Corriere della piana - n.9

Page 1

Periodico d’informazione della Piana del Tauro, nuova serie, n° 9, Aprile 2013 - Registrazione Tribunale di Palmi n° 85 del 16.04.1999

solo € 1,5 0

Giorgio Napolitano

"Salvatore dell'Italia del Porcellum"

La diga sul Metramo 30.000.000 mc di speranza

Mons. Milito

La chiesa del terzo millennio

Raid vandalico a Taurianova

Aula in fiamme

Autostrada A3 Il fascino delle strutture


2

Piazza Italia, 15 89029 Taurianova (RC) tel. e fax 0966 643663


Corriere della Piana del 28 Aprile 2013

sommario

Riceviamo e pubblichiamo Aperti venti nuovi uffici diocesani a Oppido Mamertina

U

n ritorno alla storia nell’ottica del futuro, hanno sancito un patto d’alleanza tra il Vescovo Mons. Francesco Milito e il popolo di Oppido Mamertina che ha sempre sperato in un ritorno degli Uffici. Sin dal suo arrivo Mons. Milito si era mostrato disponibile affinché i malumori creati nel tempo cessassero e si aprisse un nuovo dialogo basato principalmente sulla carità cristiana, offrendo alcuni giorni a settimana non solo i servizi previsti in origine, ma addirittura altri nuovi in aggiunta ai precedenti, per ridare alla Chiesa di Oppido M. quella dignità che negli ultimi anni sembrava persa. Tra le novità, l’incaricato dell’ufficio matrimoni è un oppidese, Don Mimmo Caruso Parroco di Varapodio, scelto per le sue competenze. Altra novità è la presenza in Oppido M. dell’ufficio dell’esorcista per il quale è stato delegato dal Vescovo Don Antonio Iamundo, Parroco emerito. L’inaugurazione ha avuto inizio con la benedizione degli uffici da parte di Sua eccellenza Mons. Milito che durante l’intervento ha spiegato i motivi della sua decisione e l’affidamento dell’incarico della ristrutturazione all’ing. Paolo Martino. Si sono susseguiti , poi, gli interventi di Don Pasquale Galatà Presidente dell’Istituto sostentamento al Clero che ha dato i locali in comodato d’uso, del Sindaco del luogo Bruno Barillaro, del Vicario foraneo di Oppido – Taurianova Don Mimmo Caruso e del Vicaro generale Don Giuseppe Acquaro. Mons. Milito con l’occasione ha rinnovato la sua stima e fiducia a Don Antonio Scordo al quale è andato un forte applauso da una moltitudine di persone presente in sala. Col numero di Maggio, sarà pubblicata un’intervista in esclusiva rilasciata da Mons. Milito sull’evento. Una nota del Vice Direttore Filomena Scarpati

Corriere della Piana Periodico di politica, attualità e costume della Piana del Tauro Direttore Responsabile: Luigi Mamone Vice Direttore: Filomena Scarpati Lettering: Francesco Di Masi

Hanno collaborato a questo numero: Emma Ugolini, Angiolo Pellegrini, Filippo Speranza, Nicola Alessio, Gaetano Mamone, Salvatore Greco, Patrizia Alessio, Michele Ferraro, Maria Rizzuto, Francesca Versace, Francesca Carpinelli, Rosa Maria Pirrottina, Giovanni Rigoli, Caterina Sorbara, Carmen Ieracitano, Diego Demaio, Antonio Violi Foto: Diego De Maio, Free's Tanaka Press Salvatore Greco Grafica e impaginazione:

4 5 6 7 8 9

10

c r e a tde i vsign e

12

Prima Mondiale dell'opera lirica "Falcone e Borsellino" "Diamo i numeri" ...che il governo li modifichi! Meglio tardi che mai assemblea contro la chiusura del tribunale di Cinquefrondi

Sport e passioni estremi

A3 Calabria Dal Pollino allo Stretto

L'istituto Gemelli Careri in Cecoslovacchia

Visit us on

Facebook

Conversazione-intervista con S. E. Mons Francesco Milito

Le dimissioni di Benedetto XVI

18

21

La Pasqua rizziconese Laura Bova presenta il suo libro fotografico

Inaugurata la diga sul Metramo

Emergenza autismo

La collaborazione al giornale è libera e gratuita. Gli articoli, anche se non pubblicati, non saranno restituiti. Chiuso per l’impaginazione il 26-04-2013

20

Per la chiesa di Varapodio Le reliquie di Giovanni Paolo II

22

Taurianova Incendio alla Scuola Monteleone

Stampa: litotipografia Franco Colarco

16

La festa di Maria Santissima Annunziata Tra culto e tradizione

AL.PA TOURIST e "MUSICA E ARMONIA" Organizzano uno stage di composizione creativa

Editore Circolo MCL “Don Pietro Franco” Via B. Croce, 1 89029 - Taurianova (RC) e-mail: corrieredellapiana@libero.it

19

Resp. Marketing: Luigi Cordova cell. 339 7871785 cordovaluigi@alice.it

Nella rubrica "La decorata cornice della Piana", del precedente numero, le didascalie delle foto erano invertite. Ci scusiamo con l'autore e i lettori.

Contrappasso per Vespa e Sottile

Mariachiara Monea cell. 392 1128287 smartcreative@virgilio.it

14

Errata Corrige

Editoriale

Sant'Elia il giovane (siculo) e San Filarete l'ortolano Pienezza spirituale a Seminara

23 24 25

26

28

29

30

Prevenzione dei tumori al seno Associazione culturale Sykea Girolamo Ventra Il teatro, una passione Sisetta Zappone Artista calabrese La decorata cornice della Piana I siti aspromontani della Piana di Gioa Tauro Auto d'epoca in mostra A Cittanova, pensando a un museo

3


Editoriale

di Luigi Mamone lità politica e di astio personale lo opponevano al suo alter ego di centro destra Berlusconi e in più le tante anime forzosamente presenti dentro il PD premevano e rivendicavano – come nell’ultimo governo Prodi – spazi e autonomie di pensiero e di azione. Un crogiuolo troppo in ebollizione per poter essere calmierato. Da tutto ciò il centro destra, aperto al dialogo, possibilista e per una volta concreto nel denunciare l’urgenza di dare un governo al paese ne fruiva, offrendo disponibilità e aperture, tendendo la mano e facendo crescere così in suo favore consensi e considerazione nell’opinione pubblica, ormai esasperata, nell’attesa del finale di un feuilleton che poteva e potrebbe ancora concludersi con nuove elezioni e con un assai probabile possibilità di vittoria del centro destra apparendo il PD in questo momento in caduta libera e – al di là di tutto – inconcludente, il M5S incapace di andare al di là delle proteste e delle invettive e probabilmente volutamente riluttante ad assumersi responsabilità di governo mentre le residue forse legate e Monti e Casini – un 2% di presenza – appaiono attendiste e in ogni caso ridotte al silenzio da un elettorato che ha sonoramente bocciato la politica di Monti e quella di Casini. Per queste ragioni Bersani avrebbe dovuto temperare la rigida impostazione dirigistico direzionale sotto la quale – ormai lo avevano compreso pure gli scemi – si celava solo la voglia di gestire potere nel modo più assolutistico possibile e senza alcuna reale voglia di modifica del porcellum. Stupisce e sgomenta come Nella foto: Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. dentro le tante anime del PD solo Renzi abbia avuto fino ad ora il coraggio di contestare apertamente una linea politica espressione di una visione stanlla fine di una in- tia di una politica legata alla casta e al mantenimento del potere. Il segreto dell’urna – dopo tensa, convulsa e a che Marini era stato bruciato – conclamava la scarsa lucidità di un Bersani autolesionistico tratti drammatica oltre ogni logica e razionalità nel proporre il nome di Romano Prodi. L’ex premier e – ancor giornata, poco dopo prima ex presidente dell’IRI – in questo momento storico era certamente la persona meno le 19,00 del 20 Aprile, le Camere in adatta per essere proposta a Capo dello Stato. Troppe le scorie, troppe le preclusioni, troppi seduta comune e i rappresentanti del- i legami, troppe le controindicazioni se veramente si voleva assicurare all’Italia una figura le Regioni hanno eletto il Capo dello capace di unificare e non di dividere. L’unico a non volerlo capire, ancora lui, il piemontese Bersani, duro, di una durezza granitica e di una granitica incapacità di leggere intorno a se Stato... La piazza del Monte Citorio (si, segnali fin troppo chiari avverso la candidatura dell’uomo – a torto o a ragione – ritenuto reMonte Citorio e non Montecitorio) è sponsabile di molti mali dell’Italia, non ultimo quello di aver acconsentito a parificare l’euro gremita ed in fermento. I supporters quasi a soglia 2000 delle antiche e mai troppo rimpiante lire. Da qui i 100 e rotti franchi tiradel Movimento 5 Stelle rumoreggia- tori e l’annuncio delle dimissioni del ghota PD e poi finalmente, davanti all’ineluttabilità di un no e sullo sfondo le bandiere di Rifon- fallimento politico di dimensioni colossali tutti in processione – a capo chino e con il cappello dazione Comunista evocano ricordi di in mano – a implorare Giorgio Napolitano di accettare un secondo mandato presidenziale e una stagione politica non lontanissi- trasformandolo, di fatto, nel salvatore della Patria. Adesso che i giochi sono fatti, Napolitano, ma nel tempo ma ormai stritolata da reinvestito Presidente, avrà la possibilità di imporre ai leader dei due maggiori partiti un senso vicende che si inseguono con una ve- di responsabilità diverso. E’ quasi certo che il governo sarà di larghe intese e che a Grillo sarà locità impressionante. Il giorno prece- lasciata solo una tribuna web dentro la quale blaterare i suoi proclami. L’Italia deve voltare dente aveva segnato il fallimento della pagina. Ci riuscirà? Questo è l’interrogativo. Il nuovo governo dovrà intanto far dimenticare nel politica di Pierluigi Bersani e di tutta quell’area PD che intorno al segreta- tempo più breve possibile il cinismo e il distacco filobancario di Monti e dei suoi tecnici: la rio aveva traccheggiato per ben due pagina più triste, controversa ed infelice in 67 anni di storia repubblicana. Qualcuno potrebbe mesi senza riuscire a concretizzare un dire: “fu Napolitano a scegliere Monti”. No – è la risposta – fu l’ottusità del centro sinistra e governo, continuando a far l’occhioli- del centro destra, squassati e contrapposti da lotte tribali e da una caccia all’uomo hobbesiana no ai seguaci di Grillo, incurante delle veicolata attraverso i media e frange di magistratura, a portare a quell’emergenza parimenti contumelie e – in qualche caso – delle ampliata, ingigantita e resa drammatica dalle società di rating che tanto peso stanno avendo vere ingiurie che il leader del Movi- nelle disgrazie di buona parte dell’Europa. Ora con il secondo settennato di Napolitano dovrà mento in persona rifilava loro ad ogni iniziare una nuova era: prendendo spunto da Papa Francesco, l’era di un ritorno alla solidariepiè sospinto. Il tutto nell’estremo ten- tà, alla difesa dei deboli (e non delle banche) e alla creazione del lavoro. Lo spazio è stretto e tativo di negare l’accettazione della il tempo erode la speranza e la pazienza di un popolo impoverito in pari misura da Prodi e da sostanziale impossibilità di governare Berlusconi, che forse finalmente capiranno che la Nazione è sul ciglio del baratro. Napolitano inizia un settennato difficile. E’ anziano, ma lucido e non domo. Speriamo che la salute lo senza l’apporto del PDL. La posizione di Bersani non era sorregga fino alla fine del nuovo mandato e che nel frattempo, auspice la riforma del sistema obiettivamente facile. Troppe parole e elettorale, una nuova classe politica riesca ad esprimere per tempo maturità tale da consentire troppe manifestazioni di incompatibi- di individuare – speriamo il più lontano possibile – colui che dovrà succedergli al Colle.

Nell'impossibilità di condividere una scelta per il Quirinale

Rieletto Giorgio Napolitano

Con i voti di PD, PDL e Scelta Civica giunti all'ultima spiaggia. Il M5S, arroccato sul nome di Rodotà, inscena proteste di piazza denunciando lo spettro di un Golpe

A


5

L’elezione di Napolitano penalizza i morbosity show

Contrappasso per Vespa e Sottile

Vespa e Sottile costretti a dar la precedenza all'elezione del Capo dello Stato risparmiando così agli italiani ulteriori serate incentrate sul tormentone di "Zio" Michele Misseri e della sua famiglia

di Emma Ugolini

NM

Bruno Vespa, presentatore del programma televisivo "Porta a Porta".

ello stesso giorno in cui Giorgio Napolitano veniva rieletto alla Presiolto tardidenza vdella Repubblica, amente la Corte d’Assise del Tribunale di Taranto ma, alla condannava all’ergastolo Cosima fine, loSerrano e Sabrina Misseri, e a pene inferiori, scorso 20 Aprile è giunta: la Michelemanifestazione Misseri e gli altridiimputati mettendo protesta fine contro – almeno per questo grado di la chiusura della sezio-giudizio – alla tragica vicenda della ne di Cinquefrondi delmorte Tribu-di Sarah Scazzi. vogliamo nel merito naleNon di Palmi, una entrare delle sedi di una vicenda allucinante. Per giudiziarie reggine in predica- precisa scelta etica ed editoriale nondi lo ta soppressione in nome unaabbiamo fattorazionalizzazione prima e non intendiamo smentirci. di maniera e Cidi siamo trovatiricerca solo a diriflettere, con una asserita ecoun pizzico di sarcasmo, l’elezione di nomicizzazione. In che realtà la Napolitano ha fatto passare in secondo soppressione della sede piapiano, (addirittura nel momento della letnigiana del tribunale palmese tura trasformerà della sentenza il collegamento la sede principale è stato interrotto era giunta la notizia della in un perché contenitore sovraffollato accettazione della candidatura da parte di e forse non pronto a sostenere Napolitano, impietosito per le sorti questo surplus di carico. Nella dell’Italiasede più che per i postulanti che erano andel tribunale, una partecidati pata a pregarlo di sacrificarsi a causa della assemblea ha visto numeloro rosi incapacità di eleggere un nuovo Capo sindaci fra cui i presidente dellodella Stato) la vicenda Scazzi. Associazione dei Sindaci Come al edisappunto Citta non deglipensare ulivi, allora Olivieri il dei colleghi Bruno Vespa e Salvo suo predecessore, Zampogna, Sottile, entrambi impediti aaltornare rimestare il dar solidarietà primo acittadito dino nella di piaga di una vicenda tragica uniCinquefrondi, Marco Nella foto a destra: tamente alle loro rispettive corti di esperti, Cascarano e a un manipolo Salvo Sottile, presentatore criminologi, psichiatri e dintorni: di avvocati del Foro contrari variedel programma televisivo "Quarto Grado". gataalla umanità di ospiti cachet alla cui chiusura. Le aproblemapresenza crescentequale senso di fatiche ormai sono con molteplici: sarannocuriosità tutte indistintamente ad far riferimento a Palmi per qualsiasi esigenza: anche per un e, in qualchecostrette caso, sentimenti di stidio ci siamo assuefatti. Entrambi economicità? Nessuna. Viene avrebsemplice notifica o – come spesso avviene di questi tempi, per il pagamento di una cambiale ritardata beroevidenziato riempito più serata degli ita- innocentismo o di colpevolismo. Una vera chedi leuna spese della e trasmessa dalla banca agli ufficiali giudiziari il cui ufficio Notifiche e protesti – si ritiene - sarà spogogna mediatica pompata in nome dell’auliani,struttura con le loro ricostruzioni, valutazioni, sono state sempre a stato esso pure a Palmi. Quale futuro? Non si sa. Non si riesce a capire quale sia il vero disegno del teorie, ipotesi indiscrezioni. Napolitano dience e che non consente in alcun modo carico del eComune e dunque legislatore e di chi governa questedimutazioni. Più di una voce intanto denuncia il sempre crescente di contribuire alla crescita una informaincidentalmente – e di tanto gliene la chiusura vedrà solo lo spo- siamo disagio zione di unacolta categoria di lavoratori: gli avvocati e seria. E’ giornalismo, d’alto ingiustamente criminalizzata negli ultimi anni da gratistamento – ha risparmiato agli italiani un altro del personale da una penalizzati da una serie di provvedimenti che hanno finito per svilire la qualità delle professione e la siffatto non è esclu- bordo, fatto da professionisti della parola sedetormentone. ad un’altraOrbene, senza alcun stessa gratificazione professionale di chi per scelta e dell’immagine ma che non consente di e vocazione indossa la toga. Avvocati e personale so che Porta a Porta e Quarto Grado non vantaggio per l’utenza e senza degli uffici risentono in maniera assai seria queste scelte e non v’è dubbio che la qualità del dielevare nell’ascoltatore il gradiente di di intedecidano di ritornare sull’argomento ma, forse con costi vivi di trasloco ritto del cittadino ad adire le giurisdizioni in questi anni sia stata penalizzata, ridotta e in taluni casi vivaddio, nell’immediatezza, così come resse e di conoscenza verso le vere problee di messe in operatività della anche vanificata esborsi di allora denarolaprima matiche italiane.daBen venga con- non previsti o previsti in maniera sopportabile e avvenne per l’assoluzione in di quasi njova sede uniti ai disagi appello del oggi levitati al punto che mota a chiedere giustizia non potendo sopportare gli oneri comitanza. L’Italia, oltregente che dirinuncia politici più Amanda Knox e Raffaele Sollecito e pripersonale che per raggiungere di iscrizioni a ruolo che – soprattutto – nelle giurisdizioni amministrative sono levitati oltre ogni ma ancora persede Anna Maria Franzoni per capaci, concreti e propositivi, ha necessità la nuova andrà incontro a e previsione. Ledimodifiche all’impianto della giustizia anche una stampa coraggiosa e non di - evidenzia più di una voce - anziché snellire e tuttemaggiori le fasi salienti vicenda Scazzi. costi. della La popolaziosemplificare – hanno fin da quando, nel 1998, furono tribune buone solo a fare dell’audience, soppresse le preture, anchilosato e reso sempre Cineverrà risparmiato utentequesto è ililfastidio secondodi ascolmeno veloce la giustizia. Poi viespressione è stato il tentativo su tragedie di alie- di svuotare la mission dell’avvocato imponendo la tare dato per serate intere un ripetersi triti speculando - è numerosissima, addi- di mediaconciliazione comesolitudine, passaggioperversione obbligato prodromico alle cause e ora con le soppressioni, chi nazione, disagio, e fatti rittura infarciti da collegamenti con inviati superiore, per numero vive nei paesi più interni sopporterà anche il disagio fisico e i maggiori costi necessari per raggiunche di noncomuni si capisce novità mai avreb- quant’altro l’attuale società – legata al dio e di quali abitanti a quella gere la sede tribunalizia, qualeoltre cheche sia. livellata Alla fine,dafra applausi e proclami, la riunione - partecipata si, denaro e all’apparire, berodella potuto fornire nelle ore tarde sede principale. Che sen- di notti ma conmedia molte truculenti, assenze framorbosi il popolo degli avvocati e ipocriti reality pianigiani in quella componente che – evidentetroppo lunghe da trascorrere davanti alla so ha, allora, spostare da una mente - ha accettato come fatto ineludibile la chiusura del tribunale - si concludeva con una raccolta Tv. Icittà processi televisivi negli ultimi si show – si è rivelata capace di produrre in ad un’altra personale e uf- anni di adesioni la dove proposizione un ricorso TAR nel tentativo di ottenere una sospensiva al deuna per Italia i ricchi di sono semprealpiù sonofici posti quasi comealcun un pretorio senza creare benefi- mediacreto di chiusura per rinviare ad un futuro non sappiamo quanto lontano la soppressione dell’Ufficio ricchi e per tutti gli altri residuano Porta a tico cio fattoper di le indiscrezioni, teorie, popolazioni di che ora, di ipoGiudiziario cinquefrondese. tesi e di un solleticare nel pubblico ansia, Porta, Amici e Quarto Grado.


