Copia omaggio / anno XVI / novembre-dicembre 2015 Stampato su carta ecologica
Le sfide del Distretto della Pelle VICENZA BIANCOROSSA
Nicolò Brighenti
DIVERSAMENTE
GIOVANI
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EDITORIALE
SOMMARIO INCHIESTA Diversamente giovani - pag. 12
GUIDO GASPARIN
EROE SENZA TEMPO
C
erte persone lasciano il segno. A volte in modo tragico, ma lasciano il segno. Provate a chiedere a Montecchio Maggiore chi era Antonio Mercanzin. Forse solo i più giovani non lo sanno, perché Antonio è enrato nel cuore di tutti. È il 22 febbraio 2011. Antonio ha 73 anni e, dopo una vita di servizio nei Carabinieri e nei Vigili Urbani, continua ad impegnarsi per la sua comunità. È infatti alla guida del Gruppo di Educazione Civica. Quel martedì sta aiutando i bambini dell’elementare Zanella ad attraversare la strada. Improvvisamente, a folle velocità e in contromano, giunge l’auto condotta da un 31enne padovano. Antonio si rende conto del pericolo imminente, fa appena in tempo a mettere in salvo un bambino e viene travolto e ucciso dal veicolo, che non si arresta ma prosegue la sua corsa per molti altri chilometri, prima di essere bloccato dai Carabinieri. Antonio, da tutti benvoluto per il suo carattere amabile e per il suo impegno sociale, diventa un eroe. Per salvare la vita ad un piccolo alunno perde la sua. La tragica notizia rimbalza anche sui media nazionali: “Nonno vigile eroe ucciso da un’auto pirata”. Black out psichico: tre parole per dire che il giovane investitore in quel momento non si rendeva conto di quanto stava accadendo. Tre parole che nel breve percorso processuale significano proscioglimento. Aveva litigato col padre, era salito sull’auto e non si sa come era arrivato fino a Montecchio: nella sua mente il buio completo. Tre parole che si uniscono ad una quarta: destino. Antonio si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ma lo stesso destino ha voluto che si salvasse un bambino, che al contrario si trovava nel posto giusto al momento giusto. Si fosse trovato pochi centimetri più in là, Antonio non avrebbe potuto raggiungerlo e metterlo in salvo. E così Antonio non è più un anziano, non è più un nonno vigile. Antonio diventa semplicemente un eroe e gli eroi non hanno età. Gli eroi sono immortali. E lasciano un segno indelebile.
Mensile d’informazione Registrazione del Tribunale di Vicenza n° 965 del 12-01-2000 Bericaeditrice s.r.l. Direttore Responsabile Stefano Cotrozzi. Vicedirettore Nicoletta Mai. Caporedattore sportivo Stefano Canola. Redazione: Guido Gasparin, Giuseppe Signorin, Mario Piotto. Editorialisti Lino Zonin, Alberto Fabris, Elisabetta Badiello, Gianfranco Sinico, Luisa Nicoli. Art director Alessandra Peretti. Grafica Alice Molon
Stampa: Cora Print Srl - Trissino (VI) Redazione e Sede legale Piazza Campo Marzio, 12 - 36071 Arzignano (VI) tel. 0444 450693 fax 0444 478247 e-mail: info@corrierevicentino.it Per la pubblicità: Alberto Faccin 335 5319350 Alex Bertacche 345 2718927 Federico Hanard 335 5293582
SPORT Nicolò Brighenti - pag. 15
INTERVISTA Le sfide del Distretto della Pelle - pag. 16
FOCUS Salviamo il Chiampo - pag. 18
SPECIALE SCUOLA pag. 19
ARZIGNANO Il collaudatore della Pellizzari - pag. 24
ARZIGNANO L’ultima pizza “Da Ivan” - pag. 25
MONTECCHIO La seconda vita della fotografia - pag. 35
CHIAMPO Il direttore scala “El Vajo” - pag. 38
SAN PIETRO MUSSOLINO Il trial mondiale si avvicina - pag. 38
NOGAROLE Piano Interventi per lo sviluppo - pag. 39
MONTORSO Lettera a Renzi contro il patto-catena - pag. 41
LONIGO Nuova viabilità tra ipotesi e critiche - pag. 42
SPECIALE CASA pag. 44
© 2015 Le immagini ed i testi sono di proprietà riservata della rivista. Ne è vietata a tutti la riproduzione totale o parziale e l’uso pubblicitario in altra sede. L’editore è a disposizione dei proprietari dei diritti su eventuali immagini riprodotte, nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere debita autorizzazione.
OPINIONI
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O BON T N 3.0
CORRIERE VICENTINO | OPINIONI
NFRANCORNER GIA
ELISABETTA BADIELLO
NON HO L’ETÀ
GIANFRANCO SINICO
LIBRI PERDUTI
P
er recuperare spazio in casa ho dovuto mettere mano agli scaffali dove riposano da anni i libri sopravvissuti a un paio di allagamenti domestici. “Li hai letti tutti?”, è la ricorrente domanda. Neanche la metà! Storia patria, romanzi italiani e stranieri, ricerche documentarie, saggi, biografie, manuali… si sono accumulati negli anni, la più parte assaggiati in qualche rigo e adottati con destinazione lettura nei flemmatici tempi della pensione. Solo che ora il tempo non c’è più. Mi spiace non aver continuato a dedicarmi alla lettura come facevo da ragazzo, quando divoravo serenamente ogni pagina che mi capitasse sotto gli occhi. Ora affronto solo titoli che possano comunicare al mio cuore. Ma piano piano. Anche perché non ho più la leggera freschezza di un tempo quando inseguivo senza cedimenti un racconto o una trama. Adesso succede che spesso dimentichi i passaggi letti ieri, così devo riprendere ogni volta dalle pagine precedenti. Amo rileggere vecchi libri, cercare i passi e le pagine che mi hanno detto qualcosa. Alle volte mi sembra di trovare messaggi diversi, probabilmente riveduti e assaporati ora con la lente della maturità: una volta ingoiavo tutto come una birra fresca d’estate, ora sorseggio i capitoli come un Valpolicella. Vorrei tanto avere tra le mani l’Odissea, quel vecchio testo dalla copertina scura della mia adolescenza, con le mie sottolineature, i passaggi a me ben familiari, con le mie note, i miei punti esclamativi (pochi) e i miei punti di domanda (tanti). Ritrovare oltre a Ulisse il fido Argo, l’affascinante Calipso, quella sporcacciona di Circe… Purtroppo quell’Odissea è affondata nel fango e sepolta senza scampo in qualche discarica, svanita come le mie fantasie e le mie inquietudini giovanili.
G
li anni passano anche per le signore ma in certi casi le dirette interessate sembrano non accorgersi. O meglio, non vogliono vedere e cercano con ogni mezzo di celare i solchi degli anni, di contrastare quella forza di gravità che trascina inesorabilmente tutto verso il basso. L’apparire prevale sull’essere ed è una continua rincorsa verso la salvaguardia di un aspetto esteriore che talvolta
risulta ingannevole. Diventa così buona regola nei rapporti sociali evitare accenni all’invecchiamento, tanto più se evidente. Sorvolare sugli interventi estetici mal riusciti, mostrare disinvoltura nei confronti di ostentazioni di gioventù, anche se talora è veramente difficile nascondere lo stupore davanti alle audaci mise di certe signore attempate. Insistere nel voler competere con la freschezza postadolescenziale rischia di sortire sentimenti patetici. Sebbene sia positivo non deporre le armi all’arrivo dei settant’anni, pensare di voler solcare le onde su una tavola da surf mi pare un po’ azzardato. Un suggerimento: se in autobus pensate di cedere il posto a una di queste signore, lasciate perdere. Sappiate che potrebbe essere frainteso e magari potreste anche essere presi a male parole! SA-MEDIA MAS
AMORE E FURTO
S
crivere per la stampa locale ha i suoi vantaggi. Non di tipo economico ça va sans dire (piccolo omaggio, in questo tremendo frangente, ai cugini francesi) - ma di natura morale. Dalla nostra piccola tribuna non possiamo, neanche volendo, ridurci al miserevole stato di chi approfitta del suo ruolo per fare della pubblicità occulta. Nessuno di noi scenderà mai in basso come Fabio Fazio, il re dei markettari che chiama conoscenti e amici alla sua trasmissione (“Che tempo che fa”, da millenni su Raitre) solo per ricordare agli spettatori - e ai consumatori - il titolo dell’ultimo libro, del cd, del film che ci attende nelle sale (o nelle sole). Ecco, noi della banda Cotrozzi siamo diversi e, se una
LINO ZONIN
cosa ci piace e la nominiamo nella rubrica, è perché ci piace e basta, perché pensiamo di fare cosa gradita ai lettori segnalando qualcosa di bello. È con questo spirito che raccomando caldamente l’ascolto dell’ultimo album di Francesco De Gregori “Amore e furto”, versione in italiano di alcune belle canzoni di Bob Dylan. Consiglio anche una particolare forma di ascolto: procurarsi il testo in inglese e ammirare con quanta classe il Principe riesce a mantenere il significato rispettando la metrica e creando delle canzoni che hanno il pregio di essere al tempo stesso conosciute e nuove. Ottima idea per un regalo di Natale. Siete autorizzati a fare il mio nome al negoziante: chissà che non arrivi qualcosa…
ONNE (NON LE D )S
GIUSEPPE SIGNORIN
PAZZE DA CUCIRE
I
l geniale scrittore scozzese Irvine Welsh, nella sua opera più famosa, “Trainspotting”, a un certo punto scrive: “La domanda retorica, l’arma preferita delle donne e dei pazzi.” Espressione che mi ha suscitato, a sua volta, decine di altre femminilissime e folli domande retoriche, fra cui: “Quindi le donne sono pazze?”. Chiunque, dotato di un minimo di buon senso, sa che le cose stanno così. Per me è molto semplice saperlo: mia moglie, da qualche settimana, è afflitta da monomania del cucito. Una psicosi che non le permette di pensare e di parlare di altro. Ha realizzato appena un
RT E DINTORN I SPO
copri porta kleenex e un beauty case, ma già si sente un guru del settore. Mi legge brani di manuali e post di blogger che condividono la stessa psicosi. Mi mostra i messaggi privati su Facebook di persone che vogliono acquistare i suoi prodotti, anche se ancora non ha prodotti da vendere. Sì, anche gli uomini hanno le loro monomanie, ma non arrivano ai livelli di follia delle donne. La loro follia è più sottile. Incomprensibile. D’altronde l’uomo, stando alla Genesi, stava dormendo quando Dio creò la donna: come può pretendere di capirci qualcosa?
I VALORI DELLO SPORT
STEFANO CANOLA
A
vrei preferito di gran lunga spendere le mie venti righe sul biscottone spagnolo andato di traverso al prode Valentino. Ma lo sport è stato protagonista suo malgrado sotto la Torre Eiffel, il 13 novembre. Gli assassini di nero vestiti l’hanno messo nel mirino non solo per la risonanza mediatica, ma anche perché rappresenta un mondo lontanissimo dal loro. Sul campo si è avversari fino al triplice fischio o all’ultimo punto: poi tutti in fila per darsi la mano, ci si vede per la rivincita. Lo sport ha bisogno di luce, di muscoli li-
beri e di menti concentrate sul gioco. Ora è chiamato a un compito molto impegnativo: educare le giovani generazioni di tutte le razze ai suoi valori, per fare deserto attorno ai cattivi maestri che chiamano i ragazzi a indossare il cilicio esplosivo. A Parigi, Francia e Germania si stavano sfidando in una partita di calcio, per contare i gol alla fine e non i morti. Ci sono arrivate dopo parecchi secoli di combattimenti, da Carlo Magno a Hitler: loro e l’Europa, questo, l’hanno capito. Nessuno ci farà tornare indietro.
INTERNO 8
ALBERTO FABRIS
BUON APPETITO
SG
rub Restaurant di St. Davids, Pembrokeshire, Gran Bretagana; Ristorante D.O.M. di S. Paolo; Ristorante Norma di Copenhagen; ristorante Aphrodite a Nizza. Trascrivo faticosamente i nomi di questi locali, sbaglio e riscrivo, ma me li devo segnare da qualche parte e segnarmi anche i percorsi che portano davanti alle loro insegne per poterli evitare, anzi, studierò il modo scientifico più efficace, ipnosi, elettrochoc o quant’altro offra la scienza moderna, per dimenticare i loro nomi o, meglio, la loro esistenza. No perché adesso, va bene tutto, va bene EXPO, va bene la FAO, va bene tutto, ma vermi, grilli, cavallette e coleotteri NO. Ecco, in questi locali si mangiano solo insetti, e lo, ehm, “chef ” Andy Holcroft dice che è un’operazione coraggiosa, e mai termine fu più appropriato, un altro che voglio dimenticare assicura che “Le formiche amazzoniche nei miei piatti sorprendono il palato per il loro gusto asprigno e piccante, che ricorda il lemongrass”. Ecco sì, precipitiamoci da Renè Redzepi che ha approntato un menù completo “solo per dimostrare quanto saporiti e ‘invitanti’ possano essere insalate, zuppe, polpettine, gelati e biscotti da cui spuntano vermi, larve e zampette di imenotteri assortiti”. Ah certo, Renè, mi hai proprio incuriosito e convinto, guarda, prepara un tavolo perché non vedo proprio l’ora. Ma va dove sai che ti mando!, anche se non posso scriverlo perché notoriamente sono un signore. Ecco, se avevo delle riserve sul mio percorso accidentato, contraddittorio, lungo e pieno di inversioni a U, verso una dieta vegana, puff, sparite!
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CORRIERE VICENTINO | OPINIONI
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f eisbuc girl STEFANO GUDERZO
OTTIMO E ABBONDANTE
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mm… Ottimo e abbondante signor generale”! È facile per molti ricordare questa battuta pronunciata di fronte a un misero pasto dall’immenso Alberto Sordi nel film “La Grande Guerra” di Monicelli. Per i più attenti e appassionati è possibile, nelle varie scene del film, scorgere moltissimi dettagli della Prima Guerra Mondiale; fra questi, importante è la presenza di autocarri militari originali FIAT, già vecchi allora (il film è del 1959). Per vedere uno di quei veicoli anche di persona, però, basta visitare il Museo delle Forze Armate 1914-45 a Montecchio Maggiore. Il mezzo esposto è un Fiat BL 18 proveniente direttamente da Cinecittà; quindi, oltre a essere un pezzo di storia militare, è anche un pezzo di storia cinematografica, perché nel “cast” di un film come La Grande Guerra. Occorre però ricordare che, seppur la sua velocità di punta (26 km/h) oggi possa farci sorridere, rimane uno dei simboli meno noti della Vittoria italiana del 1918, quando rese possibili ingenti spostamenti di soldati ed equipaggiamenti in ogni fronte di guerra.
IN
Nome Età Vive a Lavoro Situazione sentimentale Aspirazioni Cibo preferito Film preferito
Elisa Alba 34 anni Castelgomberto (Vi) Creativa e modella per passione, insegnante di danza No comment ;-) Una bella famiglia Essendo una buongustaia farei prima a dire quello che non mi piace..... Beautiful mind
O CON DENI GGI S VIA
f DENIS L. re bene la teoria della Ci pensa Trenitalia a spiega relatività.
