Corriere della piana - n.20

Page 1

Periodico d’informazione della Piana del Tauro, nuova serie, n° 20, Aprile 2014 - Registrazione Tribunale di Palmi n° 85 del 16.04.1999

solo € 1,5 0

Ricordo di Pino Terranova

UIL Scuola

a congresso

La Santificazione di due grandi Papi Costruiamo l'Unione Europea

Correva l'anno... 1994


Piazza Italia, 15 89029 Taurianova (RC) tel. e fax 0966 643663


Corriere della Piana del 30 Aprile 2014

sommario

Riceviamo e pubblichiamo Gentile Direttore, in allegato il calendario dei prossimi appuntamenti culturali dell'Associazione LIBRArsi

Corriere della Piana

4

Raffaele Leuzzi

Editoriale Occasione da non sprecare

Periodico di politica, attualità e costume della Piana del Tauro

5

Agricoltura, quale futuro?

Direttore Responsabile: Luigi Mamone Vice Direttore: Filomena Scarpati Lettering: Francesco Di Masi

7

25

Le "sette parole dell'agonia"

Far rinascere l'idea di Europa

26

Concerto della Passione

Scenari confusi su fiumi tempestosi

27

"Tra crisi e diritti umani"

Cosi è, se vi pare

28

Il presepe Pasquale

Correva l'anno ... 1994

29

L'Istituto Monteleone Pascoli sulla "Nave della legalità"

30

Rapito dalla Bellezza

31

Paolucci vola ancora

32

One rose, one book

Hanno collaborato a questo numero: Silvestro Giacoppo, Minou Megali, Mina Raso, Angiolo Pellegrini, Francesco Di Masi, Francesca Carpinelli, Girolamo Agostino, Anna Rotundo, Pasquale Puntillo, Adamo De Ducy Giusanna Di Masi, Carmen Lacquaniti, Caterina Sorbara, Carmen Ieracitano, Diego Demaio. Foto: Diego Demaio, Free's Tanaka Press, Girolamo Agostino, Giuseppe Daniele Grafica e impaginazione:

Copertina: Concept by Free's Tanaka Press Stampa: litotipografia Franco Colarco Resp. Marketing: Luigi Cordova cell. 339 7871785 - 389 8072802 cordovaluigi@alice.it - locordova@libero.it Editore Circolo MCL “Don Pietro Franco” Via B. Croce, 1 89029 - Taurianova (RC) corrieredellapiana@libero.it La collaborazione al giornale è libera e gratuita. Gli articoli, anche se non pubblicati, non saranno restituiti. Chiuso per l’impaginazione il 20-05-2014

Visit us on

Facebook

8 9

10 12

13

Fedeli al movimento e leali verso Silvio

14

Il crimine organizzato

15

16 17

Quando avevamo diciotto anni... "UIL Scuola" a congresso Chiara e Martina, continua il successo

18

Un pezzo della nostra vita

20

Poster: Giganti di Santità

24

Commemorazione e confermazione

L'impatto delle nuove tecnologie

33

San Giorgio... il mitico paese dei Morgeti

34

Cultura e arte nel legno

35

Inaugurato il Museo dell'Antica Medma

36

Dal Calesse al Landeau

37

Nobraino in tour

38

La decorata cornice della Piana

3


Editoriale

4

Le elezioni per il rinnovo del parlamento Europeo di Luigi Mamone

Occasione da non sprecare

Per costruire veramente una Unione Europea non virtuale né pangermanica

L

e elezioni per il rinnovo del parlamento europeo e la gravissima crisi internazionale “di Sistema” che ha messo in ginocchio l’economia di molti paesi europei, compresa l’Italia, ha fatto sorgere molti dubbi e perplessità sul concetto stesso del valore attuale dell’Unione Europea e sulla necessità di restare nell’area monetaria dell’Euro. Molti politici, da Berlusconi a Grillo, agli esponenti della Lega Nord dichiarano con proclami di vario genere e spessore di voler uscire dall’area dell’Euro per tornare alla lira. A prescindere da ciò appare assolutamente irrealizzabile dopo più di 14 anni di moneta unica – giusta o avventata che sia stata la modalità italiana di ingresso nell’area euro - e senza più un Istituto Bancario Nazionale in condizione di battere moneta la possibilità di abbandonare l’Euro. Semmai andrebbero calmierati i prezzi- anche con una politica di rigorosissimo controllo dei cartelli e delle spinte speculative - per far si che il costo della vita diventi più sopportabile e che la pressione fiscale possa essere fatta diminuire. Ciò detto, il futuro dell’Europa come Unione Politica e Federale di Stati, che diano vita ad una unica nazione, appare ancora un obiettivo da raggiungere. A parte la moneta Unica (e non per tutti) il parlamento europeo che appare solo un enorme carrozzone burocratico controllato da un gotha di Banche, banchieri, cartelli assicurativi e multinazionali e per il resto assolutamente distante dalla percezione delle varie realtà degli Stati membri, che sono diverse, per cultura, tradizioni, lingua e legislazioni. Basti dire per comprendere come questa Europa sia un'entità ancora da costruire - con un paragone calcistico che non appare fuori luogo – che non esiste una nazionale di calcio Europea. Ci sono le tante nazionali dei vari stati membri ma non quella dell’Europa! Viceversa gli USA hanno una sola nazionale che partecipa al mondiale in rappresentanza degli Stati Uniti e non 52 diverse squadre in rappresentanza di ognuno degli stati della federazione. Pertanto è un lavoro ancora lungo e arduo. L’attuale generazione – ormai all’occaso, non potrà compierlo. Sarà

pertanto compito dei giovani dell’attuale generazione di continuare a lavorare per far si che il sogno dell’Europa Unita, quello che appartenne ad Altiero Spinelli, a Robert Schumann e a Gaetano Martino e che con i primi trattati d’area nei lontani anni ’60 portò al sorgere delle Comunità Europee – CEE , CECA, Euratom- prosegua e vada a compimento. I giovani di ogni regione d’Europa ( si, regione, e non più Stato ) dovranno far si che si cominci veramente a essere europei , pensando ed esprimendosi da Europei e non più solo da Italiani o francesi o tedeschi o greci . I giovani dovranno con il loro esempio e con lo scambio di idee, culture ed esperienze essere posti nelle condizioni di avere l’orgoglio di dichiarare “sono Europeo”. In questa prospettiva sarà necessario che si superino le divisioni che derivano dalla lingua, dai cicli di studi, dalle legislazioni nazionali, dalle spinte nazionalistiche che in nome di ideologie superate dal tempo e condannate dalla storia o di asfittiche proiezioni economiche “assai <domestiche> “ penalizzino l’idea unitaria o la utilizzino secondo la convenienza del momento lasciando alcuni stati membri in difficoltà e in affanno, come accade per l’Italia lasciata sola a sostenere il costo del soccorso, dell’accoglienza e della solidarietà alle migliaia di profughi africani che attraversano il mediterraneo e si dirigono verso le coste italiane. Porta d’ingresso ad un mondo per loro nuovo - ma troppo spesso arido e incapace di aprire le proprie porte ai reietti e ai disperati. Ancora privilegiando l’individualismo, il neocapitalismo di matrice becero liberista e le strategie di sopraffazione economica. La nuova Europa dovrà essere unita ma soprattutto dovrà essere “UNA” e dovrà fondarsi sui sempre attuali ideali illuministici della libertà dell’uguaglianza e della democrazia e sui valori eterni - cattolici o laici non v’è differenza – della solidarietà e dell’aiuto verso il debole, il bisognoso e il povero. Questa – riteniamo – è la "mission" che tutti i giovani dell’Europa dovrebbero abbracciare per far si che l’attuale unione geopolitica – assolutamente non compiuta – diventi realtà.

«Giovani abbracciate

la missione di concretizzare finalmente l'Unione Europea!»


5

La Coldiretti si interroga a Catanzaro di Luigi Ottavio Cordova

Agricoltura, quale futuro ?

O

ltre 4000 persone hanno partecipato alla manifestazione indetta dalla Coldiretti Calabria a Catanzaro, Il 29 aprile, per sostenere le proposte di rilancio dell’agricoltura nella nostra regione. Nel capoluogo calabrese sono giunti più di settanta pullman provenienti da tutte le province, 114 Sindaci con i gonfaloni e circa 70 trattori che hanno poi sfilato, pacificamente, nel centro cittadino facendo sfoggio delle bandiere gialle della Coldiretti, simbolo caro a tantissimi agricoltori italiani. Dopo tante stagioni di attese e delusioni, il vertice rePartecipanti alla manifestazione gionale dell’associazione ha deciso di mostrare la propria forza scendendo in piazza e le vie cittadine per portare avanti le della Caritas). Situazione nota a tutto il mondo ma che ancora non ha trovato soluproprie sacrosante rivendicazione di settore, che zione malgrado la costante e perpetua invocazione di aiuto rivolta da Mons. Franmalgrado le attuali fasi di congiuntura, servono cesco Milito, Vescovo della Diocesi Oppido-Palmi, al mondo politico nazionale e a presentare una serie di proposte concrete e Transnazionale, alla Regione Calabria ed agli Enti locali, che ha trovato solo i due reali per poter dare nuova linfa ad un mondo Comuni interessati San Ferdinando e Rosarno ad occuparsi di questa faraonica ed che continua a rappresentare per la nostra regio- irreale forma di disastro dell’umanità . Malgrado tutto la Coldiretti ha chiesto più ne uno dei pochi fattori di positività per il PIL . volte di non lasciare solo questo territorio e ha più volte sottolineato con manifeCerto non si può e non si deve restare impotenti stazioni e documenti la necessità primaria di elevare la percentuale di succo nelle di fronte a stime di disoccupazione che vedeva- bibite dal 12 al 20 % trovando sempre un muro di ostilità nelle lobby economiche no coinvolto il nostro territorio con percentuali del nord europa e di far arrivare fondi europei per il rinnovamento strutturale delle che superano il 50% della forza lavoro. Partendo aziende agricole. Anche a Catanzaro sono giunti da Rosarno centinaia di persone dal dato drammatico della piana di Rosarno, già e tanti quintali di arance bionde sono stati spremuti e distribuiti nei gazebo siti profondamente addolorata per quanto accadu- in piazza, durante la manifestazione che ha visto presenti molti politici, tra i quato con la rivolta degli extra comunitari che ha li il sindaco di Catanzaro, dottore Sergio Abramo, la commissaria della Provincia portato una gravissima crisi, con una più accen- di Catanzaro Wanda Ferro ed il Presidente dell’ANCI regionale Peppino Vallone, che sono intervenuti sul palco prima dell’intervento conclusivo di Pietro Molinaro, Presidente regionale Coldiretti. In sintesi Molinaro ha chiesto più attenzione all’attuale Giunta ed al Consiglio Regionale e guardando oltre, si è rivolto anche a quelli che verranno (ormai si da per scontato che a novembre si dovrebbe andare al voto) sull’assestamento di bilancio, il collegato agricolo e le norme che mancano da quattro anni ed un pieno utilizzo dei fondi comunitari per creare sviluppo economico reale e concreto e non semplici promesse elettorali, facendo presente che gli agricoltori calabresi non chiedono elemosine ma rivendicano rispetto e soluzioni concrete per un settore che ha a ridosso una grande tradizione alle spalle e che rappresenta uno dei fattori cardine dello sviluppo al pari del turismo e dei giacimenti culturali, altri fattori sostenibili, assieme ai prodotti dell’agroalimentare per una Regione che attende da Stand distribuzione e degustazione spremute di arance decine di anni di uscire dalle zone del sottosviluppo, visto che Iddio ci ha dato un patrimonio naturale tuata insostenibilità di coprire la più imponente che poche Regioni hanno ma che le strette creditizie e i rigidi dettami dei regolamanovalanza bracciantile con offerte di posti di menti comunitari rendano difficilmente fruibili, favorendo di fatto l’economie forti lavoro, viste le migliaia di presenze di stranieri anglo-tedesche e impedendo la integrazione dei 28 paesi della Comunità Europea. che giungono dall’Africa, quasi giornalmente, e dai paesi dell’est europeo, costretti a lasciare i propri paesi di origine, causa guerre o profonde crisi economiche che soffocano le zone di provenienza (basta guardare la “famigerata tendopoli” di San Ferdinando, dove in condizioni disumane ed insalubri vivono più di mille persone in parte nelle tende ed in parte in baracche di fortuna da loro stessi costruite, confortati dall’ aiuto delle associazioni di volontariato e dagli operatori

«Oltre 4000 agricoltori sono giunti nel capoluogo di regione per rivendicare un futuro migliore»


6

Carlo Costalli rieletto Presidente del MCL per il quadriennio 2014-2018

AICol

ENTel

ALS

FEDER.Agri

Associazione Intersettoriale Cooperative Lavoratori Associazione Lavoratori Stranieri

CAA

Ente Nazionale Tempo Libero Federazione Nazionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura

Centro Assistenza Agricola

Federazione Pensionati M.C.L.

CAF

PATRONATO SIAS

CEFA Ong

SNAP

EFAL

Via Messina, 1 palazzo UPIM - Gioia Tauro Via Benedetto Croce, 1 - Taurianova

Centro Assistenza Fiscale Centro Europeo di Formazione Agraria Ente Formazione Addestramento Lavoratori

Servizio Italiano Assistenza Sociale

Sindacato Nazionale Autonomo Pensionati


7

di Silvestro Giacoppo Presidente Provinciale MCL Catanzato

I

l progetto di Europa unita avviato da De Gasperi, Adenauer e Schumann intendeva stabilizzare la pace, consolidare la democrazia, unificare le energie economiche e sociali per il bene delle persone e lo sviluppo delle diverse comunità del continente. Quel progetto ispirato da grandi valori ha garantito decenni di pace, libertà e crescente benessere, ma si è allontanata la prospettiva di un’unità politica con il ritorno a specifici interessi nazionali. La debolezza politica ha permesso una deriva finanziaria selvaggia rispetto all’economia reale. Perciò va recuperata l’attualità della Dottrina Sociale Cristiana con il principio dell’economia sociale di mercato, riportando il lavoro ad essere il primo costruttore della ripresa, superando i troppo rigidi vincoli di austerità che hanno provocato la contrazione di posti di lavoro e la riduzione dei servizi pubblici con penalizzazione ulteriore dei più deboli allontanando i tempi di una ripresa complessiva. Mentre appare molto modesto il ruolo dell’Europa sulla scena politica internazionale, continuano i conflitti nelle zone dell’Est Europa, del Mediterraneo e Medio Oriente, spesso originati dai fondamentalismi religiosi, che determinano enormi spostamenti di migranti a cui si aggiungono le tante vittime dei cosiddetti “mercanti di uomini” che dominano sui nostri mari. L’Europa non riesce a dare una risposta adeguata alla gravità di questi fenomeni con una solidale politica comunitaria che affronti la situazione già nei Paesi di pro-

Far rinascere l’idea di Europa venienza, così come nelle fasi di accoglienza e di integrazione, non lasciando soli i Paesi più esposti e superando la tentazione di “globalizzazione dell’indifferenza” denunciata da Papa Francesco. In ciò senza rinunciare alla propria identità culturale e civile ed alla “vita” dei Paesi ospitanti coniugando dovere di accoglienza e realismo. Ora l’Europa è percepita come una fastidiosa tecnocrazia amministrativa, in balia di interessi lobbistici, che penalizza interessi specifici nazionali e regionali che sono il segno di un pluralismo da rispettare. Un’inversione della situazione a favore di un’accentuata funzione politica passa attraverso il radicamento popolare ad iniziare dall’elezione diretta degli organi direttivi della Commissione: solo una più chiara legittimazione potrà ampliare i settori di sovranazionalità. Un ritorno ad un quadro politico decisionale esclusivamente nazionale sarebbe una prospettiva di gran lunga peggiore ed inadeguata rispetto alla situazione complessiva mondiale. Molte aree del populismo protestatario richiedono l’uscita dall’euro che è assolutamente improponibile, ma non si può lasciare tutto come ora. Le regole della moneta unica vanno adeguate e con queste il ruolo della BCE spesso costretta ad intervenire al limite delle competenze. Ugualmente devono essere rivisti i regolamenti che hanno vanificato la sovranità dei Paesi riguardo allo sviluppo nazionale tenendo conto più degli incrementi quantitativi e qualitativi delle economie dei Paese che, nei riscontri statistici rigidi. E’ più che urgente ritrovare le condizioni culturali e politiche dell’intuizione europeista, frutto della tradizione e della cultura cristiana, e contrastare quelle provocazioni laiciste che hanno dilagato in questi anni con indirizzi normativi e messaggi contrari al diritto naturale. Per questo l’Europa deve riprendere ogni iniziativa utile a tutela della vita, della famiglia e del lavoro libero, affermare la sussidiarietà, salvaguardare le minoranze, favorire la partecipazione e la giustizia sociale, sostenere le comunità locali e rafforzare la solidarietà transnazionale. Non si può cedere a desideri ed egoismi sia di singoli che di gruppi di interesse che rischiano di minare le radici di una comunità. L’elezione del Parlamento europeo è occasione storica per riposizionare l’Europa nel solco della migliore tradizione del popolarismo secondo l’intuizione dei fondatori, riconsegnando nelle mani del popolo europeo la speranza nel suo futuro. Partecipare a questa ricostruzione anche attraverso l’esercizio del voto è la modalità per salvare il disegno europeista, certo imperfetto al momento, ma contribuendo a far rinascere l’idea di Europa: da quella dei poteri finanziari e della recessione a quella della sovranità democratica, dello sviluppo e dell’occupazione. Non meno Europa, ma un’Europa migliore. Roma 9 Maggio 2014 a 54 anni dalla Dichiarazione di Robert Schumann del 9 Maggio 1950


