COSTOZERO / Confindustria Salerno 1919-2019, 100 anni a vele spiegate

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magazine

LUGLIO/AGOSTO 2019

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bimestrale di economia, finanza, politica imprenditoriale e tempo libero

OSPITALITÀ NON È SOLO UNA PAROLA La vera ospitalità viene dal cuore. Dal desiderio genuino di fare in modo che i nostri ospiti si sentano sempre totalmente a casa.

Confindustria Salerno 1919-2019 100 anni a vele spiegate


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editoriale

Confindustria Salerno 1919/2019, il futuro nel segno dell’impresa di Andrea Prete, presidente Confindustria Salerno In occasione del nostro Centenario, più di ogni altra cosa vogliamo celebrare l’orgoglio di rappresentare una parte del Paese viva, forte, che produce benessere, lavoro e occupazione

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agosto 1919. Nasceva cento anni fa Confindustria Salerno, da allora impegnata nel rappresentare e tutelare lo spirito imprenditoriale, la capacità di fare, la cultura del lavoro, valori che hanno contribuito al cambiamento e allo sviluppo di tutto il territorio salernitano. Fino ad oggi, si sono alternati alla guida dell’Associazione sedici industriali*. Uomini tra loro diversi, impegnati in epoche altrettanto differenti, ma tutti mossi dall’assunzione di responsabilità di voler migliorare le condizioni di una categoria intera di persone, lavorando assieme a tutti gli attori istituzionali, al fianco delle imprese. Giorno per giorno, da cento anni, Confindustria Salerno si fa portavoce delle esigenze dei suoi imprenditori, promuovendone le istanze, in modo chiaro, presso chi governa i territori e nel confronto con il mondo sindacale, riuscendo spesso a incidere in scelte decisive. Confindustria era e resta il primo interlocutore del sistema produttivo ed economico locale, capace di connettere tra loro soggetti diversi e, al tempo stesso, di sostenere servizi e progetti che favoriscano la crescita delle comunità. Se non ci fosse Confindustria, non ci sarebbe una autentica dialettica democratica e verrebbe meno un riferimento certo per chi crede nel proprio Paese e per esso rischia e su di esso investe. In occasione di questa speciale ricorrenza, pertanto,

quello che più di ogni altra cosa vogliamo celebrare è l’orgoglio di rappresentare una parte del Paese viva, forte, che produce benessere, lavoro e occupazione. Lo faremo impegnandoci in eventi tematici - in autunno organizzeremo un focus sul lavoro, chiamando a raccolta esponenti diversi del mondo produttivo e sindacale - ma anche in manifestazioni apparentemente più distanti dal nostro stile che, però, vogliono comunicare tutte i valori del dialogo, della coesione, del noi, unendo insieme memoria, proposte, talenti territoriali e identità collettiva. Che si tratti di un catalogo fotografico dedicato alle imprese storiche della provincia di Salerno o di una veleggiata, organizzata insieme con tutti i circoli velici salernitani, l’ambizione dell’Associazione impegnata in un ampio programma di iniziative è di portare nel futuro il segno dell’impresa. *Nell’ordine, dal 1919 Luigi Barracano, Giulio Grimaldi, Matteo Scaramella, Alessandro Tibaldi, Tommaso Prudenza, Giulio Santoni, Matteo D’Agostino, Enrico Giunta, Davide Morlicchio, Giuseppe Amato (dal 1980 al 1986 e dal 1991 al 1995), Augusto Strianese, Sossio Pezzullo (dal 1995 al 1999 e dal 2011 al 2012), Antonio Paravia, Andrea Prete (dal 2003 al 2007 e dal 2017 ad oggi), Agostino Gallozzi e Mauro Maccauro. Luglio | Agosto 2019

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sommario

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EDITORIALE Confindustria Salerno 1919/2019, il futuro nel segno dell’impresa di A. Prete

NEW ENTRIES Intrastock, una solida matrice di business 29 a cura della Redazione 30

SPECIALE GOVERNANCE E CAPITALI Imprese familiari, l’imperativo è crescere di Raffaella Venerando

inCoerenze, 20 anni da #contenitorididee 31 nel mondo della comunicazione a cura della Redazione

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Business first, no family first Intervista a G. Corbetta

Fondazione Saccone, una nuova freccia 32 all’arco della cultura e dell’innovazione a cura della Redazione

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La finanza a supporto della crescita Intervista a L. Perayno

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Buona governance, buone scelte Intervista a M. Bianchi

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Ferraioli: «L'azienda è una realtà 10 indipendente dall'imprenditore» Intervista a A. Ferraioli Enrico Falck: «Evolvere è la parola chiave» 12 Intervista a E. Falck Zigon: «La gestione di un’impresa 15 deve essere dinamica» Intervista a M. Zigon

PRIMO PIANO AMBIENTE Buonomo, Legambiente: «Sulle 18 rinnovabili dobbiamo accelerare» Intervista a M. Buonomo 20 «Sull’ambiente non si sta facendo abbastanza» Intervista a G. De Feo

FOCUS 22 Il settore dell’Automotive viaggia via mare di A. Panaro

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MT Plex, la trasparenza delle idee a cura della Redazione

BUSINESS Inaugurata la nuova sede di AGS Comunica: 33 open hearts in a new open space to open mind a cura della Redazione Passaggio generazionale: 35 «La convivenza tra nuovo e memoria» a cura di Raffaella Venerando MAF, il packaging è partecipazione 37 di Raffaella Venerando OneMorePack 2019: 38 vetrina per il design che vince a cura della Redazione 41 Eccellenze locali, mercati internazionali a cura della Redazione La digitalizzazione dei processi 42 secondo il Metodo Savino a cura della Redazione

NORME E SOCIETÀ L’arbitro bancario: un sistema di dispute 44 resolution efficace e virtuoso di M. Marinaro

CONFINDUSTRIA 24 Confindustria Salerno, 100 anni a vele spiegate di Raffaella Venerando

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Music Art Food: l'estate che sa di buono 28 di Raffaella Venerando

Il recesso del socio di minoranza 48 nelle società di capitali di L. De Valeri

Il Codice degli Appalti Pubblici nella bufera di L. M. D'Angiolella


FISCO Semplificazione fiscale, una proposta di legge 50 di M. Villani e L. Morciano

NUMERO 3 LUGLIO / AGOSTO 2019

Smart cities, contributi in natura fiscalmente imponibili di A. Sacrestano

Bimestrale di Economia, Finanza, Politica Imprenditoriale e Tempo Libero di Confindustria Salerno

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La perdita su crediti per prescrizione è impossibile? di M. Fiorentino

Reg. Trib. di Salerno N. 67 7 del 22/10/1987 Iscrizione al Roc N. 23241/2013

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Nuove imprese a tasso zero e Decreto Crescita di G. Arleo

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LAVORO Licenziamento del lavoratore distaccato, 56 i criteri per valutarne la legittimità di P. Ambron

SICUREZZA Relazione annuale Inail 2018: infortuni in calo, 57 aumentano i casi mortali a cura di Inail, ufficio comunicazione esterna e relazioni internazionali

RE-VALUES LAB WORKPLACE STRATEGY, i nuovi habitat ufficio 59 di A. Pedone

BON TON Nozze coi fichi secchi 61 di N. Santini

SALUTE 62 Dalla ricerca nuove protezioni solari di A. Di Pietro 63

Diabetes technology e autocontrollo/III parte di G. Fatati

LIBRI/ HOME CINEMA 64 M, il figlio del secolo a cura di R. Venerando

Direttore Editoriale Andrea Prete Direttore Responsabile Alessandro Sacrestano Redazione Raffaella Venerando Project Management Vito Salerno Società Editrice/Direzione e Redazione Assindustria Salerno Ser vice Srl Via Madonna Di Fatima, 194 84129 Salerno Tel. 089 335408/Fax 089 5223007 P. iva 039711 70653 redazione@costozero.it www.costozero.it Stampa Ar ti Grafiche Boccia/Salerno Foto Archivio Costozero/Vito Salerno Massimo Pica/Ag. Fotografica Grafica e Impaginazione Moreplus/www.moreplus.it

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64 Il professore e il pazzo a cura di V. Salerno Luglio | Agosto 2019

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speciale governance e capitali

Imprese familiari, l’imperativo è crescere Più innovazione, capitale di rischio e maggiore efficienza nella gestione d'azienda per affrontare le sfide del futuro. É quanto emerso dal convegno Governance e Capitali, organizzato dal presidente di Confindustria Salerno Andrea Prete di Raffaella Venerando

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ilastro dell’economia italiana, per continuare a competere l’impresa familiare è chiamata a ripensare la sua leadership, puntando soprattutto su crescita, innovazione e governance efficace, assumendo maggiori rischi e aprendosi al mercato dei capitali, senza che questo significhi mettere in minoranza i valori distintivi dell'azienda e della famiglia. Questa la tesi emersa nell’incontro Governance e Capitali, organizzato lo scorso 3 giugno in Camera di Commercio a Salerno per volontà di Andrea Prete, presidente di Confindustria Salerno. Della necessità di adottare un nuovo approccio verso l’innovazione, bilanciando la tradizione del passato con la propensione del futuro propria delle nuove generazioni, ne hanno discusso il professore della Bocconi Guido Corbetta, Marcello Bianchi di Assonime, Luca Peyrano di ELITE, Enrico Falck della Falck Renewable, Antonio Ferraioli de La Doria e Marco Zigon del Gruppo Getra. Presente all’incontro anche il rettore emerito dell’Ateneo salernita-

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Andrea Prete, presidente Confindustria Salerno

no Giorgio Donsì, il professore Giovanni De Feo, fondatore di "Greenopoli" e Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, cui sono spettate le conclusioni del dibattito. Partendo dal lavoro di ricerca della Bocconi sulle aziende familiari italiane, sono stati indagati i modelli di governance utili a garantire continuità al business. Quello dell’amministratore unico è risultato essere il più diffuso in Campania e a Salerno.

Un male? Un freno alla possibilità di vincere la competizione internazionale? Un ostacolo a buone performance? Non necessariamente, se l’impresa riesce a crescere, consentendo a consiglieri indipendenti di entrare nel board aziendale, aprendo i capitali alla finanza, pianificando attività di internazionalizzazione e, magari, valutando con attenzione e senza chiusure la possibilità di quotarsi in Borsa.


Business first, no family first

«La famiglia può restare nella gestione a patto che i suoi componenti abbiano acquisito gli elementi fondanti della cultura manageriale»

di Raffaella Venerando

Guido Corbetta cattedra Aziende Familiari, Bocconi

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rofessore, lei ha curato un focus specifico relativo alle aziende familiari in Campania e in provincia di Salerno. Quali i dati più salienti anche in relazione al più ampio contesto del Paese? Emerge, innanzitutto, quanto l’incidenza delle imprese familiari - a Salerno e in Campania - sia più alta rispetto ad altrove in Italia. In esame sono state prese aziende con fatturato al di sopra dei 20 milioni di euro. Tra queste, le imprese a controllo familiare sono presenti a Salerno per l’82% e in Campania per l’83,6%, mentre nel resto del Paese si attestano intorno al 76%. Altro elemento significativo è l’età: più giovani di quelle nazionali e più piccole, concentrate in gran parte nelle attività di commercio, meno nel manifatturiero. Il modello di governance più diffuso in Campania è quello dell’amministratore unico. Cosa comporta questo assetto in termini di proiezione dell’impresa, anche sui mercati internazionali? Il modello dell’impresa legata al fondatore nel 64% dei casi funziona molto bene, nonostante le spesso limitate dimensioni. Il vantaggio,

però, di avere una governance snella e veloce fa il paio con i possibili rischi legati alla mancanza del consiglio di amministrazione che potrebbe valere da paracadute. La presenza di qualche membro estraneo alla famiglia nel cda incentiverebbe inoltre anche maggiore apertura e proiezione dell’impresa sui mercati di oltre confine. Altro elemento comune alle imprese familiari è il cosiddetto passaggio generazionale. Oltre alla gestione delle variabili economico-finanziarie, quali capacità occorre mettere in campo per preservare l’esistenza dell’azienda? Va pianificato innanzitutto il processo. È necessario che il leader della generazione al comando, sistematicamente e periodicamente, immagini e ragioni sul modello futuro di governance. Per le imprese campane è particolarmente importante perché circa il 90% delle imprese ha come leader aziendale un familiare. “Business first” anziché “family first” deve essere la logica maestra cui ispirare l’operato dell’azienda, senza che questo significhi necessariamente un passo indietro della famiglia rispetto alla gestione, purché i fami-

liari abbiano acquisito gli elementi fondanti della cultura manageriale per comprendere il funzionamento di un sistema di corporate governance efficace. Rispetto alla finanza alternativa, invece, gli imprenditori campani sono ancora refrattari ad aprirsi ai mercati e magari anche a capitali esterni? Direi che importanti sono i segnali derivanti dall’ottimo riscontro della piattaforma ELITE di Borsa Italiana poiché fotografano con esattezza la volontà di un ampio tessuto imprenditoriale campano di ragionare seriamente sull’apertura ai mercati finanziari. Il capitalismo italiano sembra vivere momenti di particolare difficoltà. Oggi un’impresa riesce a resistere e a essere longeva se… Senz’altro il capitalismo familiare vive le difficoltà legate all’andamento economico complessivo del Paese, anche se nel 2017 il numero di imprese familiari è notevolmente cresciuto rispetto al decennio precedente. Quel che è certo è che maggiori dimensioni aziendali consentono alle imprese una migliore capacità di resistenza e di innovazione. Luglio | Agosto 2019

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speciale governance e capitali

La finanza a supporto della crescita Qualunque sia il progetto dell'azienda, ELITE è in grado di semplificare l’accesso a tutte le forme di finanza, sia di debito, sia di equity di Raffaella Venerando Luca Perayno Ad ELITE London Stock Exchage Group

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ottor Perayno, la cito: «la governance non è il fine, ma un mezzo». Un mezzo

per? Corrette pratiche di Corporate Governance sono un mezzo indispensabile per tutte quelle imprese che vogliono assicurarsi una crescita sostenibile nel tempo e che ambiscono a relazionarsi con la comunità di investitori. Gli investitori sono infatti sempre più interessati a comprendere il funzionamento e la trasparenza del governo societario di una azienda. Troppo spesso la Corporate Governance viene percepita come “lontana” dal mondo delle PMI, cosa che invece non deve essere. In ELITE abbiamo elaborato il Framework di Governo Societario in collaborazione con Confindustria e Assonime. Si tratta di uno strumento pratico che offre un primo approccio ai temi della Corporate Governance con un formato agile e di facile utilizzo e che, al contempo, si mantiene in linea con il Codice di Autodisciplina delle Società quotate,

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di cui condivide alcuni pilastri, quali la centralità dell’organo amministrativo e la suddivisione dei compiti all’interno di tale organo. Elemento fondamentale è che il Framework è stato costruito con le società per le società. Qualche anno fa, le parole chiave di ELITE erano crescita, cambiamento e leadership. Sono rimaste le stesse? E le aziende italiane, nel frattempo, sono cambiate? Crescita, Cambiamento e Leadership sono ancora oggi parole chiave nell’ecosistema ELITE. A queste parole vorrei aggiungerne un’altra: accesso alla finanza, essenziale per rendere reali i sogni e le ambizioni degli imprenditori e delle aziende ambizione che abbiamo in ELITE. Mi spiego meglio. ELITE è un ecosistema, che riunisce aziende eccellenti, che spesso si avvicinano a noi con un sogno imprenditoriale, che grazie al percorso di training e workshop, declinano in una strategia e in una visione, punti di partenza di un percorso di crescita di successo. Questi ele-

menti non sono statici, bensì dinamici e seguono il cambiamento delle aziende e rispondono alle sfide dell’ambiente esterno. In questo quadro generale, la finanza è strumento a supporto della crescita: qualunque sia il progetto dell’azienda, ELITE è in grado di semplificare l’accesso a tutte le forme di finanza, sia di debito, sia di equity. Ne sono un esempio gli ELITE Basket Bond® che uniscono le esigenze di finanza anche di piccola taglia delle aziende, con le disponibilità di grandi investitori istituzionali come la BEI o Cassa Depositi e Prestiti. ELITE alimenta lo sviluppo delle aziende, che poi è la funzione originaria della finanza. Come ci riesce, secondo quali meccanismi e progetti? La proposta di ELITE si basa su cinque cardini fondamentali. Il primo è costituito da strategia e visione. Spesso quando gli imprenditori si avvicinano a ELITE hanno un sogno o un progetto ambizioso, grazie a una serie di workshop e training


- sono in grado di concretizzare il loro pensiero in una strategia, sufficientemente articolata per assicurare un percorso di crescita e di successo, ma al contempo dinamica, in grado di essere adeguata ai cambiamenti interni e esterni. Il secondo fattore è rappresentato dalle persone che devono essere organizzate in modo tale che il loro lavoro supporti i progetti di crescita dell’azienda. Il terzo elemento è certamente la qualità e innovazione del prodotto o del servizio. Strategia e persone possono fare la differenza, ma senza un prodotto o un servizio che si distingue per innovazione e ricerca, sarebbe difficile crescere in modo costante. Quarto elemento cardine sono i mercati di sbocco sui quali vendere il proprio prodotto o servizio e i canali con i quali raggiungerli. Il quinto pilastro è - come detto prima - la finanza, imprescindibile strumento a supporto delle ambizioni degli imprenditori, che permette loro di reperire le risorse necessarie a portare a compimento i loro progetti. Se poi a questi 5 elementi aggiungiamo la sostenibilità che è connaturato alla piccola e media impresa di matrice famigliare, il quadro è completo. Il pregiudizio culturale che vuole le imprese italiane refrattarie all’apertura a capitali esterni è quindi battuto per sempre? Si tratta più di approccio culturale alla finanza. Da sempre il fare impresa italiano, così come quello degli imprenditori europei in generale, si è basato su un unico strumento, l’accesso al

credito delle banche. Questo strumento è imprescindibile, ma deve essere complementato da altro se si hanno ambizioni di crescita importanti. ELITE sta contribuendo ad abbattere tale pregiudizio culturale e lo dimostrano i dati. Ad oggi in Italia ci sono oltre 730 aziende, il 32% delle quali è stata coinvolta in operazioni di finanzia straordinaria, dall’M&A alla costituzione di una Joint Venture (399 in tutto da parte di 165 aziende), al Private Equity e Venture Capital (94 operazioni da parte di 70 aziende coinvolte). Sono dati importanti che testimoniano come, a fronte della diffusione e dell’approfondimento di temi legati alla finanza alternativa, le aziende di dimostrano non solo interessate, ma anche protagoniste attive di operazioni di questo tipo. Ma quali caratteristiche sono indispensabili per l’impresa che vuole aderire alla piattaforma ELITE? Quali, invece, i benefici? ELITE è dedicato alle aziende più ambiziose, con un modello di business solido, una chiara strategia di crescita e interessate a comprendere tutti gli strumenti disponibili per finanziare il proprio percorso di successo. Sebbene l’ecosistema di ELITE sia popolato da aziende molto diverse tra di loro, abbiamo comunque dei requisiti di ingresso, per esempio una azienda deve avere un fatturato superiore a 10 milioni di euro, un risultato operativo maggiore del 5% del fatturato e un utile netto positivo. Una volta superata la fase di ammissione - le società hanno accesso ad un network nazionale e internazionale di rilievo che in-

clude advisor, investitori, esperti, imprenditori e istituzioni. Il modello ELITE funziona anche fuori dei confini nazionali. Perché? ELITE parla alle piccole e medie imprese, che di sicuro costituiscono l’ossatura del tessuto economico italiano ed europeo in generale. Oggi ELITE conta più di 1200 imprese, provenienti da oltre 40 Paesi, rappresentative di più di 35 settori e generati ricavi per oltre 85 miliardi di euro. La maggior parte di queste realtà imprenditoriali sono riconducibili al profilo delle PMI. Le sfide che le nostre PMI hanno di fronte non sono poi tanto diverse rispetto a quelle di altre piccole e medie imprese che operano ad altre latitudini. Oggi un’impresa riesce a resistere se e domani potrà continuare a farlo grazie a… Il capitalismo italiano, di cui quello familiare ne è un’importante espressione, vive un periodo storico sicuramente complesso, dove tuttavia emergono importanti storie imprenditoriali sia di grandi che di medie dimensioni. In questo contesto l’elemento chiave é avere una nuova cultura imprenditoriale aperta al confronto e all’innovazione, anche e soprattutto in ambito funding. Non dobbiamo poi dimenticare che le aziende familiari sono portatrici di un sistema di valori che sta alla base della loro capacità di competere e rispondere alle trasformazioni del mercato. L’esperienza e la creatività imprenditoriale rimangono fattori indispensabili per lo sviluppo di un business sostenibile nel lungo periodo.

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speciale governance e capitali

Buona governance, buone scelte Per Marcello Bianchi, Comitato per Corporate Governance e Assonime: «Una visione strategica lungimirante per l’impresa necessita di una adeguata ripartizione di competenze nel consiglio di amministrazione, che deve aprirsi a professionalità anche esterne al nucleo familiare» Marcello Bianchi Comitato per Corporate Governance e Assonime

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rofessore, dati alla mano, lei sostiene che in Italia le imprese o crescono molto o decrescono molto. Perché questa forbice e cosa racconta? A mio avviso, questi dati, da un lato, testimoniano un ambiente vitale e competitivo, in cui le posizioni acquisite vengono costantemente messe in discussione, con conseguente polarizzazione tra imprese “vincenti” e imprese “perdenti”; dall’altro, dato che il saldo è negativo (perché le imprese che crescono molto sono comunque meno di quelle che decrescono molto), essi rivelano una debolezza della struttura finanziaria delle imprese che hanno difficoltà a trovare sostegno nei finanziatori esterni nelle fasi di difficoltà, finendo per avvitarsi in un percorso di decrescita. Stando a una recente indagine della Università Bocconi, il modello di governance più diffuso in Campania è quello dell’amministratore unico. Cosa comporta questo assetto in termini di proiezione dell’impresa, anche sui mercati internazionali?