LA BUFALA
IL PAPÀ DI TOPOLINO
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FRANCESCO MENEGHINI
er scovare la prossima bufala dovremo tornare bambini (forse in fondo non abbiamo mai smesso di esserlo) ed entrare nel colorato mondo dei cartoni animati. Il decano dell’animazione è l’intramontabile Topolino, da sempre associato al suo visionario papà, Walt Disney, e proprio questo è il mito che voglio sfatare: il topo più famoso di sempre uscì dalla penna di Ub Iwerks, assistente di Disney che ne disegnò interamente i primi cortometraggi. Geniale e instancabile, Iwerks riusciva a realizzare anche 700 disegni al giorno, un livello di produttività difficilmente raggiungibile ancora oggi. Fu anche brillante inventore di effetti speciali (vinse due Oscar con le sue innovazioni tecniche) e disegnatore di molte tra le prime attrazioni del parco Disneyland. Bisogna però riconoscere a Walt Disney il merito per il successo commerciale di Topolino, e anche per la sua personalità: fu lui stesso infatti a doppiarlo (e a doppiare Minnie) fino al 1946.
OPINIONI
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LO PSICOLOGO
I L N OTA I O
L’ A R C H I T E T T O
MARCO PAGLIAI
ROSELLA MANFRÈ
MATTEO CONTE
SI PUÒ SOFFRIRE DI “MAL DI PALESTRA”?
PIÙ CASE CONTIGUE: SI PUÒ USUFRUIRE DI AGEVOLAZIONI “PRIMA CASA”?
VENDESI CASA DISPERATAMENTE?
L’autunno è la stagione in cui si torna in palestra carichi di buoni propositi. Ma per alcuni l’appuntamento può trasformarsi in “malattia”! Si chiama dismorfia muscolare o “vigoressia” ed è la fissa di non essere mai sufficientemente muscolosi. I soggetti affetti da tale disturbo si riconoscono dalle ore e ore di allenamento giornaliero cui si sottopongono. Si osservano continuamente allo specchio paragonando il proprio fisico a quello degli altri, frustrati dal non ottenere mai i risultati sperati. I più sfortunati approdano anche alle sostanze illegali (in particolare anabolizzanti) per superare il disagio. La vigoressia colpisce silente la popolazione sportiva, soprattutto maschile, “mimetizzandosi” nell’equazione di genere “muscolosità=mascolinità”. Non va confusa con chi pratica attività agonistiche o si dedica al culturismo, alla ricerca della prestazione. La dismorfia muscolare è pura ossessione, alimentata dalla certezza di avere un difetto fisico. In un’era nella quale l’immagine ha assunto valori assoluti soprattutto nei giovani, sembra realizzarsi oggi un pericoloso incontro tra l’ossessione del corpo perfetto e la compulsione a raggiungere i livelli desiderati di muscolosità e magrezza, nel tentativo di superare i disagi provocati dall’aspetto fisico.
In passato si è molto discusso circa la possibilità di ottenere i benefici fiscali “prima casa”, in ipotesi di acquisto contemporaneo oppure con atti separati o successivi, di più appartamenti destinati a costituire un’unica unità abitativa. Attualmente l’orientamento prevalente è nel senso di ammettere l’agevolazione nel caso di acquisto da parte dello stesso soggetto “di due appartamenti contigui destinati a costituire un’unica unità abitativa purchè l’abitazione conservi, anche dopo la riunione degli immobili”, le caratteristiche previste dalla legge per usufruire delle agevolazioni “prima casa”. È necessario, tuttavia ed inoltre, che in sede di acquisto della seconda abitazione, l’acquirente manifesti l’intenzione di effettuare l’acquisto per l’ampliamento dell’altro immobile di cui è già proprietario e si proceda poi, effettivamente, alla riunione delle due unità immobiliari in un’unica abitazione che abbia tutti i requisiti previsti dalla legge per ottenere le agevolazioni “prima casa” in ipotesi di trasferimento. Ciò significa che il risultato della fusione dei due appartamenti deve essere un’unica casa di abitazione accatastata in una categoria diversa da quelle previste per le ville e/o i castelli.
Tempi difficili per il mercato immobiliare! I compratori sono pochi e molto esigenti, ma a volte è sufficiente un restyling mirato per ottenere un prezzo migliore e una riduzione dei tempi di vendita. Ecco alcuni consigli: 1. Stabilire un prezzo realistico affidandosi a un esperto. Cominciare con un prezzo troppo alto per poi abbassarlo ripetutamente di solito insinua nel potenziale acquirente dubbi sull’effettivo valore dell’immobile. 2. Individuare i punti di forza. Bisogna valorizzare quegli elementi che rendano la casa differente rispetto alle altre (ampio ambiente living, giardino esclusivo, ubicazione in una buona zona). Foto curate possono catturare l’attenzione e invogliare la visita dei possibili acquirenti. 3. Presentare la casa in perfette condizioni: la prima impressione è quella che conta. Gli spazi devono risultare appetibili al più alto numero di persone, stuzzicando la loro sfera emotiva e provocando un colpo di fulmine. Spesso è sufficiente ridipingere le pareti, eliminare gli oggetti superflui o troppo datati, pulire e fare piccole riparazioni.
CORRIERE VICENTINO | OPINIONI
A DOMANDA RISPONDO
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CORRIERE VICENTINO | NOTIZIE IN BREVE
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VIOLENTATA DAI COMPAGNI DI SCUOLA
È andata a una festa da amici, sperando di costruire nuovi legami a pochi giorni dall’inizio delle scuole superiori. Ciò che questa 14enne vicentina non poteva immaginare, è che il ragazzo appena conosciuto, che subito le ha fatto battere il cuore, si sarebbe trasformato in pochi istanti in un mostro. I due si sono appartati per scambiarsi effusioni, ma presto lui, due anni più grande, ha preteso di più. A fronte del rifiuto di lei, il giovane l’avrebbe costretta a spogliarsi con la forza, e a consumare un rapporto sessuale. Poco dopo la coppia è stata raggiunta da un amico del ragazzo, che avrebbe approfittato a sua volta della situazione. Giunta a casa, la vittima in lacrime ha confidanto alla madre l’accaduto. I due sono stati indentifcati e denunciati, e la procura ha aperto un fascicolo.
PAURA SUL BUS DELLA GITA
LA MOTO SI RIBALTA, È GRAVE Un gravissimo incidente è occorso durante un torneo di enduro a Montorso Vicentino. Il pilota Luca Barchi, 44 anni, notaio di Bolzano, ha perso il controllo mentre affrontava un avvallamento del tracciato, ed è stato ribaltato dalla moto, che gli è caduta violentemente sulla schiena. Il professionista, apprezzato esperto delle due ruote, è stato ricoverato d’urgenza al San Bortolo: avrebbe riportato un trauma spinale agli arti inferiori.
ADDIO PROFESSOR SCHIAVO Un amore profondo per l’arte, la storia e la “sua” filosfia lo ha accompagnato fino agli ultimi giorni della sua intensa esistenza. All’età di 87 anni si è spento il professor Remo Schiavo, tra i più insigni depositari della cultura non solo vicentina. Insegnante per una vita al liceo “Pigafetta”, accademico olimpico e Cavaliere della Repubblica, aveva pubblicato più di 60 tra saggi e volumi su arte e teatro. Anche se il vero “libro del sapere” rimarrà per tutti lui stesso.
UNTIZMIE EINSBEREDVIE NO
-DI MARIO PIOTTO-
@mariopee8
BOMBA A TUNISI, VICENTINA MIRACOLATA
Un pauroso maxitamponamento sulla A4 ha coinvolto 3 pullman sui cui stavano viaggiando in 150, tra studenti e docenti del “Canova” di Vicenza, diretti a Expo per la gita. I mezzi procedevano in fila, quando il primo si è trovato costretto a frenare all’improvviso, senza lasciare il tempo al secondo di fare altrettanto; il terzo ha evitato l’impatto per un soffio. I passeggeri sono scesi dai finestrini, coi soccorsi che hanno condotto all’ospedale quasi 30 contusi. Ad avere la peggio uno dei conducenti, rimasto incastrato. Estratto dai vigili del fuoco, è stato trasportato con l’elisoccorso, non in pericolo di vita.
Rosalba Zardo, 51 anni, originaria di Valdagno, sta passeggiando per le vie di Tunisi, dove vive con il suo compagno, quando una forte esplosione la scaraventa a terra. Impaurita, capisce immediatamente che a poche centinaia di metri da lei è successo qualcosa di grave. Dopo Parigi l’ombra dell’Isis torna di nuovo a colpire anche nel fragile nordafrica: l’esplosione è quella della bomba che ha fatto saltare un autobus con a bordo un gruppo di guardie presidenziali: 14 morti e 17 feriti. Il mezzo è andato letteralmente in pezzi, e il boato è stato avver-
tito in tutta la città. “Ho visto la morte in faccia”, queste le parole di Rosalba per descrivere l’accaduto. Intanto il paese fatica a rialzarsi, scoprendosi di nuovo vulnerabile, in un 2015 segnato dal sangue. Altri due sono infatti gli episodi passati alle cronache: il 18 marzo due terroristi armati di kalashnikov hanno aperto il fuoco contro un gruppo di turisti in procinto di entrare nel Museo del Bardo, ancora a Tunisi, freddandone 21; il 26 giugno invece 4 terroristi sbarcano sulla spiaggia di Sousse, sparano sui bagnanti: 38 i morti e 36 i feriti.
COSE DELL’ALTRO MONDO
Terroristi organizzati. Questa è l’accusa formalizzata dalla Procura di Brescia a proposito dei 50 indipendentisti veneti - tra cui alcuni vicentini - fermati un anno fa mentre pianificavano azioni eclatanti per portare avanti le loro idee. Tra queste, anche il progetto di occupare con un trattore riadattato a carro armato piazza San Marco. Oltre al mezzo i carabinieri hanno sequestrato diverse armi da fuoco di dubbia provenienza.
IL GANGSTER... È NONNA
MEZZANOTTE DI FUOCO
Sceglieva con cura le sue vittime, tutti uomini over 70, cui carpiva lentamente fiducia, e al momento buono track! una bella dose di medicinali per stordirli. Poi in tutta calma, a casa loro o in qualche luogo pubblico, li alleggeriva di soldi e bancomat che utilizzava per prelievi fraudolenti. I carabinieri l’hanno arrestata dopo ben 13 episodi: si chiama Mirella Caterina Pallaro, abita ad Arcugnano e ha... 69 anni! Proprio così: l’artefice dell’ennesima brutta storia di raggiri ai danni di anziani... è una coetanea. Hai capito la nonnina?
Lo scenario non è il vecchio West, ma Lonigo, nei pressi di un bar del centro. Poco dopo la mezzanotte, un 46enne di origini sarde ma residente in città estrae una pistola giocattolo (ma senza il tappo rosso identificativo) e fiancheggiato da una 36enne rumena armata di spray urticante, ingaggia un corpo a corpo con un 40enne bulgaro e un 45enne serbo, che rispondono con un bastone e un cutter. Lo scontro dura alcuni munuti, nel panico generale del gestore del locale e degli altri avventori. L’epilogo per tutti è in ospedale, con contusioni e ferite varie. E naturalmente una denuncia per rissa e lesioni aggravate.
CORRIERE VICENTINO | NOTIZIE IN BREVE
TERRORISTI COL TRATTORE
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DIVERSAMENTE GIOVANI di Guido Gasparin, Giuseppe Signorin e Davide Ghiotto La vita si allunga e il mondo della terza età cambia radicalmente. Anziani sempre più attivi, assetati di cultura e con una gran voglia di stare insieme.
A
nno 1974: in Italia la speranza di vita di un maschio era di quasi 70 anni. In quarant’anni, secondo i dati Istat, si è allungata di dieci anni. Trend leggermente inferiore per le femmine, passate dai quasi 76 anni del ’74 ai quasi 85 del 2014. La sostanza non cambia: l’Italia è sempre di più un paese per vecchi. Per quel che riguarda i maschi, in Europa siamo secondi solo alla Svezia; in campo femminile ci precedono Spagna e Francia. E il Veneto? Quinto posto in Italia, sia per i maschi che per le femmine. Scendiamo ancora di un livello e analizziamo la provincia di Vicenza: per i maschi la speranza di vita nel 2014 sfiorava gli 81 anni, per le femmine gli 86, valori che sono quindi leggermente al di sopra della media italiana. In terra berica si campa insomma un po’
di più che altrove e, necessariamente, aumenta da parte della terza età la domanda di servizi sanitari, assistenziali, di pubblica utilità e di svago. Gli anziani sono sempre più attivi, non solo in ambito familiare (cosa farebbero molti genitori lavoratori senza il determinante aiuto dei nonni nell’accudimento dei figli?), ma anche in quello sociale. Chi darebbe oggi dell’anziano a un sessantacinquenne che partecipa a incontri culturali, continua a fare sport, si impegna nella vita politica e nel volontariato della propria città? Nessuno, perché gli ultrasessantacinquenni di oggi non sono gli ultrasessantacinquenni di ieri. E spesso sono molto più attivi di tanti giovani che svolgono un’unica attività sportiva: il movimento del pollice sullo schermo del loro smartphone.
I NUMERI DELLA TERZA ETÀ Fonte Istat
SPERANZA DI VITA ITALIA Anno Maschi Femmine Anno Maschi Femmine
1974 69,6 anni 75,9 anni 2014 80,2 anni 84,9 anni
SPERANZA DI VITA VENETO Anno Maschi Femmine
2014 80,8 anni 85,7 anni
SPERANZA DI VITA PROVINCIA VICENZA Anno Maschi Femmine
2014 80,8 anni 85,9 anni
Anche questo è un ragionamento sbagliato. L’anziano ha diritto a una diagnosi, che è necessaria per accedere alle adeguate risorse di assistenza. E gli anziani sani come vivono l’allungamento della vecchiaia? C’è chi ha un atteggiamento passivo e pensa “quel che è fatto è fatto” e c’è invece chi si rende conto che anche in età avanzata è possibile cambiare stile di vita. Gli studi dicono che fare duemila passi al giorno e
13 tenere allenato il cervello sono abitudini che aiutano a prevenire malattie degenerative, soprattutto cerebrali. È fondamentale la funzione educativa del medico. Cosa pensa dell’accanimento sanitario? Non posso credere che un medico possa accanirsi sul malato. Piuttosto parlerei di accanimento diagnostico, perché spesso non si utilizza una valutazione multidimensionale del paziente e perché le linee guida mediche non sono ancora adeguate alla tipologia dei grandi anziani. Ogni valutazione del paziente deve essere personalizzata. Sotto questo aspetto il mio maestro mi ha trasmesso un grande insegnamento: “un bravo medico deve mediare tra il teoricamente giusto e il praticamente fattibile”.