Nella foto: una scena dell'Opera lirica "Falcone Borsellino".

6

Prima Mondiale dell'Opera lirica

"Falcone e Borsellino" di Angiolo Pellegrini Generale dell'Arma dei Carabinieri

S

abato 6 aprile ho assistito a Pisa alla prima mondiale dell’Opera lirica “Falcone e Borsellino ovvero il Muro dei Martiri” del M° Antonio Fortunato sul libretto di Gaspare Miraglia. Devo premettere che, probabilmente per limitata competenza musicale, non sono particolarmente attratto dalle opere contemporanee, spesso “operazioni occasionali, il più delle volte destinate a vivere solo lo spazio della prima”, ma mi è sembrato un dovuto omaggio ai due Magistrati, con i quali ho vissuto a stretto contatto e con univocità d’intenti circa 6 anni della mia vita, dal 1980 al 1986. Ebbene l’Opera dei Maestri Fortunato e Miraglia è stata capace di farmi vivere momenti di alta commozione sin dal primo quadro. La scena si apre in uno spazio vuoto e desolato nel quale unico elemento è costituito da un rudere di muro, mentre sullo sfondo, appaiono, in sequenza i nomi di tutti gli “eroi” che hanno sacrificato la loro vita per un ideale, riscattare la Sicilia dalla bestialità mafiosa e restituire ai cittadini onesti la libertà ed il territorio. Man mano che apparivano i nomi, mi tornavano alla mente le loro immagini, le loro caratteristiche, le loro parole, i momenti vissuti insieme… erano tutte persone impresse in modo indelebile nella mia memoria, per aver lavorato con loro o per averle incontrate ovvero per aver svolto indagini sulla loro morte violenta, tutti comunque legati dalla circostanza di aver sacrificato la vita per un ideale. Eroi e Martiri dell’era moderna! Le scene si susseguono con ritmo serrato. Giungono due personaggi la Madre (il Soprano Lydia Tamburrino) e il Padre (Tenore Italo Proferisce) che rappresentano i genitori delle

tante vittime della mafia. Si soffermano in preghiera davanti al Muro dei Martiri, sul quale sono affisse le foto delle vittime della mafia e l’icona della Vergine Maria. Alla Madonna elevano un dolcissimo canto, affinchè la Grazia divina riporti la Fede, la Giustizia e protegga tutti dalla schiavitù del male. L’Opera prosegue con la presenza del terzo personaggio, la Mafia (Basso Giuseppe Pelligra) che, spavaldamente, ribadisce la propria insensibilità nel confronti della gente che opprime. Tra i personaggi in scena seguono momenti di alta tensione. Poi una struggente melodia del coro dei bambini, che incarnano l’anima popolare di Palermo, che esortano alla rinascita, cui segue la bellissima esaltazione delle bellezze e delle meraviglie della Sicilia, per la quale si auspica un cambiamento: “se non si muta l’atteggiamento culturale, il male si rinnova e si perpetua, perchè il male (la mafia) spaventa minaccia, terrorizza, emette condanne, uccide, s’insinua, s’insedia ai vertici del potere, corrompe, infetta, asserva, ammutolisce, acceca e uccide le coscienze”. Nella quarta scena entrano i due attori (Andrea Biagiotti e Marco Maria Casazza) che raccontano in maniera molto sintetica le ultime ore di Falcone e Borsellino. L’appello è di non lasciarsi vincere dallo sconforto…“fiori preziosi che sono nati dal pianto inconsolabile ogni volta che un uomo innocente è stato annientato dalla viltà mafiosa. La Sicilia finalmente riscattata avrà un nuovo giorno, un futuro migliore, la legge dei giusti sarà, la regina e la verità, la lucente stella”. La Mafia si ritira e l’Opera si conclude con un corale luminoso: “Sorgi Palermo, inneggia odi trionfanti, eterna gloria vanta! Serto dorato vinci nel nome degli Eroi!” La splendida Orchestra Arche’, magistralmente diretta dal M° Elio Orciuolo, ci offre geniali momenti d’intensa com-

mozione, passando da melodie affidate ai primi violini, in raddoppio con flauto ed oboe, a ritmi serrati e martellanti di archi, ottoni e timpani, sempre perfettamente in linea con quanto si sussegue in scena. Alla presenza dei personaggi che simboleggiano i Giudici martiri, la musica assume il carattere eroico che esprime grandezza, ardente fede e assoluta fermezza. Il regista (Lorenzo Maria Mucci) ha saputo interpretare in modo perfetto il libretto e la musica, creando un’ambientazione realistica in un luogo degradato della periferia palermitana, lasciando in scena un unico elemento, un muro, intorno al quale ruotano i personaggi, che diviene “una sorta di trampolino per trasformare il dolore in azione, in rivolta”. Bravissimi i solisti e gli attori, perfettamente a loro agio nelle parti interpretate. Molto bravi i bambini del coro voci bianche Pueri Cantores di S. Nicola e S. Lucia, così pur il coro Laboratorio Lirico S. Nicola che impersona la società civile di Palermo. Al termine 15 minuti di applausi… ovazione quasi da stadio. In conclusione, ritengo che l’Opera Falcone e Borsellino presenti due aspetti fondamentali: da un punto di vista artistico, una forza comunicativa eccezionale, da un punto di vista culturale ed educativo, un messaggio di speranza e di riscatto dei cittadini onesti nei confronti dell’antistato, si chiami mafia, ‘ndrangheta, camorra o corruzione, o tradimento del proprio stato di essere umano. Con queste premesse mi auguro che tutti gli amministratori, i cittadini di buona volontà e in particolar modo, i giovani, che quotidianamente sono protesi a portare avanti iniziative di legalità, di riscatto sociale e di libertà di pensiero, abbiano la possibilità di ricevere, attraverso l’Opera Falcone e Borsellino, nuova linfa per continuare ad impegnarsi per un futuro migliore.


7

di Filippo Speranza

D

opo le elezioni parlamentari del 24 e 25 febbraio che hanno evidenziato una “vittoria – non vittoria” del centro-sinistra, un boom del Movimento cinque stelle, una rimonta berlusconiana (e non ci credeva nemmeno Silvio), e l’appiattimento dei piccoli partiti, vorremmo suggerire al prossimo Governo, dei numeri da ritoccare per il bene del Paese, e sui quali tutti dovrebbero, in teoria, essere d’accordo. Partiamo dalla riduzione dei parlamentari: innumerevoli sono stati i progetti di legge per tale riduzione. Una legge di questo tipo, si trovava addirittura nel pacchetto Devolution approvato dal penultimo Governo Berlusconi. Oggi i parlamentari sono 945. Urge tagliare le indennità parlamentari, che la manovra estiva del 2011 aveva equiparato alla media europea e mai concretizzata. Oggi il mensile netto di un parlamentare 12.697,00 euro corrisponde circa allo stipendio annuale di un operaio manovale. Nella scorsa legislatura sono state presentate 70 proposte di legge relativamente alla disciplina dei partiti politici, esattamente si puntava alla trasparenza dei bilanci dei partiti medesimi. Sapete come è andata a finire? Nessuna di queste proposte è arrivata ad essere approvata nel Parlamento. Non sappiamo in maniera esaustiva come sono stati spesi dal 1994 fino al 2012 circa 2,2 miliardi di euro, di cifre di questo tipo si sta trattando. E le Regioni? Dopo l’inverosimile accaduto in seno ai Consigli regionali in particolare Lazio e Lombardia, le Regioni hanno dovuto attuare i tagli alle indennità e ai fondi destinati ai gruppi politici previsti dalla manovra-bis del 2011; la reazione è stata che la maggioranza delle Regioni, cioè dei loro organi rappresentativi, hanno impugnato il tutto davanti alla Consulta. Ad oggi gli italiani mantengono a caro prezzo 1.081 consiglieri regionali. Non dimentichiamo le province, l’abolizione delle stesse si è persa tra proposte alternative, e nell’ultima legge di stabilità, è stata prorogata di un anno la situazione attuale che quindi rimane in vigore per il 2013, le province esistenti sono 110. Finalmente è partita l’ottimizzazione delle risorse dei piccoli Comuni, e come? I Comuni al di sotto dei 5 mila abitanti hanno l’obbligo della gestione associata delle funzioni già dal 01 gennaio 2013, ma ciò è partito in maniera parziale; mentre gli enti sotto i mille abitanti avranno una gestione associata di tutte le funzioni tramite Unioni di Comuni ed è prevista dal 2014, alla faccia di tutti i campanilismi di tutti i Sindaci accentratori nonché clientelari,ed invece colpo di scena il tutto prevede deroghe. Qui si parla di un numero infinito di Comuni cioè 5.701, e quindi di un numero infinito di risparmi. Ben venga un Movimento 5 Stelle, che possa obbligare un centro – destra servo di Berlusconi e un

"Diamo i numeri" ...e che il governo, qualunque sia,

li modifichi! centro-sinistra ipocrita, a fare riforme sugli argomenti specificati. Il taglio alle spese militari sarebbe necessario; i denari in questo momento servono per far mangiare le famiglie degli operai, non per arricchire gli industriali delle armi. E tutti i soldi arrivati alle banche italiane dalla BCE, fondi a tre anni con tasso del 1%, circa 60 miliardi di euro, utilizzati dalle banche per prestarsi soldi a vicenda sul mercato interbancario, e per riacquistare titoli di Stato. Nessuno né di destra né di sinistra ha proposto un vincolo alle banche, quello di destinare anche il 20% di tali fondi a dare finanziamenti a tasso agevolato alle imprese in crisi, in un momento di bassissima liquidità, chissà avremmo avuto qualche suicidio in meno. Altra opportunità persa quella della normativa anti – corruzione, approvata sul finire del 2012, dopo un eterno iter parlamentare, e accordi tra i partiti, si è stabilito la seguente conclusione, indagati e condannati fino al secondo grado possono fare politica e le Camere hanno avuto bisogno di 17 mesi per arrivare a questa “illustre definizione”. Una nota di rilievo è il numero degli enti locali, che hanno problema con le risorse, cioè tutti; i Comuni si trovano allo sbando da tempo, ma con l’avvento della spending - review, sopportare amministratori incapaci o peggio, è diventato insostenibile per la collettività, in quanto se i pochi denari presenti sono polverizzati

dall’incapacità e dalla mala fede, possono creare crepe pericolose nel sistema fortemente provato. Il fallimento-dissesto del luglio 2012 del Comune di Alessandria, è stato il primo di una lista di Comuni ad esternare criticità di ogni tipo,come Messina, e Torino, ad oggi il Comune più indebitato d’Italia.

«nessuno ha,

fino ad ora, posto vincoli alle banche per obbligarle a interventi in favore delle imprese»


8

M

olto tardivamente ma, alla fine, lo scorso 20 Aprile, è giunta: la manifestazione di protesta contro la chiusura della sezione di Cinquefrondi del Tribunale di Palmi, una delle sedi giudiziarie reggine in predicata soppressione in nome di una razionalizzazione di maniera e di una asserita ricerca di economicizzazione. In realtà la soppressione della sede pianigiana del tribunale palmese trasformerà la sede principale in un contenitore sovraffollato e forse non pronto a sostenere questo surplus di carico. Nella sede del tribunale, una partecipata assemblea ha visto numerosi sindaci fra cui il presidente della Associazione dei Sindaci Citta degli ulivi, Oliveri e il suo predecessore, Zampogna, dar solidarietà al primo cittadino di Cinquefrondi, Marco Cascarano e a un manipolo di avvocati del Foro contrari alla chiusura. Le problematiche sono molteplici: quale economicità? Nessuna. Viene evidenziato che le spese della struttura sono state sempre a carico del Comune e dunque la chiusura vedrà solo lo spostamento del personale da una sede ad un’altra senza alcun vantaggio per l’utenza e senza dubbio con costi vivi di trasloco e di messa in operatività della nuova sede uniti ai disagi del personale che per raggiungerla. La popolazione utente – questo è il secondo dato – è numerosissima, addirittura superiore, per numero di comuni e di abitanti a quella della sede principale. Che senso ha, allora, spostare da una città ad un’altra personale e uffici senza creare alcun beneficio per le popolazioni che ora, saranno

Assemblea contro la chiusura del tribunale di Cinquefrondi

Meglio tardi che mai

Sindaci, Avvocati, personale della giustizia e utenti: La sezione di Cinquefrondi merita di restare attiva. Serve un bacino di utenza territorialmente distante da Palmi di Nicola Alessio

tutte indistintamente costrette ad far riferimento a Palmi per qualsiasi esigenza: anche per un semplice notifica o – come spesso avviene di questi tempi – per il pagamento di una cambiale ritardata e trasmessa dalla banca agli ufficiali giudiziari, il cui ufficio Notifiche e protesti – si ritiene – sarà spostato esso pure a Palmi. Quale futuro? Non si sa. Non si riesce a capire quale sia il vero disegno del legislatore e di chi governa queste mutazioni. Più di una voce intanto denuncia il sempre crescente disagio di una categoria di lavoratori: gli avvocati ingiustamente criminalizzati negli ultimi anni e penalizzati da una serie di provvedimenti che hanno finito per svilire la qualità delle professione e la stessa gratificazione professionale di chi per scelta e vocazione indossa la toga. Avvocati e personale degli uffici risentono in maniera assai seria di queste scelte e non v’è dubbio che la qualità del diritto del cittadino ad adire le giurisdizioni in questi anni sia stata penalizzata, ridotta e in taluni casi anche quasi vanificata da esborsi di denaro prima non previsti o previsti in maniera sopportabile e oggi levitati al punto che molta gente rinuncia a chiedere giustizia non potendo sopportare gli oneri di iscrizioni a ruolo che – soprattutto – nelle giurisdizioni amministrative sono levitati oltre ogni previsione. Le modifiche all’impianto della giustizia – evidenzia più di una voce – anziché snellire e semplificare hanno, fin da quando, nel 1998, furono soppresse le preture, anchilosato e reso sempre meno veloce la giustizia. Poi vi è stato il tentativo di svuotare la mission dell’avvocato imponendo la mediaconciliazione come passaggio obbligato prodromico alle cause e ora con le soppressioni, chi vive nei paesi più interni sopporterà anche il disagio fisico e i maggiori costi necessari per raggiungere la sede tribunalizia, quale che sia. Alla fine, fra applausi e proclami, la riunione – partecipata si, ma con molte assenze fra il popolo degli avvocati pianigiani in quella componente che, evidentemente, ha accettato come fatto ineludibile la chiusura del tribunale – si concludeva con una raccolta di adesioni per la proposizione di un ricorso al TAR nel tentativo di ottenere una sospensiva al decreto di chiusura per rinviare ad un futuro non sappiamo quanto lontano la soppressione dell’Ufficio Giudiziario cinquefrondese.


