Corriere Vicentino marzo aprile 2016

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Copia omaggio / anno XVI / aprile 2016

La storia nascosta nel pianoforte Vanity Valley Speciale Concia

Aria

di ripresa


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Numero Verde

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EDITORIALE

SOMMARIO SPORT Marcelo Otero - pag. 13

STEFANO COTROZZI

“CIÒ MA QUA SEMO SICURI?”

INCHIESTA Aria di ripresa - pag. 16

INTERVISTA Bepi De Marzi - pag. 20

M

entre Luca al bar aspetta il caffè che ha appena ordinato, si gira e domanda ad alta voce: “Ciò ma qua semo sicuri?”. I fatti di Bruxelles scorrono sullo schermo del televisore in un locale che è uno strano mix di culture e razze diverse, unite dall’amore per la caffeina. Nessuno sembra far caso più di tanto al nostro amico che si gira richiamato dal profumo dell’espresso, a cui fa aggiungere una buona dose di cognac per trasformarlo in un corretto. Ma la battuta al bancone è una domande legittima, viviamo in una zona in cui il numero degli extracomunitari, specialmente musulmani, è altissimo. Una comunità che negli anni è andata cambiando lentamente con alcune etnie che hanno messo le radici e altre che sono scomparse, in una specie di darwinismo cultural/lavorativo, mentre il nostro paesaggio quotidiano via via si riempiva di colori sgargianti, veli e turbanti. In verità nelle nostre piazze non si respira la tensione di altri centri, e di certo non si può ancora parlare di integrazione quando nel tipico ambiente veneto ognuno procede per la sua strada e con le sue abitudini. Anche se probabilmente gli stranieri stessi, respirando l’aria di queste zone, qualche nostra abitudine l’hanno presa... Per spiegare la situazione ci pensa ancora Luca che, soddisfatto del suo caffè corretto, uscendo dal bar e infilandosi una sigaretta in bocca esclama: “Qua no i fa mia la rivolusiòn perché non i ga mia tempo da perdere, i ga da laorare”. La cultura lavorativa veneta dove “el paròn” sceglie chi lavora di più, al di là degli aspetti etnici, ha creato una certa egalitè che rende forse il nostro territorio differente dal resto? Il sistema manifatturiero pedemontano ha bisogno non solo di efficienza, ma anche di un rapporto con il lavoro non alienante in un contesto di piccoli centri dove è difficile possano nascere realtà come le banlieue francesi. In verità, un campanello d’allarme c’è stato con l’intervento di Procura e forze dell’ordine per indagare un giovane musulmano, anche se sembra che il suo agire sia stato più una leggerezza che una vera implicazione nella rete del terrorismo. Solo il tempo potrà darci una risposta certa e mentre lo scrivo incrocio le dita. Certo che oggi si respira più aria di primavera che di terrore. E speriamo che continui così. Mensile d’informazione Registrazione del Tribunale di Vicenza n° 965 del 12-01-2000 -

Bericaeditrice s.r.l. Direttore Responsabile Stefano Cotrozzi. Vicedirettore Nicoletta Mai. Caporedattore sportivo Stefano Canola. Redazione: Guido Gasparin, Giuseppe Signorin, Mario Piotto. Editorialisti Lino Zonin, Alberto Fabris, Elisabetta Badiello, Gianfranco Sinico, Luisa Nicoli. Art director Alessandra Peretti. Grafica Alice Molon

Stampa: Cora Print Srl - Trissino (VI) Redazione e Sede legale Piazza Campo Marzio, 12 - 36071 Arzignano (VI) tel. 0444 450693 fax 0444 478247 e-mail: info@corrierevicentino.it Per la pubblicità: Alberto Faccin 335 5319350 Alex Bertacche 345 2718927 Federico Hanard 335 5293582

ARZIGNANO La storia nascosta nel pianoforte - pag. 22

VANITY VALLEY pag. 29

ARZIGNANO StrArzignano... ci siamo - pag. 38

MONTECCHIO La rete internet più veloce che c’è - pag. 39

BRENDOLA Il paese in un film - pag. 42

CRESPADORO Fiaccolata sotto le stelle - pag. 43

NOGAROLE Formaggio superstar del gusto - pag. 44

MONTORSO I ricordi della Grande Guerra - pag. 45

MONTEBELLO Una stazione tra passato e futuro - pag. 45

LONIGO Il futuro del teatro Comunale - pag. 46

SPECIALE CONCIA pag. 49

© 2015 Le immagini ed i testi sono di proprietà riservata della rivista. Ne è vietata a tutti la riproduzione totale o parziale e l’uso pubblicitario in altra sede. L’editore è a disposizione dei proprietari dei diritti su eventuali immagini riprodotte, nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere debita autorizzazione.


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Quando il legame tra l’uomo e il suo luogo di lavoro non conosce limiti, anzi si rinsalda nello scorrere del tempo, allora non è più solo un mestiere, non è più solo passione. È qualcosa di ancora più grande. All’antica trattoria Moreieta questo lo sanno bene, e non è un caso se oggi siano arrivati alla quinta generazione dietro ai fornelli. Il presente e il futuro dello storico ristorante dei Colli Berici si chiama Mattia Costa, 23 anni appena ma già da 5 anni prezioso punto di riferimento a fianco di nonna Edda. Cuoco diplomato, con la voglia d’imparare ma anche di sperimentare da autodidatta: così lo descrive chi gli lavora a fianco. Uno spirito libero in cucina, tratto distintivo della famiglia, con la capacità di coniugare in modo sempre originale il giusto mix di sapori tra rinnovamento e tradizione locale. Le sue specialità sono... all’inizio e alla fine del viaggio di gusto che vi attende alla Moreieta: gli antipasti e i dessert. Anche se ha già cominciato a firmare qualche nuova idea tra i piatti forti da presentare in


tavola. Nonna Edda aveva 22 anni quando nel febbraio del ‘65 è entrata per la prima volta nel ristorante in mano alla sua famiglia dall’800; al suo fianco sono arrivati presto i figli Stefano e Roberto, con la nuora Silvia, e adesso è il momento di Mattia. Determinato tra le pentole, ma paziente e gentile con i suoi compagni di lavoro, con tanto entusiasmo e la voglia di tenere alto il nome dell’antica trattoria. Tra i progetti che lo vedono impegnato in prima linea, anche i lavori per la realizzazione di alcune camere all’interno della struttura, per trasformare la Moreieta anche in alloggio da aprire ai tanti visitatori che accoglie la valle di Fimon.

Legame con la storia e il territorio, ma lo sguardo rivolto a un solido domani: ancora una volta, l’eterna Moreieta è in buone mani.

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OPINIONI

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O BON T N 3.0

CORRIERE VICENTINO | OPINIONI

NFRANCORNER GIA

ELISABETTA BADIELLO

S

GIANFRANCO SINICO

BON TON E TECNOLOGIA

STRADE PERDUTE

L

in dai primi anni della patente automobilistica mi ha sempre angustiato il traffico cittadino. Di questi tempi, per me è diventata un’autentica angoscia affrontare le strade anche di casa nostra, che pure non sono paragonabili a quelle di Milano, di Napoli o di Palermo, preoccupato dal numero di mezzi in circolazione e soprattutto dall’abbassamento dell’educazione stradale, inversamente proporzionale alla cilindrata delle macchine: precedenze e frecce direzionali vengono candidamente ignorate dai padroni dell’asfalto, bardati rigorosamente con occhiali neri e incuranti dei compagni di strada. Trovo più rassicurante un viottolo di campagna, che in qualsiasi momento mi consentirà una inversione, che non corsie blindate orientate palesemente verso un nulla sconosciuto, senza possibilità di svicolare, specialmente di notte. Pertanto mi affido sempre più spesso a estemporanee intuizioni e a un pizzico di buona sorte scegliendo invitanti deviazioni laterali senza code di auto, in cerca di respiro e di angoli solitari o per lo meno quieti: via dalla pazza folla, dico dentro di me. Oppure succede che mi perda. In ogni caso, benché abbia sul groppone qualche decina di chilometri in più, arrivo a destinazione comunque. L’orientamento non è mai stato il mio forte. Mi capita spesso di fare un paio di giri nelle rotatorie alla ricerca dell’uscita opportuna: ovviamente non inforco mai quella giusta. Il dramma prende corpo quando ho con me la moglie o un amico: “Ma dove diavolo vai?” Nella loro elementare logica due punti sono uniti solamente da un segmento di linea retta. “A casa!” rispondo io mentre mi dirigo a scollinare su una stradina sperduta quanto sconosciuta. Presto o tardi a casa ci arrivo. Sempre. Magari con tre quarti d’ora di ritardo. “Ho preso la panoramica!” commento.

a convivenza tra bon ton e tecnologia, non è argomento nuovo. Dal Galateo di Giovanni della Casa ci separano più di 500 anni tra innovazioni e scoperte che hanno radicalmente cambiato il mondo. Oggi è concreto il rischio che non si tratti più di decidere se un comportamento sia socialmente desiderabile o meno ma addirittura se accettare che la tecnologia invasiva possa ridurci alla stregua di robot comandati a distanza.

Sintomatico un evento accaduto a fine febbraio: conferenza stampa Samsung al Mobile World Congress, Barcellona, per la presentazione di Oculus VR, il visore per la realtà virtuale. Duemila accreditati in sala indossano occhiali/visore dove viene trasmesso l’ingresso di Mark Zuckerberg, Grande Fratello, padre del Social Network. Lui non c’è, ma la proiezione lo rende reale e tutti applaudono prima del suo ingresso. Non parliamo di ingerenza della tecnologia nel quotidiano, di gesti che indispettiscono gli analfabeti digitali, coloro che vivono senza un pc, uno smartphone, beatamente non connessi. Le prospettive che si aprono fanno apparire come letteratura per l’infanzia quel Grande Fratello narrato da G. Orwell in “1984” e non stupisce se la trilogia di Matrix assume la valenza di un credo.

C

os’è la vita vissuta se non un’infinita messa in scena? Ogni tanto la realtà getta la sua maschera di finta imparzialità e diventa commedia, dramma, tragedia... E cos’è stata, l’assemblea dei soci della Banca Popolare di Vicenza, se non un drammatico condensato di tutti i generi teatrali? Precisiamo innanzitutto che il redattore di questa rubrica non ha niente a che vedere – se non per il cognome, inopinatamente identico – con il noto vignaiuolo che sotto il capannone della Perlini di Gambellara ricopriva il ruolo del Convitato di pietra. Per la verità qualcosa da spartire ce l’avrei, essendo titolare anch’io di un po’ di quelle azioni che sembravano oro e sono diventate, chissà come, polvere. È stato in qualità di socio che ho partecipato a quel cupo psicodramma di lacrime, invettive, urla e fischi. Sembrava davvero di assistere a una tragedia greca, con la disperazione del coro che piangeva sugli averi perduti e il disinteresse degli dei al lamento degli umani. Una delle cose che più ha fatto imbestialire

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COLPO DI TEATRO

LINO ZONIN

gli azionisti è il permanere nell’Olimpo di molti dei geni che sono riusciti a mandare a ramengo quella che sembrava essere la cassaforte del Nordest. Alcuni di questi vivono nelle nostre contrade e faticano a uscire di casa per timore di venire aggrediti dal popolo furente. Il timore non impedisce però a costoro di incassare con costanza le loro laute prebende. Mi permetto di consigliare a questi signori un metodo per attenuare la tensione che si va accumulando: elargiscano parte del maltolto in opere di pubblico interesse: sovvenzionino scuole, teatri e biblioteche, finanzino borse di studio, paghino l’asfaltatura di qualche strada. Per quanto possano spendere, di soldi gliene resteranno sempre tanti e forse la loro coscienza sarà un po’ meno nera.


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La sicurezza, in questo periodo, è diventata una priorità. Molti ci chiedono quali siano i metodi migliori per tenere al sicuro la propria abitazione o In tutto l’ovest vicentino. la propria attività. Senza dubbio dotarsi sia di un antifurto che di una videosorveglianza: un sisteProdotti progettati e costruiti da aziende con una ma avverte, mentre l’altro permette di monitorare posizione consolidata nel mercato come Alcatel, in ogni istante i luoghi che si vogliono avere sotto controllo. Tim, Avigilon, Samsung, Siemens etc.

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CORRIERE VICENTINO | OPINIONI

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ONNE (NON LE D )S

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GLI UO MI N

OPINIONI Lei inizia a dirtelo. Lei continua a dirtelo. Lei continua ancora a dirtelo. Tu decidi di cambiare tragitto. (Tu e lei non arriverete mai al punto B).

INTERNO 8

GIUSEPPE SIGNORIN

3 METAFORE DEL MATRIMONIO E 1 MACCHINA

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rima metafora del matrimonio Siete in macchina. Tu metti le cinture. Lei non mette le cinture. La macchina inizia a suonare. Tu ti prendi le parole. Lei non si prende le parole. Ma tu avevi le cinture. Lei non aveva le cinture. Seconda metafora del matrimonio Siete in macchina. Tu stai guidando. Tu decidi di percorrere un determinato tragitto per raggiungere un punto B da un punto A. Lei non è della stessa opinione.

RT E DINTORN I SPO

ALBERTO FABRIS

Terza metafora del matrimonio Siete in macchina. Lei sta guidando. (Perché lei sta guidando???). Lei decide di percorrere un determinato tragitto per raggiungere un punto B da un punto A. Tu non sei della stessa opinione. Tu stai zitto. Lei sta guidando, meglio non disturbarla. Tu e lei non arrivate più al punto B. Tu ti azzardi a dire che secondo te non è il tragitto migliore. “Perché non me l’hai detto prima?”.

STO

RIO, LE OLIMPIADI, ZIKA E IL RE

STEFANO CANOLA

È

arrivato il virus Zika a portare d’attualità le Olimpiadi di Rio de Janeiro con diversi mesi d’anticipo. I timori per la malattia trasmessa da alcune specie di zanzare, che può causare serie malformazioni fetali nelle donne in gravidanza, hanno messo in agitazione i comitati olimpici. Gli Stati Uniti invitano gli atleti “che non si sentono tranquilli” a non andare in Brasile, l’Australia ha acquistato dosi massicce di un gel repellente, l’Italia ci penserà. Andando oltre l’episodio, c’è da chiedersi se sia giusto svolgere manifestazioni di que-

sta portata (con le relative ingenti spese) in città che hanno ben altre priorità, dalle condizioni igienico-sanitarie alla sicurezza se non alla sopravvivenza tout court della popolazione. I favorevoli sosterranno che molte strutture sono già pronte dal Mondiale di calcio 2014 e che non si possono privare i Paesi emergenti di questa vetrina, occasione d’orgoglio nazionale e sferzata d’ambizione al tempo stesso. Riflettiamoci adesso. Quando sarà ora dei Giochi, lo scenario andrà (appunto) in secondo piano.

QUALUNQUE COSA VOGLIA DIRE

SD

ovrò pazientare qualche anno ma poi eccolo lì, in Biblioteca anch’io, iscritto al Corso Benessere organizzato dal mio Comune nella persona dell’assessore Pieropan, che ringrazio con sei anni d’anticipo! Leggo sul Blog del Corriere Vicentino che per gli Over 60 si prospettano, grazie a questi incontri, mirabolanti risultati tipo: “stare bene con se stessi, ritrovare un nuovo equilibrio...“ ecc. Ma io sono attratto soprattutto da un’altra promessa che viene fatta, leggo sempre sul Blog del Corriere: “favorire una diversa progettualità e migliorare il proprio stile di vita.” Ecco, non so in che cosa possa materializzarsi una “diversa progettualità” ma di sicuro so che avrò bisogno di migliorare il mio stile di vita, che è pessimo. Bene bene, il costo è di 60€, giusto! L’età minima per partecipare è 60 anni, giusto! c’è il piccolo disagio di dover pagare la quota allo sportello Informagiovani, che sembra un po’ una presa per i fondelli, ma non importa. Gli orari mi mettono una inspiegabile inquietudine che sulle prime non mi so spiegare, tutto mi sembra perfetto: i giorni, la location, tutto... ma c’è un ma che solo adesso mi appare nella sua abbagliante e bruciante drammaticità: gli orari in cui questi preziosi appuntamenti nel mio futuro abbastanza prossimo, si svolgono (svolgeranno) sono dalle 9,30 alle 10,30. E io a sessant’anni e a quell’ora sarò ancora nella mia fabbrica e probabilmente alla macchinetta del caffè in attesa di un corroborante simil espresso. Assessore Mattia Pieropan, colga questo mio angosciato appello e pensi anche a noi, vittime di riforme e controriforme pensionistiche e in attesa di una “diversa progettualità”. Qualunque cosa voglia dire.