CORRIERE VICENTINO | INCHIESTA
Che senso ha vivere di più se la vecchiaia è accompagnata da malattie croniche gravi? Tanto vale vivere meno, ma meglio. Un ragionamento, questo, che più o meno tutti abbiamo ascoltato parlando di vecchiaia. Per la dottoressa Chiara Antonella Verlato, geriatra dell’U.O.C. di Geriatria dell’Ulss 5 all’ospedale di Valdagno, si tratta di retorica: “L’allungamento della vita è espressione di benessere sociale e progresso della medicina. È un fattore positivo, che però, inutile negarlo, porta purtroppo con sé un aumento delle malattie croniche, con conseguenti timori sulla sostenibilità del welfare e della spesa sociale”. C’è poi chi, in caso di malattia, dice: ‘Tanto è vecchio, cosa volete farci’?
Anziani e SALUTE
Anziani e TEMPO LIBERO
Si dice che più passano gli anni più si torna bambini: c’è più tempo a disposizione e voglia di stare insieme magari… giocando. Un po’ quello che capita dal 1994 al Centro Ricreativo Anziani “A. Mastrotto”, nato ad Arzignano nelle sale del Centro Mattarello, di proprietà della Parrocchia, e ora in via Cazzavillan. In attesa però di trasferirsi, forse già a partire dal prossimo anno, nella nuova sede di via Cappuccini, in costruzione. “Al momento abbiamo una sala/bar aperta sette giorni su sette, mattina e pomeriggio, con più di cinquanta persone che quotidianamente leggono il giornale, chiacchierano e giocano a carte - ci raccontano Luigi Danese, presidente, Luigino Santimaria, tesoriere e Adriano Balsemin, che fa il volontario in segreteria -. Tre volte la settimana, so-
prattutto per le signore, organizziamo la tombola. La sera ci sono due sale con i televisori dove si possono vedere Sky e Mediaset Premium, soprattutto per le partite di calcio. Poi ci sono diverse attività motorie di gruppo, c’è il classico concerto di Natale ‘Anzianinsieme’, il corso di scacchi, da marzo a novembre i tornei di bocce, il
sabato sera ci si ritrova a ballare in palestra, d’estate si organizzano soggiorni al mare e due volte l’anno le cure termali a Sirmione... E poi il Carnevale e il cenone di Capodanno”. Diciamo che le proposte non mancano, anche passata una certa età. Questo soprattutto grazie a una squadra affiatata di 43 volontari che riescono a gestire un giro di 1200 iscritti. “Ne servirebbero anche altri, che abbiano del tempo da dedicare a questo centro per stare vicini ai nostri anziani nel tempo libero. Non è semplice, sono quasi tutte persone che hanno superato l’ottantina, molto abitudinarie. Bisogna essere pazienti e saper prestare attenzione, oltre a cercare di trasmettere una certa disciplina, perché a nessuna età si accetta volentieri di perdere una partita a carte…”.
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Anziani e CULTURA
Diciannove anni fa a Montecchio Maggiore nasceva la locale sezione dell’Università Adulti/Anziani dell’Istituto Rezzara di Vicenza. Un successo mai tramontato, nonostante il leggero calo di iscritti nell’anno accademico in corso: 120, contro una media di 135. Numeri comunque ragguardevoli, che ben rappresentano la sete di sapere e cultura dimostrata da chi è un po’ più in là con l’età. Per alcuni è un ritorno sui banchi di scuola, per altri che magari si sono fermati alle elementari è la piacevole scoperta che anche con i capelli bianchi è possibile e anzi è raccomandabile accrescere il proprio bagaglio di conoscenze, perché tenendo allenata la mente si tiene allenato anche il corpo. E allora sotto con le lezioni di letteratura, arte, cinema, ma anche scrittura creativa, Bibbia, cultura e civiltà della Russia, senza dimenticare le gite e i laboratori di coralità. Il coordinatore dell’università castellana
è da molti anni Giuseppe Roccoberton, che fotografa così gli iscritti: “Due su tre sono donne, perché storicamente i maschi a Montecchio frequentano i centri anziani di San Vitale, San Pietro e Alte. D’altronde l’università è stata fondata soprattutto per fornire alle donne un punto di aggregazione e di socialità: successivamente si è aggregato un numero crescente di maschi, che comunque è sempre stato in minoranza. Una cinquantina di iscritti è di Alte, altri 50 di Montecchio e il resto dai paesi limitrofi. L’età media è di 68 anni”. A fine anno che sensazioni esprimono gli iscritti?
Mediamente c’è una grande soddisfazione rispetto ai corsi seguiti. Gli iscritti compilano un questionario sul gradimento delle lezioni e in esso possono indicare anche suggerimenti sui corsi che vorrebbero fossero proposti l’anno seguente. Gli studenti ricevono un attestato di frequenza? L’attestato viene consegnato al termine dell’anno accademico a chi ha frequentato con regolarità le lezioni e dopo cinque anni consecutivi di iscrizione si ricevono un diploma e una medaglia. Prospettive per il futuro? Con il nuovo anno le lezioni si sposteranno dalla sala San Paolo di Alte alla Sala Civica Corte delle Filande. Siamo inoltre alla ricerca di un luogo in cui conservare i circa 750 libri che un ex iscritto ci ha donato. È un grandissimo patrimonio culturale che vogliamo sia degnamente conservato.
Anziani e SPORT “Oggi ho fatto solo 40 km, tanto per muovere le gambe”. A pronunciare questa frase non è un giovane ciclista nel suo giorno di scarico, ma è Giuseppe Casoli, classe ’35. Una vita passata a metà fra Montecchio Maggiore e la Svizzera, sempre in sella alla sua bicicletta, “una Bianchi!”, ci tiene a precisare. Questo rapporto così speciale con la bicicletta nasce a Montecchio quando la utilizzava per recarsi al lavoro nella storica fabbrica Pellizzari. “Con il primo stipendio – racconta – mi comprai la mia prima bicicletta sportiva, una Bianchi modello Coppi, pagata 42.000 lire nel 1957”. Due anni dopo, a causa di problemi lavorativi, è costretto a lasciare l’Italia e si dirige verso la Svizzera dove era emigrato suo fratello qualche anno prima. “Il primo periodo lontano da casa fu molto difficile e impiegai un po’ ad abituarmi alla vita elvetica, ma dopo qualche mese andai a prendere la mia cara bicicletta perché non resistevo più senza correre”.
Inizia così la sua carriera nelle squadre dilettantistiche svizzere, carriera che lo porterà a vivere esperienze incredibili e a vincere le decine e decine di medaglie che ancora oggi conserva orgoglioso nella sua bacheca. Alla domanda di quale sia la medaglia a cui è più legato, Giuseppe risponde senza esitazione: “Quella che mi consegnarono in Germania nel ’72. Partimmo in centinaia
da Zurigo e arrivammo a Monaco il giorno della grande cerimonia di apertura dei giochi olimpici. Fare quel viaggio e assistere a quella cerimonia sono emozioni che non dimenticherò mai.” I suoi 60 anni passati nell’ambiente ciclistico lo hanno portato a conoscere moltissimi campioni del passato ma anche del presente: da Anquetil a Zilioli, da Basso a Cenghialta. Scherzando racconta di quando ha pranzato con Gimondi: “Nell’82 ho pranzato con lui una settimana prima che cominciasse il mondiale, gli ho portato fortuna perché poi ha vinto!”. Un pezzo della storia sportiva di Montecchio e d’Italia che non rinuncia tuttora alla sua grande passione, infatti fa ancora parte di alcuni gruppi sportivi del territorio e oltre a correre come ha sempre fatto aiuta a riparare biciclette, a organizzare eventi e soprattutto a mantenere viva la passione per questo sport tanto faticoso quanto gratificante.
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Del calcio si è innamorato fin da piccolo, passione tramandata da papà Giorgio e dal fratello maggiore Marco. Ma Nicolò Brighenti, 26enne centrale difensore del Vicenza, veronese di Cavaion, dai primi calci al pallone nella società di paese, di strada ne ha dovuta fare tanta per arrivare in serie B e in A con Chievo Verona e Vicenza. Superando ostacoli che forse avrebbero fermato altri. Non lui, combattente per natura. Spirito guerriero, e prestazioni importanti, che gli hanno fatto conquistare il cuore dei tifosi biancorossi. Lui, che è un veronese doc. Da non crederci. Oggi tutta la Vicenza calcistica aspetta il suo rientro in campo. Dopo il grave infortunio, lacerazione al pancreas, subito il 19 settembre alla terza giornata di campionato contro il Como. Intervento chirurgico, la rianimazione, la degenza in ospedale. E poi finalmente a casa, ma comunque lontano dal campo. Fino a qualche giorno fa. Quando si è rivisto al centro tecnico Morosini a pedalare sulla cyclette e a corricchiare. Primi passi verso il recupero. “Sono fiducioso” dice Brighenti. E anche se è difficile parlare di tempistica, almeno la paura è lontana. “Mi sono preoccupato subito quel giorno dopo la botta – racconta – ho una buona sopportazione del dolore e lì stavo troppo male. All’ospedale però ho pensato
NICOLÒ BRIGHENTI che sarei uscito il giorno dopo. E invece parlando con i dottori ho capito che non era soltanto una botta, ma c’era altro. Lo sconforto è stato enorme. I primi giorni ho temuto di non poter più giocare a calcio. E ci ho anche pensato. Perché ero stanco di soffrire. Il pallone è la mia vita, mi chiedevo, ma chi me lo fa fare? Poi un po’ alla volta con il sostegno fondamentale e determinante della mia famiglia, di mia moglie Silvia, e tutto l’affetto e la stima che ho ricevuto dalla gente, milioni di messaggi e chiamate di stima e solidarietà, sono rimasto a galla. E devo dire grazie anche al dott. Giovanni Ragazzi. Insomma, anche stavolta non si molla. Con la volontà di tornare in campo”. Eh sì. Perchè Nicolò Brighenti, a 26 anni, è già rinato una volta.
SONO FIDUCIOSO. ANCHE QUESTA VOLTA NON SI MOLLA E quella data, 10-10-2010, la porta tatuata sul braccio. Dopo le giovanili col Chievo Verona, il Mezzocorona in C2, prima esperienza tra i prof, e il ritiro con la Triestina, al Pergocrema raccoglie solo 4 presenze. Poi tutto si ferma, alla vigilia del mondiale under 20: tumore benigno al cervello. “Ero un giovane di belle speranze – dice – stavo per disputare un mondiale con la nazionale, arrivando dalla Primavera del Chievo alla C2. Era un momento importante. E invece…”. La rinascita arriva a Viareggio, la stagione successiva, dopo aver superato la malattia.
“Mi hanno preso senza essere sicuri che sarebbe arrivata l’idoneità al ritorno in campo. Viareggio quindi l’avrò sempre nel cuore. Il presidente, Gazzoli (attuale direttore generale del Vicenza ndr), l’allenatore Scienza. Se non fosse stato per loro avrei smesso. Resta il ricordo più forte della mia carriera. E li sento tuttora. Scienza mi ha dato la possibilità di giocare e di disputare tutto il campionato, rimettendomi in careggiata. Ricordo che per 4-5 mesi, dopo l’intervento chirurgico alla testa e il post operatorio, andavo da solo ad allenarmi ogni mattina, senza mai saltare un giorno. A volte ci penso adesso. Forse ero più giovane. Forse oggi non sarebbe così scontato rifarlo”. Ma in realtà Brighenti sta ripercorrendo nuovamente quella strada. Con coraggio e grande forza di volontà. “Forse questa volta è stata più difficile da affrontare, anche mentalmente. Ma non hai altre vie. Sempre di più crescendo la vita mi ha portato a questo: o ripartire o arrendermi”. E nel conto c’è anche l’anno al Chievo Verona, dopo una prima stagione al Vicenza: frattura alla spalla, stop da luglio a gennaio, e poi stiramento al collaterale del ginocchio, altri due mesi lontano dal campo. “Non ho neanche avuto modo di rimettermi” ricorda Brighenti. Un altro anno da cancellare, prima del ritorno a Vicenza e del contratto firmato fino al 2018. “In credito con la fortuna? Pensavo di esserlo già anni fa. Ora mi auguro che questo credito venga ripagato, in un modo o nell’altro. La cosa principale comunque è che ora sto bene, la vita normale l’ho ripresa. Adesso tutto quello che arriva si affronta con un sorriso”.
CORRIERE VICENTINO |SPORT
VICENZA BIANCOROSSA DI LUISA NICOLI
CORRIERE VICENTINO | INTERVISTA
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LE SFIDE DEL DISTRETTO DELLA PELLE TESTO DI STEFANO COTROZZI - FOTO DI ALBERTO SALTINI Di professione fa l’economista ed è un esperto di distretti. Non è un caso quindi che Paolo Gurisatti sia diventato il presidente di quello della pelle, in un periodo in cui il settore si trova a dover affrontare difficili sfide. Qual è lo stato di salute del distretto conciario? Le do un dato: in un solo anno, tra giugno 2014 e giugno 2015, l’industria della pelle ha creato 318 posti di lavoro (da 8.504 a 8.822 dato Unioncamere ndr), senza contare quelli aggiunti nel settore chimico e delle macchine. La produzione è tornata a livelli elevati, pre-crisi. Però ci sono delle tensioni. Sì, il sistema è tornato sotto pressione, in particolare nella fase di depurazione. Un problema da risolvere non da poco. A medio termine bisognerà innovare tutta la filiera.
A quale tipo di innovazione si riferisce? Le faccio un parallelo prendendo spunto dalla raccolta differenziata. Nel mondo civile, a casa nostra, prima differenziamo i sacchetti dell’umido, della carta, della plastica e del vetro; poi gli addetti dell’azienda di raccolta controllano, separano e indirizzano il contenuto dei sacchetti; infine i tecnici specializzati delle aziende di riciclo, impiegano nuove tecnologie per la trasformazione dei rifiuti in prodotti o energia. Per ridurre gli scarti della produzione conciaria, dobbiamo ragionare nello stesso modo: prima all’interno delle aziende dobbiamo imparare a differenziare i flussi in uscita dalle varie fasi del processo, cercando di ridurne l’entità; poi all’interno del depuratore i tecnici di depurazione potranno regolare l’impianto, in ragione della qualità dei flussi in entrata; infine le aziende di riciclo dovranno imparare a trasformare gli scarti in prodotti per il mercato, ad esempio fertilizzanti, industriali, biostimolanti oppure energia e residui inerti.
