Corriere Vicentino giugno 2012

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Copia omaggio / anno XIII n.6 / giugno 2012

Paolo Crepet Schwoch

Il Vicenza adesso

Farò il macellaio in Rwanda La ragazza con la valigia rossa

Quanto valgono le

nostre case?

“Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza” - 0,42 E

L’intervista


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“L’attenta e scrupolosa formazione del personale - spiega Dario Antoniazzi, Direttore After Sales Gruppo Fimauto Autogemelli -, l’adozione di strumenti tecnologici di ultima generazione, la cortesia e la puntualità, sono tutte peculiarità che contraddistinguono il Service del Gruppo Fimauto Autogemelli. Perché chi acquista BMW o MINI ha diritto ad un trattamento all’altezza del Marchio”.


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editoriale di Lino Zonin

sommario

Una scelta coraggiosa Mensile d’informazione Registrazione del Tribunale di Vicenza n° 965 del 12-01-2000 - Editrice Millennium s.r.l. 40.000 copie certificate Direttore Responsabile Stefano Cotrozzi. Caporedattori Nicoletta Mai, Marta Massignan. Caporedattore sportivo Stefano Canola. Caporedattore economia Elisabetta Badiello. Redazione: Federico Gobetti, Roberta Costantini, Alessandra Groppo, Silvia Maculan. Editorialisti Lino Zonin, Alberto Fabris, Elisabetta Badiello, Gianfranco Sinico. Art director Alessandra Peretti. Grafico Amos Montagna. Stampa: Centro Stampa Editoriale Grisignano di Zocco (VI) Redazione e Sede legale Piazza Campo Marzio, 12 - 36071 Arzignano (VI) tel. 0444 450693 fax 0444 478247 e-mail: info@corrierevicentino.it Per la pubblicità: Alberto Faccin 335 5319350 Aristide Crema 320 0522400 Federico Hanard 335 5293582 Monica Dall’Omo 340 6717242 Nicola Rassu 345 4990596 © 2011 Le immagini ed i testi sono di proprietà riservata della rivista. Ne è vietata a tutti la riproduzione totale o parziale e l’uso pubblicitario in altra sede. L’editore è a disposizione dei proprietari dei diritti su eventuali immagini riprodotte, nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere debita autorizzazione. Questo giornale è stampato su carta certificata FSC. Il marchio FSC identifica i prodotti contenenti legno proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.

Non occorreva essere dei maghi della politica per pronosticare la vittoria del candidato grillino alle comunali di Sarego. Bastava aver assistito al comizio-show del barbuto santone in una piazza don Lago stracolma di folla ridente e plaudente. Lui, Beppe Grillo, come sempre arruffato, affannato e sudato che sparava ad alzo zero contro la politica dei partiti; Roberto Castiglion e i suoi amici di lista che, due passi dietro il predicatore, si godevano l’irripetibile promozione; il popolo, incalzato dalle cartelle di Equitalia e devastato dalle quotidiane notizie sugli scandali, che sussultava all’urlo “Italiani!” lanciato con sempre minore ironia dall’oratore. Il tutto all’ombra di villa La Favorita, solo due mesi prima scrigno istituzionale del Parlamento del Nord, restituita senza tanti rimpianti alla più idonea e venale funzione di contenitore per matrimoni o per convention di venditori. La sconfitta dei partiti Le elezioni che si sono svolte due settimane dopo hanno confermato le sensazioni di quell’assolato pomeriggio. I vecchi partiti - presenti, come arcigni custodi, dietro le quinte - hanno ricevuto una solenne bastonatura e ora Sarego è in mano a un gruppo di ragazzini che “non hanno mai fatto politica” ma che in qualche modo, adesso, dovranno cominciare a farla. Fuori dal cerchio magico Roberto Castiglion e i suoi amici hanno davanti a loro una strada in salita, ma a spingerli c’è una grande speranza: quella che i ragazzi si diano finalmente da fare, escano dal “cerchio magico” che si forma davanti a tanti bar e che a volte sembra l’unica cosa che li interessa davvero, per guardare in faccia il mondo dei grandi e cercare di migliorarlo. Abbiamo capito che i vecchi arnesi della politica sono spuntati e che ci vogliono utensili nuovi e più appuntiti. Li usino, i ragazzi di Sarego, approfittino di questa occasione, facciano capire a tutti che i giovani sanno guardare in faccia la realtà e che sono capaci di scelte coraggiose.

Inchiesta Come va il mattone?

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L’INTERVISTA Paolo Crepet

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focus La Valigia Rossa

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arzignano Come negli USA

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crespadoro È nato il Consorzio

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Montecchio Il progetto per uno skate park

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MONTEBELLO La questione del dosso

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ov vicest tinen o

Zermeghedo Una sede per il Consorzio delle Pro Loco

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LONIGO Che aria tira sulla Pro Lonigo?

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sarego Sindaco a tempo pieno

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noventa 30 km di ciclabile

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sossano Italo e il primo amore

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Barbarano No al casello senza bretella economia 70 Stato debitore CALCIO 73 Sarego e Montecchio giù, ride San Pietro CALCIO A 5 E VOLLEY 74 La festa di Arzignano Grifo e Orgiano


Made in vicenza

vipera con garbo

Mario Lavarra*

Elisabetta Badiello

Bravo nonno!

Quali distorsioni? * Presidente Nazionale Onorario FIAIP

Noventa

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anfi nella veste di nonno Libero ha senz’altro contribuito a rinvigorire l’immagine di un ruolo che non teme crisi. Il nonno ci riporta alla cosiddetta “terza età”, quella fase della vita che nel tentativo di essere esorcizzata ha ormai perduto l’appellativo di vecchiaia. L’anziano è una persona da ammirare: per la vita che ha vissuto, la forza di arrivare fino a dove è arrivato e in molti casi per la tenacia nel guardare avanti. Mi piace vedere chi invecchia senza farsi violenza, assaporando quello che il tempo gli ha dato. Per contro mi disturba che si ricorra a una rigida distinzione delle tappe della vita come espressione di pregiudizio. Quante volte ci siamo detti: per fortuna che ci sono i nonni! Quello del nonno è un vero e proprio ruolo sociale. Nella società contemporanea “vecchio” e “inutile” sono un binomio ricorrente. Forse alla base del senso d’inutilità di molti anziani è proprio l’idea di non ricoprire più una funzione sociale, quella mancanza di scopo che minerebbe l’equilibrio psichico anche di una persona semplicemente matura. Il nonno svolge invece un compito complementare rispetto a quello del genitore. I nonni viziano, sono permissivi, mostrano che esiste anche il godimento e il diletto in quanto liberi dalla responsabilità di allevare e dalle relative tensioni. Nonno è bello, è un ruolo da valorizzare. E per coloro che non possono contare sui nipoti potrebbe essere proposta la figura del nonno in affitto. Sono certa che rappresenterebbe un ottimo ammortizzatore familiare.

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iamo al quinto anno di recessione e se i prezzi delle case dovessero coincidere con le previsioni fatte constateremmo oggi un quarto dei valori del 2008, ma così non è. Nell’ambito del mercato immobiliare era già iniziata una rivoluzione epocale dove si stavano delineando diversità di valutazione immobiliare ad esempio tra il vecchio e il nuovo, dove, nel nuovo, la qualità costruttiva è aumentata in maniera esponenziale. E’ chiaro che determinate unità abitative siano destinate a flessioni di mercato, vuoi perché superate per concetto edilizio o vuoi perché penalizzate per ubicazione in aree che avevano già poco mercato prima. È chiaro che le vendite in Italia sono diminuite da qualche anno a questa parte ma nessuno mette in evidenza che nel 2011 sono state effettuate tante compravendite immobiliari quante nel 1999, quando il nostro Paese godeva di buona salute economica. E’ giunta l’ora di smetterla di azzardare previsioni sul futuro del mercato immobiliare, o c’è qualcuno a cui fa comodo che queste voci circolino? Per effetto di queste informazioni aberrate molti potenziali acquirenti si sentono autorizzati a credere che sia loro diritto offrire per l’acquisto casa prezzi al ribasso del 20 o del 30%, con la conseguenza che difficilmente concluderanno un acquisto. A questi comportamenti si aggiungono quelli di alcuni operatori abusivi della mediazione che, pur di concludere l’affare, antepongono il proprio tornaconto e fanno di tutto per convincere i venditori che il mondo immobiliare sta andando a rotoli. I rilevamenti dei valori immobiliari in provincia dimostrano generalmente che il panorama non è florido, ma non è nemmeno catastrofico come lo si rappresenta.

Mo ntebello

Un signore che saliva Una ragazza che non Un ragazzo che ha e scendeva sempre e riusciva a partire. Un ragazzo che si è firmato “al rigo sette” solo dalla parte del Aveva dimenticato di presentato in ciabatte al posto di scrivere passeggero. accendere il motore. in pieno inverno. il proprio nome.


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Gianfranco Sinico

Stefano Canola

Ti ricordi di Sinico?

Gli Europei secondo Petrini

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ltro che galantuomo: il tempo, diciamolo, è spesso senza pietà. I suoi segni marchiano senza scampo visi e sagome e, soprattutto, sciupano ineluttabilmente cervelli e memorie. Succede che un vecchio compagno di merende, di caserma o di oratorio si faccia vivo dopo decenni con la formula maledetta: “Non indovinerai mai chi ti sta chiamando!”. Tergiverso imbambolato mentre all’altro capo del filo qualcuno sghignazza fino a quando si decide a dirmi il suo nome… Buio completo! Allora lui sbotta come avesse a che fare con un imbecille: “ Ma come, non puoi aver dimenticato. Eravamo inseparabili… Ti ricordi quella volta…”. È il tempo: io non so se i danni maggiori li abbia sofferti io o il mio telefonista sconosciuto. Forse effettivamente abbiamo convissuto qualcosa, purtroppo inutilmente. Che pena! Sui gradini del tempo si sono persi via via le parole, le azioni, i profumi, i rumori, i colori di una vita, lasciando solo qualche macchia e qualche eco qua e là. Così la vecchia Mirella non si ricorda di essere stata per me una mezza morosa. L’ho forse solo agognata? Mah! Come sabato scorso: all’uscita di un cinema di città mi sono imbattuto in un mio vecchio compagno di liceo. “Orlandi! – chiamo – Tu sei Orlandi, vero?” “Certo, ci conosciamo?” Accattivante gli mormoro: “Ti ricordi di Sinico?”. Fulminea la risposta: “Come no! E’ tuo amico?”. Dopo averlo convinto che ero io, mi presenta a sua moglie: “Cara, questo è Sinico, un mio vecchio compagno di scuola. Gli passavo sempre i compiti di latino”. Se c’è stato qualcuno che mi ha passato il compito di latino non è stato certo Orlandi, lo studente più tordo che mai si sia affacciato sul Bacchiglione. Ma ne era convinto, ed ho lasciato credere alla signora che suo marito sia stato un indimenticabile genio. Eh, sì! Il tempo è anche perfido. E qualche volta pure stronzo.

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Marcello Lippi allenerà a Canton, contratto di 3 anni a 10 milioni di euro a stagione. Un paio di buone notizie anche per noi: 1) probabilmente ce lo risparmieremo come commentatore agli Europei; 2) vedendo il suo sorriso beffardo, potremo mandarlo a quel paese (la Cina) senza offendere nessuno.

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Qual è la cosa più divertente vista durante le prove di guida?

Ma va’ in Cina!

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ando sfogo al masochismo residuo (il resto l’ho usato per scegliere la squadra del cuore), preparo l’animo ai prossimi campionati europei con i libri di Carlo Petrini. Non c’entra Slow Food: al contrario, l’ex centravanti di Milan, Torino e Bologna era un amante degli eccessi, epicentro di storiacce dal calcioscommesse che inguaiò Paolo Rossi in giù. Petrini, morto da poche settimane, trascina “Nel fango del dio pallone” un’intera categoria, raccontata a microfoni spenti, antidoping distratto e tifosi lontani. Le tifose no, quelle vanno bene e non solo per gli autografi. Se credete ai campioni commossi quando lasciano la maglia adorata, o festevoli con moglie e figli per mano sul campo, vinta la battaglia, evitate la lettura. “I pallonari: zone grigie, fondi neri e luci rosse”. Molti saranno diversi da lui e dalle sue descrizioni, ma dubito che inventi di sana pianta. Di un’ampia zona grigia, tra gioco e giocate, si discute in questi giorni nei tribunali. Magari Cesarone ci porta in trionfo, di scommesse non si parlerà più e i colpevoli riceveranno la grazia, proprio come successe a Petrini nel 1982.

Mo ntecchio

Bar barano

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Lonigo

Due gemelle: una brava e una no. E quella brava si fingeva la sorella.

Un ragazzo che confondeva il freno con l’acceleratore.

Una ragazza che mi ha chiesto se doveva girare alla mia destra oppure alla sua.

Aver fatto prendere la patente a Luca Lazzari.


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L’ombrello Ma guarda, il Parlamento italiano ha deciso, dopo lungo pensare, mediare, riflettere, tergiversare, appianare, convergere, divergere, spalmare, ritirare, avanzare, insomma dopo un bel po’, che il rimborso pubblico ai partiti verrà dimezzato. Per un nanosecondo la mia ormai confusa e balbettante sfera emotiva ha reagito facendomi provare qualcosa che assomigliava alla commozione, poi però, un nanosecondo dopo, alcuni neuroni superstiti e galleggianti nell’iperspazio della mia calotta cranica si sono scontrati tra loro accendendo la fiamma del ricordo. 1993: fedele referendario mi reco per l’ennesima volta rassegnato alla solita sconfitta, e invece toh, il miracolo: il referendum per l’abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti ottiene il 90,3% dei sì. Novanta virgola tre per cento! Una cosa mai vista, e allora cos’è successo? I partiti si sono dati all’accattonaggio, si sono affidati alle contribuzioni dei sostenitori? Hanno assalito banche e uffici postali? No, hanno fatto una cosa facile facile: hanno cambiato nome del finanziamento in rimborso, e in poche mosse si sono sestuplicati i soldini destinati alle loro casse: mancava solo il gesto dell’ombrello. Dunque dimezzandoli oggi, diciamo che si sono accontentati dell’averli triplicati, manca solo il gesto dell’ombrello...

Dove mi siedo? Vinicio Trend Per ogni evento che si rispetti è fondamentale saper curare la disposizione degli ospiti al tavolo. In assenza di cerimoniere, il mezzo più efficace per organizzare tale assegnazione è il tableau. Dimentichiamoci i cartelloni scolastici e i nomi troppo fantasiosi assegnati ai tavoli, come ad esempio: il tavolo delle lasagne ai funghi, anche perchè risulta antiptico dire all’ospite: ”Lei al tavolo della lasagna”. Per molte coppie realizzare il “tableau mariage”

rappresenta una vera seccatura. Per creare un buon tableau bisogna innanzitutto pensare all’amicizia e alle simpatie che intercorrono tra ogni singolo ospite: dal loro benessere, infatti, trarrà giovamento la sicura riuscita della vostra festa. Tale scelta metterà a dura prova “l’inventiva” degli sposi ma con un po’ di attenzione e delicatezza il gioco, anzi il tableau, è fatto. Senza dubbio è uno strumento molto utile perché eviterà la corsa ai tavoli, posti vuoti e coppie divise per colpa di posti rimasti spaiati. Insomma, il tableau è fondamentale per la riuscita del matrimonio perché un tale evento importante non diventi un incubo di pubbliche relazioni per gli ospiti!

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14 | Opinioni

VOTANTONIO Mauro Pasquali

Cotto e mangiato Minyak Palem si stiracchiò cercando di svegliarsi dal lungo sonno. Cercò di capire dov’era: le pareti metalliche gli ricordavano qualcosa ma non riusciva a capire cosa. Non capiva dove fosse. Improvvisamente una luce rischiarò il luogo metallico in cui si trovava una fonte di luce che proveniva da un punto verso cui era come attirato in modo irresistibile. Anzi: obbligato ad avvicinarsi sempre più, visto che il luogo in cui si trovava aveva assunto una posizione inclinata. Si trovò in un altro luogo, molto caldo, quasi da ustionarsi. Improvvisamente realizzò cosa stava succedendo: stava letteralmente cuocendo! Quando mangiamo un biscotto, una patatina o un gelato, quando usiamo un sapone o un detersivo troviamo quasi sempre Minyak Palem. Minyak Palem in indonesiano vuol dire olio di palma, quello che, di solito etichettato come olio vegetale, troviamo in molti prodotti alimentari. Minyak Palem arriva soprattutto dall’Indonesia e dalla Malesia, dove le coltivazioni intensive accelerano la distruzione delle foreste pluviali. Nel 1960 l’82% dell’Indonesia era ricoperto da foreste umide, nel 1995 la percentuale era scesa al 52% e oggi a meno del 48%. L’olio di palma è uno dei pochi olii vegetali con un alto contenuto di grassi saturi, i principali acidi grassi che alzano il livello di colesterolo, aumentando i rischi di coronaropatia. Ricordiamoci di questo quando compriamo una merendina confezionata per i nostri bambini.

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sex in vicenza info@corrierevicentino.it Cari Elena e Paolo, la mia fidanzata quest’estate andrà in vacanza con le sue amiche. Hanno cominciato a gennaio a parlarne e alla fine hanno deciso: una settimana in Sardegna, mare, relax e nulla più. Hanno già prenotato, andranno in agosto. Quattro donne in Sardegna in piena movida agostana! Secondo voi devo preoccuparmi? Non fraintendetemi: siamo fidanzati da tanti anni, il nostro è un rapporto stabile e ci fidiamo l’uno dell’altra. E poi è giusto che lei si prenda qualche spazio con le sue amiche. O no? Giovanni di Arzignano Elen

Feisbuc girl Nome Lisa Sandri Età 25 anni Vive a Trissino Situazione sentimentale Fidanzata Lavoro Studentessa e valletta TVA

Sport praticato Pole dance Cibo preferito Cioccolato Citazione preferita Mai si sa... In TV guardo I Simpson e Le Iene Cose di cui non puoi fare a meno Scarpe e vestiti nuovi

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Caro Giovanni, preoccupati solo se dopo una settimana non torna, prima stai sereno. Anzi, approfitta dei giorni in cui sarà lontana per stare con i tuoi amici e per fare quelle cose che con lei non faresti mai (tipo stare tutta la sera sul divano a nutrirti di birra e patatine o vagare per un’intera giornata in casa in mutande). Credimi: è vero che ci si accorge di ciò che si ha solo quando ci manca. Quindi preparati a dimostrarle quanto ti è mancata: sarà ancora più bella, abbronzata e rilassata. Dalle un “bentornata” di quelli che non dimenticherà. Buona estate, Elena

La ragazza Barbie. Valeria Lukyanova è una giovane modella ucraina che, grazie a 800mila dollari spesi in chirurgia estetica, si è trasformata in una Barbie vivente. Sco

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Caro Giovanni, a giudicare dalla tua malcelata ansia sembra proprio che non ti fidi della tua ragazza. Bada bene, non c’è nulla di male nel non saper gestire queste situazioni, però penso che tu ti stia sbagliando di grosso. Perchè non riesci ad essere felice di sapere che la tua ragazza passa delle piacevoli vacanze con le sue amiche? Potrebbe trovare un nuovo fidanzato ogni settimana in palestra... Quindi vive lascia vivere! Però fai in modo che quando tu andrai ad Ibiza con gli amici, lei si comporti allo stesso modo. Un abbraccio, Paolo

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tutti i nominativi suddivisi alfabeticamente secon-

un’associazione alla quale partecipano soggetti pub-

do la località e con una ricca simbologia a icone

blici e privati allo scopo di promuovere le risorse

studiata

enogastronomiche, naturalistiche e culturali dei no-

per identificare al

stri colli. Il progetto di una guida turistica, giunto

meglio i servizi. La

quest’anno alla sua seconda edizione, rafforza il bi-

guida, scritta in ita-

nomio territorio-

liano e in inglese, è

prodotto, riassu-

completata da una

mendo

l’intera

mappa

offerta

turistica

dei Colli Berici che

dei Colli Berici e

mette in evidenza

tutte le strutture

le strade del vino,

ricettive dei soci

i luoghi d’interesse

aderenti.

e i prodotti.

“La Guida alla

apposta

turistica

“All’interno – con-

delle

clude Rino Polacco

enoga-

– sono presentati

stronomiche dei

anche due appun-

Colli Berici – ci

tamenti importan-

spiega il presi-

ti: la 90 miglia dei Berici, una gara d’auto d’epoca

dente della stra-

lungo il percorso della strada dei vini programmata

da Rino Polacco

per il 24 giugno, e Gustus Itineris, una manifestazio-

– è un libretto di

ne che unisce vino, arte e buona cucina locale e che

facile lettura, un

quest’anno si terrà il 27 e il 28 ottobre”.

valido strumen-

La guida turistica dei Colli Berici si trova gratuita-

to di aiuto per

mente in libreria, preso gli uffici turistici e nei gaze-

chi vuole orien-

bo informativi che l’associazione allestisce durante

tarsi meglio nel-

le manifestazioni culturali della provincia di Vicenza.

scoperta tipicità

Palazzo Pisani Piazza Garibaldi, 1 36054 Lonigo (Vi)

Tel. 0444 896598 info@stradeivinicolliberici.it www.stradadeivinicolliberici.it


vicenza

Marijuana in Campo Marzo

Un vecchio detto dice “se vuoi nascondere qualcosa mettila in bella vista”. Questo deve aver pensato chi ha piantato un pianta di cannabis in Campo Marzo. L’hanno trovata i carabinieri durante i controlli abituali della “zona calda” per lo spaccio in città. E chissà, probabilmente la pianta, alta una quarantina di centimentri, è stata anche innaffiata e curata dagli operai del Comune.

Montebello

Amore folle su ruote

L’amore fa fare pazzie. Anche troppo. Sonia Bernardini, 45 anni di Montebello, ha cercato in tutti i modi di conquistare il cuore di un giovane autista di pullman. Oltre alle telefonate e all’apparire in ogni momento, per cercare l’attenzione del ragazzo, la donna era arrivata a prenotare un’intera gita collettiva e presentarsi da sola. Salute Aveva anche “rubato” le targhe dell’auto dell’uomo e l’aveva miVicenza AIDS nacciato con una pistola giocattoVicenza detiene il record di malati di Aids lo, pur di averlo tutto per sé. Ma del Veneto: 839 dal 1982, quando comparnon c’è stato niente da fare, alla vero i primi casi. Ora però di Aids non si fine Sonia è stata condannata (per muore più. L’identikit del sieropositivo il furto delle targhe) a sei mesi medio è uguale a quello del resto del paese: con sospensione condizionale eterosessuale, tra i 30 e i 50 anni. della pena.