8

Dopo la condanna a sei anni per il Governatore Scopelliti

Scenari confusi su fiumi tempestosi La guida della Regione alla Stasi in attesa di eventi futuri e incerti di Luigi Mamone

L

a condanna del Governatore Scopelliti a 6 anni di reclusione oltre - quale pena accessoria - l’interdizione perpetua dai pubblici uffici ha provocato un elettrochoc violento a tutta la Calabria. A quella di centrodestra, vicina, figlia ed erede di Scopelliti e dello Scopellitismo e a quella politicamente distante dal Governatore reggino, enfant prodige della politica figlia del maggioritario, giovanissimo – poco più che ventenne - Presidente del Consiglio Regionale della Calabria, poi Sindaco di Reggio dopo la stagione Falcomatà e quindi Governatore della Regione con il più basso reddito pro capite d’Italia, fra i più bassi del bacino europeo e leader incontrastata a livello europeo per la percentuale di disoccupazione, giovanile e non, di scioglimenti di consigli comunali per pericolo di infiltrazioni mafiose, di presenza operativa di cosche e di una cappa che negli anni ha legittimato il sillogismo fra imprenditoria e mafioseria, apparendo

Alfano ma che – nella logica bipolaristica e in quella intranea al Popolo della Libertà, dove si collocava. non appariva priva di una chiara logica politica. Cosi come logico è apparso agli analisti il passaggio all’NCD che – quanto meno, fino a quanto si andrà a votare è partito, e per giunta di governo. Certo i rischi che l’NCD di Alfano faccia la stessa miserrima fine del FLI di Gianfranco Fini sono alti. Renzi sta creando condizioni per una riforma radicale, veramente border line del sistema elettorale italiano con la quale – scientemente – si mira a creare due gruppi egemoni falcidiando tutti gli altri e svilendo il significato del voto. Di questa deriva anche Scopelliti ne era consapevole- ma da “potente” e presunto intoccabile la avallava. L’indagine che ha fatto seguito al suicidio di Orsola Fallara ha scoperchiato un vaso di Pandora che nessuno immaginava quando i sondaggi di RTL 102,5 davano il giovane Sindaco reggino fra i più amati in Italia: otre pieno di venti di tempestosi, la

Giuseppe Scopelliti e Antonella Stasi, nuovo Presidente della Regione Calabria

tutta una serie di attività terreno di pascolo e di conquista solo per le ndrine e i loro apparentati. Anni difficili e controversi quelli in cui si è consumata la vicenda di Scopelliti, la cui figura ha giganteggiato – e non solo per la sua ragguardevole altezza da basketballman – sulla scena politica bruzia negli ultimi venti anni essendo stato il “ team “di Scopelliti capace di radicarsi sul territorio e infine di trasformarsi in un vero partito – “ la Lista Scopelliti” in grado di esprimere anche parlamentari e senatori oggi confluiti in massa nell’NCD di

successiva indagine ha fatto luce su maneggi di denaro poco chiari e trascinato in giudizio il Governatore per responsabilità fors’anche solo oggettive risalenti alla sua gestione di Palazzo San Giorgio ma che con l'attuale condanna hanno rimescolato tutto il quadro della politica regionale che - oltre alle vicende romane - con un Berlusconi di fatto tagliato fuori dalla possibilità di candidatura e sondaggi a picco per una Forza Italia fin troppo legata alla figura dell’ex Cavaliere e pertanto incapace di esprimere con dialettica interna un

altro leader ( come perfino la lega Nord con Maroni e poi con Salvini ha fatto ) si ripercuotono sulla stessa configurazione del centro destra bruzio. Il tutto con il rischio di crollo imminente e di una diaspora che – con il nuovo sistema elettorale – avvantaggerà solo chi resta coeso e compatto. Nell’immediatezza della condanna Scopelliti aveva annunciato le dimissioni. Di fatto le stesse non venivano presentate in Consiglio regionale stante la necessità, ufficiale, di consentire la definizione di alcune importanti riforme. Alla fine è servita la spinta governativa dell’antagonista Ministro Lanzetta grazie alla quale, senza meriti elettorali propri, la regione è finita nelle mani di Antonella Stasi, crotonese, vice di Scopelliti pur senza essere stata eletta. Con le nuove elezioni nelle quali Scopelliti è candidato al Parlamento europeo qualcosa potrebbe accadere. Qualcosa, forse, accadrà per contribuire a far chiarezza su un quadro sempre più fosco . In ogni caso, è bene ricordarlo, la condanna del Governatore non è definitiva. Vi è un secondo grado di giudizio ( L’appello) e successivamente la possibilità di ricorrere per Cassazione. In questa sede tre i possibili esiti: annullamento senza rinvio (equivalente di una assoluzione) annullamento con rinvio ( necessità di celebrare un nuovo processo in appello ) e rigetto/ inammissibilità (ipotesi diverse che provocano entrambe il passaggio in giudicato della sentenza con conseguente arresto del condannato ai fini della espiazione della pena.) Pertanto di acqua sotto i ponti ne dovrà passare tanta prima che si possa parlare veramente di una condanna al Governatore. E sotto i ponti della politica calabrese non scorrono placidi fiumi ma – spesso – tempestosi torrenti e acque alluvionali capaci di travolgere tutto: i ponti e chi ci sta sopra. Per il momento – ignavi e beoti come sempre - beiamoci della pubblicità dell’Assessorato al turismo incentrata sui Bronzi di Riace e su una Calabria che non c’è. Perché oltre a questi gioielli dell’arte greca, oggi il potenziale turista può scoprire solo immani cumuli di rifiuti, strade piene di buche, servizi al default e ricorrente inciviltà comportamentale da parte di elementi indigeni, ivi compresi molti operatori turistici ( chi ha mai detto che in Calabria il cliente ha sempre ragione?!? ). Ma non preoccupiamoci. Prima o poi si tornerà a votare e poi tutto continuerà a ripetersi – nel bene e nel male- nella normalità della generale indifferenza Solo i soliti soloni dell’informazione, camaleonticamente saranno costretti a cambiare atteggiamento opinioni e bandiera in funzione del nuovo vincitore. E la vita continuerà, in questo scialo di triti fatti..


9

Casa di Riposo Pio XXI a Cesano Boscone

Silvio Berlusconi ai servizi sociali

Così è, se vi pare

di Minou Megali

A

lla fine tanto tuonò che piovve. La vicenda di Silvio Berlusconi: legata al passaggio in cosa giudicata di una condanna penale a seguito di un rigetto della Corte di Cassazione della scorsa estate si è conclusa nel modo più scontato: all’ex premier, già capo del Governo e attuale indiscusso capo di un partito politico è stata risparmiata l’umiliazione del carcere, “Affidato ai servizi sociali”. Tecnicamente, in gergo, è la formula con la quale i magistrati dei tribunali di sorveglianza decidono di far seguire al condannato un percorso di emenda alternativo alla detenzione. La cosa in se è molto seria. Fa un po’ sorridere e anche storcere il naso se rapportata a Berlusconi, il quale di per se, a quasi ottanta anni, poco o nulla ha in termini di emenda dalle sue vere o presunte colpe da imparare. Ma parafrasando Pirandello “Così è, se vi pare ! “ Sostenitori e antagonisti hanno dovuto prendere atto che giustizia fosse stata fatta e che la vicenda di Berlusconi - almeno per questa condanna - fosse giunta al capolinea. Per la Struttura per anziani di Cesano Boscone dove Berlusconi dovrà prestare opera di volontariato probabilmente una notorietà inaspettata e insperata perché – c’è da scommetterci – Berlusconi farà in modo che la sua presenza lasci traccia e da supereuromiliardiario qual è non si farà scappare l’occasione per creare qualcosa di eclatante: rinnovare un reparto, dotare la struttura di qualcosa che manca, rinnovare il parco auto, o magari fornire altro personale

Mentre Forza Italia apre ad animalisti e si batte contro l’omofobia, il mitico “tombeur des femmes” brianzolo continua a far parlar di se per dar supporto a manforte - magari a costo zero – a quello della struttura ospitante che già si è assueffata alla folla di cronisti e operatori TV che stazionano pressocchè in permanenza per cercare di cogliere una novità, una notizia, qualcosa che riaccenda i riflettori di una ribalta mediatica. Non mancano i sarcasmi e le battute salaci. Una per tutte: Berlusconi, avendole avute o avendole ancor oggi a stipendio dirotterebbe le famosissime “olgettine”, le ragazze del Bunga Bunga a Villa San Martino con la Minetti e Lele Mora, a far volontariato con gli anziani della casa di riposo incanalandole cose sulla via della “redenzione”e ravvivando gli stanchi sogni e le spente fantasie degli ospiti - ammesso che siano in grado di comprendere….Altra boutade è che certamente uno staff di sceneggiatori stia per essere impiegato per realizzare una mega fiction o un soap opera da girarsi interamente nella casa di riposo, una sorta di mix fra il Grande Fratello e un Medico in Famiglia. Con consequenziali ricadute economiche per il produttore che – manco a dirlo - sarebbe di orbita Mediaset. Vere o fantasiose le due “storielle” danno la misura di come Berlusconi, un po’ guascone, un po’ corsaro, spregiudicato sempre, intelligente comunque riesca nel bene o nel male a far parlare di se e che imprenditorialmente gli venga riconosciuta una marcia in più, se è vero che dalla messa in prova venga ritenuto in condizione di far impresa e trarre guadagno. La realtà è che Berlusconi ha ormai caratterizzato gli ultimi 20 anni della storia italiana e per molti italiani non sarà facile farne a meno. La sua parabola, politica e umana, per un fatto anagrafico prima o poi cesserà. Resterà la leggenda del grande affabulatore. E del grande comunicatore capace di far parlare di se sempre e comunque. Anche a costo di farsi nuovamente arrestare - come molti pensano voglia fare - alla vigilia delle elezioni per passare per vittima e catalizzare consensi verso il “Suo” partito. Restiamo in attesa delle prossime avventure. Pertanto così come i pistoleri del West erano soliti fare una tacca sul calcio del revolver dopo ogni duello vittorioso o un avversario ucciso, di tacche nella sua colt Berlusconi ne ha incise tante. Per gli avversari e spesso anche in memoria degli ex alleati. Soccorra sempre e comunque Pirandello: “Uno nessuno e centomila” modi di essere leader in una Italia allo sfascio e al cui orizzonte si leggono segnali di incertezza politica e, per alcuni catastrofisti, anche il pericolo di un Golpe: evento quest’ultimo certo quasi quanto la fine del mondo del Calendario Maya ma - che ove mai avvenisse - non prenderebbe l’inossidabile Silvio in contropiede.

Berlusconi "fisarmonicista" per gli anziani ospiti della struttura di Cesano Boscone


10

Riflessioni su vent’anni della storia politica del paese

Correva l’anno ….1994 di Luigi Ottavio Cordova

P

er gli storici della politica il 18 Gennaio 1994 rappresenterà una data di grande valenza perché in via dell’Umiltà a Roma, in una sede che in passato era stata quella del Partito Popolare Italiano di Don Sturzo, venne a nascere ufficialmente il Movimento politico “FORZA ITALIA” ad opera di cinque persone Antonio Martino, Antonio Taiani, Luigi Caligaris, Mario Valducci e Silvio Berlusconi che di fatto diverrà poi il Presidente del Movimento ed il Leader carismatico dei moderati del centrodestra. In verità bisogna aggiungere anche che di questo personaggio politico e di una sua volontà di buttarsi nell’agone della politica già se ne parlava dalla seconda metà del 1992, tracce se ne trovano in verbali di riunioni tenute ad Arcore tra i vertici delle testate Fininvest, secondo quanto rivelato dall’Espresso in quell’epoca, che di fatto per la prima volta annunciava il “sacrificio” di Berlusconi di entrare direttamente sulla scena della politica, mentre i suoi direttori di testate suggerivano prudenza per non inimicarsi con la DC ed il PSI, con i quali in passato il gruppo Fininvest aveva tenuto ottimi rapporti di vicinanza, o vie alternative quali quelle di una possibilità di dare una grossa spinta alla Lega di Bossi, giovane movimento in ascesa nel territorio Padano, che poi nel prosieguo del percorso politico futuro diverrà il più grosso alleato di Berlusconi, tanto che assieme conquisteranno il potere e la guida politica delle 3 Regioni più importanti d’Italia: Lombardia, in primis, Veneto e Piemonte dopo; vitto-

rie che li vedono ancora al governo della Lombardia e del Veneto, mentre in Piemonte si tornerà a votare in quanto sono state annullate le precedenti elezioni per “brogli Elettorali” secondo quanto acclarato dagli organi di giustizia preposti, Tribunali ordinari ed amministrativi che alla fine hanno sancito il ricorso a nuove elezioni. Bisogna aggiungere anche che il 29 Giugno 1993 nello studio del Notaio Roveda a Milano fu costituita “Forza Italia! Associazione per il buon governo ad opera di alcuni noti professionisti, in parte quadri dirigenziali del gruppo Fininvest altri invece molto vicini a Berlusconi, quali Marcello Dell’Utri, Cesare Previti, Gianfranco Ciaurro, Antonio Taiani, Antonio Martino, Mario Valducci e Giuliano Urbani (ideologo del Movimento). Il nome del Movimento si ispirava allo “slogan Forza Italia” usato nella campagna elettorale del 1987 dalla DC, a cura di Marco Magnani. A fine anno furono aperti i primi Club con il logo Forza Italia e fu acquistata la sede nazionale di via dell'Umiltà sempre

nello stesso periodo Berlusconi annunziò, durante un’inaugurazione di un ipermercato a Casalecchio di Reno, la sua volontà di scendere in lizza nel caso che il centro moderato non fosse stato in grado di organizzarsi e nella stessa riunione esternò per la prima volta la sua scelta come possibile Sindaco di Roma la persona di Gianfranco Fini leader del Movimento Sociale Italiano, poi di fatto, nel prossimo futuro, suo compagno di viaggio fino alla rottura definitiva del progetto PDL, che a seguito dei contrasti sorti con lo stesso Fini, porterà quest’ultimo alla scissione dal PDL ed alla nascita del FLI che lo vedrà sconfitto in maniera eclatante in tutti i collegi e non più rieletto al Parlamento e per di più i suoi “Fidi” colonnelli finiranno per abbandonarlo, chi trasmigrando in Forza Italia, quali Gasparri e Matteoli, chi fondando il movimento Fratelli d’Italia, con guida oggi di Giorgia Meloni e la partecipazione di personaggi politici di grande storia MSI prima e Alleanza Nazionale dopo, quali Larussa ed Alemanno. Infine il processo di

Fini, Berlusconi, Casini, Bossi


11

Beppe Grillo Leader di M5S

sgretolamento del PDL venne sancito definitivamente il 16 Novembre 2013 con la rinascita di Forza Italia, che nel frattempo andò a perdere ulteriormente altri pezzi storici del PDL che diedero vita al NCD (Nuovo Centro Destra) con Leader Angiolino Alfano ( già segretario del Pdl su indicazione dello stesso Berlusconi ) che non condividendo più le scelte di Berlusconi di uscire dalla fase di appoggio del governo cosiddetto di “unità nazionale” nato dopo le ultime politiche, non vide una forza politica vincente, bensì tre gruppi PD, PDL E MOVIMENTO 5 STELLE di Grillo superare singolarmente la soglia del 23 % dei voti dell’elettorato attivo, mentre il raggruppamento di centro con guida Monti e con la partecipazione dell’UDC e di altre liste di moderati superò di poco il 10 % ma subito dopo andò alla rottura della coalizione in più partiti Scelta Civica con guida Monti, Udc con guida Cesa e Casini, che nel frattempo ha perso un’altra fetta di componenti facenti parte del CDU (Cristiani Democratici Uniti) guidati dall’on. Mario Tassone, già vicesegretario UDC e di origine calabrese essendo nato e cresciuto a Catanzaro ed un’altra ancora, il gruppo dei Popolari d’Italia, a guida di Mauro, già Ministro della Difesa del governo Monti, con grosse fette di simpatizzanti del gruppo cattolico Cdo (Compagnia delle Opere).

