COSTOZERO |La Sostenibilità al centro dello Sviluppo

Page 1



editoriale

Sostenibilità, la via allo sviluppo di Andrea Prete | vice presidente vicario Unioncamere Sempre più imprenditori scelgono la strada green e lo fanno adottando un modello che fonde insieme qualità, bellezza, innovazione, rispetto dell’ambiente e coesione sociale

L

a terza edizione dell’Eurochambres Economic Forum, tenutasi a Roma lo scorso 7 ottobre, ha avuto come focus lo sviluppo sostenibile. Una scelta che da subito ci ha trovati concordi perché uno sviluppo sostenibile non è solo una necessità etica, sociale e ambientale, ma anche un’opportunità di crescita per le imprese e, più in generale, per l’intero sistema economico. L’impegno per rendere il nostro Pianeta un posto più giusto e vivibile è condensato nei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile, promossi dall’Onu, da raggiungere entro il 2030. Sono traguardi che impongono sfide ambiziose: dall’energia pulita e accessibile, al lavoro dignitoso; dall’innovazione alla produzione e al consumo responsabile. Anche l’Europa ha messo la sostenibilità come priorità della sua agenda. La presidente von der Leyen ha annunciato, infatti, di volere fare del Green Deal europeo il suo l’elemento distintivo. E in questo quadro ha posto l’attenzione sull’enorme impatto che la digitalizzazione può avere per favorire questa importante transizione. Sul terreno della sostenibilità, l’Italia sta già facendo la sua parte. Sempre più imprenditori, infatti, scelgono la strada green e lo fanno adottando un modello che fonde insieme qualità, bellezza, innovazione, rispetto dell’ambiente e coesione sociale. I nostri dati ci dicono che quasi il 25% delle imprese industriali e terziarie hanno scommesso sulla green economy, innovando. Un’azienda green su 4 ha introdotto tecnologie 4.0. In più puntare sull’economia verde paga. Queste realtà imprenditoriali hanno, infatti, una migliore presenza sui mercati esteri, assumono di più e sono più competitive rispetto alle altre. Per quanto riguarda le emissioni di gas serra, anche l’agricoltura italiana sta facendo molto e bene: con 569 tonnellate per ogni milione di euro prodotto dal settore primario made in Italy, si producono il 46% di gas serra in meno della media Ue 28. Molto meglio di Spagna (+25% rispetto al nostro Paese), Francia (+91%), Germania (+118%) e Regno Unito (+161%). Inoltre, l’Italia ha il minor numero

di prodotti agroalimentari con residui di pesticidi (0,48%), inferiore di 7 volte rispetto a quelli francesi e di quasi 4 volte di quelli spagnoli e tedeschi ed è campione sul fronte del biologico: 64.210 i produttori biologici italiani, molti di più di Spagna (36.207) e Francia (32.264). Bisogna continuare, pertanto, lungo questo cammino che ci vede primi in Europa anche per la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti anche industriali. E terzi per l’utilizzo di materie prime, come certificato da Eurostat. Affinché la sostenibilità però diventi una realtà nella nostra economia è necessario, da un lato, accompagnare le aziende in questa transizione con un’azione di prossimità che solo le Camere di Commercio possono garantire; dall’altra, costruire le condizioni affinché sostenibilità e competitività camminino di pari passo. Un obiettivo, quest’ultimo, che sarebbe di certo più alla portata dei singoli Stati membri, se l’Unione Europea favorisse in modo deciso gli investimenti in green, in ricerca, in innovazione. Stiamo portando avanti un importante percorso di riordino del sistema camerale stabilito dalla riforma, riorganizzando le nostre reti, i nostri servizi e le nostre società. Stiamo costituendo, inoltre, un sistema finanziariamente più efficiente, anche attraverso il partenariato pubblico-privato per sviluppare servizi di eccellenza sulle direttrici attuali dell’economia che parlano di digitalizzazione, semplificazione, internazionalizzazione, orientamento al lavoro, turismo e cultura. Stiamo facendo questo e molto altro per affrontare adeguatamente i tanti temi che si intrecciano lungo le nuove frontiere dello sviluppo, importanti in Italia quanto in Europa, e che, per la loro complessità, non possono che trovare una soluzione comune, all’interno di un quadro europeo favorevole. Questo evento, che ha riunito i rappresentanti di 1.700 CCIAA di 43 Paesi europei cui fanno riferimento oltre 20 milioni di imprese, è perciò stata una straordinaria occasione per allargare lo sguardo e condividere insieme le azioni necessarie per una vera crescita sostenibile. Ottobre | Novembre 2019

1


sommario

1

4

6

9

EDITORIALE Sostenibilità, la via allo sviluppo di A. Prete SPECIALE SOSTENIBILITÀ Sostenibilità: il Piano A per un pianeta più sicuro, equo e inclusivo Intervista a E. Giovannini Revello: «La sostenibilità non è più un tema marginale per le imprese» Intervista a R. Revello Il senso di Bonomi per il futuro Intervista a C. Bonomi

12 Bicciato: «La finanza sostenibile può essere conveniente» Intervista a F. Bicciato PRIMO PIANO Daveri: «Va ricostruito il funzionamento 14 del capitalismo globale» Intervista a F. Daveri PRIVACY Privacy, il Progetto SMEDATA 16 a beneficio delle imprese a cura della redazione 17

La centralità dell'accountability Intervista a C. Filippi

18

De Paoli: «Il GDPR non è un testo punitivo» Intervista a D. De Paoli

19 Oblio e diritto di cronaca, nuove pronunce di P. Di Stefano FOCUS 21 La sfida globale in campo energetico: parola d’ordine sostenibilità di C. Carreras CONFINDUSTRIA Innovazione, il Premio Best Practices 23 di Confindustria Salerno fa 13 Intervista a E. Gisolfi Garanzia Campania Bond, 25 lo strumento innovativo che finanzia le pmi a cura della redazione

2

Bancopass, la best practice 26 di Assolombarda arriva a Salerno a cura della redazione Passaggio al futuro, 27 l’equilibrio tra continuità e cambiamento a cura della redazione Doppia Coppia, i talenti complementari che fanno 29 crescere l’impresa a cura di R. Venerando NEW ENTRIES 30 CO.ME.P., il partner globale per la tua impresa a cura della redazione 31

QBM, la qualità avanza fino al 4.0 a cura della redazione

BUSINESS Virvelle e l’Istituto Lean Management, 32 insieme per promuovere la Produzione Snella di M. Vitolo 34 Ecommerce Hub, numeri da record per la quinta edizione a cura della redazione Mercato immobiliare campano, cresce la 36 propensione all'acquisto Intervista a F. Elefante NORME E SOCIETÀ Investire sulla giustizia sostenibile 37 di M. Marinaro 39

Lotta alla corruzione, ancora errori e ritardi di L. M. D'Angiolella

Contributi dei consorzi di bonifica, illegittimi 41 se non parametrati all’effettivo beneficio fondiario di M. Galardo FISCO Innovation manager, 50 milioni di euro per sostenere la trasformazione tecnologica 43 e digitale delle PMI e delle reti d’impresa di A. Sacrestano 45

La rinuncia dei soci ai crediti può essere elusiva di M. Fiorentino

47

Le novità operative di Resto al Sud di G. Arleo


MERCATI Canada e Giappone: il punto 48 sugli accordi con l’Unione Europea di A. Petruzzo

NUMERO 4 OTTOBRE/ NOVEMBRE 2019

Innovation Road Lab, 50 lungo il percorso dall’intuizione al progetto a cura di M. Anzolin, coordinatrice progetto IRL

Bimestrale di Economia, Finanza, Politica Imprenditoriale e Tempo Libero di Confindustria Salerno

Turchia, lo study tour per conoscere e visitare 51 aziende performanti di D. Trimarchi

Reg. Trib. di Salerno N. 67 7 del 22/10/1987 Iscrizione al Roc N. 23241/2013

LAVORO 53 Solidarietà ex art. 29 d.lgs. 276/2003 negli appalti di P. Ambron SICUREZZA Trasporti, gli infortuni e la prevenzione 54 nel settore in un focus di Dati Inail a cura della Direzione Centrale Pianificazione e Comunicazione | Inail

TURISMO Rete Destinazione Sud SRL, la promozione 56 e commercializzazione integrata delle destinazioni diventa realtà a cura della redazione RE-VALUES LAB BUSINESS CONTINUITY: gestione efficiente dei 58 rischi per trasformare le situazioni avverse in opportunità di L. Pellegrino BON TON Perché abbiamo tutti bisogno di un social detox 60 di N. Santini SALUTE 61 Tatuaggi, un pericolo a fior di pelle di A. Di Pietro 62

Il Manifesto dell’Italian Obesity Network per un futuro sostenibile di G. Fatati

FINISTERRE La filosofia poetica di Rubina Giorgi 63 di A. Amendola LIBRI/HOME CINEMA 64 Madrigale senza suono a cura di R. Venerando

Direttore Editoriale Andrea Prete Direttore Responsabile Alessandro Sacrestano Redazione Raffaella Venerando Project Management Vito Salerno Società Editrice/Direzione e Redazione Assindustria Salerno Ser vice Srl Via Madonna Di Fatima, 194 84129 Salerno Tel. 089 335408/Fax 089 5223007 P. iva 039711 70653 redazione@costozero.it www.costozero.it Stampa Ar ti Grafiche Boccia/Salerno Foto Archivio Costozero/Vito Salerno Massimo Pica/Ag. Fotografica Grafica e Impaginazione Moreplus/www.moreplus.it

L e op inioni esp resse neg l i a r tic ol i a p p a r teng ono a i sing ol i a u tori dei q u a l i si intende risp etta re l a p iena l ib er tà di g iu diz io

www.costozero.it

64 LUCANIA | Terra, sangue e magia a cura di V. Salerno Ottobre | Novembre 2019

3


speciale sostenibilità

Sostenibilità: il Piano A Busine famiglle» per un pianeta più«La sicuro, Raffaella Venerando equo ediinclusivo

«Bisogna agevolare il passaggio a un’economia a basso contenuto di carbonio il prima possibile, altrimenti le perdite generate dalla crisi climatica saranno molto più elevate dei costi a sostegno dell’azione» Enrico Giovannini portavoce ASviS - Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile

P

rofessore, il verbo promosso con coralità in questi anni da ASviS - Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile - finalmente sembra diventato l’unico piano B per cambiare il volto all’economia mondiale. Può la sostenibilità essere la chiave di volta per uscire dalla stagnazione politica ed economica anche per il nostro Paese? Più che il piano B, la sostenibilità rappresenta il piano A, quello da mettere in pratica, e l’Agenda 2030 traccia le linee guida da seguire per rendere il Pianeta un posto più sicuro, equo e inclusivo, con meno disuguaglianze e più benessere condiviso. In un Paese che ha sempre fatto fatica a trovare una visione di lungo periodo, l’Agenda 2030 e i suoi 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile sono dunque la strategia da seguire per uscire dalla crisi sistemica che stiamo attraversando ormai da molto tempo. Una soluzione ai problemi sociali, economici e ambientali. È senz’altro un’opportunità da cogliere. Ma di cosa è fatta la sostenibilità? Di compatibilità ambientale e di?

4

Quanto pesa il rispetto dei diritti umani? Il 25 settembre del 2015, 192 Paesi più l’Italia oltre a mettere un serio freno al riscaldamento globale e alla perdita di biodiversità si sono impegnati nel ridurre la forbice delle disuguaglianze, ad agire sulla povertà, a garantire parità di genere, a tutelare la salute e il benessere di tutti. Tanti obiettivi che non possono essere raggiunti senza incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, assicurando al contempo un'occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso alle persone. Con l’Agenda 2030 la sostenibilità è finalmente uscita dal filone ambientale nel quale era stata relegata, con i diritti umani a rappresentare proprio il cuore del documento. Quando parliamo di sostenibilità parliamo di giustizia intergenerazionale e intragenerazionale. L’intento è di costruire un mondo in cui nessuno viene lasciato indietro, un sistema in grado di tutelare i diritti dell’intera umanità. Tanti sono stati i flop nel tempo

di Raffaella Venerando

in tema di sostenibilità: Copenaghen, Kyoto, Messico e altri appuntamenti e propositi falliti. Quanto tempo ha perso la politica mondiale e perché? Oggi come può recuperare quella italiana per incoraggiare con serietà e metodo lo sviluppo di un’economia sostenibile, tenuto conto che manca solo un decennio alla scadenza dell’Agenda 2030? È vero, abbiamo solo 10 anni di tempo per realizzare l’Agenda, e va ricordato che ventidue dei centosessantanove target che la compongono hanno scadenza al 2020, purtroppo già sappiamo che la maggior parte di essi non saranno raggiunti. Nei summit degli ultimi anni, in particolare quelli sul cambiamento climatico a cui fa riferimento, diversi sono stati i fallimenti sul piano negoziale. C’è però qualche nota positiva, per esempio il protocollo di Kyoto rimane importante per l’Europa, dato che ha contribuito a renderla il posto più sostenibile al mondo. Per recuperare gli anni persi, l’Italia e il mondo intero dovrebbero dare importanza agli avvertimenti


della scienza sui cambiamenti climatici. Le tecnologie per decarbonizzare le nostre economie ci sono, e diventano sempre più competitive, bisogna agevolare il passaggio a un’economia a basso contenuto di carbonio il prima possibile, altrimenti le perdite generate dalla crisi climatica saranno molto più elevate dei costi a sostegno dell’azione. Passare a un’economia sostenibile è l’unico modo che abbiamo per rendere il nostro Paese un posto migliore. Quali riforme propone l’ASviS? In questi anni l’ASviS ha avanzato diverse proposte, sia per ciò che concerne le azioni “trasversali” che per l’assetto della governance a sostegno dello sviluppo sostenibile. Tra queste, troviamo la trasformazione del CIPE in Comitato Interministeriale per lo Sviluppo Sostenibile, così da orientare le scelte sugli investimenti pubblici al perseguimento degli SDGs (l’acronimo inglese che fa riferimento agli Obiettivi di sviluppo sostenibile). Altra proposta è l’inserimento in Costituzione del principio dello sviluppo sostenibile, unita alla predisposizione di una legge annuale sullo sviluppo sostenibile, cioè un veicolo normativo destinato a introdurre modifiche di carattere puramente ordinamentale ma che, grazie alla sua visione sistemica, può aiutare il conseguimento dell’Agenda 2030. Ritiene che la transizione verso gli obiettivi di Agenda 2030 debba essere incrementale o su alcuni piani è possibile spingere di più per un’autentica rivoluzione? Chiaramente in alcuni settori, come quello energetico, il passaggio deve essere graduale per garantire una “giusta transizione”,

cioè che non vengano messi in discussione i diritti dei lavoratori. In generale, l’Agenda 2030 è essa stessa un documento rivoluzionario. L’universalità, la necessità della partecipazione di tutti per essere attuata e la visione integrata dei temi fanno del documento Onu uno strumento innovativo di portata epocale. C’è da dire, però, che l’Italia - come noto - soffre di una drammatica carenza nel decidere e scegliere la centralità della ricerca, dell'educazione, della formazione, dell'innovazione e quindi nel fornire adeguati finanziamenti a questi settori. In questo modo, al di là delle eccellenze che fortunatamente ci sono, non si rischia di non cogliere le straordinarie opportunità che si stanno presentando? L’Italia vive una condizione di non sostenibilità per via di una governance poco incline alle politiche di sviluppo sostenibile. Siamo uno dei Paesi europei che investe meno in istruzione in rapporto al Pil, sebbene l’educazione sia la chiave per il progresso socio-economico e la riduzione della povertà a livello locale e globale. Le do un dato: nell’ultimo anno il tasso di abbandono scolastico dei ragazzi e delle ragazze italiane peggiora, raggiungendo il 14%, come riportato nel Rapporto 2019 dell’ASviS. Bisogna invece garantire il proseguimento scolastico ai nostri studenti, e costruire Università pronte a formarli sui temi del futuro, come l’innovazione digitale. Solo così limiteremo il fenomeno dei “cervelli in fuga”, riuscendo a creare un collegamento anche con il mondo del lavoro, che spesso in Italia vive una crisi legata a domanda e offerta, con le aziende

che non trovano le competenze adatte alla propria attività, e i ragazzi costretti ad andare via per seguire le proprie passioni. L’economia circolare è l’unica economia possibile? Con quali vantaggi per le imprese e per i cittadini? Sull’aspetto economico e finanziario delle aziende, l’ultimo rapporto dell’Istat è chiaro: le imprese che hanno investito in sostenibilità negli ultimi anni hanno beneficiato di un aumento di produttività, a parità di condizioni, rispetto ai competitor. Parliamo di una quota pari al 15% per le aziende di grandi dimensioni, pari a circa il 10% per quelle con più di 95 dipendenti, e pari al 5% per quelle con più di 75 dipendenti. Servono dunque nuovi modelli di produzione e consumo, capaci anche di tutelare il benessere collettivo, come previsto dal Goal 12 dell’Agenda 2030. Proprio in questa ottica l’ASviS sulla scia dei “Fridays for Future” ha lanciato i “Saturdays for Future”. L’idea è quella di far diventare il sabato, giorno in cui la maggioranza delle persone fa la spesa, il momento dell’impegno per cambiare i modelli produttivi e le abitudini di consumo a favore di uno sviluppo sostenibile. La prima tappa del 28 settembre è stata un successo, con decine di eventi sul territorio nazionale, ma è solo l’inizio di un percorso che renderà il cittadino più informato e consapevole delle proprie scelte, magari riuscendo a innescare un processo virtuoso che porti a cambiare gli attuali modelli di produzione per renderli sempre più sostenibili dal punto di vista non solo economico, ma anche sociale e ambientale.

Ottobre | Novembre 2019

5


speciale sostenibilità

Revello: «La sostenibilità non è più un tema marginale per le imprese»

L'attuale modello di business è ormai superato e va ripensato

di Raffaella Venerando

Rossana Revello coordinatrice per il gruppo Responsabilità Sociale di Impresa Confindustria

D

ottoressa Revello, da tempo Confindustria spinge sulla responsabilità sociale delle imprese. Quali i risultati? Le aziende stanno evolvendo verso un modello di economia sostenibile? In Confindustria abbiamo iniziato ad occuparci di responsabilità sociale d’impresa nel 2008, quando stavamo attraversando una fase critica dell’economia a livello globale, data dagli eccessi di un mercato sregolato che ha prodotto seri problemi sul piano della finanza con gravi ripercussioni sull’economia reale. Con la Commissione Cultura è stato quindi necessario indirizzare le imprese associate alla luce di questa nuova situazione. La stessa responsabilità sociale d’impresa era allora associata alla cultura d’impresa, considerata un argomento da salotto più che di governance. Già allora, però, Confindustria ha saputo coglierne il valore strategico e ha messo a punto degli strumenti che permettessero di leggerla all’interno della

6

pianificazione di impresa, nella sua accezione di sostenibilità ambientale, finanziaria e sociale. In quegli anni sono state messe a punto insieme alla Luiss le prime linee guida per le PMI sugli indicatori di sostenibilità, che oggi sono state riviste, attualizzate e che verranno diffuse a breve. La vera svolta però è avvenuta nel 2016 con la presidenza Boccia e la mia nomina a presidente non più della commissione cultura, ma del Gruppo Tecnico RSI, inserito all’interno della delega della politica industriale. La responsabilità sociale e la sostenibilità non sono più temi marginali ma stanno entrando in tutte le agende politiche ed economiche, anche se con pesi e impatti diversi. Abbiamo lavorato sugli strumenti di supporto per le PMI che diventeranno patrimonio di Confindustria e la sensibilità all'interno del sistema associativo è cresciuta tantissimo: siamo chiamati sempre più spesso alle Assemblee, sia territoriali che di categoria, per raccontare quello che stiamo facendo e per ascol-

tare sempre più testimonianze e buone pratiche. Attraverso il Road Show del Manifesto, infatti, abbiamo potuto verificare sul campo con le imprese la vision che avevamo elaborato attraverso il Decalogo e il Manifesto per la Responsabilità Sociale d’Impresa per l’Industria 4.0. E abbiamo potuto toccare con mano l'accelerazione verso la sostenibilità delle nostre imprese. Quali settori sono già pronti e quali, invece, in ritardo? I settori che da più tempo sono impegnati nella sostenibilità sono il comparto del legno e quello della ceramica che, accanto alla sostenibilità ambientale, sono protagoniste di iniziative di welfare aziendale riconducibili alla responsabilità sociale di impresa, che spaziano dal benessere dei dipendenti fino ad iniziative a favore della comunità. In Italia ci sono poi altri ambiti che hanno un impegno attento alla sostenibilità, specie ambientale: sono già molte le innovazioni nel campo della sostenibilità ambientale che vedono protagoniste


le aziende chimiche che, tramite Federchimica, hanno aderito al Responsible Care, un programma mondiale di sviluppo industriale sostenibile, nato in Canada nel 1984 e che in Italia Federchimica ha avviato nel 1992, che ha profondamente cambiato il modo di concepire l’industria. Altro settore dove l’attenzione alla sostenibilità è in forte crescita è il tessile, settore nel quale si sta assistendo ad una vera e propria esplosione di brand che hanno investito sulla sostenibilità, sia nell’ottica di tracciare la filiera e di investire in tecnologie, sia per creare nuovi prodotti che sono all’insegna del rispetto dell’ambiente, risparmio delle materie prime e delle risorse economiche e della razionalizzazione dei processi, ma anche per trovare soluzioni innovative nel rispetto della salute dei lavoratori e dei consumatori. La sostenibilità ambientale e sociale è cresciuta anche nel settore alimentare che vede le aziende del settore impegnate nel controllo della filiera per dimostrare la qualità e la sicurezza dei propri prodotti e l’affidabilità dei fornitori. Molte aziende del settore siderurgico e metallurgico hanno investito in nuove tecnologie e nel rifacimento degli impianti produttivi al fine di risultati in termini di efficienza, tutela della salute lavoratori e minore impatto sui territori. In questi anni si sta facendo strada anche il mondo del riciclo e del riuso soprattutto nell’ottica dell’economia circolare dove il trattamento di taluni materiali è sempre più perfezionato per avere performance più elevate di riuti-

lizzo anche dei materiali di risulta della lavorazione. Ovviamente ci sono anche situazioni critiche e piccole aziende che hanno difficoltà ad investire e a cogliere le opportunità che la sostenibilità può offrire. È in questo che Confindustria si sta impegnando in questi anni: dare agli imprenditori delle PMI degli strumenti pratici di politica industriale che permettano alle aziende di raggiungere i loro obiettivi in maniera sostenibile. All’interno dell’Agenda 2030 dell’ONU, Confindustria ha scelto di focalizzarsi su 3 obiettivi in

particolare. Quali? Confindustria ha fatto propri 3 obiettivi nell’Agenda 2030: l’8, il 9 e il 10. L’obiettivo 8, crescita sostenibile quindi ricerca, una sempre maggiore efficienza, risparmi operativi, riduzione delle emissioni, zero rifiuti, riciclo integrale a ciclo chiuso e sempre maggiore attenzione al capitale umano e relazionale e alla convergenza degli interessi imprenditoriali dei territori. L’obiettivo 9 perché è tempo di affrontare con decisione il tema della sostenibilità e della resilienza del territorio e del sistema

LA LA RESPONSABILITÀ RESPONSABILITÀ SOCIALE SOCIALE PER PER L’INDUSTRIA L’INDUSTRIA 4.0 4.0

MANIFESTO DI CONFINDUSTRIA PER LE IMPRESE CHE CAMBIANO, PER UN PAESE PIÙ SOSTENIBILE Gli imprenditori di oggi devono affrontare uno scenario nuovo rispetto al passato che richiede un ripensamento del modello di sviluppo CHE PUNTI SULL’INNOVAZIONE E LA SOSTENIBILITÀ ALL’INTERNO DI UN SISTEMA IN GRADO DI CREARE VALORE CONDIVISO PER TUTTI. È in questo contesto che CONFINDUSTRIA considera la RESPONSABILITÀ SOCIALE un elemento vincente per la competitività delle imprese e si impegna per promuoverla all’interno e all’esterno della sua organizzazione attraverso un percorso di impegni concreti.

1 PROMUOVERE LA CONSAPEVOLEZZA

Aumentare la consapevolezza dei problemi sociali e ambientali che hanno maggiore impatto per le imprese italiane

iniziative volte a valorizzare i casi di successo e a favorire l’ingaggio delle imprese nella logica di migliorare la competitività del sistema industriale italiano.