17 CORRIERE VICENTINO | INTERVISTA
Il Presidente Gurisatti dialoga con Ario Gervasutti durante la presentazione del Distretto in Villa Da Porto lo scorso 17 settembre
Questa esigenza di innovare la filiera arriva anche dall’esterno? I problemi emergenti nel sistema di depurazione della Valle del Chiampo sono dovuti alle richieste dal mercato oltre che alle normative sempre più esigenti in campo ambientale. Queste richiedono una profonda revisione dei processi e dei rapporti tra aziende della filiera. Ogni fase deve certificare la qualità dell’acqua contenuta nelle pelli o scaricata in fognatura, in modo che le sostanze indesiderate dal depuratore, dalle aziende di riciclo, dai clienti non siano presenti e non restino nel prodotto finale, nei reflui e nei fanghi. Con questo spirito è nato il Distretto. Cioè? Abbiamo riunito nello stesso consorzio tutte le aziende della filiera: commercianti di pelli, produttori di macchine e di prodotti chimici, concerie, depuratori e aziende di riciclo, per progettare nuovi processi e nuove modalità di certificazione. Quali le priorità per il Distretto della Pelle? Acque del Chiampo o Medio Chiampo devono investire su moderni impianti di depurazione in modo che siano tutti, se possibile, più flessibili degli attuali, e realizzare impianti di trattamento dei fanghi, in sinergia con aziende specializzate nel riciclo o nella produzione di energia. Il Distretto deve invece supportare le aziende nelle attività di preparazione dei prodotti e degli scarti. C’è una nuova divisione del lavoro, nella filiera, che deve essere progettata e certificata, in accor-
do con i depuratori e gli utilizzatori finali degli scarti. In questo momento c’è un forte dibattito sul gassificatore, qual è la posizione del Distretto? A noi sembra sbagliato pensare che la realizzazione di un impianto “magico”, in fondo alla filiera, risolva d’un botto tutti i problemi. Bisogna, come abbiamo già detto, lavorare anche a monte del depuratore per avere un sistema di trattamento veramente efficace. È possibile arrivare a un accordo tra le varie parti in gioco? Un punto fermo c’è: nessuno vuole più alimentare discariche. Le discariche sono il simbolo di un sistema economico superato, insostenibile. Hanno rovinato l’immagine e la reputazione della Valle. In futuro dobbiamo ridurre gli scarti, recuperare in modo selettivo materiali riciclabili, sviluppare sistemi innovativi di trattamento dei residui finali. Il famoso territorio discarica. L’Ovest Vicentino non è un territorio discarica, può diventare un territorio miniera, anche se non sappiamo ancora bene come. Deve spingersi oltre l’orizzonte conosciuto. Deve muoversi con cautela e darsi obiettivi concreti. Costruire una filiera sostenibile, rigenerare la zona industriale e rilanciare l’immagine del territorio, è un’impresa che richiede anni, molta ricerca e molti soldi. Tuttavia non ci sono alternative. Prima partiamo e meglio è.
CORRIERE VICENTINO | FOCUS
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“SALVIAMO il Chiampo” DI MARCO ALESSANDRI
C
hiare, fresche e dolci acque… L’acqua limpida e cristallina dei nostri torrenti è un ecosistema florido e rigoglioso e l’a.s.d. Bacino Agno Chiampo lo può confermare: “La nostra associazione gestisce per conto della Provincia di Vicenza i tratti più belli dei due torrenti Agno e Chiampo – spiega il vicepresidente Stefano Peretti – che vanno dal ponte della stazione a Chiampo fino a monte e dal ponte dei Nori a Valdagno fino a monte, compresi tutti gli affluenti. Ci occupiamo del monitoraggio della fauna ittica e liberiamo ogni anno trote adulte e circa 80 mila trotelle di circa 5 centimetri”. Insomma, se l’associazione ci dice che i nostri corsi d’acqua sono piccoli angoli di paradiso, c’è da fidarsi. Da tempo, tuttavia, il Bacino denuncia a gran voce un pericolo per l’ecosistema. “Siamo davvero preoccupati – prosegue Peretti – per la costruzione di alcune centraline idroelettriche: due sono previste a Crespadoro, una sul torrente Corbiolo e una sul Righello, e un’altra in località ponte delle Lore a San Pietro Mussolino. Non siamo contrari a produrre energia pulita, però se mette a rischio la flora e la fauna dei corsi d’acqua vuol dire che tanto ‘verde’ non è. Il Corbiolo è addirittura individuato dalla Regione come ‘corpo idrico di riferimento’, tra i migliori in Veneto dal punto di vista biologico. Non si capisce come si possa autorizzare lì una centralina. Ma è la legge che lo consente”. Cosa intende? “La normativa impone al concessionario di garantire una minima quantità d’acqua per garantire la biocenosi ovve-
ro l’integrità ecologica del tratto interessato. Già il fatto che sia ‘minimo’ dovrebbe far pensare a una situazione di emergenza, e qui sbaglia la legge. Però alcuni concessionari, per fortuna non tutti, cercano di trattenere più acqua possibile. Senza un flusso costante e naturale queste parti dei torrenti si impoveriscono, l’acqua si scalda, nascono le alghe, si riduce l’ossigeno, il pesce minuto sparisce e quello grande non trova più le condizioni ideali per rimanere. Senza la giusta temperatura e umidità naturale anche molte specie vegetali scomparirebbero. Molti pensano che stiamo difendendo solo il nostro interesse di pescatori ma non è così: la natura è un bene comune e preservarla è dovere di tutti”. “In linea di principio non sono contrario all’energia idroelettrica – commenta Giampietro Dalla Costa, sindaco di Crespadoro –. A Ferrazza abbiamo una centrale da oltre un secolo, ma sarebbe giusto che il Comune potesse dire la sua su certi tipi di interventi. Invece siamo attori non protagonisti perché il parere comunale non è vincolante per la concessione, passa tutto per la Regione e il Genio Civile”. “Della centrale che dovrebbe nascere qui – spiega Gabriele Tasso, sindaco di San Pietro Mussolino – non abbiamo informazioni aggiornate. L’ultimo contatto che il nostro ufficio tecnico ha avuto con il progettista risale al novembre dello scorso anno. Probabilmente l’interesse dell’azienda è venuto meno, tuttavia non mi sta bene che qualcuno possa ammettere interventi sul territorio del mio Comune senza il mio consenso”.
19 CORRIERE VICENTINO | SPECIALE
S P E C IA L E
-
a l o u Sc
I N UME RI DE LLA SCUOLA di 0,6 punti percentuali rispetto a un
Telecomunicazioni: 4,8% sul totale na-
scorso anno al primo anno delle supe-
anno fa. Ha fatto il pieno di domande,
zionale. In leggera crescita il Turismo,
riori. Il 50,1% ha optato per un per-
oltre 4.000, l’indirizzo Sportivo, al suo
l’Agraria e la Chimica.
corso liceale, il 30,8% per un Istituto
debutto ufficiale a settembre.
Le percentuali di iscrizioni ai Licei su-
tecnico, il 19,1% per un Istituto pro-
Più di 163.000 ragazzi hanno scel-
perano la media nazionale del 50,1%
fessionale.
to un Istituto tecnico. Praticamente
al Centro-Sud. In particolare è boom
Con 121.686 richieste di iscrizione è
un alunno su tre opta per questi per-
nel Lazio dove il 61,7% dei ragazzi opta
stato il liceo Scientifico l’indirizzo in
corsi che, tuttavia, perdono 0,4 punti
per un indirizzo liceale. Seguono Um-
testa alle preferenze degli studen-
percentuali di iscrizioni rispetto allo
bria (54,7%), Abruzzo (54,5%) e Liguria
ti che lo scorso settembre hanno af-
scorso anno scolastico. Cala l’indirizzo
(54%). Gli Istituti tecnici piacciono di
frontato il primo anno delle scuole
Amministrazione, Finanza e Marketing
più al Nord con regioni come il Veneto
superiori. L’istituto Alberghiero, con
(9,2% di iscritti sul totale un anno fa
(37,9%), il Friuli Venezia Giulia (37,3%),
48.867 domande, è il secondo percor-
contro l’8,6% di quest’anno), ma resta
l’Emilia Romagna (34,7%), la Lombar-
so di studi più scelto in Italia. Salgono
comunque il preferito per chi frequen-
dia (34,3%) che superano ampiamente
le quotazioni del Linguistico, preferito
terà i Tecnici. Molto quotato, con oltre
la media nazionale del 30,8%.
da 47.161 ragazzi, con un incremento
25.000 iscritti, l’indirizzo Informatica e
-
Oltre 530.000 alunni si sono iscritti lo
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L ITTL E E NGLISH SCHOOL Scuola materna, scuola elementare e
richiedono un elevato livello di com-
tinua Alvarez - raggiungono un altis-
anche scuola media per permettere
petenza linguistica inglese. Tutte le
simo livello di inglese e hanno la pos-
ai bambini che hanno concluso le ele-
lezioni si svolgono, infatti, in lingua in-
sibilità di ottenere la certificazione
mentari di continuare il percorso edu-
glese, tranne quelle di italiano, spagno-
Cambridge University. Tuttavia non è
cativo proposto dalla scuola.
lo, matematica, musica, arte ed educa-
solo il bilinguismo l’elemento distinti-
“La nostra scuola media – spiega la
zione fisica e sono svolte da insegnanti
vo del nostro percorso formativo.
direttrice Lia Alvarez - accoglie alun-
madrelingua con laurea specialistica.”
Un elemento caratterizzante riguarda
ni che abbiano completato il ciclo di
La scuola integra armonicamente il
la nostra decisione di dare alla scuola
istruzione primaria presso una scuola
programma ministeriale italiano con il
media un’impronta scientifica più for-
primaria internazionale. Previo accer-
programma britannico (National Cur-
te rispetto al programma della scuola
tamento e potenziamento del livello
riculum) e assegna un’equilibrata ri-
media italiana; inoltre favoriamo un
di competenza nella lingua straniera,
levanza all’insegnamento della lingua
approccio creativo e inquisitivo per cui
saranno ammessi anche alunni pro-
inglese e della lingua italiana, in modo
i percorsi sono guidati dalle domande
venienti da altre scuole elementari,
da garantire una pari padronanza di
che gli stessi ragazzi pongono all’inter-
statali e non. Per questi ultimi, la Little
entrambe. Al termine dei tre anni, i
no degli argomenti di studio. Proprio
English School organizza un sistema di
ragazzi vengono attentamente seguiti
questo forte coinvolgimento contri-
accoglienza che permetta loro di sfrut-
e preparati per l’esame ministeriale di
buisce a far vivere ai ragazzi la scuola
tare appieno le opportunità formative
terza media.
come una seconda casa.”
offerte dalla Scuola, molte delle quali
“I ragazzi che studiano da noi – con-
CORRIERE VICENTINO | SPECIALE
Importanti investimenti e lavori di re-
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CORRIERE VICENTINO | SPECIALE
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Scuola Internazionale
Little English School
è una scuola internazionale ubicata nel centro di Vicenza che fornisce programmi scolastici in lingua inglese combinando il “British National Curriculum” e il “Programma Ministeriale Italiano”.
Scuola Materna - Scuola Primaria - Scuola Media LA NOSTRA SCUOLA OFFRE UNA VALIDA ALTERNATIVA ALLA SCUOLA TRADIZIONALE GRAZIE A PRINCIPI ED OBIETTIVI BEN MIRATI:
SCUOLA PRIMARIA
• Forte tradizione linguistica con insegnanti qualificati madrelingua • Basso rapporto numerico alunni–insegnante • Atmosfera positiva ed incoraggiante • Apprendimento per competenze e cooperativo • Sperimentazione attiva ed approccio creativo ed inquisitivo • Corsi ed attività doposcuola (musica, nuoto, Cinese, Spagnolo) • Esami Cambridge University a seconda del livello d’età
SCUOLA MEDIA •Accertamento e potenziamento del livello di competenza nell’inglese per chi proviene da altre scuole elementari • Integrazione del programma ministeriale italiano con il programma britannico (National Curriculum) • Lezioni svolte da insegnanti madrelingua con laurea specialistica • Impronta scientifica più forte rispetto al programma della scuola media italiana • Sperimentazione attiva ed approccio creativo ed inquisitivo
La Direzione rimane a Vostra completa disposizione per ogni informazione in merito e per la visita alla nostra Scuola.
Corso Fogazzaro 254 - 36100 Vicenza - Tel. 0444/545007 info@littleenglishschool.it - www.littleenglishschool.it
-
I pi u' br a v i in in glese so no i dane s i circostanze sono da sempre un valore aggiunto nella vita personale e professionale di ogni persona. A partire dall’inglese, la lingua più utilizzata nel mon-
La data della pri-
do del lavoro e nella comunicazione internazionale. A questo proposito però
ma prova è fissata:
gli studenti italiani, almeno stando alle classifiche, devono investire di più. La
si svolgerà mercoledì 22
classifica è perentoria: quanto a conoscenza dell’inglese, la Danimarca figura
giugno 2016. Ma la grande incogni-
al primo posto, mentre l’Italia solo al ventisettesimo. E questo a parità di ore
ta di questo esame resta: ci sarà una
di insegnamento. Costumi diversi ci aiutano forse a spiegare questa distanza e
commissione solo interna oppure
potrebbero fornire dei suggerimenti per colmarla e provare il sorpasso. Il 93%
saranno presenti anche quest’anno i
dei danesi preferisce guardare film in lingua originale con i sottotitoli contro il
commissari esterni? Per ora di sicuro
59% degli italiani; il 58% consulta siti web in inglese contro il 26% degli abitanti
c’è che nella Legge di stabilità viene
del Bel Paese.
richiesto al Miur di stabilire nuovi
23 CORRIERE VICENTINO | SPECIALE
La conoscenza delle lingue straniere e la capacità di utilizzarle nelle diverse
M a tu r i ta nuova?
criteri di composizione delle commissioni, cosa che doveva avvenire già per l’esame 2015, ma che poi era stata rimandata per motivi di tempistiche. Per sapere se alla maturità 2016 ci saranno le commissioni interne non resta che aspettare le prossime comunicazioni del Miur.
La Mano Vincente “Avere in mano” la situazione e conoscere le lingue straniere è fondamentale per avere successo negli affari e nelle relazioni interpersonali. ACCADEMIA LANGUAGE CENTRE con la sua équipe di “personal trainers” è al tuo fianco per ottenere questo risultato.
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ARZIGNANO
CORRIERE VICENTINO | PAESI
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Il collaudatore della Pellizzari A 60 ANNI DALLA MORTE DI GIACOMO PELLIZZARI, LA TESTIMONIANZA PREZIOSA DI SILVIO PIGHI, DA QUANDO AVEVA 14 ANNI AL SERVIZIO DEL “PARON” DI GIUSEPPE SIGNORIN
C
lasse 1922, Silvio Pighi iniziò la sua avventura alla Pellizzari nel 1936, ad appena 14 anni. Nel settembre di quell’anno, finita la seconda ginnasio, infatti, entrò in fabbrica come ragazzo di portineria per poi diventare collaudatore, e vi rimase fino al 1980, quando andò in pensione. “Ai giovani faceva quasi paura, ‘el paron’. Era duro ma buono di cuore. E anche giusto. Però che rimproveri… Una volta salii da lui per fargli firmare dei documenti. Dopo le firme, mi disse di sbrigarmi e portare il materiale all’ufficio postale. Io però mi fermai a parlare con il capo del personale, subito dopo essere uscito dalla sua stanza. Per mia sfortuna in quell’istante usciì anche Pellizzari… Mi vide e mi rimproverò in un modo che me lo ricordo ancora…”. Dopo la gavetta in portineria, Pighi passò un paio d’anni nell’ufficio commerciale. Ma quello non era il suo posto: voleva entrare in officina. Alla duplice proposta se dedicarsi alla contabilità o passare in sala prove, non ebbe dubbi e scelse la seconda opzione. Per imparare bene il mestiere si comprò gli stessi libri che usavano al Rossi di Vicenza e si mise a studiare da autodi-
Silvio Pighi è il primo a sinistra datta quando aveva un attimo di tempo libero. “Si lavorava sul serio. Non c’erano momenti morti. Però con Pellizzari c’era anche molta più sicurezza. Eravamo tutti tranquilli, certi che il lavoro non sarebbe mancato. ‘El barba’ sapeva fare il suo mestiere. Un padrone vecchio stile”. Pighi diventò in breve tempo un collaudatore esperto della Pellizzari, motivo per cui era spesso all’estero per testare e aggiustare qualche motore. Andò cinque volte negli
Stati Uniti, per un totale di cinque mesi, poi in Turchia, in Somalia, in Israele, in Francia, in Polonia, in Grecia… Quando c’erano problemi, mandavano lui. “Una delle soddisfazioni più grosse della mia carriera fu a San Francisco, a cavallo fra gli anni Cinquanta e i Sessanta. Montammo il motore più grande mai realizzato fino ad allora dalla Pellizzari. Serviva per far funzionare una macchina che schiacciava le carrozzerie delle automobili e ne ricavava dei trucioli utili poi per il riciclo. Ero il ‘supervisor’ - mi chiamavano così… Dovevo controllare, avviare e collaudare l’impianto. Al mio ritorno a casa, ricordo che un giorno ero in giro per l’officina quando mi vennero a chiamare. Erano già i tempi dell’ingegnere Lozza, che aveva sostituito Pellizzari alla guida della ditta. Lozza voleva parlarmi. ‘Ho voluto conoscerla per congratularmi con lei’, mi disse. ‘Quando le macchine vanno bene, ci vuole poco’, gli risposi io. Ma lui volle farmi i complimenti lo stesso per il lavoro svolto a San Francisco.” L’articolo integrale sarà nella nuova edizione del libro “Giacomo Pellizzari. Il suo tempo la sua gente”, prevista per il nuovo anno.
