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Periodico di politica, attualità e costume della Piana del Tauro - Nuova serie, n° 38, Anno 2016 - “Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: ATSUD/CZ/518 val. dal 13/10/15”
In regalo SPORT MAGAZINE (24 pagine)
Charlie Hebdo Un anno dopo
Rosarno Venti di rivolta?
Taurianova - Scionti Esordio positivo
Palmi Il Premio letterario
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Piazza Italia, 15 89029 Taurianova (RC) tel. e fax 0966 643663
Corriere della Piana del 22 Gennaio 2016
sommario
Capodanno nel segno della Pace
I
l primo atto ufficiale della Amministrazione di Fabio Scionti all'inizio del 2016 è stata la partecipazione alla Marcia della Pace che si è svolta a Polistena e che - come ogni anno - ha radunato migliaia di persone. La celebrazione officiata dal Vescovo di Oppido Palmi, Mons Milito ha preceduto la marcia vera e propria per le vie del centro pianigiano. Oltre al Sindaco di Taurianova numerosi altri primi cittadini hanno presenziato per ribadire l'importanza della difesa dei valori della legalità e della giustizia sociale.
Corriere della Piana Periodico di politica, attualità e costume della Piana del Tauro Direttore Responsabile: Luigi Mamone Vice Direttore: Filomena Scarpati Lettering: Francesco Di Masi Hanno collaborato a questo numero: Filomena Scarpati, Giovanni Garreffa, Nicola Alessio, Maura Ricci, Filippo Marino Antonio Spina, Mina Raso, Rocco Militano, Deborah Serratore, Francesca Agostino, Chiara Vaticano, Vito Zinghini, Veronica Iannello, Graziella Cosentino, Monica Minì, Marinella Gioffrè, Francesco Scattarreggia, Don Letterio Festa Mariano Mazzullo, Francesco Di Masi, Caterina Sorbara, Domenico De Angelis, Diego Demaio. Foto: CdQ Pille, CdQ Torre e Stazione, Free's Tanaka Press, Diego Demaio. Grafica e impaginazione:
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Stampa: Litotipografia Franco Colarco Resp. Marketing: Luigi Cordova cell. 339 7871785 - 389 8072802 cordovaluigi@yahoo.it Editore Circolo MCL “Don Pietro Franco” Sede redazione: Via B. Croce, 1 89029 - Taurianova (RC) corrieredellapiana@libero.it Registrazione Tribunale di Palmi n° 85 del 16.04.1999 La collaborazione al giornale è libera e gratuita. Gli articoli, anche se non pubblicati, non saranno restituiti. Chiuso per l’impaginazione il 22-01-2016 Visit us on
Ricordando il primo anniversario della strage di Charlie Hebdo
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Quell'incontro con Fanfani
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Keep calm boys!
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Perchè dire no alla scuola parentale
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Positivo esordio per Fabio Scionti Pioggia di ricorsi in arrivo per il Comune di Taurianova
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XXI Edizione del Premio Letterario Palmi Pille e Stazione due quartieri in rinascita
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Copertina: Concept by Free's Tanaka Press
Editoriale: Una strana notte
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A San Giorgio Morgeto arrivano i Giardini Zen Chiara e Martina Scarpari: Una storia importante A Febbraio, a Casa Sanremo Tour I Grifondoro Grande "performance" a Polistena di Valentina Gullace
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Dieci anni dell'Associazione 'Mbuttaturi
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San Giorgio Morgeto: Il presepe di presepi
26 Natale D'Amare 27 Taurianova: Corale Tau
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"Padre Alessandro Nardi" Polistena: Il Governatore si "veste" da Babbo Natale
Delianuova: Concerto di musica Jazz a Capodanno con Gli Ivory Trio
Delianuova: 15 anni di attività Associazione N. Spadaro
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Oppido M.: La medaglia d'oro alla Società Operaia di Mutuo Soccorso Trilucerna delle Muse, 4000 versi di amore per l’arte Aspromonte a colori Iª Edizione Polistena festeggia i 100 anni di Nonno Vincenzo Cane Crudo Missionari dell’Evangelizzazione: Concluso il VI Capitolo Generale
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La secolare Arte Sacra che vive nel quotidiano
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Maria nei sacri marmi cinquecenteschi della Piana
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Editoriale
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Dopo la tragica vicenda dell’arresto di un sacerdote
UNA STRANA NOTTE di Luigi Mamone
L
Fra il ricordo delle notti di Natale dell’infanzia e il rigor mortis del cuore di oggi
a magìa della notte di Natale. La magia irripetibile del Natale. Il Bambin Gesù che nasce dalla Vergine Maria al freddo e al gelo di una notte della Palestina di 2015 anni fa, non pervasa da odi di sangue e dal sangue delle tante intifada: di pietre e di coltelli e di gente che si fa esplodere per conquistarsi un posto nell’ improbabile paradiso di un Dio cattivo e sanguinario. La magia del Natale della nostra - ogni anno sempre di più - lontana infanzia. La stanza da pranzo dalle pareti celesti, la cucina economica su un lato, il braciere, il tavolo con il piano di marmo, la tombola e le nocciole. L’attesa dei regali, la letterina scritta a scuola e da far trovare sotto l’albero, le cartoline d’auguri degli zii sparsi per l’Italia. L’albero addobbato, le luci, l’odore buono della cucina di mamma. L’attesa della mezzanotte. Il suono delle campane. E i regali. Allora la televisione c’era. Era in un bianco e nero pudìco e non era invasiva come oggi. Allora l’attesa per la nascita del bambinello, da porre con delicatezza nel presepe o ai piedi dell’albero, veniva vissuta intimamente. Allora non esistevano i social nè gli I Phone. Allora i giornalisti scrivevano anche per descrivere e creare immagini nella mente del lettore. Oggi tutto è dominato dai media. Oggi tutto è in funzione dei media. Oggi il mostro vero, presunto o presupposto, deve finire in prima pagina o nei tritacarne di Facebook. Sempre e comunque. Anche a costo di uccidere la magìa del Natale. E’ successo. E’ vero. E mai sarebbe dovuto accadere che un pastore di anime cadesse vittima delle tentazioni perverse delle carne. Ma è successo. Purtroppo. E, ahi noi!, a pochi giorni dal Natale. Accuse gravissime - che più che indice di pericolosità sociale e di inclinazione alla delinquenza o alla criminalità - appaiono espressione di un disagio interiore e di un male oscuro che il protagonista covava dentro e che - se le accuse a suo carico saranno riscontrate - ha fatto emergere nel modo peggiore possibile. Gesù, nel deserto, fu tentato per 40 giorni dal Demonio. Ed è facile immaginare quali potessero essere le tentazioni: la ricchezza, il potere, la seduzione del piacere della carne. Se il protagonista della vicenda che ha turbato tante coscienze alla vigi-
lia del Natale, la festa più importante della cristianità, fosse stato un laico, un qualsiasi uomo della strada, le valutazioni dell’episodio sarebbero state diverse. Di perversioni e di gente che in nome delle proprie perversioni sessuali rivendica dignità e rispetto è piena la terra. Chi però ha sentito ad un certo punto della propria esistenza un richiamo più forte di ogni altra scelta umana decidendo di rispondere ad una chiamata e di votarsi in castità al Signore ha assunto su di se un peso troppo grande sotto il profilo morale per sdoppiare la propria vita come un qualunque Doctor Jekill e Mr Hyde. Il dramma dell’uomo è palese: espressione di una solitudine e, forse, di un bisogno di donare o di ricevere un amore mai ricevuto e che certamente mai potrebbe essere trovato attraverso la concupiscenza e la ricerca materiale del piacere sessuale per di più in una condizione di prezzolata clandestinità e con partner - mercenari o meno - minorenni. Negli ultimi tempi la Chiesa di Papa Francesco e - prima delle sue dimissioni - anche quella di Benedetto XVI° aveva coraggiosamente cominciato a squarciare il velo di tenebra sulla presenza di preti pedofili e di pratiche omosessuali compiute su minori. Qualche testa era caduta. Qualche prelato castigato. Ma il bubbone evidentemente è rimasto e di tanto in tanto emerge come pustola infetta. La conseguenza, per chi scrive - e che fa ammenda per quello che dice e che è fonte di profondo dolore - è che la magia della notte del Natale 2015, in una serata passata in gran parte davanti la TV a seguire la diretta televisiva della Messa di Natale da una Basilica di San Pietro splendida come mai accade nel corso dell’anno liturgico, è apparsa scemata, appannata, appassita, spenta, soffocata dal dubbio mentre le immagini proponevano una corte infinita di altissimi prelati, schiere di presbiteri di ogni rango e dignità, e poi giovani chierici e giovanissimi coristi, bambini e adolescenti: come l’adolescente e forse inconsapevole partner del sacerdote tratto in arresto nei giorni precedenti alla vigilia di Natale. Dietro ognuno di quei volti austeri, serafici, autorevoli, compunti di principi della Chiesa o presunti tali - inutile essere ipocriti - il dubbio che ha attraversato la mente, uccidendo la magia del Natale e rovinando la festa più attesa, è stato: “e se anche loro fossero come quello là?” E vedendo i giovanissimi coristi, adolescenti imberbi e certamente puri: “e se loro diventassero o siano già stati ghermiti da siffatti lupi o demoni o spiriti del male? Ancora una volta la magia del Natale è andata perduta in un deserto, gelido di un rigor mortis del cuore che è esattamente l’antitesi della notte della luce, del calore e della vita che in tutte le culture è rappresenta dal Natale. Non ho pregiudizi omofobi. Ho avuto ed ho grande rispetto per la dignità con la quale persone dichiaratamente omosessuali vivono la loro condizione, rivelandosi in molti casi sensibili, presenti e talvolta anche genitori affettuosi. Il dubbio e la paura che hanno pervaso il cuore e la mente è che quei soggetti - che vivono la loro diversità solo come schiavitù verso il piacere omosessuale e condizione di emarginante clandestinità - ghermiscano giovani, rubino la purezza della loro condizione verginale con un approccio o amplesso omosessuale che avrà effetti traumatizzanti irreversibili sul minore oggetto e vittima delle perverse attenzioni, molto probabilmente scaraventandolo a sua volta nel baratro di una condizione di disagio che alla lunga potrebbe avere effetti destabilizzanti sull’equilibrio psichico della vittima e sui suoi futuri costumi sessuali. Esistono luoghi dove i giovani vengono introdotti in giovanissima età per essere istruiti e in certa misura per seguire la via della vocazione. In questi ambiti la vigilanza deve essere massima. Non si può consentire che la Chiesa immoli sulle ali di condizioni di solitudine - da altri mal accettate, mal vissute e sfociate in pratiche autodafè o in perversioni sessuali - giovani che dovrebbero diventare pastori di anime. La scelta sacerdotale - per altro verso - deve essere oggetto di accurata analisi di idoneità psichica e motivazionale: un conto è la vera vocazione e altra questione è mascherare la propria solitudine da alienante condizione emarginativa come vocazione. Urge rigore. Senza se e senza ma. Per restituire al Natale quella luce che le recenti vicende consumatesi nella nostra Diocesi hanno soffocato e spento.
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Terrorismo
Ricordando il primo anniversario della strage di Charlie Hebdo
È
doveroso ricordare ad un anno dalla strage causata da terroristi islamici, la morte di dodici persone tra giornalisti, collaboratori, vignettisti della redazione di Charlie Hebdo, giornale satirico di Parigi. Triste vicenda che vide cadere sotto i colpi dei kalashnikov anche il portinaio della redazione, il direttore e un poliziotto accorso in aiuto. La strage avvenne alle 11,30 del 7 Gennaio 2015 mentre erano radunati tutti i dipendenti per un incontro previsto proprio in quella mattinata. Sangue versato per l'uso della libertà di pensiero, espressione ed opinione, regolata dalle nazioni democraticamente evolute tramite costituzioni che racchiudono i principi basilari del vivere civile della cittadinanza all'interno di uno Stato, a maggior ragione, libertà che si evidenziano in ambito giornalistico tenuto all'informazione di ciò che accade, ma anche a fornire possibili previsioni su risvolti negativi che si possono verificare a discapito dell'umanità. Situazioni fuori luogo, frustrazioni, disagi personali e sociali, dovuti anche a stili di vita diversi, che si confrontano con società più evolute, possono generare violenza, quando nell'uomo si verifica intolleranza verso il prossimo. Il presidente francese Hollande nella sede storica della Prefettura di Parigi in occasione del primo anniversario della strage di Charlie Hebdo, ha ricordato alle forze dell'ordine che combattono accanto alle forze armate alleate, la barbarie che incombe sulla Francia: nell'anno 2015 è stata
sicuramente la nazione più occidentale colpita dal terrorismo islamico. Va ricordata, infatti, la strage del 13 Novembre, della quale si annoverano anche due morti italiani. Hollande ha continuato il suo discorso facendo sapere che sul fronte interno si risponderà braccando i terroristi, smantellando le loro reti, prosciugando le loro fonti di finanziamento, ma anche "bloccando la loro propaganda di radicalizzazione". Le vittime di Charlie Hebdo sono state definite dal Presidente francese, eroi caduti per aver creduto nell'idea di libertà, uno dei principi cardini della Costituzione francese e del giornalismo. Il direttore Charbonnier e i popolarissimi disegnatori satirici Wolinski, Cabu e Tignous, furono cercati dai terroristi all'interno della redazione, chiesti i loro nomi e uccisi uno ad uno con una crudeltà indescrivibile. Da anni il giornale era impegnato con le sue vignette nella satira contro ogni forma di fanatismo ed estremismo religioso e un'ultima vignetta del direttore fu anche profetica, in quanto scherzava su possibili ed imminenti attacchi terroristici in Francia. Oltre al direttore e ai vignettisti ricordiamo altre vittime di quella strage, ma più che i nomi, contano le barbarie che i terroristi islamici riuscirono a provocare nel giro di pochi minuti. La matrice Al Qaida agisce sempre con l'intento di colpire con precisione aberrante determinati bersagli, tant'è che alcuni testimoni hanno fatto sapere che prima di freddare le vittime, i terroristi hanno chiesto i loro nomi affinché non ci fossero errori di
di Filomena Scarpati
persone. Certo che la vigilanza e i dispositivi di sicurezza non erano adeguati per un giornale che da anni si occupava di satira di questo genere, oggi invece pare che si sia passati all'eccesso opposto, soprattutto nelle nazioni che hanno maggiormente subito attacchi terroristici. La tranquillità di un popolo dipende dal grado di sicurezza interno ed esterno che uno Stato può garantire e dal grado di civiltà che si acquisisce attraverso l'evoluzione culturale. Forse è superfluo affermare che sono i settori per i quali le nazioni che si adoperano per il bene della cittadinanza devono adoperarsi maggiormente. Va osservato che ad essi bisogna unire il buon senso dei cittadini che devono agire con cautela in un momento delicato della storia dell'umanità, ma non certamente catastrofico come talvolta cercano di far apparire. Situazioni peggiori hanno intaccato la vita di popoli e intere generazioni, che hanno vissuto discriminazioni, violenze di ogni genere, guerre, distruzioni causate dall'uomo o da agenti naturali, eppure la costanza nella volontà di risalire la china, ha sempre segnato nella storia, epocali periodi di ripresa, per la capacità che porta i propri simili ad unirsi nel concetto di pace, solidarietà, isolamento del malvagio, laboriosità, intelligenza che produce bene, ma soprattutto nel bisogno di migliorarsi attraverso la ricerca che sviluppa l'economia, le scienze e le tecnologie per elevare le condizioni umane e renderle meno vulnerabili. Tutto ciò avviene, sotto la protezione di un unico Dio che ama i suoi figli e li protegge!
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di Giovanni Garreffa
D
a democristiano di lungo corso, ho sempre seguito da vicino le vicende del fu mio partito, a cominciare dallo storico congresso di Napoli, che segnò lo sfondamento della politica degasperiana, ad iniziativa della nutrita pattuglia dei "professorini", tra i quali spiccava il nome di Amintore Fanfani, unitamente a quelli di Giorgio La Pira e di Aldo Moro. Del primo mi aveva sempre impressionato la vivace intelligenza, tutto oro zecchino, oltre alla lucida visione della politica, che sapeva ben leggere ed interpetrare non tanto e non solo secondo gli accadimenti della quotidianità, quanto, invece, in una prospettiva storica di più ampio respiro ed in una proiezione concretamente avveniristica; orgoglio di mamma calabrese! Di lui avevo sentito dire, in una delle mie escursioni nel Trentino, che allora frequentavo con molto piacere, sul finire degli anni '50 del secolo scorso, da parte di un molochiese qui nato e cresciuto, portato dalle imprevedibili vicende della vita a svolgere ivi il suo servizio nella polizia stradale, che, in una operazione di pattugliamento, alle porte della città del Concilio, per un normale controllo aveva fermato un'auto che scendeva dalle Dolomiti, esattamente dal Bondone; non v'era alcuna traccia di scorta. L'autista ha esibito prontamente i documenti richiesti, ma il poliziotto, effettivamente ignaro di chi fosse il trasporta-
Quell'incontro con Fanfani to, ha, comunque, rilevato una infrazione, che, senza batter ciglio, venne immediatamente contestata e quindi pagata. Tutto sembrava essere finito così. Al rientro in caserma dal servizio, i due uomini di pattuglia sono stati subito convocati dal comandante; quale la causa dell'inusuale chiamata? Il comandante, a nome del Presidente del Consiglio in carica, Amintore Fanfani, che era appositamente passato dalla sezione di polizia stradale, esprimeva il plauso ai suoi militari, per lo scrupoloso zelo con cui disimpegnavano il loro dovere. Di nessun altro episodio particolare ho notizia, prima di aver avuto l'opportunità di conoscere il protagonista personalmente. Il caso, però, mi preparò la sorpresa di stringergli la mano, di scambiare alcune battute e di ascoltarlo per oltre un'ora in Assisi, parecchi anni dopo, esattamente nell'Ottobre del 1985. La circostanza riguardava la celebrazione del 40° delll'Associazione Italiana Maestri Cattolici, di cui sono stato presidente regionale per la Calabria e componente il Consigli Nazionale per oltre tre lustri, fino a quando, cioè, sono stato costretto a dimettermi, essendo transitato dalla dimensione didattica alla funzione amministrativa, quale Provveditore agli Studi. Il presidente nazionale dell'associzione, Sen. Carlo Buzzi - sottosegretario alla Pubblica Istruzione, era impegnato nel cocordinamento dei lavori seminariali della mattinata ed aveva incaricato dell'accoglienza del Presidente del
Consiglio, in visita preannunziata, ma senza orario, il Dr. Armando Covarelli, mio carissimo amico, allora a capo dell'Ente Nazionale Assistenza Magistrale e la mia persona, al tempo dirigente superiore del Ministero della Pubblica Istruzione. Squisitissimo l'incontro allo sportello dell'auto, simpaticissime le battute di saluto e molto acute le sue telegrafiche considerazioni sul luogo, Assisi, per il messaggio che da tale sito si diparte in tutte le direzioni nel mondo. Poi, esauriti i convenevoli di rito, il momento del suo intervento ufficiale, durato oltre un'ora, durante il quale il livello di attenzione dell'uditorio era alle stelle; ha incantato ed estasiato tutti per le riflessioni che ha sviluppato sul magistero educativo, con singolare lucidità, con puntuale competenza e con felicissime battute pertinenti. Ha parlato, nel contesto del suo ragionamento, di Santa Teresa d'Avila, della quale, più che studioso, devoto e ammiratore, è sembrato totalmente infatuato; insomma, non sono mancate lunghe citazioni, da provetto agiografo, poderose riflessioni, ma sopratutto sostanziosi richiami all'attualità della Mistica, nella nostra realtà esistenziale. Anche questo era Amintore Fanfani, la cui stazza culturale, intellettuale e politica dista anni luce dall'attuale classe dirigente, casta che anche il sommo poeta Dante troverebbe notevole difficoltà a collocare,....... in tutt'altre faccende affacendata!