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OPINIONI DI CASA COSE

10 CORRIERE VICENTINO | OPINIONI

f eisbuc girl MATTEO CONTE DARIO FERRARI

CARTA DA PARATI

S

IN

Nome Ilaria Ometto Età 24 Vive a Cavazzale (Monticello Conte Otto) Lavoro Giornalista e laureata in Psicologia Clinica Situazione sentimentale Io, me e Ilaria... Un dramma! Aspirazioni Tante! Cibo preferito Adoro mangiare e cucinare. Ma se devo scegliere ok lo ammetto... la pizza! Film preferito Senza ombra di dubbio: Pulp Fiction

O CON DENI GGI S VIA

f DENIS L. ena avuto un anticipo di 5’ Il treno delle 8.38 ha app Cristopher Nolan). sul ritardo di 10’ (regia di

tiamo assistendo a un’inversione di tendenza rispetto al passato con un uso del tessile che va oltre alle tende e ai divani, per passare a una decorazione delle pareti con carte da parati che possono dare una visione più attuale, calda e decorativa della casa, personalizzandola. La carta da parati si può usare su una, due o addirittura tre pareti, ma attenzione: mai su tutte per evitare l’effetto scatola! La casa deve raccontare qualcosa di voi, della vostra personalità, esprimendo la sensibilità di chi la abita. Un’idea potrebbe essere quella di lasciare neutri il divano, le tende e i letti, abbinando una carta da parati dove il decoro diventi protagonista: di fondamentale importanza è l’armonia dei colori, miscelando motivi e stampe. Non ci sono più limiti di utilizzo e la si può applicare su intonaco, cartongesso, legno e vetro, persino in bagno coprendo le vecchie piastrelle, senza demolizioni e con uno spessore minimo, ovviamente con fondo di preparazione apposito. Idee rivoluzionarie per dare un tocco di novità alla vostra casa e renderla speciale! LA BUFALA

POVERO MEDIOEVO

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FRANCESCO MENEGHINI

ualche tempo fa, ammirando un’antica fortificazione che torreggia su una collina della nostra bella provincia, è nata l’idea di smontare qualche bufala a proposito del periodo storico più bistrattato di sempre: il Medioevo. L’uomo medievale, lungi dall’essere il ceffo sdentato e bisunto che ci propina da sempre Hollywood, si lavava regolarmente (anche presso bagni pubblici, diffusi in molte città) e, superata l’adolescenza (la mortalità infantile era sì molto alta) poteva agevolmente raggiungere i sessant’anni. Altro mito da sfatare: l’arcana idea che la Terra fosse piatta era stata abbandonata ormai da secoli (già dalla Grecia antica!). Che dire poi delle leggende più truculente, come il famigerato ius primae noctis concesso ai nobili locali? Non ve n’è traccia nelle fonti storiche. Anche la terribile macchina di tortura chiamata “la vergine di ferro” è un’invenzione commerciale settecentesca, così come la cintura di castità, che i crociati avrebbero applicato alle mogli durante i periodi di guerra.


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OPINIONI

CORRIERE VICENTINO | OPINIONI

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A DOMANDA RISPONDO

Hai delle domande da porre ai nostri esperti? Scrivici a info@corrierevicentino.it

LO PSICOLOGO

L’ A V V O C A T O

L’ O R T O L A N O

MARCO PAGLIAI

ENNIO RANCAN

MANUEL DULMIERI

I SELFIE FANNO MALE?

MUTUI: QUANDO SI RISCHIA L’USURA BANCARIA?

COME FARE PER COLTIVARE AL MEGLIO UN ORTO?

Ebbene sì: i selfie rientrano tra le nuove patologie di disturbo mentale. A dirlo è l’American Psychological Association. La patologia è stata chiamata “Selfitis”, “Selfite” in italiano. Gli psicologi dell’APA hanno localizzato in chi ne soffre un vero e proprio stimolo ossessivo compulsivo di scattare foto a sé stessi per poi pubblicarle sui social. Ciò sembra rispondere al bisogno di ricercare riscontri positivi per colmare scarsa autostima. L’APA ha anche creato una scala per graduare la gravità del disturbo in tre classi: borderline, acuto e cronico. Nel primo caso rientra chi scatta un minimo di tre selfie al giorno senza pubblicarli, mentre chi pubblica rientra nel secondo caso. Raggiunge la massima gravità chi arriva a più di sei pubblicazioni giornaliere. Recenti studi hanno evidenziato inoltre che la ricerca dello scatto “appagante” impedisce di partecipare appieno a situazioni piacevoli, dando modo a stress e tensione di “cancellarle” dalla memoria: le fotocamere, insomma, annullano i nostri ricordi. “Certe volte non scatto. Se mi piace il momento, piace a me soltanto, non amo avere la distrazione dell’obbiettivo” dice il fotografo Sean O’Connell (Sean Penn) ne “I sogni segreti di Walter Mitty”. La cura? Aprire spazi di piacere nel mondo reale e condividerli solo con chi ne fa parte, per disintossicarsi, giorno per giorno, dal mondo virtuale.

Negli ultimi due anni moltissimi correntisti si sono rivolti ad agenzie, commercialisti e avvocati per sottoporre il loro mutuo o conto corrente a una analisi di legalità. Nella maggior parte dei casi si è certamente riscontrata usura o anatocismo. Qualcuno ha pagato tre, quattro mila euro per la perizia e l’assistenza legale sino alla mediazione, altri meno della metà. Chi ha riscontrato anatocismo ha quasi sempre ottenuto qualcosa, chi ha riscontrato usura è rimasto con un pugno di sabbia. Perché? Perché l’anatocismo è ormai una pratica unanimemente definita dalla giurisprudenza, l’usura no. Infatti, ci sono due linee di pensiero. La prima che sostiene che la somma del tasso contrattuale e di quello di mora faccia scattare l’illecito. Una seconda sostiene che il tasso soglia debba essere superato senza fare alcuna sommatoria. Ma non è finta. Se il tasso soglia è superato, una linea di pensiero farebbe scattare la cancellazione degli interessi convenzionali e dimora indipendentemente da quale tasso sia troppo alto. L’altra posizione ritiene che a capitolare debbano essere solo gli interessi riferiti al tasso “malato”. Chi ha ragione? Ogni mese si leggono sentenze di tribunale opposte. Meglio attendere una nuova cassazione.

Ecco un elenco delle regole auree per avere un orticello al top! 1. Integrate la sostanza organica nell’orto. Se avete spazio si può pensare di dedicarne una parte a sovescio: si seminano particolari piante che, giunte in fioritura, vengono sfalciate e incorporate alla terra. 2. Effettuate le rotazioni, secondo le quali sulla stessa aiuola non si deve mai ricoltivare per due anni successivi la stessa coltura. È semplice: dividete l’orto in quattro parti immaginarie. Sulla prima piantate cipolle, aglio e carote, sulla seconda verdure da foglia, sulla terza legumi, sulla quarta pomodori, peperoni e patate. L’anno successivo “ruotate” la coltivazioni. 3. Pacciamate l’orto, ricoprite cioè la terra nuda tra le piantine con sostanza organica (erba secca, foglie secche, paglia, compost maturo o cartone non trattato) per impedire la crescita di erbacce e mantenere il terreno umido e le radici fresche. 4. Praticate la consociazione, la coltivazione di diversi tipi di piante sulla stessa aiuola (carote assieme alle cipolle, fagioli con i cetrioli, lattuga con i pomodori), in modo che le due specie si diano una mano l’una all’altra. 5. Praticate la lotta biologica, in cui si utilizzano trappole, estratti vegetali, minerali e microorganismi per combattere i parassiti delle nostre piante.


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A Vicenza è per tutti l’Avion. O meglio l’Avioncito. E il coro “Marcelo Otero facci un pero” resta tra i ricordi indimenticabili dello stadio Menti. Del resto nei quattro anni in cui ha vestito maglia biancorossa, dal 1995 al 1999, il bomber arrivato dall’Uruguay, dopo essere stato protagonista con la sua nazionale della Coppa America, ha lasciato un segno indelebile. Classe 1971, dopo Rampla Juniores e Penarol, a Vicenza approda alla corte di Guidolin con l’amico Gustavo Mendez. E diventa subito il bomber. Indimenticabile il poker realizzato al Franchi di Firenze, 8 settembre 1996, per una vittoria biancorossa che resta ancora negli annali. “Ricordo che era la prima partita del mio secondo campionato – racconta Marcelo Otero – la Fiorentina aveva vinto la Coppa Italia e aveva giocatori di qualità. Qualche nome? Batistuta, Rui Costa. Ma noi siamo andati a giocare a Firenze con grande fiducia. La mia soddisfazione è che dopo quei quattro gol sono rimasto nella storia del Vicenza e a livello personale mi fa molto piacere. Quelli in biancorosso infatti sono stati quattro anni bellissimi. C’era molta aspettativa della gente su di me, anche perché da tanti anni Vicenza non aveva giocatori stranieri e grazie a tutti abbiamo fatto benissimo.

MARCELO OTERO Il momento più bello? Sono stati tanti. A Vicenza è nata mia figlia. E poi quando ho iniziato a fare gol e la Curva Sud urlava il mio nome… beh era impressionante. La canzone ‘Dai Otero facci un pero’ poi mi faceva caricare ed entrare in campo a mille”. Quattro anni in cui ha conquistato città e tifosi, nonostante un brutto infortunio al terzo campionato biancorosso, fuori causa per quasi tre mesi, e la concorrenza con Pasquale Luiso nelle ultime stagioni. Un legame forte con la città, che continua tuttora. Ultima visita al Menti a dicembre dello scorso anno. Con tanto di passarella sul campo e sciarpa biancorossa al collo. “Ho lasciato molti amici e quando posso ci torno. Il mio rapporto con Vicenza è forte

È QUI CHE HO RACCOLTO LE MIGLIORI SODDISFAZIONI perché, nonostante siano passati tanti anni, è incredibile come mi riconoscano in qualsiasi posto io vada. È una sensazione molto bella. Quando poi mi dicono che Otero a Vicenza è come Maradona a Napoli mi emoziono. È impossibile da descrivere. E quella parola ‘avioncito’ resterà nella storia. Del resto è proprio qui che ho raccolto le migliori soddisfazioni calcistiche. La Coppa Italia, l’esperienza in Europa in Coppa delle Coppe. Sono stato il bomber del Vicenza, giocando contro grandissime squadre.

E vedere la soddisfazione e la gioia della gente sembrava un sogno. Per me un ricordo davvero speciale. Oltre all’amico Mendez, sono anche il padrino di suo figlio e siamo sempre stati insieme, sento ancora Di Carlo qualche volta e poi Viviani e Cornacchini”. Ad avvicinare al mondo del pallone il piccolo Marcelo, quand’era bambino, è stato papà. “Mi portava a giocare con mio fratello già a 4 anni. Lui militava in una squadra del quartiere, il Tito Barjas, è lì che ho dato i primi calci ad un pallone. In carriera ho avuto la soddisfazione di giocare in nazionale e di vincere la Coppa America, con allenatore Hector Nunez: sono stato il giocatore rivelazione del torneo e il capocannoniere della mia squadra”. Dopo Vicenza ha vestito le maglie di Siviglia, Colòn e Fenix, con alterne fortune. “A Siviglia il primo anno è andato abbastanza bene – ricorda Otero – dopo però ho avuto problemi fisici e ho giocato poco. La società tra l’altro ha dovuto affrontare alcune difficoltà economiche e così sono tornato in Argentina, al Colon di Santa Fe per sei mesi. E poi in Coppa Libertadores con il Fenix in Uruguay: un’esperienza molto bella perché era una piccola squadra”. Oggi, col fratello e con Mendez, Marcelo Otero tra le tante attività fa anche il procuratore. Ma Vicenza resta nei suoi pensieri. “Mi piacerebbe molto tornare a viverci. E anche a lavorare per il Vicenza Calcio. È una città che porto nel cuore. Ai tifosi voglio dire grazie per come mi hanno fatto sentire. Non lo dimenticherò mai”. E quando Otero torna allo stadio Menti… beh, è sempre una festa.

CORRIERE VICENTINO |SPORT

VICENZA BIANCOROSSA DI LUISA NICOLI


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LA FIGLIA MENTE SULLA LAUREA, IL PADRE SI TOGLIE LA VITA

Per la figlia sognava davvero un grande avvenire lavorativo, che in qualche modo forse potesse riscattare le sue ambizioni di semplice e onesto operaio metalmeccanico. Lei, una giovane studentessa vicentina iscritta a Ingegneria, aveva però già capito che quell’università non era stata la scelta giusta, ma pur di non deludere l’ansioso genitore ha continuato a mentirgli. E gli ha raccontato per mesi di esami passati con successo, della tesi, della laurea ormai prossima. Tutto frutto della sua fantasia. Quando messa alle strette dai fatti ha dovuto raccontare la verità, il padre, un 75enne in pensione dopo una vita in fabbrica e tanti sacrifici per mantenere la famiglia, non ha retto alla delusione. Ha trascorso una settimana in totale apatia, e poi ha deciso di togliersi la vita.

TROVATO MORTO L’ESCURSIONISTA DISPERSO Dopo 5 giorni di incessanti ricerche, è stato purtroppo rinvenuto senza vita il corpo di Maurizio Tibaldo, escursionista 54enne di Montecchio Maggiore, di cui si erano perse le tracce dopo che si era avventurato in una passeggiata solitaria tra i monti di Valli del Pasubio, nell’area della Strada delle Gallerie. Carabinieri e Soccorso Alpino hanno perlustrato palmo a palmo l’area, ritrovandolo sul fondo di un canalone molto stretto denominato Voro dei Toni a circa 1500 metri d’altezza. Dalle prime ipotesi si presume che l’escursionista sia scivolato, forse a causa di un tratto del sentiero ghiacciato.

CACCIA ALL’AUDI GIALLA Il terrore attraversa il Nordest su un’Audi gialla. A bordo del mezzo - rubato - tre uomini presumibilmente albanesi, ritenuti responsabili di diversi episodi criminali, e capaci di sfuggire alla Polizia grazie alla velocità del mezzo. Sulla scia delle loro scorribande anche una vittima, una donna finita con l’auto contro un tir durante la folle corsa del bolide in contromano in autostrada. I tre, tuttora ancora ricercati, alla fine hanno bruciato la vettura.

LA POPOLARE DIVENTA SPA Dopo mesi di mal di pancia e al termine di un’assemblea fiume quanto mai infuocata, i soci della Banca Popolare di Vicenza hanno approvato la trasformazione dell’Istituto in spa, scongiurando l’intervento della Bce che ne avrebbe potuto disporre il commissariamento. Un sì sofferto, nonostane il quasi 82% di voti favorevoli, perché pur sancendo l’inizio di una nuova era, per il momento non placa la rabbia dei tanti che si trovano in mano un capitale in azioni completamente svalutate.

UNTIZMIE EINSBEREDVIE NO

-DI MARIO PIOTTO-

@mariopee8

DRAMMA AD ALTA QUOTA Un’escursione finita in tragedia per colpa del ghiaccio. Giuseppe Zanuso, 52 anni di Cornedo, e Franco Lovato, 59enne di Valdagno, stavano risalendo il canale del Boale dei Fondi, sul gruppo del Carega, assieme all’amico Mario Dal Toè, 54 anni di Chiampo. Ad un tratto, Zanuso ha perso l’equilibrio in un punto coperto da neve ghiacciata e a ridosso di un canalone di centinaia di metri. La caduta è stata inevitabile e i traumi subiti per lui sono risultati fatali. Lovato, di qualche passo più avanti, ha assistito impotente alla scena e ha subito al-

lertato i soccorsi. Poco dopo, però, forse sportosi per accertarsi delle condizioni dell’amico, ha perso a sua volta la presa, lasciando solo e sotto choc Dal Toè, che nulla ha potuto fare per trattenerlo. Nonostante un volo di oltre 300 metri, Lovato è comunque stato recuperato vivo, pur se in gravi condizioni. In poche ore, nonostante le fratture occorse, è stato dichiarato fuori pericolo. Niente da fare invece per Zanuso, morto sul colpo. I tre, secondo gli accertamenti, hanno commesso la leggerezza di non aver addosso i ramponi.


COSE DELL’ALTRO MONDO

Foto: Il Giornale di Vicenza

Maxwell Oduro, calciatore 25enne del Bassan Motta (Terza categoria) è un attaccante davvero incontenibile. Anche troppo. Durante il riscaldamento prima di entrare in campo per il derby con la Bissarese, non riuscendo a trattenersi si è appartato a fare pipì poco lontano dalla bandierina. L’arbitro però non l’ha presa bene, e lo ha espulso. Poco male, deve aver pensato il nostro: l’altra “espulsione” era ancor più inevitabile.

RIMPROVERO DI FUOCO

BIDELLO LUPIN

La suora lo avrà spaventato con la minaccia di fiamme infernali, e lui per ripicca le fiamme gliele ha fatte vedere per davvero. È successo a Trissino: il protagonista della storia è un 31enne, che avrebbe avuto una scappatella con una parrocchiana. La religiosa, venuta a conoscenza del pettegolezzo, non ha risparmiato accesi rimproveri all’uomo, finiti a male parole. Lui non li ha presi proprio benissimo, decidendo quindi di dare fuoco alla chiesa. Accusato di danneggiamento, ha chiesto scusa impegnandosi a risarcire i 10 mila euro di danni.