9

Sdegno a Taurianova per l’incendio alla Scuola Monteleone

Fare squadra contro la barbarie

Suggerito un comitato per assicurare alla scuola la videosorveglianza

A

ncora un gravissimo atto vandalico a Taurianova. Nella notte fra il 23 e il 24 Aprile ignoti hanno appiccato il fuoco all’interno del plesso scolastico Monteleone, che ospita le scuole elementari del I. C. Pascoli Monteleone. Le fiamme hanno gravemente danneggiato un’aula e altre adiacenti in maniera fortunatamente minore. E solo per pura fortuna il fuoco non si è esteso all’intera struttura con effetti che sarebbero stati distruttivi, e, a prescindere, gravissimi per l’intera collettività taurianovese attese le ambasce economiche nelle quali versa l’amministrazione. Fortissimo lo sdegno in ogni ambito civile e politico. Il Sindaco Domenico Romeo, prontamente intervenuto, ha stigmatizzato come questo secondo gravissimo atto vandalico – di poco successivo a quello che aveva visto la distruzione delle panchine sul corso XXIV Maggio da parte di una banda di giovinastri poi identificata – rappresenti un segnale pericolosissimo per la città di Taurianova ed ha invitato la cittadinanza a prestare la massima collaborazione per consentire l’individuazione dei vandali e per far si che la scuola – che da poco tempo era stata oggetto di un restauro e di una ripitturazione interna – torni nuovamente bella e funzionale. “la Scuola Monteleone – ha detto il Sindaco ai giornalisti – è patrimonio della storia cittadina e faremo di tutto per difenderla da ulteriori attacchi

Siti

Partners

Canale Digitale 636

Le condizioni di un'aula dopo l'incendio (archivio Approdo News).

di Emma Ugolini

vandalici. L’amministrazione – ha concluso il Sindaco – si opporrà fermamente a queste azioni finalizzate a gettare la città in un'atmosfera da terrorismo. Le indagini condotte dalla Polizia di Stato e dai Carabinieri stanno seguendo numerose ipotesi investigative e si spera – così come avvenuto per i protagonisti del raid contro le panchine – che gli autori possano essere individuati e perseguiti. Nell’immediatezza lo sdegno dei genitori davanti le scuole ha assunto echi di vibrata condanna contro lo scempio dei locali destinati alla crescita di bambini che mai avrebbero dovuto scoprire la devastazione fatta dal fuoco in quella stanza – la loro aula – che in questa fase delicatissima della vita è parte del loro mondo e in essa ogni giorno, settimana dopo settimana essi erano cresciuti imprimendo nella loro memoria attimi di vita, immagini, echi di risa, di giochi, di piccole ansie, di paure e di gioie. Per questo – a nostro giudizio – l’atto vandalico è ancor più esecrabile. Nell’immediatezza – e sono tante voci a dirlo – sarebbe opportuno, anche attraverso un comitato spontaneo di cittadini che si impegnino a trovare con oblazioni i fondi necessari, dotare la scuola e l’intera zona di un sistema efficiente di protezione e di videosorveglianza: per evitare nuove albe di sgomento e nuove immagini di uno sfacelo che sa solo di inciviltà.


10

Un invaso capace di contenere 30 milioni di mc di acqua

Inaugurata la diga sul Metramo

Il lago creato dallo sbarramento è già diventato un'oasi di grande interesse naturalistico. Dal suo utilizzo concrete possibilità di ricadute economica e di lavoro di Gaetano Mamone

l

l cinque Aprile è stata inaugurata, a 33 anni dall’inizio dei lavori e a oltre un cinquantennio da quando l’idea di costruirla fu progetto sul quale iniziare a parlare e a confrontarsi, la diga che sbarra a monte dell’abitato di Galatro il corso del fiume Metramo. Il ciclopico sbarramento che ha tagliato una profonda gola e che nel punto di maggiore profondità supera dal livello di coronamento della diga i centro metri ha creato un lago, ampio, e molto bello la cui capacità di contenimento idrico è stimata in 30 milioni di metri cubi. L’invaso presenta al centro una struttura emergente dalla acque comunemente definita “bicchiere” e che, di fatto, è una valvola di livello gigantesca destinata a captare le acque quando queste superino il livello massimo, facendole cadere in basso e canalizzandole poi attraverso una serie complicatissima di canalizzazioni sotterranee che rendono questa diga, peraltro la più grande che esiste in Europa – un gioiello di ingegneria idraulica. Il giorno dell’inaugurazione, baciato da un sole caldo e da un cielo azzurrissimo ha offerto alle centinaia di invitati uno spettacolo di grande bellezza e suggestione, al punto che – se vi fossero state disponibili delle barche – molti avrebbero voluto fare il giro del lago. Ma, anche questo, in un

prossimo futuro, potrebbe diventare realtà e risorsa turistica. La cerimonia di inaugurazione è stata aperta, dopo una breve introduzione del presidente del Consorzio di Bonifica del Tirreno, Filippo Zerbi, dal rito di benedizione officiato dal Vescovo di Oppido Palmi, Mons. Francesco Milito, che ha sottolineato la grandezza del lavoro dell’uomo grazie al quale sono state contenute le acque e la loro forza che potenzialmente potrebbe anche essere distruttiva. Poi è stata la volta dell’ing. Giuseppe Buggè, che ha diretto i lavori negli ultimi 30 anni e che ha ripercorso le fasi della costruzione dell'opera e delle tante difficoltà tecniche che è stato necessario superare nel corso degli anni per consentire la realizzazione di uno sbarramento in grado di resistere alla poderosa pressione delle acque che deve contenere. In rappresentanza della regione – Ente proprietario dell’Opera – ha porto il suo saluto l’on. Candeloro Imbalzano. Numerosi altri interventi hanno poi evidenziato l’importanza e le grandi aspettative che si legano al completamento di un’opera il cui collaudo è stato fortemente accelerato dai vertici del Consorzio di Bonifica che ne sarà di fatto il gestore e che già sta monitorando varie gamme di utilizzo dell’invaso, non ultimo quello della produzione di energia elettrica che potrebbe riversare risorse che consentirebbero al Consorzio nuova autonomia finanziaria e maggiori e diversificati campi di intervento con creazione di numerosi posti di lavoro. Ma quali saranno le prospettive che dalla Diga sul Metramo si apriranno per la Piana del Tauro e la provincia di Reggio? Ne abbiamo parlato con il Presidente del Consorzio di Bonifica Tirreno, Filippo Zerbi Dopo un trentennio questa opera è giunta a compimento… «Sin dal primo momento in cui la nuova amministrazione si è insediata, circa un anno e mezzo fa, ha individuato come priorità assoluta il completamento delle procedure atte a rendere possibile il collaudo definitivo di questa importante opera. Il bando di gara per la realizzazione di una centrale idroelettrica che sarà pubblicato a breve permetterà il definitivo completamento delle canalizzazioni per i diversi utilizzi dell’acqua: energetica, potabile, irriguo». Un bacino idrico che potrà cambiare il volto del comprensorio? «Direi proprio di si. Il reddito che deriverà dallo sfruttamento di trentamilioni di mc di acqua con un salto di 600 m sarà di notevole importanza. Questa entrata permetterà al consorzio di implementare progetti necessari per lo sviluppo di un’agricoltura moderna ed efficiente e a passo con i tempi. Questo avverrà con l’ampliamento della rete irrigua esistente e con lo sviluppo di altre importanti iniziative in un comprensorio dove l’agricoltura ha tradizionalmente rappresentato la principale fonte di reddito e che oggi attraversa una grave crisi legata al mancato ammodernamento di infrastrutture». È preventivabile la produzione di energia elettrica? E in che misura?


11

«Si tratta della diga zonata più importante d’Europa e quindi il potenziale di energia elettrica ricavabile è di notevole importanza. Negli anni scorsi un grande numero di importanti società nazionali ed internazionali hanno mostrato un vivo interesse alla possibilità di produrre energia idroelettrica sulla diga del Metramo». Vi potranno essere nel breve periodo ricadute occupazionali che proiettino il consorzio di bonifica in una dimensione nuova? «Oltre all’implementazione dei progetti legati all’agricoltura cui si faceva cenno prima bisogna considerare che la costruzione di una centrale idroelettrica di questa dimensione rappresenterà il più importante investimento degli ultimi trenta anni Con le relative ricadute in termini economici ed occupazionali». Il lago artificiale creato dalla diga Castagnara è già diventato oggetto di interesse da parte degli ambientalisti e degli studiosi che considerano questo ecosistema artificialmente creato come una possibile oasi nella quale numerose specie, stanziali e migratorie potranno trovare condizioni ottimali di crescita e di riproduzione? «L’interesse turistico ed ambientale è un ulteriore aspetto di grande interesse che abbiamo preso in considerazione che abbiamo intenzione di incrementare e tutelare. La produzione di energia derivante dall’acqua è altamente sostenibile dal punto di vista ecologico avendo un impatto pari a zero sull’ambiente circostante. Questo ci darà la possibilità di sfruttare in pieno le potenzialità ambientali e turistiche del lago artificiale creato dalla diga».

Nelle foto: due momenti dell'inaugurazione.

Foto panoramica della diga sul Metramo (servizio fotografico di Salvatore Greco).


12

Foto panoramica della Costa Viola (servizio fotografico di Salvatore Greco).

A3 Calabria

dal Pollino allo Stretto la strada fa paesaggio

di Salvatore Greco

...Come non fosse infinitamente sublime lo sconvolgere che fa l’uomo sotto la spinta della ricerca e della creazione, l’aprire strade, colmare laghi, sommergere isole, lanciare dighe, livellare squarciare, sfondare, innalzare, per questa divina inquietudine che ci spara nel futuro”. Umberto Boccioni

zione di un professore che asseriva che la più importante opera di architettura del Novecento realizzata in Calabria fosse stata l’autostrada! Spinto a ricercare per chiarirmi le idee, nella sezione dedicata alla Calabria della “Guida all’architettura italiana del Novecento” di Sergio Polano edita da Electa, trovai pubblicato il viadotto “Fiumarella” di Riccardo Morandi a Catanzaro, nelle pagine seguenti, il viadotto sulla fiumara dello “Sfalassà” lungo l’autostrada Salerno-Reggio Calabria nei pressi di Bagnara, di Silvano Zorzi. A distanza di venti anni, oggi, la “Guida alle Architetture del Novecento in Calabria” a cura di Fabrizia Berlingeri e Laura Thermes pubblicata da Kaleidon, testimonia, dedicando numerose pagine al sistema infrastrutturale stradale calabrese, quella splendida stagione dell’ingegneria Ormai qualche anno fa, studente ai primi anni italiana. Quella affermazione, spessa di significati più sottile di quanto io potevo alla facoltà di Architettura di Reggio Calabria, allora capire, riecheggia e svela, oggi più chiaramente, il paesaggio della strada rimasi alquanto sorpreso di fronte all’afferma- come “architettura dilatata”, all’interno di precise regole di adesione e di mutua integrazione. Una strada, non è solo una linea che attraversa semplicemente un luogo per giunPanoramico di un paesaggio attraversato dalla A/3. gere ad una meta, è una sequenza spaziale, una continuità di flussi, un drive-in, un’escursione in un parco, uno scambio di relazioni cinestetiche durante il viaggio. “Sulla strada” di Kerouac apriva nuovi confini. Premessa questa, utile, per dare una specifica collocazione al ragionamento “paesaggio e autostrada” in Calabria. Per verificare poi, la condizione d’integrazione tra questi due fattori, è sicuramente opportuna, una breve riflessione sui requisiti d’efficienza delle infrastrutture regionali. In Calabria, il trasporto delle merci e la mobilità produttiva continuano a dipendere essenzialmente dal trasporto su gomma, i poli aerei, poveri di servizi e strutture, lasciano senza dubbio molto a desiderare, il trasporto su ferro, comprese tutte quelle tratte a scartamento ridotto, linee Taurensi comprese, è purtroppo legato ad una logica obsoleta che non ha mai creduto pienamente nella trasversalità, ed infine, il trasporto marittimo, malgrado 780


13

elmetti gialli, funamboli coraggiosi, domani potrebbero essere altro, bisognerà pensarci subito! L’A3, la strada che porta a sud, a casa, dalle cime del Pollino fino al mare dello Stretto, in mezzo ad una collezione unica di paesaggi poco riconosciuti. Seppelliamo definitivamente l’epoca dei “non luoghi”, cantilena alla moda e ossessiva, e riscopriamo che strisce d’asfalto, viadotti, gallerie, muri di sostegno, aree di sosta e di servizio, hanno un’anima. Sarebbe l’ora di affinare la metodica del Foto panoramica della Costa Viola progetto tecnico autostradale tradizionale, mettendo l’accento sulla potenziale bellezza di quest’opera infrastrutturale. Per questo non bastano solo i nuovi ponti strallati! Mimetizzare, cicatrizzare o semplicemente mitigare, è “fuori strada”, occorrono nuovi luoghi e rigenerate identità, sia per i viaggiatori ma anche e soprattutto per le comunità che abitano questo paesaggio. Ogni strada racconta una storia di lotte e di lavoro, il mondo, specie quello economico, oggi è delle reti virtuali, ma una scritta sui paraurti dei camion negli Stati Uniti recita: “Se ce l’avete, è perché un camion ve l’ha portata”. Scendiamo in strada e trasformiamo il viaggio lungo l’A3 in Calabria anche in una gradevole esperienza estetica. Cominciamo proprio da questo riconosciuto e popolato itinerario per dare finalmente un significato al paesaggio “delle Calabrie”.

chilometri di costa, soffre di un conflittuale isolamento, escluso qualche piccola realtà turistica. Un esempio per tutto, il Porto di Gioia Tauro, grande infrastruttura rimasta per molti anni una cattedrale nel deserto, oggi scalo “transhipment”, collegato al mondo intero ma lontanissimo dalle realtà più imminenti. Così stando le cose, una realtà evidente come l’A3, è divenuta da sempre comodo bersaglio, simbolo esclusivo della lentezza e dell’inefficienza. In verità l’autostrada in Calabria ha partecipato storicamente allo sviluppo dei collegamenti tra diverse realtà, soprattutto tra le zone più marginali della regione, con responsabilità maggiori a quelle reali. Un utente non distratto, percepisce chiaramente che le maggiori modificazioni territoriali sono legate in maniera evidente ai territori e paesaggi percorsi da questa lunga promenade. La politica e le amministrazioni hanno dibattuto storicamente di tracciato, pedaggio e varianti, mentre il malaffare dilagava. Molti hanno dimenticato però che un’autostrada difficile da costruire, è ancora più faticosa da adeguare giorno per giorno, chilometro dopo chilometro, governo dopo governo. Pendolari, autotrasportatori, ecologisti, viaggiatori dei giorni festivi, quante e quali autostrade bisognava costruire? Soprattutto quale autostrada noi cittadini calabresi avremmo dovuto pretendere? Oggi si corre ai ripari, risolvendo fondamentali problematiche oggettive quali sicurezza e accessibilità, anche a discapito di numerose opere d’arte oggi in dismissione. Ma si potrebbero nello stesso tempo mostrare “altre” qualità e funzioni complementari, proprie di questa strada, come per esempio essere via privilegiata d’accesso alla conoscenza del territorio, mezzo di acquisizione di un nuovo sapere del paesaggio come risorsa. A cominciare per esempio da una nuova cultura della sosta, in una terra storicamente di passaggio, che ci permetta semplicemente di inoltrarci, e scoprire inafferrabili complessità. Oggi, aree di cantiere, piste di servizio, vecchi tracciati, campi base e uffici di fortuna, sono luoghi abitati da uomini con gli Panoramica del viadotto d'ingresso a Reggio Calabria Porto. Panoramico di un paesaggio attraversato dalla A/3.


14

AL.PA TOURIST e "MUSICA & ARMONIA"

me un brano musicale intero. Valeria, attraverso questo full immersion ha dato modo di capire quanta straordinarietà si celi dietro la sua semplicità, non si può fare a meno di percepire quanto sia potente e contagiosa la sua energia, accompagnata da quella umiltà che la contraddistingue, sono infatti tutti in trepidante attesa del suo ritorno in Calabria, stavolta nelle vesti di interprete. AL.PA TOURIST, guidata dalla dott.ssa Patrizia Alessio, azienda calabrese rinomata a livello nazionale, coinvolta nelle produzioni artistiche e cinematografiche, nell’artist management e nell’organizzazione di eventi, nella sua incessante fucina creativa, ha immediatamente creato una fattiva collaborazione con il maestro Giuseppe Pugliese, il talentuoso direttore dell’Accademia “MUSICA & ARMONIA”, trovando in lui grande disponibilità e individuando la sua scuola come fiore all’occhiello nella nostra realtà territoriale. Il giovane maestro si è diplomato brillantemente al conservatorio di Vibo Valentia, ha poi proseguito gli studi perfezionandosi sotto la guida del maestro Turini e frequentando Master e corsi di interpretazione musicale con svariati musicisti di calibro internazionale. La sua scuola è perennemente in moto, in continua evoluzione: organizza concerti, master di perfezionamento, rassegne musicali e numerosissime esibizioni che vedono come protagonisti i suoi allievi che possono godere della fortuna di far parte di un ensemble di musicisti sempre pronti al confronto e all’esibizione in pubblico. Sta continuando a collaborare con AL.PA TOURIST non solo nell’organizzazione di Stage, ma anche nella gestione di altri eventi di imponente rilevanza, quali il ROCK FESTIVAL (concorso canoro per rock band emergenti) e il contest nazionale MARTE LIVE, insomma una serie di iniziative capaci di annidarsi tra quelle esperienze costruttive che fungono da motore propulsivo, che rimangono sempre in circolo, senza sbiadire nell’oblio. Proust a tale proposito sosteneva che: “il vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi”...