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Rosarno, venti di rivolta degli africani
KEEP CALM BOYS!
di Nicola Alessio
Chi soffia sul fuoco di una nuova rivolta?
C
he succede a Rosarno ? La domanda corre ormai da giorni sulla bocca di tanti. Le voci di una nuova imminente rivolta dei lavoratori colored si rincorrono insistentemente ma senza un reale riscontro. Qualcuno - secondo molti analisti - starebbe soffiando sul fuoco nella speranza di ripetere la guerriglia dei nordafricani che in quella ormai lontana sera del 2010 dopo giorni di provocazioni misero a ferro e fuoco l’abitato degli epigoni della civiltà medmea che - fino ad allora - non avevano mai avuto problemi di sorta con quell’esercito variegato di lavoratori stagionali che vivevano alla meno peggio nelle vecchie aree del centro storico o nelle aree dismesse di antichi opifici: come la Pomona. O come l’altro campo - la ex cartiera - che - svuotato d’autorità dopo la rivolta, vide l’immediato ingresso delle ruspe dell’impresa aggiudicataria di un appalto per la trasformazione di quella area degradata in un nuovo e moderno presidio della civiltà occidentale. Qualcuno - acuto analista delle cose e dei casi meridionali e di fatti di 'ndrina e di 'ndrangheta, evidenziò che forse in quella rivolta la 'ndrangheta: quella verace e rapace, rampante, vorace e spesso sanguinaria dei clan Medmei con quella brutta pagina di violenza c’entrasse quanto i cavoli a merenda. Ergo - agenti provocatori - non necessariamente espressione della 'ndrangheta locale - avevano provocato per giorni gli africani fino a scatenare quella reazione. Secondo altre voci - circolate e mai
riscontrate - forse i capoccia della rivolta - non tutti - erano stati ingaggiati per fomentare la protesta. Alla fine tutti felici e tutti contenti: L’ex cartiera era stata svuotata, l’attenzione dei Medie si era concentrata su Rosarno. I negri, cattivi e violenti erano stati allontanati e quelli buoni e puri di cuore manifestavano accanto ai bianchi il loro amore per questa terra, strana e controversa, che in nero o in regola d’assunzione dava loro da mangiare e fino allora li aveva fatti sentire anche un po’ italiani. Intorno alla rivolta del 2010 e alla sue scaturigini non s’è mai fatta veramente luce. La punta dell’iceberg del negro che urinava senza paura d’essere visto, regge poco, e male. Solo un pretesto ben sfruttato da chi voleva che la rivolta scoppiasse. Le ragioni furono certamente diverse e innescarono poi un moto di sdegno e la presa di coscienza della anima negriera dello stato italiano: pronto a pagare somme ingenti a faccendieri senza scrupoli ma abili a sgusciare fra le maglie del sistema e della burocrazia e altrettanto pronta a mostrarsi indifferente davanti alle esigenze legate al soddisfacimento di bisogni primari di quella marea di gente figlia di una diaspora senza fine e del cinismo della globalizzazione. Adesso a 6 anni di distanza e con tanta acqua passata sotto i ponti della pacifica convivenza multietnica e multirazziale, senza che vi sia una ragione apparente, soffiano venti di rivolta. E’ fuor di dubbio che la città sia entrata nuovamente nel clima elettorale dopo la fine anticipata della Amministra-
zione di Elisabetta Tripodi . A chi giova allora fra i nuovi possibili challengers il clima di tensione e la ventilata possibilità che si scateni una nuova protesta? In alcuni habitat politici ultranazionalisti la chiusura contro i colored è diventata il leit motiv di una azione che appare dettata dalla paura di sporgere il naso oltre il confine della siepe e di guardare oltre la siepe. Troppo comodo nascondersi dietro il rigorismo becero. Altri invece dalla possibile agitazione vorrebbero trarne vantaggio ponendosi come mediatori e pacemaker in nome di una posizione moderata e aperta al dialogo multirazziale. Il pericolo è che chi sarà più spietato nella ricerca della affermazione dei propri interessi finirà per comportarsi come gli americani del Far West che per impossessarsi di nuove terre sempre più ad ovest a danno dei pellerossa prima li provocavano in ogni modo fino a farli uscire dalle riserve per scorrerie e azioni di rappresaglia e poi innescavano la “guerra indiana” sparando con le mitragliatrici Howitzer a canne rotanti contro torme di straccioni urlanti armati di archi e frecce. La logica - sempre efficace - gli americani - l’hanno ripetuta tantissime volte: fino alla provocazione in ordine al possesso di armi chimiche di distruzione di massa che giustificò poi l’avvio della campagna per defenestrare Saddam Houssein. Alla fin fine sorge il dubbio che qualcuno, a Rosarno, li voglia imitare per scatenare il popolo transunti dei lavoratori colored ai quali possiamo solo dire “Keep Calm boys !”
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In questo momento storico
PERCHE’ DIRE
NO
ALLA SCUOLA PARENTALE
di Maura Ricci e Filippo Marino
L’umanità può sperare in una soluzione dei suoi problemi, fra cui i più urgenti sono quelli di pace e di unità, soltanto volgendo la propria attenzione e le proprie energie alla scoperta del bambino e allo sviluppo della grande potenzialità della personalità umana in corso di formazione Maria Montessori (La scoperta del bambino)
L
a crisi della Famiglia ha assunto una connotazione tale da incidere in maniera adulto - centrica e negazionista all’espletamento del ruolo genitoriale rendendolo progressivamente precario o intermittente. Ogni figlio ha diritto ad una continuità genitoriale attenta e non trascurante. Gli esiti di tale stile educativo, affettivo e relazionale hanno alimentato nuove forme di fragilità per l’insinuarsi condizioni critiche allarmanti negli anomali modelli non propri di uno stile genitoriale che riconosca i percorsi di una cura idonea e rispettosa delle fasi di sviluppo psicologico ed affettivo della prole.. Nella nostra società e a livello costituzionale il ruolo educativo non appartiene soltanto alle figure genitoriali essendo la nostra società fondata sul lavoro e sulla famiglia. iI comportamenti genitoriali a tutela dell’Infanzia e dell’adolescenza li ritroviamo anche a livello istituzionale. Il termine genitorialità si affianca anche nel contesto italiano al termine inglese “ parenting “ed è equiparabile al significato di “competenze genitoriali “ consentendo di operare una riflessione attenta
non soltanto ai temi della pedagogia, della valutazione e della clinica psicologica. Trattandosi di un costrutto relazionale, coinvolge tutti coloro che nel macrosistema socio-culturale si occupanto della protezione e del prendersi cura delle fasce minorili. E’ dunque possibile definire il concetto di parenting o genitorialità in termini di stile comportamentale e di credenze supportate da un sistema di valori che consenta ai genitori e agli adulti di agire in maniera attenta e costante, sia che condividano direttamente o indirettamente una reciprocità con le fasce evolutive garantendone e sostenendone un armonico sviluppo. In questo particolare e complesso periodo storico e politico agire ulteriori che si susseguono repentinamente attraverso un coacervo di riforme ad ogni mutamento della governante politica, si assiste alla messa in atto di iniziative non sufficientemente suffragate dai canoni etico-morali né dagli studi della comunità scientifica internazionale. Questo “non ascolto” collettivo ha rafforzato gli schemi adultocentrici che negano la centralità dell’infanzia e dell’adolescenza.
Viviamo nella società del dissenso o peggio ancora dell’assenso non ponderato dove le “incursioni mediatiche” non lasciano spazio alla riflessione. Il concetto di globalità, molto complesso e difficilmente gestibile, ha posto sullo sfondo il costrutto analitico che è “vita interiore”. Nessuno è esente dall’elevato rischio pandemico che questo contesto malato comporta. Siamo stati dotati di una mente elaborativa, fatta per prendersi i dovuti tempi di ponderazione. Quando ciò viene impedito, si va in confusione e rimane faticoso prendere atto della o delle realtà. Se essere genitori rappresenta un investimento con obiettivi a lungo termine e rispettoso del futuro dell’umanità, non ci si può permettere il lusso di prendere decisioni affrettate. Queste brevi enunciazioni offrono lo spunto per esaminare con attenzione il tema relativo ad una ipotesi di educazione parentale probabilmente successiva alle inappropriate riforme scolastiche di cui siamo testimoni. Sembra trattarsi di una sorta di fuga dalle responsabilità degli autori del danno, o peggio ancora potrebbe trattarsi di un ennesimo progetto politico limitante ad impronta autoreferenziale.
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1.Cos’è l’educazione parentale o homeschooling L’educazione parentale è l’istruzione impartita dai genitori o da altre persone scelte dalla famiglia ai propri figli. Si può coinvolgere nell’educazione chiunque abbia la voglia e la capacità di trasmettere conoscenza e abilità, sfruttando tutte le fonti di conoscenza e competenza che sono disponibili nell’ambiente circostante alla famiglia. Alcune famiglie preferiscono seguire degli orari giornalieri, utilizzando i testi e programmi scolastici, altre desiderano affidarsi a un apprendimento più naturale e spontaneo dove si assecondano i bisogni, le interesse e capacità dei figli in veste di aiutanti e guide. Chi sceglie di educare a casa è sottoposto solo alla Legislazione Statale, non è quindi soggetto a norme regionali né provinciali, ed uno studente può coprire tutto il proprio percorso di studi (fino all’università) senza mai mettere piede in aula. I ragazzi educati a casa negli Stati Uniti sono all’incirca 2 milioni, mentre sono pressoché 70 mila in Inghilterra, 60 mila in Canada, 3 mila in Francia e 2 mila in Spagna, dati relativi al 2012. In molti Paesi siamo arrivati alla terza generazione di homeschoolers. In Italia non si hanno statistiche definitive, ma le famiglie che rifiutano la scuola sono all’incirca un migliaio. Il trend è in continua crescita e anche i college più prestigiosi stendono il tappeto rosso a coloro che sono stati educati tra le mura domestiche. Più di novecento università nel mondo accettano le iscrizioni degli homeschoolers e tra queste si annoverano Harvard, Cornell, Princeton, Dartmouth e Yale. In Inghilterra, negli Stati
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Uniti e in altre nazioni, i ragazzi homeschoolers possono accedere ai corsi universitari anche prima dei loro coetanei scolarizzati. In Italia sempre più famiglie scelgono di avvalersi dell’istruzione parentale, anche se ai dirigenti scolastici spettano comunque oneri ben precisi nei confronti degli alunni che si avvalgono dell’homeschooling. Non è certo un fenomeno diffusissimo nel nostro Paese poiché sono soltanto poco più di un migliaio le famiglie che hanno scelto di avvalersi del diritto di impartire ai propri figli l’istruzione parentale, ma sembra essere comunque un fenomeno in crescita.La Costituzione Italiana dispone, a tal proposito, con l’articolo 34 che “l’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita” non specificando che debba essere impartita dalla scuola. Il concetto è ribadito anche nell’articolo 30 che recita “È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio” che pone l’accento sulla responsabilità genitoriale dell’istruzione dei figli. In finale l’homeschooling non è soltanto una scelta che riguarda l’istruzione dei ragazzi ma il loro intero stile di vita. Istruzione parentale: cosa dice la legge? La legge non vieta l’homeschooling, l’obbligo scolastico è riferito ad una fascia di età compresa tra i 6 e i 16 anni per puntare all’acquisizione delle competenze di base. Quindi si può praticare l’istruzione parentale senza violare la legge anche se la scuola, e in particolare ai dirigenti scolastici, spetta il dovere di vigilare sull’effettivo adempimento di tale istruzione.
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di Antonio Spina
L
Positivo esordio per Fabio Scionti
Sindaco e giunta al lavoro su molteplici fronti
a nuova amministrazione Comunale di Taurianova, guidata dall’Ing. Fabio Scionti ha avuto il suo esordio ufficiale lo scorso 21 Dicembre con il primo consiglio comunale nel corso del quale il Sindaco ha prestato il suo giuramento e il consiglio - inizialmente presieduto dal consigliere Raffaele Scarfo’ (il più votato della più votata lista - NdA) - ha eletto il suo futuro vero Presidente, Fausto Siclari. Al fianco del Sindaco presenti l’Ing. Carmela Patrizio, in qualità di vice - Sindaco e la squadra degli Assessori (Dott.ssa Raffaella Ferraro, Dott. Raffaele Loprete e Avv. Luigi Mamone). Dopo l’overture lo show del leader dell’opposizione, Avv. Roy Biasi, che dava il meglio della sua consolidata esperienza di aula e consigli con una serie di questioni alle quali replicava con gran classe, professionalità e autoritario
aplomb l’Avv. Maria Stella Morabito (Pd). Il Consiglio, dopo il giuramento del Sindaco passava all’elezione delle commissioni e, subito dopo, all’approvazione di un debito fuori bilancio: una sentenza alla quale aveva fatto seguito un pignoramento e il relativo pagamento: atto dovuto che poneva fine all’enclave. Di fatto, l’occasione si rivelava propizia per consentire a Fabio Scionti di ribadire l’importanza dell’attuazione dei propri punti programmatici, i più importanti dei quali appaiono essere le azioni per la protezione del territorio dai danni e dal dissesto idrogeologico e l’arredo di una città che deve essere la patria di una cittadinanza attiva che collabori all’attuazione del progetto di benessere comune. Ancora, tra gli obiettivi, l’efficientamento energetico realizzabile attraverso la modernizzazione e la razionalizzazione di rete elettrica e di pompaggio dell’ac-
qua i cui costi oggi sono micidiali e causa di perpetuazione di una situazione di para dissesto, lo sviluppo e il rilancio dell’economia produttiva della comunità, il miglioramento della qualità di tutti i servizi comunali. Vi sono altri punti nel programma del Sindaco, che sogna una città ecosostenibile che coesista con l’ambiente, non produca inquinamento e raggiunga il massimo possibile di riciclo dei rifiuti riuscendo finalmente a trasformare il rifiuto in risorsa. Il tema della protezione dal dissesto e della messa in sicurezza delle aree a rischio è un altro tema che, fin dalla sua prima uscita in campagna elettorale, l’Ing. Scionti ha sposato con forza e che ora sarà oggetto di studio e di interventi mirati, espressione di una razionale pianificazione di azioni non dettate dall’emergenza e dalla somma urgenza. L’efficientamento energetico sarà un altro step del volto della Taurianova che
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cambia e che dovrà creare le condizioni per affrancarsi dai costi proibitivi delle forniture Enel riducendone i consumi attraverso l’ammodernamento della rete. L’arredo e la cura della città sarà certamente il primo step delle azioni di miglioramento della qualità della vita cittadina con una serie di nuovi protocolli operativi, che dovranno coinvolgere anche i cittadini per esteriorizzare il concetto di cittadinanza attiva fatta di
cittadini che si prendono cura, insieme al comune, del tessuto urbano in cui vivono e operano. Le attività produttive rappresentano un ulteriore campo in cui si gioca il futuro di Taurianova che da città dall’economia legata al terziario deve evolvere verso una città rivolta al commercio. Le attività produttive, inoltre, saranno un altro dei campi sui quali operare coinvolgendo molteplici energie: imprenditoriali e
C.da Bosco IV Stradone - 89025 ROSARNO (RC) Tel. e Fax 0966 780959 Daniele: 347 7778599 - Angelo: 339 4054283 e.mail: giovinazzodaniele@tiscali.it - Pec: coop.giovinazzo@pec.it
lavorative che saranno chiamate a porsi e proporsi come alternativa credibile all’egemonia della grande distribuzione e delle concentrazioni di offerte da “Centro Commerciale”. La città dovrà diventare una spontanea Città mercato capace di catalizzare attenzione e interesse da parte di operatori e clientela. Ultimo, ma non per importanza, la razionalizzazione e il miglioramento degli standard operativi della struttura comunale, impoveritasi negli anni a seguito di pensionamenti ai quali, a causa del patto di stabilità, non hanno fatto seguito nuove implementazioni della pianta organica. Il suo team di assessori, consiglieri e soprattutto il grande numero dei giovani della coalizione, con il testa il Sindaco, appronteranno azioni idonee alla realizzazione dei programmi. C’è voglia di fare. E di far bene perchè Taurianova deve cambiare… in meglio.