A Vicenza i furti di bici sono all’ordine del giorno, in particolare tra gli studenti, che le lasciano incustodite per molte ore al giorno. Un giovane dell’Almerico Da Schio però ha imparato sulla sua pelle che i pericoli in questo caso non arrivano solo dall’esterno. Ad appropriarsi del suo mezzo è stato infatti il bidello dell’istituto, un 47enne con il vizietto del colpo facile, in particolare con le due ruote. L’uomo si era allontanato con la bicicletta, e non è escluso che ne avesse sottratte altre. È stato però immortalato dalla telecamera, e quindi denunciato. Avendo già precedenti e ora rischia anche il licenziamento.

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QUANDO SCAPPA...

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Aria di ripresa

di Guido Gasparin L’Ovest Vicentino segna le performance migliori di tutta la Pedemontana veneta in tema di occupazione. A trainare è il manifatturiero, concia ed elettromeccanica su tutti. Ed ora si guarda alla superstrada.

C

oncia, prodotti chimici e farmaceutici, ma anche elettromeccanica, prodotti in metallo e fabbricazione di macchine. Sono questi i settori trainanti dell’occupazione nell’Ovest Vicentino, capaci di segnare una performance migliore rispetto alla media regionale e dell’intera Pedemontana veneta. Lo dicono i numeri raccolti da Fondazione Festari e Unioncamere Veneto su dati Infocamere, che fotografano la variazione degli addetti tra giugno 2014 e giugno 2015. Lo studio, promosso dalla stessa Fondazione Festari nell’ambito di un progetto di valorizzazione del Veneto centrale quale quartiere manifatturiero regionale (progetto che vede il coinvolgimento del Coordinamento delle IPA – Intese Programmatiche d’Area), certifica che l’Ovest Vicentino in un anno ha registrato un aumento di

1.082 unità, pari ad un saldo positivo del 2,1%, e questo proprio grazie alla forza dai comparti manifatturieri trainanti, che presentano un saldo positivo di 727 addetti (+2.4%), cui si aggiungono i 115 del Terziario Avanzato (+2.5%) e i 262 del Commercio (+3.8%). I tassi di crescita più interessanti si registrano nei due aggregati di maggiore specializzazione del territorio: da una parte la concia (+3.7%, da 8.504 a 8.822), i prodotti chimici (+1.1, da 1.117 a 1.129) e i prodotti farmaceutici (+14.6% da 694 a 795); dall’altra l’elettromeccanica (+3.2%, da 3.006 a 3.102), i prodotti in metallo (+2.7%, da 4.620 a 4.746) e la fabbricazione di macchine (+2.1%, da 3.300 a 3.369). Questi tassi di crescita, secondo lo studio, esercitano un effetto trainante su settori correlati e di supporto. Ad esempio il settore dei trasporti e della logistica cresce

dell’8.3% (con buone prospettive legate alla futura connessione tra A4 e Superstrada Pedemontana Veneta) e anche il settore del commercio risente positivamente del crescente fattore di specializzazione associato alle grandi superfici e all’evoluzione infrastrutturale (+3.8%, da 6.900 a 7.162 addetti). L’Ovest Vicentino, grazie ai suoi settori peculiari, può insomma rappresentare un traino per l’economia dell’intero Veneto centrale. Lo può fare anche grazie al suo peso specifico nell’ambito dell’area pedemontana, visto che da solo raccoglie il 12.9% degli occupati e il 10.5% delle unità locali. E poi, secondo la Fondazione Festari, anche i fattori storici hanno un ruolo importante. L’Ovest Vicentino è un territorio fertile per l’industrializzazione fin dal secondo dopoguerra, da quando cioè è stato “fecon-


alla tutela dell’ambiente e alle innovazioni di processo, ecco che i futuri scenari suggeriscono la possibilità di nuove chance industriali nel settore dello sviluppo sostenibile. Ma non sono tutte rose e fiori. L’agricoltura nell’Ovest Vicentino arranca: 1.5% di occupati contro il 4% regionale e una diminuzione degli addetti del 2% in un anno (da 813 a 797 addetti). Il settore paga la forte antropizzazione e il carico inquinante della manifattura. Stentano a decollare anche le attività del turismo e della ristorazione, mentre il commercio sta progressivamente acquistando il valore di un vero e proprio “distretto”, soprattutto lungo la via di traffico che collega Alte di Montecchio e Vicenza. Infine i settori delle costruzioni e dei servizi di terziario avanzato: l’Ovest Vicentino presenta una densità limitata, al di sotto della media regionale, ma secondo lo studio della Fondazione Festari il settore può recuperare.

La Fondazione Festari La Fondazione Palazzo Festari è nata su iniziativa dei comuni di Valdagno, Thiene e Schio, con l’obiettivo di promuovere l’integrazione dell’Alto Vicentino. Per molti anni ha svolto attività di ricerca sui temi del territorio (sviluppo economico e sociale, formazione, crescita culturale) e ha coordinato le iniziative dell’Intesa Programmatica d’Area (IPA) dell’Alto Vicentino. Nel 2016 è entrata in una fase di rinnovamento degli obiettivi e degli organi sociali. Ha ampliato il proprio orizzonte all’intera area pedemontana, come quartiere manifatturiero dello spazio metropolitano regionale, e intende realizzare alcuni progetti di integrazione e modernizzazione amministrativa. Il primo riguarda le IPA del Veneto Centrale, un aggregato di 156 comuni e 1.2 milioni di abitanti, che prova a ragionare in modo unitario. Il secondo concerne lo sviluppo urbano sostenibile, grazie a innovazioni sulla mobilità, rese possibili proprio dall’apertura della Superstrada Pedemontana. Il terzo si concentra sul turismo, soprattutto quello collegato all’ospitalità di tecnici e designer che collaborano con le imprese manifatturiere dell’area. Il quarto riguarda l’integrazione degli Istituti Tecnici Superiori in una sorta di “politecnico” manifatturiero dell’area pedemontana. Alla guida della Fondazione è stato chiamato Paolo Gurisatti, assieme ai consiglieri Michele Cocco, Alberto Samperi e Luigi Schiavo.

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dato” da grandi aziende incubatrici come la Pellizzari o la Ceccato. Imprese da cui sono nate centinaia di altre imprese, attraverso il meccanismo dello spin-off tecnologico, nel comparto elettromeccanico, in quello delle pompe, negli impianti di gestione del ciclo idrico o dell’aria compressa, nella produzione di macchine utensili per l’automazione industriale. L’Ovest Vicentino, sede storica di un distretto conciario di classe mondiale (riconosciuto dalla Regione Veneto), ma anche di un gruppo di imprese specializzate nella lavorazione del marmo, è insomma il territorio che ha la maggiore vocazione manifatturiera dell’intera zona pedemontana. Nella manifattura è infatti occupato il 58% di tutti gli addetti. E i settori concia, prodotti chimici, elettromeccanica, macchine e prodotti in metallo assorbono da soli quasi il 70% dell’occupazione manifatturiera e il 40% di quella complessiva. Questo quadro permette di guardare più avanti. Se infatti è vero che tali settori sono strettamente connessi all’uso dell’acqua,


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“Segnali positivi, avanti così” “La Pedemontana veneta è un’area peculiare, perché è la zona d’Europa a più alta vocazione manifatturiera, e le imprese dell’Ovest Vicentino hanno tenuto testa alla crisi meglio delle aziende di altre zone perché hanno saputo globalizzarsi grazie all’impegno degli imprenditori e dei lavoratori”: il presidente dell’IPA Ovest Vicentino e sindaco di Chiampo Matteo Macilotti commenta così gli esiti positivi della ricerca della Fondazione Festari. “Le nostre imprese sono in salute, nonostante un sistema statale e burocratico che non agevola le attività imprenditoriali. Se parliamo della concia, è un settore che attraverso le aggregazioni ha saputo riorganizzarsi, diventando performante sui mercati esteri e riuscendo ad imporsi nella fascia del lusso, che ha resistito alla crisi. È quindi importante mantenere il distretto ed investire ancora sui temi ambientali legati alla concia”.

Se la Valle del Chiampo è caratterizzata in modo particolare dalla produzione conciaria, a Montecchio Maggiore prevalgono le aziende elettromeccaniche, l’altro settore trainante della ripresa dell’occupazione. “Notiamo che nel settore c’è un certo fermento – conferma il sindaco Milena Cecchetto -, dovuto soprattutto al valore aggiunto che dà l’innovazione. Molte aziende hanno saputo adottare soluzioni all’avanguardia, anche grazie al fondamentale rapporto con il mondo della ricerca e della scuola. Ed ora guardiamo con fiducia alla Superstrada Pedemontana Veneta, che metterà in contatto diretto tutte le attività produttive della fascia pedemontana veneta. Si tratta di un’infrastruttura strategica, che rappresenterà un nuovo e cruciale sbocco economico per le imprese del nostro territorio. Ne beneficerà soprattutto la logistica, con possibili conseguenti riduzione dei costi di produzione”.

Sensazioni confermate da Silvia Bravo, Presidente del Raggruppamento Ovest Vicentino dell’Associazione Industriali di Vicenza: “Anche a fine 2015 abbiamo registrato un’ulteriore ripresa della produzione e dell’occupazione e una buona crescita dell’export soprattutto verso i paesi extraeuropei. Si tratta di un trend molto positivo, che ci permette di guardare con positività al 2016. Il nostro raggruppamento si sta dimostrando più aggressivo di altri, e questo ci conforta. Merito di un periodo di razionalizzazione che ha portato le aziende ad essere più flessibili e più trasparenti in alcune procedure. Questo ha per- messo loro di essere più ricettive nei confronti dei segnali di ripresa e di rispondere con grande dinamismo. E la logica dei distretti aiuta, perché lavorare all’interno di un sistema organizzato e condiviso permette di rispondere meglio in termini logistici e di strutture”.


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BEPI DE MARZI UNA VITA PER I CRODAIOLI TESTO DI GIUSEPPE SIGNORIN Se c’è qualcuno che non ha bisogno di presentazioni, è Bepi De Marzi. I suoi Crodaioli sono conosciuti in tutto il mondo. “Signore delle cime”, una delle canzoni più note, è stata tradotta persino in giapponese. Negli ultimi mesi Arzignano, la città di Bepi, ha voluto omaggiare il suo musicista con due serate, entrambe arricchite dai filmati di Giulio Stocchetti ambientati negli anni 80: il 4 dicembre è stato proiettato “C’era una volta... i Crodaioli. Quando Bepi incontra Severino” alle scuole Fogazzaro e il 29 gennaio è stata la volta delle “Sacre Rappresentazioni” nella chiesa votiva di Tezze. Tanti ricordi e sicuramente anche un po’ di emozione. Non ho assistito alla prima proiezione perché ero lontano per una tournée con i Crodaioli in Lombardia e Piemonte. Avevo chiesto a Giulio Stocchetti di cambiare data, ma desolatamente mi ha risposto che non era possibile disporre dell’Aula Magna della Scuola in altra serata. Ma a Tezze ho ritrovato la speranza.

Devo dire, perciò, grazie amico Giulio della telecamera. Che ricordi ha di quegli anni? Non sono mai stato un nostalgico, pur se qualcuno mi identifica gratuitamente tra gli “accaniti ricordatori”. Gli Anni Ottanta mi ricordano la tragica morte in montagna del parroco di Castello, don Ernesto Dalla Valle, la morte di mia mamma e la terza mutazione del Coro con nuovi canti e l’inserimento di nuove voci. Poi la festosa preparazione della tournée in Brasile sostenuta anche da un industriale arzignanese. La mia vita, però, si svolgeva soprattutto a Padova perché insegnavo in quel Conservatorio ed ero continuamente impegnato a suonare con i Solisti Veneti. Sono stati anni di acrobazie e di frenetici viaggi. Quanto è cambiata da allora la sua musica? I Crodaioli tengono fede all’impegno di difendere l’ambiente e di essere sempre dalla parte degli ultimi, dei poveri, dei perseguitati. La mia musica prosegue sempre su questa strada. In quegli anni


E la società? I miei genitori mi hanno insegnato l’obbedienza e il rispetto. La scelta di studiare la musica è stata decisa da loro. Ho obbedito anche a mia nonna paterna, la moglie del fornaio di Castello, che a dodici anni mi mandava in chiesa a suonare per tutta la domenica: tre messe e i vesperi pomeridiani. Ma nel profondo sarei un insofferente, posso dire anche dolcemente anarchico. Arzignano, però, mi ha sempre sopportato, perfino amato. E io ho tanto ammirato il mio paese per la fantasia e la capacità di creare, di lavorare intensamente. Per l’arte in generale ha vissuto bene l’eredità di Antonio Pellizzari. Che cos’è per lei il canto? Cantare è come fare bene l’amore, con poesia e passione. Come descriverebbe i Crodaioli alle nuove generazioni? Con un commosso ricordo ai fondatori, ai soci del CAI in quel lontanissimo 1958, per i quali non finirò mai di provare riconoscenza. Oggi il coro accoglie voci da Vicenza, Valdagno, Montebello, Montorso, Marostica, Padova, Lusiana... L’impegno è molto delicato, ma la presenza è co-

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stante, preziosa, esemplare.

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Cosa le piace e cosa non le piace della musica di oggi? Mi dispiace che siano scomparsi i buoni complessi giovanili. L’Italia delle nuove generazioni canta solo in inglese. Ho un pronipote prossimo alla maturità scientifica che compone, suona e intona canti bellissimi, perfetti, ma anche lui pensa in inglese. Poi c’è la musica sacra che ha toccato il fondo della dignità e della mancanza di fede. Nella musica colta non sopporto gli sperimentatori che si muovono sulle discutibili orme dei futuristi di cento anni orsono, quelli spinti da Marinetti che D’Annunzio definiva un cretino fosforescente. Vorrei che si cercasse ancora la poesia, l’armonia, la sincerità del raccontare. E che si tornasse a studiare.

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scrivevo anche tanta musica sacra per il coro parrocchiale di Castello diretto da Ferruccio Dalla Benetta. C’era don Alvidio Bisognin, anch’egli maestro di musica, che riempiva la chiesa con la felicità di credere. E si cantava tanto padre Turoldo.

La musica preferita che ha scritto lei e la musica preferita di altri autori? Per il genere corale ho sempre ammirato i canti popolari elaborati dal coro trentino della SAT. Amo soprattutto il canto gregoriano, Bach, Vivaldi e Chopin. Ma oggi siamo sommersi dai compositori computerizzati, che non sanno mettere le mani su una tastiera di pianoforte, addirittura che non conoscono pienamente la scrittura musicale. Tra i miei centocinquanta canti penso che il più coinvolgente sia “La contrà de l’acqua ciara”, che dice anche del mio carattere malinconico e insoddisfatto. Che legame ha con Arzignano? Un amore senza fine.


ARZIGNANO

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La storia nascosta nel pianoforte LETTERE, FOTO, CALENDARI E MONETE NASCOSTI NEGLI STRUMENTI USATI COME CASSAFORTE. PICCOLI TESORI EMERSI DA UN PASSATO DI GUERRE E REGIMI. DI STEFANO COTROZZI

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ndare a trovare Bruno Nardi nel suo negozio di pianoforti è perdersi tra pezzi d’arte e momenti di storia. Scompare la nozione del tempo quando si tocca e si ripercorre la storia del nostro continente attraverso gli strumenti musicali. “Quello è uno Stenway del 1876 – spiega Bruno indicando un pianoforte - è l’unico che si è salvato quando la Royal Accademy di Londra è stata bombardata nel 1941 ed ha preso fuoco. Ci tengo parecchio, anche perché è appartenuto alla famiglia reale inglese. In questo, invece, era incastrata una preziosa moneta d’argento. È stato un lavoro duro riuscire ad estrarla senza rovinare il pianoforte. Sì, perché quando acquistiamo un pianoforte usato lo smontiamo completamente per ricondizionarlo. Compiendo questa operazione, a poco a poco escono i ricordi di chi lo aveva posseduto. Un po’ alla volta ho raccolto tutti questi oggetti e li ho messi da parte con cura e rispetto”. Mentre Bruno ci parla, dalle scatole sul balcone escono pacchi di fotografie, monete,

libricini, cartoline. “I pianoforti li acquistavo a Piacenza, da un importatore che li andava a recuperare principalmente nella Germania dell’Est. Il pianoforte, per chi lo conosce bene, può anche essere utilizzato come una cassaforte. Ci sono tanti scompartimenti ‘segreti’ dove si possono nascondere oggetti di valore oppure lettere o documenti per farli sfuggire magari ai controlli del regime. Il pianoforte era il luogo perfetto perché non veniva mai toccato da nessuno, ma solo dal tecnico che lo accordava. L’accordatura nel periodo della Seconda Guerra Mondiale veniva fatta di rado visto che le famiglie avevano ben altri problemi e queste cassaforti di documenti sono arrivate poi a noi quasi intatte. Qualcuno addirittura con i segni della guerra, con i buchi delle raffiche di un mitra”. “Tante lettere di morose o morosi, fotografie di ragazze in bikini, calendari e qualche fotografia osè - continua Nardi -. Abbiamo trovato tantissime cartoline e poi anche lettere dalla DDR di chi voleva scappare dal

“Quando acquistavano un pianoforte, come portafortuna, inserivano una monetina o una foto ricordo”.