Vent’anni dopo… Tutti questi ultimi processi di frantumazione delle due coalizioni principali esistenti in Italia PD e Pdl (già morto e sepolto) farebbero pensare a prima vista che il progetto del bi-partitismo sognato prima da Veltroni e Berlusconi, abbracciato poi anche da Fini con la nascita del Pdl, come anche quello del bi-polarismo (progetto forse più realizzabile visto che in Italia esistono una miriade di piccoli partiti, nati e cresciuti subito dopo tangentopoli: più di 200 sono i simboli depositati al Ministero dell’Interno) sarebbero ormai impraticabili, invece il PD, unico partito in parte sopravissuto alle grandi scissioni, continua a sperarci ed a crederci, anche se al suo interno ha più anime (più di 12 correnti) ed ha perso personaggi importanti dell'area di Centro-Sinistra, dopo l'adesione al PSE, quali Prodi, Monti e Tabacci proiettati verso l'ALDE terza forza Europea, in contrapposizione al PSE ed al PPE. Di fatto invece in Italia nel frattempo è apparsa una nuova figura politica, l’attuale Presidente del Consiglio Matteo Renzi, grande trascinatore di masse e altresì grande comunicatore, che nell’arco di un biennio da sconfitto nei confronti di Bersani al penultimo congresso del PD prima delle ultime elezioni politiche del 2013, è riuscito a capovolgere le sorti del PD stravincendo l’ultimo congresso PD e divenendo nel frattempo leader del partito e del nuovo governo, avendo mandato a casa il povero (compagno di partito) Letta, accusato di immobilismo. Il fenomeno Renzi ha stravolto il quadro politico italiano e proprio grazie alle sue scelte politiche e governative oggi si continua a parlare di bipolarismo anche se partiti minori come SEL, Verdi, NCD, Lega, IDV auspicano un pluralismo di partiti, tesi, a prima vista, abbracciata anche dal Movimento 5 Stelle nonostante Grillo sogna di mandare a casa Berlusconi, in maniera definitiva e di giocarsi la partita dopo

con il PD per la guida del paese Italia, mettendosi in discussione in una partita importante, il 25 Maggio con l’elezioni europee, dove spera di divenire il primo partito d’Italia superando il PD in maniera chiara e netta, cosa che era riuscito a fare all’elezioni per la Camera dei Deputati, ma non a quelle per il Senato, motivo per il quale non potette ottenere l’incarico per il governo da Napolitano e proprio per questo motivo oggi Grillo spera di sbaragliare elettoralmente il duo Renzi – Berlusconi per chiedere nuove elezioni, dando per lui scontato il crollo del centrodestra ed in particolare di Alfano. Però questo progetto trova anche un altro nemico, oltre all’esito dell’elezioni europee, il progetto di riforma elettorale di Renzi che assieme a Berlusconi hanno presentato; una riforma che presenta nuovamente un sistema di elezioni a “liste bloccate” cioè senza la possibilità di preferenze per cui, con questo sistema si va ad imbrigliare il progetto Grillo per cui questo ultimo dovrebbe mandare a casa i suoi stessi parlamentari eletti anche loro con il “porcellum” e poi vincere le eventuali elezioni con la maggioranza assoluta, cosa oggi veramente utopistica in apparenza. Però le condanne di Berlusconi e Scopelliti, oltre ad episodi continui di corruzione, potrebbero spingere l’elettorato a votare il movimento di Grillo, composto di volti nuovi senza pendenze giudiziarie che trova solo un limite: la gestione dittatoriale dello stesso Grillo, motivo per cui parecchi moderati forse, anche turandosi il naso come si dice, andranno a votare il PD di Renzi, dando a quest’ultimo la possibilità di continuare a governare e a riformare la nostra Italia come auspica il giovane Sindaco fiorentino, che per nulla impaurito dalla possibile fronda interna del PD continua pragmaticamente ad andare avanti, come solo chi ha gestito direttamente il governo della “Polis” a stretto contatto con i suoi concittadini, conoscendone a fondo i problemi e gli umori. In fondo sarà una bella battaglia quella del 25 Maggio, che vedrà anche una piccola parte di Enti locali giocarsi il proprio destino politico. Un’ultima considerazione rivolta ai nostri lettori: andate a votare e stimolate gli indecisi. La posta è troppo alta, non possiamo restare nella confusione e nell’instabilità!

Il passaggio di consegne tra Enrico Letta e Matteo Renzi alla guida del Paese


12

Le gigantografie di Falcone e Borsellino campeggiano sulla Nave della Legalità

di Mina Raso

D

ue navi prenderanno il largo Martedì 20 Maggio dal porto di Civitavecchia e da Napoli. Sono le Navi della Legalità, per ricordare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. A bordo quasi tremila studenti di 250 scuole di tutta Italia. La Fondazione “Giovanni e Francesca Falcone” e il ministero dell'Istruzione anche quest'anno si sono dati appuntamento a Palermo il 23 Maggio, data simbolo dell'impegno delle scuole nella diffusione della cultura della legalità e della lotta alla mafia. Giovedì 22 Maggio il viaggio della legalità inizierà ufficialmente alle 17.15 con la cerimonia di apertura al porto di Civitavecchia dove le autorità incontreranno i ragazzi e i loro insegnanti e dirigenti scolastici. Durante la navigazione verso Palermo le scuole svolgeranno attività didattica attraverso incontri e dibattiti dedicati all'educazione alla legalità, alla lotta alle mafie, all'uso corretto del denaro pubblico incontrando interlocutori istituzionali e dibattendo con le Associazioni che si occupano di questi temi. La Corte dei Conti, attraverso il suo Presidente e alcuni suoi esponenti, sarà direttamente coinvolta in queste attività di educazione alla cittadinanza. Fra gli interlocutori con cui i giovani potranno confrontarsi, anche il presidente di Libera Don Luigi Ciotti, il vice presidente di Confindustria Ivanhoe Lo Bello e il professor Nando Dalla Chiesa. Sulla nave saranno presenti anche delle delegazioni di studenti delle scuole italiane all'estero. Vent’ anni fa, quando due attentati mafiosi uccisero Falcone e Borsellino, la maggior parte di loro non era neanche nata. Ma il 23 Maggio, dopo vent'anni esatti, torneranno in quei luoghi, a Palermo, per ricordare quel giorno e ribadire insieme, con forza, il loro “No

L’istituto Monteleone Pascoli sulla “Nave della Legalità” Nel ventennale della morte di Falcone e Borsellino

alla mafia”. Fanno parte di quella generazione sulle cui gambe, come diceva Falcone, continueranno a camminare le idee e a vivere le tensioni morali che hanno caratterizzato la stagione più importante della battaglia dello Stato contro la mafia. In fondo, l'obiettivo del Viaggio della Legalità e delle manifestazioni che si svolgeranno durante la giornata del 23 è proprio questo: tramandare di generazione in generazione la cultura della legalità e l'impegno a contrastare tutte le mafie. Fin dai banchi di scuola. L’Istituto Monteleone - Pascoli, riconosciuta ufficialmente “Scuola Calabrese d’Eccellenza”, è stata selezionata dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca per partecipare con una sua delegazione, al viaggio sulla “Nave della Legalità”. Complessivamente, saranno circa 20 mila gli studenti che parteciperanno alle celebrazioni; 13 mila il numero di studenti, docenti, genitori che hanno aderito alla manifestazione e saranno nelle piazze di Palermo; 50 gli autobus che le Forze dell'Ordine hanno messo a disposizione degli studenti e dei docenti per gli spostamenti a Palermo. Per tutta la

giornata del 23 Maggio, XXII° anniversario della strage di Capaci, si svolgeranno nella città varie e solenni cerimonie per testimoniare l’unione e la vicinanza dei ragazzi di tutta Italia ai ragazzi siciliani nel ricordare la figura del giudice Falcone e per testimoniare il desiderio di contrastare la criminalità organizzata. Nel pomeriggio i vari cortei si incontreranno sotto “l’Albero Falcone”, di fronte all’abitazione del Giudice dove avrà luogo l’evento conclusivo della manifestazione con il Silenzio commemorativo suonato alle 17.58 in punto dalla Polizia di Stato. Grande soddisfazione ovviamente per l’Istituto Taurianovese essere presente in un'occasione così importante, il dirigente scolastico Maria Aurora Placanica ha dichiarato “Il 23 Maggio ormai è diventata una data simbolo per contrastare ogni atteggiamento mafioso, una giornata per ricordare e per crescere nella cultura della legalità. Questo viaggio assume un valore altamente educativo, è una significativa occasione di incontro per ragazzi e docenti con importanti figure Istituzionali e associazioni che si occupano di legalità.


13

Taurianova, Inaugurati due Circoli Forza Italia

Fedeli al movimento e leali verso Silvio

Jole Santelli: Non rimpiangiamo chi ha tradito

di Luigi Mamone

L

o Stato Maggiore calabrese di Forza Italia, lo scorso 19 aprile, è stato presente, a Taurianova al fianco di Luna Berlusconi, nipote di Silvio, per l’inaugurazione di due circoli Forza Italia. Il parto, gemellare, dei clubs azzurri ha visto uno intitolato alla stessa Taurianova, città sede, e l’altro, a conferma della sensibilità animalista di Nino Spirlì, autore televisivo, regista e promotore del circolo a “Dudù”: il cagnolino tanto amato da Berlusconi e dalla sua attuale compagna. Non casualmente pertanto l’On . Jole Santelli, azzurra di lungo corso, già sottosegretario di Stato alla Giustizia e attuale coordinatore di Forza Italia in Calabria, è giunta nel Municipio di Taurianova stringendo al seno un dolcissimo cucciolo di spaniel bianco arancio. Lizzie, per la cronaca. A parte ciò la kermesse ha assunto immediatamente una connotazione politica iniziando con l’inno storico del movimento forzista: quello del 1994. Tutti in piedi con la mano sul cuore. Subito dopo il saluto dell’Avv. Antonio Cananzi, Roy Biasi - già sindaco di Taurianova e alfiere forzitaliota nel reggino che, sulle ali del ricordo, ha ripercorso le tappe di una esperienza politica alla guida della città e poi alla provincia sempre nel segno della lealtà verso il movimento forzista e Berlusconi. Quelle – ha stigmatizzato – che sono venute meno in personaggi che oggi non ci sono più e che non rimpiangiamo di certo per la loro assenza. La stoccata – la prima di una lunga serie nell’arco di tutti gli interventi – è rivolta agli ex: quelli che hanno lasciato il movimento per seguire Alfano nel NCD. Evidente il richiamo al Governatore Scopelliti le cui dimissioni, mesi or sono, Biasi, molto tempo prima della recentissima condanna aveva pubblicamente impetrato. L’ex sindaco di Taurianova concludeva

ribadendo l’importanza del ruolo di Forza Italia e dell’impegno totale a far si che nel nome di un ritorno all’identità delle origini si ritorni ad essere nuovamente e nel nome di Silvio, elettoralmente vittoriosi. Nino Spirlì promotore del circolo intitolato a Dudù ha rimarcato le note di una azione animalista convinta e che ha trovato fra i cittadini entusiastiche forme di adesione: basti dire – ha sottolineato – che siamo riusciti recentemente a raccogliere 12 quintali di mangime per animali che abbiamo poi distribuito alle associazioni animaliste del reggino. Attenzione e affetto verso gli animali, amici – sempre e comunque dell’uomo – con il quale condividono al loro esistenza e capaci di gioire, giocare ma anche di soffrire e dolersi quando il padrone viene meno. Per questo in una società che appare dominata dalla aridità della tecnologia il calore e la gioia di un cane, l’affetto discreto di un gatto la sicurezza di un cavallo diventano anche nettare per lo spirito di chi sa comprenderli e amarli. In adesione a questa linea di pensiero il presidente della Provincia Giuseppe Raffa che ha confermato la grande attenzione della provincia verso i problemi legati alla cultura animalista, alle azioni volte a ridurre il randagismo e ad accogliere i cani in strutture che non siano per gli animali luoghi di sofferenza e privazione ma di soggiorno in transito verso possibili nuove destinazioni; ha poi ribadito con fermezza la sua originaria matrice democristiana e al contempo la sua convinta adesione a Forza Italia come segno di una coerenza politica che è venuta meno a coloro con i quali ha pur condiviso esperienze importanti alla guida di Reggio e della Provincia. Dichiaratamente politico l’intervento della Santelli che ha scagliato strali contro Scopelliti, Alfano, il NCD. “Non li rimpiangiamo - ha detto - non era questa la Forza Italia alla quale ho aderito a Roma nel 1994. Non sappiamo che farcene di certi personaggi che oggi dopo aver abbandonato Berlusconi ancora per un po’ potranno bearsi di occupare spazi televisivi e poltrone di Governo ma che dopo le elezioni finiranno nello stesso limbo nel quale gli elettori hanno già scaraventato in passato altri traditori. Non li rimpiangiamo al punto che non li nomineremo più – ha stigmatizzato - perché non meritano attenzione e menzione” Infine le conclusioni di Luna Berlusconi. Poco più che un saluto e un incitamento all’unità e alla compattezza. La nipote del Cavaliere ha ribadito la necessità dell’ unità e dell’impegno, della fede nell’ideale azzurro per far si che Forza Italia possa trionfare elettoralmente ancora una volta, sconfiggendo tutti quei poteri e quelle forze sinergicamente protese a contrastare il leader storico del movimento e non a fare gli interessi dell’Italia. Presente fra il pubblico fra gli altri l’Assessore provinciale alle attività produttive Domenico Giannetta. L'On. Jole Santelli / Forza Italia


14

Il crimine organizzato I Carabinieri sono stati impegnati in prima linea, pagando un alto tributo di sangue, nella lotta contro la mafia e la criminalità organizzata.

di Angiolo Pellegrini Generale dell'Arma dei Carabinieri

S

ino all’inizio degli anni 80 c’era ancora chi sosteneva che la mafia non era che la degenerazione di quella esistente sino a pochi decenni prima, dimenticando i delitti efferati, gli abigeati, le sopraffazioni che erano tipici della cosiddetta “mafia rurale” ma che proprio a quella struttura si rivolsero i gangster americani, come Lucky Luciano, quando i servizi segreti americani decisero di servirsene per facilitare lo sbarco in Sicilia. Furono i capi storici della mafia, Vizzini e Genco Russo che seppero unire alla ferocia delle esecuzioni la figura del mafioso, protettore dei deboli dimenticati dallo

tempo si verificano due fenomeni: da una parte la perdita di consensi di parte della mafia e la reazione della società civile; dall’altra l’affermarsi di metodi di investigazione più moderni e la convergenza degli sforzi della magistratura e delle forze di polizia. I successi ottenuti attraverso il sacrificio e l’eccezionale contributo dell’Arma, con il Maxi-processo, istruito dal pool dell’ufficio istruzione di Palermo, a seguito degli arresti di tanti boss, quali Michele Greco “il papa”, Riina, e di tanti capi famiglia, lo smantellamento delle raffinerie di droga impiantate a Palermo ed i sequestri di ingenti beni di provenienza illecita, pur se risultati assai importanti, non devono indurre a rallentare il costante impegno.. La sfida più difficile, infatti, continua a venire soprattutto da quei profondi intrecci politici, economici, sociali e culturali che hanno generato le attività criminali e che da Regioni come la Sicilia, la Calabria, la Puglia e la Campagna si sono diffusi in tutta la penisola, riuscendo anche a superare i confini nazionali. Le grandi mafie - come cosa nostra in Sicilia e in America, la 'ndrangheta in Calabria, la camorra in Campania, ma anche lo Yakuza giapponese e le Triadi cinesi - hanno impiegato decenni per costruire questa loro fama. Per imporre la loro legge sono sempre Lo scenario di morte dopo l’esplosione di Capaci pronti a taglieggiare, terrorizzare e uccidere chiunque si opponga agli interessi del proprio “gruppo”. La collaborazione internazionale, promossa dal giudice Falcone, l’istituzione dell’Anticrimine, del ROS e della DIA hanno contribuito, nel tempo, ad infliggere alle organizzazioni mafiose importantissimi “colpi” che hanno permesso di contenere la loro diffusione territoriale e la potenza economica. Ma non possiamo dimenticare alcune delle tante vittime della mafia - i nostri eroi - che sono stati disposti a sacrificare la loro vita per il bene comune. Giuseppe Russo (20 agosto 1977), tenente colonnello dei carabinieri. Emanuele Basile (4 maggio 1980), capitano dei Carabinieri. Vito Jevolella (10 ottobre 1981), maresciallo dei carabinieri di Palermo. Alfredo Agosta (18 marzo 1982), maresciallo dei carabinieri di Catania.