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Il passaggio dall’amministratore unico a un consiglio di amministrazione articolato è un passo necessario per dotare l’impresa di un sistema di governo societario efficace nel definire le strategie, nell’identificare e gestire i rischi e nel monitorare la gestione. Sono queste componenti essenziali per sostenere la insostituibile capacità “visionaria” dell’imprenditore verso un percorso di crescita sostenibile nel lungo periodo. Ciò che però conta veramente è la qualità della composizione del consiglio di amministrazione, che deve aprirsi a professionalità e competenze, anche esterne al nucleo familiare: una visione strategica lungimirante necessita, infatti, di una adeguata ripartizione di competenze e, al contempo, di una governance adeguata del processo decisionale, per assicurare scelte ponderate ed efficienti. Rispetto alla finanza alternativa, poi, gli imprenditori campani restano poco propensi ad aprirsi ai mercati e anche a capitali esterni. Un ritardo culturale

di Raffaella Venerando

sanabile, secondo lei, come? L’apertura a mercati e capitali esterni va preparata attentamente e la predisposizione di un adeguato sistema di governance è una precondizione essenziale perché funzionale al superamento dell’autoreferenzialità che rappresenta il principale ostacolo culturale all’apertura. Un ruolo chiave è però svolto dall’ambiente esterno: è necessario un ecosistema capace di offrire consulenza, assistenza e “soluzioni” finanziarie costruite sugli specifici bisogni e opportunità dell’impresa e che sappia distinguere e consigliare le diverse opzioni complementari al finanziamento bancario. Il ritardo culturale può essere superato quindi a livello di sistema, e non soltanto a livello di singola impresa. In tal senso, sistemi di educazione e di induction offrono all’imprenditore non soltanto la possibilità di vagliare le diverse ipotesi di miglioramento ma anche di confrontarsi con altre realtà imprenditoriali che hanno affrontato o stanno affrontan-


do un percorso di crescita ed tività di impresa che, per sua lanciata sul breve periodo. Questi evoluzione: citerei ad esempio le natura, è volta a durare nel squilibri limitano la capacità di testimonianze delle imprese che tempo e per fare questo deve investimento, il miglioramento hanno partecipato al percorso di avere necessariamente una visiodella produttività, la resistenza Élite, promosso da Borsa Italiana ne di lungo termine e pertanto alle pressioni competitive. Rafcon significativi partner strategisalvaguardare gli interessi di tutti forzare la struttura finanziaria ci, tra cui Confindustria. soggetti coinvolti, direttamente è quindi spesso una condizione Ma quali caratteristiche sono e indirettamente, nella sua attiessenziale non solo per resistere, indispensabili per l’impresa che vità. Oggi l’impresa è chiamata ma anche semplicemente per vuole intraprendere il processo di a dimostrare la sua capacità di continuare a “esistere”. Per intraquotazione? prendere questo percorso È innanzitutto necessario La quotazione non è l'approdo sono necessari, come abun business plan che veda biamo visto, cambiamenti quanto l'avvio di un percorso la quotazione come uno radicali, nella governance, strumento fondamentale nell’organizzazione e nuovo che l'impresa deve di sostegno alla realizzanella cultura dell’impresa, essere pronta ad affrontare. zione di un percorso di ma è necessario anche La contropartita è la possibilità crescita nel lungo perioun sostegno adeguato di avere una struttura do. Quotarsi comporta da parte del sistema costi notevoli, al momenfinanziario e un sistema di finanziaria più solida e un più to della sua realizzazione regole più proporzionato facile accesso al mercato e per il suo mantenimene flessibile che favorisca dei capitali to. Costi finanziari ma e non scoraggi questa soprattutto organizzativi, evoluzione. Il corpo in quanto ci si espone alla normativo, specie per le valutazione costante del mercaessere “sostenibile”, cioè la capaimprese che intendono accedere to. È richiesta un’attitudine alla cità di sostenere la sua attività al mercato dei capitali, è oggi trasparenza continua del tutto di impresa nel lungo termine, troppo oneroso e non tiene conto diversa da quella delle imprese rendendo trasparente l’impatto adeguatamente delle specificità non quotate. Anche la governanesterno della sua attività e la delle caratteristiche delle imce deve affrontare un ulteriore capacità di governarlo come prese di minori dimensioni, che salto culturale per rispondere componente essenziale della richiederebbero una maggiore agli obblighi normativi e agli sua strategia. Il primo elemento gradualità degli oneri normativi. standard attesi dal mercato e di una strategia sostenibile è la Lo sviluppo del mercato AIM, che raccomandati dall’autodisciplicapacità di individuare e gestire ha visto oltre 100 nuove imprese na. La quotazione non è quindi i rischi, ambientali, sociali nel quotarsi negli ultimi anni, è un l’approdo quanto l’avvio di un rispetto delle regole, ma che esempio positivo di come sia percorso nuovo che l’impresa coinvolgono anche la gestione possibile conciliare un livello deve essere pronta ad affrontare. del proprio business in termini di adeguato di tutela degli investiLa contropartita è la possibilità prodotti, tecnologie, mercati. tori con un quadro normativo di avere una struttura finanziaria Il capitalismo italiano sembra proporzionato. È un’esperienza più solida e un più facile accesso vivere momenti di particolare che va tutelata e semmai estesa al mercato dei capitali. difficoltà. Oggi un’impresa riesce ad altri comparti del mercato, Avere un business sostenibia resistere se… proprio per offrire alle imprese le oltre la necessaria difesa Un elemento di debolezza rilecon una vocazione a “resistere”, ambientale quanto conta per vante delle imprese italiane è la e anzi a crescere, l’opportunità di un’impresa? loro sottocapitalizzazione e una superare quegli squilibri finanziaLa sostenibilità è insita nell’atstruttura dell’indebitamento sbiri che ne limitano lo sviluppo.

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speciale governance e capitali

Ferraioli: «L'azienda è una realtà indipendente dall'imprenditore» Per il presidente de La Doria «l’apertura a capitali di terzi significa supportare i programmi di sviluppo senza far ricorso al debito bancario. Ma aprirsi al capitale di rischio presuppone il superamento della prevalente cultura del debito e della paura, del tutto immotivata, di perdere il controllo» Antonio Ferraioli presidente La Doria

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residente, quanto incide nelle performance positive di una azienda la governance e quali regole concorrono a determinare buone strategie e minori rischi? La governance rappresenta un aspetto fondamentale per il successo di un’azienda perché è l’insieme di regole, principi, comportamenti e processi che disciplinano la gestione e la direzione di una società. É il modello attraverso cui si sviluppano le decisioni aziendali, si identificano le modalità e gli strumenti atti al raggiungimento degli obiettivi e le regole attraverso le quali monitorare processi e gli stessi obiettivi. Un buon sistema di governo societario deve essere essenzialmente orientato a creare valore per gli azionisti e per tutti gli stakeholders, ad assicurare la correttezza e la trasparenza della gestione e l’efficace funzionamento dei sistemi di controlli sui rischi di impresa. Avere un business sostenibile, oltre la necessaria difesa

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di Raffaella Venerando

ambientale, quanto conta per un’impresa? Conta moltissimo se si ha la consapevolezza che il parametro tradizionale del profitto non è più il solo a misurare i risultati, ma che il vero valore di un’impresa si determina anche attraverso il modo di operare e di generare valore condiviso per tutti i portatori di interesse. Impresa e bene comune non devono essere considerati in antitesi e il successo di una realtà imprenditoriale non deve risiedere unicamente nei valori economici, ma anche nella sua capacità di produrre utilità sociale. Bisogna quindi lavorare sull’integrazione sempre più profonda tra la crescita economica e le azioni volte ad uno sviluppo sostenibile e responsabile dell’impresa, poiché tale integrazione rappresenta un modello in grado di creare valore condiviso. L’apertura a capitali “altri” è ancora vista con reticenza dal sistema industriale italiano. Secondo lei invece possono

arrivare contributi positivi da gruppi esterni alla proprietà o addirittura esteri? Quali invece le insidie da cui guardarsi? L’apertura a capitali di terzi significa poter supportare i programmi di sviluppo di un’impresa senza far ricorso al debito bancario, nel rispetto quindi dell’equilibrio finanziario dell'azienda. Ma aprirsi al capitale di rischio presuppone il superamento della prevalente cultura del debito e della paura, del tutto immotivata, di perdere il controllo. É un processo che non può prescindere da una visione che, superando pericolose forme di individualismo, guarda all'impresa come a una realtà "indipendente" dalla figura dell'imprenditore e della proprietà. Aprirsi a capitali di terzi può rappresentare un momento molto importante nella vita di un’impresa nella misura in cui consente di realizzare un’importante crescita dimensionale e di affermarsi in maniera più consolidata sui mercati. D’altra


parte tale apertura può rapprein grado in ogni momento di crescita professionale graduale. sentare un fattore propulsivo distinguere tra il ruolo aziendale Il capitalismo italiano sembra della crescita e del miglioramene quello di azionista. Tale distinvivere momenti di particolare to continuo anche in termini zione deve essere ben chiara sia difficoltà, specie quello familiare. di organizzazione e modello di per favorire la creazione di una Oggi un’impresa riesce a resistegoverno societario. struttura organizzativa e mare se e domani potrà grazie a… Trasferire da una generazione nageriale che possa supportare Al di là di qualche momento di all’altra know-how, conoscenze la futura crescita aziendale, sia difficoltà, il vantaggio riconoe competenze manageriali in per il passaggio generazionale sciuto alle imprese di famiglia in azienda, maturate in anni di che, secondo la mia opinione, tutto il mondo è che in generale esperienza, rappresenta oggi uno dovrebbe avvenire sulla base di funzionano meglio perché hanno dei passaggi critici del siobiettivi di lungo periodo, stema produttivo italiano. ma da un certo momenOltre alla gestione delle to in poi per crescere «Un’impresa potrà resistere nel variabili economico-fie competere bisogna tempo se ha chiari programmi fare affidamento su un nanziarie, quali capacità occorre mettere in campo management autonomo di sviluppo e strategie ben per preservare l’esistenza definite volte al raggiungimento che agisca nell'interesse dell’azienda? della società e gestire degli obiettivi, se riesce a Il passaggio generain maniera efficace la competere sul mercato globale, successione e il paszionale è un momento delicatissimo nella vita saggio generazionale. se persegue una crescita dell’azienda e perché É indispensabile inoltre sostenibile e responsabile» venga gestito con successviluppare un modello so non può prescindere di governo societario da una cultura basata adeguato e regole chiare sul superiore interesse allo criteri meritocratici e di specifici per la guida dell'azienda. Un’imsviluppo dell’azienda che non requisiti in termini di formazione presa potrà resistere nel tempo deve essere legato ai destini e di esperienze lavorative qualise ha, poi, chiari programmi di personali dell’imprenditore e ficate presso altre aziende prima sviluppo e strategie ben definite della sua famiglia. Chi lavora dell’inserimento nell’impresa di volte al raggiungimento degli all’interno di un’azienda, di cui famiglia dove, tra l’altro, sarebbe obiettivi, se riesce a competere è anche azionista, deve sentire opportuno prevedere specifici sul mercato globale, se perseil peso e la responsabilità che percorsi formativi e programmi gue una crescita sostenibile e ciò comporta, ma deve essere di carriera finalizzati ad una responsabile.

La platea presente al convegno "Governance e Capitali", Salerno 3 giugno 2019

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speciale governance e capitali

Enrico Falck: «Evolvere è la parola chiave» Una società che miri alla stabilità sul lungo periodo deve rafforzare continuamente le attività che portano benefici e solidità e, allo stesso tempo, esplorare nuove opportunità per anticipare i cambiamenti del mercato e posizionarsi per tempo Enrico Falck presidente dei Consigli di Amministrazione di Falck S.p.A. e Falck Renewables S.p.A.

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di Raffaella Venerando

l Gruppo Falck non è solo novabile, sin dalle fasi iniziali le due cose non sono scindibili. un’azienda ultracentenaria, dello sviluppo di un impianto, Il cambiamento talvolta è ma un importante punto in modo che questo venga perinevitabile. Per il suo Gruppo è di riferimento nella storia cepito come un valore aggiunto stato così. Quanto incide nelle dell'imprenditoria italiana per l’area nella quale sorgerà. performance positive di una anche per la capacità che Dove è possibile cerchiamo di azienda la governance e quali ebbero i suoi predecessori nel condividere con la comunità loregole concorrono a determicostruire una comunità intorno cale il beneficio che l’impianto nare buone strategie e minori alla fabbrica. È questo uno dei porterà, contribuendo al suo rischi? segreti per resistere nel tempo? benessere: con la sua parteciIl processo di trasformazione Oggi quanto conta per un impazione nella proprietà, oppure attraverso il quale è passato il prenditore avere uno sguardo promuovendo iniziative volte Gruppo è un esempio di come civico? si possa cambiare nel La comunità accompaprofondo la propria atti«Dove è possibile cerchiamo gna da sempre le attività uscendone rafforzavità industriali: si tratta di condividere con la comunità ti e con una prospettiva di un elemento essen- locale il beneficio che l’impianto ambiziosa, lungimirante ziale, indispensabile. e allo stesso tempo porterà, contribuendo al L’impresa nasce e vive calata nel proprio suo benessere: con la sua nel proprio territorio, tempo.Il cambiamento utilizza e valorizza al partecipazione nella proprietà, deve essere condotto massimo le risorse mes- oppure promuovendo iniziative nei minimi dettagli e se a disposizione, in terquesto è possibile solo volte a soddisfare le esigenze mini sia di forza lavoro, grazie ad una accurata degli abitanti dell’area» sia di risorse naturali e, governance, dove ruoli, per resistere nel tempo, responsabilità e prodeve alla fine condividecessi sono ben definiti. re i frutti del proprio operato. a soddisfare le esigenze degli Le strategie e la capacità di Non a caso questo principio valutare i rischi derivano poi abitanti dell’area.La sensibilità ispira la nostra attività di proda una conoscenza approfoncivica deve andare di pari passo duttori di energia da fonte rindita dei nuovi mercati e settori con l’iniziativa imprenditoriale,

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dove l’azienda si affaccerà. Il comunità, ma anche una vera Oltre alla gestione delle vaprocesso decisionale aziendale e propria modalità di gestioriabili economico-finanziarie, deve essere sostenuto da una ne aziendale, che sostenga e quali capacità occorre mettere governance che permetta ai guidi gli organi decisionali a in campo per preservare l’esisoggetti delegati di operare in valutare come le scelte prese stenza dell’azienda? autonomia, assumendosi piena possano essere sostenibili Il dialogo intergenerazionale è responsabilità delle proposte anche nel lungo periodo. un elemento critico per la sosia strategiche sia operative, Nel nostro caso produrre cietà italiana. Solo attraverso e agli organi di controllo di energia da fonte rinnovabiil dialogo avviene lo scambio svolgere le proprie attività in le, lavorare nell’efficienza di informazioni e, soprattutto, modo sostanziale e non gli interlocutori si presolamente formale, parano all’ascolto e alla arrivando ad un’approcomprensione reciprovazione dei piani straca. In un’Italia dove si tegici e industriali dopo è “giovani” fino a 35/40 «La sensibilità civica essere stati coinvolti nel anni ovviamente questo deve andare di pari passo processo e non semplipercorso non funziocemente informati. con l'iniziativa imprenditoriale, na bene. Il mondo del Evolvere è la parola futuro è difficilmente le due cose non sono chiave che accompagna comprensibile dalla gescindibili» una società che mira nerazione oltre i 45/50 alla stabilità sul lungo anni, eppure in Italia nei periodo: è necessario centri decisionali, siano rafforzare continuaessi politici, civili o inmente le attività che dustriali, manca quasi portano benefici e solidità e, energetica e sulla flessibilità completamente quella geneallo stesso tempo, è indispendel mercato elettrico, oltre a razione che sta plasmando il sabile esplorare opportunità dare un contributo chiaro e futuro in un contesto globale e per anticipare i cambiamenti diretto al processo di decarquindi autonomo dai vecchi riti del mercato e posizionarsi per bonizzazione, sono diventati sociali. Quando questo nuovo tempo. elementi di una strategia che mondo sarà predominante, ma Avere un business sostenibimira a mettere il consumatore forse lo è già, il sistema Italia le, oltre la necessaria difesa o il gestore della rete nelle rischierà di essere in ritardo ambientale, quanto conta per condizioni di beneficiare di una rispetto agli altri Paesi con cui un’impresa? reale convenienza economica. dovrà competere. Noi cerchiaLa sostenibilità può essere I nostri indirizzi strategici sono mo di operare implementando intesa sia per i suoi impatti stati adottati pensando sia al un grado di aggiornamento esterni, al fine di preservare le presente, investendo in busempre molto elevato: la cogenerazioni future da effetti siness redditizi, sia al futuro, noscenza di un mercato in indesiderati di condotte poco valutando le potenzialità di forte e costante evoluzione è lungimiranti, sia per quelli increscita del mercato. un elemento chiave per manterni, indirizzando le decisioni Trasferire da una generazione tenere solidità nel tempo. Sono dell’azienda valutando i rischi all’altra know-how, conoscenze quindi necessarie competenze e le implicazioni nel lungo e competenze manageriali in che permettano di comprentermine. In quest’ottica la azienda, maturate in anni di dere le dinamiche attuali e di sostenibilità non è solamente esperienza, rappresenta oggi provare a prevedere nel modo un’attività di comunicaziouno dei passaggi critici del più rigoroso possibile la direne dei propri impatti sulle sistema produttivo italiano. zione che prenderà il settore.

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speciale governance e capitali

L’apertura a capitali interri meno sulla difensiva, pronti in media quasi ogni anno (65 nazionali è ancora vista con ad aprirsi sia al capitale naziogoverni in 76 anni di Repubreticenza dal sistema indunale, sia a quello estero. Senza blica) e ogni governo tende a striale italiano. Secondo lei capitale, infatti, difficilmente fare leggi che modifichino il invece quali contributi positivi c’è crescita e in un contesto lavoro del governo precedenpossono dare gruppi esteri globale il capitale nazionale te. Ciò rende gli investimenti all’industria? Quali invece le non è assolutamente sufficienoltremodo complicati, ostainsidie da cui guardarsi? te. Attrarre capitale estero è colando l’imprenditorialità. Il nostro è un sistema induquindi essenziale, ma allo stesParallelamente il mio auspicio striale che tende alla concenso sarebbero necessarie delle è in una maggior semplificatrazione del controllo zione nell’ottenimento e che propende per la delle autorizzazioni per piccola e media imprefavorire lo sviluppo, sa, quasi più piccola diminuendo il grado «Un’Italia a basso “rischio che media. Il contesto di complessità della competitivo globale burocrazia. Per quanto Paese” avrebbe cittadini richiederebbe invece riguarda il costo del e imprenditori meno sulla grandi dimensioni e lavoro, le statistiche difensiva, pronti ad aprirsi sia apertura del capitale ci dicono che non al capitale nazionale, sia a per crescere. siamo costosi in senso Il tessuto economico assoluto, anche se non quello estero» italiano si è adattato siamo particolarmente attraverso i distretti economici. Costiamo industriali e grazie meno del nord Europa alle proprie capacità in generale, ad ecceimprenditoriali, penso quasi regole che garantiscano che zione del Regno Unito, ma uniche al mondo. il capitale arrivi da Paesi che costiamo poco più dei paesi Ma lo sforzo e le difficoltà hanno il nostro stesso grado di iberici, Spagna e Portogallo, e sono proporzionalmente suapertura e tutela. soprattutto costiamo molto di periori a quelle degli imprenIl suo Gruppo è internazionale. più dei paesi dell’est Europa. ditori che operano nei Paesi Rispetto al resto del mondo Ma il “rischio Paese” in Italia maggiormente industrializzati quanto è diverso fare impresa è molto più alto di un paese e il risultato è che il Paese non in Italia? Secondo lei inoltre del Nord Europa, è simile cresce, in termini reali, ormai molte imprese lasciano il a quello dei paesi iberici e, da oltre 20 anni. In questo nostro Paese perché da noi un per quanto riguarda i paesi contesto “difensivistico” è operaio costa troppo o perché dell’Est Europa, la casistica va comprensibile che i capitali l’Italia tutta non risponde in dal più alto (Repubblica Ceca esteri vengano visiti con maniera positiva a chi investe? e Slovacchia) a quello simile diffidenza. Viceversa il Paese La differenza principale (Polonia) e infine al più basso dovrebbe seriamente lavorare rispetto agli altri Paesi nei (Bulgaria, Albania). In sintesi, per abbassare quello che gli quali operiamo sono la qualità se avessimo il “rischio Paese” operatori economici chiamano della Giustizia e il peso della di una nazione del nord Europa “rischio Paese”, riformando la burocrazia. I nostri problemi saremmo molto competitivi giustizia, la struttura normatirelativi alla Giustizia sono e invece abbiamo un “rischio va, la burocrazia e il ruolo del anche figli di una instabilità Paese” che ci obbliga ad un pubblico nella vita civile. normativa che non ha eguali confronto con paesi che offroUn’Italia a basso “rischio Paenel mondo. Abbiamo la sfortuno salari inferiori, rendendoci se” avrà cittadini e imprenditona di vedere un nuovo governo poco attrattivi.

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Zigon: «La gestione di un’impresa deve essere dinamica» Per Getra la scelta vincente è stata combinare un ottimo livello tecnologico e propensione ai mercati internazionali, lasciando inalterata la centralità italiana delle attività di progettazione e ricerca di Raffaella Venerando Marco Zigon presidente Gruppo Getra

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residente la governance quanto incide nelle performance positive di una azienda e quali regole concorrono a determinare buone strategie e minori rischi? L’andamento positivo di una impresa è sempre frutto di una concomitanza di diversi fattori e la governance è certamente uno degli aspetti fondamentali da curare. Dobbiamo essere consapevoli, però, che l'insieme dei principi, delle regole e delle procedure che riguardano la gestione di una impresa evolve in un processo dinamico, dove è dirimente il progressivo adattamento alla realtà. Per Getra questo ha significato saper combinare un ottimo livello tecnologico e propensione ai mercati internazionali, mantenendo inalterata la scelta della centralità italiana delle sue attività di progettazione e ricerca. La proiezione commerciale verso aree del mondo in rapido sviluppo per noi si accorda con l’esigenza di avere presidi all’e-

stero per gestire la competizione su mercati fortemente concorrenziali. In questo scenario è stato per noi fondamentale disporre di una governance e un management in cui è stata inserita la presenza di competenze esterne e di esperienze internazionali. Trasferire da una generazione all’altra know-how, conoscenze e competenze manageriali in azienda, maturate in anni di esperienza, rappresenta oggi uno dei passaggi critici del sistema produttivo italiano. Oltre alla gestione delle variabili economico-finanziarie, quali capacità occorre mettere in campo per preservare l’esistenza dell’azienda? Ho sempre ritenuto che non si diventa imprenditore per diritto dinastico. Lo si diventa se e quando si dimostra di essere in grado di riconquistare e ricostruire tutto quanto è stato ereditato. Ma per fare ciò bisogna essere consapevoli del principio che concepisce il bene aziendale

come estensione di un patrimonio condiviso, fatto di valori e di visione, imperniato sul capitale umano e sugli sforzi che si compiono insieme. Aggiungo che il tema del passaggio generazionale oggi non riguarda soltanto l’attività interna all’azienda. Non è più sufficiente assicurarsi che la nuova generazione abbia i requisiti per gestire l’organizzazione del sistema impresa. Oggi la realtà industriale è diventata più complessa, poiché l’economia globalizzata ha fatto in modo che su di essa incidano fattori prevalentemente esterni: le caratteristiche dei mercati internazionali, la competizione globale, aspetti finanziari complessi di economie lontane e diverse dalla nostra. Bisogna quindi avere visione e capacità di interpretare i cambiamenti. Avere un business sostenibile, oltre la necessaria difesa ambientale, quanto conta per un’impresa? Conta molto perché la soLuglio | Agosto 2019

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speciale governance e capitali

stenibilità è un concetto non stare nella piccola dimensione, L’Italia è un grande Paese, riducibile alle sfide della tutela si rende indispensabile inserire con infinite risorse culturali, ambientale e della difesa dell’enell’organizzazione aziendale intellettuali, di competenza cosistema. É invece la filosofia management di qualità. Perché industriale, di know how. alla base della transizione ecoè necessario integrare conoMa è stato a lungo, per oltre nomica, che è al tempo stesso scenze, competenze, saperi cinquant’anni, un Paese cultransizione industriale verso per incrementare il contenuto turalmente non vicino e non l’innovazione digitale 4.0, ed tecnologico dei prodotti e amico dell’impresa. energetica. attrezzarsi al difficile cimento Penso che se riusciremo a Siamo dinanzi a un processo della competizione sui mercati riequilibrare i rapporti superandi dematerializzazione do il corto circuito tra dell’economia e solo «Siamo dinanzi a un processo sistema delle imprese favorendo la ricerca e società italiana, di dematerializzazione scientifica e tecnologica getteremo le basi per dell’economia e, solo sarà possibile produrre una fase nuova in cui le risorse necessarie per favorendo la ricerca scientifica l’industria sarà al centro promuovere la crescita del processo di crescita, e tecnologica, sarà possibile e combattere la povereconomica e sociale, produrre le risorse necessarie tà, restando al tempo del nostro Paese. La per promuovere la crescita stesso ambientalmente scelta di delocalizzare sostenibili. gli impianti in cerca di e combattere la povertà, Profitto e utilità sociale benefici relativi al più restando al tempo stesso possono crescere di pari basso costo del lavoro, ambientalmente sostenibili» passo? non ci appartiene. Non solo possono, ma La nostra opzione è devono. L’economia oggi non internazionali. Tutte queste nota: aprire l’azienda ai merha solo il compito di realizzare sono attività ad alta intensità cati globali dell’energia, senza profitto per gli investitori e di capitale. Pertanto l’accesso delocalizzare le produzioni di soddisfare i bisogni di quana fonti di finanziamento di serie. Negli ultimi anni la Getra ti concorrono alle attività mercato, come anche la quotaha continuato a investire sullo d’impresa. Questa sarebbe una zione in Borsa, sono opzioni da sviluppo della propria base concezione riduttiva, poiché la considerare con attenzione. produttiva, sempre rafforzando missione di una impresa oggi è La quotazione in Borsa, in le radici in Campania. Così anche contribuire alla crescita particolare, ha un impatto nel 2008 decidemmo di far culturale e sociale dei territori importante sulle aziende sia sorgere a Pignataro Maggiore il in cui si opera. sotto il profilo manageriale, nostro secondo stabilimento di L’apertura a capitali intersia sotto quello proprietario e produzione dei trasformatori di nazionali è ancora vista con relazionale, ma apre anche a distribuzione. reticenza dal sistema industriainteressanti scenari di crescita. Più di recente, nel 2016, abbiale italiano. Secondo lei invece Il suo Gruppo è internazionale. mo completato un investimenpossono arrivare contributi Rispetto al resto del mondo to di oltre 30 milioni di euro positivi da gruppi esteri all’inquanto è diverso fare impresa per l’upgrade tecnologico e dustria? Quali invece le insidie in Italia? Secondo lei inoltre logistico dei due stabilimenti da cui guardarsi? molte imprese lasciano il di Marcianise e Pignataro, allo La risposta andrebbe formulata nostro Paese perché da noi un scopo di approcciare nuovi caso per caso. In generale si operaio costa troppo o perché mercati con prodotti che può osservare che, a meno di l’Italia tutta non risponde in fossero a più alto contenuto non abbracciare la scelta di remaniera positiva a chi investe? tecnologico e di ricerca.