BRUNO NARDI C’è un vecchio detto: quando si chiude una porta si apre un portone. La porta di Bruno Nardi si è chiusa un giorno cadendo da un tetto dove stava installando un’antenna. Due polsi rotti e una lunga convalescenza per recuperarne la funzionalità. Il portone si è aperto quando il suo amico Robert Whittaker, per fargli fare esercizio, gli propose di insegnarli a suonare il pianoforte. “Ho cominciato così _ ci racconta Bruno - ed è stata subito passione, tanto che in poco tempo avevo già acquistato il mio primo pianoforte per ottocentomila lire. Purtroppo non andava bene; era rotto e i tecnici che avevo chiamato non riuscivano a sistemarlo. Allora ho smontato il pezzo, grazie alle abilità che avevo acquisito come aeromodellista, e l’ho ricostruito. L’esperto che è venuto a casa mia a controllare che il suono del pianoforte fosse corretto è rimasto a bocca aperta dalla qualità del lavoro e mi ha proposto di andare a sviluppare questo dono da lui. Così ho deciso di cambiare vita; ho regalato tutta la mia la mia attrezzatura da radiotecnico e sono tornato a scuola, a 32 anni, in quel di Borgo in Valsugana.


queste vetustità preziose. Oggi i piani non arrivano più dalla Germania e dai paesi dell’Est, è finito tutto il commercio con la caduta del muro di Berlino, anzi i tedeschi un po’ alla volta se li stanno ricomprando. Quello che però mi rimane è questo tesoro che non ha un valore economico, ma quello di raccontare la storia del nostro continente nella maniera molto intima di chi ha deciso di affidare la propria storia al suo strumento preferito”.

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regime comunista. Storie anche terribili, di persone che vivevano in occidente e non potevano ricongiungersi con le famiglie oltre cortina, oppure abbiamo seguito le tante storie di amore contemporanee di un certo Wolfgang. Prendevo le lettere e poi me le facevo tradurre da un mio amico che era un dirigente tedesco della Brusarosco”. “Per tanti anni - spiega Bruno - aprire un pianoforte era un’emozione, una specie di pacco in cui cercare le sorprese, scoprire ricordi di famiglie dell’Ottocento, libretti del lavoro; segreti nascosti, da far rivivere ammirandoli e sentendo il profumo di


ARZIGNANO

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I misteri del Duomo di Ognissanti NEGLI ULTIMI SECOLI SI SONO PERSE LE TRACCE DI DIVERSE INFORMAZIONI, EDIFICI E OGGETTI DI VARIO GENERE CHE RIGUARDANO IL TERRITORIO DI ARZIGNANO... DI ANTONIO LORA

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o credo che Arzignano (e, ovviamente, tutta la sua Comunità) sia ormai famosa per tante prerogative vecchie ed attuali. Parlando di commercio e iniziative imprenditoriali: un tempo i molini e l’arte molitoria, poi la filatura e i setifici, oggi le pelli e la concia. Con quest’ultima attività il nome di Arzignano si è diffuso in tutto il mondo tanto che viene considerata - non sappiamo con quanta effettiva certezza ma comunque con buona probabilità: “La capitale mondiale della concia”. I suoi cittadini sono quindi molto impegnati nel lavoro e nel commercio, ma culturalmente presentano una prerogativa un po’ curiosa: sono la popolazione più “desmentegona” del Veneto. Non per niente vige il proverbio: “Le robe de Arsegnan le dura da ancò a doman”. “Desmentegona” e sbadata senza riserve, se

Particolare di una mappa del 1778 dove si vede l’unica immagine che rimane del vecchio Duomo di Ognissanti abbattuto nel 1802. pensiamo che in circa 200 anni (vabbé che son tanti ma anche pochi) hanno perduto e dimenticato nel tempo la memoria di ben tre chiese: le due vecchie di Castello e del Piano e quella dei Frati francescani di Santa Maria. E non voglio infierire perché ci sarebbe anche quella di san Pietro, sulla collina dove accanto c’era un convento oggi divenuto abitazione privata. Tre chiese perdute perché non solo si sono materialmente volatilizzate ma sono state anche dimenticate nei documenti e quindi nella loro storia. Qualche incendio, il solito intervento distruttore della soppressione napoleonica, la voglia di radere al suolo il vecchio per costruirci sopra il nuovo. Così è capitato, per esempio, per il Duomo di Ognissanti per il quale tra l’abbattere il vecchio (1802) e potere arrivare al tetto coperto del nuovo (1823 circa) sono trascorsi oltre 20 anni. Ebbene: chi sa dire dove

sono andati in quei 4 lustri ad ascoltare le SS. Messe gli Arzignanesi? Forse all’aperto d’estate. Ma d’inverno e con la pioggia come in questi giorni? Mistero! Ancora: il vecchio duomo aveva 9 altari. Proprio così: un numero considerevole. Qualcuno forse sa dire dove sono finiti? E sì che un altare non è poi un giocattolino da nascondere nel giardino. Ecco un secondo mistero che nessuno sa risolvere! E ancora (ma ora ci spostiamo a fianco del Duomo nel cortile antistante il Mattarello e quindi pur sempre attinente). Ebbene: fino a circa il 1945 erano presenti una decina di statue raffiguranti personaggi mitologici posti su alti zoccoli. Sono documentate in diverse immagini fotografiche e nelle cartoline dell’epoca. Ebbene: ad un certo momento sono anch’esse sparite: scomparse nel nulla senza lasciare traccia. Dove saranno? Facile indovinare: un mistero!


ARZIGNANO

Fuori e dentro Arzignano

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lisabetta Bertin è una casalinga e mamma a tempo pieno con una grande passione per la scrittura e un forte desiderio di raccogliere in un libro le storie delle persone che vivono ad Arzignano e dintorni. Com’è nata quest’idea? Sono una fan di Ligabue e mi ha sempre affascinato il modo in cui racconta, attraverso le sue canzoni, i suoi libri (come il primo, “Fuori e dentro il borgo”) e i suoi film, la vita comune, la quotidianità delle persone, di chi magari ti vive di fianco ma che non hai mai preso in considerazione. Vorrei fare qualcosa del genere con questo progetto. Come ti stai muovendo per trovare le persone? Ho aperto una pagina Facebook, “Arzi-

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DI GIUSEPPE SIGNORIN

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gnano si racconta”, oltre a parlarne con gli amici. I miei due figli più grandi, poi, di 20 e 17 anni, mi stanno aiutando coinvolgendo i loro coetanei. Di natura sarei una tipa riservata, ma questa cosa del libro mi sento proprio di farla… Perché un progetto di questo tipo? Penso possa essere molto utile conoscere le storie e condividere le emozioni delle persone che vivono nello stesso paese. Ho imparato tanto, anche dalle esperienze negative che mi sono capitate. Sono convinta che raccontare la propria storia aiuti in prima persona e aiuti anche gli altri, magari a non ripetere gli stessi errori.

È difficile trovare “collaboratori”? Non è semplice ma questo rende ancora più stimolante il progetto. Chi volesse raccontarmi la sua storia, può scrivermi a arzignanosiracconta@gmail.com. Non servono vicende fuori dall’ordinario: a me interessano tutte le esperienze, anche quelle più banali, dove spesso si nascondono invece emozioni speciali.

Un attore arzignanese a Londra DI DAVIDE GHIOTTO

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uò capitare che la passione porti a fare delle scelte che cambiano la vita. È questo il caso di Samuel Mattioli, un ventiduenne di Arzignano che assecondando la sua passione per il cinema si è ritrovato a Londra a lavorare come attore per il teatro. Quando è cominciata la tua avventura? Finito il liceo, l’idea di affrontare una carriera universitaria non mi esaltava per nul-

la. Ho deciso quindi di tentare di mettere a frutto questo mio amore per il cinema e di intraprendere dei corsi di recitazione, frequentando un corso di un anno presso la scuola teatro Bibiena di Giorgio Trestini e l’accademia Galante Garrone a Bologna. Cosa ti ha spinto a Londra? La passione per il cinema internazionale. Ho preso parte a un corso di lingua a Wimbledon e lì ho scoperto un corso estivo di recitazione nel centro di Londra. In un paio di settimane ho capito che quella era la mia strada. Dopo varie audizioni sono stato selezionato per partecipare al corso avanzato annuale a patto di lavorare di più sul mio inglese. Il ricordo più bello? Senza dubbio lo spettacolo finale. Il regista ha fuso insieme due opere di Shakespeare

(“Pene d’amor perdute” e “Molto rumore per nulla”). Il mio personaggio era Cassiano da Padova, il personaggio più comico della commedia; nei panni di Cassiano ho potuto dar sfogo alla mia creatività e implementare tutto quello che avevo imparato. La mia famiglia era a guardarmi quella sera e penso di aver fatto loro un bel regalo.” I tuoi prossimi impegni? Il corso è ormai finito e ho da poco firmato il mio primo contratto con un agente. Sono attualmente impegnato nelle prove de “La Tempesta” di Shakespeare da portare in scena ad aprile. Oltre a questo ho in programma un cortometraggio in Irlanda da filmare nel giro di una settimana con l’obiettivo di presentare il risultato al Festival di Cannes dell’anno prossimo. E poi chi lo sa…”


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SICUREZZA

INCIDENTI IN DIMINUZIONE MA PIÙ GRAVI

AMBIENTE

DISCARICA ABUSIVA A COSTO

A

lcuni dati interessanti: 3572 infrazioni e 341 incidenti nel 2015 a fronte di 3671 e 381 nell’anno precedente. Sono meno anche i sinistri con lesioni, da 156 a 135. È il bilancio della polizia intercomunale “Vicenza Ovest” comando di Arzignano operativa nel nostro territorio. Non ci sono però solo dati positivi. Quelli negativi riguardano la gravità degli incidenti: ben tre mortali nel 2015 a fronte di nessuno nel 2014. Aumentano anche i conducenti alla guida in condizioni psicofisiche alterate.

L’

Ufficio Ambiente, grazie alle segnalazioni di alcuni cittadini, ha individuato in corrispondenza dell’imbocco di via Canove provenendo dalla Strada Provinciale, un’area presso la quale è stata abbandonata un’ingente quantità di rifiuti. “La zona era già stata colpita anche in passato dall’abbandono di rifiuti e per questo era oggetto di attenzione” commenta l’assessore ai Lavori Pubblici Angelo Frigo, “anche se questa volta la quantità è importante. Si tratta perlopiù di rifiuti derivanti da una qualche attività edilizia”.

SCUOLA

UNA SERATA CON PAPÀ

G

iovedì 17 marzo gli alunni dell’Istituto Canossiano hanno deciso di dedicare una intera serata ai loro papà. Bimbi, maestre e alcune mamme del Comitato Genitori si sono prodigati ad allestire una festa con giochi, canzoni, simpatiche foto ricordo dei bambini con i propri padri, buffet e aperitivo, per ricordare l’importanza della presenza dei papà nelle vite dei fanciulli e che il tempo trascorso con loro, anche se a volte è poco, è fondamentale.

CORSO DI DIFESA BIOLOGICA DELL’ORTO a cura di agricolturabiologica.eu.



ARZIGNANO

CORRIERE VICENTINO | PAESI

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Una vita alla Pellizzari IN VISTA DELLA NUOVA EDIZIONE DEL LIBRO”GIACOMO PELLIZZARI. IL SUO TEMPO LA SUA GENTE”, UN’ALTRA PREZIOSA TESTIMONIANZA DI QUEGLI ANNI DI GIUSEPPE SIGNORIN

“I

l miglioramento di qualsiasi lavoro avviene per gradi”. Una frase che Emilio Magnaguagno ripete spesso e che ha caratterizzato tutta la sua vita lavorativa. Classe 1925, era il 1941 quando iniziò la sua avventura lavorativa alla Pellizzari. Aveva appena sedici anni. “Avevo fatto le scuole di disegno alle comunali di Arzignano. La sera venivano a insegnarci ornato e geometria i tecnici della Pellizzari. E poi avevo una grandissima passione per i motori, mi piaceva studiare per conto mio la parte elettrica. Dopo un po’ si sono accorti che sapevo parecchie cose e allora sono diventato aiutante del capo reparto, che all’epoca era Vasco Verza”. Dopo qualche anno, da aiutante Emilio passò a capo del reparto “avvolgimenti motori grossi”. Passo dopo passo, le soddisfazioni non mancarono, come quando

Non lavoravamo per noi, in maniera egoistica, ma perché ci potesse essere un futuro per Arzignano

presenta

Una delle foto più care a Emilio Magnaguagno che ritrae Pellizzari con il figlio accanto al primo motore di una certa potenza e grandezza nei primi anni Sessanta ideò un modo per realizzare l’avvolgimento delle ruote polari con il filo di rame continuo senza nessuna giunzione. Un metodo veloce che faceva risparmiare tempo, permettendo di lavorare in maniera più industriale, come si fa ancora oggi. Che ricorda ha del “paron”? Giacomo Pellizzari era un grande uomo, serio, duro. Ma erano altri tempi: si lavorava in maniera artigianale, tutti gli uomini avevano un aiutante, un “bocia”, come me all’inizio. Però penso che fosse un po’ uno spreco e infatti in seguito l’organizzazione è diventata più professionale. Pellizzari è stato un pioniere nel suo campo. Ha fatto diversi tipi di motori - generatori, motori asincroni, motori a velocità va-

VIVO UMORISMO, VITA DI COPPIA, DIO UOMO

riabile, trasformatori, ventilatori - e pompe di ogni grandezza, che ancora oggi sono sparse in molte parti del mondo. Che cosa si porta dietro della sua esperienza alla Pellizzari? Sono molto orgoglioso di esserci stato così a lungo. Andavo a lavorare contento come se fossi stato a casa mia. Anche coi colleghi, c’è sempre stato un clima molto socievole. Non lavoravamo per noi, in maniera egoistica, ma perché il risultato fosse di qualità e ci potesse essere un futuro per questa attività ad Arzignano. Quando vado da qualche parte, in centro o al supermercato, e incontro persone che hanno lavorato con me, si ricordano tutti molto volentieri.

LA NUOVA COLLANA DI LIBRI che trovate nello store online bericaeditrice.it/shop e nella libreria Mondadori di via Rizzetti ad Arzignano


ART

FASHION TRENDS

BAKERY FOOD

FLOWERS

PIZZA

RESTAURANT

Vanity Valley

INSERTO DI MARZO 2016


ART ATIPOGRAFIA

MARZO 2016

INDIRIZZO

Via Campo Marzio, 26 36071 - Arzignano (Vi) www.atipografia.it

FIORIGRAFIA, ALLA SCOPERTA DEL LINGUAGGIO SEGRETO DEI FIORI DAL 23 AL 25 APRILE 2016 Nata sul finire del 2014 con l’intento di diffondere e promuovere la contemporaneità in tutte le sue forme espressive, Atipografia è diventata in poco tempo un luogo di incontri culturali a 360°. Più di 1500 associati nel 2015, il successo della vecchia tipografia di famiglia della curatrice Elena Dal Molin è dovuto anche al fascino di una location rinnovata mantenendo le caratteristiche dello spazio di un tempo e di volta in volta riempita di nuovi contenuti. La seconda edizione della mostra mercato FIORIGRAFIA, curata da Milena Marzotto ed Elena Dal Molin, si presenta come un’occasione preziosa per accostarsi alla bellezza attraverso la natura. Non una semplice fiera di giardinaggio, ma un’esperienza da vivere durante la quale sarà possibile riempirsi di colori e profumi, osservare, acquistare, bere e gustare prodotti naturali, conoscere la storia di espositori scelti per la loro capacità di sperimentare e

innovare. Da sabato 23 a lunedì 25 aprile sono previsti workshop, concerti, performance, il tutto all’insegna della ricercatezza e con un occhio di riguardo per i tanti bambini che potranno divertirsi in mezzo agli spettacoli della natura.


FASHION TRENDS OFFRIRE IL MEGLIO DEI BRAND INTERNAZIONALI, SEGUIRE I GUSTI DEL CLIENTE E STARE AL PASSO COI TEMPI. Questi sono i segreti per diventare il punto di riferimento per l’abbigliamento e le calzature femminili di Arzignano e non solo. Lo sanno bene Luciana Quaiotto, Alessia Salvaro e Claudia Reginato di Ippopotamo che da oltre 30 anni indirizzano i canoni della moda femminile. Ippopotamo apre come negozio di calzature uomo/ donna nel 1985 in Piazza Campo Marzio ad Arzignano e da subito si fa notare per la sua selezione di marchi di punta e per la ricercatezza di capi unici. Qualche anno dopo, nel 1997, decide di reinventarsi e dedicarsi completamente alla moda femminile ampliando il campo anche all’abbigliamento, agli accessori e a tutto ciò che riguarda l’immagine della donna. Quello che resterà sempre invariato saranno però la qualità delle firme e degli articoli selezionati grazie all’esperienza e alle preferenze delle clienti che hanno la possibilità di restare in costante contatto con Ippopotamo grazie ai social network.

