Corriere Vicentino ottobre 2014

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Quale lavoro per il futuro?

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ia “Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza� - 0,42 E

Copia omaggio / anno XV / ottobre 2014 Stampato su carta ecologica


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by La bottega dei fiori La bottega dei fiori si rinnova, dopo 35 anni, neL Look e neLLa forma cambiando nome e Logo.

Per festeggiare la nostra attività e il cambio del brand, Stile organizzerà un evento che si articolerà in due giornate intense, scandite da appuntamenti e incontri di stile. Evento che avrà luogo SABATO 8 E DOMENICA 9 NOVEMBRE con orario continuato dalle 8:00 alle 22:00. Nella giornata di SABATO 8 NOVEMBRE dalle ore 11:00 alle 15:00: “Wald” presenta come cucinare in modo sano e naturale con le nuove pentole realizzate in “Terra Sana” argilla da fiamma. Dalle 15:00 alle 17:00 consulenza gratuita con l’interior design Alessia Bertaggia e il garden design Andrea Parise, un’occasione imperdibile per sfruttare appieno la loro conoscenza, esperienza e creatività per arredare la vostra casa e il vostro giardino. Ore 17:00 degustazione tea e show cooking. Alla sera con orario da stabilire corso di cucina con una cuoca professionista

su prenotazione a numero chiuso al costo di e 20.00 a persona (per info e prenotazioni contattare il numero 0444-699820). Domenica 9 Novembre Dalle ore 10:00 avremo il piacere di ospitare i profumieri delle aziende presenti in negozio che ci illustreranno il fascino delle loro essenze. Ore 11:00 buffet degustazione con lo chef Morgan Pasqual e le sue giardiniere. Dalle ore 18:00 un cuoco professionista vi delizierà con i risotti di “Naturalia”.


Stile allieterà il palato degli ospiti durante tutte e due le giornate. Ricordando a tutti che la nostra trentennale esperienza riguardante la creazione del “giorno più bello” rimane un punto di forza indiscusso, partendo da un’ampia scelta di annunci, bomboniere, allestimenti di ogni genere e curati in ogni minimo particolare. “Stile” ha partner di stile… Con “I viaggi di Monika” che sarà presente con il suo staff; gli abiti da sposa di” Mariages” che saranno visibili in negozio come le foto di “Paolo Cabalisti”; “Morgan Pasqual con i “ CINQUE SENSI”; Giulio Sartori con i suoi gioielli.

In questi due giorni, Stile regalerà a tutti quelli che supereranno i 35 euro di spesa in prodotti Yankee, una giara media fino ad esaurimento scorte.

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Lo staff di St ile vi aspetta by La bottega dei fiori

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gli uomini e le donne (non) sono uguali Giuseppe Signorin

Diamoci una mossa

Tanti genitori, per poter dare tutto al proprio figlio, non gli danno dei fratelli. Come se un bambino potesse preferire una pizza a un fratello. O un cellulare, o un cane, o un orso. O una cameretta singola. O una vacanza. O andare per forza all’università, per poi rischiare, oltre di non avere un fratello, di non trovare neanche un lavoro. E se proprio questi genitori non volessero collaborare con il Creatore per dare dei fratelli ai propri figli, potrebbero farlo almeno per dare qualche cittadino in più all’Italia, visto che siamo agli ultimissimi posti in Europa per quel che riguarda i nuovi nati: appena 8,5 bebè per mille abitanti. Dall’inizio della crisi ad oggi sono più di 62.000 i nati in meno all’anno. Lo dicono i dati del Censis. È vero che mancano i soldi, ma i soldi mancavano anche ai nostri nonni, che di marmocchi ne hanno sfornati molti di più. Forse perché si fidavano della Provvidenza. Fidiamoci della Provvidenza anche noi, e diamoci una mossa. Già, invece di puntare il dito, mi sa che anch’io e mia moglie dovremmo darci una mossa. E se Dio ce ne manda uno, di marmocchio, dopo che avrà letto questo articolo, mi sa che ce ne manderà anche qualcun altro…

Mondo

#sharingeconomy Diamo i numeri

di Alberto Faedo

Con il termine #sharingeconomy si intende un’economia che propone il riuso e la condivisione di beni sottoutilizzati. Circa 77.000.000 di risultati su Google (in 0,48 secondi). Persone che utilizzano la #sharingeconomy: negli USA il 39%, in Gran Bretagna il 52%, in Italia il 13%. I settori della #sharingeconomy: 28% elettronica e utensili, 26% lezioni e corsi, 22% biciclette, 22% abbigliamento, 15% immobili e alloggi, 21% automobili, 22% attrezzi domestici e outdoor. 2007, i Radiohead chiedono la collaborazione agli utenti per l’album “In Rainbows”. 2008, Nice Ride lancia a Minneapolis un piano di #bikesharing sponsorizzato. 2009, Daimler propone un servizio di #carsharing Car2go. 2011, Ing inaugura uno spazio di #coworking nel centro di Toronto. 2012, Google affitta i portatili Chromebooks per 30 dollari. 2013, Google Ventures investe 258 milioni di dollari in #Uber (auto con autista). 2014 Hasbro abilita i consumatori alla stampa in 3d dei giochi. Corriere Vicentino |

4 | Opinioni

vipera con garbo

Elisabetta Badiello

Tra un sedile e l’altro...

Quest’anno Cineforum. Premesso che la proposta attuale ha ben poco a vedere con la kermesse collettiva dei cinefili anni 70/80, quando veniva distribuito un ciclostile con le informazioni sulla pellicola e alla visione seguiva una discussione talvolta senza fine, estenuante. Sebbene oggi nessuno più si curi di condividere i contenuti di ciò che andrà a vedere, il cinematografo da film d’essai ha conservato lo stesso odore, quell’atmosfera un po’ antica, ben lontana dal nauseante odore di popcorn delle odierne multisale. Arrivata in sala, allo spettacolo delle 16,00, sorrido nel leggere le indicazioni che scorrono sul grande schermo: vietato occupare posti per gli altri… spegnere i cellulari durante la proiezione e… vietato attaccare gomme da masticare alle sedie! Questa poi! Ma sono cose da ragazzi! Come potrebbero un pubblico così attempato, le molte signore eleganti e qualche marito distinto e decisamente più silenzioso, commettere un simile gesto? Mi godo lo spettacolo cercando una posizione comoda difficile da trovare nell’angusta seduta. Muovendomi da destra a sinistra, cerco di allungare le gambe, mi avvicino allo schienale, afferro i braccioli e… ecco, proprio incastrata tra un sedile e l’altro una gomma, ancora morbida, indice che il vile gesto è stato compiuto da poco. Che schifo! Guardo il mio vicino, anzi è una “lei”. Potrebbe essere mia madre, non ho parole! Sullo schermo scorrono i titoli di coda, mollo la presa del chewing-gum e con una punta di imbarazzo, lascio la sala.


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Sport e dintorni

Chissà se legge il Corriere…

Figli d’(altra) arte

Gianfranco Sinico

O

rmai ci incontriamo solo in occasione di funerali, nell’antica chiesa parrocchiale che ci vide ragazzini: arrivano anche da lontane località per l’ultimo saluto a quello che fu un compaesano, un familiare, un compagno di giochi, un conoscente o un contradaiolo. Ogni tanto qualcuno manca all’appello: è all’ospizio, è a Santo Domingo, è andato ad abitare dalla figlia, è infermo, è il morto al quale siamo venuti a dire addio. Ci sono le amiche di mamma che mi videro bambino e che si commuovono sempre. Ci sono quelli che mi scambiano ogni volta con mio cugino. Ci sono i maschietti della mia generazione, con i quali mi sono cimentato per anni proprio su quel sagrato in interminabili sfide a bandiera, a fazzoletto, a salta-lamussa o ai quattro cantoni: ci si promette sempre di incontrarci, ci si scambia anche il numero di cellulare, pur sapendo che il successivo incontro sarà ancora per un funerale. Ci sono le ragazze che invano abbiamo un tempo sperato di caricare sul palo della nostra bici: sono ora attempate nonne che cinguettano appagate parlando dei loro nipotini. E poi c’è lei. Di volta in volta è con il pacioso marito, con un’amica o con la figlia, prosperosa quanto lo era lei. Non manchiamo di salutarci. “Come stèto?”. Ha qualche anno più di me e conserva ancora quella femminilità che le aveva richiamato attenzioni ed assillanti corteggiamenti sin da giovanissima. Abitava dalle mie parti, ma io ero fuori dai giochi, troppo bambino. Ci congediamo con una stretta di mano. “Stame ben e varda de far pulito!”, mi mormora ammiccante, evocando esplicitamente una ricorrente esortazione di mia madre. Non gliel’ho mai chiesto, ma sono certo che in quel momento entrambi pensiamo alla stessa cosa, a quel lontano pomeriggio di ottobre, sotto un filare di uva rossa, quando lei, impegnata con le braccia alzate a sgrovigliare un grappolo riottoso, mi riprendeva sottovoce mentre, inesperto e palesemente impacciato, mi ingegnavo a rovistare dentro la sua camicetta sbottonata: “Cosa fèto, luamàro!”.

Stefano Canola

L’

alloro tricolore ha recentemente premiato due campioni delle due ruote che vivono tra Sarego e Alonte. Emanuele Marzotto ha conquistato il titolo italiano nel flat track, disciplina motoristica che si corre sulle piste ovali con mezzi spesso derivati dalla serie, e sfiorato quello iridato. Luca Mozzato s’è imposto nel ciclismo su strada su tutti gli Allievi della Penisola, aggiungendo il successo nazionale a una lunga serie di vittorie. Sono entrambi figli d’arte, ma un po’ speciali. I loro padri hanno lasciato tracce indelebili nello speedway. Giuseppe Marzotto, già validissimo corridore, ha poi quasi monopolizzato la derapata con i suoi motori GM. Franco Mozzato si sobbarcava trasferte da 1500 km a weekend per andare a gareggiare con i migliori del mondo, spesso salendo sul podio, nel campionato tedesco di pista lunga. Il dna da campioni è passato di padre in figlio, con questa “mutazione”. La passione sportiva e i valori necessari per emergere sono rimasti pur uscendo dal solco tracciato dai genitori, con i suoi pro e i suoi contro. La prossima generazione, magari, maturerà fenomeni nel cross e nella mountain bike.

Maglie pericolose Un tifoso di 6 (sei) anni ha avuto problemi all’ingresso dello stadio di Bergamo in occasione di Atalanta - Juve perché lui, del posto, indossava una maglietta inneggiante all’attaccante bianconero Tevez. Com’era quella barzelletta che vogliono riportare le famiglie negli stadi?

IN VIAGGIO CON DENIS Denis L.

Anche questa notte non ho sognato nulla, mi sa che il mese prossimo disdico l’abbonamento.

Corriere Vicentino |

6 | Opinioni


COSTRUZIONI EDILI

Esperienza, passione e continua ricerca guidano da sempre Sbama costruzioni edili. La costante presenza in cantiere permette di assicurare un rapporto diretto con il cliente, risolvere problemi e anticipare soluzioni migliorative ai progetti. L’utilizzo di prodotti innovativi, soprattutto ecologici, e di nuove tecniche di costruzione garantiscono alti standard, spesso maggiori di quelli richiesti dalla legge. Il tutto facendo attenzione a contenere i costi.

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SpecialiSti nella bonifica dell’amianto

È ben nota a tutti la pericolosità delle fibre di amianto il cui impiego è fuori legge in Italia dal 1992. Da vari anni la ditta Sbama è in prima linea nella bonifica dell’amianto e nella ricopertura di capannoni o stabili di altre tipologie, operando in totale sicurezza sia per gli operatori impiegati sia per l’ambiente circostante. La delibera 265/2011, emanata dalla Regione Veneto e inviata a tutti i Comuni, definisce le procedure di valutazione dello stato di degrado dei materiali contenenti cemento amianto e affida ai proprietari degli edifici il compito di controllarne lo stato di conservazione. I proprietari sono inoltre invitati a presentare al Comune una dettagliata relazione, redatta da tecnico abilitato, al fine di capire lo stato di conservazione dei manufatti contenenti amianto e la necessità di bonifica o meno. Per tutte queste esigenze Sbama garantisce la massima professionalità, oltre al vantaggio di gestire assieme alla bonifica anche il rifacimento delle coperture con evidente risparmio di tempo e costi.


interno 8

Piccolo Skerno

Alberto Fabris

Un dubbio

Lino Zonin

Sono all’interno dell’interno 8, questo è sicuro, sono sveglio da pochi secondi, anche questo è sicuro, ma ho un dubbio: all’interno di quale paese si trova l’interno 8 all’interno del quale deambulo faticosamente verso la moka del caffè? Perché proprio non me lo ricordo, sarà una momentanea amnesia, passerà, sono cose che succedono, l’età non aiuta, mi verrà senz’altro in mente. Niente, per il momento niente da fare, non mi viene in mente, buio totale. Accendiamo la TV, dovrebbe funzionare, ecco, un notiziario, sentiamo: “Il deputato del Pd, Marco Miccoli, ha infatti annunciato l’intenzione di presentare un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Economia ed un esposto alla Consob, il deputato ricorda che Roma e Juventus sono società quotate in Borsa, e quindi gli incredibili errori arbitrali (oltre a falsare il campionato e minare la credibilità del paese) incidono anche sugli andamenti della quotazioni borsistiche”. Sbigottito rimango con la tazzina del caffè bollente tra le dita sospesa a mezz’aria, ancora un occhio mezzo aperto e l’altro mezzo chiuso, l’orecchio destro ronza fastidiosamente ma con il sinistro sento ancora: “Il deputato leghista Buonanno chiede quindi alla Commissione europea di attivarsi per garantire l’imparzialità degli arbitraggi nei campionati nazionali attraverso la strutturazione di un meccanismo di nomina di arbitri internazionali di riconosciuta fama, onestà e integrità morale”. Sono sicuramente vittima di una candid camera, stanno registrando le mie reazioni e partiranno le risate finte e un tizio sbucherà dal mio frigorifero urlando: “sei su Scherzi a Parte!” Niente di tutto questo, partono le previsioni del tempo, ah ecco! Siamo in Italia!

Il marketing dell’amore 2.0

Il kamasutra per i single

di Roberta Costantini

L’amore oggi è marketing. Si inizia con la fase dell’esposizione della mercanzia sulle vetrine dei nostri profili social, con i migliori selfie che mostrano dentature perfette, come i cavalli, e personalità sorridenti. Uno, due, tre like dalla persona desiderata e la fase spritz-happy-copulo è assicurato. La reazione chimica alla Marie Curie scatta e Love-Boat salpa dal porto. Ma dopo il periodo di prova del prodotto, i remi vengono tirati in barca, il prezzo aumenta e

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inizia una battaglia semantica tra i due pretendenti: “non impegniamoci ma frequentiamoci”, “conosciamoci, ma in compagnia”, “rispettiamoci, ma non amiamoci”. Alla fine, sul divano, uno dei due cede: “Ti amo!”. “Cos’hai detto?!!”. “... Ano. Ho detto, Ti ano. Lo dico sempre... al mio divano”. Corriere Vicentino |

8 | Opinioni

Dalle stelle alle stalle

È tornato “Ballando con le stelle”. Niente paura, tutto è come prima: c’è la Milly Carlucci fasciata di rosso e d’oro che sembra una caramella Rossana; c’è l’ex ladro di biciclette Paolo Belli che non sa bene neanche lui cosa deve fare; ci sono le coppie concorrenti, formate quasi tutte da una ballerina russa mai sentita nominare e da un partner “vip” altrettanto sconosciuto (quest’anno ce n’è uno talmente ignoto da portare la maschera, battezzato, con un colpo di genio, Joe Maska: un energumeno di quasi due quintali che balla con la grazia di un ippopotamo sovrappeso); c’è la giuria composta da personaggi strani e di dubbia sessualità che parlano un italiano primordiale, sbagliando quasi sempre l’accostamento dei generi tra sostantivo e aggettivo (“la ballerina è bravissimo”, “uno spettacolo davvero fantastica”); ci sono due giudici a latere di grande saggezza: Massimo Giletti in Moretti, che si sta rimettendo un po’ dopo una torrida estate in Sardegna, e Alessandro Mayer, che si è rifatto il look mettendosi in testa un mocio vileda. Si balla, naturalmente, e male, come fanno sempre i dilettanti, specie se abbinati a chi il lavoro lo sa fare e deve tenere tirato il freno per non perdere per strada quell’impiastro del partner semi paralitico. E poi si ride - quanto si ride! - e si applaude - quanto si applaude! Vedendo questa specie di discarica televisiva dove al sabato sera si smaltiscono i cervelli esausti e in esubero, la domanda - come diceva quella sagoma di Antonio Lubrano - sorge spontanea: “PERCHÈ?”


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.it Arsenico e vecchi merletti Vestiti senza tempo Una mostra speciale che si è tenuta ad Arzignano sabato 27 e domenica 28 settembre. Nell’occasione sono stati venduti vestiti e accessori vintage, il cui ricavato è stato devoluto per scopi benefici.

Foto di Andrea Grigoletto

Aspirazioni diventare una modella e poter entrare nel mondo dello spettacolo Film preferito Twilight Cibo preferito la carbonara

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2000 - Bericaeditrice s.r.l.

Mensile d’informazione Registrazione del Tribunale di Vicenza n° 965 del 12-01-

Direttore Responsabile Stefano Cotrozzi. Vicedirettore Nicoletta Mai. Caporedattore sportivo Stefano Canola. Redazione: Guido Gasparin, Giuseppe Signorin, Francesco Meneghini, Lisa Masiero, Mario Piotto. Editorialisti Lino Zonin, Alberto Fabris, Elisabetta Badiello, Gianfranco Sinico, Luisa Nicoli, Alberto Faedo. Art director Alessandra Peretti. Grafico Amos Montagna.

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Stampa: Cora Print Srl - Trissino (VI) Redazione e Sede legale Piazza Campo Marzio, 12 36071 Arzignano (VI) tel. 0444 450693 fax 0444 478247 e-mail: info@corrierevicentino.it Per la pubblicità: Alberto Faccin 335 5319350 Alex Bertacche 349 5183614 Federico Hanard 335 5293582

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Una Questura social

ch i l e h a v i s t e ?

Dov’è Lucia?