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primo piano ambiente

Buonomo, Legambiente: «Sulle rinnovabili dobbiamo accelerare» L’incremento delle FER corrisponde quasi sempre a una ottimizzazione del sistema industriale. In tal senso, bisogna ragionare anche di repowering degli impianti esistenti

di Raffaella Venerando Michele Buonomo Legambiente Campania

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egambiente ha di recente presentato il Rapporto Comuni Rinnovabili. Quali le cifre più significative? Nel nostro Paese continuano a crescere le fonti rinnovabili (FER), benché a un ritmo più lento rispetto al recente passato. Il dato saliente è che le rinnovabili crescono soprattutto grazie all'idroelettrico. Decresce, per contro, l'apporto delle nuove fonti energetiche, sintomo che stiamo perdendo efficienza. È necessario, dunque, rilanciare gli sforzi, anche in considerazione degli impegni assunti a Parigi, per contrastare i cambiamenti climatici. Va, poi, sottolineato che l'incremento delle FER corrisponde, quasi sempre, a una modernizzazione e ottimizzazione del sistema industriale. In tale senso bisogna ragionare anche di repowering degli impianti esistenti. Nel 2017 l’Italia ha avuto la quota di energia elettrica da fonti rinnovabili più elevata tra

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i principali Paesi europei, seconda solo al Paese scandinavo. Poi, cosa è successo? In realtà, dopo il 2017, non è successo molto di nuovo, anzi quasi nulla. Il primato di quell'anno deriva dalle politiche di incentivo, che avevano portato all'installazione di 7001000 MW l'anno. In seguito si è deciso di non sostenere un sistema energetico innovativo e sostenibile, favorendo il settore fossile, con sussidi fino a 18,4 miliardi di euro. Inoltre il calo degli ultimi anni non è dovuto solo al taglio degli incentivi, ma anche alle barriere non tecnologiche che spesso i progetti - a torto o a ragione - trovano in molte regioni. E la nostra Campania, quali numeri fa registrare in tema di rinnovabili? Le potenzialità, anche naturali, sembrano esserci… Per quanto riguarda la Campania, negli ultimi 10 anni, si è osservata una crescita pro-

gressiva delle rinnovabili sia in termini di numero di impianti, di potenza installata, sia di energia prodotta. Infatti dal 2008 al 2017 (ultimo anno di cui si hanno dati consolidati) la produzione di energia da FER è aumentata mediamente del 16% per un totale di circa il 242%. La nostra regione è tra quelle con le maggiori potenzialità di crescita, grazie al solare, comparto che nel corso degli anni ha realizzato la crescita migliore, all'ottimizzazione dell'eolico e alla colpevolmente trascurata geotermia. Quali delle storie emblematiche raccontate nel dossier l’ha più entusiasmata? Rischierei di fare torto a qualcuno limitandomi a citare una sola storia esemplare, perché, a dire il vero, tutte quelle raccolte sono degne di menzione, in quanto raccontano di un impegno e di un lavoro spesso pioneristico e per tanto encomiabile. Se proprio dovessi scegliere, sottolineerei le storie


amiche del clima delle piccole comunità, costituite dai borghi e dalle scuole. Dal Rapporto emerge con chiarezza che i prosumer, produttori-consumatori, saranno i protagonisti della definitiva transizione verso un modello energetico sempre più distribuito, nella prospettiva di ridurre consumi e costi energetici e di trovare soluzioni locali efficienti basati sulle energie pulite. La chiave di volta, per Legambiente, è da sempre, l'intensificazione del modello energetico distribuito e la partecipazione delle comunità. Anche di quelle industriali e agricole. In sintesi una democratizzazione del sistema. Anche in provincia di Salerno, potremmo citare casi emblematici in tal senso. La quadratura del cerchio è dove da responsabilità diffusa, ottimizzazione energetica, riduzione

degli sprechi e, soprattutto, delle emissioni climalteranti. È vera l’equazione benessere e salute dei sistemi naturali uguale a benessere e salute dei sistemi sociali. Natura e cultura fanno oggi registrare segnali di degrado…inesorabile secondo lei? Come si corre ai ripari? Direi che ormai, e fortunatamente, tale equazione è stata fatta propria, almeno concettualmente, da miliardi di persone, anche se solo ancora

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COMUNE

Fotovoltaico Eolico kW kW

NA AV SA SA SA CE BN

Caivano Casalbore Cicerale Giffoni Valle Piana Oliveto Citra Piana di Monte Verna San Marco dei Cavoti

7.334,5 146,21 508,65 1.014,4 1.795,7 9.255,2 862,89

una piccola parte della popolazione mondiale può e riesce a metterla in pratica. Il benessere degli umani e di tutti gli esseri viventi dipende dalla qualità dei contesti naturali e artificiali (città): affermarlo è quasi banale, anche se, temo, non ancora inutile. Dobbiamo fare nostra, a livello di governi e di cittadini, la consapevolezza che la capacità di incidere dell'uomo sui sistemi naturali non è mai stata così forte e pervasiva. E pericolosa. Lo dimostrano tre vicende esemplari: la perdita della biodiversità naturale, mai così accelerata come negli ultimissimi anni; la presenza di plastiche, soprattutto nei mari e l'accelerazione dei cambiamenti climatici. Tuttavia la possibilità di invertire la rotta è possibile e dipende da noi. Ma bisogna fare presto.

Mini Geotermia Biogas Biom. Bioliquidi Idro kW kW kW solide kW kW 998

964

18

998 988

2.140 900 3,54

3.551,2

540 894 27.071

AV Sant'Angelo dei Lombardi

1.297

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AV Savignano Irpino CE Vitulazio

145,2 8.743,7

77.900

646

5.800 5.000 1.000

1.027 100

1.200

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primo piano ambiente

«Sull’ambiente non si sta facendo abbastanza»

Per il fondatore di Greenopoli occorre creare consapevolezza, diffonderla e spingere all’azione

di Raffaella Venerando

Giovanni De Feo fondatore Greenopoli Università degli Studi di Salerno

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rofessore, nel suo fare educazione ambientale, lei parte innanzitutto dall’uso corretto dei termini. La seguo e, pertanto, le chiedo: sostenibilità ambientale cosa vuol dire? La prima cosa che viene in mente quando si pensa alla parola “sostenibilità” è la propensione di un oggetto a essere sostenuto e, quindi, sostenibile per un certo tempo. Quando trasportiamo qualcosa, inizialmente quel peso ci sembra lieve. Col tempo, però, quello stesso oggetto diventa sempre più pesante e la nostra capacità di portarlo diminuisce, fino ad arrivare al punto di doverlo mollare. Il peso da trasportare deve essere compatibile con le nostre forze e con il tempo necessario per portarlo a destinazione. Per estensione, quindi, la sostenibilità ambientale può essere intesa come la capacità dell’ambiente di sopportare gli effetti delle pressioni esercitate dalle attività antropiche per un determinato periodo di tempo.

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Cambiare il linguaggio modifica la realtà? Cambiare linguaggio può contribuire in maniera significativa a modificare (in meglio) la realtà. Oggi, tuttavia, anche gli addetti ai lavori usano termini inappropriati come “buttare” con riferimento alla raccolta differenziata. “Buttare” significa letteralmente “lanciare con forza”. A me non pare che quando “raccogliamo” un materiale da avviare a riciclo noi lo “scagliamo”, ma lo “raccogliamo”. Né buttiamo il sacchetto dell’umido nel bidone condominiale: lo “conferiamo”. Ai bambini insegno tutto questo a suon di rap: “Buttare, gettare, li voglio cancellare, rimettiamoci a pensare: è tempo di cambiare!” Dare un giusto nome alle cose significa descrivere un processo culturale e intellettuale di primaria importanza. In tema ambiente a che punto è la nostra collettività globale e, più nello specifico, quella del nostro Paese? L’aggettivo “globale” richiama alla mente il “global warming”,

cioè gli effetti del cambiamento climatico dovuti alla innaturale crescita della concentrazione dei gas ad effetto serra in atmosfera. La situazione è preoccupante. Non si sta facendo abbastanza sia a livello globale, sia a livello nazionale. Occorre creare consapevolezza e spingere all’azione. Tutto ciò che non è riciclabile è un errore di progettazione e, come tale, va ripensato perché il “prodotto” diventi in futuro completamente biodegradabile. È d’accordo? La strada è questa? “Biodegradabile” non significa “più sostenibile”. Occorre valutare gli impatti ambientali di un prodotto lungo il suo intero ciclo di vita, attraverso le fasi di ideazione, estrazione e lavorazione delle materie prime, produzione, imballaggio, trasporto, uso e fine vita (riuso, riciclo, smaltimento). La strada è realizzare prodotti che abbiano cicli di vita sempre più leggeri. Non è detto che un prodotto biodegradabile abbia un ciclo di vita più leggero di un omologo non biodegradabile. I


prodotti devono essere ideati in Convinca i cittadini y ad accettavalidità del sito ad ospitare modo che siano facilmente disasre l’impianto x nel loro comune. l’impianto di trattamento. Se lo semblabili in materiali omogenei I cittadini y non vanno convinti studio dà esito positivo si procede da avviare al relativo processo di ad accettare l’impianto x nel loro con la costruzione dell’impianto, riuso o recupero. comune, ma resi pienamente altrimenti si passa alla valutaIn controtendenza con le mode consapevoli e partecipi di un prozione di dettaglio del secondo del momento, lei rimarca l’utilità cesso di localizzazione chiaro e sito in graduatoria, e così via. della plastica e l’ipocrisia del trasparente. Il punto di partenza Oggi, purtroppo, si procede proclama “zero impianti”. Anche è chiarire quale sia il territorio sul con la tecnica dell’“annuncia e certe posizioni sono quindi figlie quale fare la scelta localizzativa. difendi” che ha dimostrato la sua del green washing? Spiegare per bene e con i tempi inefficacia in tutto il mondo. I In questo momento abbiamo una giusti i motivi che richiedono cittadini vogliono capire “perché” percezione “alterata” della realtà la presenza dell’impianto e poi l’impianto vada realizzato proprio e molti pensano che qualnel loro comune. siasi cosa vada a finire in L’utopia serve a cammina«Non potremo mai fare a meno re. La sua qual è? mare. I materiali separati in casa e avviati al riciclo La mia utopia si chiama degli impianti di trattamento vanno agli impianti di ed è proprio la loro assenza dal Greenopoli, un’idea del selezione e poi al riciclo 2006 che ha preso le territorio l’origine di tanti impatti forme di un sito internet o al recupero energetico. Occorre sempre ragionare (www.greenopoli.it), ambientali e di tariffe salate. in termini di ciclo di vita. una pagina facebook, La Campania nel 2017 ha Un oggetto in plastica un metodo didattico, un inviato fuori regione 580mila monouso ha un ciclo di progetto educativo e un tonnellate di umido» vita breve, perché esaulibro: “Il Metodo Greenorisce la sua utilità con un poli”. Da dicembre 2014 singolo utilizzo. Pensiaa oggi, Greenopoli mi ha mo, invece, ad un’automobile individuare tutte le possibili portato in più di 300 scuole dove che consuma, inquina ed emette alternative localizzative. Le alterho potuto dialogare con più di CO2 in modo proporzionale al suo native vanno confrontate grazie 50mila bambini, i veri attori del peso. Che cosa consente all’auto a opportuni criteri localizzativi cambiamento. di pesare e inquinare sempre e ordinati in ordine decrescente Chi fa più fatica a guardare meno? La plastica! rispetto alla loro propensione ad avanti? Non potremo mai fare a meno ospitare l’impianto x. A questo Senz’altro gli adulti, che stentano degli impianti di trattamento punto si conduce un dettagliato a guardare avanti e a credere nel ed è proprio la loro assenza dal studio per verificare l’effettiva cambiamento. territorio l’origine di tanti impatti ambientali e di tariffe salate. La Campania nel 2017 ha inviato fuori regione 580mila tonnellate di umido. La principale destinazione è stata Padova: un assurdo spreco di danaro (ben oltre 200 Euro a tonnellata a fronte di 80-90 Euro dove ci sono gli impianti) e un’altrettanta assurda produzione di impatti ambientali dovuti al trasporto.

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focus

Il settore dell’Automotive viaggia via mare Nel nostro Paese la modalità di trasporto Ro-Ro è rilevante: nel 2018 ha raggiunto la quota di 109 milioni di tonnellate, il 22% del totale, ed è fortemente in crescita. Dall’analisi dei volumi movimentati dai porti europei, è emerso che i principali scali specializzati in questo tipo di traffico si trovano nel Nord Europa; solo 4 si affacciano sul Mediterraneo e tra questi, Livorno, il principale porto italiano che occupa la 10° posizione in Europa

di Alessandro Panaro responsabile Maritime & Energy, SRM www.srm-maritimeconomy.com

L’

ultimo Rapporto Annuale 2019 sui Trasporti Marittimi e la Logistica presentato da SRM a Napoli il 4 luglio scorso contiene un approfondimento sui trasporti marittimi focalizzato sul settore dell’Automotive e sulle navi specializzate in questa tipologia di trasporto, le cosiddette Car-Carrier. Da premettere che l’industria mondiale delle costruzioni automobilistiche si sta espandendo con previsioni di crescita nel medio periodo, ad un tasso medio annuo compreso tra il 2,9% e il 3,4%, considerando il quinquennio 2018-2022. Tale sviluppo dell’industria automotive ha un rilievo significativo nell’interscambio commerciale (export-import) e in particolare mostra riverberi logistici sul trasporto marittimo. Nel mondo, difatti, i veicoli finiti, venduti nel 2018, sono stati pari ad oltre 96 milioni con una lieve contrazione (-0,5%) sul 2017 quando hanno raggiunto i 96,8

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milioni di unità tra vendite domestiche e veicoli esportati. Nel complesso i veicoli esportati sono stati pari a 31,2 milioni. A livello globale, la via marittima è la modalità di trasporto prevalentemente utilizzata in export; difatti, la quota del trasporto «via mare» dei veicoli finiti (23,5 milioni di unità +3,7% sull’anno precedente) è pari al 75%. Un numero davvero significativo. Se si considera l’export via

mare sul totale prodotto la sua quota sul totale scende al 24,3% in quanto al denominatore il volume complessivo tiene conto anche delle vendite “domestiche” realizzate negli stessi paesi di produzione. Solo una parte marginale dei traffici marittimi di questi è trasferita nei container mentre oltre il 96% viaggia su navi dedicate Pure Car Carrier (PCC) and Pure Car and Truck Carrier (PCTC) pari a circa 22,5 milioni di unità. I volumi

Trasporto marittimo di veicoli. 2007-2017

Fonte: Drewry Maritime Research, 2018


spostati da queste navi sono aumentati ad un tasso medio annuo dell’1,3% nel periodo 2007-2017. Nel 2017 il trasporto marittimo è cresciuto del 3,7%, un tasso più elevato della crescita delle vendite globali di veicoli che è stata del 3,1%. Una delle ragioni sottostante la crescita di questa modalità di trasporto delle auto da non sottovalutare è che essa, anche verso porti d’oltre oceano, non incide in modo importante sui costi del prodotto (mediamente tra l’1 e il 3% del prezzo dell’auto, in base anche alla capacità della nave). Lo sviluppo del trasporto marittimo dei veicoli finiti segue l’andamento del mercato e dunque quello economico. La crescita degli scambi continua a essere sostenuta dalle forti vendite nei mercati maturi, ma negli ultimi anni sono stati quelli emergenti a mostrare un maggiore slancio nella domanda. Questi ultimi hanno capacità inutilizzate, che gli consentono di accelerare la produzione interna rapidamente, cosa che nel breve termine compromette la crescita degli scambi. Nel lungo termine, però, si prevede che il commercio di veicoli continuerà ad aumentare, ma il cambiamento rispetto al passato consta nella riduzione delle distanze di spedizione effetto delle nuove localizzazioni produttive. Le previsioni positive relative alla crescita del commercio di veicoli si basano sulla considerazione che, con l'aumento del potere d'acquisto nei mercati emergenti, i consumatori si aspettano anche più scelta. Tuttavia, non tutti i mercati sono

abbastanza grandi per ospitare ciascun Original Equipment Manufacturer (OEM) per creare una produzione locale e ogni impianto produce solo un numero limitato di modelli. Ciò implica che le importazioni continueranno a crescere anche nei mercati emergenti e quindi le regioni più grandi, che ospitano una grande produzione domestica, possono allo stesso tempo avere ruolo di grandi esportatori e grandi importatori. Le previsioni al 2022 confermano una crescita media complessiva del commercio marittimo di veicoli pari al 2,5% medio annuo, guidata da una ripresa dei volumi dall’Asia verso l’Europa (+2,7% medio annuo), ma soprattutto dalla crescita del commercio Intra -Asia (+4,2% medio annuo pari a 1,9 milioni di auto aggiuntivi). L’analisi del Rapporto passa poi ad approfondire la movimentazione di questa tipologia di merci nel nostro Paese in cui la modalità di trasporto Ro-Ro è rilevante: nel 2018 ha raggiunto la quota di 109 milioni di tonnellate, il 22% del totale, ed è fortemente in

crescita. Negli ultimi 3 anni essa ha registrato un +11%. L’Italia è il terzo paese dell’UE 28, dopo il Regno Unito e l’Olanda, per la movimentazione di carico rotabile in Short Sea Shipping, il trasporto di auto nuove sulle Car Carrier rientra in questa categoria. Dall’analisi dei volumi movimentati dai porti europei, è emerso che i principali scali specializzati in questo tipo di traffico si trovano nel Nord Europa; solo 4 si affacciano sul Mediterraneo e tra questi, Livorno, il principale porto italiano che occupa la 10° posizione in Europa ma anche Salerno, Civitavecchia, Savona e Gioia Tauro giocano un ruolo da protagonista. Il grafico che segue mostra l’andamento dei Top 5 porti italiani per il trasporto di auto nuove, evidenziando un andamento altalenante per tutti, ad eccezione di Livorno che mostra un trend crescente lungo tutto il periodo analizzato, nonché una movimentazione di auto nuove ben superiore agli altri porti. L’intero Rapporto è scaricabile su www.srm-maritimeconomy.com.

Movimentazione di auto nuove nei Top 5 porti italiani. 2013-2018

Fonte: SRM su Autorità Portuali

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Confindustria Salerno, 100 anni a vele spiegate Tante iniziative per celebrare il Centenario dell'Associazione di Raffaella Venerando

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rande adesione alla Salerno in Vela, la veleggiata celebrativa del Centenario di Confindustria Salerno (1919-2019), che il 7 luglio scorso ha regalato un autentico spettacolo nello specchio acqueo antistante il litorale salernitano compreso tra il Marina d’Arechi Port Village e il Porto turistico Masuccio Salernitano.Una giornata di sole e di vento perfetto ha fatto sì che più di settanta equipaggi misti - armatori, appassionati di vela, velisti professionisti e imprenditori soci di Confindustria Salerno - si sfidassero in una gara in cui più di tutto è contato partecipare, ma farlo con spirito vincente. A tagliare la linea di arrivo, infatti, è stato soprattutto l’entusiasmo, la voglia di divertirsi, di fare comunità, portando al largo scorte di passione e amicizia, anche se formalmente sono state premiate le prime tre imbarcazioni di ciascuno dei quattro raggruppamenti in gara. A fianco

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dell’Associazione degli Industriali della provincia di Salerno - indispensabili per l’organizzazione e la divulgazione dell’evento - tutti i circoli velici salernitani che, riuniti sotto la comune bandiera del Centenario di Confindustria Salerno, hanno accettato fin dalla prima ora l’idea di Pasquale Gaito - vicepresidente di Confindustria Salerno - di dare vita a un’iniziativa unica che fosse sintesi di cooperazione, bellezza e prospettiva. Lo spet-


tacolo è poi proseguito a terra. Anzi, era già cominciato la sera precedente al Marina d’Arechi Port Village, e con l'aperitivo di benvenuto agli armatori e la presentazione ufficiale della manifestazione. Domenica sera, invece, presso il Circolo Canottieri Irno, si è svolto il crew party e a seguire la premiazione finale, con l’estrazione a sorte - tra tutti i partecipanti - di diversi premi messi in palio dagli sponsor che hanno creduto e supportato questa iniziativa.