INDIRIZZO

Piazza Campo Marzio, 5 36071 Arzignano (VI) Tel.0444/671263 info@ippopotamo-arzignano.it ORARI DA MARTEDI A SABATO: 9:00 - 12:30 15:30 - 19:30 LUNEDI 15:30 - 19:30 Lunedì mattino chiuso Domenica chiuso

IPPOPOTAMO

MARZO 2016

Ogni giorno infatti le titolari caricano immagini di outfit completi da poter suggerire alle ormai migliaia di persone che seguono i loro account. Segno di particolare attenzione per il cambiamento dei tempi è la possibilità che dà Ippopotamo di acquistare i suoi prodotti senza dover fisicamente recarsi in negozio. Grazie infatti all’introduzione dell’e-commerce affiancato dall’uso di Facebook e Instagram, è possibile ordinare articoli e farseli recapitare dovunque ci si trovi.


BAKERY PASTICCERIA DAVENICIO

MARZO 2016

INDIRIZZO

via Pagani, 29 Arzignano (Vicenza) Tel. 0444 670163 - info@davenicio.it Orari: 7-13/16-19,30 Riposiamo i pomeriggi di domenica e lunedì

QUATTRO GENERAZIONI DI PASTICCERI E TANTA VOGLIA DI CONTINUARE A STUPIRE. Carlo Pozza, tra i membri fondatori dell’Accademia Maestri Pasticceri Italiani e tra i creatori di uno dei dolci simbolo di Vicenza, la Gata, porta avanti da anni la tradizione di famiglia insieme alla moglie Alessia. Partito da Recoaro, il papà Venicio era arrivato ad Arzignano nel 1967 e aveva rilevato un famoso locale in centro. Nell’estate del 2014, dopo tante soddisfazioni, ha prevalso la voglia di cambiare e mettersi ancora in gioco, trasformando l’attività in un laboratorio di pura pasticceria, pur mantenendo i servizi di fornitura e di vendita diretta. Oggi chi arriva nella nuova sede della Pasticceria “Davenicio” è accolto in un ambiente artigianale che permette di vedere direttamente al lavoro Carlo e i suoi collaboratori. Ogni prodotto può essere pensato e creato

insieme ai pasticceri, per una totale personalizzazione. Cavallo di battaglia: il Gateau al pistacchio, dolce nato dalla vittoria di un concorso in Sicilia, ormai una decina di anni fa. Da allora è diventato il simbolo della pasticceria. Una curiosità “social”: ogni mattina Carlo saluta i suoi follower su Twitter con l’hashtag #buongiornogolosoni.


FOOD INDIRIZZO Via Trieste, 1, 36071 Arzignano VI Tel. 0444 671518 www.zini1915.it All’inizio era un caseificio, si è ingrandito ed è diventato uno spaccio, poi un negozio… ora è in arrivo un nuovo sito web (www.zini1915.it) in aggiunta al profilo Facebook e Instagram… È Zini 1915 ma potrebbe anche essere 3.0. La terza generazione, nella persona di Marco, pur mantenendo inalterati lo stile e la tradizione che da sempre caratterizzano l’attività di famiglia, sta inserendo alcune novità, servendosi della rete in maniera strategica per raggiungere i giovani e coinvolgere un numero sempre più numeroso di persone. Dopo aver intrapreso altri percorsi, Marco ha riscoperto la passione per quel mestiere che per oltre un secolo i suoi genitori e prima ancora i suoi nonni avevano portato avanti con successo e competenza. Ma la sua spinta dinamica non si è spenta, grazie alla findanzata Silvia è diventata lo stimolo per dare nuovo vigore all’attività famigliare, utilizzando le più recenti tecnologie per aiutare la gente a conoscere i numerosi eventi che negli ultimi anni sono stati organizzati e che continuano a essere proposti: dalle cene in negozio a lume di candela in occasione di “M’illumino di Meno” alle partecipazioni alla “Notte Bianca”, dalle uscite di gruppo ai corsi sulla birra, il vino, il formaggio, la cucina in generale, passando per le serate a tema. Isomma, Zini 1915 non è un negozio qualsiasi...

ZINI 1915

MARZO 2016


FLOWERS FIORERIA SIGNORATO

MARZO 2016

INDIRIZZO Fioreria Signorato Piazza Campo Marzio, 47 Tel. 0444 670571 Facebook: Fioreria Signorato Instagram: @signoratoflowers E-mail: fioreria@signoratofratelli.it Impresa Funebre Signorato Via Cadorna, 19 Tel. 0444 670278 E-mail: amministrazione@signoratofratelli.it

Un’esplosione di profumi, e quella piacevole sensazione di trovarti in un ambiente amichevole, curato da persone competenti e appassionate del loro lavoro. La Fioreria Signorato è un cuore di colori nel cuore di Arzignano. Emilia, aiutata dalla collaboratrice Stefania, la gestisce dal 1986, rinnovando una tradizione di famiglia nata con il padre Gino e gli zii Toni e Bepi, che nel secondo dopoguerra curavano i giardini di Villa Brusarosco. Molti in città ricordano ancora il chiosco vicino al teatro Mattarello in cui i fratelli vendevano piante e fiori. La passione di allora è giunta fino ad oggi con la tenacia e la professionalità della mamma Margherita, seguita da Emilia che, sempre pronta ad accogliere i clienti con un sorriso e un consiglio, ha continuato la tradizione di famiglia: non solo piante e fiori, ma anche articoli regalo e palloncini per le feste, il tutto con una particolare attenzione al dettaglio e all’eleganza

delle proposte. E il 2016 è l’anno del trentennale dell’attività nei locali di Piazza Campo Marzio 47. Il fratello Antonio è invece impegnato nella seconda attività famigliare, l’impresa funebre avviata nel 1964 dal papà Gino, che offre servizi completi con professionalità e rispetto profondo verso le famiglie che attraversano il doloroso momento della scomparsa di un loro caro. Una presenza discreta, che si occupa anche di tutte le pratiche burocratiche per sollevare i famigliari da qualsiasi tipo di incombenza. Signorato Fratelli, due anime per un’unica avventura imprenditoriale, presente in città ormai da più di mezzo secolo.


PIZZA INDIRIZZO Via Fiume, 102 Arzignano (VI) Tel. 345 2602422 Pizza a domicilio tutti i giorni eccetto il martedì dalle 18 alle 22

Tornare a vivere e a lavorare dopo 26 anni nel paese in cui si è nati e cresciuti, non è un’emozione da poco. Se poi i vecchi compagni di scuola vengono puntualmente a prendersi la pizza nel nuovo locale che hai inaugurato, la gioia è senz’altro doppia. Un po’ quello che è accaduto a Cristiana, che con il compagno di una vita Roberto e l’amica e collaboratrice Anna, ha aperto il 23 dicembre dello scorso anno la Pizzeria d’asporto “doppio zero”. Roberto proviene da una famiglia impegnata nel campo della ristorazione da generazioni. Lui stesso, insieme a Cristiana, si occupa di pizze da tanti anni. La passione per la sua professione l’ha sempre spinto a studiare e sperimentare, fino a quando non ha trovato l’impasto di farine miste perfetto per rendere le sue creazioni uniche - da questo il nome “doppio zero”. Ma non solo l’impasto: anche la grande varietà di sapori e combinazioni sono un marchio di fabbrica. Senza dimenticare il forno a legna rotante, che non

PIZZERIA DOPPIOZERO

MARZO 2016

usa quasi più nessuno. Tutto a garanzia di una qualità non comune. Come non comune è la specialità della casa: una pizza ai sette cereali leggerissima e croccante.


MARZO 2016 INDIRIZZO

Via Mazzini, 22 - interno area teatro Mattarello Arzignano (VI) Tel. 0444 672 088 Chiuso domenica sera e lunedì

RAFFINATEZZA, ELEGANZA E… SEMPLICITÀ.

IO & LEI AL TEATRO

RESTAURANT

Tre concetti che sembra impossibile possano convivere, almeno fino a quando non fate un salto da “Io&Lei al Teatro”, cioè la nuova gestione del ristorante all’interno degli spazi del teatro Mattarello di Arzignano. Oltre il sipario, uno spettacolo per gli occhi e per il palato, sapientemente diretto dallo chef Paolo Strobe dietro le quinte, e in sala da Federica e il sommelier Thomas. Una squadra giovane e dinamica, per un’esperienza di gusto che dà valore alla cucina semplice della tradizione e ai sapori del territorio. Grande protagonista la cura di ogni dettaglio, con tutti i prodotti fatti in casa, dal pane alla pasta, fino ai grissini. Il tutto in un ambiente unico ed elegante, adatto alla cena romantica ma anche all’allegra serata conviviale in compagnia. Insomma, se volete colpire è questo il posto dove trovare classe e qualità al giusto prezzo. Da provare? La Millefoglie di pan brioche con asparagi verdi e bianchi croccanti su fonduta di asiago e germogli. “Io&Lei al Teatro”: farete fatica a non concedervi il bis!


ARZIGNANO

Rap con il cuore

C

On Production, una Music Label indipendente attiva nelle nostre zone. Non avevo ancora scritto nulla, ma grazie a loro si è presentata la possibilità di registrare e allora è arrivato il momento. Le basi sono opera di uno dei produttori, Eros, in arte Sespo.

“Faccio musica dal 2010, inizialmente col freestyle. Ho suonato in diversi locali del vicentino, fra cui il NuClub e il Bocciodromo. Negli ultimi anni il rap è diventato il genere più in voga. Non tutti lo fanno con il cuore, però. La gente dovrebbe imparare a distinguere il rap di qualità da quello di massa”.

Di cosa parli nel tuo album, “Realismo”? Tratto argomenti che riguardano la mia vita, ma anche realtà che vivono tutti nella quotidianità. Mi occupo inoltre di tematiche “religiose”, come nella canzone “Metriche Sacre”. Mi interessa trasmettere alle persone quello che realmente conta, al di là delle apparenze.

Quando hai iniziato a comporre? Ho conosciuto i ragazzi del Garage Studio lo scorso anno, che fanno parte della Deep

Come fai promozione per l’album? Innanzitutto attraverso i social.

lasse ’95, Claudio, in arte Cloud, vive da qualche anno ad Arzignano e di professione fa il rapper. Ha all’attivo un EP, “Realismo”, da cui sono tratti i due video “Non fermarti” e “Livello superiore”, che stanno ottenendo migliaia di visualizzazioni su YouTube.

“Z” come... Zanella

S

i chiama “‘Z’ come... Zanella” ed è il primo giornalino della Scuola Secondaria di I grado “G. Zanella”. Nato all’interno del progetto “Rassegna stampa” proposto dalla prof.ssa Chiara Giacometti, l’iniziativa ha visto subito l’entusiasmo degli studenti che si sono dovuti cimentare nella stesura di brevi articoli su attività significative della scuola. E già si pensa al secondo numero,

Poi con i live, sia nel vicentino che altrove. In estate sarò infatti a Sarajevo. I tuoi artisti di riferimento? Nella scena italiana mi piace gente come Emis Killa, Salmo, Gué. Poi leggo letteratura, dai classici al romanticismo. È importante avere cultura nel rap.

CAGNOLINA SALVATA DAI POMPIERI

a maggio… Il Sindaco Giorgio Gentilin: ”ho ricevuto il giornalino ‘Z’ come... Zanella dalle mani dei ragazzi ed era visibile la loro emozione. Dopo averlo sfogliato li ho esortati a portarne qualche copia in biblioteca affinché tutti i cittadini possano vedere quali e quante attività si svolgono dentro le mura di questa operosa scuola”. La mattina del 24 marzo, poco prima delle 8, i Vigili del Fuoco sono dovuti intervenire per salvare una cagnolina finita in un tubo di scarico delle acque piovane a San Bortolo. I pompieri hanno dovuto tagliare con il motodisco una parte dell’asfalto per riuscire a tirare fuori “Bice”, la cagnolina di 16 anni che in qualche modo era riuscita a infilarsi nella condotta di scarico… Per fortuna l’operazione è andata a buon fine e ora Bice è sana e salva.

CORRIERE VICENTINO | PAESI

DI GIUSEPPE SIGNORIN

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ARZIGNANO

CORRIERE VICENTINO | PAESI

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strArzignano 2016, ci siamo È ARRIVATA SOLO ALLA TERZA EDIZIONE, MA LA STRARZIGNANO FA GIÀ PARTE DELLE TRADIZIONI DELLA CITTÀ DEL GRIFO DI STEFANO COTROZZI

S

arà l’entusiasmo degli organizzatori o il gran numero di collaboratori, certo che la risposta da parte della gente e dei runner si fa sentire a poche settimane dalla competizione. Ne parliamo con Christian Belloni e Michele Mimmo, ideatori e organizzatori dell’evento che si correrà il 17 aprile. I RUNNER Ci piacerebbe battere il numero di finisher agonisti dell’anno scorso che si sono presentati in 340 alla linea di partenza. Quest’anno avremo la pesante concorrenza della maratona di Padova. Ancora non sappiamo quali saranno i protagonisti, di certo ci sarà il “nostro” Andrea Zordan, il portacolori di casa, secondo l’anno scorso e in grande forma quest’anno. Per incentivare la partecipazione degli agonisti abbiamo messo in palio a sorteggio tra

tutti i finisher un pettorale per la maratona di Berlino di settembre, comprensivo di viaggio e due notti in albergo. IL PERCORSO Sarà quasi immutato, l’unico cambio è che passeremo all’interno del parcheggio dell’Autovega, azienda che dalla prima edizione ha sempre creduto in noi. Ci saranno anche i soliti cambi di pendenza che, alla fine, si faranno sentire sulle gambe. Chi vuole studiare il percorso lo può vedere su www.strarzignano.it dove potrà anche trovare tutte le informazioni sulla corsa. Nell’edizione 2016 cambieranno le distanze; ci saranno tre percorsi di 4, 7 e i tradizionali 12 chilometri. CORSA E SOPRESSA Non ci sarà un “pasta party”, che sarebbe stato difficile organizzare per 5 mila persone, in cambio abbiamo previsto il “sopressa party”, ovvero tutti i partecipanti agonisti e non, oltre ai ristori, alla fine avranno un bel panino con la sopressa in puro stile Veneto! SCUOLE Per quanto riguarda le scuole, oltre ad Arzignano, Chiampo e Montecchio Maggiore, quest’anno hanno aderito anche quelle di

Trissino, Brendola e Altissimo/Crespadoro e questo ci fa sperare in una partecipazione ancora superiore all’anno scorso. Ricordiamo che il 75% del ricavato delle scuole poi tornerà nelle scuole in materiale didattico o sportivo. IL PREMIO Quest’anno vorremmo donare il premio all’associazione Agrimea, la cooperativa agricola di Marana di Crespadoro, quella che produce i famosi carciofi di montagna con l’aiuto di ragazzi autistici. Nelle altre due edizioni la donazione è finita a due associazioni di Arzignano: Lpv e Moby Dick. Abbiamo sempre voluto che queste azioni ricadessero sul territorio e così sarà anche nel futuro. RINGRAZIAMENTI E STRAKIDS Anche quest’anno ci sarà la Strakids, la manifestazione per le strade di Arzignano dove parteciperanno gli under 13. Sono previsti oltre 200 bambini provenienti dall’asilo che correranno nel circuito cittadino. Vogliamo cogliere l’occasione per ringraziare tutti quelli che ci stanno dando una mano, senza i volontari la corsa non potrebbe esistere.


MONTECCHIO

DI VALERIO LUISON

A

Montecchio Maggiore la fibra ottica è… di casa, in tutti i sensi. L’Amministrazione comunale ha infatti approvato una convenzione con Interplanet, che porterà in città la connettività alla rete internet più veloce che c’è, e in questo caso anche con una marcia in più. L’azienda di telecomunicazioni, con sede proprio a Montecchio Maggiore, ha scelto infatti di non limitare la fibra ottica alle sole dorsali principali, ma di cablarla capillarmente fino al singolo utente finale, casa o azienda che sia. “Si chiama architettura FTTH, o Fiber To The Home - spiega Nicola Caldieraro di Interplanet - e letteralmente è la fibra che ti arriva fino a casa. Oggi infatti la fibra più diffusa è limitata ai cavi che attraversano i nostri paesi e le nostre città, arrivando al massimo all’armadio o alla cabina esterna distribuiti nei quartieri. Da lì il collegamento fino al singolo utente, il cosiddetto ‘ultimo miglio’, avviene invece attraverso il classico doppino in rame, che per quanto sia per un tratto breve, riduce in parte la velocità di trasmissione. La nostra idea è invece quella di portare il collegamento in fibra fino a destinazione, così da garantire il massimo delle prestazioni a chi per lavoro o per svago vuole il meglio dalla banda ultralarga. In questo modo si possono ottenere velocità ben oltre i 100 Mb/s, con futuri margini di miglioramento fino a 1 Gb/s. Se fino a pochi anni fa i costi erano proibitivi, adesso è una rivoluzione davvero per tutti”. Montecchio Maggiore in questo modo di-

venta capofila di un progetto d’innovazione tecnologica che la colloca tra i grandi capoluoghi industriali d’Italia. “Al momento - conferma Caldieraro - solo i grandi centri come Milano, Bologna, Roma e di recente Torino hanno avviato progetti per portare la FTTH. Ma la sensibilità sta crescendo un po’ in tutta Italia: questa architettura rappresenta il futuro, ed è perfettamente in grado di integrarsi alle attuali dorsali già esistenti”. Un progetto pilota per Montec-

tà in Italia ad adottare l’architettura FTTH – commenta il sindaco Milena Cecchetto -. Grazie a questa convenzione le nostre aziende potranno avere una marcia in più, ma anche i cittadini potranno contare su servizi più veloci, visto che anche gli uffici comunali saranno collegati con la banda ultralarga. Montecchio Maggiore, grazie a questa tecnologia, fa sicuramente un salto nel futuro”. “Il percorso per giungere a questo risultato è stato lungo e impegnativo e ha coinvolto varie figure degli uffici comunali – sottolinea Mirco Masetta, consigliere comunale incaricato alle attività di implementazioni delle reti informatiche -. Non abbiamo voluto accontentarci di ottenere un risultato sufficiente, ma abbiamo spinto per il massimo. Ora le aziende, le attività e i cittadini di Montecchio Maggiore, fra i primi nel Nord-Est, avranno la possibilità di accedere alla tecnologia attualmente più evoluta nella comunicazione dati”.