Vuoi mettere la soddisfazione di poter taggare l’autore di un misfatto? O di cliccare “mi piace” alla notizia di un arresto? O condividere l’identikit di un ricercato? Vabbè, adesso magari si esagera con la fantasia, ma d’altra parte i primi giorni di sperimentazione della nuova pagina facebook della Que-

stura di Vicenza stanno dimostrando il grande entusiasmo con cui è stata accolta l’iniziativa. “Un nuovo modo di comunicare per avvicinare i giovani” spiega il questore. Vicenza tra le prime città d’Italia, assieme ad Aosta, Roma e Milano, e gli “amici” non mancano. Ma siamo certi nemmeno i “nemici”.

Palladio va a ruba Lucia Rancan ha fatto perdere le sue tracce ancora a fine agosto. La cinquantenne di Chiampo aveva appuntamento con il fratello, che però una volta a casa sua non ha trovato né lei né l’auto. Auto che è stata ritrovata due giorni dopo a Vicenza, nei pressi di un bancomat dal quale avrebbe anche effettuato un prelievo. Da lì il nulla, con la preoccupazione della famiglia, allarmata anche perchè la donna non ha con sé i farmaci per la cura della sua malattia.

Dov’è Maria Pia?

Una villa antica, un quadro inestimabile che sparisce nell’unica ora in cui è incustodito, e i ladri che non hanno lasciato tracce nemmeno alle telecamere. Non è la trama di un film giallo, ma il mistero del Ritratto di Palladio di Maganza, sparito nel nulla da Villa Valmarana ai Nani a Vicenza, poco prima dell’apertura al pubblico. La polizia indaga, e il dubbio che sorge spontaneo è: che il maggiordomo ne sappia qualcosa?

un mese di notizie in Breve

a cura di Mario Piotto

Scontro auto-moto, morti due 18enni Dieci giorni di ricerche che non hanno dato alcun risultato. Maria Pia Forestan sembra davvero essersi volatilizzata. La donna, 79 anni e residente a Monteviale, è uscita per una passeggiata prima di sera e non ha più fatto ritorno a casa. Inutile l’utilizzo di unità cinofile e pure dell’elicottero per cercare tracce nella campagna circostante. Non è escluso che abbia accettato un passaggio da qualcuno, e che quindi si sia allontanata dalla zona.

Morire a 18anni, lasciando un’intera comunità in lacrime, ancora una volta per colpa della strada. Marco Bisognin e Riccardo Bozzetti di Brendola, nati assieme e amici da una vita, quella stessa vita l’hanno persa in un sabato notte qualsiasi. Fatale lo scontro frontale della loro vespa, lungo la strada del Melaro,

Corriere Vicentino |

12 | Notizie in breve

con una Golf condotta da un 25enne di Montecchio Maggiore, che per cause ancora da accertare ha invaso la corsia opposta. Il paese si stringe attorno a due famiglie distrutte, ma resta soprattutto la disperazione per un fenomeno, quello delle morti del sabato sera, che ancora sembra non conoscere fine.


Fortunato... senza fortuna

La vera domanda è: ha perso il ticket e si sta mangiando le mani, o vive nella più beata ignoranza? Noi speriamo vivamente nella seconda. Parliamo del fortunello che lo scorso luglio ha giocato una schedina da 2 euro al Superenalotto in una tabaccheria di Altavilla, vincendone 500 mila. Fortunello fino a un certo punto, però, dato che non si è mai presentato a reclamarli e proprio in questi giorni il tempo è scaduto. Morale della favola? Bisogna saper perdere, anche quando si vince.

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La carica dei 3500

Tremilacinquecento contro uno: già a scandirlo in lettere fa paura. È la paradossale situazione venutasi a creare attorno al concorso per un solo posto da infermiere all’interno dell’ospedale di Vicenza. Qualcuno parla del gusto beffardo della lotteria impossibile, ma loro sono tanto, tanto ottimisti. Hanno organizzato pullman un po’ da tutta Italia, promosso tam tam sui social network e alla fine hanno varcato la soglia dei padiglioni in fiera a Vicenza sfidando la sorte a colpi di cultura generale. Ne rimarrà soltanto uno.

Quasi amici

O la solitudine, o quattro muli per amici. Non proprio la scelta più invidiabile, a dir la verità, per l’elefante del circo Orfei in questi giorni in tour per il vicentino. Contro l’isolamento del pachiderma, finito tra le varie accuse sollevate ai circensi, la decisione di mettergli a fianco gli improbabili compagni di prigionia. Come l’ha presa l’interessato? Intanto sopporta, ma l’impressione è che se lo ricorderà.

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Quale lavoro per il futuro? di Mario Piotto, Nicoletta Mai, Guido Gasparin, Elisa Turra, Giuseppe Signorin La crisi non demorde, ma buone prospettive lavorative si annidano nel tessuto produttivo vicentino. Viaggio tra le aziende che investono nel personale, a caccia delle figure professionali più ricercate.

M

a quale articolo 18. Anzichè puntare sulla fumosa battaglia tra ideologie politiche, molto meglio lavorare su soluzioni strutturali in grado di dare all’imprenditore così tanto lavoro, da aver per forza di cose bisogno di assumere. Chiederlo a Diego Munari per credere. Da socio fondatore della Deca & Associati (tra le più affermate aziende del territorio per la ricerca e la selezione del personale) è uno che con il lavoro... ci lavora tutti i giorni e quindi sa bene dove si piazza oggi l’oscilante e precario equilibiro di settore tra domanda e offerta. E allora, in attesa della rivoluzione politica, che dalla politica non arriva, molto meglio lavorare la crisi ai fianchi. “I dibattiti di queste ore - spiega - sono solo un’ottima occasione in più per perdere del tempo prezioso. Le aziende non inizieranno ad assumere se non avranno possibilità di ritornare a crescere. O l’Italia darà loro la possibilità di investire, di rendere il ‘fare impresa’ più semplice, o ogni sforzo anche di rinnovo dei contratti inciderà pochissimo sul livello di occupazione”. Anche perchè i numeri in questo senso continuano a essere critici: negli ultimi cinque anni le assunzioni con il contratto di apprendistato a livello veneto sono calate del 26,1%, con un -17,1 solo a Vicenza, e le assunzioni a tempo indeterminato hanno toccato un ribasso fino al 24%. Isole felici? Poche, e sempre meno estese. “Se niente fa presagire che i prossimi anni saranno anni di forte recupero, è da notare che le uniche aziende che assumono, pur con grande attenzione, sono quelle che hanno una importante quota di export e un tasso di innovazione molto alto. Quella è la diritta via da seguire”. E dal punto di vista degli aspiranti lavoratori, che fare?

“Settori che ancora funzionano? Direi il nostro comparto manifatturiero, che rimane comunque statisticamente il più diffuso e quindi c’è richiesta di figure con formazione tecnica ma di livello significativo. Attenzione: la specializzazione è fondamentale. Figure tecnico-ingegneristiche sono tuttora ricercate, così come figure commerciali molto proiettate all’estero, quindi con conoscenza di lingue e non solo dell’inglese”. Quindi l’istruzione è ancora una chiave di salvezza? O sono di più quelli che sui libri rinunciano all’uovo oggi per sperare in un’ombra di gallina domani? “Be’, lo studio è una condizione fondamentale per tutti, in qualsiasi settore aziendale o ruolo. Vero è che qualche anno fa una laurea con il massimo dei voti ma anche una buona votazione al diploma concedevano delle serie opportunità di lavoro, mentre oggi è più una discriminante necessaria, ma non sufficiente per trovale lavoro. Serve essere come gli altri, ma con quel qualcosa in più”. E allora come si trova lavoro al giorno d’oggi? “Questo è un tema delicato perché interessa molte persone in modo trasversale. Fino a qualche anno fa figure aziendali anche di livello importante non avevano problemi a ricollocarsi. Oggi il problema esiste per tutti. Per i giovani che vogliono entrare nel mondo del lavoro così come per i manager che si trovano costretti a cercare una nuova azienda. L’unica possibilità allora è quella di proporsi seguendo un metodo più strutturato, mettendo in campo molta creatività e innovazione, essendo molto più propositivi e assertivi e cercando di differenziarsi rispetto a quello che fa la maggior parte di chi cerca lavoro. Per dire, non basta più scrivere il curriculum in formato europeo. Bisogna andare oltre, mol-


to oltre. E poi c’è tutto il tema dei social-network che oggi sono l’amplificazione più importante che c’è del passaparola. Saperli usare bene è fondamentale. Ma di fondo serve una grande apertura mentale, rompere gli schemi tradizionali, rendersi conto che non siamo più in un momento di grande sviluppo e che le cose che funzionavano fino a qualche anno fa non funzionano più”. Oggi cosa cerca un datore di lavoro? “Cerca soprattutto perone con caratteristiche individuali e caratteriali ‘vivaci’. Diciamo che si basa sempre meno su quello che dice il curriculum, ma vuole vedere al di là, scoprire le motivazioni profonde della persone nei confronti del lavoro. Desidera capire cosa le persone sono disposte a fare, quanto vogliono rischiare, o meglio, mettersi alla prova. È una questione di atteggiamento, di motivazione di voglia. Non è più solo un fattore di titolo di studio e di voti. Vuole guardare negli occhi le persone e capire cosa sono in grado di sprigionare come energia”.

Anche gli enti pubblici fanno la loro parte. Lo sportello di Montecchio Maggiore. La grande richiesta di lavoro è dimostrata dai numeri dei primi sei mesi di attività dello sportello dedicato voluto dall’Amministrazione comunale di Montecchio Maggiore. Da marzo, quando lo sportello lavoro è stato istituito, al 1° settembre, gli operatori hanno raccolto 255 curricula, di cui il 30,2% riferiti ad under 30: segno che si tratta di un servizio che risponde alle esigenze del territorio. Lo scopo è proprio quello di fare in modo che domanda e offerta di lavoro si incontrino, perché spesso è proprio questo l’anello mancante. La fotografia degli utenti dello sportello dice che il 55,7% è rappresentato da femmine e il 44,3% dai maschi. Gli italiani sono il 68,6%, seguiti dai cittadini dell’Africa, dell’Est Europa, del Bangladesh e dell’India. Il 52,2% degli utenti possiede la licenza media inferiore, mentre il 40,8% ha dichiarato di avere competenze da operaio. Per quel che riguarda le altre competenze, il 41,6% ha indicato si saper usare il personal computer. Quasi un utente su due (47,8%) aveva una disoccupazione che superava l’anno, mentre poco meno di uno su tre (31,4%) da non più di tre mesi. “Con lo Sportello Lavoro – sottolinea il sindaco Milena Cecchetto – abbiamo tradotto in un’azione concreta le domande che venivano dal territorio. È una risposta al problema della carenza di lavoro, resa possibile facendo squadra assieme alle forze economico-sociali. I numeri dimostrano che sul territorio mancava un servizio così”.

La parola alle aziende Renzo Lorenzi - Amministratore delegato Calpeda spa, azienda elettromeccanica Disoccupazione giovanile ai minimi storici. Qual è il punto di vista delle aziende? Quando parliamo di lavoro, la nostra società deve confrontarsi con un grosso problema: l’innalzamento dell’età pensionabile, che rallenta l’uscita del personale e ostacola il naturale ricambio generazionale. A ciò si aggiungono un clima di incertezza dei mercati e delle normative che non favoriscono certo le assunzioni e anzi fanno di quelle a tempo indeterminato una vera e propria scommessa per l’imprenditore. Come incentivare, allora, le aziende sane a creare posti di lavoro? La parola d’ordine non può che essere flessibilità, ma una flessibilità “creativa” che nulla ha a che vedere con la precarietà. Investire sui giovani è fondamentale e ogni imprenditore serio ne è consapevole, ma deve anche poter contare su figure preparate e motivate. Per questo bisogna far scendere in pista la meritocrazia, che migliora la produttività delle aziende e consente ai giovani stessi di trovare la propria strada e di lavorare con passione. Ritengo positivo accompagnare il loro ingresso in azienda con contratti crescenti, partendo da un livello base per poi passare a percentuali sul contratto interno, e rafforzare sempre più il dialogo tra scuola e imprese. In Calpeda abbiamo delle procedure consolidate attraverso le quali offriamo agli studenti la possibilità di confrontarsi con il mondo del lavoro e spesso accade che al termine del ciclo di studi alcuni di questi ragazzi si fermino da noi. Per quando riguarda le competenze richieste dal vostro settore? L’indirizzo meccatronico sta formando figure interessanti perché c’è sempre più elettronica sulle macchine. Più in generale direi che oggi anche un operaio ha bisogno di una buona preparazione professionale, di una giusta cultura di base e della conoscenza dell’inglese.


Piero Baldisserotto - Socio MB Conveyors, azienda metalmeccanica

Luigi Carlotto - Direttore risorse umane, Conceria Dani Spa Quali sono le nuove figure lavorative/professionali che si stanno cercando nel campo conciario? Giovani ingegneri per area qualità, marketing, R&D. Figure di alta formazione da far crescere internamente. Quali titoli di studio e che percorso di formazioni vengono prediletti? Per la laurea ingegneria gestionale, chimica e specializzazione in marketing. Per il diploma è sempre valido il tecnico conciario. La laurea ha ancora la stessa importanza che in passato? Assolutamente si, ma si guarda con più attenzione al percorso scolastico, al punteggio e alle competenze. Quanto conta un curriculum? O non conta più? Il curriculum ha sempre la sua importanza, ma è altrettanto importante un buona lettera di presentazione, ben strutturata. Perché alcune mansioni sono occupate solo da stranieri? Non è una regola generale, ma il lavoratore straniero tende a dare maggiore disponibilità e flessibilità in termini di orari.

Patrizia Comello, Presidente Fonderie di Montorso Spa 118 assunzioni dal 2010 e l’età media del personale che ogni dodici mesi si abbassa di un anno. I numeri della vostra azienda delineano un quadro in controtendenza... È importante però riflettere che le aziende oggi sono molto spaventate dall’idea di assumere, anche e soprattutto per tutte quelle tutele che alla fine coprono solo i fannulloni. Paradossalmente è più facile chiudere un reparto di 40 operai che licenziare un solo lavativo. Come avviene la scelta quando avete bisogno di assumere? Attingiamo innanzi tutto dai curricula e convochiamo le persone per un primo colloquio in cui si valutano attitudini e presenza. Poi c’è un secondo colloquio con il responsabile del reparto interessato che deve provare le competenze tecniche. Quanto conta la preparazione e quanto la formazione sul campo? In generale la formazione in azienda è fondamentale. Anche nel caso di un semplice operaio, prima che sia veramente efficiente passano da 3 a 6 mesi. Quali sono le figure di cui il vostro settore necessita? È difficile individuare figure per ruoli apicali. Spesso ci affidiamo a cacciatori di teste.

Che genere di profili professionali ricercate maggiormente? Profili tecnici. Trovare persone competenti nel nostro settore è estremamente importante. In base a quali criteri scegliete le persone? Data anagrafica compresa nel range che riteniamo strategico, valutazione del percorso normorazionale effettuato dal candidato, competenze specifiche, esperienza e voglia di fare che il candidato manifesta. Quanto conta il curriculum e quanto l’impressione che fa la persona? Il curriculum è uno strumento facilmente modificabile, secondo necessità. L’impressione che fa la persona rimane un punto fermo, occorre condurre il colloquio in una certa maniera e alla fine un’idea del candidato la si ha. Quanto arrivano preparate le persone? I candidati quadro passano attraverso uno studo professionale di ricerca personale: arrivano ben preparati. I candidati professionali sono sempre proposti da nostri dipendenti e non sono mai digiuni di competenze meccaniche. Che percorso di studi consiglierebbe per questo settore? Ingegneria meccanica o ingegneria meccatronica. In seconda battuta anche il perito meccanico e il meccatronico vanno bene.

Stefano Cavazza - Azienda agricola Cavazza Qual è la situazione del vostro settore? Facciamo fatica a trovare figure veramente appassionate. Bisogna amare l’aria aperta, la stagione mite e il freddo e seguire i tempi della terra. In vendemmia si lavora anche 12-14 ore. Per questo motivo molti giovani non reggono. Quali sono le figure che sono diventate obsolete? Nessuna in particolare, c’è solo una lieve riduzione di manovalanza dovuta alla raccolta in parte meccanica. Che percorso di formazione viene prediletto? Periti agrari e laureati in agricoltura con esperienze di stage all’estero in Francia, Germania, Australia e Sud Africa. Altre figure che cerchiamo sono i laureati in marketing e comunicazione. Quanto conta un curriculum o non conta più? Il curriculum è necessario per verificare il percorso di studio e i corsi di aggiornamento che il candidato ha svolto. Perché alcune mansioni sono occupate solo da stranieri? Perché molti giovani non reggono l’attività all’aria aperta sia estiva che invernale e le ore di lavoro richieste in certi periodi. I lavori sono comunque più leggeri rispetto ad un tempo.

