Intervista Umberto Smaila La youtuber più famosa d’Italia
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“Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza” - 0,42 E
Copia omaggio / anno XV / dicembre 2014 Stampato su carta ecologica
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mi piace Scuola Media Liceo [classico, scientiďŹ co, linguistico, scienze umane] Istituto Tecnico Informatico CFP [corso operatore vitivinicolo]
scuola aperta sab 13 dicembre 2014 sab 17 gennaio 2015
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editoriale di Stefano Cotrozzi
Cristoforetti chi?
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eve essere stato un momento magico nel 1969 quando tutti attorno alla televisione hanno visto in diretta l’uomo compiere il primo passo sulla luna. L’adrenalina che correva nelle vene, un silenzio quasi assoluto come quando gioca la nazionale e c’è un calcio di rigore. Posso solo immaginare perché non ero ancora nato e quel momento l’ho vissuto attraverso i ricordi di chi era davanti al televisore e le immagini in bianco e nero che oramai fanno parte della memoria collettiva di tutto il pianeta. Non era nata nemmeno Samantha Cristoforetti da Malè che in 8 minuti e 48 secondi è uscita dall’atmosfera. Chissà se da bambina diceva “da grande voglio fare l’astronauta”, influenzata dalle stelle che in Trentino brillano di più. E chissà come sono stati il boato della partenza dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan, lo stesso da cui partì Jurij Gagarin, e poi la pace e il silenzio dello spazio. Tutto questo ho potuto solo immaginarlo, come quello del 69. Eppure ero rimasto a casa con i miei figli per vivere insieme questo momento importante davanti alla tv. Uno strappo alla regola, si va a letto dopo le 22 per seguire la prima donna italiana nello spazio. Con il telecomando passiamo da un canale all’altro… ma niente da fare: un film su Rai 1, NCIS (replica) su Rai 2, Report su Rai 3. Non poteva essere vero, a pochi giorni dalla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Un’italiana che potrebbe diventare un simbolo per le bambine lanciando il messaggio che se una si impegna alla fine ce la fa... e nessun canale Rai se “la fila di striscio”. I bambini se ne vanno a letto delusi, mentre scopro che su Rainews 24 ne parlano per ben 10 minuti prima di passare al derby della Madonnina. La televisione di Stato, quella per cui si paga il canone, se ne infischia degli italiani che compiono imprese. Allo stesso modo in cui se ne frega, la settimana dopo, dell’abbattimento dell’ecomostro di Alimuri sulla costiera amalfitana. 50 anni per abbattere il simbolo della cementificazione selvaggia e la diretta è su Sky. Non mi è ancora chiaro come cambierà il sistema del pagamento del canone, ma per oggi non ho tanta voglia di informarmi...
2000 - Bericaeditrice s.r.l.
Mensile d’informazione Registrazione del Tribunale di Vicenza n° 965 del 12-01-
Direttore Responsabile Stefano Cotrozzi. Vicedirettore Nicoletta Mai. Caporedattore sportivo Stefano Canola. Redazione: Guido Gasparin, Giuseppe Signorin, Francesco Meneghini, Elisa Turra, Mario Piotto. Editorialisti Lino Zonin, Alberto Fabris, Elisabetta Badiello, Gianfranco Sinico, Luisa Nicoli. Art director Alessandra Peretti. Grafico Amos Montagna.
sommario
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Inchiesta The Australian Dream
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L’INTERVISTA Umberto Smaila
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Focus La youtuber più famosa d’Italia
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Sport Gilberto D’Ignazio
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arzignano Viabilità al Mantovano: prime impressioni
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arzignano Futuro incerto per la Stazione
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MONTECCHIO Ceccato cent’anni dopo
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BRENDOLA Il bilancio sorride
44
CHIAMPO Offese social
47
Crespadoro Addio ai monti
49
Montebello Viabilità sicura: ci siamo 52
Stampa: Cora Print Srl - Trissino (VI) Redazione e Sede legale Piazza Campo Marzio, 12 36071 Arzignano (VI) tel. 0444 450693 fax 0444 478247 e-mail: info@corrierevicentino.it Per la pubblicità: Alberto Faccin 335 5319350 Alex Bertacche 349 5183614 Federico Hanard 335 5293582
LONIGO Cosa dicono i numeri
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SAREGO Spazi condivisi 57
Speciale Natale in tavola
© 2014 Le immagini ed i testi sono di proprietà riservata della rivista. Ne è vietata a tutti la riproduzione totale o parziale e l’uso pubblicitario in altra sede. L’editore è a disposizione dei proprietari dei diritti su eventuali immagini riprodotte, nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere debita autorizzazione.
LONIGO L’istituto di istruzione superiore di Lonigo, offre una molteplicità di indirizzi di studio perfettamente in linea con le richieste delle imprese del territorio. Tutte le attività proposte, sostiene la dirigente Antonella Sperotto, contribuiscono ad arricchire il curriculum degli studenti che attesta competenze utili sia all’inserimento nel mondo del lavoro sia l’accesso all’università. In linea di continuità con le esperienze precedenti il progetto di alternanza scuola lavoro si apre quest’anno all’Europa. Gli alunni delle classi quarte, selezionati nell’ambito del progetto Erasmus +, avranno l’opportunità di effettuare un’esperienza lavorativa all’estero grazie a 18 borse di studio che permetteranno ad altrettanti studenti di effettuare un tirocinio di 5 settimane presso un’azienda in Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna o Slovenia. Un’opportunità che porterà ad arricchire il loro bagaglio di competenze linguistiche, tecnico-professionali e relazionali, sviluppando le loro capacità di lavorare in gruppo, di autoapprendimento, di adattabilità e comprenderà il rilascio della certificazione “Europass Mobilità” riconosciuta in tutti i paesi dell’UE. L’istituto è attento all’utilizzo di moderne tecnologie quali la lavagna interattiva
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I S T I T U TO DI ISTRUZIONE SUPERIORE
multimediale, l’utilizzo del registro elettronico e i tanti laboratori a disposizione, che rendono l’IIS Lonigo una scuola sempre all’avanguardia, offrendo molte possibilità per inserire i giovani nel mondo del lavoro, stringendo alleanze con le imprese. ISTITUTO TECNICO (5 anni) - La Sezione Tecnica, ospitata nella nuova sede di via Bonioli, prevede indirizzi del Settore Economico e del Settore Tecnologico. Nel primo, oltre ad una preparazione immediatamente spendibile nell’ambito della gestione aziendale, con il percorso base in Amministrazione, Finanza e Marketing, si offre allo studente la possibilità di una specializzazione in Sistemi Informativi Gestionali - grazie alle ore di laboratorio informatico - o quella in Relazioni Internazionali, con il potenziamento della preparazione linguistica attraverso lo studio di tre lingue straniere. Per il Settore Tecnologico invece, la proposta è duplice. La prima riguarda la meccanica (indirizzo Meccanica, Meccatronica ed Energia), con la specializzazione in un campo di grandissima attualità come quello dell’Energia. La seconda, con l’indirizzo Elettrotecnica ed elettronica risponde alla richiesta delle aziende del territorio, fornendo in particolare una
Sabato 13 Dicembre Domenica 14 Dicembre Sabato 17 Gennaio
preparazione nel campo dell’automazione attraverso la progettazione, realizzazione e gestione di sistemi di controllo. ISTITUTO PROFESSIONALE (5 anni) - Anche per la Sezione Professionale, l’offerta dell’IIS di Lonigo è molto articolata. Per il Settore Servizi riguarda i Servizi socio sanitari, indirizzo che prepara l’allievo a dare risposta alle esigenze socio-sanitarie di persone e comunità, mentre per il Settore Industria e Artigianato le proposte riguardano gli indirizzi Moda (dedicato ai processi di lavorazione, fabbricazione, assemblaggio e commercializzazione di prodotti di abbigliamento e moda), Manutenzione e assistenza tecnica (Elettrico-Elettronica e Meccanica) rivolto ai futuri manutentori ed assistenti tecnici di dispositivi, macchine ed impianti delle relative filiere produttive). ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE (3 anni) - I percorsi Regionali costituiscono l’ultima novità della Riforma. Al termine dei tre anni si consegue la qualifica di operatore: elettrico, meccanico e riparatore di veicoli a motore. Il percorso è caratterizzato dal notevole numero di ore di Laboratorio: 10 ore settimanali per tutti gli anni di corso.
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gli uomini e le donne (non) sono uguali Giuseppe Signorin
Talent per casalinghe La donna non deve per forza fare la casalinga. Ma non deve per forza neanche non fare la casalinga. Perché le decennali battaglie delle mie amiche femministe (che in realtà sono le prime maschiliste visto che il loro ideale è il maschio) hanno portato proprio a questo, a una totale svalutazione del ruolo della casalinga. La donna emancipata è la manager, non la casalinga. Invece di combattere perché il ruolo di casalinga venisse innalzato socialmente, così che nessuna casalinga dovesse mai più vergognarsi di essere tale, hanno combattuto così male e al contrario che oggi essere casalinga significa qualcosa che Dio ce ne scampi. Non c’è ragazzina che non sia disgustata dalla prospettiva di prendersi cura della propria casa e della propria eventuale prole (non parliamo del proprio eventuale marito…), anche se magari, sotto sotto, istintivamente… Però una soluzione ci sarebbe: un talent. Basterebbe un talent per casalinghe, basterebbe far capire che per fare la casalinga ci vuole un fattore x, un talento, non una sfiga calata dal cielo, e così come per i cuochi e i cantanti le vocazioni fioccherebbero.
Mondo #crowdfunding Diamo i numeri
di Francesco Meneghini
Il #crowdfunding (in italiano finanziamento collettivo) è una forma di finanziamento dal basso da parte di gruppi di persone per sostenere progetti o organizzazioni. Nel 2013 in Europa è stato raccolto quasi 1 miliardo di euro e più di 5 miliardi in tutto il mondo. Nel solo mese di marzo 2014, sono stati raccolti circa 60.000 dollari all’ora e sono state lanciate 442 nuove campagne di #crowdfunding al giorno. La campagna di maggior successo ha finanziato Star Citizen (un videogioco spaziale) con
65.304.964 dollari.
Ad agosto 2014 Zack Brown ha raccolto 55.492 dollari a fronte dei 10 richiesti per realizzare… un’insalata di patate. Circa il 40% delle campagne proposte raggiunge gli obiettivi prefissati.
Corriere Vicentino |
6 | Opinioni
vipera con garbo
Elisabetta Badiello
Orgogliosa italianità
Negli ultimi tempi, per i motivi più vari, mi sono trovata a viaggiare e ad alloggiare per qualche giorno in città come Mumbay, Istanbul, Firenze, Roma, per poi tornare nella mia Venezia. Luoghi affascinanti, molto diversi tra loro, ma comunque mete ambite da visitatori di tutto il mondo. A Mumbay, città considerata la porta dell’India, è difficile restare indifferenti. Un’estensione enorme, densa di contrasti, dove le architetture parlano ancora del passato coloniale. Istanbul invece era un mio tarlo, una città che desideravo visitare da sempre. Immaginavo di attraversare il Bosforo, vedere il profilo dei minareti che disegna l’orizzonte, i ponti che legano Europa e Asia. Uno spettacolo mozzafiato. Non è stato così. Fatta salva la percezione esotica dei luoghi, che si afferra soprattutto dai suoni e dagli odori che saturano l’aria, devo riconoscere che quello straniamento, quel senso di capogiro di fronte alla bellezza che prende il nome di sindrome di Stendhal, detta anche sindrome di Firenze, ha nel nostro paese una ragione profonda. Ho dovuto riconoscere che per chi è cresciuto nella magia di una Venezia dove le case galleggiano sull’acqua, ha avuto modo di addentrarsi nel centro di Firenze tra il Duomo, Santa Croce, Palazzo della Signoria o ha conosciuto i retaggi della Roma imperiale, sia difficile trovare emozioni analoghe in altre parti del globo. Comprendo perché il mondo intero ambisca, prima o poi, ad annusare la nostra cultura e le nostre bellezze, che non hanno eguali.
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Sport e dintorni
Gianfranco Sinico
Stefano Canola
Vieni Natale
E
La Ferrari come l’Italia
ccola di nuovo, l’ultima pagina del calendario. Si apre su quella manciata di settimane in discesa verso un altro Natale, verso un altro anno. Arriva di nuovo l’Avvento, ogni volta con qualche becera revisione o ammodernamenti dettati da tendenze e gusti indegni. Ma ai miei occhi si presenta sempre con il suo consueto carico di poesia e bellezza, quasi che l’atmosfera dell’antico presepio iniziato con mia Mamma fosse rimasta immutata nel mio sentire. No, la bellezza non sono le tavole imbandite, la musica nostalgica o i regali d’ordinanza, è la sensazione del prodigio che si ripete: dal dramma di una madre in procinto del parto che non trova accoglienza se non in una malsana grotta, alla fine nasce quello che per i credenti è il Salvatore, un fragile corpicino indifeso per la delusione dei superbi che si aspettavano l’arrivo maestoso di un re. La bellezza è lo scollinamento che sin dalla preistoria porta verso notti che piano piano si accorciano, verso la luce che ogni anno comincia via via ad affermarsi: una pagina del tempo che si volta, carica di una aspettativa che spesso si rivelerà con la consistenza di un sogno. Sarà perché sono nato di questi tempi, ma sempre ho vissuto con trasporto questa stagione di transito e il Natale. E, per la verità, la maturità mi ha aiutato a coglierne l’essenza con maggior riflessione. Ho nello zaino decine di Natali: alcuni luminosi, altri malinconici, nessuno distratto, molti spumeggianti, un paio di solitari… Quanti me ne restano da vivere? Pochi. Voglio gustarmeli fino in fondo. Come con le ciliegie che, quando il piatto è colmo, si colgono con noncuranza, incoraggiati dalla dovizia. Ma, quando sul fondo ne rimane una manciata, si pilucca con parsimonia, centellinando con maggior considerazione gli ultimi frutti. Andiamo quindi a scollinare ancora una volta e assaporiamoci questo Natale. E se fosse l’ultima ciliegia? Dev’essere comunque buona. Allora, buon Natale, Amici!
U
n’altra stagione di Formula 1 è andata in archivio e i titoli, per quanto ci riguarda, sono rimasti quelli soliti, un po’ come l’Italia in questa lunghissima crisi di cui, anno dopo anno, intravede la fine che non arriva mai. Cambiano i vincitori ma la Ferrari rimane comprimaria, un ruolo che la storia non ha assegnato alla creatura del Drake. Allora maglioncino d’oro Marchionne ha pensato bene di ap-
piedare il mister, Luca Cordero di Montezufolo, l’uomo che qualche tempo fa doveva traghettare come Mosè la Nazione oltre il mar Rosso e invece non è riuscito nemmeno a tenere in strada la Rossa. E poi ha sostituito il centravanti Alonso, o forse l’ha lasciato andare, giustamente preferendo un pilota molto motivato a uno bravissimo che però cominciava seriamente a dubitare di poter vincere a Maranello. Allora forza Vettel, provaci tu. Facci sognare, sperando che la Ferrari non faccia ridere. Lo sport è fatto di cicli: l’Inter per un pezzo ha fatto ridere, poi ha messo in fila gli scudetti e imbroccato persino il triplete.
Pietà per Cesare Annus horribilis per Prandelli: dopo l’inguardabile Mondiale brasiliano e il fresco esonero dal Galatasaray in Turchia, pare che il parroco del suo paese, Orzinuovi, abbia rifiutato a Cesare il ruolo di pastorello nel presepe vivente.
IN VIAGGIO CON DENIS Denis L.
Il giovedì è sempre impegnativo e stancante. Ma poi finalmente arriva la sera e posso togliermi qualche soddisfazione, tipo cambiare la lettiera del gatto e mettere fuori l’umido.
Corriere Vicentino |
8 | Opinioni
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Quando è troppo Quando è troppo, è troppo! Chiedo al Partito Democratico il risarcimento per danno biologico in quanto, alla lettura della notizia, mi è andato di traverso il caffè delle sei e trenta e sono quasi morto strangolato: adesso ho paura delle tazzine contenenti caffè e questo per me è davvero un danno enorme e un cambiamento radicale del mio stile di vita. Io ormai ho una certa età e ne ho viste tante, e mentre piangevo e singhiozzavo oppresso da cupi presagi ascoltando la star in ascesa del Partito Democratico Alessandra Moretti dire in un’intervista “ho deciso per esempio di andare dall’estetista almeno una volta alla settimana…perché io, che ho un ruolo pubblico e rappresento tante donne, voglio rappresentarle al meglio” dentro di me una voce diceva “adesso ti svegli e tutto è finito, è stato solo un incubo…” . Invece era tutto vero, e mentre il mattino dopo il caffè traboccava gioiosamente dalla mia fida moka riempiendo d’aroma l’interno 8, e dentro di me tornava il sereno, ecco la notizia: avete presente quando leggete qualcosa che non credete possibile e il vostro cervello si rifiuta di accettarla, ecco, mentre sorseggiavo prudente i primi bollenti sorsi di caffè davanti ai miei occhi si formavano faticosamente queste parole: “Alfonso Signorini: Matteo Renzi mi fece correggere la mail sul Patto del Nazareno prima di inviarla a Berlusconi”. Alfonso Signorini. Il direttore di “Chi”. La rivista spazzatura che rovista nella spazzatura. Alfonso Signorini. Tra sputi di caffè, tazzina infranta al suolo e semi soffocamento, sono riuscito comunque ad imprecare con passione ed enfasi da grandi occasioni. Poi qualche minuto di silenzio, seduto, immobile. Deciso: si torna a nanna.
Il Natale è uguale per tutti Il kamasutra per i single
di Roberta Costantini
Ansia, scarsa salivazione e perenne sindrome pre-mestruale sono solo alcuni dei sintomi che colpiscono, dal manager al becchino sotto casa, tutti gli umani rendendoli uguali non più davanti a Dio, ma al pranzo di famiglia a Natale. Per evitarlo e sopravvivere, ecco alcuni consigli: 1 Comprare zabaione a sufficienza per finire in coma etilico fino all’Epifania. 2 Chiedere una lunga degenza in ospedale lamentando malattie tropicali. 3 Dotarsi di occhiali da
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saldatore per evitare attacchi epilettici indotti dalle luci natalizie. 4. Rispondere in rumeno alle chiamate invito dei parenti facendo sapere poi di aver perso il telefono. 5 Per i disgraziati che hanno fallito nei punti precedenti, al pranzo sedetevi vicino alla zia impicciona, sul lato dell’orecchio sordo e alternate alle sue indelicate domande espressioni vostre non così educate. Non risolverete nulla ma almeno eviterete lo scoppio dell’ulcera. Corriere Vicentino |
10 | Opinioni
Piccolo Skerno Lino Zonin
Affari tuoi, dubbi miei
Sembra incredibile, ma sono più di dieci anni che, praticamente ogni sera (su Raiuno, alle 20,40) va in onda “Affari tuoi”. In principio fu Paolo Bonolis con le sue battutacce romanesche. Ricordate? Eravamo nel lontanissimo 2003, da poco tintinnava nelle nostre tasche l’Euro e Paolino ci scherzava su con la storia del “vecchio conio”. Fu subito un successone, con quasi 10 milioni di spettatori a puntata e uno share superiore al 30%. Poi Paolo passò alla corte di Re Silvio e il suo posto tra i pacchi chiusi con la ceralacca fu preso da altri personaggi: Pupo, Antonella Clerici, Max Giusti, Flavio Insinna. Quest’ultimo, corpulento, conduttore è alla guida anche dell’edizione di quest’anno, con meno seguito popolare ma con un gradimento che si è andato consolidando negli anni. Molte le critiche piovute sul programma, a volte sollevate ad arte dai concorrenti d’orario di “Striscia la notizia”, infastiditi, specie all’inizio, dal successo che arrideva al programma. Certo, dei dubbi rimangono. Ad esempio se i concorrenti siano davvero gente comune e non comparse che si accontentano di lasciare alla Rai l’eventuale vincita in cambio di un contrattino da co.co.co, naturalmente in nero. Comunque sia, specie in tempi di vacche magre come questi, non è certo educativo regalare mezze milionate di euro come fossero noccioline e mettere i concorrenti – veri o falsi che siano – di fronte all’alternativa di vincere una somma che potrebbe sistemarli per tutta la vita o un pennello da barba. Ma ormai l’abbiamo capito: attenderci esempi di etica dalla televisione è perfettamente inutile.