ARZIGNANO
FOTO E TESTO DI ALBERTO SALTINI
Ospiti e cartelloni indimenticabili. L’ultima serata della pizzeria “DA IVAN” volge al termine. Passata la bolgia sembra ripristinato l’equilibrio senza tempo del locale.
“Sai, sono contento perché sono venuti a trovarmi tanti amici, anche una coppia da Verona, con i loro tre figli. Si sono conosciuti qui, trent’anni fa”.
È finita. Si chiude la porta e si tirano le tende. Ivan e i suoi collaboratori sono dentro a sistemare i tavoli. Tutto dev’essere in ordine. Fuori sta finendo di piovere.
In preparazione dell’ultima pizza, la mia. Piccola, dato che la pasta era quasi finita. Con poca mozzarella (quella rimasta). “Ehh, non mi spettavo tutta staggente”.
Eccola, l’ultima, inconfondibile margherita di Ivan. Birra in bottiglia, l’unica rimasta. “Il resto go finio tutto”.
Chiuso martedì.
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L’ultima pizza “DA IVAN”
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CULTURA
CONCERTO PER ANZOLIN
C
oncerto polifonico di grande qualità domenica 22 novembre in Duomo, in occasione di Santa Cecilia, per ricordare Fernando Anzolin, industriale, musicista e benefattore della Comunità scomparso lo scorso anno. Il Coenobium Vocale diretto da Maria Dal Bianco ha proposto musiche di Palestrina, Gallus, Fauré, Perosi e P. Davide da Bergamo.
SALUTE
“IL TEMPO È MUSCOLO” AL LICEO DA VINCI
I
l Reparto di Cardiologia dell’Ospedale di Arzignano e gli Amici del Cuore hanno organizzato una serie di lezioni al Liceo Da Vinci sul progetto “Il tempo è muscolo”, nato con l’obiettivo di sensibilizzare e informare gli studenti su cosa si deve fare nel sospetto di un infarto miocardico acuto in atto, che si manifesta solitamente con la comparsa di un intenso dolore toracico che duri almeno dieci minuti.
CRONACA
PREMIO AL BILANCIO
L
o scorso 18 novembre, a Roma, il Sindaco Giorgio Gentilin ha ricevuto una menzione di merito per l’”Oscar di Bilancio della Pubblica Amministrazione 2015”. Arzignano é risultato uno dei sei Comuni italiani premiati nell’ambito dell’iniziativa “Rendicontazione nella Pubblica Amministrazione: le sfide dell’evoluzione in atto e la comunicazione agli stakeholder”, assieme a Fano (PU), Formigine (MO), Pistoia (PT), Prato (PO) e Rho (MI).
SPETTACOLO
CONDANNATI I RAPINATORI DI MARIA CRACCO
AMICI DI MARTINA
ra il 27 gennaio scorso quando Maria Cracco, 83 anni, residente con il figlio in via dei Mille, era stata legata e incappucciata in casa da alcuni banditi entrati per derubarla. Tre di questi, appartenenti alla terribile banda che aveva messo a segno svariate rapine in mezzo Nordest, sono finiti davanti al giudice per l’udienza preliminare e hanno preso, fra patteggiamenti e riti abbreviati, più di tre anni di carcere a testa e multe di alcune migliaia di euro.
a lottato fino all’ultimo per partecipare ad “Amici” attraverso “Casting Amici”, in onda su Real Time, e ancora ha la speranza di venire richiamata per la “Sfida” e conquistarsi un posto in trasmissione. Martina Molon, 19 anni, talentuosa bal-
E
AMMINISTRAZIONE
H
lerina di Arzignano, non è riuscita per pochissimo ad essere ammessa al programma ma ha tutte le carte in regola per continuare la sua avventura: per raggiungere questo risultato ha bisogno però del sostegno di tutti, sia sulla sua pagina Facebook che in quella di “Amici di Maria De Filippi”.
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Più che una maestra DI GIUSEPPE SIGNORIN
“U
na maestra tecnologica ma con il cuore delle maestre di una volta”. Usa queste parole l’insegnante Carmela Signorin per ricordare la collega e amica Renata Piazza, venuta a mancare il 28 giugno. Gli ultimi sei anni passati a lavorare fianco a fianco nella stessa squadra. “Voleva che i ragazzini di adesso esercitassero le tante abilità di una volta che purtroppo oggi, a causa delle tante comodità, rischiano di andare perse”. La maestra Piazza, classe ’54, aveva passato gli ultimi vent’anni di vita in quello che adesso viene chiamato Istituto Comprensivo 1, prima che un malessere improvviso se la portasse via. Ma il ricordo rimane impresso in maniera viva sia nei tanti alunni che ha avuto, sia nelle tante colleghe che hanno lavorato con lei. L’istituto stesso conserva le impronte indelebili della sua
creatività: non c’è parete (addirittura qualche porta) che non sia decorata dalle sue mani. “In tutto quello che faceva partiva dalle mani, poi arrivava al cuore e infine alla mente. Per l’ultima classe che abbiamo portato insieme dalla prima alla quinta, ha fatto realizzare anche uno stemma in metallo, che i ragazzi hanno portato come una spilletta”. “Ha messo l’anima nella scuola - raccontano le figlie Silvia, Giulia e Gioia -. Trasformava ogni cosa in opera d’arte, anche a casa. Non stava mai ferma, fino a tardi”. Tanti i progetti portati avanti all’interno della scuola, alcuni dei quali molto importanti come il progetto Chernobyl e quello del Centenario (1902-2002). E poi il Museo della scuola della Valle e le tante rappresentazioni teatrali per le quali cuciva lei stessa i costumi. Per la maestra Piazza erano molto impor-
tanti le tradizioni: una volta ha portato in gita i suoi alunni a Santa Margherita di Roncà, dove il marito della figlia aveva un vecchio forno, e ha insegnato a fare il pane come una volta. Anche i giochi di un tempo erano la sua passione. “Era molto amata dai suoi ragazzi - un altro ricordo delle figlie -. Quando passeggiavamo per il centro di Arzignano, capitava sempre che si avvicinasse qualche persona ormai adulta urlando ‘maestra Renata!’”. Un esempio da non dimenticare.
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Il set è la mia strada
DI MARIO PIOTTO
@mariopee8
DA MANIERO A... DI CAPRIO. ROBERTO GUDESE HA 26 ANNI ED È NATO AD ARZIGNANO, MA OGGI VIVE A ROMA DOVE FA L’ATTORE. E I SUOI SOGNI LI RACCONTA COSÌ
“E
ssere attore è qualcosa che nasce dal profondo, un bisogno interiore più grande di ogni altra cosa, una forza espressiva che senti davvero di dover buttare fuori”. No, Roberto Gudese stavolta non sta recitando, sta tirando
no infatti - avrà avuto vent’anni - ha deciso di lasciare Chiampo, dove oggi vive ancora la sua famiglia, e di prendere un biglietto sola andata per il suo domani. “Sapevo che sarebbe arrivato il momento di andarmene - racconta -: fin da piccolo sentivo questo bisogno di partire. Com’è stato l’impatto con la città eterna? Meno traumatico di quanto si possa pensare. All’inizio, certo, dormivo in una tripla, in un appartamento dove eravamo in otto: praticamente vivevo solo sul mio letto, ma non mi pesava, perché sentivo che stavo facendo la cosa giusta”. E i risultati un po’ alla volta arrivano: esordisce con la miniserie
“Dormivo in una tripla in un appartamento dove ervamo in 8 ma non mi pesava. Sentivo che stavo facendo la cosa giusta” fuori la parte più vera di lui. La voce è ferma ed espressiva, e la parlata non tradisce le origini arzignanesi, levigata dagli ormai sei anni vissuti a Roma, e naturalmente dal duro lavoro all’accademia di recitazione che ha frequentato nella capitale. Un gior-
televisiva “Faccia d’angelo”, sulla Mala del Brenta, dove recita nei panni del cugino di Felice Maniero (impersonato da Elio Germano) e poco dopo partecipa alla seconda e alla terza stagione di “Fuoriclasse”, la serie Rai con Luciana Littizzetto. Oggi Roberto,
NUOVE LUCI PER LA CUPOLA DEL DUOMO
Arnaldo Gastaldello, della ditta Climatech del gruppo Riello, con 11.535 euro complessivi è stata possibile la manutenzione generale e anche l’installazione dell’impianto di illuminazione per la cupola e il cupolino con fari a LED a basso consumo di ultima generazione a lunga durata. “Adesso di sera si vede la cupola illuminata da ogni parte di Arzignano - commenta don Mariano Lovato. È diventata un punto di riferimento riconoscibile ovunque.”
S
ono terminati i lavori di manutenzione straordinaria sull’impianto illuminotecnico del Duomo, necessari perché i vari pezzi da tempo in avaria non erano più sostituibili con ricambi in quanto la ditta francese che li aveva prodotti è fallita. A questo riguardo, era già stato fatto un preventivo di 13.000 euro alcuni anni fa, ma grazie alla proposta del parrocchiano
che di anni ne ha fatti intanto 26, ha appena festeggiato l’uscita del film “In fondo al bosco” di Stefano Lodovichi, ed era nel cast della fiction “Di padre in figlia”, girata in queste settimane a Bassano, sulla sceneggiatura di Cristina Comencini. È insomma uno di quelli che ce l’hanno fatta, verrebbe da dire: “In realtà - spiega - questa professione non ha un traguardo, ma è un percorso graduale. Se adesso vedo una differenza rispetto a prima, è solo perché oggi riesco a vivere del mio lavoro, senza dover più passare dodici ore al giorno a fare il cameriere in un ristorante, come all’inizio. Ma è un percorso che sto costruendo piano piano”. Un percorso che ha sentito suo fin dai tempi della scuola. “Mia mamma dice che recitare è qualcosa di innato in me, anche se è una cosa venuta fuori per gioco alle medie. Poi alle superiori, al Da Vinci di Arzignano, ho preso parte a un gruppo teatrale e da lì ho capito che era la mia strada”. Presto per dire dove arriverà, ma non tanto per cullare almeno un sogno: “Ogni personaggio rappresenta una sfida, ma quella vera per me sarebbe riuscire ad avere una parte come quella di Di Caprio in ‘Buon Compleanno, Mr Grape’, dove riesce a mettere in scena la disabilità mentale con una profondità senza eguali”.
ARZIGNANO
Un bagno da primo premio DI MARIO PIOTTO
I
@mariopee8
ntuizione, contesto, programma: questo è tutto ciò che serve per dare forma a un sogno. Parola dei ragazzi di CLAB, lo studio architettonico fresco di primo premio al concorso di interior design indetto dall’atelier EERA, per la valorizzazione della pietra negli ambienti interni. ‘La stanza da bagno del viticoltore biodinamico’ era il titolo della proposta su cui hanno dovuto lavorare, e questi quattro ragazzi tutti sulla trentina hanno preso pietra, legno e fantasia, mettendo in piedi in breve la loro visione. “Abbiamo realizzato tutto, dai sanitari all’illuminazione - racconta l’arzignanese Nicola Bedin -, puntando a valorizzare soprattutto la ‘naturalità’, aspetto su cui certamente ruota la vita di un viticoltore biodinamico”. Il secondo arzignanese del gruppo è Paolo Rigodanzo, mentre il resto della squadra è composto dal veronese Andrea
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Castellani e dal mantovano Matteo Fiorini. “Ci siamo conosciuti all’Università, a Venezia, condividendo un’esperienza in Portogallo. Due anni fa abbiamo avviato assieme il proget-
to CLAB, iniziando a promuovere il nostro lavoro in diversi concorsi e iniziative”. Con la pietra ci sanno fare, per questo hanno subito aderito alla proposta di EERA, e ora il loro lavoro sarà esposto nello showroom dell’atelier, dopo essere stato alla fiera Marmomacc. Ma non è l’unico risultato di cui vanno fieri: “Lo scorso anno - prosegue Ni-
cola - abbiamo anche ricevuto una menzione a un concorso promosso dalla rivista ‘Casabella’ tra designer con meno di 31 anni: il nostro progetto per la casa del custode nel parco di Villa BelpoggioBaciocchi, a Bologna, è stato selezionato tra i primi sette”. E adesso si guarda avanti, in attesa di nuovi traguardi e con una consapevolezza: “L’architettura ha ancora molto da dire, fino a che saprà dare concretezza alle intuzioni. Perchè la fantasia è indispensabile, ma da sola non basta”.
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Un viaggio nel tempo DI GIUSEPPE SIGNORIN
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a serata di venerdì 9 ottobre nella sala parrocchiale di Villa Mattarello è stata davvero speciale. Un viaggio nel tempo organizzato per la comunità da Giulio Stocchetti con la collaborazione della Pro Loco, dell’associazione Vivi la tua terra, dell’Assessorato alla cultura e ovviamente della Parrocchia Ognissanti. Meta del viaggio: la Festa del Ciao dell’ormai lontano settembre 1982. Ha fatto da protagonista un filmato di un’ora e mezza girato da Giulio Stocchetti stesso e di recente sistemato con un commento audio a opera di Franco Viali, che racconta una giornata di 33 anni fa fra giochi e momenti di preghiera. Un centinaio i presenti in sala, la maggior parte dei quali hanno avuto il piacere di rivedersi tanti anni dopo in un’Italia molto cambiata. Ospite d’onore don Giuseppe Tassoni, all’epoca giovane cappellano, attualmente
Menù di Natale e di Capodanno Per il pranzo delle feste natalizie la rosticceria Mazzocco ha in serbo prelibatezze che condiranno di buon gusto e raffinatezza la vostra tavola. Ecco le nostre proposte.