Organizzano uno stage di composizione creativa con l'artista Valeria Vaglio di Patrizia Alessio

G

rande successo per lo stage di canto, “interpretazione e scrittura creativa” con l’artista Valeria Vaglio, organizzato dall’azienda taurianovese “AL.PA TOURIST” sas, presso l’Accademia “MUSICA & ARMONIA” di Cittanova (RC), diretta dal maestro Giuseppe Pugliese. Seconda tappa in Calabria di un percorso didattico, durante il quale Valeria Vaglio (cantautrice, Nella foto: la cantante Valeria Vaglio, il maestro polistrumentista, arrangiatrice Giuseppe Pugliese e il fratello Claudio, Presidente di esperta in tecniche del suono, "Musica & Armonia", Patrizia Alessio, Presidente di vincitrice Sanremo Lab 2004, AL.PA TOURIST e gli stagisti. docente di canto Area Sanremo, con 2 dischi già all’attivo e il 3° in lavorazione), è riuscita a trasmettere ai partecipanti la sua esperienza e il suo vasto background culturale. Un evento formativo piuttosto peculiare, la docente, dopo un breve preambolo teorico relativo alle conoscenze anatomo-fisiologiche dell’apparato vocale e alle regole fondamentali della metrica, ha dedicato ampio spazio al ritmo, al suo significato, all’impulso che ci spinge a voler comunicare attraverso le parole e la melodia, elaborando soluzioni nuove, inedite ed originali nei vari contesti sociali. Era presente un’eterogeneità di partecipanti (tra interpreti, autori, musicisti), ciò nonostante la suddetta è riuscita a creare una singolare comunanza d’intenti tra “docente” e “allievi”, coinvolgendoli fattivamente in questo processo creativo di stesura dei testi, estrapolandone le potenzialità creative, l’originalità e la fantasia, presenti in ciascuno di loro. A fine giornata i partecipanti hanno dato voce alla propria creatività, dopo aver rotto il ghiaccio della timidezza iniziale, con grande soddisfazione, sono riusciti a creare tutti insie-

di Luigi Mamone

N

L'Istituto Gemelli Careri in Cecoslovacchia

Grazie al progetto Comenius. Nel contesto del secondo meeting del progetto "Peace for everyone"

el quadro del programma LLP delle mobilità transnazionali previste dai Progetti Multilaterali Comenius, finanziati dalla Comunità Europea, una delegazione dell’Istituto Gemelli Careri di Taurianova é partita martedì 23 aprile per la Repubblica Ceca dove si tiene il secondo meeting del progetto “Peace for everyone”. All’incontro partecipano le rappresentanze (docenti e studenti) degli altri paesi partners: la Repubblica Ceca, la Turchia, la Spagna, la Grecia, la Polonia e l’Ungheria. Tema del progetto è “La pace per tutti”. Pace intesa sia come concetto filosofico che come attitudine o stato d’animo; come risultato di tolleranza attraverso un comportamento rispettoso e profondamente comprensivo del mondo. Il progetto intende accrescere l’attenzione degli studenti verso il profondo significato di questo concetto, approfondendo i comportamenti umani e l’approccio ai

problemi della vita. Gli obiettivi del progetto sono l’eliminazione degli stereotipi e dei pregiudizi su altre culture e lo sviluppo delle abilità comunicative nelle lingue straniere. Il progetto mira inoltre all’accrescimento dello sviluppo delle abilità sociali dei giovani; all’ampliamento della conoscenza di altre culture; alla consapevolezza del senso di responsabilità ed ospitalità; all’incremento della motivazione per costruire la pace attraverso la tolleranza. Aderire ai Programmi LLP (Lifelong Learning Programme) significa condividere con altri paesi europei un importante obiettivo educativo, contribuire alla maturazione degli allievi, promuovere la formazione d’eccellenza dei docenti e proiettare l’Istituto Scolastico in una dimensione europea.


15


16

Conversazione-intervista con

S. E. Mons. Francesco Milito di Michele Ferraro

A

d un mese ormai dall’elezione a Vescovo di Roma di Papa Francesco, abbiamo incontrato il Vescovo della nostra diocesi, mons. Francesco Milito, per un’ampia conversazione, toccando temi legati alla Chiesa universale ed ai suoi due Pontefici, senza però tralasciare le problematiche e le attese del nostro territorio e del popolo della Piana. Eccellenza, “Habemus Papam”: Francesco. Ecco, ci risiamo, sono saltati tutti i pronostici umani sulla nomina del nuovo Pontefice, ma ritornano in mente le parole del Profeta Isaia, “i miei pensieri non sono i vostri pensieri…” «Sì! Ma a distanza di poco più di un mese l’espressione assume un altro splendido significato: non solo abbiamo “il” Papa, ma abbiamo il Papa che ci voleva. C’è sempre del meraviglioso sconcertante ad ogni nuovo Papa: il Popolo di Dio lo vede e l’accoglie come l’interprete di attese, sentimenti, desideri maturati durante il pontificato precedente, ed è come si sentisse subito compreso per tali aspettative. Nasce da qui il commento che è di fede arresa, rispetto alle immancabili riserve nei giorni dell’attesa: “Veramente – si riconosce – lo Spirito Santo ispira ed ha ispirato i Cardinali, il Signore vuole bene alla Chiesa”. Ciò spazza come un venticello fresco le riserve circolanti nei giorni di aspettativa del conclave quando i pronostici di inconfessati profeti di turno, sorretti o influenti da una comunicazione – sotto le forme nelle quali questa oggi corre – delineano esiti, seppure con il calcolo delle probabilità, a partire da cordate, alleanze, esclusioni presunte. Le parole del vero profeta – nel caso specifico di Isaia, ma si potrebbero ricordare espressioni analoghe di Gesù – allora si confermano vere e rassicuranti: se i pensieri di Dio sono per l’eternità, il Papa “pensato” da Lui è la migliore garanzia della fiducia della Chiesa, che si vede “pensata”, cioè amata e, perciò, salda nel continuare la sua missione». Papa Francesco viene dai confini del mondo, esprime la Sua gioia per essere stato chiamato ad essere Vescovo di Roma, prega insieme con il popolo di Dio e chiede al popolo di pregare per Lui; che Papa sarà, secondo Lei? I suoi primi atti, le prime e continue sorprese, oltre al commento diretto che egli stesso ne ha fatto, provocando consensi planetari per la forza che hanno i segni, esprimono la sua gioiosa ricchezza interiore per cui la semplicità esterna che l’accompagna fa pensare ad un pontificato “a presa rapida”, che va, cioè, diritto al cuore della gente. Questa sintonia può preludere ad un rapporto per cui si avverte come figura di riferimento personale il Papa, che è figura di riferimento universale. I due aspetti non si elidono e permettono di creare una forte adesione ai suo magistero in parole ed in opere. L’essere stato pastore di una grande metropoli, Buenos Aires, e di una nazione – l’Argentina – tra le complesse dall’America Latina negli ultimi decenni lo hanno attrezzato al contatto vivo e diretto con i problemi della gente e, perciò, di coglierne e farne oggetto del servizio pontificale. Ciò non potrà, in nessun caso significare l’illusione di un Papa “alla mano”. Il vero bene ha sempre motivi per sconcertare e disperdere illusioni fatue. Molti, guardando alla Chiesa in questo tempo ed ai problemi che il nuovo Papa dovrà sicuramente affrontare, pensano soprattutto ai vari scandali, alle lotte all’inter-

Nella Foto: Mons. Francesco Milito con Papa Benedetto XVI.

no della Curia romana, alle incomprensioni in tema di famiglia e sessualità, ai vari problemi etici e morali. I Cardinali invece hanno chiamato alla soglia di Pietro, Sua Eminenza Mons. Bergoglio, Papa Francesco, il Vescovo dei poveri e della povertà evangelica; ancora una volta una scelta che ha spiazzato il mondo. Il venire dall’altra parte dei mondo non è sinonimo “da un altro” mondo. Oltre della conoscenza di tali problemi come cardinale – cioè collaboratore del Papa e perciò ben informato – vi porta una sensibilità particolare come di chi, stando lontano dai cosiddetti Palazzi del potere, ne avverte più acuto lo stridore tra limiti sconcertanti ed esemplarità che ci si aspetta. La prima preghiera del nuovo Pontefice, e a quanto pare anche il suo primo pensiero, sono stati rivolti al Santo Padre emerito Benedetto XVI, che con le sue dimissioni ha sconvolto ancora la logica umana. Eccellenza, ci aiuti a leggere, con il suo discernimento, questi segni dei tempi. Scontato, direi ovvio, che il primo ricordo orante fosse per l’emerito Benedetto XVI. Ogni Sommo Pontefice lo fa per il predecessore defunto, tanto più ora per uno vivo e che è vivo, con le proprie dimissioni, ha aperto per un cambiamento ai vertici della Chiesa. Circa il gesto di Benedetto XVI ho espresso il mio pensiero nella Nota pubblicata sul nostro Sito diocesano (http://www.oppido-palmi. chiesacattolica.it) a cui rimanderei. Recentemente, a fine gennaio, durante la “visita ad limina” dei Vescovi della Calabria lei ha avuto l’onore e la gioia di incontrare e parlare con S.S. Benedetto XVI, il Pontefice che l’ha anche nominata Vescovo. Quali le emozioni ed i pensieri di quell’incontro. Avevo avuto modo di incontrare di persona il Card. Ratzinger negli anni del mio servizio in Segretaria di Stato (1985-1988) nei pomeriggi di miei rientri a lavoro e di suo ritorno dalle udienze periodiche con Giovanni Paolo II. Tramite S.E. Mons. Cassone, di v.m., l’avevo contattato per una lezione – nel ciclo di riflessioni sul Rapporto Chiesa-Mondo nel Terzo Millennio, organizzate a


17

Rossano in qualità di Vicario Episcopale per la Cultura e l'Ecumenismo – formulata con l’interrogativo: “Quale Chiesa per il Terzo Millennio?”. Eravamo ai primi anni del XXI secolo ed il Cardinale (nel quadro di altri invitati, senza esito positivo e, in un caso, con inatteso improvviso disguido) diede immediato riscontro, pur non potendo accettare perché con un’agenda già fitta d’impegni. Ai miei studenti del Liceo Scientifico all’inizio dell’anno scolastico 1985-1986 (interrotto nei primi mesi per la chiamata a Roma) avevo indicato come testo base per capire un po’ della Chiesa del nostro tempo, al di là delle monotone accuse, il primo libro-intervista in lingua italiana con Vittorio Messori Rapporto sulla fede. Nel contatto personale mi aveva colpito l’attenzione al suo interlocutore, la finezza – quasi timida – del tratto e della speculazione teologica, l’acutezza nell’affrontare e trattare temi scottanti anche sul piano ecumenico. Trovarmi, ora, di fronte a chi aveva “firmato”, cioè studiato e condiviso l’esito di tutto il delicatissimo lavoro preparatore che procede la nomina di un Vescovo, aveva rinnovato i sentimenti di filiale devozione e di completa dedizione sotto la sua guida sicura a compartecipare al governo della Chiesa nella porzione eletta della nostra Diocesi. Sicuramente durante l’incontro con Papa Benedetto avrà avuto modo di presentare la nostra terra e il nostro popolo. In che termini avete dialogato: di problematiche da risolvere o di nuova evangelizzazione da attuare? Con una prassi, dettata da motivi di contingenza obbiettiva – le dimissioni poco meno di venti giorni dopo l’avrebbero un tantino spiegata – non c’è stata un’udienza personale privata con ogni singolo Vescovo, ma due Udienze semicolletive, composta ognuna da sei Vescovi calabresi. Io ero inserito nel secondo gruppo composto dal nostro Metropolita, S.E. Mons. Vittorio Mondello, da Mons. Marcianò, Mons. Morosini, Mons. Renzo e Mons. Galantino. Il Papa ci ha ricevuto in una Sala attigua alla grande Aula Paolo VI. Dopo le foto ricordo, si è intrattenuto con noi, ascoltando in ordine i singoli Vescovi che hanno brevemente presentato le rispettive Diocesi, evidenziandone qualche aspetto peculiare. Benedetto XVI ha mostrato massima attenzione ad ognuno. In un incontro così impostato non poteva esserci tempo per affrontare temi che, tra l’altro, sono oggetto di analisi, soprattutto delle Congregazioni romane secondo il campo di competenza. Per tutti, invece, ha avuto parole di incoraggiamento e di speranza, ricordando a conforto uno degli sprazzi di luce più consolanti della Lumen Gentium, in ciò voce di un pensiero agostiniano: “la Chiesa cammina nel tempo tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio”. Da qui la speranza a proseguire il servizio di pastori con grande fiducia e ci ha ricordato con quanta sorpresa avesse ricevuto proprio qualche giorno prima il capo del Governo Comunista del Vietnam del Nord che si era dimostrato molto interessato all’azione svolta della Chiesa in favore delle classi più bisognose nel mondo. Il dono di una bella Croce, copia dell’originale conservata nei Musei Vaticani, di corone del Santo Rosario e dei cartoncini di auguri per le festività natalizie resterà come un segno prezioso della sua sensibilità e vicinanza ai Confratelli nell'Episcopato. Eccellenza, Lei è da quasi un anno pastore di questa Chiesa che è in Oppido M.-Palmi, un Anno cantiere, come l’ha voluto chiamare, all’interno dell’Anno della Fede, indetto da Papa Benedetto XVI: possiamo chiederle un primo resoconto? Sì, davvero, appena un primo resoconto perché ancora nel pieno dei lavori, che stiamo portando avanti progressivamente, gradualmente, in un intreccio tra revisione degli Statuti dei massimi organismi di comunione – quali sono i Consigli Presbiterale e Pastorale, diocesano, quelli parrocchiali e zonali, di Aggregazione laicali – e la programmazione con le diverse forme esistenti e in fase di costituzione, i gruppi con mandato ministeriale, Diaconi permanenti, Lettori, Accoliti, Ministri della Santa Comunione, Istituti di Cultura – IsteP, Liceo Classico “San Paolo”. Proseguono, intanto con vivo interesse e prova di perizia artistica e di comunione i Concerti di Cori Vicariali per l’Anno della fede. Le stesse Catechesi in Avvento e in Quaresima a Oppido e a Palmi sono state esperienze nuove, molto seguite nell’ottica di quell’approfondimento del proprio Credo come base di preparazione alla grazia propria dei grandi Tempi Liturgici. Eccellenza, Lei, oggi, è al timone di questa barca, che è la nostra Chiesa diocesana, nel mare sempre in tempesta della Piana per i tanti problemi del territorio: gli omicidi, la precarietà e la mancanza di lavoro che condizionano la vita delle nostre famiglie, la poca speranza da parte di tanti giovani, la cultura mafiosa con la sua presenza subdola e diffusa, la difficoltà a governare i nostri comuni sempre più disastrati, … Eccellenza ci indichi la rotta! Nelle complicate vicende della storia la rotta unica, suprema, sicura resta l’adesione totale alla Parola di Dio. In essa il disegno della creazione e della redenzione insegnano all’uomo le condizioni necessarie in ordine al vero bene e di rifiuto di ogni azione di contrasto e/o di strutture malefiche di peccato. La sintesi è chiara e praticabile da tutti e da ciascuno, sol che la si voglia assumere con la certezza dei beneficio che ne deriva: il primato dell’amore di Dio

con tutto se stesso, l’amore degli altri come riflesso. Quando al posto dell’eterno amore compaiono “Padri” che si ritengono “eterni” e in questa sacrilega convinzione si arrogano diritti di cui non sono né autori, né portatori, prevaricando in ogni modo sui propri simili e sulle strutture sociali, la confusione è massima e le conseguenze anche. Bisogna convincersi – e l’attuale crisi strutturale e di sistema ne sta fornendo ampia ed amara prova – che o l’etica – cioè l’agire secondo coscienza illuminata e fondata sulla legge divina – è norma ordinaria e alla lunga vincente, oppure i fallimenti si susseguono con moto ondulatorio, di fibrillazione continua. Non si dà altra alternativa. Questa, dunque, la rotta: fisso lo sguardo alla legge di Dio e alla sua osservanza da parte di tutti, senza eccezione di sorta, vivere nella serenità della coscienza. Verrà la pace degli spiriti e con essa quella sociale, cioè del convivere civile ordinato e di sano sviluppo. Eccellenza qual è il Suo augurio di Speranza per questo Tempo di Pasqua che desidera rivolgere al popolo che Le è stato affidato? Che possa, attingendo dalla contemplazione dei Divini Misteri che la Liturgia della Chiesa dispiega come attualizzazione del permanente amore che il Signore ha per noi, di incontrarsi con Lui in un rapporto intimo e personale. Se tale “miracolo” avviene l’evento Cristo diventa vento gagliardo nella propria vita, pronube di inseminazione di semi del bene, che fioriranno per un nuovo giardino dell’Eden ritrovato, dopo quello perduto per la prima volta, ma non per sempre – proprio per lo stesso motivo: l’esagitazione dell’io al posto del primato di Dio.