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Intervento in centro ad Arzignano per i Vigili del Fuoco I Vigili del Fuoco e i sanitari del Suem 118 sono intervenuti in soccorso di una donna caduta in casa e non più in grado di alzarsi. È accaduto lunedì 17 novembre al sesto e ultimo piano di un palazzo in Largo De Gasperi.
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Annunci Offro lavoro Primula Soc. Coop. Soc. cerca 1 EDUCATORE PROFESSIONALE con funzione di COORDINATORE in area salute mentale. La figura andrà inserita presso la Comunità Alloggio “Il Melograno” di Valdagno. La presentazione delle candidature terminerà il 12/12/2014, per candidarsi inviare il proprio cv con foto all’indirizzo info@coopprimula.it, specificando nell’oggetto ”Selezione Educatore Professionale Coordinatore”. I candidati ritenuti idonei saranno contattati per un colloquio conoscitivo. Per ulteriori informazioni contattare Vania Cavallaro al numero 0445/488567 (in orario d’ufficio). Bando completo disponibile anche presso Informagiovani Arzignano. Cercasi MODELLISTA ESPERTA CAPI SPALLA - ABBIGLIAMENTO SPORTWEAR da inserire nel service modellistico della Cooperativa Studio Progetto. Sede di lavoro Cornedo (VI). Per info o invio curriculum contattare il sig. Enrico Sabbadini cell. 3291527037, mail enrico.sabbadini@studioprogetto.org. Per aziende clienti della zona di Montecchio e limitrofi, ricerchiamo periti meccanici, anche neo diplomati. Gradita, ma non necessaria, esperienza precedente presso realtà metalmeccaniche. Richiesta buona conoscenza degli strumenti di misura, lettura disegno meccanico e utilizzo dei principali attrezzi di officina. Lavoro in giornata e su 2 turni. Inviare CV dettagliato all’indirizzo e-mail montecchio@openjob.it; oggetto: periti meccanici. Info e altre offerte su www.openjob.it. TEMPORARY SPA CERCA OPERATORE AL MULETTO CON BRACCIO TELESCOPICO per Azienda del settore Metalmeccanico. La risorsa viene inserita in un cantiere a MONTECCHIO MAGGIORE (VI). Requisiti fondamentali: - possesso del patentino idoneo per la con-
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Insegnante di lettere impartisce ripetizioni e aiuto tesi di latino, greco, italiano, storia, geografia, inglese a studenti di ogni istituto ed età (anche scuola elementare). Massima serietà. Tel. 3397591868
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AIDS #staiprotetto 90 casi all’anno: il virus non si ferma anzi aumenta. La prevenzione vacilla e i casi di contagio aumentano per lo più tra maschi sia eterosessuali che gay, ma la cosa allarmante è che sempre più giovani tra i 18 e i 19 anni ne vengono contagiati. Questo perché il sesso non protetto la fa da padrona rispetto ai contagi legati alla tossicodipendenza. Cattiva educazione sessuale nelle scuole in primis. L’Hiv è un virus che non si può debellare anche se le terapie migliorano di anno in anno e permettono a chi ne è infetto di vivere una vita normale. La tossicità dei farmaci è diminuita ed è più efficace. Un flashmob è stato organizzato a Vicenza dall’ associazione Arcigay per sensibilizzare la lotta e la prevenzione contro l’Hiv. #staiprotetto!!!
Una giornata NO! Avrà pensato così il ladro che ha tentato di rapinare il market A&O in via Laghi a Vicenza. Dopo aver sistemato la refurtiva sotto la felpa, non è passato inosservato... gonfio com’era. È stato inseguito dai dipendenti, ma è riuscito a fuggire. Un accattone però lo ha riconosciuto, ha fornito i dati alla polizia e lo ha fatto arrestare. Una giornata no di un singolo si è trasformata così in giornata sì per la comunità!
L’azienda? La fanno le persone Era questo ciò che ha sempre pensato Leonardo Martini, imprenditore vicentino di 72 anni deceduto nel mese di novembre. Ha lasciato in eredità l’azienda ai suoi dipendenti. L’aveva sempre detto: “non voglio che la società sia venduta ad altri, ad estranei”. La Dioma e i suoi 25 operai hanno omaggiato
il titolare celebrando in azienda il funerale con rito laico. La fabbrica era la sua casa, gli operai i suoi figli, che ora si sentono responsabili e non lo vogliono deludere. Un atto che ha commosso tutti e ha avuto eco nelle principali testate nazionali. Un uomo di cuore, simbolo di un’imprenditoria degna di questo nome.
Palladio ritrovato La colpa non è del maggiordomo. Il dubbio era sorto, ma la refurtiva è stata ritrovata a casa di alcuni ladri di origine moldava denunciati per ricettazione. Il dipinto ad olio “Ritratto di Andrea Palladio” è l’unico ritratto del Palladio esistente e ora è ritornato a destinazione. Villa Valmarana ai Nani lo dovrà tenere ben custodito dato che nell’unica ora buca da allarmi di sicurezza è stato tranquillamente rubato. Chi abbia dato la soffiata ai ladri non è dato sapere. Fantasmi in villa?
un mese di notizie in Breve
a cura di Elisa Turra
Qualità della vita al TOP a Vicenza Sale di classifica Vicenza tra le città venete dove si vive meglio. Al terzo posto appare il nostro capoluogo, preceduto da Treviso e da Belluno. Il Sole 24 Ore ha stilato l’annuale classifica sulla qualità della vita nelle città italiane. Nel complesso Vicenza sale di 7 posizioni e risulta 30esima nella classifica generale.
Corriere Vicentino |
14 | Notizie in breve
Dinamica economicamente, è una città ricca, tranquilla e sicura. Fin troppo però! Gli svaghi sono al di sotto della media nazionale. Librerie, sale cinematografiche e ristoranti scarseggiano in proporzione al numero di abitanti. Lavorare fa bene però, dato che la speranza di vita è superiore alla media: 82 anni!
co s e d e l l’ a lt r o m on d o
La mostarda fa proseliti
Chi l’avrebbe mai detto che la mostarda piacesse così tanto? A Montecchio Maggiore in duemila hanno preso d’assalto gli stand enogastronomici di Piazza Duomo durante la Fiera della Mostarda. La spiegazione della ricetta, l’ aperitivo con mostarda e durello e il metodo alternativo della produzione della mostarda di uno stand cremasco sono solo alcune delle proposte offerte durante la manifestazione. Un popolo di affamati, se si considera che sono stati venduti due quintali di olio di Sant’Urbano in un giorno e l’equivalente di una forma gigante di parmigiano. Alla faccia della linea... I cappotti nasconderanno bene i chili in più dei montecchiani.
Cose dell’altro spazio
Cosiddetti servizi extra
Piero Gavazzo, vicentino nato ai Ferrovieri, è stato coinvolto nell’importante evento che ha visto il lancio nello spazio della prima astronauta italiana con la navicella Soyuz. Samantha Cristoforetti ha voluto al suo fianco il top gun vicentino durante il suo decollo verso lo spazio. Li lega il fatto che lui sia stato il suo istruttore durante gli anni dell’Accademia Militare. È proprio il caso di dirlo: cose dell’altro spazio accadono in quel del vicentino!
Pur di soddisfare i suoi impulsi, ha rischiato grosso ed è stato smascherato! Un imprenditore vicentino nella dichiarazione aziendale dei redditi per l’anno d’imposta 2011, ha inserito 30mila euro di spese extra alla voce
servizi. E che servizi! La polizia ha scoperto che questi soldi erano stati fatturati da una casa di appuntamenti in Austria! Il classico viaggio di lavoro fuoriporta. Toto scommesse: in un anno quanti incontri avrà mai avuto?
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the
Australian
dream
di Guido Gasparin, Giuseppe Signorin, Elisa Turra, Stefano Cotrozzi e Alice Dalla Vecchia Australia, terra di emigrazione vicentina, ieri come oggi. L’ondata del secondo dopoguerra conta oltre duemila famiglie che difendono le tradizioni beriche. Il sogno continua, soprattutto tra i giovani, ma c’è chi ha deciso di tornare indietro.
S
ono 2139 le famiglie di origine vicentina suddivise tra i sei Stati e i due Territori che compongono l’Australia. Quasi tutte hanno lasciato l’Italia all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, quando in molte zone del Veneto e del Vicentino si faceva la fame. Muratori, operai edili impegnati nella costruzione di strade e grattacieli, minatori, braccianti impiegati nella raccolta della canna da zucchero e del tabacco: questi i principali lavori degli emigrati di prima generazione. I vicentini partirono soprattutto dall’Altopiano, da Recoaro Terme e Valli del Pasubio e dalla fascia pedemontana fino a Bassano del Grappa. E duemila e passa famiglie beriche sono ancora là, a difendere le proprie tradizioni e la propria lingua. In casa si parla il dialetto, fuori l’inglese, ma dall’anno scorso grosse novità anche per l’italiano, riconosciuto seconda lingua d’Australia assieme al cinese mandarino e quindi insegnato nelle scuole. Nel nuovissimo continente sono attivi sette circoli dell’Ente Vicentini nel Mondo, tra i più attivi nel panorama dell’emigrazione veneta: promuovono numerose iniziative, che vanno dalla festa del mas-cio agli incontri culturali, dalla valorizzazione del vino alle rimpatriate a base di castagne. Inoltre i vicentini sono parte integrante dei Veneto Club di Melbourne e Sidney, veri e propri circoli sportivo-ricreativi. “È una tra le comunità vicentine all’estero più attive e importan-
ti – spiega il presidente dell’Ente Giuseppe Sbalchiero – e con essa abbiamo un continuo dialogo. L’emigrazione del secondo dopoguerra è molto diversa da quella di oggi. Allora si partiva per costruire il proprio futuro; oggi i giovani vanno soprattutto in cerca di nuove esperienze, per imparare la lingua o conoscere un mondo nuovo”. Una cosa non è cambiata: oggi, come allora, il paese dei canguri resta avvolto da un grande e irresistibile fascino ed è tra le mete preferite dell’emigrazione. C’è chi è rimasto là, ma c’è anche chi è tornato, ed è delle loro storie che abbiamo deciso di occuparci.
famiglie Vicentine negli stati e territori d’australia Victoria 1047 New South Wales 718 South Australia 237 Queensland 85 Australian Capital Territory 27 Western Australia 17 Northern Territory 4 Tasmania 4 fonte: Ente Vicentini nel Mondo
australia andata e ritorno Alberto maSSIGNAN esperto in marketing e comunicazione di Montecchio Maggiore Ho firmato articoli per il Corriere Vicentino ed altre testate per oltre 10 anni, per poi occuparmi di marketing e comunicazione per importanti aziende. Nell’autunno 2013 ho lasciato il mio impiego e sono volato a Melbourne, dove ho trascorso un’esperienza lavorativa di 12 mesi. Da ottobre lavoro a Lione, In Francia. Leggende aleggiano attorno a ciò che offre l’Australia. C’è chi guadagna quattro volte lo stipendio italiano e chi non ci sta dentro con le spese, chi viaggia settimane di fila in paradisi subtropicali e chi non trova lavoro da mesi. È tutto vero. Il destino dipende, come sempre, dai propri obiettivi, dal proprio impegno e dalla fortuna. Se oggi in Italia ritenersi soddisfatti del proprio presente è piuttosto difficile, laggiù lo è un po’ di meno. Il mercato del lavoro è vivo, i servizi sono organizzati efficientemente, le città metropolitane offrono vasta scelta d’intrattenimento ed includono il vantaggio non trascurabile della spiaggia sotto casa tutto l’anno. Pur non essendo superstar o imprenditori di successo, una soddisfacente qualità della vita è alla portata di ogni cittadino, di entrambi i sessi, con qualsiasi titolo di studio, ambizione, etnia o classe sociale. Oggi la triste realtà del Bel Paese è invece che l’italiano va a lavorare per pagarsi la macchina per andare a lavorare. Nonostante i problemi di routine dovuti all’assestamento in un paese straniero, il vero cruccio dell’italiano in Australia è strappare il visto per restarci, perché, mettendo da parte la distanza dai propri cari, non c’è confronto tra le opportunità offerte dai due paesi. Nel cuore di tutti i nuovi migranti c’è la propria terra e la consapevolezza che il posto perfetto non esiste. L’Australia non è un paese privo di difetti e poggia le sue radici su contraddizioni profonde - lo sterminio degli aborigeni da parte dei primi coloni, l’odierna policy ultraconservatrice sull’arrivo di nuovi migranti, per cui è difficile ottenere un visto permanente - ma per chi mette sulla bilancia il proprio presente in Italia rappresenta una realtà migliore e possibile.
RENZO ADDA barista di Arzignano Tutto è iniziato durante la seconda guerra mondiale. In Australia, se eri italiano, avevi due possibilità: o entravi nei campi di concentramento oppure te ne tornavi al tuo paese di origine. Era una forma per proteggersi dagli italiani con cui erano in guerra. Mio Corriere Vicentino |
zio, che era fascista, non ci pensò un secondo e tornò con tutta la famiglia in Italia. Ecco, quando sono arrivati loro è iniziato il mio viaggio in Australia. Mi bevevo i racconti dei miei cugini, immaginavo enormi distese, una vita differente e selvaggia. E sognavo con tutte le mie forze di andarci. Nel ‘52, a 18 anni appena compiuti, decisi che era il momento di raggiungere i miei cugini dall’altra parte del mondo. Non avevamo problemi economici in casa, anzi stavamo bene con il negozio di alimentari dei miei genitori, ma la voglia di avventura era troppo forte. Il viaggio durò 21 giorni all’interno di una cabina da sei letti. Non era così facile entrare in Australia, dovevi avere chi “dava l’ok per te” assicuRenzo Adda con in braccio il figlio Julian. Al suo fianco la moglie Norma rando che ti avrebbe dato vitto e alloggio per almeno 24 mesi. con la madre e la sorella Andai a vivere da mio zio in un paesino sperduto, un gruppo di case con il pub e il general store e basta. Lavoravo in una azienda che produceva latte in polvere, 100 tonnellate al giorno che finivano a Bombay e a Napoli. Ero l’unico italiano che lavorasse lì, in tutta sincerità mi sono trovato benissimo tra gli australiani. Se volevo trovare dei connazionali dovevo spostarmi in un altro paese, questa volta più grande, dove c’era la miniera. Dopo un anno e mezzo ho cambiato paese. Molte famiglie mettevano a disposizione degli ospiti delle stanze a pagamento e oltre al vitto e all’alloggio ti pulivano anche i panni. Eravamo i new australians: italiani, tedeschi, greci, spagnoli. Ad una delle feste da ballo ho conosciuto quella che sarebbe poi diventata mia moglie. Norma era di origini scozzesi e il fatto che uscisse con un italiano non era ben visto in casa, tanto che abbiamo dovuto aspettare che diventasse maggiorenne per poterci sposare. Lo abbiamo fatto in sacrestia visto che io ero cattolico e lei protestante e non potevamo sposarci davanti all’altare. Tutto filava liscio fino a quando mio cugino mi ha messo il tarlo di rientrare a casa in Italia. Mi diceva vieni, qui adesso è tutto cambiato, c’è lavoro e ci sono grandi prospettive per il futuro. Così ho cominciato a parlarne con mia moglie. Alla fine abbiamo deciso di provare un paio di anni in Italia, “poi al limite torniamo”. Abbiamo venduto tutto e dopo 14 anni in Australia sono tornato in provincia di Vicenza. In Australia ci sarei tornato solo dopo quasi 40 anni, nel 2000. Mia cugina, originaria di Cesuna, ha fatto la stessa scelta ma lei è resistita poco alla burocrazia e ai prezzi dell’Italia, dopo due anni è voluta tornare in Australia e qui non è più venuta. Lì non era l’eldorado come molti credevano, se non lavoravi ti imbarcavano e ti mandano via; anche oggi sono molto severi, ma c’è una grande tolleranza. Noi sentivamo di partecipare alla costruzione dell’Australia, di creare un nuovo paese.
17 | Inchiesta
lucia castegnaro impiegata di Montecchio Maggiore Sono partita da Brendola nel marzo del ’55 a cinque anni e mezzo. Mio papà Igino, allora venticinquenne, non vedeva speranze in Italia, la vita contadina non gli dava soddisfazione, le prospettive economiche erano basse e il fratello, che si trovava già là, gli raccontava della qualità di vita migliore e dei numerosi sbocchi lavorativi. Papà aveva voglia di crearsi un’attività indipendente, di dare un futuro a me, mio fratello e mia mamma. Quindi ha deciso di tentare la fortuna. Abbiamo impiegato trentacinque giorni di navigazione per raggiungere l’Australia. Appena arrivati a Melbourne siamo stati ospitati dai parenti italiani e papà ha iniziato a lavorare come piastrellista e poi in un salumificio. Ha comprato casa e iscritto me e mio fratello Gabriele alle scuole cattoliche. Sono tempi che ricordo con piacere, l’aria era effervescente, le scuole primarie e il college erano ricchi di attività sportive e di svago come il teatro e il ballo di fine anno. Scuole multietniche
regalavano continui stimoli e allo stesso tempo la sensazione di sentirsi a casa grazie all’ospitalità degli australiani che sanno accogliere gli stranieri con rispetto e calore. Dopo dieci anni siamo dovuti tornare per motivi di salute di mia mamma, papà ha aperto la sua macelleria ad Alte Ceccato, ma per me fu uno shock inizialmente. Ero abituata alla vita di una quindicenne spensierata e abbastanza indipendente. Era abitudine già lavorare nei week end per guadagnarsi qualcosa da spendere quando si usciva con gli amici. Mi sono ritrovata all’improvviso in un paese più chiuso, con scuole tradizionali e con difficoltà ad integrarmi perché non parlavo bene l’italiano. Notavo un sacco di differenze, in Australia erano indubbiamente più evoluti. Basti pensare che negli anni sessanta c’era già un’efficiente raccolta differenziata ed incentivi per sensibilizzare la popolazione a questo tema; maggiori possibilità occupazionali, rispetto per l’ambiente, aree verdi, welfare e un approccio positivo alla vita. Credo sia questo che spinge tutt’ora molti italiani a tentare la fortuna laggiù.
MATTEO GRASER web designer di Montecchio Maggiore Sono partito l’1 febbraio 2009 e sono rimasto in Australia fino al 2010. Dopo essermi laureato, ho lavorato in un’agenzia di comunicazione a Milano come art director. Stanco del lavoro e della vita milanese, volevo staccare, andare il più distante possibile dall’Italia e arrangiarmi da solo. L’Australia mi sembrava una meta giovane, dinamica e abbastanza lontana. Inizialmente ho studiato due mesi a Sidney, poi ho trovato un lavoro come lavapiatti in un ristorante che è fallito dopo tre mesi. Poi ho fatto il coffeetender e altri lavoretti. Scoraggiato volevo tornare in Italia, ma poi per caso sono riuscito a trovare un impiego come graphic designer. Lo stipendio era buono. In un anno ho speso 1500 dollari in concerti. Sono tornato in Italia perché è scaduto il visto. All’azienda non interessava tenere persone fisse. In Australia, comunque, cercano soprattutto laureati in ingegneria, programmazione informatica, insegnanti di italiano. Per avere speranze di restare bisogna trovare un settore nel quale un’azienda australiana sia disposta a spendere per una sponsorizzazione. Ad un giovane dico questo: parti…se non trovi il lavoro adatto a te comunque farai conoscenze arricchenti. Non stare con gli italiani e sfrutta al massimo usi e costumi della vita australiana.
