Corriere della piana 22

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Periodico d’informazione della Piana del Tauro, nuova serie, n° 22, Giugno 2014 - Registrazione Tribunale di Palmi n° 85 del 16.04.1999

solo € 1,5 0

r e t s o p l i o n r e t All'in O C S E C N A R F A di PAP

A Laureana i 100 anni del CONI

Il Papa a Cassano scomunica i mafiosi Festa grande a Toronto i 200 anni dell'Arma Taurianova: Le frittelle di Padre Benigno Cittanova: Mens sana corpore sano all'Istituto Chitti


Piazza Italia, 15 89029 Taurianova (RC) tel. e fax 0966 643663


Corriere della Piana del 30 Giugno 2014

sommario

Riceviamo e pubblichiamo In memoria della Prof. Isabella Loschiavo Prete

T

re anni da quel quindici di Luglio, tre lunghi anni da quando ti sei spenta tra le mie braccia. Il mio ricordo vuole essere quello di un figlio devoto, riconoscente e consapevole di aver avuto accanto una Madre dolcissima ed insieme una maestra di vita. Impegnata ma pur sempre presente, prodiga di consigli, severa e, al contempo, educatrice amorevole che ha saputo inculcare nel cuore di numerose generazioni l’amore per la propria Terra, il valore della verità e la voglia di emergere, con onestà, in una Regione piegata da tanti mali.

Corriere della Piana Periodico di politica, attualità e costume della Piana del Tauro

Sebbene il mio pensiero corra, con commozione, alla nostra vita insieme, alle giornate serene in cui si respirava la tranquilla quotidianità di una mamma e del suo unico figlio, non posso dimenticare la donna che ella fu ed il suo immemore contributo offerto con generosità e abnegazione al suo paese: Taurianova. Ha tanto amato la città che le ha dato i natali, partecipando attivamente alla vita politica e culturale ponendosi, con ricerche assidue, allo studio attento e dovizioso delle sue origini (è stata la prima a scrivere il libro sulla storia di Taurianova) ed i suoi più illustri personaggi. La sua produzione letteraria spazia dalla ricerca storica alla narrativa, dalla poesia fino all’attività di giornalista pubblicista, che amava particolarmente, come corrispondente per di più di venti anni della Gazzetta del Sud per la comunità di San Giorgio Morgeto, più tardi, come corrispondente di Calabria Ora per Taurianova. Inoltre, ha istituito e diretto fino al 2010 l’Università della Terza Età e del Tempo Libero a Taurianova e numerosi periodici locali. Resterà vivo, sempre, il vuoto struggente di una perdita tanto precoce quanto, ancora, inaccettata. Non smetterò mai di cercare il suo volto in ogni sogno che si affaccerà nella notte. Ciao, mamma. Giuseppe Prete

Direttore Responsabile: Luigi Mamone Vice Direttore: Filomena Scarpati Lettering: Francesco Di Masi Hanno collaborato a questo numero: Silvestro Giacoppo, Minou Megali, Mina Raso, Angiolo Pellegrini, Francesco Di Masi, Caterina Sorbara, Diego Demaio, Federica Mamone, Emma Ugolini, Maria Luzza, Elvio Nocera, Luigi Cordova, Rocco Militano, Carmela Parrello, Domenico Petullà, Domenico De Angelis, Patrizia Cardaciotto, Eleonora Palmieri. Foto: Diego Demaio, Free's Tanaka Press, Girolamo Agostino, Giuseppe Daniele Grafica e impaginazione:

Copertina: Concept by Free's Tanaka Press Stampa: litotipografia Franco Colarco Resp. Marketing: Luigi Cordova cell. 339 7871785 - 389 8072802 cordovaluigi@alice.it - locordova@libero.it Editore Circolo MCL “Don Pietro Franco” Via B. Croce, 1 89029 - Taurianova (RC) corrieredellapiana@libero.it La collaborazione al giornale è libera e gratuita. Gli articoli, anche se non pubblicati, non saranno restituiti. Chiuso per l’impaginazione il 27-07-2014

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Editoriale Dovete riappropriarvi del vostro destino Mimma Giovinazzo: la mia Africa

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Cronaca del pellegrinaggio a Pietrelcina

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Ricordato Padre De Fiores

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"Va', e anche tu fa' lo stesso"

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L'opra è lunga

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Le frittelle di Padre Benigno

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Scienza e Vita: Polo Culturale Fondamentale

I 200 anni dell'Arma dei Carabinieri

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Un diritto... messo di traverso

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Lotta ai dolori osteoarticolari

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Momenti informativi del GALBatir

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Giovanni Alessio scienziato del linguaggio

Adottiamo la Villa Pietrosa

Appuntamenti musicali

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Estate a Palmi

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Chiara e Martina Scarpari La UIL regionale tiene il congresso a Pizzo

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Presentazione Associazione NUOVAMENTE

L'affascinante scoperta archeologica a Mella

Le corde vocali e quelle delle chitarre

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Notte di note a Taurianova

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Progetto Corpo e Movimento

Papa Francesco scomunica la 'ndrangheta

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Callipo: realtà positiva della Calabria

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Poster: Papa Francesco

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100 anni del CONI a Laureana

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Aspettando Francesco

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"Lucciola blu"

La decorata cornice della Piana

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Editoriale

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Oltre la scomunica il messaggio di Papa Francesco ai calabresi di Luigi Mamone

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a scomunica ai malavitosi: mafiosi, 'ndranghetisti o di altra similare consorteria è il dato saliente della visita di Papa Francesco in Calabria. Lo scorso 21 giugno a Cassano, la Chiesa attraverso il suo Pontefice ha segnato un passaggio dal quale non sarà possibile per nessun cristiano derogare, glissare o far finta di non aver compreso. La venuta “per chiedere perdono” del sangue ovunque versato e non solo per la vita strappata al piccolo “Cocò” ha dato al Pontefice l’occasione per dire ai calabresi tutti e, in particolare ai giovani, “voi dovete riappropriarvi del vostro destino” dovete tornare ad essere artefici del vostro destino e della costruzione di una società nuova, migliore, basata sull’amore, sulla solidarietà e non più sulla violenza e la prevaricazione. Noi – sottintende Papa Francesco – ci mettiamo del nostro e cacciamo via dalla chiesa - almeno fin quando non si saranno realmente pentiti e - mondi dal peccato- tornati puri di cuore i mafiosi. Noi - dice Padre Francesco non vogliamo nulla che accomuni al popolo di Dio chi uccide e chi si comporta da mafioso. La mafia - stigmatizza - “seduce le vostre coscienze e si prende la vostra vita e la vostra libertà”. I giovani e tutto il resto del popolo, che vive ogni giorno la realtà di una terra così strettamente dominata dalle 'ndrine o da consorterie, dove violenza, malaffare e politica hanno negli anni tessuto pericolose connection e tarpato le ali alle possibilità di crescita e di sviluppo, dovranno essere i testimoni di un cambiamento che non potrà essere attuato facendo quotidianamente solo arresti su arresti. Il bubbone delle consorterie malavitose unite - con diversificazioni – dal dato di rafforzare il vincolo associativo dei rispettivi affiliati anche con gestualità volte a evocare una sorta di misticismo e di religiosità plasmata attorno ai cardini di un associazionismo antitetico alla stessa Chiesa, allo Stato e ai valori fondamentali della libertà e del libero arbitrio, senza una presa di distanza netta dei cittadini tende a perpetuarsi. Molte volte le condizioni di miseria di larghi strati della popolazione, l’umiliazione di genitori che non riescono ad assicurare ai loro figli neanche il tozzo di pane quotidiano porta i giovani – che percepiscono

Dovete riappropriarvi del vostro destino

sempre più il fascino delle società consumistiche ricche di seduzioni ma aride come pietraie fra le quali non germoglia neanche la gramigna - cedono alle tentazioni offerte dal malaffare andando a rinvigorire le file della criminalità finendo poi per associarsi in bande e ad assumere o a tentare di legittimare la propria presenza attraverso la reiterazione delle gestualità esoterico - religiose dei vecchi "mammasantissima", espressione di antiche realtà pastorali nelle quali esisteva il concetto di onore ma che certamente sconoscevano i grandi interessi legati al traffico delle droghe o delle armi e le interessenze con il potere politico del quale – un tempo – divennero braccio armato al servizio del tal signorotto o del talaltro podestà mentre oggi – viceversa – si ergono a registi occulti delle fortune politiche di questo o quel candidato – spesso da loro prescelto e imposto ai partiti. Sapranno i calabresi comprendere l’importanza del compito che Papa Francesco ha loro affidato? Liberarsi dal Malaffare! L’accezione del Pontefice delle categorie soggette a scomunica è ampia, non solo quelli che sono stati condannati per mafia, gli associati ex art. 416 bis, ma tutti coloro che si comportano da mafiosi, politici compresi. Ciò perché per essere “mafiosi” o “ndranghetisti” non serve essere stati iniziati da un mammasantissima o altrimenti introdotti dentro una consorteria o 'ndrina che dir si voglia. Si può essere mafiosi, operando in maniera tale da penalizzare le aspettative di crescita di altri. Privando del lavoro altri o meglio consentendo il perpetuarsi della carenza del lavoro. Riducendo di fatto i calabresi in uno stato di sudditanza, di asservimento al bisogno quotidiano nell’impossibilità di rialzare la testa con dignità e con onestà. Ben venga la scomunica per tutti quei politici che comportandosi da casta e mirando a privilegiare gli interessi della casta sono tali e quali ai mafiosi delle 'ndrine. Ben venga la scomunica contro tutti quei sistemi di defatigamento politico e burocratico che alla fine scoraggiano il cittadino – soprattutto i giovani - e li allontanano dalle stanze di un governo regionale che troppo spesso è apparso come un affare di famiglia, e poco importa se la famiglia fosse agnatizia o mafiosa! In questi giorni prima e dopo la visita del Papa, nell’attesa dell’arrivo delle armi chimiche siriane, abbiamo percorso la “ Làmia” o meglio ciò che resta di questo territorio violentato dalla costruzione del porto e delle adiacenti aree industriali. Qui, ebbene si, fra capannoni abbandonati, terreni incolti, prati ricoperti dai rovi, in parte rozzamente asfaltati in parte divenuti pascoli per greggi condotte da pastori di incerta etnìa: i nuovi paria di un Sud sonnolento e codino - abbiamo sentito come mai prima il peso insostenibile della mafia. Intorno al Porto di Gioia non riusciamo più a capire cosa sia mafia o cosa non. Spine, cespugli, rovi, abbandono, morte, attese senza fine e che forse non avranno mai fine all’ombra di un porto chiuso da una cortina impenetrabile oltre la quale continua ad esserci solo miseria, materiale e morale, degrado, mancanza di iniziative, assenza di uno Stato che in quasi 40 anni ha speso moltissimo e malissimo - a beneficio delle tante mafie - lobbies spesso composte da insospettabili colletti bianchi - che hanno operato e orbitano per disegnare il volto industriale di un territorio che invece aveva (ed ha) una vocazione agricola e un grande potenziale turistico. Nel deserto della Lamìa, nel degrado delle aree a ridosso del Porto, nella allucinante quotidiana litanìa di cronache che parlano di morti e di sequestri di droga, nell’incapacità e nell’impossibilità di autodeterminarsi, nel tanfo dell’inceneritore e negli olezzi nauseabondi che provengono dal depuratore, negli agrumeti ormai sempre più abbandonati attesa la non remuneratività dei prezzi di vendita, nella mancanza di un centro agroalimentare a ridosso del porto leggiamo la presenza della Mafia. Mafia di 'ndrina o mafia di S tato? Ai posteri la sentenza. Nell’immediatezza - per dirla con Papa Francesco - entrambi da scomunicare.


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di Maria Luzza

Mimma Giovinazzo: la mia Africa

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i sono persone che svolgono “grandi imprese” spesso a noi sconosciute, persone che non amano “apparire” ma che in silenzio svolgono attività straordinarie che noi abbiamo il dovere di segnalare come esempio di vita. Questa è una grande storia, la storia di una giovane bella e laureata, figlia della nostra terra che, alle comodità della sua casa, ha preferito i disagi di un paese straniero ed è partita volontaria, per regalare agli altri il suo sorriso, la sua presenza costante, la forza della sua giovinezza che tutto può. Mimma Giovinazzo, nata e cresciuta a Taurianova, al termine del suo percorso di studi, ha vinto il concorso per il Servizio Civile internazionale in Africa. La sua esperienza concreta l’ha messa a contatto con una realtà completamente diversa a quella a cui era abituata. Oggi Mimma vive e lavora in Tanzania dove resterà per molto tempo ancora poiché, il suo desiderio, è di proseguire questo cammino di solidarietà nel meraviglioso incontro con gli altri e in special modo con i “suoi” bambini per ammirare il mondo attraverso i loro occhi. L’Africa è diventata la “sua” Africa, la terra dai colori straordinari ma che racchiude in sé povertà e dislivelli socio-economici vissuti, come afferma Mimma, con una dignità quasi impensabile.

Mimma Giovinazzo con un neonato della missione

Ecco cosa ci scrive: Sono passati ben quattro mesi da quando sono arrivata in Tanzania. Vivo nel centro orfani del villaggio Tumaini dove lavoro come civilista. Prima che arrivassi non immaginavo minimamente quali fossero le facce dei bambini e cosa sarei andata a fare con precisione. Adesso riconosco i loro visi, i loro nomi e persino la voce di ognuno; sono poco più di 60 e tutti con particolari e caratteri diversi, sono diventata la

Mimma Giovinazzo con i bimbi del Villaggio di Tumaini

mamma dei piccoli, il maestro per i più grandi e per tutti l’affettuoso compagno di giochi di banco. La mattina insegno e supporto la maestra locale all’asilo, il pomeriggio insieme agli altri civilisti portiamo avanti le ripetizioni ai bambini di prima, tre volte a settimana svolgiamo attività ludiche e di didattiche e attività serali con tutti i bambini. Quest’ultime vertono su quattro materie: inglese, computer, attività manuali e ricreative, igiene e salute. Infine a turno ci occupiamo di cambiare i bambini 0-2 anni, vestirli e dargli da mangiare. Ci occupiamo dell’orto e della gestione della casa che ci hanno affidato per 365 giorni! Ancora non so’ con precisione quale sia stata la motivazione che mi ha spinto ad inviare la documentazione per partecipare al Servizio Civile all’estero; forse perché ho desiderato da sempre vivere in Africa, conoscere la miseria, l’umiltà e la dignità che appartiene solo al popolo Africano. Oltretutto mi è sempre piaciuto guardare oltre; oltre quello che c’è dietro le mura di casa mia. E qui non è una questione di fare del bene, conosco tante persone che nella loro quotidianità fanno del bene anche a casa propria e sono lo stesso ammirevoli, ma questa è una questione che va oltre a far del bene e all’essere utile. Michelangelo, presidente dei progetti in Africa così ci diceva – Abbiamo il dovere di restituire, di supportare e formare chi per colpa nostra non ha potuto farlo nei secoli passati . Mia mamma mi ha sempre ripetuto “ Vuoi andare in Africa? Vai! Ma sappi che tu non cambierai il mondo”. Per quanto possa comprendere il dispiacere di una mamma nel vedere la propria figlia partire e andare nell’altra parte del mondo, io sono convinta che il mondo non lo cambio, ma da piccolo insetto, come la leggenda del piccolo colibrì, cosciente faccio la mia parte! (Aspettative) Adesso vivo e vi assicuro che l’Africa non è solo terra rossa, non è solo tramonti da mille sfumature di rosso, non è elefanti e zebre, non è infinite distese di Baobab e in Tanzania non ci sono scenari con bambini che muoiono di fame ... casomai qui per un bambino che nasce c’è una donna che muore, qui l’Africa è cruda e se dovessi descriverla metaforicamente non è un film muto né un’immagine in bianco e nero! La cosa che mi ha colpito e il modo che hanno di vivere la fratellanza, sembrano un po’ calabresi; con i nostri modi terroni di invitare tutti a casa propria, di condividere il cibo e gli spazi anche con gli sconosciuti, conversare con il compagno d’autobus e chiedere sempre all’altro che cosa stai facendo? Qui sono tutti fratelli e sorelle, hanno tutti una mamma e, anche se una signora non è la mamma biologica, qui viene chiamata con l’appellativo “Mama”; per ogni cosa che manca ce n’è una che compensa … è tutto quello che sto imparando da questa esperienza sono certa che non l’avrei imparato facendo diversamente. Sono del parere che dai libri s’impara e ci si può informare, ma l’esperienza ti si attacca addosso e non te ne scolli più: certe cose bisogna viverle! In attesa di averla fra noi per condividere ulteriori esperienze, un encomio e un caldo abbraccio alla donna e alla “Mama” speciale!