M o n t e cc h i o

Parco riaperto

Il parco di via Volta è libero. Le forze dell’ordine sono intervenute per sgomberare il bar nel mezzo dell’area verde, che il gestore aveva trasformato in dimora. L’uomo infatti, si era stabilito all’interno del bar, chiuso da tempo, e l’aveva trasformato in casa “per paura dei furti”, a detta sua. Dopo la notifica di sgombero da parte del comune i gestori del locale si erano barricati dentro alla struttura, intenzionati a non uscire. Alla fine però i Carabinieri e la Polizia locale sono riusciti a far sgomberare l’area, rendendo di nuovo il parco utilizzabile dai cittadini.

un mese di notizie in Breve

a cura di Federico Gobetti

Arzignano

Ha aspettato che entrasse nella sua traiettoria e ha sparato. Francesco Ongaro, 67 anni, di Arzignano ma da anni residente in Germania, non ha più retto. L’eredità di famiglia, il bar Marconi di Arzignano, secondo lui, gli era stato soffiato via sotto il naso. Tutto ormai era nelle mani del marito della sorella, Ciro Rossettini, 46 anni

Corriere Vicentino |

18 | Notizie in breve

di Costo di Arzignano. Era tornato in Italia per risolvere la faccenda ma, a quanto pare, niente era stato risolto. Ecco allora la decisione di appostarsi fuori dalla casa del cognato, in via Betulle di Costo, all’interno della sua macchina, con un fucile. Due colpi. Il cognato si accascia per terra e l’omicida si allontana velocemente. Nelle vicinanze stava passando una pattuglia della Polizia Locale di Arzignano che si è lanciata all’inseguimento della vettura tedesca rintracciata dopo un chilometro e mezzo e ha arrestato l’assassino.


Scoperto cibo avariato Fortuna che sono intervenuti in tempo gli agenti della Guardia di finanza, altrimenti le 130 tonnellate di cibo avariato sarebbero finite sulle tavole di scuole e mense di tutto il Veneto. Il caso riguarda l’operazione “Dirty Food” che vede coinvolta l’azienda “Superchef” di Torri di Arcugnano, la quale si occupa di smercio di alimenti all’ingrosso. La ditta acquistava cibo scaduto e lo rivendeva a prezzo maggiorato a supermercati e grossisti.

Punizioni Finite le lezioni di terza media il nipote va a casa dei nonni, dove resta fino a sera. Gli anziani avevano notato che in casa mancava sempre qualche soldo. Il sospetto era sul ragazzo. Il nonno segue il giovane e lo vede recarsi all’edicola e comprare un film porno. Una volta a casa l’anziano interroga il ragazzo che nega i fatti. Il pensionato si arrabbia e picchia il giovane, che cade dalle scale e si rompe una gamba.

M o n t e cc h i o

Maniaco di prostitute

Un uomo, italiano, sulla trentina, seguiterebbe a girare tra le prostitute di Alte e a riprenderle con una telecamera. E a quelle che non vogliono essere filmate mostrerebbe una pistola infilata nei pantaloni. Inoltre l’uomo preferirebbe le prostitute africane. Le lucciole sono spaventate dalla presenza del maniaco, soprattutto per il fatto che gira armato. Ricordando che qualche anno fa nella stessa zona era stata uccisa una giovane africana, il cui assassino non è mai stato trovato.

OK alle coppie di fatto Le coppie di fatto sono “un fatto” a Vicenza. Il sindaco Achille Variati ha firmato il consenso alla costituzione delle “famiglie anagrafiche”. Dal primo giugno le coppie di fatto possono ottenere un riconoscimento come “persone coabitanti legate da vincoli affettivi” che siano etero o omosessuali, non fa differenza. A queste coppie verrà data un’attestazione che consentirà, tra le altre cose, l’assistenza medica ospedaliera della persona amata, l’accesso ai servizi pubblici e le agevolazioni previste per le coppie regolari.


i n c h i e s ta

Come va il mattone? La crisi economica, la scomparsa del posto fisso, la nuova tassa sulla casa stanno influenzando negativamente il mercato immobiliare italiano che sta vivendo una fase di regresso. Vicenza, però, sembra leggermente in controtendenza ed è ancora considerata un’isola felice.

A

di Federico Gobetti, Alessandra Groppo e Federico Tosato

Anche se in fase di regresso la situazione del mercato immobiliare vicentino è meno negativa rispetto al panorama nazionale: le vendite infatti sono calate dopo gli anni del boom, cha ha avuto il suo apice nel 2006, ma i dati di compravendita delle case, nonostante l’assenza quasi totale dei finanziamenti, sono stabili dal 2009. Come possiamo descrivere il mercato immobiliare vicentino in questo momento? Oggi - ci spiega Giorgio Raniero, consigliere nazionale FIAIP (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali) - il mercato immobiliare sta registrando un leggero calo: è scomparso il target di domanda medio-bassa, ovvero appartamenti usati, ristrutturati o piccoli, mentre rimane attivo il mercato madio-alto e di nicchia. Al giorno d’oggi sul mercato si trova veramente di tutto: terreni, case usate e case nuove in abbondanza perché chi possiede cerca di vendere per monetizzare. Peccato che quello che manca è proprio la domanda. Come mai è sparita la domanda di case? Principalmente per fattori economici. Le banche sono uscite dal mercato immobiliare e non concedono più prestiti come 5 o 6 anni fa: ora se una banca decide di finanziare un progetto casa interviene solo per il 50-60% dell’intera cifra e questo fa sì che possano acquistare casa solo coloro che possiedono già capitali da investire. Anche l’IMU ha influenzato il mercato immobiliare? Per ora l’IMU ha causato solo grandi dubbi e forti perplessità - spiega Mario Lavarra, presidente onorario FIAIP - e ha scoraggiato chi voleva acquistare una nuova casa perché non si conosceva l’importo della tassa. Oggi invece sappiamo che l’IMU medio sulla prima casa sarà inferiore ai 100 euro, mentre quello sulle seconde case sarà inferiore ai 390 euro. Stiamo ancora aspettando, però, una risposta dalle amministrazioni comunali che potrebbero decidere di modificare l’imposta sulla seconda casa nell’ipotesi di immobile sfitto. Questi cambiamenti hanno portato ad una diminuzione dei prezzi degli immobili? Sì e no… Il prezzo degli immobili che ancora hanno un forte piazzamento sul mercato non è diminuito, mentre è in calo il prezzo degli immobili che non si riescono a vendere in quanto i proprietari, pur di guadagnarci qualcosa, sono disposti ad abbassare i prezzi dei lotti. Corriere Vicentino |

Il prezzo degli affitti, invece, continua a rimanere basso e speriamo che non cresca a causa del grosso numero di richieste. Chi può ancora permettersi una casa al giorno d’oggi? Purtroppo l’acquisto di una nuova casa è un privilegio riservato a pochi - dice Gianfranco Stocco, presidente provinciale FIAIP -. Riesce ad acquistare chi riesce a monetizzare capitali oppure chi ha già dei risparmi messi da parte. Ricevere un mutuo è davvero difficile: le banche richiedono la sicurezza di un posto fisso in un’azienda che funzioni bene e almeno la metà dei soldi sul totale. I giovani si affacciano al mercato dell’acquisto solo se hanno dei genitori che li sostengono alle

Costo case nuove

Costo affitto

Curiosita

20 | Inchiesta

+ Arzignano (2.000 euro al mq ) 2

- Gambellara (1.600 euro al mq ) 2

+ Arzignano (6.000 euro all anno) - Gambellara, Brendola (5.400 euro all anno)

Comprare una casa da ristrutturare a Brendola (1.000 euro al mq2) e piu costosa che ad Arzignano (900 euro al mq2)


spalle, altrimenti puntano sull’affitto. Quali sono le tendenze? La tendenza è quella di comprare un appartamento in una zona ricca di servizi e di verde: la nostra provincia, infatti, è ancora un’isola felice grazie al giusto equilibrio tra spazi verdi e aree edificate. Si sono poi distinti sul mercato quei costruttori che si sono adeguati ad una clientela esigente in fatto di risparmio energetico con nuove tipologie di impianti di riscaldamento, di condizionamento e d’isolamento acustico. Si cerca, insomma, di costruire appartamenti ad alta efficienza energetica: hanno un costo maggiore ma il cliente di oggi pone molta attenzione al rispetto dell’ambiente. Quali sono i paesi della provincia in cui si vende di più? Non abbiamo una statistica che possa determinare una classifica dei comuni in cui la vendita di immobili risulti più significativa - spiega Renato Guglielmi, delegato provinciale FIAIP -. Sicuramente, grazie al grosso flusso abitativo, soffrono meno il calo di vendite i comuni più sviluppati e quelli ad essi limitrofi. Come sarà il futuro del mercato immobiliare? Oggi ci sono più appartamenti de vendere che richieste di acquisto, per cui dobbiamo rivedere l’intero mercato e trovare nuove modalità per farlo rifiorire. Speriamo di trovare con il tempo la modalità giusta per poter uscire da questa regressione; per ora, chi ha la possibilità può cogliere ottime occasioni.

Area Berica Costo case nuove

Costo affitto

Immobili in vendita + 8,1 %

Numero di transazioni - 4,2 %

Andamento dei prezzi - 3,9 %

Previsione dei prezzi per il 1 semestre 2012 - 2,1 %

+ Lonigo (1.700 euro al mq ) 2

- Orgiano (1.250 euro al mq ) 2

+ Lonigo (5.400 euro all anno) - Alonte, Noventa, Orgiano, Pojana, Sarego (4.800 euro all anno)

Comprare una casa da ristrutturare

Fonte: Osservatorio Immobiliare della Regione Veneto

Curiosita a Castegnero costa solamente 450 al mq2

Corriere Vicentino |

21 | Inchiesta


l

Scambio di case

La premessa è banale: è ogni giorno più complicato vendere (e acquistare) casa. Se poi l’abitazione che si intende vendere misura quasi 400 metri quadri distribuiti su 3 piani, ha solo 8 anni di vita ed è circondata da un giardino, il tentativo si rivela improbo. Ne sanno qualcosa Alberto e Michela, i quali, dovendosi trasferire da Campiglia a Sossano, si sono rivolti ad un’agenzia immobiliare per trovare un acquirente interessato a comprare la loro casa e poter acquistare un’abitazione più piccola. Peccato che, al termine della visita in giro per la casa, la risposta fosse sempre la stessa: “La casa è bellissima e spaziosa, ma la richiesta economica è fuori dalla nostra portata”. Col passare dei mesi sembrava sempre più improbabile giungere a una soluzione, ma proprio allora a contattare l’agenzia è stata una famiglia sossanese alla ricerca di una casa più grande proprio a Campiglia. È parso subito chiaro a tutti che una famiglia era proprietaria della casa che interessava all’altra. Svolte le pratiche burocratiche non è rimasto da effettuare che il trasloco, un’esperienza surreale, dacché i due immobili dovevano essere sgombrati contemporaneamente: le

l

due famiglie hanno coordinato insieme gli spostamenti dei camion carichi degli arredamenti casalinghi. Soluzione anomala, ma certo ideale, poiché la famiglia che è entrata in possesso della casa economicamente più impegnativa ha alleggerito il proprio conto corrente solo della differenza di quotazione dei due immobili. L’Agenzia Immobiliare Berica di Sossano, che ha seguito la trattativa, spiega come sta andando il mercato immobiliare. “Nel complesso il mercato reagisce alla crisi, ma vi sono campanelli d’allarme: rispetto alla vendita sono in aumento gli affitti, perché la preoccupazione relativa all’economia famigliare scoraggia l’alienazione, perché molte coppie si ritrovano coi mutui bloccati e perché l’incertezza generale rimanda la scelta dell’acquisto”. Il mercato contempla altre modalità di acquisizione di immobili, come capitato a Michela e Alberto? Generalmente no, certo eccezioni come la loro ci sono, masono rare.

La casa in legno

La casa in legno piace sempre di più ai vicentini. Lo dicono i dati di Assoveneta Costruttori Case in Legno, associazione con sede a Vicenza: quattro edifici nuovi su dieci sono in legno e in provincia sono sempre di più le persone che scelgono questa soluzione per la loro nuova casa. Si stima che nel 2015 le nuove case in legno supereranno quelle in muratura. Ma perché preferire questa soluzione? Lo chiediamo a Giampaolo Dalla Via, presidente dell’associazione. “I vantaggi sono tanti. La casa in legno è più salubre: non utilizza materiali chimici, né intonaci o calcestruzzi. Non trattiene l’umidità e ha quindi un grado di vivibilità molto elevato. Poi consente il risparmio energetico: contiene il calore in inverno e resta fresca d’estate. È silenziosa e isolata dai campi magnetici. Inoltre ha naturali caratteristiche antisismiche ed è soprattutto ecologica. Ecologica? Non si tagliano alberi per realizzarla? Sì, ma il legno utilizzato proviene da foreste sostenibili, ovvero in cui gli alberi vengono piantati e lasciati crescere in maniera naturale. La foresta è divisa in aree, quindi, quando si tagliano alberi da un’area in un’altra se ne piantano. La casa dura negli anni? E quali sono i costi? Il legno è un materiale naturale, quindi si adatta molto meglio della muratura ai cambiamenti climatici. La casa in le-

Corriere Vicentino |

gno dura anche di più di una tradizionale. Basti vedere Venezia, che è costruita su dei pali... A parità di qualità i costi di una casa prefabbricata in legno, sono addirittura inferiori a quelli di una casa in muratura o altro materiale. Una curiosità: la casa in legno non è a rischio d’incendio? Il rischio è lo stesso di qualsiasi casa in muratura. Comunque il legno quando prende fuoco ha un comportamento più prevedibile rispetto ad altri materiali: carbonizza lentamente a velocità costante, non si sgretola collassando come il mattone e nemmeno si contorce fondendosi come l’acciaio, quindi anche in questo caso la casa in legno è più sicura di altre.

22 | Inchiesta



Paolo

Crepet Dalla laurea con Franco Basaglia al salotto mediatico di Porta a Porta, Paolo Crepet è affascinato dai recessi più oscuri della mente umana.

di luisa nicoli

S

ta scrivendo il suo ventesimo libro. Che uscirà dopo l’estate. E stavolta parlerà di amicizia. Ma Paolo Crepet, medico e psichiatria, scrittore e commentatore televisivo per Rai 1, nato a Torino nel 1951 ma veneto doc, è soprattutto colui che sonda l’animo e la mente umana. Figlio di un medico professore e pro-rettore all’Università di Padova, non ha avuto dubbi quando si è trattato di scegliere la propria strada. “Il rapporto persona/dolore è in qualche modo parte del mio Dna probabilmente – racconta lo psichiatra Paolo Crepet –. Fin da bambino ho visto ospedali, dove andavo a prendere mio padre, e già lì era scattata una certa curiosità che, finito il liceo, mi ha portato ad iscrivermi senza esitazione a medicina”. Alla psichiatria com’è arrivato? “La psichiatria è venuta subito. Sono stato sempre più curioso e affascinato dalle persone che non dalla materia. E quando ho incontrato un neurologo, il professor Franco Basaglia (il riformatore della disciplina psichiatrica in Italia, ndr), con il quale mi sono laureato, è iniziato tutto”. Lei ha vissuto tante esperienze lavorative diverse. “Per una serie di occasioni abbastanza fortuite ho collaborato con l’Organizzazione mondiale della sanità, esperienza che mi ha portato in giro per il mondo e che mi ha dato la possibilità di aprire gli occhi, di sprovincializzarmi. Da lì mi sono occupato di suicidi, poi di giovani, di rapporti generazionali, di problemi educativi”.

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I libri, l’insegnamento e il progetto Scuola Genitori. “L’idea è nata proprio qui, da una delle tante conferenze che faccio in giro per l’Italia. Io poi sono veneto e forse la vicinanza culturale, di simpatia reciproca con i dirigenti della Confartigianato di Vicenza, ha influito. Si parlava di preoccupazioni legate al passaggio generazionale in azienda, per me era un problema squisitamente educativo e così siamo partiti. Un progetto che sta in piedi da nove anni, che ha avuto la possibilità di espandersi e che è elemento di grande gratificazione per loro e anche per me”. E poi la televisione, il contratto con Rai 1 e la cronaca nera che attira sempre di più. “Il voyerismo c’è sempre stato. Quando c’è un incidente in autostrada, sono tutti in fila per vedere se la vittima è viva o morta. Siamo fatti così, guardoni non assistenziali. Tiriamo dritto se c’è una persona riversa sul marciapiede, non siamo disposti a dare una mano ma un’occhiata sì. E i media riflettono questo”. Cronaca nera e gossip. “Siamo curiosi. Vogliamo sapere cosa ha combinato il figlio del politico, se quell’altro ha l’amante. Non ci occupiamo del futuro della politica italiana, ma dell’aspetto ricreativo. Naturalmente il gossip impegna meno il cervello della prossima manovra finanziaria. E poi il gossip è meraviglioso perché non parla mai di te”. Cosa attira le persone nei fatti di cronaca nera? “Quello in cui uno si identifica. Altri casi invece non fanno scalpore perché non rappresentano una cultura nazionale. Il caso di Cogne è l’emblema della famiglia: due bambini, la casetta in montagna. Quella mamma poteva essere un’amica, mia cugina. Se la protagonista fosse stata tutta tatuata e con il piercing al naso, lo spettatore non si sarebbe identificato. Così come Melania Rea. Una bella ragazza, una mamma che avresti potuto incontrare ieri al supermercato, il marito inquisito e naturalmente un pizzico di mistero”. Trasmissioni televisive che proliferano... “Il caso non risolto, il sospetto aiutano a sviluppare un altro meccanismo sociale tipicamente italiano: quello di schierarsi. Fascisti e antifascisti, juventini e milanisti, cattolici e laici. Nella cronaca nera è lo stesso: io sono convinto che sia così, io invece che c’entri l’altro e questo alimenta le chiacchiere da bar e fa crescere gli ascolti. E poi c’è il fatto che non abbiamo remore morali, lo sospetto da tanto tempo. Il signor Rossi che va ad immortalare moglie e bambina davanti alla Costa Concordia… temo rappresenti quella maggioranza che di regole morali ormai ne ha davvero poche”.

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25 | Intervista


focus

Un giorno da Sikh Chi sono quegli uomini con lunga barba e turbante colorato che capita spesso di incrociare per le strade dell’ovest vicentino? C’è chi li scambia per arabi, altri per mistici fachiri provenienti da terre lontane, e pochi sanno realmente chi siano i Sikh. Abbiamo trascorso una giornata assieme a loro, scoprendo una delle comunità religiose più solidali, operose e tolleranti presenti nel nostro paese. di Francesco Meneghini È il 21 di aprile, e al tempio Sikh di Castelgomberto si respisociale”. Come consuetudine vengo invitato a sedermi e mi ra aria di festa. Oggi infatti si celebra il Baisakhi, una delle vengono servite delle pietanze indiane squisite. A colpire di festività Sikh più importanti che ricorda la formazione del più è la gentilezza di tutti, che appare come come una geKhalsa, la comunità di fedeli. nuina voglia di condivisione. Nel frattempo il libro sacro è Davanti al tempio si scorgono già i carri addobbati con fiostato caricato su un carro riccamente decorato che guiderà ri e drappi colorati e una folla di turbanti si sta radunando la processione e migliaia di fedeli si preparano in una lunper prepararsi alla processione che si snoderà attraverso le ghissima colonna variopinta che si muove tra canti e colpi di strade del paese. È qui che Harwant Singh, il referente delun enorme tamburo rituale. Durante la processione si assiste la comunità, mi assegna due giovani guide, Jarnail Singh ad un’altra tradizione molto importante, ovvero la pratica di e Hardeep Singh, che mi spiegano subito il perché del loro un’arte marziale spettacolare chiamata Gatka: “Questa usancognome comune: “Noi Sikh, originari dell’India, non creza - concludono le guide - risale alle persecuzioni ai Sikh nel diamo al sistema indiano delle caste e portare tutti lo stesso XVI secolo, quando dovemmo imparare a difenderci”. cognome, Singh (leone) per gli uomini e Kaur (principessa) per le donne, indica l’uguaglianza di tutti Il celebre turbante (Dastàr) indossato dai Sikh è parte di un corredo che gli individui”. Prima di partire per la processione c’è tutti i fedeli devono portare, composto dalle cosiddette cinque K: tempo per una visita all’interno del tempio, luogo di culto sempre aperto a tutti, a patto di coprirsi il capo Kees: barba e capelli, dono del Creatore, non vanno mai tagliati e togliersi le scarpe in segno di umiltà. In un grande Kangà: un pettine di legno per tenere in ordine i capelli salone dove risuonano canti e preghiere si trova il Karhà: un bracciale di acciaio che ricorda di non commettere atti illeciti Guru Granth Sahib, il libro sacro dei Sikh, scritto dai Kirpàn: un pugnale rituale, per difendere sé stessi e i più deboli dieci Guru fondatori della religione. “Il libro viene considerato come una persona viven- Kascèra: un indumento intimo che ricorda di non commettere atti impuri te - mi spiegano le mie guide - e contiene anche parole di Dopo aver percorso le strade del paese la processaggi appartenenti ad altre sione termina all’interno del velodromo di Careligioni, che per i Sikh hanstelgomberto dove nuovamente vengono offerti a no tutte pari dignità e sono tutti cibo e bevande e gli esponenti di spicco della ispirate dallo stesso Creatocomunità parlano e pregano re”. La visita continua al piafino a sera inoltrata. “Il nono sottostante, dove si trova stro desiderio più grande è il Langar, la cucina comune, far sapere alla gente chi siache ribadisce l’uguaglianza sociale di tutto mo, quindi torna a trovarci il genere umano: “In ogni tempio si trova quando vuoi”: così mi saluuna cucina gratuita- continuano Jarnail e tano sorridenti i miei nuovi Hardeep - dove chiunque si può sedere amici Sikh. per condividere il cibo seduti tutti assieme, www.gsscvicenza.com senza differenze di religione o estrazione

Corriere Vicentino |

26 | Focus


focus

La Valigia Rossa Dimenticate cosmetici, pentole e contenitori di plastica: gli ultimi successi delle vendita porta a porta sono lingerie, olii per massaggi e sex toys. Così, tra un pasticcino e una tazza di tè, anche le amiche più discrete si lasciano guidare da seducenti ed esperte rappresentanti in un viaggio alla scoperta della sessualità femminile. Uno solo il bagaglio: una

F

piccante Valigia Rossa piena di oggetti capaci di risvegliare anche i piaceri più remoti. di Alessandra Groppo

Funziona proprio come tutte le altre vendite a domicilio: una signora apre la propria casa ad amiche e parenti e lascia la scena a lei, la rappresentate con la valigia rossa, esperta di seduzione, salute sessuale e rapporto di coppia. Erica è una delle due rappresentanti della provincia di Vicenza, lavora nel settore dei sex toys da un anno e appare disinvolta e tranquilla mentre mostra l’ultimo olio per i massaggi o spiega come funziona un vibratore. Come hai iniziato questo lavoro? Circa un anno e mezzo fa ho partecipato a una riunione come cliente e sono rimasta affascinata dalla preparazione della rappresentante, così ho partecipato a un corso di formazione, ho fatto un colloquio e sono entrata a far parte di questo team. Parliamo della Valigia Rossa. È un’azienda spagnola nata 5 anni fa dall’idea di alcune donne. Non è un sexy shop ambulante, ma un gruppo di donne con una spiccata attenzione per la sessualità femminile e che si occupano anche di salute, benessere e diritti sessuali. Chi vi chiama per la consulenza? Ci chiamano ragazze e donne dai 18 anni in su che hanno già assistito a un incontro o che ne hanno sentito parlare. Come è organizzata una riunione?