Corriere Vicentino |
18 | Inchiesta
andrea de stefani artista visivo di Arzignano
c’È chi non torna
Sono rimasto in Australia da settembre 2013 a maggio 2014, invitato da un’istituzione culturale di Melbourne a partecipare a un programma di residenza internazionale per artisti e successivamente a preparare una mostra personale nella loro sede. Ho vissuto principalmente a Melbourne, poi di passaggio in diversi altri paesini e città, tra cui Perth. Dopo l’impegno ufficiale di artista ho deciso assieme alla mia fidanzata (con la quale ho condiviso l’intera esperienza) di prolungare la permanenza per esplorare un po’ il continente. Da quel momento è iniziata la seconda parte del nostro viaggio, durante la quale ho affrontato vari lavori: lavapiatti, aiuto cuoco, contadino tuttofare, guardiano in una riserva naturale… Per un periodo abbiamo fatto i contadini in Tasmania. Il nostro primo giorno di riposo siamo stati su una piccola spiaggia solitaria. Stavamo per fare un bagno quando un pescatore, parecchio scalmanato, ci ha urlato di restare a riva. Dopo pochi secondi, a pochi metri da noi, abbiamo visto uscire dall’acqua una biscia bella grossa, precisamente un tiger snake, uno dei serpenti più “irritabili” e letali di questo pianeta. Quando abbiamo raccontato l’inquietante incontro ai nostri datori di lavoro, hanno ribattuto: “Siete stati molto, molto, molto fortunati... non capita spesso di vedere un tiger snake nuotare”. L’Australia è un paese giovane e dinamico, non impregnato di tradizione umanistica ma animato dal desiderio di allargare i propri orizzonti. Le risorse sono indirizzate in generale all’edificazione più che al mantenimento o alla riqualificazione: questa condizione si traduce in opportunità per chi opera nell’arte o in altri campi di ricerca e sperimentazione. In Australia “il bello” deve ancora venire. Dell’Australia ho amato la multiculturalità, il forte senso civico, il clima di fiducia. Dell’Italia preferisco certe atmosfere decadenti, il sapore dei pomodori, gli animali innocui. Se prima o poi penso di tornarci? Può darsi, probabilmente in via non definitiva per futuri progetti lavorativi. Di sicuro è stata un’esperienza professionale e umana incisiva, ma ho deciso di restare in Italia. Per me l’Italia è una buona base operativa considerando che prossimamente sarò impegnato soprattutto in area europea. In più il fatto di poter vivere nello stesso emisfero della mia famiglia mi conforta.
Corriere Vicentino |
domenico martelletto Lo youtuber che racconta l’Australia Koala batte Grifo 1 a 0. Potrebbe essere questo il risultato della sfida di Domenico Martelletto, 25enne nato ad Arzignano e poi trasferitosi a Montebello Vicentino, ma che vive ormai da un anno in Australia. Il giovane ha deciso di aprire un canale Youtube per documentare la sua vita nella terra dei canguri. All’inizio Domenico voleva usarlo per raccontare alla famiglia e agli amici le sue esperienze, ma poi i follower sono aumentati. Koala Life è il titolo del suo format che oggi ha oltre 5000 visualizzazioni e che racconta la sua esperienza con diversi aneddoti: dal suo primo lavoro in una caffetteria take away a Melbourne, per poi arrivare a mungere mucche in un’azienda agricola a Terang e infine stabilirsi nella cittadina costiera di Warrnambool. Com’è stato il tuo primo approccio con la cultura australiana? Positivo, perché ho interagito con i cittadini non solo come turista. Masticare l’inglese è fondamentale e ho così seguito un corso di lingua della durata di due mesi. Il viaggio oltre oceano non l’ho iniziato da solo, ma con due ragazzi di Firenze conosciuti grazie a un amico in comune tre settimane prima della partenza. Raccontaci un po’ di Koala Life. Il canale Youtube è stato una sfida che ha avuto un feedback degli utenti positivo. Il primo video si intitola “L’avventura abbia inizio” con ben 989 visualizzazioni, e comincia come ogni puntata: un planisfero e una freccia che parte da Vicenza per arrivare a Melbourne. Nella quarta puntata “Partita di calcio allo stadio” invece racconto della sfida tra Melbourne Heart e Sydney Football Club con protagonista un italiano doc: Alessandro Del Piero. Ma i viaggi oltre Europa non sono solo “rose e fiori”. Ti sei mai trovato di fronte a delle difficoltà? Nella puntata n° 16 racconto proprio un problema affrontato nei primi mesi, partendo con il Working Day Vista che permette ai giovani tra i 18 e i 30 anni di vivere e lavorare in Australia per un anno. A Gisborne sono stato ingaggiato in un’azienda di campagna dove lavoravo in cambio di vitto e alloggio. In realtà sono stato sfruttato perché scavavo buche con temperature di 40-42 gradi. Cosa ti ha convinto a rimanere in Australia da ormai un anno? Hai vissuto qualche episodio divertente? Ho deciso di rimanere perché è un continente che può offrire molte opportunità di crescita personale. L’Australia è un mondo da scoprire; come quel signore al bar che mi ha chiesto un cappuccino con in testa un cappellino del Vicenza Calcio! Assurdo!. Ed ora come ti guadagni da vivere? Ora lavoro come customer service in due ristoranti di medio-alto livello!
19 | Inchiesta
Il re del
divertimento Umberto Smaila di giuseppe signorin
P
iù di 40 anni di carriera per l’ex “gatto di Vicolo Miracoli”, che assieme a Jerry Calà, Nini Salerno, Gianandrea Gazzola, Franco Oppini e Mallaby Spray ha inciso brani rimasti nella memoria collettiva televisiva come “Capito?”. Musicista, cabarettista, comico, attore, presentatore. Talento poliedrico consacrato negli anni 80 con il quiz di culto “Colpo grosso”, programma simbolo della cultura televisiva di quegli anni. Nascono nella decade successiva, invece, i primi “Smaila’s”, locali pensati per rilanciare la musica dal vivo in Italia e sparsi ormai in ogni parte del mondo. E proprio in uno di questi locali potreste trovarvi ancora oggi di fronte allo sguardo sornione del nostro Umberto mentre canta e incanta con la sua band. Partiamo dalla fine: che cosa sta facendo Umberto Smaila? Sto preparando il fittissimo mese di dicembre, zeppo di eventi natalizi: a Natale sarò a Lecce, poi a Cortina, poi a Rimini… Come se non bastasse sto finalizzando l’apertura di un nuovo “Smaila’s” a Napoli e definendo per la prossima stagione una serie di esibizioni domenicali da “Giannino”, il locale milanese noto per la presenza di tanti calciatori e vip nostrani. Torniamo all’inizio della sua carriera: che ricordo porta con sÉ dei Gatti di Vicolo Miracoli? Gioventù, spensieratezza… Altri tempi. Era l’inizio di una grande carriera, non solo per me. Ma all’epoca il lavoro non era la priorità, anzi: eravamo tutti giovani e single in cerca di ragazze. Poi abbiamo messo su famiglia e il nostro stile di vita è cambiato… È ancora in contatto con loro? Sempre. Nini l’ho visto qualche giorno fa da Diego Abatantuono. Diego era il nostro tecnico delle luci, prima di sfondare anche lui nel mondo dello spettacolo. Per quel che riguarda i Gatti potrei quasi dire che siamo più uniti ora di allora…
Corriere Vicentino |
20 | Intervista
“È tutto un attimo”, grande successo sanremese cantato da Anna Oxa la vede fra gli autori. Ma al suo attivo ci sono anche tante colonne sonore. Che ruolo ha la musica nella sua vita? Un ruolo primario. Ho cominciato a comporre al liceo. Poi sono passato alle musiche dei Gatti e alle colonne sonore: “Soldati”, “Sognando la California”, “Caramelle da uno sconosciuto”, ecc. Addirittura Quentin Tarantino ha scelto una mia musica per “Jackie Brown”. Ho fatto studi classici al conservatorio, pianoforte, e continuo a comporre.
Chi fa spettacolo è sempre tenuto a portare un po’ di allegria
Passiamo a Colpo grosso. Che cosa ha significato per l’Italia di quegli anni? È stato un grande fenomeno di costume, una specie di liberazione sessuale, come le suffragette inglesi dei secoli scorsi. Anche riviste ora, le puntate non hanno perso lo smalto dell’epoca, si possono ancora guardare. E poi in tanti ci hanno imitati, per esempio le Letterine di Passaparola. Qualche aneddoto di quel periodo? Quando Gorbaciov venne in Italia, gli capitò di vedere il programma nell’albergo dove alloggiava e finì col portarsi in Russia diverse videocassette. Gheddafi addirittura minacciò di lanciare missili se non avessimo chiuso la trasmissione, perché le ragazze cin cin erano entrate negli appartamenti del suo Paese. Meglio la tv, il cinema o la musica dal vivo? Musica dal vivo. È stata la mia attività principale negli ultimi 20 anni e lo è ancora. Se posso fare un po’ lo sbruffone, questa ondata di musica dal vivo l’ho iniziata io in un periodo in cui quasi nessuno ci pensava. Oggi c’è musica dal vivo ovunque.
Tantissimi concerti e tanti nuovi “Smaila’s” in giro per il mondo. La crisi non si sente? Se leggiamo la storia, ci sono sempre stati periodi alti e periodi bassi. Noi continuiamo a lamentarci, ma non ci rendiamo conto di come vivevano i nostri nonni. In questa parte del mondo viviamo ancora un periodo di relativa pace e chi fa spettacolo, qualunque sia il periodo, è sempre tenuto a portare un po’ di allegria. Che cosa vorrebbe aver fatto ma non è riuscito a fare nella sua carriera? A parte il protagonista del “Grande Gatsby” e vincere l’Oscar… Mi sarebbe piaciuto dedicarmi di più alle colonne sonore. Il lavoro di cui va più fiero? La mia famiglia. I miei figli mi adorano, anche se Rudy, che è qui al mio fianco, sta ridendo dopo che l’ho detto… Lei è sempre in giro per il mondo per lavoro: dove si sente a casa Umberto Smaila? Milano è la città in cui vivo e che mi ha accolto a braccia aperte. Tradirei Milano, forse, solo per New York… Poi c’è Verona, dove sono nato, che è sempre una città stupenda. Per finire, il re del divertimento italiano si diverte ancora? Per forza, altrimenti non riuscirei a fare questo mestiere. L’altra sera a Caserta ho atteso quattro ore prima di esibirmi, scattando foto con i fan in un piccolo camerino. Poi sono uscito e ho trovato mille persone, fra cui molti giovani, in delirio…
Corriere Vicentino |
21 | Intervista
sulla VIA
GIUSTA
di Mario Piotto
I
l lungo prologo di un vicolo cieco, o il punto di partenza per tornare in carreggiata. È il bivio di chi tutti i giorni vive sulla strada, chidendosi da quale parte guardare - e temendo di sapere la risposta. Perchè sì, ti hanno insegnato a credere nei miracoli, ma quando fai i conti con il freddo della notte e l’indifferenza di chi ti passa di fianco, la vita del senza dimora ti sembra sempre meno un’attesa di tempi migliori. Eppure la soluzione, quel nuovo inizio oltre il buio della speranza, se guardi bene ce l’hai sotto i piedi, e parte proprio… dalla strada. Una strada di carta, in questo caso, introvabile in uno stradario. Si chiama via anagrafica ed è la sola via per avere accesso a molti dei diritti elementari riconosciu-
di Vicenza; di questi peraltro solo 10 l’hanno registrata con nomi ritenuti rispettosi della dignità degli iscritti (evitando cioè formule stigmatizzanti come “via dei senza fissa dimora”, “via senza residenza”, “via inesistente” e simili). Poca roba, insomma, se si pensa che sono state circa 300 le persone censite attraverso questo sistema nel vicentino, e quindi gli invisibili agli occhi del sistema potrebbero essere davvero migliaia. Spiccano per numeri Sandrigo (36 iscritti), Creazzo (28) e Montecchio Maggiore (26), segnale di un’emergenza diffusa. “Per cambiare bisogna accettare il fallimento, e avere l’umiltà di chiedere aiuto” racconta chi ha saputo rialzarsi da terra; l’importante è trovare ascolto ovunque si cerchi di sbattere la testa, e prima ancora un angolo di dignità. Sulla carta, per cominciare.
ti a ogni buon cittadino. Uno strumento dove riportare l’indirizzo anche di chi l’indirizzo non ce l’ha, e per questo è come se non esistese. Senza indirizzo infatti non c’è possibilità di accesso all’anagrafe, senza il quale non si è cittadini e non si ha così diritto ad alcun servizio sociale o sanitario di base. Una questione sollevata fin dai primi anni ‘90, e acuita ancora di più oggi con la crisi. Nel 1992 è l’Istat a raccomandare a ciascun Comune l’istituzione di una via di riferimento per persone senza casa, e tre anni dopo il Ministero dell’Interno fissa la richiesta di iscrizione anagrafica come diritto soggettivo di ogni individuo. Da allora però la via per molti enti locali si è chiusa in un vicolo cieco. Non per la Caritas però, che anche oggi continua la propria personale battaglia per aprire la via, anche di fronte a numeri assai poco incoraggianti. Per esempio si contano solo 67 Comuni dotati di via anagrafica sui 136 censiti nella Diocesi Corriere Vicentino |
Don Giovanni Sandonà, direttore della Caritas diocesana di Vicenza 1) Che cosa secondo lei ha frenato le istituzioni fino a oggi? Una mancanza di sensibilità nei confronti delle persone del proprio Comune che non avevano dimora e la paura di doversi addebitare spese. 2) Com’è la vita di chi oggi non può contare su una residenza anagrafica? È vittima di quella che io chiamo una morte bianca. Non ha diritto a niente: alla pensione, a un contratto di lavoro, all’assistenza sanitaria… Praticamente è una persone invisibile 3) Quanto grande pensa possa essere il fenomeno? Impossibile dirlo, siamo solo all’inizio di un percorso rispetto a questo diritto omesso e non abbiamo numeri a disposizione. 4) Quali le aree della provincia di Vicenza più esposte alla presenza di persone “invisibili” al sistema? Le persone esposte si concentrano giocoforza nei centri più grossi, dove è possibile trovare qualche forma di aiuto, ma di fatto vengono da tutti i comuni della provincia senza particolari distinzioni.
22 | Focus
CutiePieMarzia
la youtuber più famosa d’Italia
L
di Giuseppe Signorin
a “youtuber” italiana più seguita al mondo è vicentina. Si chiama Marzia Bisognin, è nata ad Arzignano e cresciuta ad Alte di Montecchio Maggiore e poi a Sovizzo. Ha frequentato l’Istituto Tecnico Commerciale “G. Piovene” e finiti gli studi ha conosciuto Felix, un ragazzo svedese che le ha fatto perdere la testa a tal punto da trasferirsi nel paese di Pippi Calzelunghe. Fin qui una storia neanche troppo speciale, se non fosse che questo Felix, meglio noto come “PewDiePie”, è uno dei più famosi youtuber del pianeta. A questo punto Marzia inizia a muovere i primi passi nei video di Felix e scopre di piacere parecchio non solo al suo ragazzo, ma anche ai suoi seguaci. Trova un nome d’arte, “CutiePieMarzia” e apre un proprio canale, che oggi conta più di 4,5 milioni di iscritti ed è posizionato fra i primi 100 del mondo. Stando a SocialBlade (sito in grado di calcolare quanti soldi guadagnano gli youtubers basandosi su calcoli e statistiche), il canale “CutiePieMarzia frutta 630 mila euro all’anno, grazie alle 16 milioni di visualizzazioni in media ogni mese.
passione per il genere horror, mi sono subito appassionata ai suoi filmati, in cui giocava a videogame di paura. Di cosa parli nei tuoi video? Moltissimi temi: ho iniziato con il fai da te e la moda, ma con gli anni ho allargato le mie tematiche ed ora mi trovo a poter parlare di ogni cosa che mi interessa ed il riscontro da parte dei miei iscritti è sempre molto positivo. Creare contenuti per YouTube è diventato un vero lavoro, per te, e a quanto dicono i giornali porta anche grosse entrate. Youtube è una carriera vera e propria: si parte dalla semplice realizzazione di video per poi passare a lavorare con compagnie internazionali. Si tratta di un lavoro divertente per chi ha voglia di condividere le proprie esperienze, ma bisogna tener conto che come in ogni altro lavoro, non appena si raggiunge un certo successo, l’esposizione che ne deriva può essere a volte non sempre gradita; nonostante ciò al momento non scambierei il mio lavoro per nessun’altra professione e invito sempre nuova gente a provare.
Com’è essere una youtuber? È divertente e mi permette di espriDalla provincia di Vicenza alla SveUno youtuber è un produttore di contenuti cremere la mia creatività in tutte le sue zia e ora all’Inghilterra: com’è camativi originali per la piattaforma di YouTube, il forme più varie. Quando ho aperto biata la tua vita? secondo motore di ricerca dopo Google e il terzo il mio canale, CutiePieMarzia, non Ora vivo a Brighton, ma ho vissuto sito al mondo per numero di visite. avrei mai pensato di continuare a in vari Paesi prima di trasferirmi in creare contenuti da esporre su Youquesta bellissima città. Il luogo in cui tube per un lungo periodo di tempo. Ma a distanza di 3 anni fil- abito non ha mai interferito con il mio lavoro, ciò che ha cambiamare video ancora mi appassiona. to la mia vita è stato essenzialmente Youtube, che mi permette di vivere ovunque io voglia e viaggiare per il mondo. L’unica diffeCome hai conosciuto Felix? renza in termini lavorativi tra Brighton e Vicenza è che qui non Ho conosciuto Felix Kjellberg tramite la mia migliore amica: lei, sono la sola ad aver intrapreso questa carriera, ci sono molti altri infatti, nell’estate del 2011 mi ha mostrato il suo canale di youtu- youtubers che vivono nei dintorni ed è più facile discutere di lavobe - Pewdiepie - all’ora non molto conosciuto, e grazie alla mia ro con persone che condividono gli stessi interessi. Corriere Vicentino |
23 | Focus
Vicenza
BiancoRossa
Gilberto D’Ignazio O
ra vive a Taranto, a quasi 1000 chilometri da Vicenza. Ma la città e i colori biancorossi gli sono rimasti nel cuore. Perché con questa maglia ha conquistato i successi più importanti della carriera calcistica. Gilberto D’Ignazio, classe 1968, barese di Putignano, cursore di fascia sinistra di quelli che lasciano il segno, a Vicenza è arrivato nel 1992 conquistando la promozione in serie B. E poi via, protagonista di quella scalata che ha portato la squadra biancorossa alla serie A, al primo posto in classifica e alla conquista della Coppa Italia. Oggi allena alla scuola calcio del Dribbling Lama Taranto, dopo essere stato il secondo alla società tarantina fino alla scorsa stagione. E le emozioni biancorosse sono ancora lì, nel cassetto dei ricordi che rimane aperto. E che riporta subito al 2 maggio 1993, sfida decisiva al Menti contro l’Empoli: fu proprio D’Ignazio a firmare il secondo gol della vittoria per 2 a 1 che lanciò il Vicenza di Ulivieri verso la serie B. Una rete da cineteca. “Mancavano poche partite alla fine della stagione – racconta D’Ignazio – me lo ricordo molto bene quel giorno. Per la prima volta allo stadio c’erano i miei genitori Maria e Cosimo e mio fratello Antonio, che giocava nei dilettanti. È stato un gol decisivo per la promozione. Ogni tanto me lo riguardo su youtube, un pallonetto sotto la traversa, all’incrocio. In realtà ne avevo fatti altri due così prima di venire a Vicenza. Ma questo valeva la serie B. Ed è rimasto nella storia. Come il gol dell’esordio a Taranto in B. A Vicenza sono stati cinque anni bellissimi. Penso all’esordio a Milano in A contro l’Inter. Una giornata caldissima e la curva dello stadio piena di tifosi vicentini. Un’emozione incredibile. Disputammo anche una bella partita, nonostante la sconfitta. Ho scoperto qualche anno fa tra l’altro che sono stato il primo avversario di Zanetti, mi hanno contattato i giornalisti della Gazzetta per questo. Ricordo che dopo due giorni dall’esordio in A, in Coppa Italia contro il Padova arrivò l’infortunio: rottura del perone. Quello fu il periodo più brutto. Ero in scadenza di contratto e mi preoccupava la salvezza del
Vicenza. Pensavo: sono appena arrivato in A e magari non l’assaggio nemmeno. Invece sono rientrato per le ultime 10 partite, dopo 4-5 mesi di stop, ci siamo salvati e la storia è continuata fino al successo in Coppa Italia. Momenti indimenticabili, stupendi. Abbiamo dato grandi soddisfazioni alla gente e le abbiamo raccolte pure noi. Sembrava un sogno destinato a non finire mai”. Della finale di Coppa Italia, di quella serata magica e speciale, Gilberto D’Ignazio conserva un ricordo particolare: una partita di calcio alle 5 del mattino in piazza dei Signori. “Dopo la festa, ci incontrammo all’alba in centro in piazza con alcuni compagni. I soliti noti. È stato proprio un bel periodo”. Prima di Vicenza c’era stato il Taranto, 103 partite di campionato tra B e C1. Dopo Udinese, Lucchese in B, Ancona e ancora Taranto, a chiudere la carriera. D’Ignazio è ritornato in campo poi nel 2006 con il Real Squinzano e con il Castellaneta nei dilettanti, per iniziare nel 2010 la carriera di allenatore con i giovanissimi del Taranto Calcio. “È bello lavorare con i bambini, forse avrei dovuto farlo prima. Oggi il calcio è cambiato, meglio stare con loro che sono più genuini”. Due figli, Greta di 10 anni e Brando di 5, a Vicenza Gilberto D’Ignazio ogni tanto ancora ritorna. Qui ha mantenuto casa, oltre che tanti amici. “So che la società ha vissuto momenti difficili. Ma nel calcio vedo che tanti valori di allora oggi sono spariti. Speriamo che a Vicenza possa ritornare un ciclo di successi. Noi l’abbiamo vissuto, ci siamo tolti tante soddisfazioni. Ricordo la prima intervista quando sono arrivato al Menti. I giornalisti mi parlavano di un terzino bravo, che aveva giocato a Vicenza. E io risposi: vedrete, riuscirò a farvelo dimenticare. Credo di aver mantenuto la promessa”. Al Menti comunque è tornato anche per il decennale della Coppa Italia. “Che nostalgia, mi veniva quasi da piangere. I tifosi mi rimarranno nel cuore. Sempre. Insieme ai miei compagni, al presidente, agli allenatori”.