Mario D'Aleo - Capitano dei Carabinieri

Stato. Quando la mafia rinsaldò i vincoli oltre oceano ed iniziò a produrre e ad esportare sostanze stupefacenti, con il conseguente afflusso nelle proprie casse di enormi quantità di denaro, la lotta con le Istituzioni dal 1970 si radicalizzò, in conseguenza della più decisa azione di contrasto dello Stato. Si assistette agli omicidi c.d. “eccellenti”: Ufficiali, Sottufficiali e Militari dell’Arma dei Carabinieri, Funzionari e Personale della Polizia di Stato, Magistrati, Politici e lo stesso Prefetto di Palermo caddero sotto il fuoco dei killers. Ma nello stesso

Strage della circonvallazione (16 giugno 1982): Salvatore Raiti, Silvano Franzolin, Luigi Di Barca e Giuseppe Di Lavore, carabinieri, che traducevano Alfio Ferlito, boss di Catania. Strage di via Carini (3 settembre 1982): Carlo Alberto Dalla Chiesa, generale dei Carabinieri e prefetto del capoluogo siciliano; Emanuela Setti Carraro, moglie di Carlo Alberto Dalla Chiesa, e Domenico Russo, agente di polizia. Mario D'Aleo (13 giugno 1983), capitano dei carabinieri. Pietro Morici (13 giugno 1983), carabiniere. Giuseppe Bommarito (13 giugno 1983), carabiniere. Strage di via Pipitone Federico (29 luglio 1983): Mario Trapassi, maresciallo dei carabinieri; Salvatore Bartolotta, carabiniere. Giuliano Guazzelli (14 aprile 1992), maresciallo dei carabinieri. E TANTI ALTRI ANCORA PER UN ELENCO QUASI INTERMINABILE


15 Il nostro collaboratore Pino Terranova

di Luigi Mamone

C

Quando avevamo diciotto anni…

aro Pino, oltre la vetta dell’Izoard dei sogni, oltre il Ponte dell’Arcobaleno che improvvisamente hai varcato, Ti giunga il segno del ricordo, dell’affetto, della stima che nell’arco di quasi 40 anni ci ha reciprocamente uniti, fatti sentire vicini e amici. Anche per questo avevi offerto la tua disponibilità a scrivere per il Corriere della Piana chiedendone con tono assolutamente serio al Direttore se fosse disposto ad accettare i tuoi pezzi. Non hai fatto in tempo a leggerne il primo – quello pubblicato nel numero 19 del CDP e dedicato a Pasquino Crupi. La fiammella, della tua vita, si è spenta prima. Ma ora non vogliamo più parlare di Morte. La dimensione ultraterrena è, per chi crede, la prosecuzione della vita. Le nostre vite, s’incrociarono a Messina, nella facoltà di Giurisprudenza nel 1977. Allora, quando avevamo diciotto anni, l’Università di Messina era la meta obbligata per quasi tutti i reggini, e noi che eravamo usciti dal Liceo pieni di idee e di entusiasmi adolescenziali eravamo convinti che la nostra generazione potesse cambiare il mondo e che tutti noi dovessimo impegnarci per costruire una società migliore. Erano anni difficili. Le Brigate Rosse ogni giorno occupavano le prime pagine della cronaca e facevano parlare di se entro una scena che da li a poco sarebbe diventata quella degli anni di piombo. Pochi mesi dopo il nostro ingresso all’Università le BR rapirono Aldo Moro, uccisero la sua scorta, con un'azione di fuoco di alta scuola militare e alla fine uccisero anche Moro, fatto ritrovare ammazzato dentro una R4 amaranto in Via Caetani. Entrambi - io pendolare, tu frontaliero, ci ritrovavamo di mattina presto sui traghetti Caronte e poi in Facoltà nel caleidoscopico crogiuolo di vita e di colori di quella gioventù di fine anni ’70 all’interno del quale spiccava il verde dei montgomeries e i tratti intenzionalmente trasandati degli studenti vicini alle aree di sinistra. Tu invece, coerente al tuo credo – arrivavi in facoltà in abito rigorosamente blu scuro, camicia bianca, cravatta e occhiali ray ban neri e mostravi con ostentata nonchalance “Il Secolo d’Italia” il quotidiano della destra che in quegli anni era rappresentata da Giorgio Almirante e – alle nostre latitudini- da Raffaele Valensise. Ecco, nella mia mente, negli occhi della memoria, nel mio cuore io ti ricordo così. Giovane, alto, elegante in completo blu sanbabilino, abbronzato e apparentemente altero ma pronto a scioglierti come

Un ricordo del nostro collaboratore Pino Terranova a un mese dalla improvvisa scomparsa

neve al sole senza preconcetti, senza prevenzioni rispondendo alla pulsione di una innata generosità, alla naturale spinta verso la solidarietà. Valori che poi ti portarono all’impegno politico: consigliere comunale e dirigente di un partito - di destra - quando essere di destra per qualcuno poteva significare voler seguire una moda o fare lo splendido, il puro, il moralista, mentre per chi come te ci metteva seriamente la faccia il destino era quasi sempre quello di fare opposizione mentre al governo o negli scranni delle maggioranze sedevano sempre solo i DC, i PSI, i Pri, i PSDI e dopo la morte di Moro, con maggiore frequenza anche i PCI di Berlinguer e poi di Occhetto. Berlusconi ancora non era sulla scena. Faceva il palazzinaro a Milano e gettava il seme di Canale 5 e dell’editoria televisiva libera, razzolando anch’egli – come tantissimi altri alla greppia di Craxi. La destra – quella sorta dalle macerie della Milano da bere in parte impiccatasi a Londra insieme a Guido Calvi sotto il “Ponte dei Frati Neri” e per il resto travolta dallo scandalo Mediobanca e infine da Mani pulite - non era ancora emersa nella sua costante affarista e cialtrona oltre che troppo legata a storie di potere, di soldi e di sesso ed ancora era ancora lontana dai Palazzi del Governo . Chi militava a destra in maniera aperta e dichiarata in quegli anni lo faceva per un fatto di cuore e non di potere. Erano anni duri, per chi come te predicava coerenza. Tanti altri, meno coerenti o forse solo opportunisti, fecero poi facili carriere qualcuno fini per diventare “pezzo grosso”. La nostra generazione, in grande maggioranza, purtroppo è destinata a passare alla storia come una generazione di transizione. Troppo giovani dapprima per pensare di poter insidiare o solo ambire gli spazi che la gerontocrazia occupava e tramandava familisticamente. Troppo vecchi oggi che al governo è andato un rampante trentottenne, costantemente oltre le righe e che con furia innovatrice rottamerà anche noi, i ragazzi degli anni 70, i nati fra il 1958 e i primi anni ’60: esodati ante marcia dalla possibilità di esprimerci politicamente. Tu, che avevi conosciuto, dopo l’ardore dei vent’anni e le albagie della gioventù anche il significato e l’essenza del dolore e della solitudine, puoi ben comprendere quanto difficile sia restare e combattere ancora per quel mondo migliore nel quale nonostante tutto abbiamo continuato a credere e ancora crediamo altrimenti non saremmo qui, a scrivere di notte nella speranza che qualcuno ci legga. Il dolore e la sofferenza fisica avevano forgiato e ancora plasmato il tuo essere, e dai tuoi ultimi scritti, intrisi di saudade e di vaga dolcezza traspare l’amarezza dell’aver compreso che forse per gente come noi - i ragazzi del ‘59 - in questo mondo di lupi non vi sia più posto. Addio, amico mio. Addio amico dei miei 18 anni. Anzi, Arrivederci. Ancora in una nuova Messina, senza puzza di nave e tanfo di treni, una Messina baciata dal sole della Primavera nel cortile della facoltà e sulla porta dell’Aula Magna, Tu ancora con il tuo vestito blu scuro e gli occhiali da sole e il Secolo d’Italia sottobraccio. Io con appunti di versi, di articoli abbozzati e scarabocchi schizzati di getto. Fascine di ricordi: dolcezza oltre il dolore dello stillicidio dei giorni verso l’omega.


16

di Francesco Di Masi

C

apeggiata da Francesco Califano la UIL SCUOLA di Reggio Calabria, si è riunita con i suoi esponenti all’hotel de la Ville di Villa San Giovanni, lo scorso 30 Aprile per tenere il 13° congresso provinciale. Dalla capitale ha partecipato il segretario nazionale Antonello Lacchei al tavolo dei lavori con Antonio Vacatello segretario UIL Scuola della regione Calabria, Mario De Biasi dirigente sindacale e Margherita Nucera, facente parte del direttivo e appartenente alla categoria dei dirigenti scolastici che ha moderato e dato avvio ai lavori del congresso. La prima relazione tenuta da Francesco Califano segretario uscente della provincia di Reggio Calabria, è stata piuttosto vasta dovendo riassumere le molteplici risposte che il sindacato a livello locale nel tempo ha dovuto dare ai suoi assistiti e a quanti si avvicinassero, rendendo un servizio adeguato ed efficiente. “ Il congresso si sta svolgendo in un momento di particolare congiuntura economica e politica con forte ricaduta sulla scuola che ha subito tagli indiscriminati e ridotto ulteriormente le già esigue risorse a disposizione – ha detto Califano. Il ruolo del sindacato in un periodo di precarietà così forte è stato ancora più importante nell’evitare che una serie di proposte profondamente riduttive e pregiudizievoli trovassero nella scuola un attecchimento radicale. Il nostro sindacato – ha aggiunto ancora – si è battuto a garanzia della professionalità del personale scolastico, per l’equiparazione degli stipendi al costo della vita e per il rispetto dei ruoli e delle gratificazioni di tutti i lavoratori che, nella scuola, quotidianamente si impegnano a garantire la qualità del servizio. E’ anche attraverso la UIL che si è potuto sopperire a quelle carenze di organico e di fondi. D’importanza fondamentale – ha concluso – è stata anche la lotta per il precariato”. Il segretario regionale Vacatello ha invece posto in discussione il ruolo della dirigenza generale dell’ufficio scolastico regionale che non essendo ricoperta da persona del luogo, ma proveniente dalla capitale,

IL 30 APRILE ALL’HOTEL DE LA VILLE DI VILLA SAN GIOVANNI

“UIL Scuola” a congresso Per fare il punto su un settore vitale per la formazione delle future generazioni impedisce il dialogo e la pronta disponibilità nella risoluzione delle controversie e nella gestione delle concertazioni. Antonello Lacchei segretario nazionale ha invece evidenziato l’importanza del ruolo della RSU da cui si attinge la conoscenza delle problematiche dei lavoratori a cui dare risposte concrete. “I sindacati non sono elementi di conservazione e rallentamento dell’evoluzione come si vuole far apparire nei dibattiti televisivi – ha aggiunto Lacchei - ma al contrario la UIL è il sindacato del cambiamento e del miglioramento in quanto sa cogliere le opportunità”. In riscontro al successo dei piani d’intervento è stato menzionato

il forte aumento ogni anno del numero di adesioni alla UIL SCUOLA. Sono intervenuti inoltre Mario De Biasi dirigente della segreteria provinciale, Anna Melina segretaria provinciale di Catanzaro, i dirigenti scolastici Domenico Zavettieri e Domenica Fava , la dirigente sindacale Filomena Scarpati, i docenti Giuseppina Libri e Giorgio Pascolo, la Rsu Calabrò Emiddio e il rappresentante della camera sindacale Santo Biondo. Il congresso si è concluso con la conferma all’unanimità di Franco Califano alla direzione della segreteria provinciale di Reggio Calabria e l’elezione sempre all’unanimità del direttivo.


17

CHIARA e MARTINA, continua il successo di Francesco Di Masi

L

’eco di “Ti Lascio una Canzone” aleggia ancora su Varapodio piccolo paese alle falde dell’Aspromone di appena 2400 abitanti, balzato felicemente sulla stampa nazionale grazie alla partecipazione canora di Chiara e Martina Scarpari. Numerosi sono stati i riconoscimenti e gli elogi, meritati dalle gemelline che hanno avuto la capacità di esordire in tenera età dimostrando padronanza e disinvoltura nel calcare il palcoscenico alla pari di colleghi, già affermati professionisti. Grandi festeggiamenti ha sempre attribuito

Chiara e Martina con Antonella Clerici

loro l’intero paese ogni qualvolta rientravano da Roma, dimostrandogli visibilmente con calore l’apprezzamento per le emozioni che avevano saputo dare con le splendide e melodiche esibizioni. Di questi sentimenti si è fatto portavoce per tutta la cittadinanza il Sindaco, Orlando Fazzolari, che per dare il giusto risalto per il successo conseguito le ha convocate presso la sede comunale per la consegna di una targa ricordo che compendia nella breve incisione tutto l’affetto di un paese: “A Chiara e Martina, protagoniste encomiabili

«

Le gemelle Scarpari con il Presidente del Consiglio Regionale Francesco Talarico

Le gemelle Scarpari hanno convinto pubblico e critica e le strade del professionismo canoro appaiono ora a portata delle loro ugole d’oro

»

della trasmissione “Ti lascio una canzone”, perché attraverso l’interpretazione del brano “Pensieri e parole” hanno regalato un fascio di emozioni a milioni di telespettatori facendo volare sempre più in alto l’orgoglio di tutti i varapodiesi”. La convocazione istituzionale per una riunione presso la Regione Calabria, promossa dal Presidente Francesco Talarico e dal Presidente della seconda commissione Candeloro Imbalzano, presenti il papà Rocco e il Sindaco Fazzolari, è culminata con le più vive congratulazioni per il loro talento e per il forte messaggio che le due giovani promesse hanno saputo veicolare e conquistare per tutta l’Italia, facendo vedere un’immagine positiva della Regione lontana da stereotipi e pregiudizi. “Sono, dice Imbalzano due splendide ragazze, delle quali conosco la storia che con grande determinazione e dall’alto della loro bravura, riescono a trasmettere emozioni forti, unendo al dono di una voce straordinaria una potenza scenica fuori dal comune”. Grande riconoscimento è stato tributato alle due finaliste assolute del programma di Antonella Clerici dalla città di Gioiosa Jonica, Domenica 11 Maggio, ricevendole quali “Ospiti d’onore” al primo evento, organizzato dalla Pro Loco e con il patrocinio del Comune, “ Son tutte belle le mamme del mondo”, istituendo per l’occasione un premio speciale per le Gemelle Scarpari, dando visibilità e risalto, con la presenza delle due “campionesse”, all’interessante manifestazione . Una dura selezione, messa in campo, dall’organizzazione del talent show televisivo e dai responsabili con in testa il maestro De Amicis, hanno dovuto affrontare le due ragazze. Prova superata brillantemente ed onorata, dal loro ingresso fino alla fine, con impegno ed associata alle naturali doti vocali come in un gioco misto di armonie dal timbro chiaro e dolce. Determinante è stato anche l’apporto dei genitori suffragati da un team di collaboratori competenti che si sono instancabilmente prodigati fornendo loro supporto logistico, artistico e organizzativo, necessario per fare emergere le doti e le qualità delle due cantanti in una manifestazione di tale importanza. Ne sono convinti, di questo, Natale Princi manager e direttore artistico di “In Canto” di Delianuova Festival ed il maestro Chistian Cosentino della “Music Scool” di S. Andrea dello Jonio che ha saputo plasmare le doti canore e artistiche di Chiara e Martina. L’ovazione tributata da tutto il pubblico in piedi nel teatro durante la trasmissione, la valanga di voti pervenuti dal pubblico a casa e i giudizi positivi espressi dalla competente giuria di qualità composta dal Produttore discografico Massimiliano Pani, dal Soprano Cecilia Gasdia, dal Cantante Pupo e dal Conduttore Rai Fabbrizio Frizzi, hanno sancito positivamente il talento musicale e la potenza canora delle gemelle Scarpari definendole, oseremmo dire, “superlative”. A loro va il nostro augurio e di tutta la redazione del “Corriere della Piana”, per un brillante e felice futuro.