Solitamente assieme alla padrona di casa scelgo un tema per la serata, come ad esempio “giochi di coppia”, ma porto sempre con me tutta la valigia che ho personalizzato secondo i miei gusti e le esigenze delle mie clienti. Inizio col presentare le cose più “soft”, quali olii per massaggi, manette di seta, petali di rosa, dadi… Qual è il prodotto più “soft” più curioso? L’olio per massaggi al lampone: ha un effetto riscaldante, è molto profumato ed è pure commestibile… Andiamo avanti con la riunione… Attraverso un percorso graduale inizio a parlare di vibratori e lingerie particolare. Oltre a mostrare i vari prodotti li descrivo e, se possibile, li faccio provare alle mie clienti che, a questo punto della serata, sono diventate mie amiche. Tra un prodotto e l’altro, poi, parlo di prevenzione, di salute sessuale e di diritti. Quali sono i prodotti più richiesti? I prodotti “soft”, perchè sono i meno impegnativi. I maschi sono interessati? I maschi sono davvero curiosi, ma la Valigia Rossa è solo per donne! Abbiamo alcuni prodotti maschili, ma li acquistano le partner: l’ingresso ai maschietti è vietato! È stato facile spiegare il tuo lavoro a famiglia e fidanzato? Assolutamente no, è stata una faticaccia. Ma sono motivata e anche brava: ho convinto mamma e fidanzato con una dimostrazione…

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27 | Focus


focus

Ora apro una macelleria in Africa Una laurea in scienze politiche e una valigia in mano. La destinazione? Non Londra, Madrid o New York, bensì un piccolo paesino, Ruhengeri, nel nord del Rwanda. Ma non è ancora tutto, perchè Alberto Benvenuti, trentaquattrenne di Ponte di Barbarano, propriò lì, in Africa, sta aprendo una macelleria.

“S

di Silvia Maculan

“Sono partito nel 2007 come operatore per l’associazione di volontariato Granello di Senape, che aiuta i paesi poveri - racconta Alberto durante un suo recente breve rientro a casa -. Ho lavorato per tre anni in un centro di recupero per ragazzi di strada, con lo scopo di reintegrarli nelle famiglie. Ho conosciuto orfani a causa del genocidio o dell’aids, ragazzi caduti nel tunnel della droga o della prostituzione, o che avevano subito violenze fisiche e mentali. Ho toccato con mano una realtà dura. Mi tornano alla mente molte storie, come quella di Iio, un bravo calciatore e produttore di formaggio, sempre pronto a battersi per i compagni. Due anni fa, dopo mesi di sofferenza, la malasanità ce l’ha portato via ed è stata la tragica conclusione di una vita difficile che stava prendendo la giusta piega. Un altro è il dodicenne Shadrak, accolto nel 2007: diceva di essersi perso al mercato mentre la mamma vendeva dei pomodori. Io e un collega abbiamo girato mezzo Rwanda alla ricerca del suo paese, ma il bambino continuava a depistarci e a tenerci lontani dalla famiglia. Alla fine abbiamo capito che non esisteva nessuna vita felice né una mamma che l’aspettava. Il padre si era risposato e la matrigna lo faceva dormire da solo nella stalla con le capre, da quando aveva quattro anni”. E poi perché non sei tornato in Italia? Ho lavorato per un anno presso il consola-

to italiano nella capitale. Ma avevo ancora voglia di mettermi in gioco e questo posto mi permetteva di sperimentare. Da qualche mese infatti sto cercando di concretizzare un’idea che mi ronza per la testa: l’apertura di una macelleria. Come mai proprio una macelleria? La carne sta diventando un alimento status symbol per le famiglie benestanti, anche se purtroppo non tutti possono permettersela ancora. Come hai intenzione di organizzare la macelleria? Mi farò aiutare dai giovani rwandesi, che hanno davvero voglia di fare. Il progetto è legato anche all’allevamento di mucche e polli. Darò lavoro a sette ex ragazzi di strada. Ho pensato di acquistare personalmente il bestiame, regalarlo ad alcune famiglie per creare delle micro aziende, le quali si occuperanno del mantenimento e della crescita degli animali. In seguito lo riacquisterò per macellarlo e rivenderlo. Un modo per far girare l’economia. Negli ultimi giorni abbiamo pensato a una novità: un angolo dove si mangeranno hamburger e panini preparati direttamente dal macellaio. Che difficoltà stai incontrando per avviare la tua impresa? Dal punto di vista legislativo in Rwanda c’è più libertà rispetto all’Italia e lo Stato è aperto agli investitori. Ho conosciuto anche altri italiani che lavorano il latte per produrre formaggi e altri latticini. Raccontaci del Rwanda. È un paese di montagne e laghi e il clima è costante, tra i 20 e i 28 gradi. Ci sono solo due mesi di piogge all’anno. Devo

Il Rwanda sorpassa l’Italia Rwanda, ma anche Zambia, Ghana e Namibia, hanno più attrattiva del Belpaese per chi deve avviare un’impresa. Norme complicate e burocrazia lumaca ci hanno fatto scivolare all’ 87esimo posto su 183 nella classifica fornita dalla Banca Mondiale. Il Ruanda invece scala la classifica e si piazza 45esimo.

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ANZA

O

TOSCANA VENEZIA UMBRIA SARAJEVO RELAX RELAX GRECIA

ammettere che nonostante la povertà non sento la mancanza di nulla, sarà che sono sempre stato minimalista. È una nazione che sta ritrovando un clima di serenità e che ha una spinta positiva verso lo sviluppo. La gente si dà da fare, c’è lavoro, anche se manca ancora la qualità tecnica. Le scuole hanno un livello molto basso e per andare in una buona università i ragazzi devono spostarsi in Europa. Il genocidio negli anni 90 ha colpito duramente questo paese… Che cosa è rimasto di quella tragedia? La popolazione vuole lasciarsela alle spalle per andare avanti, mentre i mass-media e la politica locale la inseriscono in qualunque questione per legittimare una politica autoritaria, come garante di pace. Per noi espatriati è consigliato non pronunciarsi sul tema.

Con la nuova attività che stai avviando hai ancora tempo per dedicarti ai tuoi ragazzi di strada? Anche se non sono più operatore cerco di dare comunque un aiuto tecnico, soprattutto con il sostegno degli amici o con quello che trovo in Italia. Da gennaio ho aperto una casa famiglia con una coppia disponibile del posto, che accoglie otto bambini, tra cui Shadrak. Paghiamo le rette scolastiche e li sosteniamo nella vita di tutti i giorni: purtroppo è l’unica soluzione per permettere loro di studiare. Il tuo ricordo più bello di questi cinque anni laggiù? Il giro del Rwanda con i bambini come premio dato ai migliori studenti. Abbiamo girato lo stato per cinque giorni a piedi e cinque in bus. Molti di loro non avevano mai visto qualcosa oltre il loro piccolo villaggio. È stato fantastico!

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9-10 giugno: Infiorata di Spello 12-17 giugno: Tour Polonia 27-30 luglio: Medugorje 12-16 agosto: Praga e Castelli della Boemia 12-17 agosto: Berlino 14-19 agosto: Olanda 16-26 agosto: Tour Spagna e Portogallo 20-26 agosto: Tour Puglia e Tremiti 1-8 settembre: Olanda e Navigazione del Reno 8-9 settembre: Torino 21-23 settembre: Umbria e Toscana 28-30 settembre: Toscana e Lazio, terra degli Etruschi

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Arzignano

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arzignano Un libro per Sant’Agata Crespadoro È nato il Consorzio

Chiampo Il miele purissimo Montecchio Un progetto per lo skate park Brendola Riccardo alla Camera dei Lord Montebello La questione del dosso

Zermeghedo Una sede per le Pro Loco

Gli Usa come Arzignano

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i bianchi divennero minoranza. In America sorpasso delle nascite di ispanici, neri e asiatici. Gianpiero Della Zuanna, sulle pagine del Corriere della Sera, accosta la situazione degli Stati Uniti proprio ad Arzignano, dove le nascite dei bambini non italiani nel 2010 erano il 45%. Dalla Zuanna parte da lontano, da Salinas, città chiamata “the Salad Bowl of America (L’insalatiera d’America) perché il suo clima mite permette ogni anno otto raccolti d’insalata. “Benjamin - scrive Della Zuanna - è uno dei due “bianchi” in una high school dove tutti gli altri studenti sono figli di messicani, sudamericani e asiatici immigrati che lavorano nei campi di ortaggi. Benjamin a scuola si trova bene, ma ha difficoltà a comunicare con molti dei suoi compagni, perché lo spagnolo non viene nemmeno insegnato essendo compreso e usato correttamente da tutti”. In Italia siamo ancora distanti dalla soglia del 50%, dove i bambini con entrambi i genitori stranieri sono “solo” il 14%, il doppio comunque rispetto al 2002. “Ad Arzignano - nel distretto delle concerie, dove lavorano praticamente solo operai stranieri - il 50% registrato mediamente negli USA viene oggi abbondantemente superato se - come fanno gli statistici americani i figli delle coppie miste vengono inclusi nel calcolo. Arzignano, si chiede il giornalista del Corriere della Sera, configura il futuro della popolazione italiana ed europea? “Dopo un periodo durato un decennio in cui i flussi erano mobili adesso la situazione è stabile - ci racconta l’assessore Enrico Marcigaglia. Il problema principale è quello della convivenza soprattutto nei condoCorriere Vicentino |

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mini: dagli odori nei vani scale alla gestione dei rifiuti domestici. Per risolvere questi e altri problemi da un anno e mezzo abbiamo il vigile di condominio che si fa portavoce e formatore delle buone regole di convivenza perché l’immigrazione, al di là del numero, deve rispettare le nostre regole e i nostri costumi”. “La difficoltà è che questa è una società inedita - ci spiega Stefano Fracasso - e non si hanno delle ricette preconfezionate per affrontare questa situazione. Quindi ci sono due strade: o scommettere sul fatto che si può convivere oppure continuare a pensare che si possa tornare indietro. Da lì ne derivano le azioni, le considerazioni e i giudizi. Ad Arzignano com’è la convivenza sociale? “I bambini immigrati nati in Italia continua Marcigaglia - sono più recettivi alle nostre dinamiche sociali, si stanno fondendo nelle compagnie


dei loro coetanei. Parlano già in dialetto e hanno virtù e difetti dei nostri ragazzi. Più difficili da gestire sono le generazioni più vecchie: con la loro cultura e tradizioni ben radicate sono più restii all’integrazione reale”. “Al palio dei fiori di Villaggio Giardiino - racconta Fracasso - c’era una sagra multietnica. È un’occasione che unisce, in cui le diversità religiose o culinarie rimangono in secondo piano. Più insistiamo su quello che tiene insieme e più affrontiamo questa società; se invece guardiamo a quello che divide faremo fatica ad entrare in questo tempo nuovo che è già qui”. Con la crisi c’è un’inversione di tendenza per l’immigrazione? “In via previsionale - per Marcigaglia - l’immigrazione ad Arzignano sta calando ma stiamo attendendo i dati ufficiali”. “Quando delle famiglie mandano i loro figli a scuola e li fanno crescere qui, non vedo la possibilità di un contro esodo come qualcuno ci racconta. Qualcuno se ne andrà, ma pensiamo ai grandi numeri, alle famiglie straniere che affrontano la crisi sperando in una situazione migliore”. Per Zuanna l’Europa e l’Italia diventeranno sempre più simili agli Usa e ad Arzignano. La sfida è aperta. s.c.

Sei nuove case per l’acqua di alessandra groppo

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reparatevi a dire addio alla classica bottiglietta d’acqua! Grazie alla realizzazione di sei Case dell’acqua, infatti, Acque del Chiampo intende promuovere il consumo dell’acqua pubblica e ridurre l’utilizzo dei contenitori di plastica. Cosa sono le Case dell’Acqua? Sono dei semplici distributori di acqua potabile - ci piega il direttore generale di Acque del Chiampo Alessandro Rebellato - che saranno realizzati entro la fine del 2012: un nuovo servizio per i cittadini che potranno acquistare acqua naturale, refrigerata e frizzante al costo di soli 5 centesimi al litro. Come sono fatte le Case dell’acqua? Sono dei prefabbricati realizzai con materiali resistenti ed eco-compatibili. All’interno di queste casette saranno collocate le apparecchiature per il trattamento dell’acqua, la filtrazione, il raffreddamento e l’addizione di anidride carbonica mentre gli erogatori, posizionati all’esterno, saranno ricoperti da un porticato. Dove saranno realizzate? Realizzeremo le case ad Arzignano in via Diaz, a Chiampo in piazza Papa Giovanni XXIII, a Brendola in via Vivaldi, a Lonigo in piazza XXV Aprile,

ad Altissimo lungo la provinciale per Crespadoro e a Montorso in via 4 Novembre. Quali sono i vantaggi? I cittadini potranno risparmiare sull’acquisto dell’acqua, r i s c o p r i re il valore dell’acqua pubblica e del riutilizzo dei contenitori. Importantissimi, poi, sono i vantaggi che ne detrarrà l’ambiente: minore inquinamento legato alla produzione, al trasporto e allo smaltimento delle bottiglie e minore inquinamento derivante dall’emissione di CO2. Nessun costo aggiuntivo alle bollette? Assolutamente no perché la nostra società ha investito la cifra idonea a coprire la realizzazione e la manutenzione triennale di tutte le case. È davvero così buona la nostra acqua? Certo! E i cittadini possono stare tranquilli: Acque del Chiampo e Ulss 5 continueranno a monitorare la qualità dell’acqua che tutti noi beviamo.

Karibuni: un progetto per tutelare i bambini Karibuni, che in swahili significa benvenuti, è il nome dell’associazione di volontariato che dal 1998 opera ad Arzignano come doposcuola e centro educativo per l’integrazione dei bambini figli di immigrati stranieri. Quest’anno, grazie al finanziamento del CSV di Vicenza, si svolge il progetto “Sicura-mente Karibuni” condotto dalla dott.ssa Paola Nardi. Iniziativa che mira alla presa di coscienza da parte dei bambini del loro mondo, in particolare dell’ambiente domestico in cui vivono, e dei suoi pericoli. I bambini imparano a scoprire i pericoli di casa: il fuoco, l’elettricità, il gas, le sostanze chimiche... I piccoli così imparano ad essere più attenti anche in un ambiente apparentemente sicuro come la propria casa. Maggiori info su www.karibuniarzignano.org f.g.

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Foto Studio Bertinato

Un libro per sant’agata di enrico corato

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ancano 9 mesi, ma il calendario della Parrocchia di Tezze e dell’Associazione Sant’Agata è già fitto di appuntamenti per ricordare i 600 anni dal voto alla santa catanese che nel 1413, secondo la tradizione, liberò Arzignano dall’assedio dei feroci Ungari guidati dallo spietato Pippo Spano. “Qualche settimana fa, con un piccolo filò abbiamo ricordato i 70 anni dall’arrivo delle suore dorotee alla scuola materna di Tezze – ci racconta Lorella Peretti. Si apre così un cammino, un percorso a tappe che vogliamo proporre per recuperare le nostre radici e le nostre tradizioni”.

Perché questa iniziativa? Questa serie di appuntamenti deve servire a “fare comunità” e prepararci a celebrare l’importante anniversario del voto alla santa protettrice di Arzignano. Ci siamo chiesti cosa si potesse fare per questa ricorrenza, qualcosa che rimanesse alla comunità ma che andasse anche fuori, e abbiamo pensato alla pubblicazione di un libro sulla devozione a Sant’Agata nel corso della storia di Tezze. Recuperare le proprie radici serve ad unirsi attorno a un valore che tutti condividiamo, aiuta a trovare unità e solidarietà e a vivere meglio il futuro. Un libro storico dunque? Un libro sulla storia di Tezze è già stato scritto negli anni passati da Vittoria-

Arzignano no Nori. Il nostro proposito è quello di racchiudere in un’unica opera la storia del voto e gli aspetti caratteristici di Tezze legati a questa devozione, che è molto sentita tra la gente nonostante siano passati ben sei secoli. A cosa si riferisce? È tradizione che prima della festa di Sant’Agata si facciano le pulizie di casa, alla festa i maggiorenni portano la statua della santa in processione, per gli uomini un tempo era d’obbligo il cappello nuovo e andavano in giro con la tagliatella sulla scarpa come prova di aver mangiato a festa. Cosa vi serve? Per salvare queste espressioni di devozione popolare - conclude Lorella Peretti - abbiamo bisogno della collaborazione di tutti: vogliamo raccogliere le testimonianze degli anziani e recuperare le peculiarità del paese anche come patria di commercianti e “sensàri”. Servono vecchie foto, racconti, cartoline e tutto il materiale significativo che potrebbe trovare spazio nel libro. Invito chi volesse partecipare all’iniziativa a rivolgersi all’Associazione Sant’Agata o ad inviare una mail a librosantagata@gmail.com

Foto Luca Peruzzi

Arriva l’estate di alessandra groppo

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er venire incontro alla voglia di estate e di divertimento anche quest’anno l’Amministrazione comunale di Arzignano propone Estate in Arzignano, un contenitore di eventi culturali e ludici dedicati a tutta la famiglia. “Il nostro obiettivo – spiega l’assessore alla cultura Mattia Pieropan - è quello far divertire i cittadini sfruttando al meglio gli spazi cittadini. In particolare questa edizione dell’estate arzignanese è stata pensata per regalare momenti di felicità, di cultura e di divertimento a

tutte quelle famiglie che, vista la situazione di crisi, rinunceranno a qualche giorno di vacanza”. Quali sono gli appuntamenti più attesi di quest’estate? Sicuramente il MattaLab che, con musica, cinema, teatro e sport animerà il piazzale del Mattarello, oppure il Patchwork, un appuntamento che ci permetterà di conoscere culture diverse. Molto attesi sono anche il Mercoledì By night, con musica e negozi aperti fino alle 22.30 e, soprattutto, il grande evento della Notte Bianca, programmata per il 30 giugno. Quali sono, invece, le novità? La grande novità è legata ai giochi Corriere Vicentino |

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olimpici di Londra: per quattro sabati pomeriggio le associazioni sportive del nostro territorio scenderanno in piazza per presentare alcune discipline olimpiche. Un altro appuntamento importante, infine, è fissato per settembre, quando Arzignano ospiterà il convegno nazionale del giornalismo locale. Cultura e divertimento anche in tempo di crisi, insomma… Certo! Anche se il budget a disposizione è stato dimezzato, grazie al lavoro del volontariato e delle associazioni riusciremo anche quest’anno ad offrire un paniere di occasioni per vivere con allegria le nostre piazze.


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Arzignano

Una vita in musica di federico gobetti

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avorare ogni giorno con artisti di calibro internazionale. Partecipare a festival come gli MTV music Awards e girare il mondo alla ricerca di nuovi geni della musica. Organizzare il tour di artisti ed essere in prima linea nell’ultimo video dei Sonhora, “Si chiama libertà”, girato a Matera in collaborazione con Hevia. In questo consiste l’impegno di Paolo Sgevano, manager di Arzignano. Esattamente qual è il tuo lavoro? La mia è un’agenzia di booking. Cerco gruppi musicali in giro per il mondo e organizzo le loro date in Italia. In più faccio anche management, come appunto per Hevia, per cui sono il re-

ferente italiano. Il tuo è un lavoro particolare. Non è un lavoro convenzionale. Con quali artisti lavori? Opero nel campo della world music, musica etnica, folk, africana, gipsy, balcaninca e via dicendo. Servono competenze particolari per fare questo mestiere? Può succedere di tutto. Quindi conta molto l’esperienza. Mi occupo del gruppo musicale da quando esce di casa sua fino a quando torna. Con tutto quello che sta in mezzo: aereo, alloggio, vitto, trasporti. Fondamentale gestire gli imprevisti e “rogne”, che sono sempre tante. Come un ritardo aereo, una valigia smarrita o l’hotel che ha cancellato la prenotazione. Bisona essere bravi a livello

Un giorno da star N ancy Rosa sentiva il bisogno di una svolta, di un momento di “verve” nella sua vita. Una sera, a cena con i genitori, vede il promo di “Affari tuoi – Speciale anni ‘80” e decide di chiamare; così, sabato 26 maggio in prima serata su Raiuno, è andata in onda la puntata proprio con lei come protagonista. Com’è iniziata la tua avventura? A inizio maggio ho visto uno spot in TV in cui chiedevano: “Sei nato tra il 1980 e il 1989? Partecipa ad Affari Tuoi” ed essendo nata nel 1983 mi sono detta: perché no? Così ho telefonato. Il giorno dopo mi hanno chiamata per il provino, incredibile! E com’è stato? Eravamo 10.000 persone per regione. Figurati se prendono me, pensavo, e invece così è stato: la settimana dopo mi hanno richiamata dicendomi che ero stata scelta, che avevo l’aereo il giorno dopo da Verona e a Roma mi

aspettava l’autista. A Roma com’è andata? Un’organizzazione perfetta, mi hanno trattato come una principessa. Il giorno della registrazione della serata ci hanno accompagna-

Nancy a Miss Italia Nel 2001 Nancy partecipa a Miss Italia e arriva alle semifinali. “Avevo solo 18 anni ed è stata dura: è un vero lavoro, devi saper cantare, ballare e presentare. Inoltre la competizione femminile è stressante. Ma in fin dei conti è un’esperienza bellissima che consiglio a tutti”.

Da sn Luca Fainello, Paolo Sgevano, Hevia e Diego Fainello

organizzativo e bisogna parlare bene almeno tre lingue. Pensa che con la Kocani Orkestar parlo una lingua ibrida italo-franco-tedesca. Gli artisti sono capricciosi? Quelli più famosi sì. Hevia per esempio, vuole sempre il trattamento da vip, l’hotel 4 stelle e la Jaguar all’aereoporto. Ma lui è una star. La maggior parte sono più tranquilli. Anche perché, quelli viziati, li lascio a casa.