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24 | Sport
Paesi
Arzignano
Viabilità al Mantovano Prime impressioni di elisa turra
Dal 24 novembre la viabilità al quartiere Mantovano è stata stravolta: ora un circuito a senso unico collega via Riotorto, via Mantovana, via Zanella e via Castellana. Una riorganizzazione voluta dal Piano Urbano del Traffico per rendere la circolazione più fluida e presentata dall’Amministrazione in settembre a tutti i residenti. Il progetto prevede sei mesi di prova. Ma quali sono state le reazioni?
VIA ZANELLA e VIA RIOTORTO
I
in via Zanella i negozianti nel complesso si sono dimostrati soddisfatti della nuova soluzione, perché il traffico effettivamente si è ridotto. Monica Santolin della Nuova Estetica e Alda Pezzo della Nicoletti Elettronica ci hanno dato un riscontro positivo sulla nuova viabilità. Entrambe sostengono che è solo una questione di abitudine. Il traffico ora è più scorrevole e il problema del parcheggio è stato risolto. Una voce fuori dal coro, invece, è quella di Tiziano Roncolato, titolare della pasticceria Dolce e Salato, che dice sì al senso unico, ma lo vorrebbe in direzione contraria. Pur definendosi un “profano” della viabilità, ritiene che il senso unico all’inverso avrebbe portato più benefici, dato che in alcune ore del giorno si formano code in via Zanella. Un altro residente della zona, che ha preferito rimanere anonimo, è intervenuto per sollecitare il Comune su alcuni punti. “Le problematiche più sentite non sono state ancora risolte, come il marciapiede fatiscente in via Zanella, impercorribile da carrozzine e persone anziane. Anche le strade laterali, che collegano via Riotorto e via Zanella, a parte Via Mantovana, sono troppo strette per pensare che il traffico continui a seguire due sensi di marcia”.
C’è chi non ha pazienza
G
li abitanti di via Mantovana non vogliono aspettare sei mesi. Questa la situazione. Già durante l’incontro di settembre avevano sollevato dubbi sul fatto che la loro via potesse farsi carico da sola di tutto il traffico proveniente da Nogarole, Pugnello, Conche, via Riotorto, via Catalani e via Zanella. “Il progetto di base va bene - ci spiega Antonio Maggio, uno dei coordinatori della raccolta firme per una petizione che probabilmente verrà presentata al Sindaco e all’assessore Frigo a breve - ma è impensabile sostenere a lungo una situazione che ha sconvolto la tranquillità della via, soprattutto quando basterebbe fare un’ulteriore piccola modifica per risolvere i problemi di via Montavana e renderla a senso unico”. Non si tratta solo di lamentele, quindi: i residenti del quartiere hanno già provveduto a pensare a un progetto alternativo, una soluzione concreta per deviare le auto provenienti da Pugnello, Nogarole e Conche verso via Puccini, rendendola a senso unico e facendo proseguire il traffico, sempre in senso unico, per via Bellini. Questa e altre modifiche sono state pensate per sostenere la proposta che presto il Comune potrà valutare.
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26 | Paesi
la PAROLA ALL’ ASSESSORE
“L
a scelta di modificare la viabilità del quartiere Mantovano - commenta l’assessore Angelo Frigo - come già fatto presente ai cittadini, era collegata alla necessità di risolvere due criticità, così come identificate e analizzate nel PUT, il Piano Urbano del Traffico. La prima interessava l’eccessiva intensità di traffico che doveva sostenere l’incrocio tra via Castellana, via Fiume e via P. Giuliani - via Riotorto (la cd. ‘crosara’). La seconda criticità riguardava via Zanella, anch’essa troppo trafficata e carente di parcheggi. Conseguentemente, si è scelto di agire sulla viabilità, creando questo circuito ad anello”. Come hanno reagito i cittadini? Non ho avuto reazioni negative alla nuova viabilità: certo, qualche disagio iniziale era inevitabile, ma superato il primo momento molti mi hanno espresso apprezzamento per il lavoro fatto. E se si invertisse il circuito a senso unico? Circa la possibilità di invertire i sensi, facendo via Zanella a salire, per le ragioni che ho espresso non è stato possibile considerare l’opzione: se avessimo mantenuto via P. Giuliani - via Riotorto a scendere, non saremmo riusciti ad eliminare l’incrocio.
Arzignano
Futuro incerto per la stazione di GIUSEPPE SIGNORIN
C
he cosa ne sarà dell’ex stazione di Arzignano, che vedeva fermarsi la “vaca mora” prima che venisse sostituita dai trasporti su gomma? Tante le idee che si sono susseguite nel corso degli anni, come l’ipotesi poi tramontata di farne il nuovo centro per gli anziani. Da parecchio tempo, ormai, a dividersi la gestione degli spazi sono il bar “Il Pirata”, della famiglia Tres, e Piccirillo Viaggi. Ma con ogni probabilità le cose presto cambieranno. “Fino a giugno la situazione, grazie a una proroga, rimarrà tale e quale – ci spiega l’assessore Angelo Frigo -. Nel frattempo lavoreremo a un bando di gara per ridare in locazione la struttura, che necessita di alcuni interventi di manutenzione: tetto, impianti, serramenti, ecc. A partire dal nuovo anno valuteremo come impostare il bando. Ovviamente non si farà una banca, ma
qualcosa che rispetti e valorizzi le caratteristiche del luogo”. Il discorso però non è così semplice come sembra, in particolare per la famiglia Tres, che dal ’90 gestisce il bar con annessa tabaccheria.
Quest’ultima, infatti, a causa di una licenza speciale, è legata al contratto d’affitto e una volta terminato il contratto, se non saranno in grado di partecipare in maniera vincente al nuovo bando, i Tres dovranno abbandonare l’attività, dopo una vita di lavoro nel
Disagi a San Bortolo
I tre nuovi guardiani digitali
A
l via il nuovo piano di controllo automatizzato della città, che prevede per la prossima primavera l’installazione di tre avanzati sistemi di telecamere intelligenti per controllare 100 mila veicoli al giorno. Un investimento di oltre 40 mila euro che permetterà di scansionare le targhe e avvisare le forze dell’ordine sulla presenza di auto rubate o sprovviste dell’adeguata assicurazione o revisione.
centro di Arzignano (prima gestivano i Due Mori). Meno problematica la situazione di Piccirillo Viaggi, l’agenzia che nell’’88 ha sostituito le F.T.V. stabilendosi al piano superiore. “Poco prima del nostro arrivo – racconta il titolare Giuseppe Piccirillo – le stazioni erano state cedute ai Comuni di competenza, il che secondo me è stato un grosso errore perché oggi potremmo avere una metropolitana di superficie con un iter molto più economico ed ecologico, se si fossero mantenuti i percorsi delle vecchie ferrovie. A parte questo preambolo, che fa capire come scelte sbagliate penalizzino i paesi (oggi la zona avrebbe tutto un altro valore), l’eventualità di spostarci dopo giugno ci dispiace, anche perché molti identificano la nostra agenzia con questo luogo. Ma un’altra sistemazione, anche in centro, la si trova. Quando uscirà il bando, poi, valuteremo se partecipare o meno. La nostra intenzione è di rimanere, ma se il Comune decide di cedere la stazione a una realtà singola, sicuramente dovrà venire qualcun altro”.
Un gruppo di genitori preoccupati ci ha mandato alcune fotografie che ritraggono la condizione di una rete spezzata e pericolante accanto al campo da calcio di San Bortolo. Ne pubblichiamo una con l’auspicio che vengano presi al più presto provvedimenti.
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Arzignano Sport
Bagno di folla per la nuova piscina
Foto Ernesto Mereu
S
abato 29 settembre sono state inaugurate le nuove piscine. Il taglio del nastro è avvenuto attorno alle 11 per mano del Sindaco Giorgio Gentilin, di fronte a un bagno di folla e accanto a tanti ospiti illustri fra cui i campioni Tania Cagnotto e Domenico Fioravanti. Dal 7 gennaio gli impianti saranno ufficialmente operativi.
Paesaggio
Tiro con l’arco: record italiano al Palatezze
È
successo al Palatezze, durante il XV Trofeo “Il Grifo” organizzato dalla compagnia Arcieri Arzignano con il contributo del Comune che si è disputato sabato 22 e domenica 23 novembre. Il nuovo record italiano di tiro con l’arco nella specialità “Compound”, categoria Allievi, è stato conseguito con 591 punti dal giovane Sut Jesse di
Ripetitore di 34 metri
Schio, che appartiene alla Compagnia Kappa Kosmos di Rovereto.
Cultura
Foto del mese
Natale d’artista
“E
se… Giuseppe e Maria cercassero oggi un posto dove far nascere Gesù?”. Da questa domanda è partita la riflessione di 12 artisti che hanno interpretato, a modo loro, lo spirito del Natale. Le opere d’arte nate da questa iniziativa saranno esposte nel centro città durante il periodo natalizio per invitare i cittadini a passeggiare nelle vie e scoprire una visione “altra” del Natale. Gli artisti invitati sono: Sinia Planincevic, Barbara Cavalliere, Domenico Scolaro, Paolo Appolloni,
D
a qualche tempo svetta un’altra antenna nel paesaggio di Arzignano. La quarta. In via del Commercio, infatti, è stato issato un nuovo ripetitore di telefonia mobile su terreno comunale, a opera della Eriksson per conto della nota società di telecomunicazioni conosciuta come “3”. Per il Comune è tutto a norma, anche se molti cittadini non nascondono la loro preoccupazione.
Mary Roan, Marco Zanrosso, Marigilda Pisan, Siro Altini Ceresa, Elisabetta Roan, Roberto Fontanella, Claudio Dal Pra e Simonetta Montagna.
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Chiunque passasse per via Cavour in questo periodo potrebbe imbattersi in questo cartello appeso a un portone di legno che in effetti, assieme alla casa, sembrerebbe avere bisogno di un po’ di restauro...
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Vi aspettiamo nella giornata di scuola aperta
sabato 10 gennaio 2015 ore 09.30 - 12.30
Insegnamento teorico delle discipline, utilizzo costante dei laboratori e confronto continuo con le realtà produttive: questi i capisaldi di una proposta educativa e formativa ampia e al passo con le innovazioni. Punto di forza della scuola sono i numerosi laboratori, in grado di soddisfare le esigenze dei diversi indirizzi e pensati per dare ai ragazzi tutti gli strumenti perché si presentino nel mercato del lavoro come tecnici qualificati. Grande spazio, inoltre, viene dato alle attività integrative attraverso le quali i ragazzi possono completare la propria formazione personale e scolastica, ma anche misurare se stessi in un ruolo organizzativo mettendo in campo idee e proposte. Alcune importanti conferme: la settimana corta (da lunedì a venerdì con termine massimo delle lezioni alle ore 14.30), la possibilità di scegliere il tedesco come seconda lingua straniera al tecnico economico oltre allo spagnolo e al francese, le nuove certificazioni informatiche ECDL Health e ECDL CAD 2D e 3D. Le novità 2014/2015: alternanza scuola-lavoro con valutazione nelle materie di indirizzo, tablet e libri digitali, stage all’estero (ERASMUS plus), insegnamento materia non linguistica in inglese. Il Galilei mette al centro gli studenti, il loro benessere e la loro formazione umana e professionale.
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Arzignano
La storia di Bepi “l’orbo” onno, dove sono i tuoi occhi?”, gli chiedeva Franca, la nipotina, quando si sedeva sulla sue ginocchia. “Sulla Cima XII”, rispondeva Bepi. “Quando sono più grande vado a prenderteli”. Franca Camera non è mai riuscita a recuperare gli occhi del nonno, ma assieme al cugino Sergio Bruttomesso, ha deciso di recuperarne la storia e raccontarcela. Paolo Giuseppe Bruttomesso, chiama-
con la tradotta a Cogollo del Cengio. L’arrivo dei famigliari non fu però dei più sereni: gli aerei austriaci iniziarono a mitragliare dall’alto, ma Bepi riuscì a mettere in salvo la sua famiglia e a coprirla con la mantellina grigioverde che indossava. La notte si fermarono a dormire in un capannone pieno di fieno e il giorno dopo si salutarono. Sarà l’ultima volta che li vedrà con i suoi occhi. A marzo del ’18 la tragedia: una granata sulla Cima XII, infatti, ferì indelebilmente il suo volto. Bepi venne mandato in fretta a Milano, alla Casa dell’Educa-
Chiamò una delle figlie (avrà otto figli, di cui sei femmine) Italia Barbara. Il prete, don Basilio De Rosso, gli chiese il motivo di quel nome. Bepi rispose che per lui l’Italia era stata barbara perché gli aveva tolto la vita. La gente di Arzignano aiutava lui e la sua famiglia: al Mattarello c’era un comitato che organizzava spettacoli di beneficenza il cui ricavato spesso finiva per aiutare anche lui. Nel ’22 il re d’Italia Vittorio Emanuele III gli donò la tabaccheria numero uno (all’epoca erano numerate), proprio
to Bepi, classe 1881 come De Gasperi e Papa Giovanni XXIII, negli anni ’10 dello scorso secolo era partito per l’America in cerca di fortuna con il fratello Domenico. Si erano fermati a Boston. Dopo l’attentato di Sarajevo, Bepi decise di tornare per portare in America la moglie Emilia e i due bambini piccoli già nati dal loro matrimonio – i genitori di Franca e Sergio. Una volta messo piede in Italia, però, Bepi venne mandato a combattere sull’altopiano dei Sette Comuni con il fratello più piccolo, Luigi. Nel ’17 un episodio gli permise di vedere per l’ultima volta Emilia e i suoi bambini più grandi. La terza, nata da poco, era troppo piccola per affrontare il viaggio e raggiungere il papà
zione, da cui venne congedato nel ’19. Anche il fratello Luigi era stato ferito durante la guerra: malato di tisi tracheale, era tornato completamente muto. Bepi e Luigi camminavano a braccetto per Arzignano: le persone che li vedevano si mettevano a piangere. Bepi era la voce, Luigi gli occhi. Ma Luigi morì poco dopo, nel ’20, lasciando un bambino di tre mesi e suo fratello di nuovo senza occhi. Bepi camminava sempre: conosceva le strade a memoria, si era costruito un bastoncino con cui riconosceva tutto. Gli avevano proposto un cane per accompagnarlo, ma lui rifiutò perché non voleva un cane, voleva qualcuno con cui parlare.
davanti al campanile, nell’attuale via Mazzini che a quel tempo era via Umberto I. Bepi la diede in gestione a due sorelle, che tutti chiamavano “le salarine”, perché una volta il sale si comprava in tabaccheria, a peso. Nel suo testamento lasciò scritto che al suo funerale avrebbe voluto la banda, così la gente si sarebbe ricordata della morte dell’”orbo”. Quel giorno, nel luglio del ’53, c’erano così tante persone che dovettero deviare il percorso consueto fino al cimitero, perché per le solite vie non ci si passava. All’altezza dell’ex Doriguzzi, poi, la banda si mise a suonare il “Piave mormorava”.
di giuseppe signorin
“N
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Arzignano
Radio buenos aires di stefano cotrozzi
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ahora, en directo desde Arzignano, Biagio Xotta! Buenos dias Biagio… Il venerdì sera, sul fuso italiano, radio Wilde di Buenos Aires si collega con Biagio per conoscere le ultime novità della nostra provincia ma anche per chiacchierare delle tradizioni e delle feste nel programma “Tanos”, una trasmissione che prende il nome da come gli argentini chiamano gli italiani che vivono lì. “In Argentina sono emigrato da piccolo – ci spiega Biagio – e lì sono vissuto fino all’adolescenza. Ho frequentato le scuole a Buenos Aires prima che i miei genitori decidessero di tornare in Italia”. Nel paese della Pampa, Biagio non ci torna più per quasi quarant’anni. “Con mia moglie ho deciso di andare a visitare i luoghi della
mia gioventù. Tornato a casa i miei figli mi hanno spiegato che con il computer ascoltavano qualsiasi radio del mondo. Così ho recuperato un vecchio computer e mi sono detto: ‘Se ci riescono loro ce la farò anch’io!’. E alla fine ci sono riuscito e ho cominciato ad ascoltare le radio argentine”. Un giorno in un concorso a premi hanno chiesto cosa c’era in piazza San Marco a Venezia. “È stato un gesto istintivo – ci racconta Biagio ho sollevato la cornetta del telefono e ho chiamato… Non ho voluto il premio in palio però ne è nata una bella chiacchierata e dal 2008 il giornalista Roberto Carolei mi chiama come ospite del
venerdì sera della sua trasmissione, Tanos, dove racconto l’Italia vista da Arzignano, dalle tradizioni ai fatti di cronaca della nostra provincia. Non sono l’unico italiano, sono in buona compagnia di altri connazionali che intervengono come corrispondenti dal nostro paese. Un giorno sono anche andato a trovare i tre conduttori. Mi sono presentato alla radio facendo una sorpresa, non mi avevano mai visto in faccia. Per una volta ho fatto un quiz io a loro e alla fine mi hanno portato a mangiare l’asado…”. Se volete ascoltare Biagio e le notizie di Arignano in spagnolo... non vi resta che sintonizzare il vostro computer su www.fmwilde.com.
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Classi digitali di GIUSEPPE SIGNORIN
U
n giorno non ci sarà più bisogno di libri di carta, di cartelle pesanti, di scegliere i volumi giusti la sera prima o la mattina stessa. Per andare a scuola basterà un tablet. Sogno o realtà? Per due classi dell’Istituto Tecnico “G. Galilei” questo scenario è diventata realtà. “Era uscito un bando a maggio dello scorso anno che dava la possibilità di un finanziamento per una terza – ci spiega la professoressa Dania Dani, vicepreside vicaria e insegnante di matematica -. Noi avevamo già in mente di proporre qualcosa del genere e allora abbiamo preso la palla al balzo”.
Il bando era per una classe sola, invece siete riusciti a dotarne due. Avevamo da parte ulteriori fondi grazie a un finanziamento passato, così abbiamo potuto iniziare la sperimentazione con due classi, scelte entrambe fra gli indirizzi che ci sembravano più tecnologici e specialistici: la terza A (tecnologie del cuoio) e la terza C (costruzioni, ambiente e territorio). In cosa consiste la digitalizzazione?
Nell’aula è presente un kit L.I.M. (lavagna interattiva multimediale). Inoltre le due classi hanno a disposizione una sottorete indipendente e ogni ragazzo ha un tablet personale, così come i docenti, all’interno del quale ci sono i libri di testo caricati in formato digitale. Grazie a un software i docenti possono interagire e controllare i tablet dei ragazzi. Le famiglie dei ragazzi hanno dovuto sostenere costi aggiuntivi? I libri digitali costano circa il 30% in meno. Con i soldi che si risparmiano in tre anni è possibile acquistare un tablet. Per i ragazzi della terza A è successo così. I ragazzi della terza B, invece, e anche i professori, hanno i tablet in comodato d’uso. Il bilancio di questi primi mesi? C’è molto entusiasmo e anche per chi ha qualche difficoltà, come la dislessia, i nuovi strumenti permettono agevolazioni: per esempio non è necessario copiare gli esempi sulla lavagna perché vengono caricati come file.