INCONTRI CON CITTADINI E AZIENDE chio Maggiore, che potrà così essere tra i primi Comuni dotati della nuova connessione. “Una volta intuito che la città aveva le giuste condizioni tecniche e morfologiche, non ci abbiamo pensato due volte e ci siamo detti: dobbiamo farlo. Per noi è un doppio motivo d’orgoglio, essere tra i primi assieme alla nostra città”. A Montecchio Maggiore l’FTTH sarà disponibile in un primo momento nella zona nord-San Vitale, in zona industriale/artigianale ed in località Alte Ceccato; successivamente sarà attivato un progetto che interesserà le frazioni. “Siamo orgogliosi di essere tra le prime cit-

Già in programma una serie di appuntamenti per presentare tutte le opportunità della nuova tecnologia in arrivo. Queste le date: AZIENDE

Mercoledì 6 aprile ore 18.30 sala civica Corte delle Filande PRIVATI

Mercoledì 13 aprile ore 20.30 sala civica ad Alte Ceccato

Giovedì 14 aprile ore 20.30 sala civica Corte delle Filande

CORRIERE VICENTINO | PAESI

La rete internet più veloce che c’è

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MONTECCHIO

CORRIERE VICENTINO | PAESI

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Gli studenti raccontano la “Merica” DI GUIDO GASPARIN

A

ltro che attori improvvisati. I 43 studenti delle classi seconde della scuola media paritaria Leone XIII di Montecchio Maggiore hanno sfoderato tutto il loro talento per vincere, nell’ambito storico-artistico ed enogastronomico, il concorso “Tutela, Valorizzazione e Promozione del Patrimonio Linguistico e culturale del Veneto”, promosso dal Comitato Regionale Unpli Veneto, dalla Regione Veneto e dall’Ufficio Scolastico Regionale. Vittoria anche per la scuola media “A. Frank”, nell’ambito leggende, misteri e ricette dei nonni. Il cortometraggio dell’istituto Leone XIII, della durata di circa 20 minuti, racconta la storia dei coniugi Paolo Rossato e Rachele Massignani, due valdagnesi che alla fine dell’Ottocento lasciarono il Veneto, allora oppresso dalla povertà, per cercare fortuna in Brasile, precisamente a Caxias do Sul. E

la fortuna la trovarono veramente, perché dopo aver acquistato una colonia, si misero a produrre vino, ottenendo il successo che sognavano. L’idea del cortometraggio è nata da una ricerca storica condotta alcuni anni fa in Brasile per motivi di studio dall’insegnante e coordinatrice del progetto Valentina Baldan. “I ragazzi hanno fin da subito dimostrato grande entusiasmo – racconta – che si è trasformato in grandissima gioia quando hanno saputo di aver vinto il concorso. E le riprese si sono svolte in un clima

di forte partecipazione e passione per il lavoro che si stava svolgendo”. Il cortometraggio è stato girato tra i Castelli di Montecchio Maggiore e Villa Da Schio a Castelgomberto, ma anche nel vano caldaie della scuola, per simulare il viaggio dei Rossato nella nave che li portava oltreoceano. A fare da cornice alla storia il personaggio di una ricercatrice universitaria che cerca notizie sui due emigrati nell’Archivio storico di Caxias do Sul, con un continuo confronto tra presente e passato. Il tutto girato in costumi dell’epoca e interamente recitato in lingua veneta, senza dimenticare la colonna sonora “Merica, Merica”, brano popolare dei migranti di fine Ottocento cantato dagli stessi ragazzi. Ed ora il film farà lo stesso tragitto di chi l’ha ispirato. Gli studenti lo spediranno ai discendenti di Paolo e Rachele, che dopo cinque generazioni portano ancora avanti l’azienda vinicola fondata dai loro avi.

Il campione master del nuoto DI GUIDO GASPARIN

“L’

uomo e l’acqua si attraggono, prima di nascere eravamo immersi nell’acqua e per il 70% il nostro corpo è fatto d’acqua. È per questo che se non entro in piscina almeno una volta alla settimana sono guai…”. Parola di uno che in acqua vince. È Ruggero Mazzola, montecchiano, artigiano nel settore meccanico con un’infinita passione per il nuoto agonistico. Si è recentemente laureato campione regionale nei 50 metri dorso nella categoria Master 55.

Fresco cinquantasettenne, Mazzola si allena tre volte la settimana nella piscina di Montecchio sotto la guida di Roberto Brunori della Sport Management. È da 5 anni che affronta gare Master organizzate dalla Federazione Italiana Nuoto, ottenendo non poche soddisfazioni, come dimostra il palmares nel Circuito Super Master iniziato lo scorso ottobre: bronzo nei 50 e argento nei 100 dorso all’8° Trofeo Master Nuoto di Vicenza, argento nei 100 stile libero e bronzo nei 50 dorso al 18° Trofeo delle Dolomiti a Bolzano e oro nei 100 dorso al 31° Brixia Fidelis a Brescia. Ma la vittoria più importante è sicuramente quella nei Campionati Regionali a Lignano Sabbiadoro. Qual è il segreto di queste vittorie? Soprattutto l’allenamento. Ogni seduta dura un’ora e mezza, durante la quale af-

frontiamo tutti gli stili. Cosa le trasmette il nuoto? La stessa emozione di volare. L’acqua dà alle braccia quello che l’aria dà alle ali. Per me è uno stile di vita, perché uomo e acqua si attraggono naturalmente. E per mantenersi così in forma? Curo molto l’alimentazione. Seguo la dieta mediterranea, privilegiando quindi la pasta, la frutta e la verdura. Progetti futuri? Mi sto preparando ai campionati italiani, che si terranno a giugno a Riccione. Devo risolvere alcuni problemi fisici, ma mi sono già iscritto perché non voglio mancare all’appuntamento clou della stagione. E allora tutti a tifare Ruggero Mazzola, il campione master del nuoto montecchiano. Un esempio di passione per lo sport, che cresce con l’avanzare degli anni.


MONTECCHIO SPORT

GIÙ L’ULTIMO DIAFRAMMA DELLA GALLERIA S. URBANO

N

el corso di una cerimonia che ha visto la partecipazione dei vertici della SPV, del Consorzio SIS e dei sindaci della valle, è stato abbattuto l’ultimo diaframma della canna nord della galleria di S. Urbano, una delle opere di ingegneria più importanti dell’intero tracciato della Superstrada Pedemontana Veneta. Ancora qualche giorno e verrà abbattuto anche il diaframma della canna sud. A quel punto mancheranno gli ultimi lavori per rendere percorribile la galleria.

Il tunnel è lungo 1.600 metri e per realizzarlo sono stati estratti 420 mila mc di roccia e utilizzati 300 mila mc di calcestruzzo e 280 mila kg di esplosivo.

D

PROTEZIONE CIVILE

ESERCITAZIONE DELLE UNITÀ CINOFILE

P

er due giorni il Campo di addestramento unità cinofile del Comitato Volontario Protezione Civile di Montecchio Maggiore, situato in via Natta, è stato il teatro di una serie di esercitazioni che hanno coinvolto le unità cinofile dei Vigili del Fuoco di Mestre e delle Marche. Le esercitazioni, che hanno visto impegnata una decina di Vigili del Fuoco con i loro cani, erano finalizzate al ritrovamento e al salvataggio di persone disperse tra le mace-

rie in seguito a un incidente o a un evento calamitoso.

RICCARDO CURTI ESPONE IN GALLERIA

F

NUOVO CORSO ALL’ISTITUTO “CECCATO”

I

ue grandi appuntamenti sportivi saranno prossimamente ospitati in città e in entrambi i casi lo sport in questione è il pattinaggio corsa su pista. L’evento più prestigioso è previsto ad inizio estate 2017, quando il pattinodromo di Alte ospiterà i campionati italiani, cui parteciperanno oltre 500 atleti da tutta Italia. Ma già quest’anno Montecchio sarà la capitale del pattinaggio. Il 15 maggio tutti in pista per i campionati regionali di Veneto e Friuli Venezia Giulia. E sarà festa!

CULTURA

SCUOLA

n seguito all’impegno assunto dall’Amministrazione comunale di Montecchio Maggiore di farsi carico delle relative spese per il riscaldamento, la Giunta regionale, con un’apposita deliberazione promossa dall’assessore all’Istruzione e alla Formazione Elena Donazzan, ha approvato il corso serale d’indirizzo professio-

MONTECCHIO CAPITALE DEL PATTINAGGIO

nale “Manutenzione e assistenza tecnica” presso l’Istituto di Istruzione Superiore “Silvio Ceccato” di Montecchio Maggiore, che è stato quindi inserito nell’Offerta Formativa per l’Anno Scolastico 2016-2017.

ino al 10 aprile la Nuova Galleria Civica ospita la mostra di Riccardo Curti, artista montecchiano che - nelle parole del curatore Giuliano Menato - pratica la pittura con un rigore e una disciplina che lo riportano alla fattualità dell’opera. La mostra, intitolata “La voce del silenzio”, è visitabile il sabato e la domenica dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 16 alle 19

41 CORRIERE VICENTINO | PAESI

INFRASTRUTTURE


BRENDOLA / SAREGO

CORRIERE VICENTINO | PAESI

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Brendola in un film DI MARIO PIOTTO

B

@mariopee8

rendola e i colli berici, panorami da film. Le colline e i prati verdi del nostro territorio sono infatti diventati il set cinematografico del lungometraggio ‘Di ritorno dal vento’, opera indipendente firmata da Heaven Bird, una piccola casa di produzione portata avanti con pochi soldi e passione da vendere da un gruppo di giovani vicentini appena ventenni. Matteo ‘Paglia’ Pagliarusco alla regia, a fianco di Elia Collicelli e Giuliano Angriman: loro sono le tre menti del progetto sviluppato in quattro mesi di lavoro, per la durata complessiva di poco meno di un’ora e visibile liberamente sui loro canali web. “È una storia d’amore – spiega Matteo, ideatore del soggetto – ambientata sul finire della seconda guerra mondiale. L’abbiamo girata a Brendola, ma anche a Valmarana, Montebello e nella zona di Toara. I protagonisti sono una contadina, il suo amato lontano che

sogna di tornare a casa, e naturalmente il conflitto”. Per il gruppo si tratta del primo progetto di questa

complessità, dopo diversi cortometraggi fatti quasi per gioco sul web. “Abbiamo coinvolto una cinquantina di persone, tra amici e parenti, per farci da cast. Il budget? Zero, se si escludono le spese per la benzina degli spostamenti. Tra l’altro tutto il film è girato con una sola telecamera”.

La parte più impegnativa, la ricostruzione delle giuste ‘location’. “Abbiamo dovuto faticare molto per trovare le ambientazioni che effettivamente richiamassero il periodo storico della vicenda. Una volta partiti, il progetto è andato poi avanti velocemente: giravamo di giorno e io mi mettevo a montare la sera, e così in poco tempo ce l’abbiamo fatta”. Per vedere ‘Di ritorno dal vento’ basta collegarsi al canale youtube di Heaven Bird Studios, dove presto arriveranno molti altri nuovi lavori.

Addio pozzi, si passa all’acquedotto DI GIOVANNI SALVIATI

A

ddio al pozzo pubblico di Monticello di Fara, che ha servito generosamente acqua a generazioni di famiglie. Altri tempi, questi: le sostanze chimiche (i famigerati Pfas) versate a monte nelle falde lo hanno contaminato troppo e per chissà quanto tempo. Mentre entro maggio è previsto l’allacciamento della rete idrica di Monticello di Fara con il pozzo di Meledo (e dunque la fine dei lavori di posa della nuova tubazione che collega le due frazioni di Sarego), una novità toccherà anche Meledo. Dopo i lavori dell’anno scorso nelle vie Palazzetto, Ca’ d’oro e Paradiso, in estate altre due strade, attualmente rifornite solo da pozzi

privati (diversi dei quali però interdetti a causa dei Pfas), verranno collegate alla rete idrica. Si tratta di via dell’Agricoltura e di via della Meccanica. “La gara d’appalto – fa sapere il sindaco Roberto Casti-

glion – dovrebbe essere aggiudicata dal Centro Veneto Servizi, gestore dell’acquedotto, a fine aprile, per un importo di circa 300 mila euro. Gli scavi dovrebbero partire a giugno o luglio”. Un intervento importante, dunque, destinato alla trentina di famiglie che ci vivono. “Purtroppo – osserva il sindaco – questi lavori determineranno un aumento delle tariffe idriche. Per questo il CVS ha diffidato i responabili a risarcire due milioni di Euro tramite la sua assicurazione”.


CHIAMPO / CRESPADORO

È l’ora della piazza

C

onto alla rovescia a Chiampo per l’inaugurazione della nuova piazza Zanella. Manca veramente poco alla conclusione dei lavori iniziati un anno fa e sostenuti da una spesa di un milione di euro, costituita da fondi statali. La riqualificazione è un progetto che risale addirittura a 30 anni fa e che oggi, dopo numerose Amministrazioni comunali, trova il suo compimento. La piazza è stata totalmente ridisegnata con la posa di una pavimentazione in marmo e porfido. Ricompariranno gli alberi che un tempo le facevano da perimetro: si tratta di 8 lecci che faranno da cornice al vialone centrale. La zona pedonale sarà più estesa e sono stati sistemati anche tutti i sottoservizi. La colonna simbolo della Città di

CORRIERE VICENTINO | PAESI

DI GUIDO GASPARIN

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Chiampo è stata spostata al centro della piazza, diventandone il tratto distintivo. Nell’ambito dei lavori sono stati rifatti anche i marciapiedi di via Zanella. L’ultimo tocco sarà rappresentato dall’installazione dei nuovi lampioni, dopodichè sarà la volta della festa, attesa da tre decenni.

Fiaccolata sotto le stelle DI GUIDO GASPARIN

C

he ci fa un’affettatrice, di notte, ai 1650 metri di Bocchetta Gabellele, in mezzo a due metri e mezzo di neve? Chiedetelo alle 200 persone che hanno mangiato in alta quota gustosi affettati e non solo, visto che la festa era accompagnata anche da minestrone caldo, formaggi, pan biscotto e un buon vin brulè per riscaldarsi. Foto Di Mauro Marzotto

Tutto merito della fantasia di Alessandro Giambellini, gestore del Rifugio Bertagnoli in località La Piatta a Campodalbero, che assieme ai suoi collaboratori ha organizzato la seconda edizione della fiaccolata invernale. Appuntamento la sera del 17 marzo in rifugio, per salire fino alla Bocchetta lungo la strada battuta dal gatto delle nevi: due ore e poco più di cammino per chi saliva a piedi con le ciaspole, certamente meno per chi è salito con le motoslitte messe a disposizione dagli organizzatori. Giunti in cima, la meritata cena sotto le stelle preparata dallo chef Nicola Raniero in un magico ambiente innevato, riscaldati dalla gioia

dello stare insieme in una situazione così particolare. Il tempo di accendere le fiaccole e poi giù, verso il rifugio, chi ancora a piedi e chi con gli sci o lo snowboard per una discesa mozzafiato. Tappa finale al Bertagnoli per una cioccolata calda e l’arrivederci all’anno prossimo. “Questo evento – spiega Alessandro Giambellini – è stato ideato per far rivivere l’alta valle con proposte originali. Siamo appena alla seconda edizione e abbiamo già raddoppiato i partecipanti. Stiamo già pensando all’edizione 2017 e puntiamo a migliorare ancora, mettendo a disposizione più motoslitte e organizzando l’evento il venerdì sera, per far partecipare anche i bambini”. Intanto dell’edizione 2016 rimane un’immagine su tutte: il grande cuore di fiaccole sulla neve, testimonianza dell’amore per la montagna.