2

5 SOSTENERE L’INTEGRITÀ

INCIDERE SULLA GOVERNANCE Promuovere l’integrazione della sostenibilità nella governance di impresa nella logica di migliorare la competitività

3

SOSTENERE L’INNOVAZIONE Promuovere l’innovazione dei modelli di business e lo sviluppo di strategie aziendali orientate verso i SDGs (Sustainable Development Goals) anche attraverso la raccolta e la diffusione di best practice

4 PROMUOVERE LA FORMAZIONE

Sviluppare programmi di formazione sulla sostenibilità, sulle caratteristiche dell’agenda 2030 e dei SDGs e coinvolgere le associazioni territoriali e le categorie produttive attraverso la messa a punto di strumenti e

Sostenere e promuovere l’adozione di politiche e sistemi di gestione volti ad assicurare l’integrità dei comportamenti e il contrasto alla corruzione

ADEGUATI 6 INDIVIDUARE STRUMENTI DI POLITICA ECONOMICA Proporre alle istituzioni forme di incentivazione non opportunistiche per le imprese che adottino buone pratiche di RSI

7 FAVORIRE LA RICERCA

Orientare le iniziative di sostegno alla ricerca – pubblica e privata – verso soluzioni che diano risposta ai problemi dello sviluppo sostenibile e che favoriscano nuovi modelli di business

8 STRATEGIA NAZIONALE

Richiedere al Governo un impegno costante per il raggiungimento degli SDGs attraverso l’implementazione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, creando tavoli di lavoro congiunto e garantendo un impegno efficace e continuo

9 CONSOLIDARE LE PARTNERSHIP

Promuovere lo sviluppo di partnership pubblico-private, e con il terzo settore, attraverso azioni di sensibilizzazione e informazione verso le imprese associate, per favorire l’innovazione e la creazione di valore condiviso

10 CULTURA DELLA SOSTENIBILITÀ

Incoraggiare le scuole, le Business School e le Università a sviluppare una cultura della sostenibilità come modello di comportamento per le imprese

Ottobre | Novembre 2019

7


speciale sostenibilità

infrastrutturale; è necessario invedegli incentivi alla sostenibilità, le azioni di contesto necessarie ad stire di più e meglio in prevenzioquali premialità nei bandi di gara, agevolare la transizione verso un ne, innovazione e manutenzione, defiscalizzazione degli investimodello di sviluppo sostenibile per contenere il rischio di danni e i menti oppure pongano in essere Confindustria ha fatto propri due costi conseguenti. operazioni simili a quanto fatto punti del patto che sono consideE la tragedia di Genova ha posto con l’Industria 4.0. È necessario rati prioritari e sui quali intende con forza l’attenzione su questo che ci sia un riconoscimento in lavorare, sviluppando progetti e tema. L’obiettivo 10 invece è stato termini di reputazione anche per attività: la riduzione degli impatti specificamente scelto dal presile aziende che pongono in essere ambientali e l’education. dente Boccia, perché la disuguale buone pratiche di sostenibilità Confindustria intende proprio glianza inibisce la crescita umana in modo che questa trasparenza riportare la formazione al centro e imprenditoriale e va combattuta venga riconosciuta sul mercato, dell’agenda del Paese. Soltanto in tutti i settori. fra i consumatori e in generale in questo modo sarà possibile Che cosa si può fare per le aziende dagli stakeholder di riferimento. sviluppare nella nostra società, in Italia? C’è da dire, però, che l’Itanell’economia, nel lavoro quella È importante che le imprese lia - come noto - soffre di una intelligenza che, da sempre, è l’eabbiano strumenti per crescere drammatica carenza nel decidere nergia indispensabile per andare e sappiano utilizzare le leve che e scegliere la centralità della nel futuro. Bisogna ricostruire un la finanza può offrire. legame strutturale tra le Per questo Confindunostre scuole, i nostri ITS, Confindustria intende stria, oltre che sul fronte le nostre università e il proprio riportare la formazione della rendicontazione, è sistema produttivo. L’Italia al centro dell’agenda del Paese. è la seconda potenza maimpegnata anche sulla divulgazione delle buone nifatturiera in Europa ma Soltanto in questo modo pratiche di sostenibilità e tanti giovani non lo sanno, sarà possibile sviluppare nella sull’informazione alle PMI. non considerano l’indunostra società, nell’economia, Per aiutare le aziende stria come un’opportunità nel lavoro quella intelligenza italiane, soprattutto per il loro futuro perché le PMI a comprendere spesso non riescono ad che, da sempre, è l’energia l’importanza strategica intercettarla durante gli indispensabile per andare della sostenibilità, sono anni della loro formazione nel futuro necessarie strategie che scolastica: il risultato è viaggino su due binari, che abbiamo tante imprediversi ma convergenti: il primo ricerca, dell'educazione, della forse che vogliono assumere giovani è la promozione della cultura e mazione, dell'innovazione e quindi e dall’altro lato tanti giovani che della consapevolezza che non nel fornire adeguati finanziavorrebbero essere assunti e non c’è alternativa al ripensamento menti a questi settori. In questo trovano lavoro e non li trovano del vecchio modello di business; modo, al di là delle eccellenze che perché hanno fatto scelte formail secondo è lo studio di piani di fortunatamente ci sono, non si tive sbagliate. supporto alle PMI virtuose. rischia di non cogliere le straorAll’estero, invece, questo collegaQui sono importanti le strategie dinarie opportunità che si stanno mento tra istruzione e impresa è delle grandi imprese che in questi presentando? una assoluta priorità. Dobbiamo anni si stanno impegnando ad Quando nel giugno 2017, ha far sì che anche in Italia si ragaiutare le piccole della loro catena aderito, insieme alle maggiori giunga questo risultato a partire di fornitura a porre in atto criteri associazioni datoriali al Patto di da una forte azione di sistema e obiettivi di sostenibilità, ma su temi come orientamento, Milano promosso da ASviS - in è anche indispensabile che i alternanza scuola-lavoro, ITS, cui le organizzazioni firmatarie governi mettano a disposizione dottorati industriali. hanno indicato al decisore politico

8


Il senso di Bonomi per il futuro

La nuova dimensione verso cui tendere deve essere incentrata su lavoro, giovani, donne, tecnologia e sostenibilità, di cui è proprio la sostenibilità il cuore centrale, declinata a sua volta in 3 accezioni diverse: sostenibilità generazionale, sociale e ambientale di Raffaella Venerando

Carlo Bonomi presidente Assolombarda

P

residente, nella CostituzioNon basta più produrre utili da scorso, racchiuso e condensato ne di Weimar si dice che «la redistribuire ai soci, ma creare nel titolo della stessa: “L’impresa proprietà obbliga socialconcretamente crescita, lavoro e di servire l’Italia”. mente», ovvero chi è proprietareddito, elementi reali di coesioE la sua classe dirigente ideale o rio di un mezzo di produzione ne sociale. La lezione kennediaquella di cui il Paese ha assoluto ha degli obblighi non solo nei na è viva: «Non chiederti che bisogno quale dna dovrebbe confronti dei propri lavoratori, cosa può fare il tuo Paese per te, mostrare di avere? ma anche rispetto al territorio in ma chiediti che cosa puoi fare La nuova classe dirigente ideale cui la produzione insiste. Questa tu per il tuo Paese». Dunque, deve avere una grande visione massima, lei la adatta ai tempi non ci limitiamo ad avanzare sulla filiera futuro, la nuova moderni e la estende. Oggi che richieste ai governi ma facciamo dimensione verso cui tendere, la fabbrica tradizionale non proposte concrete e ci assumiaincentrata su lavoro, giovani, esiste più, sono per lo più donne, tecnologia e le reti e l'élite economica sostenibilità, di cui è a dover “rendere conproprio la sostenibilità il «Il problema numero uno to”. Da presidente della cuore centrale, declinata nell’ambito non energetico è Territoriale più grande di a sua volta in 3 accezioni chiudere integralmente il ciclo diverse: sostenibilità Confindustria, cosa crede vada necessariamente generazionale, sociale e del trattamento dei rifiuti, restituito non solo alla ambientale. industriali e urbani. Rifiuti che sua Milano? Partiamo dalla prima: continuiamo a esportare nel Guardare oltre le perfornon crediamo nei mondo pagando miliardi, quando prepensionamenti e in mance economiche. È quello che oggi sono chia- non sono gestiti dalle ecomafie» quota 100. Le economie mati a fare gli imprendioccidentali che crescotori moderni, che devono no sono quelle in cui il vivere e interpretare il prolavoro all’interno delle prio ruolo non solo in una chiave imprese vede cooperare più over mo impegni con responsabilità. di profitto ma nella consapesessantacinquenni e più under È questo il senso che abbiamo volezza di essere parte attiva trentacinquenni. Per questo voluto esprimere nel corso della e responsabile della comunità. abbiamo chiesto di sgravare nostra Assemblea il 3 ottobre Ottobre | Novembre 2019

9


speciale sostenibilità

il tutoring per consentire alle imprese di affiancare quanti hanno competenze e saperi ai più giovani che ancora non ne hanno a sufficienza. Un diritto alla formazione continua che deve diventare un diritto-dovere fondamentale della persona e delle imprese. Seconda: occorre maggiore sostenibilità sociale. Va estesa la facoltà delle lavoratrici di poter conciliare i tempi di lavoro con le cure parentali. Allo stesso tempo occorre estendere i congedi parentali su base di parità di genere. Vorremmo, come già si verifica in Assolombarda su spinta volontaria, che il congedo di maternità fosse esteso da 5 a 8 mesi con indennizzo all’80%. Ragioniamo, poi, sulla deducibilità totale dei costi dei servizi a sostegno per il rientro nel mondo del lavoro: baby sitter, asili nido e simili. Non si tratta solo di una questione economica, ma di scelta e indirizzi di civiltà.

3 ottobre, Assemblea Generale di Assolombarda

10

Sempre in relazione alla sostenibilità sociale, dobbiamo fare di più in tema di sicurezza sul lavoro. Dopo due anni i numeri delle morti sui luoghi di lavoro è tornato a crescere. Certo, lo Stato deve modificare la sua architettura di vigilanza e controllo che resta molto barocca, ma le imprese devono fare meglio e di più per la formazione diffusa, la manutenzione continua degli impianti, l’automazione di ogni sistema interdittore in presenza di anomalie dei processi produttivi. Stesso discorso per scuola e sanità. Le riforme degli ultimi anni sono state sempre incentrate su chi ci lavora e non su chi le frequenta, tenendo conto esclusivamente del pur giusto contenimento di costi, ma prescindendo dalla qualità dei risultati offerti. Nella sanità, in particolare, chiedendo anche ai privati che operano nel settore di limitare la loro eccellenza nella diagnostica precoce e nella

clinica con tecnologie avanzate. Se proseguiamo in questa direzione, in una società sempre più anziana come la nostra, otterremo una sola cosa: una sanità più ingiusta con i deboli e più indifferente ai pazienti con patologie più gravi. Terza e ultima dimensione: la sostenibilità ambientale. Accogliamo positivamente la svolta europea e dell’ONU nella lotta al cambiamento climatico, ma ribadiamo che nel nostro Paese la sostenibilità ambientale va interpretata in chiave di cambio di paradigma tecnologico e industriale. Non si risolve con i micro aiuti. Il problema fondamentale italiano non è oggi sussidiare il sapone sfuso o la pasta alla spina nella grande distribuzione. Il problema numero uno nell’ambito non energetico è chiudere integralmente il ciclo del trattamento dei rifiuti, industriali e urbani. Rifiuti che continuiamo a esportare nel mondo pagan-


do miliardi, quando non sono gestiti dalle ecomafie. Sgravi quali l’ecobonus e il sismabonus nell’edilizia hanno mosso 28 miliardi di investimenti in 2 anni. Una misura analoga per la chiusura del trattamento del ciclo dei rifiuti a cominciare da quelli industriali sarebbe in grado di mobilitare nelle stime oltre 10 miliardi di investimenti privati. Con occupati aggiuntivi stimabili tra le 15 e le 20mila unità. Perché da noi mancano gli impianti necessari e avanzati per trattarli in sicurezza, i rifiuti. E quegli impianti vanno realizzati. L’intesa di massima sul taglio del cuneo fiscale, previsto in finanziaria, dovrebbe aggirarsi sui due miliardi. Due miliardi sono pochi. L’abbattimento del cuneo fiscale, a vantaggio totale dei lavoratori, deve essere tale da produrre effetti significativi. Servono 13/14 miliardi di euro. Dove trovare queste risorse? Ci sono i residui

inutilizzati degli stanziamenti di quota 100 - misura che andrebbe peraltro abolita totalmente -, quelli del reddito di cittadinanza per la parte delle politiche attive del lavoro, anche qui da rivedere, e i 9,4 miliardi del bonus 80 euro. Dopo l’errore del decreto dignità si è aggiunto quello di voler destinare il Reddito di Cittadinanza non solo alla sacrosanta lotta alla povertà ma alle politiche attive del lavoro, che hanno tutt’altra necessità di competenze, metriche e criteri. Poniamo la fortuna che le imprese, da Nord a Sud, vengano finalmente messe nelle condizioni per competere: eccesso di burocrazia e regole azzerato e fisco friendly. Basterebbe? Forse nel passato sarebbe bastato, ma oggi per uscire dalla stagnazione occorre un cambio di rotta decisivo. Abbiamo perso troppo tempo e va recuperato con una legge di bilancio di forte discontinuità, che dimostri che

possiamo percorrere una strada diversa che potrebbe ancorarci a quota 80 o 90 punti di spread. Aggiungo, a tal proposito, un punto di “metodo”: oggi più che mai occorre che il Paese adotti un nuovo modello di cooperazione, il “metodo Milano”, fondato su una grande collaborazione tra tutte le componenti dei territori e tra i territori stessi. Occorre unità, non divisioni. Lei vorrebbe un’Italia attrattiva per chi e per cosa? Attrattiva innanzitutto per i giovani e, successivamente, per gli in vestitori internazionali. Purtroppo, i dati sono drammatici: ogni anno emigrano 50mila giovani e un Paese come il nostro, con una demografia asfittica, non può più permetterselo se non a costo di abdicare al proprio futuro. Dovremmo avere il coraggio di pagare di più i neoassunti, piuttosto che parlare di voto ai sedicenni.

Ottobre | Novembre 2019

11


speciale sostenibilità

Bicciato: «La finanza sostenibile può essere conveniente»

Occorre fornire maggiori indicazioni e rassicurazioni su questo tipo di investimenti: se non sono trasparenti, non possono essere sostenibili di Raffaella Venerando

Francesco Bicciato segretario generale forum per la finanza sostenibile

S

egretario, cosa è la copre circa 1600/1700 miliardi, di rendimento, pari se non finanza sostenibile e quali ovvero il 9% del totale europeo. superiori ai fondi finanziari, criteri la rendono tale? Cifre che ci pongono sì dopo perché integrando i criteri amLa finanza sostenibile promuoi mercati di UK e Francia, che bientali, sociali e di governance ve forme di investimento che hanno avviato questa espenella fase iniziale di selezione integrano nella selezione dei rienza da tempo, ma più avanti degli investimenti, si riescono titoli, accanto all’analisi ad anticipare alcune tradizionale, i criteri esternalità negative che ESG - criteri ambientali, rendono l’investimento sociali e di governance stesso maggiormente Il settore deve la sua appetibilità rischioso. - che non solo contribuiscono allo sviluppo Investire in finanza alla riduzione del rischio sostenibile, ma possono degli investimenti, in molti casi sostenibile, dunque, può migliorare sensibilmenessere conveniente. associato a buoni livelli te le caratteristiche di Cresce il mercato così di rendimento, pari se non rischio-rendimento dei come negli anni è creportafogli nel mesciuto il Forum, di cui lei superiori ai fondi finanziari dio-lungo termine. è segretario generale. Da comparto di nicchia, Sì, in diciotto anni di atquello della finanza tività - dal 2001 al 2015 sostenibile è ormai divesiamo passati da 42 a 101 nuto un mercato mainstream soci. La partecipazione è aperdei tedeschi. Quella italiana è in termini di masse in gestione, ta non solo agli operatori del pertanto una buona pratica di non speculativo ma fortemente un mercato che, seppur giovasettore finanziario, ma a tutti i legato all’economia reale. ne, continua a crescere anche soggetti interessati dagli effetti A livello europeo, i numeri sono ambientali e sociali dell’attività in situazioni di congiuntura infatti significativi. Parliamo finanziaria. Nello specifico negativa. di circa 12/13mila miliardi che sono parte attiva del Forum per Il settore deve la sua appeticorrispondono al 46% dei volula finanza sostenibile: banche e bilità alla riduzione del rischio mi finanziari a livello mondiale. imprese assicuratrici, fondadegli investimenti, in molti Di questi, il mercato italiano casi associato a buoni livelli zioni, fondi pensione, società 12


di gestione del risparmio, di riExpert Group on Sustainable attività economiche possono cerca, formazione, consulenza Finance (TEG), un gruppo essere finanziate attraverso le ma anche tanto terzo settore, di esperti che supporta la obbligazioni verdi. rappresentato da associazioni Commissione UE nell’attuaLa creazione di un modello di consumatori, non profit, zione di alcune misure conteeuropeo (“EU Green Bond ONG e sindacati. Siamo ormai nute nell’Action Plan e che ha Standard”) sarà determinante diventati un punto di riferimenpubblicato quattro report su per aumentare la trasparenza to sia per le istituzioni, sia per tassonomia delle attività ecodel mercato e la comparabilità il mercato. nomiche eco-compatibili; standei prodotti, con l’obiettivo Oltre ad attività di comunicadard europeo per i green bond di accrescere il volume degli zione e ricerca, il Forum collae benchmark climatici e nuovi investimenti. Le premesse sono bora e svolge attività di advorequisiti di disclosure ESG per ottime, dunque, ma bisognerà cacy con istituzioni italiane, tutti i benchmark; nuove linee aspettare che i tavoli di negoin particolare con il Ministero guida per la rendicontazione ziazione vengano riavviati con dell’Ambiente e il Mef. delle informazioni sul clima da il nuovo Parlamento europeo Una parte delle attività di parte delle imprese. per capire cosa succederà in advocay è a Bruxelles. Il Forum La tassonomia, in particolare, concreto. è infatti membro di Eurosif, indicherà agli operatori finanA chi conviene allora scegliere associazione impegnata a proziari in modo unificato come un investimento sostenibile? muovere la finanza sostenibile orientare gli investimenti per Nel segmento retail, conviene nei mercati europei. sostenere la transizione verso a tutti i cittadini perché - come Ed è proprio a Bruxelles che una crescita economica priva detto - si tratta di investimenti si sta giocando una partita di impatti sull’ambiente. Per il remunerativi. fondamentale, quella del Piano momento il TEG si è concentraNon conviene però solo al sind’Azione sulla finanza golo investitore: anche sostenibile. Con questo le aziende possono ricaA Bruxelles si sta giocando documento, presentato pitalizzarsi e rifinanziaruna partita fondamentale, lo scorso anno, l’UE si si attraverso strumenti quella del Piano d’Azione sulla e strategie di finanza soè dotata di una precisa tabella di marcia per finanza sostenibile. Con questo stenibile potenzialmente rafforzare il ruolo della meno rischiosi, spesso documento l’UE si è dotata di finanza nella transizioremunerativi quanto una precisa tabella di marcia ne verso un’economia quelli tradizionali. sostenibile, in linea con Vero è che ancora perper rafforzare il ruolo della l’Accordo di Parigi sul finanza nella transizione verso sistono dubbi e scetticiclima. smi sulla bontà di questi un’economia sostenibile A tal proposito, nel 2021 investimenti perché c’è alcuni elementi come poca informazione al la finanza a impatto riguardo. climatico saranno tradotti to sul cambiamento climatico, Occorre, pertanto, fornire in regolamenti obbligatori individuando le attività che maggiori indicazioni e rasdirettamente nei Paesi membri. contribuiscono alla mitigazione sicurazioni su questo tipo Che effetti concreti si avranno e all’adattamento. di investimenti, rimarcando tra gli operatori del settore e Il secondo report propone l’impostazione di base che già quali saranno le ricadute sulla criteri unici per l’emissione di di per sé è rivoluzionaria: se un collettività? green bond: in particolare, le investimento non è trasparenLa situazione è questa: a livello misure fanno riferimento alla te, non può essere sostenibile. europeo opera il Technical tassonomia per indicare quali Indietro non si torna.

Ottobre | Novembre 2019

13


primo piano

Daveri: «Va ricostruito il funzionamento del capitalismo globale» Per il professore di scenari macroeonomici dello Sda-Bocconi non sarà la mancanza di credito a frenare l’economia, quanto piuttosto la qualità dei progetti di investimento e l’uso che si farà delle risorse prese a prestito di Raffaella Venerando

Francesco Daveri professor of Macroeconomic Scenarios Sda - Bocconi Full Time Mba program Director

P

rofessore, secondo lei le novità negli scenari economici recenti derivano dal nuovo protagonismo della politica. Nuovo in che senso? La nuova politica di orientamento nazionalista è uscita dalla metà del 2016. Per decenni abbiamo assistito a una globalizzazione che ha prodotto ricchezza e progresso per pochi e ampliato le disuguaglianze. Tanto che per molti la modernizzazione e la digitalizzazione sono cose che si vedono solo sugli schermi dei cellulari. Nel giugno 2016 i britannici hanno detto “basta” con il referendum sulla Brexit. Nel novembre 2016 lo hanno fatto gli americani che hanno votato per Donald Trump. Da noi, nel marzo 2018, c’è stata l’affermazione scoordinata dei movimenti euroscettici. Gli elettori cha hanno detto basta hanno scelto la scorciatoia di votare quelli che promettevano di proteggerli. È una scorciatoia sbagliata e, forse, anche pericolosa. Ma anche lo status quo aveva problemi che sono stati ignorati per troppo tempo. Ora bisogna ricostruire il funzionamento del capitalismo globale in modo da dare una speranza a quelli che oggi non

14

ce l’hanno, con un più attenzione alle tematiche ambientali. Tutto ciò ha generato e genera instabilità. E il riflesso sui mercati? La nuova politica ha fretta di consegnare quello che promette ma non può farlo. Trump vuole rendere l’America grande di nuovo. Ma per farlo ha ridotto le tasse schiacciando il pedale dell’acceleratore in un’economia che era già in piena occupazione. Risultato: il disavanzo commerciale americano - già alto, circa 60 miliardi di dollari al mese - è salito ancora, superando i 70 miliardi, anziché ridursi come auspicava e prometteva il presidente Usa. Poi, dopo aver ridotto le tasse sul reddito di impresa, si è lanciato in una guerra tariffaria dai confini incerti, con il solo effetto certo di aumentare i costi di produzione e quindi di ridurre la profittabilità delle multinazionali. Non ci si può stupire che il Dow Jones - l’indice borsistico Usa - non sappia in che direzione andare. Anche in Italia, dove gli euroscettici sono andati al governo, abbiamo assistito a un tentativo abortito di soddisfare tante promesse elettorali con maggiore deficit e debito. Ma i mercati non ce l’hanno consentito e il deficit è aumentato in modo

limitato senza nemmeno riuscire a evitare il ristagno dell’economia. Se la nostra economia ha fin qui retto non è certo stato per merito della politica. Cosa è ragionevole attendersi per l’anno che verrà? L’anno che verrà dovrebbe portarci un revival della guerra delle valute con banche centrali che fanno a gara per tenere i tassi di interesse bassi, anche nel tentativo di svalutare il cambio per sostenere la competitività. Se però le banche centrali riducono i tassi tutti insieme, nessuno guadagna competitività. Cala però il costo del credito, il che consente a famiglie, imprese e governi di indebitarsi con maggiore serenità e facilità. Non sarà dunque la mancanza di credito a frenare l’economia: piuttosto a fare la differenza peseranno la qualità dei progetti di investimento e l’uso che si farà delle risorse prese a prestito. Se i debiti saranno usati male, cioè per finanziare solo consumi e spesa corrente, si potrà avere un po’ più di Pil ma sarà una solo temporanea botta di crescita. Se invece l’indebitamento servirà a investire, nel pubblico come nel privato, ciò potrà porre le basi per una ripresa più duratura dello sviluppo. Anche nel Mezzogiorno d’Italia.