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Un momento del convegno

di Don Elvio Nocera

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Santa Chiesa di Oppido Mamertina-Palmi: il Signore ti ha fatto dono di un’ottava eucaristica… Avverti, puoi e devi essere diversa, più Santa, più eucaristica. Già lo sei nella fede forte e nella generosità delle opere. Chiedi ora al Tuo Signore che ti sostenga nel far tuo “Va’ e anche tu fa’ lo stesso” (Lc 10,37) perché devi uscire, se ancora dentro, dallo stupore “Signore, tu lavi i piedi a me?” (Gv 13,6)… ». È questo, in sintesi, il mandato che il Vescovo Mons. Francesco Milito ha consegnato alla sua Chiesa, durante la solenne Concelebrazione Eucaristica davanti alla Concattedrale di Palmi, in occasione della chiusura del 1° Congresso Eucaristico Diocesano. Una Chiesa viva e responsabile ha partecipato con grande senso di sacrificio alla settimana congressuale che è stata, a dir poco, arricchente sia dal punto di vista dei contenuti sia dall’esperienza comunitaria e di amicizia tra gli oltre 500 delegati parrocchiali. Obbedienti alle linee guida dettate dal proprio Pastore, abbiamo articolato la settimana in 4 grandi relazioni che evidenziassero, le prime due, il fondamento biblico e liturgico dell’argomento e, le seconde due, ne segnassero il futuro cammino di riflessione e di impegno per tutte le realtà ecclesiali. L’esegesi biblica e la lettura ecclesiologica dei versetti scelti a tema del Congresso, è stata magistralmente curata da Suor Nunzia DE GORI, Superiora Generale delle Suore della Carità S. Giovanna Antida Thouret. La religiosa parte dalla descrizione delle due scene bibliche, accostate quasi fosse una forzatura, per capire che rapporto ci possa essere tra il chinarsi di Gesù ai piedi di Pietro e il chinarsi del Samaritano sul povero malcapitato. «Non lo so! – affer-

Enzo Bianchi della Comunità di Bose

"Va', e anche tu fa' lo stesso" dal Convegno Eucaristico un messaggio di solidarietà

ma la relatrice - so soltanto che la Chiesa, da duemila anni e più, fonda la sua ragion d’essere proprio su questo gesto: “si chinò” … ». Mons. Giuseppe Busani, Vicario Episcopale per la Pastorale della Diocesi di Piacenza-Bobbio, Parroco e Liturgista, affascina l’uditorio con una relazione dal titolo: « “In caritate perficias”; Le preghiere eucaristiche invocazione del dono di Agàpe». L’invocazione che nella preghiera eucaristica suona con l’espressione “rendila perfetta nell’amore”, rivolta al Padre per la sua Chiesa permette a Busani di iniziare con una domanda provocatoria: chi può presumere la perfezione nell’amore? Lo stesso relatore continua affermando che la perfezione viene dall’amore trinitario e che la nostra perfezione altro non può essere se non una perfezione di figli che sono sempre pronti a ricevere, perseverando nell’invocazione. Padre Goffredo Boselli, della Comunità monastica di Bose, attraverso una relazione dal titolo “Eucaristia e poveri”, partendo dalla Evangelii gaudium (n.197-201) si sofferma sulla considerazione di papa Francesco circa “il posto privilegiato dei poveri nel Regno di Dio”. Il culto gradito – afferma Boselli – è il culto verso i poveri. I credenti non possono rendere culto al Signore e trascurare il fratello. Ciò nasce dalla certezza che l’Eucaristia è sacramento dell’Altare ma è anche sacramento del fratello. Citando san Giovanni Crisostomo, padre Goffredo, tuona: la Chiesa esiste perché ogni disuguaglianza sparisca. Da qui un esame lucido sulla situazione “critica” delle nostre celebrazioni eucaristiche. La nostra eucaristia umilia i poveri? Una risposta che interroga tutti e ciascuno con grande senso di responsabilità. L’ultima relazione, affidata a Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose, porta il titolo: “Dalla carità eucaristica alla carità ecclesiale”.


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La formula Ecclesia ex caritate ci aiuta a riflettere che la carità non la si fa, non la si produce ma la si riceve. Essendo l’Eucaristia – afferma fratel Enzo – memoriale della morte e della risurrezione del Signore, quindi del suo atto più grande d’amore, ne consegue che la Chiesa è chiamata sempre a porsi in ascolto perenne dell’ “inesauribile magistero eucaristico”. Bianchi conclude affermando la necessità urgente di non sforzarsi di educare “militanti” ma discepoli. L’Eucaristia dovrà allora diventare il luogo naturale e permanente dell’educazione dei “servi del Signore”. Un ruolo primario, nello scandire la settimana congressuale, hanno avuto le celebrazioni liturgiche e i momenti di preghiera comunitarie. Nella liturgia infatti, più che in altre azioni della Chiesa, noi incontriamo la presenza reale e viva di Gesù maestro. La messa quotidiana, seguita dall’adorazione eucaristica, nelle quattro chiese congressuali (una per ogni zona pastorale della Diocesi) hanno aperto le giornate e permesso a chi era impossibilitato alla partecipazione diretta dei vari eventi, di accompagnare i lavori con la preghiera. Molto interessanti anche gli incontri di Settore. Mons. Antonio Donghi ha relazionato, all’incontro con la Vita Consacrata maschile e femminile presente in Diocesi, sul tema: “La celebrazione eucaristica, scuola quotidiana di profezia nello

spirito”. Domenica pomeriggio è stata la volta delle famiglie. L’Ufficio Diocesano per la Pastorale familiare ha curato un incontro riguardante i prossimi Sinodi riguardante la famiglia. Nel corso dell’iniziativa si è dato ampio spazio alla testimonianza della Comunità di evangelizzazione “Vita nuova” di Vibo Valentia, nella vicina Diocesi di MiletoNicotera-Tropea, guidata da Don Enzo Varone. Nonché un intervento del presidente Diocesano dell’Azione Cattolica sull’importanza della stessa come formazione permanente delle famiglie nei vari settori. Primo, nella storia della Diocesi, è stato anche l’incontro con le famiglie dei carcerati. Una serata è stata anche dedicata a tutti i membri delle Caritas parrocchiali e delle Confraternite. Un momento di seria riflessione è stato anche curato dalla locale sezione dell’A.M.C.I. con il tema “La sanità nell’anno della Carità”. Non poteva mancare un incontro tutto e solo per il Clero Diocesano tenuto in Seminario da Enzo Bianchi dal titolo “Presbiteri e liturgia”. Il culmine di tutta la settimana Congressuale è stata la Messa conclusiva in piazza davanti alla Concattedrale di Palmi a cui è seguita la processione eucaristica. In quel contesto liturgico il Vescovo, Mons Milito, ha dato il mandato ai nuovi ministri straordinari della Santa Comunione e ai ministri della consolazione. Nell’omelia della celebrazione conclusiva il Vescovo ha parlato del Congresso Eucaristico come di «stazione di sintesi, attraverso una lettura in filigrana» attraverso la quale «la nostra Assemblea eucaristica si ferma ora in vista di orientamenti per proseguire l’itinerario mai smesso dell’esodo: dalle nostre prigionie verso la libertà dei figli nella Terra promessa data a conferma che, tra prove subite e superate, l’assistenza divina tende sempre ad aprire l’intelligenza per riconoscere la sua operosa e misteriosa presenza tra i pericoli delle lande desertiche dell’esistenza umana, nel deliquio e nella paura di una fame mortifera, della sofferenza per una condizione servile anelante alla libertà definitiva; dell’arsura, che brucia e inaridisce, se non spenta, la sete dell’Assoluto». I giorni provvidenziali del Congresso Eucaristico, che hanno messo insieme due elementi mai contrastanti nella vita e nella prassi della Chiesa, adorare e servire, saranno certamente di sprone per una rinnovata conversione pastorale. Da questo momento, interrogata ed esortata dall’Eucaristia, la Chieda di Oppido Mamertina-Palmi, deve attingere sentimenti e propositi santi, perché il suo volto, nonostante le prove che il maligno le infligge, splenda sempre come “Sposa bella” pronta per il suo unico Sposo, il Cristo Gesù, unico salvatore del mondo.

Il canto è stato un modo significativo di preghiera ed ecclesialità


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S. Cristina: intervista a Carmela Madafferi di Caterina Sorbara

L'opra è lunga

Ma i giovani comincino proprio dal comune il loro impegno politico

C

armela Madaffari, Sindaco di Santa Cristina d’Aspromonte, politico di lungo corso con una lunga carriera manageriale, in esclusiva per il nostro giornale, ci ha concesso la seguente intervista: 1) Santa Cristina è un piccolo paese di montagna con risorse occupazionali limitate, cosa che ha portato alla migrazione degli abitanti. Oggi qual è la situazione? Gli abitanti, oggi, sono circa 1.050. Per quanto riguarda il lavoro c’è un alto indice di disoccupazione giovanile, anche se la maggior parte dei ragazzi ancora frequenta l’Università e le scuole secondarie. L’attività prevalente è quella agricola che poi si riduce alla coltivazione degli uliveti e alla raccolta delle olive. 2) E’ possibile migliorare i servizi al cittadino presenti sul territorio comunale? Quali sono i progetti della sua amministrazione? In primis il potenziamento dell’attività scolastica, con l’istituzione del tempo pieno nella Scuola Primaria, inoltre, i servizi all’anziano e controllo dei limiti consentiti del ruolo delle badanti. Potenzieremo l’assistenza domiciliare integrandoci con quella sanitariadomicilare che dovrebbe essere svolta dall’ASL. 3) Un progetto di valorizzazione turistica del paese è possibile? Potrebbe essere possibile valorizzando a monte le montagne e le loro risorse, a valle, l’istituzione da parte dei privati di più punti di agriturismo. 4) E’ presente a Santa Cristina, il bellissimo e antico Palazzo Alessio, perché il Comune non propone l’acquisto per farne un centro di cultura permanente?

Già quando sono stata Sindaco nel 1995, avevo proposto ai proprietari, non solo la vendita, che hanno rifiutato, ma anche il comodato, nel senso che la Regione ci dava i fondi per ristrutturarlo e dopo dieci anni in uso al Comune, l’avremmo restituito ai legittimi proprietari. 5) Quale progetto o azione le sta più a cuore? La pulizia approfondita del paese che ho già iniziato fin dai primi giorni del mio insediamento e l’erogazione dell’acqua potabile che, durante l’estate, tende a scarseggiare. Inoltre, sono in cantiere alcune attività sociali e integrative per l’estate cristinese. 6) E’ per la frazione Lubrichi? Abbiamo iniziato anche a Lubrichi un’approfondita pulizia delle strade e del cimitero e stiamo lavorando affinchè anche la frazione possa avere l’acqua durante i mesi estivi. 7) Che cos’è per lei la politica? Prendere a cuore e risolvere i problemi della gente.

8) In tutti questi anni lei è stata più volte manager. Qual è il suo ricordo più bello? Sono state tutte esperienze esaltanti, perché mi mettevano a contatto con i problemi sanitari e sociali di tutti, anche se, il ricordo particolare va all’esperienza fatta al comune di Milano, perché mi ha fatto conoscere una realtà molto diversa dalla nostra. Ho potuto svolgere un’attività sociale verso gli anziani, l’infanzia e le famiglie disagiate che è stata premiata a Berlino come prima in Europa. 9) A Santa Cristina ci sono molti immigrati, cosa farà il Comune per loro? E’ previsto uno sportello badanti, non c’è altro da fare perché già perfettamente integrati nella nostra comunità. 10) A un giovane che vuole intraprendere la carriera politica, cosa si sente di consigliare? Di iniziare dal Comune, infatti, molti sono stati i giovani che si sono candidati e sono tutti entusiasti.


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I fiori utilizzati da Padre Benigno per le sue "frittelle"

La brutta avventura dei due francescani avvelenati dal cibo

Le frittelle di Padre Benigno

di Luigi Mamone

Les fleurs du mal”: i Fiori del male, è il titolo di un’opera di Baudelaire. E’ venuta spontaneo operare un parallelismo – non conoscendo il vero nome botanico - con “I fiori del Diavolo” che forse, da ora in avanti, a seguito della felice conclusione di una vicenda che poteva diventare tragica per molti, diventeranno “I fiori di Padre Benigno”. Vicenda questa che ha avuto grande eco sulla stampa, stante anche il ruolo e la notorietà dei due protagonisti - tre se contiamo la cuoca - che ha visto Padre Benigno Morabito, francescano conosciutissimo in tutta la provincia e Padre Francesco Mazzei, finire d’urgenza in rianimazione all’Ospedale di Polistena dopo aver mangiato delle frittelle di fiori. Inizialmente si era detto “fiori di zucca”: fragranti frittelle fatti con i fiori delle zucchine. Poi era stata la cuoca del convento - cavatasela a buon mercato con solo una lavanda gastrica,

avendole solo assaggiato, a chiarire che i fiori appartenessero a una pianta, un albero ornamentale che cresce rigoglioso nel convento e del quale in tantissime siepi e giardini se ne trovano con facilità. I fiori, ancorchè più grandi e con tonalità di colore diverse in effetti sono molto somiglianti ai fiori delle zucchine; con una sola controindicazione: sono velenosissimi e – non da ultimo danno anche un potente effetto allucinogeno. Pare su suggerimento di un conoscente, probabilmente uno scherzo di pessimo gusto le cui eventuali conseguenze forse erano ignote al suo autore – qualcuno avrebbe detto a Padre Benigno che i fiori della pianta nel giardino del convento, così somiglianti a fiori delle zucchine, fossero commestibili e ottimi per fare le frittelle. Detto fatto, tutto entusiasta e di gran lena Padre Benigno raccoglie un cestino di fiori e li porta alla cuoca, che li cucinerà. Il resto della vicenda vedrà Padre Benigno e dopo di lui Padre Francesco mangiare le frittelle e subito dopo accusare i sintomi dell’avvelenamento della potente tossina che senza l’intervento tempestivo dei medici dell’Ospedale di Polistena, coordinati da Francesco Nasso e in costante contatto con i più noti centri antiveleni italiani, avrebbero distrutto le cellulle epatiche, bloccato altre funzionalità dell’organismo e portato i due religiosi a morte certa. In mancanza di un siero antiveleno specifico, si è optato per un filtraggio del sangue. Una qualche cosa che somiglia impropriamente alla dialisi ma che ha consentito di lavare il sangue dalle tossine e di impedire che i due religiosi metabolizzassero o, comunque assorbissero le sostante venefiche in misura non sopportabile. Dopo tre gironi di ansia e di attesa, finalmente la buona notizia. I Frati sono fuori pericolo. Tornanti al convento, nuovamente coscienti, ancorchè provati dalla terribile esperienza, i due religiosi hanno toccato con mano la grande prova di affetto che i fedeli del comprensorio gli hanno tributato ricevendo moltissime visite. Scampato il pericolo, proviamo a ironizzare con Padre Benigno che da sempre schivo non ama molto le interviste: Padre Benigno ma le frittelle come erano? che sapore avevano? “ottime - come sapore devo dire che erano ottime - la risposta del frate con un sorriso arguto racconta di un grande paura e - ex post – di un pizzico di amarezza verso colui che per fare uno scherzo a momenti l’avrebbe mandato al Creatore.