18

Piazza San Pietro gremita di fedeli

di Luigi Mamone

R

oma, 27 Aprile. Le vie che portano al Vaticano, dai lungotevere fino al Ponte davanti Castel S. Angelo e da qui verso Via della Conciliazione sono un formicaio multietnico. Centinaia di migliaia di persone si muovono, parlano, siedono sul selciato, cantano: vivono in coralità assoluta un momento irripetibile di ecclesialità. La santificazione di due pontefici, Giovanni XXIII°, il Papa Buono, il Papa del Concilio, per quasi 5 decenni decenni relegato in una dimensione defilata, soprattutto durante il lungo pontificato di Giovanni Paolo II°, il secondo dei Vescovi di Roma da elevare alla gloria degli altari e che fu il Papa della nostra adolescenza, della giovinezza, della nostra maturità: Il Papa della nostra vita. Anagraficamente anche Giovanni XXIII° lo fu, ma eravamo troppo piccoli per ricordarlo vivo. Ce lo mostrava negli anni successivi alla morte la televisione. Lo ritrovavamo sui libri di scuola con quel suo faccione pacioso e sorridente ma ancora eravamo troppo piccoli per poterne capire il messaggio: la rivoluzione che consentì alla Chiesa di Cristo di ricevere nuovo impulso e nuovo stimolo di rinnovamento. La percezione più palpabile del cambiamento della Chiesa in quei lontani anni’ dell’infanzia erano i commenti delle donne che dicevano del prete che non voltava più le spalle durante la celebrazione e della messa celebrata in italiano e non più in latino. Il messaggio di Giovanni XXIII° - dopo il Pontificato di Giovan Battista Montini, Paolo VI°, e la breve parabola di Albino Luciani, Giovanni Paolo I°, il cui pontificato durò poco più di un mese - “ de Media aetate luna”- così come secoli prima Malachia aveva preconizzato, furono di fatto la linea guida di Giovanni Paolo II° il cui lungo Pontificato ha consentito di voler leggere la prosecu-

La Santificazione di Giovanni XXIII° e Giovanni Paolo II°

Un pezzo della nostra vita zione di un percorso che Luciani aveva appena iniziato a tracciare e che la sua morte sembrava aver interrotto per restituire il soglio di Pietro a figure ieratiche di Pontefici in triregno e portantina. Wojtyla raccolse il messaggio di spontaneità del Patriarca di Venezia e lo amplificò all’ennesima potenza trasformando la Chiesa di Roma in una Chiesa Pellegrina e missionaria, attuando il messaggio di rinnovamento di Giovanni XXIII° e del Concilio Vaticano II e guidando la Chiesa con mano sicura fin oltre la soglia del terzo millennio, piegato dall’età e dalla malattia ma sorretto da una forza che veramente esalta e concretizza il dogma della Sua santità. Giovanni Paolo II° fu il nostro Papa; con lui gioimmo, per lui pregammo, per lui piangemmo nell’ora dell’addio e, dopo la sua morte, nel rito del commiato, vedendo quella bara di legno chiaro poggiata a terra in Piazza San Pietro con su poggiato un Vangelo le cui pagine a un certo punto furono mosse dal vento. In Piazza San Pietro le misure di sicurezza sono rigidissime, il servizio d’ordine cortese ma inflessibile. E’ un bru-

licare di persone, lingue favelle, colori, divise, abiti religiosi strutture mediatiche. I maxi schermi consentiranno comunque una sufficiente visione di quanto accade sul sagrato a ridosso del colonnato, ad iniziare dal saluto di Papa Francesco al Papa emerito Benedetto XVI° che proietta tutti – al di la dell’applauso – in una dimensione di unicità e di partecipazione a un evento immediatamente passato alla Storia. Per la prima volta dopo oltre 2000 anni di Storia due pontefici insieme, uniti da un fraterno saluto. Nella storia della Chiesa vi erano stati momenti in cui il soglio di Pietro fu conteso: Papi, e antipapi espressione di un potere molto temporale e molto meno spirituale di quanto possa immaginarsi. Oggi è un fatto diverso e nuovo. E mentre la cerimonia comincia a entrare nel vivo con la rituale postulazione per la santificazione dei due beati e la loro successiva elevazione alla gloria degli altari, il pensiero corre ancora indietro nel tempo. Ancora in Piazza San Pietro: una Fiat Campagnola Bianca scoperta che corre via con a bordo Giovanni Paolo II° ferito dalle pistolettate di Alì Agca. Le lunghe ore di attesa, i > continua a pagina 23


19


20

Preghiera

Nel giorno della canonizzazione dei Beati Papa Giovanni XXIII e Papa Giovanni Paolo II

Santi Fratelli in Cristo Angelo e Karol, Santi Padri della Chiesa, Giovanni Vigesimo Terzo e Giovanni Paolo Secondo che per la Volontà di Dio Padre e per la Vostra eroica Santità avete saputo comprendere i bisogni del Popolo di Dio e dell’Umanità tutta e avete operato per far si che la Chiesa diventasse nell’era della tecnologia e nel tempo dell’aridità oasi di rinnovata fertilità punto di riferimento e porto di speranza per leggere nuovamente nel cuore dei poveri difficoltà e bisogni Voi,

che avete visitato bimbi infermi che avete esortato i giovani ad aprire a Cristo le porte dei propri cuori

Voi,

che siete stati vicini ai deboli, agli ammalati, ai carcerati, agli afflitti, ai poveri di spirito e ai diseredati

Voi,

che avete saputo amare senza distinzione di credo l’umanità tutta espressione della volontà dell’unico Dio, Padre Creatore del Cielo e della Terra


21

Voi, che avete esortato al perdono e perdonato e invocato la riconciliazione Voi,

che avete pregato per la Pace e lavorato per costruire la Pace

A Voi, Padri Santi, affidiamo le nostre vite chiediamo la Vostra Paterna protezione invochiamo la Vostra Santa benedizione A Voi raccomandiamo le famiglie, contro il pericolo della disgregazione. I giovani, affinchè seguano sempre la via dell’amore e dell’onestà, pratichino il perdono ambiscano alla santità. La vita dei nascituri, perché sia difesa sempre fin dal momento del concepimento e ogni uomo, affinchè al termine della propria giornata terrena sia da Voi, Padri Santi, accolto in Paradiso. XXVII-IV-MMXIV

Adamo De Ducy


22


23

Giovanni XXIII° e Giovanni Paolo II°: due grandi Papi.... oggi Santi

bollettini medici del prof. Crucitti e poi, anni dopo, Giovanni Paolo II° a colloquio con il suo sparatore nel carcere dove era detenuto e, ancora dopo, il suo perdono. Infine Agca sarà liberato e tornerà in Turchia. Torniamo al presente. Ci domandiamo chissà se Alì Agca oggi sarà nuovamente in Vaticano? Non più per uccidere e diffondere odio e violenza ma per attestare la forza di quel perdono che Wojtyla seppe concedergli. Il pensiero è destinato a restar tale. Nel corso della diretta e anche nelle cronache dei giorni successivi non vi sarà riferimento ad alcuna presenza dell’ex Lupo Grigio in Piazza San Pietro. Peccato. Un po’ ci dispiace. A parte i miracoli documentati: la guarigione della donna sudamericana e – per Giovanni XXIII° - quello di una suora, l’epilogo della vicenda di Acga e il suo atto di contrizione davanti al Papa che egli aveva cercato di uccidere e che lo aveva perdonato, hanno un non so che di prodigioso, di miracolo della fede e di guarigione non di un male del corpo ma di un’anima. Al termine della messa il popolo dei fedeli – e poco importa per quale dei due nuovi santi essi siano stati spinti a muoversi, in parte comincia a lasciare la Piazza. Il grande momento di ecumenismo è cessato. Resta un senso di dolcezza e di malinconia, per dirla in portoghese: di saudade. Che ci prende, e per un po’ non ci lascia nel ricordare giornate della nostra vita che in qualche maniera si legano alla vita dei due nuovi Santi. Uomini come noi. Eppure santi. Quando Karol Wojtyla divenne Papa era una sera di primavera. Avevo diciannove anni e tanti sogni. Quando Papa Woityla morì di anni ne avevo 45, i capelli già si tingevano d’argento e continuavo a sognare o, forse, solo a sopravvivere ai quei sogni della gioventù venuti meno insieme alle figure guida della mia vita di allora, ma ll profumo intenso di quella sera di primavera di 27 anni prima ancora oggi resta vivo. L'abbraccio fraterno tra il Papa Emerito Benedetto XVI° e Papa Francesco


24

Nella Cattedrale dell’ Annunziata commemorazione e confermazione

Monsignor Milito presiede la solenne Messa Crismale

di Francesca Carpinelli

G

rande cerimonia religiosa a Oppido Mamertina. Nella gremitissima Cattedrale-Santuario “Maria Santissima Annunziata”, madre di tutte le chiese della Diocesi di Oppido-Palmi, il vescovo Monsignor Francesco Milito ha presieduto la tradizionale liturgia eucaristica del Giovedì Santo. La Messa Crismale, infatti, oltre ad essere la celebrazione liturgica che apre il triduo pasquale, è un particolare rito incentrato sulla benedizione degli Olii Santi(Olio del Crisma, Olio dei Catecumeni e Olio degli Infermi) e segnato dalla rinnovazione delle promesse sacerdotali. A spiegare il senso più profondo della Messa del Crisma è stato il pastore della Diocesi Monsignor Francesco Milito nel corso della sua significativa omelia. “La lode del cero pasquale è preceduta Cattedrale - Santuario di Oppido Mamertina oggi dalla lode dell’olio, frutto dell’ulivo, la cui benedizione e destinazione-ha asserito Sua Eccellenza Milito - ne fa un segno potente di salvezza e di grazia negli snodi decisivi della vita cristiana. ” Le parole d’ordine della Messa Crismale sono, dunque, profumo e unzione. “Se il profumo impregna anzitutto chi lo usa, chi ne viene cosparso lo emana anche, sempre. Il cristiano - ha spiegato il vescovo - ne è unto per sempre e più volte: nel battesimo, nella confermazione; nell’ordinazione presbiterale e in quella episcopale e sempre con una gradualità significante e progressiva. Dovunque c’è un cristiano, lì dovrebbe respirarsi un’atmosfera inebriante di vita buona, di etica e di esemplare deontologia.” Inoltre, non poteva mancare un riferimento all’appuntamento serale del Giovedì Santo. “La Messa degli Oli avrà questa sera nella Messa della Cena del Signore un suo raccordo. Un’altra unzione sarà ancor meglio compresa: quella della lavanda dei piedi. A quel punto - ha aggiunto Milito - il mistero di questo splendido giorno che apre il triduo pasquale, sarà completo: la commemorazione della istituzione della Santissima Eucarestia e del sacerdozio ministeriale, il comanda-

mento del Signore sull’amore fraterno.” Infine un accenno all’appuntamento di fede del prossimo giugno. “Entriamo così pienamente nel mistero della morte e della risurrezione per proseguire da consacrati e consapevoli fino al Congresso Eucaristico. Da oggi, a giugno, allora, un unico giorno - ha concluso Monsignor Francesco Milito - un grande Giovedì Santo per aver in consegna, dopo i nostri dubbi chiariti dal Signore, le sue consegne di fuoco dell’amore: “Signore, tu lavi i piedi a me?” “Va’ e anche tu fa’ così”.


25

Le “sette parole dell’agonia di Nostro Signore Gesù Cristo” In scena nella Sala Vescovile della Comunità di Francesca Carpinelli

Mons. Milito nel corso del suo intervento alla manifestazione

N

ella Sala Vescovile della Comunità è andato in scena l’oratorio sacro per tenore, baritono e orchestra “Le sette parole dell’agonia di Nostro Signore Gesù Cristo”. Il testo è stato scritto da Pietro Metastasio, è stato musicato dal canonico reggino Lorenzo Maria Falduti ed è stato arrangiato per orchestra dal maestro Angelo De Paola su commissione del dottor Nazareno Scerra, sulla base di un manoscritto a firma del copista Giovanni Licastro, datato Delianova 15 Marzo 1931. A librarsi tra le note dello spartito che racconta il dramma religioso della Passione è stata la Concert Band Melicucco, la talentuosa ensemble bandistica diretta dal maestro Maurizio Managò che, a partire dalla sua nascita avvenuta il 20 Luglio 1997 - ha fatto tanta strada, calcando palcoscenici nazionali e internazionali, ricevendo premi ambiti e prestigiosi, riscuotendo grande successo e coronando il sogno di esibirsi nella Chiesa degli Artisti a Roma il 3 Dicembre 2013 e a Piazza San Pietro davanti a Papa Francesco in occasione dell’udienza generale del 4 Dicembre 2013. L’opera è stata caratterizzata dall’alternarsi delle riflessioni spirituali della voce narrante di Roberta Cullari e dei momenti musicali affidati, oltre che ai suoni della Concert Band Melicucco diretta dal maestro Maurizio Managò, anche alle voci del tenore Domenico Santacroce e del baritono Alessandro

Tirrotta. L’evento, organizzato dal rettore della Cattedrale-Santuario “Maria Santissima Annunziata” di Oppido Mamertina don Letterio Festa e dal presidente dell’Associazione Musicale Melicucco Domenico Scerra, ha ricevuto il plauso del Vescovo della Diocesi di Oppido - Palmi Monsignor Francesco Milito che ha sottolineato l’importanza e l’attualità dell’opera “Le sette parole dell’agonia di Nostro Signore Gesù Cristo” e ha elogiato “il linguaggio dell’anima che è la musica e il sentimento dello spirito che è la poesia”. La comunità ha avuto così l’occasione di prepararsi a vivere gli ultimi scampoli del periodo quaresimale raccogliendosi in meditazione e rivolgendo il cuore verso il grande mistero della passione, morte e risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.

«Fede in musica a

Oppido Mamertina»


26

Il M° Giuseppe Calarota con il Coro e l'Ensemble "Nicola Gorgoglione"

di Francesco Di Masi

A

nche se le feste pasquali si sono concluse, resta ancora, indelebile, nei nostri cuori, l’immagine gloriosa e sfolgorante del Cristo Risorto. Ma immancabilmente, per noi credenti, non può sfuggire il motivo conduttore che per arrivare alla Resurrezione bisogna passare attraverso la Passione e Morte di Nostro Signore Gesù che si perpetua e si rinnova giornalmente ed in ogni istante sull’altare, per la redenzione ed il perdono dei nostri peccati. In funzione di questo ed in preparazione alla Santa Pasqua, è stato offerto giorno 13 Aprile nella chiesa di San Gaetano Catanoso di Gioia Tauro il “Concerto della Passione”, evento ed esperienza organizzativa ricca di “momenti di riflessione” della quale è ancora interessante parlare. Don Pasquale Galatà, Parroco della famosa “ chiesa-tenda” del Santo calabrese, appoggiando entusiasta l’iniziativa che ha visto nascere a Settembre e progredire con solerte partecipazione di tutte le maestranze presenti in parrocchia, che in modo volontario e in unitaria comunione, hanno messo a disposizione e a frutto la loro inventiva e la loro esperienza sacrificandosi, dal più grande al più piccolo, per portare a termine, con spirito cristiano, il concerto. Instancabile e ricca di esperienza, a tutti i livelli, è stata la collaborazione, nonché la pregevole organizzazione, messa in campo dal dinamico maestro e direttore del coro, Giuseppe Calarota da Rossano accolto e stimato in questa comunità e apprezzato anche a livello diocesano. Coadiuvato dai più stretti collaboratori: Antonella Agresta, Sara Fonte,Rocco Papasergio,Lina Rubbicone,Fabio Bruno,Fabrizio Atterisano, Palma Romeo, Stefania Fornaciari, Rocco Bellofiore, i maestri Loredana Condoleo e Stefano Frisina e da tutto il coro, è riuscito a fondere e plasmare, ognuno per le proprie attitudini e conoscenze guidandoli come un esperto regista segue e consiglia sul set il cast di attori per la realizzazione di un film. Più che un concerto è stato un momento ricco di meditata riflessione in quanto i canti e i brani musicali di : M.Frisina, J.S.Bach, P.Damilano, W.A.Mozart e S.A.M.de’ Liguori venivano intercalati con la lettura delle meditazioni sulla Passione, tratte da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori che diceva:”Tutte le meditazioni sono buone, ma quelle sulla Passione di Gesù Cristo è la più utile”. Brani accompagnati dalla splendida esecuzione dell’Ensamble “Nicola Gorgoglione” città di Pietropaola (CS), che con la loro partecipazione straordina-