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di Mina Raso
F
Pioggia di ricorsi in arrivo per il comune di Taurianova
ine ottobre 2015: arriva in molte case taurianovesi un plico inviato dal Comune di Taurianova (ancora commissariato ma in piena campagna elettorale) nello specifico dall’Ufficio Tributi, con oggetto: AVVISO ACCERTAMENTO PER OMESSA PRESENTAZIONE DELLA DENUNCIA RELATIVA ALLA TASSA DI SMALTIMENTO DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI ANNI 2010-2011-2012-2013, il tutto con sanzione del 100% per gli anni indicati. Premesso che l’attuale Amministrazione non c’entra nulla con questa storia, che probabilmente a tutt’oggi ne è all’oscuro, il balzello di cui andremo a parlare è una “botta” da 950,00 Euro in su per ogni cittadino “incriminato”… …e di questi tempi se soffri di cuore ci puoi anche rimanere a sentirti chiedere una tale cifra e a parte il fatto che ti tagli un braccio o gli porti direttamente il sangue piuttosto che pagare! I cittadini
che si sono recati presso l’Ufficio Tributi del Comune a chiedere spiegazioni sono stati informati di “essere in colpa e quindi di DOVER pagare in quanto avrebbero dovuto autodenunciarsi (cioè informare il preposto ufficio della propria esistenza). Anche la sottoscritta ha ricevuto il balzello. Non sono andata in Comune, ma ho telefonato al numero che compariva sulla notifica arrivatami. Ho chiesto come mai veniva applicata la sanzione del 100% sul pagamento arretrato in questione, dato che pensavo di non essere io inadempiente nel mio dovere di cittadino quanto piuttosto il Comune che non mi aveva mai notificato nulla da pagare, aggiunsi quindi che la cosa mi sembrava fatta un po’ “alla carlona” oltre che profondamente ingiusta. Venivo informata che io e tanti altri (mi sembra disse tra le 1000-1500 persone) non ci eravamo mai registrati in quanto proprietari (o abitanti) del locale da noi occupato e che l’Ufficio, dopo i dovuti
controlli, ha applicato quanto dice il legislatore in materia. Sul momento resto allibita…quindi, ripresami, la informo che abito nello stesso posto da 23 anni con regolare residenza e pagamento di acqua, fognatura, luce, gas, canone Rai, Imu, Tasi, Ici ,Tari (quest’ultima oggetto del balzello quand’era Tares prima e Tarsu poi). Venivo informata che io e tutti gli altri ci siamo registrati perché costretti quando il servizio per la raccolta differenziata ha eliminato i cassonetti dal paese, altrimenti non lo avremmo mai fatto…..allora chiedo perché il Comune non abbia avvisato i cittadini di doversi “denunciare” (come fece invece l’Avir a suo tempo) visto che i cittadini non ne sapevano nulla, mi viene ribadito (come se fossi un po’ tonta) che la legge dice che il cittadino deve autodenunciarsi e se non lo sa …..”la legge non ammette ignoranza!” Sempre più confusa e, onestamente anche un tantino irritata con me stessa nello scoprirmi al contempo evasore, inadempiente e anche un po’
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La sanzione può e deve essere
annullata!
lenta di comprendonio, replico che sicuramente mi rivolgerò ad un legale in quanto se la tassa in questione va pagata (e su questo non v’è dubbio alcuno) la sanzione è da ritenersi ingiusta in quanto: 1) L’incrocio dei dati con la Banca dati dell’Agenzia del Territorio riportato sull’avviso inviato ai contribuenti poteva essere fatto prima e non a cinque anni di distanza; 2) In altri Comuni della Piana si è semplicemente consultata l’Anagrafe per individuare i soggetti a cui inviare l’invito a presentarsi per l’eventuale registrazione; 3) Nel 2011- 2012 (non ricordo bene l’anno) a Taurianova ci sono stati 10 mesi di raccolta differenziata (sostenuta e finanziata dalla Regione) dove gli incaricati passavano casa per casa a prendere la spazzatura (ve li ricordate i sacchetti rossi, gialli, blu ecc. che ci davano? E se non ce li davano andavamo noi a prenderli al Comune)? Era presumibile, verosimile ed auspicabile che la registrazione avesse dovuto essere già in atto allora, ma il mio è il parere di un’ignorante; 4) Se i cittadini inadempienti non avessero voluto registrarsi presso l’Avir…..semplicemente non l’avrebbero fatto! Come molti furbetti (informatevi) non si sarebbero registrati, non avrebbero preso i contenitori ed avrebbero continuato a mettere sul cammino degli incaricati i sacchetti con l’immondizia nei giorni stabiliti senza pagare neppure un Euro come invece stanno facendo gli stolti (compresa me ) che si sono registrati, ed usufruendo lo stesso del servizio come continua ad accadere (informatevi) Qui giunta vengo invitata a far quel che credo più giusto, se troverò un legale disposto a farlo perché il legislatore etc. etc. (ma mia egregia dott.ssa……i legali basta pagarli e si trovano!) La mia comunicazione telefonica si conclude con le mie scuse all'interlocutore, non in quanto persona, ma in quanto dipendente del Comune a cui rivolgermi e i miei ringraziamenti per avermi informato di quanto sopra già detto, e che procederò come credo sia giusto. Risultato: molti si sono rivolti all’avvocato di fiducia, molti hanno rateizzato il balzello, altri si sono rivolti a Patronati e Sindacati individualmente, altri si stanno riunendo per contestare in blocco la famigerata sanzione. Nessuno mette in dubbio il pagamento dovuto della tassa in questione, lo ribadiamo, ma una sanzione del genere, per i motivi che abbiamo sopra elencato e soprattutto pensando ad una popolazione, dove la maggior parte degli abitanti è disoccupata o pensionata (E daì… un pensionato che ha solo la pensione anche se rateizza ….sempre 1000 euro deve pagare!) ci sembra ingiusta . Se l’Ufficio Tributi avesse voluto davvero quelle somme, non
avrebbe sanzionato (ed umiliato, aggiungo io) così i suoi cittadini. Se una legge è ingiusta o se il legislatore ha fatto una bischerata, chi deve applicare la suddetta legge non può fare dei distinguo in base al caso? O, più semplicemente, possibile che dal 2010 ad oggi non ci sia stato altro modo di dire a questi cittadini (me compresa) che c’era anche questa tassa da pagare? Non siamo tutti laureati e non tutti conosciamo le varie leggi, anche se oggi Internet aiuta molto (a questo proposito la dott.sa mi ha Fatto presente che il mio consulente mi avrebbe dovuto informare ma io il consulente non ce l’avevo). Una casalinga non lo sa, un pensionato non lo sa, un disoccupato probabilmente non lo sa e cosa se ne fanno queste persone di un commercialista? Io credo che basterebbe essere solo un po’ più umani, non è detto che un’amministrazione pubblica debba essere rigida e pretenziosa a tutti i costi, anche perché credo che si otterrebbero molti più risultati facendo sentire i cittadini “parte integrante” della cosa pubblica e non semplici bersagli. I furbi e furbetti ci sono ovunque, è vero, ci sono quelli che fanno finta di non sapere….ma è altrettanto vero che ci sono anche quelli che il loro dovere lo vogliono compiere, ma metteteli in condizione di poterlo fare! E ci sono anche quelli che si sono stancati di essere spremuti come limoni quindi….i cittadini che ancora non lo avessero saputo si informino: LA SANZIONE PUO’ E DEVE ESSERE ANNULLATA! Se il Comune vorrà rettificare la sua richiesta chiedendo solo la tassa dovuta, saremo felici di pagare (bè felici magari no, ma lo faremo), in caso contrario i cittadini si opporranno con tutte le proprie forze a qualcosa di profondamente ingiusto, ribellandosi a questo sistema iniquo che non guarda in faccia nessuno. A questo punto la disobbedienza fiscale diventa un obbligo morale! Una piccola proposta… perché non introdurre un voto di gradimento ai servizi resi dagli impiegati pubblici all’utenza cittadina? Meditate, gente, meditate…….
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Trizzino riceve da Veneto e Militano una creazione dell’orafo Magazzù a ricordo della donazione
di Rocco Militano
Il Sindaco con i premiati e la Giuria
XXI EDIZIONE DEL PREMIO LETTERARIO PALMI
Uno dei piu’ prestigiosi premi nazionali organizzato per conto dell’Amministrazione Comunale dall’Associazione Amicicasarépaci nel nome di Leonida Repaci.
O
rganizzata dall'Associazione Amici Casa della Cultura Leonida Répaci per conto dell’Amministrazione Comunale di Palmi e condotta dalla giornalista RAI Maria Vittoria Morano, si è svolta, nell’auditorium della Casa della Cultura, la serata di premiazione della XXI edizione del Premio Palmi, grande evento cittadino celebrato quest’anno nel ricordo del trentennale della morte dello scrittore Leonida Répaci. Per entrare nel tema della ricorrenza, subito richiamata assieme all’elevato prestigio dei giurati ed al valore culturale della manifestazione, dal Sindaco di Palmi Giovanni Barone e dal Vice Presidente dell’Associazione AmiciCasaRépaci Rocco Militano, è stato proiettato un raro docufilm girato nel ’73 dal regista Foglietti nel parco di villa Pietrosa, dove
l’illustre scrittore palmese, intervistato per un programma RAI con a fianco la moglie Albertina, parlava della bellezza del complesso da lui costruito e che avrebbe poi donato al Comune di Palmi, dell’aria colonea percepibile nel parco, del dramma degli intellettuali calabresi obbligati all’esodo ed indicava col dito la grotta, su in alto nella rocca, dove voleva tornare per essere sepolto. Répaci è stato quindi ricordato nei suoi aspetti letterari dal Presidente della Giuria professor Walter Pedullà e, dal segretario professor Santino Salerno, in quelli politici e sociali. Avrebbe dovuto partecipare, per ricordarne anche l’aspetto di straordinario organizzatore culturale, la prof.ssa Simona Costa, Presidente del Premio Viareggio da Répaci fondato nel ’29, per come aveva promesso il 27 agosto, in occasione di quel premio,
a Rocco Militano pronipote di Répaci, invitato in quella sede prestigiosa, proprio per ricordare la ricorrenza. Una bronchite però, degenerata in polmonite, l’ha costretta ad inviare invece un messaggio di testimonianza la cui lettura è stata applaudita a lungo dall’intero pubblico presente per il valore delle considerazioni che Ella ha espresso, in particolare, sul lascito di cui siamo profondamente debitori a Leonida Rèpaci - ha affermato - che è proprio la sua integra fede nel valore testimoniale di un cultura libera e indipendente per cui si è sempre battuto con coraggio e passione indomiti, di fronte ad ostacoli di ogni tipo. Ed è questo lascito che il Premio Viareggio- Rèpaci, via via attraverso i suoi successivi Presidenti e Giurati, ha voluto fermamente portare avanti: basti ricordare, a luminoso esempio, le difficili battaglie che la Presidente Rosanna Bettarini non ha
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Il quarto quadro donato con dedica di Répaci
esitato ad affrontare perché non si spegnesse questa storica fiaccola di autonomia e indipendenza culturale. Non è dunque casuale - ha scritto ancora la Presidente Costa - che oggi l'architetto Lucio Trizzino, consorte di Rosanna Bettarini, che troppo presto e improvvisamente ci ha lasciati, abbia scelto, nel nome di Rosanna, di essere qui per la donazione dei quadri che Rèpaci le aveva affettuosamente dedicato e donato. Vuole essere certo questo anche un ribadito segnale di unione fra le due città a cui lo scrittore era ugualmente e profondamente legato: un segnale che ci impegniamo a non lasciar cadere, ma anzi a protrarre e potenziare. Ed è stato quindi il Sindaco Barone a certificare riconoscente la donazione, ricambiando con una incisione in rame del volto di Répaci su ramo di ulivo in argento, offerta all’arch. Lucio Trizzino che dalla sua casa di Firenze ha portato i quattro dipinti ad olio su tela, nel ’63 e ’64 donati e dedicati da Répaci all’allora giovane assistente universitaria - un paesaggio e tre nudi di donna - impegnandosi il Sindaco alla loro esposizione congiunta nella Pinacoteca della Casa della Cultura, e ad accettare poi anche altri due quadri ad olio inviati dal Maestro Cipollini, pittore in Viareggio, fin dalla sua prima mostra espositiva sostenuto criticamente da Répaci, con precisa destinazione invece alla collezione della Pietrosa.
“Sono evidenti - hanno a questo punto commentato i rappresentati dell’Associazione AmiciCasa Répaci, soddisfatti dei risultati del lavoro che assieme al Club di Palmi per l’UNESCO stanno conducendo per recuperare i valori culturali di villa Pietrosa - e sono concrete le prospettive che queste partecipazioni hanno tracciato per una ripresa vigorosa del gemellaggio Palmi - Viareggio in chiave di promozione culturale collegata ai due Premi letterari ed agli avvenimenti importanti della nostra Città, primo fra tutti la costruzione del mausoleo alla grotta. Si sono poi susseguite da parte dei Giurati Raffaele Nigro, Rocco Familiari e Luigi Lombardi Satriani, le letture delle motivazioni con cui sono state conferite prima le tre menzioni speciali a Roberto Bianchi ed Enrico Garlaschelli per il saggio “Abitare il costruito. Riflessioni di architettura e filosofia del tempo presente” edito da Rubbettino ; ad Alberto Improda , per il saggio “Italian Soul: Economia e Cultura” ed a Rosa Romano Toscani per il romanzo “La Ragazza del Charlie's Cafè”. Poi, a conclusione della manifestazione, con la consegna della Palma in argento creata dall'orafo Magazzù, le premiazioni dei vincitori, per la Sezione narrativa “Leonida Répaci”, Giuseppe Lupo con L’albero delle stanze; per la Sezione saggistica “Antonio Altomonte “, Vittorio Sgarbi con Dal Cielo alla terra; per la Sezione internazionale “I sud del Mondo”, il regista Edoardo Winspeare, premiato dal Sindaco Barone e dall’avv. Armando Veneto fondatore ventuno anni fa, da Sindaco, del Premio Palmi ed ideatore del gemellaggio con Viareggio. A ritirare il premio assegnato al famoso critico d’arte Vittorio Sgarbi, colpito da infarto, è stato l’ex assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri che negli anni scorsi aveva tentato invano di portare in Calabria ed a Palmi una delle manifestazioni del Premio Viareggio Répaci. Chissà se ora, con questo segnale della Presidente Simona Costa di unione fra le due città nel nome di Leonida Répaci, non possa crearsi una qualche nuova concreta opportunità!?
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Pille e Stazione due quartieri in rinascita di Deborah Serratore
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e le prendi di santa ragione, insisti, insisti di più. Non è un invito alla violenza, ma a continuare a lottare, se la guerra si combatte per una giusta causa. Raramente si trovano storie di assidua volontà e amore per il proprio paese come quelle che stiamo per raccontare. Sono le storie delle rinascita di due quartieri di Palmi, il Rione Pille e il quartiere Torre e Stazione: abbandonati da un destino avverso mascherato da oscure trame politico-imprenditoriali, abbruttiti come un dipinto di Dorian Gray e ora rinfrescati da una fonte di rinnovata giovinezza. La “linfa vitale” dei due periferici rioni palmesi scorre nelle vene di ogni singolo volontario dei “Comitati di Quartiere”, organismi creati da e per la gente allo scopo di “sollecitare e chiedere esponendo un problema quotidiano in una serie di incontri-confronti con le amministrazioni locali” -ammette la determinata dott.ssa Maria Giovanna Ursida di “Progetto Itaca”- “e di creare con esse un rapporto di collaborazione, conoscenza e crescita”. Due rioni che festeggiano il ritorno alla vita dopo anni di degrado con feste popolari e iniziative, come il “Natale Pille”, che oltre alla consueta “Zeppolata in compagnia e il gusto di stare insieme” ed i teneri canti natalizi del coro dei bambini in occasione dello spettacolo “Cantiamo con Babbo Natale”, eventi organizzati dal comitato Pille tra il 20 e il 22 Dicembre 2015, è stato reso indimenticabile dal tanto agognato completamento della strada; qualche giorno più tardi, il 27, gli abitanti della stazione condividevano momenti di armonia durante la giornata di beneficienza fuori dallo spiazzale della Chiesetta di San Giuseppe rimessa a nuovo “con le loro mani” da poco più di un anno. Comitati di quartiere come “Torre e Stazione” e “Pille” (entrambi creati a luglio, nel 2012 il primo e nel 2013 il secondo) esistevano già molto prima della loro fondazione a livello sotterraneo: sia Antony Rizzitano presidente del comitato Stazione che Gino Scarfone, guida di Pille sognavano di cambiare il loro piccolo mondo e col loro esempio, le sorti di un intero paese. Ma chi ha un sogno, deve impegnarsi per realizzarlo: le “formichine di volontari” dei due quartieri hanno trasformato, con l’aiuto dell’amministrazione comunale, il sito Stazione nel “Faro della Costa Viola” (che tutela l’immenso patrimonio culturale, ambientale e religioso del tratto mozzafiato
I bambini del quartiere Pille insieme a Gino Scarfone durante la festa natalizia (foto CdQ Pille)
che va da Rovaglioso fino a Villa Repaci) e Pille, per lungo tempo definito “il Bronx di Palmi” nel “Rione dell’accoglienza”. Antony Rizzitano, coltissimo funzionario per il Ministero delle Politiche Agrarie di origini australiane, non solo è una fonte inesauribile di idee, ma le mette in atto, da una coltre di incuria un immenso tesoro nascosto: la rivalutazione dell’incantevole caletta di Rovaglioso (assieme all’Ass. “Presidio Rovaglioso” capitanata dal Dott. Buda), ha costretto l’amministrazione pubblica ad intervenire per il ripristino dell’illuminazione sulla strada che porta alla punta su cui il Dott. Rizzitano è sempre stato particolarmente solerte. Per il volitivo capo - comitato ed il suo crescente gruppo non c’è problema - come l’annosa questione della fatiscente rete idrica, che ancora oggi costituisce uno dei punti di crisi più urgenti su cui intervenire - che non possa essere risolto. Il Giardino di Villa Repaci necessita di manutenzione? Ci improvvisiamo giardinieri (molto produttiva in tal proposito l’operazione di restyling del verde, e in particolare del roseto di Leonida e Albertina insieme all’associazione “Ermelinda Oliva”) Il quartiere è sporco? Lo puliamo. Ed ecco volontari della Stazione trasformarsi in operatori ecologici salvambiente durante l’iniziativa “Puliamo il Quartiere”. Durante una di queste “passeggiate ecologiche” nel Febbraio 2013 Rizzitano, insieme a Gaetano Muscari e il decano Rocco Avandro - saggio uomo di mare conoscitore di tutti i segreti della costa Viola - scopre una lapide tra i rovi accanto a una vecchia chiesa sconsacrata.. L’iscrizione riporta il sacrificio di uomini caduti per garantire progresso al nostro territorio: nel lontano 1955 durante i lavori del raddoppio del binario della tratta ferro-
viaria Gioia Tauro - Villa crollò la galleria nel cuore del Sant’Elia stroncando le giovani vite di ventitré operai, quasi tutti campani. La commozione popolare per una delle più grandi tragedie della storia ferroviaria calabrese portò la ditta Montedison che seguiva i lavori, a demolire e ricostruire di tasca propria la vecchia chiesetta di San Giuseppe che sorgeva poco più in là dei binari ergendo una lapide in onore dei caduti. La chiesa della memoria venne invece dimenticata, e con essa anche quelle ventitré incolpevoli anime, uccise una seconda volta. Il ritrovamento della lapide dopo mezzo secolo era il segno che quel sacrificio doveva essere ricordato, e questa volta per sempre. Grazie al prezioso contributo della dottoressa Ursida, “è stata creata una rete tra amministrazione locale, provinciale e gli abitanti del quartiere che, mossi dallo spirito di socializzazione e aggregazione e dalla fede hanno indetto una raccolta fondi per il restauro della chiesa”, dichiara soddisfatta la presidentessa di “Itaca” e socio onorario del Comitato. Il “seme” gettato è subito germogliato: a Marzo 2014, le ditte del territorio, seguendo il progetto degli architetti Arena e Bonaccorso, hanno dato prestazione d’opera talvolta in maniera del tutto gratuita, mentre l’amministrazione provinciale garantiva un contributo di 5000 euro alla parrocchia del Soccorso guidata da Don Emanuele Leuzzi. Il 20 Dicembre 2014 la “chiesetta di San Giuseppe Lavoratore” è ultimata, arricchita di un campanile nuovo e bellissime opere d’arte di artisti locali al suo interno, come la “Santa Barbara” di Antonino Nucifora (che porta in mano una lanterna in ricordo dell’unico caduto palmese, Carmelo Impiombato), il “San Giuseppe” di Vincenzo Cicala e “La vergine che veglia sui
Gino Scarfone (al centro) e Nato Viola (a destra) con le donne del quartiere Pille in occasione della Zeppolata (foto CdQ Pille)
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I volontari del quartiere stazione sistemano il ceppo d'ulivo adibito a Tabernacolo (Foto CdQ Torre e Stazione)