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Avevano fatto cucinare dei fiori simili a quelle delle zucchine ma velenosissimi

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Con il placet del Comando Generale:

L’A.N.C. di TORONTO celebra i 200 Anni dell’Arma dei Carabinieri di Angiolo Pellegrini

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ittorio Emanuele I, Re di Sardegna, nel far ritorno a Torino, dopo la sconfitta di Napoleone, resosi conto di quanto fosse precaria la sicurezza delle strade e degli abitanti, impartì precise disposizioni perché fosse costituito un Corpo militare scelto in grado di riportare nei suoi Stati il ritorno alla legge ed assicurare l’ordine. Venne così istituito, con

Regie Patenti del 13 Luglio 1814, il Corpo dei Carabinieri Reali. Da allora sono passati due secoli! Due secoli di vita al servizio della legge, di sacrifici e di rinunce, di abnegazione e di atti eroici, di lotte e di fedeltà assoluta alle Istituzioni, in pace ed in guerra, oggi come sempre. Nel 1814, vennero scelti gli uomini migliori in servizio nell’esercito piemontese, ed ancora oggi i Carabinieri sono i

migliori uomini al servizio del Paese: nelle grandi città come nei piccoli centri, assicurano instancabili la sicurezza dei cittadini e la tutela dell’ordine pubblico. Da meno di mille uomini e 100 stazioni, dopo due secoli si e’ passati ad oltre centomila carabinieri e quattromila presidi sul territorio nazionale, oltre a centinaia di missioni all’estero per la tutela della pace. Pur nel rispetto delle tradizioni, i


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Carabinieri hanno saputo adattarsi continuamente alle esigenze dei tempi e continuano ad essere la presenza rassicurante per tutti gli Italiani. Toronto è stata scelta quale città per le celebrazioni all’estero del 200° Anniversario dalla Fondazione dell’Arma dei Carabinieri, tenuto conto che la Sezione canadese è la più numerosa, a livello mondiale, dell’Associazione Nazionale Carabinieri, che riunisce tutti i militari in congedo, che abbiano prestato il loro servizio nell’Arma, e che il 25% della popolazione è di origine italiana. Per questi motivi il Comando Generale ha autorizzato la partecipazione della Fanfara del III° Battaglione Carabinieri di Milano. La Fanfara diretta dal M° Andrea Bagnolo e tre bravissimi solisti (il soprano Daniela Stigliano, il tenore Giuseppe Distefano ed il baritono Giovanni Di Mare) sono stati protagonisti di tutte le celebrazioni che si sono tenute a Toronto: sono stati con noi a Niagara Falls, a Casa Loma, al Veneto Centre, nell’ambito del mese dedicato alle celebrazioni della cultura italiana, ma soprattutto Domenica mattina, dopo la S. Messa e la recita della Preghiera alla Virgo Fidelis, ci hanno accompagnati al monumento al Carabiniere, dedicato ai martiri di Fiesole, tre ragazzi poco più che ventenni che, il 12 Agosto 1944, immolarono la loro vita per salvare quella degli ostaggi, e vennero fucilati al grido di “Viva l‘Italia”. Domenica 22 Giugno, circa 800 persone si sono strette a noi per una cena di gala iniziata con gli Inni Nazionali Canadese ed Italiano. Alla presenza delle Autorità, dei rappresentanti delle Polizie canadesi, delle Associazioni d’Arma, dei Consiglieri, dei Soci e di tutti gli amici, che hanno voluto render omaggio alla nostra Istituzione, abbiamo così celebrato il nostro duecentesimo anniversario e ricordato i nostri eroi che hanno sacrificato la loro vita, per mantenere fede al nostro motto “nei secoli fedele”. Non possiamo che ringraziare, innanzitutto, chi con la Sua presenza ha voluto rendere più solenni le nostre cerimonie, l’Ambasciatore d’Italia S. Ecc. Gian Lorenzo Cornado, il Console Generale di Toronto Tullio Guma ed il Ministro Federale Julian Fantino, e per il loro “ instancabile aiuto “ Sam Ciccolini, Ralph Chiodo, Michael Tibollo, Palma e Maria Caramia e tutti coloro che in ogni modo si sono impegnati personalmente per la realizzazione e l’eccellente riuscita di questo fantastico “sogno”.

Nelle foto: vari momenti delle celebrazioni svoltesi a Toronto


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La sala del Convegno

Dalla conoscienza dell'acido ialuronico

Lotta ai dolori osteoarticolari di Luigi O. Cordova

Importante happening all'Uliveto Principessa curato dallo Studio Polispecialistico di Francesco Monea

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' stato un grande evento quello organizzato dallo "Studio Medico Polispecialistico Monea" di Taurianova nella splendida cornice dell'Uliveto Principessa Park Hotel. Il Convegno, svoltosi nelle scorse settimane, si è posto come finalità la necessità di far conoscere tutte le più recenti ed avanzate novità in ambito di terapia infiltrativa di acido ialuronico praticate a livello internazionale. Nuovi prodotti, terapie off-label, aggiornamenti clinici nelle patologie delle articolazioni sinoviali, nuove tecniche di approccio alla terapia infiltrativa sotto guida ecografica all'anca, spalla, gomito, mano, ginocchio, caviglia sono state le principale tematiche trattate dai professionisti del settore. Durante il dibattito è ulteriormente emersa la stretta correlazione tra infiltrazioni di acido iaulorico e terapia riabilitativo-motoria nelle patologie artrosiche. Tale connubio è stato illustrato in maniera minuziosa, in tutte le sue fasi, con i relativi deficit motori causati dal dolore artrosico, dal Dott. Nicotera Carmelo, al fine di garantire ai pazienti risultati più duraturi nel tempo e ridurre il più possibile le limitazioni funzionali derivanti da questo tipo di malattie.

Da sinistra: Prof. V. Mollace, Dott. P. Favasuli, Dott. F. Monea, Dott. C. Nicotera, Dott. C. Luverà

Il Dott. Monea, promotore dell'incontro e stimato professionista, nel corso della sua brillante presentazione ha dato risalto ad un nuovo acido ialuronico, da considerare come capostipite di una nuova classe, in grado di mantenere le proprietà biologiche del polimero naturale unitamente ad elevate caratteristiche viscoelastiche e di resistenza alle sollecitazioni, fattori che lo differenziano da tutti gli altri. L'utilizzo di queste nuove tecniche terapeutiche ha portato una notevole riduzione dell'utilizzo di farmaci

Il Prof. V. Mollace, Dir. Dip. Salute, Università "Magna Graecia" CZ

antinfiammatori e una diminuzione del dolore, sia in fase acuta sia a lungo termine. Queste nuovo approccio medico, grazie anche all'utilizzo della guida ecografica, rende sicure le infiltrazioni e riduce in maniera esponenziale il numero di pazienti da sottoporre ad interventi chirurguici per protesi, in particolar modo alle ginocchia ed all'anca. Gli studi pioneristici in tale settore sono all'ordine del giorno nell'ambito della ricerca scientifica attuata dallo staff dello studio "Monea".

Dott. G. Zampogna, vice pres. prov.le Ordine dei Medici - RC


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CALABRIA IN PILLOLE

Momenti informativi del GALBatir di Luigi O. Cordova

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alabria in Pillole è un ciclo di sei incontri organizzato dal GALBatir in partnership con Sykea, Associazione Turistica Culturale, le cui finalità bene si coniugano con quelle dell’agenzia per lo sviluppo locale promotore dell’intera manifestazione. Il progetto rientra tra le azioni di sensibilizzazione socio – culturali e di animazione del GALBatir, il quale si pone come soggetto sostenitore di iniziative finalizzate a valorizzare le risorse presenti accrescendo, in tal modo, la consapevolezza della comunità locale circa le proprie capacità e le potenzialità del territorio. Ed in questa prospettiva si inserisce perfettamente il programma che l’Associazione Turistica Culturale ha intrapreso per attuare le proprie finalità e perseguire i propri scopi. Il desiderio di vivere nella propria terra insieme alla propria gente e di voler realizzare delle idee volte a migliorare la vita della comunità, hanno spinto infatti Sykea ad intraprendere un progetto, quello di ridestare e diffondere nella gente di Calabria l’amore per la propria terra e il senso di appartenenza ad essa e, nel contempo, quello di promuoverne un’immagine positiva. La scelta di trattare differenti argomenti spiega il perché di Calabria in Pillole come titolo del ciclo di seminari, il cui comune denominatore si identifica col desiderio di far emergere le molteplici risorse che il territorio possiede con l’augurio che questi incontri possano essere volano per le tematiche trattate e da essi possano nascere nuove idee, iniziative, collaborazioni, scenari futuri per lo sviluppo e la crescita del territorio. La manifestazione, seconda edizione di Calabria in Pillole ideata e già attuata in forma diversa nel 2013 da Sykea e che quest’anno assume, grazie

Calabria in Pillole

alla collaborazione instaurata con il GALBatir, un connotazione diversa, più dinamica e presente sul territorio, propone pertanto sei incontri itineranti dalle differenti tematiche, nei mesi di Maggio, Giugno, Settembre ed Ottobre, due dei quali già realizzati. • Un nuovo modo di rappresentare il Mezzogiorno Istituto d’Istruzione Superiore “Nicola Pizi”, Palmi - 26 Maggio 2014 Vito Teti, prof. Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università della Calabria e Direttore del Centro di Antropologie e Letterature del Mediterraneo • Le piante spontanee Salone polivalente Santuario Maria SS Immacolata di Lourdes, Molochio 26 Giugno 2014 Giovanni Spampinato, prof. Dipartimento di Agraria Università Mediterranea Reggio Calabria Maurizio Siviglia, presidente Gruppo Micologico N.E. “Abete Bianco” Serra San Bruno Giorgio Maria Borrelli, Comandante Primo Dir. Corpo forestale dello Stato Comando Provinciale di Reggio Calabria • PAT sapori, profumi e colori. Viaggio nelle tradizioni enogastronomiche della Calabria Istituto Superiore “G. Renda” di Polistena Settembre 2014 Pia Rispoli, ARSAC Calabria Rappresentante/esperto Condotta Slow Food Reggio Calabria Area Grecanica Medico Chef •

Oli estremi nel paesaggio degli ulivi Salone delle Feste ex Convento dei Domenicani, San Giorgio Morgeto Settembre 2014 Rosario Franco, ARSAC Calabria Maurizio Servili, prof. Facoltà di Agraria Università di Perugia Nino Iannotta, ricercatore CRA ISOL Rende Cosenza

La poesia di Lorenzo Calogero e le nuove generazioni Liceo Classico “V. Gerace”, Cittanova Ottobre 2014 Teresa Martino, studiosa Carla Francesca Neri, critico letterario

Nuove suggestioni da tradizionali ritmi calabresi Castello "Ruffo", Scilla (RC) Ottobre 2014 Mimmo Cavallaro, musicista Francesco Loccisano, chitarrista


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PALMI. L’Istituto Einaudi realizza il progetto patrocinato dalla Commissione Italiana per l’UNESCO“ di Rocco Militano

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Adottiamo la Villa Pietrosa di Leonida Repaci

l Club UNESCO di Palmi, che collabora nell’azione di recupero culturale della Villa Pietrosa di Leonida Répaci con l’Associazione Amicicasarepaci, in occasione della settimana DESS 2013,- ottava edizione del Decennio per l’educazione allo sviluppo sostenibile proclamato dall’ONU ed attuato dall’UNESCO - ha stipulato un protocollo d’intesa con un gruppo di partners istituzionali e sociali - primo firmatario il Comune di Palmi - per adottare, secondo il progetto approvato dalla CNI (Commissione nazionale italiana per l’UNESCO) e le linee guida della FICLU (Federazione Italiana Club UNESCO), il complesso della Villa come luogo significativo dove sviluppare iniziative emblematiche coerenti con il programma Unescano. Il tema dell’anno infatti, “I Paesaggi della Bellezza: dalla valorizzazione alla creatività”, da una parte permette di operare, con qualificata efficacia, per il recupero, la valorizzazione, la diffusione e la salvaguardia dei patrimoni culturali, naturalistici ed ambientali dalla Villa contenuti, dall’altra di contribuire in maniera significativa a realizzare gli obiettivi del decennio attraverso il coinvolgimento attivo della popolazione, soprattutto giovanile e studentesca, peraltro con l’assunzione dell’impegno a rinnovare ogni anno azioni di valorizzazione e promozione nell’ottica di costruire ipotesi concrete di sviluppo sostenibile attraverso l’ideazione di specifici itinerari turistico - culturali. In tale quadro di riferimento, d’intesa con il Comune di Palmi – Assessorati alla Cultura, Istruzione e Turismo -, con la Provincia di Reggio Calabria e la Regione Calabria – Dipartimento Turismo - che hanno concesso il patrocinio, il Club UNESCO e l’Associazione Amici Casa Répaci hanno stimolato la partecipazione e la collaborazione del Liceo Linguistico C. Alvaro, dell’Istituto d’Istruzione Superiore “L. Einaudi “(comprensivo di I.T.C. – I.T.A. – I.P.I.A.), dell’Associazione Ermelinda Oliva, del Comitato di quartiere Torre – Stazione e della Consulta comunale

giovanile i quali hanno dichiarato impegno pieno ad integrare nel progetto le proprie competenze, con il fine comune di riportare al valore antico un luogo unico attorno a cui la comunità palmese e calabrese possa ritrovare senso pieno di attaccamento salvaguardandolo e trasmettendolo, in tutto il suo significato culturale, alle future generazioni nel nome di Leonida Répaci, scrittore palmese riconosciuto come uno dei più importanti letterati del ‘900 italiano e di sua moglie, Albertina Antonielli Repaci, segretaria del Premio Viareggio, oltre che scrittrice e poetessa. Già il Liceo “C. Alvaro”, con il progetto “Conosci l’autore” aveva condotto uno studio approfondito sui coniugi che è culminato, dopo la conclusione, nel parco della Villa, nella partecipazione dei suoi studenti e docenti al Salone del Libro di Torino, in gemellaggio con il Liceo Cavour di quella Città che ebbe Leonida Répaci alunno liceale, studente universitario e poi giovane avvocato e giornalista gramsciano. Oggi è stato l’Istituto Superiore Comprensivo “L. Einaudi” della Dirigente Carmela Ciappina che, con gli alunni dell’Istituto Commerciale coordinati dalla Prof.ssa Caterina Meduri, ha presentato, con la manifestazione “UNA GIORNATA A VILLA PIETROSA”, i risultati dei loro studi repaciani mostrando anche, con tanti bravi studenti, emozionanti esibizioni musicali e recitative oltre che approfondimenti storico - letterari e poetici. In parallelo, per l’occasione, la PPM, su incarico del comune, ha organizzato un intervento con le sue squadre del verde e ripulito dai canneti la strada dal piazzale stazione fino all’ingresso della villa e dalle erbacce il parco e l’uliveto di pertinenza; il Comitato di quartiere Torre – Stazione ha richiamato gli aspetti più significativi del parco ripristinando il roseto e l’angolo dell’orto come c’era una volta, mentre l’Istituto Agrario, su ideazione della Prof.ssa Caterina Marino, ha composto architetture di giardino con le piante aromatiche di Albertina (salvia, rosmarino, lavanda e menta); ha colorato la visione dell’aiuola rialzata con ortensie rosse e celesti ed ha invitato al passeggio ammirante con la piantumazione sparsa del fico melanzano, del sorbo, del mandorlo e con i cespugli di mirto che tanta parte ebbero nel legame affettivo dello scrittore e della sua famiglia con il complesso della Villa. E poi l’Istituto Professionale, su progetto dell’Ing. Ragonese, ha illuminato, con impianto fotovoltaico, di luce diffusa il terrazzo, la balconata del parco ed i punti di maggior ricordo. Soddisfazione e stupore per questa vasta e convinta partecipazione di alunni e docenti hanno espresso il Presidente del Consiglio Comunale Muscari e l’Assessore Pace il quale ha anche ribadito la coerenza al progetto UNESCANO della scelta urbanistica di collocare nella Villa la porta d’inizio del Sentiero verde che, finanziato dal PISL, arriva a percorrere il Tracciolino ed i terrazzamenti di Bagnara fino a Scilla. L’adozione quindi, per la valorizzazione dei patrimoni culturali, naturalistici ed ambientali della Villa, va avanti e sarà presto più corale ed intensa con i Concerti del Tramonto, la mostra fotografica dei giovani della Consulta Comunale, la declamazione delle poesie di Albertina e con la visione da mare della scalinata della Guardiola, di notte illuminata da due tenui fasci di luce lunare.