Le altre iniziative in calendario: Logo del Centenario e immagine coordinata | Il logo del Centenario e l’immagine coordinata di Confindustria Salerno, declinata su diversi supporti caratterizzanti la comunicazione esterna dell’Associazione per tutto il 2019, CONFINDUSTRIA SALERNO 1919 | 2019 sono stati ideati e realizzati da FG Industria Grafica. Pubblicazioni | È in corso di pubblicazione un catalogo fotografico dedicato alle imprese storiche della provincia di Salerno, per raccontare attraverso testi e immagini esclusive lo sviluppo di un intero territorio. L’iniziativa editoriale sarà realizzata grazie ad Areablu Edizioni in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche dell’Università degli Studi di Salerno. La pubblicazione rappresenterà per Confindustria Salerno uno strumento per diffondere la conoscenza della storia economica della provincia e promuovere l’immagine di un’industria operosa e attiva. Maglia del Centenario | Il 16 Maggio 2019 nel corso del workshop “L’azienda scende in campo - le dinamiche sportive applicate alle aziende”, organizzato in collaborazione con AICAS - Associazione Italiana Commercialisti Azienda Sport, è stata presentata la Maglia celebrativa del Luglio | Agosto 2019

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Centenario di Confindustria Salerno che sarà indossata dalle Società Sportive del territorio in una delle competizioni agonistiche del 2019. L’incontro è stata anche occasione per affrontare i temi del rapporto tra i valori dell’organizzazione aziendale e quelli delle Società sportive e per offrire spunti di miglioramento a tutto il sistema delle aziende sportive. Innovation Road Lab | Progetto promosso da Federmanager Salerno e Confindustria Salerno, con il supporto di 4.Manager e in partnership con le territoriali Federmanager e Confindustria di Campania, Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia. Quella del 24 maggio scorso è stata la prima di 5 tappe che fino a metà giugno hanno coinvolto rappresentanti istituzionali, imprenditori e manager qualificati per ripensare l’innovazione come unica e chiara strategia vincente in un mercato, come quello attuale, fortemente competitivo. #PerfectlyMatching | L’iniziativa, tenutasi lo scorso 14 giugno e organizzata in partnership con il DIIn dell’Università degli Studi di Salerno, si è rivelata un costruttivo momento di incontro fra il mondo del dottorato di ricerca universitaria e quello imprenditoriale, in cui assoluti protagonisti sono stati 15 progetti di ricerca ad alto impatto innovativo. L’evento è stato ideato per innescare possibili, buone collaborazioni tra PhD e Industrie per offrire, ai giovani, in un prossimo futuro la possibilità reale di entrare in azienda e, per le aziende, grazie all’assunzione di risorse altamente specializzate, di innovare e divenire più competitive. Opera “Cento Anni di Confindustria Salerno: il futuro nel segno dell’impresa” | Il Liceo Artistico “Sabatini-Menna” di Salerno ha ideato e prodotto in occasione del Centenario di Confindustria Salerno una serie di quadri su tela, interpretando in maniera creativa i concetti di “impresa”, “Salerno”, “storia”, “futuro”, “identità”. L’opera è stata realizzata da 5 studentesse della classe III B, sezione arti figurative, coordinate dalle professoresse Ida Mainenti ed Enza Maresca. Prima dell’inizio dell’Assemblea privata, lo scorso 20 giugno, presso i locali dell’Associazione degli industriali, le opere sono state svelate

al pubblico, alla presenza del presidente di Confindustria Salerno Andrea Prete e del dirigente dell’Istituto Ester Andreola. Alla dirigente, alle docenti e alle studentesse che hanno curato il progetto sono state consegnate targhe e attestati di merito come premio per l’impegno, la passione e il talento mostrati. MUSIC ART FOOD 2019 | Quest’anno il ricavato dell’evento di beneficenza dei Giovani Imprenditori presieduti da Pasquale Sessa, tenutosi 21 giugno presso il Complesso Monumentale San Giovanni di Cava de’ Tirreni, sarà devoluto in favore della Fondazione Comunità Salernitana per progetti finalizzati all’inserimento nel mercato del lavoro di persone con disabilità. 26


Vi Racconto la mia musica | Confindustria Salerno, in collaborazione con l’Associazione Tempi Moderni e AIS-Associazione Italiana Sommelier, ha organizzato per il 18 luglio alla Tenuta dei Normanni - l’evento “Vi racconto la mia Musica”. Sei imprenditori hanno raccontato passioni, aneddoti e ricordi attraverso 3 brani musicali da loro selezionati, guidati da Andrea Volpe, ideatore e direttore artistico del Premio Fabula e voce di RTL, Carlo Pecoraro, giornalista e critico musicale e da Mario Maysse, esperto di musica. Dopo il talk, il palco è stato tutto per un band speciale - formatasi per l’occasione che ha coinvolto il pubblico con una scaletta di cover. La serata - realizzata con il contributo di Fontel - si è aperta con un aperitivo di benvenuto, curato per la selezione dei vini dall’AIS e per la degustazione di prodotti tipici da alcune aziende del GAL - Terra è Vita. Masteclass del presidente Andrea Prete al Giffoni Film Festival, il 20 luglio in occasione della settimana del Cinema per Ragazzi. Destinazione Campania | Serie di iniziative da settembre a dicembre 2019 che si svolgeranno presso Spazio Campania a Milano per la promozione dell’interno sistema produttivo territoriale. Annullo filatelico del Centenario realizzato da Poste Italiane in collaborazione con MAF Cartolinea (Novembre 2019). Premio Best Practices per l’Innovazione di Confindustria Salerno (5-6 dicembre 2019) | Prevista quest'anno una sezione aggiuntiva dedicata all’economia del mare, rivolta a startup e attivata nell’ambito della partecipazione di Confindustria Salerno all’iniziativa comunitaria URBACT_BLUACT. Si rafforza, inoltre, il format dell’hackathon per trovare soluzioni originali a sfide lanciate da aziende. Previsti, inoltre, non solo l'Assemblea Pubblica di Confindustria Salerno ma anche un evento sul tema lavoro in collaborazione con i sindacati. Sponsor del Centenario | AREA BLU EDIZIONI, BANCA SELLA, FG INDUSTRIA GRAFICA, FONTEL, GRAFICA METELLIANA, MECAR, TURKISH AIRLINES, UMANA.

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Music Art Food 2019: l'estate che sa di buono Il ricavato della serata di beneficenza sarà devoluto alla Fondazione Comunità Salernitana per l'inserimento nel mercato del lavoro di persone con disabilità di Raffaella Venerando

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impresa è comunità e, quando è capace di realizzare concreta partecipazione, gli effetti non possono che essere straordinari. Potrebbe essere questa la giusta sintesi per raccontare il tradizionale appuntamento con la beneficenza dei Giovani Imprenditori di Confindustria Salerno, quest'anno organizzato in collaborazione con i GI di Ance Aies Salerno. Il ricavato, infatti, dell’evento Music Art Food 2019 finanzierà, attraverso la Fondazione Comunità Salernitana, progetti finalizzati all’inserimento nel mercato del lavoro di persone con disabilità.L’evento svoltosi lo scorso venerdì 21 giugno al Complesso monumentale di San Giovanni a Cava de’ Tirreni, oltre allo scopo benefico, è stato occasione per promuovere e valorizzare il patrimonio artistico del nostro territorio e le eccellenze locali in ambito enogastronomico. Tanti gli chef che anche quest’anno hanno proposto ricette autentiche made in Campania, tra cui Antonio Petrone di Pensando a te; Pasquale Palladino, Deposit0; Pasquale Vitale di Pascalò; Giuseppe Guastafierro di Villa Scapolatiello; Marco Mattia di Silarus/Albergo Diffuso Quaglietta; Antonio Peluso, La locanda del baccalà; Anna Clara Capacchione, Vasilico’; Gioacchino Attianese, Casa Rispoli; Massimiliano Citro, di Casamare; Simone Rispoli di Braceria Rispoli e, infine, Gabriele Martinelli del Crub.Deliziosi i dolci di Raffaele Caldarelli e Pasticceria Gemma e pregiati i vini del Consorzio Vita Salernum Vites, Santacosta, Tenuta San Tommaso e Con(senso) wine.

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Intrastock, una solida matrice di business Arriva anche in provincia di Salerno la startup innovativa nata per realizzare una piattaforma per la raccolta e l’analisi dei Big Data in ambito industrial-manufatturiero, indirizzato alle PMI italiane ed estere a cura della redazione

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l mondo della “Platform Economy” è indiscutibilmente il mercato emergente. L’esempio delle FAANGtastic Five (Facebook- Amazon - Apple - Netflix - Google; tutte sopra i 500 Mld di capitalizzazione) attira neo startupper come mosche al miele. In uno scenario affollato come la Versilia ad agosto, individuare delle iniziative serie, e soprattutto con una matrice di business ponderata e basata su fondamentali industriali, non è semplice. Elementi indispensabili come la capacità di analizzare i mercati, la proattività, l’assunzione del rischio, sono spesso scambiati per gli unici asset imprenditoriali necessari per lanciare nuovi business. In realtà a questi se ne devono aggiungere altri che servono da stabilizzatori per ottenere performance reali e soprattutto durature. È questo che ha convinto Marco Cesare Canella (in foto), imprenditore milanese di lungo corso, a rilevare nel 2018 Intrastock, una startup innovativa attiva nel campo delle tecnologie digitali con sedi a Milano, Firenze e ora anche vicino a Salerno, nata per operare nel campo dei Big Data industriali con un progetto ambizioso in pancia: realizzare una piattaforma per la raccolta e l’analisi dei Big Data in ambito industrial-manufatturiero, indirizzato alle PMI italiane ed estere. Intrastock è al secondo anno di crescita e opera in un ambiente altamente competitivo e caratterizzato da possibilità di sviluppo ad alto incremento. Grazie al travaso in Società dell’esperienza di Canella, maturata in oltre 30 anni di attività nel mondo del marketing industriale, il progetto Mech Platform, che nel frattempo si è aggiudicato un importante contributo dalla Regione Campania, ha stabilito la propria sede di sviluppo ad Angri. La scelta di Canella è stata motivata da diversi fattori: «Il composto industriale campano è ricco di eccellenze; non è stata solo l’attrattività dei capitali a farci scegliere come playground principale di sviluppo la zona del Salernitano, ma anche quella rete di offerta di qualità, a partire dalla Università, per arrivare con il tessuto delle Piccole Imprese agili e svelte. Grazie alle partnership strette nel territorio, il nostro progetto si è ampliato con dei booster importanti e che apporteranno un vantaggio competitivo nel mercato delle ICT». Canella, che oltre ad altre cariche associative, è membro del Direttivo della Piccola Industria in Assolombarda, aggiunge: «In questo contesto si Intrastock inserisce la decisione di associarci a Confindustria Salerno, dove abbiamo trovato la Ufficio Sviluppo stessa proattività degli amici di Assolombarda e un ambiente particolarmente ricettivo Via G. da Procida, 42 all’innovazione».Il prossimo step di Intrastock è l’ampliamento della sede di Angri, 84012 | Angri (Sa) voluto anche grazie alle partnership in corso con player dell’imprenditoria locale. http://intrastock.it Luglio | Agosto 2019

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MT Plex, la trasparenza delle idee A Salerno, la giovanissima azienda di Gianni e Lorena Mingarelli, trasforma, plasma e taglia il plexiglass per tantissimi settori diversi: dal design/arredamento per interni alle coperture e pensiline impiegate in edilizia, dalla nautica a complementi di arredo specifici per gelaterie e pasticcerie. Un solo materiale per mille diversi utilizzi a cura della redazione

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n tetto sospeso nel vuoto, tutto in plexiglass. È quello dello stadio olimpico di Monaco di Baviera, famoso nel mondo per le sue volute architettoniche chiarissime e innovative. La costruzione risale al 1972 e simboleggia il primo, straordinario, uso in campo edilizio del polimetilmetacrilato (altro nome del plexiglass), preferito ad altri materiali perché leggero e straordinariamente trasparente. Da allora il plexiglass è impiegato ovunque e per i più disparati scopi. A Salerno, la MT Plex - azienda giovanissima ma con alle spalle una solida tradizione familiare nel campo della lavorazione delle materie plastiche - lo trasforma, plasma e taglia per tantissimi settori diversi. L’azienda fornisce consulenza e/o progettazione per oggetti di uso comune, per supporti di comunicazione (espositori, insegne, totem), in tema di design/arredamento per interni (sedie, tavoli, piani, mensole e molto altro ancora), per coperture e pensiline impiegate in edilizia e, ancora, per la nautica (parabrezza, oblò, sedute e porte per le cabine) fino ad arrivare a complementi di arredo specifici per gelaterie e pasticcerie. Ideare e creare per realizzare progetti in piccola e larga scala. Che lo si voglia trasparente o colorato, la MT Plex lavora il plexiglass dando vita a un’ampia gamma di prodotti moderni e versatili, alcuni dei quali addirittura brevettati, come le soluzioni salvaspazio progettate per il comparto della nautica. La fase della progettazione è quella più importante dei processi produttivi, nel corso della quale qualsivoglia idea, grazie anche alla consulenza di validi architetti, l’azienda salernitana - guidata dai fratelli Gianni e Lorena Mingarelli (in foto) - la rende realtà, adoperando sempre materiale certificato di elevata qualità. MT Plex Nei progetti per il futuro, in testa per Gianni e Lorena c’è la voglia di aprirsi all’este- Via Zanzella della Porta, 8 ro per provarsi in una nuova avventura, accrescere relazioni ed entrare in contatto 84131 Salerno SA con idee e influenze diverse, convinti che non ci siano limiti per la loro originale +39 089.301248 artigianalità tutta made in Italy. www.mtplex.it

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inCoerenze, 20 anni da #contenitorididee nel mondo della comunicazione La formazione continua fa del team di progetto uno staff d’avanguardia per la pianificazione e la progettazione di interventi complessi a cura della redazione

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Coerenze - agenzia di comunicazione integrata ed eventi opera dal 1999 in tutta Italia in progetti di marketing, brand identity, editoria e storytelling per aziende, enti pubblici e associazioni. Consulenza e servizi innovativi per strategie vincenti, a partire dalla scelta dei contenuti della comunicazione e dei veicoli per raggiungere il target senza disperdere risorse, ma seminando costantemente nella ricerca. La formazione continua e la spiccata attenzione per le nuove forme di comunicazione fanno del team di progetto uno staff d’avanguardia per la pianificazione e la progettazione di interventi complessi. I SERVIZI: STRATEGY >> Analisi aziendale, pianificazione e sviluppo di strategie di marketing communication, con grande attenzione per le relazioni pubbliche, sono alla base di ogni progetto nel costruire e gestire brand dalla forte identità, riconoscibili e distintivi. EVENTS >> Pianificazione, organizzazione e coordinamento della partecipazione e gestione di ogni tipo di evento: dal concept al management, dalle risorse umane agli allestimenti, tutto è studiato nei dettagli per raccontare un’impresa, un progetto, un territorio. IDENTITY >> Il racconto si trasforma in un messaggio creativo che possa rafforzarne l’identità: soluzioni tradizionali e interattive, web e mobile, per unire la semplicità d’uso alla funzionalità. MEDIA PLAN >> Gestione del budget per massimizzare l’investimento e raggiungere tutti i destinatari del messaggio. Pianificazione e definizione di strategie Adv che consentano lo sviluppo integrato e sinergico dei mezzi sia sui canali above the line che below the line, con un occhio attento alla digital strategy. PUBLISHING >> Ideazione, progettazione grafica, content creation, editing e stampa di prodotti editoriali e materiale promo informativo dal visual accattivante ed emozionale. COACHING >> Percorsi di formazione per accrescere le competenze aziendali, rafforzando l’orientamento agli obiettivi con mirate metodologie di lavoro, sia presso la nostra struttura che on site, con moduli di tipo direzionale o rivolti al personale. Grazie al lavoro sinergico e alle qualificate competenze dell’intero team, inCoerenze ha ottenuto negli anni numerosi riconoscimenti, tra i quali la recente menzione speciale all’InspiringPr Award FERPI per il progetto di valorizzazione della rete dei Siti UNESCO del Sud Italia e il Premio Women Value Company di Intesa Sanpaolo per la Fondazione Marisa Bellisario alle PMI che si distinguono per le concrete e InCoerenze innovative strategie e politiche di inclusione, partecipazione, promozione e conciliazione per Via Tenente Farina, 36 potenziare il contributo femminile in Azienda. inCoerenze è certificata Lloyd Register Quality Pellezzano (Sa) Assurance ISO 9001:2008 e associata a FERPI Federazione Relazioni Pubbliche Italiane e ASSO- +39 089 234543 | 224429 PROM Associazione Italiana Produttori e Distributori Articoli Pubblicitari e promozionali. www.incoerenze.it Luglio | Agosto 2019

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Fondazione Saccone, una nuova freccia all’arco della cultura e dell’innovazione Inaugurata il 22 giugno scorso, l’infrastruttura è stata immaginata per collegare numerosi saperi e competenze presenti in Campania e creare reale valore in termini economici e sociali a cura della redazione

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stata inaugurata il 22 giugno scorso a Montecorvino Pugliano la Fondazione Saccone, fondazione di partecipazione che si pone l’obiettivo di contribuire allo sviluppo socioeconomico del territorio, attraverso attività di studio e ricerca, la promozione di iniziative culturali di grande rilevanza e la valorizzazione del capitale umano. La Fondazione Saccone nasce dalla volontà di Barbara e Giovanna Saccone, imprenditrici di seconda generazione del settore edile e immobiliare, di omaggiare la memoria del papà Alfonso, che ha sempre creduto nelle potenzialità socioeconomiche della Campania, in particolare della provincia di Salerno. Un’idea che si è concretizzata grazie al contributo e all’impegno di Giorgio Scala e Pierfilippo Zanette, rispettivamente presidente e direttore generale della Fondazione Saccone. La Fondazione Saccone si propone di sviluppare sul territorio azioni finalizzate alla diffusione dell’innovazione e del trasferimento tecnologico in vari settori, tra cui turismo, agricoltura, sanità ed energia, svolgendo un ruolo di interfaccia tra istituzioni nazionali e locali e chi fa trasferimento tecnologico, applicazione industriale e ricerca, così da creare, attraverso la crescita delle imprese, reale valore in termini economici, occupazionali e sociali. Inoltre, intende favorire, attraverso la promozione di workshop e seminari, il matching tra offerta e domanda di innovazione tra startup, imprese innovative, spin-off universitari, università e centri di ricerca e aziende, Enti e pubbliche amministrazioni. Infine, svilupperà progetti di ricerca sulle dinamiche del mondo del lavoro e promuoverà la formazione continua e specialistica come strumento per la crescita del tessuto di imprenditoriale locale. «La scelta di fondazione di partecipazione come forma giuridica dimostra la volontà dei fondatori di realizzare una struttura “aperta” e “sostenibile”, capace di favorire un dialogo tra stakeholder e la costruzione di una rete di realtà virtuose al servizio del territorio di riferimento - spiega Giorgio Scala». «La Fondazione Saccone si caratterizzerà per l’apporto diretto di conoscenze, competenze e know Fondazione Saccone how, supportando lo sviluppo di progetti e metodologie innovative e realizzando progetti di utilità sociale in favore di persone, imprese e territori». La Fondazione Saccone si avvale di un comitato Via Ungaretti, 43 tecnico scientifico composto da alcuni dei maggiori esperti dei diversi settori professionali Montecorvino Pugliano (Sa) e di una rete di partner locali e nazionali tra cui istituzioni, scuole, aziende e associazioni info@fondazionesaccone.it www.fondazionesaccone.it del terzo settore.

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Inaugurata la nuova sede di AGS Comunica: open hearts in a new open space to open mind Il tema della serata inaugurale era proprio questo: Open Space. Open Mind. Open Heart. It’s AGS TIME! a cura della redazione

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a nuova sede dell’agenzia creativa di Salerno è stata inaugurata sabato 15 giugno con un evento organizzato per aprire le porte del suo nuovo open space ad amici, clienti, vicini e ai collaboratori di sempre. Ad accogliere gli invitati l’allegria della squadra AGS, l’aroma del corner Biancaffè e l'allestimento di Exclusive Catering, con gustosi aperitivi e appetizer gourmet. La festa è stata accompagnata dalla chitarra del musicista e compositore Enrico

Francese che, tra improvvisazioni e pezzi creati ad hoc per AGS, ha incantato tutti. «Da queste parti, comunque, non guardiamo indietro a lungo.

Andiamo sempre avanti, aprendo nuove porte e facendo cose nuove, perché siamo curiosi…e la curiosità ci porta verso nuovi orizzonti». È questa la citazione che si può

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leggere appena entrati nei nuovi uffici situati in via Cappello Vecchio, 11 nella zona industriale della città. Sembrerebbe che le parole di Walt Disney siano state prese alla lettera poiché AGS ha colto l’opportunità di rimodellare gli spazi fisici in cui lavora per far sì che il flusso di idee, la condivisione e il coinvolgimento di tutti migliori ancora quel percorso creativo che porta ad origine e sviluppo di ogni progetto AGS. Dall’ingresso si accede alla sala pose - dove “opera” il fotografo Fabio Monetti, che collabora con l’agenzia - e alle scale, lungo le quali la storia di AGS è raccontata attraverso i calendari creativi dal 2008 ad oggi. «Questa è la strada da percorrere: insistere per arrivare lontano». Ed ecco il cuore pulsante dell’agenzia: un open space dove le menti e i cuori di designer, copywriter e social media manager, web master e account sono sempre

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open, in cui tutti hanno il loro spazio e ognuno può contribuire al processo creativo con la propria esperienza e la propria identità. Una sala di formazione della scuola Area Web è a disposizione di chiunque voglia seguire le sue passioni e ampliare le sue conoscenze; un corridoio in cui è allestito un

percorso artistico con alcune creazioni art-attack di AGS porta alla luminosa sala riunioni. Last but not least, l’ufficio direzionale di Silvio Sabatino, Founder e G.M. dell’agenzia, unico luogo dove il magenta fa spazio ad un altro fondamentale colore che stimola, anima e guida: il rosso passione.