Antipasti
• Involtino di mazzancolla al lardo di colonnata • Trancetti di salmone al forno • Tortino di patate con i gamberi • Lumache alla borghignonne
attivo a Malo. “Non è stato facile riconoscere e rintracciare i tanti ragazzi presenti nel filmato. Alcuni non si ricordavano neppure di aver partecipato all’evento - ci racconta Giulio Stocchetti. Alla fine però la serata è stata un successo. Appena sono iniziate le immagini è partito un tifo da stadio… Tutti commentavano, si riconoscevano… È stato commovente.” Il filmato è un documento prezioso di un’Italia che non c’è più. “Decisamente. L’obiettivo di questo lavoro e di questo evento era appunto di ricordare com’eravamo ‘appena’ 30 anni fa. Tanti ragazzi vestiti in maniera molto diversa, in un clima di sana allegria e amicizia che oggi si vede raramente. Il filmato poi ha una dedica particolare ad Alberto Rosa, che oggi non c’è più ma nel video appare ricciuto e paffutello, armato del suo zainetto a tracolla mentre marcia imperterrito quasi a guidare l’allegra com-
Primi piatti
• Crespelle ai porcini, al radicchio e agli spinaci • Pasticcio alla Bolognese, salmone e tartufo, peperoni caciocavallo e ai quattro formaggi • Cannelloni alla Rossini • Cannelloni ricotta e Spinaci • Tortelli all’astice Fondi per risotti e sughi a richiesta
Secondi Piatti
• Tacchinelle e Capponi allo spiedo, all’arancia e ai marroni • Cappone ripieno ai porcini
Un ospite gradito della serata: don Giuseppe Tassoni pagnia verso Santa Margherita, teatro di quella Festa del Ciao indimenticabile.”
• Tacchina ripiena ai marroni • Rotolo di tacchino con miele e marroni • Porchetta Sella di coniglio ripiena • Stinco di vitello o maiale • Faraona al brandy • Cappello del prete di vitello • Tagliata di filetto di maiale al rosmarino • Carrè di maiale al latte • Rosetta di vitello al tartufo • Capriolo, lepre e fagiano • Filetto di orata o branzino • Capesante ripiene Contorni a scelta Si consiglia la prenotazione
Gastronomia Mazzocco - Corso Mazzini, 5 Arzignano (VI) tel. 0444 670128
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Tutti in pista
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DI STEFANO COTROZZI
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a vecchia pista d’atletica lascia con il colpaccio di un record italiano sui 300 metri, quello di Michele Rancan, la nuova star della nazionale italiana di atletica Under 18. Nonostante il record la pista mostrava i segni del tempo e non si poteva più prorogare il suo rifacimento per di più avendo alle spalle una società come quella dell’Atletica Arzignano del presidente Christian Belloni in continua crescita. Oltre 160 atleti che ogni settimana utilizzano l’impianto, con una pista oramai non più omologata. “L’ostacolo – ci racconta il consigliere delegato allo sport Michele Bruttomesso – era l’alto costo per il rifacimento: 410 mila euro. Siamo riusciti a reperire la copertura finanziaria con difficoltà ma un movimento come quello dell’atletica arzignanese aveva bisogno di risposte. Adesso siamo partiti per rifare completamente la
pista: ci siamo mossi per tempo e abbiamo già richiesto l’omologazione alla Fidal, la federazione italiana di atletica e ad un omologatore ufficiale, elemento necessario perché i record sulla nostra pista poi possano diventare ufficiali. Stiamo provvedendo anche ad avere attrezzature nuove, anche queste omologate, come ad esempio dei nuovi ostacoli, per avere un impianto di cui andare orgogliosi. La pista sarà pronta e operativa dopo l’estate del 2016. Per poter effettuare i lavori dobbiamo aspettare la sosta del campionato di calcio, ma dall’autunno prossimo gli atleti potranno allenarsi e gareggiare final-
mente su una pista nuova di zecca la cui superficie è stata scelta in collaborazione con l’Atletica Arzignano”. Le novità per la società arzignanese non finiscono qui: in collaborazione con l’atletica Valchiampo è stata aperta una palestra dove potersi allenare sotto le tribune dello stadio di Chiampo, una struttura più grande per gli allenamenti degli atleti. Segnaliamo un’ultima attività: in collaborazione con l’asilo Bonazzi, nasce ‘AtleticAsilo’, che coinvolgerà i bambini delle classi dei grandi con delle lezioni settimanali guidate da un istruttore.
Il buono della cucina di casa. A Ca’ Vecie ti siedi a tavola per incontrare i sapori genuini degli ingredienti di stagione. Pasta fresca, piatti di carne alla griglia, spiedi, arrosti e portate di pesce sono il ricco menù di Ca’ Vecie. Da provare ad ogni stagione!
Osteria Ca’ Vecie - via Cavecchie, 99 - 36040 Brendola - 0444 601375 Dal martedì al venerdì menu fisso per pranzo e menu alla carta per cena – il venerdì a mezzogiorno pesce possibilità di prenotare cene di pesce o con menù a richiesta
ARZIGNANO
CORRIERE VICENTINO | PAESI
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Medaglia d’oro di tiro a segno DI TOMMASO PRIANTE
M
anola Anselmi, 36 anni, oltre a essere un’agente del comando Polizia Locale di Arzignano, è fra i talenti italiani nella disciplina del tiro a segno. Dopo l’esperienza del 2013 - il suo anno d’oro - si è riconfermata quest’anno, ottenendo la medaglia d’oro da 25 metri e l’argento dai 10 durante i Campionati Italiani della Polizia Locale, svoltisi a Ravenna. Come si è avvicinata a questa disciplina? Sono ormai cinque anni. Come quasi sempre accade, all’inizio avevo dimostrato un certo talento durante le esercitazioni della polizia, ma nulla di più. Poi, quasi per scherzo, ho cominciato l’addestramento seguita da un istruttore, ho affinato la
tecnica e sono passata alla fase agonistica. Continuo a frequentare regolarmente il poligono di Vicenza e sono diventata
istruttrice di tiro. Come si struttura la preparazione? È necessario moltissimo allenamento perché - come in un puzzle - ogni aspetto
deve combaciare perfettamente: posizione, concentrazione, respirazione, pressione sul grilletto. È uno sport di mente. Allenandosi, si impara a dominare quell’autocontrollo che, durante la gara, può vacillare in un attimo. Giusto per fare un esempio: alle Olimpiadi del 2004 il favorito campione del mondo, deconcentrandosi solo un istante prima dell’esecuzione, sparò al bersaglio del vicino, perdendo così la medaglia. Qual è, secondo lei, il punto di forza di questa disciplina? Il suo punto di forza risiede forse nel suo più grande difetto: non si hanno certezze. Può essere a causa della tensione, del tempo, del pensiero sbagliato al momento sbagliato, di qualsiasi cosa, e la prestazione non raggiunge l’obiettivo desiderato. Prima di tutto, è una continua sfida su se stessi e contro se stessi.
MTB non-stop DI GIUSEPPE SIGNORIN
H
a iniziato con le mountain bike a 30 anni dopo una vita dedicata al calcio e quest’anno ha raggiunto il top: primo nel circuito nazionale 24h MTB Italian Challenge nella categoria Master, terzo nella 6h del Triveneto e quinto nella 3h di Valle Verde. Classe ‘62, Franco Pieropan fa parte della squadra arzignanese Punto Bici ed è sempre in cerca di nuovi stimoli. “Sono attirato dalle gare più estreme - racconta - una cosa che devo avere ereditato da mio padre, Luigi, che correva maratone di 100 km. La mia passione ora sono le gare di 24 ore: si parte il sabato a mezzogiorno e si arriva il giorno dopo alla stessa ora. Vince chi ripete più volte lo stesso circuito”. Come ci si regola per tempi così lunghi? Inizialmente mi ha aiutato l’esperienza fat-
ta al militare, dove ci facevano marciare per 50 minuti e riposare per 10. Ho iniziato così anche con la bici, poi però ho preso il ritmo e ora pedalo quasi senza sosta. Mi fermo per mangiare e poco altro. Com’è nata la passione? Quasi per gioco. A 27 anni ho smesso di giocare a calcio a causa di un infortunio ai legamenti. A 30 anni i primi giri in bici con alcuni amici: mi piace stare in mezzo ai boschi, in montagna, all’aria aperta. Così un po’ alla volta ho iniziato a fare più sul serio. Infine le gare vere e proprie, in particolare le 24h. Il segreto per vincere? Allenarsi tanto, imparare a soffrire e avere la testa libera da pensieri: nei momenti di crisi andare avanti è solo una questione mentale. La famiglia?
Mi aiuta tanto. Mia moglie non mi ostacola, anzi, mi incita e questo fa la differenza. Poi ho due amici che mi sostengono sempre, in ogni modo: Ferdinando Tura e Andrea Pellizzari. Senza di loro non ce la farei a raggiungere questi risultati. Prossima sfida? Ora mi riposo un attimo. Niente bici per un po’, solo camminate in alta quota per tenermi in forma. A febbraio, quando uscirà il calendario con gli appuntamenti per la prossima stagione, valuterò.
MONTECCHIO
DI DAVIDE GHIOTTO
Q
uando è stata l’ultima volta che avete portato a sviluppare dal fotografo le foto delle vacanze? Probabilmente nemmeno ve lo ricordate perché è uno di quei gesti caduti nel dimenticatoio e che invece, prima di un decennio fa, erano la consuetudine. Cos’è successo in questi dieci anni che ci ha fatto cambiare in modo così drastico le nostre abitudini? Diego Faccin, giovane ma storico proprietario di uno studio fotografico montecchiano, prova a spiegarlo.
“Conosco molti bambini che non hanno più foto di quando erano piccoli perchè il computer in cui erano custodite si è rotto”
“In primis la fotografia è cambiata tecnicamente. Si è passati dall’utilizzo della pellicola al digitale. Con la pellicola il consumatore, per vedere le sue foto, era costretto ad andare a farle stampare in uno studio fotografico; ora, con l’avvento del digitale, non appena si scatta una foto si ha già la possibilità di vederla sullo schermo del proprio telefonino e ciò ci soddisfa già, rendendo quasi inutile la stampa fisica della fotografia”. Quali sono le conseguenze di questo nuovo approccio alla fotografia? Tutti noi abbiamo apparati elettronici colmi di foto dei nostri affetti più cari. Se questi strumenti dovessero rompersi, i nostri ricordi andrebbero irrimediabilmente persi. Conosco moltissimi bambini che non hanno più nessuna loro foto di quando
erano piccoli proprio per il fatto che non sono mai state stampate e il computer dove erano custodite si è rotto. Questo secondo me è un problema sociale da non sottovalutare perché questi giovani individui diventeranno adulti che non potranno avere la memoria storica tangibile di essere stati bambini”. Quali sono allora i servizi più richiesti dai clienti? Lo sviluppo è drasticamente calato ma c’è ancora qualcuno che trova piacere ad avere
la copia fisica e soprattutto condivisibile delle sue foto. Ora va per la maggiore l’oggettistica personalizzata come tazze, cuscini, cornici e tutte le varie idee regalo. Un altro settore che da sempre vede i fotografi come protagonisti sono le cerimonie, è ancora così? Purtroppo no. Ormai siamo tutti fotografi e la concorrenza di persone che sanno usare una macchinetta in modo amatoriale è altissima. I clienti preferiscono quindi chiamare qualche amico che ha dimestichezza con gli attrezzi e risparmiare un po’ piuttosto che chiamare il fotografo professionista. La differenza però è che il fotografo abusivo non ha gli strumenti per stampare le foto, quindi anche il caro vecchio album di matrimonio sta scomparendo facendo spazio al cd o alla chiavetta USB. In conclusione: la fotografia è in crisi? La fotografia in generale gode di ottima salute, sta vivendo la sua seconda giovinezza; a rimetterci siamo noi fotografi professionisti e tutto l’ambiente legato al caro e vecchio rullino.
UNA CITTÀ PIÙ BELLA È aperto il bando comunale per la concessione di contributi per la sistemazione di facciate di edifici inseriti all’interno dei piani di recupero nelle “Tavole dei prospetti principali” e di edifici prospettanti viale Stazione ad Alte. Lo scopo è la sistemazione e la riqualificazione degli edifici e quindi del contesto urbanistico in cui si trovano, ossia le zone che per la loro posizione rappresentano più di altre il “biglietto da visita” della città. Il modulo per le domande e il bando sono scaricabili dal sito del Comune o reperibili all’URP. Le domande vanno presentate entro il 22 marzo 2016.
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La seconda vita della fotografia
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MONTECCHIO
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Nasce la super Protezione Civile DI MARIO PIOTTO
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@mariopee8
na squadra di 12 Comuni per ottimizzare e migliorare il servizio di Protezione Civile. A Montecchio Maggiore, con la firma dell’apposita convenzione, è ufficialmente nato il Distretto VI9 della Protezione Civile, il primo a costituirsi in provincia di Vicenza. Oltre che da Montecchio, è composto da Alonte, Brendola, Gambellara, Grancona, Lonigo, Montebello, Montorso, San Germano dei Berici, Sarego, Zermeghedo e Zovencedo. La convenzione, di durata quinquennale successivamente rinnovabile, mira ad aumentare l’efficienza nella gestione ordinaria del territorio e nelle situazioni di
emergenza e allo stesso tempo a coordinare in modo ottimale la finanza pubblica e il contenimento delle spese. Montecchio Maggiore, Comune capofila, curerà gli aspetti amministrativi della convenzione, presenterà richieste di contributo per l’ac-
quisto di mezzi e materiali e gestirà i fondi e i beni relativi alla convenzione. Nella città castellana viene inoltre istituito il Centro Operativo Intercomunale, che sarà il punto di riferimento strategico e operativo
in caso di emergenza e per la gestione delle funzioni sovracomunali e che sarà guidato dal Comitato Volontario di Protezione Civile di Montecchio Maggiore. “Abbiamo siglato un accordo molto importante – commenta il sindaco Milena Cecchetto –, perché è il primo nel Vicentino e può quindi fungere da modello sia nella nostra provincia che nel resto della regione. I Comuni, quando lavorano insieme, possono ottenere grandi risultati”. Le fa eco l’assessore alla Protezione Civile Loris Crocco: “La convenzione permetterà di evitare sprechi, ad esempio nell’acquisto di mezzi e attrezzature, e allo stesso tempo di garantite un monitoraggio condiviso e quindi più accurato delle eventuali criticità che si presenteranno nel territorio”.
CRONACA
SCUOLA
AGENZIA ABUSIVA DI PRATICHE PER IMMIGRATI
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a Polizia Locale dei Castelli ha scoperto e sanzionato un’agenzia di consulenza per pratiche amministrative riguardanti gli stranieri che operava in Viale Stazione ad Alte Ceccato senza aver comunicato agli uffici comunali la SCIA, ossia la Segna-
lazione Certificata di Inizio Attività. L’agenzia, condotta da un’italiana residente a Vicenza, offriva su appuntamento agli stranieri consulenze di vario tipo, comprese informazioni sulle pratiche per ottenere il permesso di soggiorno. Alla titolare è stata comminata una sanzione di 1.032 euro.