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di Rocco Militano

S

i vedono già, con l’incremento delle prenotazioni per la prossima estate, i risultati dell’azione di promozione turistica della Città avviata dall’Amministrazione comunale con forte determinazione per passare dallo storico turismo sognato auto-referente, all’industria turistica moderna interessante i mercati nazionali ed internazionali. Meno di tre mesi dopo, infatti, lo storico riconoscimento, da parte del Comitato Intergovernativo UNESCO, della Festa della Varia come patrimonio immateriale dell’umanità, l’Amministrazione comunale di Palmi, convinta della grande e finalmente concreta occasione di sviluppo, si era presentata alla BIT di Milano per promuovere tra gli operatori turistici un’offerta complessa: Palmi città turistica e della Varia riconosciuta dall’UNESCO: luogo di mare, paesaggi, natura e cultura, per vacanze totali di famiglie, anziani e giovani. Con questo slogan e con a fianco un grande banner raffigurante l’immensa folla osannante l’Animella al passaggio della grande macchina trainata da 400 piedi scalzi, nell’area comunicazione della Regione Calabria, per oltre un’ora di conferenza con la partecipazione del Direttore Generale del Dipartimento Turismo Pasquale Anastasi e di Antonino Eroi, Presidente del Consiglio Provinciale di Reggio Calabria, Patrizia Nardi, coordinatrice del progetto della Rete delle macchine a spalla e Rocco Militano, delegato dall’Assessore al Turismo Giuseppe Saletta, hanno esposto il valore culturale delle feste della Rete e la vasta completezza dell’offerta turistica estiva della Città di Palmi. L’Estate a Palmi ha infatti il suo clou nei 15 giorni in cui si rinnovano gli antichi riti della Varia e che si concludono con la processione della Madonna della Lettera, il corteo storico e la scasata che quest’anno saranno celebrati il 30 e 31 Agosto. L’intrattenimento turistico però è iniziato di fatto il 3 Maggio con la festa del Crocefisso e l’esposizione di quella preziosa scultura lignea attribuita a Fra Umile da Pietralia - risalente al XVII secolo e caratterizzata dai piedi non sovrapposti - e terminerà nel mese di Ottobre con il Premio letterario ed il Concorso Nazionale di esecuzione musicale Francesco Cilea. Durante questi sei mesi è un susseguirsi ed intrecciarsi di antiche feste religiose ricche di folklore e di devozione popolare, come gli spinati di San Rocco ed i cavalieri di San Fantino; di concerti di musica classica nell’auditorium della Casa della Cultura ed al parco della Villa Pietrosa di Leonida Repaci; di musica folkloristica nelle piazze principali; di rappresentazioni teatrali nell’anfiteatro della Motta; di spettacoli circuitati dalla Regione Calabria e dalla Provincia di Reggio o organizzati dalle Associazioni locali in partenariato con il Comune a sostegno dei talenti locali. Un’estate a Palmi che trova anche la grande partecipazione dei cittadini della Piana nelle serate in piazza 1° Maggio ed attorno all’antico palco della musica di Villa Mazzini, ritornata, come negli anni ‘30, salotto principale di socialità civica: quella Villa che dal 1970 è riconosciuta monumento Nazionale per lo straordinario paesaggio prospiciente la lunga balconata, allorquando, negli infuocati tramonti sull’orizzonte marino, impressiona ed affascina la visione d’assieme di tre vulcani attivi vicinissimi, con l’Etna e le Eolie iscritti dall’UNESCO nella lista dei patrimoni naturali dell’umanità. Lo stesso paesaggio mozzafiato, con Scilla, lo Stretto di Messina e punta Milazzo da un lato ed il golfo e la piana di Gioia Tauro fino a Capo Vaticano dall’altro, che gli escursionisti godono dal Tracciolino o dal

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Estate a Palmi. La città insegue l’occasione di sviluppo turistico offerta dal brand UNESCO della Varia belvedere della collina del Sant’Elia percorrendo i lunghi sentieri a strapiombo sulla costa Viola fino ai terrazzamenti dell’agricoltura eroica di Bagnara. E poi il mare sempre limpido, con la straordinaria lunghezza delle sabbiose spiagge modernamente attrezzate, la suggestione dello scoglio dell’ulivo, le scogliere profumate di alghe e le calette mitiche che aprono fondali meravigliosi raggiungibili con i servizi diving forniti al porticciolo turistico. Ma è soprattutto la ricchezza dei beni culturali che Palmi offre per attrarre e soddisfare anche i turisti più esigenti che vogliono immergersi in una vacanza di totale bellezza. Il Parco Archeologico dei Taureani mostra, già scavata ed attraversata da un lungo basolato di lastroni in pietra levigati, buona parte di un’area di spettacolo risalente all’era imperiale capace di ospitare più di tremila spettatori in un sito certamente importante e popoloso dove era stato eretto anche un tempio ad una divinità femminile; un sito nelle cui vicinanze visse e, nel 335, fu sepolto in una cripta sottostante l’attuale chiesetta, San Fantino il Cavallaro, il più antico santo della Calabria e dove poi, nel 1.500, fu eretta la torre di avvistamento spagnola per far rete in quello straordinario sistema di avvistamento difensivo dai Turchi di Calabria Ultra riprodotto in acquerelli nell’opera d’arte di fine ‘500 oggi nota come il Codice Carratelli. E poi il mausoleo al maestro Cilea ed il monumento ai caduti, opere del grande Michele Guerrisi, i tanti busti ai palmesi illustri, le dieci chiese, le fontane, le piazze e la ricchissima Casa della Cultura “Leonida Rèpaci“ con la sua straordinaria pinacoteca d’arte moderna e contemporanea, riconosciuta come una delle più importanti del mezzogiorno, dove in bella mostra sono esposte tele di Modigliani (Ritratto di donna), Fattori (Buttero a cavallo), Guttuso, Picasso, Sironi, Boccioni, Manet, Levi; di ignoti del 600 oltre che del Guercino e di tanti altri; con i 120.000 volumi di storia e letteratura calabrese della Biblioteca “Domenico Topa”; i musei “Raffaele Corso”di etnografia e folklore, unici per le conocchie e le maschere apotropaiche; le sezioni museali “Francesco Cilea e Nicola Antonio Manfroce” di storia musicale, e la Gipsoteca “Michele Guerrisi”, oltre all’Antiquarium “Nicola De Rosa” con reperti del territorio risalenti dal VII sec. a. C. fino all’antica città vescovile di Taureana del X secolo, compreso il marmoreo Busto di Adriano ritrovato nell’area di Scinà, finalmente riottenuto! Una enorme e qualificata offerta turistica quindi – è stato dimostrato ai tanti Tour Operator presenti - che rendono Palmi una città turistica dove è divenuto conveniente investire e dove, nell’immediato, i croceristi che dall’autunno sbarcheranno al porto di Reggio per visitare i Bronzi e gli anziani tedeschi che sempre più numerosi affollano i villaggi di Tropea, possono essere indirizzati per le loro escursioni. Potranno così essere proprio loro – ritengono il Sindaco Giovanni Barone ed il Vice Sindaco Assessore al Turismo Peppe Saletta assieme a tutta la Giunta comunale - i primi messaggeri a dimostrare ai grandi capitali la convenienza degli investimenti infrastrutturali che la formidabile occasione del POR Calabria e l’approvazione del nuovo assetto urbanistico territoriale definito dal PSC (Piano di Sviluppo Comunale) renderà a breve concretamente realizzabili! Nel frattempo le prenotazioni degli attuali posti letto per l’intero mese di Agosto sono già al completo!


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di Francesco Di Masi

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’eco ancora non sopito di “Ti Lascio una Canzone” si riverbera ricco di partecipazione agli avvenimenti che si succedono in questa calda e afosa estate. Attestati e congratulazioni di stima e di amicizia arrivano da ogni parte sul sito delle Gemelle Scarpari che per ringraziare il pubblico e quanti con tanto calore le hanno sostenute. Non risparmiano mettendo in bella mostra, esibendosi come ospiti d’onore, in concorsi canori , partecipazione a programmi televisivi, sul palcoscenico delle feste sacre dei paesi, la voce, il talento, l’entusiasmo della loro giovane età, cavalcando l’onda del successo ampiamente meritato. Ne citiamo due. Il primo è la partecipazione come ospiti d’onore alla terza edizione di “In Canto Festival” di Delianuova del quale sono state le vincitrici indiscusse della passata edizione (anno 2013) che nasce dalla felice intuizione dell’imprenditore Natale Princi, cultore ed estimatore musicale attento verso le iniziative artistiche legate al territorio nonché Talent Scout, sostenitore e fan indiscusso delle gemelle Scarpari che con un caloroso “abbraccio” lo ringraziano per aver creduto nelle loro doti musicali e canore a dimostrazione dell’impegno profuso per averle portate alla ribalta del mondo della canzone Nazionale. La riprova sono le targhe consegnate dal Sindaco di Delianuova, Rocco Corigliano, di fronte a circa 2.500 persone, partecipanti all’evento, con la menzione “orgoglio del-

Chiara e Martina Scarpari ospiti d’onore ad “in Canto” festival di Delianuova la Calabria”. Il secondo è la partecipazione al prestigioso premio organizzato dalla fondazione “Marisa Bellisario” che ogni anno premia le donne che si sono distinte a livello Nazionale ed Internazionale in diverse discipline: cultura, scienze, economia, etc. trasmesso su Rai due e che attesta, conferma e premia davanti ad una platea così autorevole le qualità canore e il talento di Chiara e Martina Scarpari, insieme all’altra fenomenale rivelazione, vincitrice di “The Voice” di Rai due, Suor Cristina Scuccia, visibilmente e affettuosamente impressionata dalla bravura delle giovanissime gemelle. Ma sicuramente e non meno importante sarà l’abbraccio che le riserverà Varapodio, paese natio, che le ha sostenute e le sosterrà sempre a

spada tratta, dove in occasione dei festeggiamenti per la Madonna del Carmelo saranno le acclamate partecipanti al concerto – evento, che vedrà partecipi, del grande spettacolo non sole le pupille orgoglio di tutto il paese, anche alcuni colleghi di avventura della trasmissione “Ti Lascio una Canzone”, Veronica Manzo,Vincenzo Cantiello, Rebecca Toschi, Annaluna Batani e Annalaura Princiotto. A coronarne il conquistato successo, con ogni probabilità parteciperanno ad una chermesse canora Internazionale in Crimea, che sicuramente arricchirà il bagaglio di esperienza e conoscenza di cui la loro spensierata e giovane età ha bisogno. A loro vanno i nostri sentiti e sinceri auguri per un raggiungimento di migliori ed ambiti traguardi.


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di Francesco Di Masi

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opo un anno d’intenso lavoro la Uil Scuola Calabria si è incontrata a Pizzo Calabro il 20 Giugno scorso per celebrare il Congresso Regionale, alla presenza del Segretario Nazionale Massimo Di Menna, del Segretario della regione Calabria uscente Antonio Vacatello della Segreteria di Vibo Valentia e dei Segretari provinciali Francesco Califano di Reggio Calabria, Anna Melina di Catanzaro, Francesca Guarasci di Cosenza, Salvatore Drammis di Crotone. Nel discorso di apertura Di Menna ha porto il suo saluto a tutti i delegati e dirigenti sindacali presenti nella sala del locale Isola Bella dove si sono tenuti i lavori e ha ceduto subito la parola a Vacatello per il saluto finale prima di passare, esperite tutte le formalità burocratiche, la Segreteria a Carmela Zirilli di Reggio Calabria, eletta a maggioranza dei presenti. La Segreteria di Reggio Calabria, retta da Francesco Califano, da decenni continua a dare i suoi buoni frutti per il continuo impegno profuso dai reggini im-

La UIL regionale tiene il congresso a Pizzo pegnati nel settore, non dimenticando che chi la conduce è stato anche tra i fondatori della Uil Scuola in Calabria, colui che non è mai mancato di farsi carico di forti moniti sul territorio per la tutela dei diritti dei lavoratori della scuola. Lo stesso impegno commenta Di Menna non è mancato da parte delle altre provincie che continuano a riportare buoni risultati. Nella Segreteria di Reggio Calabria non è mai mancata la collaborazione dei Dirigenti Sindacali Mario De Biasi e Giuseppe Marino, quest’ultimo eletto Tesoriere della Segreteria Regionale. Tra la composizione dei vari organi statutari sono stati eletti anche i delegati effettivi al Congresso Nazionale che si terrà nel mese di Ottobre a Torino, tra cui Francesco Califano, Filomena Scarpati, De Biasi Mario, Marino Giuseppe, Califano Domenico, Antonio Vacatello, Iacopino Deborah, De Siena Francesco, Scaramuzzino Aurelio, Drammis Salvatore, Salmela Francesco, Rota Giovanni, Ponti Costantino, Piane Francesco, Guarasci Francesca, Melina Anna. La crescita, ha commentato Massimo Di Menna, denota la positività delle attività svolte dalla Uil Scuola a livello nazionale senza mancare l’impegno dei colleghi calabresi, i risultati ottenuti fino ad oggi a beneficio delle professionalità della Scuola pubblica ne sono la dimostrazione. Molto ancora va fatto, lavoreremo con la massima apertura al dialogo e ricorso ai mezzi leciti di protesta quando se ne ravviserà la necessità. A fronte di un impegno programmatico positivo deve corrispondere un’ azione concreta, un vero programma costituito di atti che facciano uscire la scuola dalla situazione di difficoltà in cui si trova e rilancino il valore del lavoro, dell’impegno professionale, riconoscendone, anche economicamente, la qualità e l’importanza sociale. Ci troviamo, come dimostrano tutti i dati internazionali di raffronto, in una vera emergenza finanziaria e retributiva. I riferimenti che suggeriamo sono i parametri europei nel rapporto spesa per istruzione, spesa pubblica e l’andamento delle retribuzioni. Il Governo sarà sollecitato continuamente per un impegno chiaro verso le due più importanti indicazioni della Commissione Europea: far recuperare in termini di standard formativi le scuole che risultino dalle rilevazioni in difficoltà e riconoscere ed incentivare economicamente l’impegno professionale. Tutto deve mirare a decisioni in grado di rispondere positivamente al bisogno di cambiamento che tenga in considerazione chi quotidianamente fa funzionare la Scuola.


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di Luigi Mamone

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a scomunica ai mafiosi, un invito ai giovani a non perdere la speranza e costruire un futuro di pace. Questo, in sintesi, il dato del messaggio lanciato da Papa Francesco ai calabresi e a migliaia di altri meridionali giunti da tutte le Regioni del Sud nella spianata dell’ex INSUD di Sibari a pochi chilometri da Cassano all'Jonio, dove al culmine della sua intensa giornata calabrese, iniziata nel mattino con la visita al carcere di Castrovillari e poi con vari appuntamenti a Cassano Jonio ha celebrato un solenne rito eucaristico. Centinaia, forse migliaia di pullman e decine di migliaia le persone che hanno atteso in un clima di festa l'arrivo del Papa. Fra canti e preghiere sotto il sole cocente l'attesa ha ripagato tutti quando Papa Francesco ha attraversato su una campagnola scoperta i vari corridoi che separavano i vari settori riservati ai pellegrini. Senza zucchetto, reggendosi con la mano sinistra, sorridente e pronto a salutare nonostante la vettura per ragion di sicurezza sia transitata con una certa velocità sul pianoro apparentemente liscio ma in realtà pieno di solchi. Poi dopo il saluto del Vescovo di Cassano all’ Jonio, Mons Nunzio Galantino, che ringraziava il Pontefice per aver scelto la Calabria e la Chiesa di Cassano all’Jonio per lanciare alle genti della Calabria un messaggio di pace e un invito di riconciliazione e di riscatto, la liturgia eucaristica iniziava ricordando la festività del Corpus Domini. Il momento fondamentale resta però l'omelia del Santo Padre. Concetti semplici, chiari ed immediati: per chiarire per quale regione fosse venuto per chiedere scusa in una terra bella ma segnata dalla violenza mafiosa. Ecco allora forte e chiaro l'anatema contro la mafia e la 'ndrangheta: "Seducono le vostre coscienze e rubano le vostre

Sabato 21 Giugno 2014

Papa Francesco

scomunica la 'ndrangheta Duro monito del pontefice contro i poteri criminali calabresi vite". Un messaggio forte e chiaro. E con esso, a fianco della chiara condanna della Chiesa alla violenza e alle forme di consorteria malavitosa, quali che siano, l’invio ai giovani, calabresi e non, a testimoniare con i fatti la voglia di cambiamento e la reale possibilità di cambiare. L'intervento del Pontefice è stato scandito da scroscianti applausi che sono proseguiti dopo la fine del rito fino a quando l'elicottero bianco non si è alzato in volo stagliandosi contro lo sfondo azzurro del cielo e compiendo, prima di allontanarsi, un’ultima evoluzione sulla folla sterminata che da terra lo salutava agitando bandiere e cappellini multicolori. Subito dopo la marea umana, un popolo di pellegrini stimato in oltre 100.000 persone, ha preso la via del ritorno, tutti - l’impressione era generalizzata - sereni, arricchiti da un momento di coralità che ha fatto vedere a tante gente una Chiesa viva, una chiesa senza orpelli: francescani come vorrebbe Papa Francesco, ma viva, ricca di speranza come dimenticare i canti e la luce di gioia e di serenità, felicità che veniva tra-

smessa dalla stessa luce dello sguardo da un gruppo di frati e suore “Missionari del Cammino” vestiti di tela di juta come San Francesco e Santa Chiara e con ai piedi sandali di legno. Quanta ricchezza vi era nel loro sguardo. Quanto gioia erano capaci di trasmettere fra un canto e un girotondo, fra una preghiera e un applauso ritmato, per dire “Papa Francesco è qui con noi, alleluia”. Nella loro semplicità, nella loro umiltà (uno di loro non casualmente si chiamava Fra’ Umile), abbiamo letto la forza della fede e l’essenza della felicità. In quella spianata riarsa dal sole, lontano da orpelli, da burocrazie, dalle cattiverie di un mondo di lupi, capaci solo di bolsa arroganza, di alterigia, di odio fra fratelli, di menzogne, di incomunicabilità fra i fraticelli, simili al San Francesco delle origini, abbiamo compreso l’essenza della felicità e la grandezza del messaggio che San Francesco ancor’oggi ci manda con il suo “Cantico delle Creature” e che Papa Francesco amplifica e diffonde pellegrino entro una umanità in cammino.