Ottobre | Novembre 2019

15


privacy

Privacy, il Progetto SMEDATA a beneficio delle imprese

Incontri formativi e strumenti applicativi per rendere più agevole rispettare i dettati del GDPR a cura di Raffaella Venerando

È

partito a settembre il progetto “SMEDATA”, nell’ambito del Justice Program dell’UE, che vede il coinvolgimento di una rete di soggetti pubblici e privati a livello europeo e una partnership

progetto sono, inoltre, guidate dal Garante per la protezione dei dati personali italiano. Altri membri del consorzio sono l’APIS Europe JSC, l’Unione dei giuristi bulgari, Ernst & Young Bulgaria, l’Associazione europea

26 settembre, la tappa di SMEDATA in Confindustria Salerno

tra il Garante per la protezione dei dati personali italiano e l’Autorità per la protezione dati della Bulgaria. Il consorzio di progetto è, difatti, composto da sette partner appartenenti a due Stati membri - Bulgaria e Italia, i quali rappresentano tutti i principali soggetti che si occupano di protezione dei dati personali: Autorità di controllo, studi privati, organizzazioni non governative e università. Il coordinatore del progetto è la Commissione per la protezione dei dati personali della Repubblica di Bulgaria. Alcune importanti attività del 16

delle donne avvocato-Bulgaria e l’Università “Roma Tre”. ll progetto, co-finanziato da fondi della Commissione europea e

sviluppato in Italia in collaborazione con il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Roma Tre, il cui Team Leader è il Professor Carlo Colapietro - Ordinario di Istituzioni di Diritto Pubblico e Direttore Master in Responsabile della Protezione dei Dati Personali, SMEDATA. Scopo del progetto è diffondere la conoscenza e garantire l’effettiva applicazione della nuova disciplina europea sulla protezione dei dati personali di cui al Regolamento (Ue) 2016/679 - GDPR tra le PMI e i professionisti, che prestano la loro assistenza alle PMI, nonché tra i cittadini. SMEDATA prevede una serie di importanti iniziative quali l’organizzazione di seminari di formazione e convegni, lo sviluppo di uno strumento di auto-valutazione per aiutare le PMI negli

Carlo Colapietro, team leader progetto SMEDATA


adempimenti previsti dal GDPR e la realizzazione di una APP mobile gratuita per assistere cittadini e PMI nella comprensione e nella compliance con il GDPR. Sei le tappe italiane di roadshow del progetto formativo, svoltesi finora a Firenze, Salerno e Milano. Previste successivamente quelle di Cosenza (22 ottobre); Genova (29 ottobre) e Roma

(5 novembre 2019). Beneficiari dell’iniziativa oltre alle micro, piccole e medie imprese che svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo economico in tutti gli Stati membri dell’UE, e alle professioni legali che si occupano di questioni legate alla protezione dei dati nel contesto delle PMI e che svolgono il ruolo chiave di tradurre i requisiti le-

gali in legittime misure pratiche e procedure volte a raggiungere il rispetto del nuovo quadro normativo, anche i cittadini. Le attività del progetto pongono particolare enfasi all’assicurare che i cittadini abbiano acquisito conoscenze sufficienti su come esercitare in modo efficace i loro diritti in quanto soggetti interessati.

La centralità dell'accountability

Il Garante non fornisce istruzioni vincolanti, ma verifica ex post in caso di reclami. Deve essere chiaro alle aziende che i dati vanno protetti preventivamente, in modo personalizzato in base alla propria organizzazione

Claudio Filippi dirigente Dipartimento attività ispettive - Autorità garante per la protezione dati personali

I

n linea generale, quali sono le cosiddette misure adeguate che un’azienda deve adottare per affrontare serenamente eventuali controlli delle autorità ed evitare sanzioni? Va innanzitutto chiarita la centralità dell’accountability, ovvero la libertà del titolare del trattamento dei dati dell’azienda di impostare la valutazione del rischio, le risorse e i risultati attesi rispetto ad essa. Il titolare è autonomo, quindi, nel decidere come affrontare, risolvere e soprattutto prevenire il rischio. L'articolo 25 del

Regolamento, infatti, introduce il principio di privacy by design, in virtù del quale il titolare del trattamento disegna progettualmente la fase di raccolta dei dati, successivamente si interessa alla valutazione di impatto anche in termini economici, fino ad arrivare alla previsione delle possibili soluzioni e pianificazione dei trattamenti. Laddove dovesse ritenere l’adeguatezza dei risultati non soddisfacente rispetto al rischio messo in preventivo, può rivolgersi al Garante per ottenere

ulteriori garanzie. Fondamentale è poi la tenuta del registro, un altro dei principali elementi di accountability del titolare, in quanto esso è necessario per una corretta individuazione dei dati e una altrettanto puntuale valutazione dei trattamenti svolti. Il Garante dunque non fornisce istruzioni vincolanti, ma verifica ex post in caso di reclami, chiedendo giustificazioni rispetto a quanto fatto. Non si chiedono uno o più “pezzi” di carta, ma le soluzioni che il titolare ha prospettato

Ottobre | Novembre 2019

17


privacy

e cosa, nei fatti, si è verificato. Deve essere pertanto chiaro alle aziende che i dati vanno protetti preventivamente, in

modo personalizzato in base al funzionamento della propria organizzazione. L’obiettivo del Garante non è la

sanzione ma prevenire il verificarsi dei rischi, diversi a seconda dell’asset delle informazioni di cui l’azienda dispone.

De Paoli: «Il GDPR non è un testo punitivo»

Esistono oggi più ipotesi di violazione di legge che possono essere sanzionate, ma le reazioni possibili dell'ordinamento alle violazioni sui dati saranno diverse e graduali

Daniele De Paoli dirigente dipartimento Realtà economiche e produttive Autorità garante per la protezione dei dati

A

d un anno dall'applicazione operativa in Italia del Regolamento UE 2016/679, noto come General Data Protection Regulation (GDPR), obbligatorio in tutti gli Stati UE, quale bilancio si può trarre? Senz’altro positivo, se si tiene conto della grande attenzione da parte di tutti i soggetti coinvolti. La numerosa partecipazione a momenti di approfondimento, come quello offerto dal progetto Smedata - di cui una delle sei tappe nazionali si è svolta a Salerno - dimostrano infatti quanto interesse ci sia intorno al tema, rispetto agli elementi sia di novità, sia di continuità. Resta, però, ancora molto lavoro da fare. Nel testo europeo ci sono indicazioni di principio, di carattere molto generale. Il lavoro di adeguamento e completamento è pertanto demandato per intero alle Autorità nazionali di controllo e,

18

in alcuni casi, al legislatore nazionale. La mole del lavoro era quindi tale che per alcuni ambiti i tempi di adeguamento si sono dilatati rispetto alle previsioni iniziali. A livello nazionale, ad esempio, resta da redigere - compito che spetta al ministro della giustizia - un decreto che contenga la fissazione delle ipotesi in cui sia legittimo il trattamento dei dati personali per fini giudiziari, il cui completamento sta particolarmente a cuore alle aziende. Come Autorità stiamo collaborando con il ministero, chiedendo anche a vari altri soggetti - tra cui Confindustria - di contribuire, ma al momento non si è ancora riusciti a colmare questo vuoto normativo. Ritiene che le aziende in un anno abbiano capito che il Gdpr è un’opportunità competitiva e non solo un obbligo cui attenersi? Dovrebbe essere chiaro, ma se così non fosse lo ribadiamo: il

Gdpr non è un testo punitivo, né ha come fine ultimo quello sanzionatorio. Forse non si è sottolineato a sufficienza che il testo è sì nuovo, diverso come concezione, ma i principi di fondo sono esattamente gli stessi della normativa precedente. Certo, esistono oggi più ipotesi di violazione di legge che possono essere sanzionate, ma più che sottolineare la grossezza delle potenziali sanzioni, si dovrebbe ragionare sul fatto che le reazioni possibili dell'ordinamento alle violazioni sui dati saranno diverse e seguiranno un approccio gradualistico. Il regolamento europeo ha infatti concepito sanzioni senza un limite minimo. Questo, dal punto di vista delle imprese, è un aspetto positivo perché il Garante può graduare le sanzioni verso il basso, comminando - ad esempio - ammonimenti in luogo di sanzioni pecuniarie.


Oblio e diritto di cronaca, nuove pronunce Particolarmente significativo per le ricadute future, è il recente provvedimento del Garante Privacy n. 153 del 24 luglio 2019, il quale ha affermato che il diritto all’oblio va riconosciuto anche a chi è stato riabilitato dopo una condanna

Piera Di Stefano Avvocato del Web® T.R.ON® - Tutela della Reputazione ONline www.avvocatodelweb.com | www.tuteladellareputazioneonline.it. info@avvocatodelweb.com

I

l dibattito più intenso attualmente in tema di diritto all’oblio ha ad oggetto il difficile bilanciamento tra quest’ultimo, inteso nel suo significato più ampio quale diritto del singolo di “essere dimenticato dal web” rispetto a vicende non più attuali e che compromettono in qualche modo il proprio percorso personale e professionale, da un lato, e la libertà di stampa e il diritto alla conservazione di materiale giornalistico per fini storici, dall’altro. Entrambi sono valori tutelati da “fonti di rango costituzionale”. Il primo è garantito dall’art. 2 della Costituzione, nonché dall’art. 8 della CEDU e recentemente riconosciuto espressamente dall’art. 17 del Regolamento Europeo sulla protezione dati personali n. 679/16 (cd. GDPR), il secondo trova protezione nell’art. 21 della Costituzione e nell’art. 10 della CEDU. Nel caso in cui si invochi il diritto all’oblio rispetto a notizie e/o

contenuti veritieri, l’interessato non potrà chiederne la cancellazione dai siti sorgente, ma senza dubbio la relativa de-indicizzazione dai motori di ricerca. Ma quanto tempo deve trascorrere affinché si possa legittimamente esercitare il diritto all’oblio? Come affermato dalla nota sentenza “Google Spain” del 2014, che ha riconosciuto, di fatto, il diritto all’oblio, in generale, e come ribadito nei successivi provvedimenti dell’Autorità Garante della Privacy, la richiesta di oblio è legittima allorché trattasi di notizie e/o comunque contenuti risalenti nel tempo, perché solo in questo caso il diritto all’informazione può ritenersi non più attuale. Diventa, allora, cruciale quantificare questo tempo. Il primo Tribunale che si è pronunciato in merito è stato quello di Milano che, in una recentissima sentenza, ha stabilito che il decorso di quattro anni dalla chiusura di un’inchie-

sta giudiziaria possa legittimare l’esercizio del diritto all’oblio (Tribunale di Milano, sentenza n. 3578 del 28.3.2018). Trattasi di un apprezzabile sforzo, ma è evidente che dare un rigido sbarramento temporale finisce per complicare l’attività di bilanciamento. Del resto, ci sono ulteriori elementi da valutare: l’eventuale permanere della natura pubblica della carica ricoperta dall’istante, la sua qualità di personaggio pubblico, la tipologia e gravità del reato per cui si è stati condannati. Sul punto, infatti, è doveroso chiarire che l’oblio può e deve coprire, sussistendone i presupposti, non solo vicende che hanno registrato un epilogo positivo per l’interessato (ad esempio un’archiviazione, un’assoluzione o anche solo la rimessione in libertà), ma anche vicende che hanno avuto una conclusione infausta, quale la condanna e la detenzione, e ciò per una ragione molto ovvia: non si può Ottobre | Novembre 2019

19


privacy

perennemente essere sottoposti larmente gravi prevale l’intelocale, il quale ripercorrendo al giudizio dell’opinione pubresse del pubblico ad accedere vicende criminali del passato, blica per vicende obsolete per alle notizie, e pertanto in casi nel menzionare anche quella le quali il soggetto ha scontato simili la richiesta di rimozione che lo aveva visto protagonista, il giusto fio con la società. In delle URL indicizzate da Google, ma per la quale egli aveva già casi simili, si potrebbe parlare è inammissibile. Tale principio scontato una pena detentiva di di “ergastolo digitale”. Sul è stato sancito nel provve12 anni, lo aveva nuovamente tema, molto significativo per dimento n. 152 del 31 marzo esposto a clamore mediatico le ricadute future, è il recente 2016 con il quale il Garante ha proprio nella fase delicata e provvedimento del Garante Pridichiarato infondato il ricorso difficile del proprio reinserimenvacy n. 153 del 24 luglio 2019, il di un ex terrorista che chiedeva to nella vita sociale. quale ha affermato che il diritto la deindicizzazione di alcuni Le Sezioni Unite hanno preciall’oblio va riconosciuto anche articoli, studi, atti processuali sato che, nel caso in questione, a chi è stato riabilitato dopo in cui erano riportati gravi fatti deve più correttamente parlarsi una condanna e per l’effetto ha di cronaca che lo avevano visto non tanto di diritto di cronaca, ordinato a Google la rimozione protagonista tra la fine degli ma di diritto alla rievocaziodi due Url che rimandavano ad anni 70 e i primi anni 80. Sulla ne storica di fatti e vicende informazioni giudiziarie non più tema del difficile bilanciamento concernenti eventi del passato. rappresentative della attuale tra diritto all’oblio, quale partiA risoluzione di tale questione, situazione di un imprenditore. colare connotazione del diritto è stato affermato che il giudice Quest’ultimo aveva subito una alla riservatezza, e diritto di di merito - ferma restando la sentenza di condanna nel 2010, cronaca si sono recentemente libertà della scelta editoriale per fatti del 2007, e nel 2013 pronunciate anche le Sezioni in ordine a detta rievocazione, aveva ottenuto la riabilitazione, Unite della Corte di Cassazione che è espressione della libertà della quale non veniva fatta (Cass. Sez. Un. Civ., sentenza n. di stampa - ha il compito di menzione nei risultati indicizza19681 del 4.6.2019). La questione valutare l’interesse pubblico, ti a lui associati. Di qui l’imche è stata rimessa all’esame concreto e attuale alla menziopatto sproporzionato sui diritti delle citate Sezioni Unite ha ne degli elementi identificativi dell’interessato, non bilanciato riguardato un cittadino italiano delle persone che di quei fatti e da un attuale interesse di quelle vicende furono, del pubblico a conoscere loro malgrado, protala vicenda, e quindi la gonisti. Tale menzione «Il Garante della Privacy fondatezza del reclamo. deve ritenersi lecita solo ha stabilito che per reati Vero è che non tutti colose si riferisce a persone particolarmente gravi prevale ro che hanno commesso nei confronti delle quali l’interesse del pubblico reati o comunque atti sussista l’interesse della illeciti possono essere collettività, sia per ragioad accedere alle notizie, “dimenticati” dalla Rete, ni di notorietà sia per il e pertanto in casi simili la per il semplice decorruolo pubblico rivestito; richiesta di rimozione delle so del tempo, ma se in caso contrario, prevale ricorrono i presupposti il diritto degli interessati URL indicizzate da Google, richiesti dalla legge o alla riservatezza, a suo è inammissibile» comunque elaborati tempo legittimamente dalla giurisprudenza in “compressa”, rispetto ad senso maggioritario, questo che si era visto rigettare la riavvenimenti del passato che ne diritto deve essere garantito. Il chiesta di rimozione dai motori ledano la dignità e l’onore e dei Garante della Privacy ha, infatti, di ricerca di un articolo on line quali può ritenersi ormai spenta stabilito che per reati particopubblicato da un quotidiano la memoria collettiva.

20


focus

La sfida globale in campo energetico: parola d’ordine sostenibilità L’Italia ha ancora molto da fare nell’ambito del processo di transizione energetica, anche se il consumo di fonti pulite è più che raddoppiato tra il 2005 e il 2017. Osservando la produzione lorda elettrica, la quota di FER è passata dal 17% del 2007 al 38% del 2018. Solo il 3,7% dell’elettricità è realizzata utilizzando petrolio; mentre è intenso l’utilizzo di gas naturale, che incide per quasi il 44% sulla produzione di energia elettrica di Consuelo Carreras ricercatrice del Team Energy, SRM www.srm-maritimeconomy.com

I

17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs), adottati dalle Nazioni Unite e da 193 nazioni a settembre 2015, descrivono il futuro che l'umanità desidera raggiungere entro il 2030. In particolare, con il Goal 7 (Energia pulita e accessibile) e il 13 (Azioni per il clima), la diffusione dell’accesso all’energia e la stabilizzazione climatica con la riduzione delle emissioni nocive sono i target principali del processo di transizione energetica. Sebbene siano stati compiuti progressi su molti degli Obiettivi, dal Rapporto sullo stato di avanzamento degli SDGs del maggio scorso si evince che la risposta globale non è stata finora sufficientemente ambiziosa e che l’avanzamento verso i target non sta procedendo alla velocità richiesta. Con l'aumento delle emissioni di gas serra, i cambiamenti climatici stanno avvenendo molto più rapidamente del previsto con effetti chiaramente avvertiti in tutto il

richiede oramai un rapido cambio di rotta. Progressi positivi sono stati fatti quanto ai flussi finanziari impiegati per il clima, che sono aumentati del 17% nel periodo 2015-2016 rispetto al periodo 2013-2014. A maggio 2019, 28 paesi avevano avuto accesso al finanziamento del Green Climate Fund per la formulazione di piani nazionali di adattamento, per un valore di 75 milioni di dollari.

mondo. Nel 2017 le concentrazioni di gas a effetto serra avevano raggiunto nuovi massimi (405,5 parti per milione rispetto ai 400,1 ppm del 2015, con un +146% rispetto ai livelli preindustriali). E se si considera che per il periodo1998-2017 le perdite economiche dirette causate da catastrofi climatiche e geofisiche sono state stimate in quasi 3 trilioni di dollari, con circa 1,3 milioni di vittime, il passaggio a obiettivi di emissione sostenibili

Graf. 1 (Fonte: SRM su dati British Petroleum, 2019) 100%

290,7 TW/h

1,4%

275 TW/h

22,7%

0,8%

4,5%

8,8%

25,7%

12,4%

80%

15,8%

648,7 TW/h

548 TW/h

32,2%

12,8%

2,6%

60%

12,6%

11,7%

20,2% 71,7%

40%

14,0%

35,3%

43,8% 20%

20,8% 3,7%

0%

Italy

Oil

Natural gas

Spain

Coal

France

Nuclear

12,8% 0,8%

7,1%

5,7%

Hydro

Germany

Renewables

Other

Ottobre | Novembre 2019

21


Di questi, il 67% era costituito da to demografico non ha di fatto sviluppo dell’Asia per circa il 20%. paesi meno sviluppati, piccole isole permesso di diminuire il numero Quanto al nostro Paese, l’Italia ha in via di sviluppo e stati africani. Le assoluto di persone isolate dalla ancora molto da fare nell’ambito proposte di altri sette paesi, per un rete elettrica. del processo di transizione energevalore di 17 milioni di dollari sono Con la diffusione dell’accesso tica, anche se una nota positiva da nella fase finale di approvazione. all’elettricità sono aumentati i conevidenziare è l’aumento del peso In totale, 75 paesi hanno chiesto il sumi. Oggi 7,4 miliardi di persone delle rinnovabili. Il consumo di sostegno del Green Climate Fund, consumano circa 14 miliardi di fonti pulite è più che raddoppiato per un valore complessivo di 191 tonnellate equivalenti di petrolio. I tra il 2005 e il 2017. Già nel 2016 il milioni di dollari. consumi si sono spostati dai paesi dato dell’incidenza delle rinnovabili Anche i flussi finanziari internazioOCSE ai paesi non-OCSE (in partisui consumi totali (17,4%) risultava nali verso i paesi in via di sviluppo colare quelli asiatici), che guidano superiore agli obiettivi fissati per a sostegno dell'energia pulita e di fatto l’aumento della richiesta il 2020; una crescita favorita dai rinnovabile sono cresciuti, ragdi energia. Nel complesso, i paesi corposi incentivi dedicati alla giungendo i 18,6 miliardi di dollari in via di sviluppo dell’Asia rappreproduzione di energia da fonti nel 2016, quasi il doppio rispetto ai sentano i due terzi dell’incremento rinnovabili elargiti nel corso degli 9,9 miliardi di dollari del 2010. dei consumi energetici mondiali, anni. Osservando la produzione Il filo conduttore che lorda elettrica, la quota unisce crescita econodi FER è passata dal 17% «Oggi 7,4 miliardi di persone mica, sviluppo sociale e del 2007 al 38% del 2018. sostenibilità ambientale è Solo il 3,7% dell’elettricità consumano circa 14 miliardi dunque proprio l’accesso è realizzata utilizzando di tonnellate equivalenti di all’energia e la necessità di petrolio; mentre è intenso petrolio. I consumi si sono assicurare a tutti la possil’utilizzo di gas naturale, spostati dai paesi OCSE ai bilità di utilizzare sistemi che incide per quasi il 44% di energia economici, afpaesi non-OCSE (in particolare sulla produzione di energia fidabili e moderni. Il tasso elettrica (vedi Grafico 1). quelli asiatici), che guidano di elettrificazione globale Per il futuro ci si aspetta di fatto l’aumento della è aumentato dall'83% un maggiore riconoscirichiesta di energia» del 2010 all'89% del 2017. mento della necessità La quota globale della di bilanciare le priorità popolazione con accesso strategiche, cercando un a carburanti e tecnologie pulite mentre la quota rimanente equilibrio tra crescita economica, per la cottura ha raggiunto il 61% proviene principalmente da Medio deforestazione, protezione della nel 2017, rispetto al 57% del 2010. Oriente, Africa e America Latina. biodiversità, uso dell'acqua e del Ma, a dispetto di questi progressi, Osservando il dettaglio delle suolo per la produzione alimentare quasi 3 miliardi di persone fanno singole fonti, l’Asia da sola pesa la e le attività energetiche. Sono neancora affidamento principalmenmetà della crescita mondiale della cessari piani molto più ambiziosi e te su sistemi di cottura inefficienti domanda di gas, il 60% di quella di azioni accelerate. Agire per trovare e inquinanti e oltre 1 miliardo di eolico e solare fotovoltaico, oltre un equilibrio che dovrà necessapersone (il 14% della popolazione l’80% di quella di petrolio e oltre il riamente guidare la pianificazione mondiale) è ancora privo dell’elet100% dell’aumento dei consumi di energetica, impattando sulle tricità. Per quanto questo numero carbone e nucleare (tenuto conto decisioni e modellando il futuro sia sceso dal dato di 1,7 miliardi del che altrove la domanda decresce). dell'energia secondo un’unica 2000, e per quanto da quella data Non più tardi del 2000, l’Europa parola d’ordine, sostenibilità. (per siano state create nel mondo circa e il Nord America contavano per approfondire: MED & Italian Ener1,2 miliardi di nuove connessioni oltre il 40% della domanda energegy Report, 1° Rapporto Annuale; elettriche, il contestuale aumentica globale e le economie in via di www.sr-m.it).

22


confindustria

Innovazione, il Premio Best Practices di Confindustria Salerno fa 13

Aperta la call per partecipare alla competizione. C’è tempo fino all’8 novembre per presentare il proprio progetto sul sito dedicato e accedere, così, alla finale del 5 e 6 dicembre prossimi alla Stazione Marittima di Salerno. Le novità dell’edizione 2019 raccontate dal presidente del Gruppo SIT Edoardo Gisolfi Edoardo Gisolfi presidente Gruppo Servizi Tecnologici Confindustria Salerno

di Raffaella Venerando

P

residente, è aperta la call contando anche sulla collabodelle proprie competenze. Anche per partecipare alla XIII razione del Comitato Piccola quest'anno abbiamo portato il edizione del Premio Best Industria e del Gruppo Giovani di Premio in giro per l’Italia: sono Practices per l’Innovazione: Confindustria Salerno. state circa una dozzina, infatti, le aziende potranno iscriversi Con un’attenzione strategica le tappe regionali e nazionali fino all’8 novembre. Vogliamo all’open innovation, il Premio del road show di presentazione ricordare quali sono i requisiti - diventato un punto di riferiche ci ha visti ospiti a Vicenza, per partecipare? mento nel sistema ConfinduParma, Roma, Milano, Lecce, Connettere persone e idee per striale nazionale - ha coinvolto Pescara-Chieti, Cosenza, e altre favorire lo sviluppo tecnologico circa 1200 tra aziende e startup, ancora ne seguiranno. del sistema imprenditoriale è protagoniste di casi concreti di Possono partecipare al Premio la mission cui il Premio Best innovazione, contribuendo a cresia aziende di servizi - per progetPractices per l’Innovazione cerca are, insieme a numerosi e qualiti innovativi realizzati per propri di adempiere dal 2006. Ben 13 ficati partner, un vero e proprio clienti o per nuovi prodotti/ anni in cui il Premio ha servizi innovativi immessi saputo essere il “luogo” sul mercato, con eviin cui domanda e offerta denza dei risultati - sia di innovazione si inconimprese manifatturiere, «Tra le novità di quest’anno, trano, promuovendo siper innovazioni interne una nuova sezione dedicata nergie che, via via, hanno di processo e/o prodotto, alle Startup e all’Economia costruito un ecosistema ma anche singoli indidel Mare, un settore con che, partito da Salerno, si vidui, team proponenti è irradiato lungo tutto il idee d’impresa, startup e interessanti sbocchi Paese e che ha dato vita spin-off universitari. professionali per le giovani a tante nuove idee e, con Tra le novità di quest’angenerazioni» esse, a tante nuove iniziano, una nuova sezione tive imprenditoriali. dedicata alle Startup e Anno dopo anno, con all’Economia del Mare. nuovi partner, eventi Sì, l’intenzione è quella mirati, community e momenti di ecosistema, in cui ciascuna forza di dare risalto alla scoperta di un confronto, il Premio continua a agisce in vista di un condiviso settore, ampio e variegato al suo fare la sua parte nel promuovere risultato finale dando il massiinterno, con tanti e interessanti la “cultura” dell’innovazione, mo in virtù del proprio ruolo e sbocchi professionali per le gio-

Ottobre | Novembre 2019

23


vani generazioni. In ragione della presenza di Confindustria Salerno nel gruppo di lavoro dell’iniziativa comunitaria URBACT BluAct, si è pensato dunque di organizzare una sezione del Premio rivolta a startup proponenti progetti sui temi dell’economia del mare: Ambiente marino e fascia costiera; Biotecnologie blu; Energie rinnovabili dal mare; Risorse abiotiche marine; Cantieristica e robotica marina; Skills & Job; Infrastrutture di ricerca; Sostenibilità e usi economici del mare. Ci aspettiamo l’adesione di tante startup desiderose di far scoprire la propria rotta verso l’innovazione. Confermato invece l’Hackathon Young Talent, ma con qualche variazione. Anche quest’anno, durante l’evento finale del 5 e 6 dicembre 2019, Confindustria Salerno, in collaborazione con SELLALAB Gruppo Banca Sella, Green Generation Hub e l’Università degli Studi di Salerno, organizzerà l’Hackathon Young Talent.