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Architetto in usa U
n architetto arzignanese a New York. Un incipit che ricorda il titolo di una canzone di Sting, invece descrive la situazione di Andrea Grilli, 30 anni, una laurea allo IUAV di Venezia e ora un contratto con l’Essequattro di Grisignano di Zocco. Come mai negli USA? Faccio il PM nel settore dell’arredamento del retail, contract e abitazioni private. Mi è stata data l’opportunità di trasferirmi momentaneamente qui per seguire i lavori che riguardano l’azienda nel continente americano. Sono con un collega arrivato ad aprile, abbiamo un ufficio a Manhattan. Differenze con l’Italia? È troppo presto per capire come funziona veramente il sistema. Il mio lavoro continua ad essere in sinergia con quello svolto dai miei colleghi in
NE W EDILIZIA Ristrutturazioni Nuove edificazioni Pratiche edilizie Efficienza energetica Detrazioni fiscali Case in legno
Italia. Sicuramente il metodo di lavoro americano è diverso da quello di casa nostra. Il business ce l’hanno nel sangue. D’altronde siamo nel paese dove chiunque può aspirare ad avere tutto… o niente. La vita a New York? È come un’insalatona con tutto dentro. Qui convivono le cose più diverse: stili,
culture, musica. Quando prendi la metro al mattino ti ritrovi il mondo attorno. Ti piace la città? Trasmette un’energia pazzesca, che tu sia a Times Square o in una via qualsiasi di Brooklyn. Ovunque si respira a pieni polmoni l’anima cosmopolita della city. (g.s.)
Asino nel Guà
È
successo a Roberto Cocco, cercando di individuare le “vasche” delle Rotte del Guà su Google Map, in seguito a una discussione sul gruppo Facebook “Sei di Arzignano se…”. Risalendo il fiume abbondantemente ingrandito, infatti, gli è apparso a un certo punto un asino disegnato sul greto…
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Il futuro di elia di giuseppe signorin
V
incere un premio dedicato a Tonino Guerra, per uno scrittore italiano, non è cosa da poco. È capitato a Elia Gonella, arzignanese classe ’87 ma milanese di adozione, già semifinalista al Campiello Giovani con un racconto e autore di tre romanzi pubblicati da Las Vegas Edizioni. “Il futuro”, questo il titolo dell’opera firmata con Stefano Lazzati e Luca Vassalini e premiata come migliore sceneggiatura originale e inedita al San Marino International Film Festival. Di quale futuro si parla? Un futuro prossimo, in cui l’Italia è dissanguata dalla crisi energetica e lo scontro interraziale sta per sfociare nella guerra. L’ambientazione è una
Venezia spettrale, semidistrutta, abbandonata ai traffici illegali. In questo tempo i carcerati, rinchiusi in gabbie di vetro infrangibile, sono messi alla gogna nelle piazze pubbliche e in un reality show. Insomma: un futuro che non vorrei mai vedere, se non al cinema. Diventerà un film? Qual è l’ultimo film italiano di fantascienza che avete visto? “Il futuro” è un progetto complesso, costoso, lontano da ogni canone del cinema nazionale. Peggio, gli sceneggiatori sono tre giovani sconosciuti che non abitano nemmeno al Pigneto! Abbiamo dunque i migliori presupposti per essere ignorati da qualunque produttore italiano. Come sei arrivato al San Marino International Film Festival? È stato Luca Vassalini a trovare il ban-
Elia Gonella è l’ultimo sulla destra
do del Tonino Guerra. Premi come questo si contano sulle dita di una mano, così non ci abbiamo pensato due volte prima di partecipare. Quando hai saputo di avere vinto? All’ora di pranzo ho ricevuto una telefonata da un numero sconosciuto – la premessa di ogni fastidio. Per una volta, però, non era un’operatrice sottopagata che cercava di vendermi un cellulare, ma il regista Maurizio Zaccaro che mi annunciava la vittoria e mi invitava al festival da lui diretto. Dovrebbe succedere più spesso.
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Essenze D’arte di mario piotto
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he profumo ha il potere? Qual è la fragranza adatta a chi guida il taxi? Come si annusa un’opera d’arte? Se vi limitate a farvi queste domande e non siete folli, siete solo dei visionari; se conoscete perfettamente anche la risposta allora vi chiamate Leonardo Opali. 60 anni portati splendidamente, di professione fa il profumiere artigianale creando profumi su misura, “anche se nasco venditore di ‘scatolette’ - come chiama lui le confezioni di profumi di marca sugli scaffali del suo Make Up 3 in via Fiume ad Arzignano -. Un bel giorno però ho deciso di scoprire il mondo all’interno dei flaconi”. Allenamento, formazione continua e confronto con i maestri del profu-
mo fanno di lui ciò che è oggi. “Il mio lavoro? È essere un po’ psicologo, un po’ chimico”, e pure un po’ artista, aggiungiamo noi. Perchè se è vero che, come dice lui “di arte ne capisco poco”, qualcuno che ha... fiutato il suo potenziale espressivo c’è: da gennaio alla Galleria d’arte contemporanea Downing Yudain,
CoMo, una pietra miliare di architettura funzionale
alle porte di New York, potrete annusare opere d’arte “made in Arzignano”. “Tutto è nato dall’amicizia con Frances Middendorf, artista americana innamorata delle mie creazioni, che mi ha chiesto di ricreare l’atmosfera di un magazzino di tabacco del Kosovo che voleva ritrarre. Voleva che i tratti fossero intrisi di esperienza olfattiva: ci ho messo nove mesi a preparare l’essenza. Chi vede il quadro ora si trova dentro l’opera”. Oltre all’essenza di tabacco, Opali ha prodotto per l’occasione anche un profumo a base d’ambra: le due creazioni - 8 flaconi in tutto - saranno in vendita in Galleria, a un prezzo decisamente impegnativo. “In realtà - chiarisce - un mio profumo è alla portata di tutte le tasche. Chi viene nel mio olfattorio ha la possibilità di partecipare alla creazione del proprio profumo annusando i materiali pregiati usati e conoscendone la storia. È decisamente un’esperienza unica e gratificante, e lo è anche per me”.
Kapo, Stufa a pellet silenziosissima
Rivenditore autorizzato delle migliori marche di stufe e caldaie a legna o pellet: rika, edilkamin, la nordica-extraflame, stûv, austroflamm • fornitura legna e pellet certificato • Installazione e messa a norma di canne fumarie con rilascio dichiarazione di conformità • Servizio di Spazzacamino Corriere Vicentino | 35 | Paesi Via Cal Del Guà 4 - Montecchio Maggiore (VI) 0444-694626 - 392 9706298
Arzignano
Dall’incubo al sogno di giuseppe signorin
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novembre 2013: Mauro Muraro sta percorrendo una galleria lungo la sponda bresciana del Lago di Garda sulla sua mountain bike, quando prende una buca. Da quel momento in poi il nulla. Scoprirà soltanto in ospedale di essere stato trasportato in elicottero. Tredici fratture. Andrà via da Brescia più di un mese dopo, il 5 dicembre. 1 settembre 2014: Mauro Muraro è in sella alla sua mountain bike, in gara al Mongolia Bike Challenge. Com’è possibile? Quando uno è determinato non c’è nulla che possa fermarlo. È la testa che comanda. Ho deciso di iscrivermi alla gara in Mongolia quando ancora ero in ospedale. I termini per l’iscrizione stavano per scadere e ho deciso di rischiare. Diciamo che ho sempre avuto molta fiducia nelle mie capacità di
recupero… I medici cosa ti hanno detto? Mi hanno prescritto dei coagulanti, quindi erano assolutamente contrari alla bici per il rischio di nuovi traumi. Ma io a fine dicembre ero già in sella per allenarmi. Poi, un po’ alla volta, ho ripreso con le mie tabelle e
ad aprile ho iniziato a gareggiare per testare la mia condizione. La prima gara, fatalità, è stata proprio al Lago di Garda. E a settembre la Mongolia.
950 km di steppa siberiana, 14.000 metri di dislivello in sette giorni. Vento, sabbia, difficoltà psicologiche dovute al fatto che il paesaggio della Mongolia è tutto uguale. 1300 metri di altitudine minima. 80 persone in gara. Ma ne è valsa la pena. Inconvenienti? In aeroporto non mi è stata recapitata la valigia. Avevo con me solo la bici, il materassino e il sacco a pelo. Il resto me l’ha prestato uno spagnolo con cui ho fatto amicizia. Giravo con un sacco dell’immondizie come valigia e lavavo gli indumenti nei fiumi la sera, finite le ore di gara. Come ti sei classificato? Il mio obiettivo era di non arrivare ultimo. Comunque sono arrivato cinquantesimo, ottavo di categoria. L’incidente non ha pesato? No, ho recuperato alla grande. Ho perso cinque chili durante la gara, ma ho guadagnato tante nuove amicizie.
Ciclismo veneto di GUIDO GASPARIn
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alla A di Argentin alla Z di Zandegù, passando per Battaglin, Favero e Massignan. La storia del ciclismo italiano è costellata di campioni veneti, ma oggi come sta il movimento? Giacinto Bevilacqua, scrittore e giornalista, dipinge la situazione in chiaroscuro: “La crisi economica sta colpendo anche il ciclismo: il 2014 ad esempio è stato tragico per le gare juniores, molte sono state cancellate per i costi sempre più alti. Il Veneto continua comunque a sfornare campioni,
anche se si sta facendo poco per il settore paralimpico”. Bevilacqua, autore de “Il ciclismo che parla Veneto da Argentin a Zandegù” e di “Gino Bartali, 100 anni di leggenda”, assieme al collezionista friulano Renato Bulfon è stato il protagonista della mostra sulla storia del ciclismo veneto allestita fino al 6 dicembre in biblioteca ad Arzignano. Anche Bulfon fa una disamina dell’attuale stato di salute del movimento giovanile: “Oggi il ciclismo è più sofisticato e tecnologico, tutto è cambiato a partire dal record dell’ora di Moser. I ragazzini hanno poca voglia Corriere Vicentino |
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di fare i sacrifici che stanno alla base del ciclismo e le mostre che propongo sono frequentate soprattutto dai nostalgici”. L’auspicio è che il rilancio passi anche attraverso mostre come quella di Arzignano, perché lo sport, soprattutto se si parla di ciclismo, è anche storia popolare e cultura.
Leonardo Da Vinci Istituto di Istruzione Superiore
ScuoLa aperta 20 dicembre 2014
24 gennaio 2015
dalle 9.00 alle 12.00 "A scuola con i figli" per assistere alle lezioni del liceo con i figli, ogni mezz'ora inizia una nuova unità didattica
dalle 15.00 -15.30 incontro con il Dirigente Scolastico 15.30-18.00 visita alla scuola
Sono possibili appuntamenti, visite personalizzate, stages nelle classi su prenotazione allo 0444 672125 o scrivendo a viis00200v@istruzione.it.
Liceo Scientifico tradizionaLe - Liceo Scientifico opzione Scienze appLicate - Liceo LinguiStico - Liceo deLLe Scienze umane - Liceo deLLe Scienze umane opzione economica SociaLe Il nostro obiettivo è una ScuoLa di quaLità che sappia preparare e motivare gli studenti ai quali è richiesta, oggi più che mai, una formazione continua, responsabilità, flessibilità e capacità di gestire eventi ordinari e straordinari.
istituto istruzione Superiore “Leonardo da Vinci” Via A. Fortis 3 - 36071 Arzignano (VI) Tel. 0444 676125 - fax. 0444 670599 www.liceoarzignano.it
montecchio
Ceccato cent’anni dopo
di guido gasparin
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ilvio Ceccato nelle parole di chi ci ha lavorato fianco a fianco e lo ha considerato come un maestro. Gastone Zotto, compositore, direttore di coro ed esperto di didattica musicale, ha collaborato per molti anni ed è stato soprattutto amico del montecchiano che fondò la logonica e fu precursore delle ricerche sull’intelligenza artificiale. Ceccato, spentosi nel 1997, nasceva 100 anni fa: è quindi tempo di tracciare un bilancio dell’eredità da lui lasciata. Prof. Zotto, che ricordo ha del suo primo incontro con Ceccato? Lo conobbi a Montecchio all’inizio degli anni Settanta, durante un seminario internazionale di studi e ricerche sul linguaggio musicale dell’Istituto Canneti di Vicenza. Com’era di carattere e che impressione faceva sugli altri? Era un uomo estremamente semplice, che usava le parole più semplici del mondo, ma sapeva legarle in maniera straordinaria e questo significa genialità. Ritiene che i suoi studi innovativi abbiano avuto il giusto riconoscimento? Credo di no, perché il mondo accade-
A caccia di talenti “Sulla strada di Silvio Ceccato”, questo il nome dell’evento organizzato sabato 29 novembre all’Istituto di Istruzione Superiore “Silvio Ceccato” di Montecchio Maggiore per celebrare il centenario della nascita del grande uomo da cui la scuola ha preso il nome. Uomini di talento, uomini illuminati, uomini che sono andati oltre: questo il filo conduttore degli interventi. A Gastone Zotto il compito di tracciare il profilo di Ceccato, Bepi De Marzi ha parlato del musicista e imprenditore Antonio Pellizzari e Luciano Chilese ha dipinto la figura di Vittorio Lombardi, l’imprenditore mecenate che amava la Villa Cordellina. Spazio anche all’intervento di Orlando Ghiro, il pilota delle moto Ceccato. A conclusione del convegno l’imprenditore Stefano Boschetti ha assegnato i premi “Talenti per il Territorio” a 15 studenti meritevoli che hanno brillantemente superato l’Esame di Stato a luglio 2014 e hanno così saputo mettersi “sulla strada di Silvio Ceccato” dimostrando determinazione e capacità innovativa. I primi tre classificati sono stati: Chiara Rigolon, Samuele Pieropan e Nicola Zordan. mico non ha mai accolto Ceccato per via della sua impostazione mentale capovolta rispetto a quella comune. Lui non voleva farsi chiamare filosofo, ma pensatore, perché quasi tutti i filosofi partono da un principio assiomatico (e quindi di verità) da cui elaborano la loro filosofia. Il pensatore dice invece che tutto ciò che uno fa è frutto dell’operare della propria mente. Ci sarà spazio per una rivalutazione su larga scala del pensiero di Ceccato? Penso di sì, ma non sarà semplice, perché il metodo di Ceccato rende chiare le cose più ovvie della vita e le cose più Corriere Vicentino |
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ovvie sono anche le più scomode. Qual è l’insegnamento più grande che le ha lasciato? Mi ha aiutato a capire la musica. Ho capito che una cosa diventa bella se ci si atteggia esteticamente e questa è una nuova grande consapevolezza. E voi che l’avete conosciuto e siete stati suoi collaboratori, che eredità conservate? Non dobbiamo considerarci una setta e non dobbiamo trasformare il suo metodo in un credo religioso. Ma lo chiamavamo maestro, perché lo è stato veramente.
montecchio Diritti
Cronaca
Montecchio città dei diritti
Incidente mortale lungo la “Montorsina”
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n tragico incidente stradale si è verificato il 26 novembre lungo la provinciale “Montorsina” che collega Montecchio a Montorso. A perdere la vita il ghanese Joseph Freeman, domiciliato a Vicenza, che in sella alla sua mountain bike di primo mattino si stava recando al lavoro alla ditta Roda-Pel di Zermeghedo. Giunto sul ponte che supera il Guà, l’operaio è stato travolto da un Fiat Fiorino condotto da un 34enne di Montorso. Sembra che in quel momento la bicicletta stesse procedendo in con-
tromano. Dopo l’urto, l’uomo e la bici sono stati sbalzati oltre il parapetto e sono finiti nel torrente, 9 metri più sotto. A nulla sono valsi i soccorsi portati al ghanese dal conducente del furgone. L’ennesimo incidente lungo la “Montorsina” ha spinto i sindaci di Montecchio e Montorso a inviare al presidente della Provincia una lettera con cui si chiede lo sblocco immediato dei fondi, fermi da molti anni negli uffici di Palazzo Nievo, per l’urgente messa in sicurezza della strada e in particolare per l’allargamento dei due ponti sul Guà e sulla Poscola.
Ambiente
Dal 2009 messi a dimora 509 alberi
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umeri importanti in tema di difesa del verde pubblico. Dal 2009 ad oggi in città sono stati infatti messi a dimora 509 nuovi alberi. Il bilancio è stato fornito dal Comune in occasione della Giornata nazionale dell’albero, celebrata assieme ai bambini delle scuole primarie nel “bosco del respiro” allestito per l’occasione in Piazza Marconi. Gli alberi del “bosco del respiro” saranno pianta-
ti nelle prossime settimane nelle zone in cui risiedono i nuovi nati del secondo semestre di quest’anno, proseguendo quindi la tradizione che vuole la piantumazione di un albero per ogni nuovo nato di Montecchio Maggiore.
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el giro di pochi giorni la Città di Montecchio Maggiore ha aderito a tre iniziative internazionali per la tutela dei diritti. Il 20 novembre nella casa di accoglienza “Joseph” è stata celebrata la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia, con la partecipazione di due classi delle scuole primarie che hanno aderito al concorso di disegno “I diritti dell’infanzia”. È invece del 25 novembre l’adesione alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Uno striscione è stato appeso sulla facciata dell’ex Ceccato, mentre nell’atrio del Municipio è stata collocata una sedia del progetto “Posto occupato”, una sedia vuota che rappresenta il simbolo del posto riservato a una donna che ha subito violenza e allo stesso tempo l’assenza che quella violenza ha prodotto. Infine, il 30 novembre, l’adesione alla Giornata mondiale delle Città per la vita/Città contro la pena di morte, promossa dalla Comunità di Sant’Egidio.