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Sotto il sole del Sud

Aspettando Francesco In centomila nella spianata dell'ex Insud di Sibari, fra canti e preghiere di Federica Mamone


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Al centro “Presenza” di Barritteri a cura del Lions Club

“Lucciola Blu”

Importante service volto alla solidarietà ai disabili

di Emma Ugolini

Essere vicini ai fratelli disagiati nello spirito di Lucciola Blu

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all’8 al 14 giugno nel centro di Accoglienza ”Presenza” a Barritteri - qualche chilometro a monte di Palmi verso il Sant’Elia - si è svolto per il 13° anno “Lucciola Blu” un service curato dal Lions Club e rivolto all’accoglienza e al reinserimento dei disabili. Una settimana intensa nel corso della quale i disabili e i loro genitori o familiari che – spesso nell’arco dell’anno sentono fortissimo il peso della solitudine, lasciati soli da uno stato ignavo e codino fatto di burocrati buoni solo a far tagli di spese ed a complicare la vita ai cittadini, hanno trovato attenzione, ascolto e coinvolgimento con forme di socializzazione entro le quali attività manuali e coinvolgimento nella coralità rappresentata da momenti musicali costituiscono per i diversamente abili momenti di vera felicità e al contempo efficaci forme di terapia utili al loro reinserimento, alla stimolazione di forme di apertura e come antidoto alla chiusura che, talvolta, finisce per sfociare nella alienazione figlia della solitudine. Ancora una volta il volano e l’artefice del successo dell’iniziativa è stato l’Avvocato Annunziato Santoro, una delle figure più importanti fra i penalisti del Foro Palmese e che ora - nella sua splendida quarta età – lasciata la toga dedica il suo tempo e la sua sensibile attenzione ai disabili. Non è facile – dice - molto più facile organizzare convegni, mostre, gare, ma il calore e la gioia che sprizzano dagli occhi di questi ragazzi - alcuni dei quali ormai da anni attendono “Lucciola Blu” per uscire

dalla routinarietà della propria condizione di diversamente abile, ci ripagano di tutti gli sforzi. Lucciola blu consente ai familiari degli invalidi di incontrarsi, di confrontarsi , di scambiarsi esperienza e di fare rete. Una iniziativa – questa del Lions Club – che veramente esalta il valore solidaristico del Club service rendendolo vicino alla gente che soffre e che talvota ha bisogno solo di un sorriso per sentirsi felice.


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di Carmela Parrello

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elicucco, Giovedì 26 Giugno 2014, ore 3:00 del mattino, quasi tutti i pellegrini attendono l’arrivo del pullman che alle ore 3:45 partirà per raggiungere i luoghi di San Pio da Pietrelcina, radunati accanto alla sua statua, posta davanti alla chiesa dell’Immacolata. Il viaggio spirituale quest’anno sarà speciale, dirà alla partenza il Sig. Michele Primavera, organizzatore dell’evento, sia perché è il diciottesimo anno che la comunità di Melicucco si reca nei luoghi legati al Santo, sia per la presenza del Parroco del paese Don Carmelo Surace, guida spirituale. Il pellegrinaggio, cominciato al momento dell’adesione, spiega Don Carmelo, quest’anno sarà veramente speciale e arricchirà tutti spiritualmente, facendo dono della Grazia del Signore. Sul far del giorno iniziano le lodi recitate da tutti i partecipanti in maniera corale. In realtà i pellegrini parteciperanno con fervore alle celebrazioni e ai diversi eventi programmati, aiutati spiritualmente dal Parroco. Si prosegue piacevolmente, in un clima di fraternità e di gioia e, finalmente, la prima tappa, Pietrelcina, ridente cittadina che ha visto nascere, crescere in Santità e lottare contro le prime tentazioni del demonio, il piccolo Francesco Forgione. L’arrivo è salutato da una leggera pioggia, sembra quasi una benedizione scesa dal cielo. Alle ore 10:45 nella chiesa della Sacra Famiglia, la celebrazione Eucaristica, presieduta da Don Carmelo che, per tutta la durata del pellegrinaggio, concelebrerà. Quindi, alla fine della stessa, è possibile visitare i luoghi dove ha dimorato la famiglia Forgione e dove, fino all’età di quattordici anni, prima di entrare in seminario, è vissuto il piccolo Francesco. Prossima tappa Piana Romana, località cara a San Pio, in cui lo stesso ha vissuto un periodo bello e significativo della sua vita dall’infanzia, all’adolescenza, al primo periodo di sacerdozio. Si visitano i terreni appartenuti alla sua famiglia, il pozzo costruito da suo padre su sua segnalazione, la cappella dell’olmo sotto il quale nel Settembre del 1910 il Santo ricevette le stimmate. Subito dopo partenza per San Giovanni Rotondo dove si rimarrà sino al 29 Giugno. Venerdì 27 Giugno 2014, la giornata inizia con la Santa Messa celebrata sulla tomba di San Pio; si prosegue con la Via Crucis che percorre un preciso tratto che sale le pendici del monte Castellano, lungo il quale sono allestite 14 stazioni bronzee, scultore Francesco Messina. Nel quinto pannello è raffigurato Padre Pio che aiuta Cristo a risollevare la Croce. E’ un momento di intensa emozione che dà la possibilità di meditare sul sacrificio di Gesù Cristo che si è immolato sulla Croce per salvare l’intera umanità dal peccato. I pellegrini, a turno, leggono le riflessioni sulle varie stazioni e portano la croce, perché il prezzo da pagare se si vuole essere discepoli di Gesù è quello di saper portare la propria croce. Quindi la foto di rito e la Santa Messa nella Chiesa di San Pio. Nel pomeriggio visita al Santuario di San Matteo in San Marco in Lamis, dove, dopo il bacio della reliquia, si recita il Santo Rosario. Quindi ritorno in albergo e, dopo, il momento più intenso della giornata, La preghiera sotto la Croce nella chiesa di Santa Maria delle Grazie. Dopo la lettura di alcuni brani evangelici le suore intonano il canto “nulla ti turbi, nulla ti spaventi,

La nuova Basilica di San Pio

Cronaca di un pellegrinaggio

Sulle vie del Signore,

guidati dalla presenza amorevole di S. Pio da Pietrelcina. solo Dio basta”, preghiera di Santa Teresa d’Avila dedicata a coloro che soffrono, invito a guardare in alto verso Dio. Poi l’adorazione della Croce mentre un sacerdote innalza al cielo una preghiera per le tantissime persone da lui elencate, afflitte da malattie del corpo e dello spirito. Sabato 28 Giugno 2014 in mattinata riprende il cammino di spiritualità verso il Santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo. Si inizia con le lodi, i canti e le riflessioni della guida spirituale che illustra la storia del santuario e mette in evidenza l’importanza degli Angeli custodi e, in particolare, parlando dell’Arcangelo che con la sua spada ha sconfitto il demonio, ricorda che il maligno esiste, è subdolo e crea discordie tra le famiglie, tra i popoli, tra le nazioni. Nella Santa Grotta si assiste alla concelebrazione della Santa Messa e, subito dopo, una visita alla cittadina, ricca di monumenti storici. Quindi, rientro a San Giovanni Rotondo e nel pomeriggio visita all’ospedale “Casa sollievo della sofferenza”, importante complesso ospedaliero, voluto da San Pio per dare sollievo a coloro che soffrono a causa di gravi malattie. Anche questo, è un momento di grande commozione e di riflessione, pensando ai dolori materiali dell’umanità. Subito dopo Santa Messa nella chiesa di San Pio e alle 21:00 fiaccolata dietro la statua della Madonna delle Grazie, recitando il Santo Rosario. Alcuni pellegrini della comunità di Melicucco hanno partecipato all’evento come portatori della statua o della fiaccola o per recitare una posta del Rosario. La fiaccolata ha rappresentato per i numerosissimi pellegrini, provenienti da tutto il mondo, un momento di grande emozione anche per le suggestive immagini quando, durante la recita del Santo Rosario che è stata effettuata in varie lingue, si è intonato il canto dell’Ave Maria di Lourdes, innalzando al cielo le fiaccole ardenti. Domenica 29 Giugno 2014, ultimo giorno di pellegrinaggio. In mattinata ogni pellegrino si è recato presso la tomba di San Pio per ringraziarlo del dono di un pellegrinaggio, ricco di emozioni e impreziosito dalla presenza di un sacerdote dotato di fede e grande carisma che ha trasformato un viaggio di preghiera, in un cammino dello spirito. Quindi, tutti presso la chiesa di San Pio a partecipare alla Santa Messa concelebrata da molti sacerdoti in una chiesa stracolma di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo. Nel pomeriggio viaggio di ritorno, facendo tappa presso il santuario della Madonna dell’Incoronata, Effigie Miracolosa che, durante le apparizioni, ha ripetuto più volte il “non abbiate paura” messaggio ripreso da Giovanni Paolo II, oggi Santo, durante l’omelia di inizio pontificato il 22 Ottobre 1978. Il viaggio prosegue, intervallato da soste, pregando, recitando i vespri, ascoltando le parole di don Carmelo e i ringraziamenti del signor Michele, felice dell’ottima riuscita del pellegrinaggio dovuta alla collaborazione di tutti e alla impareggiabile guida spirituale del parroco e, infine, le testimonianze di alcuni pellegrini. Il viaggio è finito alle ore 00:30 di Lunedì 30 Giugno ma, il cammino di fede intrapreso, accompagnerà tutti per il resto della vita terrena e renderà la vita migliore e piena di vera gioia cristiana. Il corpo incorrotto del Santo


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P. Stefano De Flores (al centro) durante una premiazione

di Domenico Petullà

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’Archivio di Stato di Reggio Calabria è ormai da tempo protagonista di un interessante e alternativa funzione di natura educativa, che si muove seguendo l’obiettivo di costruire spazi fluidi e interattivi tra la variegata ricchezza dei suoi contenuti – ravvisabili in uno straordinario e organico patrimonio documentario – e le richieste di un pubblico sempre più attento ed esigente. La sfida, concordemente raccolta dalle dipendenti Sezioni di Locri e di Palmi, si lascia più propriamente individuare nel riuscito tentativo di creare dinamiche comunicative con il territorio circostante – assieme ai processi identitari che lo hanno modificato – in grado di generare meccanismi di produzione di significati, al punto da trasformare la fruizione delle fonti storiche in una vera e propria esperienza di partecipazione critica. Sembra evidente che ci troviamo di fronte alla tendenza volta a individuare strategie relazionali, capaci di trasformare l’utenza in un soggetto attivo, fino a incoraggiarla a valorizzare – in modo più condiviso e qualificato – offerte culturali e testimonianze. In questa prospettiva di senso l’otto Maggio 2014, presso la sezione dell’Archivio di Stato di Locri, si è svolta la cerimonia d’intitolazione della Sala di Studio alla memoria di Padre Stefano De Fiores. Figlio illustre di San Luca, questa figura si propone – senza ombra di dubbio nel panorama internazionale – come il più eccelso studioso e interprete di quelle istanze della Mariologia e della Teologia che hanno ecclesialmente contrassegnato il periodo successivo al Concilio Ecumenico Vaticano II. I suoi innumerevoli libri, noti e tradotti in diverse lingue, attestano il riconoscimento di un’attività editoriale che si diversifica per quantità e qualità. Il prevalente interesse di Padre Stefano, verso le problematiche mariologiche, si è compiuto nell’incessante ricerca delle loro radici storiche, nello studio delle motivazioni dottrinali, nell'attenzione per il loro strutturale inserimento nell'unico culto cristiano, nonché nelle delicate e attuali questioni dell’ecumenismo e dell’inculturazione. La surriferita manifestazione, tuttavia, ha in modo particolare inteso porre l’accento sulle incessanti e appassionate perlustrazioni archivistiche dello stesso De Fiores, le cui conoscenze prodotte hanno consentito di trasferire – proprio a Locri – l’incommensurabile fondo archivistico che Monsignor Idelfonso del Tufo aveva portato con sé ad Ascoli Piceno, dove nel 1749 era stato esiliato

All’Archivio di Stato di Locri

Ricordato Padre De Fiores

Intitolata al Mariologo di San Luca una sala di studio dopo l’allontanamento forzato da Gerace. L’evento si è aperto con i saluti della Dott.ssa Giuseppina Marra, instancabile e laborioso direttore dell’Archivio di Stato di Reggio Calabria, che ha tra l’altro messo in rilievo la ragione che ha portato all’intitolazione della sala, come pure la sua importanza per il più ampio contesto sociale e culturale. Successivamente è intervenuto il Prof. Enzo D’agostino, deputato di Storia Patria per la Calabria, il quale si è magistralmente soffermato sul tema “Padre Stefano De Fiores e il Fondo Gerace”. Profonde e commosse sono state le parole – espresse nel segno della più viva gratitudine – da Don Tito De Fiores, fratello del compianto Padre Stefano. A conclusione dell’incontro il Rag. Fortunato Nocera, Presidente del “Centro Studi Padre Stefano De Fiores”, ha richiamato l’attenzione sulle incisive attività promosse dalla medesima associazione – unitamente a talune prospettiche iniziative – mentre il sociologo Mimmo Petullà ha indicato alcuni aspetti antropologici distinguenti la mariologia dell’insigne studioso.

Un intervento di P. Stefano


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Presentazione Associazione Socio – Culturale NUOVAMENTE di Francesco Di Masi

Nuovamente, è una associazione di volontariato apolitica e senza scopo di lucro costituita nel Dicembre del 2007 a Rosarno con l’intento di sviluppare progetti di valenza culturale e sociale, in totale indipendenza e spinti dal comune intento di valorizzare le risorse umane, culturali e sociali del territorio, grazie alla condivisione delle esperienza dei soci fondatori. La denominazione “Nuovamente” nasce proprio da

Il manifesto di Nuovamente

questa duplice valenza: Nuovamente impegnati ed impegnati in Associazione con Mente Nuova positiva, consapevoli delle enormi potenzialità positive del territorio. Attualmente la compagine presieduta da Maria Carmela Greco conta di 20 elementi ed il Consiglio direttivo è composto da Francesco Albertino (Vice Presidente) Loredana Barcellona (Tesoriere – segretario) Maria Cesare e da Totò Occhiato Direttore Artistico Rassegna “Nuovamente Teatro Popularia”. Negli anni il progetto è stato sviluppato su molteplici filoni: attività teatrali che nel 2007 videro il Teatro per Ragazzi “La Bella e la Bestia” a cura dell’Accademia Sarabanda di Messina - eventi musicali con Gospel Songs & Negro Spirituals NY Gospel Emotion – e culturali on Presepi in Corso - Concorso Mostra Artistica di Presepi; Settori che sono stati ulteriormente sviluppati negli anni successivi con l’Avvio del Progetto Gospel Project con cadenza annuale unite alla partecipazione e cooperazione a iniziative di solidarietà sociale sul territorio. Di particolare rilevanza anche perché ha richiesto

un impegno pluriennale con raccolta di fondi e lavori sviluppati su più stati d’avanzamento la Ristrutturazione Cappella Comunale del cimitero di Rosarno, Progetto “Ridiamo dignità ad un Luogo Sacro” conclusosi nel 2012 con l’ Inaugurazione della Cappella della Resurrezione “Dono della Città alla Città” –. Moltissime altre manifestazioni culturali e musicali si sono – a queste iniziative affiancate e seguite nel 2013 particolarmente significativa la Manifestazione contro il Trasferimento del Reparto Prevenzione Crimine di Rosarno (con la partecipazione di altre 16 Associazioni – Sindacati –Scuole e e invio di una Lettera al Presidente Giorgio Napolitano) – l’ Adesione al Comitato di Protesta delle Associazioni “No Rigassificatore Piana di Gioia Tauro”- Prima Edizione “NuovaMente festa della Terra” in occasione della 43a Giornata Mondiale della Terra (insieme ai Volontari e la Cittadinanza per pulire ed abbellire un luogo di Verde Pubblico ed identitario di Rosarno “Largo Bellavista” e degustazione di dolci a base di agrumi prodotto di eccellenza del territorio) – Realizzazione Progetto “NUOVAMENTE INSIEME” (5 domeniche del mese di Giugno a Largo Bellavista, luogo identitario di Rosarno, all’insegna dello sport, del gioco, della cultura, dell’arte e della socializzazione per recuperare il concetto “civico” di bene comune) – Concerto “Movie Music… la musica che si guarda” in collaborazione con l’Accademia Musicale Medmea di Caterina Borgese – Estemporanea di Pittura “Rosarno città Medmea” in collaborazione con Medmarte Onlus - Quarta Edizione “NuovaMente Teatro Popularia” Rassegna all’aperto di Teatro Popolare – Seconda Edizione del Mercatino del Libro Scolastico usato – “Nel 2013” (Mostra di Presepi Artigianali e provenienti da tutto il mondo – Concerto Coro Polifonico “Euterpe” – Concerto di Beneficenza in collaborazione con Anonima Sonora e Coro Polifonico Rosarno – Happy Epifania festa per grandi e piccini). Nel 2014 significativa l’adesione alle attività del Comitato Intercomunale delle Associazioni “Mare Pulito” in materia ambientale e difesa del territorio e la Collaborazione alla XII Edizione del Premio Internazionale “Marco & Alberto Ippolito” Rosarno – Messina - Reggio Calabria con coinvolgimento di studenti, docenti e personalità internazionali (Itinerario storico – artistico – culturale tra gli “Ulivi di Persefone” – Festa dell’amicizia e della gioia con degustazione di prodotti tipici, musica ed animazione) – Nuovamente Fest (Festa della Birra con 2 serate musicali con Spaghetti Jam e Tarant Quartet) – Partecipazione alla “Festa dello Sport 2014” – In corso programmazione Quinta Edizione “NuovaMente Teatro Popularia” Rassegna all’aperto di Teatro Popolare con prima edizione premio migliore attore/attrice intitolato a “Gianni Iannizzi” - Proseguimento ristrutturazione sede di un vecchio Cinema recuperato che diventerà centro di aggregazione sociale, culturale e di attività di solidarietà.