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16 | Inchiesta


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Marcio Brancher

di stefano cotrozzi

“A

d Arzignano non mi volevano. 36 anni, troppo vecchio per il calcio a 5. Rispeditelo in Brasile, ha gridato qualcuno!”. Era il 2003 e alla fine con qualche riluttanza e la necessità di un uomo d’esperienza nel reparto difensivo Marcio Brancher vestì la maglietta biancorossa tra gli scogiuri dei dirigenti che non si rompesse subito. Ottobre 2014. Marcio Brancher scende in campo in serie A con la fascia del capitano dell’Arzignano calcio a 5. “Ogni anno parto con l’idea di chiudere il campionato, poi quello successivo deciderò cosa fare. La serie A è dura, corrono come dei matti questi ragazzini, ma finché posso continuo”. Ma a 47 anni uno non potrebbe smettere? Dopo tanti anni mi sono infortunato, sono stato fuori per più di un mese. Lì mi sono reso conto di soffrire, mi mancavano gli allenamenti, l’adrenalina della partita, la pizza con i miei compagni di squadra. No, non mi sono ancora stufato delle trasferte, riesco ancora a dormire bene in qualsiasi letto…

Perché il calcio a 5? Perché a calcio non ero così bravo, come diciamo in Brasile “non era la mia spiaggia”. A 17 anni ho iniziato con il calcio a 5 e lì ho vinto tutto quello che si poteva vincere. Com’è stato arrivare in Italia? L’impatto è stato quello di un’altra Italia, la crisi era ancora lontana ed io provenivo da un paese in cui i prezzi cambiavano da un giorno all’altro. Mi ricordo che la mia più grande sorpresa era quella di comperare un litro di latte e dopo una settimana trovarlo allo stesso prezzo. Era così differente? Da noi l’inflazione era così galoppante che dovevi mettere da parte i soldi per poterti permettere di affrontare l’anno successivo. Adesso è cambiato il mondo, i miei figli non hanno trovato lavoro qui ma sono andati in Brasile. Il mio terzo figlio invece lavora in Italia, sono diventato un cittadino dei due paesi. Come ti mantieni in forma? Fisicamente sto bene, sono sempre stato fortunato. Mi concedo un bicchiere di vino rosso perché come dite voi fa… buon sangue. Non avevo praticamente quasi mai bevuto vino in Bra-

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18 | Intervista


sile, non apparteneva alle nostre abitudini. Qui ho imparato ad apprezzarlo. Come per la cucina, adesso quando torno in Brasile mi porto dietro la pasta italiana. E pensare che 13 anni fa per noi mangiarla scotta era la normalità, adesso sarebbe impossibile. La cucina italiana è diventata parte della nostra famiglia.

cere resta importante, però qui si lavora per fare sistema, creare un progetto. Quest’anno giocano in squadra 7 ragazzi del ‘94 e questo racconta che tutto il lavoro fatto sui giovani della zona sta dando i suoi frutti. Tu sei anche allenatore? Alleno i bambini dei primi calci, il mondo del pallone è cambiato. Chi inizia a giocare a calcio e chi a calcetto segue gli stessi allenamenti, utilizza molto la palla. Per questo, dopo essermi preso il patentino da allenatore, ho deciso di dedicarmi ai più piccoli.

Si vive ancora di calcio a 5? Una volta si viveva bene e qualcosa si metteva da parte. Adesso si vive e basta, sono cambiati i tempi anche negli altri paesi; in Spagna, il regno del calcio a 5 in Europa, sono poche le squadre che si possono permettere ingaggi regolari ai loro giocatori. E con i ragazzini che giocano con te? È un luogo comune parlare male dei più giovani, io con i ragazzi della mia squadra mi trovo bene. C’è reciproco rispetto, nel rispetto dei ruoli. Loro ascoltano quelli più vecchi e noi impariamo sempre qualcosa di nuovo, perché non si finisce mai di apprendere. La differenza con l’altra società, quella di Ghiotto per intenderci? Lì si puntava solo alla vittoria. Adesso vin-

“Vincere resta importante, qui si lavora per fare sistema, creare un progetto” Corriere Vicentino |

19 | Intervista

L’anno scorso hai centrato la serie A come allenatore… Ho guidato l’Arzignano come giocatore allenatore. Il mister a metà anno aveva deciso di dimettersi e la società mi ha chiesto di prendere in mano la squadra. L’ho fatto ed è andata bene, visto che siamo stati promossi, ma il mio posto è ancora in campo. Cosa vorresti fare da grande? Segnare un gol, mi sa che diventerei il più vecchio goleador della serie A. Si gioca sempre per la squadra ma un po’ di egoismo c’è sempre dentro di noi, fa parte del gioco o mi sbaglio?


Radiografia

dell’ospedale di Giuseppe Signorin

U

n ospedale efficiente, flessibile, sicuro, accogliente, confortevole, accessibile, sostenibile e a basso consumo energetico; una struttura che metta al centro il paziente, organizzato per intensità di cura e per aree assistenziali omogenee. L’Ulss 5 descrive così il nuovo ospedale unico dell’Ovest Vicentino, che sarà realizzato dove attualmente sorge il nosocomio di Montecchio Maggiore. Prima pietra a marzo del prossimo anno: questo l’obiettivo dell’azienda sanitaria e del Comune, che sta seguendo da vicino l’iter progettuale. E già si sa come il nuovo ospedale sarà organizzato: lo ha spiegato lo studio Fontanatelier nel corso di un incontro pubblico tenutosi a Montecchio nei giorni scorsi. La forma dell’ospedale, hanno sottolineato i progettisti, non parte da un modello precostituito, ma è generata dai flussi e dall’organizzazione interna sanitaria, per intensità di cure e aree omogenee, in modo da garantire la miglior efficienza nell’assistenza sanitaria. Ecco allora che nel piano del pronto soccorso, posto al primo livello dell’ospedale, troviamo anche l’osservazione breve intensiva, la radiologia, la psichiatria e le sedi delle associazioni, che disporranno anche di una sala conferenze dedicata. Al piano dell’ingresso saranno collocati il bar, le attività commerciali e l’accettazione (con il Cup e l’Urp), ma anche i poliambu-

latori, i laboratori, l’area gessi, il punto prelievi, il day service, la mensa, la cappella e la sala convegni. Al primo piano ecco il centro donna, la riabilitazione, l’oculistica e la dialisi, gli ambulatori, l’endo-gastroscopia e la week e la day surgery. Passando al secondo piano troviamo il gruppo operatorio, le degenze di chirurgia, l’oncologia e gli studi medici, mentre il terzo è dedicato esclusivamente agli studi medici. Al quarto piano sono state collocate la rianimazione, le degenze di medicina e neurologia e la terapia semintensiva. Infine il quinto, con il dipartimento materno-infantile e quindi la pediatria, il gruppo parto, l’ostetricia e la ginecologia. Il quadro è insomma chiaro e nelle casse dell’Ulss ci sono già i 28 milioni di euro stanziati con decreto del direttore generale del ministero della salute, che coprono quasi interamente la spesa di realizzazione della prima fase dei lavori. I restanti due milioni di euro saranno coperti dall’azienda sanitaria. Ora scatta la procedura per l’aggiudicazione dei lavori, con termine massimo il 29 maggio 2015. Tutti vogliono però accelerare i tempi, per far sì che già ad inizio primavera il nuovo ospedale inizi a far vedere il suo volto.

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20 | Focus


Vicenza

BiancoRossa

Jimmy Maini A

Vicenza ha lasciato il segno. E che segno. Quel pallone che si insacca alle spalle del portiere del Napoli è entrato nella storia calcistica biancorossa. Perché è stato il gol che al Menti ha dato il via alla conquista della Coppa Italia dell’undici di Guidolin il 29 maggio del 1997. Jimmy Maini, romano doc, classe 1971, ex centrocampista e oggi allenatore, fino alla scorsa stagione alla guida degli esordienti della Roma, di maglie in carriera ne ha vestite molte, dalla Roma al Lecce e quindi Milan, Parma, Venezia, e poi ancora Parma, Ancona e Arezzo. Ma sono quelle due stagioni a Vicenza, dal 1995 al 1997, approdato in biancorosso nella trattativa che ha portato Sterchele a Roma, a segnare il suo destino. Verso la serie A che conta e la nazionale. Sarà per questo che oggi parlando di quel gol nella finale di Coppa Italia confessa di sentire ancora la pelle d’oca. “Ogni tanto me lo riguardo. Rivedo l’abbraccio con Firmani, Murgita. Era un gruppo fantastico. E non è retorica. Era la nostra forza. I due anni a Vicenza sono stati l’Abc della gratificazione professionale come sensazioni vissute da calciatore – racconta – poi sono venute squadre più blasonate ma come soddisfazioni personali Vicenza è stata speciale. La finale di Coppa Italia rimarrà nella storia. E mi auguro di poterla rivivere. Mi piacerebbe poter far parte di nuovo del contesto biancorosso. Tornerei volentieri”. Nel libro dei ricordi, nelle immagini di quella finale storica, negli occhi di Maini c’è un momento particolare: l’allenamento prepartita. “Ricordo che Guidolin ci sollecitava, come sempre era lì, sul pezzo. Io l’ho guardato e gli ho detto: mister, non c’è bisogno di motivarmi ancora di più, mi creda. Era la prima volta che mi permettevo di dirgli qualcosa. Lui sorrise e rispose: hai ragione. Avevo la sensazione che ce l’avremo fatta, senza presunzione, ma per la forte determinazione e la convinzione di chi vuole veramente una cosa. E questa sensazione me la dava la mia forza interiore e quella che mi trasmettevano i compagni. Gli occhi erano quelli giusti. Noi sapevamo che era un’occasione irripetibile per Vicenza, che

sarebbe stata unica. E non volevamo farcela sfuggire”. E da lì la carriera di Maini decolla. “Che settimana quella. Il gol nella finale di Coppa Italia. Il giorno dopo la convocazione in nazionale. E il giorno dopo ancora ho firmato un triennale con il Milan. Tre giorni che mi hanno stravolto l’esistenza in positivo. Mi resta un solo rammarico, quello di aver perso parte dei festeggiamenti che ci sono stati a Vicenza dopo la conquista della Coppa Italia. Oltre a Vicenza, ovviamente Roma mi è rimasta nel cuore. Ci sono cresciuto, sono tifoso della Roma e ho allenato le giovanili. E poi il Milan, nonostante ci sia stato solo un anno e mezzo non può non rimanerti nel cuore, una società straordinaria: lì vivi la massima espressione del calcio. Poi a Parma così così, un po’ per gli infortuni e per altre vicende. Ma mi sono sempre rimesso in discussione. A Venezia ho vinto il campionato di serie B, poi l’ho rivinto ad Ancona. In carriera avrei potuto fare di più, ma va bene così. Ho avuto vari acciacchi e il bilancio è comunque positivo. Mi ritengo fortunato”. Oggi in attesa di una chiamata per un’occasione da tecnico alla guida di una prima squadra, dividendosi tra calcio e famiglia e i suoi bambini Gianmarco e Ginevra, Jimmy Maini continua ad avere un occhio attento sulle vicende biancorosse. E qualche settimana fa è andato a trovare l’ex compagno Gianni Lopez, il suo capitano, ora nella panchina del Vicenza. “Seguo sempre la squadra. E ho vissuto con tristezza i momenti più difficili. Adesso con il ripescaggio speriamo si possa creare qualcosa di buono. Non è facile ma se si fanno le cose seriamente, con la voglia e l’entusiasmo e con le persone giuste, si possono raggiungere obiettivi inaspettati. Un messaggio a Lopez? Di stare un po’ più tranquillo in panchina. Lui è molto bravo. Gli faccio i complimenti. E un grande in bocca al lupo. Perché possa veramente riportare il Vicenza ad essere protagonista intanto in B. Insomma, ci voleva uno di quel gruppo storico per rilanciare Vicenza”.

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Paesi

di GIUSEPPE SIGNORIN

N

ei giorni in cui Arzignano vede la demolizione di una sua storica filanda, tra via Castellana e via Giuliani, dove un tempo venivano lavorati i cascami di seta, tornano in mente altre immagini simili, di posti tanto noti quanto abbandonati, coperti di macerie o semplicemente lasciati al loro destino. Se al posto della filanda Zorzanello c’è già sul piatto un piano di riqualificazione pronto per essere messo in atto, meno fortunata sembra essere la sorte di altre aree della città.

Arzignano

Luoghi abbandonati AREA EX ENEL Da anni lo spettacolo è lo stesso ed è ulteriormente peggiorato dopo l’abbattimento della struttura in cui aveva sede l’ENEL. Situata tra via Trento e via Trieste, l’area è in uno stato permanente di “scavo aperto” per mancanza di attività nel cantiere, tuttora sotto tutela giudiziaria a causa del fallimento della società Edilpiazza che era stata incaricata di eseguire i lavori. AREA DIETRO AL CINEMA SOCIALE Le impalcature e i lavori in corso durano ormai da così tanto tempo che la zona è stata invasa da erbacce di ogni sorta e di ogni altezza. Le locandine dei

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22 | Paesi

film poste in quel lato del cinema sono pressoché invisibili. Si spera che i lavori prima o poi abbiano un termine... AREA EX VERGOLANI In primo piano per anni a causa del suo stato di degrado, tanto da valergli il nome di “casba”, per l’area ex Vergolani si è parlato a lungo di un progetto immobiliare a carico di privati indirizzato alle persone della terza età. In attesa che la situazione si sblocchi, in una direzione o in un’altra, lo stato dell’area rimane lo stesso. Teatro dell’uccisione di uno spacciatore tunisino nel 1994, per mano del padre di un ragazzo tossicodipendente, la struttura che per anni ha ospitato la conceria Ver-


Arzignano

golani venne definitivamente demolita nel 2010. AREA VIA CAVOUR Tutta la zona, per quanto centrale, è sempre più degradata e difficile da gestire: sporcizia, problemi di viabilità, rumori dovuti alla presenza di tanti nuovi bar. Ma il pezzo forte rimane l’appezzamento che per anni è stato

utilizzato come deposito merci e che ancora esibisce la sua desolazione a pochi passi dal Duomo. AREA PARCHEGGIO PELLIZZARI Uno pseudo-parcheggio sterrato dove crescono erbacce e dove vengono lasciati rifiuti di ogni sorta. Non un bel biglietto da visita per chi arriva ad Arzignano, né tanto meno uno

spazio che fa onore a una zona storica, accanto a cui sorgevano le Officine Pellizzari. Nell’attuale parcheggio si trovava il ristorante Fiorentino, assieme a vecchie abitazioni. Un tempo segnava il confine della città, prima degli insediamenti che diedero origine a Villaggio Giardino.

Occhio alle truffe

L

a mamma dei cretini è sempre incinta, recita il proverbio. Ma anche quella dei truffatori non scherza, stando alle tante segnalazioni arrivate in Comune e al comando di Polizia locale da parte di cittadini che hanno denunciato la presenza di una persona che fino a poco tempo fa girava per le case chiedendo 20 euro per le lampade votive del cimitero a nome dell’Amministrazione. Chiara la risposta del Comune: “Non

aprite la porta di casa a questa persona, perché si tratta di una truffa”. Ma non è l’unico caso: appena qualche mese fa una signora di 84 anni ha fatto entrare due uomini che si sono presentati con la scusa di dover controllare la caldaia, portandosi via invece preziosi per un valore di duemila euro. A venire colpiti, neanche a dirlo, sono sempre i soggetti più deboli: anziani, disabili, minori. Ma può capitare a tutti. “Per quel che riguarda le truffe delle luci votive, ci sono ancora indagini in corso – ci spiega il Comandante della Polizia locale Massimo Parolin. Il fenomeno comunque non si è più ripetuto”. Ricevete molte chiamate? Rispetto a qualche anno fa il numero è aumentato. Il picco c’è stato la scorsa primavera, ma ora il trend è in discesa. Una volta trovati i colpevoli? Capita spesso che non possiamo procedere oltre, perché non viene sporta Corriere Vicentino |

23 | Paesi

denuncia. Le persone hanno paura oppure ritengono controproducente, anche da un punto di vista economico, ricorrere a un avvocato, se il danno è stato di piccola portata. Quali i comportamenti da adottare? Innanzitutto avere buon senso: per esempio non aprire mai la porta prima di essersi accertati di chi c’è. Se le persone poi si presentano per conto di un ente particolare, accertarsi chiamando l’ente in questione. Se vi viene detto che è il Comune, occorre sapere che il Comune non manda nessuno a casa in questo modo. Quali sono le truffe più frequenti? Venditori ambulanti o persone che si spacciano per funzionari di enti pubblici o che erogano servizi di portata nazionale. Ma non c’è una regola: i truffatori possono essere singoli individui che operano per conto loro oppure all’interno di una rete più ampia.


Arzignano Scuola

Sicurezza

Cambio alla guida dell’Arma

m

ercoledì 24 settembre il sindaco di Arzignano Giorgio Gentilin e il Consiglio Comunale di Arzignano, congiuntamente alla Giunta di Montorso Vicentino, guidata dal sindaco

Giornata Europea delle Lingue Antonio Tonello, hanno dato il proprio benvenuto al nuovo comandante della Stazione Carabinieri, il Maresciallo Michele Mascolo che già sostituisce nel comando, dal 15 settembre, il Luogotenente Catello Chierchia, destinato invece a dirigere la Stazione di Montecchio Maggiore. Il nuovo comandante di Arzignano ha in precedenza guidato il vice-comando della Stazione di Montebello Vicentino, di Montecchio Maggiore e infine il comando del N.O.R.M. (Nucleo Operativo Radiomobile) della Compagnia di Valdagno.

I

ragazzi della scuola media “Giacomo Zanella” hanno celebrato per la prima volta la Giornata Europea delle Lingue il 26 settembre, contemporaneamente a quanto hanno fatto i loro colleghi europei. Ogni ragazzo ha tenuto in mano il suo volantino “Speak your peace” durante il flash mob avvenuto in piazza Libertà.

Parrocchia

Ciao don Stefano e don Mark!

L

a Parrocchia di Ognissanti ha perso negli ultimi tempi due preziosi collaboratori pastorali, don Stefano Manni e don Mark Opere Omol. Don Stefano, dopo un anno passato ad Arzignano, andrà a custodire il gregge della parrocchia di San Quirico di Valdagno. Don Mark, della diocesi di Torit nel Sud Sudan, si è invece trasferito nel veronese, a Zevio.

Tradizioni

Foto del mese

AAA Albero di Natale cercasi

Chi si facesse un giro fno al parcheggio Pellizzari, potrebbe ancora trovare questo astuto cartello, che in teoria dovrebbe allontanare i ladri di biciclette...

T

radizione vuole che ogni anno qualche cittadino doni alla città il grande albero che viene installato e addobbato in piazza Libertà. Spesso si tratta di alberi che devono essere abbattuti perché divenuti troppo ingombranti per un giardino oppure perché possono costituire un pericolo. Chi volesse mettere a disposizione un abete per farlo diventare il simbolo del Natale di Arzignano, potrà contattare l’Ufficio tecnico del Comune al numero 0444 476581.

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Arzignano

Nuova viabilità vana (pista e marciapiede, in fase sperimentale, saranno realizzate con la segnaletica e solo al termine della fase verranno fatte le opere).

di giuseppe signorin

A

partire dalla seconda metà di ottobre la viabilità nel quartiere Mantovano non sarà più la stessa. “Verrà creato una sorta di anello a senso unico – ci ha spiegato l’assessore Angelo Frigo – a salire lungo via P. Giuliani/via Rio Torto, a partire da via Castellana, per proseguire lungo via Mantovana (solo fino a via Donizetti, mentre nell’ultimo tratto resterà comunque a doppio senso, per permettere l’accesso al supermercato) e infine a scendere a senso unico in via Zanella verso via Castellana”.