Passaggio generazionale: «La convivenza tra nuovo e memoria» Nella nuova impresa l’innovazione cresce e si sviluppa nel nome della diversità ma con radici nella tradizione di famiglia a cura di Raffaella Venerando

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auciulo Strategie nasce nel 2010 come evoluzione-gemmazione dello Studio Pauciulo, dall'impegno per le attività di consulenza societaria, fiscale e finanziaria di Pauciulo Gerardo, padre di Chiara, che ha fondato il suo studio professionale a Nocera Inferiore negli anni ’70. Oggi l’azienda Pauciulo Strategie ha una sua storia di consulenza strategica alle imprese, raccontata attraverso gli annuali workshop. Il primo incontro di approfondimento con clienti e professionisti è stato nel maggio 2010 e aveva per tema la governance del cambiamento tra marketing, innovazione e passaggio generazionale. A quasi dieci anni di distanza sono ritornati sull’argomento per prospettarne

l’evoluzione. Chiara Pauciulo ci racconta gli esiti. Cosa è cambiato in questi 10 anni? Intanto siamo cambiati noi…Ad oggi siamo un team di professionisti ognuno con la propria area di competenza, con una specializzazione nel campo della consulenza societaria, fiscale, del marketing e della comunicazione, dei modelli organizzativi, della governance e del controllo di gestione. E le generazioni non sono più due, quella di mio padre e la mia, ma quattro insieme a quelle dei nostri consulenti senior e junior! È cambiato, poi, il contesto sociale in cui si muovono le aziende. Oggi abbiamo ripreso la corposa letteratura economica sul family business e sulla

continuità di impresa, cercando l’innovazione e la spinta verso la crescita dentro di noi, grazie alle competenze e alle risorse di famiglia, dei nostri manager e dei collaboratori. Quali le maggiori criticità nel family business e le implicazioni relative al passaggio generazionale? Le imprese del nostro territorio sono da sempre alle prese con inadeguatezze dell’assetto organizzativo e problemi societari e di governance. Uno degli aspetti più delicati è proprio quello della gestione del passaggio generazionale, con le sue diverse fasi e le variabili strategiche e organizzative che ne influenzano la complessità. In collaborazione con l’associazione ATEMA per il Luglio | Agosto 2019

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Temporary Management, di cui facciamo parte come Pauciulo Strategie e in cui io stessa ricopro un ruolo nel consiglio direttivo, stiamo cercando di promuovere la figura del temporary manager. Se è vero, come è vero, che il passaggio generazionale presenta aspetti critici, esso rappresenta però anche un’opportunità di crescita se gestito e pianificato per tempo. Le nuove generazioni hanno la possibilità di innovare partendo da solide basi di esperienza, introducendo nel business di famiglia nuovi prodotti/servizi, potenziando l’organizzazione, entrando in nuovi mercati, creando nuovi brand. Quali aspetti sono emersi dal workshop del 7 giugno? Temi “caldi” direi. Si è discusso di una “seconda prima generazione”, partendo da una definizione di Cesare Sacerdoti di ATEMA che ha preso spunto da una riflessione di Lina Piccolo, intervenuta sia in qualità di vicepresidente di Confindustria Salerno, sia di imprenditrice alla seconda generazione. Sacerdoti ha spiegato che non tutte le nuove idee possono garantire la sana continuità dell’impresa; è necessario infatti che siano accompagnate e sostenute da un nuovo piano strategico con una visione a medio lungo termine, perché ciò che differenzia la proprietà di un’impresa rispetto al suo management è proprio la sostenibilità nel tempo. In questa fase, un contributo importante può essere fornito dal Consulente/Temporary Manager, che, spesso “sovradimensionato” per competenze ed esperienze rispetto all’azienda, può aiutare a sviluppare il piano

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strategico. Si è parlato inoltre di conflitti costruttivi, di passaggi generazionali “tira e molla” e dell’importanza della comunicazione con la psicologa cognitivo comportamentale Valentina Martini del CBT Clinic Center di Napoli. L’attenzione sugli aspetti comportamentali e sulle eventuali distorsioni rispetto alla gestione ottimale del processo di passaggio generazionale è stata evidenziata anche da Luciano

Chiara Pauciulo, marketing e brand management Pauciulo Strategie

Scarpa, esperto advisor per la gestione qualità dei processi, che ha portato la sua esperienza nel campo della formazione delle procedure di governance, attraverso regole chiare per la realizzazione delle attività e la riduzione dei rischi e dei conflitti. Infine, in una prospettiva multidisciplinare del processo di passaggio generazionale, non è mancata una querelle tra notaio e commercialista, nell’illustrazione di alcuni strumenti “tecnici” per la pianificazione del passaggio generazionale”, come il patto di famiglia e il trust. Avete avuto ospiti anche alcune aziende, testimonial di passaggi generazionali riusciti…

I passaggi generazionali che si chiudono con successo sono sì quelli pianificati per tempo, ma solo se portano una nuova identità fondata sulla memoria dell’esperienza. Nella nuova impresa l’innovazione cresce e si sviluppa nel nome della diversità ma con radici nella tradizione di famiglia. È il caso delle due case histories che ci hanno fatto da testimonial in chiusura del workshop. Nicoletta Marrone, che rappresenta l’ultima generazione Palma nel settore dei distillati dagli anni ’20. Con Brown Spirits ha costruito un nuovo brand e un percorso fatto di innovazione di prodotto (sostituendo l’alcol nei liquori classici, come il limoncello, con il brandy) e di marketing (con edizioni limitate e numerate di brandy e operazioni di co-advertising con il marchio di moda maschile “Kiton” che ha scelto il brandy “Brown Spirits” con un invecchiamento di 50 anni in botte di rovere per omaggiare i propri clienti in tutto il mondo). Per Alfa Recupero Crediti, i fratelli Luca e Giovanni Falcone, alla guida dell’azienda di famiglia, hanno ricordato con commozione il loro papà e il percorso forzato del loro passaggio generazionale, superato grazie al coraggio e alla forza di una squadra ben organizzata. In quest’ultimo caso, l’unione di intenti mescolata a vocazioni e competenze complementari hanno generato innovazione, ampliando la gamma dei servizi offerti (alla tradizionale attività di gestione e recupero crediti si affianca ARC Finance, società del gruppo per la formazione e la consulenza direzionale e finanziaria).


MAF, il packaging è partecipazione Tante le soluzioni di connected packaging proposte dall’azienda salernitana ai clienti per mettere in relazione diretta i consumatori con il brand a cura di Raffaella Venerando

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ue giorni a Milano - il 13 e 14 maggio scorsi - per presentare a Spazio Campania, l’area espositiva che Regione e Unioncamere Campania hanno messo a disposizione delle aziende innovative per incontrare i clienti e allargare la propria business community, le ultime novità in casa MAF. In vetrina, per l’azienda salernitana, le soluzioni di Connected Packaging, il sistema di confezionamento che mette in relazione diretta il consumatore con il brand, attraverso i connettori digitali integrati nel packaging stesso. Perché la Maf fa esattamente questo. Co-innova e co-crea insieme ai clienti, offrendo loro opzioni sempre nuove e performanti per soddisfare le aspettative dei consumatori, consentendo al brand di connettersi e interagire con essi. Al mercato MAF propone al mercato una pluralità

di connettori digitali nativamente integrati con la carta. In particolare, sono tre le soluzioni in grado di iniziare una relazione con il cliente a partire dalla confezione del prodotto: • la stampa di codici QR univoci per generare un’esperienza personale e individuale, nello specifico la personalizzazione di messaggi vocali e video attraverso piattaforme digitali” • l’utilizzo di tag NFC (connessione RFID) per far partire automaticamente una istruzione personalizzata al telefono con il semplice avvicinamento del device al package: pagina personale, video, SMS, telefonata, scarico di una App, etc.; • la connessione diretta ad un chatbot su Messanger per la gestione automatizzata immediata di una interazione suggerita dal package:

partecipazione ad un concorso instant win, survey sul prodotto, accesso a contenuti extra personalizzati, contatto di customer care. Attraverso le potenzialità della realtà aumentata il settore packaging viene via via rivoluzionato, dando vita a nuove esperienze di coinvolgimento dei clienti. «Un passo decisivo avanti nel futuro del packaging, che viene trasformato sempre più in una appassionante esperienza partecipativa» ha dichiarato Anella Mastalia, responsabile amministrazione e finanza Maf. «Grazie alle nostre soluzioni brevettate le confezioni si animano, parlano e suggeriscono percorsi capaci di dare al marchio una straordinaria dinamicità. In MAF sappiamo che al possibile non c’è limite e questa filosofia proviamo a integrarla anche nei nostri prodotti». Luglio | Agosto 2019

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business

OneMorePack 2019: vetrina per il design che vince Oltre 380 ospiti a Napoli per scoprire i primi classificati del premio di packaging design organizzato da Grafica Metelliana a cura della redazione

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re gli studenti premiati, 6 le menzioni assegnate e 3 i vincitori di categoria tra i professionisti che hanno partecipato alla sesta edizione di OneMorePack. L’evento dedicato al packaging design organizzato da Grafica Metelliana, a conclusione del concorso nazionale, è andato in scena nella magnifica cornice del Monastero di Santa Chiara che, gli oltre 380 ospiti presenti, hanno avuto modo di visitare. «L’evento si riconferma un’importante occasione di confronto - afferma Gerardo Di Agostino, AD di Grafica Metelliana - sulla professione grafica e sui trend del settore cartotecnico. Un appuntamento che ha ottenuto risonanza crescente negli anni, unico al Sud 38

Italia, che si avvale di partner e sponsor notevoli». «Grande partecipazione di professionisti e stakeholder - conferma Iole Preziosi, Responsabile organizzativo di OneMorePack - ben oltre ogni rosea aspettativa. Bilancio più che positivo per il concorso che cresce nei numeri anche per le iscrizioni, da tutte le regioni d’Italia». III CLASSIFICATO SEZIONE STUDENTI Rebecca Morri Motivazione: Per aver coniugato il concetto di lentezza e la filosofia dello slowliving, propria del marchio, in un pack dalle dimensioni contenute Premiato da Simone Sabaini, owner Sabadì

II CLASSIFICATO SEZIONE STUDENTI Lisa Carli Motivazione: Per la semplicità e la funzionalità della realizzazione, che può essere messa a scaffale e venduta, unita all’efficacia della narrazione e alla sintetizzazione grafica Premiato da Simone Sabaini, owner Sabadì I CLASSIFICATO SEZIONE STUDENTI Roberto Alesi Motivazione: Per il richiamo elegante e discreto alla ceramica siciliana e la configurazione del packaging che permette di disvelare lentamente il contenuto e gratificare acquirente e destinatario del cadeau


Premiato da Simone Sabaini, owner Sabadì VINCITORE DELLA MENZIONE SOLUZIONE CARTOTECNICA Lavoro: L’uovo d’Oro Premium Pack Designer: Giuseppe Liuzzo Cliente: L’uovo d’Oro Motivazione: Per il forte carattere distintivo e il posizionamento di prodotto a cui concorre il packa-

LISA CARLI

REBECCA MORRI

ROBERTO ALESI

ging, realizzato su un’unica fustella e la stampa del Pantone oro Premiato da Maurizio Meraviglia, Sales Manager di Bobst Italia VINCITORE DELLA MENZIONE NOBILITAZIONE Lavoro: Grand Cru – Macchia di Rose Azienda: Frantoio Muraglia Motivazione: Per l’impatto estetico

legato al minimalismo grafico e alla scelta della carta e della nobilitazione on pack Premiato da Gianni Azzaretti, Strategic Marketing di Luxoro

Motivazione: Per la semplicità e la funzionalità della soluzione ideata, in grado di rispondere a più richieste dell’utente/consumatore finale Premiato da Anacleto Piccioli, Heidelberg

MENZIONE APPREZZAMENTO ONLINE

MENZIONE CONCEPT GRAFICO

MENZIONE CONCEPT NARRATIVO

MENZIONE FUNZIONALITÀ

MENZIONE NOBILITAZIONE

MENZIONE SOLUZIONE CARTOTECNICA

VINCITORE DELLA MENZIONE FUNZIONALITÀ Lavoro: BOB Mordi e fuggi Agenzia: Tech Team Srl

VINCITORE DELLA MENZIONE CONCEPT NARRATIVO Lavoro: La torre fantastica

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business

Agenzia: Nju:Comunicazione Srl Cliente: Antico Castello Motivazione: Per aver condensato storia e racconto dell’azienda committente nelle etichette: l’interruzione e la rinascita da un

PACKAGING Lavoro: Lo zingaro di Mare Agenzia: Lettera7 Cliente: Armatore Motivazione: Per la declinazione grafica e l’alto grado segnaletico

segno gestuale che evoca i picchi grafici che l’ago del sismografo segna durante una scossa di terremoto Premiato da Maria Antonietta Savino,

del packaging, che permettono di riconoscere il prodotto e percepire il valore dello stesso Premiato da Antonio Olivo, direttore vendite centro sud di Fedrigoni

VINCITORE LABEL

VINCITORE PACKAGING

Marketing e Specification di Fontana Grafica VINCITORE DELLA MENZIONE CONCEPT GRAFICO Lavoro: Calendario 2019 Agenzia: Basile ADV Motivazione: Per l’esplorazione e la contaminazione di tecniche differenti (fotografia, illustrazione, lettering, graphic design) che valorizzano questo visual Premiato da Angela Pastore, local ambassador ADCI

VINCITORE DELLA CATEGORIA VISUAL Lavoro: Volaiuola Agenzia: Fabio Di Donato graphic designer Motivazione: Per l’invito alla riflessione sul futuro del pianeta, il rimando marcato alla natura e alla sua salvaguardia, la chiarezza del messaggio e del concept

creativo. Dal barcode, simbolo del consumismo imperante, nascono fiori, esemplificazione del potere che le singole azioni possono avere sull’ambiente. Premiato da Domenico Gioia , rappresentante AIAP VINCITORE DELLA CATEGORIA LABEL Lavoro: Sciabacco

VINCITORE VISUAL

Agenzia: Studio Taller Cliente: Azienda agricola Francesca Tumino Motivazione: Per l’eleganza e la ricercatezza dell’etichetta ottenuta attraverso la semplificazione grafica e la riduzione in segni del processo produttivo Premiato da Colette Morin, Responsabile marketing del free press Metro.

VINCITORE DELLA MENZIONE APPREZZAMENTO ONLINE Lavoro: Baguette&delicious Agenzia: Creative Space srl - So:city Cliente: Vincenzo Falcone Menzione assegnata dai votanti sul sito www.onemorepack.it Premiato da Martina Castelli, Marketing Manager di Adiscart VINCITORE DELLA CATEGORIA

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Da sinistra: Pippo Pelo, speaker radio Kiss Kiss e conduttore della serata | Gerardo Di Agostino, Ad Grafica Metelliana | Filippo Marcellino, co-founder Grafica Metelliana


Eccellenze locali, mercati internazionali

Due giorni di degustazioni e presentazioni aziendali a Spazio Campania a cura della redazione

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e è vero che «mangiare è incorporare un territorio», per due giorni a Milano si è gustato il meglio del cibo made in Campania. Il 26 e il 27 giugno, infatti, i sapori tipici della Valle dell’Irno-Cavese (Salerno) hanno fatto tappa a Spazio Campania, in piazza Fontana. Due incontri tematici che hanno visto Marco Giarratana (Uomo senza Tonno) e lo chef agricolo Geppino Croce impegnati in altrettanti show cooking volti a presentare e valorizzare i prodotti tipici offerti in degustazione dalle aziende aderenti al Gruppo di Azione Locale “Terra è Vita”. Il primo si è svolto mercoledì 26 giugno alle ore 11. Giovanni Giugliano, direttore del GAL Terra è Vita, e Adriana Pontecorvo, presidente Gruppo Alimentazione Assolombarda - Confagricoltura Milano, si sono confrontati con alcuni dei più influenti food blogger nazionali, sul tema “Eccellenze Agroalimentari - risorsa economi-

ca dei territori”. In particolare, la presidente Pontecorvo si è soffermata sui contenuti del progetto di CSR di Assolombarda contro lo spreco alimentare. L’approccio al Marketing e ai Mercati Internazionali per aziende locali è stato invece il tema al centro della seconda giornata (giovedì 27 giugno) cui ha preso parte Luigi Cretella - buyer della catena Alìper. Durante le due giornate è stato possibile degustare i prodotti e conoscere i responsabili dell’industria conserviera Effedipi, i vini della International Trade, assaggiare i prodotti freschi di Fenny, gli insaccati di Bracigliano Salumi, le mozzarelle del Caseificio Ponte Molinello, i formati del Pastificio La Mamma Rosa, le ciliegie di Bracigliano della Coop. Valle delle Eccellenze, lo zafferano e le nocciole di Pedrosi e gli infusi, limoncello su tutti, dei Cavalieri dei Conti. «Un momento di confronto anche con realtà diverse dai nostri territori e di crescita per

le aziende che ci hanno accompagnato». Bilancio positivo per il direttore del GAL Terra è Vita, che ha sottolineato quanto gli ospiti del primo talk abbiano permesso di parlare del valore della buona alimentazione come strumento di conoscenza dei territori.«La creazione di eventi sul territorio nazionale e la partecipazione a manifestazioni internazionali caratterizza la volontà del GAL Terra è Vita di rappresentare le aziende aderenti, su scala globale». Così Francesco Gioia, presidente del GAL, commenta la due giorni a Spazio Campania, sottolineando la presenza a Milano della cooperativa Valle delle Eccellenze, nata recentemente a Bracigliano, che - aggiunge Gioia - «ha presentato per la prima volta la marmellata di ciliegie di Bracigliano, prodotto che il Gal ha accompagnato per ottenere il riconoscimento Igp, e che cerca di trovare nuovi sbocchi oltre la commercializzazione del prodotto fresco». Luglio | Agosto 2019

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La digitalizzazione a norma dei processi secondo il Metodo Savino Grazie a 7 regole fondamentali, tutti i documenti e le informazioni prodotte sono conservati a norma. In più, la società salernitana ha ottenuto il primo brevetto in Europa per un sistema di conservazione digitale per la blockchain a cura della redazione

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er digitalizzazione s’intende la trasformazione di un contenuto gestito con strumenti analogici in un elemento digitale. Il discorso si complica quando a dover essere digitalizzati sono dei documenti. Fortunatamente c’è chi in questo particolare ambito può vantare una solida esperienza e competenza, garanzia di una gestione corretta nel percorso di reingegnerizzazione dei processi e digitalizzazione dei flussi documentali e informativi. Si tratta della Savino Solution srl, società salernitana accreditata AGID (Agenzia per l’Italia Digitale). «Migliaia di imprenditori, quotidianamente, producono e inviano file in formato pdf, fatture elettroniche e ordini, utilizzando strumenti digitali come email e PEC, ignorando la valenza legale di tutti questi documenti e la loro cosiddetta opponibilità presso terzi», spiega l’ingegner Nicola Savino, founder della società (nella foto). Ma, in concreto, di cosa si occupa la Savino Solution? «Tutta la nostra attività è finalizzata non solo a dematerializzare i documenti cartacei, e quindi a far scomparire la carta dalle aziende, ma soprattutto a digitalizzare e reingegnerizzare i processi aziendali, sgomberando il campo da troppi luoghi comuni. Ad esempio acquistare l’ultimo software, oppure licenze senza aver preventivamente elaborato una strategia di messa a norma della Digitalizzazione, può esporre l’azienda a rischi», continua Savino. Particolare attenzione viene posta proprio agli aspetti normativi della digitalizzazione: «Tutti i documenti prodotti nelle nostre aziende sono a rischio, se non vengono applicate determinate procedure e metodologie tecniche e legali. In base al nostro quadro normativo, non solo è possibile eliminare la carta, ma si può attribuire valore legale ai documenti informatici». L’intero processo segue una sorta di disciplinare diventato anche un marchio registrato come ci spiega l’ideatore: «Il Metodo Savino è un approccio innovativo che, grazie a 7 regole fondamentali, permette di digitalizzare e reingegnerizzare i processi in modo efficace ed efficiente, conservando a norma tutti i documenti e le informazioni prodotte». Le attività di ricerca e sviluppo e il costante aggiornamento, inoltre, sono valse all’azienda il primo brevetto in Europa di un sistema di conservazione digitale a norma di legge per i record e la blockchain. «Il sistema, frutto di un lavoro combinato di tecnici e ingegneri informatici durato 5 anni e costato all’azienda oltre 2 milioni di euro di investimenti, consente per la prima volta di conservare, certificare e rendere opponibile a terzi e a norma di legge tutti i record, ovvero i dati e le informazioni informatiche di qualunque sistema

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informativo, e la blockchain, sia per i registri a catena che hanno il compito di rendere sicuri i propri processi di blocchi che per tutti i registri distribuiti. Il sistema di aziendali, onde evitare di incorrere in sanzioni». conservazione di Savino Solution Conserva.Cloud consenIl centro di competenze digitali è l'unico team te di certificare e rendere opponibile a norma di legge, in Italia specializzato in sicurezza normativa dei non soltanto i documenti informatici quali PDF, PDF/A e processi documentali che vanta: esperti di conaltri formati comuni, ma addirittura le singole informaservazione sostitutiva, un ufficio legale interno zioni e quindi i record sotto forma di dati informatici che composto da avvocati specializzati su normativa e vengono ogni giorno gestiti in un qualsiasi sistema inforgiurisprudenza legate alla digitalizzazione, più un mativo aziendale. Inoltre, è centro di sviluppo che, possibile conservare i flussi negli ultimi anni, ha riblockchain utilizzati in quacevuto numerosi premi e Il sistema di conservazione di lunque contesto digitale e menzioni. L’ultima novità Savino Solution Conserva.Cloud in casa Savino Solution in qualunque settore. Questo permette di conservare è, infine, il trimestrale consente di certificare secondo le disposizioni “Paperless”, nato e rendere opponibile a norma attualmente in vigore e nel dicembre scorso. Il di legge non solo i documenti i decreti legge, i blocchi primo magazine sulla informatici quali PDF, PDF/A gestiti dalla blockchain, digitalizzazione a norma al fine di rendere opponie altri formati comuni, ma anche dei processi, sfogliabile bile nel tempo, i dati già online sul portale www. le singole informazioni certificati e già integri della rivistapaperless.com blockchain». e disponibile in formato Forte delle proprie skill cartaceo. Giunto al terzo distintive, la Savino Solution si è spinta fino alla numero, intitolato “Guida galattica per digitalizcreazione del primo Centro di Competenze Dizatori”, è stata letto già da oltre 10mila utenti. gitali sulla Digitalizzazione a Norma di Legge «Questo progetto editoriale si propone di raccondei processi aziendali: «Il Centro di Competenze tare la rivoluzione introdotta dal digitale nell’orgaDigitali rientra tra le attività di promozione e divulganizzazione aziendale e quindi nelle vite e nel lavoro zione della cultura della digitalizzazione in Italia e il tour delle persone. In collaborazione con il Gruppo nazionale che ogni anno tocca diverse città del Paese. Stratego, il magazine intende sia accompagnare i Un notevole investimento, in termini di tempo e risorse, professionisti italiani, con contenuti originali a cura che vede il mio team e me protagonisti di un processo di di esperti, sia raccontare case history aziendali, cambiamento che sta coinvolgendo PMI e grandi azienmettendo in luce percorsi brillanti di digitalizzaziode. A chi ci rivolgiamo? Direttamente agli imprenditori, ne dei processi».