NOGAROLE

CORRIERE VICENTINO | PAESI

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Formaggio superstar del gusto DI MARCO ALESSANDRI

Q

uando si pensa a Nogarole Vicentino, piccolo paese che fa da spartiacque tra due vallate, ormai il collegamento è quasi immediato: il formaggio. Dopo appena due edizioni, la “Festa del Formaggio” - manifestazione enogastronomica nata nel 2014 su impulso dell’Amministrazione comunale - è riuscita a lasciare il segno e a valorizzare il territorio e in particolare i prodotti del locale caseificio sociale. “I preparativi sono iniziati già qualche mese fa – spiega Enrico Corato, vicesindaco di Nogarole, che fa parte del comitato organizzatore insieme alla Pro Loco e altre associazioni del paese – altrimenti non sarebbe possibile arrivare pronti al weekend 6-7-8 maggio, quando andrà in scena la terza edizione”. Che cosa ci riserva il programma 2016? Sicuramente il successo della festa è lega-

to alla “Caminada dei capitei”, con tre percorsi che abbracciano tutto il territorio comunale. Le nostre cucine proporranno

gnocchi fatti con la fioretta di Nogarole e naturalmente degustazioni dei nostri formaggi, insieme a molto molto altro. Ma il cuore della manifestazione sarà ancora il Con-

corso “Migliori Formaggi delle Valli dell’Agno e del Chiampo”, che apre la possibilità a tutti di degustare i formaggi di Nogarole, Altissimo, Trissino e Castelgomberto per poi votare il migliore. Quali sono le attese per quest’anno? Lo scorso anno abbiamo migliorato e consolidato l’organizzazione, perciò quest’anno puntiamo a confermare i risultati positivi già ottenuti. Per il programma completo e tutte le novità vi invitiamo a seguirci su facebook o sul nostro sito www.festadelformaggio.it.

“Castellaro” in fiore DI MARCO ALESSANDRI

I

l centro di Nogarole Vicentino è dominato da un cono vulcanico chiamato “Monte Castellaro”. Alcune leggende parlano di un antico castello che un tempo si ergeva sulla sua sommità, ma dalla metà del XV sec. la cima ospita una bellissima chiesa dedicata alla Madonna e ai Santi Rocco e Sebastiano, restaurata nel 2006. “La parte del monte rivolta verso la piazza è di proprietà del Comune, come la chiesetta – spiega il primo cittadino Romina Bauce – e qualche anno fa quando ero vicesindaco decidemmo di tagliare il bosco per tornare ad ammirarla. I castagni che la nascondevano erano spesso colpiti da malattie quindi grazie al nostro Gruppo Alpini iniziò l’opera di pulizia ed ora abbiamo pensato ad un progetto educativo rivolto ai

nostri bambini, per insegnare loro a riconoscere le piante del posto ma soprattutto l’importanza della cura del bosco”. “Per sostituire il bosco malato abbiamo pensato a 13 specie di piante selvatiche autoctone che producono fiori e frutti – spiega Manuel Dulmieri, consigliere con delega all’Agricoltura – che daranno nettare per api, farfalle e insetti utili, nonché cibo e un habitat per uccelli, ghiri e scoiattoli. Il 21 marzo, allo sbocciare della primavera, abbiamo portato tutte le classi della nostra scuola elementare “Don G. Albanello” a piantare i nuovi alberelli, uno per ciascun bambino, con l’aiuto indispensabile degli Alpini. Sono stati bravissimi,

perciò è un’iniziativa che ripeteremo ogni anno fino a completare il rimboschimento”. Tra le nuove piante troviamo nocciolo, prunolo, sanguinella, albero di Giuda, rosa canina, corniolo, maggiociondolo, pero corvino e perastro, che con le loro fioriture andranno ad abbellire un’area molto cara alla popolazione del posto, pur lasciando visibile la chiesetta dal centro del paese.


MONTEBELLO / MONTORSO

DI LISA DUGATTO

L

a grossa novità ormai si sa: il progetto definitivo dell’alta velocità a Vicenza prevede la costruzione di una nuova stazione dei treni a Montebello. E l’attuale stazione che fine farà? “Esiste la possibilità che venga demolita – dichiara il sindaco Magnabosco – ma al momento non c’è nulla di confermato”. Un momento di svolta insomma, per uno dei luoghi storici del paese. Ne sa qualcosa Carlo Beiato, montebellano classe 1942 con alle spalle più di trent’anni di servizio presso le ferrovie, di cui due passati proprio a Montebello.

Com’era la stazione una volta? Un luogo completamente diverso da come lo conosciamo oggi: vi prestavano servizio quasi 40 dipendenti, tra tecnici, personale dell’ufficio movimento ed operai armamento. Era una stazione abitata, viva: per alcune tipologie di lavoro si facevano i turni e quindi 24 ore su 24 c’era qualcuno. Il capostazione poi viveva al piano superiore. Fino agli anni ’60 era attivo persino un bar. Poi cosa è successo? A partire dalla fine degli anni ’80 è iniziato un lento ma progressivo cambiamento interno alle Ferrovie, tecnologico e riorganizzativo. Uno degli effetti è stato lo “svuo-

45 CORRIERE VICENTINO | PAESI

Una stazione tra passato e futuro Archivio foto Crosara-Montebello V.no.

tamento” di personale nelle stazioni, soprattutto quelle minori. È questo il motivo per cui a Montebello dagli anni Novanta non abbiamo più la biglietteria diurna. Come vede il futuro di quest’area? Ricco di novità ed è giusto così: i cambiamenti sono inevitabili. Per il resto, chi vivrà vedrà.

I ricordi della Grande Guerra DI GUIDO GASPARIN

“M

ontorso 49”, perché 49 sono stati i caduti montorsani del primo conflitto mondiale. Il numero 49 ha accompagnato una ventina di studenti della III BM della scuola media di Montorso nella realizzazione di un cortometraggio che, alla pari delle scuole “Leone XIII” e “A. Frank” di Montecchio Maggiore, ha vinto il Concorso “Tutela, valorizzazione

e promozione del patrimonio linguistico e culturale veneto” – sezione ricerca storica ed enogastronomica - promosso dall’Assessorato all’Identità Veneta della Regione, dal MIUR – Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto e dall’Unpli. “Il nostro progetto – spiega Marco Gaio, insegnante referente assieme a Caterina Bastianello e Sergio Siviero - è nato con l’idea di far percepire ai nostri ragazzi quale impatto abbia avuto la Prima guerra mondiale in termini di vite, di rela-

Concordataria assicurazioni Auto sostitutive • Riparazione cristalli Servizio carro attrezzi Igienizzazione degli interni all’ozono

zioni, di affetti, anche su un piccolo paese come Montorso. I ragazzi sono partiti dalle interviste ai nonni e ai bisnonni, che hanno raccontato le loro storie rigorosamente in veneto. Si è poi passati alla consultazione dell’archivio parrocchiale, da cui sono emersi i nomi dei Montorsani chiamati alle armi, deceduti in battaglia e dispersi”. Da tutto questo è nata la storia di un ragazzo, Antonio, costretto a lasciare nel febbraio 1917 la famiglia, la fidanzata, la propria terra per andare al fronte. Durante quei mesi terribili nasce un’amicizia con il sergente Lodovico De Grandi e il soldato inglese John Smith. Il resto è testimoniato dal grande impegno degli studenti.

le facciamo di tutti i colori

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LONIGO

CORRIERE VICENTINO | PAESI

46

Il futuro del Teatro Comunale DI LINO ZONIN

L

a duplice rappresentazione dello spettacolo “Performance” con la bravissima Virginia Raffaele ha riempito all’inverosimile la platea e gli spalti del teatro Comunale di Lonigo. Un successo inatteso, almeno prima che la talentuosa imitatrice sfondasse il piccolo schermo con la sua partecipazione al festival di Sanremo e diventasse una delle più popolari icone mediatiche nel panorama dello show business nazionale. Un exploit che conferma il fiuto di Carlo Mangolini, dal 2011 direttore artistico del teatro leoniceno, che con questo brillante risultato si congeda dal suo pubblico. Una difficile successione Il cambio di amministrazione avvenuto dieci mesi fa con l’arrivo a villa Mugna della Lega Nord e del sindaco Luca Restello ha portato inevitabilmente con sé un avvicendamento nelle più importanti cariche pubbliche della città. Il teatro ha rappresentato per la nuova giunta il primo scoglio contro il quale la nave guidata da Restello è finita, riportando seri danni alla chiglia. La nomina di un nuovo cda in sostituzione di quello guidato da Fausto Gelati, in carica nel quinquennio precedente, si è rivelata infatti un pasticcio diplomatico che ha portato nel giro di due settimane all’investitura degli incaricati e alla immediata richiesta di dimissioni degli stessi. A indispettire il sindaco al punto di mandare tutto all’aria è stata la mancata nomina del presidente del teatro dovuta a intromissioni politiche impreviste e non richieste.

La stagione teatrale è stata miracolosamente salvata dalla decisione di Carlo Mangolini di restare al suo posto per imbastire, assieme al segretario comunale Pasquale Finelli, nominato dal sindaco commissario dell’Ente, un cartellone di tutto rispetto, glorificato i due recenti sold-out di Virginia Raffaele. E ora, che fare? Lo statuto del teatro Comunale impone la nomina di un nuovo cda che, mettendo fine al commissariamento, prenda in mano le redini della gestione del teatro. Restello è dunque chiamato a non commettere lo stesso errore di qualche mese fa, scegliendo una squadra compatta e ben funzionante. La cosa non è semplice, almeno per un paio di ragioni: innanzitutto perché sono

Lo statuto impone la nomina di un nuovo cda poche le persone decise ad assumere un compito così gravoso, che non prevede compenso e che pone i componenti del direttivo al centro dell’attenzione generale in un periodo in cui, se non le idee, scarseggiano decisamente i soldi; l’altro motivo è che più volte il sindaco ha manifestato l’idea di affidare la conduzione del teatro a una “fondazione”, la quale azzererebbe le cariche precedenti e destinerebbe quindi il nuovo cda a una periodo di vita assai breve.

Ma qualcosa si muove Il sindaco è fermamente intenzionato a programmare, in vista della prossima estate, un festival teatrale e musicale per animare su larga scala molti punti caratteristici della città. Finora l’attività del teatro ha prosciugato soldi ed energie riducendo il periodo estivo a una specie di intervallo nel quale ritemprare le forze in vista della stagione artistica successiva. Restello vuole invertire la tendenza e a questo scopo ha già individuato un responsabile al quale affidare questo compito; e non è detto che l’incarico estivo non possa essere esteso anche alla programmazione autunno-inverno del teatro Comunale. Anche sul piano istituzionale, vale a dire sulla nomina del cda, sono in vista delle novità ed è probabile che entro qualche mese ogni riserva sia sciolta e i nomi degli incaricati, finora solo sussurrati, possano essere espressi ad alta voce.


LONIGO

Giovani presidentesse

47 CORRIERE VICENTINO | PAESI

DI STEFANO CANOLA

N

on è frequente che giovani donne nel cuore degli “enta” decidano di prendere le redini di associazioni importanti e conosciute sul territorio, smentendo il luogo comune del disimpegno delle nuove generazioni. Eccole qua: Lucia Balestro e Alessandra Giacomuzzo sono presidente e vice dei donatori di sangue Fidas Lonigo, Maria Vittoria Ferron (interprete di russo, che non guasta) è al vertice di “Aiutiamoli a Vivere – Bambini di Chernobyl”, che ha sede ad Alonte. A fine 2015 le loro nomine. Ragazze, chi ve l’ha fatto fare? Lucia – Sono nel Consiglio da qualche anno, ero vice di Giuliano Brun nell’ultimo direttivo e dopo la sua decisione di non ricandidarsi è maturata la disponibilità a provarci. Alessandra – Sono donatrice di sangue e midollo e proprio con l’Admo, sodalizio vicino a Fidas, ho cominciato da un anno a partecipare a riunioni e incontri. C’era nell’aria l’idea di abbassare l’età media, hanno avuto fiducia in me. Maria Vittoria – Ho vissuto l’esperienza dell’ospitalità di un ragazzino bielorusso a casa dei miei genitori e volevo dare una mano proponendomi come consigliere. Dopo due

Da sx: Maria Vittoria Ferron, Alessandra Giacomuzzo e Lucia Balestro ore di “conclave” è uscito il mio nome trovando tutti d’accordo: non me la sono sentita di tirarmi indietro. Ci sono colonne portanti nelle vostre associazioni, su tutti gli ex presidenti Lino Marchetto e Dario Palladin (Fidas) e Paolo Marangoni (Aiutiamoli a Vivere). Presenze ingombranti o preziosa esperienza? Lucia e Alessandra – Dario e Lino sono presenti ora come prima al Centro Trasfusionale, continuando l’opera ammirevole iniziata tanti anni fa. Non ci sono equivoci con loro né con i donatori, che stanno cominciando a conoscerci. Dei loro consigli faremo tesoro. Maria Vittoria – Ho chiesto e ottenuto in questo primo anno di essere affiancata da Paolo e dall’ex segretario Luca Grendene nelle molte incombenze: mi stanno aiutando nel

rispetto dei ruoli per arrivare senza affanni al periodo più impegnativo, il mese di settembre quando i piccoli di Slavgorod saranno qui. Che cosa ne pensano i vostri coetanei? Lucia – Il passaggio da volontari a dirigenti dell’associazione è visto con diffidenza, spaventa l’impegno serio e continuativo. Confortano però le quote rosa: oltre a noi ci sono la rappresentante dei giovani e una consigliera. Alessandra – Qualcuno mi ha posto davanti i problemi con scetticismo, altri mi hanno spronato. Noto molta sensibilità negli studenti che incontrano Fidas e Admo nelle scuole. Maria Vittoria – Ho l’indispensabile sostegno del mio fidanzato e sono orgogliosa dell’impegno che ho preso. Più di qualcuno nel gruppo si è offerto per una piccola fetta di lavoro, in modo da alleggerire il totale.

Autostima e sicurezza stradale

C

ontinua l’impegno della Scuola Media “Ridolfi” e del Comitato Genitori nel proporre incontri su temi difficili, privilegiando l’approccio pratico per guardare la realtà ad occhi aperti e fare prevenzione sul serio. Il 25 febbraio la struttura di Viale Repubblica ha ospitato l’equipe del dott. Rommel Jadaan,

specialista in medicina d’emergenza e molto conosciuto per il suo lavoro con “Traffic Dead Line”. Con immagini forti, anche dure, ha fatto riflettere gli studenti di seconda sui comportamenti scorretti sulla strada e sulle conseguenze catastrofiche che può causare una banale distrazione. Per le classi prime un Percorso di Autosti-

ma, sempre nella medesima giornata: piccoli accorgimenti da mettere in atto per prevenire atti di bullismo (o anche peggio). Jadaan ha chiesto ai ragazzi chi fosse stato avvicinato da sconosciuti e ha insegnato qualche trucco di difesa: la reazione violenta, come l’urlare a squarciagola, quasi sempre mette in fuga i male intenzionati. Due giorni dopo, il 27 febbraio, a lezione sono andati i genitori: “#off4aday”, attraverso le esperte Manuela Bari e Silvia Bellini, ha raccontato il rapporto delle giovani generazioni con social network e nuove tecnologie di comunicazione, segnalando i rischi connessi. s.c.


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NEWS DAL DISTRETTO

DELLA PELLE speciale corriere vicentino

T

racciare insieme le linee

portanza di fare squadra sul fronte

dosi in contatto direttamente con

guida per il 2016: que-

delle normative e dei regolamenti

la sua curatrice Elena Dal Molin.

sto il tema della prima

tecnici, per avere sempre più peso

Sempre a gennaio è arrivata co-

assemblea del Distretto della Pelle

nei rapporti con le istituzioni nazio-

municazione ufficiale del ricono-

del 2016, lo scorso 15 gennaio,

nali e internazionali. Fondamentale

scimento del Distretto della Pelle

assemblea che ha visto la gradita

anche la comunicazione, per vei-

da parte della Regione. Sulla base

presenza di alcuni sindaci oltre che

colare all’esterno le iniziative e il

di questo canale diretto che si è

di numerosi soci.

percorso di innovazione compiuto

instaurato, il Distretto potrà dialo-

Si lavorerà sullo sviluppo del pro-

dal distretto. Di qui il sostegno a

gare sugli sviluppo futuri e presen-

getto legato a un corso post diplo-

iniziative culturali, come quella a

terà nei prossimi mesi una serie di

ma e sul sostegno alla scuola, un

cura di Atipografia, di un libro foto-

progetti, sulla base delle linee gui-

ruolo centrale avrà naturalmente

grafico e mostra itinerante, a cui i

da individuate dai diversi tavoli di

la ricerca ed è stata ribadita l’im-

soci possono partecipare metten-

lavoro.