Quali sono gli obiettivi di questo cambiamento? Nella zona ci sono due criticità che intendiamo risolvere. La prima riguarda l’incrocio tra via Castellana, via Fiume e via P. Giuliani - via Rio Torto (la “crosara”): sull’incrocio si scaricano circa 11.000 veicoli al giorno (8.400 provenienti da via Castellana e 2.600 da via P. Giuliani). Rendendo a senso unico a salire via P. Giuliani - via Rio Torto, evitiamo l’incrocio dei veicoli e, quindi, le attuali svolte pericolose. La seconda riguarda via Zanella, strada prevalentemente residenziale, attraversata a doppio senso con un transito quotidiano di circa 5.700 veicoli. Rendendola a senso unico riusciamo a ridurre il carico e creare nuovi spazi per la sosta dei veicoli. La nuova viabilità permetterà, inoltre, di ricavare spazio in via Rio Torto per una pista ciclabile e un nuovo marciapiede in via Mantovana.

In che modo avverrà il cambiamento? Come già successo in via Trento e via Fiume, ci saranno due fasi. Una prima fase sperimentale, in cui le modifiche alla viabilità verranno implementate con l’apposita segnaletica orizzontale e verticale. I cittadini avranno modo di abituarsi ai cambiamenti e noi saremo in grado di verificare il corretto funzionamento delle modifiche e introdurre gli eventuali correttivi che si rendessero necessari. Quanto durerà questa prima fase? Circa sei mesi, passati i quali implementeremo le opere in via definitiva. Segnalo, in particolare, la realizzazione della pista ciclo - pedonale in via Rio Torto e il marciapiede in via Manto-

Dall’alto in basso: via Giuliani, via Mantovana e via Zanella, con il nuovo senso di marcia indicato.

Che impressione le ha fatto l’assemblea coi cittadini? All’incontro sono state fatte alcune osservazioni interessanti, che ci hanno dato spunto per introdurre dei miglioramenti al progetto, come il mantenimento del doppio senso nel tratto finale di via Mantovana.

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Primi tuffi a novembre? A

novembre dovrebbero terminare i lavori interni della nuova piscina di Arzignano. Non è ancora stata fissata la data per l’inaugurazione, ma dopo alcuni slittamenti dovuti soprattutto al maltempo, che ha rallentato in particolare il montaggio della copertura, il maxi progetto sembra essere arrivato a una conclusione, per lo meno per quel che riguarda l’interno della struttura. La prima pietra era stata posata nel marzo del 2013: in un primo momento si era ipotizzata un’apertura entro la primavera di quest’anno, poi è stata spostata nei mesi di settembre e ottobre. I lavori sono sempre andati avanti e finalmente il mese di novembre sembra essere quello giusto. Poi si andrà avanti con la riqualificazione degli spazi esterni, per un totale di 38.000 mq e più di 7 milioni di euro.

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Arzignano

Siamo un popolo di cacciatori di ELISA TURrA

D

iventa più agevole la regolamentazione in merito all’installazione temporanea dei capanni da caccia. Dopo un periodo di continui controlli generati da denunce di associazioni ambientaliste che si chiedevano quale norma regolamentasse i capanni da caccia e ipotizzavano abusi edilizi, arriva un provvedimento regionale, adottato anche ad Arzignano, che fa chiarezza ed alleggerisce le procedure burocratiche sia per le Amministrazioni comunali che per gli appassionati dell’esercizio venatorio. Le nuove norme sottolineano che i capanni non generano né superficie

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coperta né volume e possono essere realizzati in zone agricole. Perciò gli appostamenti fissi potranno essere realizzati senza permesso di costruire e autorizzazione paesaggistica in quanto basterà una semplice comunicazione al comune. I capanni dovranno essere installati temporaneamente, secondo il calendario previsto per l’attività venatoria, e collocati nel territorio comunale da quindici giorni prima a quindici giorni dopo il suddetto periodo.

Il Consiglio comunale ha voluto mantenere la deliberazione regionale il più semplice e pratica possibile, non apponendo ulteriori modifiche in materia di connotazioni costruttive (legno, non legno, impermeabilizzazione della copertura eccetera). Ciò che più conta dovrà essere l’agevole rimovibilità. Il modulo da compilare si può scaricare direttamente dal sito del comune di Arzignano.

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Arzignano

Bioedilizia in albania di giuseppe signorin

D

opo Papa Francesco anche l’ingegnere di Arzignano Fabio Lovato e l’architetto di Montebello Denis Carazzato andranno in missione in Albania. Obiettivo: la costruzione di una chiesa secondo i principi più innovativi della bioedilizia per le Clarisse di un convento a nord di Scutari. “Una notte di qualche mese fa ho sognato padre Flavio Cavallini, rettore del seminario di Lonigo ai tempi in cui io e Fabio frequentavamo il liceo – ci racconta Carazzato -. Nel sogno gli mostravo un sistema strutturale innovativo, un involucro dinamico che stavo brevettando in quel periodo. Anche nella realtà…”. E poi l’ha chiamato? Esattamente. Ho chiesto informazioni ai

frati del convento, che mi hanno dato il suo numero. Padre Flavio era da 15 anni in Albania. Al telefono mi ha detto che fa-

talità stava per tornare in Italia perché gli avevano donato un’auto… Così vi siete incontrati. Sì. Io, Fabio e padre Flavio, che si è messo a raccontarci di un progetto fermo da molto tempo a causa di mancanza di

fondi, una piccola chiesa di 160 mq accanto a un vecchio edificio in cemento, attualmente utilizzato come convento. C’era un progetto preesistente con costi troppo elevati. Abbiamo dato la disponibilità e ci siamo messi al lavoro. Come sarà la chiesa? Avrà la forma di una tipica casa albanese in pianta quadrata e tetto a padiglione. Questo per associare l’idea di Dio all’idea di famiglia. Quando inizieranno i lavori? A novembre. Nel giro di un anno la chiesa potrebbe essere pronta. Come siete riusciti ad abbattere i prezzi? Abbiamo optato per una tecnologia adatta alle temperature di quelle zone, piuttosto calde. La scelta dei materiali, poi, è stata importante: tutti saranno prodotti in zone limitrofe. Per la copertura in legno una ditta ha donato parte del materiale.

Chiesa a prova DI SCOSSA di elisa turra

s

ono iniziati i lavori di miglioramento sismico alla chiesa di San Zenone, nella frazione di San Zeno, dopo che la Curia ne aveva suggerito la verifica strutturale. Gli ultimi lavori risalivano al restauro della facciata nel 1988 e alla ritinteggiatura del campanile e sostituzione della croce metallica nel 2006. “Dopo un primo controllo a guaine e coppi – spiega l’Ing. Andrea Albiero, direttore dei lavori - si è capito che la chiesa aveva bisogno di un intervento più sostanzioso rispetto al risanamento della sola copertura. I morali in legno sono deformati e le strutture secondarie in crisi. Per quanto riguarda i dettagli tecnici dell’intervento, sono previsti dei profili in acciaio posizionati sopra la sommità dei muri perimetrali.”

A quando risale l’età di questa chiesa? Sebbene non siano stati ritrovati documenti che attestino l’età dell’edificato, la chiesa è indubbiamente antica. Probabilmente l’edificio era in fase di costruzione già nei primi del XV secolo; la pittura presente sul soffitto della navata della Chiesa, risalente al 1857, mostra come si presentava l’edificio prima di essere ricostruito. Successivamente tra il 1911 ed il 1933 la chiesa venne restaurata e ampliata. Quando è prevista la fine dei lavori? Attorno ai primi di febbraio, salvo periodi di ferma forzata, dovuti a pioggia o neve. Altri rallentamenti possono essere Corriere Vicentino |

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dovuti a novità che si incontrano durante i lavori. Negli ultimi giorni, infatti, abbiamo riscontrato lesioni sulle murature che non erano previste. Il parroco don Giampaolo Merlo si dice contento poichè ritiene questi lavori necessari per tutta la comunità. Come siete riusciti a finanziare i lavori? Grazie alle offerte dei fedeli raccolte negli anni riusciamo a coprire il costo dei lavori. È comunque previsto un contributo del Comune. I fondi regionali invece sono finiti, si dovrà fare richiesta l’anno prossimo ma probabilmente i lavori saranno già terminati.


Torneo “Luigi cisco”

di giuseppe signorin

“U

na volta un giocatore è arrivato in fondo al campo a gran velocità, ma invece di crossare è saltato col piede sul pallone, allora il pallone ha fatto leva e l’ha scaraventato contro il muro che divide il Mattarello dalla via retrostante. Il ragazzo è svenuto e l’hanno portato in ospedale. Appena sveglio, però, voleva già rimettersi i pantaloncini e tornare in campo per terminare la partita…”. A sentire Enzo Fracasso, un veterano del calcio arzignanese, era questo lo spirito che si respirava nei tanti anni del “Torneo Notturno Luigi Cisco”, uno dei primi tornei notturni in Italia, che per 23 edizioni è stato la vera attrattiva del nostro paese. Organizzato dalla Garcia Moreno (il presidente all’epoca era l’avvocato Antonio Urbani), il torneo, nato in memoria di un giovane calciatore arzignanese, Luigi Cisco, morto in un tragico incidente stradale il 2 gennaio del 1958, ha animato le serate del mese di luglio dal 1959 agli anni Ottanta. Gli spazi del Mattarello non erano sufficienti per contenere la gente, si doveva montare addirittura una tribuna metallica al lato del campo. Gli spettatori si portavano da casa le damigiane di vino. Tante famiglie sugli spalti, tanti fratelli sul rettangolo di gioco. “Ai miei tempi, assieme a noi Fracasso, c’erano i fratelli Facci, i fratelli

In alto: rappresentativa del torneo con gli “Assi”. Sotto a sx: in maglietta bianca l’attuale presidente dell’ArzignanoChiampo, Lino Chilese. Sotto a dx: il secondo da sinistra, accosciato, è Luigi Cisco.

Boschetti, i fratelli Biasiolo… Un anno abbiamo addirittura presentato una formazione col nome ‘BiaFra’, perché composta solo dai fratelli Fracasso e Biasiolo”. Tante le squadre memorabili, fra cui Bar Sport, Bar Canton, Conceria Olimpia... “Un’edizione ci siamo presentati con il nome di ‘Marisa’ – ci racconta Gabriele Boschetti, che per qualche anno è stato anche organizzatore del torneo assieme alla Garcia Moreno -. Eravamo tutti juventini e all’epoca giocava Boniperti, soprannominato appunto ‘Marisa’. Siamo stati gli unici a battere il Bar Sport, vincitore quell’anno”. A fine torneo veniva organizzata una partita speciale: una rappresentativa coi migliori giocatori del torneo sfidava una rappresentativa dei giocatori

del Vicenza, più Giorgio Biasiolo: erano gli “Assi”. C’era gente del calibro di De Petri, Romanzini, Bardin, Chinesinho… Un po’ alla volta, però, è cambiata l’anima della manifestazione. “Ogni anno il torneo cresceva – ci racconta Vittorio Fracasso, fratello di Enzo – ma a un certo punto sono iniziati ad arrivare troppi ‘nomi’ da fuori, giocatori di categorie superiori che venivano pagati per esibirsi, sbilanciando gli equilibri fra le squadre. Non c’era più lo stesso spirito amatoriale. All’inizio era tutta un’altra cosa: un anno, per intenderci, quando giocavo con il Bar Canton, siccome non c’erano le divise, noi giocatori abbiamo messo a disposizione le nostre maglie e le abbiamo fatte tingere di nero in una conceria, perché diventassero uguali…”.

to be continued...

Nel prossimo numero del Corriere Vicentino altre foto e curiosità del mitico Torneo Notturno Luigi Cisco.


Arzignano

L’atletica unisce di lisa masiero

U

n anno di cambio, forse di svolta, per l’Atletica Arzignano, che sempre di più si sta imponendo nel panorama sportivo della nostra provincia. L’associazione sta superando quota 120 iscritti, ha ampliato gli orari di allenamento aprendo il suo campo praticamente tutte le sere e grazie all’unione con l’Atletica Montecchio e l’Atletica Valchiampo ha avviato un percorso virtuoso, l’Atletica Ovest Vicentino, che permette una maggiore qualità degli allenamenti, dimenticando antichi campanilismi oramai scomparsi. “Dobbiamo ammettere - spiega il presidente Christian Belloni - che la Strarzignano è stato un lancio incredibile per tutto il nostro movimento. Quei 5000 partecipanti hanno avuto

Un nuovo sito per conoscere le novità, scoprire gli appuntamenti ed essere sempre informati. www.atleticarzignano.it è appena stato messo online. Un click e il mondo dell’atletica sotto il grifo non avrà più misteri per nessuno.

una forte ripercussione con tanti nuovi iscritti e una running school che entrerà a far parte a tutti gli effetti dell’Atletica Arzignano. Oramai l’atletica non è più la cenerentola degli sport ad Arzignano, abbiamo tanti bambini che partecipano e dall’anno scorso accettiamo anche quelli dai 7 anni in su. A livello sportivo non possiamo lamentarci: sia a livello provinciale che a livello regionale i risultati sono andati

oltre le nostre aspettative, segnale che il movimento arzignanese non cresce solo nei numeri, ma anche nella qualità, grazie anche allo sforzo dei nostri tecnici guidati da Diego Zocca. Prossimo appuntamento è un progetto con le scuole elementari. Ottimi anche i rapporti con l’Amministrazione, che ci permetterà finalmente di cambiare la pista che comincia a sentire i suoi anni. Pista che poi vorremmo festeggiare organizzando un campionato nazionale qui, come succedeva nel passato”.


Montecchio

Viaggio nell’ex caserma

di Francesco meneghini

O

ra che il Comune di Montecchio Maggiore, grazie all’accordo con l’Agenzia del Demanio, si appresta ad entrare in possesso delle ex officine militari della Ghisa (mancano alcuni passaggi burocratici e il via libera definitivo del Consiglio comunale) aumenta la curiosità sul destino di questa immensa area. Oltre 100 mila metri quadrati di uffici, officine, capannoni, depositi,

viali e aree verdi: questa è l’ex caserma, rimasta fino ad oggi una zona off limits appunto perché militare. Un luogo abbandonato da circa 20 anni e quindi misterioso, che noi vi sveliamo attraverso questi scatti. Testimoniano la desolazione in cui versa la caserma, assediata dalla vegetazione (un vero e proprio bosco urbano), diventata in qualche occasione bivacco di senzatetto e sbandati, depredata dai ladri di rame che hanno fatto razzia di vecchie apparecchiature e cavi elettrici.

Desolazione negli uffici

Il campo da tennis La centrale elettrica

Ammasso di cavi elettrici

Un capannone per le riparazioni

Un viale assediato dal bosco

Corriere Vicentino |

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Il Comune di Montecchio Maggiore ha davanti a se una grande sfida, quella della riqualificazione di quest’area, da attuare necessariamente per stralci e per la quale potrebbe essere determinante il ruolo del capitale privato. Al momento negli uffici comunali si sta predisponendo uno studio di fattibilità che ipotizza una destinazione a fini pubblico-sociali. Presto i tempi potrebbero essere maturi per un vero progetto di rilancio dell’ex sito militare.


montecchio

Benvenuto giro d’italia! di giuseppe signorin

È

fatta, il sogno è diventato realtà. Montecchio Maggiore è sede di tappa del Giro d’Italia 2015. Precisamente sarà la città di partenza della tredicesima frazione, con arrivo a Jesolo dopo 153 chilometri di corsa. Appuntamento, per tutti gli appassionati, venerdì 22 maggio. La notizia era già filtrata da ambienti vicini all’organizzazione del Giro e ha avuto l’ufficializzazione il 6 ottobre, nel corso della presentazione della corsa a Milano. Non potevano mancare il sindaco Milena Cecchetto e il vicesindaco e assessore allo sport Gianluca Peripoli, da sempre sostenitori del progetto di portare a Montec-

chio una tappa. “La nostra città – sottolinea il sindaco – avrà a disposizione una vetrina eccezionale, dal punto di vista sportivo e turistico, che andrà ben oltre i confini

Il sindaco Milena Cecchetto con Moreno Nicoletti e il responsabile ciclismo di RCS Mauro Vegni.

nazionali”. Le fa eco il vicesindaco, secondo cui “non poteva esserci notizia migliore a conclusione di questo 2014 in cui Montecchio è Città Europea dello Sport. Un grazie particolare per il raggiungimento di questo traguardo va a Moreno Nicoletti, responsabile del Giro per la provincia di Vicenza”. Montecchio aveva assaporato la magia del Giro nel 2013, quando era transitata l’ultima tappa conclusasi a Brescia. Nel 2015 sarà tutta un’altra storia, perché la carovana rosa stanzierà in città tutto il mattino, portando con sé un bell’indotto economico e favorendo la promozione turistica del territorio. Che sia il preludio per un un arrivo di tappa nei prossimi anni? L’obiettivo sembra proprio quello.