La competizione vede studenti e dottorandi di informatica, ingegneria informatica, ingegneria gestionale, economia aziendale, comunicazione e management d’impresa, cimentarsi nella soluzione delle challenge aziendali, per individuare - opportunamente assistiti nel lavoro di gruppo - strategie innovative funzionali al servizio di esigenze reali, evitando così sprechi di risorse e di tempo. La novità di questa quarta edizione, in preparazione della competizione finale,

#

consiste nell’organizzazione di incontri propedeutici presso le aziende coinvolte, così da lavorare in modo più strutturato ed efficace all’individuazione della soluzione, che sarà poi ulteriormente definita e dettagliata in occasione dell’hackathon. Gli elaborati prodotti dai team saranno illustrati alla platea il 6 dicembre pomeriggio, al termine delle presentazioni dei progetti di imprese e startup partecipanti alla XIII edizione del Premio Best Practices per l’innovazione.

OPEN INNOVATION

CONNETTERE NETWORKING

ECOSISTEMA

CONTAMINAZIONE

PER INFORMAZIONI MARCELLA VILLANO

24

089 200 841

MASSIMILIANO PALLOTTA 089 200 837 premiobp@confindustria.sa.it www.premiobestpractices.it


confindustria

Garanzia Campania Bond, lo strumento innovativo che finanzia le pmi La Regione Campania investe in un nuovo, ambizioso progetto attraverso il quale le Pmi campane potranno ottenere un finanziamento a lungo termine, senza garanzie reali e, per effetto della garanzia pubblica, con condizioni economiche competitive a cura della redazione

S

viluppo, innovazione e occupazione sono i valori società partecipanti». Lo strumento permetterà alle chiave alla base di un nuovo, ambizioso progetto PMI di ottenere liquidità: di sostegno alle imprese del territorio campano. • a condizioni migliori rispetto a quelle che tradizioStiamo parlando di Garanzia Campania Bond, il nuovo nalmente vengono offerte dal mercato bancario o strumento finanziario innovativo introdotto dalla da emissioni individuali di Minibond; Regione Campania per favorire • senza dover concedere la crescita delle piccole e medie alcuna garanzia reale; imprese, presentato in Confin• a condizioni economidustria Salerno lo scorso 18 setche competitive per effetto tembre. Si tratta di una forma della garanzia pubblica e della alternativa di accesso al credito natura di portafoglio dell’opeche consiste nell’emissione di razione che riduce il rischio per titoli obbligazionari da parte gli investitori. delle PMI campane, assistiti da Possono candidarsi piccole una dotazione finanziaria nella e medie imprese, con sede 18 settembre, il tavolo dei relatori forma di garanzia pubblica, operativa in Campania e con per un massimo di 37 milioni di euro provenienti dal un rating valido rilasciato da una Agenzia ECAI, almeno POR FESR Campania. Soggetto attuatore della misura pari a BB- sulla scala Standard & Poor’s (o equivalente), è Sviluppo Campania, mentre l’RTI è formato da ma anche quelle non ancora in possesso di un valido Mediocredito Centrale - Banca del Mezzogiorno S.p.A. e Rating BB-, purchè dimostrino al momento della FISG S.r.l. (Gruppo Banca Finint), in qualità di arranger manifestazione di interesse bilanci approvati e deposidell’operazione. «Questo strumento - ha affermato tati in forma non abbreviata per gli ultimi tre esercizi e Antonello Sada, vice presidente con delega al credito di non aver realizzato perdite d’esercizio in più di uno di Confindustria Salerno - si profila come un supporto degli ultimi 3 esercizi e, sulla base dell’ultimo Bilancio concreto soprattutto per le aziende di piccola e media approvato, ricavi di vendita: minimo 10 milioni di euro; dimensione in quanto, attraverso la garanzia data dalla PFN/EBITDA: < [5,0]x; PFN/PN: < [3]x ed EBITDA/Ricavi Regione, che potranno così contare su di un canale di di Vendita: > [4]%. Alla tappa salernitana erano presenti: accesso al credito aggiuntivo, che consenta loro di spinFrancesco Picarone, presidente Commissione gere di più su progetti di crescita». «Siamo orgogliosi Bilancio Regione Campania; Antonello Sada; vice ha commentato Massimiliano Lagreca, Responsabile presidente con delega al credito Confindustria Salerno; ELITE Capital Services - di supportare Regione CampaFrancesca Brunori, direttore Area Credito e Finanza nia e Sviluppo Campania nel lancio di uno strumento Confindustria; Lina D’Amato, Consigliere CdA Svilupdi finanza alternativa che rappresenta un volano per po Campania; Andrea Miccio, Mediocredito Centrale; sostenere lo sviluppo del tessuto imprenditoriale della Massimo Fabiano, FISG Banca Finint. A margine Campania. ELITE è da sempre fortemente impegnata l’incontro si sono poi svolti tavoli di lavoro di appronello sviluppo delle aziende su tutto il territorio italiano, fondimento con: Area Legale - Grimaldi Studio Legale; con un importante focus sul Sud Italia e in particolare Area Strutturazione Prodotto - FISG Banca Finint; Area la Campania, la terza regione in ELITE per numero di Commerciale - Mediocredito Centrale - ELITE. Ottobre | Novembre 2019

25


Bancopass, la best practice di Assolombarda arriva a Salerno Siglato il 10 settembre scorso il protocollo tra le due Territoriali, grazie al quale anche le aziende socie di Confindustria Salerno potranno fruire di una serie di servizi diretti a gestire al meglio la relazione con banche e finanziatori a cura della redazione

B

usiness plan, controllo di gestione, pianificazione strategica: sono questi alcuni passi fondamentali del percorso che un’azienda deve seguire per conseguire dei risultati positivi. Dal 10 settembre scorso, grazie al protocollo tra Assolombarda e Confindustria Salerno, gli imprenditori potranno farlo in maniera più agevole grazie a BANCOPASS, la piattaforma realizzata da Assolombarda, che supporta le imprese e le startup nella pianificazione finanziaria e in un accesso più veloce alle fonti di finanziamento più adatte. In particolare, le imprese associate a Confindustria Salerno, potranno ottenere un report che analizza la situazione economico patrimoniale e il rendiconto finanziario; analizzare facilmente la propria Centrale Rischi, verificare la possibilità di accedere al Fondo di Garanzia per le PMI; costruire in modo guidato il proprio Business Plan e creare, infine, la propria business card da inviare alle principali banche e altri finanziatori. Bancopass è, infatti, lo strumento standardizzato maggiormente diffuso, sia territorialmente (grazie alla partecipazione di numerose associazioni confindustriali), sia come numero di stakeholder finanziari coinvolti (tra banche, società di factoring, società di leasing, fondi di mini bond, crowdfunding e altre piattaforme fintech e Borsa Italiana per il programma Élite). Un’ottima opportunità dunque per le imprese socie di Confindustria Salerno, come sottolineato dal presidente Andrea Prete: «oggi per le imprese essere capaci di fare una corretta auto-analisi che consenta di conoscere le proprie criticità e punti di forza. Bancopass va in questa direzione e siamo felici che il sistema confindustriale riesca a fare sinergia per offrire alle aziende associate i servizi migliori». «Bancopass - ha rimarcato il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi - rappresenta un modello di collaborazione ben riuscito, che Assolombarda ha ideato proprio per supportare le PMI nel dialogo con il sistema creditizio. Una sfida ancora più attuale in questo momento di stagnazione del quadro economico italiano. Far crescere l’industria vuole dire far crescere il Paese». Oltre ad Andrea Prete, Presidente Confindustria Salerno, e Carlo Bonomi, Presidente Assolombarda, hanno preso parte all’iniziativa: Antonello Sada, Vice Presidente Confindustria Salerno, delegato al Credito; Alessandro Bielli, Responsabile Accesso al Credito e Finanza d’Impresa Assolombarda.

Da sinistra, Andrea Prete e Carlo Bonomi

26


confindustria

Passaggio al futuro, l’equilibrio tra continuità e cambiamento Evitare i conflitti nel momento della successione degli eredi nelle aziende familiari è possibile. Un convegno organizzato dalla PI di Confindustria Salerno ha fatto il punto su come ottimizzare la convivenza e affrontare serenamente questa delicata fase della vita dell’impresa a cura della redazione

C

ontinuità o cambiamento? C’è un momento in cui questa domanda diviene cruciale nelle imprese familiari ed è quello in cui occorre affrontare il passaggio generazionale. Di questo si è discusso in modo approfondito il 24 settembre scorso, nella sede di Confindustria Salerno, grazie ai protagonisti dell’incontro: “Passaggio al futuro: l’equilibrio tra nuovo e memoria nelle imprese familiari”, organizzato dal Comitato Piccola Industria di Confindustria Salerno. Durante i lavori sono stati analizzati, infatti, gli aspetti fondamentali del passaggio generazionale. È emerso quanto sia necessaria un’adeguata programmazione, l’adozione di opportuni meccanismi organizzativi che consentano di ottimizzare la convivenza e affrontare serenamente questa delicata fase della vita dell’azienda. LO SCENARIO Nel nostro Paese, sono a proprietà familiare circa 5 milioni di imprese, che contribuiscono all’80% del Prodotto interno lordo, garantiscono occu-

pazione, innalzano la qualità del lavoro. Stando alle statistiche del Family Firm Institute, sono circa i due terzi delle imprese nel mondo e questo è ancora più evidente nel nostro Paese, in cui, sulla base dei dati AIdAF, rappresentano l’85% del totale delle aziende italiane. Sono, infatti, a proprietà familiare circa 5 milioni di imprese, che contribuiscono all’80% del Prodotto interno lordo, garantiscono occupazione e innalzano la qualità del lavoro. In particolare, l’impresa familiare costituisce il modello che rispecchia maggiormente le caratteristiche culturali dell’imprenditoria italiana, riconosciuta nel mondo per creatività, tenacia, laboriosità e grande attenzione alla qualità. l funzionamento efficiente di queste imprese è, dunque, un elemento di cui beneficia tutto il Paese e, affinché sia garantita stabilità, la continuità generazionale - che ne rappresenta un aspetto determinante - necessita di un’adeguata programmazione.

24 settembre, il tavolo dei relatori

Ottobre | Novembre 2019

27


28

I PROTAGONISTI «La vera sfida per noi imprenditori - ha sottolineato Gerardo Gambardella, presidente PI Confindustria Salerno - è saper separare famiglia e impresa. Per essere vincente, il passaggio generazionale non deve stravolgere i valori fondanti dell’impresa, ma riuscire a creare valore aggiunto; deve seguire un metodo di evoluzione e lavoro chiaro, trasparente e condiviso; assicurare rispetto dei ruoli nell’organigramma aziendale; svolgere un faticoso, ma consapevole confronto tra esperienza e nuove competenze e garantire una valutazione dei risultati generali sulla base di fattori oggettivi». «La Global Family Business Survey 2019 di Deloitte - ha sottolineato Ernesto Lanzillo della Deloitte Private & Family Business Leader Italia - evidenzia come le aziende familiari, sebbene siano note per la loro visione a lungo termine che ne garantisce la resilienza, siano parimenti inclini a perseguire le urgenze imminenti che, per quanto possano apparire necessarie sul momento, non riescono però a supportare la visione e gli obiettivi a lungo termine dell’impresa. La discrepanza tra aspi-

razioni di lungo termine e priorità a breve può mettere a rischio la conservazione della tradizione e dell’eredità familiare, nonché il capitale di famiglia. Coordinare visione e valori è possibile per tutte le aziende familiari, purché dispongano di adeguata disciplina, di una struttura di governance adeguata e di consolidate e fluide pratiche di comunicazione. Le famiglie che sono in grado di definire le proprie aspirazioni, nei prossimi 10-20 anni, e le proprie azioni, nei prossimi 6-12 mesi, mantenendo una visione chiara di entrambe, avranno maggiori possibilità di rimanere competitive negli anni a venire». Testimonial di quanto la continuità generazionale nella successione possa essere un valore sono state le storie aziendali raccontate da Anella Mastalia della Maf Srl e Marco Rinaldi della Riba Sud Srl. Ambedue gli eredi rappresentano infatti casi eccellenti di aziende oggi governate da figli che hanno messo a profitto il patrimonio familiare, arricchendolo e potenziandolo a riprova di quanto una corretta gestione della successione sia fondamentale per assicurare la continuità e lo sviluppo dell’impresa stessa.

Anella Mastalia

Marco Rinaldi


confindustria

Doppia Coppia, i talenti complementari che fanno crescere l’impresa

L’importanza della cooperazione duale al centro dell’iniziativa, organizzata dal Comitato Femminile Plurale di Confindustria Salerno e realizzata in collaborazione con il Politecnico di Milano e l’Università degli Studi di Salerno. Un evento formativo articolato, inserito nel solco del progetto Horizon 2020: “R&I Peers: Pilot Experiences For Improving Gender Equality In Research Organisations, di cui l'ateneo salernitano è capofila con il supporto dell’OGEPO di Raffaella Venerando

L

a cooperazione - che sia essa tra i componenti di una famiglia o tra colleghi di lavoro - è da sempre considerata una pietra miliare della società umana. Una recente ricerca, ideata e tuttora in fieri del Leadin’Lab del Politecnico di Milano, non solo avvalora questo assunto ma lo allarga. Focus dello studio - dal titolo Genio e Impresa - è sì la cooperazione, ma quella che si instaura all’interno della coppia. Secondo Emilio Bellini, docente del Politecnico e membro del Leadin’Lab, «l’intuizione che ha innescato questa ricerca è che la coppia abbia un ruolo centrale nell’innovazione; che la collaborazione tra due persone, di cui una con competenze più tecniche - il genio -, e l’altra con abilità più manageriali - l’imprenditore e l’impresa -, offra un terreno fertile in cui l’innovazione nasce e si sviluppa». È sempre la coppia quell’elemento capace di dare vita al nuovo, elevando alla potenza le caratteristiche positive del singolo. E alle coppie vincenti è stato dedicato venerdì 20 settembre, in Confindustria Salerno, “Doppia Coppia, ricerca e innovazione + genere e generazione”. L’iniziativa, organizzata dal Comitato Femminile Plurale di Confindustria Salerno, è stata realizzata proprio in collaborazione con il Politecnico di Milano e l’Università degli Studi di Salerno. Un evento formativo articolato, inserito nel solco del progetto Horizon 2020: “R&I Peers: Pilot Experiences For Improving Gender Equality In Research Organisations, di cui l’Università di Salerno è capofila con il supporto dell’Osservatorio per gli studi di Genere e le Pari Opportunità. L’incontro - aperto dall’interessante lezione del professore Bellini che, traendo ispirazione dall’interazione tra due uomini straordinari come Leonardo da Vinci e Ludovico Sforza, ha passato in rassegna diverse diadi vincenti - si è successivamente ampliato - grazie al contributo dei relatori - sul valore, da un lato, della diversità - non solo di genere - in azienda, ma anche su quanto talenti diversi ma complementari e alleanze generazionali possano rivelarsi variabili innovative e decisive nel determinare il successo e la crescita aziendali. Fil rouge dell’intero incontro la filosofia che muove le iniziative del Comitato Femminile presieduto da Alessandra Pedone: promuovere l’educazione alla differenza. «Da sempre, l’obiettivo delle “donne” di Confindustria Salerno è quello di contribuire alla formazione di persone capaci di sviluppare le proprie abilità personali, oltre i pregiudizi e i limiti di genere. Rifiutiamo con decisione la riduzione dei temi di genere ad una questione da risolvere. Non è così e anche questo incontro riprova che il nostro intento è quello di rimarcare quanta forza e innovazione ci sia nella diversità in tutti gli ambiti, disciplinari o politici, personali e sociali. Testimonial di quanto i binomi complementari possano costruire insieme il futuro, tre aziende di eccellenza nate proprio dalla coppia e dalla famiglia: la Bioplast, rappresentata da Susy Gambardella, il Gruppo Sada raccontato da Antonello e Valentina Sada (rispettivamente zio e nipote) e Caffè Trucillo, i cui traguardi positivi sono stati ripercorsi da Fausta Colosimo e Antonia Trucillo (mamma e primogenita).

I relatori dell'evento "Doppia Coppia, ricerca e innovazione più genere e generazione"

I protagonisti dell'incontro

Ottobre | Novembre 2019

29


new entries

CO.ME.P., il partner globale per la tua impresa L’azienda, che realizza prodotti e lavorazioni meccaniche di alta precisione, si rivolge prevalentemente ad aziende il cui processo produttivo è caratterizzato da un certo livello di complessità e articolazione, tale che il rapporto con il fornitore assume valenza strategica, anche in ottica di miglioramento continuo del prodotto a cura della redazione

I

l fornitore come partner globale di aziende leader nel loro settore è la mission che la CO.ME.P. Srl interpreta mettendo a disposizione dei propri clienti, nel contesto di un quadro concorrenziale in cui l’organizzazione della produzione è strategia per competere, capacità, organizzazione e orientamento al mercato. La CO.ME.P., costituita nel 1989 per opera dei soci Pallavicino, realizza prodotti e lavorazioni meccaniche di alta precisione, comprese parti e attrezzature di precisione. Oltre alla realizzazione di parti singole, la CO.ME.P. è specializzata sia nel fornire gruppi meccanici assemblati, quali attrezzature per macchine e impianti di produzione, sia nel fornire soluzioni e nella fabbricazione e assemblaggio di macchine automatiche complete così come da capitolato del cliente. Forte dell’esperienza accumulata nel tempo, CO.ME.P. si dimostra capace di stare al passo con la ricerca e l’innovazione tecnologica; la perfetta fusione fra reparti, sia nell’area produttiva sia nell’area amministrativa e commerciale, permette di rispondere a qualsiasi esigenza del mercato e di lavorare con standard qualitativi di produzione elevati. L’organizzazione aziendale è conforme alla norma UNI EN ISO 9001:2015 certificata dall’anno 2000 da parte del RINA S.p.A. (certificato n. 4319/00/S). CO.ME.P. Srl si rivolge prevalentemente ad aziende il cui processo produttivo è caratterizzato da un certo livello di complessità e articolazione, tale che il rapporto con il fornitore assume valenza strategica, anche in ottica di miglioramento continuo del prodotto. La forte determinazione, l’utilizzo di tecniche all’avanguardia, la selezione, la formazione e la responsabilizzazione del personale sono state le linee guida che hanno consentito all’azienda di affermarsi sul mercato, in cui la Customer Satisfaction assume un ruolo fondamentale per il successo della stessa. Sulla scia di una crescita continua secondo questi valori, peraltro, l’azienda nel 2006 ha realizzato un sensibile aumento della propria capacità produttiva, dotandosi di una moderna struttura sita su di un’area di oltre 14.000 mq. Negli ultimi anni ha investito molto in innovazione 4.0, in cui mediante l’acquisto di software specifici e macchinari tecnologicamente avanzati riesce a programmare, gestire i propri centri di lavoro e controllare efficienza e saturazione degli stessi, anche in termini di tempi e parametri di lavoro, direttamente da remoto, permettendo un controllo a 360° della commessa dal lancio in produzione fino alla consegna finale. Successi- CO.ME.P srl vamente nel 2018 ha fondato la Comatic Srl, in compartecipazione con un grosso gruppo inter- Via A. Albanese II Trav. 51 nazionale specializzato nella costruzione di macchine automatiche in svariati settori e mercati, Sant'Egidio del M. Albino la quale è diventata il punto di riferimento per la gestione dei fornitori in tutto il centro-sud Italia Salerno per conto di tale gruppo e gestisce, realizza e assembla macchine automatiche complete come www.comepsrl.it da capitolato del cliente finale.

30


QBM, la qualità avanza fino al 4.0 Grazie all’utilizzo di software appositi, la società di Mercato San Severino consente alle aziende - di diverse tipologie e dimensioni - di risparmiare tempo, ottimizzando al contempo la gestione e rendendo le certificazioni ISO un effettivo un valore aggiunto per l’impresa a cura della redazione

E

ssere Lean. Nella forma e nella sostanza. Questo è il mantra e la motivazione con cui nasce il progetto QBM. Nel contesto socioeconomico attuale le imprese non possono più permettersi di accumulare analisi e procedure arcaiche in faldoni polverosi, ma devono essere snelle, con dati sempre aggiornati e un sistema di gestione aziendale efficace ed efficiente. L’edizione 2015 della norma ISO 9001 sui sistemi di gestione per la qualità ha fornito alle organizzazioni la possibilità di introdurre innovazioni sostanziali nel loro modello di business e nella relativa gestione. Cogliendo questa opportunità è stata sviluppata la metodologia QBM che, grazie alla sua versatilità e all’utilizzo di software appositi, si presta ad essere implementata alle imprese di diverse tipologie e dimensioni. Il fine ultimo di questo progetto è far sì che le certificazioni ISO (Qualità, Ambiente e Sicurezza) non siano solo una mera formalità burocratica da sbrigare una volta all’anno, preparando ad hoc documenti per il valutatore di turno, ma un effettivo valore aggiunto per l’azienda, senza la necessità di compilare pezzi di carta inutili o ridondanti, ma estrapolando informazioni documentate e analisi concretamente utili all’azienda, rimanendo sempre pienamente conformi alle norme. Per fare ciò è stato sviluppato il software QBM Maverick, che consente una profonda revisione nel modello operativo e gestionale, che punta all’automazione dei processi e alla trasformazione digitale, anche attraverso l’inserimento di nuove competenze. «Il nostro obiettivo - dichiara Mario Guerrasio, General Manager della QBM srl - è delegare ai sistemi informatici le operazioni standard, liberando tempo e risorse per le attività a maggior valore aggiunto e migliorando il livello del servizio ai nostri clienti». Elisa Ferrari, R&D Manager della QBM srl afferma inoltre che: «Parlare di Quality Management nel 2019 equivale ad incontrare il tema della digitalizzazione dei processi industriali. Questi cambiamenti avvengono mentre i team dedicati alla Qualità - e i relativi consulenti - sono ancora impegnati nella soluzione di problemi di ieri, come le inefficienze causate da sistemi QBM srl frammentati e non connessi tra loro. L’approccio tradizionale, dunque, perde progres- Via Giovanni XXIII n°17, sivamente di efficacia e lascia spazio ad un modo di considerare la gestione aziendale Mercato San Severino (SA) molto più ampio. Il futuro parla di Qualità 4.0, l’unica risposta possibile alle domande www.qbmcompany.it che da tempo i professionisti del settore si pongono per migliorare la loro disciplina». info@qbmcompany.it Ottobre | Novembre 2019

31


business

Virvelle e l’Istituto Lean Management, insieme per promuovere la Produzione Snella Una partnership di valore per promuovere la centralità del ruolo della formazione e della persona e assistere le organizzazioni nel miglioramento delle prestazioni e nel conseguimento di vantaggio competitivo, minimizzando l’utilizzo di risorse e gli impatti socio-ambientali Mario Vitolo Managing Director - Virvelle

I

l termine Produzione Snella (Lean Production) è stato coniato nel 1992 da due ricercatori del MIT di Boston, James Womack e Daniel Jones che, nel loro best-seller “La Macchina che ha cambiato il mondo”, hanno descritto in dettaglio il sistema di produzione che ha permesso all’azienda giapponese Toyota di ottenere risultati nettamente superiori rispetto a tutti i propri competitor. Negli anni della prima crisi petrolifera, che nel 1973 colpì e paralizzò l’intera economia mondiale, la Toyota, nonostante un aumento dei costi di approvvigionamento, continuò a incrementare i propri profitti. L’aspetto sorprendente era che l’impresa, pur non potendo sfruttare le enormi economie di scala e di esperienza delle aziende americane, le quali disponevano di maggiori spazi e consolidata expertise, continuava ad ottenere un EBIT ampiamente superiore rispetto a quello delle “big 3” (Ford General Motors e Chrysler), che negli anni ’80 ridussero inesorabilmente le proprie quote di mercato. Da allora, migliaia di organizzazioni eccellenti nel mondo hanno adottato il modello Lean, nell’industria come nei servizi, in quanto applicabile a tutti i processi operativi e, quindi, non solo strettamente produttivi, ma anche logistici, amministrativi o di progettazione e sviluppo del prodotto. Negli anni, il modello della Lean Production è stato affinato, assumendo anche altre denominazioni, quali Lean Organization, Lean Manufacturing, Lean Service, Lean Office, Lean Enterprise e, persino, Lean Thinking (Pensiero Snello), a indicarne la natu-

32

ra di “filosofia” industriale che ispira, sostanzialmente, tutti i metodi e le tecniche. Sebbene alcuni dei principi fondanti il Toyota Production System (TPS) siano precedenti alla fondazione dell’azienda giapponese, il merito di Taiichi Ohno, ingegnere della Toyota e padre del TPS, è stato quello di codificare tale approccio, incentrato sul concetto di “valore”, declinandolo in suggerimenti operativi e attività concrete. In virtù di tale premessa, l’impegno che la società di formazione e consulenza Virvelle sta profondendo è quello di offrire supporto alle aziende del territorio campano, e non solo, muovendo dai pilastri che sorreggono il Lean Thinking. Il motivo per cui tale approccio, oggi più che mai, è fondamentale e imprescindibile è da ricondursi a 3 P, Process, Planet e People. Process. Nel corso della storia, qualsivoglia momento di contrazione economica, come quello che sta perdurando nei paesi, cosiddetti, a economia avanzata, ha generato un comprensibile fenomeno di attenzione selettiva verso i temi dell’efficienza produttiva e del miglioramento dei processi. La Lean Manufacturing ha il suo focus nella mappatura del flusso di valore e nella misurazione dei diversi tempi ciclo, in modo da sincronizzare la sequenza di attività. Tale approccio rappresenta la premessa necessaria per qualsiasi progetto di digitalizzazione nell’ottica dell’industria 4.0, poiché se il processo presenta sprechi e incoerenze, la mera introduzione delle nuove tecnologie altro non fa


che trasformare “errori analogici” in “errori digitali”. Planet. Tema altrettanto centrale nelle agende operative delle imprese produttive e di servizi di oggi è quello della sostenibilità, da intendersi come la ricerca dell’efficienza e il rispetto dell’ambiente naturale, sia nel processo di approvvigionamento delle risorse, che in termini di emissioni ed esternalità negative. La filosofia Toyota ha nel proprio DNA i principi teorici nonché le prassi operative della gestione socialmente responsabile, da prima che i temi della green economy diventassero una moda e, poi, una necessità. Lean vuol dire ricercare con metodo i “muda”, ovvero gli sprechi, onde ridurli e, ove possibile, eliminarli del tutto. People. “Il popolo giapponese è il primo patrimonio del Giappone”, scriveva l’antropologo francese Claude Lévi-Strauss, che nella sua vita amò moltissimo il Sol Levante e che, in questa affermazione, pare aver individuato il fulcro della filosofia Toyota. Ogni percorso di miglioramento, come quelli che

attualmente il mercato con frequenza obbliga a intraprendere, richiede il coinvolgimento del singolo individuo, ascoltato, formato e responsabilizzato. È proprio alla luce di tali considerazioni che Virvelle - società salernitana di consulenza e formazione, nonché Agenzia per il Lavoro - ha promosso una interessante partnership con l’Istituto Lean Management (ILM), che da anni ha l’obiettivo deliberato di assistere le organizzazioni nel miglioramento delle proprie prestazioni e conseguimento di vantaggio competitivo, minimizzando l’utilizzo di risorse e gli impatti socio-ambientali. I corsi promossi da Virvelle, in sinergia con l’ILM, e curati dal docente Mario Testa, professore Associato del DISA-MIS dell'Università degli Studi di Salerno, intendono promuovere la centralità del ruolo della formazione e della persona, condividendo appieno uno dei claim più rappresentativi della casa automobilistica nipponica, secondo cui “Toyota non costruisce auto, ma forma persone che costruiscono auto”.