popoli” della giovane Mariateresa Surace: negli occhi della Maria dipinta dalla giovane palmese, si coglie l’ingenuità e lo stupore per il miracolo avvenuto in lei. Il miracolo del Verbo fatto carne, della volontà della gente che recupera un edificio sconsacrato, di pesante ceppo di ulivo che diviene tabernacolo, e viene trasportato con sacrificio dai fedeli della Stazione. “La realizzazione di questa chiesa è appunto un miracolo.” afferma il Sindaco Barone. Un luogo di culto che il 20 Dicembre, a un anno dall’inaugurazione, ha accolto il Vescovo Emerito di Lamezia Don Rimedio, un luogo sacro che ormai è un bene comune per tutti, proprio perché voluto da tutti. Non a caso alla festa del quartiere erano presenti sia le forze politiche di opposizione (Ranuccio e Frisina), che di maggioranza, rappresentata dall’assessore Antonietta Gagliostro, sensibile, più di altri, alle problematiche umane degli abitanti di questo “balcone sul mare”. Nonostante gli obiettivi raggiunti però - tra cui quello recentissimo dell’acquisizione del locali della ferrovia in comodato d’uso - non smettono di sognare di vivere in un posto ancora migliore. Anche Gino Scarfone, presidente del Direttivo Pille, ha sognato in grande. Un intero, popoloso quartiere ha seguito il suo esempio. Ha mostrato, con continue assemblee al Comune, alle tante facce che si sono succedute in questi anni nella politica palmese un unico volto. Il volto di Maria, Gianni, Enzo, Cetta, Carmela, uomini e donne con lo “strampalato” sogno di vivere una vita normale in casa propria. Altro che sogno. Per diciotto anni il PRU, o per meglio dire “Piano di Recupero Urbano” è stato una sorta di “Isola che non c’è”: il finanziamento regionale per la riqualifica del quartiere, ammontante a 7 milioni (cinque milioni più due di risorse private) è finalmente approvato nel 2006 dopo nove anni di rimpalli burocratici. Ci vorrà però un lustro (o per meglio dire, cinque ere geologiche) per vedere un cantiere all’opera nella zona: il sogno di una strada vivibile per gli abitanti di Pille è affidato alla ditta Clarà Costruzioni di Santa Severina, che dopo nove mesi, a Giugno 2012, abbandona i lavori. “Non ci sono soldi”. Niente moneta, niente ditta. Fine del sogno, discesa agli inferi per il popolo dei “Galipis”: l’aria di vita che si respirava in ogni vicolo del quartiere - ingranditosi in maniera elefantiaca sia in orizzontale che in verticale con l’abusivismo selvaggio degli anni ’70 - ha lasciato il posto,
Volontari del Comitato di quartiere Torre e Stazione durante una giornata ecologica (foto CdQ Torre e Stazione)
con il “gran rifiuto” della Clarà, a un olezzo insopportabile. Tombini lasciati aperti, strade-cratere: è bastato un temporale abbondante per trasformare il disastrato rione in una piscina pubblica. Il fango avrà anche potuto sommergere vicoli e scantinati durante l’alluvione di Luglio 2012, ma non la volontà dei giovani e anziani residenti: le civili proteste sia in piazza che al comune non sono rimaste inascoltate e l’amministrazione comunale, ha compreso la forza umana, e perché no, anche politica di questo gruppo, divenuto ufficialmente Comitato di quartiere nell’estate 2013, organizzato meglio di una giunta e pronto a combattere “la buona battaglia”: Gino Scarfone, ”l’ammiraglio”, affiancato dal suo vice Nato Viola, da Enzo Mambrino, Gianni Fedele, Giovanni Infantino (senza dimenticare il socio onorario Mimmo Albergati recentemente scoparso) e soprattutto appoggiato da una schiera di donne pronte a organizzare iniziative semplici per tenere unito il quartiere, come la tradizionale zeppolata, partita così, spontaneamente, dallo spunto delle anziane del rione (la compianta Maria Cambrea tra tutte). “Ciascuna di noi ha cucinato due kg di zeppole per un totale di 16 kg, poi ci siamo radunate vicino al fuoco e cantato insieme cori natalizi, così è nata la zeppolata di Pille”, ricorda la commossa Carmela, moglie
del segretario Enzo: sono piccoli spontanei eventi che mostrano la forza di questa gente di quartiere, che ha combattuto, è caduta tra il fango, ma sull’orlo del ko, si è rialzata e ha vinto: infatti Il 13 Aprile 2015 la “Società Italiana Condotte S.r.l.” di Bagnara inizia i lavori di completamento del progetto PRU redatto dall’architetto Righini. Questa volta la ditta non scappa via, abbatte l’orribile cinta muraria di manufatti (per lo più adibiti a garages) abusivi, che impedivano una via di fuga in caso di pericolo e lavora alacremente. Nel frattempo anche la “Scuola dell’Infanzia Pille” viene ripristinata e rinnovata. Entro la fine dell’anno i lavori sono ultimati. Pille da “dormitorio” diviene un caratteristico borgo, con scale pavimentate a ciotolame di fiume: i festeggiamenti del Natale sono in grande stile come mai prima d’ora. Albero, presepe, tavolate con zeppole e piatti tipici: il sapore che tutti hanno avvertito è stato il gusto di stare assieme, ricchi e poveri, politici e non. “Pille è diventato un quartiere campione”, dichiara con forza il Sindaco Barone, che prosegue: “solo tre anni fa la scalinata non c’era e l’asilo era devastato dai vandali”. Anche il recupero di questo Rione, come quello dei “colleghi” della stazione, è un miracolo. Ma i miracoli si avverano solo per chi ci crede. Il buon Gino Scarfone e soci hanno avuto il coraggio di credere in un futuro migliore, di fidarsi ancora della politica, che tante volte aveva tradito le speranze del comitato.“Grazie a una grande sinergia tra comitato e amministrazione siamo orgogliosi di vivere in questo quartiere” dichiara il presidente di Pille. Il labirinto di vicoli, scalinate e storie umane, è ora un posto più sicuro anche per i bambini, liberi di cantare nello spettacolo natalizio che ha toccato il cuore di molti. La stessa Palmi, organismo dai più definito “morente” può tornare alla vita grazie alla spinta rigeneratrice delle sue “cellule”, i comitati di quartiere. Oltre a Pille e Stazione, altri due associazioni rionali operano sul territorio palmese: il CdQ Pietrenere (gemellato con Pille) e il Comitato per il Rilancio del Quartiere “Marinella”, presieduto dalla “quercia” Lillo Loiercio, che, ospite della festa dei Galipis, lancia un bel messaggio di collaborazione tra i quartieri: “La salvezza dell’umanità sta nella rifondazione della vita sociale”. Una vita sociale capace di sopravvivere all’oblio e mutare il destino di due rioni, può cambiare anche quello di un intero paese.
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Cultura Mediterranea e filosofia orientale si incontrano in Arpromonte
A San Giorgio Morgeto arrivano i Giardini Zen di Francesca Agostino
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pertura internazionale ed uno sguardo al mondo circostante. Così dalla comparazione interterritoriale ed interculturale, nascono idee semplici ed innovative, che sintetizzano efficacemente l’esperienza di un’unità produttiva operante con successo nel settore vivaistico ed ambientale, capace di interpretare il mercato e stare al passo coi tempi, tenendo testa ai continui e repentini mutamenti della domanda. Parliamo della Società cooperativa “Gaia Multiservizi”, con sede a San Giorgio Morgeto ed operante nel comparto della realizzazione e manutenzione giardini, recupero ambientale, arredo urbano, idrosemina e tutto ciò che è verde. Un impegno professionale di alta qualità,
tenacemente portato avanti con competenza e serietà da tutti i soci della cooperativa, e svolta con grande senso etico e di responsabilità e nel pieno rispetto per l’ambiente, per la natura e per il territorio. E’ in questo contesto di sani valori e sulla solida base di una realtà cooperativa affermatasi con grande impegno su un mercato difficile, che trovano spazio le idee semplici ed innovative di due giovani collaboratori, Roberta Agostino, ventiquattrenne e socia fondatrice della società cooperativa Gaia, ed Alessio Surace, ventottennne di Drosi. Terminati gli studi (diploma di liceo scientifico per lui e laurea in Scienze dell’Educazione per lei), i due ragazzi si dedicano allo studio del mercato ed alla ricerca e progettazione di idee innovative ed al contempo conci-
liabili con le attività produttive di base già espletate dalla società Gaia. E’ da questo lavoro di ricerca, interpretazione ed analisi di mercato, che il giovane Surace matura la propria intuizione e lancia l’idea di proporre un prodotto di tendenza su un mercato considerato sufficientemente maturo e pronto ad accoglierlo: il Giardino Zen. Una scommessa rivelatasi vincente, dati i primi importanti risultati conseguiti e l’apprezzamento riscontrato. Il fascino dell’Oriente non è indifferente ai due giovani che decidono di approfondirne la conoscenza. Ma cos’è, e qual è la funzione del Giardino Zen? Lo abbiamo chiesto ad Alessio (ideatore del progetto) e Roberta, la persona che realizza materialmente ed artigianalmente i piccoli ma preziosi giardini e che ha tradotto in pratica l’idea: “Il Giardino Zen (Karesansui)”, spiega Roberta, “è tipico della cultura giapponese ed è usato dai monaci zen giapponesi durante la meditazione. Molto diffuso anche in Occidente, è una rappresentazione simbolica della vastità della natura ridotta a pochi, essenziali e semplici elementi. E’ un simbolo di creatività che serve a trasferire sulla sabbia o ghiaia il proprio mondo interiore, attraverso l’apposito rastrello. Il vuoto è il grande protagonista estetico e la materia è rappresentata in maniera simbolica da pietre e ghiaia. I fiumi di sabbia/ ghiaia presenti in questi giardini rappresentano l’acqua che scorre o meglio la vita; le pietre dalle diverse forme rappresentano la terra e, sono un punto di pace e stabilità per l’osservatore. Esistono delle riproduzioni in scala, sono giardini zen in
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L’audace proposta della società cooperativa GAIA Multiservizi, che interpretando il mercato ed analizzando le tendenze, crea innovazione miniatura accompagnati da un struttura in legno, chiamati Bonseki e sono delle versioni da interno”. Una funzione non solo estetica, comunque, ma con una funzione anche psicologica e capace di produrre benefici sulla sfera interiore di chi lo possiede, con una efficace funzione antistress che incide positivamente sulla propria sfera spirituale. “Il giardino Zen” prosegue Alessio, “trasmette tranquillità e serenità, infatti viene usato anche all’interno dei centri benessere. Non è un giardino qualsiasi, averlo cambia il modo di concepire il giardino stesso, sicuramente più statico, ma nelle sue migliori espressioni, bello esteticamente, meditativo, ordinato. Coltivare un giardino zen significa coltivare la propria anima e la propria personalità in un percorso di crescita continua alla ricerca della pace interiore. Il tempo speso nella meditazione di questi spazi è un’arte volta a non rendere percepibile l’intervento dell’uomo, poiché la natura regna sovrana, col suo dinamismo di forme, mentre l’uomo ha una presenza silenziosa e rispettosa”. Ogni confezione del Bonseki proposta da Gaia Multiservizi contiene una base in legno colorato, un sacchetto di sabbia, un rastrello, tre pietre, una candela, una pietra portaincenso ed un incenso. Un Giardino Zen si presenta, in altre paro-
le, come una sorta di microcosmo naturale, comprensivo dei principali elementi della natura: la terra (sabbia e pietre), l’acqua (simboleggiata dai solchi di sabbia tracciati dal rastrello oppure presente in altre versioni comprensive anche di piccole fontanelle in bambù). Un piccolo universo naturale, sempre a portata di mano, che può favorire il più profondo contatto e la conciliazione (o riconciliazione) tra essere umano e natura, in un’epoca in cui questo legame va pericolosamente dissolvendosi, in specie per effetto del progressivo incremento dei livelli inquinamento (tema sul quale la preoccupazione è divenuta elevatissima a livello globale) e dei volumi di polveri sottili nell’aria, senza trascurare altre problematiche quali la tendenza alla cementificazione selvaggia, incontrollata e deturpante del suolo e del territorio. La Gaia Multiservizi non propone dunque un semplice complemento d’arredo, ma molto di più: l’opportunità (sempre disponibile) di portarsi a casa un’esperienza, uno spunto di riflessione, un momento di meditazione individuale prima, sociale poi, su questioni inerenti la sfera più recondita dell’esistenza: il Senso dell’essenza, la sua origine e la sua direzione. Il Giardino Zen, pur rappresentando un prodotto tipico della tradizione orientale
è perfettamente conciliabile con le attitudini culturali dell’area mediterranea, dove l’ambiente circostante, l’imponenza e la forza della natura sono elementi predominanti, che non hanno mai cessato di esercitare il proprio fascino sulle popolazioni locali, modellandone al contempo la sfera interiore e l’indole. Rappresenta altresì un punto di incontro tra tradizioni e culture lontane e profondamente differenti, che però hanno in comune principi fondanti, criteri e desideri universali: l’amore per l’ambiente, il bisogno di un contatto con il creato, il desiderio di immergersi nella natura e confondersi con essa, sino a divenirne parte. Ambiente e spiritualità si fondono così insieme in una felice sintesi, nell’intraprendente progetto della società Gaia Multiservizi, che ancora una vota riconferma la propria responsabilità sociale d’impresa dando fiducia, spazio e voce ai due giovani che in essa hanno trovato un campo di applicazione ed uno spazio di espressione per le proprie capacità e per la sperimentazione di idee semplici ma innovative. Un’impresa che ascolta e dà fiducia ai giovani, è certamente un’impresa che guarda al futuro.
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di Chiara Vaticano
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rmai non hanno bisogno di grandi presentazioni le quindicenni gemelle calabresi Chiara e Martina Scarpari che, dopo l’esordio al talent canoro di Rai Uno “Ti lascio una canzone” avvenuto due anni fa, sono conosciute ed apprezzate non solo in Italia ma anche all’estero. Poco dopo aver collezionato un ulteriore importante successo nella loro giovanissima ma già intensa carriera artistica, ovvero la partecipazione in qualità di rappresentanti del nostro Paese al celebre festival canoro internazionale “Junior Eurovision Song Contest” lo scorso novembre in Bulgaria; Chiara e Martina coronano un ambito sogno, frutto del loro talento e dell’impegno che giorno per giorno rivolgono alla loro più grande passione: il canto. Lo scorso 22 Dicembre, infatti, hanno presentato ufficialmente il loro primo lavoro discografico, un cd composto da 11 brani tra inediti e cover famose, dal titolo emblematico “Una storia importante”, ispirato al successo sanremese di Eros Ramazzotti e che racchiude in tre parole un percorso artistico che ha visto le gemelle varapodiesi conquistare, in un arco di tempo brevissimo, grande popolarità ed ambiti riconoscimenti. Alla presentazione, tenutasi presso il Centro Commerciale di Rizziconi “Porto degli ulivi” e moderata brillantemente dai giornalisti Tonino Raffa e Domenico Milani, hanno preso parte in qualità di relatori il M° Vince Tempera che con la sua etichetta Zelda Music ha curato la produzione discografica dell’album; il M° Christian Cosentino vocal coach delle gemelle e produttore artistico del cd e l’imprenditore Natale Princi, sostenitore della prima ora di Chiara e Martina. Le due giovanissime artiste, vere protagoniste dell’evento, hanno voluto ringraziare il nutrito pubblico di giornalisti, amici e fans intervenuti e hanno dichiarato che «dopo tre anni vissuti intensamente questo album rappresenta il coronamento di un percorso magico, la sintesi di un’avventura che grazie al sostegno di molti dei presenti ci ha portato a calcare palchi prestigiosi e raccogliere successi». Alle dichiarazioni delle sorelle Scarpari, hanno fatto eco quelle del M° Vince Tempera il quale si è detto entusiasta delle
Una storia importante
Il primo album delle Gemelle Scarpari potenzialità di Chiara e Martina; «seguivo già da almeno due anni il percorso di queste due giovani gemelle segnalatemi da Christian (Cosentino, ndr) ma devo dire che mi ha impressionato la loro crescita artistica e la loro umiltà», ha dichiarato il celebre maestro, soffermandosi poi a raccontare episodi e particolari inediti dei primi incontri con le gemelle. A conclusione della serata, Chiara e Martina hanno concesso qualche intervista alle numerose testate giornalistiche e tv locali presenti per dedicarsi poi ai fans, scattare foto ricordo e firmare le copie del cd acquistabile già in Calabria nei punti vendita autorizzati ed in tutta Italia, oltre che sulle piattaforme online, a partire dal 22 Gennaio.
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A Febbraio, a Casa Sanremo Tour
I Grifondoro Nuove stelle della musica nascono nella Piana
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ltre alle competenze, il piacere di stare assieme in modo sano, fa riscoprire il valore dell’amicizia e dà un contributo alla risalita dell’immagine del territorio della Piana attraverso la nascita di nuove stelle. I Grifondoro sono un gruppo musicale formatosi nel Maggio del 2011 tra i banchi dell’Istituto d’Istruzione Superiore di Oppido Mamertina, in occasione della giornata dello studente. I componenti sono Enzo Argirò (chitarra classica e voce), Alberto Catania (batteria), Fabio Scarcella (basso), Luigi Barbaro (voce), Giuseppe Morgante (chitarra elettrica), qualche mese dopo si sono aggiunti: Davide Zinghinì (chitarra elettrica), e Rosario Siciliano (tastiera), quasi a voler riempire quello spazio vuoto per diventare definitivamente il gruppo di oggi. Un gruppo solido perchè fatto non solo di musica ma anche di amicizia. Finiti i tempi della scuola, i ragazzi di Molochio, Oppido Mamertina e Rizziconi (questi i comuni dai quali provengono i componenti del gruppo) non perdono l’entusiasmo, la voglia di suonare, di divertirsi e di divertire portando in giro il proprio spettacolo e riscuotendo notevole successo tra i giovani di tutta la Piana. Sono anni di esperienza e di crescita, durante i quali la band non si limita solo ad esibirsi nelle varie cittadine della zona, ma inizia a costruire un progetto di musica inedita che prende vita dalla penna
e dalle corde della chitarra (e vocali) di Enzo Argirò sviluppandosi poi sugli strumenti dei musicisti della giovane band. Tutto questo, unito alla voglia di stare insieme e alla passione comune per la musica sono delle ottime basi per la costruzione di un sogno. Sogno che inizia a prendere forma nell’Agosto del 2015. Viene presentato il Casa Sanremo Tour, prodotto dal Gruppo Eventi. In giro per l’Italia alla ricerca di resident music band di Casa Sanremo 2016. Ai vincitori, come premio, spetta un’intera settimana a contatto con produttori e artisti del famosissimo Festival della Musica Italiana. I Grifondoro partecipano alla selezione tenutasi al centro commerciale Porto degli Ulivi di Rizziconi presentando alla giuria, capitanata da Vincenzo Russolillo, l’inedito brano “Barcelona”. La giuria apprezza l’originalità del pezzo, il modo di presentarsi della band, lo spettacolo e la spontaneità. Così i Grifondoro vengono ammessi alla finale di quella selezione fissata al 09 Agosto 2015. Questa volta i ragazzi hanno la possibilità di presentare due brani. Così, oltre a “Barcelona” presentano anche “Un bacio” altro brano inedito della band. Ed ancora una volta stupiscono la giuria, questa volta presieduta dal Maestro Vince Tempera, famoso autore e musicista di numerose sigle televisive di successo, sia in qualità di direttore d'orchestra e arrangiatore che
di Vito Zinghinì
di autore dei testi. E’ un successo, e tra il tripudio del pubblico è lo stesso Vince Tempera a proclamarli vincitori di quella selezione che apre, ai Grifondoro la porta di accesso alla selezione nazionale. Quattro mesi dopo arriva la chiamata per partecipare alla finalissima nazionale di Casa Sanremo Tour. Dopo “soli” quattro anni dalla nascita del gruppo quasi non ci si rende conto del traguardo raggiunto. La finalissima si svolge a Salerno, il 09 Dicembre 2015. I Grifondoro dopo la loro esibizione ricevono ancora una volta il consenso della giuria di Vincenzo Russolillo, superano la prima fase e accedono a quella finale. L’ultima esibizione viene fatta sotto gli occhi (e le orecchie) attenti di Roby Facchinetti, un grande musicista e cantante italiano, tastierista e voce storica dei Pooh. I ragazzi si “battono” contro la Santarsieri Band; Davide contro Golia, se parliamo di esperienza professionale. Ma i Grifondoro affrontano la sfida con spontaneità, naturalezza e tanta grinta. Ma non basta per il primo posto, che viene conquistato dalla Santarsieri Band. Tuttavia i Grifondoro conquistano un preziosissimo e meritatissimo secondo posto. Come premio, andranno ad esibirsi il 10 Febbraio 2016 nella città simbolo della musica italiana: Sanremo. Detto qualche anno fa, forse nessuno di loro ci avrebbe creduto. Dai banchi di scuola a… SANREMO: questi sono I GRIFONDORO.