Gioia Tauro, nella chiesa di San Gaetano Catanoso

Concerto della Passione

ria, hanno arricchito la manifestazione. Un plauso e un ringraziamento particolare è stato espresso per il M° Francesco Pio Antonio Santella, al suo capobanda Luigi Gorgoglione e a tutto l’Ensamble sia da parte del M° Calarota a cui è stato concesso l’onore di dirigerli, sia da S.E. Mons. Francesco Milito Vescovo della Diocesi. Di grande effetto ed impatto scenografico sono stati i quadri della Passione messi in scena dai più piccoli attori e comparse della parrocchia che aiutati dai costumisti, truccatori e attrezzisti hanno collaborato con presenza assidua e con spirito di sacrificio alla buona riuscita del concerto. A loro sono state espresse parole di elogio e un caloroso applauso sia dal Vescovo, dal Parroco e da tutto il pubblico numeroso ed entusiasta presente. Esperienza particolare ed unica per la Piana di Gioia Tauro come il “Concerto della Passione” in cui si sono fusi come in un crogiuolo meditazioni, musica, canto, scene, per dare luogo alla costruzione di un mondo migliore ricco di pace, d’amore e di serenità, nel rispetto della reciproca e spensierata collaborazione. Al termine un ringraziamento corale per tutti i partecipanti, dal Vescovo ai Presbiteri presenti, dai collaboratori agli sponsor che con il loro apporto economico hanno permesso l’evento, al coro, a tutti i musicisti e al pubblico presente è stato espresso, da un soddisfatto e visibilmente commosso M° Giuseppe Calarota per l’ottima riuscita del “Concerto della Passione” e della prima esibizione ufficiale del Coro “San Gaetano Catanoso” a cui va il nostro personale ringraziamento e plauso per essere stati invitati e di tutta la redazione del “Corriere della Piana”. Scena della Rappresentazione


27

Bosco di Rosarno: presentato il XXIII rapporto immigrazione 2013

“Tra crisi e diritti umani”

di Girolamo Agostino

Venni alla luce nell’aspro sud e sono nero ma ho l’anima bianca …”

in questi versi di poesia William Blake guarda gli occhi del bambino nero non immersi nella triste rassegnazione ma dai quali traspare una speranza di amore e di pace mirata a porre fine alla discriminazione razziale per dare dignità a tutto il genere umano che, dai secoli più antichi, convive con il disumano problema di subalternità della razza, del colore e della schiavitù; fenomeno che purtroppo, in diverse circostanze si protrae sino ai nostri giorni. Rosarno, la grande cittadina della Piana del Tauro, spesso viene menzionata dai media per fatti legati alle attività delinquenziali, di criminalità o di mafia ma bisogna pur dire che qui, come in tanti paesi del meridione d’Italia, esiste un tessuto sociale non omogeneo costruito in parte su principi di arretratezza culturali che trascinano usi e costumi di un passato arcaico ed in parte fatto di gente onesta, laboriosa e civile che ha conosciuto la miseria, l’emigrazione e la fame. E’ da ricordare che Rosarno prima dell’insediamento del grande Porto e della limitrofa Zona Industriale (che invece di creare sviluppo ed occupazione ha provocato degrado e abbandono) era un grande centro di coltivazioni agrumicoli ed ortive varie che poteva considerarsi il cuore dell’agricoltura calabrese, dove esistevano grosse aziende con un numero elevato di lavoranti. Tuttavia, malgrado le avversità, al giorno d’oggi numerose attività sopravvivono e data la difficoltà di reperire in loco la necessaria manodopera spesso si ricorre all’assunzione stagionale degli immigrati, esigenza di cui molte aziende, per il loro fabbisogno non possono farne a meno ma, pur consapevoli dell’utilità e dei benefici apportati alla nostra

economia da queste persone, in certi ambienti del nostro territorio perdurano ancora ingiustificate idee razziste tendenti alla sottomissione ed alla schiavitù degli stranieri. Conseguente a queste forme di abusivismo, qualche anno addietro Rosarno fu al centro di gravi fatti di cronaca di intolleranza razziale. I fatti accaduti scossero l’animo e la coscienza delle persone civili, degli operatori di pace e delle organizzazioni umanitarie ed il fenomeno di discriminazione, nei ricordi di tanti meridionali ha riaperto le ferite di un dramma del passato, quando in molti spinti dalla fame e dalla miseria emigrarono nel nord Italia, in alcuni Stati d’Europa e fuori dal continente europeo dove ad accoglierli non furono le braccia delle popolazioni evolute ma una cruda realtà fatta di umiliazioni e di sofferenza con l’imposizione di disumani e pesanti lavori di sfruttamento nelle miniere del Belgio, nelle foreste e nelle cave d’amianto dell’Australia. Sul fenomeno immigrazione, a cura della Delegazione Caritas Calabria e Fondazione Migrantes Calabria, Sabato 12 Aprile 2014 nell’affollatissima platea della chiesa S. Antonio - Bosco di Rosarno si è tenuta la presentazione del XXIII rapporto immigrazione 2013 «tra crisi e diritti umani». I lavori del convegno, coordinati dal Diac. Vincenzo Alampi (Direttore Caritas Diocesana Oppido Mamertina –Palmi) si sono svolti con numerosi ed importanti interventi ma unanime è stata la solidarietà espressa a tutti coloro che spinti dal bisogno dimorano nella nostra terra; parlando del Coro Gospel, Vincenzo Alampi ha voluto sottolineare che questo gruppo sta portando fra noi la voce degli immigrati mentre, Domenico Mammoliti organizzatore della squadra sportiva Koa Bosco, inervenuto successivamente, ha sostenuto l’importanza dello sport ed in particolare del calcio per mirare all’integrazione sotto tutti i punti di vista, ricordando che nel 2012 chi era in rivolta contro gli immigrati oggi tifa per la squadra degli africani. Don Antonio Pangallo (Delegato Regionale Caritas), ha posto l’attenzione alle S.O.S. della Grecia, porta dell’Europa, dove il 70% delle famiglie greche versa in condizioni di disagio e di scoraggiamento e nelle città, come ad Atene, la disperazione ha portato ad un crescente ed impressionante numero di suicidi. In riferimento alla triste difficoltà esi-

stenziale di queste famiglie, ha invitato a guardare il fenomeno immigrazione non come problema, ma come risorsa, per cui Rosarno, in base alle esperienze vissute deve diventare un laboratorio educativo. Oliviero Forti (Responsabile Ufficio Immigrazione Caritas Italiana) parlando di crisi dei diritti umani ha affermato che la crisi creatasi in Italia ed Europa ci ha portati ad una maggiore richiesta di aiuto da parte degli immigrati ma ciò nonostante si fa fatica a pensare all’immigrazione come inserimento nella Comunità Europea. Parlando delle grandi capacità resilenti degli immigrati e richiamando l’attenzione sulle responsabilità del non rispetto dei diritti umani, ha asserito che per individuarne le cause non basta puntare il dito solamente sul caporalato ma esse vanno ricercate in un modello di sviluppo fallimentare che per resistere alla concorrenza di mercato innesca un sistema di schiavitù per speculare sui costi del prodotto. Mons. Francesco Milito, Vescovo della Diocesi di Oppido Mam. - Palmi, pur ricordando che la Chiesa a riguardo dell’immigrazione sta facendo tutto quello che è possibile fare in questo territorio, ha sostenuto l’importanza di parlare di progetti precisi perché non si può parlare all’infinito di emergenza. Il progetto di integrazione, affinché possa essere realizzato, necessita di attenta riflessione e per far sì che l’inizio diventi duraturo ed efficace è necessario procedere ad un rapporto di libro bianco in merito all’operato della Chiesa sulla questione in oggetto. Mons. Milito ha condannato l’inerzia della comunità di fronte a tanto bisogno e non ha esitato a pronunciare parole dure nei confronti dell’assenza della politica a tutti i livelli. Secondo i miei punti di vista, su quanto è emerso dal tema del convegno e dall’intervento del nostro Vescovo è opportuno che ogni persona onesta si renda utile all’esigenza altrui ed è importante riflettere sulle parole pronunciate da Papa Francesco sulle tragedie del mare: «No alla globalizzazione dell’indifferenza». Oggi nel mondo, periodicamente si riuniscono i grandi personaggi della politica internazionale e parlando con cinica indifferenza di guerra o di pace decidono le sorti delle nazioni basandosi principalmente sulla costruzione di distruttive armi da guerra per un continuo e indiscriminato sfruttamento di interi popoli che soffrono la fame e le malattie.


28

A Cittanova durante il periodo quaresimale in esposizione un

Bellissimo Presepe Pasquale

unico esemplare del genere in provincia di Reggio Calabria di Luigi Cordova

M

entre percorrevo con la mia auto il corso fui attratto da una lunga coda di persone che si trovavano innanzi alla porta di un locale sito vicino l'antico palazzo dei Terranova, tutti lì in attesa di accedervi per visitare un "Presepe pasquale" - di circa 50 mq - allestito da tre giovani Rocco Nasso, Rocco Siviglia, Alessio Murdaca facenti parte della giovane associazione "Presepi", costituita meno di un anno fa. Avendo trovato di mio interesse la mostra, anch' io finii per mettermi in fila e così riuscii a vedere le sei magnifiche scene della passione, della morte e della resurrezione di Cristo, incastonate in sei riquadri - come sei scatole chiuse - con la tecnica dei diorami aventi in comune un unico sfondo. Finita la mia visita mi appartai con il giovane Alessio, presidente dell'Associazione, che mi spiegò la tecnica usata, utilizzo di polisterolo e sughero nonchè di arbusti del territorio, quali l'erice, per rendere più suggestivi e realistici gli scenari dove erano state allocate statue di fattura artigianale, rappresentanti le categorie più svariate degli antichi mestieri (fabbri, fornai, pastori etc. etc.); scene movimentate ed illuminate con effetto giorno-notte trattandosi di un presepe meccanizzato. Seppi così che l'idea di creare questo "singolare presepe" nacque subito dopo il successo ottenuto a Natale con l'allestimento, nello stesso locale, di quello messo in esposizione nelle festività natalizie, visitato da più di 1500 persone, che si espressero favorevolmente per l'iniziativa e l'alta qualità del manufatto che portò a Cittanova tanta gente dai paesi limitrofi per poterlo visitare ed ammirare, tra costoro vi ero stato anche io, da sempre appassionato di questa nobile arte.


29

Promosso dal Forum delle Associazioni Familiari della Calabria

L’impatto delle nuove tecnologie sulle famiglie e i giovani Tramite Internet i ragazzi sperimentano passaggi continui tra mondi virtuali e reali di Anna Rotundo

È

stata considerata “rivoluzionaria”, dalla ruota in poi, ogni invenzione che ha permesso all’umanità di intensificare le comunicazioni e gli scambi: dalla scrittura su papiri alla stampa, dalla ferrovia al telegrafo. Così, è oggi per la moderna rivoluzione di Internet e ciò esprime non solo la rilevanza sociale delle innovazioni, quanto, come evidenzia nei suoi libri Padre Antonio Spadaro, la considerazione più importante a loro riguardo: esse rispondono a desideri “antichi” e danno forma a bisogni e valori che sempre l'essere umano ha avuto: relazione, comunicazione, conoscenza, condivisione. Al di là dei rischi molti rischi, come la dipendenza patologica da Internet, l'uso improprio dei dati o gli abusi sessuali, il cyber bullismo, ecc, rischi dai quali quotidianamente le agenzie educative mettono in guardia i ragazzi, la rete offre la possibilità di condividere interessi e aggregarsi ad altre persone con sensibilità e passioni simili, superando con la velocità di un click i confini spaziali e geografici. Gli strumenti messi a disposizione dalla Rete permettono ai giovani di rimanere in contatto con gli amici di tutti i giorni, mantenere le amicizie nel tempo o farne di nuove. Tramite Internet i ragazzi sperimentano molteplici e infinite identità, con passaggi continui tra mondi virtuali e reali. Grazie alla rete, possono approfondire e conoscere meglio argomenti, temi e fenomeni del nostro mondo e del passato, con una velocità di risposta che nessuna enciclopedia è in grado di fornire. Sono quindi assolutamente convinta che arginare la diffusione di Internet tra i giovani è non solo praticamente impossibile, ma neanche giusto; internet è ormai parte costituiva dell’identità sociale e personale dei ragazzi: i ragazzi che non hanno la connessione in casa o ne sono privati per punizione, soffrono di tale privazione e si sentono lesi nei loro diritti perché: “se non sei collegato, sei tagliato fuori”. Piuttosto, invece, per genitori ed educatori credo e auspico che si operi negli attuali scenari mediatici utilizzando le nuove tecnologie e i media come “ponte formativo”, capaci di attirare l’attenzione

e intercettando le domande di senso più o meno implicite che i ragazzi inconsapevolmente portano con sé. Questo, però, con la finalità prioritaria di educare, trasmettendo visioni della vita, narrazioni, assetti valoriali e di significato, riflessioni di senso. In ambito familiare e scolastico, quindi, con una vera e propria “alleanza ” tra genitori, insegnanti e figli, quella che ormai è definita “la media education”, potrebbe rappresentare un’ottima strategia educativa e relazionale con una duplice ottica: la prima tesa a svelare e denunciare contenuti pericolosi, e la seconda tesa a “inculturare” e valorizzare la tecnologia e ciò che può offrire al bello, al buono e al vero della vita familiare e sociale. Operando da anni nella scuola, io colgo nei giovani perennemente “connessi” la ricerca di un senso più profondo che come insegnante cerco di dare alle loro relazioni virtuali: c’è una grande solitudine e un disperato bisogno di contesti educativi , in primis la famiglia, in cui ricevere riconoscimento, sostegno e accompagnamento. Chi darà risposta alle domande dei nostri “nativi digitali”: “chi sono? da dove vengo? conto qualcosa? che sarà di me?" Ebbene, se certamente la dimensione esistenziale, antropologica e cognitiva è qualcosa che va oltre qualsiasi “notizia” frammentata o “mi piace” trovati sulla home di facebook, credo che si possano però “sfruttare” le nuove tecnologie e i social network come “ponte formativo” in grado di catturare l’attenzione, intercettando e facendo emergere le domande pedagogiche implicite che i ragazzi inconsapevolmente portano con sé, per trasmettere una visione della vita, per dare criteri di senso per le scelte.Questo richiede agli adulti una capacità innanzitutto di stare con i figli, di essere - per e di essere - con, di entrarci in relazione, di essere significativi ed anche affascinanti. Auspico una famiglia e una scuola che abbiano tante “connessioni”, le quali sfociano però in vere “relazioni”: che portino i nostri figli, ad esempio, a contatto con gli oratori, con pratiche di volontariato, che tanta soddisfazione regalano, così come ad un impegno nell’associazionismo cattolico fatto di socialità autentica, con appartenenze e frequentazioni identitarie e valoriali, perché le identità virtuali siano anche vere e reali, per offrire un largo orizzonte di senso alle nostre vite. Perché, per dirla con Giorgio La Pira, “I giovani sono come le rondini: sentono il tempo, sentono la stagione: quando viene la primavera essi si muovono ordinatamente, sospinti da un invincibile istinto vitale - che indica loro la rotta e i porti! - verso la terra ove la primavera è in fiore!”


30

La presentazione del libro di don Giancarlo Musicò

Rapito dalla Bellezza Un commento spirituale del film Fratello Sole Sorella Luna di Franco Zeffirelli. di Pasquale Puntillo Diacono

G

iovedi 10 Aprile, nella splendida cornice del restaurato salone “ Sala Vescovile della Comunità ”, realizzato negli anni ’40 del secolo scorso per volere dell’allora Vescovo di Oppido, Mons. Nicola Canino, e riportato, dopo un periodo di abbondono, allo splendore originale per volontà del nostro vescovo, Mons. Francesco Milito, si è svolto un evento di grosso spessore culturale ovvero la presentazione del libro di don Giancarlo Musicò: Rapito dalla Bellezza ed. Fede&Cultura – Verona”. Un commento spirituale del film Fratello Sole Sorella Luna di Franco Zeffirelli”. L’evento ha visto la presenza di prestigiosi relatori quali Mons. Luigi Benigno Papa, attualmente Vescovo emerito della Diocesi di Taranto e già Vescovo della nostra Diocesi negli anni 1981-1990, Mons. Francesco Milito, nostro attuale pastore, il prof. Giovanni Zanone, editore della casa editrice Fede&Cultura (Verona), don Giancarlo Musicò, autore del libro , il dott. Raffaele Leuzzi nella veste di moderatore nonché la partecipazione di numerosi sacerdoti e diaconi e di un folto pubblico che gremiva la sala in ogni ordine di posti. Il libro di don Giancarlo è una lettura teologico - spirituale del film del Maestro Zeffirelli e allo stesso tempo un itinerario pedagogico cristiano per incontrare la “Bellezza” che è Cristo e per vivere con speranza cristiana la crisi del nostro tempo. È stato detto molto volte, ma è sempre più evidente, che la crisi che stiamo attraversando è in primo luogo una crisi morale, culturale ma soprattutto spirituale: gli effetti economici e finanziari ne rappresentano una diretta conseguenza.