Da sn Nancy Ro

sa, Alberto To mba e Max Gius ti

to al Teatro delle Vittorie per un quiz sugli anni ’80. Ero nel panico, perché in fin dei conti io non so nulla di quegli anni. Ma poi sono stata scelta come concorrente della puntata. Non credevo i miei occhi. E hai vinto? Non ho vinto nulla, ma per me era già una vittoria essere in prima serata su Raiuno. Alla fine è come se avessi condotto il programma assieme a Max Giusti. Hai conosciuto dei vip? Sì, ho incontrato gli ospiti della serata: Cristina D’Avena, Jerry Calà e Alberto Tomba. Tutte persone squisite, in particolare Tomba che non pensavo fosse così gentile e così affascinante! i.b.


Finalmente casa dolce casa di ilaria boscardin

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Union Arzignano cambia casa e si trasferisce al parco dello sport. Il primo passo per obiettivi ambiziosi, come ci racconta il vice presidente Renzo Lorenzi. Com’è la nuova sede? Ora ci troviamo proprio al centro dello sport con spazi più adatti ad ospitare chi opera nella società e a ricevere i genitori dei ragazzi. Il primo maggio abbiamo inaugurato la sede. Abbiamo lavorato molto e festeggiare nella giornata dei lavoratori è stata la degna conclusione. Quante persone ospita la nuova sede? Può ospitare fino ad ottanta persone. L’Union Arzignanochiampo, che abbiamo recentemente fondato, ha l’idea di

gestire tutti i giocatori della vallata e abbiamo creato il nome “Settore Giovanile Arzignano Valchiampo” che avrà il semplice scopo di riunire tutti i ragazzi. Quali sono gli obiettivi della “Union Arzignanochiampo”? La società riunisce le squadre di Arzignanoed, ora Crespadoro, Kennedy e Castello. A noi interessa che i ragazzi si sentano parte della stessa parrocchia. Ed è anche un modo per valorizzarli: se meritano possono passare ad una squadra più forte senza cambiare società. Un progetto ambizioso... ... e costoso, ma che se va a buon fine permetterà di risparmiare molti soldi. L’Union Arzignanochiampo ci consentirà di lavorare bene mettendo in risalto i ragazzi più forti che un giorno andranno a formare la prima squadra.

Il Real Mantovano, la squadra allenata da Marco Chiomento, è riuscita quest’anno a centrare le finali regionali della serie A1 del campionato Csai andando vicina alle finali nazionali.

In viaggio con A rianna MELTEMI, il vento ETERNO dal SAPORE DI MEDITERRANEO Il Meltemi è una di quelle gioie d’estate mediterranea che ti fanno sentire felice. Al tramonto scende dai monti della Turchia, increspa dolcemente le limpide baie e avvolge il caicco, come un invisibile abbraccio, dondolandolo dolcemente. Nel mare di Ulisse E per poco mi sembra di poter vedere Ulisse navigare al largo in un tempo lontano. Un tempo che sa di eternità e che, nell’Egeo, scintilla di contrasti smaglianti, dal mare intenso a silenziose rovine di antiche colonie, dalle frenetiche notti di stagione ai villaggi di pescatori e al meraviglioso oblio dell’inverno. Veleggiando con il caicco Torna sempre la voglia di queste sensazioni d’estate mediterranea, da ripetere, per non perderne i colori, le vecchie caratteristiche stradine, le cascate di splendida frutta della Turchia, con le ciliegie di luglio, da tuffarcisi come in mare… Questo mare greco e turco che combina benissimo esperienze diverse, navigando pigramente fra insenature e spiagge solitarie sulla barchetta che un po’ tutti sogniamo, da “lupacchiotti di mare” in maglietta e bermuda… salpiamo!

Arianna Carradore- Consulente di viaggio via Rizzetti, n.2 Arzignano - tel. 349 6355528 arianna.carradore@gmail.com


arzignano

La filosofia di Illetterati di roberta costantini

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ra i tanti e anonimi uffici dell’Università di Padova, alla scala A, secondo piano, numero 050, ha la sua postazione uno dei pochissimi docenti di filosofia che può vantare nella sua carriera il titolo di professore associato a soli 35 anni e di ordinario a 43. Se poi si aggiunge che Luca Illetterati, il talento l’ha plasmato tra il Mattarello e Piazza Marconi, tutto assume un altro sapore. Del Grifo, appunto. È nato e cresciuto ad Arzignano. Ci tornerebbe mai? No, anzi la trovo imbruttita. La piazza, una volta luogo d’incontro, ora è deserta. Non mi oriento più. In passato com’era? La odiavo e l’amavo. Era una città piccola e moderna, dove accanto alle auto di lusso davanti al Nazionale, c’era l’emergere di cose nuove: fermenti culturali, associazioni. E in tutto ciò, la filosofia, che ruolo ha avuto?

Il mio amore filosofico è nato proprio grazie a due figure che hanno frequentato Arzignano; il professore Cazzola, uomo molto severo che mi ha trasmesso il rigore per la disciplina e don Giovanni Moletta, che mi ha mostrato il legame tra filosofia e realtà. E pensare che all’inizio don Giovanni non lo sopportavo. Perché? Non mi piacevano i preti che parlavano di filosofia. Ma la mia ragazza mi obbligò ad ascoltarlo. Ho scoperto così una mente libera da qualsiasi preconcetto. Un vero maestro. Nella sua carta d’identità è scritto: professione filosofo? Assolutamente no, per fortuna. Perché per fortuna? Perché è molto difficile dire cos’è un filosofo. Io direi che è colui che riflette su cose che sono date per scontate. Un po’ quello che facevano Gaber e Luporini. Prego? Giorgio Gaber e Sandro Luporini, con il loro teatro, riflettevano con iro-

nia sui luoghi comuni, mettendo in dubbio ciò che era dato per scontato. Loro mi hanno spinto a fare filosofia. Oggi questa scienza attira ancora i ragazzi? Sì e le dirò che gli studenti sono in aumento. Molto spesso però pensano alla filosofia come a un parlare di sé per trovare un senso alla vita. Un antidoto all’incertezza della vita. Ma la filosofia non dovrebbe far proprio questo? No, chi fa filosofia non vuol dire che viva meglio; è magari più consapevole che non tutto è programmabile.

Tonio e Regina Un mondo fa di ilaria boscardin

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hi di noi, da bambino, non è mai rimasto incantato ad ascoltare le storie raccontate dai nonni o dagli zii? Una volta cresciuti però c’è chi le dimentica e chi invece decide di trascriverle e di farne un libro, come ha deciso di fare il medico Lorenzo Selmo, autore del libro “Tonio e Regina”. Di cosa parla il libro? È suddiviso in tre parti: la prima racco-

glie 46 storie vissute da mia mamma Lina o raccontate dai miei nonni Tonio e Regina. Nella seconda tratto la mia ricerca negli archivi parrocchiali di dati relativi alle malattie della nostra zona dal 1860 al 1960. Nella terza descrivo le malattie più frequenti e il rapporto medico-paziente. Come mai ha deciso di scrivere questo libro? Per due motivi: perché non bisogna perdere le memorie dei nostri genitori e poi perché, essendo dottore, mi interessava l’aspetto medico delle

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storie, capire come venivano affrontate e sconfitte le malattie. Cosa ha scoperto come medico lavorando a questo libro? L’idea che le persone avevano dei dottori. Erano cari e inoltre erano visti come dei matti: proponevano cure alternative, mentre fino ad allora la gente era abituata solo a salassi e lassativi. Preferivano recarsi dal guaritore e, se proprio non bastava, dal parroco, per scacciare il malocchio o il demonio. In più in Veneto la mortalità infantile era molto alta a causa della fame e della vita stressante che erano costrette a condurre le donne.


c r e s pa d o ro

È nato il consorzio di enrico corato

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opo un lungo periodo di lavoro e discussione finalmente nasce il “Consorzio di Crespadoro”. Manca ancora qualche passo burocratico, ma di fatto è già realtà. Ce ne parla Alessandro Mecenero, ex sindaco e ora presidente pro tempore di questo gruppo che unisce produttori e ristoratori di Crespadoro. Perché nasce il Consorzio? È uno strumento che dovrà servire a valorizzare turisticamente il territorio e la cultura locale; il senso è quello di farci conoscere e di agire insieme in maniera efficace nella promozione delle nostre tipicità e dei nostri prodotti. Il simbolo è una chiocciola, un “cor-

gnolo”: perché? Nonostante il Consorzio nasca per valorizzare tutti i prodotti del territorio, dal miele alle trote, dalle castagne ai tartufi alle patate, il “corgnolo” è un elemento quasi esclusivo, un prodotto che ci contraddistingue. Qualche iniziativa o attività già in programma? Per questi primi mesi abbiamo le idee abbastanza chiare. L’obiettivo è tornare a ottobre al Salone del Gusto di

Torino, non sappiamo ancora se con uno stand, perché i costi sono proibitivi, ma in qualche modo saremo presenti. Inoltre si sta parlando di uno stage sul territorio per alcuni studenti dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, ed è stata pure lanciata la proposta di un sentiero dei “corgnoi” e dei “bogoni”, collegando il nostro comune con i cugini veronesi che hanno fatto di questo prodotto il loro punto di forza.

nogarole

Fotografia di un cambiamento

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er quanto “breve” si possa considerare un decennio, il respiro del tempo fa sentire la sua presenza anche su una piccola comunità. Anche in un paese piccolo come Nogarole, che conta 1.144 abitanti. Siamo lontani dalle 1.638 anime registrate dal parroco don Genesio nel 1915, probabilmente il record demografico del paese, ma se pensiamo che nel 2002 eravamo fermi a quota 1.031, è evidente che in una decina d’anni la popolazione è aumentata di un po’, per la precisione del 9,9%: un sensibile passo avanti per un comune considerato “montano” e che se seguisse la tendenza di buona parte dei suoi fratelli dovrebbe es-

sersi spopolato inesorabilmente. Qui invece si registra una controtendenza: importante è infatti l’affluenza di abitanti da altri comuni. In quest’ultimo decennio ben 326 persone hanno scelto Nogarole, con un incremento delle famiglie del 13,1%. Aria pulita, tranquillità, servizi essenziali garantiti e comodità al fondovalle, nuovi quartieri a ridosso del centro e alle pendici del Faldo e molti restauri in contrada: queste le attrattive del paese, e pian piano Nogarole cambia aspetto. Una considerazione a sé va fatta per

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gli stranieri, che non sono mai stati un numero consistente e che ad oggi toccano appena il 3,2% della popolazione. Si tratta in gran parte di famiglie che spesso si allontanano in poco tempo per il disagio del trasporto, visto che non arriva la linea delle corriere, e perché poche sono le case in affitto. Altro dato interessante è quello dei matrimoni: dal 2002 ad oggi i matrimoni religiosi sono stati 73, e solo 3 quelli civili. Ma entro quest’anno sono previsti ben 5 matrimoni civili, un altro segno dei tempi. Nogarole sta cambiando, lentamente. e.c.


a lt i s s i m o

Il fantastico mondo del disegno di davide dalla barba

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n giovane illustratore con tanta voglia di sorprendere e imparare: Andrea Dalla Barba, 21 anni, iscritto alla scuola internazionale di Comics a Padova, a maggio ha vinto il concorso Subway Copertine al Tratto. Si tratta della più grande manifestazione italiana di talent scouting legata alla scrittura e alle arti dell’editoria. È il primo concorso che vinci? È il primo così importante. La copertina del

racconto che ho illustrato verrà stampata in 5 milioni di copie che saranno distribuite nelle stazioni dei treni delle metropolitane delle maggiori città italiane. Quando hai iniziato ad appassionarti al mondo dell’illustrazione? Da piccolo la nonna, per convincermi a mangiare la pasta al burro, mi leggeva sempre un libricino illustrato intitolato “Biancaneve e il temporale”, credo che tutto abbia avu-

to inizio lì. Cos’è per te l’illustrazione? Illustrare è un modo per creare un mondo mio e astrarmi dalla realtà. In questo mondo il testo di un libro si trasforma in immagini che non solo affiancano i contenuti, ma offrono qualcosa in più coinvolgendo visivamente il lettore. Ti ispiri a qualcuno? La mia illustratrice preferita è la francese Rebecca Dautremer. Mi piace moltissimo anche l’italiano Roberto Innocenti, uno dei più grandi illustratori al mondo, che ho avuto il piacere di incontrare alla fiera del libro di Bologna.

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Purissimo Miele di alessandra groppo

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opo la ciliegia e la cincionela Chiampo punta i riflettori su un’altra prelibatezza della vallata: il miele. Il terreno vulcanico, le piantagioni di ciliegio, il clima collinare e l’acqua pulita della valle rendono il paese terreno fertile per questo prodotto, tant’è che l’Amministrazione comunale ha deciso di creare una De.Co. Testimoni della bontà del miele di Chiampo sono Silvano Biolo e Giovanni Lovato, apicoltori chiampesi che hanno ricevuto importanti riconoscimenti a livello nazionale. “Nel 2010 ho partecipato al concorso “Le gocce d’oro” a Bologna –

spiega Silvano - dove una giuria ha valutato il gusto, la limpidezza e la purezza del mio miele. Il risultato? Sono arrivato secondo!” “Io - racconta Giovanni - ho partecipato al premio Roberto Facci della provincia di Siena nel 2011 e ho ricevuto un attestato di qualità perché hanno giudicato eccellente il mio miele”. Che tipo di miele si produce a Chiampo? “A Chiampo – spiegano gli apicoltori - vengono prodotti il miele di ciliegio/tarassaco, il miele di acacia, il miele di tiglio, quello di castagno, il millefiori e la melata di bosco”. Com’è il lavoro dell’a-

picoltore? “È un lavoro di passione: in inverno bisogna continuamente seguire e nutrire gli sciami mentre tra marzo e settembre bisogna raccogliere il miele. Il prodotto raccolto dall’alveare passa attraverso una centrifuga e un depuratore per purificarsi da eventuali residui di cera e di aria: solo dopo questi passaggi il miele può essere invasato”. Parliamo della De. Co. “La De. Co. per il miele, progettata con l’assessore Francesco Fochesato, comprenderà tutto il territorio della vallata, dall’Altavalle fino a Montebello. Il progetto, che verrà presentato durante la sagra delle ciliegie, prevede la realizzazione di un vaso unico per tutti i produttori, così da certificarne la provenienza”. Qual è l’obiettivo della De. Co.? “Vogliamo che Chiampo diventi sinonimo di qualità, controllo, purezza e bontà per tutti gli amanti del miele”.

La nostra bandiera

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ifficile non notare quella strana bandiera che sventola a fianco del tricolore italiano. Siamo ai Biasini, l’ultimo quartiere di Chiampo a confine con Alvese e quella bandiera rappresenta questa contrada di 63 abitanti. Perché avete una vostra bandiera? Noi abitanti dei Biasini siamo da sempre molto uniti e molto legati al territorio – ci spiega il presidente del comitato di quartiere Giandomenico Corato - e ci prendiamo cura del nostro quartiere svolgendo insieme anche le piccole manutenzioni di pubblica utilità. Due anni fa noi del comitato, tra un bicchiere di vino e

una fetta di torta, abbiamo pensato di disegnare un simbolo che rappresentasse il nostro stare bene insieme. Parliamo di questo stemma. Nella bandiera dei Biasini si vede un leone con la coda all’insù che tiene tra le zampe una vite. Il leone rappresenta la nostra tenacia, mentre la vite rappresenta l’unione, la gioia del ritrovarsi insieme e l’attaccamento alla nostra terra. I colori dello sfondo, infine, sono il giallo e il verde, ovvero i colori di Chiampo. Cosa ne pensano sindaco e asessori? Il progetto bandiera è stato ben accolto dall’Amministrazione comunale perchè non è un simbolo di indipen-

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denza ma un segno di amore verso il paese e i nostri concittadini. Avete anche altri simboli? Dimostriamo la nostra amicizia anche organizzando ogni anno una festa con tanto di alzabandiera e pranzo per tutti. Con il nostro stemma, poi, abbiamo fatto cappellini, magliette e grembiuli per tutti... Insomma: mancano solo le felpe per l’inverno! a.g.


Chiampo

Da Wanganui a chiampo V estiti colorati, aria sbarazzina e… un forte accento inglese! La diciannovenne Marta Nicolin vive a Chiampo da quasi un anno ma la sua parlantina tradisce le sue origini neozelandesi. “In realtà, però, sono italiana – ci spiega Marta -. Mio padre è italiano, ed ho vissuto a Brogliano fino ai due anni.” Sei tornata a Chiampo per ritrovare le tue origini? Diciamo di sì… Finite le superiori ho deciso di venire in Italia per trascorrere un paio di mesi con i miei parenti. Così, dopo 24 ore di volo, ho riabbracciato nonni e zii. Come vivi le tue giornate chiampesi? Trascorro il mio tem-

po impartendo ripetizioni di inglese, facendo volontariato al centro servizi assistenziali, aiutando i miei nonni e dedicandomi al disegno. E in Nuova Zelanda, invece, come vivevi? A Wanganui, la città neozelandese in cui vivo, avevo trovato un bellissimo lavoro in un bar. Ma il caffè è buono solo in Italia…

vita è meno costosa e il paesaggio molto più desertico: solo in Italia ho visto centinaia di condomini! Cosa ti piace dell’Italia? Mi piace Chiampo perché è un paese tranquillo e amichevole, dove tutti si conoscono e dove riesco a fare tutto spostandomi a piedi. Ma ho visitato anche Venezia, Torino, la Toscana

Sbagliato! Da qualche anno il caffè neozelandese è buono quasi come quello italiano! Che differenze ci sono tra l’Italia e la Nuova Zelanda? In Nuova Zelanda la

e la Calabria: tutti posti bellissimi. Non ti manca la Nuova Zelanda? Mi manca la mia famiglia ma sto benissimo qui a Chiampo dove ho trovato un sacco di amici gentili e socievoli che mi fanno apprezzare quotidianamente la vita italiana… a.g.

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montecchio

Lo Skate park di Federico gobetti

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o skateboard è uno sport che si pratica ovunque ci sia un gradino da saltare o una rampa da percorrere. I luoghi dove praticarlo si chiamano “spot” e la comunità di skaters vicentini si scambia informazioni su dove trovarli con un passa parola che viaggia anche su internet. È per questo che i gradoni dell’anfiteatro di piazza Fraccon sono un luogo conosciuto per gli appassionati di questo sport! Ora però il comune ha deciso di regalare loro uno spazio apposito. “Nella nostra zona - spiega l’assessore allo sport Gianluca Peripoli - ci sono molti giovani amanti dello skateboard. Solo che spesso lo fanno in luoghi non adatti o che possono di-

sturbare la quiete pubblica”. Per questo avete proposto di realizzare uno? Sì, è un modo per dare agli “skaters” un punto di ritrovo. Dove sorgerà la struttura? Il luogo predisposto è ad Alte, in piazzale Collodi, all’interno dell’area della palestra comunale, al posto del campo da calcetto scoperto attualmente inutilizzato e in stato di abbandono. Lo skate park sarà un’area con strutture predisposte per questo sport, adatta sia ai principianti che ai più esperti. Ci sono state obiezioni all’idea? Purtroppo sì, l’obiezione è che la struttura potrebbe essere pericolosa e i ragazzi potrebbero farsi male. In realtà il parco sarà inserito all’interno del polo sportivo di Alte e gestito da

una società sportiva proprio per assicurare ai ragazzi di poter fare sport in tutta sicurezza. Ci sono tempi e costi per questo progetto? La struttura complessiva costerà intorno ai 120.000 mila euro e verrà relizzata entro un anno circa. Al momento l’iter è rallentato per via degli studi tecnici sull’impatto acustico, per essere certi che i fruitori dello skate park non disturbino i residenti delle case vicine.

Montecchio in love di simone Bedin

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omeo Romeo, perché sei tu Romeo? Potrebbe essere un inizio scontato, una citazione ripetuta molte e troppe volte, ma non in questo caso. Questa volta i protagonisti sono diversi: sono Michela Dalla Vecchia e Marco Bellini, i Romeo e Giulietta dell’anno premiati il 1° maggio in occasione di Montecchio Medievale. Il loro amore è nato a Montecchio e proprio questo li ha spinti a partecipare ad una delle manifestazioni più importanti e più attese del paese. Lei diciottenne montecchiana e lui ventiduenne di Arzignano, entrambi stu-

denti, la coppia è stata votata perché hanno molta “affinità di coppia”. Vi siete sentiti “Romeo e Giulietta”? Abbiamo cercato di essere entrambi dei bravi attori e di calarci il più possibile nella parte. Come vivono l’amore i giovani? Non si può generalizzare: dipende molto dalla mentalità e dagli ideali dei ragazzi coinvolti. Quali sono le paure, le difficoltà e gli aspetti belli di una relazione? La paura più grande è quella di non essere accettati per quello che si è; le difficoltà maggiori sono quelle di essere pazienti e convivere accettando i difetti dell’altro. Il tempo passato insieme, scoprire le cose in comune, vedere un sorriso per un gesto che si è fatto sono Corriere Vicentino |

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invece solo alcuni degli aspetti belli di un rapporto. Romeo, moriresti mai per amore? (ride, ndr) Morire per difendere la propria amata da un pericolo o per l’amore verso un figlio credo sia quasi scontato.

Rombo di motori

La ‘Milano – Taranto’, rievocazione storica della più famosa gara stradale per moto, approda a Vicenza il 2 luglio. Per la prima volta, nei 75 anni di storia della gara, le moto passeranno per il centro di Arzignano (19.30) e Montebello (20.30), per poi proseguire per Montecchio Maggiore. Sosteranno poi in piazza dei Signori a Vicenza. La manifestazione ripartirà il giorno dopo, alle ore 8.00, proseguendo lungo la Riviera Berica.


montecchio

Tutti al mercato! Don Fabio C P di alessandra groppo

rodotti freschi, di alta qualità e a chilometri zero: sono questi gli ingredienti del successo ottenuto dal mercato agricolo in piazza Carli a Montecchio. “Il mercato sta funzionando bene - ci spiega Donatella, produttrice di mele - ed è un’ottima vetrina per noi produttori che vogliamo proporre i nostri prodotti ad una clientela attenta a ciò che si porta in tavola”. “Sono anni - interviene Eugenio, produttore di frutta e verdura - che sognavo un mercato così! Vent’anni fa giravo per le fabbriche di Montecchio proponendo i miei prodotti, ma i tempi non erano maturi per la vendita diretta. Oggi, invece, c’è più attenzione verso l’alimentazione e il prodotto a chilometro zero è molto apprezzato”. Gli 11 banchi che ogni mercoledì po-

meriggio animano la piazza sono fornitissimi: formaggi, frutta e verdura di stagione, miele, pane, insaccati, vini e succo di mele. “Il mercato compie un anno - commenta il sindaco Milena Cecchetto - e ci dà molta soddisfazione vedere che i cittadini rispondono con entusiasmo all’iniziativa”. “Frequento il mercato tutti i mercole-

dì – dice Emanuela – perché cerco di portare in tavola prodotti genuini”. “Qui c’è un ottimo rapporto clienteproduttore - conclude Maria - e sono convinta che la fiducia sia un valore che alza la qualità della spesa”.