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di Veronica Iannello
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Lady Musical” ...come ormai tanti la definiscono, dopo l’Oscar Italiano per il Musical, Valentina Gullace, 34 anni, torna nella sua Polistena e presenta con grande successo “Una Serata a Brodway”. L’attrice, vincitrice nella sezione “attrice non protagonista” dell’Annuale Oscar della musica italiana (Music-All Party 2015), ha offerto al pubblico della sua terra natia, uno spettacolo vario, una splendida performance di bravura e interdisciplinarietà. L’artista calabrese inizia a studiare danza e pianoforte all’età di 8 anni. A 18 anni si trasferisce a Roma, dove frequenta l’Università e l’Accademia Nazionale di Danza. Dopo esser stata voce di una band (Demage Done), con la quale sono tanti i successi e fatto numerose esperienze musicali, esplode in lei la passione per il Musical e dopo il diploma alla Musical Theatre Academy, nel 2006 il suo debutto in Jesus Christ Superstar, versione italiana prodotta dalla Compagnia della Rancia e regia di Fabrizio Angelini e Gianfranco Vergogni. Da allora prende parte a numerosi altri spettacoli: Cabaret (con Michelle Hunzier e Christian Ginepro), Highn School Musical (in cui interpreta Sharpay), Non Abbiate Paura (musical sulla vita di Papa Wojtyla), 80 Voglia di...80 (con Paolino Ruffini), Mille Lire al Mese (al Teatro Parioli come attrice protagonista), Sogno (con coreografie di Andre De La Roche), Salvatore Giuliano (con Giampiero Ingrassia e Barbara Cola), Aladin (con Flavio Montrucchio e Stefano Masciarelli), Fantasmi a Roma (con un cast d’eccezione tra cui Carlo Reali e Simona Patitucci), Franenstein Junior (con Giampiero Ingrassia)...e molto altro ancora. Ed eccola, Valentina, a Polistena, nel suo paese natale, con la sua professionalità, la sua briosità: sguardo deciso e tanta
Grande “performance” a Polistena di Valentina Gullace luminosità in un viso pieno di sogni da realizzare, una femminilità elegante ed ipnotizzante, una donna in continua evoluzione, come lei ama definirsi. Esempio per i giovani calabresi ricchi di talento e
passione: volano fuori dalla propria terra, per poi tornare a mostrare con orgoglio il loro successo e la preparazione raggiunta;
tornare per raccontare che con sacrifici e grinta si possono realizzare anche i sogni più grandi... Lei, che crede fermamente nel potere sociale, civile e culturale del teatro, come strumento di conservazione della memoria storica, ma anche strumento di denuncia, spunto di riflessione... Lei, che ama pensare che sono i personaggi a sceglierla, per insegnarle qualcosa di importante.. Lei, che non si preclude davvero nulla...che ama il suo lavoro e che, nella serata polistenese del 30 Dicembre, ha regalato ai suoi concittadini e oltre, un momento di arte, idea nata dalla collaborazione tra l’Amministrazione Comunale di Polistena, guidata dal Sindaco Michele Tripodi, la Residenza Teatrale con Direttore Artistico Andrea Naso e l’assessore alla cultura Nelly Creazzo. Si è esibita accompagnata al pianoforte da un altro artista della Piana Nicola Sergio, in brani tratti da colonne sonore di film: uno spettacolo unico e significativo, un momento di musica, arte e cultura per Polistena. E...mentre la sua carriera avanza, Valentina continua a scrivere i testi delle sue canzoni e vive e fa vivere i personaggi che interpreta... Ad Maiora....
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Dieci anni della Associazione 'mbuttaturi
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’era una volta (e c’è ancora) una nuvola che cammina, con in cima una Vergine che sale in cielo, costruita “pezzo per pezzo” da duecento giovani appassionati discendenti degli uomini che, coi loro antichi mestieri, “costruirono” Palmi. Cinque secolari e affascinanti lavori: artigiani, marinai carrettieri, contadini e bovari. Cinque mestieri divenuti cinque corporazioni. Per fare camminare la nuvola chiamata “Varia” era necessario che venisse trasportata da tutte e cinque le travi. In pratica, se alla Varia mancava un pezzo, non camminava, non “scasava”. Ogni trave da sola non può farcela, così come le corporazioni. Nessuna può esistere senza l’altra. Proprio per questo, nel 2005, gli azzurri marinai, i verdi contadini, gli artigiani amaranto, i bovari arancio e i gialli carrettieri hanno deciso - sulla spinta dell’eclettico Giuseppe Cricrì - di darsi una “regolata” e di costituire, dopo 105 anni dall’ “invenzione” della Varia meccanica di Giuseppe Militano, l’ “Associazione ‘Mbuttaturi della Varia di Palmi”, che a differenza di molte altre esistenti sul territorio, non è stata una meteora, ma opera ininterrottamente da ben dieci anni. Il compleanno, rinviato svariate volte causa maltempo (doveva svolgersi il 22 Novembre) è stato finalmente festeggiato l’8 Dicembre, giorno della festività dell’Immacolata Concezione. I giovani (già con qualche anno alle corde o alle travi alle spalle) ‘mbuttaturi hanno portato in piazza il senso di dieci anni di associazione: il “costruire insieme” ed insegnarlo ai più piccoli. Da Via Arangiara, luogo della “scasata” infatti, un corteo di soli bambini ha trasportato delle mini travi con i simboli delle cinque corporazioni (nulla di paragonabile alla “discutibile” Varia dei ragazzi vista quest’estate). Il corteo si è poi fermato a Piazza Primo Maggio, colorata a festa dalle bellissime foto della Varia 2013 scattate dall’associazione culturale “Imagorà” e dalle deliziose opere artistiche realizzate da bimbi dai 5 agli 11 anni (coinvolte intere classi in molti casi) nell’ambito del concorso “U ‘Mbuttaturi: fede, sacrificio e tradizione”. U ‘mbuttaturi, per ogni bambino, è visto quasi come un “supereroe”, ed
ogni bimbo o bimba, può sentirsi un piccolo eroe indossando divisa e fazzoletto. Tutto era a misura di bimbo, anche i caratteristici Giganti e il Palio. “Educare alla Varia” divertendosi: come fosse un puzzle, i bimbi hanno pure costruito una miniatura della magica nuvola bianca con pezzi di polistirolo, colorate stelle, sole e luna, proprio come nella Varia vera. Costruire pezzo per pezzo, proprio come fanno gli “eroi ‘mbuttaturi”, che - ricordiamolo - montano il carro sacro, lo trasportano in quell’interminabile quarto d’ora nel bel mezzo del caldo agostano, per amore del proprio paese e per la fede nella Madonna. Una fede che va sempre coltivata e costruita Cpiece by piece”, fin dalla tenera età. “Questa festa non sarebbe mai esistita senza il culto della Madonna della Sacra Lettera”, spiega don Silvio Mesiti ai piccoli. Oltre al sempiterno parroco della Concattedrale palmese, sono intervenuti pure il neopresidente del Comitato Varia dott. Giuseppe Randazzo e Massimiliano Isola, eletto capo dell’associazione ‘mbuttaturi lo scorso anno: “Io mi sento ‘mbuttaturi perché credo innanzitutto, che quello che facciamo nel trasporto della Varia sia un crogiolo di fede, forza, coraggio e amore per la nostra città” - ammette Isola - “la varia porta con sè il meglio di Palmi, la sua Unione, le sua forza e le sue speranze. Provando tutto questo non si può fare altro che essere assolutamente orgogliosi di essere ‘mbuttaturi della varia, in quei 15 minuti si ha il compito di trasportare il meglio del tuo paese, orgoglio accresciuto dal fatto di essere patrimonio U.N.E.S.C.O.” Al timone della manifestazione, il capostanga della corporazione dei marinai Eugenio Crea. Uomo attivo, dai mille interessi, ha condotto l’evento con piglio sicuro ma ha saputo pure ricordare con estrema delicatezza, in punta di piedi, gli “Uomini che fecero la Varia”, gli uomini che l’hanno reinventata, riscoperta, valorizzata e fatta conoscere nel mondo. Questi “operatori di cultura” ci sono ancora, anche se noi comuni mortali pensiamo non ci siano più. La loro opera continua a vivere in una “nuvola che cammina”, costruita “pezzo per pezzo” da ognuno di loro: Ciccio Fonte, che cono-
di Deborah Serratore
sceva tutti i segreti del montaggio, alla nube bianca ha dato una forma; Mario Bagalà alla Varia invece ha donato poesia; Pino Tripodi, membro del comitato, gli ha donato un’organizzazione. E poi ci sono loro. I due uomini che più degli altri hanno reso grande questa festa, entrambi scomparsi lo scorso anno, Domenico Ferraro e Franco Tigano. Il primo, presidente onorario del Comitato Varia e “memoria storica” di Palmi, voce della cultura palmese che ha spezzato - attraverso le sue ricerche - un silenzio lungo vent’anni (dal ’67 all’ ’87) in cui la Varia non veniva più celebrata: se la nuvola “scasa” ancora, il merito è anche suo. Seguiva la Varia in prima persona senza mai mettersi in primo piano, Franco Tigano. Franco ha una figlia, Adele, ma si può dire che tutte le animelle dal 1987 in poi siano un po’ tutte figlie sue. Proprio la figlia, quella vera, ha ricevuto commossa un quadro ricordo con la frase: “Si sentirà un po’ più sola, un po’ più triste, l’Animella, senza di te”. L’Associazione ha poi donato delle piccole travi ai congiunti dei contadini Enzo Bruzzese, Mimmo Saffioti e Rocco Gambacorta; del carrettiere Vincenzo “Cecino” Calabrò e del bovaro Roberto Bagalà; ‘mbuttaturi, che con la loro simpatia e freschezza, hanno allietato le edizioni di questa festa nel corso delle loro vite. Un’associazione di duecento “giovani appassionati”, che da dieci anni non svolge solo attività legate alla Varia, ma si impegna a tutelare il territorio: memorabili in tal senso le giornate ecologiche alla “Marinella”, il “Pranzo dell’amicizia”, la raccolta alimentare, l’adozione a distanza con il Gruppo India, il volontariato nelle carceri ed i vari tornei a scopo ludico di calcio tennis e giochi delle cinque corporazioni. E chissà quante altre iniziative costruiranno insieme, le cinque corporazioni, uniti nel trasportare su una macchina a spalla dei bambini, la “Palmi del futuro”, la speranza di un paese intero. Una speranza che verrà innalzata anche quest’anno in occasione dell’attesissima “Varia del Giubileo”. Questa speranza è talmente grande che ormai la “nuvola che cammina” sembra quasi volare. Buon compleanno, ‘mbuttaturi!
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Visitate San Giorgio Morgeto, ed immergetevi in questo antico e suggestivo borgo
di Francesca Agostino
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l borgo aspromontano di San Giorgio Morgeto, la cui confromazione urbanistica mantiene ancora i canoni dell’antica tradizione ed organizzazione civica medievale, nel periodo natalizio ripropone il proprio splendore ed offre alle famiglie di abitanti, ma anche a numerosissimi turisti e visitatori, l’opportunità di fare un tuffo nel passato, apprezzando e vivendo pienamente il calore della tradizione natalizia. Un importante momento di coesione sociale e solidale, oltre che di pacifica convivenza civica, ancor più notevole se considerato alla luce delle recenti trasformazioni sociali, sempre più interrelate e globalizzate, che se da una parte producono effetti benefici per l’evoluzione e l’innovazione della civiltà, dall’altra portano in sè il rischio endemico della dispersione di tradizioni secolari e degli usi e costumi dei popoli italici. Un rischio che, fortunatamente, la società civile del popolo di San Giorgio Morgeto non intende correre: famiglie, organizzazioni del terzo settore o semplicemente gruppi spontanei di volontari, si adoperano ogni anno per mantenere viva la tradizione natalizia, che a San Giorgio Morgeto coincide soprattutto con un’attitudine propria dell’indole della gente del posto: l’arte del fare il presepe. Il presepe, raffigurazione simbolica della Natività, uno degli eventi fondamentali della tradizione religiosa cattolica, è stato variamente interpretato dalla società sangiorgese, che nel 2015 ha dato vita a tre differenti rappresentazioni: il presepe a San Giorgio è animato, vivente e tradizionale. Andiamo a scoprire di più su queste affascinanti rappresentazioni.
San Giorgio Morgeto: il presepe dei presepi Progetto: PRESEPE VIVENTE DEI BAMBINI - XVI EDIZIONE A cura di: Pro Loco Morgetia, L’Associazione “Pro Loco Morgetia” nasce con il proposito di far conoscere in ogni forma e con ogni mezzo la tutela, la valorizzazione, la conservazione delle risorse ambientali, storiche, culturali, tradizionali ed artistiche del territorio e della comunità sangiorgese, onde promuoverne la crescita sociale. La presentazione della Presidente, Giuseppina Ierace “San Giorgio Morgeto, chiamato il borgo delle acque” e il “paese presepe” attraverso la sua morfologia e la sua posizione, è ben visibile da ogni punto della Piana di Gioia Tauro e, la propria struttura che lo fa assomigliare ad un presepe, attira a sé molti turisti in ogni momento dell’anno. Una delle manifestazioni più importanti ed attesa dall’intero centro è il PRESEPE VIVENTE DEI BAMBINI, che vede il coinvolgimento di tutte le famiglie sangiorgesi. Questa manifestazione si è specializzata nell’allietare visitatori e turisti in genere attraverso la riproposizione del SS. Presepe come da tradizione nel periodo natalizio. Tutto ciò è finalizzato a lanciare un messaggio di pace grazie ai protagonisti, i bambini i quali, attraverso la loro genuinità e spontaneità, fanno rivivere il centro storico di San Giorgio Morgeto che si trasforma per più di due mesi. I bambini, preparati dai propri genitori
durante tutto l’arco dell’anno, dimostrano ai visitatori modi e tecniche di antichi mestieri quali: stagnino, fabbro, falegname, sarto, ricamatrice, boscaiolo, bottegaio, macellaio e, attraverso l’accurato recupero da parte degli organizzatori di attrezzi di mestiere d’epoca, rigettano il Centro Storico in un’atmosfera veramente magica. L’evento culturale proposto ha il fine di far conoscere il centro storico di San Giorgio Morgeto che, con il sontuoso Castello Morgezio di epoca normanna, il Convento dei Domenicani edificato nel 1393, la Fontana Bellissima, i numerosi portali settecenteschi e seicenteschi con i palazzi signorili, le numerose Chiese e statue lignee e marmoree, può diventare il volano di una crescita sociale e civile. “Fare presepe” vuol dire essere uniti e fissare obiettivi comuni. L’evento si svolge nel perido natalizio all’interno del Centro Storico e nelle cantine “catoj”, i portali e le tipiche viuzze “baghari”, necessitano di una manutenzione quotidiana mentre sarte e ricamatrici sono impegnate annualmente nel cucire abiti d’epoca. Di notevole interesse, durante tutti i giorni della manifestazione, è la fiera espositiva degli artigiani falegnami, cestai, fabbri, ricamatrici ed agricoltori in genere, che espongono i propri prodotti che risultano essere molto apprezzati dai visitatori. Quest’anno il Presepe Vivente dei Bambini ha interessato la parte alta del Centro Storico ed è andato in scena il 26-27 dicembre e il 3 gennaio 2016 ed è stato considerato da molti, grazie alle migliaia di presenze, tra le migliori manifestazioni dell’anno 2015 della Nostra Regione”.