Le dimissioni di Benedetto

L

XVI

’annuncio dato da Sua Santità Benedetto XVI delle dimissioni dal Servizio Petrino ha colto tutti di sorpresa, perché non abituati a gesti così eclatanti da personaggi e protagonisti del nostro tempo. I parametri per restare al proprio posto hanno ragioni oggettive e ragioni personali. Quando provengono da una lettura sapienziale e nello Spirito, in genere sono sconvolti per lasciar posto alla voce della coscienza che suggerisce la scelta migliore da compiere davanti a Dio e alla storia. Benedetto XVI ha sempre dimostrato lucidità nel leggere la vita della Chiesa e del Mondo con sguardo profondo e realistico. Non aveva escluso tale possibilità nell’orizzonte del Suo pontificato, accettato come “umile servizio nella vigna del Signore” – così si era espresso accettando la scelta dei Cardinali –, ma venuto a scompigliare il desiderato ritiro nella sua Patria in compagnia dei libri e degli studi che l’hanno accompagnato per tutta la vita, secondo una confidenza più volte pubblicamente ribadita. Con acuto e immutato intelligere le vicende contemporanee alla luce di Dio, da vero docente che riflette nella fede i percorsi dell’esistenza umana, ne ha tratto conseguenze per Sé. Lo attestano, come ha pubblicamente riconosciuto, i Suoi vigili esami di coscienza da cui la convinzione di lasciare la Barca di Pietro a forze più fresche e più valide. L’amore alla Chiesa Lo conferma così al di sopra di ogni visione terrena. Mi sembra di poter dire che con questa scelta Joseph Ratzinger ha impartito dalla Cattedra Romana – la suprema per magistero e autorevolezza – la più alta lezione di teologia della sua fecondissima carriera accademica, del servizio prestato alla Santa Sede e come Maestro universale del cattolicesimo. Si scriverà molto su quest’evento che ha precedenti lontani, se bisogna riandare a sei secoli fa per trovarne uno simile, ma tanto diverso nelle forme e nelle motivazioni. Si discuterà, anche, sui nuovi scenari che questa scelta di umiltà e di grande responsabilità produrrà ai vertici e alla base della Chiesa, e non solo a seguito, più che a margine, delle sofferenze di cui, negli ultimi anni, in prima persona, con dignità e calma, ha saputo portare il peso e orientare la soluzione. C’è da sperare che tale alto esempio di stile evangelico di “servo non più necessario”, una volta espletato il proprio incarico, sia di esempio e di stimolo a quanti nella Comunità cristiana, ritengono, con motivazioni di cui si sono convinti in lunghi anni di onorato servizio, di dover restare al proprio posto finché non arrivi la chiamata ultima del Signore, nonostante tempi ormai scaduti e forze chiaramente logorate: lasciare al tempo giusto è segno di rispetto e di amore al bene comune. Chi viene dopo, raccogliendo un’eredità non esausta, può arricchirla e potenziarla. Grazie, Papa Benedetto, di questa ultima Catechesi sul senso della Diaconia apostolica, per la quale scegliendomi come collaboratore per la Chiesa di Oppido Mamertina-Palmi, mi hai dato la possibilità di percorrere con Te un tratto di strada insieme, rinvigorito dalle consegne affidate alla nostra Calabria nella Tua visita nell’ottobre del 2011 e, specialmente, nell’Udienza concessa con il 2° gruppo di Confratelli Vescovi in occasione della recente visita ad limina il 23 gennaio di quest’anno. L’interesse dimostrato a ciascuno di noi, il dono di una bella e preziosa Croce pettorale, le coroncine del Rosario, le immaginette e i bigliettini con gli Auguri natalizi resteranno per me primo, ultimo, unico ricordo di un rapporto affettuoso di oggetti cari per la provenienza del Donante, per il quale fare permanente memoria orante come per un Padre nella fede su mandato del Signore. Palmi, 11 febbraio 2013. Memoria B. Vergine di Lourdes Francesco MILITO


18

Chiesetta di rito greco-ortodosso a Seminara.

nara tante persone provenienti dalle più disparate parti d'Italia e del mondo quali la Serbia, il Montenegro, la Corea, la Grecia, relatori e collaboratori volontari, che con grande amore hanno aiutato Madre Stefania, Igumena del Monastero, ad accogliere tutti gli ospiti. Venerdì 5 aprile, alle ore 10, presso la casa parrocchiale della Madonna dei Poveri, Sua Eminenza il Metropolita di Italia e Malta Gennadios, Stefania Monaca e la Prof.ssa Patrizia Spallino (Università degli Studi di Palermo) hanno dato inizio ai lavori. Interessanti relazioni, di padre Cosimo Ciano e del Dott. Santo Giuffrè, che hanno caratterizzato la prima parte della mattinata; in particolare la relazione del Dott. Giuffrè ha messo in luce tutto il suo personale impegno interiore ed economico protrattosi per anni per la ricostruzione del monastero. Dopo una golosa/quaresimale pausa caffè, con dolcetti serbi portati in dono dalle monache del Montenegro, la prima parte della giornata è stata conclusa da un appassionante intervento intitolato “Monachesimo e profezia, ieri e oggi nei santi italo-greci” del monaco Alessio, eremita ortodosso proveniente da Messina. Il venerdì pomeriggio si è svolto lungo un percorso interiore che, dalle relazioni significativamente spirituali del Dott. Stilianos Buris dal titolo “Sulle orme dell'amore dei Santi per il Signore” e dell’Igumena Ekaterina con la sua relazione intitolata “Il significato dell'icona nella chiesa ortodossa”, ci ha condotto alla preghiera nella chiesa dei Santi Elia e Filarete, per la celebrazione del Vespro e la terza stazione dell'inno Akàthistos dedicato alla Madre di Dio condotto da Sua Eminenza il Metropolita Gennadios e accompagnato dalle voci del coro bizantino Mojsije Petrovic proveniente da Belgrado. Il canto bizantino, la forza evocativa delle icone, la preghiera continua, hanno proiettato i partecipanti in una dimensione celeste, commovente e toccante, e in questo clima si è conclusa la prima giornata. Il sabato 6 aprile si è aperto con la Divina Liturgia, cui è seguita la ripresa del Simposio, nell'osmosi costante tra relazioni frontali e preghiera. Il primo intervento dal titolo “Il messaggio spirituale dei Santi Elia e Filarete all'uomo di oggi” proposto dal Monaco Porfirio, Igumeno del Monastero dei Santi Cosma e Damiano a Sparta, ha coinvolto l’auditorio attraverso una profonda riflessione che dalla dimensione prettamente spirituale della Divina Liturgia della mattina, si è poi avviata verso un approccio più storico ed accademico, che ha caratterizzato gli interventi susseguitisi nel corso della giornata. Il Professor Filippo Burgarella (Università degli Studi della Calabria) ha relazionato sul Monachesimo e santità nella Calabria Bizantina; il dott. Gioacchino Strano (Università degli Studi della Calabria) ha proposto un intervento dal titolo “L’agiografia italo-greca fino all'età normanna”, mentre la dott. ssa Cristina Torre (Università degli Studi della Calabria) ha concluso la mattinata con un contributo relativo al Monachesimo e produzione libraria. In serata, presso la chiesa Madre di Laureana di Borrello, presentato dalla dott.ssa Elisabetta Kalampouka, si è esibito il coro Mojsije Petrovic, in uno splendido, emozionante e commovente concerto musicale diviso in due parti, una dedicata alla musica bizantina e un’altra alla musica serba popolare. Le melodie hanno toccato il cuore del pubblico, l’entusiasmo degli applausi e l’offerta lasciata dal pubblico per il monastero hanno commosso tutti i volontari che hanno sostenuto ed amato il progetto. Domenica 7 il Simposio si è infine concluso con la celebrazione della Divina Liturgia per la festa della Croce. Un grazie particolare va certamente a tutta la comunità di Seminara, al. Dott. Santo Giuffré, al signor Demetrio Cruciti, ed inoltre al Sindaco di Laureana di Borrello e al Maestro Maurizio Managò che tanto si sono prodigati sul territorio per la riuscita dell’iniziativa.

Sant'Elia il Giovane (Siculo) e San Filarete l'Ortolano: Pienezza spirituale a Seminara di Maria Rizzuto

D

urante i giorni 5, 6 e 7 aprile 2013, Seminara è divenuta un luogo privilegiato dove la spiritualità cristiana orientale ha incontrato l’Occidente, in occasione del Simposio dal titolo Sant'Elia il Giovane (Siculo) e San Filarete l'Ortolano: simboli di pace, amore, speranza, preghiera e unità. Il Simposio è stato organizzato dall'Arcidiocesi ortodossa di Italia e Malta, dall'Officina di Studi Medievali di Palermo (nello specifico dai suoi membri Patrizia Spallino, Lucilla Vassallo, Filippo Salamone Icona Chiesa di S. Elia a Seminara e Maria Giuliana Rizzuto), e con la collaborazione della Pro Loco di Seminara. Inoltre, essenziale è stato il sostegno, l’affetto e l'indispensabile accoglienza di Padre Cosimo Ciano, parroco della parrocchia e Rettore della Basilica della Madonna dei Poveri di Seminara. L’evento si è svolto in due ricche giornate, nell'armonioso alternarsi dei momenti dedicati agli interventi dei relatori, che hanno relazionato nel salone della Basilica, e dei momenti di preghiera, celebrati nella chiesa dei Santi Elia e Filarete. Si osservi che anche lo spazio urbano è stato “sacralizzato” nel “via vai” continuo di icone, monaci, monache, preti, sacerdoti, fedeli, cittadini che hanno vissuto pienamente i diversi momenti del Simposio. Nella terra nativa di Barlaam, nella Calabria poco conosciuta per le ricchezze spirituali, sorge un monastero grecoortodosso e una splendida chiesa dedicata ai santi Elia e Filarete. Questi luoghi spirituali, sorti a pochi metri dall'antica sede del monastero, apparsa in visione a Sant'Elia durante il suo soggiorno ad Antiochia nel IX sec. d.C., sono divenuti, in occasione di questo incontro, luoghi di risonanza di un messaggio di amore, unità, ed al contempo, di arricchimento culturale. Come per ogni evento, affinché tutto proceda bene, i giorni che precedono l'inizio dei lavori, sono sempre ricchi di impegni ed anche in questo caso, la settimana immediatamente precedente, ha visto arrivare a Semi-


19

Un evento eccezionale per la chiesa di Varapodio

Le Reliquie di Giovanni Paolo II di Filomena Scarpati

A

ncora un evento eccezionale per la Chiesa di Varapodio che in un certo senso si lega alla straordinarietà dei fatti accaduti in piazza Santo Stefano il 18 Luglio 2009 durante l’incoronazione della Vergine del Carmelo, alla presenza del Cardinale Sebastiani e di autorità civili e militari pervenute da tutta la Calabria. Alle ore 18, minuti 27 e 28 secondi, un raggio di sole fortissimo squarciò il cielo annuvolato illuminando il volto della Madonna che in quell’istante varcava la soglia del portone della Chiesa di Santo Stefano Protomartire, dove Nella foto: Papa Giovanni Paolo II. migliaia di fedeli attendevano di poter ammirare quegli occhi meravigliosi che nel 1894 si erano rivolti verso il cielo per salvare i varapodiesi da un terribile terremoto (miracolo at- Comunità parrocchiale, unitamente ai momenti mensili di formatestato con atto notarile), il quale segnò morte ovunque nel territo- zione e di catechesi per l’intera comunità varapodiese, con accenrio della Piana, tranne nei tre paesi dove erano avvenuti gli stessi to particolare all’adorazione Eucaristica e alla preghiera, senza miracoli. Oltre a Varapodio, gli eventi miracolosi si verificarono, le quali una comunità non matura, non cresce, non ama e non infatti, a Palmi e a Taurianova, lasciando le popolazioni incredule esprime vocazioni. L’arrivo della Reliquia è previsto per le ore per la loro forza. Bisogna dire che Don Mimmo Caruso, Parroco 17,00 del 3 Maggio e dopo l’accoglienza si procederà alla Santa del luogo non perde occasione per tenere viva la fede non solo Messa, mentre sabato 4 Maggio alle ore 18,30, durante la celedei suoi parrocchiani, ma nei confronti dell’intero territorio della brazione Eucaristica che sarà presieduta da Padre Carmelo SilPiana, che richiama attraverso eventi come quello programmato vaggio, Priore del Convento dei Carmelitani di Palmi, avrà luogo da venerdì 3 a Domenica 5 Maggio, presso la Chiesa di Santo Ste- la professione perpetua del Terz’Ordine Carmelitano. Non poteva fano Protomartire del luogo, dove per tre giorni sosterà la reliquia essere scelta occasione migliore per un momento così intenso e di Giovanni Paolo II, a breve Santo. La Reliquia consiste proprio singolare che si allaccia al profondo legame di Giovanni Paolo nell’abitino della Madonna del Carmelo che il Papa indossava II alla Vergine del Carmelo. Al termine di ogni Santa Messa, si quotidianamente, insanguinato per l’attentato subito in Piazza San ricorda ai fedeli che si procederà al bacio della sacra Reliquia e la Pietro il 13 Maggio 1981. L’abitino che bloccò il colpo mortale, fu chiesa ospitante rimarrà aperta nei giorni della permanenza, dalle donato dal Cardinale Stanislao Dziwisz, già segretario particolare ore 8,00 alle ore 21,00. L’importanza dello scapolare del Carmelo di Giovanni Paolo II, a Padre Lucio Maria Zappatore, Parroco che indossava Giovanni Paolo II al momento dell’attentato, sta nel fatto che esercita una protezione di Santa Maria Regicontinua su chi lo porta con fede e cona Mundi di Roma. In basso: la statua di Giovanni Paolo II a Varapodio. stituisce un indirizzo di vita permanenUn’occasione dice te della propria condotta cristiana che Don Caruso, non solo deve essere intessuta di preghiera e acper Varapodio, ma costamento ai sacramenti. Karol Vojtyper tutti i fedeli della la indossò per la prima volta lo scapoPiana, che rispondono lare all’età di dieci anni, gli fu donato positivamente ai grannel giorno della prima Comunione e da di eventi sacri della allora non lo volle mai lasciare, neanChiesa locale, a magche durante l’intervento dopo l’attengior ragione durante tato causato da Ali Agca. Si ricorda, quello in questione. inoltre, che eletto il 16 Ottobre 1978, è La celebrazione Eustato Papa fino alla sua morte avvenuta caristica di Domeniil 2 Aprile 2005. Il processo della sua ca 5 Maggio alle ore beatificazione si è aperto dopo poco 11,00 sarà officiata da dalla sua morte e non dopo i cinque Sua Eccellenza Mons. anni previsti e la sua Santificazione che Francesco Milito, nel si sarebbe dovuta concludere entro il corso della quale av2014 con ogni probabilità sarà anticiverrà anche la benepata a quest’anno. Il Cardinale Giovandizione dei bambini. ni Battista Re, uno dei suoi più stretti “E’ naturale dice don collaboratori, rispondendo a domande Caruso, che questo proprio sulla sua canonizzazione, ha della Reliquia è un lasciato intendere che essendo più di momento particolare uno i miracoli che gli si attribuiscono, inserito nell’ambito di ma basta uno solo per essere proclamauna pastorale organica to Santo, i tempi saranno sicuramente e sistematica a favore abbreviati. di tutti i settori della


20

La Pasqua rizziconese Laura Bova presenta il suo libro fotografico di Francesca Versace

O

re 16.30 del Sabato che precede la Domenica delle Palme. Davanti al Comune di Rizziconi il Sindaco Giuseppe Di Giorgio accoglie il pubblico accorso alla presentazione del libro fotografico “La Pasqua a Rizziconi” della fotografa Laura Bova, nata in Germania, ma residente a Rizziconi ormai da 20 anni. Prendo posto nella piccola ma accogliente sala consiliare le cui poltrone verdi conferiscono un tono di austerità. Tra le personalità in sala, oltre i già citati Sindaco Giuseppe Di Giorgio e l’autrice Laura Bova, sono presenti, mons. Francesco Milito, che ha curato la prefazione al libro, il Parroco Don Benedetto Ciardullo, il Priore Francesco Maugeri e l’Assessore alla cultura Alessandro Giovinazzo. L’incontro si apre con una riproduzione video che rappresenta la domenica di Pasqua a Rizziconi; l’autrice descrive e interpreta le immagini: Rizziconi le statue di Gesù, San Giovanni e la Madonna. La corsa di San Giovanni tra la folla alla ricerca della Santissima: per ben tre volte i portantini si fanno strada tra i fedeli, portando la statua in spalla, la Madonna vestita in lutto, che alla fine viene svelata davanti a Gesù, al quale s’inginocchia. “Maria si svela e s’inginocchia davanti al Cristo simbolo della Vita che vince la morte, dell’Amore sopra ogni dubbio, della Gioia che esplode in ognuno di noi, è energia è Amore Universale” questo, dice l’autrice è per noi l’Affrontata. Il video termina, l’autrice continua: “Per me la fotografia è scrivere con la luce, con questo libro ho voluto ricordare quegli istanti e poterli immortalare affinché ognuno di noi si ritrovi in questo libro”. La parola passa poi al Sindaco Di Giorgio, che ringrazia il Vescovo per la sua importantissima e preziosissima presenza, la quale dimostra la vicinanza alla comunità rizziconese, che dice il Sindaco non va dimenticata, come tutta la Piana di Gioia Tauro. Il Sindaco parla del libro come di un’ opera semplice e chiara, dichiarandola patrimonio di Rizziconi e dei rizziconesi; e ricorda inoltre, come già segnalato tra l’altro dall’autrice, che un altro rizziconese, Tiberio Mavrici scrisse un’opera dedicata all’affrontata vista attraverso il passare degli anni e, associando il nome del Papa neo-eletto a quello di mons. Francesco Milito, ricorda la settimana che ha visto ospitare a Rizziconi i missionari Francescani e di come queste cose facciano bene al nostro paese. Il Parroco don Benedetto si è soffermato sull’Affrontata in qualità di evento per eccellenza a Rizziconi e come essa sia in maniera particolare anche da chi non partecipa