Minimarcia Biancorossa

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razie alle 240 iscrizioni la gelateria “La Voglia Matta” ha vinto la 38° Minimarcia Biancorossa di Montecchio, marcia non competitiva dedicata ai bambini. “Il percorso - spiegano i vincitori Annamaria e Andrea - va da piazza Duomo ai castelli e ogni anno è una festa: più di 1500 bambini marciano per stare in compagnia e per ricevere i premi e riconoscimenti che vengono consegnati a tutti. Una gironata divertente per tutti, ragazzi e adulti”.

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on una cerimonia solenne in cattedrale il vescovo di Vicenza ha ordinato tre nuovi sacerdoti. Tra loro c’è anche un giovane montecchiano, don Fabio Balzarin. Hai sempre pensato al sacerdozio? No. Da piccolo mi rifiutavo perfino di fare il chierichetto. Sono ragioniere e vedevo il mio futuro tra i numeri… Quando è arrivata la “chiamata”? Sono sempre rimasto nell’ambiente parrocchiale come animatore, ma ho sentito che Dio voleva qualcosa in più da me quando è venuto a mancare mio padre. In quell’occasione ho fatto esperienza di Chiesa con tutti quelli che mi sono stati vicino e ho così deciso di dedicare la mia vita a Dio e alle persone. E quindi sei entrato in seminario… In realtà volevo entrare in un convento di frati francescani perché adoro San Francesco, ma poi ho preferito il seminario dove ho avuto subito l’impressione di essere nel posto giusto. Come sono stati questi anni? Anni intensi, belli e significativi. La vita comunitaria mi ha insegnato a conoscere e a convivere con le diversità. In seminario poi ci si diverte molto: ci prendiamo in giro tanto! Quali sono le tue passioni? Adoro il calcio e amo la Juve! Ad una partita a pallone non so dire di no! Ora sei sacerdote: progetti futuri? Sono nelle mani di Dio: non so ancora a quale parrocchia sarò affidato ma spero di poter compiere il mio servizio portando nella comunità la gioia dello stare insieme. a.g.


brendola

Alla camera dei lord di alessandra groppo

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on è da tutti presentare il proprio progetto di ricerca sotto lo sguardo del busto di Wilson Churchil e l’orecchio vigile dei parlamentari inglesi. Ci è riuscito Riccardo Mazzocco, ricercatore di Brendola, che ha spiegato alla Camera dei Lord la sua ricerca sul grafene. Come sei arrivato alla Camera dei Lord? Da più di un anno lavoro come ricercatore al dipartimento di fisica di Lancaster, in Inghilterra e, con il mio team, ho partecipato al SET of BRITAIN, un concorso per giovani ricercatori che prevede come premio proprio la presentazione del progetto al Parlamento Britannico. In cosa consiste il tuo progetto? È un lavoro sul grafene, cioè uno stato monoatomico di atomi di carbonio. Questo materiale ha proprietà straor-

dinarie che potrebbero rivoluzionarie centina di applicazioni come, ad esempio, la tecnologia OLED: è sta-

ta teorizzata anche la possibilità di costruire computer sottili e flessibili come un foglio di carta. Com’è stato parlare al Parlamento? Gratificante ed entusiasmante: mi è piaciuto tantissimo quando mi sono

trovato a parlare davanti ad una ventina di persone che continuavano a farmi domande. Hai sempre sognato la carriere accademica? A dir la verità no… Già a 12 anni avevo deciso che da grande sarei diventato ingegnere, ma la carriera accademica è arrivata dopo il master in progettazione microelettrica all’Università di Padova. Dopo la prima esperienza al Cern di Ginevra non mi sono più fermato: sono stato in Germania e, ora, in Inghilterra. Non ti manca la tua Italia? Dell’Italia mi mancano la famiglia, gli amici… e il sole dato che qui piove sempre! Ma credo che le esperienze all’estero siano davvero importanti per la crescita di una persona per cui sono contento di girare il mondo. Cosa ti senti di dire ai tuoi coetanei? Consiglio a tutti i giovani di seguire le proprie ambizioni e le proprie passioni. Sono convinto che lo sviluppo di una persona stia nel giocare la partita anziché vivere una vita da spettatore.

L’esperienza di Tatàn di ilaria boscardin

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ar ballare e recitare insieme ragazzi disabili e abili, per superare le barriere della diffidenza e far scoprire che l’amicizia e la voglia di giocare insieme è ovunque, anche dove sembra sia diversa. L’obiettivo integrazione è stato il tema del Progetto Tatàn, il ciclo di laboratori espressivi promossi dalla Regione Veneto e da Arteven al quale hanno aderito diverse scuole, tra cui

l’Istituto comprensivo di Brendola “Galilei”. Attraverso la danza, il teatro, la danceability e altre innovative tecniche artistiche, Tatàn ha voluto favorire l’integrazione coinvolgendo ragazzi e ragazze delle scuole primarie e secondarie. La classe brendolana coinvolta, seguita dai professori Pisto-

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ne, Maestrello e Sorrentino, ha svolto attività di teatro assieme agli attori dell’associazione Arteven. “L’esperienza è sicuramente da replicare” commentano i professori, “un esempio felice di buone iniziative, in cui le discipline artistiche sono al servizio dell’integrazione scolastica”.


montebello

La questione del dosso di ilaria boscardin

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n rettilineo e poi una chicane. No, non siamo su un circuito di MotoGp, ma in via Po a Montebello Vicentino dove, da marzo 2012, una sorta di strettoia impone agli automobilisti di rallentare in prossimità del dosso. La questione inizia nel 2007, quando il Comune installa un dissuasore di velocità. La famiglia che vive nei pressi del dosso si accorge che le vibrazioni causate dal passaggio degli automezzi sul dosso creano ondulazioni che danneggiano l’abitazione. Nel giugno del 2010, Giovanni Battista Zerbato e Teresa Bressan scrivono al Comune. Avete risolto il problema? “No, nonostante l’invio di tre lettere non ci hanno dato risposta. Così ci siamo rivolti ad un legale e finalmente siamo stati informati che,

dopo il sopralluogo dei vigili, al più presto sarebbero intervenuti livellando e abbassando il dosso per ridurre le vibrazioni”. A febbraio 2012 la famiglia si è rivolta alla Prefettura di Vicenza; a marzo il Comune ha fatto un sopralluogo in zona e ha creato un restringimento

stradale, a senso unico alternato. “La soluzione è chiamata “New Jersey” - continuano i coniugi - e ha, in

effetti, risolto il problema, anche se ormai i danni alla casa sono evidenti e dovremo tenerceli”. Cosa vi ha maggiormente infastidito della vicenda? “Siamo delusi perché non ci siamo sentiti rispettati. L’amministrazione è composta da nostri concittadini, persone che vediamo tutti i giorni e che dovrebbero essere i primi ad accertarsi che tutti in paese siano soddisfatti dei servizi offerti”. Sulla questione dei tempi necessari a trovare una soluzione, il sindaco di Montebello Vicentino, Fabio Cisco, commenta: “È servito un tempo piuttosto lungo perché dovevamo innanzitutto sapere come intervenire visto che la nostra priorità era quella di garantire la sicurezza di transito nella zona. Abbiamo dovuto attendere poi le indicazioni dagli organi competenti prima di mettere in atto qualsiasi modifica della viabilità”.

montorso

l

o Juventus Club Montorso Vicentino compie 30 anni. Partito nel 1982 come una piccola realtà locale, ora ha un risvolto regionale con la nascita del Juventus Club Montorso Vicentino - Veneto Bianconera. “Il maggior vanto è aver accompagnato per 30 anni i tifosi allo stadio e averli sempre portati a casa sani e salvi” spiega il presidente Maurizio Nori. “Queste persone si sono comportate bene e non sono mai stati coinvolti in alcun scontro. Il nostro club è uno dei più longevi del Veneto. Il nostro segreto? L’impegno, la passione e la voglia di partecipare ed esserci sempre, senza sosta”. i.b.


zermeghedo

Una sede per le pro Loco

È

Zermeghedo ad ospitare la nuova sede delle Pro Loco “La Serenissima Agno Chiampo” inaugurata domenica 27 maggio. In piazza Regaù, nell’ex ambulatorio medico, la sede sarà un punto di riferimento per tutte le 18 Pro Loco aderenti al Consorzio. “Abbiamo scelto Zermeghedo - spie-

La nuova entrata al paese diventato sede del Consorzio “La Serenissima”

ga il presidente del Consorzio Bortolo Carlotto - in quanto la sua Pro Loco è tra le più solide. Rappresenta oltre il 10% dei residenti ed è di esempio per i gruppi degli altri paesi”. Chi rappresenta il Consorzio? “Il Consorzio è uno dei più importanti del Veneto - continua Carlotto -, raccoglie 5.000 iscritti e organizza iniziative anche a livello internazionale, come la promozione del Broccolo Fiolaro esportato in Germania e negli Stati Uniti. L’obiettivo è creare eventi simili per tutti i nostri paesi, valoriz-

zando prodotti e specificità”. Il Consorzio punterà poi molto sui ragazzi: “Siamo stati i primi a costituire il Coordinamento Giovani, perché possano organizzare iniziative in piena autonomia. Siamo convinti, infatti, che solo i giovani siano in grado di parlare ai loro coetanei”. E Zermeghedo sarà anche la sede del “Convegno delle Pro Loco” che si terrà a settembre: “Il convegno - conclude il presidente - vuole valorizzare il ruolo delle Pro Loco che, in questo momento, mostrano un aumento degli iscritti e combattono la disgregazione propria di questi tempi difficili”. i.b.

gambellara

A Skopje Il Filippo di bronzo

U

na tecnica che non cambia da 4000 anni, e che ancora oggi, nell’iper tecnologico e moderno 2012, non smette di stupire. Alla fonderia artistica Guastini di Gambellara si lavora ogni giorno con gli stessi materiali e gli stessi modi usati nell’antico Egitto. Per forgiare, dopo la più grande statua equestre in bronzo al mondo, un altro grande (in tutti i sensi) capolavo-

ro. Una statua in bronzo di Filippo il Grande (padre di Alessandro Magno), alta 12 metri. “Anche questa, come l’Alessandro Magno andrà posizionata in una piazza di Skopje, in Macedonia. Sarà il fulcro di una fontana decorativa, sopra un piedistallo alto 16 metri, e sarà circondata da altri quattro guerrieri macedoni” ci spiega Mirko Paolini, socio della fonderia. Quanto tempo per realizzarla? Un anno di lavoro, tanta fatica e tantissimo impegno. Con che tecnica è realizzata? Con la fusione a cera persa, metodo usato dagli etruschi e dagli antichi egizi, con cui si forgiano delle statue cave partendo da un modello di gesso e poi di cera. Cosa significa lavorare in una fonderia artistica? Significa arte, cultura e maestria artigianale. Significa usare materiali e tecniche antichissimi. Significa lavorare per grandi artisti e vedere i propri lavori esposti in alcuni delle più importanti piazze e musei del mondo. Girando per il magazzino si vedono busti, volti, parti di statue. Ma anche una Pietà di Michelangelo e un “Pensatore” di Rodin. Chi sono i vostri clienti? Realizziamo opere su commissione. Lavoriamo con artisti privati, ma anche per enti pubblici, musei e chiese. Per esempio abbiamo fuso noi i bronzi di Saddam Hussein, distrutti dai ribelli iracheni, dopo la caduta del regime. f.g.



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Quante cose si trovano da fare Si può cominciare con infissi per abbellire, rimodernare e e serramenti, che svolgono un´importante funzione per un buon ridare un nuovo vestito alla isolamento termo-acustico. propria casa! È la luce della Panni morbidi e puliti e prodotti non bella stagione a farci vedere aggressivi serviranno per un´accurata che forse un ritocco qui e una pulizia e per dar loro lucentezza. Se la verniciatura ha sofferto delle piogge novità là renderebbero più bella, e del freddo invernale occorrerà vae magari più efficiente e sicura, lutare un intervento di ripristino. Da la nostra casa. Anche in tempi controllare saranno le guarnizioni, le cerniere e le chiusure in modo che, difficili come questi, regalarsi all’arrivo della nuova stagione freduna novità negli ambienti più da, tutto sia pronto a difenderci dalle familiari e quotidiani forse non basse temperature e dalle intemperie. è una cattiva idea... Potrebbe anche rendersi necessaria la riparazione del tetto, con un suo ri-

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pristino o addirittura sostituzione. Il tetto è un punto nodale della dispersione termica, è la parte più esposta di un edificio e, in caso di degrado, l’isolamento termico e l’impermeabilizzazione degli ambienti che stanno sotto possono subire un indebolimento. “Un momento importante – spiega Marco Fracasso della Paolo Fracasso ricostruzioni rifacimento tetti - per fare lavori al tetto è quando si vuole aumentare l’isolamento termico della copertura e migliorare la coibentazione della casa, così da ottenere un maggior risparmio nel consumo di riscaldamento. Altrettanto importante è considerare la datazione della

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casa. Non bisogna aspettare che piova dentro, per prendere in mano la situazione. Un controllo va fatto a 10 anni dalla prima manutenzione e a 20 dalla costruzione dell’edificio. Quando verificate un tetto, da dove partite? Sono diversi i punti da considerare. Il tipo di copertura: se tegole o coppi, e se cè la presenza di un impermiabilizzante. Con il manto di coppi, la copertura ha bisogno di molta più manutenzione perché sono leggeri e i volatili facilmente li spostano; le tegole invece sono più pesanti e resistenti. Poi si controllano comignoli, lucernari, compluvi... perché sono punti delicati per le infiltrazioni. Infine le grondaie: per la gran parte dei casi, se occorre sostiuirle, è consigliata anche una manutenzione straordinaria della copertura. Da questi aspetti parte la valutazione di cosa fare e gli interventi possono essere essenziali o più corposi, come nel caso dell’isolamento termico. Importante da ricordare è che in tutte le manutenzioni è possibile usufruire della detrazione fiscale del 36% e, in caso di un lavoro

di isolamento termico, si può contare sulla detrazione del 55%”. Se poi volete stupire il vicino, pensate al tetto giardino: una soluzione assolutamente ecologica che utilizza uno strato di terra e delle piante al posto di tegole. Nei paesi nordici è oramai un intervento consueto perché il pacchetto verde di terra erba e piante permette di avere coperture ben isolate, protette dall’acqua e resistenti al vento. E poi, non occorre sempre aspettare ottobre, se non addirittura nel pieno dell’inverno, per accorgersi che la caldaia va pulitia, per legge, una volta l’anno. “A parte incorrere in una sanzione spiega Loris di Ecoclima - la caldaia non lavora bene se non è pulita e questo significa maggiori consumi e pericoli di cattive accensioni”. Cosa fate quando intervenite? “Si pulisce a fondo la camera di combustione, anche all’interno, si puliscono gli augelli e si controllano i vasi di espansione. Quindi si fa l’analisi dei fumi per avere il bollino verde”.

Notizie di casa

Il pavimento che si igienizza da solo. È una

lastra realizzata dall’azienda italiana Granitifiandre di Reggio Emilia. Come per le piante, si basa sul processo fotocatalitico che permette di purificare l’aria, rimuovere i batteri e auto igienizzarsi. Come funziona? Il biossido di titanio che compone la lastra, una volta esposto all’aria e alla luce naturale o artificiale, attiva e modifica la velocità delle reazioni chimiche e avvia un processo ossidativo che decompone le sostanze organiche e quelle inorganiche che entrano in contatto con la lastra.

Risparmio 1. Le nuove etichette energetiche.

Prima le etichette andavano dalla A (minor consumo) alla G (consumo massimo); ora, alla lettera A, sono affiancati uno, due, tre + e non si va oltre la D. Le frecce delle classi energetiche che indicano i consumi più alti sono rimaste di colore rosso, mentre quel-




le delle classi dei consumi più bassi sono verdi. Dal momento poi che le etichette sono valide in tutti i Paesi dell’Unione Europea, per fare in modo che parlino una lingua “universale”, sono stati inseriti simboli che, a seconda dell’elettrodomestico, indicano le caratteristiche degli apparecchi. Per alcuni elettrodomestici c’è poi l’obbligo di indicare il consumo in stand-by e, per i frigoriferi e le lavatrici, il rumore in decibel dell’apparecchio in funzione mentre, per le lavastoviglie, il consumo annuale di acqua in litri e non più per ciclo. Per tutti è indicato il consumo annuo in kilowattora.

Risparmio 2. Lo si trova in rete. In rete c’è

un sito completamente dedicato al risparmio energetico. IoRisparmioEnergia.com è nato all’inizio di quest’anno e il suo progettista, Renzo Zanetti, ha messo in rete un vero e proprio negozio virtuale dove acquistare diverse tipologie di articoli: per ridurre i consumi della lavatrice, kit fotovoltaici, depuratori d’acqua, detergenti ecologici, ecc...

Arredo. E se fosse ricoperto di lana? O fossero mobili “Bio”? Serve qualcosa di diverso...

La casa di lana è quella in Olanda di Inneke e Guido Visser, lei con la passione per la maglia e lui falegname. Tra una sezione di quercia che fa da tavolino e grandi vasi appoggiati al pavimento, risultato di damigiane rivestite in cotone, ci sono lampade con i paralumi ricoperti di lana o cotone o feltro, cuscini, puff,

appendini… Per essere sicuri di avere un mobile “bio”, di legno ma anche di fibra naturale o cartone, occorre che sia fatto in modo tale che non necessiti, fin dove possibile, dell’aggiunta di altri materiali come metallo o plastica; le sue parti in legno devono essere riciclate e i prodotti usati nella lavorazione tutti di derivazione naturale o comunque a minimo impatto ambientale. Ultima esigenza: che gli alberi da cui si ricava l’arredo siano appositamente coltivati. Cosa va di moda nell’arredo? “Ciò che non è comune - risponde Paolo Pajarin - che sia diverso, insolito. Come studio di progettazione ci troviamo spesso a rienventare e valorizzare arredamenti già esistenti, restaurandoli, cambiandone i colori o semplicemente la disposizione. Oppure anche valorizzando le pareti con la carta da parati o con la posa di qualche sasso e creando una stanza dalle linee pulite”. È tornata in pista la carta da parati? “Da più di un anno ci sono aziende specializzate per giocare con carta da parati che non è più quella di un tempo: si tratta di materiali nuovi, milgiori e traspiranti che sostituiscono lo spatolato o la solita parete colorata. Anche i sassi, non sono i rustici che vediamo negli esterni, ma sono materiale componibile con colori piacevoli a vedersi. Quello che è importante, però, è che molte volte basta veramente poco per cambiare l’aspetto della propria casa. I mobili non sono da buttare, ma solo da ringiovanire”.

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sossano Italo e il primo amore

barbarano No al casello senza bretella nanto La discesa del Bisato sul Royal Astemia

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C’

è bufera nella Pro Lonigo? A sentire quello che si sono rinfacciati l’un l’altro i componenti del direttivo durante l’assemblea di presentazione del bilancio, si direbbe di sì, eccome! Andando in sede a chiedere qualche chiarimento, si trovano invece facce distese che minimizzano e parlano di normale dialettica. Anche i tre dissidenti che hanno fatto fuoco e fiamme durante l’assemblea, criticando apertamente la costruzione del bilancio e votando contro al momento dell’approvazione, fanno marcia indietro, ammettono la divergenza di vedute ma non calcano la mano. Eppure qualcosa trapela e si viene a sapere che le riunioni del direttivo sono al calor bianco e che, durante quelle serate a porte chiuse, la grande assente è proprio la tanto sbandierata armonia. E i probiviri, i componenti dell’organismo che dovrebbe vigilare sul corretto andamento dell’associazione, cosa dicono? Non dicono, niente, però scrivono. Evidentemen-

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te allarmati da tanti segnali, hanno emesso un documento per raccomandare calma e prudenza ma di questa nota nessuno può prendere visione, è segreta, top secret, tabù. E se uno obietta che la Pro Lonigo è emanazione di un ente pubblico, che il direttivo rappresenta alcune centinaia di soci e che, se ci sono problemi tali da convincere i probiviri a scrivere una nota sul registro, questi soci avrebbero il diritto di sapere di cosa si tratta, i sorridenti responsabili dell’associazione assicurano che non è niente di grave, che sono cose interne (interne?) e che, portando pazienza, tutto si sistemerà. Questa è infatti la posizione della Pro Lonigo comunicata dal presidente: “Non riteniamo di dover rispondere in questa fase intermedia, in quanto è ancora in corso l’iter istituzionale di approfondimento in seno al Cda. Questo anche su suggerimento del Collegio dei probiviri che ha consigliato ai singoli consiglieri di non divulgare, fino alla conclusione di questo approfondimento, nessuna notizia. Tale suggerimento è stato accolto da tutto il Cda”.


UN PO’ DI DATI Almeno noi, usciamo dal vago ed elenchiamo nomi, cognomi e numeri. Il direttivo, in carica per il quadriennio 2010/2013, è composto da Maurizio Menti (presidente), Giuliano Benetazzo (vice presidente), Paola Volpato (segretaria), Alberto Bagolan, Danilo Cortese, Cristina Dal Molin, Carla Incao, Renato Mancini, Antonio Tisato, Ugo Fochesato, Giuliano Brun, Maria Rosa Steccanella. Gli ultimi tre sono i dissidenti di cui sopra. In rappresentanza del Comune siedono in consiglio di amministrazione Francesco Mazzai ed Elisabetta Billo per la maggioranza e Andrea Castiello in quota Lega Nord. I probiviri sono Giuseppe Zuffellato, Fernando Guzzoni e Andreino Gallottini. I revisori dei conti, Vittorio Baldon, Attilio Nicoli e Giorgio De Lorenzi. Il bilancio 2011, approvato solo a maggioranza, mostra entrate per 139 mi-

lioni di euro e uscite per 146 milioni di euro. La voce principale dell’attivo è data dalle Mostra scambio di auto d’epoca che fornisce un utile di circa 70 mila euro, 30 mila dei quali vanno al Comune per l’affitto dei capannoni. ALCUNI PARERI Uno spiraglio di luce su cosa accade nelle segrete stanze della Pro Loco lo accendono Francesco Mazzai e Andrea Castiello. “Vedo grande confusione – afferma il primo – Il Cda è nettamente spaccato tra chi sostiene il presidente Menti e chi lo ostacola apertamente. Una situazione poco trasparente che è un freno tirato per l’attività dell’ente”. Aggiunge Castiello: “Nella Pro Lonigo si litiga, come dappertutto. Ci sono tante teste e non tutte la pensano allo stesso modo. Il Comune dovrebbe essere più deciso nel farsi valere e pretendere maggior chiarezza ed efficienza. Gli eventi programmati sono

sempre gli stessi e ci sarebbe bisogno di voltare pagina coinvolgendo maggiormente i giovani”. Su quest’ultimo aspetto converge anche l’opinione di Luca Lazzari, consigliere comunale di minoranza: “I ragazzi sono di solito diffidenti: è difficile che accettino di entrare in un organismo con tanti problemi. Di buono nella Pro Loco qualcosa comunque c’è ed è l’indipendenza rispetto alle direttive della politica. Spero che le cose, almeno sotto questo aspetto, non peggiorino”. Conclude il consigliere comunale di Civitas Leonicena Paolo Rosin: “Nella Pro Lonigo c’è un ambiente chiuso di stampo famigliare che scoraggia chiunque si avvicini. Manca il ricambio e le iniziative sono sempre le stesse. Bisognerebbe uscire dalle secche delle solite sagre di paese e puntare a qualcosa di più qualificato per far si che Lonigo smetta di essere un paese per diventare una città”.