Rally benefici di nicoletta mai

U

n’avventura può avere diverse facce e quelli di Energia e Sorrisi lo sanno bene. Può avere il fascino di una corsa in mezzo al deserto, ma anche l’entusiasmo di un gruppo di persone che si ritrovano nel tempo libero semplicemente per fare del bene. L’associazione Energia e Sorrisi è nata nel 2007 grazie all’esperienza di due amici – Giampietro Dal Ben e Stefano Carlotto - che durante un rally in Africa si sono resi conto della povertà della gente di quei luoghi e hanno deciso di portare assieme alle gare aiuti umanitari a quelle popolazioni. Oggi l’idea iniziale si è trasformata in un progetto ben strutturato. I volontari dell’associazione sono in totale 180, una trentina quelli più attivi, che ogni primo sabato del mese, ma all’occorrenza anche più spesso, si ritrovano

nella sede ai confini tra Montecchio e Altavilla per catalogare e inscatolare vestiti, scarpe, giocattoli e materiale didattico donati da privati e aziende e destinati a villaggi, scuole, ospedali, orfanotrofi che incontrano nei percorsi di gara in Marocco, Mauritania, Senegal, Tunisia, Egitto e Albania. Come funziona l’associazione? “Il rally è il vettore che ci permette di fare volontariato – spiega Ennio Rancan, che dal 2013 fa parte dell’associazione -. Ci proponiamo come team di assistenza e questo ci consente di pagare il trasporto degli aiuti. Andare di persona ci permette di distribuire il materiale in base alle necessità reali. Per me è stata un’esperienza bellissima, che mi ha fatto apprezzare uno stile di vita semplice e dai ritmi più umani rispetto ai nostri, anche se le cose che non funzionano là sono davvero molte”. Da un paio d’anni l’associazione aiuCorriere Vicentino |

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ta anche le famiglie in difficoltà del nostro territorio, recapitando la spesa solidale. “Collaboriamo con le altre associazioni nella raccolta di viveri. Poi ci occupiamo della distribuzione con un sistema che abbiamo messo a punto e di cui siamo particolarmente orgogliosi perché ci permette di dare ad ogni famiglia ciò che le serve in base alla sua composizione. Ci piacerebbe estendere il nostro aiuto anche ad altri comuni e cerchiamo sempre nuovi volontari”: Come si fa a partecipare? Basta presentarsi nella nostra sede e si è già parte della famiglia.


montecchio Scuola

Istituto Ceccato e scuole materne: il Comune interviene

C

on l’inizio dell’anno scolastico sono molte le novità che riguardano le scuole di Montecchio Maggiore. Innanzitutto il Comune ha deciso di intervenire con una stanziamento di circa 22.000 euro finalizzato all’acquisto di otto moduli prefabbricati che comporranno due aule a servizio dell’Istituto Superiore Ceccato di piazzale Collodi. Questo per risolvere, seppur in via provvisoria, il problema della carenza di spazi segnalato dall’istituto. La restante metà della spesa sarà coperta dalla Provincia. Anche le scuole d’infanzia sono state

oggetto di interventi. Il Comune ha infatti fornito nuovi giochi e giostrine posizionati nei giardini per il divertimento degli alunni, mentre alla scuola media Marco Polo sono stati abbattuti 15 pioppi ammalorati e quindi soggetti a schianti e cadute di rami.

Cronaca

Cronotachigrafo taroccato con un sensore

L

a Polizia Locale dei Castelli ha scoperto un nuovo sistema di alterazione dei cronotachigrafi dei mezzi pesanti. L’apparecchio di un autocarro con targa rumena era provvisto di un

sensore comandato a distanza e in grado di far risultare il mezzo a riposo quando in realtà era in movimento. All’autista è stata comminata una sanzione di 1682 euro ed è stata sospesa la patente.

Sicurezza

Nuovo comandante per i Carabinieri

L

a Stazione dei Carabinieri di Montecchio Maggiore, che presto verrà elevata a Tenenza,

ha il suo nuovo comandante. Si tratta del luogotenente Catello Chierchia, proveniente dalla Stazione di Arzignano. Accompagnato dal comandante della Compagnia di Valdagno, capitano Giacomo Gandolfi, Chierchia ha incontrato in Municipio il sindaco Milena Cecchetto e gli altri sindaci del territorio di competenza, ossia Monteviale, Gambugliano, Creazzo e Sovizzo, i quali hanno espresso la massima collaborazione con gli uomini dell’Arma per segnalare tempestivamente eventuali criticità che emergano dal territorio.

Corriere Vicentino |

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Brava Giulia di martina bertinato

h

a solo 13 anni, ma è già considerata una promessa della danza classica. Giulia Schenato, di Montecchio Maggiore, è stata l’unica su 17 candidati ad essere ammessa all’Accademia Teatro alla Scala di Milano. Le severe regole dell’Accademia proibiscono la pubblicazione di interviste e foto degli allievi durante gli stage e allora, per conoscere Giulia, abbiamo raggiunto le sue insegnanti di ballo, Adriana Bertoncello e Laura Pellizzari di EtraDanza. Laura quando hai conosciuto Giulia? Giulia è arrivata ad EtraDanza all’età di nove anni ed è stata inserita all’interno del grade 3° del programma della Royal Academy Dance. Fin dall’inizio si è dimostrata una bambina attenta, determinata e con le caratteristiche fisiche idonee alla danza classica. Descrivici Giulia con tre aggettivi… Tantissima umiltà, determinazione nel raggiungere gli obiettivi e consapevolezza dei propri limiti! Fin da subito ha dimostrato queste propensioni e una grande eleganza nei movimenti. Non ha mai avuto dei ripensamenti durante gli anni passati sulle punte? No, anzi la voglia di migliorare cresceva in lei assieme ad un grande senso artistico. Come ha reagito Giulia alla notizia di essere stata scelta alla Scala? Era emozionatissima ma allo stesso tempo con i piedi per terra. Ci ha messo un po’ a razionalizzare il fatto che il suo sogno stava diventando realtà! E tu, Laura? Eri sorpresa? Come insegnante è sempre difficile dire se un’allieva ce la farà o meno. Tante sono le variabili: si deve trovare un mix perfetto, proprio quella giusta miscela di doti e qualità che caratterizza Giulia!


brendola

Tutto il mondo È “paes” di valerio luison

S

i comincia sempre dando il buon esempio. Questa la convinzione che ha spinto il Comune di Brendola non solo ad aderire al Patto dei Sindaci, ma a mettere subito in pratica in prima linea le buone prassi per portare avanti il progetto di riduzione delle emissioni di CO2 entro 6 anni. Un buon proposito divenuto operativo con la presentazione nelle scorse settimane del Paes (Piano d’Azione per l’Energia sostenibile), cioè il protocollo d’azione di cui deve dotarsi ogni Comune aderente al Patto. L’obiettivo, su direttiva eruopea, è dichiarato: ridurre sprechi e consumi che tanto male fanno all’aria che respiriamo del 20% entro il 2020. Il progetto è rivolto su scala continentale per una manovra collettiva che abbia i maggiori influssi sull’abbattimento del gas tra i principali responsabili dell’effetto serra sul nostro pianeta e quindi dei mutamenti climatici. Ogni Comune aderente è stato quindi chiamato ad elaborare un progetto, adattato alle proprie caratteristiche morfologiche e di popolazione, per delineare passo dopo passo in che modo arrivare al risultato. Nel caso di Brendola si tratta per al-

tro di un’accelerata, per un progetto, almeno nella fase di studio, avviato dal 2009. “Abbiamo iniziato dalla diagnosi energetica degli stabili comunali - spiega l’Assessore all’Ambiente Barbara Tamiozzo - per

avere un quadro di come fosse il polso della situazione prima di entrare in azione e misurare allora i risultati di perfezionamento progressivo. Da tenere conto che l’’anno zero’, ovvero il riferimento scelto dal Paes come standard per ta-

Bando genitori soli

rare le valutazioni successive è il 2005. Bene, noi da allora a oggi abbiamo registrato una riduzione complessiva dei consumi termici del 2%, grazie alle scelte di riqualificazione sempre più ‘green’. Ma ancora non basta”. Secondo le stime dei tecnici che hanno redatto il Paes, infatti, l’incidenza dovuta al Comune è di poco inferiore al 2% rispetto alle attuali dispersioni del territorio di Brendola. La quota con il maggiore peso riguarda residenziale e trasporto privato. “Da parte nostra - prosegue Tamiozzo - anche per coerenza professionale abbiamo scelto di fare prima di tutto la nostra parte. Adesso serve uno sforzo che chiama a raccolta i cittadini, per farli diventare parte attiva di questo viaggio. Serve una campagna formativa, che abbiamo intenzione di mettere a punto dando a ognuno gli strumenti per una diagnosi corretta di comportamenti e consumi; a ciò possiamo unire gli incentivi che stiamo elaborando per un regolamento che andrà a premiare chi attesta di edificare secondo i più moderni standard di efficenza energetica, e tante altre idee e proposte ecologiche”. Nel Paes si parla anche di potenziamento del fotovoltaico, si lavorerà anche su questo fronte.

Scuola d’Italiano

A

favore dei nuclei familiari monoparentali alle prese con le insidie della crisi arriva il Bando Famiglie. Un prestito fino a un valore massimo di 5.000 euro da restituire al Comune secondo un piano personalizzato e concordato. L’inziativa arriva su recepimento di una direttiva della Regione Veneto e si rivolge alle persone rimaste sole, anche a fronte di separazione o divorzio, a fronte di un documentato stato di difficoltà economica. Requisiti sono lo stato di famiglia con un solo genitore, convivente con uno o più figli minori, e un Isee compreso tra 5.000 e 25.000 euro. La domanda può essere inoltrata fino alle 12 del 28 novembre (Info: Ufficio Servizi Sociali del Comune 0444 601 083).

Corriere Vicentino |

P

rende il via il nuovo corso di italiano per stranieri promosso dal Comune. L’iniziativa è arrivata alla tredicesima edizione e si inserisce nell’ambito delle proposte pensate per garantire maggiori possibilità di integrazione e dialogo con le differenti culture. Le lezioni sono gratuite, hanno cadenza settimanale e sono in programma ogni sabato dalle 15 alle 17 nel Centro Sociale di Brendola (piazzetta del Donatore, sotto la biblioteca civica). Per partecipare basta presentarsi all’inizio della lezione.

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C h i am p o

Cultura accessibile a tutti di VALERIO LUISON

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a lotta alla disabilità come impegno etico, prima di tutto. Ma anche e soprattutto come occasione di ulteriore valorizzazione economica e sociale. Giuliana Fontanella, da tre anni al vertice dell’Istituto Regionale Ville Venete, traccia la via che fin dall’insediamento del 2011 ha inteso seguire: abbattere le barriere, fisiche ma soprattutto culturali, che oggi impediscono a molti – troppi – di godere della bellezza di un patrimonio monumentale unico al mondo. Il primo punto in agenda è chiaro, ma non banale: definire che cosa significa accessibilità. “Io credo che per capire questo sia fondamentale soffermarsi sul concetto di accoglienza – spiega la ‘signora delle Ville’ - per cogliere l’obbiettivo di fondo dei progetti che abbiamo inteso sviluppare con l’Irvv. Noi dobbiamo arrivare al punto in cui non ci sarà mai nessuno che all’interno delle

nostre ville possa sentirsi non accolto. Viviamo in una società che, quando si parla di abbattere barriere, pensa subito alla necessità di costruire rampe, senza capire che i problemi motori sono solo uno dei tanti aspetti da valutare per rendere un luogo di valore davvero per tutti”. Abbattere le barriere insomma non come modo per scaricarsi frettolosamente la coscienza, bensì come vero e proprio stile di vita, perchè lunghi o brevi che siano, ci sono momenti per tutti in cui si diventa...meno abili. Le ville venete possono diventare un luogo in cui sperimentare un cambiamento culturale che può davvero essere epocale. “Abbiamo avviato progetti per le visite in villa, arrivando a fare della nostra sede di Villa Venier Contarini a Mira una sorta di ‘laboratorio’ per idee da sperimentare e quindi estendere, in caso di riscontro positivo, a tutta la rete cui fa riferimento il nostro istituto. Tra le proposte avanzate, oltre a guide multimediali e pannelli tattili in braille siamo arrivati a sviluppare una vera e propria mappa multisensoriale d’orientamento quale mezzo di accoglienza per facilitare la fruibilità e la comprensione ai visitatori”. Una lettura che quindi Corriere Vicentino |

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diventa a più livelli, con ogni mappa che è costituita per fornire elementi diversi dal punto di vista contenutistico e secondo diversi canali: visivo, tattile, uditivo e cognitivo. Ma non è finita qui: “Abbiamo già messo a punto, grazie alle nuove tecnologie, anche guide raccontate nel linguaggio dei segni, a portata di smartphone e tablet, e perfino un videogioco per visitare virtualmente la villa e divertirsi conoscendone la storia stanza per stanza”. È insomma un’evoluzione culturale davvero... senza limiti, “perchè - aggiunge Fontanella - quando ti impegni in questo campo lo fai non per qualcuno in particolare, ma per l’intera società. Quando incontriamo qualcuno con una disabilità, che messo nelle condizioni giuste trova la forza di superare il suo limite, ecco, quel qualcuno deve essere un esempio per tutti noi. Una società per natura fragile, che riscopre invece di avere la forza d’animo per superare ostacoli che sembrano insormontabili, è qualcosa che fa crescere tutti”. Ma la società è pronta per tutto questo? “Vicenza è una provincia ormai matura per guardare avanti lungo questa direzione - chiude la presidentessa Irvv - sono sempre più i dibattiti e gli appuntamenti che mettono al centro la ricerca di nuove strategie. Il nostro è un primo passo per innescare una catena di grandi cambiamenti”.


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50 anni di fede Trial boom

di marco alessandri

“M

i raccomando, cum grano salis…niente elogi!”. Inizia così, con un sorriso, l’incontro con don Eugenio Xompero, classe 1939, sacerdote da ben 50 anni, di cui 23 passati a Nogarole. Una scelta di vita al servizio degli altri, che affonda le radici nei sentimenti di un bambino, testimone degli orrori della guerra. “Ho desiderato che questo traguardo venisse sottolineato non tanto per esaltare la mia persona – spiega il parroco – ma per richiamare l’attenzione sulla bellezza della vocazione, sulla ricchezza di aver conosciuto comunità e storie diverse e sul dono di sé”. Come è nata la vocazione? Diciamo che a monte di tutto c’era un contesto di paese e di famiglia: nella mia casa si respirava umanità, il rispetto, l’ospitalità, l’onore di mantener la parola data. Ero molto piccolo nel 1944 ma ricordo ancora il mio paese natio, San Pietro Mussolino, che bruciava. Il parroco ucciso e bruciato dentro la sua chiesa, un posto rimasto vuoto che sentivo, in qualche modo, di dover riempire. Il vescovo Zinato fu tra i primi ad arrivare in paese ed esattamente 20 anni dopo mi ordinò sacerdote non in cattedrale ma in quella stessa chiesa, che era stata ricostruita. C’è un episodio particolare che ricorda con piacere? In tanti anni è difficile trovarne un solo. Ho scelto di vivere il ministero come missione, prestando più atten-

zione alle persone che all’osservanza della norma. I punti salienti sono la disponibilità a spendersi senza misura, l’incarnarsi in una comunità e ricevere in cambio un arricchimento, l’amore per la natura e la fortuna di incontrare sempre persone di straordinario spessore, che hanno permesso di portare avanti tante iniziative, come le uscite con i giovani, gli scout e i campeggi. Che consigli darebbe a un giovane sacerdote? All’inizio in seminario ho avuto un po’ di difficoltà per il mio carattere esuberante (ride, ndr) e su certe posizioni la Chiesa arriva sempre un po’ in ritardo. Se dovessi dare un consiglio, serve un supplemento di umanità: prima di tener le mani giunte e intraprendere

tanti percorsi di spiritualità serve lo spessore della persona umana, che è fondamentale. E non dobbiamo dimenticare che anche il sacerdote ha bisogno di perdonare e di essere perdonato. Come vede il futuro? A 75 anni c’è ancora la forza di andare avanti. Mi auguro che possa sorgere qualche vocazione, perché la prospettiva di una comunità senza sacerdoti fa venire i brividi, anche se è l’occasione per far sorgere doni e carismi nei battezzati. Il tema di fondo è il Vangelo, non sulla carta ma nella vita. Corriere Vicentino |

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omenica 5 ottobre a San Pietro Mussolino, in località Cave del Merzo, si è tenuta l’ultima prova del Campionato italiano di Trial. Da tempo la località si presta in maniera particolare per questo tipo di manifestazioni e c’è chi sta già pensando alla competizione mondiale. “In seguito ai numerosi encomi che il Motoclub Trial Valchiampo ha ricevuto dalla Federazione Motociclistica Italiana per la grande qualità dimostrata nell’organizzare eventi simili – spiega il primo cittadino di San Pietro Mussolino – lo stesso Motoclub ha chiesto collaborazione all’Amministrazione comunale nell’organizzare un’eventuale prova del Campionato mondiale di Trial nel 2017. Visto il grande rispetto che questi sportivi hanno per il nostro territorio, vista l’opportunità di portare un così importante e prestigioso evento in Comune e vista la fortuna di avere una zona idonea, abbiamo dato la nostra disponibilità nel sostenere la candidatura del Motoclub Trial Valchiampo”. “La manifestazione - conclude il sindaco - si svolgerà con la collaborazione di tutti i sindaci dell’Ovest vicentino, i quali si sono dimostrati subito favorevoli e interessati a questa opportunità per la valle”. m.a.


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Nuova vita per la ciesa vecia di marco alessandri

“L’

antica chiesa di San Pietro Vecchio, o più semplicemente la ‘Ciesa Vecia’ come la chiamiamo noi – ci spiega il primo cittadino Gabriele Tasso – rappresenta un bene di inestimabile valore per il paese. I tratti tipici medievali, le connotazioni cimbre, i singolari dipinti e le particolarissime statue che la adornano la rendono unica, sicuramente nella provincia di Vicenza e forse anche oltre. Un gioiello della nostra terra che in via unanime il nostro gruppo di maggioranza ha deciso di valorizzare sotto numerosi aspetti. Primo fra tutti viene l’aspetto architettonico: la chiesa infatti presenta numerosi tratti di cedimento, dal campanile pendente, all’antico pavimento

sconnesso, agli altari dissestati. Lo studio di architettura che in passato aveva eseguito i restauri ha iniziato un’analisi accurata ed integrale di tutta la zona, compresa la parte esterna. L’idea è mettere in sicurezza l’area e restituirle il meritato splendore”. Quando inizieranno i lavori?

Ad oggi si è iniziato con il restauro di un altare grazie alla generosità di un imprenditore locale. Poi proseguiremo con la ricerca delle risorse e ricorreremo ad ogni mezzo, dalla Regione al Ministero dei Beni Culturali se sarà necessario. Sotto l’aspetto culturale, a partire dal 2015 intendiamo connotare le attività, le feste e sagre paesane che si svolgono nei pressi della chiesa – principalmente l’antica sagra dell’8 settembre e la festa autunnale dei marroni – con abiti, ricette e costumi tipici del medioevo cimbro, periodo in cui la chiesetta fu edificata. Ultimo aspetto da valorizzare è quello ambientale: anche i terreni e i boschi circostanti verranno curati, per ricreare un ambiente prima di tutto sicuro e in secondo luogo ordinato e incantevole per eventuali turisti.