Ottobre | Novembre 2019

33


business

Ecommerce Hub, numeri da record per la quinta edizione Il focus di quest'anno era il new retail, le strategie di fusione tra commercio online e store fisici a cura della redazione

N

umeri da record quelli della quinta edizione di Ecommerce HUB: circa 1.500 partecipanti, oltre 40 relatori e più di 30 partner. L’evento si conferma così come uno dei principali appuntamenti dedicati al commercio elettronico e al marketing online. Presso l’ex Tabacchificio Centola, dove anche quest’anno si è tenuta la manifestazione, imprese, agenzie di comunicazione e consulenti legati al mondo del commercio elettronico hanno potuto apprezzare il ricco programma. Un’offerta formativa unica nel panorama L’edizione appena conclusa, senza dubbio, è stata la migliore mai organizzata. In particolare, per la qualità degli interventi, sia in Sala Plenaria che

34

nell’Ecommerce Arena. Sul palco principale, infatti, si sono alternati i migliori esperti del settore, fra cui relatori di Facebook, Idealo, Axerve e Netcomm, capaci di offrire una visione a 360° sugli ultimi trends. Un’offerta eterogenea, che ha realmente conquistato l’apprezzamento di chi già opera nel mondo del commercio digitale, ma anche di chi per la prima volta si affacciava a questa importante realtà. Un mercato, quello online, che continua a crescere a doppia cifra, arrivando a muovere ben 41,5 miliardi di euro nell’ultimo anno. Accanto al palco principale, poi, è stata riproposta, in una veste ancora più ricca, l’Ecommerce Arena. Uno spazio in cui i partecipanti, in maniera


estremamente fluida, hanno assistito a brevi side session dedicate agli strumenti online più diffusi, per impararne da subito pregi e funzionalità. In ultimo, non meno importante, quattro Workshop Advanced di formazione pratica, che hanno offerto ai partecipanti la possibilità di migliorare le proprie conoscenze su Facebook, Instagram, Google e Chatbot. Una partecipazione ricca, a dimostrazione della necessità crescente di una formazione sempre più approfondita. «Giunti alla quinta edizione era per noi importante confermare il successo dell’evento - ha detto al termine il fondatore dell’evento, Alfonso Annunziata - una sfida non semplice, visto l’ottima riuscita delle edizioni precedenti, ma che i numeri e i commenti dei partecipanti ci confermano essere stata pienamente vinta». I tre ecommerce sul podio di eh!wards Per il quarto anno, torna a celebrarsi l’ormai ambitissimo eh!wards, premio consegnato ai migliori portali di commercio candidati. Quest’anno sono stati circa un centinaio i partecipanti alle fasi iniziali della manifestazione. Dopo una prima fase di valutazione, che ha visto approdare all’ultimo step dieci finalisti, una giuria di qualità ha individuato i tre vincitori. Sul gradino più alto del podio, quest’anno si è posizionato eFarma. Alle sue spalle, poi, Moto

Alfonso Annunziata, fondatore dell'evento

Abbigliamento. Infine, al terzo posto, CeramicStore. Quest’anno, vista la grande partecipazione e il livello altissimo raggiunto, sono stati aggiunti premi speciali. Fra questi, il premio Best Practices che consentirà la partecipazione alla competizione sull'Innovazione di Confindustria Salerno, è stato assegnato Inside Your Tour. Il premio Best Agency, assegnato alla migliore agenzia, poi, è andato a Dna Factory con Foodexpore. Infine, il premio New Retail, dedicato proprio al tema della giornata, è andato a Farmacia Loreto. Come sempre, una menzione d’onore anche per tutti gli altri ecommerce che hanno raggiunto la fase finale del premio.

Ottobre | Novembre 2019

35


business

Mercato immobiliare campano, cresce la propensione all'acquisto Napoli è la città più rilevante in termini di volumi transati (3.900 compravendite di abitazioni nel primo semestre 2019), scelta per le bellezze naturali e artistiche oltre che per i collegamenti diretti con le maggiori città italiane e con le mete internazionali di Raffaella Venerando

D

ottor Elefante (nella foto), in quale fase si trova attualmente il mercato immobiliare campano? Quello della Campania è un territorio che riscuote un particolare interesse dal punto di vista immobiliare. Alla luce anche del favorevole accesso al credito con i tassi ai minimi storici, gli stessi residenti confermano infatti una propensione all’acquisto sia per utilizzo diretto, che per fini di investimento. Questo è comprovato dai dati rilevati dal nostro ufficio studi e relativi al numero di compravendite di abitazioni nella regione nel primo semestre del 2019: 18.415, +3,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Anche gli usi diversi dal residenziale rappresentano una quota significativa, con dati positivi per il settore commerciale: 1310 transazioni nel primo semestre 2019, +4,1% rispetto al primo semestre 2018 e per il settore produttivo: 234 compravendite, +0,4%. C’è una città che fa da traino in termini di volumi? Napoli sicuramente è la città più rilevante in termini di volumi transati (3.900 compravendite di abitazioni nel primo semestre 2019). Gli investitori la scelgono per le bellezze naturali ed artistiche, oltre che per i collegamenti diretti con le maggiori

36

Ferdinando Elefante Relationship Manager Gabetti Property Solutions SpA

città italiane e con le mete internazionali. Basti pensare solo alle circa 50 destinazioni - 14 nazionali e 36 internazionali - dei voli in partenza da Napoli che consentono di raggiungere tutte le principali località turistiche europee e non. Va consolidandosi, inoltre, la tendenza crescente al recupero di palazzi storici, secondo gli ultimi standard di qualità e di sostenibilità, che negli ultimi anni sta contribuendo a diffondere maggiore consapevolezza delle opportunità di sviluppo economiche offerte da un uso sostenibile del territorio, rafforzando al contempo l’identità locale e il sentimento di appartenenza alla comunità.Passando agli altri capoluoghi, nel primo semestre 2019 si sono registrate 643 transazioni a Salerno, 376 a Caserta, 234 a Benevento e 184 ad Avellino, che ha segnato la crescita maggiore (+13%) rispetto al primo semestre 2018. E in prospettiva? Per i prossimi mesi è previsto sia un aumento della domanda, sia delle compravendite.


norme e società

Investire sulla giustizia sostenibile Tra le priorità del nuovo Governo sarebbe utile un patto per la riforma della giustizia civile

Marco Marinaro avvocato cassazionista docente di Diritto della mediazione e ADR - Luiss, Roma giudice ausiliario della Corte di Appello di Napoli info@studiolegalemarinaro.it | www.studiolegalemarinaro.it

L

a crisi di governo, che sul finire dell’estate ha consegnato al Paese una nuova maggioranza, sembra voler diversamente proiettare le azioni di riforma invocando un “patto politico e sociale” orientato alla sostenibilità in una dimensione intergenerazionale. Sono le parole pronunciate dal presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte nel discorso con il quale ha chiesto ed ottenuto la fiducia parlamentare per l’avvio di questa nuova esperienza di governo. Un “progetto di governo del Paese” e non un elenco di proposte eterogenee e nemmeno una sommatoria delle diverse posizioni assunte dalle forze politiche al fine di marcare la distanza con la precedente esperienza e per avviare “una nuova, risolutiva stagione riformatrice”. E se “le parole sono pietre”, invocare nelle aule parlamentari “equilibrio e misura, sobrietà e rigore” per raccogliere una rinnovata fiducia dei consociati (nella

consapevolezza che la fiducia nelle istituzioni è “il presupposto imprescindibile” perché ogni azione pubblica possa essere davvero efficace), dare la fiducia a questo Governo non può significare delegare ciecamente ogni risposta, ma partecipare e sorvegliare perché questo progetto politico possa avere davvero quell’ampia portata “anche culturale” solennemente affermata e posta a base della proposta approvata. Così evitare “il frastuono dei proclami inutili e delle dichiarazioni bellicose e roboanti” ed “adoperare un lessico più consono e più rispettoso delle persone, della diversità delle idee”, impegnarsi ad “essere pazienti anche nel linguaggio, misurandolo sull’esigenza della comprensione” fino a caratterizzare l’azione di governo con l’utilizzo di un linguaggio “mite” (“perché siamo consapevoli che la forza della nostra azione non si misurerà con l’arroganza delle nostre parole”) significa affermare la centralità di una svolta verso sistemi dialo-

ganti e non antagonisti preferendo strumenti di cooperazione e non di contrapposizione, in un consolidato percorso mediativo che è alla base di ogni scelta politica. Se i cittadini si attendono un “supplemento di umanità” ed occorre che il volto della Repubblica (secondo le parole pronunciate da Giuseppe Saragat nella seduta inaugurale dell’Assemblea costituente e richiamate dal presidente Conte) sia un “volto umano”, la strada è segnata ed i valori consacrati nella Carta fondamentale devono guidare ogni azione di governo mettendo sempre al centro “il primato della persona”. In questo quadro i confini e gli obiettivi dell’azione riformatrice del governo possono orientarsi coerentemente in tutti gli ambiti, ivi incluso quello primario della giustizia. E non vi è dubbio che “il nostro Paese necessita di una riforma della giustizia civile” verso l’obiettivo prioritario generale di “crescita e sviluppo sostenibile”, Ottobre | Novembre 2019

37


seguendo il metodo dell’ascolto nel contesto di un dialogo costruttivo non pregiudiziale. E se le parole possono essere “finestre” (e non “muri”), il discorso programmatico che ha raccolto la fiducia delle Camere apre un’ampia finestra sul futuro del Paese e sugli strumenti e sulle prospettive di riforma anche della giustizia civile. D’altronde migliorare la giustizia civile e la sua efficienza non soltanto è possibile, ma deve costituire un obiettivo prioritario di qualsiasi azione di governo che intenda innovare creando le basi per una incisiva trasformazione culturale prim’ancora che tecnica e organizzativa. In ogni caso, una seria ipotesi di riforma della giustizia civile non può non tener conto non soltanto dell’alto grado tecnico dello specifico settore, ma delle sue profonde implicazioni sociali ed economiche: ogni scelta operata in questo ambito incide infatti inevitabilmente nei rapporti tra i consociati e nelle relazioni tra questi e le istituzioni. Insomma, un sistema complesso quello della giustizia civile il cui impatto diretto sul sistema socio-economico del Paese richiede una valutazione che superi la mera logica del dettaglio normativo, per lo più processuale, aprendo a riflessioni che orientino le opzioni sul tavolo nel solco dell’efficienza, della sostenibilità, del riequilibrio del tasso di litigiosità implementando l’uso di strumenti di pacificazione sociale. Il tema è necessariamente trasversale e multidisciplinare, ma anche altamente strategico.

38

Partendo da obiettivi comuni è possibile creare percorsi condivisi attraverso i quali fare scelte anche radicali e ambiziose per la crescita sostenibile del Paese rafforzando e rendendo coeso il tessuto sociale e rilanciando la competitività del sistema economico. Occorre perciò costruire un sistema che consenta una efficace tutela dei diritti, ma anche un radicale riequilibrio della litigiosità, attraverso un efficiente funzionamento dei sistemi di dispute resolution. Rendere economico, rapido e allo stesso tempo efficace un sistema le cui risorse sono estremamente limitate postula la ricostruzione del rapporto di fiducia con il cittadino o con l’impresa che domanda giustizia, avviando un nuovo approccio ecologico al conflitto. In questa direzione un testo unico (o anche un “codice” della giustizia civile) potrebbe infatti costituire l’obiettivo per un ripensamento prima che tecnico, culturale e per ciò stesso trasversale, non soltanto dei saperi, ma anche dell’agone politico. Non quindi una ennesima riforma delle regole processuali quale obiettivo prioritario quasi obbligato per l’efficienza della giustizia civile. L’esperienza insegna infatti che riformare il processo (e soltanto il processo) peraltro in una logica di mero efficientismo, non può costituire la soluzione. Lavorare sui rimedi e sui rimedi dei rimedi genera un livello di ridondanza i cui effetti possono essere addirittura agli antipodi della propugnata efficienza. Né la funzione sociale del processo può essere obliterata da esigenze

emergenziali che lo sospingono sempre più verso epiloghi di mero rito, utili al solo respingimento del contenzioso con effetti di rimbalzo per lo più sottovalutati perché difficili da rilevare nel breve periodo. Un codice della giustizia civile quale casa comune dei sistemi di dispute resolution per stimolare una riflessione non settoriale e non autoreferenziale, ma soprattutto orientata da un lato a rafforzare il processo e, dall’altro, a mettere a punto quei procedimenti diversi, alternativi o paralleli, separati o integrati, per l’efficienza del nuovo sistema della giustizia civile. D’altronde la strada intrapresa a livello europeo sposta il baricentro dei meccanismi risolutivi inevitabilmente fuori del processo, disegnando percorsi stragiudiziali regolamentati e posti in equilibrato rapporto con la giurisdizione, sollecitando forme di integrazione.Nessuna contrapposizione quindi tra la giurisdizione, chiamata a dirimere le liti con decisioni rapide ed efficaci rese all’esito di un giusto processo, e sistemi extragiudiziali, finalizzati per lo più a risolvere i conflitti mediante l’accordo attraverso percorsi negoziali diretti e indiretti, con e senza l’ausilio di un terzo imparziale. Riprendendo le parole del presidente Conte, «questo è il momento del coraggio e della determinazione. Il coraggio di disegnare un Paese migliore». Ed allora i tempi sono maturi per disegnare anche un sistema della giustizia civile che nella sua complessità sia efficiente, equilibrato e sostenibile.


norme e società

Lotta alla corruzione, ancora errori e ritardi Necessaria maggiore trasparenza ma soprattutto una crescente attenzione ai finanziamenti pubblici alle imprese, capitolo ancora troppo complicato e tortuoso, troppo spesso terreno fertile per illeciti e malaffare

Luigi Maria D’Angiolella avvocato | studio D'Angiolella dangiolella@studiolegaledangiolella.it

É

accorgimenti. Innanzitutto quelle postazioni decisionali, purtroppo nota la propenaumentando i livelli di traspapur decisive, che non colpiscono sione a pratiche corruttive l’opinione pubblica, ma che frerenza. La pubblicazione on nel sistema della Pubblica nano le imprese e i cittadini e, di line di tutti gli atti emessi è un Amministrazione Italiana che antidoto certo efficace. conseguenza, l’economia. interventi legislativi e diverse La P.A. come “palazzo di vetro” Evidentemente non esistono riproposte - si pensi, ad esempio cette salvifiche e una certa dose va intesa in senso pieno. agli agenti provocatori -, non La pubblicazione di tutti gli atti, di corruttela è presente in tutti hanno risolto. determine e liquidazioni Ogni generalizzazione di denaro pubblico a chi - è bene dirlo - sarebbe e perché, è un deterpericolosa, essendo rente per chi delinque moltissimi i funzionari «La pubblicazione di tutti gli che, tendenzialmente, certamente validi, che riatti, determine e liquidazioni tende a nascondere le spettano il ruolo affidato di denaro pubblico a chi tracce. E pure l’accesso e perseguono con rigore e perché, è un deterrente agli atti degli Enti senza e serietà l’interesse dello sostanziali limiti provoca Stato. per chi delinque che, il medesimo effetto di Il fenomeno sembrava tendenzialmente, tende dissuasione. diminuito con le grandi a nascondere le tracce» In Italia sul piano della inchieste degli anni ’90, trasparenza, bisogna con Tangentopoli, ma lo dire che si è fatto sdegno che si leggeva molto a partire della all’epoca nei discorsi e L. 241/90 alla legge Madia del nei comportamenti via via è i paesi. Chi lavora e opera con 2016 e all’applicazione del c.d. andato scemando. la Pubblica Amministrazione da FOIA (inelegante acronimo del decenni sa però che qualcosa si Anzi, è aumentata la corruzione può migliorare, grazie ad alcuni Freedom of information Act di nei livelli intermedi, cioè per Ottobre | Novembre 2019

39


settori di spesa, attenzione loro professionista, e passa per tradizione statunitense) che decine di mani. Non sarebbe richiede quello dei finanziapermette l’accesso generalizmenti pubblici alle imprese, che molto meglio applicare criteri zato agli atti della Pubblica automatici per l’attribuzione per lo più funzionano come un Amministrazione. concorso, con istanze di condel contributo, con l’aiuto della La semplificazione dei proceditributo, commissioni, verifiche, tecnologia e di algoritmi? menti, invece, appare un lavoro Oppure lo sgravio fiscale come graduatorie, assegnazioni di più complesso, e si capisce forma di finanziamento, anche perché: se si come fu all’epoca la c.d. aumentano i passaggi, i legge Tremonti. Anziché controlli, s’impone quella «La semplificazione dei ricevere le risorse, non si «ulteriore e necessaria» procedimenti, invece, pagano tributi corrifirma che il sistema non appare un lavoro più spondenti e si combatte vuole cancellare. Basterà complesso, e si capisce anche anche l’altra - non meno qui ricordare le diffigrave - piaga dell’evasiocoltà a far digerire agli perché: se si aumentano i ne fiscale. apparati pubblici, istituti passaggi, i controlli, s’impone Ma soprattutto non si come il silenzio assenso quella ulteriore e necessaria vedrebbero più in giro nelle autorizzazioni firma che il sistema mediatori, professionisti, paesaggistiche oppure le inadeguati, che trovano norme che via via hanno non vuole cancellare» scorciatoie nei corridoi imposto le c.d. SCIA. degli Enti, e funzionari Dove semplificare magche decidono le sorti di un’afondi e controlli successivi. Una giormente? zienda al di là delle loro effettive pratica di finanziamento parte Senza ripercorrere tutti i competenze. dall’impresa, dal cittadino o dal possibili interventi in diversi

40


norme e società

Contributi dei consorzi di bonifica, illegittimi se non parametrati all’effettivo beneficio fondiario La fruibilità del beneficio deve essere concreta e non astratta perché presupposto imprescindibile del tributo stesso

Maurizio Galardo avvocato cassazionista e dottore di ricerca in diritto commerciale Studio legale Galardo & Venturiello mgalardo@galardoventuriello.it

della struttura della prestazioLa Corte Costituzionale con la non sarebbe espressione di un ne, ritenuta non sinallagmasentenza n. 188 del 19/10/2018, rapporto sinallagmatico, cioè tica, ha individuato quali prepronunciandosi in materia di non sarebbe legato da un nesso supposti del potere impositivo contributi consortili, ha dichiadi corrispettività all’attività di del Consorzio nei confronti del rato l’illegittimità costituzionabonifica, come sarebbe invece consorziati, rispettivamente: le dell’art. 23, comma 1, lettera se si trattasse di un canone o di 1) la legittima inclusione del a), della legge della Regione una tariffa, trattandosi invece bene immobile nel territorio di Calabria 23 luglio 2003, n. 11 di un tributo che può definirsi di bonifica; rubricata “Disposizioni per la scopo, almeno in senso lato, in 2) la sussistenza di un beneficio bonifica e la tutela del terriquanto destinato ad incremenconcreto che all’immobile deritorio rurale. Ordinamento dei tare le disponibilità economiche Consorzi di Bonifica”, con cui il Consorzio può «La Corte evidenzia che nella parte in cui preverealizzare le opere di il legislatore regionale non può bonifica. deva che il contributo consortile di bonifica, Tuttavia, nel caso dei disancorare la debenza quanto alle spese affecontributi consortili di del contributo consortile renti il conseguimento bonifica, il beneficio per dal beneficio che agli immobili dei fini istituzionali dei il consorziato-contrideriva dall’attività di bonifica, Consorzi, si dovesse corbuente deve necessarispondere «indipendenassoggettando a contribuzione riamente sussistere per temente dal beneficio legittimare l’imposizione consortile i consorziati fondiario» invece che «in fiscale. per il solo fatto che l’immobile presenza del beneficio». Tale beneficio pur potenLa Corte, nel confermare sia ricompreso nel comprensorio do consistere non solo la natura “tributaria” del nella fruizione, ma anche di bonifica» contributo consortile, nella fruibilità, presuppoconformemente all’orientamenva dall’attività di bonifica. ne che anche nel caso di mera to prevalente della giurispruIl suddetto «beneficio», secondo “fruibilità” essa debba essere denza di legittimità, in ragione la ricostruzione della Corte, concreta e non già meramente

Ottobre | Novembre 2019

41


astratta. Si potrebbero verificare per esempio delle situazioni in cui le colture coltivate sul fondo, per la loro stessa natura, non necessitano di alcuna irrigazione, per cui non vi sarebbe alcuna fruibilità concreta e quindi nessun beneficio. Evidenzia dunque la Corte, che il legislatore regionale non può disancorare la debenza del contributo consortile dal beneficio che agli immobili deriva dall’attività di bonifica, assoggettando a contribuzione consortile i consorziati per il solo fatto che l’immobile sia ricompreso nel comprensorio di bonifica (il quale, per assurdo potrebbe anche essere esteso a tutto il territorio della regione, sì da comprendere, indistintamente, tutti gli immobili), “perché, ove ciò facesse, si avrebbe, non più un contributo di scopo di fonte statale disciplinato dalla legge regionale come tributo derivato, ma un’imposta fondiaria regionale di nuovo conio che, come tributo regionale proprio, eccederebbe la competenza del legislatore regionale”. Successivamente anche la Corte di Cassazione, Sez. V, con l’ordinanza n. 5533 n. 26/02/2019, richiamando espressamente la sentenza della Corte Costituzionale sopracitata, ha ribadito che l'obbligazione di pagamento dei contributi consortili, non può prescindere dalla sussistenza del beneficio derivante agli immobili compresi nel perimetro di contribuenza, e che tale beneficio, pur consistendo non solo nella fruizione, ma anche nella fruibilità dell'attività di bonifica, dev’essere intesa