Salviamo il parco di silvia maron

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l parco ippodromo, tanto caro ai cittadini leoniceni versa in cattive acque dal punto di vista della salute degli ippocastani. Molti di loro sono malati, alcuni in modo irreversibile, un paio sono già stati abbattuti, per cui “riteniamo sia giunto il momento di fare il primo passo per la riqualificazione dell’area verde - sostengono i promotori della proposta per la ripiantumazione dell’area verde - intervenendo con una sistemazione almeno parziale.” Silvano Marchetto ci spiega che “l’urgenza dell’intervento è dettata dalla necessità di mettere in sicurezza il parco. Siamo consapevoli dei problemi economici del comune, ma bisogna intervenire per la sicurezza. L’impianto elettrico, quello di illumi-

nazione e altri sottoservizi si possono realizzare successivamente quando le condizioni economiche lo permetteranno.” Accanto all’elenco dei problemi, i promotori hanno presentato all’amministrazione comunale la possibilità di suddividere l’area del parco in 4 spicchi intervenendo ogni anno in un settore diverso. “Per riuscire ad accedere a fondi privati - spiegano i promotori - si potrebbe lanciare un’iniziativa del I promotori tipo ‘Un albero per Lonigo’ alla Silvio Bragolusi in qualità di presidenquale potrebbero aderire azien- te dell’Associazione Civica di Lonigo; de, associazioni e privati cittadi- Silvano Marchetto e Alessandro Faccio ni che abbiano a cuore il polmo- a nome del Pdl di Lonigo; ne verde della nostra città. Con Giuseppe Gaspari e Giorgio Nicolin a una donazione, infatti, avrebbe- nome della Lega Nord; ro la possibilità di adottare una Luca Lazzari e Chiara Gianin, movipianta e contribuire alla riquali- mento civico Dalla Parte del Cittadino. ficazione del nostro parco.”

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lonigo

Festa dei popoli Musica e SKATE M di Stefano canola

ettere insieme le comunità locali di India, Bangladesh e Marocco attraverso i loro referenti e allestire una “Festa dei Popoli” con gli italiani. Gli scopi: abbattere qualche muro, vincere le paure che nascono dalla non conoscenza dell’altro o semplicemente mangiare allo stesso tavolo. Questa la scommessa del direttivo di Noi Associazione e del team degli organizzatori, capitanato da Giampaolo Bressan. Il programma della prima edizione è pronto, dal 22 al 24 giugno al Centro Giovanile leoniceno si potranno gustare film, spettacoli di musica, danza e teatro, tornei di calcio, basket e volley, corsi di cricket per i più piccoli, cene e bibite in quattro versioni. Di particolare significato gli eventi del mezzogiorno di domenica: la celebrazione di fedi delle 11.30 “in dialogo e preghiera con i nostri

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fratelli Hindu, Musulmani e Cristiani” e il pranzo sociale che seguirà. Cosa ne pensano gli stranieri coinvolti? L’abbiamo chiesto a loro: l’entusiasmo non manca. Monisha Kumar (India, Associazione sociale e interculturale Navchintan di Arzignano): “Noi appoggiamo le iniziative che ci permettono di mostrare le qualità del nostro popolo e allo stesso tempo aiutano forme di integrazione. È successo a Chiampo e a Valdagno, le feste dello sport e le giornate dei passaporti, anche a Lonigo, hanno dato una mano. Io sono mediatrice culturale e conosco moltissimi dei miei connazionali. Vedremo alla festa le donne indiane ballare? E’ presto per dirlo, chissà”. Ben Habibi Abdelmajid (Marocco, vicepresidente Centro islamico Firdaus di Lonigo): “Già nel 2006 è stata fatta un’esperienza positiva presso i frati di San Daniele. Su quella scia abbiamo accettato con piacere la proposta, convinti della necessità del dialogo con gli italiani e i leoniceni in particolare”. Abdul Kaiyum Mahmud (Bangladesh, Associazione Lonigo Youth Culture): “Spero che questa festa permetta di far conoscere meglio la nostra comunità. C’è entusiasmo tra i miei connazionali, da tempo stiamo lavorando per organizzare gli eventi culturali, musicali e sportivi che ci coinvolgono”.

Lavori in corso al campo parrocchiale

ono iniziati i lavori al campo da calcio del centro giovanile parrocchiale che in futuro potrebbe essere fruibile anche da associazioni non parrocchiali. “L’obiettivo è che per ottobre il campo sia pronto – precisa Roberto De Toni, consigliere dell’associazione “Noi” e responsabile del centro giovanile -. Abbiamo seminato l’erba, posizionato la rete parapalloni e predisposto l’impianto idrico, ma mancano ancora delle piccole opere di rifinitura.” s.m.

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di federico gobetti

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port, musica e birra. C’è qualcosa di meglio? Sabato 9 gigno allo skate park di Lonigo si terrà lo “Skate music contest”, la prima gara di evoluzioni sulla tavola da skateboard mai fatta a Lonigo. I concorrenti saranno giudicati da una giuria di esperti che ne valuteranno evoluzioni e bravura. Il tutto organizzato dal team di “A Due Passi”, piccola bottega leonicena di via Garibaldi, dedicata appunto al mondo dello skateboard. Come mai la scelta di organizzare questa manifestazione? Vogliamo che cresca nei giovani la passione per questo sport - spiega la titolare Denise Zanin -. E vogliamo valorizzare lo skate park di Lonigo, punto di riferimento per gli skaters della zona. A Due Passi ha quindi preso in gestione il parco comunale? Sì, d’ora in poi ce ne occupiamo noi. Abbiamo creato una squadra di ragazzi che volontariamente si occupa della manutenzione e dell’abbellimento del parco. Qual è stata la reazione dei giovani leoniceni? Sono entusiasti. Abbiamo un grande riscontro e sono scomparsi anche i vandali che in diverse occasioni hanno danneggiato le strutture. Maggiori info su Facebook alla pagina “A Due Passi Lonigo”.


lonigo

ScuolaLibera senza voti di Stefano canola

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na scuola steineriana partirà a settembre in città con una sezione d’infanzia e una classe della primaria: ad organizzarla è l’Associazione ScuolaLibera, la sede in Via Bonioli 144. “Ci sono già 25 bambini pre-iscritti tra le due sezioni, ma il numero è destinato ad aumentare – spiega Paolo Tomba, nel direttivo con la moglie Loretta Martello. – Le famiglie coinvolte provengono da Lonigo e dal circondario, per un raggio di 2530 km e hanno maturato l’interesse nel tempo”. Quali le motivazioni? “La pedagogia di Rudolf Steiner, riconosciuta innovativa dall’Unesco, è fondata sulla libertà, l’amore e il rispetto del bambino nella sua unicità. Priorità assoluta al ritmo di crescita di fisico, anima e spirito e al sano

equilibrio tra pensare, sentire e volere. Lo sviluppo intellettivo non è soltanto nozionismo ma esperienza vissuta, che dona gioia ai piccoli. La differenza sta nel metodo”. Nel concreto… “Si basa sul fare, con l’uso di mani e piedi: alla primaria non ci sono voti o bocciature, ogni ragazzo costruisce

da sé quaderni e libri. Lettura e scrittura vengono insegnate gradualmente, ampio spazio a lingue straniere, musica, canto, modellaggio, lavoro manuale, arte e teatro, al contatto con la natura e gli animali (ci saranno anche a Lonigo nel giardino dietro allo stabile, dov’è previsto pure l’orto ndr). Fondamentale la pratica dell’euritmia, l’arte della parola in movimento. Alimentazione biologica, materiale didattico costituito da sostanze naturali, niente strumenti tecnologici”. La retta, non ancora esattamente definita, è impegnativa. Info www. scuolalibera.org.


lonigo

Bobo, l’amico dei libri di Lino zonin

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libri sono nostri amici. Sempre pronti a dare una mano in caso di necessità, tornano al loro posto nello scaffale dopo la consultazione, disciplinati, discreti, fedeli. Di amici così è meglio averne tanti. Per questo Sergio Oboe, per tutti Bobo, ha messo insieme una raccolta di testi di autori locali unica nel suo genere per quantità e qualità.

Lui non vuole scendere nei particolari e dire quanti libri compongono la sua collezione, ma basta citare il nome di uno scrittore o il titolo di una pubblicazione che abbia per oggetto Lonigo, il suo territorio e la sua storia, e lui si alza, sparisce dietro una delle cento librerie che ha in casa e torna dopo qualche minuto con il libro in mano. “Non sono né uno studioso, né un collezionista, né uno storico, né un bibliofilo – precisa subito Bobo – Sono semplicemente un tipo curioso, uno al quale interessa quello che è successo nel corso dei secoli nella città in cui abita e che cerca di informarsi. E siccome per me, che sono un tipo alla vecchia e con internet non vado tanto d’accordo,

i depositari della conoscenza sono i libri, ecco che, quando su una bancarella ne trovo uno interessante che mi manca, cerco di comprarlo”. Anche se lui non vuole che si dica, la casa di Bobo Oboe è come un museo. Libri a parte, che spuntano ovunque da mensole, scaffali, mobili e ripiani, ogni angolo dell’appartamento nasconde una sorpresa: quadri di Emilio Oboe, lo zio artista, ritratti di

baffuti signori dell’Ottocento, stampe, mappe, riproduzioni. Tutto materiale che ha come punto di riferimento la nostra città e gli avvenimenti che si sono svolti in riva al Guà a partire dalla notte dei tempi. “Il mio interesse non è solo per Lonigo ma per tutta la zona che ci gira attorno e che sconfina nella vicina Bassa Veronese – aggiunge Bobo – A darmi l’ispirazione è stato proprio Dino Coltro, inimitabile cantore della nostra tradizione popolare, nato ad Albaredo d’Adige. Da lui ho capito che i libri non solo

Vendemmiat

rice

sono un insieme di tanti fogli stampati ma rappresentano un modo per conservare l’anima di chi li ha scritti. Sono sicuro che la notte, quando noi dormiamo, i miei libri prendono vita e si raccontano l’un l’altro le varie storie racchiuse dentro le pagine”. La passione di Bobo Oboe per chi ha fatto la storia di Lonigo ha un risvolto poco conosciuto e quasi commovente. Dopo aver notato lo stato di abbandono in cui versano le tombe di tanti leoniceni illustri le cui famiglie si sono estinte, si prende cura delle lapidi, le tiene in ordine e vi deposita qualche fiore, grato per quello che quei personaggi, ormai ignoti ai più, hanno fatto per la nostra città.

Frati novelli

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omenica 6 maggio la comunità francescana di Lonigo ha partecipato alla consacrazione sacerdotale di due giovani frati, Ivano Paccagnella e Marco Zenere. La piccola chiesa quattrocentesca non è riuscita a contenere il fiume di parenti, amici e conoscenti accorsi alla funzione religiosa, trovando posto nel sagrato della chiesa in cui erano stato predisposto un maxischermo. s.m.

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sarego

Sindaco a tempo pieno di Giovanni salviati

della scelta degli elettori. Veniamo alla situazione del paese. Vogliamo cominciare dall’attenzione per i giovani, che non hanno molti spazi di aggregazione. Sarego soffre poi di una scarsa connettività a Internet, che in alcune zone è assente. Pensiamo di offrire connessione gratuita wi-fi in alcune zone pubbliche, in modo da fare uscire la gente di casa, e offrire punti di ritrovo. Altro progetto è l’aumento delle piste ciclabili, verso Montebello, Brendola, e soprattutto collegando fra loro le frazioni (per esempio lungo via Palladio). Una priorità è il completamento del P.a.t. (piano di assetto territoriale), che verrà interamente condiviso coi cittadini. Per una maggiore partecipazione, pensiamo di trasmettere in video tutti i consigli comunali, magari nel sito del comune. Come ha trovato le casse comunali? In questi primi giorni stiamo verificando i flussi di cassa. In ogni caso, Sarego ha un saldo attivo di circa due milioni. Ora a Roma stanno valutando di togliere le spese di investimento dal patto di stabilità: questo sbloccherebbe molte risorse rispetto agli ostacoli attuali. Il nostro primo obiettivo, intanto, è approvare entro il termine della fine di giugno il bilancio di previsione 2012, in cui saranno decisi tutti gli investimenti. Con i finanziamenti regionali, ad esempio, cercheremo di attuare il progetto della nuova scuola d’infanzia di Meledo.

svantaggiati, “Partivamo poi però...

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n cittadino. Uno di noi, preso dalla sua vita quotidiana, con il suo bagaglio di esperienze e le sue idee, e inviato dai suoi compaesani ad amministrare il bene comune. È la prima impressione che si ha nell’incontrare il nuovo sindaco di Sarego, Roberto Castiglion. Non che i precedenti sindaci seraticensi fossero della razza dei burocrati che vivono in un mondo a parte (sarebbe ingiusto sostenerlo), ma qui è maggiore l’impressione di uno spaccato di vita famigliare e civica preso dalla strada e trasferito così com’è all’ufficio del primo piano del centenario palazzo municipale. Lo si vede anche dall’impaccio (buon segno, a nostro avviso) che Castiglion ha avuto nel trovarsi alla ribalta nazionale, essendo il primo sindaco in Italia eletto nelle liste ideate da Beppe Grillo. Tant’è che accetta l’intervista soltanto a patto di limitarla ad argomenti locali. “La nostra lista si chiama ‘Movimento 5 stelle Sarego’, e l’abbiamo costituita per rivolgerci ai problemi del paese”, chiarisce subito. Prima di parlare di quei problemi, ci parli di voi, della sua candidatura, della sua giunta... Io ho 32 anni, faccio l’ingegnere informatico all’Enel di Venezia, e vivo a Sarego da sempre. Abbiamo formato la lista nel gennaio di quest’anno. Prima non mi ero mai occupato direttamente di politica. Ho deciso di impegnarmi perché non mi sentivo rappresentato da alcuna delle formazioni politiche at-

tuali, e avevo voglia di dare il mio contributo a un rinnovamento. Ho visto in questo movimento il luogo adatto per farlo. Fino a un mese prima delle elezioni non c’era sentore di vittoria. Partivamo in svantaggio: era la prima volta nel Basso vicentino che il movimento si presentava alle amministrative e i candidati erano tutti volti nuovi. Poi, nelle ultime settimane, questa sensazione è cambiata, fino all’affermazione. 1045 elettori hanno scelto la vostra novità. Secondo lei, perché? È stato anche per dare un segnale politico nazionale? In questa voglia di cambiamento c’era forse anche quella di scegliere dei giovani (la nostra giunta ha un’età media di 36 anni). E di cercare qualcuno davvero in ascolto dei bisogni del cittadino, avendo noi sempre affermato di considerarci dei dipendenti al servizio della gente. Non saprei se a Sare-

go il voto ha avuto anche motivazioni “nazionali”. Parlando con la gente ho percepito soprattutto la voglia di un cambiamento qui, a livello locale. Per impegnarmi pienamente in questo, ho deciso di chiedere al lavoro un periodo di aspettativa a tempo indeterminato (con la sospensione dello stipendio, ndr). Ci parli della sua giunta, che ha appena confermato. È interamente formata da consiglieri eletti nella lista, il che a nostro avviso garantisce maggiormente il rispetto

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XXII Rassegna Cinofila in notturna 30 giugno Noventa Vicentina In occasione dell’annuale Sagra di San Luigi in Piazza IV Novembre ISCRIZIONI Si ricevono sul campo prima dell’inizio della rassegna per tutte le razze con le seguenti modalità: A) CLASSE LIBERA 10,00 Euro B) CLASSE GIOVANI 10,00 Euro C) CLASSE BABY 8,00 Euro D) COPPIE 5,00 Euro E) GRUPPI 5,00 Euro

PREMIAZIONI A) CLASSE LIBERA: verranno premiati i primi due maschi e le prime due femmine di ogni razza. Premi vari. B) CLASSE GIOVANI: verranno premiati il1° maschio e la 1a femmina di ogni razza. Premi vari. C) CLASSE BABY: verranno premiati il 1° maschio e la 1a femmina di ogni razza. Premi vari.

SABATO 30 GIUGNO 2012 - PROGRAMMA ORE 19.00 - 20.30: Iscrizioni cani ORE 21.00: Inizio giudizio AI termine RINGS D’ONORE E PREMI SPECIALI. A tale premiazione parteciperanno tutti i primi classificati di ogni razza con la qualifica ECCELLENTE. PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI A VITTORINO OLIVAN - Tel. 0444.860432 Cell. 328.4099482

PREMI GASTRONOMICI - TROFEI Raggruppamenti: Cani da Pastore e Nordici - Cani tipo Pincher Schnauzer e Molossoidi - Cani da caccia da ferma Cani da caccia non da ferma - Cani da compagnia BEST IN SHOW BABY - BEST IN SHOW: giovani senza distinzione di razza - Coppie - Gruppi

A M B U L ATO R I O V E T E R I N A R I O

DR. ALDO TEBALDI

ORARIO Mattino: 10,30 -12,30 Pomeriggio:16,00 - 19,30 Sabato: 10,30 - 12,30 / 16,00 - 18,30 Piazza XXV Aprile, 1 LONIGO (VI) Tel. 0444 832756 | Fax 0444 430953 Mail: aldotebaldi@gmail.com aut.REG. N2019 del 10/10/95


n o v e n ta

Così è cambiata la donna l Comune di Noventa Vicentina, in collaborazione con quelli di Sossano e Albettone e grazie al finanziamento della Regione Veneto, ha commissionato uno studio socioantropologico sulla situazione e l’evoluzione della figura femminile degli ultimi trent’anni in Area berica. Scopo di questo studio è far emergere com’è cambiato il ruolo della donna, quali sono

alle associazioni benefiche per richiedere capi di abbigliamento o, addirittura, generi alimentari. Negli anni 70 l’area berica era prevalentemente agricola, le donne avevano un livello basso di istruzione e per la prima volta si trovavano a cercare lavoro fuori dalle mura di casa e spesso lo abbandonavano dopo il matrimonio o la nascita del primo figlio, dedicandosi alla famiglia. Attualmente le donne investono più degli uomini nella

i suoi bisogni e le sue difficoltà rispetto agli anni 70, con lo scopo di potenziare l’azione dello Sportello Donne presente a Noventa. Da questo studio che cos’è emerso? Innanzitutto per il 75% delle donne il problema che avvertono maggiormente è il lavoro: trovarlo, mantenerlo e conciliarlo con la vita familiare. La mancanza di lavoro, il cambiamento e l’instabilità economica portano incertezza e paura e molte famiglie crollano di fronte a questo problema. Crisi economica e difficoltà ad arrivare a fine mese costringono sempre più donne a rivolgersi

formazione e lavorano, come gli uomini, fino all’età pensionabile. La presenza delle donne in questi trent’anni è stata sempre più massiccia nel mercato del lavoro e nell’imprenditoria e ha contribuito alla crescita economica, merito anche delle aziende a conduzione familiare che caratterizzano l’area berica. In un territorio in cui l’11% della popolazione è straniera e fatica tuttora ad integrarsi, c’è comunque un aumento della scolarizzazione del 35% per le donne, e un dato sorprendente salta agli occhi: il 2% delle nuove imprenditrici è straniero.

di SILVIA MACULAN

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n ov e n ta

30 km di Ciclabile di silvia maculan

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uasi un’autostrada ciclabile che collega Vicenza a Noventa Vicentina. Domenica 20 maggio finalmente la ciclabile Riviera Berica è stata inaugurata. Carlo Alberto Formaggio, vicesindaco di Noventa e presidente del Patto Territoriale dell’Area Berica e Giancarlo Campagnolo, sindaco di Castegnero, comune capofila dei lavori, concordano sul fatto che “la giornata è stata una conferma. Nell’ultimo semestre sempre più cittadini hanno approfittato del percorso, per motivi ludici e sportivi ma anche per andare al lavoro e lasciare finalmente a casa l’auto”. Campagnolo continua: “La cosa che mi ha reso più felice è il fatto che gli stessi utenti abbiano percepito il nostro scopo: costruire un’opera che unisse i comuni e le persone”. E intanto alcune novità sono già in programma per i prossimi mesi. SPAZIO AI PEDONI La pista non sarà solo ciclabile, ma diventerà pedonale. Dopo una riunione con esperti e con i comandi di Polizia è stata confermata la possibilità di allargarla, allontanando gli archetti e creando un’opportuna segnaletica pedonale, viste le sue dimensioni. Ogni comune si organizzerà creando delle aree pic-nic o dei parcheggi appositi per i turisti o gli stessi fruitori. “Ci sono già moltissime idee, ma lasciamo spazio alla fan-

tasia. Noi abbiamo già messo in preventivo due aree di sosta, tra cui una vicino ai ciliegi” spiega Campagnolo. 450 PUNTI LUCE La seconda grossa novità è il completamento dell’opera di illuminazione entro la prossima primavera. L’appalto sarà unico ed ogni comune si prenderà a carico le spese per la corrente elettrica. Verranno installati 450 punti luce, uno ogni 40 metri, per un costo totale di circa 500.000 euro.

E IL SEDIME? A Barbarano, nei pressi della vecchia stazione dei treni, c’è un grosso accumulo di sedime ferroviario. Il Sindaco Roberto Boaria chiarisce: “Le traversine, materiale pericoloso, sono già state smaltite. Dato lo spazio disponibile, abbiamo dato la possibilità ad ogni comune di accumulare qui il sedime sul quale è stata costruita la ciclabile. Piano piano smaltiremo anche quello”.

UNA RETE DI PISTE Il Patto Territoriale ha già pianificato la creazione di una rete tra le piste ciclabili, in modo da collegare la nuova a quella dei Colli Euganei e ripercorrere interamente l’ex collegamento ferroviario fino ad Ostiglia.

Vacanze: tempo di restauro per le scuole Il Consiglio comunale ha approvato il progetto di piccoli interventi agli edifici scolastici statali, che partiranno immediatamente dopo la chiusura delle scuole a giugno e termineranno ad agosto. Per le scuole medie del capoluogo verrà rifatta interamente la copertura e quindi il tetto e le grondaie, un lavoro che costerà circa 280.000 euro. Lo stesso problema verrà risolto all’asilo nido, con una spesa di circa 80.000 euro. Anche la scuola dell’infanzia verrà ristrutturata con un ampliamento notevole della zona cucina del refettorio. s.m.