Un ostetrico in africa di davide dalla barba

U

n uomo che si laurea in ostetricia è raro. Metti poi che decide di fare il volontario in Africa ed ecco che il caso diventa ancora più unico. Marco Rancan, 22 anni, di San Pietro, si laurea nel 2013 e si abilita alla professione. Il sogno di lavorare per un periodo in Africa si avvera il 12 dicembre 2013, quando Marco parte per Tanguietà, in Benin, dove viene assunto per sei mesi come volontario nel locale ospedale. “Sono andato in Africa per aiutare e dare una mano - racconta Marco - ma alla fine sono stato io ad aver ricevuto di più dal punto di vista umano e professionale”. Ci racconti la tua giornata tipo? Lavoravo molto, ma con gioia! All’ospedale di Tanguietà arrivano donne

partorienti da tutta la regione nord del Benin e si trovano i casi più a rischio. Lì l’ostetrico ricopre un ruolo molto più di responsabilità che in Italia: gestisce le urgenze ostetriche e ginecologiche, i parti e tutto il reparto che conta più di 50 letti; fa la diagnosi e decide se la paziente ha bisogno di un cesareo, di suture o altro. Tutte cose che in Italia fa solo il ginecologo. Manca gran parte dei macchinari e medicinali: mi è capitato parecchie volte che un bambino non sia sopravvissuto a pochi minuti dopo il parto, quando in Italia non avrebbe mai neanche rischiato di morire. All’inizio è stata una cosa molto difficile da accettare. Mi ha creaCorriere Vicentino |

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to molte sofferenze, ma poi ho capito che non si poteva fare diversamente. Quali cose invece ti sono piaciute? La sensazione di pace e serenità. Ho amato gli africani, la loro accoglienza, il loro essere solari e scherzosi. La magia dell’Africa mi ha anche fatto conoscere Gwenane, una studentessa belga di medicina che stava facendo uno stage nel mio stesso ospedale. Ci siamo innamorati e ora stiamo assieme. Ora in Italia hai trovato lavoro? Non ci sono concorsi, è tutto bloccato. Ho fatto richiesta per il riconoscimento della laurea in Belgio per lavorare a Bruxelles, dove vive la mia ragazza.


montebello

Cambio ai vertici di Nicoletta mai

È

un Cda completamente rinnovato quello che guiderà le sfide a medio e lungo termine di Medio Chiampo. Espressione della volontà dei Comuni di Montebello e Zermeghedo, proprietari della società che gestisce il ciclo idrico integrato e l´impianto di depurazione fanghi, il nuovo consiglio di amministrazione sarà in carica fino ad aprile 2016 e in questi mesi dovrà cercare di mettere in atto un piano di miglioramento sotto il profilo tecnico, gestionale e finanziario, come indicato nell’atto di indirizzo dei sindaci. “È un incarico di grande p re s t i g i o e responsabilità – spiega il neo presidente Giuseppe Castaman – la squadra è motivata e il mio primo obiettivo è quello di motivarla ulteriormente. E poi fare sistema, questo sarà il mio imperativo categorico. Ciò significa massima collaborazione con l’ATO, con Arica e con l’altro gestore Acque del Chiampo perché essere in rete e condividere decisioni sono condizioni fondamentali se vogliamo essere parte attiva all’interno del distretto conciario. Voglio però sottolineare che siamo Servizio Idrico Integrato e che pertanto non

siamo solo un servizio per le concerie, ma per tutte le utenze civili. Dunque daremo massima attenzione all’acqua come bene pubblico e ci sarà un monitoraggio continuo dei nostri acquedotti. Infine, desidero ringraziare chi ci ha accordato questa fiducia che speriamo sia ben riposta”. Cosa si aspettano i sindaci da questa nuova gestione? “Siamo molto fiduciosi – dichiara il sindaco di Montebello Vi c e n t i n o Dino Magnabosco -. Le nostre scelte sono cadute su figure capaci e competenti, che ci garantiscono la necessaria copertura sia tecnica sia politica e la possibilità di interfacciarsi con gli altri enti in maniera autorevole e paritaria. Abbiamo fatto fare da una società terza uno studio preliminare che è servito a noi per evidenziare le criticità e le potenzialità di MedioChiampo, e servirà al nuovo Cda per fare programmazione”. “Nell’atto di indirizzo abbiamo voluto sottolineare l’importanza di una visione di ampio respiro che consideri il settore concia della nostra vallata come un tutt’uno – afferma il sindaco di Zermeghedo Gianluigi Cavaliere -. Di qui la necessità di un tavolo di confronto con la direzione di Arica e di Acque del Chiampo al fine di cre-

are delle linee guida standard per tutto il distretto. Ma abbiamo inoltre bisogno che Medio Chiampo sia il braccio operativo dei C o m u n i nell’affrontare i problemi di impatto ambientale. Questo significa garantire ai cittadini controlli costanti e mettere in atto nuove iniziative come l’installazione delle case dell’acqua sul territorio, sulla base di un piano economico specifico per la parte acquedottistica. Abbiamo, infine, suggerito di valutare l’ooportunità di aderire al consorzio Viveracqua, perché una stabile collaborazione tra i gestori del servizio drico del Veneto potrebbe rusultare strategica”.

Il nuovo CDA Presidente Giuseppe Castaman, professore, ex sindaco di Zermeghedo per due mandati. Vicepresidente Lorenzo Altissimo, chimico, direttore del Centro idrico di Novoledo. Consiglieri Chiara Biscotto, bancaria ed esperta di finanza aziendale; Antonio Gennarelli, commercialista e revisore contabile, nel Cda di diverse Spa pubbliche e Monica Battistella, laurea in farmacia, responsabile sicurezza e qualità di una multinazionale.

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montorso

Frana addio di francesco meneghini

I

soldi dalla Regione non arrivano e così il Comune si dà da fare in prima persona per risolvere un problema che rischiava di aggravarsi sempre di più: stanziati 120 mila euro di tasca propria per il primo stralcio di sistemazione del tratto di via San Nicolò interessato dalla frana avvenuta tra il 1° e il 2 febbraio, uno smottamento che ha causato il cedimento della corsia a valle e quindi l’istituzione di un senso unico alternato

regolato da semaforo. In queste condizioni come si poteva correre il rischio di affrontare un nuovo autunno e un nuovo inverno di piogge? La chiusura completa della strada a scopo preventivo sarebbe sta-

ta inevitabile se il Comune non avesse deciso di attingere dalle proprie finanze: “Non potevamo attendere ulteriormente – spiega il sindaco Antonio Tonello – e per ovviare ai ritardi della Regione abbiamo deciso di procedere autonomamente. In tempi brevi abbiamo trovato le risorse e avviato i lavori”. La ditta incaricata ha infatti già iniziato gli interventi del primo stralcio del progetto di ripristino, ossia la messa in sicurezza dei 30 metri di strada crollata. I lavori dovrebbero concludersi entro il mese di novembre. Il secondo stralcio di circa 110 mila euro, che sarà avviato non appena saranno reperite le risorse, interessa un tratto di 80 metri e prevede il rafforzamento dei muri di sostegno a monte della strada, la chiodatura dei massi ciclopici di marmo che sorreggono la stessa e l’ultimazione delle opere di drenaggio e di incanalamento delle acque meteoriche per evitare il ripetersi degli smottamenti.

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Viva la sagra M

ontorso in festa grazie alla Sagra del Santo Rosario, che come sempre ha mischiato sacro e profano. Dal 3 al 5 ottobre la comunità ha riscoperto le antiche tradizioni, culminate con la processione della Madonna del Santo Rosario. La festa, organizzata da Pro Loco, Parrocchia e Comune, ha avuto come epicentro Villa Da Porto, dove uno stand riscaldato ha accolto centinaia di persone che si sono divertite a ritmo di musica e gustando piatti prelibati. (foto di Mirella Piazza)

le facciamo di tutti i colori

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lonigo

Teatro dei sentimenti di LINO ZONIN

N

el pianto generale che da qualche tempo a questa parte deriva dalle difficoltà di programmazione della cosa pubblica leonicena, si distingue una voce di tipo diverso. Non una vera e propria risata ma almeno un filo di speranza, una goccia di ottimismo che conforta e lascia ben sperare. Parliamo del teatro Comunale e del suo andamento economico e artistico.

LA PASSATA STAGIONE Del primo, analizzando l’ultimo ciclo di spettacoli, traccia un breve profilo Fausto Gelati, presidente del consiglio di amministrazione di cui fanno inoltre parte Emilio Garon, Serena Dalla Valle, Andrea Marella e Mirko Segalina, con la consulenza gestionale di Pierluigi Cecchin. “I numeri emersi al termine della passata stagione - conferma Gelati - parlano chiaro: complessivamente, 3.995 spettatori paganti sono entrati in sala (il 9% in più dello scorso anno) con una media di riempimento dei posti del 91%. Cinque su otto sono le recite che hanno segnato il tutto esaurito. Negli otto mesi di programmazione gli spettacoli rappresentati sono stati 26, cui si devono aggiungere 16 eventi organizzati da terzi. Le entrate complessive segnano una prevalenza dell’intervento privato – incassi, sponsor e affitti per utilizzo esterno – rispetto al finanziamento pubblico erogato dal Comune e dalla Regione: una circostanza che negli altri teatri si rivela molto raramente, per non dire mai”. Dell’aspetto artistico parla Carlo Mangolini, da quattro anni responsabile della programmazione del Comunale: “Dal questionario compilato dagli spettatori a fine programmazione è risultato al primo posto per gradimento lo spettacolo di Beppe Fiorello dedicato a Domenico Modugno “Penso che un sogno così”, seguito da “Stand up

Balasso” e da “Verdi narrar cantando” con Marco Paolini e Mario Brunello. Tre quarti degli intervistati hanno dichiarato di aver molto gradito la qualità delle proposte. Altre soddisfazioni sono state fornite dal mini ciclo di teatro contemporaneo - particolarmente apprezzato dal pubblico più giovane - dalla rassegna di prosa per bambini tenutasi alla domenica pomeriggio e dalle rappresentazioni per le scuole, alle quali hanno partecipato anche gli istituti dei paesi limitrofi”. IL PROSSIMO PROGRAMMA Sulla scia dei risultati raggiunti, il Comunale leoniceno si appresta ad affrontare la stagione 2014/2015, quella del “Teatro dei sentimenti”. “A teatro – spiega Mangolini – i sentimenti prendono forma: li vivono sia gli attori sul palco che gli spettatori seduti in poltrona. Per i primi, i sentimenti sono filtrati da una finzione che deve sembrare più vera del vero; al pubblico arrivano sotto forma di un’emozione che travolge, conquista e rapisce”. Venendo ai prossimi appuntamenti, la stagione, presentata nel foyer del teatro alla presenza del sindaco Giuseppe Boschetto e dell’assessore Chiara Gianesin, si svilupperà con 8 spettacoli in abbonamento e 6 a biglietto libero. Il carnet per i più affezionati Corriere Vicentino |

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varia dall’intrattenimento leggero con le Sorelle Marinetti e Gianni Fantoni, Enzo Iachetti che omaggia Gaber e Natalino Balasso - un portafortuna del Comunale ringraziato con un’inusuale doppia replica - al teatro più impegnato, con Tullio Solenghi nelle vesti di Salieri nell’Amadeus di Shaffer e Alessandro Preziosi che impersona un poliedrico Don Giovanni. Alla prova d’attore di tre interpreti femminili dal temperamento diverso come Va n e s s a Incontrada, Monica Guerritore e Carolina Crescentini, si aggiunge un classico di Goldoni presentato da Giacomo Rossetto che torna al comunale dopo l’unanime consenso ottenuto lo scorso anno. Fuori abbonamento la scelta è ancora più ampia: cabaret e attrazioni internazionali con il Festival del Fantastico, comicità caustica con Paolo Rossi, commozione nel ricordo della Grande guerra con “Le lettere dal fronte” interpretate da Paolo Valerio, danza con “Lo schiaccianoci” presentato da Raffaele Paganini, operetta con “La Vedova Allegra” e musica classica con un concerto dedicato a Beethoven dell’Orchestra di Padova e del Veneto.


lonigo Cronaca

Scuola

Via Roma senza pace

Timori per le sorti dell’istituto di genetica

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a giunta comunale di Lonigo è preoccupata per il futuro dell’Istituto di genetica Strampelli e chiede maggiore impegno alla Provincia di Vicenza, l’ente

pubblico da cui il centro di ricerca leoniceno dipende. In una delibera appositamente emessa, si afferma che “a causa della difficile situazione in cui si trova ad operare l’istituto, con insufficienti risorse economiche e un personale molto ridotto in organico, viene meno la possibilità di assicurare gli interventi rivolti all’agricoltura locale e al mantenimento della Banca del genoplasma, il prodotto di eccellenza dello “Strampelli”, con prospettive che rendono sempre più evidente l’abbandono di questa preziosa attività”.

A

ncora tafferugli in via Roma. Un uomo in evidente stato di ubriachezza è entrato nel bar che ha il nome della via e ha cominciato a spintonare alcune persone, colpendone una al volto con una sberla e rompendo gli occhiali di una ragazza. Il gestore dell’esercizio, che era di servizio al banco, ha tentato di calmare l’esagitato ma senza risultato, ricevendo anche lui la sua dose di insulti e di spintoni. Prima di andarsene ha trovato il tempo di gettare alcune bottiglie contro le vetrate del bar e di spruzzare del liquido urticante addosso al titolare del bar.

Proteste

Un quartiere contro il centro indiano

Q

uesto il testo della lettera inviata al sindaco da un gruppo di abitanti del quartiere San Giovanni: “Esprimiamo grande preoccupazione in merito ai lavori di ristrutturazione e ampliamento di un immobile di via Monte Cengio che, si dice, ospiterà un centro culturale islamico. Riteniamo che insediare una tale attività in un piccolo quartiere esclusivamente a carattere residenziale comporti un notevole sconvolgimento e disagio per gli abitanti e per l’intera zona

Adesso rubano anche i tubi di scappamento

per problemi di parcheggio, sovraffollamento e igiene, oltre a contrastare con le norme urbanistiche”.

A

vviando l’automobile aveva sentito uno strano rumore, sembrava che si fosse staccata la marmitta. La diagnosi del meccanico è stata diversa e, per certi versi, sconcertante: qualcuno aveva segato i tubi che collegano lo scappamento, portandosi via il catalizzatore. Il furto è avvenuto nel centro di Lonigo, in via Quirico Rossi, dove l’automezzo era parcheggiato lungo la strada.

Record

Pesca fortunata

S

tavolta Lino Uva, decano dei pescatori leoniceni, ha fatto proprio un bel colpo prendendo all’amo un aspio di due chili e mezzo. La cattura è avvenuta nell’Adige ma il luogo preciso, naturalmente, è segreto.

Corriere Vicentino |

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lonigo

Nico ad un passo dal sogno di stefano canola

“P

enso che un sogno così non ritorni mai più…”. Speriamo proprio che ti sbagli, caro Modugno. I tremila appassionati di speedway che hanno affollato le tribuna dello stadio “Santa Marina” per il Mondiale Grand Prix Challenge vogliono rivivere ancora notti magiche come quella del 20 settembre. Come in ogni favola, all’inizio ci sono i nuvoloni: mica metaforici, perché cinque ore prima della gara pioveva a dirot-

Covatti insegue il suo sogno

che in palio ci sono tre posti per i Grand Prix 2015 e che davanti gli arrivano l’inglese Harris, l’australiano Doyle e il polacco Janowski, finiti nei primi quattro posti della serata. “Ma sentivo che potevo fare meglio, allora ho cambiato moto”. Forse al suo box è passata la fata di Cenerentola, fatto sta che nell’undicesima batteria Covatti va tutto esterno e supera in rapida successione il polacco Pawlicki (sesto alla fine) e il futuro vincitore, lo sloveno Zagar. Nella manche numero 15 Nico scivola al primo starter, si ripresenta al via, infila il danese

to sulla pista e se i tifosi fossero rimasti a casa il bilancio del Moto Club Lonigo avrebbe tremato. Invece a sudare freddo è solo lo staff del presidente Gigi Biasin, prima di rimboccarsi le maniche e lavorare di pala e trattore, una volta passato il temporale. Il pubblico dei bei tempi In gara c’è Nicolas Covatti (wild card azzurra insieme a Mattia Carpanese, in serata decisamente no). Il piccolo italo argentino parte con un secondo e un terzo posto: non male per come siamo abituati noi italiani, considerato

le di Covatti Controllo diffici

cano poco più di due giri. Don, don, don… Non è ancora mezzanotte al “Santa Marina” ma la favola è finita. Semaforo rosso per un incidente alle sue spalle, batteria sospesa. Si riparte in tre, però allo starter il nostro eroe è secondo, le prova tutte per superare lo svedese Jonasson, invece deve arrendersi anche a Sundstrom. Alla fine 10 punti, quinto gradino insieme a Jonasson e Pawlicki, settimo posto dopo il sorteggio. “Mancava tanto così”, mormora Covatti ai box, facendo segno con le dita: poco, proprio poco. Lo consola l’affetto dei tifosi che con un’ora di abbracci, autografi e foto l’hanno ringraziato per il sogno sfiorato e l’hanno incoraggiato a riprovarci. Foto di Mirco Milan

Zagar, Covatti, Korneliussen, Pawlicki Corriere Vicentino |

Klindt all’interno e mette in saccoccia la seconda vittoria. La gente è incredula, per rivivere episodi del genere in una gara mondiale bisogna tornare indietro di 15 anni, al tempo di Armando Castagna. Aspettando il momento clou alla tornata 19, qualcuno fa due conti e rischia l’infarto: l’alfiere del MC Sarego ha 9 punti, con un altro successo salirebbe a 12, appena fuori dal podio. Ma Zagar si qualifica già per un’altra via (è tra i primi otto dei GP 2014, dopo aver lottato per il podio iridato), quindi la quarta piazza vale un posto nei GP! Covatti è in tranche agonistica, nell’ultima uscita imbrocca la miglior partenza della sua vita e sta viaggiando velocemente verso la bandiera a scacchi, man-