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Nelle foto: tre momenti del convegno

Scienza e Vita: Polo Culturale Fondamentale L’Associazione si conferma sensibile ai più delicati temi odierni

di Domenico De Angelis

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’Associazione Scienza e Vita del gruppo locale di Oppido M. – Palmi, si conferma sempre più polo culturale fondamentale per la stessa diocesi. Il gruppo, che porta il nome dell’Avv. Rocco Gambacorta, ha voluto organizzare Sabato 7 Giugno u.s. un convegno dal titolo: “Identità di genere: libertà o diritto?” conversazione scientifico-etico-giuridica sulla teoria del Gender. Al convegno, tenutosi presso il Centro del Laicato di Gioia Tauro (RC), non ha voluto mancare il nostro Vescovo, S.E. Mons. Francesco Milito. Esordendo ha dato spunti di riflessione molto profondi, illuminanti per capire i primordi di una pseudo-cultura ormai diffusa a livello mondiale. Il Vescovo, partendo dal titolo del convegno, ha fatto notare come l’interrogativo posto non è una sospensione di pensiero, ma un itinerario di ricerca, nel quale bisogna saper seguire il filo logico. Infatti, è nella giusta costruzione del ragionamento che bisogna cercare il punto di rottura. La verità solo apparente, deve essere analizzata e riportata alla sua vera genuinità. In questo bisogna avere le idee chiare, utilizzando correttamente i termini dietro cui si celano i concetti, senza cadere nelle cavillose sottigliezze del linguaggio. Ma è vero che la natura umana cambia nel tempo? O è vero invece che la natura rimane immutata nei secoli, e che ciò che cambia è la cultura? Si, proprio così. Ciò che cambia è la cultura. Proprio per tale motivo, bisogna interrogarsi se la stessa esprime la verità dell’uomo o storpia la sua immagine, cercando di modificare la natura stessa. Sono seguiti, poi, i saluti dell’Avv. Domenico Tripodi (in rappresentanza del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Palmi). Il convegno è entrato

nel vivo con l’intervento della Prof.ssa Chiara D’Urbano (docente di Psicopedagogia presso l’UPRA-Roma), la quale si è soffermata sulle diverse caratteristiche inerenti la struttura maschile e femminile. La relatrice ha fatto notare come già a livello cromosomico siamo caratterizzati da uno specifico sesso (quindi, nei primi stadi di sviluppo a livello embrionale, anche se il fenotipo non è ancora manifesto). In questo caso si parla di sesso cromosomico. Ma ciò che interessa di più, è notare che la differenziazione esiste, e che non è frutto della cultura, ma appartiene alla natura stessa di ogni essere umano. La stessa, ha proseguito, poi, facendo notare tutte le diverse caratteristiche che contraddistinguono il sesso maschile da quello femminile. Ha concluso affermando che la nascita dell’identità di genere, propugnata prevalentemente dalle lobby femministe ed omosessuali, non sembra appoggiare su solide basi scientifico-naturali. La stessa è partita come forma di ribellione alla fissità dei ruoli, un tempo quasi oppressivi verso la donna, per finire in un contesto di indifferenziazione dei sessi, portato avanti dalla cultura Gender. A questo punto è bene chiedersi: da dove deriva questo termine? Gender, come afferma P. Donati è ormai un vocabolo usato internazionalmente per designare il carattere sessuato (detto “genere”, maschile o femminile) dell’identità socio-culturale delle persone umane e delle loro relazioni, e quindi dei ruoli che esse occupano nella famiglia e nella società». Qui viene in questione non il concetto di «gender», ma l’uso ideologizzato del termine, che «permea la gran parte delle organizzazioni internazionali che si occupano del controllo della vita». Questa ideologia, ha avuto le sue origini all’interno di una corrente del femminismo radicale, da cui si è staccata per definirsi «femminismo di genere». In essa si distingue tra le differenze sessuali biologiche (sesso) da una parte e i ruoli attribuiti dalla società all’uomo e alla donna (genere, gender) dall’altra. Le differenze tra i “generi” umani non sono naturali, bensì compaiono nel corso della storia e vengono create dalla società: sono quindi culturali. Perciò, secondo gli ideologi del gender, non è più possibile parlare di una natura umana. La cultura, con le regole che comporta, è in costante evoluzione. Per tale cultura, l’uomo deve modificare le regole di comportamento ereditate dalla cultura precedente e consolidata nei secoli. L’obiettivo ultimo, da conseguire, è «l’abolizione totale di ogni distinzione» di «qualsiasi differenza tra uomini e donne». Tra le «conseguenze disastrose», a cui porta una simile ideologia, c’è il «disfacimento della famiglia». In conclusione, secondo tale impostazione è la società che ha inventato i ruoli: maschile e femminile incluso la famiglia. Per questo, bisogna instaurare una cultura che neghi qualsiasi importanza alle differenze tra uomo e donna. Con l’eliminazione di queste differenze, scompariranno il matrimonio (civilmente e cristianamente inteso, come unione tra un uomo e una donna), la maternità e la famiglia biologica stabile. Forti sono le pressioni esercitate affinché le nuove accezioni del termine vengano incluse nel diritto. In tale prospettiva l’intervento della seconda relatrice, la Prof.ssa Gelsomina Salito (Docente di diritto e legislazione notarile, presso l’Università degli Studi di Salerno), è stato magistrale. La stessa ha innanzitutto evidenziato come nel nostro ordinamento è forte il principio di uguaglianza, ma è uguaglianza che non cancella la differenza. Anzi, la nostra legislazione tutela maggiormente coloro i quali hanno più bisogno di protezione. Questo non contraddice con il principio di uguaglianza, anzi, lo rafforza. Il diritto, si preoccupa di garantire e tutelare la diversità, intesa quest’ultima come alter (diverso) e non alius (estraneo). L’interessante convegno è stato moderato e diretto dalla Dott.ssa Mariangela Rechichi e dall’Avv. Michele Ferraro, co-presidenti dell’Associazione. Presente in sala anche l’On. Angela Napoli e diversi rappresentanti del mondo delle associazioni, avvocati, insegnanti ed operatori socio sanitari. In conclusione, è indubbio che la proposta di questo tema è decisamente di scottante attualità. Anche perché in un contesto culturale saturo di informazione, ma carente di formazione, l’Associazione si è soffermata sui primordi e sulla conseguenza giuridica che una certa ideologia ha portato nella società. Da notare, inoltre, che il tutto si è svolto in un contesto di dialogo e confronto, grazie anche ai numerosi e qualificati interventi del pubblico. Visto il successo, ci si augura che simili incontri vengano organizzati più frequentemente nella nostra Diocesi.


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Applausi e aperti consensi alla Casa della Cultura

Un diritto … messo di traverso Il monologo del giudice Salvatore Cosentino racconta il divenire del rapporto fra società e giustizia Il Dott. Salvatore Cosentino nel corso del suo monologo

di Minou Megali

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rande successo lo scorso 11 Giugno per “Un diritto … messo di traverso” un interessantissimo monologo arricchito da numerosi contributi filmati e da brani musicali – alcuni inediti e composti a corollario del dialogo scritto e interpretato da Salvatore Cosentino, accompagnato al Pianoforte da Carla Petrachi. L’originalità e il grande pregio dello spettacolo, oltre ai suoi contenuti che mostrano con una chiave di lettura assolutamente coinvolgente il divenire del rapporto magistrato/cittadino e le tante accezioni del concetto di giustizia che lette e comparate danno una immagine realistica del costume italiano nell’arco di quarant’anni di cinema, letteratura e canzoni, leggere e impegnate. L’altra particolarità che rende lo spettacolo unico è che il suo ideatore, autore e interprete è proprio un magistrato. Salvatore Cosentino, infatti esercita l’Ufficio di Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Locri, ma ciononostante, sceso dalla torre d’avorio entro la quale molti magistrati oramai amano rinchiudersi, ha avuto il coraggio di mettersi in gioco e di metterci la faccia scavando - forte anche di un bagaglio artistico e culturale di prim’ordine - dentro il mondo ove - nel bene e nel male - si eser-

cita il diritto, si applicano le leggi e si proclamano verità processuali – che non sempre è detto siano "la verità". Ecco allora, con il supporto di immagini di cineteca, mostrare come la comune accezione della figura e del ruolo dei magistrati sia cambiata nel tempo. Dal Giudice pacioso e pronto a far l’occhiolino all’Avvocato furbo degli anni '40, al Giudice arrivista degli anni '50 '60, al cittadino in attesa di giudizio di Sordi: vittima di una magistratura che esercita il proprio potere senza curarsi di accertare la palese innocenza dell’arrestato, fino ai film che raccontano di Falcone e Borsellino e poi ancora canzoni che parlano della giustizia, non ultime per potenza evocativa quelle di De Andrè che nel suo “Attenti al Gorilla” (non casualmente oggetto di altra dissertazione da parte del Dott. Gaspare Spedale nella manifestazione organizzata dalla Banda degli Onesti un mese prima) dove come in una sorta di legge del contrappasso al suo potere indiscriminato, un giudice che il giorno prima aveva decretato la morte di un innocente diviene vittima delle violente bramosie sessuali di un gorilla fuggito dalla gabbia Alla fine applausi a scena aperta in attesa della replica più importante che a fine estate vedrà il magistrato chansonnier esibirsi a Roma davanti ai “colleghi” della Suprema Corte di Cassazione che – si spera non “casseranno senza rinvio” uno spettacolo che mostra sotto luce nuova figure e ruoli che talvolta appaiono oggetto di enfatizzazioni.

MedmArte onlus di Ambra Miglioranzi

Villaggio Culturale Pittura , Informatica , Arti Creative , Salotto Letterario. Via F. Petrarca n° 10 89025 Rosarno (RC) Tel : 333 6186132 medmarteonlus@gmail.com


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di Antonietta Bonarrigo

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romosso dall’Associazione Culturale Mesogaia, si è tenuto nei giorni scorsi a Oppido Mamertina, nella Sala Vescovile, il convegno ”Gli scavi archeologici di Mella: risultati e prospettive”. Relatori: l’Archeologo Prof. Paolo Visonà, che per oltre un decennio ha scavato a Mella; il Dirigente del settore Beni culturali della Regione Calabria, Arch. Domenico Schiava, e il neo Sindaco del Comune di Oppido Mamertina, Dott. Domenico Giannetta. Nell’introdurre i lavori, la Presidente dell’Associazione, Dott.ssa Antonietta Bonarrigo, ha ripercorso le tappe che, dagli anni ottanta, hanno portato alla scoperta dell’antico sito in contrada Mella, collina prossima ad Oppido Vecchia, la città medioevale fortificata, totalmente distrutta dal terribile sisma del 1783. Già nel 1876 lo storico oppidese Candido Zerbi scriveva di contadini che lavorando la terra, rinvenivano manufatti, mattoni, cocci, pesi da telaio, statuette fittili, monete mamertine, attribuibili all’antica Mamertion, la città che il Geografo e Storico greco Strabone nel I secolo collocava nel territorio della Selva Brettia, la Sila che allora comprendeva anche le Serre e l’Aspromonte, sopra Locri e Reggio. Negli anni, si registravano altri rinvenimenti, come segnalava alla Soprintendenza l’Ispettore onorario, Mons. Giuseppe Pignataro, ma la riscoperta della città è avvenuta nel 1984, in occasione della costruzione della strada che doveva portare a Oppido Vecchia, quando il Comune di Oppido, con il Sindaco Avv. Giuseppe Mittica, di concerto con la Soprintendente ai beni Archeologici, la Dott.ssa Elena Lattanzi, procedette all’effettuazione di una indagine sul terreno, con prospezioni e carotaggi, affidato alla Fondazione Lerici, accertando la presenza in sottosuolo di numerose anomalie che fecero pensare ad un’area di notevole interesse archeologico. La conferma avvenne nel 1986, con gli scavi curati in Zona Lombardo per conto della Soprintendenza dal giovane Archeologo Massimo Brizzi e che fecero tornare alla luce monete, muri, ecc. del III-

L’affascinante scoperta archeologica a Mella trenta anni dopo. II sec. a. C. ed una strada al cui bordo venne rinvenuta una conduttura d’acqua in argilla, recante bolli con la scritta al genitivo plurale TAYRIANOYM (dei Taureani). Con l’arrivo Prof. Paolo Visonà, e della sua équipe di studenti americani, per oltre un decennio furono scavate altre zone con risultati sempre più incoraggianti e sorprendenti. Al Prof. Visonà si avvicendarono diversi Archeologi e l’Università della Calabria, sotto l’egida della Soprintendenza, e Mella e Oppido Vecchia si confermarono aree di inesauribile ricchezza archeologica e monumentale che ancora aspettano di essere salvate, difese e riproposte. La Dott.ssa Bonarrigo ha sollecitato le Istituzioni, al fine di rendere possibile la fruizione in sicurezza del sito di Mella, per visitare l’area del Parco Archeologico da dotare di supporti didattici ed attrezzature per i visitatori. Ha auspicato la ripresa degli scavi, utilizzando, in mancanza di fondi ministeriali, altre formule, come quelle messe in campo dal rapporto Soprintendenza – Università Americane o Italiane e l’apertura del Museo a Palazzo Grillo. Il Prof. Visonà, ha porto i saluti della Soprintendente ai Beni Archeologici per la Calabria, Dott.ssa Simonetta Bonomi, dell’Ispettore di zona Dott. Fabrizio Sudano, del Rettore dell’Università del Kentucky dove attualmente insegna, della Foundation for Calabrian Archaeology con sede in Colorado, di cui è Presidente ed ha, quindi, intrattenuto uditorio con una relazione, corredata di immagini video proiettate, sugli scavi effettuati a Mella e sulla città che ne è emersa, forse la mitica Mamertion di straboniana memoria, da considerarsi, senza alcun dubbio, come il più importante centro italico della Calabria dal Golfo di Squillace in giù; essa, per la particolare tipologia urbanistica (strade selciate ampie più di sei metri con condutture d’acqua in argilla, resti di varie case signorili) e l’abbondanza dei reperti rinvenuti (ceramiche, monete, numerose di conio mamertino, una daga in ferro, una fibula in argento e tanti altri), si caratterizza come insediamento di rilevante portata, appartenuto al popolo dei Taureani, che aveva legami e rapporti politico-commerciali con le altre popolazioni locali e con quelle di origine greca; si ritiene, dai dati sin qui emersi, che sia stata distrutta in modo violento, probabilmente nel corso delle guerre sociali, intorno al 90 a.C. Il Prof. Visonà, nel concludere, ha annunciato che nel prossimo futuro sarà impegnato nel completamento di un altro libro su Mella, dopo quello pubblicato nel 1999 a firma anche della Dott. Liliana Costamagna. L’Arch. Domenico Schiava ha subito dopo richiamato la ex legge n.64/1986, conosciuta come “Intervento straordinario”, volta a sostenere i progetti finalizzati alla valorizzazione di territori a vocazione turistica, culturale e ambientale trattando anche il tema relativo ai Fondi Comunitari ed ai Fondi destinati agli Accordi di Programma Quadro e le finalità del Programma Europeo 2014-2020 sui Beni Culturali che gli Enti interessati dovranno porre a base della loro progettualità e delle richieste di finanziamento. Il Sindaco di Oppido, Domenico Giannetta, ha ribadito l’impegno dell’Amministrazione Comunale a voler riservare una cura particolare all’ingente patrimonio culturale dell’intero comprensorio del Comune di Oppido costituito, oltre che dalla città rinvenuta a Mella, da Oppido vecchia, da Castellace dove i reperti rimandano ad un’importante presenza abitativa del IV secolo a.C. e dal sito di una fortificazione greca scoperta in contrada Palazzo a 900 m. s.l.m. nella montagna che domina Oppido Mamertina e l’intera Piana di Gioia Tauro, e di voler puntare, altresì, in tempi brevi all’apertura del Museo Archeologico a Palazzo Grillo ed alla sistemazione dell’area nella quale insiste il Parco Archeologico, confidando nell’apporto della Soprintendenza ai Beni Archeologici e della Soprintendenza ai Beni Monumentali per la Calabria, della Regione Calabria stessa, della Provincia e delle Associazioni culturali, come Mesogaia, cui va riconosciuto il merito di aver intrapreso un percorso di iniziative interessanti e significative e di svolgere un ruolo efficace per la valorizzazione dei beni culturali del territorio.


