Il Nuovo Corriere IlNuovoCorriere di
numero 51 anno I - 1 euro
Roma e del Lazio
SABATO 3 OTTOBRE 2015
Marino, basta È il momento che qualcuno stacchi la spina di Carlo Rebecchi
“I
o lasciare? Se a chiedermi questa riflessione fosse papa Francesco, mi fermerei a pensare seriamente alle mie azioni”. Così disse Ignazio Marino, nel giugno scorso, a un grande quotidiano della Capitale. Parole che è utile ricordare al sindaco, ora che anche il Papa lo ha di fatto “dimissionato” davanti ai giornalisti di tutto il mondo - dandogli dell’ “imbucato” nel viaggio americano - proprio come aveva fatto qualche mese fa Matteo Renzi quando, in veste di premier-segretario del PD, gli aveva preannunciato da Porta a Porta “il licenziamento” poi mai avvenuto. A giudizio nostro, e di molti romani, il momento che Marino si fermi a “pensare seriamente” alle sue azioni è arrivato. Una cosa è infatti evidente: così, e noi lo ripetiamo da tempo, non si può andare avanti. Per dirla con il suo “badante”, il prefetto Franco Gabrielli, “basta farci del male”. Perché il Giubileo è alle porte - l’inizio è fissato per l’8 dicembre - e, anche se ormai i progetti del Comune sono ormai ridotti al minimo e ci si limiterà di fatto solo all’essenziale, e anche quello in chiave minimalista, molto c’è comunque da fare per garantire un’ospitalità perlomeno accettabile agli oltre venti milioni di pellegrini-turisti attesi nella Capitale. I motivi per cui non si può andare avanti sono più d’uno. Tra di essi, uno di non poco conto è il fatto che Marino, sia tutta colpa sua oppure no, per gli autori della comunicazione a livello mondiale è ormai uno zimbello. Basta pronunciarne il nome e gli interlocutori stranieri allargano le braccia o si mettono a ridere. Il Campidoglio sta insomma rivivendo ciò che l’Italia ha vissuto negli anni berlusconiani, quando la prima cosa che l’italiano che andava all’estero si sentiva chiedere: “Berlusconi? E il bunga-bunga”?”, con risatina incorporata. Alla fine, l’essere stato definito dall’Economist “unfit”, inadatto, a governare l’Italia, al Cavaliere è costato Palazzo Chigi.
IL CASO/ DA WOLFSBURG A CASSINO, LE RIPERCUSSIONI DELLO SCANDALO TEDESCO NEL FRUSINATE
Il dieselgate fa tremare il Lazio Il distretto regionale, con le sue 183 mila aziende attive, fonda buona parte della sua economia sull’indotto generato dalle macchine di produzione tedesca. Il timore è che la vicenda delle emissioni truccate abbia riflessi negativi in un momento in cui la ripresa stava diventando tangibile. La speranza di sindacati e industriali è che le preferenze di chi acquista vetture si orientino verso quelle del marchio Fca, senza portare ad una nuova contrazione nelle vendite. E Zingaretti arriva in soccorso: la Regione investe 5 milioni di euro nella viabilità del Cassinate
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o scandalo dei diesel “truccati” delle auto Volkswagen, partito dagli Usa qualche giorno fa, rischia di avere ricadute importanti anche in Italia.Il Frusinate, ad esempio, fonda gran parte della sua economia proprio sull’indotto delle auto tedesche, tra le più vendute sul territorio. Da Wolfsburg a Cassino il passo è breve. L’Unione degli industriali di Frosinone è l’associazione più preoccupata, in questo momento, degli effetti sulla domanda interna e locale, soprattutto per il coinvolgimento di altri marchi legati alla centralina finta non-inquinante, come Audi e Porche. Il rischio più grande per il territorio, che produce pezzi di ricambio per la Golf, è che ci sia non solo uno stop all’occupazione ma soprattutto, per la contrazione inevitabile del mercato per quei marchi, anche un calo degli ordini. Non poteva mancare,invece, in questo frangente, la visita del numero uno dell’ex Fiat, ora
IL CASO
Dopo il fuoco di “Paglia” su Marino diplomazie al lavoro
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due mesi dall’inizio del Giubileo si tenta di ricucire i rapporti tra Papa Bergoglio e il primo cittadino di segue a pagina 3 Roma, dopo le parole pronunciate dal Santo Padre sul volo di ritorno dagli Stati laS an Uniti e dopo le dichiaità Lazio razioni del presidente del Pontificio Consiglio Tagli, Regio ni per la Famiglia alla tracontro Ren zi smissione radiofonica Zingaretti fuori dal co “La Zanzara”. Primi sero Tace gnali distensivi nelle dichiarazioni di padre Federico Lombardi, portaC voce del Vaticano.
All’interno l’inserto di Sanità del Lazio
NUMERO 51 ANNO
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Fca, Marchionne agli stabilimenti di Piedimonte San Germano per il rilancio della nuova Alfa Romeo e a conferma di quanto sia fondamentale nella strategia industriale del Lingotto, fuori da ogni scandalo. Strategia industriale nella quale la Regione Lazio vuole fare la propria parte investendo quasi 5 milioni di euro per viabilità della zona industriale del Cassinate e sostenendo l’accordo sulla cassa integrazione per la riconversione aziendale. Il lancio della notizia partita dalla piattaforma social del presidente Nicola Zingaretti sancisce in definitiva l’obiettivo di sostenere la Fiat: «Rilancio Alfa Romeo a Cassino: stiamo facendo la nostra parte. Investiamo 4,7 milioni su innovazione, industria e infrastrutture». La commissione Bilancio alla Pisana avrebbe da poco rifinanziato la legge regionale n. 46, in discussione da oltre un anno e mezzo. Santoro a pagina 6
SABRINA ALFONSI “Abusivi, ora si fa sul serio Ma il problema sono i mercatini rom” Savatteri a pagina 5
FUORI PISTA Viaggio nelle gelaterie migliori di Roma segnalate dai nostri lettori alle pagine 12 e 13
CAMPIDOGLIO
Alfio Marchini e Giorgia Meloni Una poltrona per due
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a questi nomi il centrodestra prova a ripartire dopo il terremoto di Mafia Capitale e la frantumazione del Pdl: entrambi i “sindaci in pectore” hanno il vantaggio di essere romani e di conoscere la città e i suoi problemi. Ma tra i duellanti si inserisce Matteo Salvini, pronto a giocare la sua personalissima partita per Palazzo Chigi puntando tutto sulla leader di Fratelli d’Italia. E così il 2018, data naturale delle elezioni, non appare poi così lontano.
Santoro a pagina 3