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E’ l’antico borgo italico di San Giorgio Morgeto a riproporre ancora una volta una manifestazione al contempo tradizionale e spettacolare: quella dei presepi natalizi. Progetto: LA VIA DEI PRESEPI A cura di: Associazione Pro-Castello L’Associazione Pro-Castello nasce dodici anni fa, ad opera di un gruppo di amici che, accomunati da un unico spirito d’ amore verso il proprio paese e da una forte volontà di far conoscere San Giorgio Morgeto come luogo di bellezza e di autenticità, si sono attivati con una serie di manifestazioni che in questi anni sono diventate un forte richiamo turistico e culturale per tutta la provincia reggina. La presentazione della Presidente, Mimma Zangari “La Via dei Presepi è nata da un’idea che era quella di valorizzare sia l’antica tradizione dei presepi che il bellissimo centro storico vanta ma anche per stimolare la fantasia dei tanti turisti che ogni anno visitano l’antico presepe animato presso il Convento dei Domenicani: ecco che si aprono vecchie vetrine, luoghi anche disabitati o piccoli angoli del centro che sono stati animati da particolari allestimenti, da quelli già allestiti da artigiani appassionati di questa forma d’arte ma anche da allestimenti ex novo curati dai soci tutti lungo la via dei presepi. Troviamo il presepe in polistirolo che riproduce l’antico borgo con i pastori di S.Gregorio Armeno, ma anche quello in sughero e muschio proveniente dalla sughereta del comune di S.Giorgio Morgeto, quello realizzato nelle antiche ceste di castagno di cui vantiamo antica e raffinata tradizione,quello con il pane, quello realizzato all’interno di un bulbo di lampada, quello realizzato all’interno di un forno a legna,quello realizzato con una radice di ulivo del territorio ecc ecc. Tema dominante di tutta la mostra è stato
l’uso di materiali naturali e tipici del luogo e gli allestimenti sono stati realizzati usando anche tessuti antichi e strumenti musicali realizzati dall’artista costruttore di zampogne e lire calabresi, Sorbara Giuliano di S.Giorgio Morgeto. La mostra ha avuto il merito di creare un percorso obbligato che partendo dalla Piazza principale portava alla meta finale presso il Presepe Animato al convento dei Domenicani, percorso fatto di tanti punti illuminati che hanno incuriosito e incantato i tanti visitatori che si sono incollati alle vetrine insieme ai tantissimi bambini e che hanno riempito le piccole vie per tutto il periodo natalizio e che si son conclusi con la 12 edizione della Befana in Piazza e con la bellissima mostra di ricami eseguiti da alcune maestre ricamatrici dell’Associazione. Visto il grande successo avuto ci ripromettiamo per il prossimo NATALE di realizzare la manifestazione più ricca e più bella, anche a richiesta dei tanti estimatori.” Progetto: ARTISTICO PRESEPE ANIMATO A cura di: Club “Amici del Presepe Sangiorgese” Gruppo di lavoro: Ubaldo Seminara, Luigi Seminara, Giuseppe Guerrisi, Luciano Raffa, Angelo Raffa, Salvatore Valerioti, Francesco Greco, Salvatore Muratori, Francesco Sorbara, Sebastiano Giovinazzo, Antonio Fonte, Girolamo Raso, Giorgio Raso e altri Di seguito si riporta la presentazione del progetto sulla base delle informazioni tratte dal sito web dedicato: www.sangiorgiopresepe.it. “La tradizione del presepe artistico animato a San Giorgio Morgeto risale agli anni ‘30, quando i Padri Domenicani del Convento sangiorgese si adoperarono in-
sieme ad alcuni abilissimi artigiani locali nella realizzazione del presepe animato, la cui peculiarità, è la presenza degli speciali “pastori movimentati”. Una tradizione alla quale a partire dagli anni ‘60 diede grande impulso Padre Giordano, monaco del Convento sangiorgese, che introdusse gli speciali effetti cromatici, che conferiscono ulteriore dinamicità e realismo ad una sceneggiatura in movimento, che rappresenta i pastori impegnati nelle quotidiane attività e nello svolgimento dei mestieri dell’antica tradizione. L’alternanza dell’effetto “notte” e “giorno”, consente di introdurre un elemento ancora più suggestivo al presepe: lo scorrere del tempo che scandisce i tempi della vita sociale e dell’organizzazione degli antichi nuclei civili organizzati secondo canoni pastorali. Negli anni ‘70 sono gli artigiani locali a riproporre e dare seguito ad una tradizione ormai parte del comune sentire locale; una tradizione riproposta costantemente e reinterpretata di anno in anno, con piccoli adattamenti, cambiamenti ed accorgimenti, comunque tali da consentire il rispetto dell’impianto originario e da assicurare al visitatore sentimenti di armonia nati dall’ammirazione di uno scenario spettacolare ed emozionante. Nel 1995 si costituisce il Club “Amici del Presepe”. Da rimarcare come nel 2015, la nuova disposizione circolare del presepe abbia reso più agevole l’osservazione e lo scorrimento dei visitatori.” Congratulazioni dunque a tutti coloro i quali hanno collaborato a questi importanti progetti culturali, dimostrando impegno e spirito di dedizione verso un obiettivo comune: la tutela e la valorizzazione della tradizione locale. Con un invito a tutti: visitate San Giorgio Morgeto, ed immergetevi in questo antico e suggestivo borgo. Le emozioni, a San Giorgio, sono garantite.
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di Graziella Cosentino
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NATALE D’AMARE
n Natale d’Amare e d’Amore ..questo è quello che è andato in scena il 19 Dicembre a Taurianova, infatti presso la Chiesa del Rosario di Taurianova, si è svolto, l’ormai tradizionale concerto di Natale della Scuola primaria dell’Istituto comprensivo “Monteleone-Pascoli”. La manifestazione ha visto gli alunni delle quinte classi impegnati nel repertorio classico di alcuni testi prettamente natalizi, legati alla scena della natività interpretata in una chiave tematica riferita alle problematiche dei nostri tempi. Ai temi della solidarietà, della guerra e della migrazione ha richiamato una lirica recitata dalla dirigente dello stesso istituto, professoressa Maria Aurora Placanica. Come sempre grande è stato il lavoro di squadra che ancora una volta ha reso possibile la riuscita dello spettacolo, le insegnanti con grande professionalità, grinta e passione riescono sempre a trasmettere ai piccoli cantanti grande energia ed entusiasmo il che non poteva portare che ad una brillante esibizione com’è nello stile a cui ci ha abituati l’Istituto Comprensivo Monteleone-Pascoli Gli alunni sono riusciti a coinvolgere il pubblico presente che, nella seconda parte del concerto, si è ritrovato a seguire allegramente i ragazzi, quando il coro ha proposto alcuni testi dei più noti cantautori della canzone italiana, intervallati da alcuni aforismi che hanno messo in risalto, con sottile, ma discreta ilarità, il Natale del consumismo. La capacità degli alunni di trasmettere in modo così
dirompente un crescendo di emozioni è stata veramente grande. Il pubblico ha apprezzato entusiasticamente i piccoli artisti e il lavoro svolto dalle insegnanti, dal Maestro Michele Tettè e dalla coreografa signora Mimma Spanò, applaudendo calorosamente tutta la manifestazione sia durante l’esecuzione dei brani che accompagnando il coro nei momenti più entusiasmanti. Gli alunni hanno fatto il loro ingresso in chiesa sulle note dell’aria più amata in questo periodo dell’anno: “Tu scendi dalle stelle” e in questo particolare momento storico ricco di avvenimenti purtroppo negativi e denso di paure per il futuro i ragazzi dell’Istituto hanno saputo dare un sospiro di speranza e di gioia illuminando il buio di una quotidianità, che a volte provoca inquietudine, di una luce d’amore.
Sulle note dell’aria più amata in questo periodo dell’anno: “Tu scendi dalle stelle”
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Corale Tau "Padre Alessandro Nardi" Taurianova
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Senza la musica la vita sarebbe un errore" citava Friedrich Niezche ed anche quest'anno, in concomitanza con le festività del Santo Natale, la Corale Tau "Padre Alessandro Nardi" ha presentato i suoi concerti in varie cittadine della Provincia e fuori Provincia concludendo il Revival Natalizio nella Chiesa dei Ss. Apostoli Pietro e Paolo di Taurianova. La Corale ha addolcito, per un piccolo spazio di tempo, le menti ed il cuore dei presenti portandoli in un giardino dove fiorisce amore ed amicizia e dove è possibile fugare le sofferenze del cuore e della mente cantando irripetibili brani racchiusi nel tempo e nella memoria di una meravigliosa spiritualità musicale. I brani eseguiti, trascritti ed armonizzati dal Maestro Michele Tettè sono stati dedicati alla memoria dell'amatissima Chiara Petullà assorbita nell'incanto e nello sconfinato amore di Dio. Per il suo splendido esempio d'altruistico amore per i fratelli sofferenti, la Corale Tau si è impegnata in una raccolta fondi in favore dei bambini sordo-ciechi curati nel centro di Termini Imerese (provincia di Palermo) gestito dalla" Lega del Filo d'Oro". La somma raccolta ammontante ad Euro cinquemilacentonovantadue sarà impiegata all'acquisto e successivamente al dono di un Tonometro a soffio d'aria che permetterà di misurare la pressione intraoculare senza alcun contatto con la superficie dell'occhio. Parole per esprimere la riconoscenza ed il ringraziamento alle autorità e ai Cittadini per l'amorevole sensibilità dimostrata, nei confronti dei sofferenti donando contributi. L'esecuzione concertistica della Corale guidata dal Maestro Michele Tettè che ha riprodotto musiche, armonizzato e diretto i Cantori, ha visto la partecipazione del gruppo di Camera composto da Martina Tettè al violino, Elisa Perri all'Oboe-Flauto traverso e Arcangelo Albanese al Pianoforte. La manifestazione è iniziata nel mese di Giugno 2015 alla "Casa di Nazareth" di Rizziconi con la Scuola dell'Infanzia Paritaria diretta dalla Maestra Ninetta Conti, grazie alla performance del progetto "ORFF SHULWERK" svolto dal Maestro Michele Tettè; prosegue il 18 Dicembre nell'I.C. Monteleone - Pascoli di Taurianova diretto dalla Preside Professoressa Maria Aurora Placanica, con la partecipazione del Coro delle voci Bianche delle quinte classi; il 20 Dicembre la Corale Tau, invitata dalla Signora Federica Spanò, si è esibita nella Chiesa dell'Assunta di Anoia Superiore; il 28 dello stesso mese nella Chiesa Maria Santissima della Colomba di San Martino di Taurianova su invito del Parroco Don Pino Deraco; il 3 Gennaio 2016 presenziava una
di L. O. Cordova
rappresentazione canora nella Cattedrale di Mileto (Vibo Valentia) su invito del Presidente della Pro Loco signor Rosario Torneo; il 5 Gennaio il Sindaco di Santa Cristina d'Aspromonte Dottoressa Carmela Madafferi ha richiesto l'esibizione della Corale nella Chiesa di San Nicola e San Fantino. Questo lungo impegno ha visto la conclusione a Taurianova nella Chiesa SS. Apostoli Pietro e Paolo di Taurianova ospiti dell'Arciprete Don Alfonso Franco sempre sensibile a tali manifestazioni. Nel concerto di chiusura ad affiancare la Corale Tau hanno partecipato un gruppo di bambini facenti parte del Coro delle Voci Bianche dell’I.C. Monteleone-Pascoli di Taurianova. I canti eseguiti, tra i più significativi del repertorio natalizio sono variegati ed in questa occasione, oltre alle immortali musiche dei grandi compositori: Mozart, Vivaldi, Wade, Hendel, è stato eseguito un brano inedito “Ave Maris Stella” del Compositore Taurianovese Michele Ascioti (18361895) messo a disposizione del pronipote Dott. Giuseppe Ascioti. Il concerto è sato apprezzato dal numerosissimo pubblico presente in Chiesa con entusiastico coinvolgimento per l’alto contenuto morale della manifestazione, per la ricaduta sul territorio, per le musiche e le esecuzioni canore.
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Per regalare un sorriso ai piccoli ospiti del Lions Club “Polistena Brutium”
di Monica Minì
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Parenti ed amici dei Lions non si sono tirati indietro nel servire a tavola e nell’accudire i piccoli ospiti
Il Governatore si “veste” da Babbo Natale
copo principale del Lions Club “Polistena Brutium”, come di tutti i Club che aderiscono al movimento lionistico, è quello di operare per la realizzazione di quelli che vengono definiti “service”. Iniziative, tese alla valorizzazione del territorio, allo sviluppo culturale, al soccorso ai bisognosi e, in generale, destinate a rendere un “servizio”, proprio come quello reso il 27 Dicembre 2015 presso il centro Padre Pino Puglisi sito in Polistena, intitolato: “…per il sorriso di un bambino”. Per l’occasione, i lions del Polistena Brutium, invece di organizzare la tipica “festa degli auguri”, elegante cenone con tavola imbandita con i migliori propositi, hanno preferito concretizzare “le intenzioni” ed invitare a pranzo oltre settanta bambini provenienti non solo dalla cittadina di appartenenza del Club, ma anche dai paesi viciniori, scelti tra coloro che maggiormente necessitavano di “essere avvolti dal calore natalizio”. Una giornata pensata dal presidente del Lions Club “Polistena Brutium”, dott. Do-
menico Mobrici, pianificata dal responsabile circoscrizionale del service distrettuale “…per il sorriso di un bambino” dott. Ferdinando Rombolà, socio del club polistenese, organizzata insieme alle Suore della Divina Volontà, Suor Bruna e Suor Janette, a Don Pino Demasi, socio del club, referente di Libera per la Calabria, parroco del Duomo di Polistena, Chiesa di Santa Marina Vergine ed assegnatario del centro in cui si è svolta la manifestazione. Tale Centro Polifunzionale, intitolato a Padre Pino Puglisi, nato fra le mura di un palazzo confiscato alla ’ndrangheta non è stato scelto a caso per il pranzo di beneficenza, ma con la consapevolezza di voler dimostrare che le difficoltà possono essere mutate in amore, l’amore in speranza e festeggiare insieme la crescita di un mondo diverso, più umano per tutti. All’iniziativa hanno partecipato con grande entusiasmo anche gli appartenenti al Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio. Il Comm. Dott. Aurelio Badolati, delegato vicario dell’Ordine per la Calabria, ha offerto al Lions Club Polistena Brutium, un gran numero di giocattoli
Comm. Dott. Aurelio Badolati, Delegato Vicario per la Calabria del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, Geom. Antonio Fuscaldo, Governatore del Distretto Lions 108 YA, Don Pino Demasi, referente di Libera per la Calabria, Dott. Domenico Mobrici, Presidente del Lions Club Polistena Brutium.
da donare ai piccoli commensali alla fine della giornata. Collante tra l’Ordine Costantiniano ed il Lions Club sono stati il Cav. Dott. Rocco Gatto, socio del club ed il Benemerito Dott. Roberto Bendini. Hanno onorato, la manifestazione, con la loro presenza le maggiori personalità lionistiche, presidente di Circoscrizione Avv. Ferdinando Jacopino, socio del Club, presidente di Zona Dott. Iozzo, Past Governatore Avv. Armando Veneto e Governatore, Geom. Antonio Fuscaldo che a sorpresa si è anche trasformato in un generoso Babbo Natale che, estraendoli dalla sua colorata slitta, ha distribuito doni a tutti i presenti. Anche il Leo Club “Polistena Brutium” ha partecipato con l’ intervento del Vice Presidente, Eduardo Zampogna. La piacevolissima giornata, non scevra di veri momenti di commozione, è stata anche animata dalla presenza di parenti ed amici dei Lions che non si sono tirati indietro nel servire a tavola e nell’accudire i piccoli ospiti. Un vero “servizio d’amore” che lancia il messaggio: “ ogni giorno dell’anno, può e deve essere Natale!”.
Gran parte del Club Lions Polistena Brutium con al centro il Comm. Dott. Aurelio Badolati, Delegato Vicario per la Calabria del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, il Dott. Domenico Mobrici, Presidente del Lions Club Polistena Brutium e con il cappello di Babbo Natale, il Geom. Antonio Fuscaldo, Governatore del Distretto Lions 108 YA
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Delianuova :
Concerto di musica Jazz a Capodanno con Gli Ivory Trio
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i è svolto nella libreria “Librarsi” di Caterina Di Pietro e Raffaele Leuzzi, l’attesissimo concerto di Capodanno dal titolo “Non solo libri. Jazz in libreria”, con l’esibizione degli ’“Ivory Trio”, composto dai musicisti Andrea Militano al pianoforte, Filippo Ambroggio alla batteria e Paolo Ielo al contrabbasso. A presentare la serata Raffaele Leuzzi che, dopo i saluti di rito e gli auguri per l’anno appena iniziato, ha affermato che “la musica, come espressione della bellezza, è in grado di avvicinare l’uomo a Dio”. Un connubio di musica e parole ha festeggiato il nuovo anno attraverso un racconto di suoni che ha evidenziato il talento dei tre giovani musicisti, i quali hanno deliziato il numeroso pubblico presente. E’stata un’occasione per gli appassionati di musica jazz e non solo, di assistere alla vorticosa esibizione dei talentuosi compositori ed interpreti, che hanno proposto brani tratti dal repertorio di standard jazz assieme a combinazioni più moderne, arrangiate negli stili più disparati. Alcuni dei titoli proposti sono stati “Dolphin dance” (Herbie Hancock), “How deep is the ocean”(Irving Berlin), “Bachelors III”(Pat Metheny), “Insensatez” (A. C. Jobim), ognuno eseguito con degli arrangiamenti ori-
di Marinella Gioffre’
ginali. Il trio ha salutato il 2016 attuando una vera e propria osmosi tra diversi patrimoni musicali, in un cocktail di suoni accattivanti e coinvolgenti, con un sound che ha saputo mutare dal linguaggio jazz classico a quello più recente, dallo swing infuocato del bebop all’even eights più moderno. Andrea Militano, laureato in pianoforte jazz al Conservatorio F. Cilea(RC) con il massimo dei voti, attualmente insegnante di pianoforte alla SinphonyCity Music School di Reggio Calabria, nel presentare i brani in scaletta ha spiegato come “il jazz, in tutte le sue diverse declinazioni, sia in grado di raccogliere e mettere insieme tratti ed elementi appartenenti a culture quanto mai distanti tra di loro”. Questa straordinaria peculiarità intrinseca del jazz ha permesso la coesistenza, all’interno del repertorio proposto dal trio, di brani con stili talmente differenti tra di loro.
Delianuova
15 anni di attività Associazione N. Spadaro - Apertura della mostra storico fotografica e presentazione del volume di Marinella Gioffre’
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ltro importante traguardo quello raggiunto dall’Associazione Musicale “N. Spadaro” che insieme all’amministrazione comunale ha concertato l’apertura al pubblico della mostra storico-fotografica e la presentazione del volume 2000/2015, dove sono raffigurate le origini, i concerti, le attività i documenti e le testimonianze, i premi, la Giornata Regionale sull’Educazione alla Legalità. Il tutto è corredato da articoli di giornali e libri sull’Orchestra. L’evento si è svolto nell’auditorium “G Vocisano”. Il progetto grafico è stato curato da Ester Sergi. Il Sindaco Franco Rossi ha definito l’iniziativa “un progetto che racchiude vari paesi dell’Aspromonte in nome dell’arte, della cultura e della legalità. Contiamo di consegnare al più presto anche la scuola di musica”. Il presidente dell’associazione “Spadaro”, Giuseppe Scerra, ha ringraziato chi ha collaborato all’organizzazione della manifestazione e ha insistito sul concetto di un polo musicale che avrà una ricaduta sociale, culturale e musicale in tutta la Regione. “La motivazione per cui siamo qui stasera - ha affermato il prof. Franco Palumbo - è rendere omaggio all’impegno, al sacrificio e alla passione dei maestri e dei ragazzi che hanno segnato la storia delle orchestre nella provincia. Il libro, pubblicato da Nuove Edizioni Barbaro non è un semplice catalogo, ma un testo storico e culturale che testimonia l’importanza del ruolo che la musica può svolgere, associando memoria e innovazione”. Raffaele Leuzzi, ha illustrato attraverso slide i momenti salienti dei quindici anni di vita dell’orchestra e ha specificato che il libro è costituito da 240 pagine a colori. L’Assessore provinciale alla cultura e beni culturali, difesa e legalità, Eduardo LambertiCastronuovo ha raccontato la storia delle orchestre della provincia e l’incontro di quella deliese con il Maestro Riccardo Muti. Il presidente dell’Ente Parco Nazionale d’Aspromonte, Giuseppe Bombino, ha definito questa esperienza “la segnatura di una dimensione in cui la bellezza supera la volgarità, un percorso che vede la parte migliore della nostra comunità, suonare uno strumento, per intraprendere un meraviglioso cammino”. Il consigliere provinciale Sebi Romeo si è complimentato con tutti coloro che hanno segnato la storia di questa splendida realtà. Ha
concluso gli interventi il Maestro Gaetano Pisano, che segue i giovani dell’orchestra fin dagli esordi e ha spiegato le varie componenti che la costituiscono. Ha così avuto inizio il concerto di Natale con gli esordienti della body percussion, a cui hanno fatto seguito i piccoli, i giovani della junior band, fino ai musicisti dell’orchestra con la partecipazione della compagnia teatrale deliese. “E’ un magnifico percorso e una realtà che nobilita il nostro territorio”, hanno affermato unanimi gli intervenuti. Presenti i consiglieri provinciali Domenico Fedele, il Sindaco Giuseppe Zampogna, Don Giancarlo Musicò, il maresciallo Perrone, le associazioni deliesi, un numeroso pubblico. Il Sindaco ha annunciato cha a breve sarà inaugurata presso i locali adiacenti l’auditorium, la nuova sede del polo musicale dell’Aspromonte, che prevede anche due sale di registrazione, una sala prove e aule per la didattica specifiche per categoria di strumento. La struttura è considerata unica nel suo genere nell’Italia meridionale. La mostra rimarrà aperta al pubblico tutti i giorni dalle ore 17 alle ore 19.