Cultura
Il sindaco alla guida del Sistema Museale
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l sindaco Milena Cecchetto è il nuovo presidente del Sistema Museale AgnoChiampo. Lo ha deciso all’unanimità l’ultima assemblea dei sindaci dei 9 Comuni che formano il sistema. Il sindaco succede all’ex assessore alla cultura Claudio Beschin, rinnovando quindi la tradizione che vuole alla guida del sistema un rappresentante
dell’ente capofila. “È per me fonte di orgoglio guidare il Sistema Museale – commenta il sindaco Milena Cecchetto - perché è di diritto la più importante istituzione scien-
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tifico-culturale dell’Ovest Vicentino. Assieme agli altri sindaci e al Comitato Scientifico punteremo a far crescere ulteriormente questa realtà che è patrimonio di 9 Comuni. I punti di forza saranno come sempre la ricerca, la divulgazione e la didattica, con un occhio di riguardo verso il mondo della scuola. E il Museo Zannato di Montecchio sarà come sempre il principale polo di emanazione di tutte queste attività”.
montecchio
Ciak si gira! di francesco gualtieri
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71 paesi collegati da tutto il mondo, oltre 1800 testate giornalistiche, 2900 ore di programmazione tv: sono questi i numeri che accompagnano una tappa del Giro d’Italia. Numeri da far girare la testa, ma a Montecchio Maggiore tutto è pronto per accogliere la partenza della tredicesima tappa del Giro 2015. Appuntamento il 22 maggio in piazza Marconi e vie limitrofe, dove sarà ospitato il mastodontico villaggio della carovana rosa: 4000 metri quadrati per l’area incolonnamento corridori, il paddock per i bus delle squadre, il parcheggio dei mezzi dell’organizzazione, l’area stampa, l’area sponsor e il seguito ufficiale, il parcheggio per le ammiraglie delle squadre, il parcheg-
gio per i mezzi della carovana pubblicitaria, il parcheggio per i mezzi dei fornitori e l’area produzione tv. Come spiegato nel corso della presentazione ufficiale in Municipio, l’appuntamento principale per tutti gli appassionati sarà il podio firma, ossia la location dove prima del via ciascun atleta registrerà la sua presenza siglando il foglio partenze durante la presen-
tazione dello speaker. Da non perdere anche le tre hospitality zones, le aree dedicate agli sponsor e ai partner. Già definito anche il percorso dei corridori dalla partenza al km zero, fissato a Brendola: da Piazza Marconi la carovana passerà per le vie Roma, Trozi, De Gasperi, Tecchio, Circonvallazione, Veronese e Viale Europa fino alla cosiddetta rotatoria “del cavallo” sulla strada regionale 11, per poi proseguire verso Montebello Vicentino. Montecchio si sta già quindi vestendo di rosa, per l’evento clou del 2015.
brendola
Il bilancio sorride di VALERIO LUISON
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Brendola il Natale è arrivato prima, con… 400 mila buoni motivi in più per fare festa. Tradotto in euro, infatti, a tanto ammonta lo sconto che l’Amministrazione è riuscita ad ottenere sulla sanzione che Roma aveva inflitto per il superamento del Patto di Stabilità nel 2013. Tutto era iniziato quando più o meno dodici mesi fa ci si accorse che per un errore tecnico il bilancio avrebbe indicato uno sforamento tra entrate e uscite, anche se tutti gli investimenti contabilizzati godevano ampiamente di copertura. L’inflessibile mannaia governativa non volle sentire ragioni, applicando la pena sommaria che vale per tutti gli altri enti spreconi: taglio dei trasferimenti. E così, oltre al danno di maglie già strette per l’operatività dei Comuni, la beffa di contributi ridotti per 576 mila euro per il 2014. Da lì il Comune ha scelto quindi di scendere in campo, con una settantina di altri enti locali, per sensibilizzare l’esecutivo a una maggiore clemenza, in particolare in un periodo in cui le manovre numeriche sono già di per sè parecchio delicate. “Abbiamo scelto di fare squadra - spiega Guido Zilli, assessore al bilancio del Comune - tanto più che per la buona parte eravamo enti con uno storico di conti in ordinie e buona gestione”. Mica una discesa, per il pool di amministratori impegnati nella battaglia, che hanno lavorato mesi, attraverso confronti continui con i rappresentanti delle istituzioni sul territorio, per delineare il quadro attraverso cui far avanzare l’istanza. La buona notizia solo a fine novembre, con lo sconto riconosciuto al Comune di Brendola, di circa 400 mila euro. “Non possiamo che essere soddisfatti - aggiunge il Sindaco Renato Ceron - per la decisione del Governo, che in particolare nel caso di Brendola arriva a ridurre la sanzione non connessa alla
cattiva gestione delle risorse. Bene, soprattutto tenuto conto di che tempi difficili siano per noi amministratori degli enti locali e quali salti mortali siano necessari per rispettare norme anche troppo rigide, quando a tutti si chiede flessibilità”. La buona notizia peraltro è caduta in un momento particolare, quando l’Amministrazione si stava preparando ad approvare un assestamento di bilancio che avrebbe dovuto garantire il rispetto del Patto di Stabilità anche per il 2014, ovviamente con cifre ben più contenute. Continua Zilli: “Per prudenza, prima dell’ufficialità di tale disposizione, avevamo condotto al netto di tale cifra i nostri calcoli e, nonostante questo, sapevamo di poter contare su un saldo complessivo che avrebbe comunque consentito il rispetto del patto. Tutto questo, peraltro, sapendo che non avremmo pesato sulle tasche dei cittadini con la pressione tributaria che, anzi, è pure scesa dell’11% nell’ultimo anno. Chiaramente adesso siamo meno vincolati dal punto di vista della gestione dei risparmi”. Prima dello sblocco per rispetto del Patto, il saldo obbiettivo (rapporto tra entrate e uscite correnti) era stato stimato in 135 mila euro, con gli amministratori che avevano deciso di alzare la soglia a 156 mila per contabilizzare già eventuali spese im-
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previste da qui a fine anno, “sapendo che è un limite che consente una buona tranquillità - aggiunge l’assessore - davanti al solo mese di dicembre”. Ora che lo scoglio dell’approvazione ha superato l’esame del Consiglio comunale, si apre un anno finanziario che troverà il Comune già con il coltello tra i denti: nel 2014 Brendola si era
infatti candidato come sperimentatore del nuovo sistema contabile disposto per armonizzare la formulazione dei bilanci degli enti locali, che sarà in vigore già dal prossimo anno. “È un sistema sicuramente più impegnativo e stringente - chiude Zilli -, che abbiamo scelto di testare sia per metterne in risalto eventuali punti critici, ma soprattutto per arrivare più pronti ora che diventa operativo a tutti gli effetti”.
Targhe storiche, nuova vita Un viaggio nel tempo per riscoprire la Brendola che fu, attraverso le targhe storiche rimesse a nuovo tra le contrade del paese. Un’idea di Vittorio Maran, appassionato di tradizione locale e anima della Pro Loco, che ha subito trovato la collaborazione di Giancarlo Lovato, del Gruppo Alpini. Le targhe sono state sabbiate e riverniciate, con particolari ritoccati a mano, per poi essere reinstallate nella sede originale. (v.l.)
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Offese social di mario piotto
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ttenzione alla parola di troppo sui social, perché può costare davvero cara. Quello di Daniele Pistorio è un avvertimento rivolto a tutti gli esagitati che popolano le più popolari piazze del web sotto lo scudo dell’anonimato virtuale, ma anche un consiglio diretto alle tante vittime di ingiurie e minacce che corrono a portata di clic. Avere giustizia si può, e pure in tempi rapidi, se si sa come fare. Pistorio, 35enne tecnico della concia, a Chiampo e non solo è noto per la passione e l’impegno nel mondo del futsal. La storia che ci racconta comincia più o meno un anno fa, sul finire di novembre 2013. “Era il
Chi offende alla fine la paga giorno del derby Chievo - Hellas, e con mio padre, patito di calcio pure lui, decidiamo di scommettere tra di noi la bellezza di ben 5 euro, lui sul Verona e io sui cugini. Risultato? Vinco io grazie a un gol in pieno recupero. Allora entro nel mio profilo Facebook e scrivo un semplice ‘Grande Chievo!’ Da lì,
apriti cielo”. Tra gli “amici” di Pistorio inizia un tam tam attorno alla... imperdonabile affermazione, che rimbalza anche tra i suoi contatti del mondo futsal oltre i confini del territorio vicentino, scontrandosi purtroppo con la dimensione in cui odio e intolleranza vengono scambiati per fede calcistica. “Qualche giorno dopo ricevo una valanga di telefonate che mi segnalano il post condiviso sulla bacheca di una mia conoscenza, un giocatore di calcio a 5 che guarda caso avrei dovuto incontrare con la mia squadra pochi giorni dopo, e nota ‘testa calda’ del tifo gialloblu. Ad accompagnare la mia ‘inaccettabile’ presa di posizione, una sfilza di insulti e minacce nei miei confronti”. I due si vedono quindi in campo, con Pistorio intenzionato al chiarimento pacifico, ma tutto inutile: l’altro manco gli parla, limitandosi ai gesti intimidatori durante la gara. E non finisce qui, da Facebook lo scontro si sposta sul telefonino: “Su WhatsApp ho provato a chiarire la situazione, ma ho ottenuto solo altri insulti e altre minacce. Quindi ho chiamato in causa il mio legale”. Molti sono quelli che in casi analoghi si rivolgono ai carabinieri o alla polizia postale, invece su consiglio dell’avvocato Marco Bernabè di Arzignano, Pistorio prende la via della querela, notificata direttamente al pm. “In questi casi - spiega - basta documentare tutto entro tre mesi dai fatti con la stampa degli screenshot che dimostrano le ingiurie e si può procedere con l’udienza davanti al giudice di pace. Così si saltano tutte le indagini preliminari e i tempi tecnici più snelli hanno consentito di chiudere la pratica in un solo anno”. Com’è finita? Come avevamo anticipato all’inizio: “È stato ritenuto responsabile delle ingiurie, e oltre a cancellare quel post rimasto visibile ben 166 giorni, è stato pure costretto a pagarmi un risarcimento di 1700 euro, che tolte le spese legali ho dato in beneficenza. Il mio interesse Corriere Vicentino |
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era infatti solo quello di ottenere giustizia e di diffondere un messaggio ai tanti che ogni giorno finiscono nella mia stessa situazione: chi offende o minaccia, nella vita reale o sul web, alla fine la paga”.
L’avvocato spiega “La cosa importante - chiarisce Marco Bernabè, avvocato di Arzignano - è avere la certezza al di là di ogni dubbio, che dietro a quel profilo si celi l’identità reale della persona da querelare, e in questo caso le minacce anche su WhatsApp hanno giocato un ruolo chiave. Dopodichè, entro tre mesi dall’avvenuto insulto si procede avanzando la querela al giudice di pace, corredata da tutta la documentazione che ne dimostri la fondatezza. In caso affermativo, se vengono cioè considerati validi gli estremi per formalizzare un capo di imputazione e salta la possibilità di conciliazione, viene inviata notifica al pm, e quindi viene fissata l’udienza. Così si evita tutta quella trafila che normalmente vincola la polizia postale o i carabinieri a sentire le parti, e da lì a compilare una sfilza di scartoffie che rallenta l’iter. Insomma un modo facile e veloce per vedere riconosciute le proprie ragioni, senza appesantire di lavoro i già oberati ingranaggi della giustizia”.
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san pietro mussolino
In Vespa Latte da oscar di Giuseppe signorin
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ta per finire il 2014. Le maggiori soddisfazioni per il Vespa Club Chiampo? Che siamo ancora un bel gruppo, abbiamo organizzato assieme al Vespa Club d’Italia e al Comune di Chiampo una tappa della Coppa Italia di gimkana in collaborazione con la Vicentina Marmi e siamo ancora campioni italiani a squadre di gimkana e campioni italiani categoria scooter. Delusioni? Dopo un 2013 stravincente, le vittorie di quest’anno possono sembrare poche... Poi il maltempo ha fatto il resto... Il fascino della vespa sembra non tramontare mai, attira anche i giovani? Nel nostro club ci sono ragazzi che si sono tolti belle soddisfazioni a livello nazionale e sono maturati. Preferiscono correre nelle gare e andar piano per strada, dove sanno che è molto più pericoloso e poco appagante. Inoltre tante volte chiedono consigli ai nostri soci per riparare la propria vespa. Propositi per il 2015? Continuare con impegno, anche se le spese sono sempre di più; aumentare il numero dei soci, perché più siamo più ci divertiamo; partecipare a qualche raduno; organizzare uscite domenicali e continuare con le gare di gimkana per riconfermarci campioni. Poi a giugno vorremmo partecipare alla 1000 chilometri storica con partenza da Mantova e altre iniziative che vaglieremo durante la stagione fredda quando l’inverno fa spegnere i motori.
empre più aziende, anche nel vicentino, si stanno distinguendo per la qualità dei prodotti nel settore biologico, che sembra non accusare la crisi. È il caso di The Bridge, azienda che dal ‘94 produce latte di riso e altri alimenti: quest’anno è stata infatti selezionata per i Veneto Awards 2014 e da San Pietro è volata a Venezia per ritirare uno dei premi del prestigioso evento. “Abbiamo ricevuto il riconoscimento nella categoria ‘Responsabilità sociale’ - ci racconta Paolo Negro Marcigaglia, responsabile R&D (ricerca e sviluppo) di The Bridge. La cerimonia di consegna dei Veneto Awards, organizzati da Milano Finanza con Italia Oggi e Capital, si è tenuta giovedì 13 novembre a palazzo Contarin Polignac. “Siamo molto fieri che ci sia stato assegnato il premio, perché sta a significare che siamo sulla strada giusta per perseguire il nostro obiettivo principale: fornire prodotti alternativi per tutte quelle persone che sono intolleranti al latte”. Perché The Bridge? Perché significa “ponte”, esattamente quello che vogliamo essere: un’azienda di passaggio da un’alimentazione tradizionale a un’alimentazione biologica. Da dove nasce il vostro impegno nel biologico? Prima di iniziare la nostra attività ci siamo posti alcune domande, perché
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volevamo fare qualcosa di diverso, che avesse un senso. I nostri sono prodotti che si utilizzano quotidianamente e l’agricoltura biologica ci permette di evitare quelle sostanze di sintesi che possono creare danni nel tempo. Il premio riguarda la responsabilità sociale. Certo. Ma c’è anche un altro aspetto che ci sta molto a cuore: mi riferisco all’ambiente, nel senso che evitando prodotti di sintesi evitiamo anche di danneggiare i terreni e le coltivazioni. Non a caso abbiamo rapporti diretti con gli agricoltori, tanto che abbiamo messo in piedi delle filiere. Siete partiti dal latte di riso. È il nostro primo prodotto e anche il prodotto che produciamo in maggiore quantità. In realtà non si tratta di vero e proprio latte, perché è 100% vegetale. Viene chiamato latte esclusivamente per il colore. Che vantaggi offre? Può essere bevuto da chi è intollerante al latte e non contiene né grassi animali né allergenici. Prossime iniziative? È previsto per il 18 dicembre un importante incontro con le istituzioni nella nostra azienda. Con ogni probabilità ci sarà anche una classe dell’Istituto Tecnico di Arzignano. Lo scopo dell’evento è presentare la nostra realtà e il premio vinto, per dimostrare come si possa essere competitivi oggi portando avanti dei valori diversi da quelli esclusivamente economici.
Scuola Internazionale
Little English School Scuola Media - Middle School
“Education is not a filling of a pail but the lighting of a fire”
William Butler Yeats
•Accertamento e potenziamento del livello di competenza nell’inglese per chi proviene da altre scuole elementari • Integrazione del programma ministeriale italiano con il programma britannico (National Curriculum) • Lezioni svolte da insegnanti madrelingua con laurea specialistica • Impronta scientifica più forte rispetto al programma della scuola media italiana • Sperimentazione attiva ed approccio creativo ed inquisitivo
OPEN DAY
18 DICEMBRE 2014 | ore 17:00 24 GENNAIO 2015 | ore 10:00 Corso Fogazzaro, 238 - Vicenza
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c r e s pa d o ro
Addio ai monti di mario piotto
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n pezzo della loro montagna se la porteranno sempre nel cuore, questo è sicuro. Anzi, un bello spazio in valigia lo lasceranno alla stessa quiete, estranea al frastuono e alla frenesia della vita di città, che contano di assaporare anche nella prossima meta del loro infinito viaggio insieme. Poco altro, nel bagaglio di Luisa Zanella e Lucio Povoleri, storici gestori del rifugio “Bepi Bertagnoli” alla Piatta di Crespadoro, ora pronti a lasciare il passo. “Eh sì, è arrivato il momento di salutare la montagna - ammette Luisa, tradendo più l’emozione di un nuovo inizio, appena velata dal retrogusto commosso di un capitolo alla fine -, abbiamo capito che per noi era arrivato il momento di salutare il “Bertagnoli”, cui oggi servono energie e forze fre-
sche. Lucio ha...oddio, ha già 59 anni! Non mi rendo neanche conto di quanto passa veloce il tempo (ride, ndr). E io ne ho 62: è una vita troppo faticosa una volta arrivati a questa età”. Hanno cominciato l’avventura nel lontano 1992, e oggi per tutti sono il volto, l’anima e ovviamente il sapore del rifugio. Una parentensi in barca a vela, prima di riabbracciare ininterrottamente fino a oggi il “Bepi”. “Il nostro personale bilancio? Estremamente positivo. Qui si vive bene, perchè apprezzi la semplicità di una vita con tutto quello di cui hai bisogno”. Adesso però è arrivato il momento di voltare pagina. “Diciamo che la neve e l’umidità non sono molto amici dei nostri acciacchi. Ora ci aspetta un ambiente completamente diverso, per sugare i ossi. Abbiamo finito di mettere a posto un bed and breakfast a Roccella Ionica, vicino a Locri, a 200 metri dal selvaggio mare calabrese.
Avremmo mai potuto andare via da qui per finire, che ne so, magari in un condominio ad Arzignano? Va là. Ok, non si diventa ricchi gestendo un rifugio di montagna, però la libertà è qualcosa a cui non avremmo mai potuto rinunciare”. Perchè, c’è forse ricchezza migliore?
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La piazza virtuale L
a piazza si può considerare il cuore di un paese, un luogo di aggregazione, in cui prende vita il senso di comunità. Lo scorso 25 novembre, nel salone parrocchiale don Bosco, è stato presentato il nuovo blog www.aNogarole. it: la piazza virtuale della comunità di Nogarole Vicentino. “Si tratta di una importante novità per il paese – spiega Enrico Corato, vicesindaco, assessore alla cultura e coordinatore dell’iniziativa – perché diventerà una piattaforma multimediale e interattiva tramite cui la gente potrà trovare notizie e novità, condividere informazioni e opinioni e caricare foto e video. Non a caso, per presentare questo nuovo strumento abbiamo preferito far par-
lare le immagini, proiettando uno stupendo video che racconta le bellezze del nostro territorio ad alta definizione e anche con riprese dal cielo realizzate con un drone. Ma questo è solo il primo tassello. A cosa si riferisce? Tutto è iniziato circa cinque anni fa Corriere Vicentino |
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con l’idea di scrivere un libro sulla storia del paese. Abbiamo già raccolto nelle famiglie del paese oltre 3500 foto in bianco e nero, un migliaio di documenti storici e un centinaio di testimonianze di anziani. Tra pochi mesi contiamo di pubblicare un primo volume che racconterà il nostro Novecento e il blog pian piano ospiterà tutto questo materiale storico, diventando un museo virtuale. Ma il blog sarà anche un canale di visibilità per aziende, associazioni e manifestazioni del paese”. “Devo fare i complimenti a questo gruppo di giovani – commenta il sindaco Romina Bauce –. Confido che attraverso questo strumento meno ‘istituzionale’ si possa facilitare il dialogo con la cittadinanza”. (g.g.)
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montebello
Viabilità sicura ci siamo Strada della Mira
Incrocio della Padana di mario piotto
M
anca solo l’ufficialità del nero su bianco, e poi si potrà procedere. Nei rimpalli di una burocrazia decisamente all’italiana, sembra davvero tutto pronto per vedere la luce, in quel di Montebello, l’agognata rotatoria della “Padana”, tra regionale 11 e provinciale 18, che fino ad oggi sembrava condurre... ad un vicolo cieco. “Abbiamo raggiunto l’accordo di massima - afferma il sindaco Dino Magnabosco - con i proprietari dei tre appezzamenti che dovremo espropriare per poter finalmente vedere all’opera i cantieri. Non abbiamo ancora firmato, ma se tutto va come sembra dai primi confronti preliminari, le sensazioni sono buone. Un eventuale “piano B” richiederebbe tempi più lunghi di qualche mese, ma la rotatoria si farà comunque”.
Anche perchè la copertura finanziaria per l’opera c’è, stando a quello che ha detto la Regione quasi un anno fa: è datato gennaio 2014 il comunicato che annuncia l’approvazione di un finanziamento complessivo di 1,1 milioni di euro. “A settembre abbiamo avuto il confronto tra tutti gli enti interessati allo sviluppo dell’opera, con la conferma che non ci sono più ostacoli tecnici”, conferma Magnabosco. Viabilità e sicurezza anche sulle due ruote: “Abbiamo in mente una ridefinizione complessiva del sistema delle piste ciclabili - aggiunge il primo cittadino - soprattutto considerando che il nostro Comune è una specie di… hub per i transiti in bicicletta attraverso la provincia. C’è da mettere mano alla sicurezza del collegamento con il tracciato per Valdagno e da chiudere il prolungamento per Gambellara, così da tracciare un asse diretto per Alonte
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e Lonigo, e poi i raccordi interni che insistono su strada della Mira. Un progetto da 380 mila euro, per il quale abbiamo presentato richiesta di fondi alla Regione, che dovrebbe coprire almeno il 70% dell’opera”.
Buono a sapersi
200
ragazzi delle classi seconde e terze delle scuole secondarie di Montebello e Gambellara hanno assistito alla lezione della Polizia postale sui pericoli rappresentati dalla navigazione in internet: violazione della privacy, caricamento di contenuti inappropriati, violazione del copyright e adozione di comportamenti scorretti e pericolosi per se stessi e gli altri. Il progetto, voluto dalla dirigenza e dal comitato dei genitori di Montebello e Gambellara, è stato portato avanti dalle professoresse di tecnologia Chiara Benetti e Giulia Bellieni con approfondimenti in classe.