49


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e

to internazionale più importante

la possibilità di partecipare a pro-

pronti a confrontarsi con

per il settore della loro formazio-

getti di alternanza scuola-lavoro

il loro domani. Sono i ra-

ne. Una troupe li ha accompagnati

da affrontare fin dall’inizio del loro

gazzi del conciario “Galilei” di Ar-

per tutto il viaggio, raccogliendo i

percorso scolastico. In questa di-

zignano che lo scorso febbraio si

pensieri, le sensazioni e le loro im-

rezione va naturalmente anche il

sono recati in visita alla fiera Linea-

pressioni prima e dopo aver visi-

rapporto con l’imprenditoria del

pelle di Milano. Una cinquantina i

tato l’esposizione e incontrato gli

territorio, che a Lineapelle ha ac-

partecipanti, delle classi del trien-

imprenditori. Grande l’importanza

colto i ragazzi per mostrare loro

nio, nell’occasione protagonisti di

dello studio, hanno raccontato alla

come l’eccellenza del polo con-

un docu-film di prossima uscita

telecamera, ma ancora più fonda-

ciario di Arzignano sia una realtà di

realizzato dal Distretto della Pelle e

mentale è l’esperienza sul campo,

cui andare orgogliosi oggi, e su cui

UNIC/Lineapelle per documentare

attraverso l’efficiente laboratorio di

investire per il proprio futuro.

la loro esperienza all’appuntamen-

cui dispone l’istituto, e attraverso

uriosi,

determinati

VERSO IL POLITECNICO DELLA PELLE Buone notizie per il progetto su cui il Distretto della Pelle sta lavorando dallo scorso anno. La costituzione di un corso post-diploma, un ITS (Istituto Tecnico Superiore), all’interno del quale formare tecnici di rifinizione ed esperti nella gestione sostenibile del processo conciario adeguati alle nuove esigenze delle imprese, si avvia ad entare nella fase operativa. “La Stazione Sperimentale di Napoli - afferma il presidente del Distretto della Pelle e della SSIP Paolo Gurisatti - ha approvato lo stanziamento di 1 milione di euro da investire nella scuola a livello nazionale. Possiamo quindi procedere con lo studio della convenzione con l’Istituto Galilei; ritengo importante, inoltre, un coinvolgimento di Assomac per un confronto competente sugli aspetti tecnologici e dei macchinari”.

CORRIERE VICENTINO | SPECIALE

In viaggio con gli studenti del Galilei

51


CORRIERE VICENTINO | SPECIALE

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Q U A N D O L A P E L L E D I V E N TA A R T E

w w w.dogiinternational.com


A

pochi

giorni

dall’a-

tive aziende conciarie del Distretto

una significativa vitalità. L’incontro

pertura di Lineapelle,

oltre ad una numerosa rappresen-

è stato moderato dalla presidente

si è svolto a Trissino,

tanza di produttori di Macchine.

presso Villa Trissino Marzotto,

Tra gli obiettivi di quest’incontro

di Assomac Gabriella Marchioni

l’incontro organizzato da Simac

dello scorso 16 febbraio, quello

con Lineapelle su “Innovazione,

associazioni per la difesa e valoriz-

muni”.

ancora, e soprattutto in Veneto,

Tanning Tech in collaborazione

di avviare una collaborazione tra

costi, energia e strategie co-

zazione di un settore che dimostra

Bocca, dal direttore di Assomac Amilcare Baccini, da Salvatore Mercogliano, amministratore

CORRIERE VICENTINO | SPECIALE

Innovazione e strategie comuni

53

Unico di Lineapelle e dal presidente ICT Rino Mastrotto.

Le presentazioni sul funzionamento dei “certificati bianchi” per i vantaggi conseguenti all’efficientamento energetico e il progetto promosso da Confindustria “Fabbrica 4.0” per la promozione del digitale nel manifatturiero italiano hanno suscitato vivo interesse. Erano presenti alcune tra le più significa-

Da sx: Baccini, Marchioni Bocca, Mercogliano e Mastrotto

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I numeri di Lineapelle Summer 2017

S

ono stati 1155 gli espositori di Lineapelle Sum-

mer 2017 (nuovo record dell'edizione P/E), così suddivisi: 532 concerie, 430 accessori e com-

ponenti, 135 sintetico e tessuti, 58 chimici, grezzisti, stampe, stilisti, scuole.

Dal confronto con l’edizione di febbraio 2015, si è registrato anche un incremento dei visitatori per Paese, tra cui spiccano il 185% in più dell’Argentina, il 104% dell’Iran e l’89% dell’Ucraina. Il prossimo appuntamento con Lineapelle Winter 17/18 sarà il 7 - 9 settembre 2016.

Aziende visitatrici, divise per settore cliente e provenienza Calzatura

55% da: Spagna, Regno Unito, Germania, Portogallo, USA, Francia, Paesi Bassi, Turchia, Polonia, Giappone, Svizzera, Austria, India, Grecia, Russia, Israele, Belgio, Cina, Romania

Pelletteria

54% da: Germania, Regno Unito, USA, Spagna, Francia, Svizzera, 46% Paesi Bassi, Giappone, Hong Kong, Corea del Sud, Cina, India, Italia Romania, Austria, Portogallo, Polonia, Turchia, Grecia, Belgio

Abbigliamento

41% da: Regno Unito, Francia, Germania, USA, Spagna, Svizzera, Cina, India, Paesi Bassi, Portogallo, Turchia, Corea del Sud, Giappone, Grecia, Israele, Ungheria, Austria, Belgio, Danimarca

59% Italia

Arredamento, Carrozzeria

47% da: Germania, Spagna, Regno Unito, Turchia, Austria, Russia, Francia, Paesi Bassi, USA, Ungheria, Algeria, Belgio, Grecia, Iran, Bosnia e Erzegovina, Bulgaria, Cina, Corea del Sud, Croazia

53% Italia

45% Italia


CORRIERE VICENTINO | SPECIALE

È naturale che 58 un’azienda di famiglia che si tramanda da sette generazioni pensi alle generazioni future. Smit & zoon sta celebrando il 195esimo anniversario. Immagina, che ebbe tutto inizio nel 1821 quando il nostro bis, bis, bis, bisnonno viaggiava per il mondo a bordo della sua nave “Koornzaaijer” per commerciare in territori inesplorati. Ora, sette generazioni più tardi, siamo diventati un’importante figura del settore della pelletteria.

La nostra esperienza e competenza hanno dimostrato di essere i nostri punti di forza che rappresentano anche dei valori aggiunti per i clienti. Tuttavia le nostre ambizioni raggiungono un livello molto più elevato. Oggi la nostra missione è quella di condurre l’industria della pelle in un futuro sostenibile. Come azienda a conduzione familiare, ci sentiamo responsabili. Non solo vogliamo consegnare alla nostra prossima generazione una società prospera, ma anche un pianeta rigoglioso per tutte le generazioni future. Sì, dopo 195 anni siamo ancora pieni di ispirazione. Evviva!

Smit Finishing è una delle aziende leader nello sviluppo e nella produzione di pigmenti di alta qualità e di prodotti chimici per la rifinizione delle pelli, utilizzati dalle industrie conciarie.

www.smitfinishing.com


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QUANDO LA PASSIONE INCONTRA LA PROFESSIONALITÀ Smit Finishing è una delle imprese leader nel settore dello sviluppo e della produzione di pigmenti di alta qualità e di prodotti chimici professionali utilizzati dalle industrie per il trattamento delle pelli per la creazione di scarpe, vestiti, accessori e pregiati rivestimenti per mobili ed automobili. Il nostro obiettivo è quello di essere dei fornitori, nonché degli esperti di prodotti chimici per la rifinizione delle pelli e del loro utilizzo, in termini di qualità, affidabilità, conoscenza e sviluppo del prodotto con uno sguardo sempre rivolto alla eco-sostenibilità. Attraverso un team dinamico di persone, le richieste di mercato vengono soddisfatte con creatività e innovazione, rispettando le tempistiche richieste dai clienti. Smit Finishing è entrata a far parte della multinazionale olandese Smit Group nel 2008, con l’acquisizione di una storica società chimica italiana. Successivamente è stato messo in atto un piano di investimento che prevedeva l’acquisto di nuovi macchinari, la costruzione di nuove strutture, e la creazione di un team di esperti che oggi rappresenta il punto di forza dell’azienda. Innovazione e qualità sono due parole che fanno di Smit Finishing il partner ideale di qualsiasi tipologia di cliente sia in Italia che all’estero.

IN PIÙ PRESENTIAMO BASEMASK. Una serie di prodotti innovativi e mirati, che variano a seconda dell’articolo richiesto. Sono pensati e sviluppati per conferire un miglioramento del supporto, apportando un efficace upgrade. Grazie ad essi riusciamo a uniformare e quindi ad aumentare la superficie tagliabile del prodotto. Possono essere utilizzati sia a spruzzo che a roller-coating, sono da considerarsi dei prefondi-fondi stuccanti altamente performanti e compatibili con la bottalatura, conferiscono alla pelle un’ottima ritenzione di stampa, mantenendo inalterata la naturalezza della pelle.

CON GRANDE SODDISFAZIONE PRESENTIAMO LA NOSTRA NUOVA SERIE DI PIGMENTI: GLI UNIVERSAL. Questi pigmenti idrodispersi, esenti da caseina, sono una vera innovazione. Si caratterizzano per il loro carattere anfotero e si possono aggiungere quindi sia in miscele anioniche sia cationiche. La serie UNIVERSAL è caratterizzata da un ottimo potere coprente, ma i toni brillanti con i quali si qualificano esaltano la brillantezza della rifinizione preservando la naturalezza della pelle. Un grande passo avanti per chi desidera una linea unica dove è richiesta semplicità e velocità di campionatura, ma anche per chi preferisce usufruire del nostro servizio di assistenza di formulazione ricette.

Smit Finishing SpA - Via Spinino, 27 36050 Montorso (VI) Italy Tel. +39 0444 672511 Fax. +39 0444 673875 - info@smitfinishing.com


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60

7° Convegno AICC

L

o scorso 22 gennaio

SpA;

l’Auditoriun comunale di

• “La depurazione del Di-

Chiampo ha ospitato il

stretto di Arzignano negli

7° convegno veneto AICC. “Pro-

ultimi anni: realtà e pro-

gressi Tecnici e Innovazioni nel

spettive” - Ing. D. Refo-

Settore Conciario” era il titolo

sco, Ing. M. Zerlottin,

dell’evento che si è aperto con i

Acque

saluti del sindaco di chiampo Mat-

SpA;

teo Macilotti.

• “Diadora: Innovare per

Questi gli interventi, scaricabili sul

Evolvere” - Ing. M. Risatti,

sito AICC:

QA Manager, Diadora Sport

• “Riepilogo del XXXIII Congresso

srl.

IULTCS & Discussione sul Futuro

L’intervento di chiusura è

della Scienza della Pelle” - Dott. L.

stato affidato a Rino Ma-

A. Zugno, Chairman of the Scienti-

strotto nel ruolo di Presiden-

fic Committee XXXIII IULTCS Con-

te ICT e vicepresidente

gress;

UNIC, il quale ha sottolineato

• “Difettistica del cuoio: Puntina-

la capacità che il distretto

ture del wet-blue” - Prof.ssa L. M.

ha avuto nel rispondere alle

Iannone, ITIS G. Galilei;

richieste in fatto di sosteni-

• “Riduzione dei valori di COD nei

bilità da parte dei marchi

bagni di riconcia di pellami esenti

del lusso, garantendone

da cromo” - E. Poles, Silvateam

l’eccellenza,

SpA, Dott. R. Mecenero, Dani

la necessità di bilanciare

SpA;

queste richieste, peraltro

• “Tintura del Cuoio con Inchiostri” - Dott. A. Zamperlin, Syn-bios

del

Chiampo

ma

di

anche

sempre crescenti, con la loro fattibilità.

NUOVO CONSIGLIO DIRETTIVO AICC

Durante l’assemblea annuale della AICC tenutasi ad Arzignano lo scorso gennaio è stato eletto il nuovo consiglio direttivo per il triennio 2016-2018 composto da: Renato Bertoli, Gianluigi Calvanese, Domenico Castello, Marco Frediani, Giancarlo Lovato, Roberto Lupi, Gaetano Maffei, Roberto Mecenero, Valerio Nori, Franca Nuti, Adriano Peruzzi, Ernesto Pisoni, Francesco Troisi, Claudio Toscano, Fabio Zampinet e Paolo Test revisore dei conti. Al termine della prima riunione del CD, tenutasi sabato 12.03.2016 presso la sede dell’Associazione a Santa Croce sull’Arno (PI), è stato eletto come nuovo Presidente Ernesto Pisoni. Il direttivo si completa con Claudio Toscano come Vice-Presidente, Roberto Lupi Tesoriere e Adriano Peruzzi Segretario. All’interno del Consiglio sono stati nominati come referenti di Area per le attività locali dell’Associazione Gaetano Maffei (Campania), Franca Nuti (Toscana) e Lovato Giancarlo (Veneto).


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61

RISCALDAMENTO INDIPENDENTE PER OGNI RULLO

OTTIMO EFFETTO DI STIRATURA

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62

Sviluppo e sostenibilità sociale

U

n nuovo paradigma si sta

il Master in International Business

no e delle competenze informati-

affermando a livello im-

For Small and Medium Enterprises

che era funzionale alla gestione

prenditoriale, quello in cui

dell’Università di Padova, diretto

dei programmi di formazione e alla

le aziende, che vogliano proporsi

dalla professoressa Fiorenza Be-

trasmissione delle informazioni in-

come veramente innovative, non

lussi.

terne. Le interviste ai dipendenti

possono più prescindere nei loro

“L’idea è nata dalla constatazione

contemplavano inoltre una parte

piani di sviluppo da concetti di re-

che non conoscevamo la storia

dedicata alla composizione del

sponsabilità e sostenibilità sociale.

professionale e il percorso formati-

loro nucleo familiare e agli interessi

A ciò si aggiungono formazione

vo di molti nostri dipendenti – spie-

personali, ciò allo scopo di poter

e scuola che giocano un ruolo

ga Guido Zilli, responsabile so-

avviare iniziative di welfare azien-

stenibilità e sviluppo risorse umane

dale efficaci e mirate.”

dell’innovazione.

di Dani spa -. Così abbiamo affi-

“Questo territorio ha saputo co-

Sono proprio questi gli ingredienti

dato a Iresha Baranage, studen-

gliere e gestire i flussi migratori già

alla base del progetto che la con-

tessa del Master, la costruzione di

diversi anni fa - afferma il titolare

ceria Dani spa ha sviluppato in

un database sulla forza lavoro, in

collaborazione

particolare straniera, all’interno del

dell’azienda Giancarlo Dani -.

fondamentale in questa cultura

con

Ora l’internazionalizzazione delle

Gruppo Dani”.

risorse umane ci impone un salto

“L’obiettivo - continua Zilli - era

di qualità nel nostro approccio. Per

innanzitutto quello di conoscere

questo ritengo che lo studio che è

quelle storie e quei percorsi per

stato condotto e che ci ha per-

capire, sulla base delle competen-

messo di conoscere più a fondo

ze professionali, la polivalenza del-

la nostra forza lavoro sarebbe in-

le figure e di poter attivare even-

teressante venisse replicato anche

tuali percorsi di mobilità e crescita

da altre aziende, per ragionare e

interna; la consapevolezza, invece,

avviare iniziative non singolarmen-

del livello di conoscenza dell’italia-

te ma in ottica di distretto”.

resha Baranage è arrivata

linguistica, laurea triennale in me-

in azienda si sono liberate due po-

con la sua famiglia a Milano

diazione linguistica, specialistica in

sizioni in laboratorio e le informa-

dallo Sri Lanka quando aveva

relazioni Internazionali fino al ma-

zioni che avevo raccolto hanno

solo 3 anni. È, per usare una ca-

ster in International Business che

permesso di ricollocare, invece di

tegoria sociologica, una straniera

l’ha portata nel distretto vicentino

avviare una ricerca esterna, due

di seconda generazione ma pri-

della pelle.

dipendenti straniere impiegate in

ma di tutto un esempio di totale

“Il lavoro di mappatura delle ri-

produzione ma entrambe laureate,

integrazione, come attestano il

sorse umane in Dani è stato non

una in biologia e chimica per l’in-

suo italiano perfetto e soprattutto

solo interessante ma anche mol-

segnamento e l’altra con una qua-

l’eccellente percorso di studi com-

to gratificante – racconta Iresha-.

lifica di tipo ingegneristico”.

piuto nel nostro paese: maturità

Mentre stavo facendo le interviste,

I


63 CORRIERE VICENTINO | SPECIALE


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Adler esporta i suoi prodotti dall’America all’Europa dell’Est fino in Asia. La nostra eccellenza è apprezzata in tutto il mondo.

Adler ha ottenuto nel 1998 la certificazione UNI EN ISO dall’istituto Certiquality, aderendo agli standard internazionali. Perchè la qualità è il nostro principale obiettivo.

Adler crea prodotti personalizzati per i propri clienti, effettuando studi accurati sugli impianti e le caratteristiche delle concerie. La soddisfazione del cliente è la nostra soddisfazione.

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