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Giovanni Alessio Scienziato del linguaggio e voce tra le più autorevoli della Linguistica italiana del Novecento di Paolo Cosmano

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iovanni Alessio nasce il 22 Marzo 1909 a Catanzaro, dove il padre è magistrato, da Arcangelo e da Concetta Vernì, entrambi di Molochio. Compiuti gli studi liceali a Reggio Calabria, intraprende quelli di scienze agrarie all’Università di Napoli. Si laurea nel 1931 con la tesi Dell’influsso della malaria sul declino della civiltà della Magna Grecia e nel 1932 consegue la specializzazione in Scienze forestali nella Facoltà di Agraria dell’Università di Firenze. Nonostante l’indirizzo degli studi già intrapresi, di cui appezza l’alto valore e i notevoli vantaggi formativi derivatigli, mostra da tempo vivo interesse per le discipline linguistiche. Appena ventenne, infatti, esordisce con l’articolo Polemiche dialettali sull’etimologia di alcune voci calabresi e già nel 1930, con una comunicazione al II Congresso di studi romani, manifesta la sua opposizione alle tesi di Gerhard Roholfs sul paleoellenismo delle isole romaiche otrantine e calabresi. S’iscrive alla Facoltà di Lettere di Firenze dove si laurea nel 1934, discutendo la tesi che da lì a pochi anni sarà il Saggio di toponomastica calabrese. Matura a Firenze la sua formazione glottologica col maestro Carlo Battisti e intraprende rapporti costanti e proficui con il fecondo ambiente accademico e culturale del Capoluogo toscano, animato, tra gli altri, da Giacomo Devoto e Bruno Migliorini. Ancora nel 1934, l’originaria Molochio è oggetto della sua prima, organica indagine di toponimia, pubblicata in «Archivio Storico per la Calabria e la Lucania» col titolo Raccolta Toponomastica di Molochio (Reggio Calabria). L’indagine di Alessio su Molochio è il primo studio che la Scienza linguistica conduce utilizzando il settecentesco Catasto onciario voluto da Carlo III di Borbone per fini fiscali. Fonte preziosa per la conoscenza delle condizioni economiche e sociali del Mezzogiorno Età moderna. Nel 1935-1936, conseguita la libera docenza in Glottologia Romanza, insegna per un breve periodo nel Liceo di Zara.

Successivamente passa alle Università di Trieste e Venezia in qualità di professore incaricato di Lingua Francese e Inglese nel 1936-1937 e di lingua Francese e Spagnola dal 1937 al 1939. Dal 1939 al 1943 è docente lettore di Lingua e letteratura italiana, prima a Cernauti in Romania (1939-1940), a Sofia in Bulgaria (1940-1942) e infine a Gottimgen in Germania (1942-1943). Al suo rientro in Italia, nel 1943, Alessio ottiene l’incarico di Storia della Grammatica e della Lingua Italiana e di Fi­lologia Romanza nella Facoltà di Magistero a Firenze; un incarico che deterrà fino 1953. Dal 1951 al 1956 è anche docente di Lingua e Let­ teratura Spagnola e di Glottologia nelle Facoltà di Lette­re e Magistero di Bari. Nel 1956 è chiamato alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Napoli come professore ordinario di Glottologia e incaricato di reggere anche l’insegnamento del sanscrito. Insegnerà nella facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Partenopea fino al 1979. Alessio collaborò assiduamente con le maggiori riviste linguistiche italiane e straniere; fornì contributi continui alla rivista fiorentina «Italia Nostra» fin dal 1939, ed è socio ordinario di varie accademie, istituti e società scientifiche italiane ed europee. Per i suoi meriti scientifici viene insignito della laurea honoris causa dall’Università di Poitiers È studioso attento e geniale di etimologia, particolarmente attratto dai problemi del sostrato e del suo influsso, secondo la lezione ascoliana raccolta dalla scuola linguistica italiana dei Merlo, Battisti, Terracini, Devoto, Pisani, Amplia i suoi interessi fino a comprendere il preindoeuropeo e l’etrusco, il latino e i dialetti italici, il messapico ed il greco dell’Italia meridionale e del­le zone della Magna Grecia. Le sue ricerche linguistiche si estendono agli Etruschi, agli Osci, ai Bizantini, alla Sicilia, alla Basilicata, alle Pu­glie, al Molise, agli Abruzzi, alla Campagna, alla Sardegna, al Veneto, all’Istria, al Friuli, al Trentino, alla Romania e alle lingue europee dell’area mediterranea. Notevole è il suo contributo alla glot­tologia romanza, con riferimenti specifici al dominio francese e spagnolo, al rumeno, al sardo e soprattutto all’italiano e ai suoi dialetti, a quelli dell’Italia centromeridionale in particolare di cui è profondo conoscitore. Sul dialetto calabrese e suoi rap­porti con altre lingue, nel 1930 scrive “L’importanza del­ lo studio dell’onomastica e della toponomastica calabrese nell’indagine storico – filologica, Le lingue iberiche e il dialetto calabrese e L’influsso francese nel dialetto calabro”. Le ricerche continuano nel 1931 con “Il rito del ceppo nuziale in Calabria ed alcuni rilievi linguisti­ci” e con “A proposito di una polemica sui Bruttii. Necessi­tà d’integrare i dati linguistici con le fonti storico – archeologiche”. Nel 1934 pubblica la già citata Raccolta topono­mastica di Molochio (Reggio Calabria) e lo studio “Il sostrato latino nel lessico e nell’epo-toponomastica della Calabria meridionale”. A parte poi i diversi saggi di filologia romanza, tra i suoi numerosissimi scritti spiccano: il Dizionario etimolo­gico italiano, realizzato in collaborazione con Carlo Battisti e pubblicato a Firenze tra il 1951 e il 1957, seguito da tre fascicoli di Problemi di etimologia italiana; Le origini del francese. Introduzione alla grammatica storica francese (Firenze 1946); Storia deal lingua italiana – I. Le premesse storico-linguistiche (Firenze 1947); Grammatica storica Francese; Le lingue indoeuropee nell’ambiente mediterraneo (Bari 1954-55); La Calabria preistorica e storica alla lice dei suoi aspetti linguistici (Napoli 1956); Il problema del metodo nella ricostruzione linguistica (Napoli 1961); La stratificazione linguistica dell’Italia in base ai dati offerti dalla toponomastica (Napoli 1965); Il Corso di glottologia (Napoli 1969); Preistoria e protosoria linguistica dell’Abbruzzo (Lanciano 1983), in collaborazione con Marcello De Giovanni. Giovanni Alessio, una delle voci più autorevoli della linguistica storica italiana del Novecento, muore a Firenze il 20 Giugno 1984, consegnando alla linguistica italiana una vastissima produzione di studi, comprendente 633 pubblicazioni. La sua opera complessiva è contrassegnata da «Una spiccata ed intenzionale propensione per gli studi onomastici, e specialmente di etnonomastica e toponomastica, che riteneva giustamente dovesse procedere in parallelo con quelli puramente lessicologici. La scuola linguistica italiana ha certamente avuto in Alessio un grande scienziato e un Maestro, «che ha servito con serietà e impegno il progresso della scienza del lin­guaggio».


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Rosario Siciliano

Delia Mazzamati e Angelo Michele Mazza

di Emma Ugolini

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due importanti appuntamenti musicali del cartellone della Associazione “Musica e Armonia” rappresentano uno dei fiori all’occhiello dell’estate cultura della Piana del Tauro e senza dubbio due proposte d’elite dell'estate di Polistena. Città che per entrambi è stata eletta sede di svolgimento in due distinti appuntamenti Il primo - di cui ci occupiamo in questo numero del CdP - lo scorso 21 Giugno e il secondo, previsto nella prima settimana di Luglio (sul quale daremo ampio risalto nel mu-

A cura dell'Associazione Musica e Armonia

APPUNTAMENTI MUSICALI

a Polistena il 21 Giugno e l'8 Luglio

mero 23 del giornale). L’overture, nel Salone delle Feste del Municipio di Polistena, location non amplissima ma di grande eleganza e suggestione è stato un riuscitissimo concerto in stile classico con musiche per Pianoforte - violino - fisarmonica - contrabbasso - flauto - canto lirico - chitarra. Nel corso dell'happening si sono esibiti i Maestri e gli allievi dando vita a uno spettacolo concertistico di circa due ore che ha appassionato un pubblico numeroso e, soprattutto, competente che si è trattenuto fino alla fine del concerto, esprimendo grande meraviglia per la serietà, la disinvoltura, la concentrazione e la professionalità che hanno dimostrato anche gli allievi più piccoli. Le musiche che l’Associazione ha proposto variavano dai più celebri brani pop alle nuove uscite della musica italiana. Brani arrangiati ed eseguiti con un gruppo numeroso di musicisti, che ha visto l’inserimento anche di violini e flauti per arricchire il tutto con un po' di calore in più (4 chitarre - 2 tastiere - 2 voci - 5 coristi - 6 violini - 2 flauti. Il principale artefice di questa splendida realtà è il M° Giuseppe Pugliese Direttore Artistico dell’Associazione Musicale, che combattendo con le tante difficoltà purtroppo legate alla nostra realtà si batte ogni giorno per cercare di dare uno spiraglio e poter realizzare un giorno quello che è il sogno di vedere tutti questi bei giovani talenti poter lavorare con quella che è “l’arte di fare musica” e non dover per forza andare via dalla propria terra. Finale con consegna degli attestati di fine corso e foto di gruppo dopo la Standing ovation finale per gli artisti e gli aperti consensi per il Presidente Dott. Claudio Pugliese , il Direttore artistico M° Giuseppe Pugliese che hanno pubblicamente ringraziato i docenti Maestri Chiara Stella Capria, Davide Mangano, Salvatore Filippone, William Burzese, Tania Vecchiè, Federico Pugliese, Rocco Spinoso e Rocco Cannizzaro che collaborano con l'Associazione e che con il loro impegno hanno contribuito al successo dell'iniziativa. Il prossimo appuntamento l'8 Luglio, in una location ancor più suggestiva e impegnativa: l'anfiteatro comunale che esalterà le qualità di esecuzione degli artisti e dell'ensamble. Foto di gruppo, nel Salone delle Feste del Comune di Polistena


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Le corde vocali e quelle delle chitarre per una musica colta Concerto dell’Accademia “Mauro Giuliani” di Laureana di Borrello

di Eleonora Palmieri

L'esibizione di Maria Ferraro

Sì, mi chiamano Mimì, ma il mio nome è Lucia”. Il suo nome, però, è Maria Ferraro, il soprano laureanese che, accompagnato dalle chitarre, inaugura la serata con il primo quadro della “Bohème” di Puccini. E’ il concerto “Emozioni in musica” dell’Accademia della chitarra Mauro Giuliani che l’8 Giugno allieta tante persone all’ex convento dei Francescani. Sulle note della “Pavane”, sapientemente mettono in scena l’ironia di Fauré; in un pezzo tratto da “Le nozze di Figaro” di Mozart, riprende a cantare il soprano. Sull’Adagio della Sonata Bwv di Bach, in mezzo al suono perfetto delle chitarre, risaltano le giocose note del flauto dell’abile Maestro Romana Gaudino. Si prosegue con Bach; si ritorna a Mozart: nell’Ave Verum, gli acuti del soprano sembrano la preghiera di un angelo. E’ un andirivieni di ironia e melanconia, attraverso pezzi di una cultura di consenso unanime. Una compostezza rara trapela da questi ragazzi, preparati con massima serietà. La musica è sacrificio, impegno costante e una leggiadra poesia dalle rime libere. L’atmosfera cambia; il tempo passato di una Sicilia trasferita in America la fantasia ci porta a vedere guardando il giardino al di là della vetrata: “Il Padrino” di Nino Rota prende vita. Si ritorna all’ironia, sulla tematica del seduttore mozartiano Don Giovanni: in “Vedrai carino”, superlativa la voce di Maria Ferraro. Cita Tchaikovsky: “La musica di Don Giovanni è stata la prima musica ad avere su di me un effetto realmente sconvolgente. Mi ha condotto in un mondo di bellezza artistica dove dimorano solo i geni più grandi”. Proseguendo ad interpretare Bach, passa in mente l’assurdo: avrà cantato vicino a lui mentre componeva?! I bravissimi musicisti continuano con un brano che profuma di beffe e burle da saltimbanco, la “Danza di Anitra” di Grieg. Con “Ch’il bel sogno di Doretta” da “La rondine” di Puccini, ancora i musicisti accompagnano il soprano. Dulcis in fundo, il senza tempo “Intermezzo sinfonico” della “Cavalleria Rusticana” di Mascagni: note di soffusa fantasticheria nell’atto della gelosia. Il Maestro Paolo Manciameli, Presidente dell’Accademia, ringrazia i vecchi e i nuovi musicisti, la Preside dell’Istituto Comprensivo Laureana Galatro Feroleto,

Il saluto del Sindaco di Laureana, Paolo Alvaro

Professoressa Policaro, la già Preside Alvaro, il Sindaco e tutti i presenti, con parole concise, perché, afferma, “La musica ha bisogno di semplicità”. Niente espressioni che cerchino di colmare il vuoto da cui a volte si è circondati: la musica è quanto di più elevato ci possa essere; non serve aggiungere altro. E questa musica il Sindaco Alvaro non poteva che definirla “molto colta e bella”.


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L'esibizione dell'Ensamble di Fiati

di Mina Raso

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’ stata una notte magica, quella del 12 Giugno a Taurianova, che ha chiuso l’anno scolastico dell’ITC Monteleone-Pascoli. La magia è stata operata dai ragazzi dell’Istituto, dai loro insegnanti di musica e dalle note che si sono sparse per Villa Fava, in un susseguirsi di emozioni crescenti. Alla manifestazione erano presenti oltre al Dirigente Scolastico, Prof.ssa Maria Aurora Placanica, il Preside dell’Istituto Contestabile Prof. Franco Meduri, la Prof.ssa Martino in rappresentanza dell’Associazione Aracne, la Delegazione della Croce Rossa di Taurianova, quella dei Lion Club e il Presidente del Circolo d’Istituto Avv.to Iamundo. Lo spettacolo è stato presentato in modo eccellente dalla Prof.ssa Mallamace. L’Istituto Monteleone-Pascoli è una delle poche scuole presenti sul territorio della Piana, che si vanta di avere al suo interno ben 2 orchestre che hanno riportato anche quest’anno molti riconoscimenti a livello nazionale, come il 3° posto al Concorso Nazionale tenutosi al Teatro San Carlo di Napoli, dove si sono distinti tra le oltre 80 scuole partecipanti; oppure il 1° posto al Concorso di Laureana di Borrello al Concorso “Primavera in Musica”. La serata si è aperta con l’esibizione dell’Orchestra Polifonica di Flauti Dolci diretta dal M° Angelo Avati, figura di rilievo del panorama musicale e in particolare della scuola, con l’esecuzione di vari brani cominciando da Vivaldi con le 4 Stagioni, continuando con l’Adagio dal Concerto in Re di Telemann (tromba solista il giovane Plateroti) tra l’altro questo tema è stato uti-

Notte di note a Taurianova con i ragazzi delle orchestre dell’ITC Monteleone-Pascoli lizzato dal grande Fabrizio De Andre’ per “La ballata dell’amore perduto”. L’Orchestra ha poi eseguito Imagine di Jhon Lennon e il Waltz n° 2 di Shostakovich, finendo con un meraviglioso omaggio a Ennio Morricone partendo dal tema tratto dal film “Per un pugno di dollari” dove si è esibito alla batteria e alle percussioni il giovane (ma già bravissimo!) Francesco Avati, figlio del M° Avati, a riprova che buon sangue non mente! Tra l’esibizione dell’Orchestra di Flauti e quella di Fiati ha preso la parola il dirigente scolastico Prof.ssa Maria Aurora Placanica, la quale ha voluto ringraziare tutto il corpo docente per l’amore, la dedizione e la professionalità profusi nel loro lavoro. “ I nostri ragazzi ci stanno sempre più emozionando e coinvolgendo ed entrambe le Orchestre ci hanno dato tante soddisfazioni anche quest’anno.” – ha dichiarato la prof.ssa Placanica, continuando poi “Il nostro Istituto promuove queste attività perché riconosciamo in esse l’importanza dell’aggregazione e del senso di appartenenza che si sviluppa in quest’ambito (infatti quest’anno c’è stato anche il Progetto PON Fare Musica a cui hanno partecipato più di 50 ragazzi). La musica ha poi ripreso il posto d’onore con l’esibizione dell’Orchestra di Fiati dell’Istituto curata dai docenti di Strumento Musicale M° Stefano Calderone, M° Marco Rossin (Sax), M° Maria Angela Ventura (Pianoforte), M° Antonio Barresi (Chitarra), M° Fabio Andrianò. In un crescendo di emozioni si sono susseguiti vari brani da Basic Series a Nessun dorma di Puccini, dalla Suite degli Orologi a I Will Follow Him tratto dal film Sister Act che hanno infiammato la platea, all’esecuzione del brano Libertango (eseguito meravigliosamente dal M° Rossin come sax solista) del tema Pirati dei Caraibi per finire in una vera ovazione per Canta Napule, dove il M°Calderone ha coinvolto il pubblico che cantava seguendo la musica e battendo le mani sulle note di Funiculì Funiculà, ‘O surdatu ‘nnammuratu, Come facette mammeta e O sole mio, con richiesta entusiasta del bis. Il M° Calderone ha poi ringraziato il pubblico presente insieme a tutti i docenti di musica suoi colleghi stretti, in un abbraccio corale dove nessuno è superiore o inferiore ad altri, a riprova che il buon esempio è quello che i ragazzi in crescita devono avere dai loro insegnanti. Il M° Calderone ha voluto anche ricordare che delle Orchestre dell’Istituto fanno parte gli alunni di tutte le classi, e soprattutto gli ex alunni che continuano ad essere presenti anche se ormai i loro Istituti e le loro strade sono diverse, e ciò dimostra il legame che si forma, e dura poi nel tempo, tra questi ragazzi la musica e gli insegnanti meravigliosi che li portano ad amarla sempre più in percorso che non si ferma nonostante il tempo che passa.