GIOVANI
APERTO IL NUOVO BANDO IDEATTIVITÀ
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InformaGiovani e l’Assessorato alle Politiche Giovanili hanno varato il nuovo bando “Ideattività 2016”, che intende finanziare progetti di attività formative e/o ricreative ideate da giovani di età compresa tra
i 18 e i 35 anni, residenti o domiciliati nel Comune di Montecchio Maggiore. Per partecipare è necessario inviare, entro il 31 gennaio 2016 il proprio progetto a comune@comune.montecchio-maggiore.vi.it e, in copia, a infogiomm@interplanet.it.
ALUNNI A LEZIONE DI DIRITTI
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li alunni delle classi terze della primaria “San Francesco” e delle quarte della primaria “Don Milani” hanno celebrato nella sede di Casa Joseph in Piazzetta Diritti dell’Infanzia la Giornata Internazionale per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Grazie anche ad un concorso di disegno organizzato dall’Associazione Joseph, hanno riflettuto sul tema dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e su tutti quei bambini che nel mondo ne sono esclusi.
BRENDOLA
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Splende il sole al Golf Club LA“PRO AM” IN TERRA VICENTINA BATTE... L’INVERNO. ED È UN SUCCESSO. DI MARIO PIOTTO
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@mariopee8
l Golf Club Colli Berici è un posto incredibile, specie in questo periodo dell’anno. Parti da casa che tutto è inverno: la nebbia, la brina sui campi, gli sbuffi di fiato che si trasformano in vapore. Poi ad un certo punto ecco che, passata l’ultima curva, incontri il cielo più azzurro che un autunno inoltrato abbia mai potuto regalare. Provare per credere. Oppure chiedere agli 88 golfisti che lo scorso 5 novembre hanno invaso pacificamente il green per l’esclusiva Pro Am Invitational By Marco Bicego, sfida organizzata dal Club che per la prima volta in terra vicentina ha messo di fronte i migliori professionisti e amatori di categoria. “In verità - racconta con un sorriso il presidente Al-
berto Ferrari - il meteo ci stava giocando un bello scherzo. Il torneo era previsto la settimana prima, ma proprio la mattina della gara, una cosa mai vista: la nebbia è salita fino a qui”. La macchina organizzativa però non si è persa d’animo, nemmeno di fronte al rischio che saltasse tutto. Grazie all’entusiasmo e alla spinta della proette Margherita Rigon, “mente” dell’evento, tutti i partecipanti sono stati subito contattati, riprogrammando la gara. Ed è stato un successo. “La giornata perfetta: l’inverno non ha fatto i capricci, fermandosi al… piano terra. Qui i giocatori giravano in maniche corte. Ma è stato soprattutto il clima di festa quello che porteranno nel cuore le oltre 120 persone, tra giocatori, sponsor e ospiti che abbiamo accolto nella nostra struttura”. Entusiasmo per i partecipanti, con nomi del calibro di Giulia Sergas, Margherita Rigon, Aaron Zemmer, Elisabetta Bertini, e la “guest star” Costantino Rocca, icona del golf italiano, uno che ha battuto un certo Tiger Woods, per capirci. Divisi in squadre da 4 (1 “pro” con 3 “am”), si sono sfidati sulle 18 buche con formula “Stableford”, cioè a punti assegnati sulla distanza dal
Par. Attorno al prato verde poi, ancora più gusto, con gli stand che hanno proposto i prodotti tipici del territorio, per un assaggio in senso letterale delle nostre eccellenze. Ricchi premi per le prime quattro classificate, che hanno ricevuto gioielli firmati dal “title sponsor” Marco Bicego; nessuno però è riuscito a centrare la “hole in one”, lo speciale premio assegnato alla buca 10 al primo in grado di fare centro con un solo colpo. Ma poco importa, perchè “il vero centro lo abbiamo fatto noi - conclude Ferrari - proponendo un torneo unico, che chiude un anno fantastico per il Golf Club, in prima linea già con l’Alps Tour di primavera. Siamo una grande famiglia con la passione per il golf, in uno scenario unico al mondo: questa è l’atmosfera che vogliamo continuare a trasmettere”.
CHIAMPO - SAN PIETRO MUSSOLINO
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Il direttore scala “El Vajo” DI DAVIDE GHIOTTO
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rancesco Grigolo, 34 anni, di San Zeno di Arzignano, un Diploma in Canto conseguito nel 2013 al Conservatorio di Vicenza con il massimo dei voti e numerosi corsi per direttori di coro con i migliori docenti italiani e stranieri, fondatore e organizzatore del “Festival organistico Città di Arzignano”. È lui il nuovo direttore del coro maschile “El Vajo” di Chiampo. “Quando mi è arrivata la proposta dell’Ing. Zecchin – racconta - sono rimasto molto lusingato dal fatto che il direttore uscente Paolo Gioco avesse pensato a me come uno dei papabili sostituti. Allo stesso tempo ero molto combattuto perché non avrei mai potuto lasciare i due cori che tuttora dirigo: il Coro Polifonico S. Biagio di Montorso e il Gruppo corale maschile di Bolzano Vicentino”. Come ha preso la decisione?
“Prima di decidere ho voluto tastare con mano il gruppo e insieme al direttivo de ‘El Vajo’ abbiamo deciso, Foto di Paolo Darcoli all’insaputa dei coristi, di far credere loro che fossi lì solo per tenere qualche lezione di vocalità. Appena li ho sentiti però ho capito che non avrei potuto farmi scappare un’occasione simile e quindi, con l’importante supporto di mia moglie, ho accettato l’incarico”. Cosa riserva il futuro a “El Vajo”? “Ora ci sarà una fase di assestamento e di lavoro basato sullo studio tecnico-vocale. Il coro manterrà comunque la sua forte identità popolare. Quindi cercheremo di valorizzare il repertorio esistente arricchendolo con le nuove proposte dedite al repertorio per coro maschile”.
Ottimo acquisto per il coro “El Vajo” che può contare, oltre che su un eccellente direttore, anche su un esperto organista. Nel 2009, infatti, Grigolo si diploma in Organo e Composizione organistica a Vicenza e, poco dopo, decide di partire per migliorarsi ulteriormente. “Dopo il diploma, quello che mi mancava era un’esperienza all’estero. Quindi, dopo aver superato l’esame d’ammissione, sono entrato all’università della musica di Vienna nella classe d’organo del prof. Pier Damiano Peretti . È stata l’esperienza che più mi ha formato come musicista, sia per il grande insegnamento che mi ha dato il prof. Peretti, sia per l’opportunità che ho avuto di frequentare posti come il Musikverein o la Konzerthaus”.
Il trial mondiale si avvicina DI STEFANO COTROZZI
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l grande evento mancano quasi 9 mesi, ma San Pietro Mussolino scalda già i motori in vista del Mondiale Trial 2016, che a settembre prossimo porterà l’ultima tappa dell’edizione proprio in vallata. Sono settimane di intenso lavoro per il comitato organizzatore che fa capo al Motoclub Trial Valchiampo, il cui presidente Moreno Piazza ha la valigia in mano per partire con destinazione Mies, sul lago di Gineva. “La sede della Federazione Internazionale di Motociclismo ci attende - conferma Piazza, che sarà accompagnato dal sindaco di San Pietro Gabriele Tasso, oltre
che da alcuni membri dello staff -: questo incontro rappresenta la nostra ‘investitura’ ufficiale, ma soprattutto ci servirà per coordinare tutta l’agenda organizzativa”. Al momento la squadra al lavoro è composta da una quindicina di persone, che diventeranno almeno il doppio a partire da gennaio, quando scatterà il vero e proprio conto alla rovescia in vista della gara. “Sarà un viaggio impegnativo: ci chiederanno
di rispettare molti parametri per il buon funzionamento della manifestazione, ma noi ci siamo!”. Appuntamento allora per il fine settimana del 3 e del 4 settembre del prossimo anno, per l’evento sportivo che riporterà il Mondiale in Italia dopo un anno, ma soprattutto restituendolo al Veneto 29 anni dopo la tappa di Falcade ‘87. Si prevede il pubblico delle grandi occasioni al seguito del centinaio di piloti in gara. In queste ore si sta definendo il possibile tracciato, che sarà lungo una decina di chilometrì e sviluppato tra Chiampo, San Pietro Mussolino e nuclei limitrofi, privilegiando lo sterrato anche negli spostamenti tra le varie località.
NOGAROLE
DI MARCO ALESSANDRI
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n paesaggio naturale invidiabile, tranquillità e numerosi servizi a portata di mano. Sembra essere questa la ricetta segreta che porta molti a investire ancora su Nogarole, il più piccolo del Comuni dell’Alta Valchiampo che però continua a veder crescere il numero dei suoi abitanti. E l’Amministrazione si rende complice di questa tendenza con l’approvazione delle nuove regole per l’edilizia, avvicinandosi sempre più alle esigenze della cittadinanza. “Con l’approvazione da parte della Provincia del Piano di Assetto del Territorio Intercomunale (PATI), abbiamo dettato le linee guida strategiche per il futuro del nostro comprensorio in collaborazione con Chiampo, Crespadoro, San Pietro e Altissimo – spiega il sindaco Romina Bauce – ed ora spetta ai singoli Comuni l’attuazione puntuale sul proprio territorio attraverso varianti del Piano degli Interventi”. Un’opportunità unica e inedita per le Amministrazioni comunali della valle, che stanno già predisponendo con i propri uffici le nuove regole da attuare senza doverle più sottoporle all’approvazione della Regione, come invece accadeva con il vecchio Piano Regolatore. E il primo ad approvare il Piano Interventi in Consiglio comunale è proprio Nogarole. “Non ci sono scelte unilaterali, calate dall’alto. Sin dall’inizio abbiamo voluto lavorare in concertazione con i cittadini – commenta il primo cittadino – organizzando serate pub-
bliche e mettendo a disposizione gli uffici per osservazioni e proposte. Con il tecnico incaricato a redigere il Piano, l’urbanista Lino De Battisti, abbiamo concordato di lavorare in due fasi. In questa prima tranche abbiamo focalizzato l’attenzione sulle manifestazioni di interesse della cittadinanza, in totale 60, delle quali l’80% è stato accolto. Abbiamo accelerato per approvare la prima variante in novembre, così chi ne ha davvero interesse o necessità potrà partire già con l’anno nuovo. Nella seconda fase, che inizierà nella prossima primavera, andremo
invece ad analizzare puntualmente le singole contrade, un immenso patrimonio immobiliare che non vogliamo rimanga nell’abbandono. Si vuole andare verso una maggiore flessibilità – conclude il sindaco Bauce – così da conseguire risparmi di spesa a favore dei cittadini e incentivare il recupero e la ristrutturazione degli edifici esistenti, comunque senza snaturare il tessuto storico. Abbiamo la fortuna che molti giovani intendono investire sul territorio e fermarsi in paese, intendiamo essere al loro fianco e favorire ogni possibilità”.
A LEZIONE DAI CARABINIERI Un incontro davvero interessante con l’Arma dei Carabinieri a Nogarole, nella serata di giovedì 26 novembre, in un salone parrocchiale che era al limite della capienza. Il Comandante della Compagnia di Valdagno, Cap. Mauro Maronese, e il Comandante della Stazione di Chiampo, Antonio Ceccon, hanno spie-
gato ai cittadini alcune semplici accortezze per scongiurare furti e truffe a danno delle proprie abitazioni.
FESTA PER IL PRINCIPE DEL BOSCO Con tre bellissime giornate di festa, il 23-24-25 ottobre ad Alvese di Nogarole si è rinnovata con grande successo una tradizione iniziata nel 1983: la “Festa dei Maruni”. Musica e divertimento, escur-
sioni in bici e a piedi per i sentieri locali e un notevole stand enogastronomico per celebrare il principe del bosco, il marrone.
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Piano Interventi per lo sviluppo
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MENÙ Aperitivo di benvenuto con stuzzichini Antipasto • ricco antipasto di polenta al cucchiaio con fonduta di formaggio del Monte Faldo • sopressa e radicchio di campo con pancetta • tagliatelle in brodo con fegatini Primi piatti • maccheroncini all’uovo e tartufo di marana • risotto con zucca e pancetta • bigoli con tastasal e verdurine Secondi piatti • spezzatino in umido con patate DE.CO. • spiedini con salsiccia con la “rava” e polenta • contorni misti • dessert natalizio Per tutti i bimbi ci sarà un piccolo regalo Menù completo €35,00
MENÙ Aperitivo a buffet dalle ore 19:00 Ore 20:30 inizio Gran Cenone di Capodanno Primi piatti • lasagne al forno con radicchio, salsiccia e gorgonzola • risotto di scampi ubriacato allo Champagne Pausa tutti nell’angolo del sorbetto e della frutta divertimento a go-go con musica, karaoke e giochi Secondi piatti • fettine di vitello al profumo di tartufo accompagnate con patate allo speck, verze in camicia e fagottini di radicchio Tutti pronti per il GRANDE BRINDISI! La festa inizia con il DJ Dopo mezzanotte Gran buffet di inizio anno con tutti i piatti portafortuna. Alle ore 3:00 penne all’arrabbiata e la festa continua fino alle ore 6:00 con cappuccino e bombolone! Menù completo €43,00
MONTEBELLO-MONTORSO
DI LISA DUGATTO
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anche a Montebello è arrivata la Casa dell’Acqua. La nuova struttura, installata nel Piazzale del Donatore, luogo centrale e di grande passaggio, è stata inaugurata lo scorso 5 novembre. Alla cerimonia erano presenti, oltre alle autorità locali e degli enti coinvolti, anche tutte le classi della scuola primaria. L’ installazione di questo distributore automatico di acqua potabile naturale e gassata, opportunamente microfiltrata, trattata e refrigerata, è stata resa possibile a seguito dell’accordo tra Amministrazione Comunale e Medio Chiampo Spa, il gestore unico del servizio
idrico integrato dei Comuni di Montebello, Zermeghedo e Gambellara: il Comune ha messo a disposizione l’area, mentre l’ente ha sostenuto i costi dell’impianto e del montaggio, in cambio dell’incasso diretto dei proventi derivanti dalla vendita dell’acqua. Si dichiara soddisfatto il sindaco Dino Magnabosco: “Possiamo dire di aver raggiunto i due principali obiettivi che ci eravamo prefissati: offrire un servizio in più al cittadino e al contempo promuovere l’acqua pubblica di qualità”. Gli effetti positivi derivanti dall’installazione di queste “casette” sono ormai ben noti, soprattutto in termini di riduzione dell’impatto
ambientale: incentivando “l’acqua self service” e quindi il riutilizzo delle bottiglie, si riduce infatti la produzione di plastica e l’inquinamento ad essa collegato. Una casetta, tanti vantaggi dunque: si valorizza l’acqua di rete, si crea meno inquinamento e, non da ultimo, nasce un nuovo punto di aggregazione sociale.