42

comunque come fruibilità concreta e non già meramente astratta, in quanto diretta conseguenza del miglioramento che deriva all'immobile del consorziato, circostanza che secondo la Suprema Corte, costituisce fondamento della capacità contributiva che giustifica l'imposizione in relazione all'art. 53 Cost.. Per quanto concerne il profilo specifico relativo alle spese di irrigazione, l’applicazione dei prezzi dell’acqua in base ai volumi realmente utilizzati è uno degli strumenti comunitari per perseguire un uso efficiente delle risorse idriche, anche in relazione alla nuova politica per lo sviluppo rurale, ai sensi del Regolamento UE n. 1305/2013 del Parlamento Europeo e dell’accordo di partenariato. L’art. 46 del suddetto regolamento, rubricato “Investimenti nell’irrigazione”, dispone infatti che in caso di irrigazione di superfici irrigate nuove ed esistenti, possono essere considerate spese ammissibili soltanto gli investimenti che soddisfano le condizioni stabilite nello stesso articolo, tra le quali al punto 2) è espressamente prevista “l’installazione di contatori intesi a misurare il consumo di acqua”. Tale profilo è stato peraltro sottoposto all’attenzione dell’Agenzia delle Entrate nell’ambito di una istanza di interpello proposta da una Federazione di Consorzi di bonifica, in relazione alla quale l’Agenzia delle Entrate ha reso la risposta n. 80 del 22/11/2018. Di recente anche la Commis-

sione Tributaria Provinciale di Salerno, con un’interessante e articolata sentenza, la numero 1904/10/2019 del 24/06/19, accogliendo il ricorso proposto dal contribuente avverso un invito al pagamento, ha statuito che poiché «il consorziato subisce una privazione della propria ricchezza, ciò deve avvenire secondo i principi di capacità contributiva e uguaglianza, costituzionalmente sanciti. La violazione di tali principi si verifica innanzi tutto quando non vi sia un collegamento effettivo tra la prestazione imposta e il presupposto economico considerato e altresì quando la consistenza del prelievo non è razionalmente calibrata rispetto ai fenomeni considerati presupposto del tributo; ebbene la legge, in conformità ai principi costituzionali, dispone che il contributo sia determinato in ragione dell’utilità e tenendo conto anche della capacità contributiva (art. 53 Cost.) e, quindi, evidentemente, anche tenendo conto della natura e della consistenza degli immobili gravati e quindi garantendo la progressività dell’imposizione». Alla luce del panorama giurisprudenziale e dei principi sopra descritti, deve pertanto concludersi per la illegittimità dell’applicazione indistinta del contributo consortile in tutte quelle situazioni in cui, pur ricadendo l’immobile all’interno del perimetro consortile, manchi quella concreta fruibilità delle opere di bonifica che integra il contenuto del beneficio fondiario e che costituisce uno dei presupposti del tributo.


fisco

Innovation manager, 50 milioni di euro per sostenere la trasformazione tecnologica e digitale delle PMI e delle reti d’impresa A partire dal 7 novembre prossimo le imprese potranno instradare, sulla procedura informatica, la compilazione della domanda di accesso alle agevolazioni. La richiesta dell’incentivo avviene per il solo tramite della procedura informatica, accessibile nell’apposita sezione “Voucher per consulenza in innovazione” del sito del Ministero dello Sviluppo Economico

Alessandro Sacrestano management consultant Sagit&Associati srl amministratore unico Assindustria Salerno Service srl asacrestano@studiosagit.it

L

a misura per dotarsi di un innovation manager può contare su di una disponibilità di risorse tutt’altro che trascurabile. Sono, infatti, ben cinquanta milioni di euro i fondi messi a disposizione delle PMI interessate a dotarsi di un percorso consulenziale che implementi in azienda i principi cardine di Industria 4.0. L’incentivo, comunque, va nella direzione di privilegiare alcune casistiche particolari. Il Decreto Dirigenziale MISE del 25 settembre, infatti, precisa che una quota del venticinque percento dei fondi totali sarà ad appannaggio di quelle imprese che, tanto alla data di presentazione della domanda che a quella di ammissione al contributo, risultino di micro o piccola dimensione. Nel plafond dedicato finiscono anche le risorse destinate alle reti d’impresa. Volendo inter-

pretare il senso di tale priorità, sembra ovvio concludere che il processo di trasformazione digitale sotteso dall’incentivo deve per forza di cose premiare le micro e piccole imprese e, quindi, quelle realtà che dispongono di meno risorse propedeutiche alla realizzazione di tale percorso. Analogamente, la logica di Rete è funzionale ad un’estensione a raggiera, per i diversi soggetti proponenti coinvolti dalla Rete, dei benefici derivanti dalla consulenza ricevuta. Su altro fronte, il cinque percento delle risorse complessive è destinata alle PMI che, sino alla data di ammissione al contributo, conservino il possesso del c.d. rating di legalità concesso dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Si tratta di un indicatore sintetico del rispetto di elevati standard

di legalità da parte delle imprese che ne abbiano fatto richiesta. Anche in questo caso, non è difficile intuire quali siano state le priorità perseguite dal Legislatore. Altro particolare interessante è l’attenzione data dal Decreto alle precise tempistiche che dovranno regolare il rapporto di consulenza agevolata. Sono stabiliti i tempi massimi di durata del contratto, ma anche quelli entro i quali il soggetto erogatore dovrà essere remunerato per l’attività resa. L’accesso al beneficio che interessa l’acquisto di consulenze specialistiche in materia di processi di trasformazione tecnologica e digitale segue un calendario lungo e ben articolato. Secondo un protocollo ormai collaudato, la richiesta dell’incentivo avviene per il solo tramite della procedura informatica, Ottobre | Novembre 2019

43


accessibile nell’apposita sezione lazione al soggetto giuridico che malmente l’istanza, ottenendo il “Voucher per consulenza in inintende presentare la domanda di rilascio dell’attestazione di avvenovazione” del sito www.mise. accesso alle agevolazioni. nuta presentazione da parte della gov.it. Proprio il rapporto con lo Si passa così alla tappa sucprocedura informatica. sportello telematico segna il pascessiva, che si avvia dalle Da questo momento si apre l’uso con un rigido percorso tecno10.00 del 7 novembre e dura nico termine incerto di tutta la logico che si conclude con l’assefino a tutto il 26 novembre. procedura, ossia la date del degnazione definitiva del voucher. A partire da tale data le imprecreto formale di comunicazione La prima tappa, anche su più livelse potranno instradare, sulda parte del Mise dell’avvenuto li, è quella del 31 ottobre prossimo. la procedura informatica, la esaurimento delle risorse dispoEntro tale data, infatti, le reti non compilazione della domanda nibili, cinquanta milioni di euro. dotate di soggettività giuridica, di accesso alle agevolazioni. Infatti, per le domande i cui conovvero i soggetti proponenti amIn sostanza, in questa fase trolli si sono conclusi con esito poministrati da una o più persone i soggetti proponenti carisitivo, il Ministero procede, entro giuridiche o enti diversi dalle percano le informazioni e i dati 90 giorni dal termine di chiusura sone fisiche, dovranno garantirsi richiesti dal modulo di dodello sportello, ad adottare, tral’accesso alla procedura telemamanda, allegando l’eventuamite decreto, un provvedimento tica attraverso un processo di acle documentazione richiesta. cumulativo di concessione delle creditamento finalizzato agevolazioni, che puballa verifica dei poteri di blicherà sul proprio sito. «Sarà possibile richiedere firma in capo all’Organo Entro 30 giorni da tale l’erogazione di una prima comune, ovvero al legale data, sarà necessario rappresentante. L’accresottoscrivere formalquota, pari al 50% ditamento prevede, a mente il contratto di delle agevolazioni concesse, partire dalle ore 10.00 del consulenza specialistica solo successivamente 31 ottobre, l’invio di una oggetto di agevolazione. alla realizzazione di almeno apposita richiesta tramite Il titolo di spesa a saldo posta elettronica certifidelle prestazioni previste il 25% delle attività previste cata. nel contratto deve essere dal contratto e al pagamento Sempre al 31 ottobre, dalemesso non oltre 30 giorni delle stesse» le 10.00, è fissata la fase dalla data di conclusione di verifica preliminare delle attività prevista nel del possesso dei requicontratto (max 15 mesi). siti di accesso alla procedura Al termine di tale fase potranno, Sarà possibile richiedere l’erogainformatica, durante la quale i poi, generare il modulo di dozione di una prima quota, pari al soggetti proponenti sono chiamanda sotto forma di “pdf” im50% delle agevolazioni concesse, mati a verificare il possesso dei modificabile, che andrà successisolo successivamente alla rearequisiti tecnici e delle necesvamente firmata digitalmente e lizzazione di almeno il 25% delle sarie autorizzazioni di accesso. caricata sulla piattaforma che, a attività previste dal contratto In pratica, questi potranno tesua volta, rilascerà un “codice di e al pagamento delle stesse. stare la validità della propria predisposizione domanda” necesIl saldo, di contro, può essere riCarta nazionale dei servizi - insario per la trasmissione definitichiesto solo successivamente alla dispensabile per la richiesta - e va. Arriviamo così al 3 dicembre conclusione delle attività previste il corretto funzionamento della quando, dalle ore 10.00, tutti gli dal contratto e al pagamento delposta elettronica certificata. istanti avranno accesso alla prole relative spese che, però, deve Contestualmente, la procedura cedura informatica, immetteranessere eseguito entro 60 giorni di verifica consente di accertare il no il “codice di predisposizione dalla data di emissione del titolo possesso dei poteri di firma in redomanda” e trametteranno fordi spesa a saldo.

44


fisco

La rinuncia dei soci ai crediti può essere elusiva Vanno motivate in modo adeguato, negli atti societari e nella documentazione contrattuale, le ragioni extrafiscali che spingono all’operazione

Marco Fiorentino Dottore Commercialista / Revisore Legale dei Conti marcofiorentino@fiorentinoassociati.it

L

a recente sentenza della Suprema Corte, in quanto la a patrimonializzare la società, Cassazione n. 15321/2019 del suddetta rinuncia è apparsa solo ma semplicemente ad impe6 giugno 2019 ha delineafinalizzata a far conseguire alla dire che tale rinuncia, laddove to un nuovo scenario elusivo società il beneficio della non correttamente effettuata alla (o avente ad oggetto la rinuncia tassabilità delle sopravvenienze successivamente la) data della ai crediti vantati da parte dei attive, realizzabili dalla canceldescritta vendita - e quindi con soci, che dovrà essere senz’altro lazione del debito verso i soci la perdita del requisito di soci considerato quando si intendadal bilancio, sancita dall’art. da parte dei creditori - rendesse no porre in essere operazioni 88 comma 4 TUIR. In sintesi, inapplicabile il citato articolo societarie di questa 88 comma 4 e generasse tipologia. sopravvenienze tassabili Il caso trattato dalla per la società. «Il motivo della legittimità Corte ha riguardato una Effetti questi, presumidell’accertamento risiede transazione, con la quale bilmente indesiderati i soci di una società di sia dai soci venditori, sia nel fatto che la rinuncia in capitali avevano dapquestione appare strettamente dall’acquirente terzo. prima rinunciato ai loro Sulla base di queste connessa alla successiva crediti verso di essa per considerazioni, l’AGE ha vendita della partecipazione importi significativi e, dunque sottoposto a taspoi, ceduto le loro quote sazione le sopravveniena prezzo non congruo» a terzi ad un valore infeze attive realizzate e non riore al patrimonio netto dichiarate dalla società corrispondente, che nel e richiesto le correlative frattempo si era ovviamente inimposte e sanzioni. dato per assunto che il valore di crementato proprio per effetto Si deve onestamente ammettere mercato delle quote non fosse della destinazione a riserva dei coerente con il prezzo della loro che la lettura elusiva dell’AGE ci correlativi debiti della società. vendita a terzi, l’AGE ha suppotrova concordi, sebbene l’art.88 Tale operazione è stata ritenuta sto che la preventiva rinuncia a comma 4 non preveda alcuna elusiva, prima dall’Agenzia crediti da parte dei soci venditocondizione essenziale per poter delle Entrate (AGE) e poi dalla ri fosse solo preordinata non già beneficiare della detassazione Ottobre | Novembre 2019

45


delle descritte sopravvenienze. solo in occasione di vendite di punto di vista negoziale oltre Ciò in quanto, come stabilito partecipazioni. che contabile, un ruolo essendalla Cassazione, il divieto di Rimanendo in questo specifico ziale per la definizione degli inabuso del diritto ha portata geambito è prassi, infatti, che teressi delle parti e sarebbe del nerale e preclude al contribuennelle operazioni di acquisizione tutto ingiustificato considerarla te il conseguimento di vantaggi di partecipazioni, il compratore censurabile in linea di principio, fiscali previsti dalla norma e non pretenda legittimamente di concon il risultato di complicare sottoposti a condizioni specifisiderare compreso nel prezzo di senza ragione l’architettura che, perché si realizzano proprio acquisto anche ogni altro diritto contrattuale. e unicamente mediante un uso o credito del socio venditore nei In conclusione, la rinuncia ai distorto di strumenti giuridici confronti della società target, crediti dei soci (con conseguenleciti. onde evitare che successivate detassazione delle sopravIl motivo della legittimità venienze) anche fuori dell’accertamento risiede dall’ambito dello scam«La rinuncia ai crediti dei soci nel fatto che, in assenza bio di partecipazioni non di una valida motivazioè mai per sua natura anche fuori dall’ambito ne alternativa di natura dello scambio di partecipazioni illegittima, anzi esprime extrafiscale fornita dal una opzione in più alle non è mai per sua natura soggetto accertato, la soluzioni contrattuali a illegittima, anzi esprime una rinuncia in questione disposizione per gestire appare strettamente svariate tematiche patriopzione in più alle soluzioni connessa alla successiva moniali. contrattuali a disposizione vendita della partePuò diventare censuper gestire svariate tematiche cipazione (ed anzi ne rabile solo per quelle patrimoniali» appare come presuppofattispecie dove sia sto negoziale) a prezzo chiaro l’intento elusivo, non congruo, cosicché o meglio, dove non siano può arrivare ad affermarsi che mente all’acquisto possano chiare le non marginali valide essa sia stata effettuata non sorgere debiti (certi o vantati) ragioni extrafiscali. già nella qualità di soci, ma in da onorare verso il precedente Ciò non di meno, la Cassazione quella di venditori. proprietario. ha indubbiamente aperto un Ne consegue che la sua anticiA ciò si aggiungano anche i casi varco interpretativo importanpazione ad una fase immediain cui il compratore chieda ai te, che impone agli operatori tamente precedente al trasfesoci venditori un contributo padi motivare sempre ed in modo rimento fa presumere che sia trimoniale per coprire presumiadeguato, negli atti societari e stata fatta non per ottenere un bili perdite future della società nella documentazione contratprezzo maggiore dalla vendita, target (la cc.dd. “vendita con tuale, le ragioni extrafiscali ma al solo scopo di beneficiare dote”), con lo scopo di realizzare (art.10bis dello Statuto del di un vantaggio fiscale (detasun reciproco vantaggio: per il Contribuente) che spingono le sazione della sopravvenienza) socio venditore, di mettere un parti a porre in essere opediversamente non ottenibile limite alla sua copertura delle razioni di rinunzia a crediti o dalla società. perdite; per il compratore di comunque di ricapitalizzazione Tuttavia, l’intervento della finalizzare il suo investimento della società target da parte del Cassazione non deve generare il finanziario solo al rilancio della socio, soprattutto quando tutte convincimento nell’AGE che ora società. queste operazioni abbiano una si possano aprire praterie accerEd in tutti questi casi è evidente relazione diretta con il corritatrici per ogni caso di rinuncia che la rinuncia ai crediti dei spettivo di una compravendita ai crediti da parte dei soci, non vecchi soci giochi, anche da un di partecipazioni.

46


fisco

Le novità operative di Resto al Sud Il finanziamento copre il 100% dell’investimento di cui il 35% è a fondo perduto e il 65%, invece, è un finanziamento a tasso zero, erogato da uno degli Istituti di credito convenzionati, rimborsabile in 8 anni di cui i primi 2 sono di preammortamento

Giuseppe Arleo dottore commercialista giuseppearleo@libero.it

L

e modifiche inerenti l’incentivo Resto al Sud gestito da Invitalia, previste con la sottoscrizione del decreto attuativo, saranno operative dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e riguarderanno l’ampliamento della platea dei beneficiari a quanti, alla data della presentazione della domanda di agevolazione, siano al massimo quarantacinquenni e a quanti vogliano avviare attività professionali nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. I settori agevolabili sono: turismo, servizi alle persone e alle imprese, produzione di beni nei settori dell’artigianato, industria, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura. È escluso il settore del commercio. La normativa inerente l’accesso alle agevolazioni tiene conto della data di conversione del decreto in legge, il 21 giugno

2017, pertanto a tale giorno il soggetto proponente non deve avere la qualifica di titolare di attività oppure legale rappresentante di società. Sono agevolabili gli investimenti in beni strumentali materiali e immateriali, Ict, attrezzature, macchinari, impianti di produzione e arredamenti a condizione che siano nuovi di fabbrica. Sono inoltre finanziabili le opere edili e l’impiantistica entro il 30% degli investimenti e, infine, le spese inerenti i fitti, le materie prime, le utenze e i servizi vari entro la misura massima del 20%. Il finanziamento copre il 100% dell’investimento di cui il 35% è a fondo perduto e il 65%, invece, è un finanziamento a tasso zero, erogato da uno degli Istituti di credito convenzionati, rimborsabile in 8 anni di cui i primi 2 sono di preammortamento. Il mutuo, inoltre, è garantito dal fondo di garanzia nella mi-

sura dell’80%. L’importo massimo ottenibile da parte di ogni singolo proponente è di 50.000 fino ad un massimo di 200.000 euro. Possono quindi presentare la domanda di agevolazione persone fisiche, sotto forma di ditta individuale, oppure team, sotto forma di società di persona e di capitali o cooperativa, già costituita oppure da costituire una volta approvato il finanziamento ed entro il termine di 60 giorni pena la decadenza dalle agevolazioni. La presentazione delle domande di agevolazione è esclusivamente in via telematica e la valutazione, consistente in un giudizio di merito fondato anche su un colloquio conoscitivo, è fatta in ordine cronologico di presentazione delle richieste. Il programma di investimento, infine, va realizzato entro 24 mesi dalla data di ottenimento del provvedimento di concessione. Ottobre | Novembre 2019

47


mercati

Canada e Giappone: il punto sugli accordi con l’Unione Europea Scenari e benefici dei due importanti Accordi di Partenariato Economico. L’agroalimentare è tra i settori che beneficeranno maggiormente degli accordi grazie a un’abolizione immediata dei dazi sulle linee tariffarie. Come per il CETA, anche con il JEPA, inoltre, sono state riconosciute 18 indicazioni agroalimentari italiane e 26 IGT per le bevande

Antonio Petruzzo Customs Advisor Easyfrontier petruzzo@easyfrontier.it

È

bene ricordare a noi tutti che - in una fase storica caratterizzata da rigurgiti nazionalistici, in cui sembra essere ritornato di moda il protezionismo, su tutti l’escalation daziaria che sta contrassegnando i turbolenti rapporti commerciali tra USA e Cina - sono in corso negoziati e revisioni di accordi di partenariato economico tra i vari Paesi nei quali l’Unione Europea gioca un ruolo di primo piano. Accade, dunque, che proprio quando i fenomeni del protezionismo si ripropongono prepotentemente sullo scenario del commercio internazionale, l’UE diventa protagonista attiva di un nuovo liberismo e quindi promotrice di partenariati economici con Paesi strategici per agevolare i propri operatori economici a stringere accordi commerciali sulla base di norme eque e standard elevati. In questo complesso quadro socioeconomico vanno inseriti i

48

due importanti accordi di partenariato economico che l’Unione Europea ha stipulato con Canada e Giappone, rispettivamente CETA (Comprehensive Economic Trade Agreement) e JEPA (Japan Economic Partenership Agreement). Il commercio aperto, basato sul libero scambio promosso dai due accordi, aiuta la UE a cogliere i benefici della globalizzazione: consente di penetrare in nuovi mercati, creando crescita, sostenendo le imprese a essere più competitive e rendendo gli scambi commerciali sempre più equi e sostenibili. Per questi motivi, l’Europa deve intensificare i rapporti con partner con i quali condivide gli stessi principi e i medesimi valori in un’ottica di maggiore cooperazione. Sfide insidiose, importanti e strategiche come la regolamentazione delle norme sui prodotti agroalimentari, la tutela dei consumatori, oltre alla protezione dell’ambiente in uno

scenario di sviluppo sostenibile, necessitano della collaborazione di tutti gli attori in gioco per trasformarle in opportunità a vantaggio di tutti. E in questa visione di nuova collaborazione che si inseriscono i due accordi di libero scambio tra l’Europa e il Canada (CETA) e l’Europa con il Giappone (JEPA) Secondo le stime del Centro Studi di Confindustria, i recenti accordi commerciali dell’Unione Europea con il Canada, in vigore da fine settembre 2017, e con il Giappone, da febbraio 2019, hanno favorito la dinamica delle vendite italiane. Nei primi cinque mesi del 2019 l’export italiano in Canada è aumentato del 13% (sullo stesso periodo del 2018) e in Giappone del 15%, con un incremento più forte rispetto a tutte le altre destinazioni extra-UE (+4%). In estrema sintesi, i trattati commerciali con entrambi i Paesi portano vantaggi concreti per le imprese italiane.


Cerchiamo adesso di fare un bilancio sugli effetti prodotti dalle forti riduzioni tariffarie (oltre il 98% dei dazi doganali canadesi) sulle esportazioni UE verso il Paese nordamericano. Da una prima analisi i maggiori benefici sono da ricercare nei settori automotive, moda e agroalimentare. Da fine 2017, le esportazioni europee verso il Canada sono aumentate per tutti quei beni/servizi dove il dazio era maggiore del 2% (pre CETA): infatti i settori che erano colpiti da tariffe significative (mezzi di trasporto e agricoltura) ad oggi risultano essere stati i principali beneficiari dagli sgravi tariffari introdotti dal CETA. Secondo le stime ICE (Istituto Commercio Estero) tra i settori produttivi che beneficiano dei maggiori risultati si trova in primo luogo la meccanica (rimozione totale dei dazi) e che costituisce circa il 28% dell’import canadese dall’Italia. Per abbigliamento e agroalimentare, settori di cui l’Italia rappresenta il primo fornitore Ue verso il Canada, il CETA garantisce buone prospettive di crescita grazie alla quasi totale eliminazione di dazi che in alcuni casi superavano il 10% (ad esempio calzature 11,9% e acque minerali 11%). Nei casi in cui siano previsti contingentamenti, come nel comparto lattiero-caseario, questi riguarderanno lotti più ampi. Grazie al CETA, infatti, per la prima volta il Canada ha accettato il riconoscimento di 143 IGP europee, di cui 41 italiane; le Dop e Igp incluse nella lista dell’accordo fanno più del 90% dell’export italiano globale di prodotti tipici alimentari. Il CETA si pone come un notevole passo in avanti per

promuovere e tutelare la tipicità italiana e per contrastare l’Italian sounding. Le esportazioni agroalimentari italiane in Canada sono aumentate del 15%, raggiungendo i 581,6 miliardi di dollari canadesi, con un aumento in valore del 18% per la frutta, del 19% per i formaggi, del 52% per il prosciutto crudo e dell’11% per il vino. Ma l’Italia non esporta solo cibo: l’export italiano (da ottobre 2017 a maggio 2018) ha registrato un buon +8,2% per i prodotti della chimica, + 7,2% per la farmaceutica e oltre 15% per prodotti gomma e plastica. Come fatto per il Canada, anche con il Giappone l’Europa ha portato a termine un accordo commerciale. Il Giappone è il secondo mercato dell'UE in Asia dopo la Cina, la quarta economia a livello mondiale, con i suoi 127 milioni di abitanti. Le imprese europee esportano in Giappone beni per oltre 58 miliardi di euro e servizi per 28 miliardi di euro. Appare evidente che le possibilità per le imprese di esportare ancora di più sono concrete, oltre che potenzialmente enormi. Tuttavia, e fino all’entrata in vigore dell’Accordo, le imprese europee hanno dovuto fare i conti con numerosi ostacoli agli scambi quando si trovavano a esportare verso il Giappone, ad esempio dazi elevati o procedure e/o norme commerciali diverse da quelle internazionali, il che ha reso difficile per loro competere. Il JEPA intende eliminare gli ostacoli superflui alle importazioni europee, in modo che le imprese dell'UE possano esportare di più ed essere più attrattive. Dall’entrata in vigore dell’accordo (inizio 2019) la liberalizzazione ha riguardato il 96% delle linee tarif-

farie, pari al 75% delle importazioni dalla Ue; l’eliminazione totale dei dazi avverrà entro un periodo di 15 anni. L’agroalimentare è tra i settori che beneficeranno maggiormente dell’accordo grazie a un’abolizione immediata dei dazi sull’85% delle linee tariffarie. Elevati vantaggi per vini e alcolici: in questo settore i dazi, attualmente al 15%, sono rimossi all’entrata in vigore dell’accordo. Come per il CETA, anche con il JEPA, inoltre, sono state riconosciute 18 indicazioni agroalimentari italiane e 26 IGT per le bevande. Il settore moda, e in particolare le calzature, vedranno le tariffe scendere dal 36,9% al 21% immediatamente fino all’eliminazione, nell’arco di dieci anni. Vantaggi si prefigurano anche per la chimica-farmaceutica e per il settore dei mezzi di trasporto. L'Unione Europea, il Canada e il Giappone hanno insieme intenzione di delineare norme commerciali globali in linea con i loro standard elevati e con la condivisione di valori comuni, ma soprattutto perseguono l’obiettivo univoco di inviare un segnale forte alla comunità internazionale per sottolineare che le principali economie mondiali rifiutano il protezionismo e lo combattono. L’Unione Europea deve puntare sui trattati bilaterali per contrastare la minaccia dei dazi USA e la crisi del multilateralismo. Altri accordi sono in corso di approvazione o da poco entrati in vigore (Australia, Messico, Singapore, Vietnam e Paesi Mercosur). Nel complesso, i nuovi accordi potrebbero riguardare il 14% dell’export italiano extra-EU.