Nella foto: Laura Bova, il Vescovo Milito, il Sindaco Dott. Giuseppe Di Giorgio e l'Assessore alla cultura Alessandro Giovinazzo

alla Pasqua in maniera liturgica, come importante momento di aggregazione, metafora di speranza e conforto per tutti i rizziconesi, che sono invitati da Don Benedetto a risvegliarsi dall’apatia e di come la presenza del Vescovo sia un segnale in questa direzione. Il Priore Francesco Maugeri ricorda invece a tutti i fedeli che si radunano dalla Piana di assistere a questo importantissimo evento e conferma il suo impegno nell’abbellire e perpetuare le tradizioni rizziconesi dicendo che “La Pasqua a Rizziconi è l’affruntata e perciò va difesa, mantenuta e tramadata negli anni a venire. Evento che richiama ogni anno rizziconesi non più residenti, ma anche visitatori fedeli e non che con curiosità e Volume di Tiberio Maurici sulla A 'ffruntata interesse si recano la Domenica di Pasqua ad affollare il centro di Rizziconi”. Importante è stato poi l’intervento dell’Assessore alla Cultura Alessandro Giovinazzo che ha parlato del bisogno di dare uno stimolo, un incipit alla cultura rizziconese, che già esiste ma che và incentivata e risvegliata. Ci ha offerto poi un parallelismo tra il Papa Francesco in visita a Benedetto XVI, scorgendo in questo passaggio di consegna, la metafora dell’affrontata, come un passaggio importantissimo di tradizione e di cultura che si tramanda da padre a figlio, da generazione in generazione. La cultura per Giovinazzo è scambio ed è soprattutto rendere partecipi gli altri delle nostre tradizioni, per questo l’Affrontata è una Tradizione che a Rizziconi verrà sempre mantenuta nel tempo. Laura Bova, riprendendo la parola, ci ha segnalato come mani e cuori delle donne durante la preparazione all’affruntata si dedichino, nel silenzio, con devozione e attenzione a vestire la Madonna. Il punto focale del libro è infatti la preparazione all’evento, ciò che succede prima. E proprio su questo punta l’attenzione mons. Francesco Milito, che definisce il libro un “lavoro encomiabile ”. Secondo il Vescovo, che ha curato la prefazione del libro, il punto di vista del libro è quello di “una


21

scelta culturale alta, differente dalle altre, ma anche ardua e efficace. Efficace perché la nostra società è figlia dell’immagine, ardua in quanto siamo avvezzi ad usufruire del prodotto finale delle cose senza conoscere la sua preparazione. In tutto ciò si legge un’indicazione spirituale. L’autrice si concentra su quello che è la preparazione dell’affrontata - continua - allo stesso modo i cristiani devono celebrare la Pasqua nell’eucaristia evento della Salvezza, che per essere pienamente vissuto va necessariamente preparato. Così come Maria per tutta la vita è stata a fianco di Gesù, dalla sua nascita alla sua croce, non poteva non aver l’incontro privilegiato con il Cristo Risorto. Questo incontro che è stato preparato per tutta la vita di Gesù e che è stato voluto da Gesù stesso, la Resurrezione di Cristo è testimonianza della vittoria di Gesù su ogni male. L’affruntata è un forte momento identitario e non semplice folklore, è un’operazione culturale forte, rappresenta il Bisogno di una cultura che vada nel profondo delle cose affinché possa essere trasmessa. Con L’Affrontata Rizziconi scopre e rinnova ogni anno la sua fede, attraverso l’incontro di Maria con il Risorto e vive in maniera forte e partecipe il Mistero Cristiano, sono momenti, continua il vescovo, che aiutano la fede e la trasmettono. Questa fede che non deve essere un semplice appiglio, bensì il fondamento del rispet-

to e dell’incontro, come quello della Madonna con suo figlio”. Coglie così l’occasione per lanciare un monito a tutta la Piana di Gioia Tauro, troppo spesso scossa da gravi fatti di cronaca, quello di “annullare ogni scontro, creato per affermare diritti che sono in realtà solo fasulli, nell’esempio dell’Affrontata che è incontro con il Risorto, che è vita e gioia, per educare la nostra comunità all’aiuto verso l’altro. L’affrontata è un elemento validissimo di fede ed una realtà che và favorita e coltivata sempre”. Invitando affinchè “l’affruntata” avvenga tra noi e il Signore, solo così questo evento non sarà il ripetersi di una tradizione, bensì una partecipazione convinta, di fede che si rinnova, e ricordando che tutto ciò che siamo lo dobbiamo alla Resurrezione del Cristo. Nella foto: l'autrice del libro, la fotografa Laura Bova

Intervista all’autrice Come hai vissuto l’opera, ti ha aiutato il rapporto con la fede? Il mio rapporto con la fede è discontinuo, ho vissuto l’Affrontata inizialmente con gli occhi di fotografa, poi, invece ti ritrovi a vivere forti emozioni, una grande energia. Ecco ho vissuto la fede come energia. Il tuo libro parla della Preparazione, cosa ci puoi dire a questo proposito? Volevo mostrare la Preparazione dell’Affrontata, la tradizione del vestizione della Madonna, le donne si incontrano ad orari che sono segretissimi, per me è stato un onore poter immortalare tutto ciò tramite la fotografia e mostrare L’Affrontata in tutto il suo percorso, dall’inizio alla fine e portarlo nel cuore di ognuno attraverso il libro. Qual è il messaggio che vuoi trasmettere con il tuo libro? Quello di non fermarsi all’aspetto superficiale ma chiedersi davvero cosa c’è dietro ogni cosa. L’affrontata è anche un modo per conoscere e l’altro e valutarlo.

La festa di Maria Santissima Annunziata Tra culto e tradizione

di Francesca Carpinelli

R

uota attorno al binomio culto-tradizione la festa di Maria Santissima Annunziata, augusta patrona di Oppido Mamertina e dell’intera Diocesi. L’appuntamento religioso del 25 Marzo, rimandato eccezionalmente all’8 Aprile, a causa della coincidenza con il periodo pasquale, è stato caratterizzato da un intenso periodo di preparazione spirituale, iniziato il 3 Aprile con l’esposizione della statua alla venerazione dei fedeli, proseguito nei giorni successivi con la messa vespertina celebrata, a turno, dai quattro vicari foranei della Diocesi, è culminato con la solenne liturgia eucaristica presieduta dal vescovo Monsignor Francesco Milito e

con la processione per le vie del paese. A fare da “corona” alla parte sacra, la “Fiera dell’Annunziata” del 6-7-8 Aprile, il ricco palinsesto di eventi stilato dal Comitato Festa e dall’Associazione “Aspromare”, con il patrocinio dell’Assessorato Provinciale alle Attività Produttive e del Comune di Oppido Mamertina, con lo scopo di allietare grandi e piccini con una tre-giorni in compagnia del gruppo etno-folk dei “Novataranta”, in un rapido susseguirsi di convegni e spettacoli per bambini. Ospiti d’eccezione i comici Giacomo Battaglia e Gigi Miseferi, protagonisti in Cattedrale dello show “C’era duo volte in Albis”. Anche quest’anno, tripudio di stand in Piazza Umberto I: in vetrina i “gioielli” della Calabria, i prodotti tipici locali delle aziende della provincia reggina in un ventaglio di varietà enogastronomiche, di creazioni manuali e di esposizioni legate ai più disparati settori commerciali. La “fiera dell’Annunziata” è, dunque, diventata il fiore all’occhiello di Oppido Mamertina, un paese che, tra culto e tradizione, rende onore alla sua patrona


22

di Rosa Maria Pirrottina Neuropsicologa

U

n velo di silenzio, di falsi miti, d’ignoranza e a volte la paura del giudizio altrui, avvolge il così poco conosciuto e stigmatizzato disturbo autistico o autismo; forse, il peggiore degli handicap riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale (ICD 10 dell'OMS e DSM-IV). Si tratta di un handicap grave che, nonostante l'aspetto fisico normale di chi ne è colpito, coinvolge diverse funzioni cerebrali e perdura per tutta la vita. In Italia oltre 400 mila famiglie hanno a che fare con una persona autistica, che diventata adulta, scompare e diviene un fantasma per la nostra società. Un dramma sociale destinato a espandersi perché se nel 1985 si contavano 3-4 bambini autistici ogni 10 mila nascite, oggi quel dato è schizzato a 1 caso ogni 100. I soggetti affetti riportano, in contemporanea, quella che è definita “la triade del comportamento autistico”: uno sviluppo notevolmente anomalo o deficitario dell’interazione sociale, della comunicazione e una marcata ristrettezza del repertorio di attività e d’interessi con marcati disturbi comportamentali. La patologia si manifesta intorno ai tre anni di età e dal momento della diagnosi, per le mamme e i papà, angosciate/i dai mille dubbi e timori per quel figlio che sembra così diverso dagli altri, comincia un lungo calvario alla ricerca di un supporto da parte di servizi specifici spesso carenti. Le armi per combatterlo ad oggi sono poche. Secondo le linee guida sulla malattia, promulgate di recente dall’Istituto Superiore

L

’interesse per gli sport estremi e le attività rischiose tra i giovani sembra essersi sviluppato molto tra gli anni '80 e '90, in cui sempre più ragazzi sono attratti dalla sfida contro i propri limiti fisici e quelli della natura: il vuoto, l’altezza, le rapide, il vento e la velocità. Il pensiero va subito a quella fascia di giovani, il cosiddetto “popolo della notte”, in cerca dello sballo continuo. In alcuni casi si parla anche di “baby gangs”, gruppi dediti a piccole attività delinquenziali, in cui l’età dei componenti va dai 12 ai 24 anni e in cui si stima che la presenza femminile sia minoritaria. Ma non bisogna pensare che si tratti soltanto di frange giovanili disagiate. I dati mostrano che questo popolo di “estremisti del rischio” è composto da ragazzi e ragazze di classi sociali medie (o addirittura alte), senza problemi finanziari, a volte eccessivamente “coccolati” e protetti dalla famiglia, in cui la ricerca della trasgressività si spinge fino ai limiti estremi della pericolosità per sé e per gli altri, della violenza gratuita e di veri e propri reati (danneggiamenti a cose, rapine o furti finalizzati alla ricerca di oggetti status symbol, come cellulari, giubbotti, etc.). Nell’epoca attuale il rischio riveste una molteplicità di forme e significati con un denominatore comune: la ricerca di limiti che abbiano un

Emergenza autismo Oltre 400 mila famiglie in Italia hanno a che fare con questo handicap

di Sanità, l’ABA (Applied Behaviour Analysis), il trattamento più adeguato per la patologia, consisterebbe in una serie di programmi comportamentali intensivi, da 20 a 40 ore settimanali, da effettuarsi con professionisti specializzati. Ogni progetto terapeutico inoltre, dopo un’attenta valutazione iniziale, si adatterà al soggetto, in modo da rispondere ai problemi specifici che caratterizzano il suo quadro clinico. Anche l’istituzione scuola, luogo in cui i bambini passano la maggior parte della loro vita dopo la famiglia, è spesso impreparata, scarsa di mezzi e con tempi limitati per poter far fronte ad una simile problematica. Diviene quindi prioritario formare il corpo insegnanti in maniera adeguata, sviluppando in loro un pensiero educativo competente per gli alunni con autismo, che gli permetta di osservare, supportare e valutare le performance espresse dal ragazzo a livello scolastico per poter elaborare adeguatamente il PDF (Profilo Dinamico Funzionale) al fine di strutturare un PEI (Piano Educativo Individualizzato) efficiente. L’approccio all’autismo deve essere, dunque, un approccio integrato, dove tutto ciò che gravita intorno al bambino, famiglia-scuola-territorio, deve muoversi verso un unico obiettivo, per cui a tal proposito, appare necessario e imprescindibile dare inizio ad azioni di sensibilizzazione che, a partire dalle istituzioni scolastiche, coinvolgano in modo diffuso l'intera comunità, per trovare insieme le vie percorribili più adeguate per far fronte ad un problema così urgente.

Sport estremo e passioni estreme di Mara Cannatà

valore di garanzia per l’esistenza. “Andare all’estremo di se stessi”, “oltrepassare i propri limiti”. Attraverso la ricerca dei limiti, l’individuo indaga le proprie caratteristiche, impara a riconoscersi, a dare valore alla sua esistenza. Affrontare un rischio diventa la sfida suprema: la morte. Sfidarla, tracciando i limiti della sua potenza, talvolta cozzandovi frontalmente, rafforza il senso di identità di colui che accetta la sfida. Dal successo dell’impresa nascono un entusiasmo e sensazioni capaci di restituire all’esistenza, almeno per qualche tempo, delle basi più favorevoli. Sfidare la paura, sentirsi totalmente liberi, potenti e invincibili, assecondare il bisogno irrefrenabile di spingersi sempre oltre le forti scariche di adrenalina e sensazioni ed emozioni intense riescono a produrre. Nel corso degli ultimi dieci anni, si è riscontrato un aumento vertiginoso dei comportamenti rischiosi soprattutto tra gli adolescenti: sfrecciare ad occhi chiusi davanti ad un segnale di stop, non fermarsi ad un semaforo rosso, guidare contromano in autostrada, saccheggiare un negozio, lanciarsi nel vuoto appesi ad un elastico, arrampicarsi su muri e palazzi, tuffarsi in acqua da scogli alti e pericolosi, giocare alla famosa “roulette russa”, cavalcare i treni. Tutti questi comportamenti che mettono in pericolo l’incolumità di se stessi (ma in realtà anche degli altri) permettono a chi li fa di sentirsi rassicurato sul fatto di esistere e di sperimentare una sottile posizione di dominio. In questo modo la morte cessa di essere una potenza temibile e imprevedibile per trasformarsi in una forza con la quale è possibile, fino a un certo punto, giocare, scommettere o con la quale negoziare e stipulare un patto. Per i dipendenti dal rischio il tempo del pericolo è un tempo sacro, perché procura l’esaltazione, l’ebbrezza interiore di osare un’impresa in cui la vita è appesa a un filo. Proprio perché c’è la possibilità di perdere tutto, c’è anche quella di vincere tutto.


23

Prevenzione dei tumori al seno

A breve a Lamezia Terme, l'apertura di un centro per la diagnosi precoce del tumore alla mammella

di Filomena Scarpati

U

n importante convegno si è tenuto nel pomeriggio del 13 Aprile, presso la sede dell’Associazione Onlus Santa Barbara di San Ferdinando dal titolo “La prevenzione del tumore al seno – Potenzialità applicative presenti e future – A che punto siamo?” E’ da sempre noto che per il tumore alla mammella, la prevenzione sia meglio della cura e se ben fatta, si abbassa di parecchio il tasso di mortalità per tali patologie. E’ stato questo il punto più discusso dagli esperti intervenuti durante il convegno. Le associazioni che hanno preso parte, in perfetta sinergia tra loro, oltre alla Santa Barbara, ospitante, sono state “Le Donne scelgono” con sede a Roma, l’Associazione culturale Kairos, la Casa di riposo Padre Pio, la Social Club, l’Associazione Febiadi di Reggio Calabria, Nuova Solidarietà, Movimento Donne Impresa, Coldiretti Calabria, Associazione Libera e l’Associazione Alice di Lamezia Terme. I lavori sono stati aperti dal giornalista Tonino Massara di Radio Touring 104 che ha fatto da moderatore della prima parte dedicata alla presentazione del libro “Testudo Hermanni Hermanni” di Rocco Gatto, di professione Direttore di Banca, varapodiese che nutre particolare passione per gli animali, fino al punto da effettuare studi tali da consentirgli di scrivere quello che è stato definito da Sandro Tripepi, Ordinario di Zoologia del dipartimento di Ecologia dell’Università della Calabria “UNICAL” di Cosenza, un trattato scientifico sulla tartaruga Hermanni, specie in estinzione anche qui in Calabria. E’ proprio il caso di dire: “Il gesto, distingue l’uomo.” Rocco Gatto, infatti, autore del libro, devolverà il ricavato all’Associazione “Le donne scelgono” per appoggiare la diagnosi precoce dei tumori al seno, del cui progetto in Calabria si occuperà Raffaele Leuzzi, medico con specializzazione in senologia e promotore dell’Unità Diagnostica di Senologia. La prima ad intervenire, dopo l’introduzione del moderatore è stata Antonella Belfiore, socio della Santa Barbara a cui toccavano gli onori di casa e Presidente della Kairos, che dopo i saluti, ha ceduto il posto, prima all’esperto di Zoologia e poi al Consigliere Regionale e Segretario Questore Giovanni Nucera che, oltre a dire la sua da uomo politico, ha parlato dell’amore di Gatto verso gli animali come speciale connotazione della sua personalità, che si identifica in amore verso la famiglia, il prossimo e nei confronti di qualsiasi cosa lo circondi. Tra le varie relazioni tenutesi, di alta risonanza, è stata anche quella di Mons. Giuseppe Demasi dell’Associazione Libera, che si è dichiarato a favore di tutte le organizzazioni che attraverso il volontariato esprimono solidarietà nei confronti, non solo di chi versa in stato di bisogno, ma anche nei confronti di un tessuto sociale da ritessere completamente per le storture che presenta da tutte le angolazio-

Nella foto: l'autore Rocco Gatto, il giornalista Tonino Massara e l'On. Giovanni Nucera.