Lettera a Renzi contro il patto-catena DI MARIO PIOTTO
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@mariopee8
l patto di stabilità blocca importanti interventi nelle scuole e così il sindaco di Montorso Antonio Tonello prende carta e penna e scrive direttamente al Premier Matteo Renzi. “Due edifici su tre, ossia la scuola materna e la secondaria di primo grado - spiega il primo cittadino -, non sono in linea con le ultime norme contro il rischio sismico. Il nostro Comune avrebbe le risorse finanziarie (200.000
euro, ndr) per realizzare l’adeguamento antisismico delle scuole, ma di fatto non può avviare i lavori in quanto, successivamente, non potrebbe pagarli proprio perché tenuto al rispetto del limite imposto dal patto di stabilità. Essendo Montorso un Comune virtuoso, che ha sempre avuto i conti in ordine e che non ha mai reclamato aiuti da parte dello Stato, ho chiesto a Renzi che il Governo ci consenta di sforare per uno o due anni il patto di stabilità oppure che lo Stato ci conceda un contri-
Concordataria assicurazioni Auto sostitutive • Riparazione cristalli Servizio carro attrezzi Igienizzazione degli interni all’ozono
buto per avviare questi indispensabili lavori. Qui sono in gioco l’istruzione scolastica e l’incolumità dei nostri ragazzi. E noi non vogliamo che le nostre scuole siano considerate di serie B rispetto alle scuole di altre regioni”. Nonostante il patto di stabilità, è stato comunque possibile realizzare un intervento atteso da anni, ossia la tinteggiatura delle pareti esterne delle scuole medie, e questo grazie al contributo del Lions Club di Arzignano e di alcune aziende. Il Comune ha inoltre provveduto alla sistemazione di un terrazzino per evitare le infiltrazioni e un intervento simile è stato completato anche alla scuola dell’infanzia.
le facciamo di tutti i colori
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Ora l’acqua è “self service”
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Nuova viabilità tra ipotesi e critiche DI LINO ZONIN
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l sindaco Luca Restello si trova davanti alla prima seria asperità della sua appena iniziata legislatura. Si può dire che sia andata a cercarsela, dato che il nuovo progetto della viabilità, che tanto fa discutere in questi giorni i leoniceni, non sembrava una priorità particolarmente sentita. Però lui ci crede e sembra deciso ad andare avanti. “Due sono gli scopi di questa operazione – spiega il sindaco -: creare nuove zone pedonali e limitare la velocità delle auto in transito per garantire maggior sicurezza a chi intende vivere tranquillamente la città”. IL PROGETTO Il modo con cui si pensa di agire prevede l’istituzione di una serie di sensi unici per creare un anello di scorrimento rapido attorno all’abitato del centro. Andando in direzione sud-nord, viale della Vittoria sarà a un solo senso di marcia a partire dall’incrocio con via del Mercato. Sempre a senso unico, la strada girerà attorno al duomo, arriverà in piazza IV Novembre lungo via Castelgiuncoli e imboccherà via Cesare Battisti fino alla rotatoria del parco Ippodromo. Nessun cambiamento è previsto in via Circonvallazione e il
senso unico riprenderà, in direzione nord, per tutta la lunghezza di via 24 Maggio. Dall’entrata vecchia dell’ospedale fino a tutta via San Francesco la viabilità resterà invariata, per tornare a senso unico in via Trento, fino all’imbocco di viale Vicenza. Il nuovo spazio pedonale che si verrà a creare di fronte al duomo offre, nelle intenzioni dei progettisti, nuove opportunità per rilanciare il centro storico. L’effetto si vedrà già a fine marzo con la fiera, quando in quel luogo verranno montate le giostre del luna park che, finora, erano relegate in periferia sul piazzale Tonellato.
Una serie di sensi unici per creare un anello di scorrimento rapido attorno all’abitato del centro
CRITICHE DALLE MINORANZE Se si esclude Andrea Dal Maso, che giudica l’idea lanciata dal sindaco “coraggiosa ma difficile da applicare”, gli altri consiglieri di minoranza non lesinano critiche. Luca Lazzari afferma: “La proposta illustrata da Restello è cervellotica perché costringe gli automobilisti a fare il giro del mondo prima di arrivare in centro, danneggiando in questo modo molte attività commerciali”. Chiara Gianesin aggiunge: “Il modo escogitato dal sindaco per raggiungere il suo obiettivo è troppo drastico e crea più disagi che vantaggi. Solo due esempi: una mamma che abita in via Cesare Battisti, per portare il figlio a scuola deve fare il giro dell’oca; e chi vive in via Chiampan, che strada deve fare per raggiungere l’autostrada a Montebello?” Luigi Tassoni critica in particolare il metodo adottato in questa occasione dal sindaco e spiega: “Chissà a cosa servono le varie commissioni - come quella sulla viabilità di cui faccio parte - se poi chi rappresenta la maggioranza degli eletti (ma non degli elettori) ritiene di agire come se queste non esistessero o, peggio, fossero un problema”. PARLIAMONE La presa di posizione delle minoranze, unita ad altri mugugni sollevati dai cittadini, ha convinto Restello a rallentare un po’ la sua marcia. “Ricordo - afferma - che quella di cui si sta tanto parlando è, al momento, una semplice ipotesi. Prossimamente mi confronterò con la commissione viabilità e sentirò i rappresentanti delle associazioni economiche. Ho inoltre previsto di monitorare il traffico in centro per ottenere dei dati aggiornati. Quindi, nessun golpe in vista, solo un semplice studio per vedere se è possibile ottenere qualche miglioramento”.
Traffico in viale della Vittoria
LONIGO
Podi tricolori per i vicentini
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DI STEFANO CANOLA
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acciono i motori della derapata per il riposo invernale, dopo le gare internazionali e tricolori che hanno animato la pista leonicena e gli altri (pochissimi) tracciati nel nostro Paese. Le giovani stelle dello speedway berico sono salite sui podi senior e junior, ma non possono mettere in cornice il 2015 perché il bersaglio grosso, il titolo tricolore assoluto, è stato conquistato con merito da Nicolas Covatti. Paco Castagna l’ha impegnato fino alla penultima prova, quando al “Santa Marina” ha dovuto arrendersi e accontentarsi del secondo posto, da aggiungere all’alloro Under 21. Continua il graduale miglioramento tecnico e psicofisico del figlio d’arte arzignanese, evidente sia nei momenti di gloria che nelle situazioni di difficoltà. Meno positiva la stagione di Nicolas Vicentin, partita zoppicando fin dall’inizio per il contratto mancato in Polonia. Entusiasmo a corrente alternata come la buona sorte, che in diverse occasioni l’ha mollato sul più bello. Il gradino basso
del podio tricolore non può accontentarlo e il doppio duello con Castagna è stato perso: per il sossanese il 2016 si annuncia decisivo, visto che lui stesso s’è dato questo orizzonte temporale per decollare o per gettare la spugna. La strada obbligata è l’ingaggio per un campionato estero, come per Paco che l’ha “assaggiato” da luglio a settembre a Sheffield, nella Premier League inglese. Nel flat track 11 podi su 13 corse non sono bastati a Emanuele Marzotto per la riconferma del Tricolore 2014 né per la World Cup, ma gli hanno almeno consentito di mettere in bacheca il campionato della Repubblica Ceca. Il seraticense ha dimostrato
carattere dopo le disavventure regolamentari che l’hanno colpito in avvio, reagendo da campione e concludendo l’annata in rimonta, terzo nell’Italiano come nella competizione iridata. Il duello con l’astro nascente Francesco Cecchini, autore di un prestigioso bis, si riproporrà anche nel 2016, avvincente e difficile. Intanto il Moto Club Lonigo sta preparando il cartellone della prossima stagione. I primi tasselli sono le prove mondiali ed europee, che saranno assegnate a breve. I tempi dei Grand Prix sono lontani, ma Gigi Biasin e il suo staff sono decisi a non mollare. (Da sx Paco Castagna e Nicolas Vicentin)
Inaugurata l’AltaVia dei Berici
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port, turismo sostenibile, cultura, enogastronomia d’eccellenza e paesaggi meravigliosi: c’è tutto questo e molto altro nel progetto “AltaVia dei Berici” che sta entrando nella piena operatività dopo l’inaugurazione dello scorso settembre. L’itinerario escursionistico si
snoda ad anello su 130 km di sentieri sui Colli Berici e interessa i territori di 17 Comuni (compresi Lonigo, Brendola, Sarego e Alonte). Si può percorrere in mountain bike, a piedi o a cavallo, seguendo i tracciati segnalati e le indicazioni riportate sulle tabelle. Il progetto (finanziato dalla Regione Veneto
e coordinato da Intesa Programmatica Area Berica) vuole espandere l’offerta turistica della zona a livello nazionale e internazionale. I mesi invernali saranno dedicati a completare la segnaletica e a mettere a punto la manutenzione, per essere pronti la prossima primavera con un fuoco d’artificio di iniziative.
Confermate le detrazioni fiscali per l’anno 2016.
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Quali saranno i colori di tendenza della prossima stagione? Durante la settimana della moda newyorkese gli esperti di Pantone, come ogni anno, hanno collaborato con stilisti e designer per analizzare le tendenze principali dei colori della stagione e sviluppare il rapporto dei colori per la primavera 2016.
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Saranno proprio queste nuances quelle che molto probabilmente influenzeranno la moda, l’arredamento d’interni, la grafica, il design, il makeup, la pubblicità… Ed ecco allora le indicazioni: per la primavera 2016 Pantone continua nella scelta di tonalità calme e rilassanti, per una palette
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Letti e divani: i protagonisti del relax A tavola si sta seduti composti, lo sappiamo, ma a quanto pare anche sul divano. L’ultimo Salone del mobile, infatti, ha annunciato un cambiamento per il protagonista del living, da sempre sinonimo di relax e di tempo libero. Così, dopo anni di divani e poltrone dallo stile e dalla struttura informale, oggi si torna alla compostezza. E allora, senza rinunciare alla comodità, gli schienali si mettono dritti e diventano più alti, le sedute si accorciano, le dimensioni generali si fanno più contenute
e proporzionate e le forme più strutturate e meno fluide. Tutto accompagnato da una palette di colori neutri o pastello, dal rosa al beige fino al grigio con tutte le sue sfumature, e da un altro grande ritorno: quello dei piedini a vista, che rialzando la struttura da terra aiutano a dare un tocco di leggerezza sia al di-
vano stesso che all’ambiente. E per il letto, altro protagonista del relax, quali sono le indicazioni dei designer? La camera da letto, anche se a volte si camuffa da living, dove guardare la tv, giocare, ascoltare la musica, mangiare e persino lavorare, resta il luogo sacro del sonno e del riposo. E il letto è il re della stanza. Le tendenze propongono proporzioni abbondanti e testiere importanti, con l’imbottitura valorizzata da dettagli che ne sottolineano l’aspetto comodo e confortevole.
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Il ritorno della credenza Le tendenze dell’arredamento 2016 indicano una riscoperta della credenza. Da semplice dispensa per la cucina a pezzo forte della casa. La credenza, mobile dal gusto antico, fa il suo ritorno e diventa protagonista nella zona giorno. Naturalmente il volto della classica credenza si evolve e viene rielaborata in chiave moderna: vanta nuove proporzioni, forme e materiali pregiati. Mescola legno e vetro, marmo e metallo, gioca con i colori e unisce con ironia un’anima vintage a dettagli di ispirazione industriale.
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La mia vecchia copertura in tegole necessita di continua manutenzione e pulizia dei depositi, dei nidi dei volatili,.. per non parlare delle infiltrazioni di acqua piovana e chissà se c’è la guaina o se è deteriorata e rotta… Dietro casa ho una tettoia ancora in amianto, sarebbe il caso di rimuoverlo e magari farci una nuova copertura che mi permetta di riutilizzare quello spazio ormai in disuso… Vorrei costruire un nuovo box auto in cortile per proteggere la macchina dalle intemperie durante l’inverno, ma che sia resistente, non che voli via alla prima bufera…
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I vantaggi di un buon isolamento termico Un edificio con un buon isolamento termico offre numerosi vantaggi; fra questi possiamo ricordare innanzi tutto la riduzione delle perdite di calore nei periodi più freddi e la riduzione in entrata del flusso di calore nelle stagioni più calde, (il che significa minori spese di riscaldamento e minore necessità di utilizzare condizionatori o ventilatori), una temperatura confortevole in tutte le stanze, assenza di umidità, assenza di muffe, allungamento della vita dell’edificio ecc. In linea di massima, un edificio di tipo tradizionale ha dispersioni energetiche che possono essere così quantificate: 10-15% dal tetto 20-25% dalle pareti
5-6% dalle fondazioni o cantine 20-25% dalle finestre 20-30% dall’apertura di porte e finestre a scopo di ricambio aria 10-12% dai gas di combustione degli impianti termici Intervenendo con le possibilità tecniche attuali si possono realizzare notevoli riduzioni di dette dispersioni. Per quanto riguarda la coibentazione del tetto, la scelta del materiale varia a seconda delle situazioni e delle esigenze specifiche; è quindi opportuno consultarsi con un tecnico che effettuerà i calcoli necessari. Anche per le finestre e gli infissi sono importanti i materiali, con aspetti positivi sia per le soluzioni in legno sia per quelle in alluminio.
Bonus casa 2016 Con la Legge di Stabilità 2016 il Governo ha ufficialmente prorogato per un altro anno ecobonus, bonus ristrutturazioni e bonus mobili. • L’ecobonus del 65% è stato esteso per tutti i lavori realizzati entro il 31 dicembre 2016. Consiste in una detrazione fiscale ripartita in 10 rate annuali, su una spesa massima di 100mila euro. Gli interventi ammessi riguardano la riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento, il miglioramento termico dell’edificio (coibentazioni - pavimenti - finestre e porte), l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda, la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale. • Conferma ufficiale anche per il bonus ristrutturazione, valido per gli interventi edilizi che non contemplano il miglioramento energetico. In questo caso la detrazione fiscale ammonta al 50% e può essere ammortizzata in dieci rate annuali su una cifra massima di 96 mila euro. •Conferma anche per il bonus mobili. La detrazione fiscale al 50% sarà valida per gli interventi eseguiti nell’ambito di lavori di ristrutturazione entro il 31 dicembre 2016 fino a un tetto massimo di 10mila euro.
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Il boom del “fai da te” Sarà l’istinto a risparmiare che ha incontrato la passione per rinnovare gli ambienti, ma la spinta al “fai da te” è sempre più forte. Secondo recenti sondaggi, il 51% degli italiani si arrangia per le piccole riparazioni e alcuni lavoretti domestici. Oggi, quando si parla di hobby, se il passatempo culinario è sempre in testa (25,4%), il “fai da te” segue ormai a breve distanza (22,2%). I lavori fatti da sè più diffusi riguardano la sistemazione di elettrodomestici, la creazione di oggetti di arredamento, lavoretti di idraulica o elettrici, imbiancare i locali ma anche sostituire pia-
strelle o posare il parquet. Se è vero che il “fare” si impara soprattutto con l’esperienza, un po’ di studio non guasta e ciò spiega il proliferare di corsi specializzati, anche online, con guide e tutorial. Se poi, navigando in questi siti, magari cercando
le istruzioni per la saldatura, vedrete o leggerete di tante donne all’azione, non stupitevi. Secondo un sondaggio di Casa.it, il 29,3% delle donne dichiara di riuscire a fare da sola e il 15,2% di essere la mente che dirige il braccio dell’uomo!
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