Ottobre | Novembre 2019

49


mercati

Innovation Road Lab, lungo il percorso dall’intuizione al progetto Si è concluso con lo Study Tour in Turchia il progetto bilaterale promosso da Federmanager Salerno e Confindustria Salerno, con il supporto di 4.Manager, che ha coinvolto 25 imprenditori e altrettanti temporary manager di cinque regioni del Sud Italia per ripensare l’innovazione come unica e chiara strategia competitiva vincente a cura di Marcella Anzolin, coordinatrice progetto IRL

D

a un incontro costruttivo tra Confindustria Salerno, Federmanager Salerno e 4.Manager è nato Innovation Road Lab, il progetto svoltosi da maggio a settembre 2019 -finalizzato a ripensare l’innovazione in azienda come unica e chiara strategia competitiva vincente. Rivolto a tutte le regioni meridionali, il progetto ha coinvolto 25 aziende localizzate in Campania, Basilicata, Puglia Calabria e Sicilia e 25 Temporary/ Innovation Manager di diversi settori che hanno tradotto in piani d’azione il desiderio di progresso delle

50

aziende. La sfida che le Territoriali di Federmanager e Confindustria si sono poste è stata ampiamente superata: tutte le aziende, infatti, dopo essersi conosciute nei Road show regionali e confrontate nei coworking itineranti - svoltisi a Salerno, Bari, Catania, Matera, Cosenza - hanno avuto la possibilità di lavorare a stretto contatto con i Temporary/ Innovation manager direttamente presso le proprie aziende, realizzando un progetto innovativo o continuando quelli già in essere. Per l’occasione è stata utilizzata la metodologia “PassParYou”, un format della società “InAlto”, finalizzata a sperimentare cosa comporti pensare e agire in modo innovativo, trasformando un’intuizione in un’idea strutturata, pronta per dare vita a un progetto sostenibile e scalabile. Il percorso si è concluso con lo Study Tour in Turchia, svoltosi a settembre scorso. Lì alcuni Temporary Manager e imprenditori del Sud Italia hanno avuto la possibilità di confrontarsi con manager e imprenditori di tre esemplari aziende locali: la Pirelli - divisione gare, localizzata ad Izmit, un’azienda che guarda al futuro con un altissimo livello innovazione nella produzione di pneumatici per la Formula 1 e di tanti altri campionati automobilistici; la HKTM localizzata a Gebz, produttrice di sistemi idromeccanici e sistemi di automazione sia meccanica che robotica e, infine, la Aygun localizzata a Corlu - produttrice di rivestimenti in vetro e alluminio. Esperienza molto significativa anche la visita alla Camera dell'Industria di Kocaeli e l'incontro con il segretario generale della Camera di Commercio italiana ad Istanbul Dr. Fatih Aycin che ha fornito ai partecipanti numeri e prospettive del sistema industriale turco.


Turchia, lo study tour per conoscere e visitare aziende performanti di Daniele Trimarchi

T

ra i compiti che svolgo come consulente per l’internazionalizzazione dei processi aziendali rientra spesso quello di accompagnare imprenditori e/o manager all’estero. Gli anni trascorsi nella gestione di business sui mercati esteri mi permettono di rendere queste visite particolarmente produttive e pratiche. Mi riferisco, ad esempio, al contatto con i fornitori esteri, di solito non sempre diretto: in questo ambito, pertanto, faccio valere

resistenti e stabili. Programmare un viaggio all’estero con clienti, a mio parere, non deve essere infatti solo la buona occasione per favorire contatti con aziende d’interesse, ma l’opportunità di ricreare momenti utili e vantaggiosi sia per apprezzare il contesto, sia per consentire al cliente una aumentata padronanza sugli sviluppi intrapresi. Nel caso dello Study Tour previsto all’interno del progetto Innovation Road Lab, gli obiettivi da tagliare erano particolarmente

(Garone Habitat), Paolo Rocca Comite Mascambruno e Ciro Sigillo. Come Paese di destinazione è stata scelta la Turchia, non solo per le varie esperienze dirigenziali da me maturate in questo mercato, ma soprattutto perché in Turchia, più che in ogni altro Paese, ho potuto riscontrare la presenza di aziende fortemente innovative. Durante il progetto abbiamo visitato tre realtà produttive, oltre alla Camera Industria di Kocaeli, dove abbiamo incontrato un giovane Segretario

Incontro con Mr. Egemen Mert, Segretario Generale della Chamber of Industry in Kocaeli, Izmir

l’esperienza che mi ha insegnato a rapportarmi con questi in modo più costruttivo consapevole di cosa vuol dire mercato globale e di quanto conoscere in modo approfondito la storia delle varie culture, equivalga ad ottenere potenzialmente delle relazioni commerciali più

ambiziosi. Il primo di questi era quello di puntare a stimolare un confronto costruttivo tra Istituzioni e, soprattutto, tra Imprenditori e Manager su come apportare innovazione in azienda. Tra i partecipanti erano presenti Giorgio Franzese (Italbacolor), Pasquale Garone

Generale, Mr. Egemen Mert, che coordina l’area con il più alto PIL generato in Turchia. La prima delle aziende visitata è stato lo stabilimento Pirelli di Izmit. Qui ci ha accolto il Direttore di produzione Mauro Soatto, una sorta di guru dell’impianto. Pazientemente

Ottobre | Novembre 2019

51


mercati

ci ha guidato in un tour di un’azienda che guarda al futuro con un altissimo livello innovativo. Infatti, in questo impianto vengono prodotti gli pneumatici della Formula 1 e di tanti altri campionati automobilistici. Abbiamo poi visitato la HKTM di Gebze, un’azienda innovativa fin dal progetto iniziale seguito dal CEO Mr. Tunc Atil. L’impresa è impegnata su due aree ben precise: sistemi idromeccanici e automazione meccanica e robotica. Infine abbiamo visitato la Aygun in Corlu. Qui Mr. Ilker Guneysel ci ha mostrato le numerose linee da cui “escono” le facciate di centinaia di grattacieli e di centri commerciali all’avanguardia nel mondo, molti di questi visibili nella parte più moderna di Istanbul. Determinante, come sempre, il supporto dell’eclettico Segretario Generale della Camera di Commercio italiana ad Istanbul

52

Fatih Aycin che, non solo ci ha accompagnato durante la visita a Corlu, ma ci ha anche offerto suggerimenti preziosi. Sicuramente il dottor Aycin è una delle prime persone da incontrare se si vuole intraprendere un business in questo Paese. La buona riuscita di questo progetto è stata merito anche del costante confronto con il presidente di Federmanager Armando Indennimeo, con cui ho potuto definire un percorso rivisto diverse volte e migliorato prima di essere approvato in via definitiva. Hanno contribuito al buon esito dell’iniziativa, inoltre, anche l’impegno delle funzionarie responsabili del progetto Beatrice Stanganelli e Marcella Anzolin, sempre attente a far sì che l’esperienza fosse perfetta in ogni sua parte. Questo “viaggio” credo abbia insegnato tanto a tutti i

partecipanti, offrendo sì una panoramica utile del contesto manifatturiero e delle opportunità di business del mercato turco, ma anche uno spaccato di gusti, valori e sensibilità molto diverse dalle nostre, di cui tener conto per gestire in modo vincente la sfida dell’internazionalizzazione.

Daniele Trimarchi Studio Trimarchi daniele@studiotrimarchi.com

Aygun in Corlu, incontro con Mr. Ilker Guneysel, Board Member

HKTM di Gebze, incontro con il CEO Mr. Tunc Atil

Istanbul, aeroporto

Pirelli in Izmit, incontro con il direttore di produzione Ing. Mauro Soatto


lavoro

Solidarietà ex art. 29 d.lgs. 276/2003 negli appalti Il termine di decadenza biennale non si applica alle azioni degli enti previdenziali

Paolo Ambron avvocato del lavoro info@studiolegaleambron.it

C

on la sentenza n. 22110 del 4.9.2019 la Corte di Cassazione, pronunciandosi sulle disposizioni di cui all’art. 29, comma 2, d.lgs. 276/2003 nel testo anteriore alle modifiche del 2012, ha confermato che il regime della responsabilità solidale del committente con l’appaltatore, ex art. 29 d.lgs. n. 276/2003, si riferisce agli emolumenti che il datore di lavoro è tenuto a corrispondere in favore dei propri dipendenti, di natura strettamente retributiva e riguardanti esclusivamente il periodo del rapporto lavorativo coinvolto dall’appalto, con esclusione delle somme riconosciute a titolo di risarcimento del danno al lavoratore. Quest’ultimo, infatti, quando invoca la responsabilità solidale del committente e/o appaltatore deve fornire prova, precisa e puntuale, che i trattamenti retributivi rivendicati si riferiscano in via esclusiva proprio al periodo di esecuzione dell’appalto e/o del subappalto. Non basta, quindi, far riferimento all’eventuale sussistenza di un contratto di appalto ma il lavoratore ha l’onere di specificare e provare con le opportune allegazioni il periodo effettivamente lavorato in

esecuzione dell’appalto. Infatti, il committente e/o l’appaltante è tenuto al pagamento dei soli crediti retributivi maturati dal personale dipendente dell’impresa appaltatrice/subappaltatrice entro il limite di 2 anni dalla cessazione dell’appalto e, comunque, nei limiti delle attività effettivamente prestate in favore della appaltatrice. Nel caso di specie, l’Inps ha proposto ricorso in Cassazione osservando che l’art. 29 comma 2 d.lgs. 276/2003 nella parte in cui è previsto il termine di decadenza biennale è da applicarsi alle sole domande dei lavoratori e non anche all’azione dell'INPS che, nell'esercizio dei poteri d'ufficio, non può decadere, come precisato dalla giurisprudenza di legittimità formatasi a proposito dell'art. 4 della legge n. 1369 del 1960. La Suprema Corte, con la sentenza in commento, ha accolto il ricorso dell’INPS, cassando con rinvio, specificando che il termine biennale indicato nell’art. 29 d.lgs. 276/2003 decorrente dalla cessazione dell’appalto è finalizzato solo alla proposizione dell’azione giudiziaria per i crediti per i quali è prevista la responsabilità solidale dei soggetti

interessati, precisando, quindi, che tale termine non si applica alle domande promosse dall’Ente previdenziale. Infatti, il termine di decadenza di 2 anni, di cui all’art. 29 d.lgs. 276/2003, non si applica alle azioni promosse dagli enti previdenziali che sono soggette a prescrizione quinquennale. La sentenza segue il principio stabilito dalla precedente pronuncia della Suprema Corte, n. 18004 del 4 luglio 2019, che, andando in contrasto con un orientamento giurisprudenziale consolidato, ha statuito, con riferimento alla contribuzione, l’applicazione del solo termine di prescrizione quinquennale e non di decadenza biennale. Tale assunto deriva dal fatto che l’obbligo contributivo e quello retributivo rivestono una funzione ben distinta per natura e rilevanza. In particolare, afferma la Suprema Corte, «l'obbligazione contributiva non deve essere confusa con l’obbligo retributivo, posto che la giurisprudenza ha da tempo consolidato il principio secondo il quale il rapporto di lavoro e quello previdenziale, per quanto tra loro connessi, rimangono del tutto diversi».

Ottobre | Novembre 2019

53


sicurezza

Trasporti, gli infortuni e la prevenzione nel settore in un focus di Dati Inail La frequenza degli incidenti è ancora molto alta. La metà dei 332 casi mortali accertati tra il 2014 e il 2018 è stata causata dalla perdita di controllo del mezzo a cura della Direzione Centrale Pianificazione e Comunicazione | Inail

L

a frequenza degli infortuni nel settore dei trasporti è ancora molto alta. Al netto dei casi avvenuti in itinere, ovvero nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro, nel quadriennio 2014-2017 sono state infatti presentate circa 35 denunce ogni 1.000 addetti. A scriverlo è il periodico statistico Dati Inail, che ha dedicato il suo ultimo numero a un approfondimento su questo ambito produttivo che nel 2016, stando ai dati di contabilità nazionale diffusi dall’Istat, ha dato lavoro a oltre 1,1 milioni di persone, pari al 4,6% degli occupati, di cui più della metà impiegate in trasporti terrestri (ferroviari, stradali e mediante condotte) e poco più di un terzo in attività di magazzinaggio e supporto. L’identikit del fenomeno. Nel quinquennio 2014-2018 l’Inail ha riconosciuto in media 31mila infortuni all’anno avvenuti in occasione di lavoro nel settore dei trasporti. In circa un terzo dei casi i lavoratori si infortunano facendo movimenti con o senza sforzo fisico, mentre un infortunio su quattro si verifica per perdita di controllo, spesso del mezzo di trasporto. Molti anche i casi provocati da scivolamenti e cadute, pari al 18% del totale. In termini asso-

54

luti, la Lombardia è la regione maggiormente colpita dal fenomeno infortunistico, con oltre il 18% degli infortuni accertati tra il 2014 e il 2018, seguita da Emilia Romagna, Lazio, Veneto, Toscana, Piemonte e Campania. I casi mortali accertati dall’Inail nello stesso arco di tempo sono stati 332, di cui l’81% ha interessato lavoratori del settore trasporto terrestre e mediante condotte e la metà è stata causata dalla perdita di controllo del mezzo. In linea con la distribuzione complessiva degli infortuni del settore, otto morti su 10 hanno riguardato lavoratori italiani, seguiti da rumeni, marocchini e albanesi. Oltre alla guida sugli autisti gravano altre mansioni. Per contrastare il fenomeno, lo scorso anno la Commissione Trasporti del Parlamento europeo

ha approvato alcune modifiche sui tempi di guida e di riposo degli autisti di veicoli industriali, affrontando non solo il problema della frequenza e della durata delle pause, ma anche quello della qualità del riposo. Gli autisti, infatti, oltre a guidare il veicolo devono svolgere una serie di altre attività altrettanto impegnative, come il carico e lo scarico delle merci, la manutenzione del mezzo e l’organizzazione del lavoro. Dai bandi Isi quasi 24 milioni per migliorare i livelli di salute e sicurezza. Tra il 2010 e il 2018, grazie alle nove edizioni del bando Isi, l’Inail ha contribuito con quasi 24 milioni di euro a fondo perduto alla realizzazione di progetti promossi da aziende del settore dei trasporti per il miglioramento delle condizioni di salute e


sicurezza. Come sottolineato da Dati Inail, però, se si concentra l’attenzione sul “rischio strada” il problema riguarda anche le altre categorie di lavoratori. La metà delle morti sul lavoro che avvengono nel nostro Paese, infatti, è legata a incidenti stradali avvenuti in occasione di lavoro, come nel caso di tassisti e camionisti, o in itinere.

tenza. È previsto, per esempio, uno sconto sul premio di tariffa assicurativo per interventi volti al miglioramento della sicurezza delle infrastrutture stradali in prossimità del luogo di lavoro - come impianti semaforici, di illuminazione, attraversamenti pedonali, rotatorie o piste

vocale e di dispositivi fissi per la rilevazione dei colpo di sonno, e per l’organizzazione di corsi di formazione ad hoc.

Il patrimonio informativo a disposizione nella banca dati statistica online. Intensa è anche la sinergia dell’Inail con gli altri enti interessati alla materia, attraverso collaborazio«La metà delle morti sul lavoro ni e progetti di ricerca Per contrastare il finalizzati allo scambio di che avvengono nel nostro “rischio strada” anche dati e di esperienze, con Paese è legata a incidenti uno sconto sul premio la realizzazione di studi e assicurativo. rapporti. stradali avvenuti L’Istituto è impegnato Il patrimonio informativo in occasione di lavoro, attivamente anche per la dell’Istituto è inoltre come nel caso di tassisti prevenzione degli incidenconsultabile nella banca e camionisti, o in itinere» ti stradali, sebbene cause dati statistica online, da e circostanze - come lo cui sono ricavabili i dati stato delle infrastrutture, relativi alla modalità le condizioni meteorolo“con mezzo di trasporto”, giche, i dispositivi di sicurezza ciclabili - per l’installazione su che indica l’infortunio avvenuto dei veicoli e le caratteristiche tutti i mezzi aziendali di sistemi “in un’area aperta alla pubblica del parco macchine - esulino dal di comunicazione per telefono circolazione” e “con il concorso di suo ambito di diretta compecellulare con chiamata diretta almeno un mezzo di trasporto”.

Ottobre | Novembre 2019

55


turismo

Rete Destinazione Sud SRL, la promozione e commercializzazione integrata delle destinazioni diventa realtà Alla base di questa rivoluzione un innovativo marketplace territoriale capace di soddisfare la domanda turistica, enologica, agroalimentare e artigianale. Prodotti e servizi che si promuovono sul mercato globale con la loro identità locale a cura della redazione

L’

esperienza di acquisto digitale, oggi, si è sviluppata in forma generalista per i beni di consumo, in forma settoriale per i servizi e il turismo. Sono nati e si sono affermati nuovi strumenti e forme d’intermediazione che hanno depotenziato la cinghia di trasmissione della tradizionale promozione, rendendola incapace di generare pieno valore per i territori, portando invece tanta ricchezza ai nuovi player mondiali digitali. Lo scorso 24 settembre a Spazio Campania a Milano è stata presentata Rete Destinazione Sud SRL innovativa, nata per rispondere a una precisa esigenza del mercato: quella di sviluppare un nuovo modello di promo commercializzazione territoriale integrato, con il turismo a servizio delle filiere locali, siano esse strutture ricettive, attrattori, produzioni tipiche, grandi eventi o servizi. Ma come funziona Rete Destinazione Sud? Accedendo ai marketplace disponibili, il fruitore potrà prenotare un volo aereo, un hotel, un’escursione, o qualsiasi altra esperienza congegnata ad hoc, tutto on line in tempo

56

reale. Inoltre, potrà acquistare un prodotto artigianale, enologico o agroalimentare che ha conosciuto nel corso della sua esperienza di soggiorno da condividere, al rientro, con amici e parenti. Oppure può, invece, maturare il desiderio di viaggio, proprio a seguito del consumo di un prodotto acquistato o regalatogli, per conoscere meglio il contesto ambientale, sociale e culturale del territorio in cui è stato prodotto. Alla base di questa rivoluzione del Mezzogiorno, la logica della rete, del network: aziende, istituzioni e stakeholder che hanno deciso di mettersi insieme per conseguire lo sviluppo con un progetto condiviso, al fine di accettare le attuali sfide compe-

titive del mercato globalizzato e rispondere in maniera adeguata ed efficace ai gusti sempre più compositi dei clienti. Alla presentazione pubblica della srl innovativa hanno partecipato il presidente di Rete Destinazione Sud Michelangelo Lurgi, il direttore generale dell’ENIT Agenzia Nazionale per il Turismo Giovanni Bastianelli, il chief strategy officer di Promos Italia - Agenzia Italiana per l’Internazionalizzazione Federico Bega e il presidente di Unioncamere Campania Andrea Prete. Il progetto Rete Destinazione Sud viene però da lontano. Nasce, infatti, a seguito del progetto “I Turismi” promosso da Confindustria, Federmanager e Fondirigenti, insieme a diverse


associazioni industriali del Mezzogiorno. Nel 2014 si costituisce come Rete d’imprese. Da allora, la Rete ha promosso centinaia di incontri, realizzato migliaia di ore formazione e prodotto 4 portali di destinazione per la promozione turistica locale con il coinvolgimento di circa 1.000 soci delle associazioni territoriali in rappresentanza di oltre 4.000 operatori di filiera. Nel 2019 la Rete si evolve, avviando la costituzione di una SRL innovativa. Cresce l’offerta con più portali di destinazione La nuova società assorbe da subito i 4 portali di destinazione già messi in rete, 3 dei quali per Destinazione Campania e uno per Destinazione Basilicata, insieme a circa 1.000 associati e 4.000 operatori coinvolti nel: Cilento; Salerno; Sele/Tanagro/ Vallo di Diano e Matera. Sono in via di completamento invece altri 5 portali relativi alle Destinazioni: Irpinia, Sannio, Ischia, Salento e Borghi dello Ionio che, entro il 2020, porteranno a 5.000 gli associati alle destinazioni con circa 10.000 operatori coinvolti. Da portali di destinazione a Marketplace Rendendo l’interazione tra clienti e fornitori turistici molto più snella e semplice, i 9 portali di destinazione della Rete si trasformano in veri e propri marketplace, in cui vengono presentati e saranno venduti non solo molti servizi ma anche altrettanti prodotti. Attraverso i marketplace, infatti, si potrà non solo conoscere l’offerta ricettiva, culturale e paesaggistica dei territori ma

PROGRAMMA DESTINAZIONE CAMPANIA A SPAZIO CAMPANIA, MILANO Articolato e variegato il programma di eventi di Destinazione Campania previsto per i prossimi mesi di novembre e dicembre. Tra gli appuntamenti in calendario, un approfondimento sulle reti di impresa (25 novembre), un focus sulla dieta mediterranea, laboratori di co-working progettuale per giovani architetti e designer (27 novembre), l'incontro tra Confagricoltura Campania e Confagricoltura Lombardia per lo sviluppo delle filiere (18 dicembre), fino alla presentazione di un press tour e di un educational per operatori turistici e buyer (21 dicembre).

anche effettuare prenotazioni, accedere on line a servizi di trasporto integrati, acquistare i prodotti tipici dell’artigianato e dell’enogastronomia locale, dando impulso alle economie locali sia off line che on line. La SRL. Capitale sociale e partecipazioni La nuova società prenderà l’avvio con un capitale sociale di 500.000 euro, puntando ad aumentare successivamente la capitalizzazione a 1 milione di euro entro 30 Gennaio 2020. A regime sono previsti tra i 120 e i 160 soci. La SRL sarà iscritta alla sezione speciale del Registro delle Imprese dedicata alle startup innovative. La forza della Rete La forza del modello avviato risiede innanzitutto in due fattori innovativi: la crescita dal basso, ovvero dal diretto coinvolgimento degli attori dell’intera offerta territoriale e l’integrazione tra promozione territoriale e commercio elettronico, dando vita alla prima soluzione di marketplace integrati costruita intorno all’identità dei territori.

«Siamo convinti che il nostro progetto risponda a due esigenze fondamentali e troppo spesso ignorate», ha dichiarato infatti Michelangelo Lurgi, presidente di Rete Destinazione Sud. «La prima è quella di dare vita a nuovi modelli di promo commercializzazione dell’offerta territoriale integrata, sviluppati insieme agli operatori locali e costruiti intorno all’identità e alla sostenibilità dei territori. La seconda è quella d’intercettare la domanda lì dove questa nasce, sul digitale, e non abbandonarla a piattaforme globali che non hanno alcun interesse a valorizzare la ricchezza e le diversità dei patrimoni italiani, rappresentati dal turismo, dall’enogastronomia, dal made in Italy». Destinazione Campania, promossa dalla Rete Destinazione Sud, sarà protagonista sempre a Spazio Campania di Milano con quattordici giornate di eventi dedicati alla promozione del territorio, che si snoderanno a partire da settembre fino a dicembre 2019.

Ottobre | Novembre 2019

57


re-values lab

Laura Pellegrino Consulente aziendale Centro Servizi Ingegneria S.r.l.