VA l L i o n a

Natura in Arte Di Ilaria Boscardin

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ra i vincitori di quest’anno del concorso nazionale “Oasis, disegna la natura” c’è anche una vicentina. Ernesta Albanese, originaria di San Germano dei Berici ma residente a Sossano, si è aggiudicata il “Premio Speciale Botanica” con il dipinto di un dente di leone. Il con-

po’ deviato, ma poi sono tornata sui miei passi. Com’è nata la passione per l’arte botanica? Tutto è iniziato durante una vacanza-studio in occasione del mio anniversario di matrimonio. In seguito ho seguito dei corsi assieme a mio marito Luigi Zulian, anche lui appassionato di pittura botanica. Il primo corso a cui abbiamo partecipato era era

Sicurezza & Qualità

corso era all’interno del primo Festival Nazionale delle Arti Naturalistiche tenutosi ad Alba, al castello Grinzane Cavour, l’11-12-13 maggio. Ha sempre avuto la passione per la pittura? Mi è sempre piaciuta, infatti ho studiato al Liceo Artistico e mi sono laureata in Architettura. In seguito però ho aperto un’agenzia immobiliare e il mio percorso ha un

tenuto da Maria Rita Stirpe, rinomata pittrice botanica. Si tratta di una tecnica particolare? Molto particolare. Richiede una grande precisione. È quasi come una foto in 3D portata sul piano. In futuro spero di approfondire la conoscenza della tecnica, in modo che non resti solamente un hobby. Com’è andata la premiazione di Alba? Molto bene, è stata un’emozione. Inoltre è una soddisfazione in quanto le immagini vincitrici faranno parte di una mostra itinerante che toccherà le principali città italiane.

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sossano

Italo e il primo amore diFederico Tosato

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ecita un attestato di merito donatogli alcuni anni fa dall’Amministrazione comunale: “All’uomo, al giocatore, al tecnico, che il gioco del calcio ha reso amico di tutti”. Non si sarebbe potuto scrivere un pensiero più azzeccato per inquadrare la vita e le passioni di Italo Balbo, un uomo che sin da giovane si è rivelato punto di riferimento per la propria comunità e non solo. Da ormai alcuni anni però, la malattia lo ha allontanato da quello sport che egli definiva “il primo amore”. Chi conosce molti aneddoti relativi a Italo e al pallone è Giovanna, sua moglie da 45 anni: “Ricordo che quando eravamo fidanzati, la domenica non lo vedevo perché andava a giocare. Ed essendoci sposati lunedì primo maggio, era in campo pure il giorno prima del matrimonio, tanto che durante la cerimonia ha spiegato al parroco di avere un tremendo mal di schiena dovuto a quella partita. Abbiamo poi trascorso insieme moltissime domeniche in trasferta, anche con Serenella, nostra figlia, perché Italo ci voleva sempre vicine”. A Serenella, invece, la prima cosa che viene in mente del padre è un consiglio che le dava anni fa: “Fatti volere bene, mi diceva” e chi l’ha conosciuto intravede in quel consiglio il suo stesso modo di essere. Smesso il calcio giocato, una delle maggiori gratificazioni per Italo è stato l’assumere il ruolo di allenatore della nazionale italiana dei preti – ca-

Campionato 1963/64, Italo è il quarto in piedi da sx

pitanata da quel don Romeo che anche grazie al calcio ha permesso a generazioni di ragazzini di crescere e formarsi –, con la quale, tra l’altro, ha sfidato la nazionale cantanti allo stadio Menti il 25 aprile del ’93. Per la cronaca, i preti hanno vinto per tre reti a due. Gli uomini di Chiesa coi tacchetti hanno poi partecipato a un quadrangolare, scontrandosi con la squadra dei magistrati e pure col Real Vicenza di Paolo Rossi. E non poteva ovviamente mancare la partita che ha visto opposti preti e frati. L’incarico assunto da Italo gli ha permesso alcuni passaggi televisivi a livello nazionale, grazie ai quali anche Sossano ha potuto godere di particolare visibilità. Nel volume scritto nel 2002 da Alberto Cogo e Raffaele Lembo e intitolato “Una squadra chiamata A. C. Sossano. Storia di 50 anni del

calcio sossanese”, Italo spiegava che il calcio è stato per lui un maestro di vita; espressione per niente eccessiva per chi ha militato in serie B ed è stato lì lì per giocare nella massima categoria. “Se non fosse stato tanto istintivo, fantasioso e a volte forse poco disciplinato, sono certo che sarebbe arrivato davvero alla serie A” ricorda oggi Lembo, che continua: “Italo era un artista del pallone che amava l’inventiva”. Quell’inventiva che nonostante la malattia, ancora oggi sembra trasparire dai suoi intensissimi occhi azzurri.

Il calcio è stato un maestro di vita

Caro Babbo Natale, vogliamo ringraziarti per il servizio efficente svolto il 24 dicembre presso il negozio ORTOFRUTTA DA ALESSIA. Tutti devono vedere quanto bravo, bello e buono sei, certe che anche quest’anno passerai da tutti noi. Alessia e Serena GRAZIE MATTEO


albettone

Una casa per gli alpini di Luca trissino

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opo quarant’anni il gruppo Alpini di Albettone ha finalmente una sede, concessa dal Comune nelle stanze sotto i portici del municipio e inaugurata in occasione della recente festa. “Sono molto soddisfatto per i successi del gruppo Alpini – dichiara il presidente Michele Negretto – che ne confermano la storia e sono un incentivo per pensare ad altre attività in grado di coinvolgere il paese”. Il 22 aprile più di 300 persone hanno partecipato alla festa dei quarant’anni dell’associazione e il paese è rimasto addobbato di bandiere tricolori per un’intera settimana. Inoltre 70 Alpini hanno preso parte alla recente adunata nazionale a Bolzano, un numero considerevole per un paese così

piccolo. Quanti sono gli alpini di Albettone? “Il gruppo è composto da oltre cento soci, e nell’ultimo anno abbiamo recuperato molti giovani, che pur avendo fatto la leva non si erano interessati al tesseramento. Siamo un gruppo che vuole crescere e coinvolgere tutti gli Alpini di Albettone, che purtoppo si fermano anagraficamente agli anni della leva obbligatoria”. In paese il gruppo è molto sentito... “Il gruppo è nato ufficialmente nel 1972, ma già esisteva nel 1956, grazie all’interesse e agli stimoli di Francesco Colpi, medico di base del tempo.

Le nostre attività sono sostenute moltissimo, in particolare dalla Pro loco, e questa collaborazione è il nostro punto di forza”. Le prossime iniziative? “Dal prossimo anno scolastico porteremo la terza media sull’Altopiano di Asiago, per far toccare con mano ai ragazzi la storia della prima guerra mondiale. Inoltre l’ultimo sabato di agosto ci attende l’ormai tradizionale festa alpina in piazza”.

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Tra arte e fotografia

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arte e la fotografia hanno avuto il loro spazio durante la Sagra delle Rose: la mostra di pittura “Ancora insieme”, organizzata da Leonida Ramin in ricordo del pittore Franco Virgili e la mostra di fotografia organizzata dalla Biblioteca in collaborazione con il fotoclub “Il Campanile” di Noventa Vicentina, hanno avuto un largo consenso di pubblico. Il gruppo Fidas di Albettone ha offerto le targhe per il premio della critica e della giuria popolare per la mostra fotografica, vinti entrambi da Federica Cobalchini. l.t.

Una scuola per Assunta

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omenica 13 maggio la Scuola dell’Infanzia di Lovertino è stata ufficialmente intitolata alla maestra Assunta Dal Pozzo, in memoria delle benemerenze acquisite a livello locale durante gli anni di insegnamento nella frazione. La maestra è ricordata con nostalgia ed affetto da molti cittadini per la grande umanità e per gli interventi sociali operati dagli anni Venti agli anni Sessanta, come l’assistenza in orario extra-scolastico dei bambini con problemi economici e culturali, l’offerta di cure mediche e l’integrazione familiare in seguito all’assenza dei padri durante la guerra. l.t.

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Sportello lavoro

a crisi economica non tocca solo i giovani. Capita che a perdere il lavoro siano anche adulti che si imbattono per la prima volta nella redazione di un curriculum vitae e nella difficoltà di rivolgersi a qualche ente, comunicando magari attravero internet. Il comune di Orgiano ha pensato così di aprire in via sperimentale uno Sportello Lavoro ogni venerdì mattina dalle 9.30 alle 11.30 presso l’ufficio dell’assistente sociale, previo appuntamento. “Abbiamo voluto dare un aiuto concreto nella ricerca di lavoro - spiega il Sindaco Marco Zecchinato - e abbiamo chiesto una collaborazione alle realtà produttive del territorio nel segnalarci direttamente la richiesta di ricerca personale”. s. m.


barbarano

No al casello senza bretella di silvia maculan

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primi 14 km vicentini della Valdastico sud dovevano essere aperti a maggio 2012. Partendo da Vicenza Ovest, passando per il casello Montegaldella-Longare, tra le campagne di Bosco di Nanto, si sarebbe dovuto arrivare al secondo casello Albettone-Barbarano e poi verso sud attraverso la galleria Rampezzana. È sufficiente, invece, un giro nella zona per accorgersi dei pochi passi avanti: cantieri aperti, operai al lavoro, transenne rosse, mezzi di lavoro, ecc. La domanda sorge spontanea: a che punto siamo? L’abbiamo chiesto al Sindaco di Barbarano Roberto Boaria che conferma il netto ritardo sui tempi di marcia. “La causa sta nel mancato finanziamento dei lavori da parte della società proprietaria, che non riceve i fondi dalle banche e, di conseguenza, non ha i soldi per pagare le imprese. Inol-

tre manca ancora l’approvazione dalla Valdastico nord. Recentemente si è parlato di spostamenti notturni sospetti di camion multati per sovraccarico e della possibilità che venisse scaricato del materiale pericoloso.

Abbiamo appreso la notizia dalla stampa e di questo si occuperà l’Antimafia. Per quanto riguarda il cantiere, a quanto sappiamo, non verrà chiuso per indagini. Preleveranno dei campioni. A che punto sono i lavori? Al momento stanno finendo le mas-

Novità per lo sport di silvia maculan

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na quarantina di anni fa don Guido e un gruppetto di giovani volontari crearono nella zona dietro la Chiesa, degli impianti sportivi. Molti adulti si riconosceranno tra quei volontari: chi sistemava il campo da calcio, chi montava le reti, chi portava la terra rossa per il campetto da tennis. Negli anni 80 gli impianti furono messi a norma e dotati di illuminazione.

Attualmente vengono utilizzati per lo più da ragazzini o da piccole squadre di calcio, ma mancano di funzionalità. Sfortunatamente, dato la libera accessibilità, vengono occupati anche da gruppi di adolescenti poco rispettosi. Pur rimanendo di proprietà della Parrocchia, di recente sono passati in gestione ventennale all’Amministrazione comunale, in seguito all’acCorriere Vicentino |

66 | Area Berica

sicciate e gli scarichi d’acqua. Dove sorgerà il casello c’è adesso un impianto di riciclaggio dell’asfalto. A quando l’apertura? Non prima del 2014, secondo le fonti ufficiali. Quali sono le conseguenze per il comune di Barbarano? È una grossa delusione. Le aziende sono ancora interessate alla nostra zona industriale, ma con i lavori dell’autostrada a rilento è probabile che si spostino nel Padovano o in altre zone. Per quanto riguarda la bretella di collegamento alla Riviera Berica? Come Comune abbiamo posto delle condizioni precise. Il casello non verrà aperto se prima non sarà costruita la rotatoria tra via Capitello e via Pila e realizzato l’innesto tra la Berico Euganea e la Riviera Berica. Si tratta di incroci pericolosissimi, teatro in passato di incidenti mortali. È nel programma del 2013, ma attendiamo sviluppi e conferme.

quisto degli spogliatoi vicini ai campi da calcio e alla nuova Sala Maggiore. L’ultima settimana di maggio sono iniziati dei lavori di risistemazione che saranno conclusi entro settembre. Si adotterà il regolamento già in uso dagli impianti di Barbarano, con orari liberi e altri regolamentati dalle società di calcio per l’allenamento dei ragazzi. Inoltre saranno recintati i campi mentre le entrate rimarranno i due accessi carrai da via Crispi. Verrà posata l’erba sintetica, livellata la pavimentazione e creato un impianto elettrico autonomo a gettoni. Sarà nuovo punto di aggregazione che valorizzerà lo sport e darà vita al centro storico del paese.


barbarano

La mia casa ora è un nido di silvia maculan

C

on questa forte disoccupazione giovanile in crescita, in un quadro generale di crisi economica, si tende spesso a parlare di chi non ha più un lavoro, di chi preferisce andarsene, ma raramente si parla di chi lotta quotidianamente e si

inventa, addirittura, un’attività. È il caso di Marica Prendin, venticinquenne di Barbarano. Con in mano un diploma nel ramo turistico, una serie di lavori come cassiera o

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come impiegata in uno studio di commercialisti, una esperienza finita presso un asilo nido e l’assenza di una laurea adatta ad insegnare, Marica tenta di trasformare ciò che più ama in una vera professione: lavorare con i bambini, educarli e formarli nei loro primi tre anni di vita. “Gli anni presso l’asilo nido sono stati i più belli. I bambini imparano con noi a mangiare, parlare ed interagire tra loro” racconta Marica. Nei pomeriggi a casa non si è scoraggiata e nelle tante ore di navigazione su internet ha scoperto un progetto regionale, il Nido in famiglia. Dopo un corso di qualifica della Regione a Marica viene data la possibilità di accogliere

nella sua casa fino ad un massimo di sei bambini. “Grazie all’aiuto di mio marito abbiamo trasformato l’appartamento: ora è a misura di bambino e tutte le stanze sono sommerse dai giochi - racconta -. Le mie giornate sono piene di sorrisi, risate fragorose, pianti, urla, ma tutto ciò mi rende felice mentre non lavorare mi faceva sentire inutile. Questo è un lavoro che mi dà immense soddisfazioni, le maestre sono parte di un anello importante della crescita del bambino. Queste esperienze rimarranno impresse nell’inconscio del bambino per tutta la vita. Posso dire di aver realizzato il mio sogno, ho un ritorno economico e riesco a conciliare la vita di famiglia, compresa la possibilità di avere un figlio in futuro”.

Quando il divertimento ha cuore

re serate di musica e divertimento, all’insegna della beneficenza. Dal 15 al 17 giugno ritorna l’appuntamento con “Mai Dire Barbarano”, un evento organizzato da un gruppo di giovani capitanati da Luca Pirocca e Luca De Guio per ricordare Moreno Pirocca e sostenere l’associazione di volontariato fondata dopo la sua scomparsa nel febbraio del 2009, all’età di soli 15 anni. Il programma prevede nella serata di venerdì l’esibizione dei Red Hot Chili Plus, che proporranno il sound e il groove del gruppo rock statunitense Red Hot Chili Peppers. Sabato 16 giugno sarà il turno degli Havana Club, cover band dell’intramontabile Vasco Rossi. Domenica 17 grande chiusura con happy hour e dj set: alla consolle si alterneranno Gotter M. e special guest Marco Bellini. Come nella migliore tradizione locale, non mancheranno birra, spritz e panini onti. L’intero ricavato della manifestazione andrà a sostenere i progetti dell’associazione di volontariato “Il Grande Cuore di Moreno Onlus”, che persegue il fine della solidarietà e assistenza socio-sanitaria a favore di bambini e adulti affetti da malformazioni cardiache congenite. www.ilgrandecuoredimoreno-onlus.org. m.m.


nanto

Sul Royal Astemia di manuel mantoan

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a tradizionale “Discesa del Bisato”, che giunge quest’anno alla 12° edizione, diventa sempre più una kermesse dove far sfilare strane imbarcazioni, dando vita a una vera e propria gara di creatività e originalità che ha fatto breccia in particolar modo sui giovani. Nella scorsa edizione, l’interesse dei partecipanti e degli astanti si era concentrato su un natante costruito con la carcassa di una vecchia Fiat Uno; quest’anno, tra i favoriti vi è il “Royal Astemia”, una sorta di catamarano realizzato da sei giovani di Nanto che rispondono ai nomi di Enrico e Andrea Festa, Stefano Corà, Massimo Lazzari, Luciano Tonini e Matteo Parise. Sono molte le peculiarità che rendono questa imbarcazione sui generis, e il fatto che vi potranno salire fino a 15 persone lascia solo presagire la grande festa che si terrà a bordo durante il tragitto da Ponte di Lumignano ad Albettone. D’altronde, la “Royal Astemia” mette a disposizione dei passeggeri numerosi comfort: radio con cd, lettore mp3 e due grandi casse per ascoltare la musica nel corso della crociera,

nonché frigoriferi carichi di vivande e bibite servite

nonché frigoriferi carichi di vivande e bibite servite da due simpatiche e cortesi ragazze, comodamente sedute sul ponte del natante. Gli altri passeggeri troveranno invece posto su panche opportunamente saldate ai due scafi del catamarano. Date le notevoli dimensioni del mezzo, per il trasporto su strada i giovani armatori hanno ideato un ingegnoso sistema di ripiegamento degli scafi verso l’interno. È bene ricordare inoltre che tutta la struttura, ad eccezione del motore, è stata realizzata utilizzando perlopiù materiali di riciclo. “L’impianto di base – spiega Enrico Festa – è stato costruito quattro anni fa da me e da Stefano, ma era molto più piccolo e meno confortevole di oggi. Nell’ultimo mese abbiamo lavorato le sere dopo il lavoro e duran- te i weekend per ampliare lo spazio occupabile e sviluppa-

re tutte le idee che di volta in volta ci venivano in mente. Tra le ultime vi è la plancia comandi posta sotto al volante che direziona il motore a poppa, sulla quale abbiamo installato il contagiri, l’autoradio e la tromba bitonale da camion che si aziona premendo sul clacson del volante. Ognuno insomma ha messo a disposizione le sue competenze e ora siamo ai ritocchi finali per renderle il natante esteticamente più carino”. Il Royal Astemia verrà collaudato e inaugurato domenica 10 giugno, poco prima della partenza della XII Discesa del Bisato. I sei giovani costruttori sono sicuri che il natante galleggerà, ma interrogati sulla possibilità di utilizzarla anche per altri tipi di escursioni fluviali o marittime affermano, con un sorriso pieno di autoironia: “Ad eccezione del Bisatto, possiamo solamente arrivare a farci arrestare!». Beata sincerità.


Riviera Berica

Seminare idee

Di Francesco meneghini

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eminare le idee per far rifiorire la Riviera Berica. Questa la proposta del Comitato Casoni che sta portando avanti una battaglia per la salvaguardia del territorrio. Nella mattinata del 15 maggio ci siamo recati in Riviera Berica per incontrare i membri del Comitato nella splendida cornice della Rotonda. “Questa zona è un vero e proprio giacimento culturale, fatto di beni non de localizzabili – spiega il presidente del Comitato, Vincenzo Campanaro – e nuovi impianti industriali non si adatterebbero assolutamente alla vocazione di quest’area”. Cosa volete rappresentare con questa “semina”? Come Comitato intendiamo raccogliere proposte e progetti interessanti per offrire un’alternativa sostenibile allo sviluppo della Riviera Berica per sottoporli all’attenzione delle amministrazioni locali. In questo modo i “frutti” di questa semina saranno di tutti. Corriere Vicentino |

Di che progetti si tratta? Sono tutte attività ecosostenibili volte a valorizzare le caratteristiche specifiche del territorio, come l’Università del Vino, fattorie didattiche, un impianto ciclistico polivalente e centri benessere. Stiamo sviluppando queste idee in maniera approfondita in modo da poter presentare proposte concrete. A che punto è la questione Despar? Ancora incerta: gli amministratori coinvolti dovrebbero riunirsi verso la fine di giugno, e la Despar ora si dice disinteressata, ma credo sia una strategia per mettere pressione sulla trattativa. Non sarebbe poco saggio rinunciare a questa offerta di posti di lavoro in periodo di crisi occupazionale? Crediamo fermamente che nel lungo termine i posti di lavoro generati da un uso più consapevole delle risorse saranno maggiori, basti pensare al comparto turistico ed enogastronomico di questa zona meravigliosa. Le potenzialità sono davvero enormi.

69 | Area Berica

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Economia

di ELISABETTA BADIELLO

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tato e Pubblica Amministrazione non pagano! Molte imprese sono stremate e non hanno più intenzione di stare a guardare. In questi giorni l’Ance, Associazione Nazionale dei Costruttori Edili, ormai logorati da una crisi che per la categoria non ha precedenti, ha lanciato il suo ultimatum allo Stato: o paga o partiremo con i decreti ingiuntivi. Non è escluso il blocco dei lavori con la chiusura dei cantieri. Lo Stato è debitore nei confronti delle imprese di circa 70 miliardi di euro. I tempi medi per i pagamenti tra Pubblica Amministrazione e imprese private nel nostro paese si attesta sui 180 giorni, rispetto ai 64 della Francia e ai 35 della virtuosa Germania. Superiori addirittura a quelli di Grecia, Spagna e Portogallo, rispettivamente di 174, 160 e 139 giorni. Secondo la direttiva dell’Unione Europea la PA dovrebbe pagare i suoi fornitori entro 30 giorni arrivando ad un massimo di 60, un terzo rispetto ai tempi attuali. Il Governo si è comunque impegnato a recepire la direttiva entro l’anno. Nel frattempo le difficoltà nell’acces-

STATO

DEBITORE so al credito acuiscono la crisi di liquidità in cui si trovano le aziende. In segno di risposta alla situazione sono stati emanati dal Governo Monti quattro decreti per accelerare i pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione alle aziende. I provvedimenti prevedono, tra l’altro, lo sblocco di 20/30 miliardi di euro. Il presidente di Confindustria Vicenza, Giuseppe Zigliotto, esprime però la sua preoccupazione sui tempi per i rimborsi. La prima mossa che l’impresa dovrà fare sarà quella di farsi “certificare” il credito che vanta nei confronti dell’ente pubblico (sia Regione, Comune, Asl o altro) che avrà due mesi di tempo per rispondere. La P.A. può infatti prendersi altri 60 giorni per la liquidazione e questo si traduce in un ulteriore allungamento: il denaro non si vedrà se non in autunno. Un segnale positivo viene però dal sistema bancario che si è accordato con il Governo per mettere a disposizione 20 miliardi di euro con i quali finanziare gli investimenti e consentire alle imprese di avere un anticipo immediato sui crediti.