ni. Annunciata anche da Mons. Demasi in Polistena, l’apertura di Emergency, nata per fornire soccorso chirurgico nei paesi in guerra, ha poi nel tempo esteso il raggio delle sue attività alla cura delle vittime della povertà in paesi in cui non esistono strutture sanitarie gratuite. Dal 2005 Emergency opera anche in Italia, per garantire a tutti il rispetto del diritto a essere curati, sancito anche dalla Costituzione. La seconda parte del convegno moderato dal giornalista Alessandro Caruso, che ha ben sposato la causa di solidarietà espressa dall’associazione di prevenzione dei tumori in questione, ha visto protagonisti nomi autorevoli come Daniela Andreani, Presidente de “Le donne scelgono”, Raffaele Leuzzi, senologo, che ha parlato del ritardo diagnostico dei tumori della mammella nel Sud e dei rimedi possibili che poggiano tutti sull’esigenza di fare diagnosi approfondite, che necessariamente non debbano basarsi solo su una mammografia annuale o semestrale, in base all’età e l’esigenza, ma essere sempre accompagnata da un’ecografia digitale che è la più efficace nella diagnosi precoce del tumore alla mammella. Altri interventi altrettanto autorevoli che si sono succeduti sono stati: del chirurgo oncologo dell’IFO di Roma, Franco Graziano che ha commentato i prelievi con ago nelle diagnosi precoci difficili; dell’epidemiologo, Giacomino Brancati che ha trattato l’epidemiologia e fattori di rischio; del primario dell’unità operativa di oncologia ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme, Ettore Greco che ha parlato di prevenzione e progressi terapeutici; dell’ oncologo radiologo, Pasquale Musolino che ha relazionato sull’alimentazione e tumore della mammella. A chiusura è intervenuto l’ assessore all’ambiente dell’ex giunta regionale Loiero, Silvio Greco, responsabile Ambiente di “Slow Food Italia” e docente all’Università di Firenze. A Lamezia Terme sarà di prossima apertura un centro di senologia dove le donne potranno effettuare gratuitamente l’ecografia digitale al seno, grazie ad un progetto che vedrà impegnato in forma gratuita il senologo Raffaele Leuzzi nostro conterraneo, originario di Delianuova che intende affiancare, come responsabile del progetto, le strutture sanitarie pubbliche calabresi, al solo scopo di accorciare i tempi per le diagnosi e dare a più donne la possibilità di diagnosi precise, visto che in tutta la Calabria esistono solo due ecografi di questo genere. Le relazioni degli esperti hanno mirato ad evidenziare la necessità del doppio esame mammografia-ecografia che se è di tipo digitale ancora meglio, per la precisione che ne discende. Solo così è stato detto, si può abbassare il rischio di mortalità in Calabria che rispetto ad altre regioni è ancora alto. E’ vero che i costi della prevenzione sono alti per la sanità, ma è altrettanto vero che ogni donna che si ammala di tumore ha costi per la società e per la famiglia molto più elevati a parte il prezzo della vita, la cui stima è così alta che non è possibile quantificare.


24

V

i sono diverse associazioni culturali a Taurianova che mirano ad una valorizzazione del territorio. Tra le altre, l’associazione SYKEA, che si definisce “turistico-culturale” e che nasce dalla capacità di vedere ben oltre le difficoltà presenti per ideare e realizzare tanti piccoli progetti che avranno come protagonista la nostra regione dal punto di vista naturalistico, storico, archeologico, dei beni culturali, dell’arte, dell’artigianato, delle tradizioni enogastronomiche e della cultura in genere, potrà contribuire notevolmente e concretamente a risvegliare i valori identitari ed il desiderio di conoscere la Calabria in chi è calabrese ed in chi non lo è. A tal fine Sykea proporrà: • itinerari calabresi dai quali possano emergere le peculiarità socio-culturali ed ambientali dei diversi territori e che permettano il contatto tra il visitatore e le comunità locali • corsi didattici sulle tematiche calabresi con uscite riguardanti gli argomenti trattati • eventi di vario genere per promuovere la gente di Calabria e il proprio operato, i paesaggi naturali ed antropici, le peculiarità e le singolarità che caratterizzano la nostra regione Ricco di suggestione magnogreche il nome “Sykea”, che si ispira al greco antico, rappresenta per noi la pianta del fico, albero di cui il territorio calabrese ne ha una grande vocazione produttiva. Le sue radici penetranti caratterizzano bene il legame che i membri dell’associazione hanno con la nostra terra, terra ricca di contrapposizioni e potenzialità. La folta ramificazione arricchita dalla presenza di foglie, particolarmente grandi e singolari, si presta bene a simboleggiare i settori e le finalità che spingeranno l'associazione ad operare per valorizzare, il nostro territorio. “I frutti ed i fiori nascosti della pianta, all'interno del siconio, rappresentano le potenzialità della nostra regione, spesso celate, inespresse, che Sykea vorrebbe far emergere mediante la realizzazione di piccoli progetti da attuare con il continuo incontro con chi condivide le stesse convinzioni e finalità.”

Associazionismo culturale a Taurianova:

Sykea

Tanti piccoli progetti per far crescere una terra bellissima Nella foto: Rita Mammone, Vicepresidente, Maria Valeriotii, Presidente dell'associazione, Assunta Spirlì, tesoriere.

di Giovanni Rigoli

Maria Valarioti è il Presidente dell’associazione: «Sono una calabrese fiera di appartenere ad una terra meravigliosa caratterizza da un contesto territoriale fatto di panorami mozzafiato. Abito nella parte alta di Cittanova da dove si può osservare la piana di Gioia Tauro e si può godere, nelle giornate limpide, della vista delle isole Eolie e di un tramonto che è, per me, incantato. Forse è la mia formazione professionale a portami ad osservare come, con quale cura, la natura abbia, nella Calabria, creato luoghi in cui i lineamenti morfologici del territorio interagiscono tra di loro in modo tale da suscitare, in chi lo scruta, forti emozioni. Penso di poter dire che sono una calabrese innamorata della propria terra». Sykea che ha altri due soci fondatori in, Rita Mammone, Vicepresidente e Assunta Spirlì, tesoriere, punta a fare cultura e a promuovere i valori della cultura del territorio...: «l’associazione non punta solo a valorizzare le tradizioni ma tutto quello che c’è di bello nella nostra regione, e se vivi in un territorio ricco di storia e di tradizioni non puoi che incontrare queste tematiche. Per me è un’esperienza entusiasmante, che mi dà la possibilità di contribuire in qualche modo a migliorare la mia terra e la vita di chi ci vive. Non è assolutamente facile anche perché la gente di Calabria è stanca di troppe cose e carica di tanti problemi, ma noi siamo pienamente convinte che solo se sappiamo chi siamo, conosciamo la nostra storia e il nostro territorio possiamo cercare di portare avanti progetti, anche piccoli, che possono migliorare la nostra vita e la nostra regione». L’offerta culturale andrà a permearsi in una realtà pervasa da microcriminalità e criminalità organizzata. Come pensa, Sykea che possano combattersi in modo concreto questi fenomeni? «Non ho una risposta - dice con molta franchezza Maria Valerioti - a questa domanda ma penso che la lettura, la voglia di conoscere, la cultura in genere costituiscano un valido aiuto affinché le nuove generazioni possiedano nuove idee, nuovi progetti e modi di fare che li allontanino dai fenomeni di criminalità». Infine venendo al domani: «Ci sono tanti progetti in cantiere, tra questi giornate formative su tematiche differenti, escursioni sul territorio per visitare ciò che stato trattato durante gli incontri di “Calabria in Pillole Realtà e Scenari futuri”, mostre di autori calabresi».


25

Girolamo Ventra:

Il teatro, una passione

Nella foto: una scena della commedia "Na dominica 'mbrusciuniata" di Girolamo Ventra, con Francesca Masso e Carmen Orso.

Nella foto sotto: una scena tratta dalla commedia “U Muru” presentata al Teatro Incanto di Catanzaro con gli attori Carmela Tallarida, Franco Tilotta, Pino Gagliuso, Francesca Massi ed Emanuela Calderazzo.

di Caterina Sorbara

I

l grande Eduardo De Filippo diceva: “Fino a quando esisterà un filo d'erba vero sulla terra, ci sarà un filo d'erba finto su un palcoscenico”.

Da questa frase si evince che il teatro nasce con l'uomo e con lui morirà. Tra le tante realtà positive di Gioia Tauro, un posto di rilievo spetta all’associazione gruppo teatrale gioiese “Giangurgolo” nata nel 1996, presieduta attualmente dalla signora Francesca Masso (primo presidente donna) e vanta come direttore artistico il poliedrico Girolamo Ventra. che ci ha concesso una breve intervista. Quando è nato il gruppo teatrale Giangurgolo? Giangurgolo nasce nel 1996, con un gruppo di amici, appassionati di teatro popolare. Nel mio piccolo avevo già fatto teatro, occupandomi solo delle scenografie. Una sera, mentre eravamo in pizzeria, davanti a una pizza fumante, nasce l’idea di fondare la compagnia teatrale. Le prime due opere andate in scena, sono state due atti unici di De Filippo, anche perchè in Calabria mancava una vera letteratura teatrale. Dopo un anno, calcando le tavole del palcoscenico, fui stimolato a scrivere qualche commedia popolare ed è così che è nata la mia prima opera dal titolo “U poeta”. Fu un bellissimo successo e da lì è partita questa meravigliosa esperienza che dura ancora oggi. Quando nasce in lei l’amore per il teatro? Per mia natura amo l’arte, soprattutto la pittura, per certi versi mi sono sempre occupato di cultura. L’amore per il teatro si è insinuato in me a poco a poco, iniziando con le scenografie, fino ad abbracciarlo in pieno dallo scrivere le parti dell’intera commedia fino all’interpretazione. Il lavoro dell’attore è facile o complesso? È accessibile a tutti? Nella foto: Girolamo Ventra,

Non è accessibile a tutti, per esercitare questa nobile arte ci vuole passione ed una completa dedizione, unita ad una predisposizione naturale. Inoltre, il teatro popolare esige una continua e costante osservazione del mondo che ci circonda. Quali sono i principali problemi per chi opera nel mondo del teatro? Il teatro popolare, specialmente quello recitato in vernacolo, comporta dei problemi, in quanto molti lo ritengono troppo povero, un teatro di serie B, quindi da non tenere in considerazione. Ma, queste false credenze sono state smentite dalle commedie portate in scena dalla famiglia De Filippo. Le difficoltà sono piuttosto di ordine pratico, come il dotarsi di mezzi appropriati e strumenti tecnici per la rappresentazione. C’è poi bisogno di una fattiva ed attiva collaborazione di tutta l’associazione. Da noi la produzione è di primaria importanza, i nostri soci portano in scena tutto quello che riescono a produrre, sacrificandosi e dando la propria opera anche in termine fisico, fino ad adattare la sede che era un vecchio deposito di carbone in uno splendido e confortevole laboratorio teatrale. Cosa fanno e cosa dovrebbero fare le istituzioni per valorizzare il teatro? Fino a qualche anno fa si lavorava in affiatata sinergia con le istituzioni, e grazie ai loro interventi che siamo riusciti ad iniziare un percorso teatrale. Da qualche tempo, vuoi per la crisi incombente, vuoi per un minore interessamento la collaborazione è venuta a mancare interrompendo quel dialogo socio-culturale che si era instaurato. Secondo lei, nella piana di gioia tauro, c’è un’educazione al teatro? Laboratori e gruppi teatrali ve ne sono dappertutto, ma ancora una vera e propria educazione al teatro, nella Piana manca. Le piace di più dirigere o recitare? Mi appassiona molto la preparazione della commedia, stando dietro le quinte, ma il mio debole è che amo recitare. Qual è lo scopo ultimo che Giangurgolo si prefigge e quali sono i progetti per il futuro? La divulgazione del teatro attraverso la cultura popolare nel nostro territorio, il recupero delle radici, degli usi e dei costumi, di quei vocaboli dialettali in disuso, dei detti popolari e dei modi di dire che i nostri antenati ci hanno tramandato. La nostra associazione ha come immagine, per chi non lo sapesse, “Giangurgolo” raffigurante una maschera carnascialesca di un capitano spagnolo ghiotto di maccheroni. Per quanto riguarda i nostri progetti futuri, abbiamo messo in cantiere una scuola di teatro e la preparazione di diverse rassegne teatrali, c’impegniamo con tutte le nostre forze a dare il massimo, soprattutto per avvicinare e interessare di più la gente a questo meraviglioso mondo che è il teatro popolare.


26

Sisetta Zappone Artista calabrese

di Carmen Ieracitano

Incisore non ci si improvvisa, è una scelta di vita che presuppone un impegno totale, una formazione adeguata, e rinunce non sempre facili da fare e quasi mai regala notorietà e ricchezza in cambio, le soddisfazioni che ne derivano sono di tutt’altro genere” dice con un sorriso Sisetta Zappone, ventinovenne cittanovese con già alle spalle un background artistico che di improvvisato non ha proprio nulla. Forse è per questo che ha scelto questa forma di espressione artistica, lontana dai clamori e dall’immediatezza e fatta di tante pazienti ore di un lavoro certosino. “Litografia e incisione fanno parte di un genere di nicchia, nato nel Medioevo più in funzione dell’artigianato che non dell’arte fine a se stessa, che diviene poi arte in quanto con gli “arti” tu crei, dai forma all’immagine concepita nella mente. Questa è la forma di arte che più amo proprio perché ti ci devi buttare anima e corpo e, soprattutto a livello Nella foto: l'artista Sisetta Zappone. corporeo, se non sai bene come farlo rischi anche di farti male”. Medievale è anche l’ispirazione delle opere presentate in esclusiva calabrese (lei ormai si divide tra Londra e Firenze) per gli amici del “Tirovino Winebar” di Polistena, rimaste esposte dal 12 marzo fino al 15 aprile scorso, il Bestiario “Specchi Teriomorfici”, dove il tema del simbolismo esoterico-filosofico presente nei bestiari medievali, un primo amore mai sopito dell’autrice, sbocciato già ai tempi della tesi di Laurea per il corso di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, sposa la teoria dello specchio che riflette perfettamente l’immagine in ogni dettaglio ma la rende disponibile esattamente al contrario, rendendo il carattere primigenio della stessa arte dell’incisione. Migliaia e migliaia di linee che si intersecano a formare l’immagine nel suo complesso ma che potresti guardare in dettaglio per ore e scoprire elementi sempre nuovi, celati agli sguardi troppo superficiali, piccoli mondi in angoli segreti di quel mondo circoscritto che è ognuna delle opere. Senza dubbio è un affascinante viaggio anche nella mente dell’autrice, di quella sua voglia di comunicare che però seleziona attentamente e in automatico a chi e che cosa attraverso un’attenzione maniacale per il dettaglio. In effetti tutto il percorso di vita di Sisetta Zappone è in realtà un affascinante viaggio che la porta da Cittanova dapprima a Firenze, poi con la vincita della borsa di studio Erasmus, a Granada, alla Facultad de Belles Artes “Alonso Cano”, quindi di nuovo a Firenze dove dopo il Diploma in Pittura, si specializza presso la scuola internazionale di specializzazione per la grafica d’arte “Il Bisonte” con corsi di qualifica professionale in incisione e stampa, affresco, litografia a colori, e infine a Londra dove attualmente fa parte del team del Thames Barrier Print Studio ed è già stata assistente insegnante di incisione presso la Prince’s Drawing School e collaboratrice del Candid Art Trust di Torrens Street. Una vita che è un po’ nomade e un po’ di volontario e necessario esilio, ma con una meta ben precisa da perseguire: la ricerca del plasmabile. “Mi piace pensare di scoprire il punto in cui il metallo può diventare altro, trasmutare in piume, bava, squame”. Sisetta prosegue dicendo: “l’uso del termine alchemico trasmutare, non mi pare affatto casuale, mi riporta con precisione a quel punto di partenza, quella ricerca di una tradizione che affonda le sue radici in un mondo lontano e arcano, quella volontà di difenderla dall’estinzione che la grafica pulita e moderna della facile era informatica, dove tutto è possibile con un clic, minaccia. Ho preferito addentrarmi e indietreggiare nel tempo al nostro presente così saturo di stimoli e immagini. Ho letto e mi sono immersa in un mondo in cui erano altri i registri, altre le credenze simboliche e vigeva un’altra interpretazione della realtà; tutto era percepito come fluido ed in evoluzione, ogni parte naturalmente in corrispondenza con le altre, a concorrere alla perfezione del mondo”.


Il Grifone. Tecnca: acquatinta, acquaforte - 200x200 mm.

27

"ILLUSIONE" – acrilico – 1° posto concorso online aprile 2012.

