore, inseguendo l’arcobaleno del sogno della vittoria in una gara che si sviluppa attraverso una serie di passaggi che rendono il tracciato misto, non certamente facile, e tale da imporre ai migliori, doti poliedriche nella gestione della corsa. Morina, dopo quasi 70 km di gara, ha battuto in volata il corridore di casa, Salvatore Carpano dell’ASD Imbalcart – Pane & Fantasia Taurianova e Giovanni Miloro dell’ASD Cicli Ilario,


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La Decorata Cornice della Piana Gambarie - Materazzelli - Rifugio Canovai - Cascate Forgiarelle Cascata Palmarello

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Cascate Forgiarelle (Foto Diego Demaio).

vvertenza: per raggiungere le due incantevoli cascate, ricadenti nell’area protetta attorno al Rifugio Canovai, occorre contattare anticipatamente il Corpo Forestale dello Stato di Basilicò (tel.0965/743020) onde ricevere la necessaria autorizzazione scritta (gratuita) per il programmato accesso delle autovetture sulla strada Materazzelli-Canovai. Questo decimo itinerario, stavolta esclusivamente naturalistico, sarà analogo al precedente sino alla località Materazzelli, per noi pianigiani facilmente raggiungibile salendo ancora da Gambarie. Superata quindi la nota stazione turistica si arriverà, procedendo di poco sulla 183, a Fragolara dove, nel bivio del torrente Listi, si curverà a sinistra per proseguire sempre dritto (trascurando l’unica deviazione a destra per la Diga sul Menta) sino ai 1825 m. della radura di Materazzelli, contraddistinta da una diruta casetta rosa alla sinistra della digressione che poi porterà al Rifugio Canovai. E’opportuno evidenziare che geomorfologicamente l’interessantissimo sito raggiunto, di poco sottostante all’attiguo Montalto, rappresenta il nodo orografico dell’Aspromonte dal quale si dipartono a raggiera, scendendo sino al mare, i quattro speroni di Capo Spartivento, di Capo dell’Armi, di Punta Pellaro e della Rocca di Scilla ai quali andrebbero aggiunte, secondo alcuni studiosi, anche le costolature di Capo Bruzzano, di Bova Marina e quella di Punta Pezzo sullo Stretto di Messina. Lasciato l’aprico pianoro ed imboccata la deviazione a destra, grazie all’apertura della prima sbarra da parte dei disponibili agenti del Corpo Forestale appositamente intervenuti, si incomincerà a declinare (superando anche un cancello) verso i 1354 m. del grande Rifugio Canovai che verrà raggiunto dopo 8,5 km. di strada in gran parte asfaltata. Il ben tenuto edificio è quello che rimane dell’omonimo villaggio nato negli anni Cinquanta come base logistica di aziende boschive. Parcheggiata la macchina si inizierà, obbligatoriamente a piedi e calzando idonee scarpe di gomma, la facile escursione verso le cascate lungo il largo ed ombroso sentiero che costeggia la destra orografica del torrente Ferraina. Percorso all’incirca un chilometro si incontrerà un bivietto per andare a sinistra e giungere, coprendone quasi un altro, in un’ampia piazzola dove termina lo sterrato. Il panora-

ma che si godrà da questo ennesimo “balcone” d’Aspromonte sarà a dir poco meraviglioso! Dal sempre dominante Montalto alla vetta di “Croce di Dio sia lodato”, dall’aguzzo Puntone Galera (dove nidifica la magnifica Aquila del Bonelli) alla selvaggia Vallata del Ferraina e dell’Aposcipo, tutto si rivelerà di una incomparabile bellezza. Da qui si scenderà su uno stretto e ben visibile camminamento, contraddistinto da un enorme pino laricio e da alcuni grandi roveri, ricavato sul costone e reso abbastanza agevole da provvidenziali corrimano e gradoni. Superati questi ultimi, improvvisamente, appariranno nella loro singolare ed elegante architettura le stupende Cascate Forgiarelle, formate dalle spumeggianti acque del torrente Ferraina. Gli scroscianti salti superiori si riversano in una grande pozza (stagione permettendo balneabile nonostante i quasi 1200 m. di altitudine) dai colori cangianti, per poi scivolare nella sottostante parete rocciosa. Dopo la gratificante sosta, dedicata ovviamente anche allo scatto di artistiche foto, si tornerà sulla piazzola per puntare (nel sentirsi ancora in grado di intraprendere un ulteriore e non tanto facile camminamento) verso lo spoglio cocuzzolo alla destra del largo sentiero, che proviene da Canovai e già interamente percorso. Raggiunta la tondeggiante sommità si domineranno, da una straordinaria prospettiva, il Ferraina e l’Aposcipo separati tra di loro da un crinale roccioso. Incominciando a scendere verso l’inizio di questo si scorgerà un vecchio stazzo costruito con muri a secco e con il tetto di lamiera. Raggiunto zigzagando il basso ricovero di pastori si inizierà a percorrere il sottile crinale ormai in “equilibrio” tra le valli del torrente Ferraina a sinistra e quella del torrente Aposcipo a destra. Nel procedere su di esso si ascolterà la ”voce” di quest’ultimo corso d’acqua che a poco a poco “svelerà” anche, fedele al toponimo che vuol dire appunto “luogo non celato” o “non nascosto”, la cascata Palmarello. Questa, a differenza delle Maesano e delle Forgiarelle, è costituita da un unico grande salto, di quasi 80 m., che la pone come la più alta d’Aspromonte. Portato a termine il lungo e stretto camminamento sulla “cresta” della cruda roccia si giungerà quasi alla fine di questo per voltarsi ed “incantare” al cospetto della spettacolare cascata, incorniciata in un pittoresco contesto assolutamente inalterato dalla mano dell’uomo. Si sconsiglia, per prudenza, la discesa alla sottostante pozza che è riservata ad escursionisti esperti ed adeguatamente attrezzati. Conclusa la contemplazione tra inevitabili e profonde riflessioni sulla bellezza del Creato si ripercorrerà l’esposto crinale, ripassando dallo stazzo e risalendo il retrostante pendio, per tornare sulla panoramica piazzola e quindi al Rifugio Canovai. Da qui, dopo aver stazionato nell’annessa area picnic per consumare una buona colazione e recuperare le energie profuse, si riprenderà la macchina per raggiungere Materazzelli e ritornare, sempre da Gambarie, nella nostra Piana. Cascata Palmarello (Foto Diego Demaio).

di Diego Demaio


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Polistena (RC)


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