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Montorso
Natale con i mercatini
di francesco gualtieri
L
a magia del Natale arriva a Montorso grazie al mercatino che domenica 14 dicembre ani-
merà piazza Malenza. È la sesta edizione della mostra mercato, promossa dall’associazione commercianti della Confcommercio in collaborazione con l’assessorato al
commercio e la Pro Loco. L’evento si presta a coinvolgere tutta la famiglia, con occasioni di divertimento per grandi e piccoli. Il piatto forte è rappresentato dai pro-
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Montorso dotti locali. A partire dalle 11 saranno presenti le bancarelle con pane, salumi, formaggi, frutta e verdura di stagione, vini della zona, vin brulè e marroni, bombardino, patate fritte, frittelle, dolci natalizi e chi più ne ha più ne metta. Spazio anche all’artigianato con l’arte del legno e delle perle e gli addobbi natalizi. Sarà aperto anche il chiosco con la pesca di beneficenza e a partire dalle 12 lo stand gastronomico proporrà degustazioni di risotto, minestrone, baccalà, salsicce e spezzatino di carne allevata a Montorso. Alle 16 il grande momento riservato ai bambini: in piazza arriverà Babbo Natale con la slitta carica di doni. “Il mercatino – spiega il presidente dell’associazione commercianti Alberto Ghiotto – è un modo per rivalutare la piazza e per farla vivere da chi abita a Montorso e da visitatori di altri paesi”. “Il Comune sostiene questa iniziativa – sottolinea Mirco Roncolato, consigliere comunale con delega alle atti-
L’edizione dello scorso anno
RITORNANO PIÙ BUONI CH Aspettando il Natale la comunità di
vità produttive – perché intendiamo far conoscere Montorso anche al di fuori dei suoi confini e perché il mercatino rappresenta una vetrina per i commercianti del paese e per i loro prodotti prelibati”.
Montorso fa quindi festa insieme e invita tutti a partecipare. Sarà sicuramente un piacevole momento di aggregazione, come dimostra il successo ottenuto dalle precedenti edizioni.
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lonigo
Cosa dicono i numeri di Lino Zonin
N
el corso del 2014 il numero dei leoniceni residenti in città è aumentato di 88 unità, passando dai 16.199 cittadini di inizio anno ai 16.287 del 31 ottobre, ultimo dato disponibile all’ufficio anagrafe. Un incremento molto minore rispetto a quanto registrato negli ultimi anni: solo nel corso del 2013 - come si vede nella tabella allegata - l’aumento della popolazione era stato infatti di ben 334 unità. Del resto, una piccola flessione è più che fisiologica, dopo che per oltre un decennio il numero dei residenti è continuamente aumentato, scostandosi sensibilmente dalla quota di 13 mila abitanti in cui la città si era adagiata per un lungo periodo. A decretare il balzo in avanti è stata l’immigrazione, fenomeno comune a molte altre città che a Lonigo ha avuto un particolare riscontro. Restando ai dati del 2013, il saldo tra nati e morti è quasi nullo (più 3) mentre a decretare il forte aumento anagrafico è stato il flusso di iscritti (più 895) e cancellati (meno 564). La quasi totalità di questi spostamenti è generata dall’immigrazione. TROPPO WELFARE? A questo proposito sono note le posizioni di alcuni gruppi politici particolarmente sensibili a questo aspetto, secondo i quali a Lonigo esiste un welfare molto sviluppato che esercita una particolare attrazione per gli immigranti. Fatto sta che se alla fine del 2004 gli stranieri a Lonigo erano poco più di duemila, pari al 15% della popolazione totale, all’inizio di quest’anno erano 3.308 su 16.119, vale a dire il 20,4%, più di uno su cinque. Particolarmente interessante è il dato che riguarda i paesi di provenienza degli stranieri residenti in città all’inizio di quest’anno, ben 57, mezzo mappamondo, con al primo posto i cittadini
provenienti dalla Romania (657). Seguono gli immigrati dalla Serbia (520), dal Bangladesh (485), dall’India (438), dal Marocco (306) e dall’Albania (282).
LEONICENI BENGALESI All’ufficio anagrafe spiegano che è in costante aumento il numero degli attestati di cittadinanza italiana ottenuti dagli stranieri: nei primi dieci mesi dei quest’anno sono oltre 200, il doppio rispetto a quelli rilasciati nel 2013. Per molti di questi nuovi nostri concittadini – specie per quelli che provengono dal Bangladesh – il passaporto comunitario offre la possibilità di trasferirsi senza alcun problema di tipo burocratico in altri Paesi dell’Unione Europea. Una delle destinazioni preferite è Londra, dove si è formata una folta comunità di leoniceni-bengalesi. D’altro canto, la crisi ha quasi interrotto il flusso delle immigrazioni di chi veniva da noi in cerca di lavoro. Ora gli unici arrivi riguardano quasi esclusivamente i ricongiungimenti familiari.
RIFLESSI ELETTORALI Al di là dell’impatto di tipo sociale che un movimento così massiccio di persone da tanti parti del mondo inevitabilmente genera, c’è da considerare anche una conseguenza di tipo burocratico-elettorale. Con l’arrivo di tanti stranieri Lonigo ha superato in via ufficiale - come sancito dal censimento del 2011 - la soglia dei 15 mila abitanti, varcata la quale l’elezione del sindaco avviene con il doppio turno. Nella prossima primavera, per la prima volta nella loro storia, i leoniceni potranno essere chiamati a una nuova consultazione, qualora dalla prima non esca un vincitore con oltre il 50% dei voti. Una novità con cui occorrerà fare i conti, in quanto potranno rendersi necessarie delle particolari strategie di apparentamento.
MOVIMENTO DELLA POPOLAZIONE ANNO 2013
Dato complessivo 1/1/13
Maschi Femmine Totale
7.897
nati
morti
iscritti
70
489
81
cancellati 285
saldo 215
12/31/13
%
8.112 2,7%
7.968
76
84
406
279
119
8.087 1,5%
15.865
157
154
895
564
334
16.199 2,1%
Stranieri 1/1/13
12/31/13
Incremento
%
Maschi
1.628
1.758
130
8%
Femmine
1.487
1.550
63
4,2%
Totale
3.115
3.308
193
6,2%
Corriere Vicentino |
52 | Paesi
% stranieri su totale 20,4%
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Due anni di centro di stefano canola
D
ue anni fa di questi tempi se ne aspettava la riapertura, ora il Centro Diurno Socioculturale “Mons. Caldana” torna a far parlare di sé per alcune iniziative non andate a buon fine che hanno fatto gridare qualche forza politica al “fallimento”. Ma il C.d.A. di Villa Serena (che ha la gestione del Centro fino a fine 2015) e il suo presidente Renzo Giannini non ci stanno sul banco degli imputati e hanno ribadito quanto realizzato dall’inizio del 2013. “Una doverosa premessa: lavorare con gli anziani non è facile, quindi diamo il giusto merito agli operatori di tutti i livelli – la puntualizzazione di Giannini nella conferenza stampa di metà novembre, presenti il sindaco Giusep-
pe Boschetto e l’assessore al Sociale Franco Rebesan. – Da parte nostra abbiamo raccolto con entusiasmo e spirito di servizio due anni fa la richiesta dell’Amministrazione di riaprire a pieno regime questo sito e i numeri confermano il buon esito della ripartenza. 279 iscritti, dei quali 105 da fuori Lonigo, tavoli affollati nei giorni feriali per il gioco delle carte e della tombola, anche 150 persone ai balli della domenica pomeriggio, che spesso si conclude con una cena a prezzi stracciati. Il primo e più importante obiettivo era proprio questo, la socializzazione contro il dramma solitudine, ed è stato centrato. Ma anche la ginnastica dolce è apprezzata, il servizio di parrucchiera e pedicure, i corsi di ricamo e di cucito”. Veniamo alle note meno liete.
“Gli incontri culturali non hanno trovato grande riscontro, se si eccettua quello con Giovanni Rana legato probabilmente alla fama del personaggio – ha ammesso il presidente. – Il corner farmaceutico, con la dott.ssa Giulia Facchini a disposizione un paio d’ore la settimana, è stato sospeso dopo l’estate per lo scarso interesse degli iscritti. Continua invece e siamo convinti della sua utilità lo Sportello Unico Anziani, con l’assistente sociale Francesca Dalla Benetta pronta a rispondere a svariate richieste e a dare informazioni. Il servizio non è ancora conosciuto a dovere ma i contatti sono in aumento”.
Un dono speciale E
hi tu, hai midollo? Il leoniceno Giacomo Loro ha risposto di sì. Anzi yes, perché il beneficiario del suo gesto di generosità vive negli USA e continuerà a farlo grazie alla sua donazione. 29 anni, laurea in Economia a Vicenza, lavoro nel marketing della Laverda a Breganze e un entroterra di vicinanza al prossimo. Stavolta ha puntato il bersaglio grosso. Giacomo, com’è iniziata l’avventura? Due anni fa ho aderito alla campagna di sensibilizzazione per salvare un nostro giovane compaesano, con il prelievo del sangue midollare e la tipizzazione. Nel giugno 2014 sono stato contattato dal Centro Trasfusionale di Vicenza perché la ricerca di un soggetto compatibile con un uomo americano ricoverato a New York aveva condotto proprio a me.
Dopo quel sì… Sono passati più di tre mesi, poi dall’Ospedale di Verona mi hanno confermato la compatibilità, mi hanno sottoposto a una accurata serie di visite e analisi e spiegato nei minimi dettagli il percorso successivo. Siamo al rush finale. Il 5 novembre la donazione a Borgo Roma col metodo aferesi: sei ore immobile collegato a due tubicini, uno in uscita e uno in entrata, perché la macchina tratteneva solo le cellule staminali utili. La stessa sera convocato per un’altra seduta, la quantità raccolta non era sufficiente. Il giorno successivo altre quattro ore di prelievo, seguito da un team di dottori e infermieri. Risultato? Ad aspettare la preziosa sacca c’era un corriere arrivato dagli States, che è ripartito di corsa verso New York: il Corriere Vicentino |
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trapianto doveva avvenire entro 48 ore. Non so come sia andata, me lo diranno più avanti. L’identità del beneficiario invece rimarrà sconosciuta. Sensazioni. Non è stata una passeggiata, né fisicamente né per la pressione psicologica degli ultimi giorni quando mi sono reso conto che la vita di quella persona era strettamente legata a me. Ma sono contento d’averlo fatto, ho avuto la possibilità di aiutare qualcuno in grave difficoltà. s.c.
sarego
Spazi condivisi di Giovanni Salviati
U
n pallone condiviso con chi non ha spazi. Funziona così il principio di sussidiarietà dal basso a Sarego. Il circolo del tennis del paese infatti concederà alle classi dell’Istituto comprensivo “Muttoni” il campo appena coperto col “pallone”, faticosa (per le sue forze) conquista giunta al termine di una lunga rincorsa. Nato nel ‘92, negli anni scorsi aveva 200 soci. Oggi ne conta un centinaio. “Era un centro accreditato dalla Federazione Italiana Tennis - spiega l’attuale presidente Leone Venco – e ora ne siamo usciti, perché il torneo di quarta categoria che il circolo organizzava costava 5mila euro l’anno. Siamo stati costretti a sospenderlo per risparmiare. Lo riprenderemo appena potremo, fra qualche anno. Del resto – fa notare Venco – il luogo si presta. Ora che hanno riaperto i laghetti da pesca qui accanto, la zona si configura come un centro sportivo ricreativo-davvero ameno: nel raggio di cento metri si può praticare calcio, bocce, tennis, pesca, e passeggiate sui colli Berici. Purtroppo però il nostro è sempre stato un circolo zoppo: si poteva giocare soltanto da maggio a ottobre, pioggia permettendo, sui tre campi comunali che abbiamo in convenzione. I ragazzi che giocavano la coppa Italia o altre gare, potevano allenarsi solo a que-
ste condizioni”. A questo punto, Venco snocciola le cifre: “ Per amore del circolo, e per vedere realizzato un sogno lungo 20 anni, un socio ci ha aiutato6 con un prestito a lunga scadenza senza interessi di ben 13mila euro. Nel novembre scorso il Comune ha aggiunto 4mila euro, e così abbiamo potuto innalzare il pallone di copertura di un campo comprato usato già l’anno scorso, con una spesa iniziale complessiva di circa 26 mila euro, contro i 48mila di un pallone nuovo (la caldaia però è nuova). Non lo abbiamo installato allora perché aspettavamo le delibere per la sicurezza (Vigili del fuoco, Ulss) e il resto dell’iter burocratico. Ora, le spese di gestione ammontano a circa 850 euro al mese (solo per il soffio d’aria per tenere gonfiato il pallone), senza contare il riscaldamento e gli spogliatoi. È a questo punto che arriva il salto di
qualità in questa vicenda. Il Circolo ha offerto spontaneamente e gratuitamente, a parte illuminazione e riscaldamento, lo spazio coperto all’Istituto comprensivo, che lo userà al mattino per la ginnastica degli alunni di Monticello di Fara e Sarego, fino a oggi costretti a limitare l’educazione fisica soltanto a una lezione quindicinale, causa intasamento dei turni alla palestra di Meledo. “Il contributo del Comune – precisa Venco – non era legato a questa convenzione. Semplicemente, sette mesi fa è emersa questa idea, ascoltando casualmente le esigenze di alcuni soci genitori. Non appena arriverà il parere favorevole di un tecnico della scuola, i bimbi cominceranno a usufruire del campo coperto, e anche quando sarà scoperto, nella bella stagione”.
Natura e cultura per promuovere il territorio
P
resentazione ufficiale domenica 23 novembre per la guida turistica di Sarego, “Itinerari tra natura e cultura”. La pubblicazione, che contiene informazioni sui luoghi di maggiore interesse del paese e sugli itinerari più suggestivi, rappresenta uno strumento per sviluppare le potenzialità del nostro territorio, valorizzarlo e tutelarlo. n.m.
Corriere Vicentino |
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57 | Speciale Enogastrononomia
Una tavola
indimenticabile per un’atmosfera unica. Non limitatevi al centrotavola ma potete decorarlo anche intorno, proseguendo il tema che avete scelto per la decorazione. Provate ad abbassare l’illuminazione della stanza e vedrete come la luce delle candele si rifletterà sul vostro centrotavola.
La tavola di Natale è uno degli elementi più importanti della casa nel periodo delle feste. Decorazioni fatte con sempreverdi, candele, nastri nei tipici colori del Natale, cristalli, argenti e porcellane… In ogni centrotavola natalizio che si rispetti non possono mancare delle candele, magari dai profumi speziati, perfette se poste al centro di una ghirlanda composta da sempreverdi, pigne e bacche. Potete arricchire il vostro centrotavola anche con palline natalizie realizzando giochi di luce
Una volta preparato il vostro centrotavola, non vi resta che pensare al resto della tavola. Non dimenticare tovaglia, runner e tovaglioli coordinati. Puntate sulle tinte unite e limitate i disegni a tema: lo sguardo deve potersi concentrare sul centro della vostra tavola. Tra le ultime tendenze, si usa molto il runner, più che la tovaglia. Il tovagliolo deve essere rigorosamente in tessuto, magari legato da un semplice nastro colorato in raso: aggiungete al tovagliolo un bigliettino con il nome dell’invitato ed ecco un grazioso segnaposto. Potete legare al nastro un campanellino per deliziare tutti con un trillo di buon umore. Assegnare i posti a tavola Prima dell’arrivo degli ospiti è compito della padrona di casa assegnare i
posti a tavola. A capotavola i due padroni di casa. Alla destra di lei l’uomo più importante e alla destra di lui la donna più importante, generalmente sua madre. A questo punto si cerca di alternare un uomo e una donna per favorire al massimo la conversazione. Una tavola easy chic Un decorazione floreale al centro, piatti di vetro per esaltare il cibo, posate d’argento e bicchieri dorati ma dal design moderno. E come segnaposto un semplice bastoncino di zucchero o un dolcetto di cioccolato. Luce e magia Porcellane, candelabri, decorazioni fatte di mandorle e mele spruzzate di vernice dorata, peperoncini rossi, tante candele e delicate rose e ortensie. L’atmosfera finale sarà quella di un bosco incantato... Semplice ma preziosa Un insieme moderno che mescola pezzi nuovi con pezzi importanti, magari nei toni del bianco e nero, da abbinare a una tovaglia preziosa che rende raffinata l’atmosfera.
La Moreieta è uno dei locali tra i più antichi e tipici del vicentino, è immersa nel verde dei Colli Berici. Il locale si trova in una classica casa colonica anteguerra, con la saletta camino in stile Liberty, ideale per piccole ricorrenze o piccoli ricevimenti con annesso salotto; sala “comfort” per cene intime; sala “nova” per banchetti o ricevimenti particolari e per finire ampio terrazzo panoramico con vista sulla cittadina di Vicenza.
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La festa di Natale nella storia
La festa di Natale è di origine borghese e relativamente “moderna”. Un tempo i vari festeggiamenti popolari culminavano nell’Epifania e, almeno per quanto riguarda il mondo contadino, si trattava di dodici giorni in crescendo, da Natale alla Befana, legati alla chiusura di un ciclo stagionale e all’inaugurazione di un nuovo ciclo. In origine la festività natalizia ebbe carattere prevalentemente celebrativo e prese il posto che era stato dei Saturnali, delle feste di Giano e del “Dies natalis solis invictis” dei seguaci di Mitra, divinità iraniana dei misteri. Gli antichi riti preecclesiali sopravvissero nei panpepati, nei panforti, nei panettoni, nei pandolci e nelle altre specialità tradizionali che i pasticceri preparano tuttora per la tavola natalizia. Col tempo i giorni di Natale sono diventati giorni di carne e di dolci. Il pranzo natalizio continua però ad avere un antefatto, una sorta di digiuno-veglia, la Vigilia, nella quale ci si prepara ai festeggiamenti veri e propri. In questi giorni si mangia di magro, si privilegia il pesce, mentre il pranzo di Natale è carneo, abbon-
dante e domestico, non solo perché solitamente lo si consuma in casa, ma perché le carni tradizionalmente usate sono di animali domestici: il cappone, il tacchino, l’oca nei paesi nordici. Anche la preparazione dei dolci ha inizio alcuni giorni prima delle feste e ogni regione ha le proprie tradizioni. E qui si va indietro nei secoli. Alla fine del 1300 a Firenze il “pan co’ Santi” veniva preparato unendo al solito impasto di farina acqua e lievito, noci, pinoli, fichi secchi, datteri e miele. Nel 1650, Vincenzo Tanara, medico bolognese, segnala una tipica usanza emiliana, il “pan di Natale”: nell’impasto i cuochi incorporano “uva secca e zucca candita in miele, aggiungonvi
pepe, e ne fanno una pagnotta grossa”. Nel Vocabolario italiano-milanese del 1841 Francesco Cherubini chiama quel dolce, ora più ricco (vi sono già ova, zucchero, mandorle e uvetta), col nome di “panatton di Nudai”. Allora e per molto tempo fu un grandissimo successo, ma oggi il panettone è considerato praticamente un semilavorato. La moda degli anni più recenti impone farciture e coperture varie: il tradizionale dolce viene sezionato, svuotato, riempito, ricomposto e decorato con abilità e fantasie che sembrano reinventarlo ogni anno. Vigilia, giorno di magro Secondo la tradizione cattolica, la Vigilia di Natale si dovrebbe osservare il digiuno completo. Non solo, ma in tutta la Quaresima di Natale, che va dal 15 novembre al 24 dicembre, il digiuno stretto andrebbe osservato in tre giorni alla settimana: lunedì, mercoledì e venerdì. Il digiuno, tuttavia, può non essere inteso come consumo di cibo austero e astinenza dalla carne, alimentazione un tempo considerata un bene di lusso.