È

una serie di opere chiaramente ispirata al genere del bestiario antico. È un ciclo di rappresentazioni di diversi animali, ognuno dei quali rimanda ad un significato preciso, probabilmente oggi dimenticato. Il tema riflette una particolare idea dell’arte, del suo potere comunicativo, delle sue capacità suggestive, del suo lato inspiegabile. Il soggetto delle rappresentazioni sono gli animali in quanto tali, le cui forme e differenze hanno sempre stimolato la mia curiosità e fantasia, soprattutto nella pratica della mia tecnica espressiva, ovvero la calcografia… Mi piace pensare di scoprire il punto in cui il metallo può diventare altro, “trasmutare” in piume, bava, squame. Ho preferito addentrarmi e indietreggiare nel tempo al nostro presente così saturo di stimoli e immagini. Ho letto e mi sono immersa in un mondo in cui erano altri registri, altre le credenze simboliche e vigeva un’altra interpretazione della realtà; tutto era percepito come fluido ed in evoluzione, ogni parte naturalmente in corrispondenza con le altre, a concorrere alla perfezione del mondo. Proprio per trasmettere questo tipo di idee nacquero testi come bestiari, lapidari ed erbari, di cui il trionfo del razionalismo ha decretato la fine; ad un modello del mondo ne è subentrato un altro. Da una concezione quasi panteistica, dell’”universo come armonia”, dove ogni forma riflette lo stesso principio a livelli diversi, ad un’ermeneutica che prevede l’uomo come centro e fine di ogni aspetto del cosmo. Insieme al genere del bestiario si è essiccata la credenza nei simboli: res extensa e res cogitans sono ormai irreversibilmente eterogenee. Intellettuali, filosofi e scienziati si sono concentrati sui fenomeni fermandosi all’epidermide della manifestazione, ma ancora agli artisti spetta il compito di rendere attuale tramite la loro esperienza e pratica i modelli di realtà alternativi. E’ da queste considerazioni che nascono i miei “SPECCHI TERIOMORFICI”; il prefisso “Therion” è il diminuitivo del termine greco”ther theròs” che significa belva,fiera; nelle religioni politeiste designa l’attribuzione di natura o forma animale alla divinità, perciò gli “Specchi Teriomorfici” sono un insieme di RIFLESSIONI (specchi appunto) circa “l’inspiegabile”espresso in forma di animale; è un curioso percorso sul modo archetipo e innato che abbiamo di manifestare, tutto ciò che nella nostra psiche non è pertinente alla logica discorsiva e razionale. La rappresentazione degli animali, infatti, racchiude una poetica particolare, dove il microcosmo è come il macrocosmo, e il semplice atto di osservare può rendere una crepa, un paesaggio. La natura nutre anche e soprattutto le nostre facoltà mentali, insegna ad immaginare tramite le sue forme ed il suo mutare. A noi esseri umani è dato solo di testimoniare un passaggio, quello che conta è l’energia che induce e conduce tutte le forme. L’interpretazione della simbologia degli animali è uno degli specchi possibili che vanno cercati e attivati. La provocazione è quella di coinvolgere lo spettatore verso una diversa interpretazione di realtà, che può essere esaltante o dolorosa, nichilista o mistica, esistenzialista od ermetica. Siamo transitorietà, siamo qualcosa di eterno, una sete di energia, una parte di un tutto più ampio, la cui forma è puramente accidentale. Sono gli animali che ci mettono in contatto con le forze sconosciute, ci conducono ai livelli inferi dell’inconscio e a quelli sovrannaturali. Rappresentano la risposta a domande che non abbiamo coraggio di porci, incarnano gli impulsi della nostra conoscenza non discorsiva. Infatti non ci resta che guardare.“No videmus nun per speculum in enigmata”.

La Libellula. Tecnca: acquatinta, acquaforte - 200x200 mm.

Il Granchio è la spuma del mare. Tecnca: acquatinta, acquaforte - 200x200 mm.

"ILLUSIONE" – acrilico – 1° posto concorso online aprile 2012.


Le Dolomiti del Sud (foto archivio Dott. Diego Demaio).

La Decorata Cornice della Piana

D

opo l’interessante sortita tra le ridenti colline vibonesi si ritornerà a salire gradualmente sulle nostre vicine montagne, nell’attesa che la neve, tanto abbondante durante lo scorso inverno, si sciolga completamente nelle alte quote ancora imbiancate. Usufruendo della SS 111 e superando la lussureggiante Villa Comunale di Cittanova si raggiungeranno i 953 m. del quadrivio dello

Grotta di S. Iunio in Gerace Santuario di Prestarona e Dolomiti del Sud di Canolo Zomaro per andare dritto e quindi declinare in direzione di Gerace. La panoramica discesa è anche caratterizzata, agli occhi degli osservatori più attenti, dalla presenza di ben 7 bunker (compreso quello dirimpettaio al casello di Parrone quasi al termine della salita già percorsa) che purtroppo testimonieranno, nell’eventuale accesso in qualcheduno di essi, della perfetta architettura militare tristemente finalizzata a strategiche imboscate per colpire le colonne nemiche. Attraversato il Passo della Zita si incontrerà, esattamente al km 42,600 della nazionale, un largo sterrato alla sinistra dell’asfalto, dove si parcheggerà la macchina. Da qui, in poche centinaia di metri, si salirà agevolmente alla Grotta del Monte San Iunio (o Ieiuneo oppure Jejunio), dal nome dell’anacoreta basiliano che l’abitava. Una leggenda del luogo narra che il Santo eremita fosse fratello della Madonna di Prestarona e di San Filippo con il quale, nella sottostante valle, vide la Sorella trasformata in pietra per essere definitivamente santificata. Usciti dal capiente asceterio si ritornerà sulla statale per scendere nella vicina Gerace, dominata dal castello normanno, dove sarà d’obbligo visitare, tra l’altro, la grandiosa Cattedrale del sec. XI e la chiesa di San Francesco dal magnifico portale del sec. XIII. Ripresa la nazionale si tornerà brevemente indietro sino alla contrada Badea, per svoltare immediatamente a destra ed immettersi sulla ripida discesa che conduce, trascurando alcune diramazioni secondarie, al poco distante Santuario di Prestarona, edificato alla destra della strada. Il culto di Maria SS. di Prestarona, dal greco “ton peristeròn”

La Grotta di S. Iunio (foto d'archivio Dott. Diego Demaio).

di Diego Demaio

ovvero “delle colombe”, è di origine basiliana ed è assai diffuso tra gli abitanti della zona. Nella caratteristica chiesetta si venera dal 1859 una bella e policroma statua lignea della Madonna, scolpita da Rocco Larussa di Villa San Giovanni e restaurata nel 1949 da Fortunato Salerno. L’antica e pregevole scultura marmorea (sec. XIV) del famoso artista senese Tino di Camaino, proveniente dalla contrada canolese, è esposta nella Cappella dell’Itria dentro la Cattedrale di Gerace e raffigura la Madonna col Bambino che gioca con una colomba. Lasciato il singolare tempietto si giungerà al non lontano bivio per Agnana, dove si piegherà a sinistra per arrivare dopo 4 km ai 432 m. di Canolo “vecchia”, sovrastata dalle pittoresche “Dolomiti del Sud”. Per suffragare tale paragone, apparentemente eccessivo, basterà immettersi a sinistra, subito dopo l’inizio del paese, su una bitumata e tortuosa erta che si arrampica, tra filari di rigogliose tuie, ai fianchi delle tre bianche Torri (o Timpe) di Mutolo. Le rocce Latina, Canolo e Longobarda (così sono denominate) si elevano verticalmente su pareti “da sesto grado” alte oltre 100 m., tanto che, per la loro particolare forma e composizione, nel 1780 furono studiate, in loco, dall’insigne geologo francese Dieudonné Gratet de Dolomieu. Conclusa la salita si raggiungeranno i 679 m. della contrada Scorciapelle, passando accanto ad un'altra minuscola grotta, ben visibile alla sinistra dell’asfalto, che forse poteva essere l’angusto rifugio di un antico eremita. Da qui, scendendo rapidamente, si incontrerà la SS 111. Una volta sulla nazionale si girerà a destra per risalire al quadrivio dello Zomaro e fare quindi ritorno nella Piana.


29

I siti aspromontani della Piana di Gioia Tauro di Antonio Violi

L

’estremo sud del continente, proteso sul Mediterraneo, ospitò diversi popoli, e contribuì a scrivere tante pagine di storia. La Piana di Gioia Tauro conserva diversi insediamenti. Dei più famosi, molti conoscono l’esistenza e magari la storia: l’antica Medma, Taureana e S. Fantino, del monte S. Elia e della Grotta del Santo vicino Melicuccà sulla fascia costiera e di Mamertum e di Mella nei pressi di Oppido, per quella interna, oltre ai siti delle città distrutte dal terremoto del 1783: Oppido, S. Cristina, Terranova, dove esistono importanti ruderi di fortilizi di potenti feudatari e delle strutture urbane degli abitati. I siti e di cui si dovrebbe scoprire la storia sono tanti e sparsi nel territorio: la Sovraintendenza ai Beni Archeologici, probabilmente non dispone di fondi adeguati per intraprendere le ricerche e una spinta per la ricerca e la loro valorizzazione, potrebbe venire dagli storici locali. Oltre alla fascia costiera e quella interna della Piana, esiste anche la fascia del territorio montano che si affaccia sul Tirreno e che va ricompresa nel contesto della storia della Piana. Territorio questo che, fa parte del “vero Aspromonte”, individuando il suo limite nord nel valico dello Zillastro. Luoghi interessanti che meritano di essere conosciuti dal grande pubblico. Procedendo da nord a sud della catena aspromontana, iniziamo proprio dall’antichissimo valico dello Zillastro, dove la strada si snoda verso l’ex Sanatorio ed il versante jonico. Qui c’è il vecchio casello e il Crocifisso cosiddetto “ferito al costato a fucilate” divenuto famoso al tempo dei sequestri di persona. mentre, nella pineta di fronte un monumento ricorda l’ultimo episodio a fuoco della Seconda Guerra Mondiale, avvenuto l’8 settembre 1943 tra italiani e canadesi dove persero la vita, militari delle due fazioni, entrambi ignari dell’armisti-

zio già firmato. Qui ogni anno, l’otto settembre, quei caduti vengono commemorati i con una bella manifestazione militare. Due chilometri più L'ingresso della comunità Incontro a Zervò. a monte, in direzione dell’ex Sanatorio ed attiguo all’Acqua diavoli (Puntuni di diavuli): promontorio dell’Abete, c’è la località Vaccarizio: un che si erge poco più a monte dell’antica altopiano sfruttato negli anni cinquanta S. Cristina, legato leggende demoniache dall’Università di Messina, per produrre e alla grotta di S. Elia da Melicuccà. Più nuove specie di ortaggi e soprattutto di pa- a sud, ci sono i Piani di Junco nel comutate. Il sito di contrada Palazzo, a monte di ne di Scido, dove ancora non si riesce ad Oppido (1050 m. slm), offre uno scenario individuare il luogo di un probabile insespettacolare sulla Piana; non si trova nella diamento monastico intitolato a S. Paolino contrada Zervò come qualcuno ritiene, a e sempre a Scido all’altezza di 1568 m. nord dei Piani di Tavola, nel costone che slm, sul bellissimo monte Fistocchìo (dial. si affaccia sulla galleria della ex SS 112 di Pistocchjìu), esistono dei ruderi di forma contrada Cundahjetini. quadrangolare come di antica fortezza, Qui, sono ben visibili i ruderi di pro- in uno scenario naturalistico e panoramibabile epoca romana simili a quelli di una co indescrivibile fino alle gole di Polsi, a ononima località sullo Zomaro di Cittano- Pietra Cappa, al Mare jonio, alla cima di va. Qualche chilometro più a sud ci sono i Montalto, ecc. Da precisare che in quasi ruderi della chiesa di Afanto - insediamen- tutte le belle radure delle “Creste”, cioè to monastico risalente al XIII secolo - dif- delle cime aspromontane che si distenficilmente individuabili a causa della pre- dono a nord di Montalto, si notano delle senza di ruderi residuali mascherati dalle pietre sparse come appartenenti ad antiche frasche a poca distanza dalla Comunità strutture o fortezze militari, che probabilIncontro nell’ex Sanatorio antitubercolare mente fungevano da protezione o punto di militare intitolato a Vittorio Emanuele III, avvistamento del territorio dei due versaninaugurato nel 1929 e funzionante fino al ti jonico e tirrenico, che andrebbero stu1934 circa e oggi sede della Comunità di diate più attentamente. Riconosciuta è la recupero sociale giovanile di don Pierino via militare che anticamente collegava S. Gelmini, Prendendo la strada che dalla Cristina a Bovalino, uniche fortezze che Comunità Incontro porta a Carmelia, si resistettero alla conquista del meridione passa prima dal Pagghjareju ‘i ll’orbu, da parte di Manfredi nell’anno 1256. dall’Acqua dell’Astore, Pietracuccuma, Ancora più a sud, Carmelìa di Deliadall’Aqua della fame, ecc. Sulla sinistra di nuova, si può godere tutta la visione della questo tratto di strada, all’interno del mu- Piana dall’ennesimo belvedere del SS.mo retto di una curva, c’è una piccola croce Crocifisso e lungo la strada che porta a in ferro conosciuta come Croce di Toppa Carmelìa, ci sono i ruderi del convento (Cruci ‘i Toppa) in territorio di S. Cristina basiliano di S. Marina, nei pressi del quache ricorda il luogo dove morì assiderato le c’è l’antica cava della pietra verde. Nel probabilmente un monaco. Troppo fan- territorio si incrociano due “vie”: quella tasiose e agiogra- “militare” e quella “religiosa” che interesfiche sono le tesi sano i due versanti. La prima fu percorsa di chi ha scritto la da Annibale ai tempi della seconda Guerra targa: “S. Toppa Punica (oltre 200 anni A. C.). La seconda, – sacrificatosi per per grandi linee conduceva a Polsi i pelleil prossimo” Ciò grini di tutta la Piana, intervallando rifugi in quanto fin da e tempietti sacri. Visitando questi luoghi ci dall’'800 la contra- si può imbattere in alberi monumentali e da è detta “Croce secolari come faggi, abeti, castagni, rovedi Toppa e Croce ri, ecc., specie nei territori di S. Cristina, di Tappo”, senza Scido e Delianuova. Da segnalare i massi alcuna aggiunta. monolitici di Pietra Salva nella zona monSempre nel terri- tana di Delianuova (dove furono trovate torio di S. Cristina, delle asce di epoca chelliana), e quelli di a circa 850 m. slm, contrada Prachi di S. Cristina. c’è il Poggio dei


30

Nella foto: l'affascinante calandra della MG TD del 1952.

di Carmen Ieracitano

B

Auto d'epoca in mostra A Cittanova, pensando a un museo

asta poco a volte per di- la forza motrice era ancora il cavallo. Poi, l’avvento del motore, 1927 la Citroen Type menticare un presente che AC4, 1930 la Ford A Standard Phaeton. Nel 1935 comincia la gloria tutta italiana della sembra intriso di malinco- Fiat, con la Balilla 508, versione classica o Sport Spider. Nel 1949 si passa alla Lancia nia e di preoccupazione Aurelia, per poi vedere l’incarnazione del 1954, del sogno quasi possibile di un’intera geper un incerto futuro. Un salto a Cittanova, nerazione di italiani entusiasti della ricostruzione post-bellica, la mitica Fiat Topolino 500 all’ Esposizione di Auto d’ Epoca organiz- C, di cui sono presenti due esemplari. Il viaggio continua. Nel 1961 nasce l’avanguardista zata da Ca.Ve.Sa e Pro Cittanova nel locali Alfa Romeo Giulietta Spider, l’auto che faceva innamorare le ragazze all’istante. Pensi a dell’ex Mercato Coperto in Corso Italia Marlon Brando, a Audrey Hepburn, a Gregory Peck, a Marilyn Monroe. Sei nel cuore del rinfrancherà lo spirito ad amanti dei moto- sogno che si tinge vagamente del thriller hitchcockiano davanti alla severa e lucida auri e non. Non quindi una mostra riservata sterità della Berlina 850 special del 1969. Una nota spensierata in un angolo la ridona, il sidecar Java del 1980. C’è da amatori ed intenditori, anche, in realtà, una picma adatta a chiunque vocola sezione dedicata alle glia immergersi in un pasmoto, in cui sono presenti sato che ci appare ancora tre esemplari, tra Ducati e così splendente, un tempo Gilera, delle moto adopein cui fare un giro in auto, rate dalla polizia municimagari con la splendida pale negli anni tra il 1962 e MG TD verde brillante del il 1965, un esemplare del1952, era forse un lusso sì, la prima Vespa Piaggio, e ma non una costante preuno della mitica Lambretoccupazione riguardo al ta. Il viaggio si conclude costante aumento del costo nel 1992, con il sogno più del carburante e delle tasambito delle ultime genese. Eh sì, oggi forse avere razioni. Una fiammante un’auto è alla portata di “rossa” della scuderia del tutti, è diventato quasi un cavallino rampante, la Ferobbligo, come lo sono le rari 348 TS, che campeglotte per far quadrare il gia al centro della sala, e bilancio e mantenerla. Ma Fiat Balilla 508 "Coppa D'Oro". il design aerodinamico di andando a vedere queste Pininfarina, pur incantanben più che auto, questi autentici gioielli della storia della mecca- doti, ti riporta al presente. Esci così dalla sala, in procinto di riprendere la tua Micra, o nica, la sensazione è un’altra: quella di en- la tua Cinquecento moderna o qualsiasi cosa tu abbia, di tornare a guardare con preoccutrare nel sogno di un altro tempo, un tempo pazione l’astina bassa del carburante, di chiederti cosa sia quel rumorino sospetto. Ma ti in cui almeno sognare appariva ancora le- fermi, non lo fai. Vuoi mantenere vivo il sogno e allora mentre torni a casa guardi forse il cito. E’ un viaggio nel tempo e nella storia cielo, che è sempre azzurro e sempre lo stesso di quando quelle glorie solcavano le strade. dell’evoluzione del mezzo di trasporto pri- Apri magari il tettuccio e fai entrare un po’ di sole primaverile nel tuo abitacolo, provi vato, quello che comincia all’entrata con a metterci un po’ di fantasia. Chissà come sarebbe stato, ti chiedi, in una giornata come la Carrozza Cacciatora del 1900, quando questa, andarsene via sulla MG TD del 1952.


31


32

Via Pietro Mancini, 11 89024 POLISTENA (RC) Tel. 0966.930031 - Fax 0966.937890 E-mail: info@opnatura.com


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.