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di Patrizia Cardaciotto

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i è svolta Martedì 10 Giugno la giornata conclusiva del progetto extracurriculare “Corpo e Movimento” dell’ Istituto Comprensivo Luigi Chitti di Cittanova. Il progetto ha visto impegnati i bambini della scuola dell’infanzia “Falcone Borsellino” che si sono misurati, divertendosi, in giochi e percorsi motori nell’utilizzo dello spazio e degli oggetti. Il Progetto è stato realizzato utilizzando il gioco come strumento educativo che ha permesso di concretizzare nei fatti

A cura dell'I.C. Chitti, Cittanova

Mens sana in corpore sano: “ Progetto Corpo e Movimento”

il clima ludico della scuola dell’infanzia. I giochi di gruppo realizzati durante la manifestazione hanno sollecitato i bambini a decentrarsi, a socializzare, ad esprimere se stessi nel rispetto delle regole e degli altri, a rapportarsi correttamente con la realtà. Il tutto sotto gli occhi orgogliosi e soddisfatti dei genitori. L’atmosfera è stata resa ancora più festosa dalla partecipazione della Fantasy Band nella maestra Lina Gerace che ha accompagnato con rulli di tamburo ogni momento della manifestazione, dalla sfilata in pista dei giova-

nissimi allievi alla premiazione finale. Il Dirigente Scolastico Antonio Sorace, che ha presenziato con entusiasmo la manifestazione, nel ringraziare la docente referente del progetto Luigia Bucciarelli e tutte le docenti che hanno partecipato attivamente al progetto, ha sottolineato l’importanza di trasmettere il valore della pratica sportiva nei bambini perché siano esortati fin dall’infanzia a condurre un sano stile di vita e a scorgere nello sport un fattore di benessere individuale e di coesione sociale.


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CALLIPO: realtà positiva della Calabria nella vita, nel lavoro e nello sport di Filomena Scarpati

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l mare, che lambisce le nostre splendide coste, fa da cornice ad una storia antica di uomini veri, amanti della propria terra e cultori seri ed appassionati della qualità dei propri prodotti. E’ in questo contesto che ha inizio, da Pizzo (VV), l’avventura dei CALLIPO, quando il fondatore Giacinto nel 1913 da vita all’azienda omonima (Tonno Callipo), fiore all’occhiello della Calabria e prima in Italia, a lavorare, inscatolare e commercializzare il “Tonno del Mediterraneo”, tanto da ottenere nel 1923 per la sua bontà e alta qualità il brevetto di “ Fornitore Ufficiale “ della Real casa. Nulla è cambiato d’allora siamo già alla quarta generazione della famiglia e l’azienda è guidata con la stessa passione, amore e lungimiranza da Filippo Callipo, facendola crescere commercialmente sia sul mercato Nazionale che all’estero. “La qualità innanzitutto” è la filosofia vincente perseguita e continuata da Filippo nel momento in cui ha assunto la direzione esclusiva dell’azienda nel 1981 facendole raggiungere da oltre trenta anni, per serietà e qualità, importanti traguardi e prestigiosi successi. Negli ultimi dieci anni con lungimiranza ed oculatezza è riuscito a diversificare l’attività costituendo un gruppo societario “La Callipo Group” composta da sei aziende con circa 300 addetti tanto da essere considerata, riconosciuta e annoverata, per l’impegno a sostenere la ricerca scientifica (come l’Associazione AIL e Telethon), il diritto allo studio (con l’istituzione di borse di studio), la cultura (contribuendo a finanziare varie manifestazioni calabresi), il rapporto con la comunità in cui opera (con l’aiuto a disabili e Down), la le-

galità (impegno contro le mafie), il rapporto con i dipendenti (per la salvaguardia e la prevenzione della loro salute), con il mercato (per la qualità certificata del prodotto e le tecniche legali sul pescato), con l’ambiente (cura dello smaltimento dei rifiuti e attento alle attrezzatura di ultima generazione non inquinanti) e non ultimo lo sport (positiva realtà di A2, la Volley Tonno Callipo), tra quelle imprese che a livello sociale, unica in Calabria, da gratificare ed elogiare come “esempi di buone pratiche italiane”. Per citarne qualcuna, ricordiamo che oltre alla CSR, Giacinto Callipo Conserve Alimentari SpA che effettua la lavorazione, in tutte le sue fasi, esclusivamente in Italia nello stabilimento di Maierato (VV), vi sono anche: la Gelateria Callipo, che opera per promuovere e far conoscere la famosa tradizione gelatiera di Pizzo; Il Popilia Country Resort, realtà turistica alberghiera con circa 200 posti letto a 4 stelle che si sviluppa su circa 140 ettari sulle ridenti colline di Pizzo prospicienti l’incantevole Golfo di Sant’Eufemia; la Callipo Volley, di cui si sono celebrati i dieci anni della storica promozione per la conquista della Serie A1 il 13 Maggio 2004, portando la squadra nell’olimpo del volley italiano. Ma anche adesso che si trovano in A2 la società sta facendo sacrifici e tutti gli sforzi necessari per ben figurare nel campionato che si andrà a disputare, rafforzando il sodalizio con il nuovo coach Ferdinando De Giorgi, riconfermando Marcello Forni e Mauro Gavotto che vestiranno ancora la casacca giallorossa per la stagione 2014-2015, supportati dal palleggio del nuovo acquisto Giacomo Sintini, dal libero Andrea Cesarini e con il (ri)approdo alla corte dell’allenatore Fefè De Giorgi di Manuele Marchiani che così si esprime: ”felice di arrivare in una so-

cietà blasonata e forte come la Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia”. Ma non si ferma qui, la società sportiva Callipo, volendo ben figurare e ricostruire una squadra competitiva, assesta due bellissimi colpi ingaggiando la schiacciatore-ricevitore Stanislav Kornienko, Ucraino, per dare più solidità ed equilibrio all’intera compagine, consolidando l’attacco con Filippo Vedovotto definito “Il martello veneto”, altro importante tassello per la futura squadra. L’azienda Callipo ha festeggiato sobriamente nel 2013 il centenario della sua fondazione non come traguardo ma come nuovo obiettivo per il futuro, con speciali riconoscimenti ed annulli filatelici dalle poste italiane, ma il più significativo e vivo apprezzamento è venuto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha voluto “partecipare” donando al Cav. Filippo Callipo una targa commemorativa per l’impegno costante profuso dall’azienda nel tramandare l’esperienza e tradizione imprenditoriale. Un grazie, tutta la Regione lo porge a Filippo Callipo per il suo impegno politico con “l’Associazione io resto in Calabria” atta a valorizzare le risorse e le intelligenze umane di cui è ricco il Sud e per tracciare e raggiungere nuovi traguardi nel rispetto della diversità di idee e nel rispetto della Costituzione.

AICol

ENTel

ALS

FEDER.Agri

CAA

Federazione Pensionati M.C.L.

CAF

PATRONATO SIAS

CEFA Ong

SNAP

Centro Europeo di Formazione Agraria

Sindacato Nazionale Autonomo Pensionati

EFAL

Gioia Tauro Via Roma (Palazzo ex UPIM) Taurianova Via Benedetto Croce, 2

Associazione Intersettoriale Cooperative Lavoratori

Associazione Lavoratori Stranieri

Centro Assistenza Agricola

Centro Assistenza Fiscale

Ente Formazione Addestramento Lavoratori

Ente Nazionale Tempo Libero

Federazione Nazionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura

Servizio Italiano Assistenza Sociale


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100 ANNI DEL CONI: A LAUREANA LO SPORT CHE INTEGRA Movimento e volontariato. Presentazione sezione UNICEF

Atleti diversamente abili presenti a Laureana in rappresentanza degli sport paralimpici

di Eleonora Palmieri

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elebrazioni per le cento candeline spente quest’anno dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano, in tanti posti. Il Comune di Laureana di Borrello ha realizzato l’evento nella bella piazza Giovanni Paolo II, in collaborazione con le organizzazioni sportive e di volontariato presenti sul luogo: la Pro Loco, i Cittadini attivi, l’Avis, l’Unicef, l’Aida Onlus, L’Associazione Paolo Ragone, il Racing Kart Laureana, la Polisportiva Accademia del tennis, il Moto Club di Sant’Anna, la Polisportiva laureanese, la FIPIC (Federazione italiana pallacanestro in carrozzina Calabria), la Kleos (squadra di basket in carrozzina) e il Club Barracuda (associazione di pesca). L’Assessore allo sport Giovanni Montalto ha voluto sottolineare l’importanza dello sport come integrazione, valore sociale e capitale umano. Gli stands sono tutti pronti. Al centro, il campetto da tennis, il canestro, il tiro con l’arco. Il sole è forte; sono le quattro del pomeriggio di uno degli ultimissimi giorni di primavera, e l’Orchestra “Paolo Ragone” suona l’inno di Mameli. Segue il saluto del Presidente Regionale del CONI Demetrio Praticò. Adulti e bambini, tutti a giocare. Un caldo pomeriggio all’insegna del divertimento, della solidarietà e dell’allegria. Si vedono i piccoli mangiucchiare qualcosa: i popcorn preparati dai cittadini attivi. Si vedono volare palloncini: quelli della neonata sezione staccata da Reggio dell’Unicef, che nel suo esordio è riuscita a raccogliere fondi per tanti vaccini per i bambini del Terzo Mondo, attraverso la vendita di gadgets come tazze colorate con dentro l’occorrente per piantare un’orchidea, e campanellini. Voluta dall’Avv. Rocco Domenico Ceravolo, la sezione Unicef di Laureana ha subito entusiasmato diversi cittadini che si sono tesserati come volontari. La piazza è divisa per i vari giochi, ma unita nel sorriso. I giri sulle macchine, il tennis, il campione nazionale di tiro con l’arco Pasquale Demasi che insegna a tirare ai bambini presenti. Colpiscono i giocatori di basket in carrozzina, mol-

to atletici e preparati; è una bellezza guardarli.. Dopo un intero pomeriggio a fissarli, ci si rende conto di una complicità talmente naturale da non riuscire a cogliere differenze: ”Impossibile è solo una parola pronunciata da piccoli uomini, che trovano più facile vivere nel mondo che gli è stato dato, piuttosto che cercare di cambiarlo. Impossibile non è un dato di fatto, è un’opinione. Impossibile non è una regola, è una sfida. Impossibile non è per tutti, Impossibile non è per sempre. Niente è Impossibile (Muhammad Alì)”. A conferma di ciò, un bel po’ di persone non disabili si sono sedute sulle carrozzine, giocando a basket coi disabili; anche l’Assessore Montalto si è divertito per tutto il tempo. Obiettivo raggiunto: quattro ore trascorse in un <<normale coinvolgimento umano>>…

Il visitatissimo stand dell'UNICEF

Il Pres. Reg. CONI Mimmo Pratticò, con l'avv. Montalto


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La Decorata Cornice della Piana di Diego Demaio

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Prateria - Mongiana - Monte Pecoraro Nardodipace - Santuario Madonna Della Stella Ferdinandea

itornando stavolta sulle vicine Serre si salirà da Laureana di Borrello per raggiungere l’incrocio dell’aprica Prateria. Da qui, proseguendo dritto, dopo avere scalato i 1276 m. di Monte Crocco si declinerà su Mongiana per procedere, in direzione Serra San Bruno, sino all’importante bivio di contrada Ninfo dove si curverà a destra. Lasciata la statale 501 ed intrapresa la 110 si scalerà, sempre tra la lussureggiante vegetazione, il dominante Monte Pecoraro che, con i suoi 1423 m., è la cima più elevata delle Serre. Superata l’omonima e purtroppo abbandonata Cantoniera (il Casello se ristrutturato potrebbe essere un idoneo rifugio per escursionisti) si procederà di poco sul falsopiano per giungere al segnalato bivio di Pietra Spada dove si piegherà a destra, lasciando la nazionale, per scendere a Nardodipace Nuovo. Attraversato il lindo e moderno paesino che, con i suoi 1086 m., è il comune più alto della Calabria (sino a pochi anni addietro deteneva il non invidiabile primato di essere anche il più povero d’Italia), si sosterà nella periferica località Sambuco per incamminarsi appena dentro il bosco. Lo scenario che subito si presenterà sarà davvero straordinario e, per qualche attimo, galoppando con le ali della fantasia si avrà l’impressione di trovarsi addirittura nella britannica Stonehenge. Le impressionanti “architetture” delle Grandi Pietre, erette e sovrapposte (quindi opera di un’azione antropica), che affiorano tra gli alberi sarebbero infatti degli inimmaginabili Dolmen e non come si credeva dei massi naturalmente accumulatisi. Nella relazione del Prof. Alessandro Guerricchio, ordinario di Geologia Applicata all’Università della Calabria (pubblicata sul mensile Calabria del novembre 2002), si legge che “le strutture megalitiche e ciclopiche rinvenute sono chiara testimonianza della ‘cultura della pietra’ delle popolazioni neolitiche vissute in quest’area calabrese probabilmente fra cinquemila e tremila anni a.C. e rappresentano senza ombra di dubbio un rilevante patrimonio storico-archeologico e geologico di questo territorio regionale”. Il docente romano aggiunge pure “il Dolmen di Nardodipace è una scoperta sconvolgente che ci potrebbe porre in presenza di una società del tempo perfettamente organizzata e sottoposta, probabilmente, anche ad un controllo che doveva necessariamente rispondere a canoni di culto o paramilitari”. Sicuramente emozionati dalla millenaria civiltà dei nostri preistorici antenati si lasceranno gli interessantissimi “tumuli” per risalire verso gli oltre 1300 m. del Passo di

Pietra Spada e quindi scendere, curvando a destra sulla 110, in direzione di Pazzano, che non verrà tuttavia raggiunto. Nel declinare si incontrerà infatti, sulla destra, la segnalata e ripida diramazione asfaltata che consentirà in breve di scollinare dal panoramicissimo Monte Stella e giungere (frenando con prudenza nella tortuosa discesa) ai 672 m. del Santuario della Madonna della Stella, che originariamente fu eremo dei monaci di San Basilio. Parcheggiata la macchina nella piazzetta del Convento ed entrati dal cancello si passerà sotto un piccolo arco per scendere i 62 gradini (ecco perché la Vergine è pure chiamata Maria SS. della Scala) ricavati nella roccia della profonda grotta che portano al cospetto della statua della Madonna. La pregevole scultura del 1562, in bianco marmo di Carrara, è attribuita secondo alcuni studiosi a Giuseppe Bottone, secondo altri a Rinaldo Bonanno e secondo altri ancora a Giovandomenico Mazzolo. Vi è da evidenziare che anche diversi affreschi decorano il suggestivo antro, tra questi il più antico è quello di S. Maria Egiziaca che riceve la Comunione da San Zosimo (databile attorno ai secc. IX-X). Uscendo da una seconda spelonca leggermente inferiore, collegata da un cunicolo alla principale, si tornerà alla piazzola per rimontare in auto e rimettersi sulla nazionale in direzione del già superato Monte Pecoraro. Giunti attorno ai 1000 m. di altitudine, poco dopo il transito davanti allo stabilimento di imbottigliamento della rinomata acqua oligominerale Mangiatorella, si consiglia di lasciare nuovamente la 110 per prendere una bitumata digressione sulla destra che, in qualche chilometro di falsopiano, porta alla ridente Ferdinandea (1061 m.). L’elegante residenza, nata come sede della direzione delle Regie Ferriere, fu anche riserva di caccia e dimora estiva del re Ferdinando II di Borbone che vi soggiornava con la sua Corte. In seguito venne acquistata dal famoso colonnello garibaldino Achille Fazzari, fraterno amico dell’Eroe dei Due Mondi, che allestì in alcune lussuose sale un piccolo quanto interessante museo privato. L’incantevole tenuta, immersa tra boschi rigogliosi, ebbe pure come ospite la grande giornalista e scrittrice Matilde Serao che nel 1886, sul Corriere di Roma, ne decantò l’amena bellezza. Lasciata l’ormai disabitata villa stilese, che rappresenta l’ennesima risorsa culturale purtroppo non opportunamente valorizzata della nostra provincia, si riprenderà la nazionale per curvare a destra, scollinare da Monte Pecoraro e fare quindi ritorno nella Piana dalle stesse strade percorse all’andata.

La Cantoniera di Monte Pecoraro

Il sito megalitico di Nardodipace

La Grotta della Madonna della Stella

La Ferdinandea




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