E’ crisi morale e spirituale conseguente al degrado progressivo, se non all’irrisione, dei valori primari su cui si regge una società civile di cui il primo fra tutti è la distinzione fondativa tra bene e male, lecito e illecito, utile comunitario ed egoismo personale. E’crisi culturale perché la cultura non è più sentita come il propellente principale di ogni crescita personale e collettiva. Da qui la trascuratezza con cui le Istituzioni trattano grandi questioni come la scuola, la formazione, la ricerca scientifica, il sistema bibliotecario, la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali e ,più in generale, l’educazione al bello. Etica, teologia, preghiera ed estetica appaiono inscindibilmente connessi e sono il filo conduttore di questa ennesima fatica letteraria di don Giancarlo Musico’. Il nostro autore rivisita il film di Zeffirelli “un esempio tipico dei nuovi linguaggi della fede” individuando nell’opera un “testimone qualificato che a partire dalla sua esperienza concreta, ha parlato di Dio al mondo”. Questa consapevolezza appare oggi particolarmente viva e attiva nel pensiero e nell’azione pastorale di don Giancarlo concretizzandosi in molteplici iniziative culturali nel campo delle arti, delle lettere e dello spettacolo: canzoni, poesie, libri, musical. Per il nostro autore, il bello artistico e letterario non è un "di più", un lusso dei giorni festivi, un optional gradevole di cui si può anche fare a meno: è un luogo di apprendimento e affinamento della sensibilità, di collegamento tra umano e divino, tra i limiti del "qui e ora" e qualcosa che lo può trascendere e che apre nuove strade al Vangelo perchè la “bellezza dell’annuncio evangelico” diventi un patrimonio di tutti. Questo mi sembra il significato profondo che emerge dalla lettura di questo bellissimo libro. Nell’opera di don Giancarlo “ la bellezza”, il “fascino di Francesco”, cosi sublimamente rappresentato ”al vivo” dal Maestro Zeffirelli, diventa un luogo di forte tensione conoscitiva, di speranze condivise e condivisibili di sogni che si fanno realtà nella sua personale ricerca di Dio, ma che hanno valenza per ogni cuore umile e sincero. La speranza, la bellezza che emana da Francesco, nella visione di Zeffirelli, vengono intese da don Giancarlo non come velleità astratta che si accontenta di enunciare se medesima in senso estetizzante, ma come volontà concretamente costruttiva, operativa, fattuale, collettiva che realizza “ l’utopia ” del Vangelo. A questa speranza il papato di Francesco sta dando un impulso determinante cui guardano con attenzione e gratitudine anche i laici e i non credenti e, a mio giudizio, la pubblicazione di questo libro non poteva cadere in un momento più opportuno. Forse nei prossimi anni, guardandoci indietro, potremo dire che la stagione del riscatto ha trovato qui una spinta in più, nel nome di valori ritrovati e condivisi e nel nome di quella Bellezza cantata dal grande Agostino. “Sero te amavi, pulchritudo tam antiqua et tam nova. Sero te amavi! Et ecce intus eras et ego foris, et ibi te quaerebam et in ista formosa, quae fecisti, deformis irruebam.Tardi ti amai, Bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai! Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo; deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature.” (Confess. 10, 27, 38).


31

Presentato a San Giorgio Morgeto “Volo Solo” di Francesca Agostino

Paolucci vola ancora

La storia di un aviatore, il conflitto, la prigionia e il ritorno alla normalità di una generazione che non voleva la guerra.

di Filomena Scarpati

I

l pomeriggio della domenica di Pasqua, lo scorso 20 Aprile, a San Giorgio Morgeto è stato dedicato ad un evento culturale rivelatosi di grande interesse: la presentazione del volume di Francesca Agostino “Volo Solo”. Un piccolo volumetto che racchiude una serie inimmaginabile di stimoli di lettura e di approfondimento. E’ una intervista che l’autrice ha realizzato parlando con un ultranonagenario ex aviatore della seconda guerra mondiale, Carlo Paolucci, che con una immediatezza narrativa veramente coinvolgente racconta il suo amore per il volo, le sue prime esperienza aviatorie, ancora minorenne, in una Italia in camicia nera che non aveva conosciuto l’orrore della guerra e risultava drogata di parate militari e inni nazionalistici. Il primo brevetto per il volo a vela “senza motore” e dopo lo scoppio del conflitto, il naturale passaggio all’arma aeronautica, il pilotaggio di aerei da combattimento, l’audacia del volo, le tecniche del combattimento aereo e la passione per l’acrobazia. Quindi il racconto della prigionia, ricco di spunti che consentirebbero a un bravo sceneggiatore di scrivere un film e infine il ritorno a casa. È la vita che riprende il suo scialo di triti fatti. Una storia semplice e affascinante, che ha rivelato nell’autrice una scrittrice fresca, capace di cogliere tra le righe e di trasporli in maniera immediata e coinvolgente sentimenti e il senso stesso della vita di chi in quei giorni di guerra fra bombardamenti e retate, SS in ripiegamento e alleati in avanzata, fra rombi di cannoni e rumori d’aerei, non sapeva se sarebbe riuscito a vedere l’alba del giorno successivo. Cionondimeno in questo racconto di un’altra guerra - quella dei non eroi: della gente comune che aveva perso i figli o la famiglia, che pativa patimenti e miseria senza distinzione fra vincitore e vinto Paolucci racconta – e Francesca Agostino ottimamente traspone – di generosità impensabili, di atti d’amore, materno o – talvolta - carnale. Dalle SS di retroguardia che danno qualcosa del loro scarso cibo ai militari italiani prigionieri, al custode del cimitero che li fa riparare in una tomba, alle famiglie contadine che li ospitano, a due ragazze con le quali per un po’ convivono in una casa della campagna

Filomena Scarpati, Francesca Agostino, Luigi Mamone e Carlo Cleri

La scrittrice Francesca Agostino

bavarese. La storia di un’altra guerra. Fatta di patimenti e di gesti d’amore. La guerra dei vinti. O forse solo la guerra di chi amava la pace. La presentazione del volume, nella Biblioteca comunale sangiorgese, ha visto dopo il saluto del Sindaco Carlo Cleri, un lungo intervento del Direttore del Corriere della Piana, Luigi Mamone, che ha evidenziato i pregi del libro, ha coinvolto l’oratorio con una conversazione nel corso della quale prendendo spunto dal libro ha porto stimoli comparati per evidenziare al pubblico le tante chiavi di lettura e di approfondimento storiche, sociali e aeronautiche che il volumetto di Francesca Agostino offre e che - ha concluso - evidenziano come il potere evocativo della scrittura oltre a cristallizzare attimi di vita e atmosfere di un vissuto che ritorna, consentono di fermare il tempo e la storia irripetibile di ogni uomo chiosando, pertanto con la felice sintesi “ Paolucci vola ancora” : oltre il tempo e lo spazio, con la sua ansia di avventura e la sua voglia di vita, che ormai – grazie al piccolo prezioso volume della Agostino - non conosceranno l’oblio del non ricordo .


32

Salvatore Feo, Francesca Agostino, Mattia Gattuso, Carlo Cleri e Marco Sorbara Assessore Politiche Sociali di Aosta

Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore a San Giorgio Morgeto di Giusanna Di Masi

Una rosa, un libro” è il titolo della manifestazione di notevole interesse culturale che si è svolta a San Giorgio Morgeto il 23 Aprile scorso in occasione della festa del Santo Patrono, proposta fin

Carlo Cleri e Marco Sorbara

dallo scorso anno da Francesca Agostino e fortemente voluta dal Sindaco Carlo Cleri e dall’Amministrazione Comunale. All’evento promosso principalmente dall’UNESCO è stata dedicata un’intera giornata, aperta con l’inaugurazione alle ore dieci circa e conclusasi nella serata con gli interventi degli autori partecipanti. Nella sessione mattutina si è svolto un convegno introduttivo “ San Giorgio, le rose e i libri” – Tecniche e metodi di lettura per i non vedenti e gli ipovedenti sulle quali hanno relazionato l’avv. Mattia Gattuso, esperta in politiche per la disabilità e referente per la Calabria e la Sici-

One rose, one book

A San Giorgio Morgeto il 23 Aprile su input di Francesca Agostino e del Sindaco Carlo Cleri lia dell’Unione Nazionale Italiana Volontari pro Ciechi e Marco Sorbara, assessore alle politiche sociali del Comune di Aosta di origini pianigiane. I lavori del convegno sono stati introdotti dal sindaco Carlo Cleri che ha porto il suo saluto ai numerosi partecipanti e moderati da Francesca Agostino che ha condotto l’intera giornata culturale. La sessione pomeridiana si è invece aperta con la premiazione degli elaborati vincitori del concorso scolastico “San Giorgio una rosa, un libro – 2014” presieduto da Francesca Tripodi responsabile della Soprintendenza Archivistica per la Calabria dipendente dal Ministero per i beni e le attività culturali che ha visto vincitori per la prima categoria Juniores, gli allievi di prima e terza della scuola primaria del plesso Villotta, mentre per la categoria seniores, gli alunni delle classi prima e terza “A” della scuola secondaria di primo grado. Il Francesca Agostino e Filomena Scarpati dirigente scolastico Dino Primerano intervenuto alla manifestazione si è detto soddisfatto per i risultati ottenuti e si è complimentato con gli alunni della seconda elementare che, sotto la guida dei docenti, hanno realizzato un libro a proprie spese. All’Istituto Scolastico Comprensivo è stato erogato per l’occasione un contributo per l’acquisto di libri, mentre la responsabile della Soprintendenza ha regalato agli allievi delle pubblicazioni sul percorso calabrese verso l’unificazione. La manifestazione è stata arricchita dall’esibizione dell’associazione musicale “F. Florimo e dagli autori Laura Montuoro e Francesco Papasodaro in collaborazione con la libreria P.G. Frassati che hanno presentato “Il Cantastorie e il regno dei Beisogni”. L’evento si è concluso poi con l’intervento degli autori dei libri presentati alla manifestazione nello spazio “Caffè d’Autore” durato dalle ore 17,00 fino alla tarda serata, tra cui ricordiamo Filomena Scarpati, Luigi Cordova e Luigi Mamone per il “Corriere della Piana”, l’on.Giovanni Nucera, Salvatore Greco, Giuseppe Siciliano, Ferdinando Giovinazzo, Marzia Matalone, Rocco Carpentieri e la stessa Francesca Agostino con “Volo Solo” presentato nella biblioteca comunale di San Giorgio Morgeto in occasione della Pasqua.


33


34

di Girolamo Agostino

O

sservando la conformazione morfologica del versante tirrenico settentrionale della provincia di Reggio Calabria, notiamo la folta vegetazione arborea che ricopre l’intera superficie delle colline e delle montagne. Si tratta di alberi di castagno, di quercia da sughero, di roverella, di leccio, di faggio e l’abbondante crescita di queste essenze non è di natura spontanea ma, un tempo furono messe a dimora in funzione alla loro produttività ed al loro utilizzo. Pur essendo impervi e difficoltose per il lavoro, le nostre montagne nel passato hanno dato un grande contributo al mondo del lavoro calabrese, in quanto, la lavorazione del legno negli anni passati era attività fiorente e si erano sperimentati tecniche di trasporto e di trasformazione all’avanguardia per i tempi di allora. A Giffone, uno dei paesini non molto lontano da San Giorgio Morgeto, una grossa industria boschiva di proprietà del latifondista Pelle, per il trasporto dei tronchi dai boschi al sito di lavorazione, aveva fatto costruire una ferrovia sugli altipiani della montagna con carri trainati da una normale locomotiva a vapore; in altre zone, furono progettate e costruite grosse segherie con turbine alimentate dalle

condotte ad acqua forzata e in diversi siti furono costruiti cartiere per ricavare la cellulosa. Queste attività che, producendo benessere occupavano un grosso numero di lavoratori, oggi sono del tutto scomparse a causa della concorrenza sleale, della contraffazione, dell’inserimento sul mercato delle materie plastiche ma anche da una politica economica distruttiva del prodotto interno lordo che, mirando alla selvaggia speculazione commerciale, ha permesso l’inserimento sul mercato di prodotti provenienti da paesi extra europei, anche non

San Giorgio Morgeto, convegno sulla costituzione di una filiera del legno

Cultura e arte nel legno curandosi del problema della radioattività che gli alberi hanno accumulato perché spesso cresciuti nelle vicinanze delle centrali a carbone o nucleari e in alcuni casi direttamente contaminati a causa di incidenti (Cernobyl). A San Giorgio Morgeto la lavorazione del legno è un’attività che si tramanda da padre in figlio da intere generazioni e qui ci sono stati e ci sono tutt’ora maestri falegnami ed artigiani specializzati di altissimo livello. Mobili di noce locale rifiniti con particolari disegni e cesellature, finestre e porte di castagno, porta gioielli in stile antico ed arte povera, pavimenti in legno d’olivo, cucine, strumenti musicali in legno armonico ( ciaramelle, zampogne, lira), ceste, panieri e contenitori in legno di castagno, restauri di mobili antichi, questi sono i prodotti dell’arte del legno dei maestri sangiorgesi che nonostante la crisi, resistono a lavorare con grande sacrificio. Purtroppo, la mancanza di aggregazione fra gli artigiani, rappresenta una lacuna incolmabile per il mercato odierno dove spesso i prodotti del singolo offerente non riescono a trovare spazio anche perché, molte volte, viene ignorato il valore e la qualità; sotto questi punti di vista è opportuno valutare la necessità di costituirsi in una filiera del settore per abbattere i costi di gestione aziendali, di approvvigionamento dei materiali, di pubblicità ed anche per poter accedere facilmente ai finanziamenti previsti dai regolamenti CEE. Su questi temi, su iniziativa del Comune di San Giorgio Morgeto, nei locali della biblioteca si è tenuto un interessante convegno con la partecipazione di numerosi falegnami ed artigiani, di autorità delle istituzioni ed esperti del settore come l’Arch. Armando Foci (attualmente in pensione ma in passato ha ricoperto il ruolo di dirigente della Comunità Montana di Cinquefrondi). Il sindaco del nostro comune Carlo Cleri, aprendo il dibattito ha posto in evidenza l’importanza dei nostri lavoranti del legno sia per la qualità del prodotto ma soprattutto per il supporto all’economia locale che essi danno e per questo ha sostenuto che ogni iniziativa mirata allo sviluppo ed all’occupazione deve essere portata avanti con determinazione e perciò, la possibilità di mettere in atto una filiera del settore può costituire una grande opportunità per l’inserimento di questa attività in un mercato sempre più vasto per superare l’attuale situazione di crisi commerciale; partendo dalla consapevolezza delle difficoltà di aggregazione, ha spiegato che l’obiettivo della filiera è quello di valorizzare il lavoro, le maestranze ed il prodotto, iniziando un percorso con a capo l’amministrazione comunale, salvaguardando ciascuno i ruoli, per presentarsi uniti alla Comunità Europea con progetti seri e responsabili. Ad illustrare i contenuti del disegno è stato l’Arch. Armando Foci che ha sottolineato la positività dell’iniziativa vista la partecipazione degli interessati, anche se esiste il problema dell’organizzazione poiché spesso manca la forza di stare insieme; e, parlando delle prospettive di crescita economica ed opportunità di lavoro nel nostro territorio, ha messo in evidenza che il prossimo P.O.R. Calabria 2014-2020 sarà in gran parte incentrato con forti finanziamenti proprio sullo sviluppo delle reti di imprese nel Mezzogiorno, in quanto strumento capace di innescare processi di sviluppo dell’economia puntando sulle filiere di specializzazione. Spiegando gli obbiettivi e le modalità attuative della rete di imprese ha ricordato che il contratto di rete è regolato dalla legge 33 del 2009, dal DLgs 276 del 2003 e dal DI 76 e con esso due o più imprese si obbligano ad esercitare in comune una o più attività allo scopo di accrescere la capacità produttiva, commerciale e innovativa. Quindi, il contratto di rete si pone in una nuova ottica della cultura d’impresa fondata sull’associazionismo per superare ogni limite di competitività, puntando sull’alta qualità e sui prodotti ecosostenibili quale l’edilizia del legno che, data la flessibilità, si prospetta come struttura antisismica. Successivamente, l’Arch. Armando Foci ha elencato tutti i vantaggi della rete ed ha prospettato tante iniziative da mettere in cantiere fra le quali la possibilità di creare un marchio di rete per promuovere e tutelare i prodotti; inoltre ha proposto all’amministrazione comunale di aggiungere accanto al nome ed al logo di San Giorgio Morgeto la scritta «La Città del Legno». Il convegno ha suscitato notevole interesse fra i partecipanti e si è ipotizzata l’idea di partire presto con un protocollo d’intesa senza spese.