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sarego

Coesione sociale in villa

di giovanni salviati

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er rendere a caldo la prima “Festa della coesione sociale” di Sarego, ospitata il 5 ottobre nel teatro della villa Favorita e dei suoi ameni dintorni, rubiamo la confessione “a microfoni spenti” del vicesindaco Manuela Luzi, promotrice della giornata assieme all’assessore al turismo e attività economiche Flavio Zambon: “A tarda sera, mentre insieme a Flavio caricavamo di nuovo il furgone dei tavoli e delle panche, ripensavamo ai volti sorridenti dei bambini che hanno abitato la villa per un giorno intero. Vedere tutta quella gente e le associazioni finalmente unite, per un unico scopo, in una giornata davvero bella e piena, è stato in assoluto il regalo più grande che abbia mai ricevuto in questi anni di amministrazione. Non c’è crisi economica che tenga quando ognuno mette del suo, con passione e coraggio”. Per molti a Sarego questa festa è stata davvero l’occasione di riscoprire un nuo-

vo-vecchio volto del paese. Che senso e che obiettivo aveva questa iniziativa? Il titolo dell’evento “Chi Semina, Raccoglie!” voleva ricordare un antico proverbio africano: “per crescere un bambino, ci vuole un villaggio”. L’esempio di tutta la comunità è il modello che i giovani seguiranno. L’augurio è quindi che, gettando adesso i semi di questa coesione, raccoglieremo una comunità più unita, forte e solidale. Abbiamo quindi pensato di coinvolgere tutte le realtà associative del territorio, scuole e istituzioni, agriturismi e produttori locali, per scoprire e valorizzare l’intero panorama socio-culturale, turistico e produttivo di Sarego. Avete una stima di quante persone abbiano partecipato? L’obiettivo era ambizioso, ma non ci aspettavamo tanta partecipazione: quasi tutte le associazioni e i gruppi contattati, gli agriturismi e gli studenti con le loro famiglie e le insegnanti. Nel giardino della villa, ad esempio, la Coldiretti scam-

biava progetti con l’IPAB per la promozione di corsi sull’alimentazione sana; la Consulta Anziani incontrava la Consulta Giovani discutendo nuove iniziative: è stato un modo per far incontrare gli attori principali della nostra comunità, metterli in contatto e pianificare attività che speriamo diventino presto realtà. In mattinata, un centinaio di persone hanno passeggiato dalla villa all’agriturismo Paradiso, che ha offerto un rinfresco. Nel pomeriggio, visite guidate alle quali hanno partecipato anche 70 turisti da Treviso. I laboratori per bambini hanno visto le stanze della Favorita riempite di magia e fantasia. Dalle 8,30 alle 23 la villa è stata invasa da centinaia di persone di tutte le età. Quanto è costato l’evento? La villa è stata messa a disposizione gratuitamente dai proprietari, le associazioni hanno partecipato gratuitamente, la festa è stata interamente a costo zero: un regalo vero a tutta la comunità! Foto di Matteo Cristofanelli


Speciale concia

Il punto su Lineapelle 2014

Per l’edizione 2014 la fiera Lineapelle, l’evento più importante nel calendario degli appuntamenti del settore, si è trasferita da Bologna a Milano. Una duplice scommessa, sede nuova e calendario anticipato, che commentiamo con il presidente dell’UNIC Rino Mastrotto.

Com’è andato questo primo anno a Milano? La cosa positiva è il risultato finale. Nessuno è uscito dalla fiera scontento, abbiamo avuto solo risposte positive. Questo cambio era stato pensato per dare un qualcosa in più alle concerie italiane e la risposta è stata

l’aumento della superficie espositiva rispetto alle precedenti edizioni e un maggior numero di visitatori.

cambiato l’approccio. La filiera dura tutto l’anno, la fiera è il momento in cui si danno le linee al settore.

Difficile andare via da Bologna? Dopo tanti anni si era cercato un rapporto con le esigenza della concia, era doveroso, ci dispiace molto, ma andava fatto. Prima di tutto c’era l’esigenza di anticipare, ma non solo la data era importante, anche la località perché Milano è la sede giusta per craere un evento più internazionale. Nella capitale lombarda la clientela ha trovato tanti aspetti che a Bologna non poteva avere, dalla possibilità di essere raggiunta più facilmente alle opportunità che offre a chi viene con la famiglia.

Come si conclude questa prima edizione milanese? Con molto entusiasmo e qualche preoccupazione per la materia prima. Non voglio creare allarmismi, ma la realtà è che il consumo di carne è in ribasso e quindi ci sono sempre meno pelli. Il nostro obiettivo è di fare sempre più ricerca e di valorizzare al massimo la pelle che deve essere pelle e non plastica. Solo con questo obiettivo possiamo affrontare l’aumento del prezzo.

Un sistema italiano in vista? I tre distretti italiani stanno facendo la storia con un rafforzamento del servizio alle aziende, alla clientela e alla competitività. La fiera deve diventare un punto di ritrovo e confronto, ma è

Cosa vorrebbe per la fiera del futuro? L’unica innovazione che desidererei è quella di confrontarci tra noi conciatori per un futuro migliore, misurare la quantità e non esagerare le situazioni, vale a dire non produrre troppo pensando invece sempre di più alla qualità.


Lineapelle: bilancio e nuove sfide “Il ritorno della Fiera Lineapelle a Milano, visto in prospettiva del continuo appeal della pelle e del made in Italy nel mondo, appare come una risposta strategica molto indovinata, quasi una novità nella tradizione”. È un bilancio positivo quello che fa il presidente della Sezione Concia di Confindustria Vicenza Bernardo Finco. “Le novità più rilevanti di questa edizione - cotinua Finco - sono l’aver messo al centro le esigenze dei buyers della moda, sopratutto aver offerto a tutto il mondo asiatico, oggi più interessante di prima in virtù del riallineamento del dollaro a livelli più razionali, il peso e la forza del sistema italiano. Da non dimenticare che le prossime edizione si svolgeranno a ridosso e durante l’EXPO 2015 quindi una ulteriore sfida per il mondo pelle a fare vetrina”. Un evento, dunque, sempre più

rilevante? “I numeri danno la portata internazionale di questa fiera in aumento, riportandola ad essere centrale rispetto all’omologa francese che è divenuta invece marginale. Non dimentichiamo che il livello che abbiamo raggiunto nel controllo dell’impatto ambientale rimane da tutti i punti di vista l’eccellenza europea. Non a caso vengono a studiarci

dall’India, dalla Cina e dal Sudamerica. Spesso anche docenti universitari restano stupiti della qualità degli impianti, criticando semmai l’incapacità per il passato di far conoscere la qualità raggiunta e il salto effettuato nel mondo della tutela ecologica da parte dei distretti indstriali. Le concerie sano fare sistema? “Le concerie sono lo specchio della realtà industriale del paese. Hanno una grande capacità di aggregazione e obiettivi comuni: formazione, ambiente, occupazione, ma lottano contro le innumerevoli lentezze della politica o con l’incapacità tutta italiana di affiancare pubblico e privato. Lo scandaloso atteggiamento tartufesco della CCIA di Napoli di cui hanno parlato i giornali, riguardo alla gestione della nostra Stazione Sperimentale, è una foto (in bianco e nero) di come l’Italia non vuole crescere”.

46 www.conceriadelcorso.com Corriere Vicentino |

| Speciale Concia


1_ Ha trovato positivo il ritorno della Fiera “Lineapelle” a Milano? 2_ Quali sono le novità più rilevanti di questa edizione? 3_ La portata internazionale di questa fiera è in aumento? 4_ Ci sono novità rispetto all’impegno ambientale del settore conciario? 5_ Ritiene che le concerie stiano facendo sistema? Alberto Caneva Conceria FAEDA spa 1_ Assolutamente sì. Milano è una posizione strategica sia per motivi logistici, sia in quanto capitale della moda, quindi attrattiva nei confronti dei visitatori. 2_ Abbiamo apprezzato la data anticipata che ci ha consentito di sviluppare il campionario in un periodo produttivo relativamente tranquillo, quello di fine agosto. 3_ Sì, nonostante la crisi ucraina che ha limitato la presenza di visitatori della zona. Ritengo comunque che sarebbe auspicabile da parte degli organizzatori trovare ulteriori soluzioni per incentivare la presenza di visitatori stranieri in particolare americani ed asiatici. 4_ Si tratta di un argomento in con-

tinuo sviluppo al quale prestiamo sempre più attenzione. Da un lato si sta sviluppando, anche per andare incontro alle richieste dei clienti, la ricerca di un articolo finito sempre più ecosostenibile; dall’altro stiamo investendo in laboratorio e impianti per effettuare un controllo di massima efficienza sul prodotto, in modo da garantire un impatto ambientale minimo. Nello specifico il nostro impegno ambientale ha due obiettivi principali: la diminuizione delle emissioni in atmosfera e l’utilizzo preferenziale di energia rinnovabile. Stiamo incrementando l’utilizzo di energie rinnovabili rispetto ai combustibili fossili, riducendo il nostro fabbisogno energetico tramite il riutilizzo del calore e del vapore prodotto da vari macchinari e stiamo riducendo le emis-

sioni in atmosfera tramite l’utilizzo di macchinari ad alta tecnologia, come post-combustori ed abbattitori. 5_ Purtroppo no. Ogni singolo gruppo si sta specializzando portando avanti le sue strategie commerciali e la sua ricerca individualmente.

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1_ Ha trovato positivo il ritorno della Fiera “Lineapelle” a Milano? 2_ Quali sono le novità più rilevanti di questa edizione? 3_ La portata internazionale di questa fiera è in aumento? 4_ Ci sono novità rispetto all’impegno ambientale del settore conciario? 5_ Ritiene che le concerie stiano facendo sistema?

Giancarlo Dani DANI spa 1_ La prima edizione è stata un buon banco di prova, ma mi piacerebbe si intervenisse su organizzazione dei padiglioni, disposizione degli stand e struttura dei percorsi collegati, in modo da consentire a tutte le aziende di poter essere visitate. 2_ Mi piace segnalare l’importanza che questa fiera si tenga a settembre, in linea con i tempi di preparazione delle collezioni da parte dei nostri clienti. Inoltre osservo positivamente una maggiore attenzione alle tematiche inerenti la sostenibilità ambientale e sociale. 3_ Ritengo sia in aumento, anche alla luce della considerazione della continua internazionalizzazione della filiera di cui facciamo parte. 4_ Con il distretto e con le aziende di servizio, ad esempio UTIAC, stiamo cercando nuove tecniche di riduzione degli scarti e di recupero della frazione organica. Ma servono molti investimenti. L’Europa ci ha dato una mano, con i fondi LIFE. Confidiamo che anche la Regione faccia la sua parte. 5_ Da qualche mese stiamo mettendo insieme le imprese conciarie, i fornitori di prodotti chimici, i costruttori di macchine e anche la scuola. Abbiamo deciso di costituire un consorzio unico per il distretto conciario vicentino. Credo sia la volta buona che riusciamo davvero a fare sistema. Vogliamo tutti voltare pagina e rafforzare la reputazione della Valle.

Franco Dalle Mese Montebello spa 1_ In generale sì. Milano ha una posizione più centrale e questo invoglia maggiormente i visitatori stranieri a partecipare. Però considerando che Lineapelle non ha un numero altissimo di espositori se paragonata ad altre fiere che si svolgono a Rho, forse sarebbe il caso di abbinarla ad altre manifestazioni fieristiche per aumentare il giro di visitatori. 2_ Gli spazi sono molto più estesi, nonostante tutte le concerie siano su un unico padiglione. Questo è stato molto positivo per i visitatori, che hanno trovato tutti gli stand concentrati in un unico spazio. Inoltre la data è stata anticipata rispetto alle precedenti edizioni e questo ha aiutato a centrare meglio rispetto a prima il timing di sviluppo delle collezioni invernali. 3_ Sì, diciamo che la posizione più strategica di Milano ha portato i visitatori internazionali ad essere più presenti, vista la maggior facilità di raggiungimento della fiera. 4_ Tutte le aziende dovrebbero andare verso questa direzione, ma sono ancora pochi che investono sull’eco-compatibilità. Questi valori spesso sono innati, personali o familiari. 5_ No, ancora troppo poco.

Chiara Mastrotto Gruppo mastrotto 1_ Più che un ritorno è una nuova partenza, densa di novità, all’interno di un ente fieristico di portata internazionale e con forte attrattività sia per i clienti italiani, ma soprattutto per quelli esteri. 2_ La location, con Milano che si presenta alla clientela internazionale quale capitale della moda ed è pertanto in grado di promuovere positivamente l’immagine di un made in Italy di eccellenza come la pelle italiana; il timing corrispondente alle esigenze reali del business; infine la concomitanza con Milano Unica, fiera che presenta il top di gamma della produzione tessile italiana ed europea, ha incentivato la presenza di designer, uffici stile e buyers da tutto il mondo. 3_ L’Italia si conferma uno dei Paesi di riferimento nel settore della concia a livello mondiale. 4_ Sì. Il nuovo progetto europeo Green L.I.F.E. “Green Leather Industry For Environment”, che coinvolge la nostra azienda e altre 4 della filiera produttiva della pelle, ha l’obiettivo di ridurre il consumo di risorse naturali e di valorizzare i sottoprodotti della lavorazione conciaria. È un progetto importante, selezionato tra gli oltre 400 presentati dall’Italia e rappresenta per noi un ulteriore impegno per la salvaguardia dell’ambiente. 5_ Il progetto Green L.I.F.E. è un esempio virtuoso di una serie di imprese che fanno sistema.


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Verso un Distretto Industriale Ecosostenibile. Il ruolo dei Sindaci Arzignano dovrebbe diventare un distretto industriale ecosostenibile. Lo chiedono le istituzioni, lo chiedono i cittadini, lo chiedono i raffinati ed esigenti clienti di un distretto industriale che lotta contro ostacoli di diversa natura. Ogni giorno. Da molti anni. Ma di cosa ha bisogno la valle del Chiampo per avere un giusto equilibrio tra la produzione industriale e la sostenibilità ambientale? Di regole condivise, semplici… e rispettate. Di obiettivi chiari, a medio e lungo termine. Di scenari economicamente sostenibili. Di un settore di ricerca ben organizzato. Tutte caratteristiche e attività che singolarmente ogni imprenditore all’interno della propria importante azienda attua ogni giorno. E allora ci sarebbe da domandarsi perché non c’è un vero distretto, perché non è ancora certificata la sua ecosostenibilità, e perché negli anni non è mai stato riconosciuto il suo prestigio. Perché gli industriali hanno “caratteri forti”? Forse perché non sanno fare squadra? Forse perché ognuno di loro sarebbe disposto a perdere un braccio perché il proprio concorrente li

Il progresso della Valle dipende solo dall’unione di tutte le risorse in campo.

perda tutti e due? I Sindaci che quotidianamente con fatica lottano per mantenere un corretto equilibrio tra le parti sociali sono gli unici interlocutori credibili per la creazione di un sistema sociale nuovo, sostenibile sotto tutti i punti di vista. È sempre difficile coniugare gli interessi delle diverse parti sociali. Ma è il necessario presupposto per costruire una visione del futuro che possa essere sostenibile È sempre e solo una questione di Ego? Spesso. Ma il disegno della Valle dovrebbe piacere di più della propria autorealizzazione. È un dialogo difficile, che necessita di metodo, collaborazione… e di tempo. Ma il metodo lo deve dettare l’istituzione sul territorio, I Sindaci. Non una sola parte sociale. Se non vengono rispettate e viste come figure terze, a garanzia di tutti, le istituzione perdono il loro ruolo; perde la democrazia. Credo che le sfide che il futuro sottopone ai cittadini, nessuno escluso, debbano essere affrontate con fiducia nelle Istituzioni. Nel loro ruolo di arbitri a garanzia dell’equità e della giustizia. Perché il progresso della Valle dipende solo ed unicamente dall’unione di tutte le risorse in campo. Tanti sono i problemi da trattare e le soluzioni da trovare in questo importante autunno. Il segreto sarà stare in squadra. Per il bene della Valle, per il bene della Concia. Giorgio Gentilin Presidente Consiglio di Bacino Sindaco di Arzignano


Acque del Chiampo ha implementato nel proprio sito www.acquedelchiampospa.it la sezione “Amministrazione trasparente”. Si tratta di un banner, presente in tutte le pagine del sito, che permette di raggiungere una serie di informazioni utili come, per esempio, l’organizzazione della Società, i regolamenti attuativi, i provvedimenti addottati, i bilanci e i conti consuntivi, le informazioni ambientali.

Sono consultabili anche gli stipendi dell’Amministratore Unico e dei dirigenti, l’ultima dichiarazione dei redditi e lo stato patrimoniale di ognuno. Su forte richiesta del sindaco Giorgio Gentilin è stato fatto uno sforzo per rendere tutto chiaro e facilmente consultabile: “Perché ci sia massima trasparenza deve tutto essere comprensibile da chiunque, anche dai cittadini che non sono pratici di normative o di riferimenti legislativi. Internet è lo strumento principe che permette a tutti i cittadini di entrare nella pub-

blica amministrazione per consultare dati, stipendi, bilanci, incarichi e quant’altro”. L’amministratore unico di Acque del Chiampo, Alberto Serafin: “È un obiettivo per me molto importante perché permette finalmente al cittadino di controllare come spendiamo i soldi pubblici e come amministriamo le società pubbliche. Negli ultimi sei mesi Acque del Chiampo ha fatto importantissimi passi avanti nel segno della trasparenza e dell’equità”.

I.P.

Acque del Chiampo aderisce al Decreto Trasparenza


SYN-BIOS uNa realtà vIceNtINa dI SucceSSO Dal distretto di Arzignano alle concerie in tutto il mondo Un’azienda è fatta di persone. Il successo, la storia e la crescita, derivano inevitabilmente dalla passione, dall’impegno, dalla creatività che ogni individuo condivide con gli altri e che in più di 25 anni il fondatore Daniele Gastaldello ha saputo trasmettere a tutti i suoi collaboratori.