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norme e società

L’arbitro bancario: un sistema di dispute resolution efficace e virtuoso I dati statistici per il 2018 consolidano l’ABF nella fiducia di consumatori, imprese e intermediari bancari

Marco Marinaro avvocato cassazionista e docente di ADR già membro ABF Collegio di Roma e Collegio di Bologna giudice ausiliario della Corte di Appello di Napoli www.studiolegalemarinaro.it

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ome ogni anno la Banca d’Italia ha presentato la relazione annuale sul funzionamento dell’Arbitro Bancario Finanziario, attivo dal 15 ottobre 2009, che come è noto costituisce un efficace sistema stragiudiziale di risoluzione delle controversie tra i clienti e le banche (consumatori e imprese) e gli altri intermediari in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari. Prima di esaminare i dati statistici relativi all’anno 2018, occorre ricordare che le pronunce dell’Arbitro (le c.dd. decisioni) non sono sentenze, non hanno efficacia di titolo esecutivo e non vincolano giuridicamente né il cliente, né l’intermediario, lasciando ferma per entrambi la possibilità di rimettere la controversia all’esame del giudice civile. Ciò nonostante - e il dato è particolarmente significativo, oltre che costante e risulta confermato anche per l’anno trascorso - le decisioni dell’Arbi-

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tro vengono adempiute spontaneamente dalle banche nel 99% dei casi (peraltro, lo scorso anno, come nel 2017, sono stati numerosi i casi di intermediari che si sono conformati alle decisioni dei Collegi dopo la pubblicazione dell’inadempimento). Sul punto la Banca d’Italia segnala che i pochi casi di inadempimento sono per lo più riconducibili a cause specifiche. In alcuni casi (ad es. in materia di contratti di mutuo indicizzati al franco svizzero) l’inadempienza è motivata dalla contestuale pendenza dinanzi all’Autorità giudiziaria di una controversia avente ad oggetto una questione analoga; in altri è legata non alla mancata condivisione della decisione adottata dall’Arbitro, bensì al mancato ritrovamento del documento da consegnare. Tra le inadempienze, specie per quelle relative all’estinzione anticipata dei finanziamenti contro cessione del quinto, rientrano anche i casi di intermediari che

nel frattempo sono stati cancellati dagli albi o dagli elenchi di vigilanza. Infatti, a parte la sanzione reputazionale prevista per il mancato adempimento da parte degli intermediari, gli esiti dei ricorsi forniscono un contributo significativo all’attività di supervisione del sistema bancario e finanziario. Le pronunce dell’ABF infatti integrano «il più ampio quadro informativo di cui la Banca d’Italia dispone nello svolgimento della propria funzione regolatrice e di controllo». E inoltre appare utile ricordare che il ricorso all’Arbitro soddisfa la condizione di procedibilità della domanda giudiziale in materia di contratti bancari e finanziari e può quindi essere proposto in alternativa all’esperimento della procedura di mediazione. Passando all’esame dei dati, occorre subito rilevare che nel 2018 l'ABF ha ricevuto oltre 27.000 ricorsi: sebbene il numero ri-


manga particolarmente elevato, per la prima volta dall’istituzione del sistema si registra una diminuzione rispetto all’anno precedente (il 12% in meno rispetto al 2017). La riduzione è stata determinata principalmente dalla notevole diminuzione dei ricorsi relativi ai finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio o della pensione (sulla dinamica delle CQS ha inciso anche l’adozione da parte della Banca d'Italia, nella sua attività di supervisione, degli specifici orientamenti di vigilanza), mentre sono complessivamente aumentati quelli sulle altre materie. Vi sono però ampie differenze sul territorio: la CQS pesa per oltre il 70% dei ricorsi in Calabria, Sicilia, Puglia, Campania, Sardegna, per meno del 50% in Trentino, Marche e Veneto; bancomat e carte pesano per oltre il 15% in Emilia-Romagna, Trentino, Veneto e Marche, per meno del 6% in Sardegna, Calabria e Sicilia. Inoltre, al calo complessivo dei ricorsi ha anche contribuito l'allineamento in fase di reclamo agli orientamenti consolidati dei Collegi da parte degli intermediari. Al riguardo, nella relazione la Banca d’Italia rileva come l’analisi dell’andamento dei reclami ricevuti dagli intermediari (che obbligatoriamente precedono la presentazione del ricorso all’Arbitro) e dei relativi esiti fornisca informazioni utili per l’osservazione dell’attività dell’Arbitro. Secondo i dati delle segnalazioni di vigilanza lo scorso anno i reclami ricevuti dagli intermediari

sono cresciuti del 10% (superando i 350.000). Nel 2018 il 36% dei reclami ha avuto un esito favorevole per il ricorrente, il 7% un esito parzialmente favorevole, mentre il restante 57% si è concluso negativamente. Un altro dato di notevole rilievo attiene alla produttività del sistema ABF in quanto nell’anno trascorso l’impegno assicurato dai Collegi è stato particolarmente intenso: le decisioni depositate sono state oltre 32.000 (con un significativo incremento del 37% rispetto all’anno precedente). Infine, si deve segnalare che il 69% dei ricorsi ha avuto un esito sostanzialmente favorevole al cliente: più precisamente nel 47% dei casi le procedure si sono concluse con l’accoglimento delle richieste, nel restante 22% è stata dichiarata la cessazione della materia del contendere per intervenuto accordo tra le parti. Il 31% delle istanze è stato invece respinto dai Collegi, che hanno ritenuto infondate o non adeguatamente provate le ragioni del cliente, oppure non rispettate le regole procedurali. Con riferimento alle liti che si sono concluse con esito positivo per il ricorrente, il valore complessivo delle restituzioni nello scorso anno è cresciuto ulteriormente, raggiungendo i 21 milioni di euro (19 e 14 nel 2017 e nel 2016, rispettivamente). E il dato non tiene conto dei casi in cui la restituzione è avvenuta nell’ambito di un accordo tra le parti prima della decisione dell’Arbitro (ricorsi cessati). Nonostante la mole dei ricorsi registrata anche nel 2018, la

durata media delle controversie (calcolata dalla data di presentazione del ricorso a quella di comunicazione della decisione) è stata ragionevole attestandosi a 304 giorni (al netto dei ricorsi conclusi con la cessazione della materia del contendere o con la rinuncia da parte del ricorrente). Una durata notevolmente inferiore alla durata media di un processo civile ordinario. Un modello ADR di successo già mutuato dalla Consob (per l’ACF Arbitro Controversie Finanziarie) e pronto per essere mutuato in altri settori (ad es. dall’IVASS per le liti assicurative e dall’ART per quelle in materia di trasporti) nei quali la specifica tipologia delle controversie richiede l’intervento di un terzo autorevole e competente in grado di rendere una soluzione che possa essere condivisa e perciò stesso accettata dai confliggenti. Mediante i procedimenti di A.D.R. (Alternative Dispute Resolution) nei rapporti tra imprese e anche tra imprese e consumatori è possibile infatti comporre le liti in maniera “efficace” e cioè pervenire a soluzioni condivise e per ciò stesso connotate da effettività; ciò sia quando siano frutto di un percorso negoziale che si concluda con un accordo amichevole, sia quando la soluzione della controversia, pur giungendo invece per via eteronoma, trovi infine l’adesione delle parti. Un modello italiano di successo che si affianca alla mediazione e ad altri procedimenti in un panorama tipologico poliedrico che mira a creare un sistema di giustizia sostenibile.

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norme e società

Il Codice degli Appalti Pubblici nella bufera Il dibattito attuale oscilla tra posizioni estreme, senza tenere conto che il problema del ritardo delle opere e delle spinte corruttive non si annida solo nella fase dell’aggiudicazione e della gara, ma più spesso in quella della esecuzione dell’opera già appaltata

Luigi Maria D’Angiolella avvocato | studio D'Angiolella dangiolella@studiolegaledangiolella.it

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necessità una totale abrogazione menti talvolta imposti - bisogna gni qualvolta la crisi ecodel codice attuale e un ritorno dire - anche da direttive europee nomica ci pone di fronte cogenti. L’ultimo articolato alla previgente normativa, per alla incapacità di realizzacompleto, emanato con D.lgs. le incertezze che provoca agli re tutti gli investimenti pubblici operatori, senza contare la chiara 50/2016 ha un sistema innovatiprogrammati - condizione ormai accusa secondo cui «l’incertezza vo, in cui ruolo decisivo assume quasi perenne del nostro Paese, l’Anac, e il rinvio costante a alimenta la corruzione». Certo, che diventa poi anche argomento tale discussione prende corpo future norme regolamentari da di discussione politica, si urla anche per l’esperienza di sempre - anziché alla questi primi tre anni di lenta burocrazia, alla difapplicazione del Codice. ficoltà nazionale di fissare Come detto, l’impianto programmi e rispettarli, normativo è in gran parte ad un difficile rapporto «Il Codice degli Appalti ha differito all’emanazione che c’è, storicamente, tra avuto molti interventi negli di Linee Guida Anac e di giustizia e impresa - all’iultimi 25 anni, modificando un decreti e regolamenti, che nadeguatezza dell’ultima legge sugli degli appalti impianto che durava dalla fine però sono stati pochi (solo 28 decreti attuativi dei 66 pubblici. dell’800 e funzionava» attesi), e già il numero Di questa - parziale delle parole contenute visione del problema, è pari al 143% di quelle vorremmo occuparci con del vecchio codice con questo scritto. annesso Regolamento Il Codice degli Appalti attuativo. «Tanto vale abrogarlo emanarsi per definire gli istituti. ha avuto molti interventi negli Il dibattito odierno spesso porta completamente e sùbito» si ultimi 25 anni, modificando un dice con decisione. Si tratta di impianto che durava dalla fine a conclusioni estreme, al punto argomenti certo consistenti. dell’800 e funzionava. Cambiache si parla apertamente della

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Ma per rendere un contributo al possibile sempre i contratti a d’aggiudicazione, la prospettiva ragionamento, bisogna, intanto, prezzo chiuso e/o a corpo; la è l’opera da portare a termine. ricordare che la legge delega necessità di osservare i prezzi Ad esempio, rimane un elemento sulla base della quale fu emesso ufficiali di organi terzi, senza dicritico del sistema di aggiudiil D.lgs. 50/16 fu approvata a strascrezionalità; far sì che l’impresa cazione, quello di permettere grande maggioranza e salutata assuma la paternità del progetto che l’impresa non assuma rischi da tutti, nessuno escluso, come e assicuri la sua eseguibilità; risulla eseguibilità del progetto; o una svolta epocale all'inquando propone migliorie segna di semplificazione, chiaramente inattuabili efficienza e contrasto alla con il prezzo offerto solo corruzione. Oggi invece, per ottenere la com«La riflessione che andrebbe gli stessi protagonisti messa, vulnus che non di allora si accalorano sempre viene colto in sede svolta, e che invece manca in senso opposto, in un di verifica di anomalia nel dibattito, è cosa innovare Paese in cui si agisce della stessa offerta. Basta per far sì che l’opera, una volta guardarsi intorno e vedere molto spesso sull’onda dell’emotività. che sono le opere iniziate appaltata, sia completata nei A nostro avviso, si fa un non completate il vero tempi fissati e consegnata» errore di prospettiva e di problema, lo schiaffo che obiettivi, quand’anche brucia ai cittadini. fosse questo il problema Sulla fase dell’aggiudicaprincipale e, come detto zione rimane comunque all’inizio, non lo è. Il Codice, affermare che l’amministrazione un controllo della stazione infatti, è più demonizzato per la sia garantita nella disponibilità appaltante, dei vari concorrenti parte che riguarda le modalità di di risorse.E ancora: il divieto e poi del Giudice ove necessario. scelta del contraente, e del resto conseguente di varianti, se non Sulla fase dell’esecuzione non vi è le più significative novità sia al in casi estremi e per impossipiù controllo, con l’impresa che, D.lgs. 50/2016 (di recente, il c.d. bilità sopravvenute; più forza a torto o a ragione, si trova di Decreto Sblocca Cantieri n° 32 del alle procedure espropriative che fronte solo un dirigente (quando 16 aprile 2019) che al precedente talvolta fermano l’opera appaltava bene) della P.A. che non ha la D.lgs. 163/2016, hanno riguardato ta; rendere i crono-programma forza di concretizzare il risultato questa fase. Ma il problema del effettivi e vincolanti e collegare dell’opera compiuta, avendo armi ritardo delle opere e delle spinte ad essi precise garanzie; far sì che spuntate per contrastare questa corruttive non si annida solo neleventuali colpe gravi o dolo delle possibile deriva. Tutti questi la fase dell’aggiudicazione e della imprese siano sanzionate con l’eargomenti non sempre sono gara, ma più di sovente in quella spulsione anche temporanea dal posti nella giusta luce al nostro della esecuzione dell’opera già sistema degli affidamenti; come (poco attento) Legislatore, ed è appaltata. E allora, la riflessione pure sanzionare l’inadeguatezza nostra opinione che un’accurata che andrebbe svolta, e che invece della stazione appaltante nella opera informativa debba venire manca nel dibattito, è cosa ingestione dell’appalto (tutt’altro sia, ad esempio, dall’ANCI che novare per far sì che l’opera, una che rara) come elemento di deraggruppa le istanze dei Comuni, volta appaltata, sia completata qualificazione collegato a futuri le stazioni appaltanti più attive, nei tempi fissati e consegnata. finanziamenti.Certo, un’opera si che dalle organizzazioni che rapI punti su cui intervenire, dunque, realizza se l’impresa ha offerto presentano le imprese: è sempre dovrebbero riguardare innanziun prezzo equo, con il quale è in nel loro interesse svolgere bene tutto la forza del contratto, che grado di realizzarla con il giusto e velocemente il proprio incarico passa da una corretta stesura profitto. E allora, se proprio si fino al collaudo, senza pesanti e dello stesso, preferendo quando vuole intervenire sui sistemi costosi contenziosi.

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norme e società

Il recesso del socio di minoranza nelle società di capitali Legittimo quando mutano in peius le clausole statutarie per la distribuzione degli utili

Luigi De Valeri Ordine avvocati di Roma studiolegaledevaleri@gmail.com

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l tema del rispetto dei diritti del socio nelle società di capitali è di evidente interesse per un gran numero di soggetti che detengono quote anche minime del capitale, per cui, traendo spunto dall’esperienza professionale e da una recente decisione della Suprema Corte, propongo alcune riflessioni sul diritto di recesso del socio in occasione di modifiche statutarie che influiscono sulla distribuzione degli utili. Occorre partire dalla disposizione normativa dell’art. 2437 c.c. che disciplina il diritto di recesso dei soci nelle società di capitali consentito se questi non abbiano concorso alle deliberazioni assembleari da cui è scaturita la potenziale causa di recesso. Al primo comma dell’art. 2437 che prevede le cause inderogabili non eliminabili con una clausola statutaria, sono indicate le ipotesi di modifiche statutarie che legittimano il recesso: a) la modifica della clausola dell'oggetto sociale,

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quando consente un cambiamento significativo dell'attività della società; b) la trasformazione della società; c) il trasferimento della sede sociale all'estero; d) la revoca dello stato di liquidazione; e) l'eliminazione di una o più cause di recesso previste dal successivo comma ovvero dallo statuto; f) la modifica dei criteri di determinazione del valore dell'azione in caso di recesso; g) le modificazioni dello statuto concernenti i diritti di voto o di partecipazione. Tra le ipotesi di modifiche statutarie che permettono l’exit del socio, in riferimento al caso di recente interesse del giudice di legittimità, esaminiamo l’ipotesi di cui alla lettera g). Nella controversia societaria che ha dato origine alla decisione della Cassazione civile sez. I, 22 maggio 2019 n. 13845, alcuni soci avevano adito il Tribunale a seguito dell’incorporazione della società di loro interesse in una società per azioni per ottenere

l’accertamento della validità e l’efficacia del loro recesso dall’incorporata e ottenere di conseguenza la condanna dell’incorporante alla determinazione del valore di liquidazione delle loro azioni. In primo e secondo grado le loro domande venivano accolte nel merito, la Corte d’Appello aveva ritenuto sussistere una compressione dei diritti di partecipazione dei soci ai sensi dell’art. 2437 c.c., comma 1, lett. g), visto che a seguito della fusione per incorporazione vi era stata una modificazione dello statuto con significativa elevazione dei limiti di riserva legale, del tetto di accantonamento e del limite di riserva statutaria straordinaria, con correlata penalizzante incidenza sulla possibilità di distribuire dividendi. La controversia infine approdava alla Suprema Corte per impulso della società per azioni incorporante. La difesa della ricorrente sosteneva una falsa applicazione dell’art. 2437 c.c., lett. g), sul cui


presupposto era stata accolta la domanda di merito in quanto la norma doveva essere interpretata in senso restrittivo. Il recesso dei soci poteva essere legittimato solo da un pregiudizio dei diritti partecipativi dei soci esistenti, e non sulla base di mere aspettative come quelle relative alla distribuzione degli utili di esercizio. Nel particolare la società incorporante faceva riferimento ad un articolo dello statuto della società risultante dalla fusione che non implicava alcun mutamento della quota di partecipazione agli utili delle diverse categorie azionarie, né dei diritti incorporati nell’azione. Inoltre secondo la tesi della ricorrente i soci recedenti non avevano subito un pregiudizio dalla previsione statutaria di minore distribuzione degli utili in quanto tale disposto sarebbe stato "ampiamente compensato dall’aumento del valore patrimoniale" derivante dalla minore distribuzione. La Corte ha ritenuto il motivo in questione infondato. L’argomentazione dei giudici di piazza Cavour ha evidenziato come, per tabulas, mentre nello statuto della società incorporata si prevedeva la distribuzione dei dividendi previa destinazione di almeno il 5% a riserva legale e di un ulteriore 5% a riserva straordinaria, lo statuto dell’incorporante consente di distribuire dividendi solo previa elevazione delle percentuali destinate sia a riserva legale (12%) che a riserva statutaria straordinaria (40%) con un aumento del tetto di accantonamento complessivo della riserva

legale medesima dal venti al quaranta per cento. Detta modifica rappresentava all’evidenza un nocumento per i diritti patrimoniali dei soci in considerazione del diverso regime statutario ante incorporazione. La previsione dell’art. 2437, I comma, lettera g) risponde alla ratio di tutelare i soci di minoranza e, sempre secondo la Corte, assume rilievo nel quadro della modifica del regime di recesso disposta dal legislatore allo scopo di “rafforzare, certo, il potere della maggioranza, e conseguentemente comprimere le possibilità di veto delle minoranze, ferma però la necessità di riequilibrare gli interessi in gioco mediante un coerente rafforzamento pure dei diritti individuali dei soci, in vista del possibile disinvestimento della partecipazione”. Secondo la Corte può discutersi se con l’espressione "diritti di partecipazione" si possa far riferimento anche ai diritti amministrativi esclusi da una interpretazione restrittiva “ma non è dubitabile che l’espressione si riferisca in ogni caso ai diritti patrimoniali, perché tali sono, nella società di capitali, quelli implicati dal diritto di partecipazione”. Rilevava il Giudice di legittimità che “il fine stesso della partecipazione è quello di giungere alla soddisfazione, mediante la distribuzione dell’utile, di un interesse patrimoniale. Sicché appare consequenziale che una modifica statutaria, relativa alla distribuzione dell’utile, rientri in pieno tra le cause legali inderogabili di recesso”. Nel caso de quo era stato accertato dal giudice del merito che la modifica della clausola statutaria attinente alla distribuzione

dell’utile influenzava in negativo i diritti patrimoniali dei soci perché, prevedendo l’abbattimento della percentuale ammissibile di distribuzione dell’utile di esercizio, in considerazione dell’aumento della percentuale da destinare a riserva, finiva per limitare la libertà dell’assemblea ordinaria di deliberare sul punto andando a nuocere alle prerogative patrimoniali degli azionisti e in tale frangente il diritto di exit non poteva essere negato. La Corte, nel respingere il ricorso della società per azioni, ha esposto in diritto il seguente principio: "in tema di recesso dalla società di capitali, l’espressione "diritti di partecipazione" di cui all’art. 2437 c.c., lett. g), per quanto nell’ambito di una interpretazione restrittiva della norma tesa a non incrementare a dismisura le cause legittimanti l’exit, comprende in ogni caso i diritti patrimoniali implicati dal diritto di partecipazione, e tra questi quello afferente la percentuale dell’utile distribuibile in base allo statuto; ne consegue che la modifica di una clausola statutaria direttamente attinente alla distribuzione dell’utile, che influenzi in negativo i diritti patrimoniali dei soci prevedendo l’abbattimento della percentuale ammissibile di distribuzione dell’utile di esercizio in considerazione dell’aumento della percentuale da destinare a riserva, giustifica il diritto di recesso dei soci di minoranza". La società per azioni incorporante, che dovrà procedere alla liquidazione delle quote degli ex soci, è stata di conseguenza condannata alla rifusione delle spese a favore dei soci recedenti, oltre che al versamento di un ulteriore importo pari al contributo unificato dovuto per il ricorso.

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Semplificazione fiscale, una proposta di legge Niente più tasse sui canoni di locazione non percepiti per i contratti stipulati a partire dal 1° gennaio 2020

di Maurizio Villani e Lucia Morciano studio tributario Villani avvocato@studiotributariovillani.it | www.studiotributariovillani.it

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a Camera dei Deputati in tal modo, il provvedimento art. 26 prevede, al comma 1, ha approvato, in data consentirà ai contribuenti di che “i redditi fondiari concorrono, 14 maggio 2019, il testo detassare il reddito derivante da indipendentemente dalla percezione, della proposta di legge AC 1074, canoni di locazione di immobili a formare il reddito complessivo dei riguardante “Disposizioni per la abitativi non percepiti, senza soggetti che possiedono gli immosemplificazione fiscale, il sostegno dover necessariamente attenbili a titolo di proprietà, enfiteusi, delle attività economiche e delle dere la conclusione dell'iter usufrutto o altro diritto reale, salvo famiglie e il contrasto dell’evagiudiziario, ossia la conclusione quanto stabilito dall’art. 33, per sione fiscale. Tale proposta è del procedimento di convalida di il periodo di imposta in cui si è contenuta nel progetto di legge sfratto per morosità del condutverificato il possesso”. sulla semplificazione fiscale, tore. Pertanto, nell’ipotesi di moroapprovato in prima lettura dalla I canoni di locazione maturasità dell’inquilino, i canoni di Camera (il 14 maggio 2019) e, ti e non incassati locazione non pagati dovransuccessivamente, trasformato in L’art. 26 TUIR prevede l’obbligo no essere dichiarati; ossia, il emendamento al Decreto proprietario sarà di fatto Crescita, all'esame della obbligato a versare l’IRCommissione Finanze PEF anche se non ha indella Camera. cassato predette somme. Tra le novità più rilevanti, Quanto appena esposto è «Tale novità interessa solo all’art. 25 della proposta valido sia con riferimento gli immobili abitativi, nell’attesa di legge in esame, è ai canoni di locazione che ci sia l’estensione anche prevista la possibilità, per soggetti a tassazione i contratti stipulati dal secondo i criteri ordinari, agli immobili non aventi 2020, di non dichiarare i cioè con il pagamento natura abitativa» redditi fondiari relativi ai dell’IRPEF progressiva, canoni di locazione non sia nell’ipotesi in cui il percepiti, senza attenproprietario abbia optato dere l’esecutività dello per l’applicazione della sfratto. Ad oggi, tale nocedolare secca. vità interessa solo gli immobili di dichiarare i canoni di locaIl primo presupposto si rifeabitativi, nell’attesa che ci sia zione maturati e non incassati risce alla natura degli immol’estensione anche agli immobili a causa della morosità dell’inbili concessi in locazione, in non aventi natura abitativa; quilino; in particolare, il citato quanto la disposizione si applica

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esclusivamente alle unità immobiliari aventi natura abitativa. Il secondo, di converso, è di tipo temporale; difatti, la possibilità di non dichiarare i canoni di locazione scatta dal momento della conclusione della convalida di sfratto per morosità del conduttore e, pertanto, è necessario che lo sfratto sia esecutivo. In base alla normativa attualmente in vigore, il mancato pagamento, senza che lo sfratto sia stato ancora reso esecutivo, non consentirà al proprietario di non dichiarare i relativi canoni di locazione non percepiti. In base a quanto disposto dalla normativa in esame, i succitati canoni non devono essere riportati all’interno della dichiarazione dei redditi se, entro il termine di presentazione della stessa, si è concluso il procedimento di convalida di sfratto per morosità. La dichiarazione dei redditi relativa al periodo di imposta 2018 deve essere presentata entro il 30 settembre 2019. Per tale ragione, se entro la citata scadenza il proprietario ha ottenuto l’esecutività dello sfratto, può non dichiarare i canoni di locazione maturati nel periodo di imposta 2018 e non incassati; da ciò ne discende che la sussistenza delle predette condizioni legittima il proprietario a non dichiarare il reddito fondiario relativo ai redditi non riscossi. Nell’ipotesi in cui il giudice confermi la morosità del locatario, anche per i periodi di imposta precedenti al provvedimento giurisdizionale, al locatore viene riconosciuto un credito d’imposta di ammontare pari alle imposte versate sui

canoni venuti a scadenza e non percepiti. Per di più, qualora il provvedimento di convalida di sfratto si concluda dopo il termine del 30 settembre, e più in generale dopo la scadenza del termine previsto per l’invio della dichiarazione dei redditi annuale, il contribuente avrà la possibilità, in occasione della prima dichiarazione dei redditi successiva, e a ogni modo entro il termine di prescrizione decennale, di procedere alla determinazione di un credito d’imposta in ragione delle imposte versate sui canoni di locazione non incassati. Tale credito può essere utilizzato in compensazione con altre imposte a debito, ovvero può essere chiesto a rimborso. La giurisprudenza di legittimità sul punto Di diverso avviso, rispetto alla detassazione del reddito derivante da canoni di locazione di immobili abitativi non percepiti, senza attendere la conclusione del procedimento di convalida di sfratto - così come espresso nell’art. 25 del d.d.l semplificazione fiscale - è la recente giurisprudenza di legittimità. La Suprema Corte, in una recente sentenza (Cassazione n. 348 del 9 gennaio 2019), ha statuito che in caso di risoluzione del contratto di locazione commerciale, la circostanza del mancato percepimento dei relativi canoni non sono sufficienti ad escludere dal calcolo della base imponibile IRPEF i detti canoni, sebbene non percepiti. Precisamente, secondo l’iter motivazionale della Corte di Cassazione, la risoluzione non pregiudica la pretesa dell'Amministrazione Finanziaria

e ciò anche nel caso in cui alla risoluzione venga attribuita efficacia retroattiva dalle parti. Inoltre, con riferimento al profilo dell'opponibilità dell'accordo risolutorio all'Amministrazione Finanziaria, i giudici di legittimità hanno ribadito che, il caso di successiva risoluzione dell'accordo contrattuale per mutuo dissenso, ai sensi dell'art. 1372, comma 2, c.c. non può avere alcuna rilevanza nei confronti dei terzi e ancor più, quindi, nei confronti dell'Erario, non potendo, in particolare, pregiudicare la legittima pretesa impositiva medio tempore maturata per effetto di patti sopravvenuti tra le parti. Ed ancora, in un’altra pronuncia, il Supremo Consesso ha sottolineato che se il contribuente non percepisce i canoni di locazione a causa dell'azione del comproprietario, deve comunque provvedere al loro inserimento nella dichiarazione dei redditi (Cass. civ. sez. V, Trib., 9 maggio 2019, n. 12332). In ultimo, anche la giurisprudenza di merito si è espressa sul punto affermando che il proprietario di un immobile pignorato ha l'obbligo di dichiarare i relativi canoni di locazione, anche nel caso in cui sia stato nominato un custode che percepisce gli affitti (CTP di Cremona, sentenza n. 27 del 9 gennaio 2017). Conclusioni Alla luce delle considerazioni sopra esposte, nelle more dell’approvazione della proposta di legge in questione, si auspica un revirement della giurisprudenza di legittimità, in conformità a quanto previsto dal ddl “Semplificazione fiscale”.