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Idee per il
menU delle feste Alessandro Riolmi, Ristorante Novecento Natale vuol dire bollito, capel del prete, cotechino, gallina. Impossibile rinunciare a un buon brodo con i tortellini fatti in casa… piatti di alta cucina tradizionale. Roberto Mazzocco, Gastronomia Mazzocco Il giorno di Natale non può mancare un bel pranzo con tutta la famiglia: in tavola dev’esserci un bel brodetto con le tagliatelle e poi, più che il tacchino, dalle nostre parti è d’obbligo il cappone. Fabio Basso, Azienda agricola Ca’ Basso Il vino delle feste? Uno spumante rosè perché è un vino allegro, che mette di buonumore già per la sua colorazione e poi ben si abbina ai piatti di pesce, crostacei e crudo, che spesso si trovano sulle tavole dei giorni di festa. Renzo Bicego, Cà del Vino Il mio suggerimento è di puntare sui prodotti del nostro territorio veneto che non è secondo a nessuno e ha una gamma di proposte vastissima. Un buon Amarone per la carne e un Valpolicella classico per i bolliti, mentre le bollicine del nostro Prosecco sono ideali all’inizio come aperitivo e con gli antipasti, e per accompagnare le chiacchiere finali. Sigfrido Tancredi, Osteria Cà Vecie Un grande classico, il bollito, servito con salse diverse: pearà, ricetta tipica veronese facile da preparare anche in casa, cren o mostarda. Per chi volesse un’alternativa, noi suggeriamo le guancette di maiale da preparare con l’Amarone e i funghi. La scelta del maiale è anche
perfettamente in linea con la stagione dato che questo è il periodo di macellazione per gli insaccati tipici veneti. Stefano Costa, Antica Trattoria Morejeta La zucca potrebbe essere il tocco di originalità per la vostra tavola di Natale. È un prodotto che costa poco ma molto versatile e scenografico. Per antipasto uno sformatino di zucca con salsa di formaggio e latte, con aggiunta di tartufo bianco o nero, per raggiungere un ottimo equilibrio di sapori. Come primo piatto si potrebbe puntare su una vellutata di zucca o sugli gnocchi di zucca e ricotta da servire con il pesto alla genovese. Federico Rossi, Panificio Rossi Si potrebbe giocare su due fronti opposti, unendo tradizione e qualcosa di esotico. Il brasadelo, per esempio, dolce tipico della zona di Gambellara fatto di pasta frolla e mandorle e un panettone rivisitato in chiave originale con uvetta australiana e semicanditi di ananas, mango e papaya. Fernanda Rancan, Pasticceria Majn Per provare qualcosa di originale io suggerisco una bella bignolata. Noi la prepariamo con i bignè piccoli, ripieni di cioccolato e crema, e con la panna sopra: un tocco di cioccolato bianco sfogliato sulla cima, per fare l’effetto neve che tanto si addice a questo periodo e il gioco è fatto. Se si usano, come facciamo noi, ingredienti a ridotto contenuto di zuccheri, è un dessert che si adatta bene anche a un brindisi con un bel vino dolce, a bilanciare.
Corriere Vicentino |
62 | Speciale Enogastrononomia
Renzo Bruzzo, Pizzeria da Renzo Direi che la nota originale potrebbe essere quella di dare un nome ai piatti che si presentano, legandoli al Natale e ai suoi simboli. Un modo per valorizzare il cibo e accrescere il clima di festa. E per gli amanti della pizza? Quella con il broccolo fiolaro o con il baccalà, prodotti locali, di stagione e anche di magro, per cui indicati anche per la Vigilia. Marco Zini, Gastronomia Zini 1915 L’idea potrebbe essere quella di utilizzare il Morlacco, formaggio della nostra tradizione, fatto con latte di vacca burlina, l’unica autoctona veneta. È morbido e delicato ma con una sua personalità ed è l’ideale per un primo piatto semplice ma di grande effetto: riso pescato con il broccolo fiolaro e mantecatura finale con il Morlacco. Altro piatto sfizioso: pane di Laterza, che è un pane di grano duro, accompagnato con una crema di gorgonzola che noi prepariamo in modo particolare addolcendo il formaggio con il vino passito. Giuliana Faggiana, Chalet Clara Un suggerimento per il piatto di mezzo: al posto del solito sorbetto, una crema di cachi da servire a temperatura ambiente con formaggi, noci e miele. Alberto Ghiotto, Macelleria Ghiotto Un bell’arrosto di vitello con ripieno di funghi porcini o un grande classico: il cappone da fare bollito. È importante che sia del territorio e che raggiunga almeno i 2,5 kg di peso. Per la cottura, poi, c’è una ricetta molto antica: veniva fatto bollire un paio d’ore dentro alla vescica di maiale a cui era applicata una “canevera” per farlo sfiatare.
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Quando la cucina esalta le materie prime
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Ristorante Novecento Piazzetta del Popolo, 3, 36040 Brendola (VI) Telefono: 0444 400664
i chiama Novecento ma le sue origini sono molto più antiche. Le fondamenta del ristorante, unico edificio dei Colli Berici in cui si può trovare la pietra lavica, risalgono al 400 e le sue cantine pare fossero delle prigioni. In tempi più recenti, qui c’era la Casa del Popolo ed era pertanto un punto di riferimento per la comunità brendolana. Lo chef Alessandro Riolmi ha scelto questo luogo ricco di storia per realizzare la sua idea di cucina che coniuga ricerca e semplicità, e segue il filo magico delle stagioni. “Il mio primo mestiere – racconta Alessandro – è selezionare le materie prime che la cucina ha solo il compito di esaltare con lavorazioni ridotte al minimo, grande parsimonia nell’utilizzo di grassi e cot-
tura a bassa temperatura”. I prodotti della cucina del Novecento sono rigorosamente freschi e tutto ciò che si mangia nel ristorante è preparato internamente: dal grissino alla pasta fino ai dolci ai quali è riservata una cura particolare. Altro fiore all’occhiello il pesce, grazie a un rapporto quotidiano e speciale con i fornitori. Una cucina leggera, sana e vicina alla natura, da gustare in un ambiente non formale e raccolto, interamente riscaldato a legna e composto da salette disposte su diversi livelli. “Ci teniamo molto al giusto rapporto qualità prezzo – aggiunge lo chef – sia in cucina sia per quanto riguarda i vini. Abbiamo una bellissima selezione con oltre 150 etichette e un 20% di vini francesi”.
Natale
al freddo In Russia a Natale si mangiano l’aringa e il salmone affumicato, caviale rosso e nero con tartine o uova sode oppure i karps kapustoi, filetti di carpa con i crauti. I dolci tradizionali sono i piroski, torte farcite con ricotta, uvetta, mele e frutti di bosco, fritti oppure cotti al forno.
Hyvää ruokahalua! God appetitt! Smacznego! È così che a Natale, prima di abbuffarsi sui piatti, i popoli del nord si augureranno un sonoro buon appetito... d’obbligo visti i sostanziosi e ricchi buffet delle feste. Che abitudini culinarie hanno e cosa mangiano in Russia, Polonia, Finlandia?
La Finlandia porta in tavola sia prosciutto che pesce. Strana accoppiata! Il piatto principale è il prosciutto con pane e mostarda. Come pesce abbiamo il merluzzo o il salmone, oltre che un piatto con fegato e uvetta, patate, riso e carote in abbondanza.
Il pesce abbonda nelle tavole della Repubblica Ceca, Russia e Polonia. La carpa fresca è la pietanza festiva di tutta la Repubblica Ceca, infatti è possibile ammirare, davanti ad ogni negozio di alimentari, vasche piene di questi pesci per tutto il mese di dicembre.
In Norvegia il Natale non è Natale se
non si mangia l’agnello saltato nel soffritto di cipolle, se non si beve l’acquavite e se non si finisce con il simpatico maiale di marzapane. Il marzapane viene venduto in quantità enormi. Nidar, una delle principali ditte produttrici, stima che circa 5 milioni di norvegesi mangino ben 40 milioni di figurine fatte di marzapane nel periodo natalizio! In Danimarca la cena di Natale inizia verso le 18. Storicamente il pranzo di Natale in Danimarca comprende maiale arrosto, patate bollite, cavolo rosso e salsa. Per dessert si serve riz à l’amande con salsa di amarene. All’interno si nasconde una mandorla intera e chiunque la trovi, leggenda dice, convoglierà a
Pranzo di Natale
Menù San Silvestro
ANTIPASTO
APERITIVO “STELLARE” STELLE DI STUZZICHINI VARI
“ROSSO NATALE” TORTINO RADICCHIO E SPECK E SPECCHIO DI POLENTA CON FUNGHI TRIFOLATI
ANTIPASTO “BOLLICINE”
SPIEDINI DI SALSICCIA E PROVOLA DORATI POLENTA ALLA SALVIA E PORCINI
PRIMI “STELLA COMETA” RISOTTO AL TARTUFO NERO LOCALE PAPPARDELLE AL SUGO D’ANATRA
PRIMO “FRIZZANTE”
RISOTTO AL TARTUFO NERO LOCALE LASAGNETTE AL COLOMBETTO
SECONDO “PORTASCHEI”
SORBETTO AL LIMONE
SECONDI “PORTA FORTUNA”
TAGLIATA DI MANZO SU LETTO DI SPINACINI E MELOGRANO ARROSTO DI VITELLO CON SALSA AI PORCINI PATATE ARROSTO E INSALATA
“DOLCI AUGURI”
PANETTONE FARCITO E PANNA COTTA AI FRUTTI DI BOSCO
ARROSTO DI VITELLO, COTECHINO E LENTICCHIE, VERDURA COTTA, PATATE FRITTE, INSALATA MISTA
SECONDO “PORTASCHEI”
ARROSTO DI VITELLO, COTECHINO E LENTICCHIE, VERDURA COTTA, PATATE FRITTE, INSALATA MISTA
DESSERT “SPUMEGGIANTE” MILLEFOGLIE AL CANNOLO SICILIANO
“DELIZIE”
CAFFE’ LIQUOROSO - BRINDISI COI BOTTI AL PROSECCO SPUMANTE E ARTIFICIO
“ACCENDI IL NATALE”
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SPECIALE CAPODANNO SERATA E INTRATTENIMENTO MUSICALE DALLE ORE 22:30 ALLE ORE 00:00 Corriere Vicentino | 64 | Speciale Enogastrononomia “LUCIO ARACRI” TRIBUTO E SOSIA UFFICIALE A LUCIO BATTISTI E DOPO LA MEZZANOTTE...SI BALLA E CANTA CON VOI!
nozze entro la fine dell’anno nuovo. In Svezia le “kottbullar” si mangiano a profusione, le polpette dell’Ikea per intenderci, ma sicuramente saranno più buone e gustose nel ricco buffet di Natale! Inoltre gli svedesi sono appassionati di dolci… dolci che addolciscono gli animi. I più popolari sono i biscotti allo zenzero, il porridge, e il riz à la Malta, un budino che viene preparato con gli avanzi del porridge con crema e zucchero. In Estonia il pasto tradizionale prevede il maiale con i crauti, le patate, salsiccia bianca, barbabietole e fiumi di birra. Come dessert panpepato e biscotti di Natale chiamati pipparkogid: una specialità a base di granelli di pepe, di cannella e di polvere di cacao. Sempre al freddo ma verso le Americhe, in Quebec e in Canada, la cena della Vigilia di Natale si chiama “reveillon”, ha solitamente come piatto principale il
classico tacchino ripieno, con castagne e varie salse. Alla fine delle festività, il 6 gennaio, c’è una simpatica tradizione chiamata “la Festa del Re” che consiste nel cuocere
una torta con un fagiolo nascosto al suo interno. Chi troverà nella sua fetta il fagiolo, sarà il Re o la Regina del giorno.
Bevande antigelo Per le temperature sotto zero la soluzione è la classica vodka, mentre la bevanda più adatta per temporeggiare davanti ai mercatini di Natale con guanti e tazza fumante in mano è il “globi” o “gluhwein” simile al vin brulè.
Il buono della cucina di casa. A Ca’ Vecie ti siedi a tavola per incontrare i sapori genuini degli ingredienti di stagione. Pasta fresca, piatti di carne alla griglia, spiedi, arrosti e portate di pesce sono il ricco menù di Ca’ Vecie. Da provare ad ogni stagione!
Osteria Ca’ Vecie - via Cavecchie, 99 - 36040 Brendola - 0444 601375
Dal martedì al venerdì menu fisso per pranzo e menu alla carta per cena – il venerdì a mezzogiorno pesce possibilità di prenotare cene di pesce o con menù a richiesta
In alto i calici
La regola più semplice e banale: a Natale regnano le bollicine. Scongiurato il tragico spumante da 3 euro esposto con orgoglio sulla tavola possiamo pensare a qualche vino interessante. Una buona bottiglia potrebbe anche salvarci da una discussione familiare su Renzi, Grillo e Berlusconi, la crisi del calcio italiano, i cervelli in fuga e la cattiveria della Germania. Prosecchisti Sono la maggioranza nel Veneto. Attenti sono troppi i prosecchi dozzinali; ma ce ne sono altrettanti perfettamente eseguiti. Ne sceglieremmo uno fresco e beverino per accompagnare gli antipasti.
Durelliani Stanno aumentano esponenzialmente i fan delle bollicine made in Lessini. Anche i prezzi si stanno adattando ad una produzione in continua ascesa che quest’anno ha toccato quota un milione di bottiglie. Quale scegliere? Se avete ospiti che non hanno sangue 100% della zona suggeriamo un Durello non in purezza, non tutti riescono ad apprezzare la sua acidità la prima volta.
Dolce natalizio per eccellenza, il panettone del Panificio Rossi è preparato con farina di tipo 1, ricca di fibre e con uvetta non trattata di ottima qualità. I panettoni non contengono canditi: al posto dei canditi si usa una pasta d’arancio finissima che durante l’impasto si scioglie lasciando il gusto del candito. Panettoni e pandori sono a lievitazione naturale da pasta madre.
VIA CASTELLO 3, SORIO DI GAMBELLARA, VICENZA, 36053 0444 444193
Altra specialità del Panificio Rossi è il brasadelo, dolce tradizionale di Gambellara, preparato con il vino Recioto. Il brasadelo non contiene nè aromi nè conservanti, ed è ideale da gustare tutto l’anno. Per accompagnare i pranzi delle feste non può però mancare del buon vino: Recioto, Gambellara, Cabernet e tutti i migliori vini della nostra zona si possono trovare al Panificio Rossi.
www.paneedolcitipici.it
Franciacortisti e Trentinisti La moda vuole che si accompagni a tavola una bottiglia di Franciacorta con un silenzio solenne prima di presentarla a tavola, come un momento di preghiera dando centralità ad un vino oramai presente in tutti i supermercati. Perché non alzare la testa verso il Trentino e guardare GiulioFerrari Brut riserva del Fondatore ed avere il consenso di tutti i commensali? Caro è caro ma in Trentino ha un sacco di fratelli eccellenti e con ottimi prezzi per la qualità proposta. France mon amour Acidità, purezza, terroir, sapidità, mineralità: anche se non vi ascolterà nessuno, potete sciorinare tutto il vocabolario tecnico dello champagnista moderno. Una bottiglia francese fa sempre il suo effetto. Attenzione, fatevi guidare al di fuori dei grandi nomi, cercate la piccola cantina che non vi svenerà ma farà di voi un esperto.
Per stupire Cercate il Brut Contadino Ciro Picariello, la novità che vi regalerà momenti di celebrità enologica a tavola. Questo metodo classico lo si compra rivoltato perché non subisce la sboccatura. Toccherà a voi farla per un Natale con l’inedito rito del dégorgement.
Casalinghi Chi ha voglia di andar per cantine scoprirà che il nostro territorio offre bollicine fatte con tanto amore e poche ciacole. Passate un pomeriggio a cercare quelle che fanno più per voi, perché alla fine il vino migliore sarà sempre quello che vi piacerà di più. Prosit!
Adieu Flûte? Sta scomparendo la Flûte? Al tradizionale bicchiere alto stretto e slanciato sta per toccare la stessa sorte della “coupe”, alla coppa che evoca l’ancien régime dello champagne? Le Maison di Champagne stanno progressivamente abbandonando le tradizionali flûtes per orientarsi su bicchieri da vino bianco, stesso percorso per le aziende produttrici del metodo classico italiano. Il celebre produttore di bicchieri austriaco Georg Riedel, sostiene che: “Una superficie più ampia conferisce ai vini maggiore aroma, complessità e tessitura cremosa”. Le flûtes possono anche essere belle, slanciate, eleganti e insuperabili per consentire di apprezzare la finezza del perlage, e hanno un innegabile appeal coreografico, ma, come ricorda Riedel, “sono troppo strette e non consentono all’aroma e alla ricchezza dello Champagne di risplendere” . Ma non tutti sono d’accoro il produttore francese Pierre-Emmanuel Taittinger, sottolinea la necessità per lo Champagne di continuare ad utilizzare la flûte per differenziare il prodotto dai vini tranquilli.
Idee regalo per le tue feste
· Magnum, Jeroboan di bollicine e rossi importanti
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alimentari, artigianali e regionali
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Cà del Vino S.n.c. di Bicego Renzo
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Pasticceria Majn
La pasticceria artigianale
tradizionale e senza glutine
paste e mignon, dolci, colazioni, biscotteria e buffet salato, Pane fresco al sabato Una professionalità certificata a tutti gli effetti. Questo distingue ogni giorno di più la pasticceria Majn di Arzignano tra i produttori artigianali “gluten free” del territorio, da oggi anche con riconoscimento ufficiale dell’Associazione Italiana Celiachia, che ha inserito il laboratorio di Fernanda, Anna e Diego Rancan come unico produttore dolciario veneto nella prestigiosa Guida
per l’Alimentazione Fuori Casa AIC. L’ennesimo traguardo raggiunto e superato per la pasticceria operativa dal 2000, e da tre anni impegnata nella realizzazione di prodotti adatti a tutti i tipi di attitudini verso gli alimenti, che oggi è anche pizzeria e pizzeria d’asporto nelle sere di venerdì, sabato e domenica - con tutto rigorosamente senza glutine, dall’impasto alla scelta degli ingredienti. Majn vuol dire cura degli ambienti lavorativi, privi di contaminazioni dalla preparazione alla vendita, e controllo delle materie prime, tutte “gluten free” o menzionate nel prontuario degli alimenti per celiaci: questi gli elementi distintivi della profonda conoscenza di un problema trasformato in preziosa opportunità. Croissant, pasta sfoglia, ma anche pasta fresca, la pizza, il gelato d’estate e ora pandori e panettoni a lievitazione naturale e senza aromi,
conservanti o coloranti chimici: non c’è davvero limite ai prodotti da provare nel ventaglio delle scelte anche per celiaci proposte da Majn. Che ora, dopo il glutine, punta ad abbattere anche il lattosio, altra fonte di una diffusa intolleranza, e già ridotto del 90% nella filiera di prodotti Majn. Oltre al latte intero e scremato delattosati, sono già disponibili nella linea
Da oggi anche senza lattosio della pizzeria anche la mozzarella di mucca, lo stracchino, la ricotta e il mascarpone, tutti completamente privi di lattosio. Majn, un’autentica risorsa contro le privazioni indotte da allergie e intolleranze, ma anche un’alternativa sana e di qualità per chi non vuole negarsi alimenti liberi da quelle sostanze dannose un po’ per tutti, eppure così ampiamente diffuse.
Pizzeria senza glutine e tradizionale nelle sere di venerdì, sabato e domenica
Grappe, vinriegalo e articoli
Corriere Vicentino | 68 | Speciale Enogastrononomia Arzignano Via Main, 7 Tel. 0444 674438 www.celiachiamajn.it
Alta cucina vegana
Pensate che sia impossibile coniugare la parola festa con menù vegetariano o ancora di più vegano? Parlare di alta cucina vegana non è più un paradosso o una provocazione dal momento che anche gli chef stellati si addentrano nel mondo della cucina vegana, senza carne, pesce e proteine animali. Il capostipite della cucina stellata vegana è Pietro Leemann, il cui Joia è tuttora l’unico ristorante vegetariano in Italia con una stella Michelin. Al Joia è stato organizzato il festival The Vegetarian Chance. Tra i finalisti Matteo Rizzo, una stella Michelin al Desco di Verona, che ha proposto due ricette vegane: Funghi porcini al timo in salsa di physalis e insalatina di pesche e Cre-
ma di patate con porro caramellato allo zafferano. Il più celebre piatto stellato vegano, però, rimane l’Insalata 21, 31, 41, 51 ... di Enrico Crippa. Al Piazza Duomo d’Alba raccoglie personalmente foglie, fiori e steli con cui compone il suo piatto: a seconda della giornata cambia la tipologia degli ingredienti, e anche il numero. Atri spunti per un menù verde potete trovarli nelle proposte del ristorante vegetariano più antico d’Europa, l’Hiltl di Zurigo: roll di feta e pomodorini, cocktail alla frutta di stagione e green tartare a forma di cuore…
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