35

di Carmen Lacquaniti

A

distanza di cento anni dalla prima campagna di scavi di Paolo Orsi nel territorio rosarnese (1912/1914), è stato finalmente inaugurato a Rosarno il Museo dell'antica Medma. L'apertura di questo piccolo gioiello, situato nell'area archeologica rosarnese, è stato possibile grazie al lavoro sinergico tra diverse istituzioni quali la Soprintendenza ai Beni Archeologici della Calabria, che ha curato l'allestimento del museo; la Provincia di Reggio Calabria, che ha attivato ed amministrato un finanziamento di circa 100.000; l'Istituto Comprensivo “R. Piria” che ha dato in usufrutto i locali; il comune di Rosarno che ha curato l'organizzazione dell'inaugurazione. Orgogliosa del lavoro svolto e di questa giornata si è dichiara la Soprintendente, Simonetta Bonomi che ha affermato che ”l'apertura del museo di Medma era una cosa che mi stava particolarmente a cuore in quanto non era possibile abbandonare un patrimonio così importate e straordinario senza farlo parlare”. Dopo il sindaco di Rosarno, Elisabetta Tripodi, e il presidente della Provincia, Giuseppe Raffa, è stata la volta dell'assessore regionale alla cultura, Mario Caligiuri, che ha evidenziato come eventi esaltanti come questo rappresentino una chance per Rosarno per uscire dai momenti più bui che essa ha conosciuto nel recente passato. Il prof. Ottavio Amaro è intervenuto in rappresentanza dell' Università Mediterranea di Reggio Calabria. Mentre un momento molto emozionate è stato quello in cui il poeta Bruno Stelitano ha letto alcune poesie in lingua greganica. Presente anche il ministro per gli affari regionali, Maria Carmela Lanzetta, che ha sottolineato come questa sia una straordinaria opportunità per lo sviluppo del territorio. L'intervento clou della giornata è stato quello del prof. Salvatore Settis, figlio di Rosarno e studioso di fama internazionale, attualmente presidente del Consiglio Scientifico del Museo del Louvre, che rivolgendosi ai suoi “concittadini” ha ricordato gli anni della sua infanzia quando è stato “introdotto” nel mondo dell'archeologia magnogreca dal nonno Leonardo Megna che aveva conosciuto direttamente Paolo Orsi durante la campagna di scavi del 1912/1914. Settis ha spronato i rosarnesi a non considerare l'apertura del museo un traguardo ma un punto di partenza. Egli

Inaugurato il Museo dell'Antica Medma

Un patrimonio archeologico importante e straordinario che aveva bisogno di parlare Il Tavolo delle Autorità

inoltre ha evidenziato che “ i beni culturali attrarranno turisti se attraggono prima di tutti noi stessi e se capiamo che essi non sono “il petrolio dell'Italia”, perché il petrolio è una risorsa destinata a consumarsi. I beni culturali sono l'aria che respiriamo, sono la nostra carne, il sangue nelle vene. Se capiamo questo arriveranno anche i turisti. Come cittadino di Rosarno, per diritto di nascita, io vi vorrei dire: abbiamo un museo, meritiamocelo. Dopo il taglio del nastro il numeroso pubblico presente ha avuto il modo di ammirare finalmente il museo. Molti i reperti inediti - recuperati dai magazzini della Soprintendenza e restaurati a partire dal 2012 da un’equipe guidata da Giuseppe Mantella - provenienti dalle campagne di scavi di Paolo Orsi. Presenti anche molteplici testimonianze del lavoro condotto nell'area archeologica rosarnese da altri studiosi tra cui Salvatore Settis, Maurizio Paoletti, Claudio Sabbione, Maria Teresa Iannelli. Ampio spazio è stato anche dato alla col-

lezione privata donata dal prof. Giovanni Gangemi. Le vetrine sono ricchissime di testine, busti, arule, pinakes, corredi funebri, oggetti di metallo, ecc. Un posto a parte è stato riservato alla famosa arula di Tyro altarino in terracotta in cui viene rappresentata una scena mitologica desunta da una tragedia di Sofocle andata perduta. Il responsabile unico del procedimento per quel che attiene il finanziamento di circa 100.000 euro messi a disposizione dalla Provincia di Reggio Calabria è stato l'arch. Giovanni Crupi. Per quel che riguarda l'allestimento vero e proprio del museo esso è stato curato da Maria Teresa Iannelli sotto la direzione scientifica di Simonetta Bonomi; il progetto è dell'architetto Vincenzo Mendolia e la realizzazione curata dalla ditta Floridia. Molto importante è stato l'apporto del personale interno della sede di Rosarno ma anche di diversi collaboratori esterni tra cui Claudio Sabbione.


36

IL MUSEO DELLE CARROZZE DI SITIZANO

Dal Calesse al Landeau Patrimonio dei Marchesi Taccone di Sitizano di Caterina Sorbara

A

ntiche e nobili sono le origini di Sitizano, piccola frazione del Comune di Cosoleto. Diverse sono le tesi a proposito dell’origine del suo nome. Qualcuno gli attribuisce una provenienza latina (sitizo,nutro), altri greca (Spitzanom da spiti,casa). Nel 1684 , Sitizano, fu venduta da Carlo Filippo Antonio Spinelli a Pietro Taccone, patrizio di Tropea, che lo acquistò con il titolo di Barone. In seguito nel 1780 i Taccone ebbero il titolo di Marchese. Tra i membri di questa nobile famiglia, sono da ricordare Nicola, collaboratore del Cardinale Ruffo (firmò, in qualità di “amministratore generale dei regi arredamenti e dogane di Calabria ultra, i decreti di liberalizzazione della seta), e Pietro potestà di Cosoleto. A Sitizano, arrivando nella piazzetta, si nota subito il bellissimo Palazzo dei Taccone, una costruzione a forma di “otto” con cortile interno. Il palazzo arredato con mobili del Seicento calabrese, vanta un’interessante collezione d’armi. Vicino al palazzo, si trova il Museo delle Carrozze “Marchesi Taccone di Sitizano”. Questo Museo è uno dei pochi musei tematici presenti in Italia. E’ doveroso ricordare che, strutture del genere sono presenti solo in importanti realtà territoriali quali, Napoli, Firenze, Macerata, Verona e Piacenza. Il Museo di Sitizano è il secondo museo in Calabria per ordine d’importanza dedicato alle carrozze d’epoca. Il primo è a Catanzaro. Il locale che ospita il Museo è stato donato al Comune, dalla

famiglia Taccone, assieme alle vetture che lo costituiscono. Otto in tutto, fabbricate anche da note carrozzerie dell’epoca, provenienti dall’Italia e dalla Francia. Della collezione fanno parte delle Berline, uno dei modelli che ebbe maggiore diffusione. Era impensabile nel settecento, partecipare alla vita pubblica senza l’ausilio di questo mezzo. Altri esemplari significativi della collezione sono rappresentati dal Landau, un modello che nell’ottocento era molto diffuso sia presso l’aristocrazia che l’alta borghesia, facilmente decappottabile grazie alla parte superiore dotata di pareti in cuoio a forma di mantice e numerosi modelli di calesse usati principalmente per le attività agresti. Il Museo è stato inaugurato nel 2010 , dopo il restauro delle vetture, da parte della ditta artigianale del signor Antonio Mezzatesta. E’ grazie al suo preciso e meticoloso lavoro, che le vetture appaiono al pubblico in tutta la loro originale bellezza. Il signor Giuseppe Calvo, Presidente del Consiglio Comunale del Comune di Cosoleto, ci ha spiegato che recentemente la famiglia Taccone ha donato al Comune un altro locale, così il Museo avrà ancora più spazio e, inoltre, si potranno presto ammirare reperti di quello che era il vecchio frantoio della nobile famiglia. Visitare il Museo delle Carrozze di Sitizano è “calarsi”

in un’atmosfera magica fatta di principi e principesse. E sognare di partecipare ad un ballo in un palazzo antico intessuto di sogni. Ed è comunque, un patrimonio dall’indubbio valore sociale e storico culturale da ammirare, valorizzare, e non ultimo, da tutelare.


37

Una proposta musicale di successo

NOBRAINO IN TOUR di Carmen Ieracitano

N

e hanno fatta di strada da quando, nel 2001, provavano in una saletta improvvisata nei magazzini di una palestra. Stiamo parlando dei Nobraino, band romagnola di Riccione che si presenta come folk-rock ma che in realtà spazia e scorazza diverse sonorità facendo seguire di volta in volta all’inderogabile suffisso “rock” un “folk”, un “blues”, un “jazz” e ultimamente, in evoluzione di tendenza un “indie”. E’ Andrea Felli a scoprirli nel 2006 e portarli via dall’anonimato con l’album “The best of”. Tra il 2007 e il 2008 si danno da fare in numerose tourneè, anche come capace spalla a Roy Paci e Aretuska, Marta sui Tubi, Morgan. Vincono il premio MArteLive e firmano con la MArteLabel per la quale nel 2010 esce “No Usa! No UK!” prodotto sotto la direzione artistica di Giorgio Canali. Sfiorano due volte il mito del palco dell’Ariston di Sanremo, nel 2010, partecipando al Dopofestival, e nel 2011, come ospiti al Premio Tenco. Nel 2012 invece accedono all’altrettanto ambito palco del Primo Maggio romano di Piazza San Giovanni. E da lì è un crescendo continuo tra dischi, (nei quali di tanto in tanto non disdegnano d’inserire anche qualche cover d’autore ) premi e soprattutto esibizioni live a dir poco caratteristiche. Proprio come quella a cui ha potuto assistere chi si trovava nei locali dell’Antica Traccia a Taurianova la sera di Pasqua, un evento unico nell’ambito dell’ “Ultimo tour dei Nobraino” che presenta l’uscita del disco “L’ultimo dei Nobraino”, reso possibile nella cittadina pianigiana grazie all’impegno dell’associazione musico-culturale Helldorado live, ormai una garanzia sul territorio per quello che concerne l’organizzazione di eventi musicali di un certo calibro vedi i precedenti concerti di Paola Turci, Marlene Kuntz, Marta sui Tubi, giusto per citarne qualcuno. Quella dei Nobraino però, non è stata un’esibizione come tutte le altre. Chi già li conosceva

sapeva bene cosa aspettarsi e probabilmente non avrà neanche dato peso alle parole d’apertura dell’eclettico frontman conosciuto come Lorenzo Kruger : “non aspettatevi la solita esibizione, questa sera faremo un concerto da enoteca”. Fino ai primi tre, quattro brani sarà anche stato possibile crederlo. Ma poi è cominciato il vero show: tra un ombrellone arcobaleno che roteava, una personale rivisitazione dell’ “Italiano” di Toto Cutugno conclusasi con una dissacrante parodia d’impiccagione sulle ultime note dell’inno di Mameli, e uno stacchetto western sul ritornello del Benny Hill Show, Kruger giunge alla “chicca”, quella durante la quale, rasoio elettrico alla mano, si improvvisa parrucchiere, e due giovani volontari del pubblico salgono sul palco per ridiscenderne completamente “tosati”. Allegramente, per carità, senza rancore. L’importante è divertirsi tutti insieme cantando tutto il repertorio proposto dalla band, proprio per quello tanto amata da concedere anche questo. E si va dai vecchi successi come “Bifolco”, “I signori della corte”, “Mangiabandiere”, “Film muto”, “La giacca di Ernesto”, “Il record del mondo” fino ai pezzi tratti dall’ultimo disco “Esca viva”, “Luce”, “Michè”, “Via Zamboni”, “Sotto al letto”, “Il muro di Berlino”, “Endorfine”, “Lo scrittore”, “Un’altra ancora” e il singolo che fa da traino all’album, che narra interessante e strana storia di un camionista che facendo per anni la stessa tratta, Marsiglia-Siviglia, decide di prendere moglie in entrambe le città, da cui il bizzarro titolo di “Bigamionista”.

Uno show non comune sotto tutti i punti di vista, conclusosi con il lancio dell’ “uragano” Kruger sul pubblico, che continua a cantare imperterrito anche rotolando da un gruppo di mani, sollevate a sorreggerlo, all’altro, fino ad essere riportato sul palco. Come da copione, ma solo per gli abitueè. Chi non aveva mai visto i Nobraino dal vivo sarà rimasto più che sorpreso. E tutti, probabilmente, non vedono l’ora di sapere quale sarà la prossima proposta di Helldorado Live.


38

La Decorata Cornice della Piana di Diego Demaio

17

Laureana di Borrello – Incrocio Prateria Monte Crocco – Mongiana – Serra San Bruno

R

aggiungendo ancora Laureana di Borrello si salirà in direzione dell’incrocio di Prateria, attraversando le popolose frazioni di Bellantone e S. Anna. Una volta arrivati ai quasi 800 m. dell’aprico altopiano (accessibile anche da Galatro con la scalata della ripida e panoramicissima salita di Salice) si andrà dritto, tra rigogliose faggete, verso i 1276 m. di Monte Crocco. Dopo avere scollinato nei pressi della vetta più alta delle Serre occidentali si procederà, sempre tra la lussureggiante vegetazione delle Riserve Naturali Biogenetiche “Marchesale” e “Cropani Micone ” (istituite entrambe nel 1977), verso i 927 m. di Mongiana che verrà raggiunta all’incrocio con la statale 501. Entrando nel paese si parcheggerà l’auto per visitare Villa Vittoria, sede del Corpo Forestale dello Stato, che accorpa, tra l’altro, un interessantissimo Orto Botanico, un esteso vivaio, un percorso dedicato ai non vedenti ed anche un sentiero con piante descritte nella Bibbia. Usciti dal quanto mai policromo e profumato giardino si potranno Un policromo angolo di Villa Vittoria in Mongiana raggiungere, sempre a piedi, le storiche Regie Ferriere borboni(Foto Diego Demaio - ripr. vietata). che che rendevano Mongiana famosa per l’industria siderurgica attinente in particolare alla sua Fabbrica d’Armi. Risaliti in auto si proseguirà ancora sulla nazionale per attraversare il paese ed immettersi poco dopo, ai 1000 m. di contrada Ninfo, sulla più importante statale 110. Da qui, tralasciando la strada sulla sinistra che scende ad Arena, si procederà dritto per scendere in pochi chilometri ai 790 m. di Serra San Bruno. Alla fine del lungo rettilineo che segna l’inizio del paese si girerà a sinistra, passando davanti al monumentale Calvario con iscrizioni trilingue (in ebraico, greco e latino), per proseguire sino alla antica Certosa fondata da San Brunone di Colonia. Parcheggiata la macchina si potrà accedere nell’omonimo Museo ad essa annesso (ovviamente non è consentita la visita all’interno della Certosa se non preventivamente concordata) dove, si potranno ammirare, tra l’altro, le pregevoli sculture di Santo Stefano e di San Bruno che erano collocate nelle nicchie dell’architettonica facciata distrutta dal terremoto del 1783. Ripresa l’auto si proseguirà attraverso il bosco, donato La diruta facciata della chiesa cinquecentesca all'interno della Certosa (Foto Diego Demaio - ripr. vietata).

al Santo fondatore da Ruggero il Normanno nel 1091, verso la poco distante chiesa di Santa Maria dell’Eremo (detta anche del Bosco) sovrastante la radura del taumaturgico laghetto, dall’artistica fontana del 1645, dove San Bruno penitente soleva immergersi. Nella quiete dell’appartato tempio, al cospetto degli scheletri (da moderne lampadine discutibilmente illuminati nel loro eterno riposo) che furono di umili e solitari monaci, si rifletterà comunque, bandendo certamente ogni effimera illusione generata dalla fallace superbia, sullo “irrisolto ed irrisolvibile” mistero della morte che alla fine accomuna tutti. Scesi dalla scalinata si riprenderà la macchina per tornare al Calvario ed entrare nel centro storico di Serra per visitare le architettoniche chiese dell’Assunta e dell’Addolorata (dall’originale facciata barocca) che, assieme alla Matrice di San Biagio, conservano pregevoli ed antiche opere d’arte sia marmoree che lignee. Apprezzabile in Serra è anche la lavorazione artigianale del ferro battuto. Lasciata infine la meta conclusiva dell’itinerario si ritornerà nella Piana dalla stessa strada percorsa all’andata, prestando attenzione alla dissestata discesa che da Monte Crocco porta all’incrocio di Prateria. L'interno del chiostro della Certosa(Foto Diego Demaio - ripr. vietata).




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.