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Smart cities, contributi in natura fiscalmente imponibili Lo ha stabilito l’Agenzia delle Entrate con la risposta a interpello n. 214 del 2019. Il MIUR sarà tenuto ad assoggettare a ritenuta d'acconto IRPEF i contributi e sanare le omissioni versando le sanzioni previste per legge

Alessandro Sacrestano management consultant Sagit&Associati srl amministratore unico Assindustria Salerno Service srl asacrestano@studiosagit.it

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ono fiscalmente imponibili i contributi “in natura” erogati dal MIUR a fronte del lavoro non retribuito prestato da soggetti volontari nell’ambito dei progetti Smart cities and Communities and Social Innovation. Lo ha stabilito l’Agenzia delle Entrate con la risposta all’Interpello n. 214/2019 reso pubblico il 13 giugno scorso. Si ricorda che i bandi in argomento sono finalizzati a sostenere idee progettuali volte ad incrementare la capacità di produrre e utilizzare ricerca e innovazione di eccellenza, allo scopo di garantire uno sviluppo duraturo e sostenibile dei territori, attraverso una loro accresciuta competitività e attrattiva. In particolare, le agevolazioni riconosciute debbono concorrere allo sviluppo qualificato dei territori con interventi basati su soluzioni tecnologiche, servizi, modelli e metodologie che si collochino sulla frontiera della ricerca applicata di origine industriale e accademica. In tale contesto, fra le spese ammissibili, la normativa considera eleggibili i contributi in na-

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tura, ossia prestazioni di lavoro non retribuite, il cui valore, ai fini dell’agevolazione, è stabilito tenendo conto del tempo di lavoro trascorso e verificato il tasso di remunerazione per una prestazione di lavoro equivalente. Ebbene, il MIUR - soggetto istante l’interpello - ha ritenuto che tali somme (erogate dal medesimo in misura pari a 200 euro giornalieri), non fossero fiscalmente imponibili e, per tale motivo, al momento dell’erogazione non ha effettuato alcuna trattenuta ai sensi dell’articolo 25 del DPR n. 600 del 1973. Ovviamente, per effetto di tale comportamento, il MIUR non ha nemmeno operato il versamento delle ritenute (mai effettuate) e proceduto agli adempimenti dichiarativi connessi. Ciò nonostante, il dicastero ha ritenuto di dover presentare interpello, allo scopo di comprendere se, sostanzialmente, debba continuare ad operare in tal senso e se, relativamente ai contributi in natura già erogati senza applicazione di ritenuta, debba procedere al recupero diretto delle somme presso i percettori o se, al contrario,

debba provvedere autonomamente al versamento e, in via parallela, alla ripetizione degli importi a carico dei percipienti interessati. L’amministrazione finanziaria ha stigmatizzato negativamente il comportamento del MIUR, evidenziando come i contributi in natura, anche erogati sotto forma di rimborso spese, rientrino nell’ambito di applicazione dell’articolo 50, comma 1, lett. c), del TUIR, che classifica come redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente anche le somme da chiunque corrisposte a titolo di borsa di studio o di assegno, premio o sussidio per fini di studio o di addestramento professionale, se il beneficiario non è legato da rapporti di lavoro dipendente nei confronti del soggetto erogante. Come tali, quindi, all’atto dell’erogazione debbono essere gravati da ritenuta fiscale da versare entro il giorno 16 del mese successivo a quello di erogazione. Al MIUR non resta altro che sanare le omissioni versando le sanzioni previste per legge, eventualmente avvalendosi delle disposizioni di favore previste dal ravvedimento operoso.


La perdita su crediti per prescrizione è impossibile? Equivoca la posizione dell'Agenzia delle Entrate sul tema

Marco Fiorentino Dottore Commercialista / Revisore Legale dei Conti marcofiorentino@fiorentinoassociati.it

L’

art. 101 comma 5 del DPR 917/86 (TUIR) stabilisce che le perdite su crediti possono essere dedotte se risultano da “elementi certi e precisi” e che questi sussistono - tra l’altro - quando il diritto alla riscossione è prescritto, sulla base delle disposizioni di legge inerenti. Tale disciplina opera per i crediti verso qualunque tipo di soggetto (residente o estero) ed assume quindi natura di disposizione generale. Con riferimento in particolare alla prescrizione, l’Agenzia delle Entrate - AGE (con la circolare n. 26 del 1° agosto 2013) ha chiarito che il suo verificarsi, causando per legge il venir meno del diritto a riscuotere il credito, fa assumere natura definitiva (certa e precisa) alla perdita e quindi ne determina la deducibilità dal reddito. In buona sostanza, la prescri-

zione è un evento, esterno al creditore, che legittima per legge la deduzione della perdita e che esonera al contempo il creditore stesso dalla verifica della sussistenza o meno dei presupposti di certezza e precisione. Tuttavia, l’AGE nella citata circolare n.26 ha precisato anche che questo meccanismo automatico non opera qualora l’inattività del creditore, che abbia condotto alla prescrizione del credito, nasconda in realtà una “volontà liberale”. Tale precisazione, a prima vista, può apparire ovvia, nel senso che se il creditore “gioca” coi termini processuali per maliziosi fini tributari, è corretto che venga penalizzato. Entrando nel merito concreto, però, ci si rende subito conto che questa impostazione antielusiva complica enormemente le valutazioni dell’impresa. Infatti, essa obbliga a chie-

dersi quando un determinato atteggiamento in fase contenziosa possa definirsi legittimo o invece possa far presumere una inopinata volontà liberale di non incassare, sino ad arrivare alla conclusione che la prescrizione del credito quale causa di deducibilità della perdita sia di fatto (o meglio, per sicurezza) inapplicabile. Ne abbiamo la prova concreta nella risposta n. 197/2019 dell’AGE. Il caso ha riguardato una società che vantava crediti nei confronti di soggetti esteri divenuti nel tempo prescritti, nonostante - per il tramite dei suoi legali esteri - avesse effettuato numerosi incontri e solleciti per il loro incasso, rimasti del tutto privi di effetti. Si aggiunge che la società, pur avendo esperito in fase precontenziosa ogni tentativo per ottenere il pagamento dei Luglio | Agosto 2019

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crediti, aveva ritenuto di non Questa affermazione tuttavia, dure concorsuali, ecc.).Tutto incardinare alcun procedimenha in sé qualcosa di contradditquesto porterebbe infine alla to giudiziario in sede civile, torio. paradossale conclusione che né tanto meno aveva dato Infatti, tralasciando l’analisi di la causa di deducibilità della luogo ad atti interruttivi della merito se sia probante o meno, perdita di un credito per interprescrizione, in quanto, come ai fini della deduzione di una venuta prescrizione è di fatto spesso succede, non intendeva perdita su crediti, l’inefficacia di inapplicabile. rovinare i rapporti commerciali una poderosa attività preconOvviamente, non è così per due col cliente moroso. tenziosa, resta l’ossimoro che, ragioni. La prima, di principio, L’AGE, chiamata a valutare la secondo l’AGE, per non incorè che esiste una autonoma legittimità della deduzione delle rere nella cc.dd. “prescrizione norma di legge che la prevede perdite sui suddetti crediti preelusiva”, occorre compiere atti espressamente e senza porre scritti, preliminarmente condizioni per farne ha chiarito che, per ricorso. «Nei rapporti con l’estero, quanto riguarda i crediti La seconda, di merito, l’elevato costo consiglia verso soggetti esteri è che, soprattutto nei spesso di non incardinare in generale, conformerapporti con l’estero, procedimenti giudiziari, mente alla circolare l’elevato costo consiglia dell’ (AGE) n. 39/E del 10 spesso di non incardifficilissimi da monitorare e, maggio 2002, la ricerca dinare procedimenti in tali casi, non interrompere della sussistenza degli giudiziari, difficilissimi il decorso della prescrizione elementi certi e precisi da monitorare e, in tali va condotta, per ovvie casi, non interrompere il non è un atto elusivo, ma un ragioni, con maggiore decorso della prescriziomero atto di buon senso e di attenzione, cercando di ne non è un atto elusivo, economicità della gestione» adattare le casistiche di ma un mero atto di buon deducibilità italiane a senso e di economicità quelle previste nello Stato del interruttivi della prescrizione della gestione. debitore (fallimento, concordastessa, almeno fintanto che non Occorre quindi che si ponga rato preventivo, ecc.). siano acquisiti elementi che pido rimedio a questo equivoca Inoltre, ha ritenuto che il comcomprovino lo stato di insolvenposizione, che non dovrebbe portamento avuto dalla società za del debitore. essere difficile da superare. per tutelare i crediti, potesse Ma così è evidente che la preSi è infatti dell’idea che persino qualificarsi come artatamente scrizione mai si verificherà. l’AGE stessa abbia la consapreordinato a far maturare la Inoltre, ciò equivale anche a pevolezza che il tema rimane prescrizione e quindi potesse dire che la prescrizione è causa quanto meno scivoloso, non sottendere quella “volontà di di “sicura” deducibilità, solo avendo utilizzato nelle sue liberalità” censurabile dalla se essa interviene quando sia conclusioni della risposta (in Amministrazione Finanziaria. già provata l’impossibilità del modo abbastanza inusuale) un Ciò in quanto, a parere dell’AGE, debitore a pagare il credito. lessico in chiave positiva ma una mera fase di precontenTuttavia, così ragionando, il avendo fatto ricorso invece ad zioso che non sfoci in formali ruolo della prescrizione, ai fini una locuzione al negativo: “non azioni in sede civile, ivi compredella deducibilità della perdita, può escludersi che il comportasa quella inerente l’interruzione diverrebbe del tutto irrilevante, mento... [sia censurabile]”. della prescrizione, celerebbe fini in quanto la deduzione sarebbe Con ciò lasciando, con un fare elusivi e non darebbe diritto alla già consentita da altre dispoun po’ pilatesco, all’impresa deduzione fiscale della perdita sizioni del già citato comma 5 la scelta se dedurre o meno il per intervenuta prescrizione. dell’articolo 101 TUIR (procecosto.

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Nuove imprese a tasso zero e Decreto Crescita Agevolabili investimenti in beni strumentali materiali e immateriali, opere edili inclusa l’impiantistica, servizi e spese di gestione relative al capitale circolante

Giuseppe Arleo dottore commercialista giuseppearleo@libero.it

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na delle importanti novità introdotte il 1 maggio 2019 dal Decreto Crescita riguarda la riforma dell’incentivo convertito in legge il 28 giugno 2019, “Nuove imprese a tasso zero” gestito da Invitalia, Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. Le novità saranno operative dopo l’emanazione del Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico unitamente al Ministro dell’Economia e delle Finanze. La tempistica prevede, per i due Decreti ministeriali, un tempo massimo di 90 giorni dall’entrata in vigore del Decreto Crescita e, nel frattempo, restano vigenti le disposizioni dell’attuale bando. L’incentivo riguarda quanti vogliono avviare attività d’impresa, o l’abbiano costituita da massimo 12 mesi, costituite in maggioranza da giovani fino a 35 anni di età o da donne senza alcun limite anagrafico. L’impresa potrà essere costituita sotto forma di società sia di persone che di capitali, oltre che cooperative. I settori agevolabili sono

la produzione di beni nei settori dell’artigianato, industria e trasformazione prodotti agricoli, commercio di beni e servizi, turismo, attività inerenti la filiera turistico-culturale, innovazione sociale, forniture di servizi alle imprese e alle persone. Il contributo ad oggi ammesso è del 75% rimborsabile in 8 anni, tramite rate semestrali posticipate, con un massimale di investimento di 1,5 milioni di euro. Sono agevolabili investimenti in beni strumentali materiali e immateriali, opere edili inclusa l’impiantistica, servizi e spese di gestione relative al capitale circolante. Le novità del Decreto Crescita, sostanzialmente, riguarderanno l’ampliamento a quanti hanno costituito l’impresa fino a 60 mesi, anziché 12 mesi come ad oggi previsto. Si prevede, inoltre, previsto il cumulo dell’incentivo con le altre agevolazioni programmate dalla normativa a parte che siano entro i parametri europei di massimali (il cd. de minimis). La durata del mutuo, ulteriore novità, viene estesa a 10 anni rispet-

to agli 8 inizialmente disciplinati. Infine, in relazione all’anzianità di vita dell’impresa richiedente, cambiano i massimali e le modalità di contributo, infatti entro i 36 mesi di vita sono ammissibili spese fino ad 1,5 milioni di euro ed il 75% in conto finanziamento, quindi invariati rispetto alla normativa esistente, ma è previsto un sistema di tutoraggio entro la misura percentuale del 20% del totale degli investimenti sostenuti. Per i richiedenti che sono costituiti entro i 60 mesi, il massimale di investimento è pari a 3 milioni di euro ed il contributo viene innalzato al 90%. Le modifiche previste, sicuramente, hanno l’obiettivo di rendere ancora più appetibile ai potenziali imprenditori una misura di finanziamento nata da diversi anni, precisamente nel 2015, con l’obiettivo di aiutare i giovani ad avviare un percorso di autoimprenditorialità ma che, dalla nascita ad oggi, vede finanziate meno di 500 nuove attività sul territorio nazionale con uno stanziamento complessivo di agevolazioni di poco più di 100 milioni di euro. Luglio | Agosto 2019

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lavoro

Licenziamento del lavoratore distaccato, i criteri per valutarne la legittimità Spetta al datore di lavoro dimostrare l’inutilizzabilità del lavoratore in altre mansioni, analoghe a quelle precedentemente svolte

Paolo Ambron avvocato del lavoro info@studiolegaleambron.it

L’

istituto del distacco previsto dall’art. 30 D.lgs. 276/2003 si verifica quando il datore di lavoro, per soddisfare un proprio interesse, pone temporaneamente uno o più lavoratori a disposizione di un soggetto per l’esecuzione di una determinata attività lavorativa. Pertanto deve concorrere il carattere temporaneo e la sussistenza di un interesse qualificato da parte del distaccante allo svolgimento della prestazione presso il distaccatario. Quest’ultimo rifonde alla distaccante i costi sostenuti per il personale distaccato, mentre a carico del distaccante gravano gli obblighi del datore di lavoro, come la responsabilità in materia di assunzione, la gestione del rapporto, gli adempimenti retributivi e previdenziali nonché il potere disciplinare e di licenziamento. Su quest’ultimo tema, con particolare riferimento al licenziamento per giustificato motivo, si è pronunciata la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5996/2019. Secondo la Suprema Corte «gli elementi costitutivi del motivo devono essere verificati con riferimento all’ambito aziendale

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del datore di lavoro distaccante. Su quest’ultimo ricade anche l’onere di provare, con riguardo all’organizzazione aziendale esistente all’epoca del licenziamento, l’impossibilità di adibire utilmente il lavoratore a mansioni diverse da quelle che prima svolgeva. Pertanto, la mera cessazione dell’interesse al distacco o la soppressione del posto presso il terzo distaccato non è sufficiente a integrare il giustificato motivo oggettivo di licenziamento». Nel secondo grado di giudizio, infatti, la Corte di Appello di Campobasso, riformando la pronuncia di primo grado, aveva dichiarato legittimo il licenziamento intimato a un lavoratore distaccato per giustificato motivo oggettivo, ritenendo che il datore di lavoro avesse provato la crisi aziendale sia della propria società, sia della società presso cui era distaccato il dipendente, nonché la riduzione del personale dovuta a una riorganizzazione aziendale. Impugnata la sentenza in Cassazione da parte del lavoratore, la Suprema Corte ha rigettato il ricorso ribadendo che i criteri di scelta pre-

visti per i licenziamenti collettivi non sono applicabili automaticamente ai licenziamenti individuali plurimi che possono, invece, verificarsi nelle ipotesi in cui il giustificato motivo consista nella esigenza generica di riduzione del personale omogeneo e fungibile. Inoltre, non risultano applicabili i criteri di buona fede e correttezza ai dipendenti appartenenti a datori di lavoro diversi anche se facenti parti dello stesso gruppo societario. Ancora, per rendere valido il giustificato motivo oggettivo, dovrà risultare da impossibilità gravi e oggettive di ricollocamento da parte del solo datore di lavoro distaccante e non della società presso la quale il lavoratore è stato distaccato. Infatti, anche se le società rientrano nel medesimo gruppo aziendale non è detto che gli obblighi relativi ad un rapporto di lavoro subordinato intercorso tra il lavoratore e una delle società del gruppo debbano estendersi anche all’altra società, a meno che non sussista una situazione che consenta di ravvisare un unico centro di imputazione del rapporto di lavoro.


sicurezza

Relazione annuale Inail 2018: infortuni in calo, aumentano i casi mortali I dati sull’andamento infortunistico e tecnopatico e alcuni risultati più rilevanti ottenuti dall’Istituto sul fronte della ricerca e della prevenzione presentati a Roma, presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, dal presidente Massimo De Felice. Tra le novità principali, il varo delle nuove tariffe dei premi di assicurazione a cura della Direzione Centrale Pianificazione e Comunicazione | Inail

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l presidente dell’Inail, Massimo De Felice, ha illustrato il 26 giugno scorso a Roma, presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, la Relazione annuale Inail sui dati relativi all’andamento degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali in Italia nel 2018, sul bilancio dell’Istituto e sui risultati più rilevanti conseguiti sul fronte della ricerca, delle politiche in materia di prevenzione, cura e riabilitazione e degli investimenti. INFORTUNI SUL LAVORO Nel 2018 l’Inail ha registrato poco più di 645mila denunce di infortunio. Gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono poco più di 409mila (-4,3% rispetto al 2017), di cui circa il 19% occorsi “fuori dell’azienda”, cioè “con mezzo di trasporto” o “in itinere”. Delle 1.218 denunce di infortunio mortale, in crescita del 6,1% rispetto al 2017, i casi accertati “sul lavoro” sono invece 704, il 4,5% in più rispetto all’anno precedente, di cui 421, pari a circa il 60% del totale, avvenuti “fuori dell’azienda” (35 casi sono ancora in istruttoria). Come emerge dagli ultimi dati pubblicati nella sezione “Open data” del sito Inail, nei primi cinque mesi del 2019 i casi mortali

denunciati sono stati 391, due in più rispetto allo stesso periodo del 2018. MALATTIE PROFESSIONALI Le malattie denunciate nel 2018 sono state circa 59.500, il 2,6% in più rispetto all’anno precedente. Ne è stata riconosciuta la causa professionale al 37%, mentre il 3% è ancora “in istruttoria”. Le denunce riguardano le malattie e non i soggetti ammalati, che sono circa 43mila, di cui quasi il 40% per causa professionale riconosciuta. I lavoratori con malattia asbesto-correlata sono stati poco meno di 1.400, mentre quelli deceduti nel 2018 con riconoscimento di malattia professionale sono stati 1.177 (-16,4% rispetto al 2017), di cui 257 per silicosi/asbestosi (il 74% con età al decesso maggiore di 79 anni). POSIZIONI ASSICURATIVE E RENDITE Nel 2018 l’Inail ha censito circa 3 milioni e 739mila posizioni assicurative territoriali, con una riduzione minima (-0,23%) rispetto al 2017. Le prestazioni aggiuntive alla rendita a carico del Fondo vittime dell’amianto sono ammontate a circa 44 milioni di euro, mentre la prestazione “una tantum” a favore dei malati di mesotelioma è stata

di circa 1,5 milioni di euro. INTERVENTI A SOSTEGNO DEI LAVORATORI Per fronteggiare le conseguenze di infortuni e malattie, nel 2018 sono state fornite più di 7,6 milioni di prestazioni sanitarie. Le prestazioni per “prime cure” presso i 123 ambulatori dell’Inail sono state circa 690mila, mentre negli 11 centri di fisiochinesiterapia, attivi in cinque regioni, sono state effettuate 125mila prestazioni su circa 3.400 assistiti e oltre 9.500 visite fisiatriche. La legge di bilancio 2019 ha portato il potenziamento delle prestazioni economiche verso gli assicurati dell’Inail (50 milioni di euro nel 2019, 105 nel 2020, 118 nel 2021) per le rendite a superstiti, per l’assegno una tantum ai familiari di vittime di infortuni sul lavoro, per l’indennizzo del danno biologico e per la riforma in melius dell’istituto della “vivenza a carico”. Sono state inoltre rafforzate le tutele e ampliato l’insieme dei beneficiari dell’assicurazione contro gli infortuni domestici. INTERVENTI A SOSTEGNO DELLE AZIENDE Nel 2018 si è concluso il progetto di revisione delle tariffe dei premi per l’assicurazione contro gli

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sicurezza

infortuni sul lavoro e le malattie professionali, che ha richiesto un lungo lavoro per la ridefinizione dei cosiddetti “nomenclatori tariffari”, in modo da tenere conto dei nuovi processi di lavoro e di produzione che incidono su forme e intensità dell’esposizione al rischio, per il ricalcolo dei tassi di premio e per le verifiche di sostenibilità economica. I nuovi tassi, entrati in vigore con l’ultima legge di bilancio, segnano per il 2019 una diminuzione stimata di 502 milioni di euro dell’onere a carico delle imprese, circa il 6% in meno rispetto all’importo previsto con la tariffa precedente, già ridotta dalla legge di stabilità 2014. Le stime del minor onere per i due anni successivi si attestano sostanzialmente allo stesso livello, con un andamento lievemente crescente. Nel 2018, in attesa della revisione delle tariffe, è stata applicata la riduzione del 15,81% dei premi e contributi dovuti dalle imprese. Continua l’impegno delle imprese nell’attività di mitigazione dei rischi negli ambienti di lavoro: nel 2018 sono state presentate circa 29mila istanze di riduzione del tasso di tariffa per meriti di prevenzione (nel 2017 erano state 27mila). Circa 300mila ditte hanno beneficiato della riduzione del 7,09% dell’importo del premio per le imprese artigiane che non hanno denunciato infortuni nel biennio 2016-2017, a cui sono stati destinati 27 milioni di euro. Altre riduzioni del premio hanno riguardato, anche nel 2018, il settore edile, la pesca e la navigazione. In settembre si è conclusa la fase di assegnazione degli incentivi a fondo perduto messi a disposizio-