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Consegnata dal Sindaco Domenico Giannetta
La medaglia d’oro alla Società Operaia di Mutuo Soccorso di Oppido Mamertina di Francesco Scattarreggia Presidente SMS Oppido Mamertina
e Don Letterio Festa
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ate subito dopo l’Unità d’Italia per iniziativa della classe operaia del tempo, le Società Operaie di Mutuo Soccorso, si svilupparono da nord a sud del territorio nazionale, sull’ esempio di quelle francesi cui aveva fatto riferimento Giuseppe Mazzini sin dal 1830. Nel Meridione d’Italia, tra le prime ad essere fondate annoveriamo quella di Oppido Mamertina, oggi prima in Calabria, dove tuttora opera. L’ iniziativa, partita da un gruppo di cittadini oppidesi, che in precedenza si era dotato di un Regolamento, si è concretizzata la notte del 24 Dicembre 1865 come risulta dal verbale n. 1 del registro delle deliberazioni dell’Assemblea dell’anno 1865.
Per i meriti acquisiti in campo sociale nel corso dei suoi 150 anni di attività.
Sin dalla fondazione, il sodalizio prende il nome di “Soccorso-Mutuo”, che verrà successivamente sostituito con quello di “Società Operaia di Mutuo Soccorso Onestà e Lavoro” Con l’approvazione dello Statuto del 1892, la Società oppidese ha acquisito personalità giuridica ai sensi della legge 15 Aprile 1886, n. 3818. Da allora, diverse sono state le modifiche statutarie nel rispetto dei valori fondativi delle SOMS. Ma cosa sono e a quale scopo dette aggregazioni sono sorte? Il movimento mutualistico è ancora molto radicato in Italia nonostante numerose siano le SOMS che hanno rinunciato alla loro attività. Sparse per tutto il territorio nazionale, esse contano circa 1200 soda-
lizi, quasi tutti ben organizzati, che fanno della mutualità il loro cavallo di battaglia, venendo incontro ai bisogni dei soci e delle loro famiglie. Programmano attività tipiche del terzo settore mettendo a disposizione dei soci sedi comode ed organizzate, curano ed effettuano iniziative del tempo libero ed offrono occasioni di aggiornamento ed approfondimento in ambito culturale. In Calabria, le Società Operaie di M.S., censite dal Coordinamento Regionale, sono in atto quindici sparse tra le province di Reggio, Vibo, Catanzaro, tutte legate da vincoli di collaborazione e quasi tutte aderenti all’AISMS, che è l’Associazione Italiana delle Società di Mutuo Soccorso, con sede ad Ancona. A 150 anni dalla fondazione, la Società di
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In Calabria, le Società Operaie di M.S., censite dal Coordinamento Regionale, sono in atto quindici
Oppido ha programmato di celebrare l’importante evento dando avvio ad una serie di manifestazioni che si sono svolte nei giorni 5 e 6 Dicembre 2015. Curato in ogni particolare il calendario delle celebrazioni, che ha previsto nel pomeriggio del giorno 5, presso la Sala Vescovile della Comunità di Oppido Mamertina, la presentazione del libro “La Società Operaia di Mutuo Soccorso di Oppido Mamertina nel 150° di fondazione - 1865-2015”, del quale è stato curatore lo storico prof. Rocco Liberti. Relatore della pubblicazione, curata dalla Imma Arti Grafiche di Oppido Mam, è stato l’avv. Ernesto Scionti, Presidente della SMS di Cittanova, nonché consulente legale dell’AISMS nazionale. Alla presenza di una nutrita ed attenta partecipazione di soci, cittadini e rappresentanti delle Società di M.S. delle Puglie e della Calabria, i lavori, condotti dal Presidente Scattarreggia, hanno registrato gli interventi del Sindaco Domenico Giannetta, del Presidente AISMS Sergio Capitoli, del prof. Rocco Liberti della Deputazione di Storia Patria, dell’Avv. Ernesto Scionti, del Direttore dell’Archivio Storico Diocesano oppidese don Letterio Festa Non meno interessanti sono state le celebrazioni di domenica 6 dicembre, onorate dalla presenza del Comando della Stazione Carabinieri di Oppido, del Comando della Stazione del Corpo Forestale, del Comando Vigili Urbani, delle Società di M.S. di Ancona, Fasano, Vibo, Filadelfia, Palmi, Polistena, Cittanova, Catanzaro, e del Coordinamento delle Puglie. Il corteo, dopo aver deposto una corona di alloro al Monumento dei Caduti, si è avviato in Cattedrale dove il Vescovo della Diocesi di Oppido M. - Palmi Mons. Francesco Milito ha celebrato la S. Messa, arricchita dai canti del Coro Polifonico Maria SS.ma Annunziata di Oppido. Il Presule nell’omelia ha ricordato la funzione svolta dalle Società Operaie di Mutuo Soccorso nella loro storia, augurando a quella oppidese altro lungo periodo di attività. Con la lettura della preghiera del socio si è conclusa la cerimonia religiosa. Il programma è proseguito nella Sala della Comunità dove, alla presenza di Mons. Milito, il Sindaco Giannetta ha consegnato al Presidente Francesco Scattarreggia, tra gli applausi dei presenti, la medaglia d’oro, provvedendo ad attaccarla alla bandiera sociale e ricordando il grande ruolo storico, sociale, di solidarietà e di mutualità rivestito dal sodalizio nel momento in cui si è preso carico dei bisogni e delle sofferenze dei propri iscritti, cittadini oppidesi. Lo scambio di auguri tra i Presidenti ha concluso i festeggiamenti che hanno riscosso unanimi consensi tra i presenti ed apprezzamento da parte del Presidente nazionale dell’AISMS Sergio Capitoli.
RINGRAZIAMENTI Al Sindaco della Città di Oppido Mamertina dott. Domenico Giannetta, per avere voluto omaggiare il Sodalizio con il conferimento della medaglia d’oro, a testimonianza dei meriti acquisiti durante la sua lunga vita di mutualità e solidarietà a favore dei cittadini oppidesi. All’Amministrazione Comunale di Oppido Mamertina per l’appoggio incondizionato. Al Prof. Rocco Liberti, storico, di Oppido Mamertina che ha accolto con grande disponibilità l’invito del Presidente a scrivere sulle vicende storiche della Società di Mutuo Soccorso. Al Presidente dell’AISMS, Associazione Italiana delle Società di Mutuo Soccorso, geom. Sergio Capitoli che ha voluto testimoniare, con il suo saluto e la sua presenza, la vicinanza al sodalizio oppidese. Al Segretario dell’AISMS, Giuseppe La Scala, per aver arricchito il presente volume sulla storia della Società oppidese di contenuti sulla nuova mutualità. All’Avv. Ernesto Scionti, relatore del libro, presidente della SMS di Cittanova, consulente legale dell’AISMS. Un ringraziamento particolare, infine, alle SOCIE e a tutti i SOCI per la collaborazione data.
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Trilucerna delle Muse, 4000 versi di amore per l’arte di Mariano Mazzullo
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ossono impiegarci anni, a volte addirittura secoli, ma le opere dell’uomo, nascoste o sconosciute, alla fine affiorano alla luce, disarmandoci con la loro concretezza. Sono occorsi cinquant’anni affinché lo strabiliante poema di Domenico Mazzullo vedesse la luce il 28 Dicembre, presso il Salone Vescovile della Comunità di Oppido Mamertina, in un clima di commozione ed entusiasmo collettivo. Autentico virtuosismo d’artista, che l’autore definisce umilmente “trattatello”, “Trilucerna delle Muse”, che ha visto la luce grazie al decisivo impegno del Comune di Oppido Mamertina, è stata scrupolosamente vagliata dalla pregevole critica della prof.ssa Francesca Neri, che ha definito globalmente il testo quale “significativa testimonianza del pertinace amore profuso dall’autore in una lunga carriera artistica dai notevoli esiti, senz’altro meritevole di un’edizione come questa, che si avvale della densa prefazione del prof. Paolo Martino e della valida curatela del dr. Mariano Mazzullo”. L’elegante kermesse, allestita dall’Associazione culturale Mazzullo Opere d’Arte, in collaborazione con l’Ass. Mesogaia, allietata dalle letture eseguite da Wladimiro Maisano e Annalisa Sciavone, ha visto alternarsi al tavolo di presidenza il sindaco dott. Domenico Giannetta, che ha manifestato la sua soddisfazione per un così alto traguardo, il presidente di Mesogaia, avv. Fortunato Schiava, il curatore dell’opera, nipote dell’autore e presidente della Mazzullo Opere d’Arte, dr. Mariano Mazzullo, affiancato dalla prof.ssa Francesca Neri e dall’editore dott. Raffaele Leuzzi. “Trilucerna delle Muse – ha dichiarato il curatore – ci insegna cosa vuol dire vivere intensamente la propria vocazione, attraverso la figura di un uomo che ha dedicato ogni sua energia all’arte e alla raffinatezza di questa vocazione, ma ci ricorda anche l’onore di essere oppidesi, nell’orgoglio di appartenere a una delle civiltà più ricche di storia e cultura del meridione”. L’opera letteraria è a dir poco monumentale. Dedicata al maestro Vincenzo Jerace, corredata di una classicheggiante invocazione alle Muse, il testo si articola in quasi 3800 versi endecasillabi, affrontando questioni di critica e storia dell’arte, nel commento selettivo di 174 opere di 54 diversi artisti, menzionati e discussi secondo una personale graduatoria dell’autore. Ma la vocazione estetica non è l’unico ascendente del poema. Domenico Mazzullo ci narra, certamente, un
viaggio che ha al centro la sua vita d’artista, ma si inoltra al contempo in minuziose disquisizioni teologiche, discutendo il pensiero di Giordano Bruno, il mistero dell’Incarnazione e il dogma della Trinità, senza esimersi dall’assumere prospettive eterodosse. Dal punto di vista editoriale, il poema non poteva avvalersi di una veste più raffinata e completa di quella offerta dalle Nuove Edizioni Barbaro (di Caterina di Pietro, via Umberto, 156, Delianuova, RC). Grazie al consistente lavoro di curatela, che ha arricchito il testo autografo di numerose pagine di note, indici, appendici e introduzioni, l’opera di Mazzullo si presenta come una piccola edizione critica, consentendo al lettore occasionale quanto allo studioso del settore una comprensione approfondita del retroscena storico - culturale da cui proviene. Al termine della serata, il commento dell’editore è giunto puntuale e attento, affermando: “ci auguriamo che il poema di Mazzullo incontri la curiosità del pubblico, traducendosi in concreto stimolo, dal momento che, sebbene ricca di talenti e cultura, la Calabria è una delle regioni dove si legge di meno, dove l’editoria non riesce, se non in rari casi come quello della Rubettino, a competere con i numeri dell’editoria settentrionale”. Il 28 Dicembre, a Oppido Mamertina, è stata dunque scritta un’altra importante pagina di storia, un tassello fondamentale che va a rafforzare l’edificio pericolante della nostra identità culturale. L’auspicio è che il lavoro intellettuale, le opere d’arte e tutte le manifestazioni colte vengano sempre più concepite come un modo di vivere e sostenere la comunità, senza quel cinico disappunto che le giudica “superflue e inconsistenti”. E’ infatti solo esaltando e proteggendo il nostro patrimonio culturale che potremo combattere l’inciviltà crescente, opponendo alla vuotaggine opere concrete dal valore universale. E’ questo il compito e la via su cui ha camminato Domenico Mazzullo, consentendoci, in questo nostro tempo di dispersione e fragilità, di credere in determinati valori, seguendo un esempio elevato. Con le parole di Paolo Martino è quanto mai corretto affermare: “l’Umanità, ci insegna il Mazzullo, dovrà recuperare una nuova estetica, in grado di elevare l’uomo, altrimenti pittura e scultura si riveleranno come divertissements inutili o, peggio, modalità avventuristiche di cercare affermazione personale e profitto. Le sue parole conservano, dopo un secolo, tutta la loro freschezza”.
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ASPROMONTE A COLORI Ia Edizione
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on il Gala di Premiazione degli Artisti dello scorso 03 Gennaio 2016, ospitato presso la location Villa Rossi - Dimora Storica di Antonino Rossi (c.da Calabretto - Santa Cristina d'Aspromonte), si è conclusa la performance artistica "Aspromonte... a Colori", Ia edizione, il concorso nazionale biennale in collettiva di pittura ideato ed organizzato da Maria Antonia Colella, Mimmo Migliorese e Rocco Polistena, su indizione del Comune di Santa Cristina d'Aspromonte e del Centro d'Arte e Cultura "Bruzio" (Gioia Tauro - RC), con il patrocinio dell'Ente Parco Nazionale d'Aspromonte e la collaborazione della locale Associazione Culturale Roubiklon (Lubrichi - RC). Performance iniziata lo scorso giugno 2015 e che ha visto esposte ben 44 opere pittoriche di circa 30 Artisti partecipanti dall' intera Calabria e da tutta la penisola italiana, registrando 427 visitatori presso la mostra nella sede delle stesse opere, allestita nei locali del piano inferiore del palazzo municipale nel comune ospitante di Santa Cristina d'Aspromonte. La serata di gala, posta ad omaggiare ulteriormente gli artisti partecipanti e/o espositori, è stata presentata e cocordinata con grande maestria dal prof. Saverio Italiano, Socio onorario dell'Associazione Roubiklon, arricchita dagli intermezzi musicali della giovane band "Buzzurra" e da un folto pubblico intervenuto.
di Francesco Di Masi
Presenti quasi tutti gli artisti partecipanti alla rassegna, i quali sono stati omaggiati dall'organizzazione da attestati di partecipazione, medaglia ricordo e catalogo cartaceo predisposto per raccogliere le informazioni circa la Biennale appena conclusa ed offerto dall' amministrazione comunale. Hanno preso parte all'evento il Sindaco di Santa Cristina d'Aspromonte, dott.ssa Carmela Madaffari ed il presidente dell'Ente Parco, dott. Giuseppe Bombino. Premiato l'artista Angelo Grillo per la giuria Popolare online. La giuria tecnica, composta dal maestro d'Arte Maurizio Carnevali in qualità di Presidente di giuria, dalla Poetessa Maria Frisina, dallo scultore Cosimo Allera, dal giovane scrittore Antonio Roselli e dall'editore del Corriere della Piana Luigi Ottavio Cordova, ha premiato al primo posto assoluto l'artista Gianmarco Pulimeni con l'opera "La Giostra". La stessa giuria conferisce Menzione di Merito all'artista Cristina Benedetto per l'Opera "Aspromonte Roghudi". Conferisce Menzione Speciale all' artista Davide Ricchetti per le opere "Alla Finestra" e "Le Sorelle". Rispettivamente, l'artista Grillo ha ricevuto in premio la somma di € 1000,00 e l'artista Pulimeni quella di € 2000,00, messe a disposizione dall'amministrazione Comunale come da Regolamento di Concorso.
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di Veronica Iannello
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Polistena festeggia i 100 anni di nonno Vincenzo
ivere pienamente 100 anni è dono per pochi. Polistena con orgoglio festeggia il suo nonnino, Vincenzo Napoli, nato il 02/01/1916. Vedovo da oltre 40 anni, si gestisce ancora da solo. Vincenzo Napoli attorniato da figli, parenti e nipoti che hanno voluto dar merito e festeggiare il loro nonnino: un secolo di vita ricco di esperienza, di insegnamenti e grande umanità. Un uomo di grandi valori umani, un uomo d’ altri tempi...! Per una vita cosi longeva, certamente, deve essere dato merito ad una famiglia che lo ha custodito con premura, amore e dedizione, ricevendo in cambio, in egual misura, saggezza, esperienza e profondità d’ animo. Altri tempi, quelli vissuti sin da bambino da nonno Vincenzo, tempi duri, di lavoro, di sacrifici, il quarto dei figli di sette sorelle e fratelli. A 20 anni sposa la sua amata Maria Mileto, con la quale trascorre 36 anni di vita e dalla quale ha 4 figli, uno morto tragicamente. La forza di un uomo semplice, lavoratore e legato a grandi valori, un uomo d’altri tempi, del sud, che sin da ragazzino ha conosciuto il sacrificio, ma affrontato sempre con il sorriso stampato in viso: lo stesso sorriso che ancora oggi mostra nel ricordare momenti preziosi della sua vita, sempre fondata su onestà e rettitudine. Negli anni della seconda guerra mondiale, chiamato alle armi, fu catturato, ma il ricordo di quel tragico momento storico, la
rocambolesca fuga dalla prigionia in terra Jugoslava e il ritorno alla sua amata Polistena non lo lasceranno mai. All’età di 34 anni visto che il lavoro nel suo paese non gli permetteva di mantenere dignitosamente la famiglia, lo costrinsero, suo malgrado, ad emigrare in Austria, dove lavora come operaio nella compagnia nazionale per la costruzione della ferrovia e facendo il doppio lavoro come giardiniere per arrotondare il salario. Dopo la perdita dell’adorata moglie, decide di gestirsi da solo. La salute gli permette di essere autonomo e di continuare a vivere serenamente i suoi anni. Un secolo di vita... festeggiato da parenti, amici, dalla comunità parrocchiale e dall’Amministrazione Comunale. Lui, nonno Vincenzo, un pezzo di storia calabrese un uomo dell’Italia dei grandi valori: amore per la patria, per il lavoro, per la famiglia. Lui, un nonno sorridente, lucido e dalla personalità forte e coinvolgente. Auguri nonno Vincenzo, Auguri con una bellissima frase di Papa Francesco: “Il nostro cuore si edifica sulla memoria di quegli uomini e quelle donne che ci hanno fatto avvicinare a sorgenti di vita e di speranza a cui potranno attingere anche quelli che ci seguiranno. E’ la memoria dell’eredità ricevuta che dobbiamo, a nostra volta, trasmettere ai nostri figli”. Grazie nonno Vincenzo per il tuo esempio di vita.