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“Siamo un’azienda leader nella produzione di prodotti chimici per l’industria conciaria. Vantiamo laboratori altamente specializzati e impianti all’avanguardia. Una struttura organizzata in aree coordinate tra loro che operano con la massima professionalità e competenza. Syn-Bios, attraverso le persone, ha l’ambizione di contribuire allo sviluppo delle aziende conciarie puntando al miglioramento costante del prodotto. La passione che si respira nella nostra azienda è la molla che mi dà la carica tutti i giorni. con i nostri prodotti, frutto di studi e ricerca continui, stiamo fornendo nuove opportunità di business. I nostri clienti lo sanno, e in loro avverto la stessa passione. Non ci ritengono un fornitore, ma un partner indispensabile”.


I numeri della conceria italiana Il comparto della pelle tiene. E lo fa molto bene. Un aumento della produzione del 2%, ottimi risultati dall’export e un aumento degli addetti del 1, 6%, delinenao un quadro incoraggiante. Altri segnali positivi sono le soddisfa-

zioni che arrivano dal settore auto, dove si profilano scenari interessanti per il riconoscimento della qualità, della ricerca e del processo, e il trend positivo delle richieste dalla moda e dal lusso, a cui in parte si lega l’anticipazione e lo spostamento di Linea-

pelle a Milano. La criticità principale è invece legata alla scarsità della materia prima e al conseguente aumento dei prezzi che incide in maniera forte sulla marginalità del profitto e quindi sulla redditività del comparto.

fonte Unic

Regioni

Addetti 2013

Fatturato 2013 Migliaia di euro

Addetti Var %12/13

Fatturato Var. %12/13

Veneto

8.272

2.731.665

0,6%

9,9%

Toscana

5.795

1.468.410

4,0%

6,8%

Campania

2.041

451.730

-1,3%

2,3%

Lombardia

1.045

304.280

2,0%

14,8%

Altre Regioni

805

295.820

2,9%

15,8%

Totale Nazionale

17.958

5.251.904

1,6%

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Il problema materie prime

Il 2013 ha evidenziato un +9% di fatturato e un +20% di spesa per l’acquisto delle materie prime. La disponibilità del grezzo nel 2013 è stata ai minimi storici. In Europa, in particolare, la contrazione del 3% degli abbattimenti ha comportato un aumento del 25% dei prezzi delle pelli grezze. Alle minori macellazioni di Stati Uniti ed Europa si è contrapposto un recupero solo parziale di Australia, causa siccità, e Nuova Zelanda. Il problema dell’approvvigionamento delle materie prime ha indotto ad allargare la fetta delle provenienze e ad utilizzare più semilavorato che ha toccato il 62% del totale rispetto al 58% del 2012.

Focus sulle esportazioni Il conciato italiano viene esportato in 123 nazioni e tra i primi dieci destinatari (2/3 del totale) ci sono: Regno Unito (19%), Polonia (19%), USA (17%), Cina e limitrofi (14%), Portogallo (12%). Una curiosità: il Vietnam ha registrato un +91% con un complessivo di 80 milioni di euro. Arretrano invece Germania, Francia, paesi bassi, India e Russia.

I settori a valle Settore

Produzione 2013

Produzione 2008

Alto

17% 22%

11% 15%

Medio alto

30%

30%

Medio

23%

30%

8%

13%

Top

Basso

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Il futuro incerto della Stazione Sperimentale Doveva essere una gestione condivisa tra Napoli, Pisa e Vicenza per fare della SSIP uno strumento efficace e vicino alla realtà produttiva della concia. Ma per ora niente di fatto.

Tutto fermo, almeno per il momento. La nascita di una società partecipata in modo paritario dalle Camere di Commercio di Vicenza, Pisa e Napoli, a cui doveva essere attribuita la competenza della stazione sperimentale per l’Industria delle pelli e delle materie concianti (SSIP), è finita in una situazione di stallo, proprio quando era ad un passo dalla sua concretizzazione. Un comma contenuto nell’ultima Legge di Stabilità aveva sancito il passaggio della Stazione Sperimentale alle tre Camere, ponendo fine al monopolio di quella di Napoli. Dopo vari incontri, si era arrivati a individuare un Consiglio di Amministrazione molto snello, composto da tre consiglieri, due designati da Unic e uno da Confcommercio. Un CdA che avrebbe dovuto operare sulla base delle indicazioni date da Napoli, Vicenza e Pisa.

Quale l’obiettivo di questa gestione condivisa? Naturalmente quello di rendere la stazione sperimentale più vicina alle imprese conciarie, che di fatto la sostengono grazie ai prelievi fatti in base al numero di dipendenti e alle importazioni di grezzo. Considerando che nel distretto campano si concentra il 10-12% della produzione, contro il 35% del distretto toscano e del 52% di quello di Arzignano-Chiampo, è facile concludere che una gestione condivisa sarebbe di fatto più equa. Non solo, in questo modo si calerebbe la stazione sperimentale maggiormente nella realtà produttiva, ampliando la sua attività rispetto a quella di analisi svolta principalmente finora. “Condivido il pensiero del presidente Unic Rino Mastrotto, che auspica un intervento del Governo affinché si sblocchi la situazione e la Stazione

Sperimentale possa diventare uno strumento veramente efficace e operativo per un comparto che è un’eccellenza mondiale – afferma Mirco Balsemin, uno dei due consiglieri indicati da Unic – . Ricerca, immagine e formazione sono le finalità da perseguire. Immagine, perché c’è ancora un’idea antica della concia che va cambiata dal momento che tanta strada è stata fatta; ricerca, perché crescita e sostenibilità richiedono un continuo sviluppo scientifico e tecnologico; formazione, perché non è possibile prescindere da un miglioramento delle competenze e dalla preparazione dei giovani, magari con la nascita di un polo di studi ad Arzignano. Se si arriverà finalmente a questa nuova società partecipata, sarebbe bello avere anche ad Arzignano una sede locale della Stazione Sperimentale come concreto punto di rifermento per il territorio.


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Le concerie si fanno belle Lo sviluppo responsabile passa anche attraverso l’eco-sostenibilità degli ambienti di lavoro. Nel Vicentino c’è chi spicca per innovazione e ricerca, sensibilità territoriale e gusto artistico.

Bonaudo, conceria con sede produttiva a Montebello e quartier generale a Milano, è uno degli esempi più interessanti di questa tendenza. “Al centro del progetto - ci spiega l’Amministratore Delegato Alessandro Iliprandi - abbiamo posto l’uomo. Da quando ho iniziato a fare questo lavoro ho sempre dato estrema attenzione agli spazi produttivi, all’ambiente e a tutti i nostri collaboratori. La progettazione è stata finalizzata

alla riduzione dell’inquinamento ambientale interno ed esterno; l’immissione di aria filtrata è termoregolata per evitare l’introduzione di eventuali inquinanti esterni. Abbiamo optato per lo sfruttamento della grande luminosità naturale e inserito zone a verde al fine di assorbire anidride carbonica. Riteniamo di avere ricreato un ambiente di lavoro particolarmente gradevole”.

“Per la conceria Montebello spa, con sede a Montebello Vicentino, abbiamo approcciato questa filosofia già tra il 2000 e il 2002, aspetto molto rilevante per quei tempi – spiega Nadia Dalle Mese -. In due anni abbiamo riassestato impianti e reparti in quanto sentivamo la necessità di dare una sequenza logica alle linee produttive, introdotto impianti computerizzati a controllo numerico con ricettazioni incluse. Sono stati bonificati i tetti in

eternit e costruito piazzali con vasche di prima pioggia. Tutti i prodotti che utilizziamo sono all’acqua. Per mantenere la sede storica abbiamo scelto di realizzare il parcheggio sopraelevato. Per il futuro prevediamo un costante impegno per mantenere gli standard eco-compatibili raggiunti. Inoltre per essere competitivi investiamo costantemente in innovazione e ricerca. È un’idea simbolica quella che ha guidato gli architetti nel restauro della New Pel Company ad Arzignano. L’azienda commercia pelli finite ed esse comunemente vedono dalla forma grezza la creazione di due principali tipologie utilizzate nella concia: il fiore (la parte più pregiata ed esterna) e la crosta (la parte meno pregiata

ed interna). Dà lì si è passati all’idea progettuale: la “seconda pelle”, ovvero la struttura metallica che viene posta davanti alla vecchia fabbrica che rimane inalterata. La pelle, poi, è materiale vivo e naturale: di qui il rivestimento vegetale, materiale vivo e naturale che cambia con il tempo e le stagioni.


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Adler ha ottenuto nel 1998 la certificazione UNI EN ISO dall’istituto Certiquality, aderendo agli standard internazionali. Perchè la qualità è il nostro principale obiettivo.

Adler crea prodotti personalizzati per i propri clienti, effettuando studi accurati sugli impianti e le caratteristiche delle concerie. La soddisfazione del cliente è la nostra soddisfazione.

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ISTITUTO TECNICO TECNOLOGICO/ECONOMICO

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L’Istituto Tecnico Tecnologico/Economico “Galileo Galilei” di Arzignano sorto nel 1960 con lo scopo di formare personale qualificato per l’industria del territorio che si stava sviluppando in modo massiccio, è una solida realtà scolastica. Nei suoi cinquanta anni di vita, l’Istituto si è adeguato alle mutate esigenze del mercato del lavoro sia mediante un ampliamento, una razionalizzazione e una modernizzazione dei laboratori di chimica e di conceria, sia nella declinazione delle discipline teoriche, oggetto dell’ultima riforma scolastica, arrivata al quarto anno. Attualmente l’indirizzo fa parte dell’area “Chimica e materiali”. Il piano di studi originario è stato opportunamente modificato in modo da poter fornire una preparazione specifica nella “Chimica e tecnologia del cuoio”, attuale denominazione della Chimica conciaria. In realtà il corso è abbastanza simile a quello presente prima della riforma: vengono identificate, acquisite ed approfondite competenze relative alla tecnologia, alla gestione e al controllo dei processi di lavorazione del cuoio, con particolare riferimento alla sicurezza e alla tutela dell’ambiente e del consumatore, al marketing e alla lettura ed interpretazione delle tendenze moda, al fine di garantire qualità e innovazione del prodotto. Il piano di studi si distingue in un biennio comune a tutti gli indirizzi, e ad un triennio di specializzazione, così formato: (tra parentesi vengono indicate le ore di laboratorio/conceria) MATERIA

III

IV

V

Lingua e letteratura italiana

4

4

4

Lingua inglese

3

3

3

Storia, cittadinanza e costituzione

2

2

2

Matematica

3

3

3

Complementi di matematica

1

1

Scienze motorie e sportive

2

2

2

Religione cattolica o attività alternativa

1

1

1

Chimica analitica e analisi applicata

5(2)

4(3)

4(3)

Chimica organica e biochimica

5(2)

3

3

Tecnologie e biotecnologie conciarie

6(4)

9(6)

10(7)

TOTALE

32

32

32

Il corso conciario mantiene tutta la vivacità e la freschezza di un indirizzo nuovo grazie al continuo contatto con la realtà industriale, ai progetti di alternanza scuola-lavoro e alla condivisione di esperienze con studenti provenienti da realtà simili estere. Il Perito industriale in Chimica conciaria, abbinando la preparazione di base acquisita con l’esperienza che seguirà nel mondo del lavoro, dovrà essere in grado di: 1 - Acquisire i dati ed esprimere qualitativamente e quantitativamente i risultati delle osservazioni di un fenomeno attraverso grandezze fondamentali e derivate. 2 - Individuare e gestire le informazioni per organizzare le attività sperimentali. 3 - Utilizzare la normativa tecnica per gestire il controllo di qualità dei prodotti chimici e dei cuoi a tutela dell’ambiente e del consumatore. 4 - Elaborare e gestire progetti chimici e biotecnologici relativi alla lavorazione del cuoio. 5 - Riconoscere e confrontare le tecnologie innovative di lavorazione del cuoio in relazione alle prestazioni e all’impatto ambientale. 6 - Gestire e controllare i processi tecnologici della lavorazione del cuoio in funzione della destinazione d’uso, a tutela dell’ambiente

e del consumatore. 7 - Utilizzare i principali concetti relativi all’economia e all’organizzazione della filiera del cuoio nell’ambito del Made in Italy 8 - Essere consapevole delle potenzialità e dei limiti delle tecnologie, nel contesto culturale e sociale in cui sono applicate. Numerosi sono le motivazione per volere frequentare l’Istituto Galilei – opzione Tecnologia del cuoio: 1 - La sinergia con il mondo del lavoro 2 - L’elevato numero di ore dedicato alla pratica laboratoriale 3 - La maggiore probabilità di trovare lavoro in tempi più brevi 4 - Il tasso di occupazione del settore più elevato 5 - La possibilità di spendere subito sul mercato il diploma 6 - La possibilità di proseguire comunque gli studi in campo universitario NOVITÀ 2014 – 2015: 1 - La classe 3° del corso Chimica e Tecnologia del cuoio è una “classe digitale”. 2 - Definizione di un percorso post-diploma biennale di specializzazione in “Tecnico superiore per le produzioni chimico – industriali in Tecnologia Conciaria” in collaborazione con il Distretto conciario.


I.P.

L’Associazione Italiana Chimici del Cuoio (A.I.C.C.) è un’Associazione che raggruppa tutti coloro che operano in attività riguardanti l’area della pelle, ed in particolare: chimici e tecnici del cuoio, addetti alle industrie della concia, delle materie concianti, dei coloranti, degli ingrassi, dei macchinari, apparecchi scientifici e delle industrie direttamente e indirettamente affini. A.I.C.C. è membro effettivo della I.U.L.T.C.S. (International Union of Leather Technologists and Chemists Societies), associazione che svolge un ruolo molto importante per l’industria conciaria, coordinando la messa a punto dei metodi di analisi dei prodotti chimici e degli articoli in cuoio e dove A.I.C.C. partecipa con un suo delegato al Comitato Direttivo. Scopo dell’Associazione è quello di promuovere e divulgare la ricerca scientifica portando a conoscenza dei soci lavori, invenzioni, scoperte, esperienze fatte sia in Italia sia all’estero, organizzando per questo convegni, aprendo su internet forum su temi tecnici ed ambientali, e stabilendo legami più intimi fra scienza e industria conciaria. In Veneto è stato costituito un coordinamento formato da soci che, a titolo totalmente gratuito, si occupa della promozione delle attività fin qui descritte. Per quanto riguarda la scuola, l’impegno A.I.C.C. è quello di promuovere incontri tra tecnici e allievi delle scuole conciarie statali su temi predeterminati. In particolare, negli ultimi anni, alcuni professionisti veneti appartenenti all’A.I.C.C., in

accordo con i professori dell’istituto I.T.I.S. “G. Galilei” di Arzignano, hanno presentato vari seminari (aperti anche ai soci) su lavorazioni conciarie, prodotti chimici, funzionamento delle macchine di conceria, etc, contribuendo così alla formazione tecnicoteorica degli studenti. Tra le altre iniziative rivolte alla scuola, A.I.C.C. ha recentemente contribuito all’acquisto dei libri con un assegno ai nuovi iscritti al corso del triennio specialistico con indirizzo Conceria. L’A.I.C.C. ha inoltre gestito ed attribuito, per conto di privati o soci, altre borse di studio sempre destinate a studenti meritevoli delle tre scuole conciarie statali. Nell’area convegni A.I.C.C. organizza convegni nazionali e locali (spesso anche presso il nostro istituto conciario G.Galilei), nei quali vengono discussi lavori provenienti dall’esperienza industriale e/o sperimentale, seguito da una cena offerta dagli sponsor che contribuiscono a loro volta al successo di questi eventi.

Ricerca e formazione possono essere considerati quindi i due capisaldi statutari attorno ai quali ruota tutta l’attività dell’Associazione. Obiettivo A.I.C.C. è quello, naturalmente, di continuare anche per il futuro ad occuparsi attivamente dell’area scuola e migliorare le proprie attività informative e culturali nei confronti dei soci. Iniziativa del Coordinamento AICC Veneto G. Lovato, A. Peruzzi, R. Bertoli, A Galiotto, R. Mecenero, G. Adami, S. Mastrotto, G. Dani, M. Magnaguagno, G. Repele, V. Nori, M. Nogarole, F. Zampinetti.

A.I.C.C. Associazione Italiana Chimici del Cuoio Via W. Tobagi, 30 - Castelfranco di Sotto (PI) Tel. 0571 471318 Fax 0571 486972

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Venerdì 7 Novembre 42° CONVEGNO NAZIONALE AICC Auditorium comunale di Chiampo (VI)

IMPEGNO VERSO LA SOSTENIBILITÀ DELLA FILIERA DEL CUOIO

PROGRAMMA 16,45 Accoglienza e Registrazione partecipanti 17,00 Saluti e Apertura del Convegno a cura del Sindaco di Chiampo, Matteo Macilotti, e del Presidente AICC, G. Calvanese Intervengono 17.10 “Pelle – un materiale sostenibile ?!” J. Christner – TFL Ledertechnik AG, M. Magnaguagno – TFL Italia SpA 17.30 “Pelli Metal Free. Realtà attuale e sviluppo tecnologico” C. Bortolati, M. Frediani – UNPAC 17.50 “Nuovo pre-conciante organico da fonti rinnovabili” M. Nogarole – IKEM Srl 18.10 “Il Cromo nelle acque di scarico del Depuratore di Arzignano” D. Refosco, M. Zerlottin – Acque del Chiampo SpA 18.30 “Innovazione e sostenibilità nella calzatura sportiva. Aspettative del consumatore e adeguamenti della tecnologia di filiera per una produzione più rispettosa dell'ambiente” G. Piccin – AKU Italia Srl 18.50 “Un accordo di filiera per valorizzare la pelle, senza scarti” P. Gurisatti – ECLT Cà Foscari (European Centre for Living Technology) 19.10 “Anticipazioni sulle ricerche inerenti la storia dell'ITIS G. GALILEI di Arzignano dalla fondazione all'epoca recente” M. Crestani, A. Fabris – ITIS G. Galilei di Arzignano 19.25 “Eccellenze del territorio: la scuola di pelletteria di Chiampo” R. Peripoli – CFP G. Fontana di Chiampo 19.40 Saluti e Chiusura del Convegno a cura dell’Assessore all'Istruzione, alla Formazione e al Lavoro della Regione Veneto, Elena Donazzan 20.00 Cena offerta dai ns. sponsor presso il Ristorante La Pieve di Chiampo (VI) In collaborazione con

Ingresso riservato ai soci AICC

informazioni: veneto@aicc.it - iscrizioni online su www.aicc.it


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