BUSINESS CONTINUITY: gestione efficiente dei rischi per trasformare le situazioni avverse in opportunità

Un ruolo fondamentale per la Continuità Operativa è svolto dal Facility Management, ovvero da quella funzione aziendale che ha il compito di gestire e coordinare tutte le attività indipendenti dal core business dell’azienda come ad esempio le reti di telecomunicazione, la sicurezza aziendale e sul lavoro, la manutenzione degli edifici, delle macchine e/o impianti produttivi, e molto altro ancora

I

n un mercato che si muove sempre più velocemente, nessuna organizzazione può permettersi di interrompere le proprie attività senza subire conseguenze per la sopravvivenza del proprio business. Tuttavia, molto spesso non si dà il giusto peso all’importanza della continuità operativa in azienda, pensando che riguardi esclusivamente i sistemi IT. In realtà la gestione della continuità operativa va ben oltre l'ambito informatico, includendo nel suo perimetro l'intera organizzazione, in quanto i processi aziendali sono sempre più specializzati e interconnessi. Se l'infrastruttura operativa di supporto fallisce, sia nell'IT, nel personale o nella produzione, le conseguenze possono andare da malfunzio-

58

namenti a interruzioni a lungo termine o persino alla perdita di quote di mercato e dell'immagine aziendale. La Business Continuity (Continuità Operativa) si rivela uno strumento fondamentale per preservare la performance aziendale in casi di eventi che minaccino le funzionalità dei processi a qualunque livello: tecnologico, ma non solo, per esempio un’azione legale, un problema di compliance alle normative, un cambio di sede. Cosa si intende per Business Continuity? Si intende la capacità di un’organizzazione di continuare a esercitare il proprio business a fronte di eventi avversi che possono colpirla (Fonte UNI EN ISO 22301). Si tratta di un modello di gestione complessivo

che identifica i pericoli potenziali che minacciano l’azienda e il loro impatto e definisce le strategie di risposta in modo da salvaguardare non solo le attività produttive e l’immagine aziendale, ma anche gli interessi degli stakeholder. Pertanto, la Business Continuity contribuisce ad aumentare la resilienza dell’organizzazione e il miglioramento delle performance aziendali. La creazione di una corretta strategia di Continuità Operativa si basa su una buona e approfondita Valutazione del Rischio (c.d. Risk Assessment), ovvero quel processo combinato di identificazione, analisi e ponderazione del rischio. La fase di analisi comporta l’individuazione dei possibili scenari di interruzione di attività produtti-


va: eventi connessi al mancato funzionamento di macchine e/o parti di macchine dovuti a guasti; imprevisti atti a compromettere l’operatività dei sistemi (incendi, allagamenti, interruzione nell’erogazione dell’energia elettrica, ecc.); malfunzionamenti dei componenti hardware e software; eventi connessi al funzionamento di macchine che possono configurare violazioni di leggi in ambito sicurezza negli ambienti di lavoro o in ambito ambientale; e altro ancora. Attraverso la Business Impact Analysis si identificano gli impatti operativi e finanziari più critici per il business, che derivano dall’evento indesiderato; dopodiché si procede alla stima del livello di rischio di ogni scenario considerato. Il rischio è frequentemente espresso in termini di combinazione delle conseguenze di un evento e della probabilità associata al suo verificarsi. Successivamente alla valutazione del rischio, è necessario definire le strategie di continuità operativa più idonee per ciascuno scenario individuato (Business Continuity Plan), ovvero le misure tecniche e organizzative da adottare per garantire la continuità operativa o comunque riprendere le attività interrotte in un arco di tempo accettabile. Certi eventi sono inevitabili (eventi naturali, guasti agli impianti, incendi, ecc..) ma i danni possono essere ridotti da un’organizzazione più resiliente con una gestione efficiente dei rischi e un buon piano di continuità

operativa. Un’azienda è resiliente quando è in grado di continuare le attività in corso o di ritornare rapidamente ad una condizione di stabilità dopo un incidente o in presenza di situazioni sgradevoli. Le strategie di Business Continuity dovrebbero definire gli approcci per implementare la necessaria resilienza aziendale in modo da mettere in atto i principi di prevenzione, rilevamento, risposta e ripristino dagli incidenti; quali ad esempio l’applicazione del principio della ridondanza, una corretta gestione delle scorte di magazzino, adeguate procedure

di controllo e manutenzione, e non solo. Al fine di implementare un efficace sistema di Business Continuity Management, le organizzazioni possono fare riferimento ad una specifica serie di norme ISO, in particolare alla ISO 22301 “Societal security, Business continuity management systems, Requirements”. Si tratta di uno standard, riconosciuto a livello internazionale, che indica come pianificare e mettere in atto un efficiente piano di business continuity. Un ruolo fondamentale per la Continuità Operativa è svolto dal Facility Management (letteralmente

“gestione delle strutture”), ovvero da quella funzione aziendale che ha il compito di gestire e coordinare tutte le attività indipendenti dal core business dell’azienda (es. le reti di telecomunicazione, la sicurezza aziendale e sul lavoro, la manutenzione degli edifici, delle macchine e/o impianti produttivi, ecc.). La struttura dove ogni giorno svolgiamo il nostro lavoro è molto più di un semplice edificio: è un insieme di ambienti, impianti e sistemi che devono permettere continuità operativa e produttiva, nel rispetto della funzionalità, della sicurezza e del comfort, contribuendo a perseguire gli obiettivi dell’azienda. Si tratta di un’attività organizzativa che sempre più spesso le aziende esternalizzano, considerato che il funzionamento e la manutenzione delle strutture di un’organizzazione devono soddisfare e considerare le esigenze, in continua evoluzione, delle parti interessate, rispondendo contemporaneamente alle necessità aziendali di efficacia, sicurezza e sostenibilità. La Business Continuity è una pratica imprescindibile per un’azienda; è evidente che l’investimento che richiede deve essere fatto in modo strutturato e ben integrato con i processi aziendali, al fine di dotarsi di un efficiente piano di Business Continuity progettato su misura, con cui ridurre al minimo i rischi di interruzione dei processi operativi, trasformando le situazioni avverse in opportunità.

Ottobre | Novembre 2019

59


bon ton

Nicola Santini esperto di galateo, costume e società ph/Christian Ciardella

P

Perché abbiamo tutti bisogno di un social detox

Prendersi una pausa dal mondo della comunicazione virtuale diventa necessario quando ti accorgi che la gente ti legge, ti scrive, ti mette like e ti commenta. Poi ci esci a cena e guarda il cellulare. Chi è senza peccato scagli il primo smartphone nel muro

C

on il rientro dalle vacanze estive, che per molti di noi rappresenta il vero e proprio inizio di anno fatto di propositi e obiettivi da conseguire, mi sono impegnato a stare lontano dai social per qualche mese e, dopo 30 giorni esatti di disintossicazione, posso finalmente tirar fuori le prime somme e condividerle con i lettori di Costozero. La prima cosa che mi ha lasciato sbigottito dopo la prima settimana di assenza è stata la reazione condivisa di molte persone con le quali ho, fortunatamente, un rapporto e modo di essere contattato anche fuori dalle app: la vox populi è che stessi male, mentre in realtà non solo stavo e sto benissimo, ma meglio di prima. Per dirvi a che livello siamo giunti, l’equazione possibile nella testa di chi vive il mondo attraverso uno schermo è che chi non è on line non sta bene. «No ragazzi, a non stare bene direi che siete voi», volevo rispondere, ma il bon ton mi precede quindi mi sono limitato a dire che mi sono preso una pausa per scrivere i capitoli finali del mio prossimo libro e che non leggeranno di me nelle pagine di cronaca nera. La seconda è che finalmente si torna a parlarsi. La gente ti legge, ti scrive, ti mette like e ti commenta. Poi ci esci a cena e guarda il cellulare. Chi è senza peccato scagli il primo smartphone nel muro, i miei sono già distrutti, però che bello

60

ricevere una chiamata che inizia con la disperazione di chi ti crede mezzo morto e finisce con una chiacchierata bilaterale. L’abbrutimento dei social fa sì che ciò che scambiamo per comunicazione sia in realtà al massimo informazione: ognuno di noi sente il bisogno di divulgare le proprie idee sperando in un dibattito che al massimo ti porta a casa un pollice su; si condivide il pranzo, la foto della vacanza, i piedi in mano alla coreana, ma non ci siamo mai fatti una domanda: a chi vuoi che gliene freghi realmente? Che emozione è stata per me ricevere la cartolina vecchio stile dalla mia amica Barbara, elegantissima e avventurosa che gira il mondo in van e si butta negli sport più estremi con la stessa falcata con la quale gira salotti letterari tra Casablanca e Milano. Dalla sua vacanza mi ha mandato una cartolina scritta a mano non un selfie, e questo mi ha smosso. Sì, perché quando siamo dentro a una situazione spesso non ce ne rendiamo conto: abbiamo la convinzione che vedere ciò che postano le persone corrisponda a conoscerle sul serio. E l’attenuante, per chi ha il vizio di sparare giudizi senza approfondire è che chi posta è libero e responsabile di scegliere quale aspetto mostrare di sé. Ed eccomi al terzo punto: ho realizzato che i social sono i ring dove si sfidano i codardi. Basti vedere quante ne sparano i nostri politici e come i toni si ridimensionano quando si trovano faccia a faccia. Tutto questo può sembrare poco inerente al Galateo ma vi assicuro che non è così: perché bastano pochi giorni fuori dalla dimensione virtuale per capire che ciò che chiamiamo network, del network è il contrario stesso. La rete ha maglie troppo larghe, fa penetrare chiunque e con qualsiasi scopo e questo, se da un lato, ha reso i collegamenti più rapidi e informali, ha trasformato in più superficiali le conoscenze, i legami, e di conseguenza l’educazione. Come diceva una mia vecchia amica: «penetration is not introduction».


salute

Antonino Di Pietro direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis www.antoninodipietro.it | www.istitutodermoclinico.com

S

Tatuaggi, un pericolo a fior di pelle

Sulle aree cutanee coperte dai tatuaggi è bene prestare ancor più attenzione non solo per motivi estetici, poiché con l’esposizione al sole si rischia che il disegno perda la sua brillantezza, ma soprattutto per scongiurare danni alla salute da non sottovalutare

P

rima il tattoo era solo un piccolo simbolo nascosto sotto la T-shirt, oggi in molti hanno deciso di trasformare la propria pelle in tela. É fondamentale proteggere la pelle con cura, ma sulle aree cutanee coperte dai tatuaggi è bene prestare ancor più attenzione non solo per motivi estetici, poiché con l’esposizione al sole si rischia che il disegno perda la sua brillantezza, ma anche e soprattutto per scongiurare danni alla salute della pelle da non sottovalutare. Sono diverse le problematiche cui si rischia di andare incontro esponendo un tattoo al sole. Un tatuaggio recente, per esempio, non va mai esposto perché dopo l’esecuzione viene solitamente trattato con pomate antibiotiche che, a contatto diretto con la luce solare, possono dar luogo a fenomeni di fotosensibilizzazione. La fotosensibilizzazione è il risultato di un'interazione fra i raggi ultravioletti e una sostanza sensibile che si trova sulla pelle, che dà luogo a sintomi quali rossore, bruciore intenso, prurito e vescicole. In generale, tutti i tatuaggi non devono essere esposti al sole per troppo tempo. I pigmenti, in particolare le tinte forti come nero, blu e rosso intenso, attraggono i raggi che, non potendo essere dispersi, surriscaldano la cute, predisponendola a manifestazioni irritative quali eritemi ed eczemi. Tra i colori più a rischio ci sono

per esempio il giallo e il rosso. Fortunatamente, in Italia esiste una normativa piuttosto rigida che controlla e bandisce l’uso di additivi e coloranti specifici perché pericolosi e fototossici. Tuttavia, quando si decide di fare un tattoo è essenziale assicurarsi del rispetto della legalità e della provenienza dei pigmenti, che potrebbero essere stati acquistati in Internet, senza un’origine chiara. Occorre essere altrettanto attenti quando si realizza un tattoo all’estero: non in tutti i Paesi vigono gli stessi controlli e le medesime ristrettezze sull’uso dei coloranti e degli additivi. I tattoo più nuovi sono più delicati. Il tatuaggio si comporta infatti come una vera e propria lesione cutanea che si rimargina progressivamente fino alla comparsa di crosticine. Il tattoo non può perciò entrare a contatto diretto con i raggi solari fino a completa guarigione. C’è un rischio importante legato ai tatuaggi di grandi dimensioni che non tutti conoscono. I tattoo che ricoprono vaste zone di pelle, soprattutto quelli molto scuri, possono nascondere la presenza di melanomi o di altri tumori cutanei. Se i tumori compaiono sotto un tatuaggio scuro ed esteso vengono infatti facilmente nascosti alla vista e possono espandersi in silenzio. Si possono di conseguenza verificare ritardi nella diagnosi e nella possibilità di intervenire in tempo con un’adeguata terapia, mettendo in serio pericolo la sopravvivenza stessa della persona colpita. Per questo motivo, per chi ha uno o più tatuaggi diffusi diviene indispensabile sottoporsi a un accurato controllo dermatologico con cadenza annuale. L’abbronzatura artificiale può essere altrettanto dannosa come quella naturale e può persino esserlo di più. Chi ricorre a questo tipo di abbronzatura deve utilizzare protezioni elevate, abbondando nell’applicazione dei prodotti sulle aree coperte dai tatuaggi. Gli autoabbronzanti, infine, non vanno mai usati sui tatuaggi recenti. Inoltre, è importante non applicarli direttamente sul disegno e in prossimità del tatuaggio. Ottobre | Novembre 2019

61


Giuseppe Fatati Presidente Italian Obesity Network

É

Il Manifesto dell’Italian Obesity Network per un futuro sostenibile

É imprescindibile considerare l’obesità come una priorità nazionale a livello sanitario, politico, sociale e clinico, riconoscendola come una malattia altamente disabilitante e un importante fattore di rischio per lo sviluppo di malattie non trasmissibili

L’

obesità è, a tutti gli effetti, una malattia complessa in cui non esiste un gene o una causa principale in grado di giustificare l’insieme di alterazioni che precedono o seguono questa patologia. Ha origine dall’intreccio di elementi che interagiscono fra loro e non presenta una soluzione univoca, ma necessita di essere considerata globalmente, analizzando tutti gli elementi che la compongono e le loro interazioni. Per tali motivi va affrontata in modo sinergico ed è anacronistico pensare a rimedi individuali che non tengano conto della necessità del supporto di culture diverse e di un approccio multidisciplinare. L’Italian Obesity Network vuole aggregare tutti quei soggetti che hanno a cuore il problema obesità e che vogliono provare ad arginare un fenomeno preoccupante per il Sistema Sanitario Nazionale. In occasione dell’Obesity Day 2018 è stato presentato ufficialmente il manifesto dell’Italian Obesity Network per un futuro sostenibile firmato dalle principali società scientifiche e culturali del settore. É un atto concreto che richiama l’attenzione dei “decisori” e ne sollecita l’intervento. In una società ossessionata dalla magrezza e dal controllo, essere sovrappeso può divenire condizione penalizzante non solo dal punto di vista della

62

salute ma anche da quello sociale e psicologico. I programmi di prevenzione si sono dimostrati, spesso, inefficaci perché basati sul paradigma della responsabilità personale. Lo stigma sull’obesità, ovvero la disapprovazione sociale, è una delle cause, che attraverso stereotipi, linguaggi e immagini inadatte, finiscono per ritrarre l’obesità in modo impreciso e negativo. In campo medico esiste il concetto di «non responsabilità morale dell'individuo nei confronti della malattia» - ossia che non si ha alcuna colpa se si contrae una patologia - questo discorso non sembra valere nel caso dell'obesità: il paziente obeso, viene ritenuto responsabile di questa sua condizione. Il Manifesto proposto dall’Italian Obesity Network tende ad identificare una roadmap sulla quale agire per migliorare la qualità di vita delle persone con obesità. É imprescindibile considerare l’obesità come una priorità nazionale a livello sanitario, politico, sociale e clinico, riconoscendo che la stessa è una malattia altamente disabilitante e che rappresenta un importante fattore di rischio per lo sviluppo di malattie non trasmissibili (NCDs). Vi è la necessità di realizzare un piano nazionale dell’obesità, per affrontare le problematiche relative alla malattia, individuando obiettivi centrati sulla prevenzione, sulla diagnosi precoce, sulla gestione della malattia, delle complicanze, sull’offerta assistenziale, l’accesso alle cure e ai trattamenti. Va assolutamente incrementata la capacità del SSN nell’erogare e monitorare i Servizi per la persona obesa, attraverso l’individuazione e l’attuazione di strategie che abbiano come obiettivo la razionalizzazione dell’offerta. Le persone affette da obesità dovrebbero essere prese in carico dai medici di famiglia e ricevere una assistenza individuale dal Sistema Sanitario Nazionale al pari di quelle affette da diabete. Considerando l’alto impatto dell’obesità e del sovrappeso infantile, si deve intervenire attraverso informazione e progetti mirati a ottenere un cambiamento permanente delle abitudini alimentari e dello stile di vita dei bambini, coinvolgendo il mondo della scuola, dello sport e le famiglie.


finisterre

La filosofia poetica di Rubina Giorgi Omaggio alla raffinatissima magister di un nucleo vasto di allievi che, sin dal primo momento, hanno visto in lei una guida dal sapore antico, ma con un’attenzione vertiginosa al respiro dell’essere contemporaneo di Alfonso Amendola docente di sociologia degli audiovisivi sperimentali | Università di Salerno alfamendola@unisa.it

N

ella notte tra il 12 e il 13 luglio, ci lasciava Rubina Giorgi. Poetessa, saggista e filosofa romana che da diversi anni viveva e lavorava attorno al nucleo delle sue passioni a Macerata, verso la Torre Maggiore. Ma il suo cuore aveva radici forti tra Salerno e le “amate marine” della Costiera (tra Albori e Amalfi), ovvero lo spazio vitale che la vedranno protagonista per oltre trent’anni. Docente presso il nostro Ateneo (dove ha insegnato Filosofia del linguaggio). Preziosa consulente (oltre che autrice) delle Edizioni Ripostes di Alessandro Tesauro (suo compagno di vita per lungo tempo). Rubina Giorgi con il suo raccontare i temi iniziatici, le vie del possibile, l’intimo segreto che abita la parola “filosofia” è stata presenza “militante” di tanti incontri, seminari e dialoghi nel nostro territorio. Ma soprattutto Rubina è stata raffinatissima magister di un nucleo vasto di allievi che sin dal primo momento hanno visto in lei una guida dal sapore antico, ma con un’attenzione vertiginosa al respiro dell’essere contemporaneo. La sua produzione filosofica tesseva un dialogo continuo con le trame della poesia. La sua scrittura poetica riusciva a disegnare percorsi del sapere, funambolici cammini tra autori differenti, le sue parole plasmavano sempre il reale con

l’irreale. Una letteratura sempre rarefatta e colta. Guido Zingari nell’analizzare l’opera di Rubina Giorgi scrive che l’unica possibilità per comprendere la sua scrittura è osservarla come una danza «seguendo le linee, le curvature, i tratti, le tracce, le incrinature e le figure geometriche immaginabili e incommensurabili dei loro percorsi e dei loro passaggi». Il narrare avvolgente e misterico della Giorgi navigava tra il sapienziale e l’oracolare, tra Meister Eckhart e il pensiero dell'asino, tra lavoro editoriale e dialoghi creativi, tra Jakob Bohme e la pittura di Velàsquez. Senza mai dimenticare Dante Alighieri. E poi tantissima sperimentazione teatrale (in particolare: la Socìetas Raffaello Sanzio, il Teatro A e il Teatro Rebis). Ed in particolare mi piace ricordare il suo dialogo con i Magazzini. Ancor prima di diventar “Criminali” quando il gruppo di Federico Tiezzi, Sandro Lombardi, Marion D’Amburgo era il Carrozzone, Rubina Giorgi firma, nel 1973, il loro secondo spettacolo. “La donna stanca incontra il sole”, magnifico lavoro dalla potente figuratività che indica una delle prime soglie di una straordinaria new wave teatrale internazionale che proprio negli anni Settanta vedrà la città di Salerno come fucina e laboratorio

con la rassegna “Nuove Tendenze” (firmata da quell’immaginifico trio che fu Giuseppe Bartolucci, Achille Mango e Filiberto Menna). Un dialogo con i Magazzini mai interrotto; infatti quando Sandro Lombardi, nel 1992, scrive la nota di prefazione alla “Vita imperfetta” così annuncia la sua scrittura: «Ho chiesto a Rubina di applicare la sua capacità oracolare ad uno sguardo interiore, nella certezza che una scrittura così attenta al linguaggio delle cose e dei luoghi, non potesse non guardare direttamente nella «poesia» che circola, parallelo sistema linfatico, accanto a quello sanguigno della sua “filosofia”». Di Rubina Giorgi restano gli sguardi, il suo amore per il dorato e il viola, i suoi insegnamenti e la sua visione della natura. Rino Mele l'ha ricordata nella dolcezza inquieta di una poesia intitolata I Nodi (... “una donna gentile, un filosofo, che ha vissuto la sua/ferma tempesta a cercare/ nel linguaggio/ le aporie del pensiero, e in quelle parole/ il dolore”...). E noi la ritroviamo nelle pagine nobili della sua scrittura. Una scrittura sempre improvvisa e sempre in cerca di luce (imponente e necessaria): “luce signora/ piovimi intorno/ rapida e lenta/ pensami, fammi pensare/ circondami, irrigami di nuova vita/ fammi apparire, risplendere, sorridere”... Ottobre | Novembre 2019

63


LIBRI

HOME CINEMA

a cura di Raffaella Venerando

Madrigale senza suono di Andrea Tarabbia

M

Bollati Borlinghieri pp. 377

usica nera. È quella che fa da sfondo al romanzo di Andrea Tarabbia che, con furore ossessivo, ripercorre la vita personale e artistica di Carlo Gesualdo, principe di Venosa. Siamo a cavallo tra Cinque e Seicento: il perno attorno cui ruota la narrazione è l’omicidio di Maria D’Avalos moglie e cugina del principe - e del suo amante Fabrizio Carafa, duca d'Andria e conte di Ruvo. Un delitto maturato per vendicare - come da convenzioni sociali - l’onta del tradimento subito, ma in fondo non voluto dall’uomo che ancora ama la sua vittima e forse ha già, se non perdonato, capito la veridicità di quell’amore che univa Maria e Fabrizio, così grande da poter affrontare anche la morte. Ferito nell’intimo da quanto accaduto e dilaniato dalla sua coscienza implacabile, Carlo scava nelle pieghe del suo dolore, causandone anche dell’altro attorno a sé per rinfrancarsi e per portarlo all’estremo. Nel suo dolore c’è voluttà e ambizione, perché via via che continua nella sua vita, tra annichilimento fisico e sofferenze psicologiche, in lui cresce la consapevolezza che sia proprio il male dell’animo che si torce a dare vita al suo genio creativo e musicale, alle dolorose armonie dei suoi madrigali. Tra manoscritti ritrovati - un ruolo di primissimo livello è affidato a Igor' Stravinskij, che nel Novecento riscoprì e rilanciò il genio di Gesualdo - e inquietanti espedienti narrativi, Andrea Tarabbia forse non testimonia questa storia per ricordarsene, ma per disfarsi di essa. Cosa che non potrà accadere al suo romanzo, vincitore tra l’altro del Premio Campiello 2019.

64

a cura di Vito Salerno

LUCANIA | Terra, sangue e magia di Gigi Roccati

Q

uesto bellissimo film di Gigi Roccati racconta una terra ancestrale, intrisa di senso magico, la Lucania. Una storia che parla di una terra morente e che invece potrebbe vivere, mettendo al centro il mondo contadino che lotta per sopravvivere. Un mondo antico, magico e inaccessibile, racchiuso tra le montagne e il mare, dove niente è come sembra. Qui vivono Rocco e Lucia, un padre severo, legato alla terra come un albero, che lotta per difenderla fino all’estremo sacrificio, ed una ragazza selvatica, muta dalla morte della madre Argenzia, che ha il dono di vedere e sentirne l’anima. Il padre che la vede parlare al vento, la crede pazza e ormai disperato la sottopone ai riti di guarigione di una maga contadina. Ma quando Rocco respinge l’offerta di Carmine, un autotrasportatore che gli offre di seppellire rifiuti tossici nella propria terra in cambio di denaro, e per reagire a un’aggressione uccide uno dei suoi uomini, si trova costretto a fuggire a piedi per le montagne cercando di salvare la figlia. Comincia così il viaggio di espiazione di Rocco e il viaggio di formazione di Lucia. Un lungo e avventuroso cammino attraverso la bellezza di una natura rigogliosa, e poi la durezza di una terra morente, dove la ragazza dovrà abbandonare il ricordo della madre per aiutare il padre aggravato dal fardello della colpa, diventando donna. Storia antica dei giorni nostri, in un mondo dei vinti in cui si accende una luce di speranza, incarnata da una giovane muta che ritrova la voce e assiste allo scontro fatale tra suo padre contadino e chi ne avvelena i campi, in un viaggio commovente intriso di magia e redenzione.




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.