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Per i tipi di Robin Edizioni
Cane Crudo La raffinata scrittura di Antonino Fontana
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ane Crudo, per i tipi Robin Edizioni, è un libro che tutti i calabresi dovrebbero leggere, per ritrovare le origini e il senso di appartenenza , persi strada facendo. Nel libro, l'autore Antonino Fontana, un architetto con la passione della scrittura, con raffinata maestria tesse una vorticosa trama dove, in soli tre giorni, tempo in cui si svolge la storia, personaggi, destini e luoghi svelano i segreti di una vita. Trama che inizia a dipanarsi quando John Lee, giovane artista italo-americano, arriva in Italia, per allestire la sua prima mostra personale a Milano e, scopre nella casa disabitata della madre una foto che emerge da un astuccio contenuto in una croce di gesso. Nella foto sono raffigurate quattro persone, uno dei quattro gli assomiglia moltissimo e gli altri tre sembrano essere Ringo Starr, Paul McCartney e George Harrison. L'uomo che assomiglia a Paul McCartney in realtà è Paolo Marcianò, proprietario del ristorante "4 Cani" di Milano. Un uomo con un passato nella 'ndrangheta e forse un presente di anima scissa nella strana organizzazione uguale a nessuna per visceralità. Dopo un pò, John, riesce a incontrare Paolo Marcianò e il mistero della foto s'infittisce. John e Paolo dopo un pranzo luculliano,
e l'incontro con un inquietante medium, partono per la Calabria alla scoperta di un passato celato fino ad allora. Da Milano alla Bovesia, cuore dell'Aspromonte, Paolo Marcianò rivela a John misteri, reticoli affettivi e inspiegabili accadimenti. Il racconto, un filo ad altissima tensione, si svolge nella Calabria grecanica, a Bova: piccolo e arroccato borgo dove sono nati i "Cani neri", la band che negli anni '60 si esibisce a Milano cantando in cover i successi dei Beatles, e del quartetto di Liverpool condivide irrisolti misteri. John è sconvolto dai racconti di Paolo Marcianò, teme ogni possibile accadimento in quella Calabria dove, inspiegabilmente, ora si trova e dove la paura di un destino in agguato è più forte della realtà. Nel romanzo, emerge anche la figura dello "zio" di John, un ex frate domenicano che non fa altro che scrivere cose insensate con un alfabeto inventato da lui, un "George Harrison" che vive in una casa piena di sculture di cani e uno stupefacente bronzo di un alopekis, antico cane greco, trovato nello stesso posto in cui furono ritrovati i Bronzi di Riace e che solo alla morte di uno dei personaggi del romanzo potrà tornare tra le Statue A e B, il giovane e il vecchio, chiudendo l'ultimo anello del misterioso racconto degli antichi guerrieri.
di Caterina Sorbara
Sei capitoli: Il Ponte; La casa; Il pozzo; Il labirinto; La prigione e Lo scheletro. Capitoli che coinvolgono il lettore, portandolo nei paesaggi mozzafiato della Calabria, facendolo riflettere sul legame millenario dei paesi con le loro montagne e, poi ancora, sulle mulattiere nel cuore dell'Aspromonte, sui lutti, sulle storie di uomini ricchi e miserabili, nonché nell'abbandono dei paesi e sulle dolorose migrazioni al Nord durante il boom economico. E poi ancora Hera Lacinia, la Madonna di Polsi, la Madonna della Consolazione, San Leo. Non ultime, tante le citazioni importanti, come quella dello scrittore Antonio Anile: "Tanta luce fuori di noi è possibile se più luce si accende nelle nostre coscienze." Insomma uno spaccato, sociale e culturale, affascinante, a tratti amaro, ma ancora attuale, un libro che ci appartiene al di la di tutto e tutti. Ricordiamo che Antonino Fontana è nato a Reggio Calabria, contemporaneamente agli studi ha lavorato come ebanista nell'azienda di suo padre. Si è laureato in architettura e si è trasferito prima a Milano e dopo a Vienna. Alcuni anni dopo ha abbandonato l'attività di architetto per intraprendere quella di artista. In quest'ultimo periodo, è tornato a Reggio Calabria e ,oltre a scrivere, ha ripreso l'attività di architetto. Cane crudo è il suo secondo romanzo, primo d'esordio.
AICol
ENTel
ALS
FEDER.Agri
CAA
Federazione Pensionati M.C.L.
CAF
PATRONATO SIAS
CEFA Ong
SNAP
Centro Europeo di Formazione Agraria
Sindacato Nazionale Autonomo Pensionati
EFAL
Gioia Tauro Via Monacelli, 8 Taurianova Via Benedetto Croce, 2
Associazione Intersettoriale Cooperative Lavoratori
Associazione Lavoratori Stranieri
Centro Assistenza Agricola
Centro Assistenza Fiscale
Ente Formazione Addestramento Lavoratori
Ente Nazionale Tempo Libero
Federazione Nazionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura
Servizio Italiano Assistenza Sociale
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Missionari dell’Evangelizzazione: Concluso il VI Capitolo Generale I figli di P. Idà ripartono con nuove prospettive di Domenico De Angelis
U
na tappa importante del cammino missionario ha dato le conferme attese. Infatti, il 30 Dicembre 2015 si è concluso il VI Capitolo Generale della comunità religiosa dei Missionari dell’Evangelizzazione (fondati da P. Vincenzo Idà, di cui è in corso la causa di beatificazione e canonizzazione). I lavori capitolari, si sono svolti a Terranova S.M., la Città del SS. Crocifisso nero (attualmente l’Effigie lignea è in stato di restauro), presso la casa generalizia dei Missionari, dal 26 al 30 Dicembre u.s. In un clima di serenità e gioia, il 28 Dicembre u.s. si è celebrata la S. Messa allo Spirito Santo, nella cappellina interna all’Istituto, presieduta dal vescovo di Locri-Gerace S.E. mons. Francesco Oliva. Successivamente, si sono svolte le votazioni. Il Superiore Generale, P. Rocco Spagnolo, è stato votato all’unanimità nel suo incarico di guida
Il Superiore Generale P. Rocco Spagnolo nella cappella interna all'Istituto
I Padri Capitolari con il vescovo di Locri-Gerace Mons. Francesco Oliva
della Comunità dei Missionari, con il voto segreto di tutti i Padri capitolari (P. Michele Ceravolo, P. Pasquale Carnovale, P. Michele Tarantino, P. Raffaele Vaccaro e P. Aurel Haxhari). Il neoeletto, P. Rocco Spagnolo, ha reso noto, con gioia, quanto realizzato dalla comunità nel sessennio appena trascorso, e ne ha tracciato le linee guida per il futuro. La realizzazione della cappella interna all’istituto di Terranova, l’affidamento della comunità mariana dello “Scoglio” (per aiutare il terziario francescano, fratel Cosimo, nell’Opera di evangelizzazione), l’avvio ufficiale della causa di beatificazione e canonizzazione del Fondatore e le pubblicazioni, ad opera di P. Rocco Spagnolo, edizioni San Paolo (M. Pasqua Condò, Mistica dell’evangelizzazione, 2009; fratel Cosimo, Un bagno di luce, 2013; Breviario di fratel Cosimo 365 meditazioni, 2015), sono solo alcuni dei punti fondamentali che i Missionari hanno realizzato in questo arco temporale. Il Vescovo, in considerazione di quanto fatto e di quanto in proposito di fare nel futuro, ha confermato l’eletto, incoraggiandolo di curare la loro identità e la fedeltà al Carisma del Fondatore. Quest’ultimo, sacerdote calabrese dalle mille risorse, dopo aver fondato le Suore Missionarie del Catechismo (presenti in tutti i continenti), ha avviato il ramo maschile, i Missionari dell’Evangelizzazione, imprimendo nel cuore dei primi seguaci, il fuoco della passione per l’evangelizzazione. La stessa, secondo il Fondatore, deve saper rinnovarsi per adattarsi ai tempi ed ai contesti in cui i missionari saranno mandati a svolgere il servizio pastorale. Gli stessi, devono essere sempre radicati al cuo-
re del Vangelo, in quanto hanno il compito di “spezzare agli uomini il pane della vita nel suo duplice aspetto di parola di Dio e di cibo eucaristico”. Devono saper indicare la Via, la Verità e la Vita. Sempre secondo P. Idà, per tale missione, è necessario sostare in adorazione, per essere illuminati e illuminanti, affinché ogni gesto sia generato da una fonte d’inconfondibile grazia. Con questo testamento, affidato ai primi padri missionari, lasciò la Calabria per raggiungere il Messico, nonostante le precarie condizioni di salute, col desiderio di servire i poveri più poveri. E proprio dall’altra parte del mondo, raggiunse la casa del Padre nel 1984. Il suo corpo, meta di ininterrotto e silenzioso pellegrinaggio, riposa nella cappella delle suore di Anoia. Le intuizioni profetiche e la novità carismatica sono un invito attuale alla scoperta di questo uomo di Chiesa definito, per la sua versatilità e per il servizio sociale a favore dei più piccoli e degli anziani, un “sacerdote con stola e grembiule”. La comunità dei Missionari, forte della stabilità appena evidenziata, continua nel proprio cammino di evangelizzazione così come voluto da P. Idà. I Missionari dell’Evangelizzazione, sono attualmente presenti a Gioiosa, Martone, Piminoro (fraz. di Oppido Mamertina), S. Domenica di Placanica (presso lo “Scoglio”), Terranova S.M. e la sua frazione Scroforio. Contribuiscono, inoltre, pastoralmente, ovunque sono invitati a prestar servizio. Nella speranza che l’Opera possa crescere sempre in santità e numero (con nuove vocazioni), i Missionari, con la protezione di Maria, riaffermano ancora oggi la centralità e l’urgenza di una nuova evangelizzazione.
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Da sinistra Domenico De Angelis, Diego Demaio, Salvatore Foti, P. Pasquale Carnovale, Franco Colarco e Bruno Mastroieni
Il calendario 2016 realizzato dal Dott. Diego Demaio e da Franco Colarco
La secolare Arte Sacra che vive nel quotidiano
di Domenico De Angelis
Presentato a Terranova Sappo Minulio il calendario 2016, uno strumento per conoscere l’Arte Sacra
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rande entusiasmo il 27 Dicembre 2015 a Terranova S.M. Nella Città del SS. Crocifisso nero (attualmente la sacra Effigie lignea è in stato di restauro) è stato presentato il calendario 2016 dal titolo: “la secolare Arte Sacra nelle pregevoli sculture marmoree di Radicena, Iatrinoli, San Martino e Terranova S.M.”, realizzato dal Dott. Diego Demaio e da Franco Colarco. Ad organizzare la presentazione è stata l’Associazione ricreativo-culturale Gente di Terranova (nata nel 2010 con l’intento di valorizzare la Città, attraverso eventi culturali e momenti ricreativi). La serata è stata condotta dal terranovese Domenico De Angelis. Il primo a prendere la parola è stato P. Pasquale Carnovale (dei Missionari dell’Evangelizzazione fondati da P. Vincenzo Idà, e Parroco della cittadina), che ha elogiato il lavoro svolto dal duo Demaio-Colarco. Lo stesso, ha dato un plauso all’iniziativa dell’Associazione nell’aver voluto che la location di presentazione fosse la Chiesa parrocchiale di Terranova (è bene precisare che ben sette opere su dodici, inserite nel calendario, sono collocate nella medesima Chiesa di S. Maria Assunta e S. Elia). Successivamente, l’arch. Salvatore Foti (Sindaco di Terranova), ha fatto notare come iniziative del genere contribuiscono alla crescita culturale del paese ed alimentano quel senso di appartenenza che edifica quanti ancora sono residenti a Terranova. Franco Colarco (editore del calendario), dal canto suo ha evidenziato come dal lavoro, in sinergia, col Dott. Demaio, ormai da lunghi anni, è emersa un’opera di valorizzazione del territorio che può definirsi “storica”. Bruno Mastroieni (Pres. dell’Associazione Gente di Terranova) avanzando una proposta ben precisa a continuare su tale cammino (culturale), non ha mancato di sottolineare che per i futuri lavori a Terranova, il Dott. Demaio può contare sull’appoggio, in toto, della medesima Associazione. Successivamente è intervenuto il neoeletto Assessore di Taurianova, Avv. Luigi Mamone (Direttore di questo mensile) nelle veci del Sindaco Fabio Scionti. Lo stesso si è compiaciuto che il suo primo intervento pubblico, da Assessore, sia stato proprio a Terranova S.M., Città che ha inciso fortemente nella storia del territorio prima del “grande flagello” del 1783. Successivamente, il Dott. Diego Demaio (ideatore del calendario), nell’introdurre la presentazione delle opere presenti nel calendario, ha voluto ringraziare l’ospitalità e la gentilezza di quanti lo hanno fatto sentire “a casa” e non un ospite. L’eclettico dottore, già direttore della Biblioteca Comunale di Taurianova, capace di spaziare dal campo della fotografia a quello dello sport (in particolare il ciclismo), dagli itinerari paesaggistici alle sculture marmoree della nostra terra, fino ad arrivare alle vette dell’Aspromonte, di cui è esperto conoscitore (celebre il suo libro “Aspromontando”, Nuove Ed. Barbaro, 2003) ha saputo coin-
volgere, emotivamente, tutti i presenti. Infatti, usufruendo di un proiettore, ha descritto, con la consueta comunicativa, iconograficamente e storicamente ogni opera presente all’interno del calendario, che è bene precisare, è il primo ed unico, sino ad oggi, capace di presentarsi come uno strumento, accessibile a tutti, di divulgazione di Arte Sacra del territorio. Non è un libro, né tantomeno una guida, ma un “focus” su opere d’eccellenza che abitano nella Piana, in particolare a Taurianova (Iatrinoli, Radicena e San Martino) e Terranova S.M. (presso la Chiesa Matrice) definita dall’ideatore dell’opera come uno “scrigno d’arte”. Quanto fatto, è frutto di passione e sensibilità, di un lavoro certosino di ricerca delle fonti e di una veste grafica d’eccellenza (la “scontornatura” dei Sacri marmi è stata opera di Maurizio Furfaro, presso la tipografia Colarco). I presenti hanno potuto fare un viaggio d’arte partendo dal 1363-1370 circa (il S. Benedetto - Autore ignoto - Chiesa di S. Maria Assunta e S. Elia - Terranova S.M.) sino al 1582 (Madonna del Soccorso - Rinaldo Bonanno - Chiesa dell’Immacolata - Radicena). Un viaggio lungo i secoli che ha ricevuto molti apprezzamenti da parte dei numerosi presenti. Un lavoro che è riuscito a portare la secolare Arte Sacra nella temporalità della quotidianità. Infatti, tutti, sono stati omaggiati, a conclusione della serata, di una copia del calendario, affinché durante l’anno possano, quotidianamente, “gustare” quanto presentato. Un gesto di gratuità che restituisce il seguente assunto: l’Arte Sacra e la cultura devono essere accessibili a tutti! Ognuno, infatti, dovrebbe poter gustare le perle artistiche conservate nelle Chiese della Piana, e non solo, perché sono parte della storia personale di quanti negli anni si sono accostati alle varie rappresentazioni del sacro. Il calendario porta l’Arte Sacra dentro le mura domestiche. Così, ogni giorno sarà scandito dalla storia e la storia farà parte del quotidiano. Nessuno, d’ora in poi passerà indifferente dinnanzi alle Opere Sacre presenti ogni mese, anche perché la compagnia quotidiana di tali immagini aumenterà, certamente, il senso di appartenenza e nobiltà che l’Arte Sacra fa germogliare, quasi naturalmente, nel cuore dell’uomo. La serata è stata apprezzatissima e memorabile. Un’opera di divulgazione artistico-culturale notevole, che ha avuto la giusta location ed un pubblico numeroso. Un plauso al duo Demaio-Colarco (che da anni produce “pagine storiche”) ed agli organizzatori della presentazione, i quali, decidendo di investire in cultura, hanno dato un forte segnale al nostro territorio, indicandone la via maestra: la via della cultura; alla riscoperta delle nostre radici attraverso l’Arte Sacra. Un’arte, di pregevole fattura, che precede e succede l’opera stessa, e che nei secoli è stata una delle forme di evangelizzazione d’eccellenza nella Piana e non solo. Infatti, sculture, affreschi, dipinti e vetrate istoriate venivano definite, in latino, “Biblia Pauperum” (la Bibbia dei poveri).
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Maria nei sacri marmi cinquecenteschi della Piana La Madonna col Bambino in Taurianova a cura di Diego Demaio
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ettendo stavolta in risalto il bellissimo logo, che da 5 numeri (e a Dio piacendo ancora per altri 15) correda più o meno cronologicamente la nostra apprezzata rubrica di Arte Sacra, si visiterà la chiesa del Rosario in Radicena (Taurianova), detta pure dell’antico Convento dei Domenicani. All’interno dell’architettonico Tempio, ricostruito nel 1803 (l’anno è riportato nell’epigrafe latina posta sotto lo stemma dell’Ordine sul litico portale) dopo essere stato distrutto dal catastrofico terremoto del 5 febbraio 1783*, è custodito, affisso alla parete destra della navata, lo splendido rilievo della Madonna col Bambino risalente al periodo che va dal 1525 al 1530 circa. La pregevole scultura in bianco marmo di Carrara, dal diametro di 106 cm, è attribuita quasi unanimemente all’insigne maestro napoletano Girolamo Santacroce. La purtroppo piuttosto alta collocazione del prezioso tondo, incastonato tra quattro teste di cherubini, non impedirà comunque di contemplare la raffinata bellezza di Maria con in braccio un sorridente e dinamico Gesù Bambino, sereno e rassicurato nello stringere il dito della Madre. L’eccezionale valore artistico dell’opera è stato riconosciuto
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dall’autorevole studioso contemporaneo Francesco Negri Arnoldi, che ha riportato il sacro marmo taurianovese addirittura sulla copertina di una sua pubblicazione attinente alla scultura italiana del Cinquecento. Per suffragare ulteriormente la mirabile fattura del tondo si ritiene opportuno trascrivere testualmente le eloquenti frasi, tratte dalla pag. 70 del piacevole libro RADICENA - QUEL CHE VIDI ED APPRESI del locale narratore Domenico Sofia Moretti (vissuto dal 1846 al 1915), che racchiudono anche l’alta opinione, espressa in merito, del grande scultore polistenese Francesco Jerace: «Rappresenta una mezza figura di Madonna, dal portamento regale, avente sul ginocchio, nel più tenero atteggiamento materno, il suo Bambino Gesù. Il valente scultore calabrese Francesco Ierace, condotto da me a vederlo, lo qualificò un vero "capolavoro" attribuendolo ad uno scolaro del divino Michelangelo». Compiaciuti da cotanto “giudizio” si procederà nella grande chiesa per ammirare infine, sul lato sinistro del policromo altare maggiore, l’interessante statua marmorea di San Paolo (cm 94), risalente al 1480, che viene attribuita, assieme alla purtroppo trafugata scultura “gemella” di San Pietro, all’artista lombardo Jacopo Della Pila.
*Nel disastroso terremoto, ricordato come il “Grande Flagello“, si contarono a Radicena, a Jatrinoli e a San Martino 1093 morti, tra i quali ben 13 Domenicani dei 24 che abitavano nel Convento.
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