CASO EQUITALIA Un manifesto proposito dell’attuale Governo è la lotta all’evasione. «Pagare le tasse è un dovere dei cittadini e la lotta all’evasione una priorità del Governo» ha dichiarato il premier Mario Monti. Gli attacchi all’immagine di Equitalia sono sfociati in veri e propri atti di violenza contro le sedi di Milano e Torino della società e non accennano a placarsi. Nel nostro Paese si è creato un clima difficile per la grave crisi economica che sta attraversando e per la sensazione di vessazione che i cittadini avvertono da parte di uno Stato che talvolta vivono come estraneo.

CHI È EQUITALIA? Società pubblica italiana incaricata della riscossione nazionale dei tributi (51% Agenzia delle Entrate e 49% Inps). Il Gruppo Equitalia si compone della società capogruppo Equitalia S.p.a. oltre a Equitalia Servizi, Equitalia Giustizia e di tre Agenti della riscossione presenti su tutto il territorio nazionale (Sicilia esclusa – dove la società si chiama Riscossioni Sicilia S.p.A.). Fino al 30 settembre 2006 la riscossione era affidata in concessione a privati (prevalentemente banche). Successivamente Il servizio nazionale della riscossione dei tributi è tornato in mano pubblica con la costituzione di Riscossione S.p.A. che nel 2007 ha cambiato nome in Equitalia S.p.A. Il Gruppo Equitalia esercita la riscossione dei tributi sull’intero territorio nazionale, Sicilia esclusa. Equitalia esercita sia la riscossione “non da ruolo”, quella cioè che riguarda, per esempio, l’Ici e le entrate pagate con modello F23, sia la riscossione “a mezzo ruolo”, che è effettuata sulla base della notifica di una cartella di pagamento. Corriere Vicentino |

70 | Economia


10 domande a:

Massimo segato di elisabetta badiello

Classe ‘75, all’anagrafe Massimo Segato ma per tutti “Il Fioraio”. Una laurea in Scienze Politiche ed Economiche. Inizialmente lavora in un’industria tessile produttrice di filati per maglieria di alta qualità. Malgrado l’esperienza ricca di soddisfazioni, scopre come all’attività aziendale preferisca i fiori, la sua autentica passione. Apre un negozio a Trissino dove finalmente riesce a realizzare ciò che ha sempre desiderato fin da bambino. Le sue composizioni, siano bouquet, addobbi fieristici o allestimenti per eventi, esprimono sensibilità quanto a colore e forme e sono realizzati in assoluta armonia. Oltre ai fiori il suo tempo è dedito alla famiglia. Sposato con Tiziana ha due figli, Riccardo e Giulia. Imprenditore fa rima con...”consapevolezza di te stesso”. Personaggio economico del momento? Il piccolo commerciante oggi più che mai il mondo produttivo si sente lontano da politica ed economia. Un’azienda non può trascurare... il cliente. Da uno a dieci come sarà il 2012? Un probabile sette. Il mio motto: fai del lavoro la tua passione Diesel, Benzina o auto Elettrica? Bicicletta. Contanti o Bancomat? Entrambi. Ha l’account in Facebook? Si. Immobili, obbligazioni, fondi comuni. Dove investirebbe il suo denaro? Sotto il materasso. A chi entra nel mondo del lavoro oggi direbbe… vai all’estero per qualche anno poi torna in Italia per giocare le tue carte!


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Calcio

sport

Montecchio in Prima s. pietro brinda

di mario piotto

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volte ritornano, ma nel caso del Montecchio San Pietro, restituito alla Prima dopo un paio di stagioni, è un finale che i più conoscevano da tempo. Un remake che non si fa mancare nulla per tenere incollato lo spettatore. Un cast stellare per una squadra che ha stradominato nel gioco e nei numeri il girone D di Seconda 67 punti frutto di 21 vittorie e 4 pareggi, ma soprattutto 85 reti fatte, record dalla serie D alla Terza – un primo attore che da solo vale metà del prezzo del biglietto, Luca Pieropan, firma di ben 38 gol. E ancora una regia sapien-

te, quella di mister Mauro Meggiolaro, tornato alla guida dei neroverdi dopo la retrocessione di due anni fa. Prima del Meggiolaro bis la parentesi Sdyelar, allenatore

con cui i neroverdi avevano ottenuto e poi perso la prima categoria. Quello stesso tecnico che ha incoronato il San Pietro, battendo all’ultima giornata per 3-0 il Fimarc, con cui capitan Perucca e soci avevano dovuto fare

a sportellate per tutto il campionato. Ad Arcugnano si consolino: già il campo aveva detto che era giusto finisse così. Ora in casa San Pietro è tempo di fare festa. “Ho capito che ce l’avremmo fatta – svela Meggiolaro – con la partita vinta con l’Altavilla. Loro hanno dominato, noi eravamo tesi. Eppure abbiamo vinto, segnando all’unica occasione, contro le 5 nitide loro. Li ti rendi conto che è davvero il tuo anno”. Adesso c’è soprattutto euforia, però un pensiero va anche al futuro. “L’intenzione è quella di confermare il gruppo in blocco, con pochi innesti. Obbiettivo? Continuità.” La festa continua, in programma un viaggio di squadra a Barcellona.

Sarà derby, in Eccellenza di alberto massignan e mirco milan

Montecchio - In Alto Adige il Montecchio saluta la serie D dopo 15 anni. Il St. Georgen ha ribaltato il 3-2 del Cosaro e i ragazzi di Farinello si sono visti costretti ad alzare bandiera bianca. O forse no. A portare la croce è sempre il presidente Romano Aleardi, che un attimo dopo la sconfitta per 4-2 è già lì pronto a cantare: “E’ andata così, non ne facciamo un dramma. Prepareremo immediatamente la domanda per il ripescaggio, sono convinto che molte squadre non abbiano i conti in regola per iscriversi l’anno prossimo”. La stagione negativa è fotografata dai numeri: il pessimo attacco dei biancorossi (32 reti, penultimo del girone), ha rovinato il lavoro costruito da una

squadra solida ma poco smaliziata. Dopo mesi di galleggiamento il Montecchio s’è ritrovato terzultimo, a 8 lunghezze dal St. Georgen, squadra incappata quasi per sbaglio nei playout. Pensare che, nel primo round al Cosaro, il Montecchio l’aveva sommersa con un parziale iniziale di 3-0. Poi l’incubo. “La partita d’andata ci ha condizionato, il 3-2 subito all’ultimo secondo una mazzata. I peccati di gioventù si pagano, ma questa è la strada che abbiamo scelto e non cambieremo – conclude Aleardi. – Faremo giocare i nostri giovani talenti anche l’anno prossimo”. sarego - Strozzando al 94° un’esultanza pronta ad esplodere, si conclude la travagliata prima apparizione del Sarego in D. Dall’avCorriere Vicentino |

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vio del torneo, con momenti altalenanti e punti preziosi lasciati per strada, si è passati alle gioie delle ultime gare dove, dati per spacciati, i ragazzi di mister Beggio hanno reagito alla grande. Con 7 risultati utili consecutivi l’approdo ai play-out, a giocarsi la salvezza contro l’ostica Sanvitese. Ribaltare lo 0-1 beffa dell’andata era impresa titanica: i gialloneri hanno dato tutto, ma ancora una volta il 94° è diventato minuto fatale ai tigrotti. Dopo l’1-0 firmato Chiecchi su rigore, l’epilogo: Pangrazio imbeccava Baggio sul palo lungo, incornata ad un metro dalla porta e miracolo di Peresson che negava la salvezza. Ora il pallone si ferma, ma la società giallonera si sta già muovendo per ripartire alla caccia di una serie D che durante l’estate potrebbe regalare sorprese.


calcio a5

Grifo serie B!

di stefano testoni

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come Amoroso, A come Arzignano. A come un sogno: quello di rivedere la società biancorossa nell’elite del calcio a 5 che conta. Intanto il bomber milanese ha messo la sua firma per riportare l’ex Grifo nei tornei nazionali, in quella serie B conquistata con fatica sul campo a distanza di 13 anni dalla prima volta. 73 i gol in campionato per il lupo arzignanese, maglia numero 9 sulle spalle come ai bei tempi di scudetti e supercoppe. “Riportare questa società nei campionati nazionali è stato un grande onore e al tempo stesso una gioia stupenda – spiega Fabrizio Amoroso -. Una stagione importante, sempre nelle posizioni che contano mettendo il turbo nel girone di ritorno nel quale non abbiamo

mai perso. Una promozione meritata con un gruppo che ha sempre remato dalla stessa parte”. Una vittoria in rimonta, dopo un girone d’andata a corrente alterna. Il momento decisivo è stato il successo in casa del Cavaso Possagno. A pochi minuti dalla fine stavamo perdendo contro una squadra imbattuta, nel finale abbiamo girato pagina mettendo tre punti fondamentali. E poi il derby contro l’Atletico... Chi vinceva quella partita aveva pra-

ticamente la B in tasca. Un match che ha riportato indietro menti e cuori di qualche anno. Il PalaTezze è sempre stata la nostra arma, non dico una bugia quando affermo che c’è più gente a vedere noi in C1 che in qualche palazzetto di A. Hai parlato di derby, che si potrebbe ripetere in serie B. Ma una fusione non darebbe maggior forza al futsal griffato Arzignano? Una fusione sarebbe un’arma in più per riportare questa città nel calcio a 5 che conta. Io sono favorevole, anche se ovviamente non spetta a me decidere.

foto di Roberto Concato

volley

Orgiano serie c! di manuel mantoan

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l purgatorio è finito per le ragazze del Laserjet Orgiano: il secondo posto nella classifica del girone B della serie D ha decretato il ritorno nel massimo campionato regionale. Un risultato importante per il terzetto formato da Stefano Marchetto (allenatore), Silvia Zappon (assistente tecnico) e Marco Vencato (vice allenatore), alle prese con una squadra da ricostruire dopo le partenze di Spaliviero, Ferrari, Si-

nigaglia, Miotello, Gardin e Zamboni, atlete che avevano contribuito a scrivere la storia del Volley Orgiano. “Onestamente non sapevamo nemmeno noi dove saremmo potuti arrivare - spiega il presidente Denis Franchetto -. L’obiettivo iniziale, prima ancora del risultato sportivo, era di riuscire a creare un nuovo gruppo, unito e vincente, e su questo direi che non abbiamo fallito”. Come siete giunti alla promozione? Il traguardo fissato erano i play-off, ma Marchetto è stato bravissimo a tenere sempre alta la concentrazione, soprattutto nei momenti difficili. Ha avuto pazienza all’inizio ed è stato abile a caricare la squadra nelle partite-chiave della stagione. Così è arrivata la sua terza promozione con i colori rossoblu. Corriere Vicentino |

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È stato un campionato combattuto? Tra le prime sette squadre della classifica c’era molto equilibrio, infatti c’è stato un susseguirsi di capovolgimenti e sorpassi. Basti pensare che noi, dopo la sconfitta dell’11 febbraio a Noventa, eravamo scivolati addirittura al sesto posto. Da quella partita in poi è stato un crescendo incredibile, con prestazioni di spessore e grande carica agonistica: ricordo in particolare le vittorie con CasalVolley, Montecchio e Abano. L’obiettivo per il prossimo anno? Cercare di mantenere la categoria, senza fare pazzie e contando sulle risorse di cui disponiamo. Rinforzeremo la squadra, intervenendo in quei punti dove, a nostro avviso, c’è più bisogno, ma senza stravolgimenti. Il gruppo verrà confermato quasi al completo. Vedremo nelle prossime settimane se sarà possibile chiudere positivamente le trattative in corso.


È l’ora! nostra punta di diamante e se un giocatore così non fa gol lo paghi. Diventa tutto più difficile: ti manca la tranquillità, tante cose vanno storte, ti innervosisci e hai paura a tentare qualsiasi cosa in campo. Paolucci non giocava con continuità da diverso tempo quando è arrivato qui, adesso ha ritrovato fiducia e condizione. Speriamo continui così, le qualità le ha. L’arrivo del neopresidente Masolo? E’ stata una scelta della società. Posso dire che ci tiene molto e sta cercando di fare di tutto per arrivare in fondo e salvare la categoria. E’ molto presente al campo e vive da tifoso la partita. Quale futuro per il Vicenza? Si riuscirà ad arrivare a un cambio di proprietà? Spero si possa trovare una stabilità e che qualcuno possa investire in maniera importante sul Vicenza. E’ una piazza che ha tanti tifosi, qui si può davvero fare calcio. La proprietà è disposta a cedere, devi trovare qualcuno che possa prendere il Vicenza per il bene dei colori biancorossi. Si parla tanto di deferimenti e calcioscommesse. Quando ci sono le prove che una squadra o un giocatore ha fatto qualcosa di illecito, deve essere punito. Chi ha ammesso di aver preso soldi va sospeso da subito. Non vedo perché chi ammette possa ancora giocare e aiutare una squadra a raggiungere un obiettivo, per poi prendersi la squalifica in seguito. Spero che le condanne arrivino prima possibile e che abbiano effetto su questo campionato. Il suo contratto scadrà il 30 giugno. Io resterei sempre a Vicenza, ormai sono qui da quasi 12 anni. Ma non dipende da me. Corriere Vicentino |

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vicenza

Vicenza

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ncora 180’ per difendere la serie B. Domenica 3 e venerdì 8 giugno il Vicenza si gioca la stagione nella doppia sfida ai play-out contro l’Empoli e ci arriva con 10 punti in 4 partite conquistati dopo il ritorno di Cagni in panchina. Non è ancora finita, insomma, c’è bisogno dell’ultimo sforzo per salvare una stagione difficile e poi iniziare a ricostruire. “Ai play-out arriviamo in condizioni migliori rispetto ad un mese fa – dice il direttore sportivo del Vicenza Stefan Schwoch -. Ci aspetta l’Empoli, che sembra quella che sta facendo più fatica, anche se davanti ha giocatori che possono risolvere la partita in ogni momento. A Empoli, tre settimane fa, abbiamo disputato un’ottima partita, ma la tensione ora sarà diversa. Ad inizio stagione non l’avrei mai detto che ci saremmo trovati in questa situazione, anche se la classifica a fine campionato è veritiera. Abbiamo fatto degli errori e ora dobbiamo venirne fuori”. Quattro cambi in panchina: Baldini, Cagni, Beghetto e ancora Cagni. Se ne cambi 4 in una stagione di sicuro hai sbagliato, ma in una situazione così gli errori sono di tutti: dirigenti, allenatore, giocatori. Anche se meriti e demeriti per me vanno soprattutto ai giocatori, lo pensavo quando giocavo e anche oggi da dirigente, perchè in campo ci vanno loro. Sull’impegno niente da dire, si allenano e danno il massimo e questi giocatori non valgono questa classifica. Si è detto che il ritorno di Cagni sia stato fortemente voluto dal presidente Masolo. Per le caratteristiche della squadra in quel momento, non pensavo fosse un problema di allenatore. Il Vicenza ha un grosso problema di personalità, è il suo difetto principale, e bisognava trovare il modo di smuovere questo. Certo dispiace sempre mandare via un allenatore, vuol dire che ha sbagliato anche chi ha fatto la scelta. Il Vicenza ha ritrovato Paolucci con Abbruscato in crisi di gol. Sicuramente abbiamo sofferto il momento no di Abbruscato. Elvis è la



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Freestyle che acrobazie!

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a stagione sta entrando nel vivo: dopo aver scaldato i motori con le gare dei campionati italiani, il Moto Club Lonigo è pronto per i tre eventi più importanti del 2012. La grande novità di quest’anno per il sodalizio vicentino, da sempre sinonimo di speedway, è la manifestazione di Freestyle acrobatico estremo in calendario per la serata di sabato 7 luglio. La disciplina del Freestyle è una recente variazione del Motocross che punta essenzialmente, piuttosto che sulla velocità, sull’abilità dei piloti nel compiere acrobazie in volo, giro della morte compreso. I funamboli di questa specialità si impegnano in

salti di oltre 20 metri in lunghezza e fino a 12-15 in altezza da terra, facendo trattenere il fiato al pubblico. Nel circuito d’esibizione si trovano dune di terra battuta o rampe metalliche (da due a sei), che richiedono ai protagonisti la massima concentrazione, oltre a fine tecnica e grande corag-

gio. L’equipaggiamento è quello da motocross, con maggiori protezioni per l’addome: le moto sono da trial - cross, modificate per sostenere gli atterraggi da altezze inconsuete. A scendere sulla pista “Santa Marina” sarà il Pirate Troop Team, un gruppo di piloti italiani e stranieri che ha all’attivo decine di show nel nostro Paese e in molti altri. Sono previste anche le scorribande dei quad e quattro batterie di speedway con i migliori interpreti nazionali, per mostrare la spettacolarità delle derapate agli appassionati di motociclismo che giungono a Lonigo per la prima volta. Con l’augurio e la speranza di ritrovarli anche ai successivi appuntamenti sul tracciato berico.

Speedway aria mondiale

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e il Freestyle è la novità, lo Speedway iridato è la tradizione per il MC Lonigo. La semifinale mondiale in notturna del 30 giugno mette in palio cinque posti per il Challenge di Gorican (Croazia) in settembre, trampolino di lancio per i migliori, dopo una durissima selezione, verso i Grand Prix 2013. Sull’anello vicentino arriveranno 15 piloti promossi nei vari Round di qualificazione: quello del 16 giugno a Miskolc (Ungheria) vedrà in lizza anche due centauri azzurri. Saranno parecchie le Nazioni rappresentate ai nastri di partenza in un lotto che comprende Svezia, Danimarca, Inghilterra, Stati Uniti, Australia, Germania, Repubblica Ceca, Slovenia, Russia e Croazia. A completare la lista di partenza ci

sarà il campione italiano Mattia Carpanese (nella foto), punta di diamante del club di casa, con l’obiettivo principale di fare bella figura. Riservato ai giovani centauri l’appuntamento del 21 luglio, sempre alle 21. La prova leonicena inaugura la serie dei Grand Prix Under 21, che da qualche anno hanno sostituito la Finale unica (già disputata al “Santa Marina” nel 1978, 1983 e 1989) nell’assegnazione del titolo iridato di categoria, esattamente come accade per i senior. Spettacolo ed emozioni sono assicurate trattandosi di piloti già all’opera nei maggiori campionati professionistici europei e desiderosi di emergere, anche a costo di rischiare qualcosa. Un po’ d’irruenza in più e qualche calcolo in meno rispetto ai big, nel cui novero qualcuno di que-

Corriere Vicentino |

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sti ragazzi andrà di diritto tra qualche anno. Ballottaggio tra atleti berici per essere la wild card della corsa: l’onore di rappresentare l’Italia toccherà al noventano Nicolas Vicentin o all’arzignanese Michele Castagna, entrambi 18enni, che stanno mettendo il massimo impegno in pista per diventare “grandi”. Mattia Carpanese (foto Mirco Milan)


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Motori a ... Scoppio

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embra una maledizione quella che sta perseguitando Nicolas Vicentin in questi primi mesi del 2012: una serie impressionante di problemi meccanici e di rotture ai propulsori ha frenato il pilota di Noventa tanto nelle gare italiane come nelle internazionali. “All’inizio i motori non erano performanti, non riuscivano come nel 2011 a mettere in pista i cavalli che esprimevano sul banco prove – spiega l’alfiere del MC Lonigo –. Alle successive modifiche hanno fatto seguito rotture a ripetizione. Il culmine spero d’averlo toccato sulla pista Santa Marina tra il 17 e il 19 maggio: un motore è andato in allenamento e uno in corsa”. E non in una batteria qualsiasi: la terza tappa del Tricolore individuale stava volgendo al termine, Nico era in testa nella sua ultima

uscita e quei tre punti significavano Finale, quando… boom! “Però il miglioramento rispetto alle prime due gare c’è sicuramente stato – cerca di consolarsi il pupillo del Team Jocker –. Sono al passo con gli altri, in attesa che la fortuna si ricordi di me. Intanto ho fatto esperienza in Germania, tre giorni a correre su piste piene di buche: guai a lamentarsi delle nostre! Nella qualificazione del Mondiale Under 21 a Neustadt Donau avevo a fianco gente che ha raccolto 7-8 punti in qualche GP: ero dietro, ovviamente, ma non ho preso curve di distacco”. Il prossimo futuro propone la Semifinale dell’Europeo U21 nella lontana Ucraina, a Chervonograd, il 9 giugno. “Paco Castagna ed io faremo la trasferta insieme, inutile disperdere energie. Anche quella sarà una pista sconosciuta, spero di fare una bella prova. Altrimenti, sarà comunque esperienza”. Più lontano, ma non troppo, il 21 luglio, quando Lonigo ospiterà il primo dei GP Junior e un pilota italiano avrà diritto a una wild card. “Ce la giochiamo, al momento non ci sono certezze – conclude Vicentin. – Castagna è già allo starter della Semifinale di Terenzano come wild card, e io sono del Moto Club di casa. Ma conterà soprattutto la nostra condizione di forma quando sarà l’ora della scelta”.

Nicolas Vicentin (foto di Mirco Milan)


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Sono stati 50 gli intrepidi ciclisti, provenienti da tutta Italia, che nella notte tra il 26 e il 27 maggio ad Alonte si sono sfidati nella prima 12H di Alonte, un nuovo appuntamento che ha dimostrato di non aver nulla ha da invidiare ad altre gare ben piĂš rinomate. Il circuito ad anello di 3,5 km, quasi interamente sterrato, con partenza e arrivo dalla nuova piazza di Alonte inaugurata per l'occasione, si sono rivelati un ottimo palcoscenico per gli atleti che hanno avuto come pubblico anche i partecipanti all'altra manifestazione tenutasi negli stessi giorni ad Alonte, Vini Vitigni e Sapori, rassegna dei migliori prodotti enogatronomici del territorio. Una 12 ore nata dalla collaborazione di diversi enti, spinti dal desiderio comune di far conoscere questo magnifico territorio nei Colli Berici, attraverso uno sport molto in voga, fatto di passione e allo stesso tempo completamente ecologico. Organizzata da A.S.D Cicli Girardi, Adventure & Bike, Pro Loco Alonte e Comune di Alonte, con il patrocinio del Consorzio Colli Berici la gara ha visto premiati

F1 Lady: Giulana Massarotto M1 Senior: Claudio Pellegrini SocietĂ vincitrice: Team Orange corre per Emma Tempo sul giro: Alberto Salgarolo

Notevole e molto apprezzato anche il pacco gara composto da bandana elastica, asciugamano e marsupio a tracolla personalizzati con il logo della manifestazione, che sono stati consegnati a tutti gli iscritti. Alla "12H di Alonte" seguirà prossimamente a Barbarano la "24H della Serenissima", facente parte del campionato italiano 24Cup, che alla gara di Alonte è combinata attraverso una speciale classifica in comune

Via G.M. Verona, 1 37040 Zimella (VR) - Italy Tel 0442 411360 r.a. Fax 0442 411279 - e-mail: resinaturaveneta@tin.it


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