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ne con il bando Isi 2017. Lo scorso 14 giugno, nel “click day” del bando Isi 2018, con cui l’Inail ha stanziato circa 370 milioni di euro per sostenere le aziende che investono in prevenzione, sono stati presentati più di 16.600 progetti. A partire dal 2010, attraverso le nove edizioni dell’iniziativa, l’Istituto ha messo complessivamente a disposizione delle imprese più di due miliardi di euro per contribuire al miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. ATTIVITÀ DI CONTROLLO DEL RAPPORTO ASSICURATIVO All’inizio dell’anno scorso l’Inail ha sottoscritto la convenzione con Ministero del Lavoro, Ispettorato nazionale del lavoro e Inps per lo scambio di informazioni utili alla programmazione e allo svolgimento dell’attività di vigilanza, primo passo verso un controllo integrato. Nel dettaglio, sono state controllate 15.828 aziende, l’89,35% delle quali sono risultate irregolari. I lavoratori regolarizzati in seguito ai controlli sono stati 41.674, di cui 3.336 “in nero”. Sono state inoltre accertate retribuzioni imponibili evase per circa 3,5 miliardi di euro e sono stati richiesti premi per circa 76 milioni. Oltre all’attività di contrasto all’evasione, sono stati effettuati circa tremila accertamenti relativi a infortuni gravi, mortali, “in itinere” e per malattie professionali. I risultati confermano la qualità della procedura informatica di “business intelligence” che ha sostenuto l’attività ispettiva e il grande lavoro - sempre più impegnativo, per la progressiva riduzione della

forza disponibile - svolto dai 284 ispettori Inail (erano 299 nel 2017, 350 nel 2014). RICERCA E FORMAZIONE Dopo la conclusione del piano delle attività di ricerca 2016-2018, nel dicembre scorso è stato approvato il nuovo piano per il triennio 2019-2021, che nella sua componente “istituzionale” garantisce il ruolo dell’Inail come organo tecnico-scientifico del Servizio sanitario nazionale muovendosi sulla frontiera dell’innovazione tecnica e tecnologica: per l’individuazione dei rischi emergenti, per la costruzione di strumenti e processi che possano fronteggiarli, per il ricorso alle nuove tecnologie nella prevenzione dei rischi e per avanzare proposte normative. Ne deriva anche il sostegno all’attività di certificazione e verifica di macchinari e processi di lavoro. Nella componente “scientifica” del nuovo piano triennale le azioni della ricerca Inail sono strutturate in nove programmi, ciascuno articolato in obiettivi - 45 in tutto - da raggiungere anche con il coinvolgimento di università e centri di ricerca nazionali e internazionali. Tra i temi affrontati, la gestione integrata del rischio attraverso metodologie innovative, come la “ambient intelligence” e la sensoristica, i mutamenti sociali e demografici, con particolare attenzione alla disabilità e all’invecchiamento attivo, i sistemi innovativi di gestione della salute e sicurezza per rischi connessi all’evoluzione dei processi produttivi, e l’innovazione dei processi connessi alla digitalizzazione, alla robotizzazione, alle nanotecnologie e alle biotecnologie.


re-values lab

Alessandra Pedone architetto e socio A4Design | pedone@a4dc.it

WORKPLACE STRATEGY, i nuovi habitat ufficio I modelli di lavoro stanno cambiando ed è fondamentale il loro allineamento con l'ambiente lavorativo per consentire massime prestazioni, funzioni e servizi

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a capacità di un’azienda di monitorare il cambiamento continuo e di rispondere rapidamente con soluzioni innovative è di vitale importanza per il suo successo, in un contesto sempre più dinamico e iper-competitivo, come quello che viviamo. Molte innovazioni riguardano da vicino il lavoro, fattosi più flessibile, distribuito e collaborativo. Gli stili di gestione, pertanto, sono diventati meno gerarchici e il lavoro è organizzato intorno a team, spesso geograficamente lontani, con un forte incremento dell’outsourcing. Al contempo, sta emergendo una nuova generazione di lavoratori, sempre più specializzati ed esigenti, in cerca di un ambiente che li attiri, che soddisfi i loro bisogni e fornisca loro un incentivo per rimanere. Le aspettative dei giovani lavoratori vanno oltre il salario,

su questioni come orari flessibili, servizi (asili nido, centri fitness, servizi di ristorazione, ecc.), includendo la creazione di un equilibrio tra lavoro e tempo personale. L'impiego a vita è ormai superato e ci si basa più sulle proprie capacità che sui diritti, con l’obiettivo di imparare e crescere. Le esigenze aziendali pertanto dettano la continua ricerca di nuove soluzioni, rese possibili dalle tecnologie emergenti: il risultato sono ambienti ibridi e flessibili grazie alla creazione di spazi condivisi. I dipendenti hanno la possibilità di spostarsi da un luogo all'altro durante la giornata lavorativa, scegliendo lo spazio più appropriato per la loro attività corrente. E aziende di ogni tipo, incluse quelle di grandi dimensioni, si stanno adeguando a questo cambiamento cercando di creare nuovi luoghi di lavoro più adatti a questa nuova generazione di lavoratori. Un importante laboratorio di ricerca aziendale americano ha analizzato l’impatto della tecnologia sui modelli e sull'ambiente di lavoro: sono state identificate aziende all'avanguardia in tutto il mondo, intervistati i loro team di senior management e osservati i loro schemi di lavoro. Questi dati sono stati analizzati sistematicamente per

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re-values lab

comprendere le dinamiche in gioco. Si è scoperto che queste società stavano creando un vantaggio competitivo, allineando il loro intento strategico con le politiche, gli strumenti, le risorse e gli ambienti che stavano fornendo ai loro dipendenti. Una soluzione efficace sul posto di lavoro consente una condivisione naturale ed efficiente della conoscenza e una maggiore condivisione delle conoscenze porta ad una maggiore produttività, ad una migliore qualità e ad un'innovazione accelerata. È necessaria più collaborazione, sia faccia a faccia che virtuale, ed è fondamentale per l'innovazione (molte menti che lavorano verso soluzioni creative), efficienza (miglioramento del processo decisionale) e qualità (più condivisione della conoscenza, che porta a risultati migliori). Mentre le trasformazioni nei modelli e nella forza lavoro stanno avvenendo rapidamente, i cambiamenti sul posto di lavoro avvengono ad un ritmo molto più lento. L'ambiente di ufficio tipico non è cambiato molto negli ultimi 40 anni, è quasi impossibile avere la privacy necessaria per alcune conversazioni o concentrarsi sulla lettura, pensiero o analisi e gli uffici chiusi inibiscono la comunicazione spontanea. La tendenza negli uffici aziendali oggi, invece, è quella di avere un numero sempre minore di spazi di lavoro individuali e una porzione maggiore dello spazio dedicato agli usi interattivi. Lo spazio viene ottimizzato per tutti i tipi di collaborazione, dalle riunioni formali di grandi dimensioni, ai momenti di condivisione, attraverso l'interazione virtuale con team di colleghi, partner e clienti dislocati ovunque

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nel mondo. Una struttura aziendale deve fornire il giusto mix di questi spazi e rendere disponibili aree di lavoro in base alle necessità, con i lavoratori che si spostano nello spazio più appropriato durante l'intera giornata. Grandi idee per piccoli spazi con tante prestazioni, dove il ruolo determinante è costituito dalla flessibilità e la progettazione integrata è utilizzata per conciliare comfort, funzionalità, design, ergonomia, tecnologia e per definire nuovi valori d’uso. Ciò che attirerà i dipendenti in ufficio saranno i servizi, come zone per il relax, cibo e collegialità. Dagli uffici agli spazi, verso un nuovo approccio del concetto di dimensione, di proporzione, di dinamicità, per costruire un ambiente funzionale, selettivo, tecnologico, proattivo e partecipativo. Spazi ibridi e flessibili per progettare in futuro: coworking, tempo libero, integrazione di servizi all'interno del complesso aziendale e integrazione dell’azienda stessa all'interno di uno sviluppo urbano più armonico. I team hanno bisogno della capacità di formarsi e sciogliersi

rapidamente, in risposta ai requisiti del progetto e fondamentale risulta la flessibilità, ottenuta fornendo una varietà di spazi (spazio tranquillo, sale riunioni, luoghi di raccolta, ecc.) e configurazioni, con mobili adattabili e strumenti tecnologici per collegare membri del team geograficamente dispersi. La mobilità è già avvenuta, con i luoghi di lavoro che comprendono uffici domestici, aeroporti, club di lavoro, uffici satellite, biblioteche, caffetterie e qualsiasi hot spot wireless. Mentre le attività lavorative possono essere più specializzate che mai, gli strumenti stanno diventando più generici. Il tavolo da disegno dell'architetto, ad esempio, si riduce al solo software e all’accesso alle informazioni. In questo contesto, il progettista è chiamato ad interpretare le molteplici leve in gioco, per dare una risposta efficiente, innovativa e sostenibile sotto tutti i punti di vista, da quello sociale a quello ambientale, tecnologico ed economico, con l’obiettivo di aumentare la comunicazione e l’interazione dello staff in un ambiente di lavoro di qualità, ottimizzare i costi e le risorse, rafforzando le sinergie tra le Business Unit, nonché migliorare l’immagine e la riconoscibilità dell’azienda.

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bon ton

Nicola Santini esperto di galateo, costume e società ph/Christian Ciardella

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Nozze coi fichi secchi

Sul lavoro, come nella vita privata, i favori vanno chiamati favori o cortesie, lasciando a chi deve recarli il privilegio di ribattezzarli “opportunità”

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lena del Montenegro fu selezionata a tavolino dalla suocera - la Regina Margherita per assicurare una discendenza "corretta"al figlio erede al trono, Vittorio Emanuele III. Che poi il matrimonio sia riuscito e la coppia sia stata unita per tutta la vita, in questa sede ci interessa poco. Mi è però funzionale per rispolverare un termine che non tutti sanno da dove origini, né come sia arrivato ai giorni nostri. Perché da una parte, se dal punto di vista genetico queste nozze sono state la fortuna della Casa Reale, pare che in termini di fasto, essendo il Montenegro un regno di scarsissima ricchezza materiale, i festeggiamenti furono considerati poco entusiasmanti. Fu in questa circostanza, infatti, che Edoardo Scarfoglio, riferendosi alla scarsa dote della sposa, coniò su Il Mattino l’espressione nota ancora oggi: “le nozze con i fichi secchi”. Anche in tempi di democrazia e di spese folli per bisogni futili, infatti, c'è sempre chi spera di farla franca utilizzando un termine che per alcuni equivale ad una password: «non abbiamo budget», più o meno orrendo quanto il famigerato «lo farai per visibilità e ti darà ritorno». Pochi soldi, molte promesse, zero riscontri. E in palio cosa c'è? Chi ci guadagna? Nessuno. Nemmeno quelli che apparentemente ricevono un servizio gratuito. Come ci si comporta in termini di Galateo? Cinque le regole d'oro dalle quali non si esce.

1) A richiesta di favore concreto si dovrebbe sempre offrire un ritorno concreto. Non si può spacciare un favore reale con uno virtuale. I favori chiamateli favori o cortesie, lasciando a chi deve recarveli il privilegio di ribattezzarli “opportunità”. 2) Quando la moneta di scambio è la visibilità, bisognerebbe sempre illustrare i termini di questa. Che sia una rassegna stampa cospicua, che sia il proprio nome scritto a caratteri cubitali e inviato ad un target specifico, che sia un contratto per il futuro in cui termini vengono descritti fin dal primo momento. 3) Se la cortesia richiede uno spostamento geografico non bisogna mai attendere che sia l'altro a chiedere i termini dell'organizzazione del viaggio e del soggiorno. Treni, aerei, taxi, alberghi, saranno organizzati in maniera impeccabile e comunicati senza bisogno di alcun tipo di sollecito. 4) Il fatto che un'esperienza possa dare possibilità di crescita tante volte può essere un valido motivo per richiedere o accettare una collaborazione in termini gratuiti. Bisogna però tener presente che un servizio che non richiede un esborso economico non significa che sia gratis. L'equivalenza scontata che qualcosa che si ottiene gratuitamente non abbia lo stesso valore di ciò che si paga, è tipica del cafone senza speranza. Dall'altra parte anche da chi decide di prestarsi a titolo gratuito o a rimborso spese ci si dovrebbe aspettare la stessa serietà che si pretende quando il lavoro è ben retribuito. La parola responsabilità non dovrebbe avere un prezzo. 5) Che ci sia un tornaconto grande o piccolo, le parole grazie e per piacere non sono mai abbastanza. So che non è l'argomento leggero per eccellenza che uno si aspetta di leggere sotto l'ombrellone, ma vorrei che l'estate, ricca di eventi e appuntamenti così come di progettazione per la stagione che verrà, in cui all'ordine del giorno c'è magari la voglia di prendere uno stagista o e coinvolgere i propri contatti in iniziative a senso unico, facesse riflettere. Luglio | Agosto 2019

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salute

Antonino Di Pietro direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis www.antoninodipietro.it | www.istitutodermoclinico.com

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Dalla ricerca nuove protezioni solari

L’esposizione al sole regala indubbi benefici, contribuendo ad aumentare le difese immunitarie e a rendere più forti le ossa, ma occorre proteggersi in maniera adeguata per evitare scottature ed eritemi, soprattutto per chi ha una pelle chiara e delicata

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ia che ci si metta in viaggio verso località di villeggiatura o che si resti in città, estate significa sole e sole implica, innanzitutto, prendersi cura della propria pelle. Se da un lato, infatti, l’esposizione solare porta indubbi benefici, in quanto contribuisce ad aumentare le difese immunitarie e rende più forti le ossa, accelerando la produzione di vitamina D, fondamentale per fissare il calcio, dall’altro, esporsi nelle ore più calde senza una adeguata protezione solare può comportare scottature ed eritemi, soprattutto per chi ha una pelle chiara e delicata.Preparare la pelle all’esposizione solare è il primo passo per evitare queste problematiche. Attenzione anche ai capelli, visto che i raggi solari intaccano la cheratina e indeboliscono il cuoio capelluto. Quest’anno tra le novità del mondo solare si colloca una ricerca dermatologica italiana che ha dato vita a Plusolina, complesso dall’azione antiaging a base di oli naturali presente in solari dermatologici ad alta protezione, utili per proteggere efficacemente la pelle dalle radiazioni

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solari, favorire l’abbronzatura e prevenire i danni da photoaging. Plusolina è un complesso costituito da un mix di oli naturali dall’azione protettiva e antiossidante che contribuiscono alla prevenzione dei danni cutanei da photoaging, ma anche nel rallentare la comparsa di inestetismi tipici del cronoaging. Il complesso Plusolina si compone dell’associazione di olio di Crusca di Riso, olio di Karanja, olio di cotone e vitamina E. L’azione sinergica di questi ingredienti ha dimostrato un’efficace azione preventiva e protettiva nei confronti dei danni da esposizione solare. L’olio di crusca di riso contiene gammaorizanolo che aiuta a proteggere la pelle dai raggi UVA. Inoltre garantisce un’azione emolliente, idratante, levigante, perfettamente bilanciata in acido oleico e linoleico e palmitico, particolarmente indicato per favorire un’abbronzatura sicura prevenendo l’invecchiamento cutaneo precoce della pelle.L’olio di Karanja è estratto dai semi di Pongamia Glabra (faggio indiano), ricco in pongamol e karanjin, due flavonoidi in grado di assorbire le radiazioni ultraviolette UVA/UVB coadiuvando un sistema di filtri solari che aiutano a prevenire i danni cutanei. L’Olio di cotone è invece ricco di acidi grassi essenziali come l’acido linoleico, ideale per rinforzare la barriera cutanea, nutrire e ristorare la pelle. Vitamina E è un potente antiossidante in grado di contrastare la formazione dei radicali liberi generati dai raggi solari, ritardando anche la comparsa di eritemi. Un elevato contenuto di ingredienti naturali provenienti da fonti sostenibili e rinnovabili, in alta percentuale biodegradabili. In particolare il sistema di filtri solari UVA e UVB è di nuovissima generazione perché consente di raggiungere fattori di protezione solare alti con minime quantità di filtri, per una protezione solare sicura per l’uomo, ecosostenibile e rispettosa per l’ambiente acquatico.


Giuseppe Fatati Presidente Italian Obesity Network

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Diabetes technology e autocontrollo/III parte

La medicina narrativa, con l’ausilio di piattaforme digitali, può trasformare i racconti dei pazienti con diabete in una Personal Health StoryMap, capace di agevolare i percorsi di cura e diventare un prezioso contributo nel creare itinerari di assistenza condivisi ed efficaci

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bbiamo avuto modo di precisare nel numero precedente che lo sviluppo tecnologico nella cura del diabete è inarrestabile e le health mobile app sono il futuro prossimo. É indubbio che la tecnologia applicata alla gestione del diabete, se utilizzata in modo appropriato, può migliorare la salute delle persone. Il rapido cambiamento del panorama tecnologico può anche rappresentare un ostacolo e favorire lo sviluppo di forme di dipendenza individuali, sociali e politiche come dimostrato dal crescente numero dei giovani e meno giovani affetti dalla Sindrome di Hikikomori o da nomofobia. Nomofobia è un neologismo, nato dall’abbreviazione di no-mobile-phone e indica il terrore di rimanere sconnessi dalla rete mobile come epifenomeno della dipendenza da smartphone. La maggior parte di noi ha sperimentato il senso di smarrimento conseguente alla mancanza di connessione, anche momentanea, nonostante non fosse in gioco la nostra salute. Non vi sono certezze sul rapporto tra nomofobia e diabete ma forse soltanto perché non vi sono studi dedicati. Per tali motivi vi è l’assoluta necessità che il diabetologo migliori e sviluppi una cultura propositiva e critica del fenomeno attraverso

l’acquisizione di competenze specifiche che consentano di conservare, e non impoverire, il rapporto interpersonale con i pazienti. Poiché la persona con diabete è maggiormente esposta a soffrire di depressione e a isolarsi socialmente, è imprescindibile la promozione di studi sull’impatto dell’uso delle app sull’identità personale e relazionale fino ad oggi marginalizzati e non adeguatamente supportati. Le risorse per superare l’inerzia osservazionale appena descritta possono essere trovate nella stessa new technology. In particolare la medicina narrativa con l’ausilio di piattaforme digitali può trasformare i racconti dei pazienti con diabete in una Personal Health StoryMap. Raccontare la propria malattia, la sofferenza e il dolore può agevolare i percorsi di cura e diventare un prezioso contributo nel creare itinerari di assistenza condivisi ed efficaci, facendo uscire i diabetici dalla condizione di isolamento ed emarginazione in cui rischiano di finire. La Personal Health StoryMap si articola in cinque fasi esistenziali che sintetizzano i vissuti, il grado di accettazione della malattia, le emozioni e la qualità della vita. Le fasi sono: il caos, la liminalità, la normalizzazione, la restituzione, l’appropriazione. Gli stimoli narrativi che guidano la raccolta della storia del paziente mirano a rilevare la fase attuale e la fase attesa, mentre la fase obiettivo può essere formulata dal team curante. La mobile health potrebbe spostare l’obiettivo di un piano terapeutico dal solo controllo della malattia a un intervento esistenziale che consenta il passaggio, ad esempio, da una fase di caos a una di normalizzazione e infine di appropriazione in cui il soggetto vive la malattia come un’occasione, non negativa, di cambiamento del progetto di vita. In questo contesto il medico deve sviluppare un io digitale articolato, e non monodirezionale, che consenta di superare quella inerzia dello sguardo che lo orienta verso la cura della malattia e non verso il prendersi cura del soggetto che ha la malattia. Luglio | Agosto 2019

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LIBRI

HOME CINEMA

a cura di Raffaella Venerando

M, il figlio del secolo di Antonio Scurati

È

Bompiani pp. 848

un romanzo, sì, ma un romanzo in cui d'inventato non c'è nulla. Al contrario, ogni singolo accadimento, personaggio, dialogo o discorso è storicamente documentato o autorevolmente testimoniato da più di una fonte. È la storia dell'Italia tra il 1919 e il 1925, dalla fondazione dei Fasci italiani di combattimento al delitto Matteotti, la storia di un Paese che si consegna alla dittatura, la storia di un uomo (M, il figlio del secolo) che rinasce molte volte dalle proprie ceneri. La storia della Storia che ci ha resi quello che siamo. Dal libro: «Nella sua miserabile stanzetta il Mussolini vivente si aggira con riflessi da belva in gabbia. La percorre in lungo e in largo ma non scorge nessuna breccia nel muro dell’ostilità universale.Ogni volta che qualcuno bussa alla porta, incassa la testa nelle spalle per ridurre la superficie corporea e si volta di scatto mosso dall’istinto della preda aggredita. Poi, non appena si accorge di avere un pubblico, fosse anche solo un fattorino, riguadagna la padronanza di sé e ostenta noncuranza. A chiunque si venga ad accertare sulle condizioni di salute del morto vivente concede qualche spacconata. “Voti ne abbiamo ottenuti pochi, sì, in compenso di revolverate ne abbiamo sparate parecchie.” La verità è che lo scacco per i fascisti è stato micidiale, lo smacco personale per lui che già s’immaginava come “il deputato di Milano” bruciante. Quelle del 16 novembre sono state elezioni “rosse”. Sui socialisti si sono rovesciati 1.834.792 voti, pari a 156 parlamentari eletti. Un risultato trionfale, un presagio di rivoluzione. L’insuccesso della lista fascista è stato, per proporzione inversa, totale: su circa 270.000 votanti della circoscrizione di Milano, i fascisti hanno raccolto soltanto 4657 voti. Mussolini ha ottenuto soltanto 2427 voti preferenziali. Nessuno dei candidati fascisti è stato eletto. Nessuno. Nemmeno lui. È stato un fiasco completo».

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a cura di Vito Salerno

Il professore e il pazzo di Mel Gibson

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l film è girato in modo magistrale dal regista iraniano Farhad Safinia, noto anche con lo pseudonimo di P. B. Shemran e unisce per la prima volta due pesi massimi del cinema mondiale, Mel Gibson e il due volte Premio Oscar come miglior attore Sean Penn. Il professore e il pazzo è la storia vera del Professore James Murray (impersonato da Mel Gibson) al quale viene affidata nel 1857 la redazione del primo dizionario al mondo che racchiuda tutte le parole di lingua inglese. Per realizzare questa immensa opera letteraria il Professore avrà l’idea di coinvolgere la gente comune invitandola a mandare via posta il maggior numero di parole possibili. Giunto però ad un punto morto, riceve la lettera di William Chester Minor (interpretato da Sean Penn) un ex professore ricoverato in un manicomio perché giudicato malato di mente. Le migliaia di parole che il Dottor Chester manda via posta sono talmente fondamentali per la compilazione del dizionario che i due formeranno un’insolita alleanza che si trasformerà in una splendida amicizia. Drammi, omicidi, tradimenti, storie d'amore, Il professore e il pazzo intreccia generi multipli in un racconto avvincente e indimenticabile su due uomini straordinari che, attraverso un'improbabile amicizia e contro temibili avversari, hanno scalato una delle vette più alte della ricerca accademica, accompagnandoci nell’era moderna.


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